LO SVILUPPO DEL PAESE PASSA DALLE RIFORME (di Marina

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LO SVILUPPO DEL PAESE PASSA DALLE RIFORME (di Marina
LO SVILUPPO DEL PAESE PASSA DALLE RIFORME (di Marina Elvira Calderone)
Festa della Repubblica, 150° anniversario dell’unità d’Italia: il 2011 è un anno di grandi
festeggiamenti nazionali con celebrazioni che hanno lo scopo di rinsaldare lo spirito civico e
l’entusiasmo di essere cittadini d’Italia. La Repubblica che è sinonimo di democrazia e di libertà,
principi fondamentali da valorizzare in un periodo storico nel quale altri Paesi, vicini e lontani,
stanno vivendo il loro “risorgimento”.
Ma il 2011 doveva essere anche l’anno in cui l’Italia doveva uscire più forte e stabile dalla crisi
economico-finanziaria che ha interessato tutto il mondo. Purtroppo, senza riforme strutturali dei
settori strategici dell’economia e del sistema produttivo nazionale, il Paese sta ancora galleggiando.
Aumento dei cittadini a rischio di povertà, disoccupazione galoppante che colpisce soprattutto
donne e giovani, incremento degli inattivi, lentezza nelle riforme, risparmio delle famiglie in forte
calo per le spese quotidiane di cibo e vestiti. Questi i dati preoccupanti emersi dal Rapporto ISTAT
2010 che fotografano un Paese che sta cercando di uscire dal periodo di crisi, durato più di due anni,
ma che si trova di fronte a forti criticità e difficoltà dovute alla lentezza nel portare avanti riforme
strutturali fondamentali per far ripartire l’economia nazionale.
Un italiano su quattro (il 20% della popolazione) è a rischio di povertà. Si è ormai delineata la
figura dei “nuovi” poveri: le famiglie monoreddito con figli a carico e spese contingenti come, ad
esempio, le rate del mutuo per la prima casa.
L’impatto della crisi sull’occupazione è stato molto forte. Sono stati persi 532 mila posti di lavoro
durante il corso dell’anno 2010 e questo fenomeno ha interessato soprattutto la fascia di età tra i 15
e i 29 anni. Giovani insoddisfatti dal sistema anche perché è sempre in aumento il numero dei
laureati.
È molto preoccupante, inoltre, l’aumento degli inattivi (NEET, not in education, employment or
training) in Italia. Un ragazzo su quattro tra i 15 e i 29 anni nel 2010 non ha lavorato né frequentato
nessun corso di formazione o di istruzione. In assoluto si tratta del 20,1% degli under 30.
Per quanto riguarda le donne, pur essendo fondamentali per la vita familiare, molte hanno perso il
lavoro nel 2010 licenziate o messe nelle condizioni di dimettersi a causa di motivi familiari, sempre
più spesso in caso di gravidanza.
Ed ad aumentare nel tessuto economico in crisi è soprattutto il lavoro sommerso. I dati ISTAT
indicano che un lavoratore su dieci è impiegato senza contratto o con contratto irregolare.
I dati, se letti in modo asettico, descrivono un Paese in forte crisi, con percentuali inferiori alla
media europea in tutti i settori cruciali per garantire lo sviluppo ed il benessere dei cittadini.
In qualità di professionisti del settore, operando quotidianamente sul territorio in sinergia con tutti
gli attori del mercato, possiamo dire che i problemi sono tanti ma che sono molte le persone,
imprenditori, lavoratori, professionisti, che combattono affinché l’economia italiana torni ad essere
un’economia trainante per il continente.
Ma per poter riuscire nell’intento servono a stretto giro riforme strutturali concrete e non solo
misure di tampone per fronteggiare crisi momentanee.
Ed il lavoro deve essere uno dei punti cardine di queste riforme. Perché dal lavoro scaturisce il
benessere del cittadino, delle famiglie. La piena occupazione dovrà divenire l’obiettivo principale
dei Governi che susseguiranno nei prossimi 10-15 anni.
Il 20% dei giovani laureati nel 2020 andrà a cercare lavoro all’estero, facendo perdere all’Italia
lavoratori specializzati. È per questo fondamentale creare una rete tra mondo accademico e della
formazione con il mondo del lavoro; solo attraverso questa rete il percorso di studi dei nostri
giovani sarà rivolto ai quei settori del mercato che hanno bisogno di nuovi lavoratori. Saper
sfruttare i talenti ed il bagaglio culturale dei giovani significa garantire al Paese uno sviluppo
duraturo e stabile, dirigendo, ad esempio, la ricerca in quei settori ad alta specializzazione,
fondamentale per il tessuto imprenditoriale nazionale.
Inoltre, urgono politiche di conciliazione per le donne lavoratrici. Contribuire ad oltre il 70% dei
lavori familiari, non significa privare le giovani donne di avere una carriera lavorativa
soddisfacente. È fondamentale creare una nuova cultura di welfare che interessi tutte le lavoratrici, a
prescindere dalla tipologia di lavoro o di contratto, e che permetta attraverso politiche ed azioni
concrete l’effettiva conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Una nuova cultura di welfare che
faccia vedere l’apertura di asili nido aziendali non come best practice ma come azione naturale per
dare un reale contributo alle lavoratrici. Una nuova cultura che permetta alle donne professioniste di
essere sostituite momentaneamente nel periodo di gravidanza permettendo un loro rientro rapido sul
mercato senza la perdita del pacchetto clienti.
L’immigrazione non è solo un fenomeno sociologico. L’impatto che ha sull’occupazione e sullo
sviluppo del Paese è di sicuro estremamente positivo; l’impiego degli immigrati nei cosiddetti
lavori rifiutati dagli italiani (agricoltura, edilizia, cura della persona) permette di garantire la
produttività in tutti i settori coinvolti. Di certo, il fenomeno dell’immigrazione non può però essere
incontrollato. C’è bisogno di rivedere le regole; i flussi stagionali non sono più rispondenti alle
esigenze del mercato e l’attività ispettiva sul territorio è fondamentale per abbattere il lavoro
sommerso e garantire a tutti un lavoro dignitoso e, soprattutto, sicuro.
Questi argomenti verranno affrontati dal punto di vista tecnico, sociologico e programmatico
durante i tra giorni di lavoro della seconda edizione del Festival del Lavoro. Come per la passata
edizione, il 24, 25 e 26 giugno 2011 la città di Treia sarà il palcoscenico di più di 50 eventi con
relatori appartenenti a tutti i settori della società italiana, dalle istituzioni alle professioni, dal mondo
accademico alla società civile.
Ed il Festival inizierà proprio festeggiando l’Italia attraverso una lectio magistralis sul diritto e il
dovere di lavorare nella Costituzione Italiana.
Il Paese ha bisogno di riforme strutturali urgenti. Ed i Consulenti del Lavoro si fanno portatori di
queste esigenze, per tornare ad essere l’Italia dello sviluppo e del benessere.