Presentazione della Comunicazione sulle linee

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Presentazione della Comunicazione sulle linee
 Elena Gentile europarlamentare Presentazione della Comunicazione sulle linee
guida relative alla flessibilità
Il presente documento ha l’obiettivo di fornire alcune indicazioni generali riguardo al nuovo
approccio della Commissione Europea in materia d’interpretazione del Patto di Stabilità e
Crescita, con particolare riferimento all’interpretazione flessibile delle sue previsioni in
materia di bilanci pubblici (cd flessibilità).
Il nuovo approccio della Commissione era stato annunciato dal Presidente eletto Juncker in
occasione del suo discorso d’insediamento, nell’ambito di una complessiva strategia volta a
far rivivere e aumentare il livello d’investimenti pubblici e privati nell’UE, al fine di
generare crescita e occupazione. Tale strategia ha visto come risultato l’istituzione del
Fondo Europeo per gli Investimento Strategici e comprende, come detto, anche le nuove
linee guida relativa alla flessibilità, pubblicate con la Comunicazione “Making the best use
of the flexibility within the existing rules of the stability and growth pact” del 13 gennaio
2015.
Di seguito si riporta una traduzione non ufficiale del comunicato stampa rilasciato dalla
Commissione Europea e che illustra le principali novità ed elementi contenuti nella
Comunicazione.
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European Commission – Fact Sheet – Commission issues
guidance to encourage structural reforms and investment –
Frequently Asked Questions - Traduzione non ufficiale1
Strasburgo, 13 gennaio 2015
1
Per maggiori informazioni http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-15-3221_en.htm
Elena Gentile europarlamentare 1. In Generale
Qual è l’obiettivo di questa Comunicazione?
La Commissione Europea ha presentato oggi nuove linee guida dettagliate sul come applicare
le attuali regole del Patto di Stabilità e Crescita per rafforzare il collegamento fra le riforme
strutturali, gli investimenti e la tenuta delle finanze pubbliche a supporto della crescita e
dell’occupazione.
Queste linee guida, che verranno applicate da parte della Commissione a partite da oggi,
hanno 3 obiettivi chiave ovvero:
! Incoraggiare l’effettiva implementazione delle riforme strutturali;
! Promuovere gli investimenti, specialmente nell’ambito del nuovo Fondo Europeo per
gli Investimenti Strategici (ESIF);
! Tenere maggiormente in conto la congiuntura economica di ciascun Stato Membro.
Perché la Commissione presenta ora queste idee?
La Comunicazione segue l’impegno preso da Juncker nel suo programma politico sulla base
del quale il Parlamento Europeo ha eletto la nuova Commissione UE: “riguardo l’uso dei
bilanci nazionali per la crescita e gli investimenti, noi dobbiamo – come riaffermato dal
Consiglio Europeo il 27 giugno 2014 – rispettare il Patto di Stabilità e Crescita facendo il
miglior uso possibile della flessibilità che è contenuta nelle attuali regole del Patto, come
riformato nel 2005 e nel 2011. Intendo emanare concrete linee guida su quest’argomento
come parte del mio ambizioso Pacchetto per l’Occupazione, la Crescita e gli Investimenti”.
Nelle sue Conclusioni del 26/27 giugno 2014, il Consiglio Europeo ha affermato che:
“rispettiamo il Patto di Stabilità e Crescita. Tutte le nostre economie hanno bisogno di
continuare a perseguire le riforme strutturali. Molto chiaramente, la nostra forza comune
dipende dai successi di ciascun paese e di tutti i paesi. Questo è il motivo per cui l’UE ha
bisogno di fare dei passi in avanti per una crescita più rapida, per aumentare gli
investimenti, per creare più posti di lavoro e di qualità e incoraggiare le riforme per la
competitività. Questo richiede anche che si faccia il miglior uso della flessibilità contenuta
nelle attuali regole del Patto”.
La Commissione sta indebolendo il Patto di Stabilità e riducendo la pressione sugli Stati
Membri affinché abbassino i loro deficit e debiti eccessivi?
No. Sono in campo adeguate clausole di salvaguardia e condizioni al fine di assicurare che,
mentre viene fatto il miglior uso possibile della flessibilità all’interno del Patto, sia preservata
la sua credibilità ed efficacia nel sostenere la responsabilità di bilancio. Questo è
fondamentale per delle finanze pubbliche sostenibili e per una sostenibilità finanziaria
nell’UE.
Dall’istituzione del Patto nel 1997, esso è stato riformato e completato, in particolare nel
2005 e nel 2011 - 13. Adesso viene applicato in diversi momenti dell’anno come parte di un
ciclo complessivo di coordinamento delle politiche economiche a livello UE, conosciuto
come Semestre Europeo.
Questa Comunicazione non emenda alcuna disposizione del Patto. Al contrario, è parte dello
sforzo della Commissione per rinforzare ulteriormente l’efficacia e la comprensione delle sue
regole, per dare agli Stati Membri ulteriore prevedibilità sul come la Commissione applicherà
il patto e per assicurare un equo trattamento, cosa che è nel cuore del Patto. La
Elena Gentile europarlamentare Comunicazione contribuisce anche a sviluppare un atteggiamento fiscale più favorevole alla
crescita.
Da quando si applicheranno queste linee guida?
La Commissione non propone alcuna modifica delle disposizioni vigenti, per cui non è
necessario alcun passaggio legislativo e la Commissione applicherà le linee guida fin da
subito. La Commissione inizierà un dialogo con gli Stati Membri e con il Consiglio per
fornire ogni spiegazione necessaria prima delle prossime tappe, in particolare la
presentazione dei Programmi di Stabilità e Convergenza (piani fiscali a medio termine degli
Stati Membri) e dei Programmi Nazionali di Riforma attesi per la primavera del 2015. La
Commissione presenterà questa Comunicazione anche al Parlamento Europeo.
2. Chiarimenti riguardo alle riforme strutturali.
La Comunicazione detta delle linee guida sul come, d’ora in poi, le riforme strutturali saranno
considerate nel braccio preventivo del Patto (la così detta “clausola delle riforme strutturali”).
In linea con le regole del Patto, gli Stati Membri che implementano importanti riforme
strutturali possono deviare temporaneamente dal loro obiettivo di bilancio di medio termine
(MTO) o dal percorso di aggiustamento verso di esso. Questo permette di compensare i costi
di breve periodo legati all’implementazione delle riforme strutturali che hanno effetti positivi
di lungo termine sulle finanze pubbliche, fra cui aumentare il potenziale della crescita
sostenibile. D’ora in poi, la Commissione terrà conto dell’impatto fiscale positivo delle
riforme strutturali all’interno del braccio preventivo del Patto, a patto che tali riforme (i)
siano di primaria importanza, (ii) abbiano effetti positivi di lungo termine sulle finanze
pubbliche che siano dimostrabili, in particolare aumentando il potenziale della crescita
sostenibile e (iii) siano effettivamente implementate.
Per le riforme approvate dal Governo o/e dal Parlamento “ex ante” (non ancora realizzate),
gli Stati dovranno presentare un piano dedicato alle riforme strutturali con informazioni
dettagliate e verificabili e un cronoprogramma credibile.
Se tali criteri sono rispettati, gli Stati otterranno ulteriore tempo per raggiungere l’MTO,
permettendo quindi deviazioni temporanee dal cammino di aggiustamento strutturale verso di
esso, o di deviare temporaneamente dal MTO per coloro che lo abbiano già raggiunto.
Questa deviazione temporanea non deve superare lo 0,5% del PIL e l’MTO deve essere
raggiunto entro l’orizzonte di 4 anni previsto dal Programma di Stabilità o Convergenza.
Inoltre, un margine appropriato di sicurezza dovrà essere continuamente accantonato in modo
che la deviazione non porti a sforare il valore di riferimento deficit/PIL del 3%.
Come questo verrà monitorato?
L’implementazione delle riforme sarà monitorata da vicino nell’ambito del Semestre
Europeo.
Nello specifico caso di quegli Stati soggetti a una Procedura per Squilibri Macroeconomici
Eccessivi (EIP) il piano di riforme strutturali dovrà essere contenuto nel Piano d’Azione
Correttivo e l’implementazione delle riforme sarà monitorata attraverso l’EIP.
Elena Gentile europarlamentare Che succede se i paesi non riescono a rispettare le loro promesse sulle riforme?
In caso di fallimento la deviazione temporanea dal MTO, o dal cammino di aggiustamento
verso di esso, non sarà più considerata come garantita e la Commissione potrebbe applicare la
procedura prevista nel Patto in caso di significativa deviazione dal MTO.
Che succede ai paesi nel braccio correttivo del Patto?
L’obiettivo principale del braccio correttivo del Patto è assicurare la pronta correzione dei
deficit eccessivi. Le regole non includono previsioni dettagliate per tenere conto delle riforme
strutturali o degli investimenti nel momento di valutare se un Paese ha intrapreso azioni
efficaci per correggere il deficit eccessivo in risposta alle Raccomandazioni del Consiglio.
Ad ogni modo, le riforme strutturali sono riconosciute nel braccio correttivo del Patto,
quando si decidono i differenti passi della Procedura per deficit eccessivo.
In primo luogo, nell’esaminare se la procedura per deficit eccessivo (EDP) deve essere aperta
o meno, la Commissione analizza attentamente tutti gli sviluppi rilevanti nel medio termine
(economici, finanziari e del debito). Questi fattori rilevanti includono l’implementazione
delle riforme strutturali.
In secondo luogo, i fattori rilevanti sono presi in considerazione anche nel momento di
decidere la scadenza per correggere il deficit eccessivo. Mentre la correzione per deficit
eccessivo deve avere luogo entro un anno dalla sua scoperta, l’implementazione delle riforme
strutturali è un fattore chiave da tenere in conto nello stabilire la scadenza per correggere il
deficit eccessivo o la lunghezza di eventuali proroghe della scadenza.
Nella Comunicazione la Commissione indica che terrà conto anche delle riforme non
ancora implementate, provato che siano state chiaramente specificate, con un
cronoprogramma d’adozione credibile, in un piano di riforme strutturali che deve essere
adottato dallo Stato in questione (per quegli Stati con squilibri macroeconomici eccessivi, il
Piano d’Azione Correttivo è normalmente appropriato).
Nel caso lo Stato non riesca a implementare le riforme concordate, la Commissione
considererà questo come un fattore aggravante nel valutare le azioni effettive in risposta alle
raccomandazioni dell’EDP e nello stabilire la scadenza per correggere il deficit eccessivo. La
mancanza di azioni effettive porterà al passaggio in avanti della procedura e alla possibile
sospensione dei Fondi Strutturali. Per gli Stati Membri dell’area euro, ciò significa che la
Commissione chiederà al Consiglio di imporre una multa.
In terzo luogo, nel chiudere la procedura per deficit eccessivo, la Commissione considera, se
rilevante, il costo diretto delle riforme delle pensioni. In concreto, l’EDP può essere chiusa
anche se il deficit è superiore al 3% del PIL se è dimostrato che l’eccesso è interamente
dovuto al costo di implementazione della riforma delle pensioni e il deficit è stato ridotto
sostanzialmente e in modo continuativo ed ha raggiunto un livello vicino a quello di
riferimento.
Elena Gentile europarlamentare 3. Chiarimenti riguardo agli investimenti
I contributi nazionali al prossimo Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici
contano come elementi del deficit nazionale o del debito e saranno considerati
nell’applicazione del Patto?
L’inquadramento ai fini statistici dei contributi nazionali nel deficit o nel debito pubblico di
uno Stato membro è un compito dell’Eurostat, l’ufficio statistico indipendente dell’UE, che
dovrà valutare i dettagli una volta che il Fondo sarà istituito.
Ad ogni modo, di là dal preciso inquadramento statistico, la Commissione è in grado di
chiarire che le regole attuali del Patto si applicano a questi contributi (nel caso in cui essi
abbiano un impatto sulle statistiche). La Commissione conferma che i contributi degli Stati
membri all’EFSI non saranno conteggiati nel definire gli aggiustamenti di bilancio sia sotto il
braccio preventivo che sotto quello correttivo del Patto, in quanto questi contributi possono
essere considerati misure “una tantum” e quindi dedotti dalla valutazione degli sforzi fiscali
in termini strutturali.
Nel caso di mancato rispetto del valore del 3%, la Commissione non lancerà un’EDP se ciò è
dovuto al contributo versato, se è dimostrato che la deviazione è minima e ritenuta
temporanea. Nel valutare il rispetto del valore di riferimento per il debito, i contributi
all’EFSI saranno considerati come “fattori rilevanti” e ciò non verrà preso in conto. Nel suo
Piano d’Investimento per l’Europa, la Commissione ha già annunciato che guarderà
favorevolmente a questi contributi rispetto al Patto, come echeggiato dal Consiglio Europeo
di dicembre 2014.
Quali saranno le condizioni per applicare la clausola degli investimenti?
La cd clausola degli investimenti si applica ai paesi nel braccio preventivo del Patto. La
Commissione ha pubblicato in precedenza linee guida su come il Patto possa supportare
investimenti pubblici che abbiano effetti di lungo periodo postivi, diretti e verificabili sulla
crescita e sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. La Comunicazione di oggi specifica e
formalizza questa visione per prendere maggiormente in considerazione le specifiche
circostanze di un paese. Essa chiarisce che gli Stati Membri nel braccio preventivo del Patto
possono deviare temporaneamente dal MTO o dal suo percorso di aggiustamento per
sostenere gli investimenti, provato che:
I.
II.
III.
IV.
V.
la crescita del loro PIL sia negativa o il PIL resta ben al di sotto del suo potenziale
(con un gap superiore all1,5%);
la deviazione non porta ad un superamento del limite del 3% del deficit e viene
conservato un margine di sicurezza appropriato;
I livelli d’investimento sono effettivamente incrementati come risultato;
gli investimenti eleggibili sono i costi nazionali per progetti cofinanziati dalla Politica
di Coesione, (inclusi i progetti finanziati dalla Iniziativa per l’Occupazione
Giovanile), la rete di traposti trans europea e lo Strumento per Collegare l’Europa, ed
il cofinanziamento di progetti cofinanziati anche dall’EFSI;
gli Stati devono inoltre compensare ogni temporanea deviazione e l’MTO deve essere
raggiunto entro un orizzonte di 4 anni all’interno del suo programma di Stabilità e
Convergenza in vigore.
Elena Gentile europarlamentare Quali paesi hanno beneficiato della clausola d’investimento in passato?
La Bulgaria risulta beneficiaria di questa clausola nel 2013, mentre nel 2014 è toccato a
Bulgaria, Romania e Slovacchia.
La Commissione ha introdotto una nuova regola d’oro?
Non esiste alcuna “regola d’oro” che esenti gli investimenti dai calcoli del valore del deficit
e/o del debito. Ciò non è previsto nel Patto.
4. Chiarimenti riguardo alle condizioni congiunturali
Come sono state considerate fino ad ora?
Il Patto si concentra sul migliorare le finanze pubbliche in termini strutturali (eliminando già
adesso gli effetti della congiuntura economica e delle misure una tantum). Per i paesi nel suo
braccio preventivo, viene identificato un obiettivo di bilancio di medio termine (MTO),
aggiornato almeno ogni 3 anni, con l’obiettivo di migliorare la loro situazione finanziaria
dello 0,5% del PIL per ogni anno come punto di riferimento. Questo fornisce un margine di
sicurezza appropriato in caso di superamento del limite del 3% del deficit, dove gli Stati
Membri, in particolare quelli con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, sono attesi a
fare di più durante periodi di prosperità economica e di meno in condizioni negative.
Cosa cambia?
D’ora in avanti, per quei Paesi nel braccio preventivo del Patto, la Commissione si servirà di
una matrice per stabilire gli aggiustamenti finanziari necessari e prendere meglio in
considerazione la loro situazione congiunturale. Ciò significa che agli Stati Membri sarà
richiesto uno sforzo di bilancio minore durante periodi di condizioni economiche difficili e
uno sforzo maggiore durante tempi migliori. La matrice tiene in conto della direzione in cui si
muove l’economia, ad esempio se la situazione economica migliora o peggiora, distinguendo
i casi in cui il PIL reale ecceda o cada sotto il tasso di crescita potenziale del paese.
In circostanze normali, interpretate come un gap fra il - 1,5% e + 1,5%, tutti gli Stati Membri
con un rapporto debito/PIL inferiore al 60% dovranno fare uno sforzo pari allo 0,5% del PIL,
mentre gli Stati con i livelli di debito superiori al 60% del PIL dovranno fare un
aggiustamento maggiore dello 0,5% del PIL.
In circostanze negative, interpretate come un gap fra il – 3% e il – 1,5%, l’aggiustamento
richiesto sarà inferiore. Tutti gli Stati Membri con un rapporto debito/PIL inferiore al 60%
dovranno fare uno sforzo pari allo 0,25% del PIL quando le loro economie crescono oltre il
loro potenziale. Un aggiustamento fiscale pari a 0 sarà temporaneamente consentito quando
le loro economie crescono al di sotto del loro potenziale. Per gli Stati con i livelli di debito
superiori al 60% del PIL lo sforzo finanziario richiesto sarà rispettivamente dello 0,50% e
dello 0,25%.
In circostanze veramente negative, interpretate come un gap fra il - 4 ed il – 3 %, tutti gli
Stati Membri con un rapporto debito/PIL inferiore al 60% avranno un aggiustamento pari a 0,
che significa che nessuno sforzo fiscale sarà richiesto, mentre per gli Stati con i livelli di
debito superiori al 60% del PIL lo sforzo sarà pari allo 0,25% del PIL.
In circostanze eccezionalmente negative, con un gap sotto il -4% o quando il PIL reale si
contrae, tutti gli Stati, indipendentemente dal livello dei loro debiti, non dovranno fare
temporaneamente alcuno sforzo fiscale.
Elena Gentile europarlamentare Che cosa è previsto per il braccio correttivo?
Per i paesi sotto il braccio correttivo e perciò soggetti all’EDP, la Commissione ha sviluppato
un nuovo approccio per assicurare la realizzazione delle riforme strutturali, che è stato
approvato dal Consiglio ECOFIN di Giugno. Questo aiuta a districare per quanto possibile
quegli sviluppi finanziari che si ritiene siano sotto il controllo governativo da quelli che legati
ad una caduta inaspettata nell’attività economica.
Sotto quali circostanze la Commissione attiverebbe la clausola di crisi per grave
recessione?
Il Patto prende in considerazione condizioni economiche negative non usuali a livello
europeo o dell’area euro sia nel suo braccio preventivo che in quello correttivo.
Afferma come, in caso di grave recessione economica nell’area euro o nell’UE nel suo
insieme, il percorso di consolidamento fiscale può essere adattato se ciò non mette a
repentaglio la sostenibilità fiscale nel medio termine. La clausola non è stata finora applicata,
nonostante essa rifletta la logica utilizzata all’epoca della crisi finanziaria del 2008 quando i
percorsi di aggiustamento furono ridisegnati per diversi Stati Membri.
Se fosse stata attivata, ciò non avrebbe significato abbandonare l’aggiustamento fiscale ma
piuttosto ridisegnare il percorso di aggiustamento in base alla situazione specifica del paese,
sia in termini di sforzo d’aggiustamento che in termini di scadenze per raggiungere le soglie,
tenendo conto delle circostanze eccezionali della grave recessione economica.
La Commissione considera queste previsioni necessaria, ma solo in circostanze eccezionali.
Per ulteriori informazioni:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-3220_en.htm
http://ec.europa.eu/economy_finance/economic_governance/sgp/index_en.htm
http://ec.europa.eu/economy_finance/economic_governance/sgp/pdf/2015-0113_communication_sgp_flexibility_guidelines_en.pdf
http://ec.europa.eu/economy_finance/economic_governance/sgp/index_en.htm
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