cippo collettivo di fosdondo - Associazione Giovani in Europa

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cippo collettivo di fosdondo - Associazione Giovani in Europa
Le strade della Libertà
La Maratona dei Cippi
CIPPO COLLETTIVO
DI FOSDONDO
Tappa n. 15
Via Fosdondo, frazione di Fosdondo
Fosdondo ai suoi Caduti – Prima Guerra
Mondiale – Guerra 1939-1943 – Seconda
Guerra Mondiale – Guerra di Liberazione
La vecchia scuola elementare di Fosdondo è un
luogo ricco di memorie della
storia novecentesca.
A partire dalla intitolazione della scuola,
ricordata nella targa in marmo di fianco
all’ingresso.
È dedicata a Oddone Fantini, nativo di Fosdondo
e qui ribattezzato “l’eroe del Sabotino” perché
da giovane ufficiale volontario, aveva
combattuto in uno dei luoghi simbolo della
Prima Guerra Mondiale, riportandone ferite
invalidanti ma anche una Medaglia d’oro
al Valor Militare.
Laureato in scienze sociali, insegnante
e saggista, Fantini aveva ricevuto dallo stesso
Mussolini numerose altre onorificenze
e attestati di stima.
Tanto merito gli guadagnò – lui ancora in vita –
l’intitolazione della scuola.
Al centro della parete sud dell’edificio, quella
che prospetta sulla strada, esisteva ancora prima
della targa a Oddone Fantini, il monumento
che celebrava i caduti della Prima
Guerra Mondiale.
Inaugurato il 10 agosto 1922, all’alba del regime
fascista, il monumento era di grande pregio
per la rilevanza dell’autore e la qualità artistica
dell’opera.
Era stato progettato e realizzato dalla scultrice
correggese Carmelina Adani, artista
che nel dopoguerra realizzerà anche il cippo
collettivo di San Prospero, quest’ultimo
per i caduti della Resistenza.
L’opera della Adani era costituita da uno zoccolo
semiesagonale in marmo su cui poggiava
una statua in bronzo raffigurante la ”Vittoria”.
Sulle tre facciate dello zoccolo, visibili ancora
oggi, erano incisi i nominativi di ventidue caduti
Monumento dedicato ai caduti di Fosdondo
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Le strade della Libertà
La Maratona dei Cippi
del primo conflitto mondiale.
Nel 1942 la statua bronzea fu rimossa e offerta
come “metallo alla Patria”, iniziativa del regime
fascista a sostegno della produzione bellica.
Dopo due anni, quando la lotta per la liberazione
dai nazifascisti è in pieno svolgimento,
la scuola di Fosdondo è di nuovo teatro
degli eventi.
Nell’estate del 1944 viene impiccato al grande
albero che si trova nel cortile, il corpo ormai
esanime del gappista Gisberto Vecchi.
Il comandante partigiano era rimasto vittima
di un conflitto a fuoco con i tedeschi, avvenuto
a pochi metri dalla scuola.
I tedeschi esposero il cadavere a monito
per la popolazione.
Successivamente il 15 aprile 1945, la scuola
fu teatro della battaglia di Fosdondo,
che risparmiò miracolosamente la popolazione
scolastica solo perché, trattandosi della
domenica, l’edificio era vuoto.
Nel dopoguerra, andata irrimediabilmente
perduta la statua della “Vittoria” e rimasto solo
lo zoccolo, questo fu utilizzato come nuovo
supporto per la grande lapide in marmo
celebrativa dei caduti della Seconda Guerra
Mondiale e della Resistenza.
Al posto della statua venne collocato un piccolo
braciere in bronzo.
L’edificio scolastico, dopo aver esaurito
la sua funzione originaria, è stato ceduto
a privati ed è accessibile al pubblico solo
in occasione delle celebrazioni commemorative
della battaglia di Fosdondo.
Scheda a cura di Monica Barlettai
Fonti bibliografiche
Biografie dei caduti, Archivio ANPI Correggio
Le pietre dolenti. Dopo la Resistenza, i monumenti
civili, il pantheon delle memorie a Reggio Emilia,
Istoreco, 2001
I racconti dei cippi, Materiale Resistente, 2000
Referenze fotografiche
Archivio ANPI Correggio
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