NSB N° 3 del 21 FEBBRAIO 2016
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NSB N° 3 del 21 FEBBRAIO 2016
N. 3 | ANNO XIX | 21 FEBBRAIO 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it ROSSI ESCLUSO DALLE PRIMARIE. NEL PD E’ GUERRA APERTA TRA CORRENTI LA SENESI MIRA AD AUMENTARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA AVERSA TURISMO CELEBRA I 994 ANNI DI AVERSA Rino Freda, una morte che lascia sgomenti Amirante, violinista dalle mille potenzialità Al «Cirillo» Cecchi Paone discute di unioni civili ODI E R ANCORI DIVIDONO SINISTR A, DESTR A E ...GRILLINI MA CHE BELLA POLITICA! L’EDITORIALE STORIA NOSTRA di Giuseppe Lettieri SOMMARIO Vicini al voto, che confusione! 8 Ladellesceneggiata Primarie Sicurezza stradale 18 e musical cancellato N Strada con due nomi 30 primato ad Aversa la Coppa 41 Pallavolo, Italia ad Aversa una 48 Jommelli, scuola dinamica Il filosofo Prosepro 62 ad Aversa PERIODICO DI CULTURA VARIA DELL’AGRO AVERSANO Anno XIX n° 3 - 21 Febbraio 2016 Direttore Responsabile Giuseppe Lettieri Direttore Editoriale Nicola De Chiara Consulente di Redazione Giuseppe Cristiano Coordinamento Editoriale Vito Faenza Segreteria di Redazione Raffaele De Chiara ella confusione politica che regna sovrana nella nostra città, l’unico dato certo è che domenica 6 marzo il centrosinistra terrà le primarie per decidere chi tra Luigi Menditto, di area moderata, e Marco Villano del partito democratico, sarà candidato a Sindaco nelle prossime Amministrative. Assente dalla tornata Guido Rossi che per il suo trascorso di assessore di Sagliocco è stato escluso. Eppure è uno dei pochi “rossi” rimasti nella sinistra aversana. Scherzi a parte, se queste è la giustificazione ufficiale, c’è quella sostanziale che è più aderente alla realtà. La discesa in campo di Rossi ha fatto paura in quanto la sua candidatura poteva convogliare i voti di molti simpatizzanti anche di area politica non proprio di sinistra. Nasce un terzo gruppo nel Movimento Cinque Stelle aversano. Il partito di Grillo, che fino ad alcuni mesi fa viaggiava unitario, appena caduta l’ultima Amministrazione e con l’approssimarsi delle elezioni si è movimentato a tal punto che non sono mancate discussioni più che animate e con l’assalto di tanti che fino a sei mesi fa neanche sapevano cosa fosse il movimento. Nel centrodestra, nonostante Forza Italia sembra uscire allo scoperto con il nome di Domenico (Enrico) De Cristofaro, la situazione è alquanto caotica con tre quattro schieramenti pronti ad esprimere altrettanti candidati a sindaco, se non si dovesse trovare una sintesi. Ed intanto, mentre la politica è alle prese con le sue diatribe, i suo scontri, i suoi interessi, che quasi mai corrispondono con quelli della cittadinanza, notiamo, e pensiamo che i lettori ci daranno ragione, un senso di forte abbandono della città. Dispiace, poi, per la dipartita dell’amico Lello Moscia, storico attento che non ha mai cercato vetrine e gloria, ma ha sempre svolto un intenso e particolareggiato lavoro passando un intera vita sui libri. I suoi testi sulla storia cittadina, tra i migliori in circolazione, sono il suo gesto d’amore verso la nostra Aversa! Così come ci ha lasciati senza parole il gesto disperato di Rino Freda: con lui i Vigili Urbani di Aversa perdono uno dei più solerti e attenti agenti. La Vignetta di Alessio D’Elia ATTEGGIAMENTO ...SINDACABILE Garante dei Lettori Franco Terracciano Fotografie Nicola Baldieri Editore Associazione Dimensione Cultura p.zza Municipio, 22 - Aversa (Ce) Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998 Redazione Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce) Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510 www.nerosubiancoaversa.it e-mail: [email protected] Stampa Printer Group Italia srl Castellammare di Stabia (Na) Distribuzione gratuita Aversa e Agro Aversano Vorrei fare tante cose per Aversa ma non mi sembra opportuno! Commissario, lei ragiona da Sindaco! 3 PRIMO PIANO Il corpo dei Vigili Urbani di Aversa sotto choc per la tragica fine di un collega esemplare Rino Freda, una morte che lascia sgomenti Teatro dell’estremo gesto il cortile della caserma di via San Lorenzo. Freda si è ammazzato nella sua autovettura. Le lettere al Comandante, ad un suo collega e a Luca, un cinese così chiamato che ha un negozio sulla Variante presso il quale Rino trascorreva parte del suo tempo libero Nicola Rosselli U n colpo di pistola al petto, dopo essersi alzato la maglietta, esploso dall’arma di ordinanza. Ha posto fine alla sua esistenza in questo modo Rino Freda, agente di polizia municipale di Aversa, provocando sgomento non solo tra i colleghi, ma anche tra i tantissimi aversani che lo conoscevano. Teatro dell’estremo gesto il cortile della caserma di via San Lorenzo e, in particolare, la sua vettura. 4 Le lettere lasciate e il coltellino per un’amico Il vigile prima di mettere in atto il suicidio, a dimostrazione che era stato pianificato nei minimi particolari, ha lasciato diverse lettere e bigliettini oltre a svuotare il caricatore della propria pistola lasciandovi solo un colpo in canna. Inoltre, all’interno della vettura ha fatto trovare anche il vestito che avrebbero dovuto fargli indossare per il suo ultimo viaggio verso il cimitero di Aversa. All’esterno della sua Citroen un biglietto con il quale invitava i colleghi a non toccare la vettura per non inquinare le indagini della polizia scientifica e a non avvisare la famiglia, di farlo il più tardi possibile. Poi le lettere: al comandante Stefano Guarino, che l’ha trovata sotto la porta del proprio ufficio, una lettera in cui chiedeva tra le altre cose di non essere sottoposto all’esame autoptico e di essere interrato; una seconda lettera è stata indirizzata ad una collega del suo stesso sindacato; una terza a “Luca”, un cinese così chiamato, che ha un negozio sulla Variante presso il quale Rino trascorreva parte del suo tempo libero. Ad un altro amico ha lasciato un coltellino in suo ricordo. Rino Freda (nel riquadro) si è suicidato nel parcheggio della caserma dei Vigili Urbani L’ultimo estremo omaggio dei vigili urbani aversani al loro collega l’essersi accollati le spese sia dei funerali che della sepoltura Le motivazioni del gesto Sulle motivazioni che hanno spinto l’integerrimo vigile urbano a togliersi la vita non c’è univocità. Si parla, comunque di uno stato depressivo che si sarebbe acuito negli ultimi tempi a causa di delusioni sentimentali. Dopo dissidi familiari Freda sarebbe lentamente caduto in uno stato depressivo. Freda era di servizio nel pomeriggio di sabato 13 febbraio. Secondo una prima ricostruzione operata dagli stessi colleghi del vigile suicida, un collega, intorno alle 18, sarebbe giunto al comando per dargli il cambio. Freda non era presente all’interno degli uffici. Un rapido sguardo in cortile ed ha notato la presenza della vettura del collega, una Citroen. Si è avvicinato e ha visto quello che non avrebbe mai voluto vedere. Rino Freda era seduto al posto di guida con il capo reclinato, la divisa intrisa di sangue. Per lui non c’era più nulla da fare. Il vigile che ha trovato il corpo non ha potuto far altro che avvertire il comandante Stefano Guarino. Freda padre di una 14enne Quest’ultimo è immediatamente giunto sul posto ed a lui è toccato anche l’ingrato compito, insieme ad altri colleghi giunti in caserma sotto choch, di avvertire i familiari del suicida. Rino Freda, 53 anni, era sposato e padre di una ragazzina di 14 anni. Noto anche per la sua attività sindacale con la carica di Rsu del Siulp, alla quale PRIMO PIANO era stato confermato per diverse volte. Il commento dei colleghi «In questo momento –ha dichiarato il comandante Guarino- posso solo esprimere il grande dolore per la perdita improvvisa di un collega bravo e serio e non sono parole di circostanza. Anche se di carattere chiuso, nulla faceva presagire un gesto così estremo». Sulla stessa scia i commenti degli altri colleghi, tutti addolorati come se fosse venuto a mancare uno di famiglia. «Negli ultimi tempi – ha affermato un vigile che gli era particolarmente vicino - Rino era particolarmente taciturno. Da quanto sappiamo non aveva problemi particolari. Spesso capitava che quelli di noi che gli erano più amici lo spronavano a parlare, a sfogarsi, ma lui diceva che tutto era a posto, che non aveva nulla di cui lamentarsi». «Un collega, un fratello» «Noi – hanno scritto i colleghi del Siulp lo vogliamo ricordare così il nostro Rino Freda, un collega, un fratello, un nostro dirigente di Aversa. Quando lo abbiamo saputo ci è mancato il fiato. Rino ha deciso di lasciare questa vita. Nella vita arrivano i periodi bui e in momenti di particolare fragilità possiamo non farcela. Tutti dovremmo fermarci un attimo a pensare: la quotidianità ci travolge e non abbiamo il tempo per parlare con un amico e per ascoltarlo, per guardarlo negli occhi e capire che magari oltre il suo ‘va tutto bene’ la realtà e tutt’altra. Un abbraccio infinito Rino… e perdonaci se non abbiamo saputo capire fino in fondo il tuo dramma». Spese dei funerali a carico dei Vigili L’ultimo estremo omaggio dei vigili urbani aversani al loro collega l’essersi accollati le spese sia dei funerali che della sepoltura. Che Rino Freda fosse inflessibile nel suo compito di agente di polizia municipale era noto a molti. Non si fermava davanti a nessuno. Proverbiale l’episodio della contravvenzione elevata alla vettura di proprietà del compianto sindaco Giuseppe Sagliocco per un divieto di sosta in via Roma. I funerali si sono tenuti mercoledì 17 febbraio nella chiesa di Santa Maria a Piazza, gremita da amici e colleghi che hanno voluto salutare per l’ultima volta un integerrimo tutore dell’ordine. 5 POLITICA Dopo anni di governo cittadino è sempre più caos: un labirinto di uomini, di storie e di ...aspirazioni Il centrodestra aversano si fa ...in quattro! Tutti vogliono fare il Sindaco. De Cristofaro e Dello Vicario provano a fare anche delle coalizioni. Luciano Sagliocco aspira ad ereditare il ruolo di leader del fratello. Giuliano si tiene stretti gli ultimi affezionati. Meno male (per loro) che ad Aversa i Cinque Stelle si sono divisi in tre tronconi! Lello Ponticelli A 6 d Aversa, mentre il centrosinistra si avvia alle Primarie del 6 marzo, nel centrodestra è ancora caos con tre o quattro schieramenti potenzialmente già in campo. Gli ex sagliocchiani fanno già pubblicità alla loro lista ma sono profondamente divisi nel loro interno tra la fazione che si riconosce in Luciano Sagliocco (che vorrebbe ereditare il ruolo di leader del fratello), che mira ovviamente a non coalizzarsi con chi ha strenuamente combattuto l’ex Sindaco, e la fazione che si riconosce in Nicola Verde, che vorrebbe ricucire con Forza Italia dell’amico Paolo Galluccio. Poi c’è lo schieramento che si è formato attorno a Gianpaolo Dello Vicario che ritiene sia giunta l’ora anche per lui di sedere sulla poltrona di primo cittadino. Tra lui e Gino Della Valle è così riesploso l’amore a prima vista che li ha visti tanti anni assieme. A dire sì a Dello Vicario anche Mimmo Palmieri (che deve guardarsi dal fratello Nicola, promoter di una lista, “Aversa Solidale”, pronta anche a votare a sinistra) e, soprattutto Nicola Marino, pilastro aversano di “Balena Bianca”. Poi c’è lo schieramento che vorrebbe Sindaco l’architetto Domenico De Cristofaro, sponsorizzato da Forza Italia (o meglio da Mimmo Ciaramella e da Paolo Galluccio), con (non si capisce quante) liste civiche promosse personalmente dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Caserta. Il quarto schieramento vedrebbe, notizia dell’ultim’ora, l’Osservatorio Libero di Paolo Santulli con i reduci azzurri di Palaestra Normanna, vale a dire Pasquale Giuliano che guida gli affezionatissimi Nicla Virgilio, Elia Barbato e Luciano Luciano. Alla finestra del centrodestra con la sua annosa e personale idea (e cioè Mariano D’Amore sindaco) c’è Armando Lama. E poi, ancora, altre liste civiche che si stanno formando. Insomma, la corazzata centrodestra rischia di portare al ballotaggio nelle elezioni di giugno solo una minuta parte con tutti i rischi del caso. Trovare la sintesi in questo labirinto di uomini, di storie e di aspirazioni non sarà facile. Meno male che ad Aversa i Cinque Stelle si sono divisi in tre tronconi! IL COMMENTO Due ex democristiani di «fuori paese» hanno distrutto quel poco che rimaneva del glorioso Pci La sceneggiata delle Primarie Rossi escluso se non per il fatto di essere stato, due anni prima, assessore in una Giunta di centro destra e avere come primo firmatario della propria candidatura l’ex presidente del Consiglio comunale legato alla precedente coalizione di centro destra Nicola Rosselli A 8 pazziella mano ‘e criature o, se si vuole, a carta ‘e musica mano ‘e cecati. Solo con questi due eloquenti detti si può commentare quanto è avvenuto e sta ancora avvenendo nel centro sinistra aversano dove due ex democristiani di “fuori paese” hanno distrutto quel poco che rimaneva del glorioso Pci e Ulivo successivo. Siamo ai dilettanti allo sbaraglio che giocano sulla pelle di una città che, purtroppo, rimane insensibile. Stiamo parlando, come molti di voi avranno intuito, della sceneggiata delle primarie del centro sinistra alla quale avevano aderito, in un primo tempo, il Luigi Menditto consigliere comunale uscente del Partito Democratico Marco Villano, l’ex consigliere comunale e provinciale Udc Luigi Menditto e l’ex assessore della giunta guidata dal compianto sindaco Giuseppe Sagliocco, Guido Rossi. Quest’ultimo è stato repentinamente bocciato, escluso senza una motivazione particolare se non per il fatto di essere stato, due anni prima, assessore in una Giunta di centro destra e avere come primo firmatario della propria candidatura l’ex presidente del consiglio comunale legato alla precedente coalizione di centro destra. Al di là dei commenti che ognuno di noi potrà fare sulla vicenda, quello che risalta agli occhi di tutti è la superficialità IL COMMENTO con la quale è stata affrontata l’intera vicenda, dalla nascita della coalizione con i diversi inviti ad associazioni e partiti sino alla redazione di un regolamento che nulla di importante dice. Si vuole dare vita ad una coalizione di duri e puri? Allora certe regole vanno scritte prima e chiaramente. Successivamente non si può cancellare l’adesione di Rossi, suffragata da oltre 700 elettori che si dicono di centrosinistra, anche se tra questi c’è il nome, per qualcuno politicamente famigerato, di Peppe Stabile. Soprattutto se solo qualche mese prima il Partito Democratico i voti di Stabile e di Rossi, per non parlare di quelli di Rosario Capasso (vedi Stefano Graziano) se li è presi dopo esserli andati a cercare. Credo che nessuno, in questo tourbillon preelettorale, possa mettersi a rilasciare patenti di purezza politica anche perché, soprattutto nel Partito Democratico i duri e puri sono oramai pochi. Il Partito è rimasto, infatti, in mano agli ex democristiani che quasi sempre hanno militato in più partiti prima di giungere da questa parte e spesso lo hanno fatto solo perché c’era più spazio per le loro velleità. Se Rossi è di centro destra lo è anche il candidato a Sindaco dell’Udc Luigi Il municipio di Aversa Si vuole dare vita ad una coalizione di duri e puri? Allora certe regole vanno scritte prima e chiaramente! Menditto (non me ne voglia Luigi, serve solo per il ragionamento), considerato che anche Luigi Menditto è stato consi- gliere comunale e provinciale di centro destra sino a poco fa con lo scioglimento del Consiglio provinciale. A questo punto, premesso che ognuno di noi può essere folgorato, da aversani, sulla via di Damasco, come il nostro santo protettore, chi può arrogarsi il diritto di rilasciare patenti, soprattutto se mancano regole su come rilasciarle? Non ci sorprenderemmo, a questo punto, se un’eventuale vittoria alle Primarie di Menditto, consiglierebbe al Pd di calare un candidato Sindaco dall’alto. 9 POLITICA L’ex assessore al bilancio escluso dalle Primarie, ma il regolamento non è stato rispettato Il centrosinistra dice no a Guido Rossi Rossi bocciato non perché è stato assessore di Sagliocco, ma perché sponsorizzato da Oliviero e Caputo (e da Peppe Stabile). Bastava dichiarare l’incandidabilità di chi fosse stato in partiti o governi di centro destra e non ci sarebbero state «infiltrazioni» Antonio Arduino G 10 uido Rossi fuori dalle primarie della coalizione di centro sinistra per paura di perdere, non per un intervento finalizzato ad evitare infiltrazioni del centro destra nelle primarie della coalizione di centro sinistra come i responsabili locali e non solo del Pd si sono impegnati ad affermare. Basta leggere il regolamento delle primarie di coalizione per rendersene conto. Il documento che non fa cenno al divieto di partecipazione per aspiranti candidati che abbiano fatto parte di governi di centro destra ma impone, oltre alla condizione di essere cittadini residenti ad Aversa in possesso dei requisiti Guido Rossi Ital Funeral Associated srl Citarella Dal 1950 operiamo nel settore funerario, mettendo a disposizione la nostra esperienza e professionalità. OPERIAMO IN TUTTI I COMUNI Sede sita in Aversa Via Belevedere n.77 Tel.Uff. 081/8901120 Fax 081/8905956 email [email protected] Trasporti nazionali ed internazionali Disbrigo pratiche e documenti Servizi funebri completi Cremazioni - Tumulazioni Inumazioni Esumazioni - Estumulazioni Convenzionati con A.N.P.P.E. Servizi funebri ippotrainati Manifesti Fiori Ricordini POLITICA di legge che li rendano eleggibili alla carica, esclusivamente due condizioni: la presentazione di almeno 400 firme a sostegno della candidatura, fatta eccezione per candidati unici presentati da esponenti di partiti di centrosinistra, e la dichiarazione di essere iscritti o elettori di uno dei partiti della coalizione, dichiarazione chiesta anche ai votanti per i quali è sufficiente dichiarare anche solo di essere sostenitori della coalizione di centro sinistra. Nessun cenno all’esclusione per chi ha fatto parte di Il regolamento delle Primarie non fa cenno al divieto di partecipazione per aspiranti candidati che abbiano fatto parte di governi di centro destra governi di centro destra; del resto a livello nazionale il Pd ha accolto Verdini e Forza Italia senza battere ciglio. Eppure la candidatura di Guido Rossi è stata bocciata malgrado il commercialista, ex assessore tecnico della giunta Sagliocco per soli due anni, avesse tutte le carte in regola per partecipare, essendo stato sia accompagnato nella sezione del Pd da due prestigiosi elementi del partito, quali sono l’europarlamentare Nicola Caputo e il consigliere regionale Gennaro Oliviero, ed essendo stato anche elettore di primarie, come potrebbe essere verificato scorrendo gli elenchi dei votanti di quelle primarie. E allora perché no a Rossi se non per paura di perdere? Se fosse valida la scusa addotta dai rappresentanti del partito democratico che avrebbero bocciato Rossi per impedire infiltrazioni di centro destra, perché non inserire nel regolamento una condizione in più per gli aspiranti candidati che impedisse questo tentativo? Bastava dichiarare l’incandidabilità di chi fosse stato in partiti o governi di centro destra e non ci sarebbero state infiltrazioni. Quindi la sensazione che l’esclusione di Guido Rossi sia stata dettata dalla forza che potevano mettere in campo due autorevoli esponenti del Pd come Gennaro Oliviero e Nicola Caputo rimane tutta. Ed anche sul piano squisitamente tecnico, le regole non sono state rispettate. 11 L’INTERVENTO Amministrative, ecco il parere di un autorevole rappresentante della scuola, il preside Gino Fabozzi «Il Sindaco, una persona di provato profilo morale» «Non esistono concorsi per diventare sindaco, nè scuole speciali che ne consentano la formazione, ma è necessario che egli sia una persona di provato profilo morale, ricca di equilibrio, di buon senso e, soprattutto, che si ponga come obiettivo prioritario il bene della città» Geppino De Angelis S 12 eguiamo le (spesso squallide) vicende della politica (?!) cittadina da poco più di sessant’anni ma, senza tema di smentite, siamo dell’avviso che in passato (eppure, non è che mancassero momenti critici) non ci sia mai stato un periodo preelettorale così caotico, così nebuloso, con “transumanze” da uno schieramento all’altro della peggiore specie, con un proliferare di liste civiche, il cui obiettivo per i promotori probabilmente quello di assicurarsi un seggio in consiglio comunale che, da soli, non sarebbe in grado di conquistare. Ritenendo che, in una simile caotica situazione, sia opportuno Gino Fabozzi sentire la voce di quella società civile che i “politicanti” vorrebbero tener fuori dalla vicenda, da alcuni numeri il nostro periodico sta pubblicando gli interventi nuovi professionisti cittadini per ascoltare il loro parere. E così, dopo l’avvocato amministrativista Perla, l’urbanista Alberto Coppola, il penalista Filippo Trofino, il docente universitario Paolo Tanda, riportiamo qui di seguito l’intervento del preside Gino Fabozzi: “Si avvicinano per Aversa le elezioni comunali e assistiamo, da un lato alla ricerca spasmodica di candidati sindaco che mettano d’accordo tutti e, dall’altro, al nascere di liste civiche, che hanno la loro ragione di essere nel fallimento e nella perdita della forza di rappresen- L’INTERVENTO tanza e di credibilità dei partiti politici. Il Sindaco di una città riveste un ruolo importantissimo e rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità. Non esistono concorsi per diventare sindaco, nè scuole speciali che ne consentano la formazione, ma è necessario che egli sia una persona di provato profilo morale, ricca di equilibrio, di buon senso, ma soprattutto che si ponga come obiettivo prioritario il bene della città. Il sindaco, seppur dotato di autonomia funzionale e gestionale, dovrà, comunque, confrontarsi con altre figure dell’amministrazione, per cui dovrà saper distinguere di volta in volta il suo ruolo di “sovraintendente” da quello di gestore e, in un ambito «Il Sindaco di una città riveste un ruolo importantissimo e rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità di cui è il capo» tutt’altro che preciso, saper distinguere le funzioni proprie della carica da quelle dirigenziali, facendo rilevare anche le responsabilità altrui. Per fare questo sarà necessario che il sindaco, che non necessariamente dovrà essere un politico, si “circondi” di uno staff adeguato, preparato ed efficiente. L’importanza delle liste civiche, che non dovranno essere un alibi per politici di vecchia data per riciclarsi prendendo le distanze dagli “errori” passati e rinnegando se stessi ed il proprio percorso all’interno di un partito, bensì la vera espressione della società civile. Esse dovranno essere composte da quei cittadini che, in questi anni, hanno fatto un percorso e si sono adoperati con impegno al servizio del bene comune, cercando di ascoltare le legittime istanze di attingere ad una ricchezza di idee e proposte semplici, realizzabili, sostenibili, ma soprattutto oneste, competenti e di buon senso. Sono così esse potranno portare avanti, con la leadership del sindaco, un programma ben articolato che faccia esclusivamente gli interessi della comunità”. 13 LA SCELTA Nella conferenza stampa in sezione non si è sottratto alle domande dei giornalisti Il Pd presenta il candidato sindaco: è Marco Villano «Il Direttivo all’unanimità ha scelto di convergere sulla mia persona. Le Primarie sono nel dna del Pd». Passando ai temi del programma, Villano pone l’accento soprattutto su tre tematiche: il recupero del centro storico, i lavori pubblici e le politiche sociali. Con lui anche Lello Ferrara e suoi ex assessori Nicola Rosselli P 14 rogramma e rapporti all’interno del Pd passando per la vicenda dell’esclusione dalle primarie di centro sinistra dell’ex assessore al bilancio della giunta Sagliocco, Guido Rossi, sono stati questi i temi toccati nel corso di una conferenza stampa nel corso della quale il Pd aversano ha presentato Marco Villano, candidato alla poltrona di primo cittadino alle primarie di coalizione. Primarie che vedono quale altro concorrente l’esponente della Federazione di Centro Luigi Menditto. Al tavolo, oltre a Villano, la presidente e La presentazione di Marco Villano il segretario della locale sezione, Elena Caterino e Carmine Esposito. «Sento, prima di ogni cosa, - ha dichiarato l’ex consigliere comunale dei Democratici - il bisogno di chiarire che la sfida che abbiamo intrapreso con la mia candidatura alle Primarie del centrosinistra di assumere il governo della città non è la mia sfida, ma è la nostra sfida. La sfida di un gruppo di giovani del Pd che hanno lavorato per un progetto unitario che guardi a come dovrà essere Aversa nel futuro». E a chi gli fa notare che forse è troppo giovane (31 anni) per quella carica, Villano risponde: «Non bisogna personificare la LA SCELTA politica. Io non sono io solo, ma sono parte di un gruppo più ampio. Siamo consapevoli della necessità di un cambiamento profondo nel modo di pensare e di agire, puntando sul coinvolgimento delle competenze che offre il nostro territorio. Inoltre, la mia candidatura è stata sottoscritta dai protagonisti di quella che è stata l’ultima primavera aversana (il riferimento è all’esperienza della sindacatura del Pci Lello Ferrara e, in maniera specifica, a diversi esponenti di quell’esperienza, quali Antonio Massimo, Generoso Rammairone, Marcantonio Abate, ndr) che non faranno mancare l’apporto della loro esperienza amministrativa che in città è ricordata ancora con favore nonostante siano trascorsi oltre 20 anni». Passando ai temi del programma, Villano pone l’accento soprattutto su tre tematiche: il recupero del centro storico, i lavori pubblici e le politiche sociali. Recupero del centro storico guardando a quale tipo di città Aversa intende essere, ponendo al centro anche la mobilità interna che non esiste pur in presenza di un tribunale tra i più grandi d’Italia e di due facoltà universitarie. «Per innalzare il livello di vivibilità occorre – ha continuato il candidato Democratico - programmare e realizzare opere pubbliche, da appaltare mediante procedure di gara celeri nel rispetto della legge e garantendo la trasparenza. Ribadisco, a tal proposito la mia intenzione di dare vita ad un accordo di vigilanza collaborativa con l’Anac di Raffaele Cantone perché la nostra dovrà essere un’amministrazione trasparente». Sul piano più strettamente politico, quando gli viene fatto notare che Rossi, sebbene escluso dalle primarie per aver ricoperto l’incarico di assessore in una giunta di centro destra, era appoggiato da due Democratici di peso quali l’europarlamentare Nicola Caputo e il consigliere regionale Gennaro Oliviero, per cui il Pd potrebbe essere spaccato, Villano risponde: «Sono situazioni presenti un po’ in tutte le Primarie. Le divisioni all’interno del Pd se ci sono non sono ad Aversa dove, il direttivo cittadino, all’unanimità ha scelto i convergere sulla mia persona. Le Primarie sono nel dna del Pd. Una scelta per fare in modo che designazioni importanti siano fatte dagli elettori e non da un’oligarchia». 15 L’S.O.S. Causa l’usura e la pioggia. Accade in via Raffaello ma anche in tante altre zone della città Ad Aversa le strisce blu sono diventate bianche Gli automobilisti non pagano più il ticket per la sosta oraria nonostante che a ricordare la funzione degli stalli restino le paline che segnalano le tariffe. La conseguenza, sotto gli occhi di tutti, è che la città è diventata un enorme parcheggio senza controllo Antonio Arduino L’ 16 Ente comunale non avrebbe i fondi necessari a rinnovare la segnaletica orizzontale e le strisce blu diventano bianche. Accade in via Raffaello ma anche in tante altre zone della città dove, causa l’usura e la pioggia, gli stalli di sosta tracciati in blu sono diventati bianchi. Di conseguenza, ritenendo che il sistema sia cambiato, gli automobilisti non pagano più il ticket per la sosta oraria nonostante che a ricordare la funzione degli stalli restino le paline che segnalano le tariffe. Una segnalazione rimasta, di fatto, collegata solo alle tabelle sulle paline dal momento che gli ausiliari del traffico sono scomparsi quasi ovunque in città, presidiando solo piazze e spiazzi destinati a parcheggio. Del resto, se anche ci fossero, la loro presenza risulterebbe inutile non essendo dotati di potere sanzionatorio da applicare agli automobilisti che “dimenticano” di acquistare il talloncino che dà diritto al parcheggio nelle strisce blu. Per multarli gli ausiliari dovrebbero chiedere sostegno alla polizia municipale che, in sofferenza numerica com’è di fatto il personale, con i tanti servizi che deve assicurare, non potrebbe sicuramente rispondere in tempo reale alla chiamata dell’ausiliario per contravvenzionare chi non rispetta le regole. La conseguenza, sotto gli occhi di tutti, è che la città è diventata un enorme parcheggio senza controllo. Automobili in doppia fila e, qualche volta, in tripla, automobili lasciate sui marciapiedi, davanti a scivoli, portoni e passi carrabili o parcheggiate per ore in vicoli stretti come corso Bersaglieri, dove non solo il parcheggio ma anche la fermata è espressamente vietata, danno ad Aversa l’aspetto di una città fuori controllo. E non basta a modificare l’andazzo qualche intervento sporadico della polizia municipale che in qualche rara occasione controlla zone centralissime come piazza Vittorio Emanuele per liberarle dall’assedio delle auto lasciate in parcheggio in modo selvaggio. Per risolvere il problema, occorre innanzitutto rinnovare gli stalli di sosta, ricolorandoli di blu e poi controllare che le regole vengano rispettate, disponendo un apposito, continuo e costante servizio di polizia municipale. Nuovo gruppo ad Aversa: è il terzo frazionamento a tre anni dalla nascita I Cinque Stelle ad Aversa si fanno in ...tre! I l colpo di mano messo a segno il 26 gennaio scorso da un pugno di 35-36 componenti del Meetup Aversa amici di Beppe Grillo che ha permesso l’elezione di Maria Grazia Mazzoni a portavoce degli attivisti aderenti stravolgendo le regole che si era dato il movimento aversano rischia di far perdere consensi a quella che è apparsa agli elettori l’unica forza nuova presente nel panorama politico nazionale. Perché dopo appena tre anni dalla nascita ufficiale, il primo gruppo di attivisti denominato Movimento Cinque Stelle Aversa (M5S-Aversa) si è frazionato, prima in due, poi in tre, dando vita al Meetup Aversa Amici di Beppe Grillo - ex M5S Aversa - che ha eletto la Mazzoni, al gruppo Aversaa5stelle, infine ad Aversa5StelleCittadininmovimento. È stato quest›ultimo gruppo, ancora prima di ottenere la certificazione di Grillo che permetterà la presentazione di una lista alle amministrative di primavera, a presentarsi alla città in forma ufficiale proponendo nella giornata di ieri sabato 20 febbraio un convegno pubblico sul problema dei rifiuti. Interessante il tema “Rifiuti zero, tra gestione industriale, salvaguardia dell’ambiente e tutela della salute” sviscerato da esperti del settore, finalizzato a dare risposte concrete alle domande rivolte dai cittadini al movimento attraverso a p p o s i t i questionari distribuiti dai gazebo posizionati nei fine settimana nei punti chiave della città. Una proposta finalizzata a confermare la volontà del movimento di ottenere la partecipazione degli elettori alla formulazione dei programmi politici da proporre al Consiglio comunale in caso di elezione. Antonio Arduino LA QUERELLE Si rompe la collaborazione tra «Mamme Coraggio» e la compagnia dei «Figli delle Stelle» Sicurezza stradale e il musical «cancellato» «Oggi sembra che i ragazzi non se la sentano più di tenere il musical. Evidentemente gli è stata raccontata la verità dei fatti in modo anomalo» Il musical «Lascia che...» avrebbe dovuto raccontare le vite spezzate di Mario Grieco, Giovanni Cecchini e Luigi Ciaramella Nicola De Chiara «C 18 on profondo rammarico sono venuto a conoscenza che il musical fissato per il 28 aprile al teatro Metropolitan di Aversa, e che doveva avere altre repliche già programmate a Marano e a Villa di Briano, non si terrà più. Ma la cosa più grave è che l’Associazione Mamme Coraggio non è ancora stata messa a corrente della cosa, dopo aver messo a disposizione dell’autrice e della regista teatrale Emilia Cantile il nostro tempo, la nostra disponibilità e le storie dei nostri sfortunati figli». Esordisce così il segretario dell’Associazione Mamme Coraggio, Biagio Ciaramella, che continua: «Non riesco a comprendere questa Elena Ronzullo e Biagio Ciaramella decisione dopo che per mesi ho notato attorno al progetto tanto entusiasmo e di tante persone». Il musical “Lascia che...” avrebbe dovuto promuovere la sicurezza stradale attraverso il racconto delle vite spezzate di Mario Grieco, Giovanni Cecchini e Luigi Ciaramella. Quando chiediamo a Biagio Ciramella di raccontarci che cosa non è andato risponde: “Il 23 gennaio abbiamo tenuto la conferenza stampa di presentazione del musical presso il Seminario vescovile di Aversa con LA QUERELLE tante istituzioni presenti, compresi il Vescovo Angelo Spinillo, la Prefettura, la Provincia e le Forze dell’Ordine. In quell’occasione mia moglie Elena, responsabile della sezione di Aversa dell’Associazione Mamme Coraggio, ha notato che le storie così rappresentate nel video promozionale non corrispondevano pienamente alla realtà dei fatti. Di consueguenza abbiamo chiesto di rimuovere il video in attesa di modificarlo. Mia moglie ha, poi, chiesto di avere i copioni per agevolare Ciaramella: «Il progetto andrà avanti anche senza la collaborazione della compagnia I figli delle stelle» il compito della regia. Dopodiché, a nostra insaputa, è stata rimossa la pagina facebook che promuoveva l’evento e il contatto su youtube. Oggi sembra che i ragazzi non se la sentano più di tenere il musical. Evidentemente gli è stata raccontata la verità dei fatti in modo anomalo». «A noi dispiace - aggiunge Elena Ronzullo - perché in questo progetto ci credevamo. Mi dispiace per i ragazzi perché il video ed il musical erano destinati a girare livello nazionale. Non capisco la reale motivazione del loro atteggiamento. In fondo avevamo solo chiesto di mettere in scena storie vere». Biagio ed Elena sottolineano che testate nazionali, come Repubblica, e diverse associazioni nazionali avevano dimostrato il loro interesse a portare avanti questo progetto. «Chiedo scusa pubblicamente - chiosa Biagio Ciaramella - al cantautore Vincenzo di Puoti per l’ottimo lavoro svolto con la canzone “Lascia che...”, a Salvatore Maiorana che ha montato il video e che non ha nessuna colpa riguardo i suoi contenuti, a Corrado Capone dell’Accademy Musical & Show, a tutti quelli che hanno collaborato al progetto e alle istituzioni che hanno mostrato la loro disponibilità. Ovviamente ne approfitto per dire che non staremo con le mani in mano. Il progetto andrà avanti anche senza la collaborazione della compagnia teatrale “I figli delle stelle”. 19 L’EVENTO Il 16 ed il 17 aprile l’associazione «Aversa Turismo» celebra i ...994 anni di Aversa «Abbiamo un grande bisogno di cambiare» Saranno coinvolte scuole e parrocchie. Ad ogni scuola sarà abbinato un arciere degli «Arcieri Normanni» per dare vita al «Palio della Solidarietà Normanna». Alla scuola vittoriosa, grazie al suo arciere testimonial, sarà consegnato in premio il «Cencio» realizzato dal Liceo Artistico Livia Fattore A 20 versa va incontro al suo Millennio e celebra il 994° compleanno grazie all’attivismo di AversaTurismo e delle scuole della città dando vita al Primo Palio (della Solidarietà) cittadino con in premio un ‘Cencio’ realizzato dal locale liceo artistico, con tanto di annullo filatelico. La macchina organizzativa dell’Associazione, infatti, si è messa in moto per promuovere la celebrazione di “Aprile 2016: Aversa compie 994 anni”, nuova tappa di avvicinamento al millennio normanno previsto nel 2022, nell’ambito del Progetto Aversa Millenaria. Un attività aperta non solo alla città, ma L’EVENTO anche di preparazione verso l’evento per gli studenti aversani. «L’obiettivo principale - ha dichiarato Sergio D’Ottone, responsabile di AversaTurismo e Console del Touring Club - è quello di valorizzare le origini normanne e medievali di Aversa, al fine di indurre gli alunni a riflettere sull’importanza della conoscenza del proprio territorio e di favorire la maturazione di una precisa identità culturale. A beneficiare del progetto sarà l’intera cittadinanza, che potrà vivere due giorni di eventi celebrativi fissati per il 16 e 17 aprile». A fianco alle scuole, per un maggior coinvolgimento dell’intero territorio aversano, saranno impegnate anche le parrocchie, perché non si dimentichi che la forte risorsa di Aversa è proprio nella presenza delle note cento chiese. Il progetto prevede un abbinamento tra scuole e Comunità Parrocchiali per stimolare ricerche e studi dei ragazzi con visite guidate, mostre, disegni, manufatti in ceramica, riproduzioni di abiti storici, armi e stendardi. Ad ogni scuola sarà abbinato anche un arciere dell’Associazione sportiva “Arcieri Normanni” per dar vita al “Palio della Solidarietà Normanna”. Alla scuola vittoriosa, grazie al suo Sergio D’Ottone Un’iniziativa che va accolta ovviamente con favore al di là della querelle della data del Millennium della fondazione di Aversa da parte del normanno Rainulfo Drengot arciere testimonial, sarà consegnato in premio il “Cencio” realizzato dal Liceo Artistico di Aversa. Non mancherà il settore della promo- zione delle eccellenze gastronomiche locali. Durante la manifestazione si potranno gustare sapori normanni con piatti tipici del Medioevo. In programma anche una tavolata di accoglienza allestita dalla Caritas Diocesana, Comunità di S. Egidio e dall’Istituto Alberghiero di Aversa. L’evento sarà veicolato, tra l’altro, a livello nazionale da Poste italiane che, per l’occasione, realizzerà uno speciale annullo filatelico per “Aversa Millenaria”: sarà, così, possibile acquistare cartoline a tema e apporvi appositi timbri. «Aversa Millenaria - ha concluso D’Ottone - rappresenta l’occasione per i nostri giovani di riappropriarsi dell’identità storica e culturale. Vogliamo trasmette l’idea che la cultura generi ricchezza e ci consenta di difendere e promuovere le eccellenze del nostro territorio». Un’iniziativa che va accolta ovviamente con favore, non fosse altro perché coinvolge le generazioni più giovani attraverso le scuole, al di là dell’annosa vicenda della data del Millennium della fondazione di Aversa da parte del normanno Rainulfo Drengot. Che sia 1030 o 1022 poco cambia di fronte ad una manifestazione che ha il chiaro obiettivo riscoprire e valorizzare le origini normanne di Aversa. 21 AVERSA In 15 giorni la percentuale sale dal 50 per cento al 60 per cento. Presentato il nuovo calendario La Senesi migliora la differenziata Nella sede della Senesi la conferenza stampa per presentare due grandissime novità: la raccolta del secco indifferenziato che passa da tre a due giorni settimanali e la raccoltà porta a porta del vetro il mercoledì. Il nuovo calendario di deposito e raccolta partirà il 1° marzo Italia Mauriello N 22 ella sede aversana della Senesi spa, la società che gestisce ormai da quattro anni il servizio di spazzamento e raccolta rifiuti, è stata, martedì scorso, una conferenza stampa esaudiente con tanti aspetti affrontati e la novità del momento: la presentazione del nuovo calendario di deposito dei rifiuti con due grandissime novità su tutte e cioè la raccolta del secco indifferenziato che passa da tre a due giorni settimanali e la raccoltà porta a porta del vetro il mercoledì. Due novità presentate dall’amministratore della Senesi, il dott. Rodolfo Brigante, assieme all’addetto stampa Ida Iorio e al neo coordinatore del cantiere di Aversa, Vincenzo D’Alesio. Il nuovo calendario di deposito (e di rac- Rodolfo Briganti colta, dunque) partirà il 1° marzo, ma la raccolta del vetro è già iniziata, facendo balzare al 60 per cento (dal consolidato 50 per cento) la percentuale di raccolta differenziata in appena quindici giorni, esattamente dal 1° al 15 febbraio. Una decisione coraggiosa quella della Senesi, bene illustrata da Briganti: “Avere il coraggio di diminuire a soli due giorni settimanali la raccolta dell’indifferenziato, significa spronare ancora di più i nostri operatori a raccogliere quello che specificatamente detta il calendario. Per aumentare il livello della raccolta differenziata, infatti, i nostri operatori devono raccogliere quello che detta il calendario; limitarsi esclusivamente ad eliminare i cumuli di rifiuti in realtà spesso significa, anche per chi raccoglie, non differenziare”. Sono poi arrivate anche critiche al Comune: “In cinque anni sono cambiati cinque dirigenti di settore. Sanzionare solo la Senesi è troppo comodo e significa solo imbarcare noi e la città in complesse ed interminabili vicende giudiziarie”. 23 Ragionam Sconveni ENTI di Mario Francese C 24 hi pensa, in tutta buona fede, che per Aversa sia sufficiente un «sindaco-amministratore di condominio» o un «riparatore di buche stradali» e roba simile si metta l’animo in pace perché è totalmente (e pericolosamente) fuori strada. Oggi, molto più di ieri, è del tutto fuorviante in questa città adottare la consueta (e fallimentare) teoria dell’ «abbasta che se fà cocche cosa». Sarebbe dunque doveroso segnalare ai tanti, troppi - ed in qualche caso risibili - candidati-sindaco in pectore che l’obiettivo da raggiungere non è la poltrona di primo cittadino ma il «governo» di un ente e di un territorio, non solo strettamente comunal-daziario, dalle problematiche rese sempre più complesse sia dalle nuove normative giuridico-economiche sia dall’accumulo di antichi ed incancreniti deficit strutturali mai risolti, seppur qualche volta affrontati, dai precedenti amministratori. Uno scorcio del palazzo comunale Ed è appena il caso di rammentare che questi ultimi ed antichi deficit stanno per scoppiare con rumore fragoroso, vista la recente iperattività ed attenzione mostrata dalla Corte dei Conti (ed in qualche caso anche dalla magistratura ordinaria) nei confronti delle gestioni comunali passate, recenti e....future della nostra città. Per i neo amministratori aversani sono richieste pertanto competenze, esperienze, coraggio e capacità decisionali e di assunzioni di Aversa tra realtà e incoscienza responsabilità (anche pregresse) tali da far tremare i polsi e le gambe ai più «scafati» leoni politici del passato. Aversa, non smetteremo mai di ripeterlo, non è mai stata una città ed oggi non è più neppure il fatidico «paesone» come si è usato definirla fino a qualche anno fa. Oggi siamo di fronte ad una «area macchia nera» che alcuni si ostinano a chiamare ancora Aversa ma che in realtà comprende tutti i comuni tra Secondigliano e Marcianise ed Afragola e la Domitiana. Insomma, non basta più la banalizzazione della ricerca del «nome giusto» da candidare a sindaco e, tra l’altro, «inventarselo» a pochissimi mesi dal cimento elettorale sa di una «già vista» e colossale presa in giro. Così come non basta più prefigurare una ipotetica «rosa di assessori» da affiancare al predetto «nome giusto» quando sono sempre più minime le possibilità di comporre un decente Consiglio comunale all’altezza della grande realtà aversana. SOCIETA’ A molti intellettuali, benpensanti il festival non piace, loro sono esseri superiori Perché Sanremo è Sanremo! «C ari amici vicini e lontani buonasera!», per dirla alla Nunzio Filogamo. Quest’anno, stando ai numeri indicati dalla Rai, si dice che sia stata l’edizione più vista degli ultimi undici anni del festival di Sanremo! Stando invece a quello che si legge sui “social” e non solo, sembra che nessuno l’abbia visto. Ora la domanda sorge spontanea: ma simme (siamo) sicure che nessuno ha guardato Sanremo? Se sui “Social” si leggono miriadi di commenti contro la kermesse canora, ma sta gente, se Sanremo non lo ha visto, come fa a commentare le serate del festival appena concluso? A molti “intellettuali, benpensanti” il festival non piace, loro sono esseri superiori, a loro le canzonette di Sanremo fanno schifo! Mentre tutti guardano Sanremo, c’è a chi piace e ovviamente a chi no, la curiosità è troppo forte, nun c’è sta nienta a fa, il palco del teatro Ariston per cinque giorni diviene per milioni di Italiani la loro casa. Famiglie intere, giovani e meno giovani, si pongono davanti alla Tv e commentano le serate e anche questo se vogliamo è un bel modo per stare tutti assieme. Ora scusate, cari amici lettori, ma perché voi ci credete davvero, cioè che questi “geni” non hanno guardato nemmeno una serata del festival? Loro, sentite a me, sono stati tutte le sere davanti alla tv, si sono chiusi in casa e per non farsi scorgere hanno messo le cuffie: nisciune deve sapere che hanno guardato il festival! Ma, statene certi, Sanremo lo hanno visto! Poi, escono fuori con commenti a sfavore del festival. Mò va a capì perchè lo fanno… Semplice, certi opinionisti colgono l’occasione al volo e sfruttano il Festival per attirare l’attenzione su di loro, un anno intero nisciune e penze e pertanto l’occasione è da non perdere. Detto ciò, a noi Sanremo ci piace, ci tiene incollati davanti al televisore e ci fa trascorre serate diverse, una tradizione che piace a tanti e nun c’è sta niente a fa, Sanremo s’addà verè! Perché ..Sanremo è Sanremo! Donato Liotto 25 di Geppino De Angelis Le brutte differenze tra Nord e Sud “T 26 utti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria”: questo è quel che recita, tra l’altro, l’articolo 21 della nostra Costituzione; un articolo che non ci pare sia stato abrogato né, fortunatamente, sembra si abbia l’intenzione di farlo. I nostri lettori si chiederanno il perché di questa citazione; l’abbiamo fatta non per disquisire sulla nostra Carta Costituzionale ma semplicemente in seguito a quel che, nei giorni scorsi, abbiamo letto sul quotidiano napoletano dopo quanto si è verificato allo stadio San Paolo prima della partita Napoli-Empoli. Decine di bandiere e di sciarpe col simbolo storico dei Borbone sono state sequestrate dalla polizia, inducendo il Movimento Neoborbonico a dare mandato ai propri legali di agire nei confronti dei responsabili. Premesso che, come si è letto sul quotidiano di via Chiatamone, il Gruppo Operativo Sicurezza competente per la vigilanza sulle partite di calcio, ha chiarito che simboli storici sono ammessi, lascia alquanto perplessi il sequestro. Fino a prova contraria il Movimento Neoborbonico non può essere considerato eversivo o sovversivo né può essere vietato così come, in base alla Costituzione, lo è invece la ricostituzione del partito fascista, né, per quel che ne sappiamo, c’è stata mai un’ autorizzazione dell’autorità giudiziaria per il sequestro delle bandiere e delle sciarpe neoborboniche, per cui si deve aggiungere all’amara conclusione che, anche sotto tale aspetto, ci sono tifoserie di serie A e di serie B, atteso che su altri campi del Nord non ci risulta siano sequestrati simboli storici. Se la memoria non ci falla, l’Unità d’Italia, almeno storicamente parlando, (anche se, nella realtà, sorgono molti dubbi al riguardo) è stata sancita oltre un secolo e mezzo fa, ma le discriminazioni tra Nord e Sud continuano a sussistere e non solo in campo calcistico. E, cari lettori, non venite a dirci che il sequestro di bandiere e sciarpe neoborboniche rappresenta solo una goccia d’acqua nell’oceano delle differenze tra le due parti della nostra beneamata Italia. Chiudiamo con un interrogativo: mentre a Napoli vengono sequestrati simboli storici, perché non si fa altrettanto in altri stadi d’Italia cominciando col sequestrare numerosi, inqualificabili, ingiuriosi cartelloni e striscioni contro Napoli ed i napoletani. mio di Giuseppe Chiatto Chi è senza peccato scagli la prima pietra S ia chiaro, non ho niente contro i commercianti di Aversa. Il punto è sempre lo stesso: sono convinti che la nostra città appartiene solo a loro. Non è così. Se gli esercenti si sono persuasi che possono fare tutto quello che vogliono, questo è solo il prodotto delle nostre passate amministrazioni, che non hanno saputo riportare ordine in una città storica come la nostra ed hanno consentito più di una tolleranza. Ma veniamo ai fatti. Ho una grande rispetto per i negozianti di via Roma, ma mi giunge notizia che hanno postato il mio ultimo articolo riguardo la ztl in via Roma sui social media, che ovviamente non consulto, essendo un nostalgico della carta scritta. Ebbene molti commercianti hanno commentato contro quel mio articolo, però nessuno ha asserito di non parcheggiare la propria auto in via Roma di fronte al suo esercizio. Bastava dire, senza giri di parole che vogliono il parcheggio Via Roma ad Aversa personalizzato, sarebbe stato molto più onesto. Vedete, cari commercianti, molti di voi siete anche miei amici, dovete ammettere recitando un “mea culpa” che avete già ulteriormente danneggiato via Roma. Un esempio? Esiste ad Aversa il Piano di Recupero del Centro Storico. Cosa dice? Vi leggo testualmente alcuni articoli del piano di recupero. Articolo 47 - Vetrine ed insegne pubblicitarie: “Non sono ammesse insegne pubblicitarie a bandiera. Le nuove insegne commerciali devono essere contenute all’interno della cornice delle vetrine o delle porte di accesso ai relativi locali. Non sono ammesse vetrine sporgenti oltre il filo esterno delle aperture dei locali commerciali. Le vetrine esistenti devono essere riportate nei suddetti limiti”. Vi basta? Volete altro? Eccovi accontentati. I condizionatori non possono sporgere sulla strada. Ma di che parliamo? In via Roma ho notato addirittura una canna fumaria lungo il perimetro esterno di un palazzo, bella davvero! Non sono inavvicinabile né tantomeno scontroso, sono aperto al dialogo e al confronto, ma non sui social media, non sono per me. Fermatevi per strada sarò fiero di dialogare con voi, cari commercianti, mettendo al vostro servizio la mia conoscenza in materia e la disposizione a perorare 27 le vostre giuste cause. Nel frattempo, direttamente dalla Bibbia: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. di VITO FAENZA Il «pasticciaccio» delle elezioni S 28 to arrivando a festeggiare i 40 anni di giornalismo. Nel 1976, ad aprile, feci il mio ingresso in una redazione di giornale. Per un paio di mesi continuai a giocare a pallavolo prima di dedicarmi anima e corpo a quella che è stata la mia professione. Devo dire grazie ai miei colleghi di allora che mi hanno insegnato il mestiere e hanno permesso di avere una carriera più che soddisfacente. Direte che c’entra tutto questo con le elezioni aversane? Ve lo spiego, nel 1976 venni mandato allo sbaraglio in dibattiti televisivi con persone di grandissimo spessore (uno per tutti: Vittorio Foa) e feci le letterali figure di… Quando chiesi come dovevo comportarmi, una mia maestra di giornalismo mi spiegò: “ Devi sapere sempre tutto di coloro che hai di fronte, sapere cosa pensano, leggi cosa hanno scritto, dichiarato…”. Dopo sette giorni ero di nuovo davanti alle telecamere di Tele Napoli e non feci una pessima figura, anzi. Ho anche imparato (si votava per le politiche) che ogni notizia deve essere verificata, controllata. Specie quando si tratta della politica. Rivolgersi sempre ai diretti interessati e non fidarsi mai di quello che ti dicono “per sentito dire”. Così quando ho sentito che si voleva candidare Nicola Graziano e/o Mariano D’Amore (uno per il Pd, l’altro per il centrodestra) li ho chiamati e ci siamo fatti una bella chiacchierata. Nicola Graziano non ha alcuna intenzione di candidarsi, mi ha ripetuto, anche se lo erano andati a sollecitare e di fronte al suo rifiuto hanno tentato di bloccare le primarie proponendo il commercialista Rossi. Mariano D’Amore, mi ha risposto: “forse sì”, ma si dovrebbe creare uno schieramento di persone, al di là delle liste che hanno a cuore le corti di questa città. A quattro mesi dalle elezioni quindi abbiamo un “niet”, deciso, un “forse” un colpo, di farsi vivi materialmente. Ad Aversa c’è bisogno di una aggregazione di sinistra, che si dedichi ai problemi del territorio e della città. Oggi siamo a due aspiranti sindaci e un “possibile” aspirante. Nessuno se ne dolga (ho sottoscritto la candidatura alle primarie di Villano), ma i due giovani non li ritengo in grado Nicola Graziano e, sotto, Mariano D’Amore di essere il primo cittadino di questa città. E a questo convincimento sono arrivato leggendo Nessuno se ne dolga le loro dichiarazioni e vedendo come si (ho sottoscritto la candidatura sono proposti sui social. alle primarie di Villano), Detto questo se resterà in campo solo ma i due giovani non li ritengo uno di loro (non ho alcuna intenzione in grado di essere il primo di votare un candidato di centrodestra), cittadino di questa città beh lo voterò, sperando che sappia raccogliere il meglio di questa città. Se si dovesse materializzare il “forse”, per me sarebbe un problema visto che quattro anni fa ho cercato in tutti i modi (ma si devono attendere gli sviluppi po- di farlo diventare il candidato sindaco litici) e due giovani, Villano e Menditto, del centrosinistra, ma la guerra fra due che si sfideranno a singolar tenzone potentati Pd lo ha impedito. Ma ne parnelle primarie fra quattordici giorni. In leremo se il “forse” diventerà concreto. tutto questo manca la sinistra, quella che pure fu una parte importante ventidue anni fa per la vittoria di “Insieme per Aversa” e che ha rappresentato, elettoralmente, almeno un aversano su quattro, anche se, dalla fine del Pci, sono stati diluiti in diversi partiti. Ai miei compagni, che non vedo da nessuna parte, chiedo di battere LA CURIOSITA’ Si tratta della strada che da viale Europa raggiunge Teverola Una strada con due nomi: primato ad Aversa Da qualche tempo sulla stessa pallina sono presenti due targhe toponomastiche, l’una indicante via Vecchia di Teverola e l’altra via San Lorenzo. Due nomi per una stessa strada, due nomi che creano problemi ai residenti, innanzitutto per quanto riguarda il servizio postale Antonio Arduino U 30 na strada con due nomi è quella che da viale Europa raggiunge Teverola disegnando una sorta di confine fra tre Comuni, quello di Aversa, Casaluce e Teverola. Una strada stretta e dritta lunga poco più di un chilometro, tagliata dalla linea ferroviaria cosicché gli automobilisti devono alternarsi nell’attraversamento del minitunnel realizzato dal sovrappasso ferroviario. Fino a qualche mese fa la strada era indicata con il nome di via Vecchia di Teverola inciso sulla targa sormontante la palina collocata nel punto in cui incrocia viale della Repubblica. Da qualche tempo sulla stessa pallina sono presenti due targhe toponomastiche, l’una indicante via E’ la strada che arriva a Teverola Vecchia di Teverola e l’altra via San Lorenzo. Due nomi per una stessa strada, due nomi che creano problemi ai residenti, innanzitutto per quanto riguarda il servizio postale. Probabilmente il sistema è stato adottato per indicare il punto in cui l’arteria da via San Lorenzo si trasforma in via Vecchia di Teverola, una specie di punto di confine per rispettare lo stradario ufficiale della città. Forse, ma di sicuro, la doppia targa toponomastica collocate su una s t e s s a palina per indicare la medesima strada è una curiosità che potrebbe fare entrare Aversa nel libro dei primati. Nuova puntata per la telenovela del servizio lampade votive del cimitero Ex dipendenti ditta Rocco, c’è anche Anna Brusciano N uova puntata per la telenovela legata al servizio di gestione delle lampade votive nel cimitero di Aversa. Nella cessata ditta di Nicola Rocco lavorava a pieno titolo anche Anna Brusciano che, per circa trent’anni, ha esercitato la funzione di segretaria e addetta all’esazione delle bollette nella sede di via Jommelli. “Dal mese di dicembre del 2013 - ci ha dichiarato la signorina Brusciano - più precisamente dalla morte di Nicola Rocco sono stata completamente dimenticata da Francesco Napolano e da Salvatore Vitolo, che oggi continuano a svolgere le loro mansioni di elettricisti nel cimitero cittadino e che hanno costituito dall’anno dopo una nuova ditta senza pensare minimamente di coinvolgermi. Un comportamento il loro inacettabile e che certamente non mi aspettavo dopo aver condiviso con loro tanti anni di lavoro”. Nel febbraio del 2014 Anna (e ci mostra il documento) ha presentato al sindaco Sagliocco una nota nella quale precisava di “aver svolto nella ditta Rocco l’incarico di contabile e di ragioniera” e attendendo una risposta da parte del Comune. Riscontro, invece, che non è arrivato. Da allora a Napolano e a Vitolo sono stati affidati dall’Ente più di un incarico ed è iniziata la loro battaglia per conservare il posto di lavoro. Per il commissario prefettizio Ruffo una nuova patata bollente, perché se è vero che L’ufficio di via Jommelli della ditta Rocco Napolano e Vitolo sono ex dipendenti della ditta Rocco che gestiva il servizio lampade votive del Comune, lo è anche a pieno titolo Anna Brusciano, non fosse altro per il fatto che la stessa è stata la prima dipendente della ditta. dal 1° Marzo 2016 CALENDARIO DEPOSITO UTENZE DOMESTICHE Lunedi Secco Indifferenziato Martedi Umido Organico - Vetro Mercoledi Carta - Multimateriale Giovedi Secco Indifferenziato Venerdi Umido Organico DALLE ORE 20:00 ALLE ORE 05:00 DALLE ORE 20:00 ALLE ORE 05:00 DALLE ORE 20:00 ALLE ORE 05:00 DALLE ORE 20:00 ALLE ORE 05:00 DALLE ORE 20:00 ALLE ORE 05:00 Sabato Nessuna tipologia di rifiuto Domenica ORE 20:00 Umido Organico - Multimateriale DALLE ALLE ORE 05:00 INGOMBRANTI: Ritiro domiciliare su prenotazione. R.A.E.E.: Ritiro domiciliare su prenotazione. FARMACI SCADUTI: depositabili presso i contenitori delle farmacie. NUMERO VERDE: 800 974 390 Per ulteriori informazioni: 081 199 14 793 (tariffa urbana ordinaria) dal lunedi al venerdi: 8:30 - 18:00 / sabato: 8:30 - 13:00 IL CASO Almeno in due banche cittadine bisogna stare attenti Bancomat protetti, la sicurezza non c’è In una delle due l’apertura della porta di accesso è possibile premendo semplicemente un tasto che non ha alcun sistema di sicurezza. Nell’altra, malgrado sia necessario utilizzare la carta magnetica per ottenere l’apertura della porta, la chiusura ermetica non è garantita Livia Fattore A 34 ndare al bancomat per effettuare un prelievo può essere un rischio se lo sportello è collocato all’esterno della banca per cui molti si servono di bancomat protetti, posizionati in una struttura chiusa che permette l’accesso del singolo utente. Inserendo una tessera personale in un apposito lettore la porta si apre, l’utente entra, la porta si chiude e si può effettuare il prelievo in sicurezza. Questo in teoria, perché in almeno due banche cittadine dotate di bancomat protetti la sicurezza non c’è. Così può accadere che, mentre si è allo sportello per effettuare una delle operazioni possibili come il controllo dell’estratto conto, la ricarica della scheda del telefono cellulare o prelievo, si possa sentire sul collo il fiato di un possibile rapinatore o peggio. A segnalare il pro- Prelievi a rischio ai bancomat blema sono stati alcuni lettori che hanno indicato degli istituti di credito aversani in cui non sarebbe possibile effettuare in sicurezza operazioni al bancomat, perché in una delle due l’apertura della porta di accesso è possibile premendo semplicemente un tasto che non ha alcun sistema di sicurezza. Nell’altra, malgrado sia necessario utilizzare la carta magnetica in possesso dell’utente inserendola in un apposito lettore per ottenere l’apertura della porta, la chiusura ermetica non è garantita, probabilmente per la collocazione sbagliata delle fotocellule che regolano il sistema. Infatti, come abbiamo verificato entrando in quel bancomat, il led del lettore che dà la possibilità di accesso resta verde nonostante l’utente sia all’interno effettuando una operazione. Così, chi non si rende conto dell’anomalia potrebbe rischiare spiacevoli sorprese. Perché il led diventi rosso e blocchi l’accesso occorre spostarsi per incrociare la fotocellula nella posizione corretta. Non sarebbe opportuno disporre un intervento tecnico che elimini una volta per tutte il problema in entrambi i bancomat, prima che si debba registrare qualche episodio criminoso reso possibile dall’anomalia? Bassorilievi ripuliti ...in tutti i sensi Dopo i lavori di Via Roma, i bassorilievi dell’Ave Gratia Plena hanno ritrovato lo splendore di un tempo. A quando il ripristino del trionfale e cinquecentesco Arco dell’Annechino annerito dall’incuria e dallo smog? A proposito, sarei curioso di sapere le inferriate che coprivano i due bassorilievi costruiti dalla Scuola Tecnica di San Lorenzo che fine hanno fatto!? Se qualcuno sa, batta un colpo! AVERSA Le soluzioni «fantasiose» non mancano. Anziché asfaltare la strada ... si consiglia prudenza! Via ex Alifana, il cartello che risolve tutto La strada di Aversa, frequentatissima poiché consente di collegare i nuovi quartieri a sud con il centro, è diventata peggiore di un tratturo di campagna, e con le piogge si trasforma in una autentica trappola impercorribile. La sicurezza affidata ad un cartello che sa di beffa per pedoni ed automobilisti Salvatore de Chiara L 36 e soluzioni “fantasiose” ad Aversa non mancano, così come non mancano i problemi, quando si tratta di intervenire in città su una problematica si ricorre spesso a qualche trovata curiosa. Le pessime condizioni di via Alifana sono note da tempo, già la strada è stata realizzata con una soluzione molto aversana: non riuscendo a trovare un accordo con la società ancora proprietaria dei vecchi binari, attualmente MetroCampania Nord-Est, per la loro rimozione, si è deciso di ricoprirli semplicemente di asfalto colmando alla buona il tracciato della vecchia ferrovia. In questo modo la strada, frequentatissima poiché consente di collegare i nuovi quartieri a sud con il centro, ha cominciato lentamente a sprofondare facendo anche riemergere i binari con la comparsa di enormi piogge si trasforma in una autentica trappola impercorribile. Il nome stesso lascia intendere il senso di precarietà, nessuna delibera ne ha infatti mai determinato la toponomastica, nei documenti comunali la si indica genericamente come “via ex Alifana”. Malgrado le proteste dei residenti gli unici interventi di manutenzione, fino ad ora, si sono limitati a gettare qualche manciata di brecciolino nelle buche, che puntualmente viene lavato via dalla prima pioggia. Ora però, a risolvere definitivamente il problema ed a garantire la sicurezza degli automobilisti, è comparso un bel cartello che indica il pericolo e invita alla prudenza fissando L’incredibile cartello apparso in via ex Alifana a 20 chilometri orari il limite di voragini nel fondo non adeguatamente velocità. Le buche restano, ma tanto c’è riempito. La strada è diventata peggiore il cartello! Gli aversani ora posso stare di un tratturo di campagna, e con le tranquilli, è tutto risolto. Una nuova Tac al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Aversa «Moscati», arriva l’alta tecnologia U na parte delle problematiche che rendono oltremodo difficile il lavoro degli operatori sanitari del Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero San Giuseppe Moscati di Aversa saranno alleviate dall’arrivo imminente di una nuova Tomografia Computerizzata L’annuncio dell’importante acquisizione è stato dato dallo stesso Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Locale, Giuseppe Matarazzo. Tramite Convenzione Consip, infatti, il Servizio Tecnologie Sanitarie dell’Azienda Sanitaria Locale di Caserta, diretto dall’Ing. Salvatore Flaminio, ha acquistato due nuove TC a 16 slices, in grado cioè di acquisire 16 strati d’immagini contemporaneamente, garantendo in questo modo la perfetta ricostruzione, anche in tre dimensioni, delle varie parti del corpo umano. Le due TC saranno destinate agli Ospedali di Aversa e di Maddaloni. Queste apparecchiature elettromedicali d’ultima generazione, saranno strumenti d’indagine diagnostica d’importanza fondamentale per la prevenzione e cura di patologie anche molto gravi. Questa moderna apparecchiatura, la seconda in funzione presso il nosocomio aversano, essendo di alta tecnologia, consentirà l’avviamento di nuove attività sanitarie, comprese quelle di emergenza del Pronto Soccorso. Giuseppe Cristiano AVERSA Lavori al via in via Atellana, il primo tratto di via Roma, via Torrebianca e via Arturo Garofano Strade di Aversa, ritornano i cantieri Le arterie più dissestate, via Cirigliano, Via Cappuccini (che conduce all’isola ecologica gestita dalla Senesi), all’unica piscina presente in città e a tantissime abitazioni, via Orabona, nel cuore della città, sono state incluse dal commissario ad acta nel piano triennale 2015-2017 Livia Fattore L 38 e strade di Aversa, dopo uno stop dovuto soprattutto al passaggio tra amministrazione politica e commissario straordinario, ritornano ad essere un grande cantiere per una serie di lavori di manutenzione che avrebbero dovuto partire già nello scorso mese di settembre. Ad essere interessate via Atellana, il primo tratto di via Roma (da via Torretta a Porta Napoli), via Torrebianca e via Arturo Garofano. I passanti quasi stentavano a crederci, quando, qualche giorno fa, hanno visto dare il via ai lavori per la manutenzione di via Atellana. Un progetto pronto dallo scorso mese di settembre e che, anche a causa di ritardi burocratici dovuti soprattutto alla lentezza della gestione commissariale, ha avuto bisogno di circa cinque mesi prima di vedere aperto il cantiere, nonostante la gara fosse stata espletata da tempo. Via Atellana è ridotta ai minimi termini, soprattutto nella parte che va dal cosiddetto ponte di Gricignano sino alla stazione ferroviaria, con fossi pericolosi sia per gli automobilisti e i motociclisti che per i pedoni e i ciclisti. Il progetto prevede non solo il rifacimento della carreggiata e dei marciapiedi, ma anche della rete fognaria che, attualmente, è insufficiente considerato che basta qualche goccia di pioggia per fare allagare il sottopasso. La strada era in condizioni pessime da anni e solo grazie alla solerzia dell’ex consigliere comunale Michele Galluccio, che aveva anche raccolto poco meno di un migliaio di firme tra i residenti, lanciando un appello, si era riusciti a richiamare l’attenzione dell’amministrazione. Da alcuni giorni avviati anche i lavori Il ponte che porta in via Atellana Via Atellana era ridotta ai minimi termini, soprattutto nella parte che va dal ponte di Gricignano sino alla stazione ferroviaria, con fossi pericolosi sia per gli automobilisti sia per i pedoni per il primo tratto di via Roma che dovrà essere sistemato sulla falsariga di quanto già fatto per la restante parte dell’importante arteria. In questo caso da registrare lamentele di commercianti e cittadini che si sono visti chiudere al traffico questo breve, ma importante per la viabilità, tratto di strada a tempo indeterminato (la previsione è per fine febbraio). Da considerare che buona parte dei negozi di questa zona erano già stati penalizzati da una chiusura di due mesi (festività natalizie comprese) a causa del crollo di un solaio della facoltà di ingegneria che provocò anche la morte di un operaio nel corso di lavori di ristrutturazione dell’antico complesso della Real Casa Santa dell’Annunziata. A partire, inoltre, anche i lavori per i due tratti di via Torrebianca e di via Garofano. La programmazione dell’anno 2014 della giunta Sagliocco, infatti, aveva previsto lo stanziamento di un milione e ottocentomila euro per la manutenzione straordinaria di alcune strade cittadine. Già a settembre scorso erano state espletate tutte le fasi compreso il periodo per la formazione del silenzio assenso del nulla osta al rilascio della certificazione antimafia da parte della prefettura. Per cui già allora si potevano affidare immediatamente i lavori per il rifacimento di via Arturo Garofano, primo e secondo tratto; via Atellana; via Torrebianca con marciapiede, via Nunzio Pelliccia, via Fermi e via Fratelli Cervi, via Prassicio, via Foscolo. Ma non finisce qui. Nel piano triennale 2015-2017 delle opere pubbliche, approvato da un terzo commissario, ad acta per l’adozione del bilancio e relativo piano, è stata prevista la spesa di un ulteriore milione di euro per la realizzazione di strade che ogni giorno fanno notizia per incidenti causati dal loro stato quali, tra le altre, Via Cirigliano (che rappresenta una valida alternativa all’Appia per raggiungere Giugliano senza intasare via Gramsci), Via Cappuccini (il cui manto stradale è praticamente inesistente) che conduce all’isola ecologica gestita dalla Senesi, all’unica piscina presente in città e a tantissime abitazioni, Via Orabona, nel cuore della città e diverse altre più o meno importanti. AUGURI Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti Fervidi auguri per la stimata ex insegnante elementare Antonietta Belluomo, vedova Comparone, amatissima mamma della professoressa Angela, preside dell’Istituto comprensivo “De Amicis” di Succivo, per i suoi… primi novant’anni festeggiati nei giorni scorsi. AUGURI AUGURI Ha festeggiato il suo 84° compleanno la nostra carissima nonna Anna Aprile con tutta la famiglia. Ti vogliamo bene. Dal marito Santo, dai figli e dai nipoti. AUGURI I più affettuosi auguri da parte dei felici genitori prof. Luigi Mellino e prof.ssa Lucia Vitolo, dai nonni paterni Peppino e Carla, dalla nonna materna Lena, per la graziosa Carla che, nei giorni scorsi, ha festeggiato il suo quattordicesimo compleanno. Ai tanti auguri vanno aggiunti quelli della Redazione. AUGURI 40 Tantissimi auguri a Fortino d’Amore per il suo 60° compleanno. Dalla moglie Assunta, dai figli Corrado, Ermanno e Gianluca, dalle nuore Silvia e Monica e dal nipotino Matteo. Ti vogliamo un mondo di bene …auguri Fortino. AUGURI Tanti auguri a Santo Verde, per i suoi 80 anni, e a Chicca Forneris, per i suoi 75 anni, festeggiati con parenti ed amici il 14 febbraio presso il Savaris di Teverola. Mamma Mariarita, papà Alberto, le sorelline Federica, Roberta, insieme ai nonni materni Mena e Mario e alla nonna paterna Maria, augurano al piccolo Giuseppe Massaro un felice decimo compleanno. Il futuro è nelle tue mani. SANITA’ Certi situazioni se trattate precocemente si possono risolvere La prevenzione ortodontica L a prevenzione ortodontica è un importante fattore di salute per l’organismo. Ci sono situazioni che, se trattate precocemente, possono risolvere direttamente il problema o ridurre l’entità del trattamento ortodontico successivo. L’ortodonzia intercettiva si occupa di “intercettare” le malocclusioni in dentatutra mista e ha lo scopo di correggere disarmonie prevalentemente di natura scheletrica che, se non trattate, possono evolvere e aggravarsi durante la crescita. Questa fase viene di norma condotta ad un età compresa tra i 6 e i 10 anni e dura circa un anno. Segue poi una fase di monitoraggio con controlli periodici e, dopo il completamento della permuta, viene stabilito se sia necessario o meno una seconda fase di trattamento. Solo un numero limitato di piccoli pazienti richiede una terapia ortodontica intercettiva, tra questi sicuramente quelli in cui si sospetta una familiarità genetica di primo o secondo grado per malocclusioni gravi e lì dove il bambino presenti abitudini viziate perpetuate nel tempo. In questi casi una visita già intorno ai 6 anni può migliorare molto le possibilità di risoluzione della malocclusione senza dover ricorrere ad interventi di chirurgia ortognatica in età adulta. Il concetto di “abitudini viziate” si riferisce, in ambito odontoiatrico, a stili di comportamento considerati normali in una certa fase dello sviluppo ma che, se reiterati oltre tempo, possono influenzare negativamente la crescita dell’apparato stomatognatico, favorendo l’instaurarsi di una malocclusione. Tra le abitudini viziate più comunemente riscontrabili nel paziente pediatrico Sara Avecone figurano: il succhiamento del pollice, il succhiamento di oggetti, la nutrizione tramite il biberon oltre il normale periodo di svezzamento (3-4 anni), il succhiamento di labbra o guance e le parafunzioni quali deglutizione atipica e respirazione orale. Ne derivano morso aperto dentario anteriore, aumento dello spazio tra i denti superiori e inferiori e riduzione del diametro trasverso delle arcate dentali con palato ogivale. Se l’abitudine viziata viene cessata in epoca di dentizione mista (6-10 anni) è probabile che le alterazioni scheletriche e dentali eventualmente insorte vadano incontro a un certo grado di correzione spontanea; in caso contrario, saranno necessari dispositivi ortodontici che aiutino il piccolo paziente a superare le problematiche connesse all’abitudine, che dovrà comunque essere corretta. Sara Avecone 41 LA NOTIZIA La banca fallisce? Anche il cliente paga i debiti! I 42 n tutto il mondo, come tante spade di Damocle, “pendono” sul nostro capo delle “bolle speculative finanziarie” che, si calcola, possono valere circa 20 volte il Prodotto Interno Lordo mondiale. Gli istituti bancari, assicurativi e i fondi d’investimento detengono questa impressionante quantità di cartastraccia e, per evitare di rimanere con il classico “fiammifero acceso” in mano, sono costretti a farla “girare” vorticosamente tra gli investitori. Per questa ragione i mercati finanziari continuano a “succhiare” soldi, per creare ad arte nuove bolle speculative e fare in modo da diluire il rischio di bruciarsi le dita tra più soggetti. Questa enorme quantità di denaro, sostanzialmente priva di valore reale, è stampata dalle banche centrali di tutto il pianeta (FED, BCE ecc.) e fornita (a pagamento) ai diversi Stati. Le diverse nazioni con questa massa di denaro pagano i debiti, finanziano le proprie attività e sostengono l’economia dei loro paesi. Il problema è che non si può stampare all’infinito denaro perché si rischia di far esplodere l’inflazione. Ecco perché attraverso tagli spietati, tasse esose, privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge i vari governi cercano di rientrare in possesso del denaro distribuito per ridarlo, in una sorta di gioco perverso, alla speculazione attraverso il pagamento dei debiti contratti con essa. Con questo meccanismo scellerato si creano nuove bolle speculative e si gonfiano ulteriormente quelle che già gravano sulle teste degli investitori. Nonostante ciò il mondo bancario, nel suo complesso, è in uno stato semicomatoso. Neanche i salvataggi di stato, a spese dei contribuenti, sono riusciti a fermare questa crisi irreversibile. Per drenare ulteriori risorse ecco che qualche “genio” si è inventato il salvataggio privato che si compie attraverso l’indecente metodo del prelievo forzoso sui conti correnti bancari delle banche in crisi finanziaria (il cosiddetto Bail-In). Ecco perché appare sempre più necessaria una legge come la Glass-Steagall che separava le attività bancarie commerciali tradizionali dalle attività bancarie d’investimento. Il Glass-Steagall Act fu emanato nel ‘33 dal Congresso U.S.A. in seguito alla crisi finanziaria che all’inizio di quell’anno fece fallire numerose banche. Con questa legge si introducevano misure atte a limitare pratiche speculative da parte degli intermediari finanziari, garantire i depositi bancari, prevenire le cosiddette “corse allo sportello” (come nel film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, con James Stewart) riducendo al minimo possibile il rischio di panico da bancarotta. L’intendimento dei legislatori era di evitare che il fallimento del soggetto intermediario portasse al fallimento della banca tradizionale. Con la Glass-Steagall si evitava che l’economia reale fosse esposta ai pericoli causati da eventi imprevedibili di natura speculativa. Purtroppo la legge fu abrogata nel ‘99. Da quell’abrogazione nacquero le condizioni affinché nel 2007 l’impossibilità di pagare i debiti da parte del mercato dei mutui subprime scatenò la crisi delle banche tradizionali. Ecco perché le banche speculative dovrebbero essere, al più presto, “ac- compagnate” gradualmente verso il fallimento e tutto l’enorme quantitativo di titoli spazzatura e d’investimenti “a perdere” in loro possesso dovrebbe essere eliminato dal sistema finanziario mondiale. Se a livello internazionale i vari governanti comprenderanno che questa è l’unica maniera (raccomandata da numerosi premi Nobel per l’economia) per evitare la catastrofe, forse ci salveremo. In caso contrario, a parere degli stessi premi Nobel, l’economia occidentale è destinata nel medio termine a soccombere. Purtroppo i segnali che provengono dall’Europa non sono confortanti. Il primo gennaio di quest’anno, infatti, è entrata in vigore anche in Italia la norma che dovrebbe servire a prevenire e gestire le crisi bancarie, il cosiddetto Bail-in. Una vera mostruosità giuridica. La cosa più assurda del Bail-in è che il costo dell’eventuale crisi è scaricato anche sui clienti. Incredibile. Se si manifesta la crisi di una banca, le Autorità preposte al controllo e alla gestione della crisi potranno, infatti, in base alla gravità della situazione, avviare la cosiddetta procedura di “risoluzione”, che consiste in un pacchetto di misure straordinarie: il cosiddetto bail-in. Queste misure prevedono che azionisti e investitori, in possesso di strumenti finanziari emessi dalla banca, contribuiscano con i propri capitali a risolvere la crisi della banca stessa. Con questo sistema, quindi, il capitale della banca in crisi è integrato anche con il denaro dei clienti e non solo da quello degli azionisti. Il bail-in, infatti, si applica oltre ai possessori di azioni, anche a chi possiede azioni di risparmio, obbligazioni convertibili, titoli subordinati senza garanzia, obbligazioni bancarie non garantite e a chi ha depositi superiori ai 100.000 euro. Il prelievo si applica solo per la parte che eccede i 100.000 euro. Ai conti deposito, libretti di risparmio e certificati di deposito fino a 100.000 euro la norma non si applica. SPORT Soddisazione di patron Sergio Di Meo e del vice Paolo Santulli Coppa Italia di B1 ad Aversa: è bis! La Fipav, anche in considerazione dell’ottima prova organizzativa dello scorso anno, concede alla Mobilya Aversa, una delle quattro squadre di pallavolo maschile di B1 qualificatesi per la Final Foru, di organizzare nella città normanna la finale del trofeo Giuseppe Lettieri A 44 versa ospiterà per il secondo anno consecutivo la Final Four di Coppa Italia di serie B1 di pallavolo maschile. Dopo il successo organizzativo dello scorso anno che varcò i confini regionali, con una competizione che fu trasformata in una vera e propria festa dello sport, la Fipav ha deciso di concedere alla Mobilya Aversa di nuovo l’onere e l’onore di organizzare la finale al PalaJacazzi prevista per mercoledì 23 e giovedì 24 Marzo. A contendersi il titolo quest’anno, che l’anno scorso sfuggì agli aversani in finale contro l’Emma Villas Siena, oltre la Mobilya Aversa, ci saranno, la BCC Nep Castellana, seconda in classifica in campionato proprio dietro i ragazzi di Di Meo e poi le prime in classifica dei gironi A e B, di B1, vale a dire la Sergio Di Meo Lucernari Montecchio, avversario dei normanni nei play-off dello scorso anno e la M&G Videx Grottazzolina squadra marchigiana. “L’assegnazione della Final Four – dichiara il vicepresidente Paolo Santulli- è la ciliegina sulla torta che arriva con l›entusiasmo di una serie esaltante di vittorie che ci fa essere primi in classifica e sempre più vicini alla serie A. Sono certo sarà di buon augurio!”. Ovviamente per essere al livello dello scorso anno bisognerà produrre uno sforzo organizzativo ed anche economico importante, e quindi la società confida nell’aiuto dei tifosi ma anche del tessuto imprenditoriale cittadino, affinché la città di Aversa per due giorni, come accadde un anno fa, torni ad essere la capitale italiana della pallavolo. Soddisfatto anche il presidente Sergio Di Meo e gli atleti della squadra che quest’anno vogliono suggellare l’ottima stagione fin qui disputata anche con un trionfo in Coppa Italia. Intanto in campionato con la vittoria di domenica scorsa con un perentorio tre a zero a Potenza, si consolida il primato in classifica in attesa degli scontri con le antagonista Latina, Castellana e Lagonegro. I propositi di inizio stagione per la promozione in serie A1 sono ormai lontani Clendy, stasera il derby con Caserta L a Clendy Aversa non attraversa un buon periodo e torna senza punti anche dalla trasferta di Chieri, in Piemonte, dove esce sconfitta per tre ad uno. I propositi di inizio stagione, con l’obiettivo di arrivare ai primi posti in classifica e giocarsi anche qualche carta per la promozione in serie A1, sono ormai lontani. Infortuni e sfortuna hanno minato in continuazione la squadra allenata da Luciano Della Volpe, che però continua ad avere l’affetto ed il sostegno del pubblico aversano quando gioca al PalaJacazzi ed è ormai evidente che l’obiettivo primario resta quello di mantenere la serie A2 femminile di pallavolo. La Tina Musto classifica infatti è ancora corta, e le ragazze capitanate da Elena Drozina, sono in zona play out a sette punti dalla salvezza diretta e otto dai play off promozione. Intanto oggi 21 Febbraio alle ore 18.00 ci sarà alle al PalaJacazzi il derby con la Kyoto Caserta. La partita è importantissima perché in caso di vittoria della Clendy Aversa del presidente Tina Musto, le chances di salvezza verrebbero rilanciate proprio perché sono le casertane che si trovano avanti alle ragazze normanne in classifica. Dunque questa sera, anche in previsione dell’arrivo da Caserta di molti tifosi della Kyoto, dovrà esserci una forte risposta dagli aversani per sostenere le ragazze con tutto il calore possibile. SCUOLA Lo scorso 11 febbraio alle ore 11,00 gli studenti si sono seduti a terra per trenta secondi «Tutti giù per terra», un successo Unicef Un invito-appello, quello dell’Unicef, raccolto da tutti dirigenti scolastici cittadini, in modo particolare da Milly Tornincasa del secondo circolo didattico, Mario Autore del comprensivo «Cimarosa», Olga Iorio della «De Curtis», Adriana Mincione del «Fermi», Maria Rosaria Bocchino della «Pascoli» Geppino De Angelis U 46 n notevole successo ha riscosso nella nostra città, come nell’intera provincia, la campagna “Tutti giù per terra”, indetta dall’Unicef provinciale di cui è responsabile la nostra concittadina Emilia Narciso, per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla tragedia che, da anni, sta mietendo migliaia di vittime (molti bambini) tra i migranti che fuggono dai loro paesi (Siria, Yemen, Iraq) sconvolti da guerre civili e dal terrorismo ma che trovano la morte in mare, spesso tra l’indifferenza del mondo intero. Una meritoria iniziativa, quella dell’Unicef che in provincia di Caserta, è stata assunta con una circolare-invito di Emilia Narciso a tutti dirigenti scolastici perché giovedì scorso 11 febbraio, alle ore 11,00, al suono della campanella tutti gli studenti si sedessero a terra per trenta secondi, per lanciare un appello a tutti i governi europei, oltre che all’opinione pubblica, per adottare gli indispensabili provvedimenti tesi a porre un freno al tragico problema. Un invito-appello, quello dell’Unicef, raccolto da tutti dirigenti scolastici cittadini, in modo particolare da Milly Tornincasa del secondo circolo didattico, Mario Autore del comprensivo “Quarto Circolo-Cimarosa”, Olga Iorio della “De Curtis”, Adriana Mincione del “Fermi”, Maria Rosaria Bocchino della “Pascoli”, i cui alunni nei vari plessi hanno eseguito alla perfezione quanto richiesto dall’Unicef, ricevendo anche la vista di Emilia Narciso, Cecilia Amodio e Francesco Di Virgilio, in rappresentanza dell’Unicef, nonché di alcuni attori e responsabili della produzione del film “Gramigna”, che sarà proiettato in 2000 Due immagini della manifestazione svoltasi presso il Secondo Circolo di Aversa L’obiettivo è quello di lanciare un appello a tutti i governi europei, oltre che all’opinione pubblica, per adottare gli indispensabili provvedimenti per frenare il tragico problema scuole italiane e le cui scene sono state girate anche in qualche scuola cittadina come la “De Curtis”. Particolarmente partecipi i ragazzi del secondo circolo che, con la preside Tornincasa ed alcuni docenti, partiti dalla sede centrale di via Linguiti con striscioni e bandierine Unicef, hanno raggiunto piazza Crispi dove, anziché utilizzare le giostrine ivi collocate, ordinatamente hanno eseguito il “Tutti giù per terra”. Successo per l’«open day» dell’istituto diretto da Rosa Celardo Jommelli, una scuola dinamica Mostrata ai genitori l’offerta formativa dell’istituto con il dirigente scolastico che promette per l’anno prossimo l’abolizione dei doppi turni. Saranno potenziati i corsi di lingua straniera Nicola Rosselli S 48 abato 6 febbraio il liceo «Jommelli» di Aversa, con un fantastico «open day» ha aperto le porte dell’istituto per mostrare ai genitori la propria offerta formativa e per sostenerli ed aiutarli nella scelta della scuola superiore dei loro figli, informandoli sulle tante opportunità che l’istituto propone. «Sono veramente tante le novità del nostro liceo e ci terrei a diffonderle sostiene la dirigente Rosa Celardo - in primis rassicurare i genitori che per l’anno prossimo l’orario scolastico sarà articolato solo nelle ore antimeridiane, quindi non più turni pomeridiani. Quello che considero una grande opportunità per gli studenti che si iscriveranno nel nostro istituto è il rafforzamento degli insegnamenti delle lingue che abbiamo apportato per tutti gli indirizzi cioè nel liceo delle scienze umane, liceo economico sociale, liceo scientifico, liceo scientifico sportivo e liceo linguistico. La nostra società non è più statica ma dinamica e multirazziale per cui una scuola efficiente non può ignorare queste esigenze. Saranno introdotti, oltre all’inglese, il francese, il tedesco e lo spagnolo in tutti gli indirizzi per cui le ore di lezione di lingua passeranno a 4 e non più a tre. Verrà inserita la seconda lingua al liceo scientifico che avrà un piano di studio internazionale. Il liceo linguistico effettuerà due ore di Il liceo «Jommelli» di Aversa conversazione con docente madrelingua e non più una sola. Si prevederà la presenza di un docente madrelingua in ogni indirizzo, non solo per il liceo linguistico». Gli allievi del liceo linguistico conseguiranno l’Esabac cioè il doppio diploma italiano e francese. Anche il liceo economico sociale offre un corso di studi molto attuale e prepara i giovani ad affrontare studi giuridici ed economici oggi molto seguiti. Il liceo sportivo consente agli allievi di conseguire brevetti e certificazioni spendibili già durante gli anni della scuola, nei villaggi turistici, palestre, centri sportivi. Una scuola dinamica, lo «Jommelli», che risponde alle esigenze di una società sempre più complessa ed articolata. SCUOLA Settimana memorabile per l’istituto aversano guidato da Mincione Lo scientifico «Fermi» in festa Dalla cerimonia di benvenuto agli alunni turchi, spagnoli, rumeni e polacchi, che per una settimana sono stati ospiti degli alunni del liceo cittadino, alla«festa delle eccellenze» per premiare gli oltre cinquanta alunni che nello scorso anno hanno superato la maturità con la massima votazione Nicola Rosselli V 50 eramente una settimana memorabile, quella da lunedi a venerdi 12 febbraio per il liceo scientifico “Fermi” di Aversa. Lunedi 8 febbraio infatti, alla presenza del senatore Lucio Romano, del viceprefetto Delli Curti, in rappresentanza del commissario Ruffo, del presidente provinciale Unicef Emilia Narciso e di altre autorità, oltre che di tantissimi docenti, dirigenti scolastici, alunni e genitori, nell’aula magna del “Fermi” c’è stata la cerimonia di benvenuto agli alunni turchi, spagnoli, rumeni e polacchi che, per una settimana sono stati ospiti degli alunni del liceo cittadino. Dopo il saluto della preside Mincione, del viceprefetto Delli Curti e di Emila Narciso, moderati dai docenti in lingua inglese Costanza Chirico e Pasquale Pagano si sono susseguiti negli interventi La «festa delle eccellenze» gli alunni del “Fermi” e quelli stranieri che, in lingua inglese, supportati da magnifici video, hanno illustrato le caratteristiche dei loro istituti (quadro orario, progetti ed altro), delle loro nazioni, delle loro città, dei più importanti monumenti, dei loro prodotti enogastronomici. La cerimonia, iniziata con l’inno all’Europa e l’inno di Mameli, eseguiti al pianoforte dalla studentessa Chiara Ferrandino, si è conclusa con l’intervento della preside Mincione, e con alcuni canti della studentessa Serena Barbato per unire aversani, polacchi, rumeni, spagnoli e turchi in una magnifica sintesi di fratellanza ed amicizia. Venerdi 12 febbraio, invece, nel solco di una meritoria tradizione che va sempre più radicandosi al “Fermi”, c’è stata la “festa delle eccellenze”, il cui significato è stato messo in luce con significative espressioni oltre che dalla preside, da due ex alunni del liceo, il prof. Marcello Messina, docente universitario ed esponente del Cern del Gran Sasso, e dal carissimo amico Giampaolo Graziano, attualmente dirigente scolastico delle scuole elementari di Trentola, dopo essere stato per molti anni ottimo vicepreside del “Fermi”. Una festa per premiare gli oltre cinquanta alunni che, nello scorso anno, hanno superato gli esami di maturità con la massima votazione. De Luca affida all’avvocato Nicola Cantone l’azienda ospedaliera salernitana Il «Ruggi» di Salerno ad un aversano D opo Antonio D’Amore, nominato pochi mesi addietro commissario dell’Asl NapoliNord, una delle più importanti della Campania, un altro nostro concittadino è stato scelto dal governatore De Luca a guidare un altro importante presidio sanitario della nostra regione. Si tratta del nostro amico avvocato Nicola Cantone che avrà la responsabilità di guidare, con i sub-commissari Oreste Florenzano e Vincenzo Raiola, il “Ruggi” di Salerno, azienda ospedaliera di notevole importanza ma anche con tanti problemi sul tappeto da affrontare e da avviare assoluzione. L’avvocato Cantone ha un curriculum professionale di notevole spessore essendo stato, tra l’altro, difensore civico di Aversa, direttore amministrativo dell’Asl Napoli 2, della clinica Villa Fiorita, consulente legale di vari enti locali. Per l’avvocato Cantone la nomina al “Ruggi” rappresenta un ritorno, atteso che in passato ha già ricoperto presso l’azienda ospedaliera salernitana l’incarico di responsabile del Simes. Dopo la nomina, il neo commissario del “Ruggi” ha espresso la sua soddisfazione, il suo ringraziamento per la fiducia accordatagli da De Luca e soprattutto il suo impegno per risolvere tutti i problemi che, recentemente, hanno portato alla ribalta della cronaca Nicola Cantone l’ospedale salernitano. All’amico avvocato Cantone gli auguri di buon lavoro nella certezza che anche a Salerno saprà farsi stimare ed apprezzare per le sue doti morali, professionali, per la sua umana disponibilità e per il suo rigore. Gedean Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia Tutta la verità sul fondo cassa L a riforma del condominio, ha reso obbligatoria (e non più facoltativa) la costituzione di un fondo per determinati lavori condominiali, ossia per lavori di manutenzione straordinaria e per le innovazioni ed inoltre aveva anche stabilito che il fondo doveva essere di pari importo all’ammontare dei lavori. Questo ha provocato diversi quesiti: le imprese dovevano essere per forza pagate anticipatamente? Restava la possibilità di pagare l’impresa in base allo stato di avanzamento dei lavori? Era giusto mettere nelle mani dell’amministratore somme di un certo rilievo (tutte in una volta)? Un primo ritocco alla riforma 52 del 2012 è stato apportato dal “Decreto Destinazione Italia” (D.L. 145/2013), convertito dalla legge 21.02.2014, n. 9, in vigore dal 22.02.2014, che ha integrato, per quanto ci interessa, l’art. 1135 c.c. (attribuzioni all’assemblea dei condomini). L’art. 1135 c.c., al primo comma, n. 4) disponeva che l’assemblea doveva provvedere “alle opere di manutenzione straordinaria e alle innovazioni, costituendo obbligatoriamente un fondo speciale di importo pari all’ammontare dei lavori”. Con il nuovo intervento normativo è stato aggiunto che “se i lavori devono essere eseguiti in base a un contratto che ne prevede il pagamento graduale in funzione del loro progressivo stato di avanzamento, il fondo può essere costituito in relazione ai singoli pagamenti dovuti”. Con l’integrazione apportata dal D.L. 145/2013, viene rimesso alla decisione dell’assemblea se costituire detto fondo in un’unica soluzione ovvero se procedere alla sua costituzione mediante versamenti successivi, corrispondenti ai vari stati di avanzamento dei lavori previsti nel contratto di appalto. Ma c’è da dire che, anche prima dell’integrazion, si riteneva tranquillamente che l’impresa esecutrice dei lavori poteva essere pagata anche alla fine dei lavori, con delle anticipazioni durante l’esecuzione delle opere, oppure, se concordato, sullo stato di avanzamento dei lavori ex art. 1666 c.c. Lo stesso dicasi per il pagamento anticipato all’amministratore. La norma in questione non dice nulla di come la somma da destinare al fondo debba essere accantonata. Quindi l’assemblea potrebbe decidere che i singoli condomini paghino con dei versamenti rateizzati. A parlare di unioni civili al liceo «Cirillo» anche Alessandro Cecchi Paone Amore: una questione legislativa? I l tema delle unioni civili è di scottante attualità, se ne è discusso anche ad Aversa al Liceo Cirillo di Aversa, nell’ambito delle iniziative organizzate nella “Settimana dello studente”. Lo scorso 10 febbraio nell’aula magna del “Cirillo”, durante la conferenza dal titolo “Amore: una questione legislativa?”, hanno discusso delle nuove frontiere della famiglia e delle implicazioni legislative il noto giornalista e divulgatore Alessandro Cecchi Paone, il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo, il giornalista aversano Salvatore de Chiara e il presidente dell’Arcigay Napoli Antonello Sannino. Innanzi ad una platea di alunni molto attenta ed interessata sono state illustrate le diverse posizioni in relazione al matrimonio, al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, alla opportunità di adozione per le coppie omosessuali, con particolare attenzione alle posizioni della Chiesa ed alle implicazioni culturali della percezione dei rapporti omosessuali nella società attuale. Il dibattito è scivolato via con toni molti pacati anche sui punti più controversi, coinvolgendo direttamente gli studenti che hanno potuto intervenire e porre domande e considerazioni anche attraverso la trasmissione in streaming della conferenza in tutte le classi. Tutte le iniziative della settimana dello studente sono state organizzate e gestite direttamente dai rappresentanti degli studenti, primi fra tutti Mariano Scuotri Il convegno presso il liceo «Cirillo» e Antonio Rascato, con la supervisione della preside Dolores Russo e dei docenti della scuola, in un’ottica di rilancio e promozione dell’immagine dello storico liceo “Domenico Cirillo”. Lello Ponticelli 53 STORIE Le litigate tra le due erano veri spettacoli a cielo aperto, come nella migliore tradizione napoletana Le due cognate: a’ barunessa e a’ casalese La situazione non si è mai risolta, neanche con la morte dei rispettivi mariti, che almeno in questo trovarono pace: le «lumera», «vajassa» ed altri epiteti del genere continuarono ad echeggiare sulla strada e nella austera scala del quattrocentesco palazzo aversano Salvatore di Grazia E 54 ro bambino e me le ricordo ancora come se fosse ieri, Anna “à barunessa” e Maria “à casalesa”. Erano cognate, sposate a due fratelli, la prima a “masto Tore” e la seconda a Nicola “ò casalese”. Entrambi taglialegna, Nicola era soprannominato così perché aveva lavorato in prevalenza nel casalese. Le due famiglie occupavano i bassi adiacenti al portone del vetusto palazzo di famiglia, “addret à scalella” a loro spettanti dopo la spartizione in verticale del palazzo a seguito della morte del “patriarca” Pasquale. Andavano tutti d’accordo, il palazzo era tranquillo… se non ci fossero state le due donne a movimentare la giornata. Anna era un tipo “tosto”, capace di mettere in riga gli otto figli con un solo sguardo… e forse anche il marito. Maria, nativa di Casal di Principe era anch’essa un tipo battagliero, e ne sapevano qualcosa figli, figlie… e Nicola. In più, aveva un grosso problema: beveva! Una legge della fisica insegna che due poli uguali si respingono, e così era per le due donne. Chi ha iniziato a lanciare il primo insulto non è dato sapere, ma “à casalese” è l’indiziata principale per via della sua naturale indole provocatoria, era “n’appicciapagliaro”, “nà fucèlèra” come si diceva una volta. Le litigate tra le due erano veri spettacoli a cielo aperto, direttamente in strada, come nella migliore tradizione napoletana. Maria beveva, e assente o defilatosi il marito, sfogava quello che aveva dentro contro la prima cognata che aveva a portata di mano, e la più vicina era Anna. D’altronde con chi poteva litigare? Dopo di lei c’era il Pime pieno zeppo di futuri missionari, e nun era cosa, di fronte c’era il suo “ciardino” e mica poteva Il palazzo «addret à scalella» teatro delel storiche litigate tra le due cognate Anna era un tipo «tosto», capace di mettere in riga gli otto figli con un solo sguardo. Maria era anch’essa un tipo battagliero e in più ...beveva! litigare “cò putrusino”, le altre cognate non erano a portata di mano, rimaneva Anna, mentre l’altra cognata, “Filumena à chiacchiaressa”, abitante nel basso prima di Anna, era impegnata nel negozio del marito, “miezz’ò sieggio”. In vino veritas dicevano gli antichi e chissà: in quei momenti di furia etilica Maria sfogava contro Anna tutta la sua frustrazione, rabbia, forse invidia. La insultava chiamandola “à barunessa do…” ironizzando pesantemente sul soprannome nobiliare di Anna e sugli affini. Anna, da par suo, rispondeva per le rime, definendola “una di strada” e ricordandole da dove il marito l’aveva tolta e come “l’aveva coperta”. Frasi e contenuti sibillini il cui significato a noi bambini non era dato conoscere. Le litigate tra le due erano uno spettacolo sanguigno, verace, con il parentame ed il vicinato a volte divertito a volte “sfrastriato” per la monotonia degli insulti. Avete presente “la scena delle ingiurie” nella Gatta Cenerentola? Lo stesso, ma a due voci, e pare che qualche volta andarono anche a vie di fatto, ma spero di no, per Maria. Lei era mingherlina, Anna aveva la stazza di un lottatore di sumo. La situazione non si è mai risolta, neanche con la morte dei rispettivi mariti, che almeno in questo trovarono pace: le “lumera”, “vajassa” ed altri epiteti del genere continuarono ad echeggiare sulla strada e nella austera scala del quattrocentesco palazzo. Fortunatamente i figli di Maria andavano d’accordo con tutti, tant’è che una sua figlia sposò un cugino, previo consenso del Vescovo visto che il suocero gli era anche zio, essendo fratello di zio “masto Tore” e di papà “Nicola ò casalese”. La prima ad “andarsene” fu Maria e da quel giorno quel tratto di strada ed il palazzo stesso ripresero il loro secolare sonnacchiamento. ADDII Tra le sue pubblicazioni la più importante è stata «Quaestiones Aversanae» Addio a Lello Moscia, studioso d’altri tempi La morte, purtroppo, non gli ha consentito di portare a termine il suo ultimo lavoro nel quale trattava del toponimo Aversa e la figura di Rainulfo, avvalendosi di antiche fonti storiche e di un supporto linguistico-semantico-etimologico Geppino De Angelis Q 56 uando ti arriva la notizia della morte di un amico che hai sempre stimato per le doti morali e professionali, per il suo carattere mite, per la sua lealtà, è come se un pezzo della tua vita ti abbandonasse. E’ quel che abbiamo avvertito nel momento in cui abbiamo appreso della morte di Lello Moscia. Laureato in Giurisprudenza, Lello dopo aver vinto un concorso pubblico, aveva iniziato la sua carriera di funzionario statale presso l’Inam di Mestre (Venezia), diventando via via dirigente presso l’Inam di Napoli quale esperto di pratiche per stranieri, chiudendo poi la sua carriera quale caposezione del personale in ambito legale ad Aversa. A prescindere dal suo lavoro professionale, Lello Moscia aveva un amore sviscerato per la ricerca storica sulla nostra città, dando alle stampe numerose pubblicazioni, prima tra le altre, nel 1977, “Aversa tra vie, piazze e Lello Moscia chiese”, collaborando con la “Rassegna storica dei Comuni”, col “Basilisco” (da noi diretto). A nostro avviso, però, la pubblicazione più importante di Lello Moscia è “Quaestiones Aversanae” editata nel 2012 a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Aversa retto da Nicola De Chiara, mentre nel novembre del 1990 in occasione della venuta del Papa, il nostro amico curò la pubblicazione di interessanti opuscoli. La morte, purtroppo, non gli ha consentito di portare a termine l’ultimo lavoro nel quale trattava del toponimo Aversa e la figura di Rainulfo, avvalendosi di antiche fonti storiche e di un supporto linguistico-semantico-etimologico. Le riflessioni che rappresentano la naturale prosecuzione delle argomentazioni svolte in “Quaestiones Aversanae” in cui aveva contestato in modo logico e documentato l’infondatezza della tesi che accreditava alla nostra città un’origine etrusca, sostenendo invece che quell’origine andava collocata in un ambito storico prettamente romano. Con la scomparsa di Lello, il mondo culturale di Aversa perde un notevole pezzo. A tutti i familiari, in modo particolare al fratello prof. Giacomo, nostro ottimo collaboratore al “Mattei” di Aversa, le nostre personali, affettuose condoglianze e quelle del nostro periodico. Con Lello se ne va uno dei più significanti tasselli della storiografia locale Moscia, una correttezza morale senza pari L ello Moscia è stato uno dei nostri migliori amici e coetanei ed abbiamo percorso insieme un lungo e comune viaggio di ricerche cominciato dai banchi di scuola. Da quando, studenti del liceo, scrivevamo sulla celeberrima Gazzetta Aversana, sulla quale Lello ha sempre brillato per le sue acute rubriche critiche ma costruttive, tese principalmente al bene e progresso di Aversa. Di ritorno dalle nebbie lagunari del nord-est, Lello ha ripreso con maggiore impegno il suo hobby giornalistico accettando di curare i resoconti della rubrica culturale del Centro Merolla, di cui ha fatto un po’ da brillante cassa di risonanza. Questo lavoro acuto ed importante gli ha dato gli onori della ribalta; e, l’aver conosciuto tanti personaggi noti culturalmente, lo ha incoraggiato ad approfondire il campo delle ricerche storiche. L’amico Lello Moscia, discretissimo per natura, è stato soprattutto - visto sotto il profilo umano - una persona perbene, un uomo onesto e laborioso che ha basato - come pochi altri - l’intera esistenza su una correttezza morale senza pari mantenendosi sempre lontano dalle polemiche spicciole e improduttive… tanto diffuse nell’ambiente professionale specifico e nella zona. Con lui se n’è andato uno dei più significanti tasselli della storiografia culturale aversana degli ultimi anni, difficilmente rimpiazzabile, uno di quei pochi che ha saputo illustrare la nostra città (e non solo) come solo sanno fare coloro che hanno a cuore le cose senza rincorrere alcun interesse personale. Ai familiari sconsolati formulando loro le nostre più sentite condoglianze e invitandoli ad essere orgogliosi del caro scomparso. Antonio Marino STORIA NOSTRA La «replica» del Canova fu donata dal fratellastro al cardinale Consalvi I busti di Domenico Cimarosa a Roma Un altro busto marmoreo del Cimarosa, alto poco più di cm 65 cm. è quello realizzato dallo scultore senese Barbato Cipriani e che si osserva ai Giardini del Pincio. La terza testimonianza è la statua di gesso a figura intera realizzata da Ercole Dante per Villa Torlonia sulla Nomentana Franco Pezzella L 58 e fonti, specificamente il D’Este e il Cicognara, riportano di una replica, eseguita nel 1822, donata dal fratellastro del Canova, Giovan Battista Sartori, al cardinale Consalvi, e successivamente pervenuta alla famiglia del cardinale Pietro Vidoni. La replica è stata riconosciuta da Ferdinando Mazzocca nel busto ancora conservato presso la stessa famiglia cremonese ed esposta alcuni anni fa a Forlì nel corso della mostra “Canova L’ideale classico tra scultura e pittura” con la corretta datazione 1816 riportata peraltro nell’epigrafe sottostante (A Dom:co Cimarosa / Cimarosa, il busto del Canova del 1822 Napoletano/ Esimio maestro di musica/ Nato MDCCXLVIIII morto MDCCCI / Ercole Card:Consalvi /MDCCCXVI). Un modello in gesso del busto, dello stesso Canova, leggermente più alto, 66 cm. è conservato, invece, a Possagno, nei pressi di Treviso, nella locale Gipsoteca (n. 224). Un altro busto marmoreo del Cimarosa, alto poco più di cm 65 cm. è quello che realizzato dallo scultore senese Barbato Cipriani si osserva ai Giardini del Pincio. La scultura, che poggia su un piedistallo, raffigura il musicista a mezzo busto col viso leggermente rivolto verso destra. I tratti iconografici fondamentali sono ripresi dalle raffigurazioni STORIA NOSTRA tradizionali anche se l’espressione esprime un tono di severa meditazione e di nobile e distaccata austerità che si concentra e si approfondisce soprattutto nel gioco dei piani facciali e nello sguardo. La realizzazione del manufatto origina dal decreto del 28 maggio 1849 con il quale il triumvirato che governò la cosiddetta Seconda Repubblica Romana, nei cinque mesi che questa operò in Roma estromettendo Pio IX dai suoi poteri temporali, stanziò un fondo straordinario di 10.000 scudi «per venire in soccorso di quegli artisti, pittori e scultori che mancano di lavoro». In particolare l’articolo 3 del decreto prescriveva che i «lavori di scultura saranno dedicati a rappresentare in erme i grandi uomini italiani». Da questo decreto derivò successivamente la decisione, anche per motivi squisitamente patriottici, di collocare i busti al Pincio. Il repentino ritorno da Gaeta del pontefice, dopo l’occupazione francese di Roma, congelò, però, l’attuazione del progetto sicché i busti già commissionati e realizzati furono provvisoriamente depositati in un magazzino di Palazzo Borromei, sede del Ministero del Commercio. Nel 1850 lo stesso ministero affidava alla Commissione so- printendente alla pubbliche passeggiata presieduta dall’architetto Luigi Poletti i busti perché fossero collocati al Pincio. Tuttavia, per ragioni burocratiche e lungaggini amministrative la loro collocazione fu portata a compimento soltanto nella primavera del 1852. Al momento lo stato di conservazione del busto, che porta inciso al piede la scritta «D. Cimarosa», è pessimo per le molteplici scheggiature al volto e i numerosi rifacimenti. L’autore, Barbato Cipriani (Siena 1782 - post 1859), fratello di Giovan Battista, pittore, e Galgano, incisore, compì gli studi a Roma dove fu allievo di Stefano Ricci. La terza e ultima testimonianza iconografica del Cimarosa è quella realizzata in forma di statua di gesso a figura intera da Ercole Dante per Villa Torlonia sulla Nomentana. La statua adorna, con le statue di Metastasio, Posidippo e Goethe, una delle quattro nicchie che si aprono nell’arcoscenico del teatro della Villa. Il gruppo è parte integrante di nutrita serie di statue di poeti, letterati e commediografi realizzate da artisti appartenenti allo studio dello scultore danese Bertel Thorvaldsen. Fanno compagnia alla statua di Cimarosa, infatti, le statue di Shakespeare, Racine, Euripide e Rossini di Vincenzo Gajassi; quelle di Mozart e Sofocle di Cesare Breglia; di Eschilo, Goldoni, Melpomene, Corneille, Schiller e Talia di Angelo Bezzi; quelle di Alfieri, Monti e Bellini di Giovanni Albertoni; di Menandro e Haendel, infine, di Domenico Moroni. Il teatro risale al 1841 quando fu commissionato dal principe Alessandro Torlonia all’architetto Quintiliano Raimondi per festeggiare le sue nozze con Teresa Colonna, ma per diversi motivi i lavori terminarono solo nel 1874. Una fonte documentaria del luglio del 1843 ci rende noto che per la realizzazione della statua di Cimarosa - che risulta molto danneggiata alla pari della maggior parte delle statue per via del lungo periodo di abbandono sofferto dalla villa nel dopoguerra dopo essere stata residenza ufficiale di Mussolini a Roma - Ercole Dante percepì duecento scudi. Lo scultore, di cui si hanno notizie dal 1838 al 1917, è noto per essere l’autore delle statue di Diana e Acate e del gruppo Ganimede rapito dall’aquila già nel demolito Palazzo Torlonia di Roma ora variamente dislocate in vari ambienti del secentesco Palazzo Corsini. 2 - fine 59 STORIA NOSTRA Filippo Saporito lanciò la campagna di adesione: socio benemerito con una quota unica di cento lire Croce Rossa, «miglior titolo nobiliare» per l’epoca Il Preside del liceo ginnasio «Cirillo» di Aversa, il prof. Stanislao Erasmo Mariotti, seppe coinvolgere alunni e corpo insegnante: per la Croce Rossa si raccolsero 200 lire e quell’atto di solidarietà valse all’Istituto il plauso del Comitato e un onorifico diploma Enzo Della Volpe I 60 l nuovo Comitato si adoperò non poco nella campagna soci. Ci si rivolse anche ai Comuni limitrofi, in quanto appartenenti al distretto di Aversa. Il Presidente, Filippo Saporito, inviò ai sindaci la seguente missiva: «Compio il dovere di partecipare alla S.V. Ill.ma che, fin dal 7 novembre u.s. si è costituito … un Comitato distrettuale della Croce Rossa, di cui ho l’onore di essere presidente. Non ho bisogno di intrattenere la S.V. Ill.ma su l’alta importanza umanitaria della mondiale Istituzione. Essa vive di un programma che non conosce confini geografici o politici, né differenze di razza o di reli- Il busto di Filippo Saporito nell’Opg di Aversa gione, perché si appoggia ai sentimenti eterni della carità e dell’amore… Ricordo che, con la quota minima di lire cinque all’anno, ogni cittadino può diventare socio temporaneo della benemerita Istituzione, mentre, con una quota unica di lire cento, si diventa soci perpetui, e con offerte maggiori si acquisisce titoli di benemerenza. Speciale titolo di benemerenza è riservato anche a chi procuri almeno 40 soci al Comitato di distretto… STORIA NOSTRA Sicuro di averla solerte cooperatore nella doverosa iniziativa, gradirei un cenno di assicurazione con la restituzione della scheda che le accludo, riempita delle firme degli aderenti.» La Croce Rossa di Aversa nasceva come associazione “patriottica” legata alle ideologie moderne, sull’impostazione del suo fondatore, 1864, lo svizzero Henry Dunant (Dunant nel 1901 fu il primo a ricevere il Nobel per la Pace). Nasceva all’interno di una realtà politica moderato-liberale; il “motore” dell’organizzazione fu il dott. Filippo Saporito (Presidente per le Opere Federale di Assistenza e Propaganda Nazione) che, 19 mesi dopo, vantava già 724 soci. Il Preside del “Liceo Ginnasio Cirillo” di Aversa, il prof. Stanislao Erasmo Mariotti, seppe coinvolgere alunni e corpo insegnante dell’Istituto, per collaborare con la Croce Rossa si raccolsero 200 lire. Quell’atto di solidarietà valse all’Istituto il plauso del Comitato e un onorifico diploma: «Vada ad ognuno di quei buoni giovanotti, che iniziano così bene la loro vita civile, l’espressione della riconoscenza del Comitato, con l’augurio che l’obolo da essi versato, valga a ciascuno come il talismano che li preservi dalle insidie della vita e li avvinca per tutta la loro esistenza ai sacri doveri verso la Patria e L’Umanità». Con la Croce Rossa Italiana, associazione umanitaria internazionale, era possibile raggiungere i nostri prigionieri di guerra, metterli in contatto coi propri cari e inviare loro pacchi. Al fronte vi erano state notevoli perdite di vite umane, c’era stato Caporetto. Si ebbero ripercussioni anche sui civili, per Il «motore» dell’organizzazione fu il presidente Filippo Saporito che dopo soli 19 mesi vantava già 724 soci per il Comitato distrettuale della Croce Rossa di Aversa la nostra città la catastrofica sconfitta segnò l’arrivo di altri profughi. Furono donati indumenti, scarpe, sussidi alimentari e medicinali, soprattutto latte per i bambini. Per tutta la durata della guerra furono importanti le pubblicazioni del periodico “Volontariato Civile di Aversa”, poi “Bollettino della Croce Rossa e del Volontariato Civile di Aversa”. Il Bollettino, responsabile il dott. Saporito, pubblicava nomi e foto dei nostri militari al fronte. In ultima pagina c’era il consueto rendiconto finanziario generale con le offerte ricevute dai benefattori. Riportiamo uno dei tanti annunci apparsi sul Bollettino: «Il miglior titolo nobiliare, la più alta onorificenza nei tempi nostri, è il distintivo della Croce Rossa. Ogni cittadino può acquistarlo pagando una contribuzione di lire cinque all’anno o cento lire per una sola volta ...». Anche il ricavato della vendita del Bollettino contribuiva alla causa. A guerra terminata non tutto era finito, bisognava ancora assistere le famiglie degli invalidi e orfani di guerra. Nella sala consiliare il Sindaco volle porgere un ringraziamento particolare al Presidente degli Stati Uniti, Tomas Wilson. (per la sua opera ai trattati di pace Wilson fu insignito, 1919, del Nobel per la Pace). Motti dedicò a Wilson una delle strade più prestigiose di Aversa, Via Seggio, che non fu la sola, dopo la guerra, a cambiare denominazione. Nella seduta consiliare del 5 marzo 1919 furono deliberati festeggiamenti per il rientro in Aversa del Reggimento “Foggia” reduce dal fronte. 2 - fine 61 MUSICA Grande attesa per il concerto che il violinista terrà il 5 marzo al Teatro Bolivar di Napoli Amirante, artista dalle mille potenzialità La sua musica coinvolge, entusiasma e crea ammirazione anche nell’ascoltatore più profano. Il talento aversano al Teatro Bolivar di Napoli sarà diretto dalla cantante e attrice M’Barka Ben Taleb. Dalla Libreria sociale il Dono parte il «tifo» aversano con un bus di supporters Italia Mauriello G 62 rande attesa per il concerto che si terrà il 5 marzo 2016 al Teatro Bolivar di via Bartolomeo Caracciolo a Napoli del talentuoso violinista aversano Eduardo Amirante (nella foto). Il giovane maestro, virtuosista di livello internazionale, ha intrapreso gli studi dello strumento tanto caro a Paganini. La sua predisposizione naturale verso il violino lo ha portato a bruciare le tappe di studio, laureandosi in pochissimi anni al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Ha poi continuato a perfezionarsi negli studi con il maestro Antonio Arciprete ed il maestro Felice Cusano. Sin dagli inizi ha intrapreso oltre al percorso di studi anche una intensa carriera concertistica, collaborando con prestigiose accademie italiane e seguendo percorsi musicali non solo legati al genere classico, ma anche al jazz e al contemporaneo. Chi lo ha ascoltato sa bene che Eduardo Amirante il violino lo fa parlare. La sua musica coinvolge, entusiasma e crea ammirazione anche nell’ascoltatore più profano. Ed è per questi motivi che la cantante e attrice di origini tunisine e napoletana di adozione M’Barka Ben Taleb, che ricordiamo nei film Passione e Gigolò per caso di John Turturro, ma anche e soprattutto per aver portato le melodie del classico partenopeo al mondo arabo, attualmente direttore artistico del Teatro Bolivar, il cui motto è Libera l’Arte, in un cartellone ricco di nomi di talento ma anche popolari, ha voluto puntare sul giovane aversano, artista emergente, ma dalle mille potenzialità e dal valore artistico indiscutibile. Ad affiancarlo nel concerto del cinque marzo il bravissimo pianista Marco Fiorenzano, mentre al double bass ci sarà Umberto Lepore, e Emiliano Barrella ai drums. Insomma, quattro eccezionali musicisti per l’Eduardo Amirante Ensemble e per un concerto da non perdere. Per questo alla Libreria Sociale il Dono di piazzetta don Diana ad Aversa sarà possibile ricevere informazioni in quanto ci sarà anche un bus di supporters e fan che partirà dalla città normanna per sostenere un figlio di questa città e noi di Nerosubianco, che da queste pagine promuoviamo il bello della nostra terra, non potevamo mancare. Il costo del biglietto per il concerto è di soli dieci euro per due ore di bellissima musica. Alla libreria «Il Dono» la presentazione de «Il nuovismo realizzato» Il filosofo Michele Prospero ad Aversa S ara’ ad Aversa venerdì 26 febbraio prossimo, alle ore 18,30, presso la libreria sociale «Il Dono» di Aversa, il filosofo romano Michele Prospero, saggista, editorialista su varie testate e riviste nazionali nonché docente di Filosofia del Diritto presso l’Università La Sapienza di Roma. L’occasione è offerta dalla presentazione del suo ultimo saggio dal titolo «Il nuovismo realizzato. L’antipolitica dalla Bolognina alla Leopolda», opera che sta facendo molto discutere in campo nazionale. L’evento è proposto dal Laboratorio Germinal, neo-associazione culturale promossa dal «nostro» Mario Francese, in collaborazione col Network per il Socialismo Europeo. Ad affiancare Francese nell’introduzione ci sarà Giovanni Cerchia, docente di Storia Contemporanea presso l’Università del Molise. Il «nuovismo», su cui è incentrato il libro di Prospero, non è altro che l’esaltazione acritica del nuovo, delle novità e del cambiamento, ovvero il «filo rosso» che lega le vicende politico-culturali italiane degli ultimi vent’anni: dalla dissoluzione della Sinistra a Berlusconi, dall’antipolitica grillina al trionfo del renzismo. Michele Prospero Con una «filosofia politica del presente», Prospero propone, dunque, una lettura controcorrente dei processi di crisi della Seconda Repubblica, analizzandone cause e conseguenze dell’inevitabile declino del nostro sistema politico.