NSB N° 3 del 21 FEBBRAIO 2016

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NSB N° 3 del 21 FEBBRAIO 2016
N. 3 | ANNO XIX | 21 FEBBRAIO 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it
ROSSI ESCLUSO
DALLE
PRIMARIE. NEL
PD E’ GUERRA
APERTA TRA
CORRENTI
LA SENESI
MIRA AD
AUMENTARE
LA RACCOLTA
DIFFERENZIATA
AVERSA
TURISMO
CELEBRA I 994
ANNI
DI AVERSA
Rino Freda, una morte
che lascia sgomenti
Amirante, violinista
dalle mille potenzialità
Al «Cirillo» Cecchi Paone
discute di unioni civili
ODI E R ANCORI DIVIDONO SINISTR A, DESTR A E ...GRILLINI
MA CHE BELLA POLITICA!
L’EDITORIALE
STORIA NOSTRA
di Giuseppe Lettieri
SOMMARIO Vicini al voto,
che
confusione!
8 Ladellesceneggiata
Primarie
Sicurezza stradale
18 e musical cancellato N
Strada con due nomi
30 primato ad Aversa
la Coppa
41 Pallavolo,
Italia ad Aversa
una
48 Jommelli,
scuola dinamica
Il filosofo Prosepro
62 ad Aversa
PERIODICO DI CULTURA VARIA
DELL’AGRO AVERSANO
Anno XIX n° 3 - 21 Febbraio 2016
Direttore Responsabile
Giuseppe Lettieri
Direttore Editoriale
Nicola De Chiara
Consulente di Redazione
Giuseppe Cristiano
Coordinamento Editoriale
Vito Faenza
Segreteria di Redazione
Raffaele De Chiara
ella confusione politica che
regna sovrana nella nostra
città, l’unico dato certo è che
domenica 6 marzo il centrosinistra terrà
le primarie per decidere chi tra Luigi
Menditto, di area moderata, e Marco
Villano del partito democratico, sarà
candidato a Sindaco nelle prossime
Amministrative. Assente dalla tornata
Guido Rossi che per il suo trascorso di
assessore di Sagliocco è stato escluso.
Eppure è uno dei pochi “rossi” rimasti
nella sinistra aversana. Scherzi a parte,
se queste è la giustificazione ufficiale,
c’è quella sostanziale che è più aderente
alla realtà. La discesa in campo di Rossi
ha fatto paura in quanto la sua candidatura poteva convogliare i voti di molti
simpatizzanti anche di area politica non
proprio di sinistra.
Nasce un terzo gruppo nel Movimento
Cinque Stelle aversano. Il partito di
Grillo, che fino ad alcuni mesi fa viaggiava unitario, appena caduta l’ultima
Amministrazione e con l’approssimarsi
delle elezioni si è movimentato a tal
punto che non sono mancate discussioni più che animate e con l’assalto
di tanti che fino a sei mesi fa neanche
sapevano cosa fosse il movimento. Nel
centrodestra, nonostante Forza Italia
sembra uscire allo scoperto con il nome
di Domenico (Enrico) De Cristofaro,
la situazione è alquanto caotica con tre
quattro schieramenti pronti ad esprimere altrettanti candidati a sindaco, se non
si dovesse trovare una sintesi.
Ed intanto, mentre la politica è alle
prese con le sue diatribe, i suo scontri,
i suoi interessi, che quasi mai corrispondono con quelli della cittadinanza,
notiamo, e pensiamo che i lettori ci
daranno ragione, un senso di forte abbandono della città. Dispiace, poi, per
la dipartita dell’amico Lello Moscia,
storico attento che non ha mai cercato
vetrine e gloria, ma ha sempre svolto un
intenso e particolareggiato lavoro passando un intera vita sui libri. I suoi testi
sulla storia cittadina, tra i migliori in
circolazione, sono il suo gesto d’amore
verso la nostra Aversa! Così come ci ha
lasciati senza parole il gesto disperato
di Rino Freda: con lui i Vigili Urbani
di Aversa perdono uno dei più solerti e
attenti agenti.
La Vignetta di Alessio D’Elia
ATTEGGIAMENTO ...SINDACABILE
Garante dei Lettori
Franco Terracciano
Fotografie
Nicola Baldieri
Editore
Associazione Dimensione Cultura
p.zza Municipio, 22 - Aversa (Ce)
Periodico registrato presso il Tribunale
di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998
Redazione
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Vorrei fare tante cose
per Aversa ma non mi
sembra opportuno!
Commissario,
lei ragiona da Sindaco!
3
PRIMO PIANO
Il corpo dei Vigili Urbani di Aversa sotto choc per la tragica fine di un collega esemplare
Rino Freda, una morte
che lascia sgomenti
Teatro dell’estremo gesto il cortile della caserma di via San Lorenzo. Freda si è ammazzato nella sua
autovettura. Le lettere al Comandante, ad un suo collega e a Luca, un cinese così chiamato che ha
un negozio sulla Variante presso il quale Rino trascorreva parte del suo tempo libero
Nicola Rosselli
U
n colpo di pistola al petto,
dopo essersi alzato la maglietta,
esploso dall’arma di ordinanza.
Ha posto fine alla sua esistenza in
questo modo Rino Freda, agente di polizia municipale di Aversa, provocando
sgomento non solo tra i colleghi, ma
anche tra i tantissimi aversani che lo conoscevano. Teatro dell’estremo gesto il
cortile della caserma di via San Lorenzo
e, in particolare, la sua vettura.
4
Le lettere lasciate
e il coltellino per un’amico
Il vigile prima di mettere in atto il
suicidio, a dimostrazione che era stato
pianificato nei minimi particolari, ha
lasciato diverse lettere e bigliettini oltre
a svuotare il caricatore della propria pistola lasciandovi solo un colpo in canna.
Inoltre, all’interno della vettura ha fatto
trovare anche il vestito che avrebbero
dovuto fargli indossare per il suo ultimo
viaggio verso il cimitero di Aversa.
All’esterno della sua Citroen un biglietto con il quale invitava i colleghi a non
toccare la vettura per non inquinare le
indagini della polizia scientifica e a non
avvisare la famiglia, di farlo il più tardi
possibile.
Poi le lettere: al comandante Stefano
Guarino, che l’ha trovata sotto la porta
del proprio ufficio, una lettera in cui
chiedeva tra le altre cose di non essere
sottoposto all’esame autoptico e di
essere interrato; una seconda lettera è
stata indirizzata ad una collega del suo
stesso sindacato; una terza a “Luca”, un
cinese così chiamato, che ha un negozio
sulla Variante presso il quale Rino trascorreva parte del suo tempo libero. Ad
un altro amico ha lasciato un coltellino
in suo ricordo.
Rino Freda (nel riquadro) si è suicidato nel parcheggio della caserma dei Vigili Urbani
L’ultimo estremo omaggio
dei vigili urbani aversani
al loro collega l’essersi
accollati le spese sia dei
funerali che della sepoltura
Le motivazioni del gesto
Sulle motivazioni che hanno spinto
l’integerrimo vigile urbano a togliersi
la vita non c’è univocità. Si parla,
comunque di uno stato depressivo che
si sarebbe acuito negli ultimi tempi a
causa di delusioni sentimentali. Dopo
dissidi familiari Freda sarebbe lentamente caduto in uno stato depressivo.
Freda era di servizio nel pomeriggio
di sabato 13 febbraio. Secondo una
prima ricostruzione operata dagli stessi
colleghi del vigile suicida, un collega,
intorno alle 18, sarebbe giunto al comando per dargli il cambio. Freda non
era presente all’interno degli uffici. Un
rapido sguardo in cortile ed ha notato la
presenza della vettura del collega, una
Citroen. Si è avvicinato e ha visto quello
che non avrebbe mai voluto vedere.
Rino Freda era seduto al posto di guida
con il capo reclinato, la divisa intrisa
di sangue. Per lui non c’era più nulla
da fare. Il vigile che ha trovato il corpo
non ha potuto far altro che avvertire il
comandante Stefano Guarino.
Freda padre di una 14enne
Quest’ultimo è immediatamente giunto
sul posto ed a lui è toccato anche
l’ingrato compito, insieme ad altri
colleghi giunti in caserma sotto choch,
di avvertire i familiari del suicida. Rino
Freda, 53 anni, era sposato e padre di
una ragazzina di 14 anni.
Noto anche per la sua attività sindacale
con la carica di Rsu del Siulp, alla quale
PRIMO PIANO
era stato confermato per diverse volte.
Il commento dei colleghi
«In questo momento –ha dichiarato
il comandante Guarino- posso solo
esprimere il grande dolore per la perdita
improvvisa di un collega bravo e serio e
non sono parole di circostanza. Anche se
di carattere chiuso, nulla faceva presagire un gesto così estremo». Sulla stessa
scia i commenti degli altri colleghi,
tutti addolorati come se fosse venuto a
mancare uno di famiglia. «Negli ultimi
tempi – ha affermato un vigile che gli
era particolarmente vicino - Rino era
particolarmente taciturno. Da quanto
sappiamo non aveva problemi particolari. Spesso capitava che quelli di noi
che gli erano più amici lo spronavano
a parlare, a sfogarsi, ma lui diceva che
tutto era a posto, che non aveva nulla di
cui lamentarsi».
«Un collega, un fratello»
«Noi – hanno scritto i colleghi del Siulp lo vogliamo ricordare così il nostro Rino
Freda, un collega, un fratello, un nostro
dirigente di Aversa. Quando lo abbiamo
saputo ci è mancato il fiato. Rino ha
deciso di lasciare questa vita. Nella vita
arrivano i periodi bui e in momenti di
particolare fragilità possiamo non farcela. Tutti dovremmo fermarci un attimo
a pensare: la quotidianità ci travolge e
non abbiamo il tempo per parlare con
un amico e per ascoltarlo, per guardarlo
negli occhi e capire che magari oltre il
suo ‘va tutto bene’ la realtà e tutt’altra.
Un abbraccio infinito Rino… e perdonaci se non abbiamo saputo capire fino
in fondo il tuo dramma».
Spese dei funerali a carico dei Vigili
L’ultimo estremo omaggio dei vigili
urbani aversani al loro collega l’essersi
accollati le spese sia dei funerali che
della sepoltura. Che Rino Freda fosse
inflessibile nel suo compito di agente di
polizia municipale era noto a molti. Non
si fermava davanti a nessuno. Proverbiale l’episodio della contravvenzione
elevata alla vettura di proprietà del
compianto sindaco Giuseppe Sagliocco
per un divieto di sosta in via Roma. I
funerali si sono tenuti mercoledì 17
febbraio nella chiesa di Santa Maria a
Piazza, gremita da amici e colleghi che
hanno voluto salutare per l’ultima volta
un integerrimo tutore dell’ordine.
5
POLITICA
Dopo anni di governo cittadino è sempre più caos: un labirinto di uomini, di storie e di ...aspirazioni
Il centrodestra aversano
si fa ...in quattro!
Tutti vogliono fare il Sindaco. De Cristofaro e Dello Vicario provano a fare anche delle coalizioni.
Luciano Sagliocco aspira ad ereditare il ruolo di leader del fratello. Giuliano si tiene stretti gli ultimi
affezionati. Meno male (per loro) che ad Aversa i Cinque Stelle si sono divisi in tre tronconi!
Lello Ponticelli
A
6
d Aversa, mentre il centrosinistra si avvia alle Primarie del 6
marzo, nel centrodestra è ancora caos con tre o quattro schieramenti
potenzialmente già in campo.
Gli ex sagliocchiani fanno già pubblicità alla loro lista ma sono profondamente
divisi nel loro interno tra la fazione che
si riconosce in Luciano Sagliocco (che
vorrebbe ereditare il ruolo di leader del
fratello), che mira ovviamente a non
coalizzarsi con chi ha strenuamente
combattuto l’ex Sindaco, e la fazione
che si riconosce in Nicola Verde, che
vorrebbe ricucire con Forza Italia
dell’amico Paolo Galluccio.
Poi c’è lo schieramento che si è formato
attorno a Gianpaolo Dello Vicario che
ritiene sia giunta l’ora anche per lui di
sedere sulla poltrona di primo cittadino.
Tra lui e Gino Della Valle è così riesploso l’amore a prima vista che li ha visti
tanti anni assieme. A dire sì a Dello Vicario anche Mimmo Palmieri (che deve
guardarsi dal fratello Nicola, promoter
di una lista, “Aversa Solidale”, pronta
anche a votare a sinistra) e, soprattutto
Nicola Marino, pilastro aversano di
“Balena Bianca”. Poi c’è lo schieramento che vorrebbe Sindaco l’architetto
Domenico De Cristofaro, sponsorizzato
da Forza Italia (o meglio da Mimmo
Ciaramella e da Paolo Galluccio), con
(non si capisce quante) liste civiche
promosse personalmente dal presidente
dell’Ordine degli Architetti di Caserta.
Il quarto schieramento vedrebbe, notizia
dell’ultim’ora, l’Osservatorio Libero di
Paolo Santulli con i reduci azzurri di Palaestra Normanna, vale a dire Pasquale
Giuliano che guida gli affezionatissimi
Nicla Virgilio, Elia Barbato e Luciano
Luciano. Alla finestra del centrodestra
con la sua annosa e personale idea (e
cioè Mariano D’Amore sindaco) c’è Armando Lama. E poi, ancora, altre liste
civiche che si stanno formando. Insomma, la corazzata centrodestra rischia di
portare al ballotaggio nelle elezioni di
giugno solo una minuta parte con tutti
i rischi del caso. Trovare la sintesi in
questo labirinto di uomini, di storie e di
aspirazioni non sarà facile. Meno male
che ad Aversa i Cinque Stelle si sono
divisi in tre tronconi!
IL COMMENTO
Due ex democristiani di «fuori paese» hanno distrutto quel poco che rimaneva del glorioso Pci
La sceneggiata
delle Primarie
Rossi escluso se non per il fatto di essere stato, due anni prima, assessore in una Giunta di centro
destra e avere come primo firmatario della propria candidatura l’ex presidente del Consiglio
comunale legato alla precedente coalizione di centro destra
Nicola Rosselli
A
8
pazziella mano ‘e criature o, se
si vuole, a carta ‘e musica mano
‘e cecati. Solo con questi due
eloquenti detti si può commentare quanto è avvenuto e sta ancora avvenendo
nel centro sinistra aversano dove due
ex democristiani di “fuori paese” hanno
distrutto quel poco che rimaneva del
glorioso Pci e Ulivo successivo. Siamo
ai dilettanti allo sbaraglio che giocano
sulla pelle di una città che, purtroppo,
rimane insensibile.
Stiamo parlando, come molti di voi
avranno intuito, della sceneggiata delle
primarie del centro sinistra alla quale
avevano aderito, in un primo tempo, il
Luigi Menditto
consigliere comunale uscente del Partito Democratico Marco Villano, l’ex
consigliere comunale e provinciale Udc
Luigi Menditto e l’ex assessore della
giunta guidata dal compianto sindaco
Giuseppe Sagliocco, Guido Rossi.
Quest’ultimo è stato repentinamente
bocciato, escluso senza una motivazione particolare se non per il fatto di
essere stato, due anni prima, assessore
in una Giunta di centro destra e avere
come primo firmatario della propria
candidatura l’ex presidente del consiglio comunale legato alla precedente
coalizione di centro destra.
Al di là dei commenti che ognuno di noi
potrà fare sulla vicenda, quello che risalta agli occhi di tutti è la superficialità
IL COMMENTO
con la quale è stata affrontata l’intera vicenda, dalla nascita della coalizione con
i diversi inviti ad associazioni e partiti
sino alla redazione di un regolamento
che nulla di importante dice.
Si vuole dare vita ad una coalizione di
duri e puri? Allora certe regole vanno
scritte prima e chiaramente. Successivamente non si può cancellare l’adesione
di Rossi, suffragata da oltre 700 elettori
che si dicono di centrosinistra, anche se
tra questi c’è il nome, per qualcuno politicamente famigerato, di Peppe Stabile.
Soprattutto se solo qualche mese prima
il Partito Democratico i voti di Stabile e
di Rossi, per non parlare di quelli di Rosario Capasso (vedi Stefano Graziano)
se li è presi dopo esserli andati a cercare.
Credo che nessuno, in questo tourbillon
preelettorale, possa mettersi a rilasciare
patenti di purezza politica anche perché,
soprattutto nel Partito Democratico i
duri e puri sono oramai pochi. Il Partito è rimasto, infatti, in mano agli ex
democristiani che quasi sempre hanno
militato in più partiti prima di giungere
da questa parte e spesso lo hanno fatto
solo perché c’era più spazio per le loro
velleità.
Se Rossi è di centro destra lo è anche
il candidato a Sindaco dell’Udc Luigi
Il municipio di Aversa
Si vuole dare vita
ad una coalizione di duri
e puri? Allora certe regole
vanno scritte prima
e chiaramente!
Menditto (non me ne voglia Luigi, serve
solo per il ragionamento), considerato
che anche Luigi Menditto è stato consi-
gliere comunale e provinciale di centro
destra sino a poco fa con lo scioglimento
del Consiglio provinciale.
A questo punto, premesso che ognuno
di noi può essere folgorato, da aversani,
sulla via di Damasco, come il nostro
santo protettore, chi può arrogarsi il
diritto di rilasciare patenti, soprattutto
se mancano regole su come rilasciarle?
Non ci sorprenderemmo, a questo punto,
se un’eventuale vittoria alle Primarie di
Menditto, consiglierebbe al Pd di calare
un candidato Sindaco dall’alto.
9
POLITICA
L’ex assessore al bilancio escluso dalle Primarie, ma il regolamento non è stato rispettato
Il centrosinistra dice
no a Guido Rossi
Rossi bocciato non perché è stato assessore di Sagliocco, ma perché sponsorizzato da Oliviero e
Caputo (e da Peppe Stabile). Bastava dichiarare l’incandidabilità di chi fosse stato in partiti o governi
di centro destra e non ci sarebbero state «infiltrazioni»
Antonio Arduino
G
10
uido Rossi fuori dalle primarie
della coalizione di centro sinistra per paura di perdere, non
per un intervento finalizzato ad evitare
infiltrazioni del centro destra nelle primarie della coalizione di centro sinistra
come i responsabili locali e non solo del
Pd si sono impegnati ad affermare.
Basta leggere il regolamento delle
primarie di coalizione per rendersene
conto. Il documento che non fa cenno al
divieto di partecipazione per aspiranti
candidati che abbiano fatto parte di governi di centro destra ma impone, oltre
alla condizione di essere cittadini residenti ad Aversa in possesso dei requisiti
Guido Rossi
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POLITICA
di legge che li rendano eleggibili alla
carica, esclusivamente due condizioni:
la presentazione di almeno 400 firme a
sostegno della candidatura, fatta eccezione per candidati unici presentati da
esponenti di partiti di centrosinistra, e
la dichiarazione di essere iscritti o elettori di uno dei partiti della coalizione,
dichiarazione chiesta anche ai votanti
per i quali è sufficiente dichiarare anche
solo di essere sostenitori della coalizione di centro sinistra. Nessun cenno
all’esclusione per chi ha fatto parte di
Il regolamento delle Primarie
non fa cenno al divieto di
partecipazione per aspiranti
candidati che abbiano fatto
parte di governi
di centro destra
governi di centro destra; del resto a
livello nazionale il Pd ha accolto Verdini e Forza Italia senza battere ciglio.
Eppure la candidatura di Guido Rossi è
stata bocciata malgrado il commercialista, ex assessore tecnico della giunta
Sagliocco per soli due anni, avesse tutte
le carte in regola per partecipare, essendo stato sia accompagnato nella sezione
del Pd da due prestigiosi elementi del
partito, quali sono l’europarlamentare
Nicola Caputo e il consigliere regionale Gennaro Oliviero, ed essendo
stato anche elettore di primarie, come
potrebbe essere verificato scorrendo gli
elenchi dei votanti di quelle primarie.
E allora perché no a Rossi se non per
paura di perdere? Se fosse valida la
scusa addotta dai rappresentanti del
partito democratico che avrebbero bocciato Rossi per impedire infiltrazioni di
centro destra, perché non inserire nel
regolamento una condizione in più per
gli aspiranti candidati che impedisse
questo tentativo? Bastava dichiarare
l’incandidabilità di chi fosse stato in
partiti o governi di centro destra e non
ci sarebbero state infiltrazioni. Quindi
la sensazione che l’esclusione di Guido
Rossi sia stata dettata dalla forza che
potevano mettere in campo due autorevoli esponenti del Pd come Gennaro
Oliviero e Nicola Caputo rimane tutta.
Ed anche sul piano squisitamente tecnico, le regole non sono state rispettate.
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L’INTERVENTO
Amministrative, ecco il parere di un autorevole rappresentante della scuola, il preside Gino Fabozzi
«Il Sindaco, una persona
di provato profilo morale»
«Non esistono concorsi per diventare sindaco, nè scuole speciali che ne consentano la formazione,
ma è necessario che egli sia una persona di provato profilo morale, ricca di equilibrio, di buon senso
e, soprattutto, che si ponga come obiettivo prioritario il bene della città»
Geppino De Angelis
S
12
eguiamo le (spesso squallide)
vicende della politica (?!) cittadina da poco più di sessant’anni
ma, senza tema di smentite, siamo
dell’avviso che in passato (eppure, non
è che mancassero momenti critici) non
ci sia mai stato un periodo preelettorale
così caotico, così nebuloso, con “transumanze” da uno schieramento all’altro
della peggiore specie, con un proliferare di liste civiche, il cui obiettivo per
i promotori probabilmente quello di
assicurarsi un seggio in consiglio comunale che, da soli, non sarebbe in grado
di conquistare. Ritenendo che, in una
simile caotica situazione, sia opportuno
Gino Fabozzi
sentire la voce di quella società civile
che i “politicanti” vorrebbero tener
fuori dalla vicenda, da alcuni numeri
il nostro periodico sta pubblicando gli
interventi nuovi professionisti cittadini
per ascoltare il loro parere. E così, dopo
l’avvocato amministrativista Perla,
l’urbanista Alberto Coppola, il penalista
Filippo Trofino, il docente universitario
Paolo Tanda, riportiamo qui di seguito
l’intervento del preside Gino Fabozzi:
“Si avvicinano per Aversa le elezioni
comunali e assistiamo, da un lato alla
ricerca spasmodica di candidati sindaco
che mettano d’accordo tutti e, dall’altro,
al nascere di liste civiche, che hanno la
loro ragione di essere nel fallimento e
nella perdita della forza di rappresen-
L’INTERVENTO
tanza e di credibilità dei partiti politici.
Il Sindaco di una città riveste un ruolo
importantissimo e rappresenta un punto
di riferimento per l’intera comunità.
Non esistono concorsi per diventare
sindaco, nè scuole speciali che ne
consentano la formazione, ma è necessario che egli sia una persona di provato
profilo morale, ricca di equilibrio,
di buon senso, ma soprattutto che si
ponga come obiettivo prioritario il bene
della città. Il sindaco, seppur dotato
di autonomia funzionale e gestionale,
dovrà, comunque, confrontarsi con
altre figure dell’amministrazione, per
cui dovrà saper distinguere di volta in
volta il suo ruolo di “sovraintendente”
da quello di gestore e, in un ambito
«Il Sindaco di una città
riveste un ruolo
importantissimo e
rappresenta un
punto di riferimento
per l’intera comunità
di cui è il capo»
tutt’altro che preciso, saper distinguere
le funzioni proprie della carica da quelle dirigenziali, facendo rilevare anche
le responsabilità altrui. Per fare questo
sarà necessario che il sindaco, che non
necessariamente dovrà essere un politico, si “circondi” di uno staff adeguato,
preparato ed efficiente. L’importanza
delle liste civiche, che non dovranno
essere un alibi per politici di vecchia
data per riciclarsi prendendo le distanze
dagli “errori” passati e rinnegando se
stessi ed il proprio percorso all’interno
di un partito, bensì la vera espressione
della società civile. Esse dovranno essere composte da quei cittadini che, in
questi anni, hanno fatto un percorso e si
sono adoperati con impegno al servizio
del bene comune, cercando di ascoltare
le legittime istanze di attingere ad una
ricchezza di idee e proposte semplici,
realizzabili, sostenibili, ma soprattutto
oneste, competenti e di buon senso.
Sono così esse potranno portare avanti,
con la leadership del sindaco, un programma ben articolato che faccia esclusivamente gli interessi della comunità”.
13
LA SCELTA
Nella conferenza stampa in sezione non si è sottratto alle domande dei giornalisti
Il Pd presenta il candidato
sindaco: è Marco Villano
«Il Direttivo all’unanimità ha scelto di convergere sulla mia persona. Le Primarie sono nel dna del Pd».
Passando ai temi del programma, Villano pone l’accento soprattutto su tre tematiche: il recupero del
centro storico, i lavori pubblici e le politiche sociali. Con lui anche Lello Ferrara e suoi ex assessori
Nicola Rosselli
P
14
rogramma e rapporti all’interno
del Pd passando per la vicenda
dell’esclusione dalle primarie
di centro sinistra dell’ex assessore al
bilancio della giunta Sagliocco, Guido
Rossi, sono stati questi i temi toccati
nel corso di una conferenza stampa nel
corso della quale il Pd aversano ha presentato Marco Villano, candidato alla
poltrona di primo cittadino alle primarie
di coalizione. Primarie che vedono quale altro concorrente l’esponente della
Federazione di Centro Luigi Menditto.
Al tavolo, oltre a Villano, la presidente e
La presentazione di Marco Villano
il segretario della locale sezione, Elena
Caterino e Carmine Esposito.
«Sento, prima di ogni cosa, - ha dichiarato l’ex consigliere comunale dei
Democratici - il bisogno di chiarire
che la sfida che abbiamo intrapreso con
la mia candidatura alle Primarie del
centrosinistra di assumere il governo
della città non è la mia sfida, ma è la
nostra sfida. La sfida di un gruppo di
giovani del Pd che hanno lavorato per
un progetto unitario che guardi a come
dovrà essere Aversa nel futuro». E a chi
gli fa notare che forse è troppo giovane
(31 anni) per quella carica, Villano
risponde: «Non bisogna personificare la
LA SCELTA
politica. Io non sono io solo, ma sono
parte di un gruppo più ampio. Siamo
consapevoli della necessità di un cambiamento profondo nel modo di pensare
e di agire, puntando sul coinvolgimento
delle competenze che offre il nostro
territorio. Inoltre, la mia candidatura
è stata sottoscritta dai protagonisti di
quella che è stata l’ultima primavera
aversana (il riferimento è all’esperienza
della sindacatura del Pci Lello Ferrara
e, in maniera specifica, a diversi esponenti di quell’esperienza, quali Antonio
Massimo, Generoso Rammairone, Marcantonio Abate, ndr) che non faranno
mancare l’apporto della loro esperienza
amministrativa che in città è ricordata
ancora con favore nonostante siano
trascorsi oltre 20 anni».
Passando ai temi del programma,
Villano pone l’accento soprattutto su
tre tematiche: il recupero del centro
storico, i lavori pubblici e le politiche
sociali. Recupero del centro storico
guardando a quale tipo di città Aversa
intende essere, ponendo al centro anche
la mobilità interna che non esiste pur in
presenza di un tribunale tra i più grandi
d’Italia e di due facoltà universitarie.
«Per innalzare il livello di vivibilità
occorre – ha continuato il candidato Democratico - programmare e realizzare
opere pubbliche, da appaltare mediante
procedure di gara celeri nel rispetto della
legge e garantendo la trasparenza. Ribadisco, a tal proposito la mia intenzione
di dare vita ad un accordo di vigilanza
collaborativa con l’Anac di Raffaele
Cantone perché la nostra dovrà essere
un’amministrazione trasparente».
Sul piano più strettamente politico,
quando gli viene fatto notare che Rossi,
sebbene escluso dalle primarie per aver
ricoperto l’incarico di assessore in una
giunta di centro destra, era appoggiato
da due Democratici di peso quali l’europarlamentare Nicola Caputo e il consigliere regionale Gennaro Oliviero, per
cui il Pd potrebbe essere spaccato, Villano risponde: «Sono situazioni presenti
un po’ in tutte le Primarie. Le divisioni
all’interno del Pd se ci sono non sono
ad Aversa dove, il direttivo cittadino,
all’unanimità ha scelto i convergere
sulla mia persona. Le Primarie sono nel
dna del Pd. Una scelta per fare in modo
che designazioni importanti siano fatte
dagli elettori e non da un’oligarchia».
15
L’S.O.S.
Causa l’usura e la pioggia. Accade in via Raffaello ma anche in tante altre zone della città
Ad Aversa le strisce blu
sono diventate bianche
Gli automobilisti non pagano più il ticket per la sosta oraria nonostante che a ricordare la funzione
degli stalli restino le paline che segnalano le tariffe. La conseguenza, sotto gli occhi di tutti, è che
la città è diventata un enorme parcheggio senza controllo
Antonio Arduino
L’
16
Ente comunale non avrebbe
i fondi necessari a rinnovare
la segnaletica orizzontale e le
strisce blu diventano bianche. Accade
in via Raffaello ma anche in tante altre
zone della città dove, causa l’usura e la
pioggia, gli stalli di sosta tracciati in blu
sono diventati bianchi. Di conseguenza,
ritenendo che il sistema sia cambiato,
gli automobilisti non pagano più il ticket per la sosta oraria nonostante che a
ricordare la funzione degli stalli restino
le paline che segnalano le tariffe.
Una segnalazione rimasta, di fatto, collegata solo alle tabelle sulle paline dal
momento che gli ausiliari del traffico
sono scomparsi quasi ovunque in città,
presidiando solo piazze e spiazzi destinati a parcheggio. Del resto, se anche
ci fossero, la loro presenza risulterebbe
inutile non essendo dotati di potere
sanzionatorio da applicare agli automobilisti che “dimenticano” di acquistare il
talloncino che dà diritto al parcheggio
nelle strisce blu. Per multarli gli ausiliari dovrebbero chiedere sostegno alla
polizia municipale che, in sofferenza
numerica com’è di fatto il personale,
con i tanti servizi che deve assicurare,
non potrebbe sicuramente rispondere in
tempo reale alla chiamata dell’ausiliario
per contravvenzionare chi non rispetta
le regole.
La conseguenza, sotto gli occhi di tutti,
è che la città è diventata un enorme
parcheggio senza controllo. Automobili
in doppia fila e, qualche volta, in tripla,
automobili lasciate sui marciapiedi, davanti a scivoli, portoni e passi carrabili
o parcheggiate per ore in vicoli stretti
come corso Bersaglieri, dove non solo
il parcheggio ma anche la fermata è
espressamente
vietata, danno
ad
Aversa
l’aspetto
di
una città fuori
controllo. E
non basta a
modificare
l’andazzo
qualche intervento sporadico della polizia municipale
che in qualche rara occasione controlla
zone centralissime come piazza Vittorio
Emanuele per liberarle dall’assedio delle auto lasciate in parcheggio in modo
selvaggio.
Per risolvere il problema, occorre
innanzitutto rinnovare gli stalli di sosta,
ricolorandoli di blu e poi controllare che
le regole vengano rispettate, disponendo
un apposito, continuo e costante servizio
di polizia municipale.
Nuovo gruppo ad Aversa: è il terzo frazionamento a tre anni dalla nascita
I Cinque Stelle ad Aversa si fanno in ...tre!
I
l colpo di mano messo a segno il
26 gennaio scorso da un pugno
di 35-36 componenti del Meetup
Aversa amici di Beppe Grillo che ha
permesso l’elezione di Maria Grazia
Mazzoni a portavoce degli attivisti
aderenti stravolgendo le regole che si
era dato il movimento aversano rischia
di far perdere consensi a quella che
è apparsa agli elettori l’unica forza
nuova presente nel panorama politico
nazionale.
Perché dopo appena tre anni dalla
nascita ufficiale, il primo gruppo di attivisti denominato Movimento Cinque
Stelle Aversa (M5S-Aversa) si è frazionato, prima in due, poi in tre, dando
vita al Meetup Aversa Amici di Beppe
Grillo - ex M5S Aversa - che ha eletto
la Mazzoni, al gruppo Aversaa5stelle,
infine ad Aversa5StelleCittadininmovimento.
È stato quest›ultimo gruppo, ancora
prima di ottenere la certificazione di
Grillo che permetterà la presentazione
di una lista alle amministrative di
primavera, a presentarsi alla città in forma ufficiale proponendo nella giornata
di ieri sabato 20 febbraio un convegno
pubblico sul problema dei rifiuti. Interessante il tema “Rifiuti zero, tra gestione industriale, salvaguardia dell’ambiente e tutela della salute” sviscerato
da esperti del settore, finalizzato a dare
risposte concrete alle domande rivolte
dai
cittadini
al movimento
attraverso
a p p o s i t i
questionari distribuiti dai gazebo posizionati nei fine settimana nei
punti chiave della città. Una proposta
finalizzata a confermare la volontà del
movimento di ottenere la partecipazione degli elettori alla formulazione dei
programmi politici da proporre al Consiglio comunale in caso di elezione.
Antonio Arduino
LA QUERELLE
Si rompe la collaborazione tra «Mamme Coraggio» e la compagnia dei «Figli delle Stelle»
Sicurezza stradale
e il musical «cancellato»
«Oggi sembra che i ragazzi non se la sentano più di tenere il musical. Evidentemente gli è stata
raccontata la verità dei fatti in modo anomalo» Il musical «Lascia che...» avrebbe dovuto
raccontare le vite spezzate di Mario Grieco, Giovanni Cecchini e Luigi Ciaramella
Nicola De Chiara
«C
18
on profondo rammarico
sono venuto a conoscenza
che il musical fissato per
il 28 aprile al teatro Metropolitan di
Aversa, e che doveva avere altre repliche già programmate a Marano e a Villa
di Briano, non si terrà più. Ma la cosa
più grave è che l’Associazione Mamme
Coraggio non è ancora stata messa a
corrente della cosa, dopo aver messo a
disposizione dell’autrice e della regista
teatrale Emilia Cantile il nostro tempo,
la nostra disponibilità e le storie dei
nostri sfortunati figli». Esordisce così
il segretario dell’Associazione Mamme
Coraggio, Biagio Ciaramella, che continua: «Non riesco a comprendere questa
Elena Ronzullo e Biagio Ciaramella
decisione dopo che per
mesi ho notato attorno al
progetto tanto entusiasmo e
di tante persone».
Il musical “Lascia che...”
avrebbe dovuto promuovere la sicurezza stradale
attraverso il racconto delle
vite spezzate di Mario Grieco, Giovanni Cecchini e
Luigi Ciaramella. Quando
chiediamo a Biagio Ciramella di raccontarci che
cosa non è andato risponde:
“Il 23 gennaio abbiamo
tenuto la conferenza stampa
di presentazione del musical presso il Seminario
vescovile di Aversa con
LA QUERELLE
tante istituzioni presenti, compresi il
Vescovo Angelo Spinillo, la Prefettura,
la Provincia e le Forze dell’Ordine.
In quell’occasione mia moglie Elena,
responsabile della sezione di Aversa
dell’Associazione Mamme Coraggio,
ha notato che le storie così rappresentate nel video promozionale non
corrispondevano pienamente alla realtà
dei fatti. Di consueguenza abbiamo
chiesto di rimuovere il video in attesa
di modificarlo. Mia moglie ha, poi,
chiesto di avere i copioni per agevolare
Ciaramella: «Il progetto andrà
avanti anche senza la
collaborazione della
compagnia I figli delle stelle»
il compito della regia. Dopodiché, a nostra insaputa, è stata rimossa la pagina
facebook che promuoveva l’evento e il
contatto su youtube. Oggi sembra che i
ragazzi non se la sentano più di tenere
il musical. Evidentemente gli è stata
raccontata la verità dei fatti in modo
anomalo». «A noi dispiace - aggiunge
Elena Ronzullo - perché in questo
progetto ci credevamo. Mi dispiace per
i ragazzi perché il video ed il musical
erano destinati a girare livello nazionale. Non capisco la reale motivazione del
loro atteggiamento. In fondo avevamo
solo chiesto di mettere in scena storie
vere». Biagio ed Elena sottolineano che
testate nazionali, come Repubblica, e
diverse associazioni nazionali avevano
dimostrato il loro interesse a portare
avanti questo progetto. «Chiedo scusa
pubblicamente - chiosa Biagio Ciaramella - al cantautore Vincenzo di Puoti
per l’ottimo lavoro svolto con la canzone “Lascia che...”, a Salvatore Maiorana
che ha montato il video e che non ha
nessuna colpa riguardo i suoi contenuti,
a Corrado Capone dell’Accademy Musical & Show, a tutti quelli che hanno
collaborato al progetto e alle istituzioni
che hanno mostrato la loro disponibilità.
Ovviamente ne approfitto per dire che
non staremo con le mani in mano. Il
progetto andrà avanti anche senza la
collaborazione della compagnia teatrale
“I figli delle stelle”.
19
L’EVENTO
Il 16 ed il 17 aprile l’associazione «Aversa Turismo» celebra i ...994 anni di Aversa
«Abbiamo un grande
bisogno di cambiare»
Saranno coinvolte scuole e parrocchie. Ad ogni scuola sarà abbinato un arciere degli «Arcieri
Normanni» per dare vita al «Palio della Solidarietà Normanna». Alla scuola vittoriosa, grazie al
suo arciere testimonial, sarà consegnato in premio il «Cencio» realizzato dal Liceo Artistico
Livia Fattore
A
20
versa va incontro al suo Millennio e celebra il 994° compleanno grazie all’attivismo
di AversaTurismo e delle scuole della
città dando vita al Primo Palio (della
Solidarietà) cittadino con in premio
un ‘Cencio’ realizzato dal locale liceo
artistico, con tanto di annullo filatelico.
La macchina organizzativa dell’Associazione, infatti, si è messa in moto per
promuovere la celebrazione di “Aprile
2016: Aversa compie 994 anni”, nuova
tappa di avvicinamento al millennio
normanno previsto nel 2022, nell’ambito del Progetto Aversa Millenaria. Un
attività aperta non solo alla città, ma
L’EVENTO
anche di preparazione verso l’evento
per gli studenti aversani.
«L’obiettivo principale - ha dichiarato
Sergio D’Ottone, responsabile di
AversaTurismo e Console del Touring
Club - è quello di valorizzare le origini
normanne e medievali di Aversa, al
fine di indurre gli alunni a riflettere
sull’importanza della conoscenza del
proprio territorio e di favorire la maturazione di una precisa identità culturale.
A beneficiare del progetto sarà l’intera
cittadinanza, che potrà vivere due giorni
di eventi celebrativi fissati per il 16 e 17
aprile».
A fianco alle scuole, per un maggior
coinvolgimento dell’intero territorio
aversano, saranno impegnate anche le
parrocchie, perché non si dimentichi
che la forte risorsa di Aversa è proprio
nella presenza delle note cento chiese.
Il progetto prevede un abbinamento
tra scuole e Comunità Parrocchiali per
stimolare ricerche e studi dei ragazzi
con visite guidate, mostre, disegni,
manufatti in ceramica, riproduzioni di
abiti storici, armi e stendardi.
Ad ogni scuola sarà abbinato anche
un arciere dell’Associazione sportiva
“Arcieri Normanni” per dar vita al
“Palio della Solidarietà Normanna”.
Alla scuola vittoriosa, grazie al suo
Sergio D’Ottone
Un’iniziativa che va accolta
ovviamente con favore al di là
della querelle della data del
Millennium della fondazione
di Aversa da parte del normanno Rainulfo Drengot
arciere testimonial, sarà consegnato in
premio il “Cencio” realizzato dal Liceo
Artistico di Aversa.
Non mancherà il settore della promo-
zione delle eccellenze gastronomiche
locali. Durante la manifestazione si
potranno gustare sapori normanni con
piatti tipici del Medioevo.
In programma anche una tavolata
di accoglienza allestita dalla Caritas
Diocesana, Comunità di S. Egidio e
dall’Istituto Alberghiero di Aversa. L’evento sarà veicolato, tra l’altro, a livello
nazionale da Poste italiane che, per l’occasione, realizzerà uno speciale annullo
filatelico per “Aversa Millenaria”: sarà,
così, possibile acquistare cartoline a
tema e apporvi appositi timbri. «Aversa
Millenaria - ha concluso D’Ottone - rappresenta l’occasione per i nostri giovani
di riappropriarsi dell’identità storica e
culturale. Vogliamo trasmette l’idea che
la cultura generi ricchezza e ci consenta
di difendere e promuovere le eccellenze
del nostro territorio».
Un’iniziativa che va accolta ovviamente
con favore, non fosse altro perché
coinvolge le generazioni più giovani
attraverso le scuole, al di là dell’annosa
vicenda della data del Millennium della
fondazione di Aversa da parte del normanno Rainulfo Drengot. Che sia 1030
o 1022 poco cambia di fronte ad una
manifestazione che ha il chiaro obiettivo riscoprire e valorizzare le origini
normanne di Aversa.
21
AVERSA
In 15 giorni la percentuale sale dal 50 per cento al 60 per cento. Presentato il nuovo calendario
La Senesi migliora
la differenziata
Nella sede della Senesi la conferenza stampa per presentare due grandissime novità: la raccolta
del secco indifferenziato che passa da tre a due giorni settimanali e la raccoltà porta a porta del
vetro il mercoledì. Il nuovo calendario di deposito e raccolta partirà il 1° marzo
Italia Mauriello
N
22
ella sede aversana della Senesi
spa, la società che gestisce
ormai da quattro anni il servizio
di spazzamento e raccolta rifiuti, è stata,
martedì scorso, una conferenza stampa
esaudiente con tanti aspetti affrontati e
la novità del momento: la presentazione
del nuovo calendario di deposito dei
rifiuti con due grandissime novità su
tutte e cioè la raccolta del secco indifferenziato che passa da tre a due giorni
settimanali e la raccoltà porta a porta del
vetro il mercoledì. Due novità presentate
dall’amministratore della Senesi, il dott.
Rodolfo Brigante, assieme all’addetto
stampa Ida Iorio e al neo coordinatore del
cantiere di Aversa, Vincenzo D’Alesio.
Il nuovo calendario di deposito (e di rac-
Rodolfo Briganti
colta, dunque) partirà il 1° marzo, ma la
raccolta del vetro è già iniziata, facendo
balzare al 60 per cento (dal consolidato
50 per cento) la percentuale di raccolta
differenziata in appena quindici giorni,
esattamente dal 1° al 15 febbraio. Una
decisione coraggiosa quella della Senesi, bene illustrata da Briganti: “Avere il
coraggio di diminuire a soli due giorni
settimanali la raccolta dell’indifferenziato, significa spronare ancora di più i
nostri operatori a raccogliere quello che
specificatamente detta il calendario.
Per aumentare il livello della raccolta
differenziata, infatti, i nostri operatori
devono raccogliere quello che detta il
calendario; limitarsi esclusivamente
ad eliminare i cumuli di rifiuti in
realtà spesso significa, anche per chi
raccoglie, non differenziare”. Sono
poi arrivate anche critiche al Comune:
“In cinque anni sono cambiati cinque
dirigenti di settore. Sanzionare solo la
Senesi è troppo comodo e significa solo
imbarcare noi e la città in complesse ed
interminabili vicende giudiziarie”.
23
Ragionam
Sconveni
ENTI
di Mario Francese
C
24
hi pensa, in tutta buona fede,
che per Aversa sia sufficiente
un «sindaco-amministratore di
condominio» o un «riparatore di buche
stradali» e roba simile si metta l’animo
in pace perché è totalmente (e pericolosamente) fuori strada. Oggi, molto più
di ieri, è del tutto fuorviante in questa
città adottare la consueta (e fallimentare) teoria dell’ «abbasta che se fà cocche
cosa».
Sarebbe dunque doveroso segnalare
ai tanti, troppi - ed in qualche caso
risibili - candidati-sindaco in pectore
che l’obiettivo da raggiungere non è
la poltrona di primo cittadino ma il
«governo» di un ente e di un territorio,
non solo strettamente comunal-daziario,
dalle problematiche rese sempre più
complesse sia dalle nuove normative
giuridico-economiche sia dall’accumulo di antichi ed incancreniti deficit
strutturali mai risolti, seppur qualche
volta affrontati, dai precedenti amministratori.
Uno scorcio del palazzo comunale
Ed è appena il caso di rammentare che
questi ultimi ed antichi deficit stanno
per scoppiare con rumore fragoroso,
vista la recente iperattività ed attenzione
mostrata dalla Corte dei Conti (ed in
qualche caso anche dalla magistratura
ordinaria) nei confronti delle gestioni
comunali passate, recenti e....future
della nostra città. Per i neo amministratori aversani sono richieste pertanto
competenze, esperienze, coraggio e
capacità decisionali e di assunzioni di
Aversa
tra realtà
e incoscienza
responsabilità (anche pregresse) tali
da far tremare i polsi e le gambe ai più
«scafati» leoni politici del passato.
Aversa, non smetteremo mai di ripeterlo, non è mai stata una città ed oggi
non è più neppure il fatidico «paesone»
come si è usato definirla fino a qualche
anno fa. Oggi siamo di fronte ad una
«area macchia nera» che alcuni si ostinano a chiamare ancora Aversa ma che
in realtà comprende tutti i comuni tra
Secondigliano e Marcianise ed Afragola
e la Domitiana.
Insomma, non basta più la banalizzazione della ricerca del «nome giusto»
da candidare a sindaco e, tra l’altro,
«inventarselo» a pochissimi mesi dal
cimento elettorale sa di una «già vista»
e colossale presa in giro. Così come non
basta più prefigurare una ipotetica «rosa
di assessori» da affiancare al predetto
«nome giusto» quando sono sempre più
minime le possibilità di comporre un
decente Consiglio comunale all’altezza
della grande realtà aversana.
SOCIETA’
A molti intellettuali, benpensanti il festival non piace, loro sono esseri superiori
Perché Sanremo
è Sanremo!
«C
ari amici vicini
e lontani buonasera!»,
per
dirla alla Nunzio Filogamo.
Quest’anno, stando ai numeri
indicati dalla Rai, si dice che
sia stata l’edizione più vista
degli ultimi undici anni del
festival di Sanremo! Stando
invece a quello che si legge
sui “social” e non solo,
sembra che nessuno l’abbia
visto. Ora la domanda sorge
spontanea: ma simme (siamo) sicure
che nessuno ha guardato Sanremo?
Se sui “Social” si leggono miriadi di
commenti contro la kermesse canora,
ma sta gente, se Sanremo non lo ha
visto, come fa a commentare le serate
del festival appena concluso? A molti
“intellettuali, benpensanti” il festival
non piace, loro sono esseri superiori,
a loro le canzonette di Sanremo fanno
schifo! Mentre tutti guardano Sanremo,
c’è a chi piace e ovviamente a chi no,
la curiosità è troppo forte, nun c’è sta
nienta a fa, il palco del teatro Ariston
per cinque giorni diviene per milioni
di Italiani la loro casa. Famiglie intere,
giovani e meno giovani, si pongono
davanti alla Tv e commentano le serate
e anche questo se vogliamo è un bel
modo per stare tutti assieme.
Ora scusate, cari amici lettori, ma
perché voi ci credete davvero, cioè
che questi “geni” non hanno
guardato nemmeno una serata
del festival? Loro, sentite a me,
sono stati tutte le sere davanti
alla tv, si sono chiusi in casa
e per non farsi scorgere hanno
messo le cuffie: nisciune deve
sapere che hanno guardato
il festival! Ma, statene certi,
Sanremo lo hanno visto! Poi,
escono fuori con commenti a
sfavore del festival. Mò va a
capì perchè lo fanno… Semplice, certi opinionisti colgono l’occasione
al volo e sfruttano il Festival per attirare
l’attenzione su di loro, un anno intero
nisciune e penze e pertanto l’occasione
è da non perdere. Detto ciò, a noi Sanremo ci piace, ci tiene incollati davanti
al televisore e ci fa trascorre serate diverse, una tradizione che piace a tanti e
nun c’è sta niente a fa, Sanremo s’addà
verè! Perché ..Sanremo è Sanremo!
Donato Liotto
25
di Geppino De Angelis
Le brutte differenze tra Nord e Sud
“T
26
utti hanno diritto di manifestare liberamente il
proprio pensiero, con la
parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di
diffusione. Si può procedere a sequestro
soltanto per atto motivato dell’autorità
giudiziaria”: questo è quel che recita,
tra l’altro, l’articolo 21 della nostra
Costituzione; un articolo che non ci pare
sia stato abrogato né, fortunatamente,
sembra si abbia l’intenzione di farlo. I
nostri lettori si chiederanno il perché di
questa citazione; l’abbiamo fatta non
per disquisire sulla nostra Carta Costituzionale ma semplicemente in seguito a
quel che, nei giorni scorsi, abbiamo letto
sul quotidiano napoletano dopo quanto
si è verificato allo stadio San Paolo prima della partita Napoli-Empoli. Decine
di bandiere e di sciarpe col simbolo storico dei Borbone sono state sequestrate
dalla polizia, inducendo il Movimento
Neoborbonico a dare mandato ai propri
legali di agire nei confronti
dei responsabili. Premesso
che, come si è letto sul
quotidiano di via Chiatamone, il Gruppo Operativo
Sicurezza competente per
la vigilanza sulle partite di
calcio, ha chiarito che simboli storici sono ammessi,
lascia alquanto perplessi il sequestro.
Fino a prova contraria il Movimento
Neoborbonico non può essere considerato eversivo o sovversivo né può essere
vietato così come, in base alla Costituzione, lo è invece la ricostituzione del
partito fascista, né, per quel che ne sappiamo, c’è stata mai un’ autorizzazione
dell’autorità giudiziaria per il sequestro
delle bandiere e delle sciarpe neoborboniche, per cui si deve aggiungere
all’amara conclusione che, anche sotto
tale aspetto, ci sono tifoserie di serie A e
di serie B, atteso che su altri campi del
Nord non ci risulta siano
sequestrati simboli storici.
Se la memoria non ci falla, l’Unità d’Italia, almeno
storicamente
parlando,
(anche se, nella realtà,
sorgono molti dubbi al
riguardo) è stata sancita
oltre un secolo e mezzo
fa, ma le discriminazioni tra Nord e Sud
continuano a sussistere e non solo in
campo calcistico. E, cari lettori, non venite a dirci che il sequestro di bandiere e
sciarpe neoborboniche rappresenta solo
una goccia d’acqua nell’oceano delle
differenze tra le due parti della nostra
beneamata Italia. Chiudiamo con un
interrogativo: mentre a Napoli vengono
sequestrati simboli storici, perché non
si fa altrettanto in altri stadi d’Italia
cominciando col sequestrare numerosi,
inqualificabili, ingiuriosi cartelloni e
striscioni contro Napoli ed i napoletani.
mio
di Giuseppe Chiatto
Chi è senza peccato scagli la prima pietra
S
ia chiaro, non ho niente contro i
commercianti di Aversa. Il punto
è sempre lo stesso: sono convinti
che la nostra città appartiene solo a loro.
Non è così. Se gli esercenti si sono persuasi che possono fare tutto quello che
vogliono, questo è solo il prodotto delle
nostre passate amministrazioni, che non
hanno saputo riportare ordine in una città
storica come la nostra ed hanno consentito più di una tolleranza. Ma veniamo ai
fatti. Ho una grande rispetto per i negozianti di via Roma, ma mi giunge notizia
che hanno postato il mio ultimo articolo
riguardo la ztl in via Roma sui social
media, che ovviamente non consulto,
essendo un nostalgico della carta scritta.
Ebbene molti commercianti hanno commentato contro quel mio articolo, però
nessuno ha asserito di non parcheggiare
la propria auto in via Roma di fronte al
suo esercizio. Bastava dire, senza giri
di parole che vogliono il parcheggio
Via Roma ad Aversa
personalizzato, sarebbe stato molto più
onesto. Vedete, cari commercianti, molti
di voi siete anche miei amici, dovete
ammettere recitando un “mea culpa” che
avete già ulteriormente danneggiato via
Roma. Un esempio? Esiste ad Aversa il
Piano di Recupero del Centro Storico.
Cosa dice? Vi leggo testualmente alcuni
articoli del piano di recupero. Articolo
47 - Vetrine ed insegne pubblicitarie:
“Non sono ammesse insegne pubblicitarie a bandiera. Le nuove insegne
commerciali devono essere contenute
all’interno della cornice delle vetrine o
delle porte di accesso ai relativi locali.
Non sono ammesse vetrine sporgenti oltre il filo esterno delle aperture dei locali
commerciali. Le vetrine esistenti devono
essere riportate nei suddetti limiti”. Vi
basta? Volete altro? Eccovi accontentati.
I condizionatori non possono sporgere
sulla strada. Ma di che parliamo? In via
Roma ho notato addirittura una canna
fumaria lungo il perimetro esterno di un
palazzo, bella davvero! Non sono inavvicinabile né tantomeno scontroso, sono
aperto al dialogo e al confronto, ma non
sui social media, non sono per me. Fermatevi per strada sarò fiero di dialogare
con voi, cari commercianti, mettendo
al vostro servizio la mia conoscenza
in materia e la disposizione a perorare 27
le vostre giuste cause. Nel frattempo,
direttamente dalla Bibbia: “Chi è senza
peccato scagli la prima pietra”.
di VITO FAENZA
Il «pasticciaccio» delle elezioni
S
28
to arrivando a festeggiare i 40
anni di giornalismo. Nel 1976, ad
aprile, feci il mio ingresso in una
redazione di giornale. Per un paio di
mesi continuai a giocare a pallavolo prima di dedicarmi anima e corpo a quella
che è stata la mia professione. Devo
dire grazie ai miei colleghi di allora che
mi hanno insegnato il mestiere e hanno
permesso di avere una carriera più
che soddisfacente. Direte che c’entra
tutto questo con le elezioni aversane?
Ve lo spiego, nel 1976 venni mandato
allo sbaraglio in dibattiti televisivi con
persone di grandissimo spessore (uno
per tutti: Vittorio Foa) e feci le letterali
figure di…
Quando chiesi come dovevo comportarmi, una mia maestra di giornalismo
mi spiegò: “ Devi sapere sempre tutto
di coloro che hai di fronte, sapere cosa
pensano, leggi cosa hanno scritto,
dichiarato…”. Dopo sette giorni ero di
nuovo davanti alle telecamere di Tele
Napoli e non feci una pessima figura,
anzi. Ho anche imparato (si votava per
le politiche) che ogni notizia deve essere verificata, controllata. Specie quando
si tratta della politica.
Rivolgersi sempre ai diretti interessati e
non fidarsi mai di quello che ti dicono
“per sentito dire”.
Così quando ho sentito che si voleva
candidare Nicola Graziano e/o Mariano
D’Amore (uno per il Pd, l’altro per il
centrodestra) li ho chiamati e ci siamo
fatti una bella chiacchierata.
Nicola Graziano non ha alcuna intenzione di candidarsi, mi ha ripetuto,
anche se lo erano andati a sollecitare
e di fronte al suo rifiuto hanno tentato
di bloccare le primarie proponendo il
commercialista Rossi. Mariano D’Amore, mi ha risposto: “forse sì”, ma si
dovrebbe creare uno schieramento di
persone, al di là delle liste che hanno a
cuore le corti di questa città.
A quattro mesi dalle elezioni quindi
abbiamo un “niet”, deciso, un “forse”
un colpo, di farsi vivi
materialmente.
Ad
Aversa c’è bisogno di
una aggregazione di
sinistra, che si dedichi
ai problemi del territorio e della città.
Oggi siamo a due
aspiranti sindaci e un
“possibile” aspirante.
Nessuno se ne dolga
(ho sottoscritto la
candidatura
alle
primarie di Villano),
ma i due giovani non
li ritengo in grado
Nicola Graziano e, sotto, Mariano D’Amore
di essere il primo
cittadino di questa città. E a questo
convincimento sono arrivato leggendo
Nessuno se ne dolga le loro dichiarazioni e vedendo come si
(ho sottoscritto la candidatura sono proposti sui social.
alle primarie di Villano), Detto questo se resterà in campo solo
ma i due giovani non li ritengo uno di loro (non ho alcuna intenzione
in grado di essere il primo di votare un candidato di centrodestra),
cittadino di questa città beh lo voterò, sperando che sappia
raccogliere il meglio di questa città.
Se si dovesse materializzare il “forse”,
per me sarebbe un problema visto che
quattro anni fa ho cercato in tutti i modi
(ma si devono attendere gli sviluppi po- di farlo diventare il candidato sindaco
litici) e due giovani, Villano e Menditto, del centrosinistra, ma la guerra fra due
che si sfideranno a singolar tenzone potentati Pd lo ha impedito. Ma ne parnelle primarie fra quattordici giorni. In leremo se il “forse” diventerà concreto.
tutto questo manca
la sinistra, quella che
pure fu una parte importante ventidue anni
fa per la vittoria di
“Insieme per Aversa”
e che ha rappresentato, elettoralmente,
almeno un aversano
su quattro, anche se,
dalla fine del Pci,
sono stati diluiti in
diversi partiti. Ai miei
compagni, che non
vedo da nessuna parte, chiedo di battere
LA CURIOSITA’
Si tratta della strada che da viale Europa raggiunge Teverola
Una strada con due
nomi: primato ad Aversa
Da qualche tempo sulla stessa pallina sono presenti due targhe toponomastiche, l’una indicante
via Vecchia di Teverola e l’altra via San Lorenzo. Due nomi per una stessa strada, due nomi che
creano problemi ai residenti, innanzitutto per quanto riguarda il servizio postale
Antonio Arduino
U
30
na strada con due nomi è quella
che da viale Europa raggiunge
Teverola disegnando una sorta
di confine fra tre Comuni, quello di
Aversa, Casaluce e Teverola. Una
strada stretta e dritta lunga poco più
di un chilometro, tagliata dalla linea
ferroviaria cosicché gli automobilisti
devono alternarsi nell’attraversamento
del minitunnel realizzato dal sovrappasso ferroviario. Fino a qualche mese
fa la strada era indicata con il nome
di via Vecchia di Teverola inciso sulla
targa sormontante la palina collocata
nel punto in cui incrocia viale della
Repubblica. Da qualche tempo sulla
stessa pallina sono presenti due targhe
toponomastiche, l’una indicante via
E’ la strada che arriva a Teverola
Vecchia di Teverola e l’altra via San
Lorenzo. Due nomi per una stessa
strada, due nomi che creano problemi
ai residenti, innanzitutto per
quanto riguarda il servizio
postale.
Probabilmente il sistema è
stato adottato per indicare il
punto in cui l’arteria da via
San Lorenzo si trasforma in
via Vecchia di Teverola, una
specie di punto di confine per
rispettare lo stradario ufficiale
della città. Forse, ma di sicuro,
la doppia
targa toponomastica
collocate
su
una
s t e s s a
palina per
indicare la medesima strada è una curiosità che potrebbe fare entrare Aversa
nel libro dei primati.
Nuova puntata per la telenovela del servizio lampade votive del cimitero
Ex dipendenti ditta Rocco, c’è anche Anna Brusciano
N
uova puntata per la telenovela
legata al servizio di gestione
delle lampade votive nel
cimitero di Aversa. Nella cessata ditta
di Nicola Rocco lavorava a pieno titolo
anche Anna Brusciano che, per circa
trent’anni, ha esercitato la funzione di
segretaria e addetta all’esazione delle
bollette nella sede di via Jommelli.
“Dal mese di dicembre del 2013 - ci ha
dichiarato la signorina Brusciano - più
precisamente dalla morte di Nicola
Rocco sono stata completamente dimenticata da Francesco Napolano e da
Salvatore Vitolo, che oggi continuano
a svolgere le loro mansioni di elettricisti nel cimitero cittadino e che hanno
costituito dall’anno dopo una nuova
ditta senza pensare minimamente di
coinvolgermi. Un comportamento il
loro inacettabile e che certamente non
mi aspettavo dopo aver condiviso con
loro tanti anni di lavoro”.
Nel febbraio del 2014 Anna (e ci mostra
il documento) ha presentato al sindaco
Sagliocco una nota nella quale precisava di “aver svolto nella ditta Rocco
l’incarico di contabile e di ragioniera”
e attendendo una risposta da parte del
Comune. Riscontro, invece, che non è
arrivato. Da allora a Napolano e a Vitolo sono stati affidati dall’Ente più di
un incarico ed è iniziata la loro battaglia
per conservare il posto di lavoro. Per il
commissario prefettizio Ruffo una nuova patata bollente, perché se è vero che
L’ufficio di via Jommelli della ditta Rocco
Napolano e Vitolo sono ex dipendenti
della ditta Rocco che gestiva il servizio lampade votive del Comune, lo è
anche a pieno titolo Anna Brusciano,
non fosse altro per il fatto che la stessa
è stata la prima dipendente della ditta.
dal 1° Marzo 2016
CALENDARIO DEPOSITO UTENZE DOMESTICHE
Lunedi
Secco Indifferenziato
Martedi
Umido Organico - Vetro
Mercoledi
Carta - Multimateriale
Giovedi
Secco Indifferenziato
Venerdi
Umido Organico
DALLE ORE 20:00
ALLE ORE 05:00
DALLE ORE 20:00
ALLE ORE 05:00
DALLE ORE 20:00
ALLE ORE 05:00
DALLE ORE 20:00
ALLE ORE 05:00
DALLE ORE 20:00
ALLE ORE 05:00
Sabato
Nessuna tipologia di rifiuto
Domenica
ORE 20:00
Umido Organico - Multimateriale DALLE
ALLE ORE 05:00
INGOMBRANTI: Ritiro domiciliare su prenotazione.
R.A.E.E.: Ritiro domiciliare su prenotazione.
FARMACI SCADUTI: depositabili presso i contenitori delle farmacie.
NUMERO VERDE: 800 974 390
Per ulteriori informazioni: 081 199 14 793 (tariffa urbana ordinaria)
dal lunedi al venerdi: 8:30 - 18:00 / sabato: 8:30 - 13:00
IL CASO
Almeno in due banche cittadine bisogna stare attenti
Bancomat protetti,
la sicurezza non c’è
In una delle due l’apertura della porta di accesso è possibile premendo semplicemente un tasto
che non ha alcun sistema di sicurezza. Nell’altra, malgrado sia necessario utilizzare la carta
magnetica per ottenere l’apertura della porta, la chiusura ermetica non è garantita
Livia Fattore
A
34
ndare al bancomat per effettuare un prelievo può essere
un rischio se lo sportello è
collocato all’esterno della banca per cui
molti si servono di bancomat protetti,
posizionati in una struttura chiusa che
permette l’accesso del singolo utente.
Inserendo una tessera personale in un
apposito lettore la porta si apre, l’utente
entra, la porta si chiude e si può effettuare il prelievo in sicurezza.
Questo in teoria, perché in almeno due
banche cittadine dotate di bancomat
protetti la sicurezza non c’è. Così può
accadere che, mentre si è allo sportello
per effettuare una delle operazioni
possibili come il controllo dell’estratto
conto, la ricarica della scheda del
telefono cellulare o prelievo, si possa
sentire sul collo il fiato di un possibile
rapinatore o peggio. A segnalare il pro-
Prelievi a rischio ai bancomat
blema sono stati alcuni lettori che hanno
indicato degli istituti di credito aversani
in cui non sarebbe possibile effettuare
in sicurezza operazioni al bancomat,
perché in una delle due l’apertura della
porta di accesso è possibile premendo
semplicemente un tasto che non ha
alcun sistema di sicurezza. Nell’altra,
malgrado sia necessario utilizzare la
carta magnetica in possesso dell’utente
inserendola in un apposito lettore per ottenere l’apertura della porta, la chiusura
ermetica non è garantita, probabilmente
per la collocazione sbagliata delle fotocellule che regolano il sistema. Infatti,
come abbiamo verificato entrando in
quel bancomat, il led del lettore che
dà la possibilità di accesso resta verde
nonostante l’utente sia all’interno effettuando una operazione.
Così, chi non si rende conto dell’anomalia potrebbe rischiare spiacevoli
sorprese. Perché il led diventi rosso e
blocchi l’accesso occorre spostarsi per
incrociare la fotocellula nella posizione
corretta. Non sarebbe opportuno disporre un intervento tecnico che elimini una
volta per tutte il problema in entrambi i
bancomat, prima che si debba registrare
qualche episodio criminoso reso possibile dall’anomalia?
Bassorilievi ripuliti ...in tutti i sensi
Dopo i lavori di Via Roma, i bassorilievi
dell’Ave Gratia Plena hanno ritrovato
lo splendore di un tempo. A quando il
ripristino del trionfale e cinquecentesco
Arco dell’Annechino annerito dall’incuria
e dallo smog? A proposito, sarei curioso
di sapere le inferriate che coprivano i due
bassorilievi costruiti dalla Scuola Tecnica
di San Lorenzo che fine hanno fatto!? Se
qualcuno sa, batta un colpo!
AVERSA
Le soluzioni «fantasiose» non mancano. Anziché asfaltare la strada ... si consiglia prudenza!
Via ex Alifana, il cartello
che risolve tutto
La strada di Aversa, frequentatissima poiché consente di collegare i nuovi quartieri a sud con il centro,
è diventata peggiore di un tratturo di campagna, e con le piogge si trasforma in una autentica trappola
impercorribile. La sicurezza affidata ad un cartello che sa di beffa per pedoni ed automobilisti
Salvatore de Chiara
L
36
e soluzioni “fantasiose” ad
Aversa non mancano, così
come non mancano i problemi,
quando si tratta di intervenire in città
su una problematica si ricorre spesso
a qualche trovata curiosa. Le pessime
condizioni di via Alifana sono note da
tempo, già la strada è stata realizzata
con una soluzione molto aversana: non
riuscendo a trovare un accordo con la
società ancora proprietaria dei vecchi
binari, attualmente MetroCampania
Nord-Est, per la loro rimozione, si è
deciso di ricoprirli semplicemente di
asfalto colmando alla buona il tracciato
della vecchia ferrovia. In questo modo
la strada, frequentatissima poiché consente di collegare i nuovi quartieri a sud
con il centro, ha cominciato lentamente
a sprofondare facendo anche riemergere
i binari con la comparsa di enormi
piogge si trasforma in una autentica trappola impercorribile. Il nome
stesso lascia intendere il senso di
precarietà, nessuna delibera ne ha
infatti mai determinato la toponomastica, nei documenti comunali la
si indica genericamente come “via
ex Alifana”. Malgrado le proteste
dei residenti gli unici interventi di
manutenzione, fino ad ora, si sono
limitati a gettare qualche manciata
di brecciolino nelle buche, che
puntualmente viene lavato via
dalla prima pioggia. Ora però, a
risolvere definitivamente il problema ed a garantire la sicurezza
degli automobilisti, è comparso un
bel cartello che indica il pericolo
e invita alla prudenza fissando
L’incredibile cartello apparso in via ex Alifana
a 20 chilometri orari il limite di
voragini nel fondo non adeguatamente velocità. Le buche restano, ma tanto c’è
riempito. La strada è diventata peggiore il cartello! Gli aversani ora posso stare
di un tratturo di campagna, e con le tranquilli, è tutto risolto.
Una nuova Tac al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Aversa
«Moscati», arriva l’alta tecnologia
U
na parte delle problematiche
che rendono oltremodo difficile il lavoro degli operatori
sanitari del Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero San Giuseppe Moscati
di Aversa saranno alleviate dall’arrivo
imminente di una nuova Tomografia
Computerizzata L’annuncio dell’importante acquisizione è stato dato
dallo stesso Commissario Straordinario
dell’Azienda Sanitaria Locale, Giuseppe Matarazzo.
Tramite Convenzione Consip, infatti, il
Servizio Tecnologie Sanitarie dell’Azienda Sanitaria Locale di Caserta,
diretto dall’Ing. Salvatore Flaminio, ha
acquistato due nuove TC a 16 slices, in
grado cioè di acquisire 16 strati d’immagini contemporaneamente, garantendo
in questo modo la perfetta ricostruzione,
anche in tre dimensioni, delle varie parti
del corpo umano.
Le due TC saranno destinate agli
Ospedali di Aversa e di Maddaloni. Queste apparecchiature elettromedicali
d’ultima generazione, saranno strumenti
d’indagine diagnostica d’importanza
fondamentale per la prevenzione e cura
di patologie anche molto gravi. Questa
moderna apparecchiatura, la seconda in
funzione presso il nosocomio aversano,
essendo di alta tecnologia, consentirà
l’avviamento di nuove attività sanitarie,
comprese quelle di emergenza del
Pronto Soccorso.
Giuseppe Cristiano
AVERSA
Lavori al via in via Atellana, il primo tratto di via Roma, via Torrebianca e via Arturo Garofano
Strade di Aversa,
ritornano i cantieri
Le arterie più dissestate, via Cirigliano, Via Cappuccini (che conduce all’isola ecologica gestita dalla Senesi), all’unica piscina presente in città e a tantissime abitazioni, via Orabona, nel cuore della
città, sono state incluse dal commissario ad acta nel piano triennale 2015-2017
Livia Fattore
L
38
e strade di Aversa, dopo uno stop
dovuto soprattutto al passaggio
tra amministrazione politica e
commissario straordinario, ritornano ad
essere un grande cantiere per una serie
di lavori di manutenzione che avrebbero dovuto partire già nello scorso mese
di settembre. Ad essere interessate via
Atellana, il primo tratto di via Roma (da
via Torretta a Porta Napoli), via Torrebianca e via Arturo Garofano.
I passanti quasi stentavano a crederci,
quando, qualche giorno fa, hanno visto
dare il via ai lavori per la manutenzione
di via Atellana. Un progetto pronto dallo
scorso mese di settembre e che, anche
a causa di ritardi burocratici dovuti
soprattutto alla lentezza della gestione
commissariale, ha avuto bisogno di circa cinque mesi prima di vedere aperto il
cantiere, nonostante la gara fosse stata
espletata da tempo.
Via Atellana è ridotta ai minimi termini,
soprattutto nella parte che va dal cosiddetto ponte di Gricignano sino alla
stazione ferroviaria, con fossi pericolosi
sia per gli automobilisti e i motociclisti
che per i pedoni e i ciclisti. Il progetto
prevede non solo il rifacimento della
carreggiata e dei marciapiedi, ma anche
della rete fognaria che, attualmente,
è insufficiente considerato che basta
qualche goccia di pioggia per fare allagare il sottopasso.
La strada era in condizioni pessime
da anni e solo grazie alla solerzia
dell’ex consigliere comunale Michele
Galluccio, che aveva anche raccolto
poco meno di un migliaio di firme tra
i residenti, lanciando un appello, si
era riusciti a richiamare l’attenzione
dell’amministrazione.
Da alcuni giorni avviati anche i lavori
Il ponte che porta in via Atellana
Via Atellana era ridotta ai
minimi termini, soprattutto
nella parte che va dal ponte
di Gricignano sino alla
stazione ferroviaria, con fossi
pericolosi sia per gli automobilisti sia per i pedoni
per il primo tratto di via Roma che
dovrà essere sistemato sulla falsariga
di quanto già fatto per la restante parte
dell’importante arteria. In questo caso
da registrare lamentele di commercianti
e cittadini che si sono visti chiudere al
traffico questo breve, ma importante
per la viabilità, tratto di strada a tempo
indeterminato (la previsione è per fine
febbraio). Da considerare che buona
parte dei negozi di questa zona erano
già stati penalizzati da una chiusura di
due mesi (festività natalizie comprese)
a causa del crollo di un solaio della facoltà di ingegneria che provocò anche la
morte di un operaio nel corso di lavori di
ristrutturazione dell’antico complesso
della Real Casa Santa dell’Annunziata.
A partire, inoltre, anche i lavori per
i due tratti di via Torrebianca e di via
Garofano.
La programmazione dell’anno 2014
della giunta Sagliocco, infatti, aveva
previsto lo stanziamento di un milione e
ottocentomila euro per la manutenzione
straordinaria di alcune strade cittadine.
Già a settembre scorso erano state espletate tutte le fasi compreso il periodo per
la formazione del silenzio assenso del
nulla osta al rilascio della certificazione
antimafia da parte della prefettura. Per
cui già allora si potevano affidare immediatamente i lavori per il rifacimento
di via Arturo Garofano, primo e secondo tratto; via Atellana; via Torrebianca
con marciapiede, via Nunzio Pelliccia,
via Fermi e via Fratelli Cervi, via Prassicio, via Foscolo. Ma non finisce qui.
Nel piano triennale 2015-2017 delle
opere pubbliche, approvato da un terzo
commissario, ad acta per l’adozione del
bilancio e relativo piano, è stata prevista
la spesa di un ulteriore milione di euro
per la realizzazione di strade che ogni
giorno fanno notizia per incidenti causati dal loro stato quali, tra le altre, Via
Cirigliano (che rappresenta una valida
alternativa all’Appia per raggiungere
Giugliano senza intasare via Gramsci),
Via Cappuccini (il cui manto stradale è
praticamente inesistente) che conduce
all’isola ecologica gestita dalla Senesi,
all’unica piscina presente in città e a
tantissime abitazioni, Via Orabona, nel
cuore della città e diverse altre più o
meno importanti.
AUGURI
Potete scriverci alla nostra e-mail:
[email protected] Gli
annunci e le foto saranno pubblicati
dando la priorità ai primi pervenuti
Fervidi auguri per la stimata ex insegnante elementare Antonietta Belluomo, vedova Comparone, amatissima
mamma della professoressa Angela,
preside dell’Istituto comprensivo “De
Amicis” di Succivo, per i suoi… primi
novant’anni festeggiati nei giorni scorsi.
AUGURI
AUGURI
Ha festeggiato il suo 84° compleanno la
nostra carissima nonna Anna Aprile con
tutta la famiglia. Ti vogliamo bene. Dal
marito Santo, dai figli e dai nipoti.
AUGURI
I più affettuosi auguri da parte dei felici
genitori prof. Luigi Mellino e prof.ssa
Lucia Vitolo, dai nonni paterni Peppino
e Carla, dalla nonna materna Lena, per
la graziosa Carla che, nei giorni scorsi,
ha festeggiato il suo quattordicesimo
compleanno. Ai tanti auguri vanno
aggiunti quelli della Redazione.
AUGURI
40
Tantissimi auguri a Fortino d’Amore per
il suo 60° compleanno. Dalla moglie
Assunta, dai figli Corrado, Ermanno e
Gianluca, dalle nuore Silvia e Monica
e dal nipotino Matteo. Ti vogliamo un
mondo di bene …auguri Fortino.
AUGURI
Tanti auguri a Santo Verde, per i suoi
80 anni, e a Chicca Forneris, per i suoi
75 anni, festeggiati con parenti ed amici
il 14 febbraio presso il Savaris di Teverola.
Mamma Mariarita, papà Alberto, le
sorelline Federica, Roberta, insieme ai
nonni materni Mena e Mario e alla nonna paterna Maria, augurano al piccolo
Giuseppe Massaro un felice decimo
compleanno. Il futuro è nelle tue mani.
SANITA’
Certi situazioni se trattate precocemente si possono risolvere
La prevenzione
ortodontica
L
a prevenzione ortodontica è un
importante fattore di salute per
l’organismo. Ci sono situazioni
che, se trattate precocemente, possono
risolvere direttamente il problema
o ridurre l’entità del trattamento
ortodontico successivo. L’ortodonzia
intercettiva si occupa di “intercettare”
le malocclusioni in dentatutra mista e
ha lo scopo di correggere disarmonie
prevalentemente di natura scheletrica
che, se non trattate, possono evolvere e
aggravarsi durante la crescita.
Questa fase viene di norma condotta ad
un età compresa tra i 6 e i 10 anni e dura
circa un anno.
Segue poi una fase di monitoraggio con
controlli periodici e, dopo il completamento della permuta, viene stabilito se
sia necessario o meno una seconda fase
di trattamento.
Solo un numero limitato di piccoli
pazienti richiede una terapia ortodontica intercettiva, tra questi sicuramente
quelli in cui si sospetta una familiarità
genetica di primo o secondo grado per
malocclusioni gravi e lì dove il bambino presenti abitudini viziate perpetuate
nel tempo. In questi casi una visita
già intorno ai 6 anni può migliorare
molto le possibilità di risoluzione della
malocclusione senza dover ricorrere ad
interventi di chirurgia ortognatica in età
adulta.
Il concetto di “abitudini viziate” si
riferisce, in ambito odontoiatrico, a stili
di comportamento considerati normali
in una certa fase dello sviluppo ma
che, se reiterati oltre tempo, possono
influenzare negativamente la crescita
dell’apparato stomatognatico, favorendo l’instaurarsi di una malocclusione.
Tra le abitudini viziate più comunemente riscontrabili nel paziente pediatrico
Sara Avecone
figurano: il succhiamento del pollice, il
succhiamento di oggetti, la nutrizione
tramite il biberon oltre il normale
periodo di svezzamento (3-4 anni), il
succhiamento di labbra o guance e le
parafunzioni quali deglutizione atipica
e respirazione orale. Ne derivano morso aperto dentario anteriore, aumento
dello spazio tra i denti superiori e inferiori e riduzione del diametro trasverso
delle arcate dentali con palato ogivale.
Se l’abitudine viziata viene cessata in
epoca di dentizione mista (6-10 anni) è
probabile che le alterazioni scheletriche
e dentali eventualmente insorte vadano
incontro a un certo grado di correzione
spontanea; in caso contrario, saranno
necessari dispositivi ortodontici che
aiutino il piccolo paziente a superare le
problematiche connesse all’abitudine,
che dovrà comunque essere corretta.
Sara Avecone
41
LA NOTIZIA
La banca fallisce? Anche il cliente paga i debiti!
I
42
n tutto il mondo, come tante spade
di Damocle, “pendono” sul nostro
capo delle “bolle speculative finanziarie” che, si calcola, possono valere
circa 20 volte il Prodotto Interno Lordo
mondiale. Gli istituti bancari, assicurativi e i fondi d’investimento detengono
questa impressionante quantità di cartastraccia e, per evitare di rimanere con il
classico “fiammifero acceso” in mano,
sono costretti a farla “girare” vorticosamente tra gli investitori. Per questa
ragione i mercati finanziari continuano
a “succhiare” soldi, per creare ad arte
nuove bolle speculative e fare in modo
da diluire il rischio di bruciarsi le dita
tra più soggetti. Questa enorme quantità
di denaro, sostanzialmente priva di valore reale, è stampata dalle banche centrali di tutto il pianeta (FED, BCE ecc.)
e fornita (a pagamento) ai diversi Stati.
Le diverse nazioni con questa massa
di denaro pagano i debiti, finanziano le
proprie attività e sostengono l’economia
dei loro paesi. Il problema è che non si
può stampare all’infinito denaro perché
si rischia di far esplodere l’inflazione.
Ecco perché attraverso tagli spietati,
tasse esose, privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge i vari governi cercano
di rientrare in possesso del denaro distribuito per ridarlo, in una sorta di gioco
perverso, alla speculazione attraverso il
pagamento dei debiti contratti con essa.
Con questo meccanismo scellerato si
creano nuove bolle speculative e si gonfiano ulteriormente quelle che già gravano sulle teste degli investitori.
Nonostante ciò il mondo bancario, nel
suo complesso, è in uno stato semicomatoso. Neanche i salvataggi di stato,
a spese dei contribuenti, sono riusciti
a fermare questa crisi irreversibile. Per
drenare ulteriori risorse ecco che qualche “genio” si è inventato il salvataggio
privato che si compie attraverso l’indecente metodo del prelievo forzoso sui
conti correnti bancari delle banche in
crisi finanziaria (il cosiddetto Bail-In).
Ecco perché appare sempre più necessaria una legge come la Glass-Steagall che
separava le attività bancarie commerciali tradizionali dalle attività bancarie
d’investimento. Il Glass-Steagall Act fu
emanato nel ‘33 dal Congresso U.S.A.
in seguito alla crisi finanziaria che all’inizio di quell’anno fece fallire numerose banche. Con questa legge si introducevano misure atte a limitare pratiche
speculative da parte degli intermediari
finanziari, garantire i depositi bancari,
prevenire le cosiddette “corse allo sportello” (come nel film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, con James Stewart) riducendo al minimo possibile il
rischio di panico da bancarotta. L’intendimento dei legislatori era di evitare che
il fallimento del soggetto intermediario
portasse al fallimento della banca tradizionale. Con la Glass-Steagall si evitava
che l’economia reale fosse esposta ai
pericoli causati da eventi imprevedibili
di natura speculativa. Purtroppo la legge
fu abrogata nel ‘99. Da quell’abrogazione nacquero le condizioni affinché nel
2007 l’impossibilità di pagare i debiti
da parte del mercato dei mutui subprime
scatenò la crisi delle banche tradizionali. Ecco perché le banche speculative
dovrebbero essere, al più presto, “ac-
compagnate” gradualmente verso il fallimento e tutto l’enorme quantitativo di
titoli spazzatura e d’investimenti “a perdere” in loro possesso dovrebbe essere
eliminato dal sistema finanziario mondiale. Se a livello internazionale i vari
governanti comprenderanno che questa
è l’unica maniera (raccomandata da numerosi premi Nobel per l’economia) per
evitare la catastrofe, forse ci salveremo.
In caso contrario, a parere degli stessi
premi Nobel, l’economia occidentale è
destinata nel medio termine a soccombere. Purtroppo i segnali che provengono dall’Europa non sono confortanti.
Il primo gennaio di quest’anno, infatti, è
entrata in vigore anche in Italia la norma
che dovrebbe servire a prevenire e gestire le crisi bancarie, il cosiddetto Bail-in.
Una vera mostruosità giuridica. La cosa
più assurda del Bail-in è che il costo
dell’eventuale crisi è scaricato anche sui
clienti. Incredibile. Se si manifesta la
crisi di una banca, le Autorità preposte
al controllo e alla gestione della crisi
potranno, infatti, in base alla gravità
della situazione, avviare la cosiddetta
procedura di “risoluzione”, che consiste
in un pacchetto di misure straordinarie: il cosiddetto bail-in. Queste misure
prevedono che azionisti e investitori, in
possesso di strumenti finanziari emessi
dalla banca, contribuiscano con i propri
capitali a risolvere la crisi della banca
stessa. Con questo sistema, quindi, il
capitale della banca in crisi è integrato
anche con il denaro dei clienti e non
solo da quello degli azionisti. Il bail-in,
infatti, si applica oltre ai possessori di
azioni, anche a chi possiede azioni di risparmio, obbligazioni convertibili, titoli
subordinati senza garanzia, obbligazioni
bancarie non garantite e a chi ha depositi superiori ai 100.000 euro. Il prelievo
si applica solo per la parte che eccede i
100.000 euro. Ai conti deposito, libretti
di risparmio e certificati di deposito fino
a 100.000 euro la norma non si applica.
SPORT
Soddisazione di patron Sergio Di Meo e del vice Paolo Santulli
Coppa Italia di B1
ad Aversa: è bis!
La Fipav, anche in considerazione dell’ottima prova organizzativa dello scorso anno, concede
alla Mobilya Aversa, una delle quattro squadre di pallavolo maschile di B1 qualificatesi per la
Final Foru, di organizzare nella città normanna la finale del trofeo
Giuseppe Lettieri
A
44
versa ospiterà per il secondo
anno consecutivo la Final Four
di Coppa Italia di serie B1 di
pallavolo maschile. Dopo il successo
organizzativo dello scorso anno che
varcò i confini regionali, con una competizione che fu trasformata in una vera
e propria festa dello sport, la Fipav ha
deciso di concedere alla Mobilya Aversa
di nuovo l’onere e l’onore di organizzare la finale al PalaJacazzi prevista per
mercoledì 23 e giovedì 24 Marzo.
A contendersi il titolo quest’anno, che
l’anno scorso sfuggì agli aversani in
finale contro l’Emma Villas Siena, oltre
la Mobilya Aversa, ci saranno, la BCC
Nep Castellana, seconda in classifica
in campionato proprio dietro i ragazzi
di Di Meo e poi le prime in classifica
dei gironi A e B, di B1, vale a dire la
Sergio Di Meo
Lucernari Montecchio, avversario dei
normanni nei play-off dello scorso anno
e la M&G Videx Grottazzolina squadra
marchigiana. “L’assegnazione della
Final Four – dichiara il vicepresidente
Paolo Santulli- è la ciliegina sulla
torta che arriva con l›entusiasmo di
una serie esaltante di vittorie che ci fa
essere primi in classifica e sempre più
vicini alla serie A. Sono certo sarà di
buon augurio!”. Ovviamente per essere
al livello dello scorso anno bisognerà
produrre uno sforzo organizzativo ed
anche economico importante, e quindi
la società confida nell’aiuto dei tifosi
ma anche del tessuto imprenditoriale
cittadino, affinché la città di Aversa per
due giorni, come accadde un anno fa,
torni ad essere la capitale italiana della
pallavolo. Soddisfatto anche il presidente Sergio Di Meo e gli atleti della squadra che quest’anno vogliono suggellare
l’ottima stagione fin qui disputata anche
con un trionfo in Coppa Italia. Intanto in
campionato con la vittoria di domenica
scorsa con un perentorio tre a zero a
Potenza, si consolida il primato in classifica in attesa degli scontri con le antagonista Latina, Castellana e Lagonegro.
I propositi di inizio stagione per la promozione in serie A1 sono ormai lontani
Clendy, stasera il derby con Caserta
L
a Clendy Aversa non attraversa
un buon periodo e torna senza
punti anche dalla trasferta di
Chieri, in Piemonte, dove esce sconfitta per tre ad uno. I propositi di inizio
stagione, con l’obiettivo di arrivare ai
primi posti in classifica e giocarsi anche qualche carta per la promozione in
serie A1, sono ormai lontani. Infortuni
e sfortuna hanno minato in continuazione la squadra allenata da Luciano
Della Volpe, che però continua ad avere l’affetto ed il sostegno del pubblico
aversano quando gioca al PalaJacazzi
ed è ormai evidente che l’obiettivo
primario resta quello di mantenere la
serie A2 femminile di pallavolo. La
Tina Musto
classifica infatti è ancora corta, e le
ragazze capitanate da Elena Drozina,
sono in zona play out a sette punti
dalla salvezza diretta e otto dai play off
promozione. Intanto oggi 21 Febbraio
alle ore 18.00 ci sarà alle al
PalaJacazzi il derby con la
Kyoto Caserta. La partita è
importantissima perché in
caso di vittoria della Clendy
Aversa del presidente Tina
Musto, le chances di salvezza
verrebbero rilanciate proprio
perché sono le casertane che
si trovano avanti alle ragazze
normanne in classifica.
Dunque questa sera, anche
in previsione dell’arrivo da Caserta di
molti tifosi della Kyoto, dovrà esserci
una forte risposta dagli aversani per
sostenere le ragazze con tutto il calore
possibile.
SCUOLA
Lo scorso 11 febbraio alle ore 11,00 gli studenti si sono seduti a terra per trenta secondi
«Tutti giù per terra»,
un successo Unicef
Un invito-appello, quello dell’Unicef, raccolto da tutti dirigenti scolastici cittadini, in modo particolare
da Milly Tornincasa del secondo circolo didattico, Mario Autore del comprensivo «Cimarosa», Olga
Iorio della «De Curtis», Adriana Mincione del «Fermi», Maria Rosaria Bocchino della «Pascoli»
Geppino De Angelis
U
46
n notevole successo ha riscosso
nella nostra città, come nell’intera provincia, la campagna
“Tutti giù per terra”, indetta dall’Unicef
provinciale di cui è responsabile la
nostra concittadina Emilia Narciso, per
richiamare l’attenzione dell’opinione
pubblica sulla tragedia che, da anni,
sta mietendo migliaia di vittime (molti
bambini) tra i migranti che fuggono dai
loro paesi (Siria, Yemen, Iraq) sconvolti
da guerre civili e dal terrorismo ma che
trovano la morte in mare, spesso tra
l’indifferenza del mondo intero. Una
meritoria iniziativa, quella dell’Unicef
che in provincia di Caserta, è stata assunta con una circolare-invito di Emilia
Narciso a tutti dirigenti scolastici
perché giovedì scorso 11 febbraio, alle
ore 11,00, al suono della campanella
tutti gli studenti si sedessero a terra
per trenta secondi, per lanciare un
appello a tutti i governi europei, oltre
che all’opinione pubblica, per adottare
gli indispensabili provvedimenti tesi a porre un
freno al tragico problema.
Un invito-appello, quello
dell’Unicef, raccolto da
tutti dirigenti scolastici
cittadini, in modo particolare da Milly Tornincasa del secondo circolo
didattico, Mario Autore
del comprensivo “Quarto
Circolo-Cimarosa”, Olga
Iorio della “De Curtis”,
Adriana Mincione del
“Fermi”, Maria Rosaria
Bocchino della “Pascoli”,
i cui alunni nei vari plessi
hanno eseguito alla perfezione quanto richiesto
dall’Unicef,
ricevendo
anche la vista di Emilia
Narciso, Cecilia Amodio e
Francesco Di Virgilio, in rappresentanza dell’Unicef, nonché di alcuni attori
e responsabili della produzione del film
“Gramigna”, che sarà proiettato in 2000
Due immagini della manifestazione svoltasi presso il Secondo Circolo di Aversa
L’obiettivo è quello di
lanciare un appello a tutti
i governi europei, oltre che
all’opinione pubblica, per
adottare gli indispensabili
provvedimenti per frenare
il tragico problema
scuole italiane e le cui scene sono state
girate anche in qualche scuola cittadina
come la “De Curtis”. Particolarmente
partecipi i ragazzi del secondo circolo che, con la preside Tornincasa
ed alcuni docenti, partiti dalla sede
centrale di via Linguiti con striscioni
e bandierine Unicef, hanno raggiunto
piazza Crispi dove, anziché utilizzare
le giostrine ivi collocate, ordinatamente
hanno eseguito il “Tutti giù per terra”.
Successo per l’«open day» dell’istituto diretto da Rosa Celardo
Jommelli, una
scuola dinamica
Mostrata ai genitori l’offerta formativa dell’istituto con il dirigente
scolastico che promette per l’anno prossimo l’abolizione dei
doppi turni. Saranno potenziati i corsi di lingua straniera
Nicola Rosselli
S
48
abato 6 febbraio il liceo «Jommelli» di Aversa, con un fantastico «open day» ha aperto le porte
dell’istituto per mostrare ai genitori la
propria offerta formativa e per sostenerli
ed aiutarli nella scelta della scuola superiore dei loro figli, informandoli sulle
tante opportunità che l’istituto propone.
«Sono veramente tante le novità del
nostro liceo e ci terrei a diffonderle sostiene la dirigente Rosa Celardo - in
primis rassicurare i genitori che per
l’anno prossimo l’orario scolastico sarà
articolato solo nelle ore antimeridiane,
quindi non più turni pomeridiani. Quello che considero una grande opportunità
per gli studenti che si iscriveranno nel
nostro istituto è il rafforzamento degli
insegnamenti delle lingue che abbiamo
apportato per tutti gli indirizzi cioè nel
liceo delle scienze umane, liceo economico sociale, liceo scientifico, liceo
scientifico sportivo e liceo linguistico.
La nostra società non è più statica ma
dinamica e multirazziale per cui una
scuola efficiente non può ignorare queste esigenze. Saranno introdotti, oltre
all’inglese, il francese, il tedesco e lo
spagnolo in tutti gli indirizzi per cui le
ore di lezione di lingua passeranno a 4
e non più a tre. Verrà inserita la seconda
lingua al liceo scientifico che avrà un
piano di studio internazionale.
Il liceo linguistico effettuerà due ore di
Il liceo «Jommelli» di Aversa
conversazione con docente madrelingua
e non più una sola. Si prevederà la
presenza di un docente madrelingua
in ogni indirizzo, non solo per il liceo
linguistico». Gli allievi del liceo linguistico conseguiranno l’Esabac cioè
il doppio diploma italiano e francese.
Anche il liceo economico sociale offre
un corso di studi molto attuale e prepara
i giovani ad affrontare studi giuridici ed
economici oggi molto seguiti. Il liceo
sportivo consente agli allievi di conseguire brevetti e certificazioni spendibili
già durante gli anni della scuola, nei
villaggi turistici, palestre, centri sportivi. Una scuola dinamica, lo «Jommelli»,
che risponde alle esigenze di una società
sempre più complessa ed articolata.
SCUOLA
Settimana memorabile per l’istituto aversano guidato da Mincione
Lo scientifico
«Fermi» in festa
Dalla cerimonia di benvenuto agli alunni turchi, spagnoli, rumeni e polacchi, che per una settimana
sono stati ospiti degli alunni del liceo cittadino, alla«festa delle eccellenze» per premiare gli oltre
cinquanta alunni che nello scorso anno hanno superato la maturità con la massima votazione
Nicola Rosselli
V
50
eramente
una
settimana
memorabile, quella da lunedi
a venerdi 12 febbraio per il
liceo scientifico “Fermi” di Aversa.
Lunedi 8 febbraio infatti, alla presenza
del senatore Lucio Romano, del viceprefetto Delli Curti, in rappresentanza
del commissario Ruffo, del presidente
provinciale Unicef Emilia Narciso e
di altre autorità, oltre che di tantissimi
docenti, dirigenti scolastici, alunni e
genitori, nell’aula magna del “Fermi”
c’è stata la cerimonia di benvenuto agli
alunni turchi, spagnoli, rumeni e polacchi che, per una settimana sono stati
ospiti degli alunni del liceo cittadino.
Dopo il saluto della preside Mincione,
del viceprefetto Delli Curti e di Emila
Narciso, moderati dai docenti in lingua
inglese Costanza Chirico e Pasquale Pagano si sono susseguiti negli interventi
La «festa delle eccellenze»
gli alunni del “Fermi” e quelli stranieri
che, in lingua inglese, supportati da
magnifici video, hanno illustrato le
caratteristiche dei loro istituti (quadro
orario, progetti ed altro), delle loro nazioni, delle loro città, dei più importanti
monumenti, dei loro prodotti enogastronomici. La cerimonia, iniziata con
l’inno all’Europa e l’inno di Mameli,
eseguiti al pianoforte dalla studentessa
Chiara Ferrandino, si è conclusa con
l’intervento della preside Mincione, e
con alcuni canti della studentessa Serena Barbato per unire aversani, polacchi,
rumeni, spagnoli e turchi in una magnifica sintesi di fratellanza ed amicizia.
Venerdi 12 febbraio, invece, nel solco di
una meritoria tradizione che va sempre
più radicandosi al “Fermi”, c’è stata la
“festa delle eccellenze”, il cui significato è stato messo in luce con significative
espressioni oltre che dalla preside, da
due ex alunni del liceo, il prof. Marcello
Messina, docente universitario ed esponente del Cern del Gran Sasso, e dal
carissimo amico Giampaolo Graziano,
attualmente dirigente scolastico delle
scuole elementari di Trentola, dopo essere stato per molti anni ottimo vicepreside del “Fermi”. Una festa per premiare
gli oltre cinquanta alunni che, nello
scorso anno, hanno superato gli esami
di maturità con la massima votazione.
De Luca affida all’avvocato Nicola Cantone l’azienda ospedaliera salernitana
Il «Ruggi» di Salerno ad un aversano
D
opo Antonio D’Amore, nominato pochi mesi addietro
commissario dell’Asl NapoliNord, una delle più importanti della
Campania, un altro nostro concittadino
è stato scelto dal governatore De Luca
a guidare un altro importante presidio
sanitario della nostra regione. Si tratta
del nostro amico avvocato Nicola
Cantone che avrà la responsabilità di
guidare, con i sub-commissari Oreste
Florenzano e Vincenzo Raiola, il
“Ruggi” di Salerno, azienda ospedaliera di notevole importanza ma
anche con tanti problemi sul tappeto
da affrontare e da avviare assoluzione.
L’avvocato Cantone ha un curriculum
professionale di notevole spessore
essendo stato, tra l’altro, difensore
civico di Aversa, direttore amministrativo dell’Asl Napoli 2, della clinica
Villa Fiorita, consulente legale di vari
enti locali. Per l’avvocato Cantone
la nomina al “Ruggi” rappresenta un
ritorno, atteso che in passato ha già
ricoperto presso l’azienda ospedaliera
salernitana l’incarico di responsabile
del Simes. Dopo la nomina, il neo commissario del “Ruggi” ha espresso la sua
soddisfazione, il suo ringraziamento
per la fiducia accordatagli da De Luca
e soprattutto il suo impegno per risolvere tutti i problemi che, recentemente,
hanno portato alla ribalta della cronaca
Nicola Cantone
l’ospedale salernitano. All’amico avvocato Cantone gli auguri di buon lavoro
nella certezza che anche a Salerno saprà
farsi stimare ed apprezzare per le sue
doti morali, professionali, per la sua
umana disponibilità e per il suo rigore.
Gedean
Il condominio
in...forma!
dell’avv. Maurizio Golia
Tutta la verità sul fondo cassa
L
a riforma del condominio, ha reso
obbligatoria (e non più facoltativa) la costituzione di un fondo per
determinati lavori condominiali, ossia
per lavori di manutenzione straordinaria
e per le innovazioni ed inoltre aveva anche stabilito che il fondo doveva essere
di pari importo all’ammontare dei lavori.
Questo ha provocato diversi quesiti: le
imprese dovevano essere per forza pagate anticipatamente? Restava la possibilità di pagare l’impresa in base allo stato
di avanzamento dei lavori? Era giusto
mettere nelle mani dell’amministratore
somme di un certo rilievo (tutte in una
volta)? Un primo ritocco alla riforma
52 del 2012 è stato apportato dal “Decreto
Destinazione Italia” (D.L. 145/2013),
convertito dalla legge 21.02.2014, n.
9, in vigore dal 22.02.2014, che ha
integrato, per quanto ci interessa, l’art.
1135 c.c. (attribuzioni all’assemblea dei
condomini). L’art. 1135 c.c., al primo
comma, n. 4) disponeva
che l’assemblea doveva provvedere “alle
opere di manutenzione
straordinaria e alle
innovazioni, costituendo obbligatoriamente
un fondo speciale di
importo pari all’ammontare dei lavori”.
Con il nuovo intervento
normativo
è
stato
aggiunto che “se i lavori devono essere
eseguiti in base a un contratto che ne prevede il pagamento graduale in funzione
del loro progressivo stato di avanzamento, il fondo può essere costituito in
relazione ai singoli pagamenti dovuti”.
Con l’integrazione apportata dal D.L.
145/2013, viene rimesso alla decisione
dell’assemblea se costituire detto fondo
in un’unica soluzione ovvero se procedere alla sua costituzione mediante
versamenti successivi,
corrispondenti ai vari
stati di avanzamento
dei lavori previsti nel
contratto di appalto.
Ma c’è da dire che,
anche prima dell’integrazion, si riteneva
tranquillamente che
l’impresa esecutrice
dei lavori poteva
essere pagata anche
alla fine dei lavori, con delle anticipazioni durante l’esecuzione delle opere,
oppure, se concordato, sullo stato di
avanzamento dei lavori ex art. 1666
c.c. Lo stesso dicasi per il pagamento
anticipato all’amministratore. La norma
in questione non dice nulla di come la
somma da destinare al fondo debba essere accantonata. Quindi l’assemblea potrebbe decidere che i singoli condomini
paghino con dei versamenti rateizzati.
A parlare di unioni civili al liceo «Cirillo» anche Alessandro Cecchi Paone
Amore: una questione legislativa?
I
l tema delle unioni civili è di scottante attualità, se ne è discusso anche
ad Aversa al Liceo Cirillo di Aversa,
nell’ambito delle iniziative organizzate
nella “Settimana dello studente”. Lo
scorso 10 febbraio nell’aula magna
del “Cirillo”, durante la conferenza
dal titolo “Amore: una questione legislativa?”, hanno discusso delle nuove
frontiere della famiglia e delle implicazioni legislative il noto giornalista e
divulgatore Alessandro Cecchi Paone,
il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo, il
giornalista aversano Salvatore de Chiara
e il presidente dell’Arcigay Napoli Antonello Sannino. Innanzi ad una platea
di alunni molto attenta ed interessata
sono state illustrate le diverse posizioni
in relazione al matrimonio, al disegno
di legge Cirinnà sulle unioni civili, alla
opportunità di adozione per le coppie
omosessuali, con particolare attenzione
alle posizioni della Chiesa ed alle
implicazioni culturali della percezione
dei rapporti omosessuali nella società
attuale. Il dibattito è scivolato via con
toni molti pacati anche sui punti più
controversi, coinvolgendo direttamente
gli studenti che hanno potuto intervenire
e porre domande e considerazioni anche
attraverso la trasmissione in streaming
della conferenza in tutte le classi. Tutte
le iniziative della settimana dello studente sono state organizzate e gestite
direttamente dai rappresentanti degli
studenti, primi fra tutti Mariano Scuotri
Il convegno presso il liceo «Cirillo»
e Antonio Rascato, con la supervisione
della preside Dolores Russo e dei
docenti della scuola, in un’ottica di
rilancio e promozione dell’immagine
dello storico liceo “Domenico Cirillo”.
Lello Ponticelli
53
STORIE
Le litigate tra le due erano veri spettacoli a cielo aperto, come nella migliore tradizione napoletana
Le due cognate: a’
barunessa e a’ casalese
La situazione non si è mai risolta, neanche con la morte dei rispettivi mariti, che almeno in
questo trovarono pace: le «lumera», «vajassa» ed altri epiteti del genere continuarono ad
echeggiare sulla strada e nella austera scala del quattrocentesco palazzo aversano
Salvatore di Grazia
E
54
ro bambino e me le ricordo ancora come se fosse ieri, Anna “à
barunessa” e Maria “à casalesa”.
Erano cognate, sposate a due fratelli, la
prima a “masto Tore” e la seconda a Nicola “ò casalese”. Entrambi taglialegna,
Nicola era soprannominato così perché
aveva lavorato in prevalenza nel casalese. Le due famiglie occupavano i bassi
adiacenti al portone del vetusto palazzo
di famiglia, “addret à scalella” a loro
spettanti dopo la spartizione in verticale
del palazzo a seguito della morte del
“patriarca” Pasquale. Andavano tutti
d’accordo, il palazzo era tranquillo…
se non ci fossero state le due donne a
movimentare la giornata. Anna era un
tipo “tosto”, capace di mettere in riga
gli otto figli con un solo sguardo… e
forse anche il marito.
Maria, nativa di Casal di Principe era
anch’essa un tipo battagliero, e ne sapevano qualcosa figli, figlie… e Nicola. In
più, aveva un grosso problema: beveva!
Una legge della fisica insegna che due
poli uguali si respingono, e così era per
le due donne. Chi ha iniziato a lanciare
il primo insulto non è dato sapere, ma “à
casalese” è l’indiziata principale per via
della sua naturale indole provocatoria,
era “n’appicciapagliaro”, “nà fucèlèra”
come si diceva una volta. Le litigate tra
le due erano veri spettacoli a cielo aperto, direttamente in strada, come nella
migliore tradizione napoletana. Maria
beveva, e assente o defilatosi il marito,
sfogava quello che aveva dentro contro
la prima cognata che aveva a portata di
mano, e la più vicina era Anna. D’altronde con chi poteva litigare? Dopo di
lei c’era il Pime pieno zeppo di futuri
missionari, e nun era cosa, di fronte
c’era il suo “ciardino” e mica poteva
Il palazzo «addret à scalella» teatro delel storiche litigate tra le due cognate
Anna era un tipo
«tosto», capace di mettere
in riga gli otto figli con un solo
sguardo. Maria era anch’essa
un tipo battagliero
e in più ...beveva!
litigare “cò putrusino”, le altre cognate
non erano a portata di mano, rimaneva
Anna, mentre l’altra cognata, “Filumena à chiacchiaressa”, abitante nel
basso prima di Anna, era impegnata nel
negozio del marito, “miezz’ò sieggio”.
In vino veritas dicevano gli antichi e
chissà: in quei momenti di furia etilica
Maria sfogava contro Anna tutta la sua
frustrazione, rabbia, forse invidia. La
insultava chiamandola “à barunessa
do…” ironizzando pesantemente sul
soprannome nobiliare di Anna e sugli
affini. Anna, da par suo, rispondeva per
le rime, definendola “una di strada” e
ricordandole da dove il marito l’aveva
tolta e come “l’aveva coperta”. Frasi
e contenuti sibillini il cui significato a
noi bambini non era dato conoscere. Le
litigate tra le due erano uno spettacolo
sanguigno, verace, con il parentame
ed il vicinato a volte divertito a volte
“sfrastriato” per la monotonia degli
insulti. Avete presente “la scena delle
ingiurie” nella Gatta Cenerentola?
Lo stesso, ma a due voci, e pare che
qualche volta andarono anche a vie di
fatto, ma spero di no, per Maria. Lei era
mingherlina, Anna aveva la stazza di un
lottatore di sumo.
La situazione non si è mai risolta, neanche con la morte dei rispettivi mariti,
che almeno in questo trovarono pace: le
“lumera”, “vajassa” ed altri epiteti del
genere continuarono ad echeggiare sulla strada e nella austera scala del quattrocentesco palazzo. Fortunatamente i
figli di Maria andavano d’accordo con
tutti, tant’è che una sua figlia sposò un
cugino, previo consenso del Vescovo
visto che il suocero gli era anche zio,
essendo fratello di zio “masto Tore” e
di papà “Nicola ò casalese”. La prima
ad “andarsene” fu Maria e da quel
giorno quel tratto di strada ed il palazzo
stesso ripresero il loro secolare sonnacchiamento.
ADDII
Tra le sue pubblicazioni la più importante è stata «Quaestiones Aversanae»
Addio a Lello Moscia,
studioso d’altri tempi
La morte, purtroppo, non gli ha consentito di portare a termine il suo ultimo lavoro nel quale
trattava del toponimo Aversa e la figura di Rainulfo, avvalendosi di antiche fonti storiche e di un
supporto linguistico-semantico-etimologico
Geppino De Angelis
Q
56
uando ti arriva la notizia della
morte di un amico che hai sempre stimato per le doti morali e
professionali, per il suo carattere mite,
per la sua lealtà, è come se un pezzo
della tua vita ti abbandonasse. E’ quel
che abbiamo avvertito nel momento in
cui abbiamo appreso della morte di Lello Moscia. Laureato in Giurisprudenza,
Lello dopo aver vinto un concorso
pubblico, aveva iniziato la sua carriera
di funzionario statale presso l’Inam di
Mestre (Venezia), diventando via via
dirigente presso l’Inam di Napoli quale
esperto di pratiche per stranieri, chiudendo poi la sua carriera quale caposezione
del personale in ambito legale ad Aversa.
A prescindere dal suo lavoro professionale, Lello Moscia aveva un
amore sviscerato per la ricerca storica
sulla nostra città, dando alle stampe
numerose pubblicazioni, prima tra le
altre, nel 1977, “Aversa tra vie, piazze e
Lello Moscia
chiese”, collaborando con la “Rassegna
storica dei Comuni”, col “Basilisco”
(da noi diretto). A nostro avviso, però,
la pubblicazione più importante di Lello
Moscia è “Quaestiones Aversanae”
editata nel 2012 a cura dell’Assessorato
alla Cultura del Comune di Aversa
retto da Nicola De Chiara, mentre nel
novembre del 1990 in occasione della
venuta del Papa, il nostro amico curò la
pubblicazione di interessanti opuscoli.
La morte, purtroppo, non gli ha consentito di portare a termine l’ultimo lavoro
nel quale trattava del toponimo Aversa
e la figura di Rainulfo, avvalendosi di
antiche fonti storiche e di un supporto
linguistico-semantico-etimologico. Le
riflessioni che rappresentano la naturale
prosecuzione delle argomentazioni
svolte in “Quaestiones Aversanae” in
cui aveva contestato in modo logico
e documentato l’infondatezza della
tesi che accreditava alla nostra città
un’origine etrusca, sostenendo invece
che quell’origine andava collocata in
un ambito storico prettamente romano.
Con la scomparsa di Lello, il mondo
culturale di Aversa perde un notevole
pezzo. A tutti i familiari, in modo particolare al fratello prof. Giacomo, nostro
ottimo collaboratore al “Mattei” di Aversa, le nostre personali, affettuose condoglianze e quelle del nostro periodico.
Con Lello se ne va uno dei più significanti tasselli della storiografia locale
Moscia, una correttezza morale senza pari
L
ello Moscia è stato uno dei
nostri migliori amici e coetanei
ed abbiamo percorso insieme
un lungo e comune viaggio di ricerche
cominciato dai banchi di scuola. Da
quando, studenti del liceo, scrivevamo
sulla celeberrima Gazzetta Aversana,
sulla quale Lello ha sempre brillato
per le sue acute rubriche critiche ma
costruttive, tese principalmente al bene
e progresso di Aversa. Di ritorno dalle
nebbie lagunari del nord-est, Lello
ha ripreso con maggiore impegno il
suo hobby giornalistico accettando di
curare i resoconti della rubrica culturale
del Centro Merolla, di cui ha fatto un po’
da brillante cassa di risonanza. Questo
lavoro acuto ed importante gli ha dato gli
onori della ribalta; e, l’aver conosciuto
tanti personaggi noti culturalmente,
lo ha incoraggiato ad approfondire il
campo delle ricerche storiche.
L’amico Lello Moscia, discretissimo per
natura, è stato soprattutto - visto sotto il
profilo umano - una persona perbene, un
uomo onesto e laborioso che ha basato
- come pochi altri - l’intera esistenza
su una correttezza morale senza pari
mantenendosi sempre lontano dalle
polemiche spicciole e improduttive…
tanto
diffuse
nell’ambiente
professionale specifico e nella zona.
Con lui se n’è andato uno dei più
significanti tasselli della storiografia
culturale aversana degli ultimi anni,
difficilmente rimpiazzabile, uno di quei
pochi che ha saputo illustrare la nostra
città (e non solo) come solo sanno fare
coloro che hanno a cuore le cose senza
rincorrere alcun interesse personale.
Ai familiari sconsolati formulando
loro le nostre più sentite condoglianze
e invitandoli ad essere orgogliosi del
caro scomparso.
Antonio Marino
STORIA NOSTRA
La «replica» del Canova fu donata dal fratellastro al cardinale Consalvi
I busti di Domenico
Cimarosa a Roma
Un altro busto marmoreo del Cimarosa, alto poco più di cm 65 cm. è quello realizzato dallo scultore
senese Barbato Cipriani e che si osserva ai Giardini del Pincio. La terza testimonianza è la statua di
gesso a figura intera realizzata da Ercole Dante per Villa Torlonia sulla Nomentana
Franco Pezzella
L
58
e fonti, specificamente il D’Este
e il Cicognara, riportano di una
replica, eseguita nel 1822, donata dal fratellastro del Canova, Giovan
Battista Sartori, al cardinale Consalvi,
e successivamente pervenuta alla famiglia del cardinale Pietro Vidoni. La replica è stata riconosciuta da Ferdinando
Mazzocca nel busto ancora conservato
presso la stessa famiglia cremonese ed
esposta alcuni anni fa a Forlì nel corso
della mostra “Canova L’ideale classico
tra scultura e pittura” con la corretta datazione 1816 riportata peraltro nell’epigrafe sottostante (A Dom:co Cimarosa /
Cimarosa, il busto del Canova del 1822
Napoletano/ Esimio maestro di musica/
Nato MDCCXLVIIII morto MDCCCI /
Ercole Card:Consalvi /MDCCCXVI).
Un modello in gesso del busto, dello
stesso Canova, leggermente più alto, 66
cm. è conservato, invece, a Possagno,
nei pressi di Treviso, nella locale Gipsoteca (n. 224).
Un altro busto marmoreo del Cimarosa,
alto poco più di cm 65 cm. è quello che
realizzato dallo scultore senese Barbato
Cipriani si osserva ai Giardini del
Pincio. La scultura, che poggia su un
piedistallo, raffigura il musicista a mezzo busto col viso leggermente rivolto
verso destra. I tratti iconografici fondamentali sono ripresi dalle raffigurazioni
STORIA NOSTRA
tradizionali anche se l’espressione
esprime un tono di severa meditazione
e di nobile e distaccata austerità che si
concentra e si approfondisce soprattutto nel gioco dei piani facciali e nello
sguardo. La realizzazione del manufatto
origina dal decreto del 28 maggio 1849
con il quale il triumvirato che governò
la cosiddetta Seconda Repubblica Romana, nei cinque mesi che questa operò
in Roma estromettendo Pio IX dai suoi
poteri temporali, stanziò un fondo straordinario di 10.000 scudi «per venire
in soccorso di quegli artisti, pittori e
scultori che mancano di lavoro».
In particolare l’articolo 3 del decreto
prescriveva che i «lavori di scultura
saranno dedicati a rappresentare in
erme i grandi uomini italiani». Da
questo decreto derivò successivamente
la decisione, anche per motivi squisitamente patriottici, di collocare i busti al
Pincio. Il repentino ritorno da Gaeta del
pontefice, dopo l’occupazione francese
di Roma, congelò, però, l’attuazione
del progetto sicché i busti già commissionati e realizzati furono provvisoriamente depositati in un magazzino di
Palazzo Borromei, sede del Ministero
del Commercio. Nel 1850 lo stesso ministero affidava alla Commissione so-
printendente alla pubbliche passeggiata
presieduta dall’architetto Luigi Poletti
i busti perché fossero collocati al Pincio. Tuttavia, per ragioni burocratiche
e lungaggini amministrative la loro
collocazione fu portata a compimento
soltanto nella primavera del 1852. Al
momento lo stato di conservazione del
busto, che porta inciso al piede la scritta
«D. Cimarosa», è pessimo per le molteplici scheggiature al volto e i numerosi
rifacimenti. L’autore, Barbato Cipriani
(Siena 1782 - post 1859), fratello di
Giovan Battista, pittore, e Galgano,
incisore, compì gli studi a Roma dove
fu allievo di Stefano Ricci.
La terza e ultima testimonianza iconografica del Cimarosa è quella realizzata
in forma di statua di gesso a figura
intera da Ercole Dante per Villa Torlonia sulla Nomentana. La statua adorna,
con le statue di Metastasio, Posidippo e
Goethe, una delle quattro nicchie che si
aprono nell’arcoscenico del teatro della
Villa. Il gruppo è parte integrante di
nutrita serie di statue di poeti, letterati
e commediografi realizzate da artisti
appartenenti allo studio dello scultore
danese Bertel Thorvaldsen. Fanno
compagnia alla statua di Cimarosa, infatti, le statue di Shakespeare, Racine,
Euripide e Rossini di Vincenzo Gajassi;
quelle di Mozart e Sofocle di Cesare
Breglia; di Eschilo, Goldoni, Melpomene, Corneille, Schiller e Talia di Angelo
Bezzi; quelle di Alfieri, Monti e Bellini
di Giovanni Albertoni; di Menandro e
Haendel, infine, di Domenico Moroni.
Il teatro risale al 1841 quando fu
commissionato dal principe Alessandro
Torlonia all’architetto Quintiliano Raimondi per festeggiare le sue nozze con
Teresa Colonna, ma per diversi motivi i
lavori terminarono solo nel 1874.
Una fonte documentaria del luglio del
1843 ci rende noto che per la realizzazione della statua di Cimarosa - che
risulta molto danneggiata alla pari della
maggior parte delle statue per via del
lungo periodo di abbandono sofferto
dalla villa nel dopoguerra dopo essere
stata residenza ufficiale di Mussolini a
Roma - Ercole Dante percepì duecento
scudi. Lo scultore, di cui si hanno notizie dal 1838 al 1917, è noto per essere
l’autore delle statue di Diana e Acate e
del gruppo Ganimede rapito dall’aquila
già nel demolito Palazzo Torlonia di
Roma ora variamente dislocate in vari
ambienti del secentesco Palazzo Corsini.
2 - fine
59
STORIA NOSTRA
Filippo Saporito lanciò la campagna di adesione: socio benemerito con una quota unica di cento lire
Croce Rossa, «miglior
titolo nobiliare» per l’epoca
Il Preside del liceo ginnasio «Cirillo» di Aversa, il prof. Stanislao Erasmo Mariotti, seppe
coinvolgere alunni e corpo insegnante: per la Croce Rossa si raccolsero 200 lire e quell’atto
di solidarietà valse all’Istituto il plauso del Comitato e un onorifico diploma
Enzo Della Volpe
I
60
l nuovo Comitato si adoperò non
poco nella campagna soci. Ci si
rivolse anche ai Comuni limitrofi,
in quanto appartenenti al distretto di
Aversa. Il Presidente, Filippo Saporito,
inviò ai sindaci la seguente missiva:
«Compio il dovere di partecipare alla
S.V. Ill.ma che, fin dal 7 novembre u.s.
si è costituito … un Comitato distrettuale della Croce Rossa, di cui ho l’onore
di essere presidente. Non ho bisogno
di intrattenere la S.V. Ill.ma su l’alta
importanza umanitaria della mondiale
Istituzione. Essa vive di un programma
che non conosce confini geografici o
politici, né differenze di razza o di reli-
Il busto di Filippo Saporito nell’Opg di Aversa
gione, perché si appoggia
ai sentimenti eterni della
carità e dell’amore…
Ricordo che, con la quota
minima di lire cinque
all’anno, ogni cittadino
può diventare socio temporaneo della benemerita
Istituzione, mentre, con
una quota unica di lire
cento, si diventa soci perpetui, e con offerte maggiori si acquisisce titoli
di benemerenza. Speciale
titolo di benemerenza
è riservato anche a chi
procuri almeno 40 soci
al Comitato di distretto…
STORIA NOSTRA
Sicuro di averla solerte cooperatore
nella doverosa iniziativa, gradirei un
cenno di assicurazione con la restituzione della scheda che le accludo, riempita
delle firme degli aderenti.»
La Croce Rossa di Aversa nasceva come
associazione “patriottica” legata alle
ideologie moderne, sull’impostazione
del suo fondatore, 1864, lo svizzero
Henry Dunant (Dunant nel 1901 fu il
primo a ricevere il Nobel per la Pace).
Nasceva all’interno di una realtà politica
moderato-liberale; il “motore” dell’organizzazione fu il dott. Filippo Saporito
(Presidente per le Opere Federale di
Assistenza e Propaganda Nazione) che,
19 mesi dopo, vantava già 724 soci.
Il Preside del “Liceo Ginnasio Cirillo”
di Aversa, il prof. Stanislao Erasmo
Mariotti, seppe coinvolgere alunni e
corpo insegnante dell’Istituto, per collaborare con la Croce Rossa si raccolsero
200 lire. Quell’atto di solidarietà valse
all’Istituto il plauso del Comitato e un
onorifico diploma: «Vada ad ognuno di
quei buoni giovanotti, che iniziano così
bene la loro vita civile, l’espressione
della riconoscenza del Comitato, con
l’augurio che l’obolo da essi versato,
valga a ciascuno come il talismano
che li preservi dalle insidie della vita
e li avvinca per tutta la loro esistenza
ai sacri doveri verso la Patria e L’Umanità». Con la Croce Rossa Italiana,
associazione umanitaria internazionale,
era possibile raggiungere i nostri prigionieri di guerra, metterli in contatto
coi propri cari e inviare loro pacchi. Al
fronte vi erano state notevoli perdite di
vite umane, c’era stato Caporetto. Si ebbero ripercussioni anche sui civili, per
Il «motore»
dell’organizzazione
fu il presidente Filippo
Saporito che dopo soli 19
mesi vantava già 724 soci
per il Comitato distrettuale
della Croce Rossa di Aversa
la nostra città la catastrofica sconfitta
segnò l’arrivo di altri profughi. Furono
donati indumenti, scarpe, sussidi alimentari e medicinali, soprattutto latte
per i bambini.
Per tutta la durata della guerra furono
importanti le pubblicazioni del periodico “Volontariato Civile di Aversa”,
poi “Bollettino della Croce Rossa e del
Volontariato Civile di Aversa”. Il Bollettino, responsabile il dott. Saporito, pubblicava nomi e foto dei nostri militari al
fronte. In ultima pagina c’era il consueto
rendiconto finanziario generale con le
offerte ricevute dai benefattori. Riportiamo uno dei tanti annunci apparsi sul
Bollettino: «Il miglior titolo nobiliare,
la più alta onorificenza nei tempi nostri,
è il distintivo della Croce Rossa. Ogni
cittadino può acquistarlo pagando una
contribuzione di lire cinque all’anno o
cento lire per una sola volta ...». Anche
il ricavato della vendita del Bollettino
contribuiva alla causa.
A guerra terminata non tutto era finito,
bisognava ancora assistere le famiglie
degli invalidi e orfani di guerra. Nella
sala consiliare il Sindaco volle porgere
un ringraziamento particolare al Presidente degli Stati Uniti, Tomas Wilson.
(per la sua opera ai trattati di pace
Wilson fu insignito, 1919, del Nobel
per la Pace). Motti dedicò a Wilson una
delle strade più prestigiose di Aversa,
Via Seggio, che non fu la sola, dopo
la guerra, a cambiare denominazione.
Nella seduta consiliare del 5 marzo
1919 furono deliberati festeggiamenti
per il rientro in Aversa del Reggimento
“Foggia” reduce dal fronte.
2 - fine
61
MUSICA
Grande attesa per il concerto che il violinista terrà il 5 marzo al Teatro Bolivar di Napoli
Amirante, artista dalle
mille potenzialità
La sua musica coinvolge, entusiasma e crea ammirazione anche nell’ascoltatore più profano.
Il talento aversano al Teatro Bolivar di Napoli sarà diretto dalla cantante e attrice M’Barka Ben
Taleb. Dalla Libreria sociale il Dono parte il «tifo» aversano con un bus di supporters
Italia Mauriello
G
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rande attesa per il concerto che
si terrà il 5 marzo 2016 al Teatro Bolivar di via Bartolomeo
Caracciolo a Napoli del talentuoso violinista aversano Eduardo Amirante (nella
foto). Il giovane maestro, virtuosista di
livello internazionale, ha intrapreso gli
studi dello strumento tanto caro a Paganini. La sua predisposizione naturale
verso il violino lo ha portato a bruciare
le tappe di studio, laureandosi in pochissimi anni al Conservatorio San Pietro a
Majella di Napoli. Ha poi continuato a
perfezionarsi negli studi con il maestro
Antonio Arciprete ed il maestro Felice
Cusano.
Sin dagli inizi ha intrapreso oltre al
percorso di studi anche una intensa
carriera concertistica, collaborando con
prestigiose accademie italiane e seguendo percorsi musicali non solo legati al
genere classico, ma anche al jazz e al
contemporaneo. Chi lo ha ascoltato sa
bene che Eduardo Amirante il violino
lo fa parlare. La sua musica coinvolge,
entusiasma e crea ammirazione anche
nell’ascoltatore più profano. Ed è per
questi motivi che la cantante e attrice di
origini tunisine e napoletana di adozione M’Barka Ben Taleb, che ricordiamo
nei film Passione e Gigolò per caso di
John Turturro, ma anche e soprattutto
per aver portato le melodie del classico
partenopeo al mondo arabo, attualmente
direttore artistico del Teatro Bolivar, il
cui motto è Libera l’Arte, in un cartellone ricco di nomi di talento ma anche
popolari, ha voluto puntare sul giovane
aversano, artista emergente, ma dalle
mille potenzialità e dal valore artistico
indiscutibile.
Ad affiancarlo nel concerto del cinque
marzo il bravissimo pianista Marco Fiorenzano, mentre al double bass ci sarà
Umberto Lepore, e Emiliano Barrella
ai drums. Insomma, quattro eccezionali
musicisti per l’Eduardo Amirante Ensemble e per un concerto da non perdere.
Per questo alla Libreria Sociale il Dono
di piazzetta don Diana ad Aversa sarà
possibile ricevere informazioni in quanto ci sarà anche un bus di supporters e
fan che partirà dalla città normanna per
sostenere un figlio di questa città e noi
di Nerosubianco, che da queste pagine
promuoviamo il bello della nostra terra,
non potevamo mancare. Il costo del
biglietto per il concerto è di soli dieci
euro per due ore di bellissima musica.
Alla libreria «Il Dono» la presentazione de «Il nuovismo realizzato»
Il filosofo Michele Prospero ad Aversa
S
ara’ ad Aversa venerdì 26 febbraio prossimo, alle ore 18,30, presso la libreria sociale «Il Dono»
di Aversa, il filosofo romano Michele
Prospero, saggista, editorialista su
varie testate e riviste nazionali nonché
docente di Filosofia del Diritto presso
l’Università La Sapienza di Roma.
L’occasione è offerta dalla presentazione del suo ultimo saggio dal titolo
«Il nuovismo realizzato. L’antipolitica
dalla Bolognina alla Leopolda», opera
che sta facendo molto discutere in
campo nazionale.
L’evento è proposto dal Laboratorio
Germinal, neo-associazione culturale
promossa dal «nostro» Mario Francese,
in collaborazione col Network per il
Socialismo Europeo.
Ad affiancare Francese nell’introduzione ci sarà Giovanni Cerchia, docente di
Storia Contemporanea presso l’Università del Molise.
Il «nuovismo», su cui è incentrato il
libro di Prospero, non è altro che l’esaltazione acritica del nuovo, delle novità e
del cambiamento, ovvero il «filo rosso»
che lega le vicende politico-culturali
italiane degli ultimi vent’anni: dalla
dissoluzione della Sinistra a Berlusconi,
dall’antipolitica grillina al trionfo del
renzismo.
Michele Prospero
Con una «filosofia politica del presente», Prospero propone, dunque,
una lettura controcorrente dei processi
di crisi della Seconda Repubblica,
analizzandone cause e conseguenze
dell’inevitabile declino del nostro
sistema politico.