Introduzione Di Pierluigi Basso e Lucia Dialoghi con

Transcript

Introduzione Di Pierluigi Basso e Lucia Dialoghi con
E . , R o s c hE .
I Mind. CognitiueScienceand Human Experience,
:ss; tr. it. La uia di mezzodella conoscenza.
Le
proua dell'esperienza,
Milano, Feltrinelli, 1992.
Sommario
,eferente,relazione presenrataal Convegno di
au nom du sens,luglio, in corso di pubblica'eality.
An Essayin Cosmologl, New York, Free
processoe la reabà. Saggiodi cosmologia,Mila-
ohischeAbhandlung London, Kegan Paul,Tiench,
:. Thactatuslogico-philosophicus,
Torino, Einaudi,
Introduzione
Di PierluigiBassoe Lucia Corrain
Untersuchungen,
Oxford., Blackwell; tr. it. Rlino, Einaudi. 1967.
Dialoghi con le arti
sffira, in Magli P., Manetti G., Violi P. (a
storia teoria inter?retazione. Sagi intorno a
, B o m p i a n i ,1 9 9 2 .
3 9 Medagliaper Paolo Fabbri
Lebel
di Jean-Jacques
40 Paolo che ci facciamocon le parole
di Nanni Balestrini
42 Testo dei testi
di Luciano Berio
La poésiefait mal?
di Michel Deguy
60 Sulla fiaba
di Emilio Tadini
Dialoghi con la semiotica
7r
Piccola filosofia dell'enunciazione
di Bruno Latour
95
Di chi siamo contemporanei?
di Pierre Rosenstiehl
100 Il ritorno della "doxa"
di Derrick de Kerckhove
241
Una svolta e qualche possibile incroc
di Patrizia Violi
105 La trasmutazionedei valori
di Michel Maffesoli
'Au
I l6
plaisir du comparatisme"
di Marcel Detienne
260
Significato, interazione, testo. Conside
di Marina Sbisà
125 Quando cadono cerre barriere
di Renato Barilli
278
133 Provocazioni:per una semioticadella sfida
di Remo Bodei
299 Del corpo-massa
di Francesco Marsciani
III
I contratti e la beffa
d i J a c q u e sG e n i n a s c a
324
La memoria geroglifica. Riflessioni ser
tespizio dei "Principi di Scienza Nuova
Vico
di Omar Calabrese
Sull'operadi Paolo Fabbri
145 La mascherae la parola
di JeanBaudrillarà
Il tempo intersoggettivo: in difesa de
di Eric Landowski
308
Teoria semiotica
I
Le semiotiche in azione
147 Leffetto Paolo
di Alain J.-J. Cohen
337 Terra Incognita: "altro" e "alterirà" ne
la Nuova Francia di Jacques Cartier
di Paul Perron
149 Spartacus
di Umberto Eco
352 Limplicitazione del sacro nella lingua
di Manar Hammad
159 Un esperimentodi archeologiasemiotica.Artorno a un
s-1ggiodi Paolo Fabbri sul "malocchiodella sociologia"
di Maria Pia Pozzaro
365
Bibliografia delle opere di Paolo Fabb
375
Riferimenti biblioerafici
170 Una guida dietro di noi: Barthese la svolta
di GianfrancoMarrone
II
Prospettivedella semiotica
188 Polisensorialità
e autonomiadella dimensionefigurativa
di JacquesFontanille
213 Dalla significazioneal senso:per una semioticasenza
ontologia
di FrançoisRastier
lla "doxa"
e Kerckhove
241 Una svolta e qualche possibile incrocio
di Patrizia Violi
ione dei valori
affesoli
260
u.comparatisme"
3tlenne
Significato, interazione, testo. Considerazioni prolwisorie
di Marina Sbisà
III
Le semiotiche in azione
)no certe barriere
Lrilli
278 Il tempo intersoggetrivo: in difesa del ritardo
di Eric Landowski
per una semiotica della sfida
lei
299 Del corpo-massa
di Francesco Marsciani
tica
308 I contratti e la beffa
d i J a c q u e sG e n i n a s c a
324
di Paolo Fabbri
e la parola
rillard
La memoria geroglifica. Riflessioni semiotiche sul frontespizio dei "Principi di Scienza Nuova" di Giambattista
Vico
di Omar Calabrese
o
Cohen
337 Terra Incognita: "altro" e "alterità" nei "Voyages"
la Nuova Franciadi JacquesCarrier
di Paul Perron
lco
352 Limplicitazionedel sacronella lingua araba
di Manar Hammad
rto di archeologia semiotica. Attorno a un
lo Fabbri sul "malocchio della sociologia"
Pozzato
etro di noi: Barthes e la svolta
l Marrone
re della semiotica
:à e autonomia della dimensione figurativa
ntanille
azione al senso: per una semiotica senza
.astier
365 Bibliografiadelle opere di Paolo Fabbri
375 Riferimenti bibliografici
Piccola filosofia dell'enunciazione
di Bruno Latour
""'"
i;;ff:':*ïïffiî'Jïl;l'â
Mi sono sovente domandato, contemplando il F.egio -,rril o d e l P a r t e n o n e ,a t t r a v e r s ol a n u v o l a n e r a d e l l ' i n q u i n a m e n t o
o nella sala del British Museum - dove sono conservati i
m a r m i d i L o r d E l g i n - a c h e c o s a a s s o m i g l i e r e b b eu n a m o derna processionedelle Panatee.Quali sarebbero i nostri rapp r e s e n t a n t i ?D i q u a n t i g e n e r i o s p e c i es a r e b b e r oc o m p o s t i ?A
quale etichetta obbedirebbe la loro disposizione?Verso quali
vaste mura confluirebbero? Quanti fra loro avrebbero forma
umana? Se dovesseroparlare, giurare o fare sacrifici in comun e , d a q u a l i r i t i c i v i l i o r e l i g i o s i s a r e b b e r oc h i a m a t i a r a c c o l t a
agorà? Se un canto dovesseaccompagnare la loro
e su
.quale
m a r c r â o u n n t m o s c a n d i r el e l o r o l u n g h e o n d u l a z i o n i , q u a l i
s u o n i s i a s c o l t e r e b b e r oe d i q u a l i s t r u m e n t i ? P o s s i a m oi m m a g i n a r e t a l i P a n a t e e ?F o r s e . . .s e c i s i p r e n d e s s el a b r i g a d i r i c e r care ciascuna delle istanze che inviano, delegano, designano i
loro rappresentanti per la grande festa. Se una tale inchiesta
fosse possibile, allora il mondo in cui viviamo cesserebbedi
esseremoderno; ciô sarebbeper tutta la terra un grande sollievo, e chiamerei queste schiere di mediatori teorie di delegati.
Partendo dalla semiotica
È o r m a i t r a d i z i o n e c h i a m a r e " e n u n c i a z i o n e "I ' i n s i e m e d e g l i
elementi assenti,la cui presenzaè nondimeno presupposta dal
discorso, grazie alle marche che aiutano il locutore competente
a raccoglierli al fine di dare sensoall'enunciato. E ugualmente
7r
tradizionale, almeno in Greimas, distinguere accuratemente
I'enunciazione cosi com'è installata o iscritta nel discorso,
d a l l ' e n u n c i a z i o n ep r o p r i a m e n t e d e t t a , c h e è s e m p r e s o l o p r e s u p p o s t a .I n f i n e , è c o n c e s s o s, e m p r e i n G r e i m a s ,d i n o n c o n s i d e r a r e l ' e n u n c i a z i o n ec o m e I ' i n s i e m e d e l l e c o n d i z i o n i s o c i a l i ,
economiche, materiali, psicologiche o pragmatiche che circ o n d a n o I ' e n u n c i a t o .L e n u n c i a z i o n e n o n r i n v i a i n q u a n t o t a l e
alla pragmatica, all'atto di discorso (speechact) o a un fondam e n t o s o c i a l ed e l l a c o m u n i c a z i o n e .T u t t e q u e s t e p o s s i b i l i r a p p r e s e n t a z i o n ia l d i l à d e l l ' e n u n c i a t o s o n o f e r m a m e n t e i n s t a l iate in altri enunciati. il romanziere"in carne e ossa"non è
I ' e n u n c i a t o r ed e l s u o r o m e n z o . È u n p e r s o n a g g i od i u n a l t r o
racconto, per esempio quello di uno storico, di un critico
letterario, o di un giornalista venuto a intervistarlo. Questo
rifiuto di un al di là del discorso è stato fondamentale tanto
per la semiotica quanto per la linguistica. È ciô che ha permesso loro di fondarsi come discipline sistematichee di sbarazzarsi degli esseri in carne e ossa, che volevano fin qui sempre
intervenire nel funzionamento del codice. Appena incominciamo a nominare I'enunciatore, a designarlo, a dargli un
tempo, un luogo e un volto, cominciamo un racconto; detto
altrimenti, "debrayamo"a partire dall'enunciazioneverso I'enunciato. Passiamodall'enunciazione marcata all'enunciazione iscritta
o installata nel racconto. Queste assenzesono dunque al tempo
s t e s s oi n n o m i n a b i l i e m a r c a t e , e b e n c h é n o n p o s s a n o e s s e r e
afferrate direttamente sono ugualmente reperibili.
B i s o g n a d i s t i n g u e r e a c c u r a t a m e n t ed u e o p e r a z i o n i d i r i c e r ca dell'enunciatore n-1, la cui confusione, dopo il dibattito
della svolta linguistica, awelena le relazioni fra le scienze del
t e s t o e l e s c i e n z es o c i a l i o n a t u r a l i . L a p r i m a r i c e r c a c o n s i s t e
n e l l ' i n n e s t a r eu n n u o v o d i s c o r s o , B , s u l p r i m o , A , e n e l c o struire una scena che è detta "contesto pragmatico di A".
Cosi come si ritrova Lucien de Rubempré in più romanzi di
BaLzac,allo stesso modo si ritrovano piir Balzac nei suoi romanzi e nei libri di critica letteraria.-Non si tratta certo di
una semplicecoincidenza ma, in effetti, si tratta di una costruzionedi continuità (isotopia)che chiede degli innesti, del
lavoro, degli allineamenti di fonti e di prove. Si va da un
racconto all'altro, non si va da un testo al suo contesto. Si
tratta qui di un principio relativista che pone lo stessogenere
72
di problema che pone il trasporto di enu
s o e r i m e n t a t o r ec h e s i t r o v a s u l t r e n o d i E i r
.i trorra sulla scarpata. Il contesto è come
un'ipotesi superflua (Latour 1998).
Q u e s t a r i c e r c a d e l l ' e n u n c i a t o r en - I c o n
scenografici degli enunciati non è ciô che
cheremo I'enunciazionee non la denunci
dissimulato sotto le ^pparenze del narrator
n - l n o n è i l p e r s o n a g g i o( i n d i v i d u a l e o c o
conto di denuncia, è possibile perô defin
t r a d i z i o n a l e , d a B e n v e n i s t ea G r e i m a s , c i
i n a c e s s i b i l eC
. o n s i s t en e l d e f i n i r e I ' e n u n c i a
lizzazione delle potenzialità del discorso; det
il passaggio dalla langue alla parola. Qur
t o t a l m e n t e a c c e t t a b i l ep e r u n l i n g u i s t a o
aveva bisogno di considerare la lingua con
prendere gli atti di parola come attualizz
per sbarazzarsidell'esercito dei sociologi, ,
psicologi e dei critici, i quali pretendeva
contesto del discorso, senza altra forma di
Dal momento che non vogliamo farci r
stema della lingua" che del "contesto soc
l a s c i a r el a s e m i o t i c a . C e r t o , n o n r i t o r n e r e
né al contesto sociale, e dunque, in questo
remo il progetto di Greimas, ma andremo a
sto progetto ciô che ci è utile al fine di conr
e n u n c i a z i o n es i a l a n o z i o n e d i " m e d i a z i o n
I'idea di un'appropriazione della langue att
Lenunciazione è un atto di invio, di mt
g". È qua.tto dice la sua eûmologia ex-n
messaggero,un nunzio. Riprendendo la dr
pra, possiamo ora definire I'enunciazione:
d i m e d i a z i o n e d i c u i l a p r e s e n z aè n e c e s s a
assenti dagli enunciati, la traccia della loro r
resra marcara o lscnrta in modo tale che l:
dedurre a partire dal movimento degli enu
d e l l ' e n u n c i a z i o n es o n o c o m e i l m a g n e t i s m o
dai vulcani e che le faglie della terra custod
d o s i . B e n c h é n u l l a d a l l ' e s t e r n ot r a d i s c a i l l o
tico è possibile, milioni di anni dopo, rn
:no in Greimas, distinguere accuratamente
si com'è insrallata o iscritta nel discorso,
propriamenrederra, che è sempresolo pre) c o n c e s s o s, e m p r e i n G r e i m a s ,d i n o n c o n s i rne come I'insieme delle condizioni sociali,
eriali, psicologiche o pragmatiche che cirLto. L'enunciazione non rinvia in quanto rale
ll'atto di discorso (speecbact) o a un fondaa comunicazione. Tutte queste possibili rapi l à d e l l ' e n u n c i a r os o n o f e r m a m e n t e i n s t a l :iati. Il romanziere"in carne e ossa"non è
suo romanzo. È un personaggio di un alrro
mpio quello di uno srorico, di un critico
r giornalista venuto a intervistarlo. Questo
i l à d e l d i s c o r s o è s t a r o f o n d a m e n r a l et a n r o
luanto per la linguistica. È cià che ha perlarsi come discipline sistematichee di sbarazn carne e ossa, che volevano fin qui sempre
nzionamento del codice. Appena incomine l'enunciatore, a designarlo, a dargli un
e un volto, cominciamo un racconto; detto
amo" a.partire dall'enunciazioneverso l'enunenuncrazlonemarcataall'enunciazioneiscritta
conto. Queste assenzesono dunque al tempo
li e marcate, e benché non possano essere
)nte sono ugualmente reperibili.
u e t e a c c u r â t a m e n t ed u e o p e r a z i o n i d i r i c e r e n-1, la cui confusione, dopo il dibartito
stica, awelena le relazioni fra le scienze del
socialio naturali. La prima ricercaconsisre
:ruovo discorso,B, sul primo, A, e nel coche è detta "conresro pragmarico di 4".
va Lucien de Rubempré in più romanzi di
modo si ritrovano più Balzac nei suoi rodi critica letteraria.Non si tratra certo di
cidenza ma, in efferri, si rrarra di una coruità (isotopia)che chiede degli innesti, del
eamenti di fonti e di prove. Si va da un
non si va da un testo al suo contesto. Si
incipio relativista che pone lo stessogenere
di problema che pone il trasporto di enunciati tra il bravo
rp.ii-"nt"tore chè si trova sul treno di Einstein e.quello che
, i t . o u , s u l l a s c a r p a t a .I l c o n t e s t o è c o m e I ' e t e r e d e i f i s i c i , è
u n ' i p o t e s is u p e r f l u a( L a t o u r 1 9 9 8 ) .
Q u e s t a r i c e r c a d e l l ' e n u n c i a t o r en - 1 c o n i m e t o d i e i m e z z i
s c e n o g r a f i c id e g l i e n u n c i a t i n o n è c i ô c h e i n t e r e s s aq u i . C e r cheremo I'enunciazionee non la denuncia del vero autore,
dissimulato sotto le apparenzedel narratore. Se I'enunciatore
n-l non è il personaggio lindividuale o collettivo) di un racconto di denuncia, Ë"possibile perà definirlo? La soluzione
t r a d i z i o n a l e , d a B e n v e n i s t ea G r e i m a s , c i è s f o r t u n a t a m e n t e
i n a c e s s i b i l eC
. o n s i s t e n e l d e f i n i r e I ' e n u n c i a z i o n ec o m e I ' a t t u a delle
potenzialità del discorso; detto altrimenti come
lizzazione
il passaggio dalla langue alla parolr. Questa soluzione era
t o t à l - . À i . a c c e t t a b i l ep e r u n l i n g u i s t a o u n s e m i o t i c o , c h e
aveva bisogno di considerare la lingua come un sistema e di
prendere g1i atti di parola come attualizzazioni individuali,
pe, sbaraz"rarsidell'eiercito dei sociologi, degli storici, degli
psicologi e dei critici, i quali pretendevano di parlare del
c o n t e s t o d e l d i s c o r s o ,s e n z a a l t r a f o r m a d i p r o c e s s o .
Dal momento che non vogliamo farci carico piir del "sistema della lingua" che del "contesto sociale", bisogna qui
l a s c i a r el a s e m i o t i c a . C e r t o , n o n r i t o r n e r e m o n é a l l a n a t u r a
n é a l c o n t e s t o s o c i a l e ,e d u n q u e , i n q u e s t o s e n s o ' n o n t r a d i remo il progetto di Greimas, ma andremo a prelevare 4" q"9r t o p r o g è t t o c i ô c h e c i è u t i l e a l f i n e d i c o n s e r v a r es i a l ' a t t o d i
e . t u n c i a z i o n es i a l a n o z i o n e d i " m e d i a z i o n e " , a b b a n d o n a n d o
l'idea di un'appropriazrone della langue attraverso la parole.
Lenunciazione è un atto di invio, di mediazione, di delega. È quanto dice la sua etimologia ex-nuncius, inviare un
messaggero,un nunzio. Riprendendo la definizione data sopra, polsiamo ora definire l'enunciazione: insieme degli atti
à i m è d i a z i o n e d i c u i l a p r e s e n z aè n e c e s s a r i aa [ s e n s o ;b e n c h é
assenti dagli enunciati, la traccia della loro. necessaria.
Presenza
resta marcata o tscrltta in modo tale che la si puô indurre o
dedurre a partire dal movimento degli enunciati. Le marche
dell'enunciàzione sono come il magnetismo che la lava rigetta
dai vulcani e che le faglie della terra custodiscono raffreddandosi. Benché nulla dall'esterno tradisca il loro Passatomagnetico è possibile, milioni di anni dopo, interrogare le rocce
73
con il magnetografo per ritrovarne le tracce, fedelmente cus t o d i t e , d e l l ' o r i e n t a z i o n ed e l p o l o m a g n e t i c o , c o s i c o m e e r a i l
giorno dell'eruzione.
" C e q u i s e p a s s e " :i l p r i m o r e g i m e d ' e n u n c i a z i o n e
P a s s a n d od a l l ' e n u n c i a t o a l l ' e n u n c i a z i o n en o n s i i n c o n t r a i l
s o c i a l e , n é l a n a t u r a , m a , m o l t o t r a d i z i o n a l m e n t e ,s u l l ' e s s e r e
definito come esistenza.
L e n u n c i a z i o n e , I ' i n v i o d e l m e s s a g g i oo d e l m e s s a g g e r oè
c i ô c h e p e r m e t t e d i r i m a n e r e i n p r e s e n z a ,o s s i a d ' e s s e r e o
, ssia
d ' e s i s t e r e .N o n c a d i a m o p e r t a n t o s u q u a l c u n o o s u q u a l c h e
c o s a , n o n c i i m b a t t i a m o i n u n ' e s s e n z am
, a i n u n p r o c e s s o ,i n
un movimento, un passaggio,Ietteralmente un passaggio-trasferimentotnel senso che questa espressioneha nei giochi con
l a p a l l a . L a d e f i n i z i o n e d e l l ' e n u n c i a z i o n ec o m e p r i m o i n v i o
(débrayageattanziale, spaziale e temporale) non è inesatta, è
s o l t a n t o t r o p p o r e s t r i t t i v a ,p o i c h é c o r r i s p o n d e a u n o s o l o d e i
passaggitra quelli che impareremo a riconoscere. Questa def i n i z i o n e , a b b a s t a n z ap r i m i t i v a , è i l s o l o p o s t u l a t o o n t o l o g i c o
di cui avremo bisogno: partiamo da un'esistenzacontinuata e
a r r i s c h i a t a- c o n t i n u a t a p e r c h é a r r i s c h i a t a- e n o n d a u n ' e s s e n z a ; p a r t i a m o d a l l a m e s s a i n p r e s e n z ae n o n d a l l a p e r m a nenza.
Partiamo dunque dal uinculum stesso,ossia dal passaggioe
dalla relazione, non accettando come punto di partenza alcun
essereche non sia sortito da questa relazione. Non partiamo
dagli uomini, né dal linguaggio - questo tardivo - né dalla
comunicazione. Partiamo dalla relazione definita in maniera
molto banale, fin dagli albori della filosofia, come una certa
m e s c o l a n z ad i s t e s s o e a l t r o : A è B , t a l e è l a p r e d i c a z i o n e
primitiva della filosofia, è il passaggio, la trasformazione, la
s o s t i t u z i o n e ,l a t r a d u z i o n e , l a d e l e g a ,l a s i g n i f i c a z i o n e ,I ' i n v i o ,
I'embrayage,la rappresentazionedi A attraverso B. Tutti questi termini sono equivalenti, ciô vale a dire che designanoa
' D'ora in poi tradurremo pdsse con "passaggio-trasferimento" e pdssage
con passaggio tN.d.T.l.
/4
l o r o m o d o i l m o v i m e n t o d i p a s s a g g i oc h t
senza, Lo stesso,ossia il mantenimento
pagato con dell'altrr, ossia un invio. Non r
piir precisi, a parte il postulato ontologic
molto piir banali. Questo permette di n<
ciô che "è" da cià che "significa", ciô ch
c h e " s o s t i t u i s c e " ,c i ô c h e " r a p p r e s e n t a "d a
mondo del senso e il mondo dell'essere
unico mondo, vale a dire quello della trac
lo della sostituzione, della delega, del pz
parole del cioè...
Il nostro punto di partenzaè molto sen
t u t t a l a t r a d i z i o n e a n t i e s s e n z i a l i s t ab, e n c h
molto per chiarirlo. Sappiamo soltanto cl
t r a c c e d e l l ' e s s e r es o l o a l m o m e n t o d e l l a s o
a l t r a d e f i n i z i o n e d i u n ' e s s e n z ad i r e m o c h e
so", poiché non ha i mezzi per manteners
di durare. Ciô posto, non possiamo rima
scinati, a declinare la lista delle parole cl
le une alle altre. Dobbiamo seguire gli i
semiotica. Il suo grande vantaggio è stato <
le questioni piùr difficili (la creazione letter
del senso) senze per questo far ricorso
a l l ' i n n o m i n a b i l e .N o n h a m a i r i n u n c i a t o
r e n z t a r e ,a p a r l a r e d e l s e n s o i n d i c i b i l e larne in gergo. Sul suo esempio, deve ess
terizzare le forme di enunciazione, poiché e
n e g l i e n u n c i a t i - c e r c a n d o ,s e p o s s i b i l e ,d i
rn gergo.
Fino a qui, ho parlato di enunciazion
figure che le sono sempre associate, I'ent
ciatario. Avevo delle buone ragioni Per nol
d u e t e r m i n i , p e r c h é s e s i a g g i u n g el o r o l ' e n
va immancabilmente presi nella situazione
u n l o c u t o r e , u n l o c u t a r i o , u n m e s s a g g i o .(
che abbiamo a che fare con degli umani, n
tratti di linguaggio,e niente ci dice che si 1
teparare i corpi parlanti dai messaggi circ
b i s o g n a e s s e r e c a p a c i d i m a n t en e r e i t e t
afo per ritrovarne le rracce, fedelmente cut a z i o n e d e l p o l o m a g n e r i c o ,c o s i c o m e e r a i l
ne.
: il primo regime d'enunciazione
n u n c i a t o a l l ' e n u n c i a z i o n en o n s i i n c o n t r a i l
r r a , m a , m o l r o r r a d i z i o n a l m e n t e ,s u l l ' e s s e r e
ttenza.
, I'invio del messaggio o del messaggero è
d i r i m a n e r e i n p r e s e n z a ,o s s i ad ' e s s e r e o
, ssia
rdiamo pertanto su qualcuno o su qualche
t t i a m o i n u n ' e s s e n z am
, a i n u n p r o c e s s o ,i n
n passaggio, letteralmenre un passaggio-trarso che questa espressioneha nei giochi con
i z i o n e d e l l ' e n u n c i a z i o n ec o m e p r i m o i n v i o
ale, spaziale e temporale) non è inesatta, è
: s t r i t t i v a ,p o i c h é c o r r i s p o n d e a u n o s o l o d e i
che imparer!mo a riconoscere. Quesra derza primitiva, è il solo posrulato ontologico
) g n o : p a r t i a m o d a u n ' e s i s t e n z ac o n t i n u a t a e
inuata perché arrischiata - e non da un'esa l l a m e s s a i n p r e s e n z ae n o n d a l l a p e r m a re dal uinculum sr!sso,ossia dal passaggioe
n accettando come punto di partenza alcun
sortito da questa relazione. Non partiamo
dal linguaggio - questo tardivo - né dalla
rrtiamo dalla relazionedefinita in maniera
dagli albori della filosofia, come una cerra
sso e altro: A è B, tale è la predicazione
osofia, è il passaggio, la trasformazione, la
d u z i o n e , l a d e l e g a ,l a s i g n i f i c a z i o n e ,I ' i n v i o ,
presentazione di A attraverso B. Tutti quequivalenti, ciô vale a dire che designanoa
:lr.emo Passe con "passaggio-trasferimento"
e passage
l o r o m o d o i l m o v i m e n t o d i p a s s a g g i oc h e m a n t i e n e i n p r e senza. Lo stesso, ossia il mantenimento nella presenza,è
p a g a t o c o n d e l l ' a l t r o , o s s i a u n i n v i o . N o n s i p u ô e s s e r em o l t o
piir precisi, a parte il postulato ontologico summenzionato,
molto più banali. Questo permette di non distinguere piir
cià che "è" da cià che "significa", ciè che "traduce" da ciô
c h e " s o s t i t u i 5 ç s " ,ç i i c h e " r a p p r e s e n t a "d a c i ô c h e " i n v i a " . I l
m o n d o d e l s e n s o e i l m o n d o d e l l ' e s s e r es o n o u n o s t e s s o e
unico mondo, vale a dire quello della traduzione, cioè quell o d e l l a s o s t i t u z i o n e , d e l l a d e l e g a , d e l p a s s a g g i o- i n a l t r e
parole del cioè...
Il nostro punto di partenzaè molto semplice,conforme a
t u t t a l a t r a d i z i o n e a n t i e s s e n z i a l i s t ab, e n c h é l a c o s a n o n s e r v a
molto per chiarirlo. Sappiamo soltanto che riconosciamo Ie
t r a c c e d e l l ' e s s e r es o l o a l m o m e n t o d e l l a s o s t i t u z i o n e . D i o g n i
a l t r a d e f i n i z i o n e d i u n ' e s s e n z ad i r e m o c h e è " s p o g l i a d i s e n s o " , p o i c h é n o n h a i m e z z i p e r m a n t e n e r s i i n p r e s e n z a ,o s s i a
di durare. Ciô posto, non possiamo rimanere a lungo affascinati, a declinare la lista delle parole che si sostituiscono
le une alle altre. Dobbiamo seguire gli insegnamenti della
semiotica. Il suo grande vantaggio è stato quello di affrontare
le questioni più difficili (la creazione letteraria, la costruzione
d e l s e n s o ) s e n z a p !r q u e s t o f a r r i c o r s o a l l ' a m m i r a z i o n e o
all'innominabile. Non ha mai rinunciato a definire, a differenziare, a parlare del senso indicibile - salvo talvolta parl a r n e i n g e r g o . S u l s u o e s e m p i o , d e v e e s s e r ep o s s i b i l e c a r a t terizzarele forme di enunciazione, poiché esserestano marcate
negli enunciati - cercando, se possibile, di non parlare troppo
ln gergo.
F i n o a q u i , h o p a r l a t o d i e n u n c i a z i o n e ,e n o n d e l l e d u e
figure che le sono sempre associate, l'enunciatore e I'enunciatario. Avevo delle buone ragioni per non fidarmi di questi
d u e t e r m i n i , p e r c h é s e s i a g g i u n g el o r o l ' e n u n c i a t o , c i s i r i t r o va immancabilmente presi nella situazione di comunicazione:
u n l o c u t o r e , u n l o c u t a r i o , u n m e s s a g g i o .O r a , n i e n t e c i d i c e
che abbiamo a che fare con degli umani, niente ci dice che si
tratti di linguaggio, e niente ci dice che si possano addirittura
separarei corpi parlanti.dai messaggi.circolanti. Purtuttavia
b r s o g n a e s s e r ec a p a c l d l m a n t e n e r e I t e r m l n l e n u n c l a t o r e ,
75
e n u n c i a t a r i o , e n u n c i a t o , s e n z a p e r q u e s t o c o n s e r v a r ea l c u n a
t r a c c i a d e l l o r o a n t i c o I e g a m e c o n l a s i t u a z i o n ed i c o m u n i c a z_ione.A tal proposito abbiamo bisogno di esplorare i regimi
d i e n u n c i a z i o n ea p p a r e n r e m e n r em o i t o l o n t a n i d a q u e l l i d e l l a
tradizione letteraria sulla quale la semiorica si è dapprima
affilata le unghie.
Se affrontiamo il primo regime di enunciazione, comprendiamo immediatamente che siamo infiniramenre lontani
dall'umana comunicazione. Questo primo regime, infatti, non
implica l'enunciato e nemmeno un enunciatario. Che cosa
i m p l i c a a l l o r a ?S o l o u n e n u n c i a r o r e .C h e c o s a f a q u e s t o e n u n c i a t o r e ? C h i è ? C i o è , n o n d i m e n t i c h i a m o l o , c h e c o s ap a s s a
( t r a s f e r i s c e ) ?S é m e d e s i m o . U n s i m i l e . U n q u a s i s i m i l e .
Qual
é il risultato del passaggio-trasferimento?
Ottenere sempre
u n . e n u n c i a t o r e i n p r e s e n z a ,q u a s i s i m i l e a q u e l l i c h e l o p r e c e d o n o . P a g a i l p r e z z o d e l l a d u r a t a c o n i l p a s s a g g i oa u n
quasi simile. Dove possiamo rrovare una forma d'enunciazione
cosi stranain cui manchi I'enunciato e l'asimmetriatra enunciatore ed enunciatario? Dapperturro. Sono i uiuenti. Dimentichiamo sempre che anche i viventi enunciano e che
durano perché .otiono iI rischio di passarea un altro vivenre
s i m i l e a l o r o . C h e c o s a p a s s a n o ?G e n i , c i t o p l a s m i , e c o s i s t e m i ,
f o r m e v i t a l i , l ' e i d o n d e l l a l o r o s p e c i e ?F o r s e r u t t o q u e s r o , m a
poco ci interessa in questo punto. Non vogliamo ancora
trasformare in un messaggioche passa di corpo in corpo
q u e l l o c h e è p r i m a d i t u t t o i l p a s s a g g i os e n z a m e s s a g g i od a
corPo a corpo.
Chiameremo il primo regime di enunciazione "riproduzione". Questo è caratterizzatodall'assenzadi enunciati e dall'ass e n z ad i a s i m m e t r i a t r a e n u n c i a t o r e e d e n u n c i a t a r i o . Q u e l l o
c h e p a s s ad a l l ' u n o a l l ' a l t r o è l ' u n o v e r s o I ' a l t r o , e q u e s t o a l t r o
è l o s t e s s o ,q u a s i l o s r e s s o( b i s o g n e r e b b ed i r e è [ o s r e s s o ,a
p r e s c i n d e r ed a l d a r w i n i s m o , m a c i ô s i g n i f i c h e r e b b eg i à s u p p o r r e r i s o l t e t u r r a u n a s e r i e d i c o n t r o v e r s i e .A c c o n t e n r i a m o c i
d e l l a n o z i o n e , p e r f e t t a m e n r ev a g a , d i " q u a s i s i m i l e " ) . P e r u n
o s s e r v a t o r ee s t e r n o - c h e n o n e s i s t ea n c o r a - i l r i s u l t a t o d e l
passagio (trasferimento) è la durata: I'eucalipto gigante di
fronte alla mia finestra c'è sempre, e lo scoiattolo chè si annida
t r a i r a m i , è s e m p r e p r e s e n r e- a m e n o c h e n o n s i a n o i s u o i
discendenti.
/o
Accettando l'iootesi di\Thitehead sull"'
trebbe estendereI'enunciazione, cosi de
viventi ma ancheagli inerti. Anche gli iner
no mâ, al contrario dei viventi, non p
s i m i l e . R e s t a n o , s c e l g o n o d i r e s t a r el o s t e
stesso (\Thitehead 1929). Per un osserva
n o n e s i s t ea n c o r a , p e r c h é I ' o s s e r v a z i o n ee
tengono a un altro regime di enunciazio
metria è ancora discernibile. Si ha un'imore
P o s s i a m od i r e c o n W h i t e h e a d c h e g l i i À e r
s c e l g o n o d i m a n t e n e r s i i n p r e s e n z as e n z a
mediario azzardatodi un altro corDo.
I n q u e s t o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n ec h i a
di meglio, "riproduzione", non riconoscia
l i a r e d e l l ' e n u n c i a t o- n o n p a s s a n i e n t e
q u e l l i c h e p a s s a n o- m a n o n r i c o n o s c i a m
stinzione tra enunciatoreed enunciatario.
mente nel caso dei viventi (il discendente <
quasi simile) o non ha mai luogo poiché
rimanere simile. Gli inerti restano - se I
s e n s o- g l i s t e s s ie n u n c i a t o r i c h e p a s s a n oe
stessi.Di conseguenzanoi non riconoscia
situazione familiare - che diventerà fam
della dualità o del dialogo enunciatore/enr
venti né gli inerti sono mai nella situazio
perché siano muti, ma perché non sonc
esseri diversi posti faccia a faccia. Sono
numerosle contlnul.
C o m e r i c o n o s c e r e m oa l l o r a , i n a s s e n z a<
f a m i l i a r i d e l l ' e n u n c i a z i o n e ,l e m a r c h e d e l
p a s s a g g i o - t r a n s i t o . s o p r rai <
mento e
.del
nostri unici mezzi per orientarci? E (fors
casosia dei viventi che degli inerti, ricerc
precisa dell'enunciazione avviata dalla se
caso del testo narrativo?Al contrario. La
g i o è a c c e c a n t en e l c a s o d e g l i i n e r t i e d è i
discernibile nei caso dei viventi, Siccome
r a n o n e l l ' e s s e r e ,n o n f a n n o m a i d i f f e r e n z
ciatori ed enunciatari e sono numerosiss
ctaztone si traduce semDre con la contit
l c i a t o , s e n z a p e r q u e s t o c o n s e r v â r ea l c u n a
t i c o l e g a m e c o n l a s i t u a z i o n ed i c o m u n i c a s i t o a b b i a m o b i s o g n o d i e s p l o r a r ei r e g i m i
, p a r e n t e m e n r em o l t o l o n t a n i d a q u e l l i d e l l a
ia sulla quale la semiotica si è dapprima
il primo regime di enunciazione, comiatamente che siamo infinitamente lontani
icazione. Questo primo regime, infatti, non
o e nemmeno un enunciatario. Che cosa
r u n e n u n c i a t o r e .C h e c o s a f a q u e s t o e n u n ioè, non dimentichiamolo, che cosa passa
e d e s i m o .U n s i m i l e . U n q u a s i s i m i l e . Q u a l
passaggio-trasferimenroO
? ttenere sempre
presenzaq
, uasisimile a quelli che lo prerezzo della durata con il passaggio a un
p o s s i a m ot r o v a r e u n a f o r m a d ' e n u n c i a z i o n e
n a n c h i I ' e n u n c i a t o e I ' a s i m m e t r i at r a e n u n atario? Dappertutto. Sono i uiuenti. Drrre che anche i viventi enunciano e chc
'ono il rischio di
passarea un altro vivenre
c o s ap a s s a n o ?G e n i , c i r o p l a s m i , e c o s i s t e m i ,
n d e l l a l o r o s p e c i e ?F o r s e t u t t o q u e s r o , m a
in quesro punro. Non vogliamo ancora
m e s s a g g i o c. h e p a s s a d i c o r p o i n c o r p o
r d l t u r r o i l p a s s a g g i os e n z a m e s s a g g i od a
rrimo regime di enunciazione "riproduziotertzzato dall'assenzadi enunciati e dall'asa tra enunciaroreed enunciatario. Quello
rll'altro è I'uno verso I'altro, e quesro alcro
o s t e s s o ( b i s o g n e r e b b ed i r e è l o s r e s s o ,a
'winismo, ma ciô significherebbe
già supr n a s e r i e d i c o n t r o v e r s i e .A c c o n t e n t i a m o c i
3ttamentevaga, di "quasi simile"). Per un
- c h e n o n e s i s r ea n c o r a - i l r i s u l t a t o d e l
ento) è la durata: I'eucalipto gigante di
tra c'è sempre, e lo scoiattolo che si annida
e p r e s e n r e- a m e n o c h e n o n s i a n o i s u o i
A c c e t t a n d o l ' i p o t e s i d i \ X / h i t e h e a ds u l l " ' i n h e r i t a n c e " ,s i p o rrebbe estendereI'enunciazione, cosi definita, non solo ai
viventi ma anche agli inerti. Anche gli inerti scelgono e passano ma, al contrario dei viventi, non passano a un quasi
s i m i l e . R e s t a n o , s c e l g o n o d i r e s t a r e l o s t e s s o ,e s a t t a m e n t el o
stesso (Whitehead 1929). Per un osservatore esterno - che
n o n e s i s t e a n c o r a , p e r c h é I ' o , s s e r v a z i o nee .l ' e s t e r i o r i t à a p p a r t e n g o n o a u n a l t r o r e g r m e d r e n u n c l a z r o n e- n e s s u n a a s l m merria è ancora discernibile. Si ha un'impressionedi perennità.
Possiamo dire con \ilZhiteheadche gli inerti sono viventi che
scelgono di mantenersi in presenza senza passareper I'intermediario azzardatodi un altro coroo.
I n q u e s t o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n ec h i a m a t o , i n m a n c a n z a
di meglio, "riproduzione", non riconosciamoIa forma familiare dell'enunciato - non passaniente che sia diverso da
quelli che passano - rn" .ro., riconosciamo nemmeno la dis i l n z l o n e t r a e n u n c l a t o r e e d e n u n c i a t a r i o . O s p a r i s c er a p i d a mente nel caso dei viventi (il discendente diventa I'ascendente
q u a s i s i m i l e ) o n o n h a m a i l u o g o p o i c h é I ' i n e r r e s c e g l i ed i
r i m a n e r e s i m i l e . G l i i n e r t i r e s t a n o - s e I ' e s p r e s s i o n eh a u n
senso - gli stessi enunciatori che passanoe si sostituisconoa se
stessi.Di conseguenza noi non riconosciamo piir neanche la
situazione familiare - che diventerà familiare in seguito della dualità o del dialogo enunciatore/enunciatario. Né i viv e n t i n é g l i i n e r t i s o n o m a i n e l l a s i t u a z i o n ed i d i a l o g o , n o n
perché siano muti, ma perché non sono mai almeno due
a faccia. Sono sempre molto piir
esseri diversi posti
.faccii
numerosl e conunul.
C o m e r i c o n o s c e r e m oa l l o r a , i n a s s e n z ad i t u t t i g l i e l e m e n t i
f a m i l i a r i d e l l ' e n u n c i a z i o n e ,l e m a r c h e d e l p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e n t o e . d e l p a s s a g g i o - t r a n s i t o . : o f t 1r i c o n o s c i u t e c o m e i
nostri unici mezzi per orientarci? E (forse) impossibile, nel
caso sia dei viventi che degli inerti, ricercare una definizione
precisa dell'enunciazione awiata dalla semiotica nel facile
caso del testo narrativo?Al contrario. La marca del passagg i o è a c c e c a n t en e l c a s o d e g l i i n e r t i e d è i n v e c e c h i a r a m e n t e
discernibile nel caso dei viventi. Siccome gli inerti persever a n o n e l l ' e s s e r e ,n o n f a n n o m a i d i f f e r e n z a a l c u n a t r a e n u n ciatori ed enunciatari e sono numerosissimi; la loro enunc i a z i o n e s i t r a d u c e s !m p r e c o n l a c o n t i n u i t à d i u n a f o r z a
77
esercitata. Come dice sempre Vhitehead, sono linee di
forza.
In un certo senso sono interamente vna marca dell'enùnciaz i o n e . E s s e r e ,p e r l o r o , s i g n i f i c a e s e r c i t a r eu n a f o r z a , è i l l o r o
proprio modo di passare.
N e l c a s o d e i v i v e n t i , a c a u s ad e l l a d i f F e r e n z ap, r e s r o c a n c e l l a t a , t r a e n u n c i a t o r e e d e n u n c i a t a r i o , l a l o r o e s i s t e n z an o n s i
c o n f o n d e g i à p i ù c o n l a m a r c a d e l l ' e n u n c i a z i o n e ,c o n i l p a s saggio o l'eserciziodi una forza. Ma siccome non fa.rno a
lungo la differenza rra enunciatore ed enunciarario e Ia dis t i n z i o n e e n u n c i a z i o n e / e n u n c i a t on o n è m a i d i s c e r n i b i l e , i
a p p a i o ^ n om a r c a r i q u a s i q u a n t o g l i i n e r t i . S o n o q u a s i
Iiy:"li
delle linee di Forza.Anzi sono stiipi o, se si preferisce,genËalogie. Le linee di forza sono continue (la loio discontiiuità va
i m m a g i n a t a ), _ l e s t i r p i s o n o d i s c o n t i n u e , p a g a n o l a l o r o c o n tinuità con il rischio sempre riproposto dèlla discontinuità
( g e n e r a z i o n e ,m o r r e e n a s c i t a ) . I v i v e n t i s o n o m a r c a t i d a
p a r t e a p a r t e d a l p a s s a g g i od e l l a g e n e r a z i o n e , d a l r i s c h i o
della morte, dalla loro sosiituzioneda parte dei quasi simili,
m a a o g n i i s t a n t e a p p a i o n o c o m e q u a l c o s ad i p i i r d i q u e s t o
-Il
p a s s a g g i o- d i c o n o q u a l c o s a , s o n o q u a l c o s a .
loro- corpo
sono gli enunciati.
Lontano dagli umani, lontano dal linguaggio, questo primo
r e g i m e d i . e n u n c i a z i o n eq
, uello della "riproduzione", è fbndam e n t a l e . L , u n p a s s a g g i o ,è u n p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e n r os,i a
c h e s i r r a t r i d e l l e l i n e e d i f o r z a d e g l i i n é r t i , s !m p r e p r e s s a n r i
e sotto pressione,perseveranrinell'essere,sia che si trâtti delle
stirpi di.viventi che
. r i o t t e n g o n o l a d u r a t a a r r r a v e r s ol a g e n e r a z i o n ed i q u a s i s i m i l i ( a p r e s c i n d e r ed a l d a r w i n i s m o ) . U r i a n a I i s i d e l s e n s o c h e n o n p o r e s s e c a r a r r e r i z z a r ec o n p r e c i s i o n e
qu!sto reg.ime, sarebbe accusata,a ragione, di esserèantropo
o l o g o c e n t r i c a . S e c o n l e c o s e s r e s s en o n s i p o r e s s es r a b i l i r e
un rapporro che faccia senso, che dia il sênso, I'indaeine
s a r e b b e v a n a e s a r e b b e a c c u s a r a ,g i u s t a m e n t e , d i i d e a l i J m o .
Fin qui, invece, abbiamo caratteriizato quesro primo regime
c o n s u f f i c i e n r e p r e c i s i o n er a l e d a p o r e r l o . o ^ p " i " . . a g l i l l t r i ,
provando_c_osiche la semiotica poreva viaggiaie infiniiamente
l o n t a n o d a l s u o r e r r e n o e c h e s i p o r e v a b é n i s s i m o s u p e r a r ei l
f a s c i n o m u t o d e l l ' e s s e r ei n q u a n i o e s s e r ep e r s o s t i t u l r l o c o n
I'esserein quanto altro. Cerch,eremoora di precisare gli altri
regimi di enunciazione.
78
S o s t i t u z i o n ee c r e d e n z a
Tirtti gli altri regimi di enunciazionech
no caratterizzati, al contrario del preced
degli enunciatori e degli enunciatari;tun
p a r t i c o l a r i , c h e v o r r e i e s a m i n a r ep e r p r i
"omissione".
In regime di "riproduzione", come abb
vi è differenza tra cià che circola e i corpi
ma vi è pur sempre qualcosache manti
o p e r a d i q u e s t o p a s s a g g i o i: c o r p i s t e s s i ,l ,
inerti o le lunghe stirpi dei viventi. Esiste
ciazione ancora più strano nel quaie non
caratterizzareil mantenimento di un cor
gio. In questo regimc si possono ricono
t r a s f e r i m e n t i , m a a n z i c h é e s s e r ed e i s i m i l
dissimili, degli irriconoscibili, delle mem
solo sostituzioni, da cui il nome che I
Owiamente, in questo regime, non vi è e
enunciatario,né una differenzaindividuabi|
ciazionee Diano dell'enunciato.Cosa ch,
primi analisti di ques.toregime. Sem.brau
ma inumano, pericoloso, atemporale, pr
m o t i v o p e r c u i F r e u d c h i a m a i n c o n s c i oc
I'egida âi un simile regime di enuncia
s t e s s aè a n c o r a t r o p p o r a z i o n a l i s t a e t r <
c o s i c o m e a n c o r a t r o p p o l o g o c e n t r i c aa p
nizione di Lacan "ça parle". No, non p;
enuncia, passa, si verifica assai straname
c o n d e n s a n d o ,s m e m b r a n d o , s p o s t a n d o ,a
S e s i r i s t a b i l i s c o n oi p e r s o n a g g ia b i t u a
c o m u n i c a z i o n e- u n l o c u t o r e e u n l o c u t a
saggio, un codice, e una volontà di con
senso di queste sostituzioni scompare. IJ
loro un senso,adeguato a questo regime
far sparire le figure tardive dell'enunciatort
Lanalista, in ascolto, sente l'innominabil
n i e r a p i i r i n g a r b u g l i a t ad e l l a P i z i a s u l s u o
di questo regime cosi particolare si trovan
imorevedibili che sostituisconouna forrr
ice sempre \Thitehead, sono linee di forza.
sono interumeilte vna marca dell'enunciao r o , s i g n i f i c a e s e r c i t a r eu n a f o r z a , è i l l o r o
rassare.
3nti, a causa della differenza, presro cancel:e ed enunciatario,la loro .rirta.rr" non si
: o n l a r n a r c a d e l l ' e n u n c i a z i o n e ,c o n i l p a s r di una forza. Ma siccome non fanno
r t r a e n u n c i a t o r e e d e n u n c i a t a r i o e l a d i"ione/enunciato non è mai discernibile, i
rarcati quasi quanto gli inerti. Sono quasi
Anzi sono stirpi o, se si prefèrisce,genealo'za sono conrinue (la loro disconrinuità
va
rpi sono discontinue, pagano la loro conlio sempre riproposto della discontinuità
te e nascita). I viventi sono marcari da
p a s s a g g i od e l l a g e n e r a z i o n e , d a l r i s c h i o
l o r o s o s t i t u z i o n ed a p a r t e d e i q u a s i s i m i l i ,
a p p a i o n o c o m e q u a l c o s ad i p i ù d i q u e s r o
o quaicosa, sono qualcosa. Il loro corpo
nani, lontano dal linguaggio, questo primo
ione, quello della "riproduzione", è fondas s a g g i o ,è u n p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e n r os,i a
inee di forza degli inerti, sempre pressanri
erseyerantinell'essere,sia che si tratti delle
e r i o t t e n g o n o I a d u r a t a a r r r a v e r s oI a g e n e L i l i ( a p r e s c i n d e r ed a l d a r w i n i s m o ) . U n ' a n a non potesse carauerizzare con precisione
b b e a c c u s a t a ,a r a g i o n e , d i e s s e r ea n t r o p o
c o n l e c o s e s t e s s en o n s i p o t e s s es t a b i l i r e
accia senso, che dia il sênso, l'indasine
e b b e a c c u s a r a ,g i u s r a m e n r e ,d i i d e a l i J m o .
biamo caratrcrizzato questo primo regime
r i s i o n et a l e d a p o t e r l o c o m p a r a r ea g l i a l r r i ,
a s e m i o t i c a p o r e v a v i a g g i a r ei n f i n i r a m e n t e
r e n o e c h e s i p o r e v a b e n i s s i m o s u p e r a r ei l
s s e r el n q u a n t o e s s e r ep e r s o s t i t u i r l o c o n
'ltro. Cercheremo ora di
precisare gli alrrr
one.
S o s t i t u z i o n ee c r e d e n z a
Tutti gli altri regimi di enunciazioneche sorvoleremo,saranno caratterizzati, al contrario del precedente, dalia posizione
degli enunciatori e degli enunciatari;tutti tranne due, molto
p a i t i c o l a r i , c h e v o r r e i e s a m i n a r ep e r p r i m i : " s o s t i t u z i o n e " e
"omissione".
In regime di "riproduzione", come abbiamo mostrato' non
vi è diffèrenza tra ciô che circola e i corpi che fanno circolare,
ma vi è pur sempre qualcosache mantiene in presenz^,Pe1
o p e r a d i ( u e s t o p a s s a g g i oi: c o r p i s t e s s i ,l e l i n e e d i f o r z a d e g l i
i n e r t i o l e l u n g h e s t i r p i d e i v i v e n t i . E s i s t eu n r e g i m e d i e n u n c i a z i o n e a n c o r a p i i r s t r a n o n e l q u a l e n o n è n e a n c h ep o s s i b i l e
caratterizzareil mantenimento di un corpo grazie al passaggio. In questo regime si possono riconoscere solo passaggii r a s f e r i m e n t i , m a a n z i c h é e s s e r ed e i s i m i l i a p a s s a r e s, o n o d e i
dissimili, degli irriconoscibili, delle membra disjecta. Ci sono
solo sostituiioni, da cui il nome che ho scelto di dargli.
Owiamente, in questo regime, non vi è enunciatore, non vi è
enunciatario,né una dilferenzaindividuabile tra piano dell'enunciazionee piano dell'enunciato.Cosa che ha tanto colpito i
p r i m i a n a l i s t i d i q u e s t o r e g i m e . S e m . b r au n a t t o r e f o r m i d a b i l e
m a l n u m a n o , p e r r c o l o s o ,a t e m p o r a l e , p r e l i n g u i s t i c o ; e c c o i l
m o t i v o p e r c u i F r e u d c h i a m a i n c o n s c i oc i à c h e a c c a d e s o t t o
l'egida di un simile regime di enunciazione, ma la paroJa
steisa è ancora troppo razionalistae tropPo antropomorfa.
c o s i c o m e a n c o r a t r o p p o l o g o c e n t r i c a a P P a r el a c e l e b r e d e f i nizione di Lacan "ça parle". No, non parla in realtà, ma si
e n u n c i a , p a s s a ,s i v e r i f i c a a s s a i s t r a n a m e n t e ,c r i s t a l l i z z a n d o ,
c o n d e n s a n d o ,s m e m b r a n d o , s p o s t a n d o ,a s s o c i a n d o .
S e s i r i s t a b i l i s c o n oi p e r s o n a g g ia b i t u a l i d e l l a s i t u a z i o n ed i
c o m u n i c a z i o n e- u n l o c u t o r e e u n l o c u t a r i o u m a n i , u n m e s saggio, un codice, e una volontà di comunicare - allora il
senso di queste sostituzioni scompare.Il solo modo di dar
l o r o u n s e n s o , a d e g u a t o a q u e s t o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n e ,è
far sparire le figure tardive dell'enunciatore e dell'enunciatario'
Lanalista, in ascolto, sente I'innominabile che parla in man i e r a p i i r i n g a r b u g l i a t ad e i l a P i z i a s u l s u o t r i p o d e . L e m a r c h e
di quésto regime cosi particolare si trovano nelle ramificazioni
i m p r e v e d i b i l i c h e s o s t i t u i s c o n ou n a f o r m a a u n ' a l t r a : m o t t o
79
d i s p i r i t o , l a p s u s , l a c a n i s m i v a r i , o p i i r s e r i a m e n t e ,m e r â m o r fosi terrificanti. Senza questo regime rutti gli altri regimi,
u m a n i , d i c u i p a r l e r e m o ,s a r e b b e r oi m p o s s i b i l i . M a n c h e r e b b e
loro, in un ..rto qual modo. la maùria prima per creare.
m o d e l l a r e , i p e r s o n a g g ie l e f o r m e d e i l o r o r e g i m i . L i n e e d i
forza e stirpi non potrebbero trasformarsi da sole in membra
disjecta.Il movimento tracciato da questo regime, la scia che
l a s c i a d i e t r o d i s é , n o n h a l a c h i a r e z z ad i u n a l i n e a d i f o r z a o
l a c o n t i n u i t à d i u n a s t i r p e . C h i a m e r e m o / i b e r e a s s o c i a z i o nii
p e r c o r s id a l u i g e n e r a r i .
Per farla finita con i regimi atipici che non somigliano per
n i e n t e a q u e l l o a c u i l a s e m i o t i c a c i a v e v ap r e p a r a t i , a b b i a m o
bisogno di considerareciô che chiamo regime della "Credenza"
o meglio dell"'Omissione". Dire che si tratta di un regime di
enunciazione è paradossale,visto che è caratterizzato dall'aff e r m a z i o n e c h e n o n v i è a f f a t t o e n u n c i a z i o n e .L a d e f i n i z i o n e
d e l l a " c r e d e n z a "è q u e l l a d i p a r t i r e d a l p i a n o d e l l ' e n u n c i a t o
non considerandoimportante il piano n-1. A prima vista è
d u n q u e l a n e g a z i o n ed e l l a p r e s e n t e i n d a g i n e . O r a , s i r r a t t a
tuttavia proprio di uno fra tanti altri regimi di enunciazione,
I a c u i c a r a t t e r i s t i c aè q u e l l a d i a v e r e s e n s o s o l o a c o n d i z i o n e
d i n o n c o n s i d e r a r ei l p i a n o d e l l ' e n u n c i a z i o n e .S i c o m p r e n d e
la Credenzasecondo il regime che le appartienesoltanto quando
si cammina, quando ci si [a prendere. "Ho camminato per
dawero". "Ci credo fermamente". Il risultato di questa indifferenzaper la distinzione enunciazione/enunciato,è che, nella
" c r e d e n z a " ,t u t t i g l i a l t r i r e g i m i p o t r a n n o e s s e r em e s s i i n d i sordine, combinati, ibridati. Siccome questo punto di vista,
p e r d e f i n i z i o n e , è i n d i f f e r e n t e a l l ' e n u n c i a z i o n e ,o t t i e n e e f f e t t i
d i c r e d e n z aa p a r t i r e d a t u t t i i r e g i m i , p e r q u a n t o e s s i s i a n o
r a d i c a t i i n u n a s t r u t t u r a m o l t o D a r t i c o l a r ed e l l ' e n u n c i a z i o n e .
Q u a l è i l p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e n tpor o p r i o d e l l a " c r e d e n z a " ?
La mancanzadi passaggio-trasferimento,
appunto: nessunodice
n u l l a a n e s s u n o ,d a t o c h e q u a n t o v i e n e d e t t o n o n d i p e n d e i n
alcun modo da chi lo dic", né dalla persona alla qualc lo si
d i c e . L e c o s es o n o . C i s o n o . S i s a . L e f i g u r e d e l l ' e n u n c i a z i o n e
sono interamente abolite. Poco importa il chi, il dove e il
quando. Si ritrovano qui gli effetti di naturalizzazione conrro
c u i i p r i m i s p e c i a l i s t id i s e m i o t i c a c o m e R o l a n d B a r t h e s s i
sono tanto dibattuti. Quali sono le marche particolari della
80
"credenza"? Il non avere marche Darticola
c o l a s e n z al e s u e r a d i c i , è i n a s s e g n à b ; 1p. .e
t r a I ' e n u n c i a t o e l e " D e r s o n e "d e l l ' e n u n c i a
d a c u i I ' i m o r e s s i o n ef o r m i d a b i l e c h e n o n ,
clale cla tare per mantenersl ln Presenz
p a g a r e p e r o r r e n e r e ,r i o t t e n e r e l a d u r a t a . i
denza" che dobbiamo le essenze,questi i
senza rischio e senza ripetizione. Il pas
c o s i p a r t i c o l a r e d e l l a " c r e d e n z a "t r a c c i a , s
d e l l e e s s e n z ee, s a t t a m e n t ec o m e l a " r i p r o d t
o s t i r p i , e l a " s o s t i t u z i o n e "l i b e r e a s s o c i a
t e , p e r d e f i n i z i o n e , l e e s s e n z en o n c o n s e
q u e s t o p a s s a g g i o I. l l o r o s t e s s on o m ! n o n
temporalità. Si capisceperché il postulato c
sono partito fosse inevitabile. Partendo ,
infatti selezionatouno dei tanti regimi di e
dell"'omissione", e il piùr scomodo per r
regimi.
I regimi che si concentrano sul quasi-og
zione narrativa,Scienza
I tre regimi definiti sopra sono, bisogn
m o s t r u o s i t à p e r o g n i s t u d i o s o c l a s s i c od i r
viene capire perché.Sono privi di enuncia
della "riproduzione" - o di enunciazion
dell"'omissione" - o di enunciatore - ct
" s o s t i t u z i o n e " .D a d o v e v i e n e a l l o r a l a d i s
d e l l ' e n u n c i a t oe d e l l ' e n u n c i a z i o n ec h e s e m
a g l i o c c h i d e l l a s e m i o t i c a ?I n r e a l t à è m o l t
i n o l t r e d a l l ' i n v e n z i o n ed i u n n u o v o t e r m i
ma quasi-oggera (o "token").
Vi è una differenza fondamentale tra i r
g l i a l t r i s e t t e c h e m i a c c i n g o a p r e s e n t a r e r:
q u a s i - o g g e t t o " ,v a l e a d i r e c h e s i p u ô s e r
che passada quelli che passano. Questa dis
te immediatamente di ritrovarci in un te
perché, infatti, ci avviciniamo all'umano. N
'il
è
. o r p o c h e c a r a t t e r i z z e r a n n oq u e s t o n
a c a n i s m i v a r i , o p i ù r s e r i a m e n t e ,m e t a m o r rnza quesro regime rurri gli alrri regimi.
: r e m o , s a r e b b e r oi m p o s s i b i l i . M a n c h e r e b b c
qual modo, la maùria prima per creare,
raggi e le forme dei loro regimi. Linee di
potrebbero trasformarsi da sole in membra
nto tracciatoda questo regime, la scia che
non ha la chiarezzadi una linea di forza o
ra stirpe. Chiameremo libere associazionii
erati.
o n _i r e g i m i a r i p i c i c h e n o n s o m i g l i a n o p e r
u i l a s e m i o t i c a c i a v e v ap r e p a r a t i , a b b i a m o
are cià che chiamo regime della "Credenza"
i s s i o n e " .D i r e c h e s i r r a r c ad i u n r e e i m e d i
adossale,visro che è caratterizzatoîall'afr v i è a f f a r t o e n u n c i a z i o n e .L a d e f i n i z i o n e
quella di partire dal piano dell'enunciato
imporranre il piano n-1. A prima vista è
ne della presenteindagine. Ora, si tratta
uno fra ranti altri regimi di enunciazione,
è q u e l l a d i a v e r es e n s os o l o a c o n d i z i o n e
i l p i a n o d e l l ' e n u n c i a z i o n e .S i c o m p r e n d e
il regime che le appartienesolranto quando
lo ci si fa prendere. "Ho camminaio per
o f e r m a m e n t e " .I l r i s u l r a t o d i q u e s t a i n inzione enunciazione/enunciato,è che, nella
i a l t r i r e g i m i p o t r a n n o e s s e r em e s s i i n d i ibridati. Siccome quesro punro di vista,
r d i f f e r e n t e a ll ' e nu n c i a z i on e , o t t i e n e e f f e t ti
:e da tutti i regimi, per quanro essisiano
t t u r a m o l t o p a r r i c o l a r ed e l l ' e n u n c i a z i o n e .
proprio della "credenza"?
;io-trasÊerimento
raggio-trasferimento,appunto: nessuno dice
ro che quanro viene derto non dipende in
lo dice, né dalla persona alla quale lo si
Ci sono. Si sa. Le figure dell'enunciazione
bolite. Poco importa il chi, il dove e il
r qui gli efferti di naruralizzazione conrro
sti di semiorica come Roland Barthes si
i. Quali sono le marche particolari della
" c r e d e n z a " ?[ l n o n a v e r e m a r c h e p a r t i c o l a r i . L e n u n c i a t o c i r c o l a s e n z al e s u e r a d i c i , è i n a s s e g n a b i l eP. e r s i n o l a d i s t i n z i o n e
t r a I ' e n u n c i a t o e l ! " D e t s o n e "d e l l ' e n u n c i a z i o n eè i m p o s s i b i l e ,
d a c u i l ' i m p r e s s i o n ei - o r m i d a b i l ec h e n o n c i s i a n i e n i e d i s p e c i a l e d a f a r e p e r m a n t e n e r s i i n p r e s e n z a ,a l c u n p r e z z o d a
pagare per ottenere, riottenere la durata. E al regime di "cred e n z a " c h e d o b b i a m o l e e s s e n z eq, u e s r i i n s i e m i c h e d u r a n o
senza rischio e senza ripetizione. Il passaggio-trasferimento
c o s i p a r t i c o l a r e d e l l a " c r e d e n z a "t r a c c i a , s e c o s i s i p u ô d i r e ,
delle essenze,esattamentecome la "riproduzione" traccia linee
. a owiameno s t i r p i , e l a " s o s t i t u z i o n e "l i b e r e a s s o c i a z i o n i M
t . , p Ë . d e f i n i z i o n e , l e e s s e n z en o n c o n s e r v a n o I a t r a c c i a d i
q u e s t o p a s s a g g i o I. l l o r o s t e s s on o m e n o n p r e s u p p o n e a l c u n a
temporalità. Si capisceperché il postulato ontologico dal quale
s o n o D a r t i t o f o s s e i n e v i t a b i l e . P a r t e n d o d a l l e e s s e n z e ,a v r e i
i n f a t t i - s e l e z i o n a t ou n o d e i t a n t i r e g i m i d i e n u n c i a z i o n e ,q u e l l o
dell"'omissione", e il piir scomodo per caratterizzare i vari
regimi.
I r e g i m i c h e s i c o n c e n t r a n o s u l q u a s i - o g g e t t o :T e c n i c a , F i n zione narrativa, Scienza
I t r e r e g i m i d e f i n i t i s o p r a s o n o , b i s o g n a r i c o n o s c e r l o ,d e l l e
m o s t r u o s i t à p e r o g n i s t u d i o s o c l a s s i c od i s e m i o t i c a . M a c o n viene capire perché.Sono privi di enunciato - come nel caso
della "riproduzione" - o di enunciazione- come nel caso
dell"'omissione" - o di enunciatore - come nel caso della
" s o s t i t u z i o n e " .D a d o v e v i e n e a l l o r a l a d i s t i n z i o n e t r a i p i a n i
dell'enunciato e dell'enunciazione che sembrava cosi primitiva
a g l i o c c h i d e l l a s e m i o t i c a ?I n r e a l t à è m o l t o t a r d i v a e d i p e n d e
i n o l t r e d a l l ' i n v e n z i o n e d i u n n u o v o t e r m i n e c h e S e r r e sc h i a ma quasi-oggero (o "token").
Vi è una differenza fondamentale tra i regimi sopra citati e
g l i a l t r i s e t t e c h e m i a c c i n g o a p r e s e n t a r e s: o n o t u t t i r e g i m i " a
q u a s i - o g g e t t o " ,v a l e a d i r e c h e s i p u ô s e m p r e d i s t i n g u e r e r i à
cbe passada quelli clte passano.Questa distinzione ci permette immediatamente di ritrovarci in un territorio conosciuto
perché, infatti, ci awiciniamo all'umano. Non è la parola, non
è ' i l c o r p o c h e c a r a t t e r i z z e r a n n oq u e s t o m i n i m o d i u m a n i t à
8l
di cui âvremo bisogno, bensi questo soltanto: il fatto che nel
passaggio-trasferimentoè un qualcosa in piir del corpo a pessare. Questo supplemento è prelevato sulle linee di forza e
s u l l e s t i r p i c h e l e l i b e r e a s s o c i a z i o n ih a n n o r i d i s r r i b u i t o . T r a
I'eucalipto e i suoi discendenti non potevo distinguerequalc o s a c h e s a r e b b ep a s s a t od a l p r i m o a l s e c o n d o e c h e n o n f o s s e
I ' e u c a l i p t o s t e s s o .P o t r ô o r a d i s t i n g u e r e t o k e n si n m o v i m e n t o
dai corpi che li fanno muovere. Questo supplemento non
solo permetterà di distinguere il piano dell'enunciato dal
p i a n o d e l l ' e n u n c i a z i o n e ,m a c r e e r à a n c h e u n ' a s i m m e t r i a s u f ficiente per individuare le figure distinte dell'enunciatore e
d e l l ' e n u n c i at a r i o . l n q u e s t â s e z i o n e ,p r e s e n t e r ôt r e r e g i m i d i
e n u n c i a z i o n ec h e h a n n o c o m e p a r t i c o l a r i t à i l f a t t o d i c o n c e n t r a r s i s u i q u a s i - o g g e t t i ,c h e s o n o , p e r c o s i d i r e , c e n t r i p e t i i n
rapporto al token.
C h e c o s ' è u n q u a s i - o g g e t t o ?N o n è , n o n l o è d a p p r i m a , u n
segno. E lo spostamentodell'enunciatore in un altro corpo,
dissimile, che resta fermo, anche quando I'enunciatore si ririra
e si dssenta,e che si indirizza all'Ënunciatario che questo corp o t i e n e f e r m o . Q u e s t a è l a c a r a t t e r i s t i c ap r i n c i p a l e d e l l ' e n u n c i a z i o n et e c n i c a . U n c e s t o i n t r e c c i a t o , p e r e s e m p i o ,n o n a s s o m i g l i a a l l ' i n t r e c c i a t r i c ed i c e s t i : s r a i n p i e d i e s i r e g g e d a s é ,
molto tempo dopo che lei non c'è piu. Raccoglie le mele
selvatichecolte da aualcuno che non sia per forza I'intrecciatore
di cesti; essocontinua, sotto un'altra form", altrove e in un
a l t r o t e m p o , l a p r e s e n z ad e l l ' i n t r e c c i a t r i c ed i c e s t i e l a s u a
azione sul raccoglitore di mele. Questo débrayageartanziale
c h e f a p a s s a r el ' i n t r e c c i a t r i c ei n u n c e s t o c h e n o n l e s o m i g l i a
m a c h e s i m a n t i e n e i n s u a a s s e n z a ,q u e s r a d e u i a z i o n e f o n damentale che prelevae mobilita linee di forza e di stirpi
- g i u n c h i e v i m i n i - a l f i n e d i f a r t e n e r e a s s i e m ed e i c o r p i méle selvatichee raccoglitori di mele - la chiameremo tecÀica.
C o m e t u t t i g l i o s s e r v a t o r ih a n n o r i c o n o s c i u t o , è f o n d a m e n t a le, perché questo regime aggiunge una moltitudine di nonu m d n i a l l a c o n t i n u i t à d i q u e s t a s r i r p e f r a l e t a n t e: l a s t i r p e
umana.
È s o l o a p a r t i r e d a l m o m e n t o i n c u i p a s s a n oi n o n - u m a n i
c h e s i p u ô - d i s c e r n e r el a d i f f e r e n z a v a q u a l c o s ac h e p a s s ae _ i
corpi che fanno passarequesta cosa, questo quasi-oggetto. E
s o l o a p a r t i r ed a l m o m e n t o i n c u i i n o n - u m a n i s o n o r a g g r u p -
82
pati, sistemati, prelevati per lo spostame
dell'enunciatore - nella fattispecie l'intrecc
s i c r e a u n a s u f f i c i e n t ea s i m m e t r i a p e r c h é J
si distingua dall'enunciatore. Il discendente
in regime di "riproduzione"; ma in regim
o b b l i g a i l r a c c o g l i t o r e d i m e l e a e s s e r ei r
c o s i c o m e n i e n t e f a r à d e l l o s t e s s oc e s t o
c e s t i o u n r a c c o g l i t o r ed i m e l e .
Cià che permette il regime di Tecn
relazione tra stirpi di umani attraverso
u m a n i e r c k e n s .Q u e s t a p i e g a , o s s i aq u e s t o
t u z i o n e . q u e s t o s p o s t a m e n t o ,p e r m e t t e r à
ciatore da ciô che enuncia e invia. La ser
linguaggio e della narrativa, ha omessodi
divisione stessatra le grandi figure di en
t a r i o e d e n u n c i a t o , e r a i m p o s s i b i l e s e n z aI
a l t r o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n e .L e n u n c i a t o
individuabile perché, fatta la deviazione,
il token, fedelè o infedele luogo-tenente,s
suo Dosto.
L è n u n c i a t a r i o e s i s t ei n m a n i e r a r e o e r i b
fermo e circondato, non piir da coipi s
luogotenenti dissimili, una delle cui origir
è m o m e n t a n e a m e n t ea s s e n t a t a I. l m a n t e n i
za si trova ora pieghettato, poiché i fral
aiutano, per durare, con la durata, con
linee di forza e delle stirpi.
I l p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e n t co e c n i c o è q r
c h e s p o s t a u n ' i n t e r a z i o n ec o r p o a c o r p o t r a
t e r a z i o n ec o r p o a c o r p o t r a d i s s i m i l i . C h i :
binazioni la scia lasciata da questo passagg
q u e s t a i m . b a s t i t u r ad e l l ' u m a n o e d e i n o n
rempo nol, umanl, cl comDtnlamo a non-.
sto modo che ci manteniamo nella prese
mente, siamo diventati umani.
Le marche di questo.passaggio.-trasferi
.
si ritrovano in tutti i débrayage,in tutti gli
t i , s e q u e s t r i ,a l t e m p o s t e s s os u i c o r p i u m a
zioni di non-umani, ma siccome, in ques
teristico dell'enunciatario ritirarsi lascian
gno, bensi quesrosolranro:il fatto che nel
e n t o è u n q u a l c o s ai n p i i r d e l c o r p o a p â s lemento è prelevato sulle linee di fori^ ,
libere associazioni hanno ridistribuito. Tra
. discendenti non potevo distinguerequalr s s a t od a l p r i m o a l s e c o n d o e c h e n o n f o s s e
Potrô ora distinguere tohensin movimento
ànno muovere. Questo supplemento non
i distinguere il piano dell'enunciato dal
zione, ma creeràanche un'asimmetria sufduare le figure distinte dell'enunciatore e
I n q u e s t a s e z i o n e ,p r e s e n t e r ôt r e r e g i m i d i
r a n n o c o m e p a r t i c o l a r i t ài l f a t r o d i c o n c e n 3etti, che sono, per cosi dire, centripeti in
.asi-oggettoN
? on è, non lo è dapprima, un
mento dell'enunciatore in un alrro corpo,
f e r m o , a n c h e q u a n d o l ' e n u n c i a t o r es i r i i i r a
;i indirizza all'enunciatario che cuesro corr e s t aè l a c a r a t t e r i s t i c ap r i n c i p a l e - d e l l ' e n u n n c e s t o i n t r e c c i a t o ,p e r e s e m p i o ,n o n a s s o :rice di cesti: sra in piedi e si reggeda sé,
r che lei non c'è piir. Raccoglie le mele
lualcuno che non sia per forza I'intrecciatore
nua, sotto un'altra forma, altrove e in un
e s e n z ad e l l ' i n t r e c c i a r r i c ed i c e s r i e l a s u a
tore di mele. Quesrc débrayageattanziale
r e c c i a t r i c ei n u n c e s t o c h e n o n l e s o m i g l i a
t e i n s u a a s s e n z a ,q u e s t a d e u i a z i o n e f o n leva e mobilita linee di forza e di stirpi
- a l f i n e d i f a r r e n e r c a s s i e m ed e i c o r o i ccoglitori di mele - la chiameremo tecnica.
rvatori hanno riconosciuto,è fondamenta'egime aggiunge
una moltitudine di nonità di quesra stirpe fra le tanre: la srirpe
d a l m o m e n r o i n c u i D a s s a n oi n o n - u m a n i
:re la differ enza ta qualcosa che passa e
-i
ssare questa cosa, questo quasi-oggetto. E
omento in cui i non-umani sono raggrup-
p.rti, sistemati, prelevati per lo spostamentoe la traduzione
dcll'enunciatore - nella fattispecie I'intrecciatrice di cesti - che
s i c r e a u n a s u f f i c i e n t e a s i m m e t r i a p e r c h é l ' e n u n c i a t a r z os t e s s o
si distingua dall'enunciatore. Il discendentediventa I'ascendente
irr regime di "riproduzione"; ma in regime di Tecnica niente
o b b l i g a i l r a c c o g l i t o r e d i m e l e a e s s e r ei n t r e c c i a t o r ed i c e s t i ,
c o s i c o m e n i e n t e f a r à d e l l o s t e s s oc e s t o u n ' i n t r e c c i a t r i c e d i
c e s t i o u n r a c c o g l i t o r ed i m e l e .
Ciô che permette il regime di Tecnica è di piegare la
relazione tra stirDi di umani attraverso una relazione tra
u m a n i e t l k e n s . Q u e s t a p i e g a , o s s i aq u e s t o i n v i o , q u e s t a s o s t i t u z i o n e , q u e s t o s p o s t a m e n t o , p e r m e t t e r à d i s t a c c a r eI ' e n u n ciatoreda cià che enuncia e invia. La semiotica dei testi, del
l i n g u a g g i o e d e l l a n a r r a t i v a , h a o m e s s o d i c o n s i d e r a r ec h e l a
d i v i s i o n e s t e s s at r a l e g r a n d i f i g u r e d i e n u n c i a t o r e , e n u n c i a t a r i o e d e n u n c i a t o , e r a i m p o s s i b i l e s e n z aI ' i n s t a l l a z i o n ed i u n
a l t r o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n e .L e n u n c i a t o r e e s i s t ei n m a n i e r a
i n d i v i d u a b i l e p e r c h é , f a t t a l a d e v i a z i o n e ,s i a s s e n t a ,e p e r c h é
rl tohen, fedele o infedele luogo-tenente,sta fèrmo, occupa il
suo Dosto.
L è n u n c i a t a r i o e s i s t ei n m a n i e r a r e p e r i b i l e p e r c h é è t e n u t o
fermo e circondato, non piùr da corpi simili a lui, ma da
luogotenenti dissimili, una delle cui origini, quella umana, si
è m o m e n t a n e a m e n t ea s s e n t a t a I. l m a n t e n i m e n t o n e i l a p r e s e n za si trova ora pieghettato, poiché i fragili corpi umani si
aiutano, per durare, con la durata, con I'ostinazione delle
linee di forza e delle stirpi.
Il passaggio-trasferimentotecnico è quel passo di fianco
c h e s p o s t au n ' i n t e r a z i o n ec o r p o a c o r p o t r a s i m i l i v e r s o u n ' i n t e r a z i o n e c o r p o a c o r p o t r a d i s s i m i l i . C h i a m e r ô t r e c c eo c o m binazioni la scia lasciata da questo passaggio-trasferimento,da
ouesta imbastitura dell'umano e dei non-umani. Da molto
tè^po noi, umani, ci combiniamo a non-umani, ed è in ques t o m o d o c h e c i m a n t e n i a m o n e l l a p r e s e n z ae c h e , p r o b a b i l mente, siamo diventati umani.
cosï particolare
Le marche di questo passaggio-trasferimento
interfaccia,
impatin
i
in
tutti
si ritrovano
tutti débrayage,
gli
t i , s e q u e s t r i ,a l t e m p o s t e s s os u i c o r p i u m a n i e s u l l e c o m b i n a zioni di non-umani, ma siccome, in questo regime, è caratteristico dell'enunciatario ritirarsi lasciando il quasi-oggetto
83
continuare da solo il suo lavoro di significazione,bisogna
individuare le marche tenui che permettono a questa assenza
d i p r o l u n g a r s i .S e n z aq u e s t o r e g i m e n o n a v r e m m o m a i p o t u t o
d i v e r g e r en e i n o s t r i m o d i d i m a n t e n e r c i i n p r e s e n z a s, a r e m m o
una stirpe tra le tante, non quella che incrocia, combina,
r i s i s t e m ae i n t r e c c i a l e a l t r e . I l m o n d o v i v e n t e a p p a r t e r r e b b e
a l l e s t i r p i , m a p o i c h é n e s s u n a d i v e r g e r e b b e ,n o n c i s a r e b b e
alcun "proprietario" e questa somma - "il mondo vivente" nessunoootrebbe calcolarla.
"C'era- una volta un Principe azzûrro che stava Der ereditare
i l P a e s ed e l l e M e r a v i g l i e " . É c c o c i i n f i n e n e l l i n g u a g g i o , u n
terreno veramente conosciuto, o meglio nel racconto che è
s t a t o e s a m i n a t o m o l t o d e t t a g l i a t a m e n t ed a g l i s t u d i o s i d i s e miotica. Un enunciatoredi cui non sappiamo nulla si invia
i n u n n a r r a t o r e e a n o i c h e p a s s i a m od a l r u o l o d i e n u n c i a t a r i
a q u e l l o d i n a r r a t a r i , d o m a n d a d i l a n c i a r c i a l s u o s e g u i t oi n
un altro spazio - il Paesedelle Meraviglie - in un altro tempo
- "C'era una volta" - e di identificarcicon un altro personagg i o - i l " P r i n c i p e a z z u r r o ". E c c o c i n e l l a F i n z i o n e , t e r m i n e c h e
bisogna prendere nel senso forte di plasmare, immaginare,
dipingere, raffigurare, sagomare e non nel senso di "falso" che
verrà solo in paragone con un altro regime. Questo regime
popola di figure, luoghi e tempi le relazioni dell'enunciatore
e d e l l ' e n u n c i a t a r i o . C h i è I ' e n u n c i a t o r e ?L i n s i e m e d i t u t t i i
r u o l i c h e h a i n s c r i t t o n e i r a c c o n r i . C h i è l ' e n u n c i a t a r i o ?L i n sieme di tutti i ruoli che i racconti gli hanno prescritto.
Niente ci dice ancora che si tratti, in questo caso,di umani,
di individui, di parolieri - o piuttosto, appunto, ci viene
de.tto, ca\Tato,
scolpito., narrato- "Noi", quello che
" s i a m o " , e m e r g.dipinto,
i a m o a f o r z a d i d i s c o r s o .E l a g r a n d e s c o p e r t a
d e l l a g e n e r a z i o n ec h e c i p r e c e d e , q u e l l a d i n o n p a r t i r e d a
un'antropologia, Grande Narrazione fra le tante, al fine di
definire chi parla e chi ascoltâ, ma di lasciare che le figure
o s c u r ed e l l ' e n u n c i a t o r ee d e l l ' e n u n c i a t a r i os i g e n e r i n o , s i r a f f i g u r i n o , s i p l a s m i n o a p a r t i r e d a l l a F i n z i o n e . L e t t e r a l m e n t e- e
l e t t e r a r i a m e n t e- " n o i s i a m o i f i g l i d e l l e n o s t r e o p e r e " . C i
i n v i a m o c o s t a n t e m e n t ea l t r o v e , i n u n a l t r o t e m p o e i n a l t r e
figure; ci installiamo negli innumerevoli racconti, ci iscriviamo gli uni gli altri ai posti richiesti; e cosi, a poco a poco,
apprendiamo chi siamo ci rffiguriamo chi noi siamo.
84
S e n z aq u e s t o r e g i m e n o i n o n s a r e m m o
p a c i d i i n v i a r c i i n u n a l t r o c a r a t t e r e ,i n c a
altri interlocutori, saremmo limitati a un
e v a n e s c e n t ec o m e u n D u n t o m a t e m a t i c o . I
m e n t o d i q u e s t o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n eè
vio, definito da Greimas. Tuttavia, conrr!
p o t e s s ep e n s a r el a s e m i o t i c a d e i r a c c o n t i <
tiva, I'invio è un passaggio-trasferimen
c h e n o n d e f i n i s c eI ' e n u n c i a z i o n ei n q u a n r o
u n o d i q u e i r e g i m i. L e m a r c h e l a s c i a t ed r
r r a s f e r i m e n t os o n o b e n n o t e e r e o e r t o r i a t
che rivelano e dissimulano, installàno e ins
t r a I ' e n u n c i a t o n e I ' e n u n c i a z i o n ez - 1 . Q u
dietro quest'ultima da tale passaggio-trasfe
chiamerô, in mancanza di meglio, popola
sciando alla.parola figura sufficiente vaghe
i personaggi antropomorfi e i dispositivi c
punto, non figurativi. Ciô che conta nellr
f o r m i d a b i l e r a m i f i c a z i o n ed i i n n u m e r e v o l i
in tutte le direzioni, in tutti i tempi e
dietro di sé narratori e narratari sbalordit
Ciô che caratterizzail regime di Finzior
s e m i n a z i o n e ,l a p r o i e z i o n e a p a r t i r e d a l l a .
l a c o n n i v e n z a d e l l ' e n u n c i a t a r i o .[ l r i t o r n o
figure, l'ultimo réembrayageverso il livello
molto questo regime. Ecco perché gli sru
attenti ai racconti e ai testi di finzione,
distinguerlo da un altro regime di enunciaz
sa in modo esclusivoall'invio e al ritorno d'
disciplina, al collegamento di queste figure
dell'enunciazione, e ai rapporti dell'enunc
ciatario. Io viaggio nella Finzione, ma qu
conto, tra le mie dita non ho tracce di
ogni momento ero altrove, ero un altro.
p a t o a l l o s t e s s ot e m p o e s o t t o l o s t e s s or '
n - 1 , n + 1 , z + 2 . E s i s t eu n ' a l t r a î o r m a d i d c
mente diversa, perché invece di inviare, at
su quello che egli designa,e occupa al te
di partenza e il punto d'arrivo. Le due fo
state, per cosi dire, ad angolo retto, ber
r il suo lavoro di significazione,bisogna
;he tenui che permettono a questâassenza
za questo regime non avremmo mai potuto
m o d i d i m a n t e n e r c i i n p r e s e n z a s. a r !m m o
tante, non quella che incrocia, combina,
a le altre. Il mondo vivente apparterrebbe
c h é n e s s u n a d i v e r g e r e b b e ,n o n c i s a r e b b e
" e questa somma - "il mondo vivente" :alcolarla.
un Principe azzl.rrroche stava per ereditare
aviglie". Eccoci infine nel linguaggio, un
conosciuto, o meglio nel racconro che è
o l t o d e t t a g l i a t a m e n t ed a g l i s t u d i o s i d i s e :iatore di cui non sappiamo nulla si invia
n o i c h e p a s s i a m od a l r u o l o d i e n u n c i a r a r i
L r i , d o m a n d a d i l a n c i a r c t t t l s u o s e g u i t oi n
Paesedelle Meraviglie - in un altro rempo
- e di identificarci con un altro personagz z u r r o ". E c c o c i n e l l a F i n z i o n e , t e r m i n e c h e
rel senso forte di plasmare, immaginare,
r e , s a g o m a r ee n o n n e l s e n s od i " f a l s o " c h e
tone con un altro regime. Quesro regime
roghi e tempi le relazioni dell'enunciatore
C h i è I ' e n u n c i a t o r e ?L i n s i e m e d i t u t r i i
t o n e i r a c c o n t i . C h i è l ' e n u n c i a t a r i o ?L i n uoli che i racconti gli hanno prescritto.
lra,che si tratti, in quesro caso,di
.um.ani,
lrolrerl - o pluttosto, appunto, cl vlene
i n t o , s c o l p i t o , n a r r a r o . ." N o i " , q u e l l o c h e
> a forz,adi discorso. E la grande scoperra
:he ci precede, quella di non partire da
rande Narrazione fra le tante, al fine di
: chi ascolta, ma di lasciare che le figure
o r e e d e l l ' e n u n c i a t a r i os i g e n e r i n o , s i r a f f i a partire dalla Finzione. Letteralmenre - e
noi siamo i figli delle nostre opere". Ci
:nte altrove, in un altro tempo e in altre
o negli innumerevoli racconti, ci iscriviaai posti richiesti; e cosi, a poco a poco,
amo; ci rffiguriamo chi noi siamo.
S e n z aq u c s t o r e g i m e n o i n o n s a r e m m o q u a s i n i e n t e ' l n c a p a c i d i i n v i a r c i i n u n a l t r o c a r a t t e r e ,i n c a p a c i d i r a f f i g u r a r c i
àlrri interlocutori, saremmo limitati a un indefinibile "noi",
e v a n e s c !n t ec o m e u n p u n t o m a t e m a t i c o . I l p a s s a g g i o - t r a s f e r i mento di questo regime di enunciazione è 1l débrayageo I'invio, definito da Greimas.Tuttavia, contrariamentea quanto
p o t e s s ep e n s a r el a s e m i o t i c a d e i r a c c o n t i e d e i t e s t i d i n a r r a molto Pârticolare
iiva, l'invio è un passaggio-trasferimento
c h e n o n d e f i n i s c eI ' e n u n c i a z i o n ei n q u a n t o t a l e , m a s o l a m e n t e
uno di quei regimi . Le marche lasciate da questo passaggior r a s f e r i m è n t os o n o b e n n o t e e r e p e r t o r i a t e ,s o n o t u t t e q u e l l e
che rivelano e dissimulano, installano e inscrivono, le relazioni
tra I'enunciato n e l'enunciazionen-1. Qual è la scia lasciata
dietro quest'ultima da tale passaggio-trasferimento?
Quello che
chiamerô, in mancanza di meglio, popolamenti di figure la'
sciando alla parola figura sufficiente vaghezzaper accomodare
i p e r s o n a g g ia n t r o p o m o r f i e i d i s p o s i t i v i c h e c h i a m i a m o , a p pùnto, nôn figurativi. Ciô che conta nella Finzione_è quella
f o r m i d a b i l e r a m i f i c a z i o n ed i i n n u m e r e v o l i d e l e g a t i c h e v a n n o
in tutte le direzioni, in tutti i tempi e luoghi trascinando
dietro di sé narratori e narratari sbalorditi.
Ciô che cararterizzail regime di Finzione è l'invio, la disseminazione, la proiezione a partire dalla materia del token e
l a c o n n i v e n z a d è l l ' e n u n c i a t a r i o .I l r i t o r n o , i l r i m p a t r i o d e l l e
figure, I'ultimo réembrayageverso il livello n-1, non interessa
-olto questo regime. Ecco perché gli studiosi di semiotica,
artenti ài racconti e ai testi di finzione, non hanno saPuto
distinguerlo da un altro regime di enunciazione, che si interessa in modo esclusivoall'invio e al ritorno delle figure, alla loro
disciplina, al collegamento di queste figure con I'ultimo livello
d e l l ' e n u n c i a z i o n e ,e a i r a p p o r t i d e l l ' e n u n c i a t o r ee d e l l ' e n u n ciatario. Io viaggio nella Finzione, ma quando esco dal racconto, tra le mie dita non ho tracce di questo viaggio. In
ogni momento ero altrove, ero un altro. Non ho mai occup
à t o a l l o s t e s s ot e m p o e s o t t o I o s t e s s or a p P o r t o i l i v ^ e l l i . z ,
-n-1,
n+1, n +le. Esiste un'altra forma di débrayagr, profondamente diversa,perché invece di inviare, allinea l'enunciatore
s u q u e l l o c h e e g l i d e s i g n a , e o c c u p a a l t e m p o s t e s s or l p u n t o
di partenza e il punto d'arrivo. Le due forme di invio sono
state, per cosi dire, ad angolo retto, benché siano semPre
85
state confuse dall'analisifino ai lavori della nostra amica
F r a n ç o i s eB a s t i d e( B a s t i d e1 9 8 5 ) .
Nel regime di enunciazione che chiamo Scienzale "figurine" sono inviate in altri spazi-tempi- come nella Finzione
narrativa - ma devono ritornare. Non solo devono ritornar!
al livello n, come nel racconto narrativo ben ordinato che si
richiudesse su se stesso, ma devono ritornare nella mano
d e l l ' e n u n c i a t o r e ,a l l i v e l l o n - 1 . Q u e s t a a n d a t a e r i t o r n o p e r manente, piir rapida degli angeli che salgono e scendono
dalla scala di Giacobbe, permette all'enunciatore di essere
nello stesso tempo e sotto lo stessorapporto qui e là. ln
altri termini puô agire a distanza. Nella sua mano si accum u l a n o l u o g h i e t e m p i d i v e r s i r a f f i g u r a t i e r a p p r e s e n t a t id a
delegati capaci di muoversi nei due sensi: invio e ritorno
(Deleuze l99l). Se la forma delle figurine e dei delegati
somiglia a quella degli esseriinviati dalla Finzione, il loro
movimento di andata e ritorno, la disciplina richiesta loro,
l i m o d e l l a , l i p r o f i l a e l i d i s e g n ai n m a n i e r a d e l t u t t o c a r a t teristica. Sono per cosi dire aerodinamici, profilati per il
l a v o r o d i a n d a t a e r i t o r n o . S o n o f i n z i o n i a d d e s t r a t e ,c o m e i
c a n i d a c a c c i a ,a r i p o r t a r e l a p r e d a a l l o r o p a d r o n e . Q u a l s i a s i
t r a s f o r m a z i o n es u b i s c a n o ,q u a l s i a s im a t e r i a o f o r m a t r a v e r s i n o , d e v o n o p o t e r m a n t e n e r é q u a l c o s aa t t r a v e r s oq u e s t e d e f o r mazioni, in modo tale da riportare all'enunciatore qualcosa
che lo.renda capace d.i raggiungere.lalo.ntananza. Per quanto
primitivi vengano scelti, questi delegarisono sempre ciô che
chiamo moaenti immutabili e combinabili - oerché fanno
l'andata-e-ritorno, perché mantengono una forma attraverso
le deformazioni e perché localmente nelle mani dell'enunciatore si è elaborato un "modello ridotto" che puô ispezionare e modificare.
I l p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e npt oa r t i c o l a r ed i q u e s t o r e g i m e ,c o n siste nel modificare la relazione tra I'enunciatore e l'enunciatario con I'arricchimento del token che revoca in questo
caso la lontananza. Se si seguisse questo passaggio-trasferim e n t o , s i t r o v e r e b b e u n e n u n c i a t o r e , p o i s i v i a g g e r e b b ea l
s e g u i t o d e i d e l e g a t i ,p o i s i r i t o r n e r e b b e s u d i u n c o n v o g l i o d i
figurine mantenute stabili attraversole più rudi trasformazioni,
poi si ricapiterebbe sul mittente di partenza e si passerebbe
a l l o r a n e l l a m a n o d e l l ' e n u n c i a t a r i o . L i n t e r e s s a n t e ,i n q u e s t o
86
regime, è che l'enunciatarioe I'enuncia
,rirrr- ,orfusi: il Primo deve Poter occ'
s e c o n d o . " S e f o s s ià l s u o P o s t o , v e d r e i e s
Prendete il mio Posto. Vedo e so le st
1977).Le marche di questo regime sono I
questa triplice questione dell'allineament
di,rersi piâni de[l'enunciato gli uni agli a
dell'imÂutabilità nella mobilità); allineam
dell'enunciato all'ultimo piano n-l; allin
ciatario all'enunciatore' La scia di ques
ciazione forma quello che chiamerà "rif,
che non appartieneal noioso dibattito st
significa "ripott"t.", "riferirsi .a", "rimet
ln tuttt t
Questo regime crea reierenze
a dist
I'azione
e
Làccesso t-il" lont"n"nza
p o s s i b i l i , c o s i c o m e l ' a l l i n e a m e n t od e i d i v e
i tohtns si appesantirebbero di nuove trec
godrebbero di nuove figure, ma non m
S^p a z i - t e m p i p e r r i p o r t a r l i a l l e u m a n e r e l :
Ciô chè conta in questi tre regimi è crt
to - per spostamentoin un altro mater
figure^- atùaverso débrayageattanziale, tel
rif,ortarlo ad altri spazi-tempi attraversoI'it
rine disciplinate. Tutti e tre si concent
quasi-oggetto,piùr che sul raPPorto.tra enul
t ..tète in un certo modo secon
.h.
"i.ié
l ' e n u n c i a t o r ed e v e P o t e r a s s e n t a r s il,a s c i a n
lo stabilire legami-con I'enunciatore; nel
va l'enunciatore non ha piii importanzr
tohen, poiché innanzi tutto conta l'invio
"pe
d e l l ' e n ù n c i a t a r i o ;n e l l a S c i e n z a ,l e d u e
a
ll'
I
'
u
n
a
s
o
s
t
i
t
u
i
b
i
l
i
zione devono essere
c
h
e
d
a
t
o
p
r
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"p
tokensche passanodi corpo in.corpo' I
g o n o n e l l a p r e s e n z aa t t r a v e r s oI l n t e r m e d l
conti, l'impress
Iuasi-oggerii. In fi.t dei
dËI corpi passano in un mondo di
",rt",
durevoli di loro.
I'analisi fino ai lavori della nosrra
amrca
( B a s t i d e1 9 8 5 ) .
enunciazione che chiamo Scienza ,.figu_
le
: in altri spazi-tempi_ come ,ell"
Finrià.,.
wono rttornare. Non solo devono
ritornare
nel racconto narrarivo b.r, ordinat,
.fr. ,i
. s t e s s o ,m a d e v o n o r i t o r n a r e n e l l a m a n o
i . l , l i v e . l l oz. - 1 . e u e s r a a n d a r a . . ; , ; r ; ; ' ; - . . _
trda,degli angeli che salgono
e s..ndtnu
rcobbe, permerre all'enunciatore
di essere
o e sorro lo sressorapporro qui
e l-à; ;.. ul n_
agire a disranza. Nella iua -Jno
,i
tempi diversi raffigurati e rapprese","ii
a"
r _m u o v e r s i n e i d u e s e n s i : i n v i o
e ritorno
Se la forma delle figurine . j.i jii.".ri
degli esseri inviati d"alla Finzior;,-,1
1".;"
1."," t rirorno, la disciplin" ,i.f,i*,"- f"1",
ila e li disegna in maniera d.l
,;;;;-.;;;;r cosi dire aerodinamici,profilati per-il
rirorno. Sono flnzioni addestrar.,
.i-.
i
porrare la preda al loro padrone.
e
r
.
i
r
i
r
r
;
' r s c a n o ,q u a l s i a s im a r e r i a
o forma tiaversi_
n a n t e n e r eq u a l c o s aa t t r a v e r s oq u e s r e
defor_
tate da riportare all'enunciatôre
qualcosa
,_
i r, ere,la I o.ntanan za. per' q u an
ro
!
r ^!
c errl-,r,S&
r l , q u . e s r id e l e g a r i s o n o s e m p r .
.lô .h"
nmutobtli e combinabili _ peiché
fanno
perché mantengono urr" for..'"
p e r c h e l o c a l m e n r e n e l l e m a n i d",;.;;;;:;
ell'enunto un "modello ridotro', che puà
lrp.rio_
: r i m e n r o p a r r i c o l a r e . d iq u e s r o r e g i m e ,
con_
:.la relauone tra l'enunciarorc
e l.enun_
rhimento del tohen .h. ,..,ro."
i; q;;r;;
Se si seguisse quesro passaggio_trâsferi. yn. enunciarore, poi si viàlgerebbe
al
por sr nrornerebbesu di un convoelio
di
tabili artraversole piu rudi ,."ri.r-iril.],
s u l m i t t e . n t ed i p a r r e n z a e s i p a s s e r e b b e
e l l e n u n c i a r a r i o .L i n t e r e s s a n r ei,n
questo
regime, è che l'enunciatario e I'enunciatore devono poter
essere confuii: il primo deve poter occupare il posto del
s e c o n d o . " S e f o s s i a l s u o p o s t o , v e d r e i e s a p r e i l e s t e s s ec o s e .
P r e n d e t e i l m i o p o s t o . V e d o e s o l e s t e s s ec o s e " ( L a t o u r
1 9 7 7 ) . L e m a r c h e d i q u e s t o r e g i m e s o n o r e s er i c o n o s c i b i l i d a
questa triplice questione dell'allineamento:allineamento dei
diversi piani dell'enunciato gli uni agli altri (mantenimento
d e l l ' i m m u t a b i l i t à n e l l a m o b i l i t à ) ; a l l i n e a m e n t od i t u t t i i p i a n i
dell'enunciato all'ultimo piano n-I; allineamento dell'enunciatario all'enunciatore. La scia di questo regime d'enunciazione forma quello che chiamerô "riferimento" - parola
che non appartieneal noioso dibattito sul realismo, ma che
significa "riportare", "riferirsi a", "rimettersi a qualcuno".
Questo regime crea referenze in tutti i sensi della parola.
Laccesso alla lontananza e l'azione a distanza sarebbero imp o s s i b i l i , c o s i c o m e I ' a l l i n e a m e n t od e i d i v e r s i e n u n c i a t o r i / t a r i .
I t o k e n ss i a p p e s a n t i r e b b e r od i n u o v e t r e c c e o c o m b i n a z i o n i ,
g o d r e b b e r o . d i n u o v e f i q u r e . , .m a n o n m o b i l i t e r e b b e r o a l t r i
spazi-tempi per riportarli alle umane relazioni.
C i ô c h e c o n t a i n q u e s t i t r e r e g i m i è c r e a r eu n q u a s i - o g g e t to - per spostamentoin un altro materiale - popolarlo di
figure - attraverso débrayageattanziale, temporale e spazialeriportarlo ad altri spazi-tempi attraversoI'intermediario di figurine discipiinate. Tutti e tre si çoncentrano sul tohen, su|
quasi-oggetto,più che sul rapporto tra enunciatore-enunciarario
che viene a esserein un certo modo secondario. Nella Tecnica,
l'enunciatore deve poter assentarsi,lasciando in carico al token
lo stabilire legami-con l'enunciatore; nella Finzione narrativa I'enunciatore non ha piir importanza della materia del
token, poiché innanzi tutto conta l'invio con la connivenza
d e l l ' e n u n c i a t a r i o ;n e l l a S c i e n z a ,l e d u e " p e r s o n e "d e l l ' e n u n c i a z i o n e d e v o n o e s s e r es o s t i t u i b i l i l ' u n a a l l ' a l t r a . I l r i s u l t a t o d i
questi tre regimi presi insieme- dato che noi non osserviamo
che i loro ibridi - è, in qualche modo, quello di cambiarei
tohensche passano di corpo in corpo. I "passatori" si manteng o n o n e l l a p r e s e n z aa t t r a v e r s ol ' i n t e r m e d i a r i o m o l t i p l i c a t o d e i
q u a s i - o g g e t t i . I n f i n d e i c o n t i , I ' i m p r e s s i o n eo p p o s t a è o t t e nuta: dei corpi passano in un mondo di cose piir vaste e piùr
durevoli di loro.
87
I regimi incentrati sui quasi-soggetti:Religione, Politica, Dirirro
Abbiamo postulato che nessunesserepossarimanere il medes i m o s e n z ae s i s t e r e c, h e d e b b a q u i n d i i n v i a r s i , e n u n c i a r s i .N o i
r i c e r c h i a m o l e f o r m e d i i n v i o . Q u a n t i m o d i d i p a s s a r ec i
s o n o , a l f i n e d i r e s t a r ei n p r e s e n z a ,d i r e n d e r s i p r e s e n r i ?
Per raccapezzarmici, mi sono concentraro sulle "persone"
d e l l ' e n u n c i a z i o n ee l e f o r m e d i r a p p o r t o a l l ' e n u n c i a t o . F i n
q u i n e a b b i a m o r i c o n o s c i u t es e i . L e p r i m e t r e , f o n d a m e n t a l i e
a t i p i c h e , c h e f a n n o p a s s a r ei c o r p i s t e s s i ( R i p r o d u z i o n e ) , o
"ciô accade" (Sostituzione), o che nega che qualcosa accada
(Omissione) e Ie seguenti tre, che "caricano" il quasi-oggetto.
Esaminerernoora regimi che, invece, girano atrorno al token,
ma che lo fanno in maniera inversa. Invece di costituire il
q u a s i - o g g e t t o ,l o u t i l i z z a n o p e r a l t r e c o s e , p e r d e f i n i r e e r e g o lare le relazioni tra enunciatori ed enunciatari. Definiscono
quindi quelli che si potrebbero chiamare quasi-soggetti.
Il quasioggetto diventa per loro come un pretesto.
E s i s t e u n r e g i m e p e r i l q u a l e i l s e n s o d e l l ' e n u n c i a r or e s r a
incomprensibile finché il movimento che le "persone"dell'enunc i a t o g l i i m p r i m o n o n o n s i a r i c o s t i t u i r o .È p r e c i s a m e n r q
eu e l lo per mezzo del quale si trovano attribuite le diverse persone:
i o , t u , l u i , l o r o , n o i , v o i . F i n q u i h o u r i l i z z a r o ,r r a v i r g o l e t r e ,
" p e r s o n ed e l l ' e n u n c i a z i o n e "p e r d e s i g n a r el ' e n u n I'espressione
c i a t o r e e I ' e n u n c i a t a r i o .M a d o v e a b b i a m o a s s u n r oc h e c i f o s s e r o q u e s t i p e r s o n a g g ic a n o n i c i e c h e c e n e f o s s e r os o l o d u e ?
Di nuovo, dalla semiotica dei testi narrativi che, infatti,
d i s t i n g u e a b b a s t a n z af a c i l m e n t e u n n a r r a t o r e e u n n a r r a t a r i o .
M a q u e s t ad u a l i t à è p r o p r i a d e l r e g i m e d i F i n z i o n e n a r r a r i v a( e
alla tecnica del libro) il quale parte dal livello z e si disinteressa
alquanto dell'enunciazione sressa.Dal momenro in cui si esce
dal cerchio ristretto dell'analisi dei libri di narrativa, diventa
chiaro come si debba dapprima comporre delle persone dell'enunciazione e decidere del loro numero. Non riempirli effettivam e n t e c o n l a c e r t e z z ad ' e s s e r eq u i , o r a , p e r l a p r i m a v o l t a ,
c o m e n e i r e g i m e s e g u e n t e , m a a s s e g n a r e r, i p a r t i r e , c o n t a r e !
ridistribuire i diversi ruoli e funzioni.
La circolazionedei quasi-oggetti,in questo regime, non prend e d i m i r a t a n t o i l q u a s i - o g g e r r os r e s s o .\ l t r a c c i a t od e l c o l lettivo che questa incessantecircolazione permette di eseguire.
88
è
Quanti enunciatori ltari ci sono? Chi
C
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Chi si
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della
scoPerta.
è
la
grandé
solo,
q,-tJt,"
da
t r o p o l o g i a m o d e r n e . N o n s i r e g g ed a s o l o '
e s e g u i r l o .N o n s i m a n t i e n e . P r e s e n t e. s e n
riPresentatl. È un problema topologi
-.it.
f a u n a m o l t i t u d i n e a c o n s e r v a r el a t o r m a c
"singolare plurale" che bisogna riparare.,
't.nào in ogni punto la questione UnoiT
che uoi diti quindi vi rappresemo. Voi.d
q u i n d i m i o b b e d i t e . l y ' a is i a m o d i v e r s i d a
tutro qu.tto lavoro di definizione si fa a I
c h e , d i - p e r s e s t e s s i ,s o n o q u a s i c o m P l e t a n
so, il fatto è che il senso non viene dall
tracciato del collettivo che Permette la loro
B i s o g n a s e m P r e ,c o n m e s c o l a n z ee , c o m p r c
tranùzioni, iegolare la bilancia dello stes
Chiamo Politica quel regime di enun'
del quale chi enuncia e la persona cu-i sl
definlti. Questo regime acquista tanta piir i
t o i t o h e n ss i m o l t i p l i c a n o . L e s t i r p i u m a n
l e s e r i e d i a s c e n d e n t ie d i d i s c e n d e n t i ,s e n
ma se moltiplichiamo i non-umani, le f
allora la queitione della compos.izio,nedel
i n c e s s a n t e m e n t ee r i s o l t a a c a l d o ' I l p a s
di questo regime è ben particolare poichr
c i a r è n i e n t e à i c h i " r o , e p a s s a n d od i m a n o
siete,ecco chi siamo, tocca a lui parlare,r
tocca a noi giudicare". Senza questo reg
distinzione di persone (che ora posso scrivi
Uultimo resto della strutture di comunica
l i t à e n u n c i a t o r e / e n u n c i a t a r i oè a d e s s os c t
di persone non sarà sovente ridotto a due t
probabilmente non sarà mai cosi semp
à e l l ' e n u n c i a t o r ee d e l l ' e n u n c i a r a r i o 'L e m a
me sono difficili da individuare poiché
niente, ed è proprio questo caratter!vago
b i g u o , v a r i a b i l e c h e g l i P e r m e t t ed i c i r c o l
r.tribuo.t tacciatore. Chiamo del tutto nat
s u i q u a s i - s o g g e t t iR: e l i g i o n e ,P o l i t i c a ,D i r i t t o
ato che nessunesserepossarimanere il mede: , c h e d e b b a q u i n d i i n v i a r s i , e n u n c i a r s i .N o i
r m e d i i n v i o . Q u a n t i m o d i d i p a s s a r ec i
:stare in
di rendersi p.resenti?
.presenza,
mrcl, ml sono concentrato sulle "persone"
e le forme di rapporto all'enunciato. Fin
:onosciutesei. Le prime tre, fondamentali e
r o p a s s a r ei c o r p i s t e s s i ( R i p r o d u z i o n e ) , o
ituzione), o che nega che qualcosa accada
eguenti tre, che "caricano" il quasi-oggetto.
'a regimi che,.invece, girano attorno al token,
r n m a n r e r a r n v e r s a .I n v e c e d i c o s t i t u i r e i l
tllizzano per altre cose, per definire e rego:a enunciatori ed enunciatari. Definiscono
potrebbero chiamare quasi-sogetti. Il quasi:r loro come un pretesto.
e per il quale il senso dell'enunciato resta
ché il movimento che le "persone"dell'enuno n o n s i a r i c o s t i t u i t o . E p r e c i s a m e n t eq u e l uale si trovano attribuite le diverse pertone:
ri, voi. Fin qui ho utilizzato, tra virgolette,
' n e d e l l ' e n u n c i a z i o n e "p e r d e s i g n a r eI ' e n u n :ario. Ma dove abbiamo essunto che ci fost g g i c a n o n i c i e c h e c e n e f o s s e r os o l o d u e ?
;emiotica dei testi narrativi che, infatti,
za facilmente un narratoree un narratario.
: propria del regime di Finzione narrativa (e
r) il quale parte dal livello z e si disinteressa
:iazione stesse.Dal momento in cui si esce
r dell'analisi dei libri di narrativa. diventa
r dapprima comporre delle personedell'enundel loro numero. Non riempirli effettiva: z z a d ' e s s e r eq u i , o r a , p e r l a p r i m a v o l t a ,
e g u e n t e , m a â s s e g n a r e r, i p a r t i r e , c o n t a r e ,
'si ruoli e funzioni.
ei quasi-oggetti,in questo regime, non prenI quasi-oggetto stesso, il tracciato del colncessantecircolazione permette di eseguire.
c i s o n o ? C h i è e n u n c i a t o r e ?C h i
Q u a n t i e n u n c i a r o r il r L r i
a nome di chi?
e n u n c i a t a r i o ?C h i r a p p r e s e n t ac h i ? C h i - p a r l a
non esiste
collettivo
.hi, i'in.quateordine?,I[
Ai':;^;i;G
"
dellasociolog*
à;:;i",-q,r!*" e l" gt""aËscoPerta.
: 1:lfï
Bisognatraccrarlo'
,àooloeii -od.rr,e."Non si re[ge da solo'
s e n z a e s s e r ec o s t a n t e .r.LuitË. Non si mantiene Presente
come
trrioio. È un p'oblèma topologico insolubile:
;.i;;^;;2';
'â;;
E un
i
n
s
i
e
m
e
?
u
n
n i o ^l tpi tlu" Jdtitn e t à Â t ' u " t t l a f o r m a l i
". * . b i s o g n a r i p a r a r e , - c o s t a n t e m e n trei s o l :irrà"r"t.
Io dico quello
vendo in ogni punro la quJstio"Ë Uno/Tutti'
Voi.dite cià che ia dico'
il'.--j-àrii, q,-iindi-ui
"iptt"nro'
d
i
v
e
r
s
i -d a l o r o ' L u i ë u n a l v o '
t
l
i
*
o
l
f
'
;
obbedite.
ouindi mi
ài d'fini'ione si fa a Partire da enunciati
i;il'";;.;;l;;;;;
s P o g l lo t t t l ;
c h . , d i ' p e , s e s t e s s i ,s o n o q u a s i c o m p l e t a m e n t e
d a l l ' e n u n c i a t o ,m a d a l
,",'iir"',i" è che il sensonon viene
rapida circolazione'
loro
del collettivo che permette la
;;;..it,;
c
o
m
P
r
o
m e s s l 'c o n l u s l o n l c
B i s o g n a s e m p r e , c o n m e s c o l a n z ee
e dell'altro'
siesso
dello
i.gor"'. la bilancia
---ôhi"-o
ffi:;;;;t;
e
n
u
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a
zione per mezzo
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Politica quel -persona
r
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volge
s
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i
c
u
.
i
,
l
a
e
del quale chi enuncia
: i ,tÎT " - : . 1 1 "
importanza
più'r
tanta
acquista
â.ntii,i. Questo regime
X1",::
umane Potevano.::lÏ:i
r c \ t o h e n -ssi m o l t i p l i c a n o ' L e s t i r p i
tropPe drftrcolta'
i . , . t i . d i a s c e n d e n t ie d i d i s c e n d e n t i ' - t t r y "
f
i
g
u
re e.le ttgurtne'
le;; ;. moltiplichiamo i non-umani'
c
o
llettivo va Posta
d
e
l
allora la qu.itione della composizione
pa'ssaggio-trasferimento
[l
incessantemente e ,itolt" a Ëaldo'
d i c e ' s e n z ae n u n di ouesto regime è ben particolare poiché
mano' "eccochi
i
n
m
a
n
o
d
i
t ft""ndo
.i"ti;i.;r;'âi'Ini.tt,
tocca a te 1scol11r;'
siete,ecco chi siamo, toica a lui parlare'
tcl"
regime
questo
Senza
tocca a noi giudicare"'
".t-^t:l^t:i
s
e
n z av l r g o l e t t e/ '
s
c
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v
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r
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(
c
h
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o
r
a
.
p
o
s
s
o
-""'ttt'ra
d i s t i n z i o n ed i p e t s o n e
di co mun icazione' ossia la duat;;i;i;;;.tto'd.ll"
s c o m P a r s a .l l n u m e r o
tiJ .r,r.r.i"tore/enunciatario è adesso
e..laloro rtparttztone
due
a
ii o.rrona non sarà sovente ridotto
s
e
m
p
ltce quanto quella
c
o
s
i
o.o^brbil-.nre non sarà mai
m
a
r
chedt questo regtL
e
i e l l ' e n u n c i a t o r ee d e l l ' e n u n c i a t a r i o '
è quasi
I'enunciato
poiché
difficili d" ittdi'"iduare
;; ;;;.
aminsignificante'
vago.'
carattere
questo
.a è proprio
e
s
sere
d
i
e
bene
jti
"i.t,.,
Permettedi ciràolare
;i;;;,''"ti"dir.'.n.
assemblee
rc
del tutto naturalmen
rioirr. ôt'à-o
;fii";;;;;
89
o meglio raggruppamentila scia lasciara dietro quesro passag-q.-,.ri"
gio-trasferimento. Vista a partire dagli alrri règimi,
circolazione politica verrà chiamata menzogna, o malâfede,
m a n i p o l a z i o n e ,i n v e n z i o n e . I l f a t t o è c h e n o À l a s i p r e n d e n e l
s u o m o v i m e n t o p r o p r i o , i l q u a l e e s i g e i l c o m p r o m e s s oe l ' i n consistenzadell'enunciaro per comporre il rapporto Uno/Ti_rtti.
"Ti amo": quesra è la frase che manifesta al meglio la
n e c e s s i t àd i r e g o l a r e I ' e n u n c i a z i o n es e s i v u o l c a p i r e i f s e n s o
dell'enunciato.Questa frase è moho inadatta a un lavoro di
referenza,come rurti i commenratori della relazione dialoeica
hanno notato. L"io" e il "tu" devono essereriempiti da perione
r e a l m e n t e p r e s e n r i .L a f r a s e ,b a n a l e i n s é p e r s é , n o n è - c h e u n
p r e t e s t o .S
, e l a p r e n d o s u l s e r i o s e c o n d ou n a l t r o r e g i m e - n e l
r e g i m e d e l l a S c i e n z ap e r e s e m p i o - e r i s p o n d o " m i l ' h a i g i à
detto sei mesi fa", vuol dire ihe la relizione amorosa è"in
c r i s i , c h e n o n a m o , c h e s o n o i n c a p a c ed i r i p e t e r el a m e s s ai n
p r e s e n z ad e l l e p e r s o n ed e l l ' e n u n c i a i i o n e ;
la ripetizione
" r r ù -e,
o il ri[orno
nel senso che questa ha in un altro regim
ad
n a u s e a md e l l o s t e s s o . S e n o n è s e m p r e l a p r i m a v o l t a c h e
pronuncio il "ti amo", non amo. In
il "ti amo" si
r i p e t e p e r t u t t e l e v o l t e c h e l a r e l a z i o n e"t.rrar od.uËe e n u n c i a t o r i s i
s t a b i l i s c ec o m e u n a r e l a z i o n ed i q u e s t o , e n o n u n a l t r o , q u i e
non altrove, ora e non ieri o domani. Invece di un invio
attraverso 1l tohen, si rratta di un ritorno al livello n-1, ma di
un ritorno che non dice niente, che non riporta niente, se
n o n q u e s r o : t u ( n e s s u na l t r o ) e i o ( n e s s u n a l i r o ) s i a m o , o r a ,
per la prima volta, per l'unica volta, nella presenza.
L e m a r c h e d e l l ' e n u n c i a z i o n ep r o p r i e d i q u e s t o r e g i m e s o n o
f a c i l i d a n o r a r e , p e r c h é i l s e n s od e g l i e n u n c i a t i , p r e l i d a s o l i ,
è d e l t u t t o i n c o m p r e n s i b i l e ,o t r i v i a l e , o r i p e t i t i v o , o a s s u r d o .
Questa situazioneè normale poiché si tratta di enunciati
c h e i n v e c e d i p r e o c c u p a r s id i s e s t e s s i ,c o m e n e i r e g i m i d e l l a
s e z i o n e p r e c e d e n t e ,c e r c a n o d i d e s i g n a r ec i ô c h e p e r d e f i n i zione è assente,sempre essente, ossia la presenza reale delle
persone dell'enunciaiione, ego, hic, nunc. È questo regime a
s u b i r e p i ù c h i a r a m e n t e i l p a r a d o s s od e l l ' e n u n è i a z i o n e :g l i
s e n t i n e c e s s a r ia l s e n s o d e l l ' e n u n c i a r o s o n o D e r f o r z a À a l d"er -s t r a m e n r !d e s i g n a r id a e n u n c i a t i i m p o s s i b i l i ,i f r e g i a t i , l a c e r a r i ,
c o n t r a d d i t t o r i , s p e z z . a t i t, u t r i d i r e t t i a l l ' e v o c a z i 6 n e ,a l l ' i n v o cazione della presenzarealedegli assenti.Siate presenri e capire-
90
t e q u e l l o c h e v i e n e d e t t o . A g g i u n g e t e v i ,v ,
a l l ' e n u n c i a t o ,a l r a c c o n t o ,e a l l o r a i l s e n s o,
questo Passaggio-trasferimentocos) particc
l e g a r e l e p e r s o n e d e l l ' e n u n c i a z i o n e( L a t o r
nella presenza,or^ capiamo cosa vuol d
c a p i a m o i l s e n s od e g l i e n u n c i a t i i r r e g o l a r
n o s t r e m a n i e c h e r i p e t i a m o s e n z ac o m p r
o c c h i , s e i t u , s o n o i o , n o n p a s s e r e m op i i r
q u a l c o s a è s t a t a s p e s s oe s p r e s s ac o s i : n o r
Ho sceltodi chiamareReligionequesto
zione, ma avrei potuto chiamarlo amore, s
primo termine è piir collettivo, il secon
m a l e r e l i g i o n i s t o r i c h e c h e c o n o s c i a m om
d e f i n i t e c o m e r e l iug i o n i d ' a m o r e . S e n z aq u e s
,
t
ttr
I
ttr,
,
dell'ego, dell'hic e del nunc rimarrebbero
livello n, senzapoter mai esserecollegate r
questo reglme, la nozlone stessadl mant(
s e n z a c o n i l r i s c h i o d e l l a r e l a z i o n e "s a r e b
s a r e b b eu n p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e n tion d i s c e
per te, lettore, per me, autore, la salvezz
Nel regime Religione gli enunciatori/t
per cosi dire, e fanno delle loro relazioni
traverso la mediazione dei tohens, l'ogget
relazione. La scia di questo passaggio-trasf
diverso dagli altri, sono tentato di chiar
non solo per il Corpus Domini e per [a p
nostra infanzia, ma per la parola proces
i n i z i a t o q u e s t a m e d i t a z i o n e ,e a n c h e p e r l :
di mano in mano evocata da questa parol;
gli enunciatari procedono disposti a mo'
quale ognuno è in uguale maniera ego, hi,
c h e p a s s ai n m a t e r i a d i e n u n c i a t i è s p o g l i
che gli enunciatori/tari non si istallanoal .
noi ripetiamo delle parole povere per la
ma è la orima volta che una cosa simile ,
Un terzo regime di enunciazione rim
t o h e n , m a c o n t r a r i a m e n t e a l p r e c e d e n t e ,z
che facilitano l'agganciodell'enunciazion
S e l ' e n u n c i a z i o n eè I ' i n s i e m ed e g l i a s s
z i o n e è n e c e s s a r i aa l l a c o s t r u z i o n e d e l s e
a m e n t i l a s c i a l a s c i a t ad i e t r o q u e s r o p a s s a s Vista a parrire dagli altri rlgimi,
i;;r?,
ca yerrà chiamata menzogna, o malifede,
renzione.Il farto è che non la si prende nel
' o p r . i o ,i l q u a l e
e s i g ei l . . o - p t o - è r s o e l ' i n unciato per comporre il rapporto Uno/Tutti.
sta è la frase che manifèita al meelio la
r e I ' e n u n c i a z i o n es e s i v u o l c a p i r e i l " s e n s o
Lestafrase è molto inadatta a ùn lavoro di
t t i i c o m m e n r a t o r i d e l l a r e l a z i o n ed i a l o e i c a
r" e il "tu" devono essereriempiri da persine
, L a f i a s e , b a n a l e i n s é p e r s é , n o n è ^ c h eu n
rdo sul serio secondo un alrro regime - nel
za per esempio- e rispondo "me l'hai già
"in
, vuol dire che la relazioneamorosa è
r, che sono incapace di ripeterela messa in
c n e d e l l ' e n u n c i a z i o n ea; s s u m ol a r i p e t i z i o n e
:sta ha in un altro regim e, il ritorno ad
; s o . S e n o n è s e m p r eI a p r i m a v o l t a c h e
.mo", non amo. In amorè il "ti amo" si
r o l t e c h e l a r e l a z i o n et r a d u e e n u n c i a t o r i s i
t r e l a z i o n ed i q u e s t o , e n o n u n a l t r o , q u i e
: non ieri o domani. Invece di un invio
si tratta di un ritorno al livello n-L, ma di
n dice niente, che non riporta nienre, se
s s u n a l t r o ) e i o ( n e s s u na l i r o ) s i a m o , o r a ,
per I'unica volta, nella presenze.
n u n c i a z i o n ep r o p r i e d i q u e s t o r e g i m e s o n o
r c h é i l s e n s od e g l i e n u n - i a t i , p r e i i d a s o l i ,
r e n s i b i l e ,o t r i v i a l e , o r i p e t i t i v ô , o a s s u r d o .
re è normale poiché si tratta di enunciati
: c u p a r s id i s e s t e s s i ,c o m e n e i r e g i m i d e l l a
c e r c a n o d i d e s i g n a r ec i ô c h e p e r d e f i n i n p r e a s s e n t e ,o s s i a l a p r e s e n z ar e a l e d e l l e
azione ego, bic, nunc. È questo regime a
: n t e i l p . a r a d o s sdoe l l ' e n u n i i a z i o n e : - g l^i . :nso dell'enunciato sono per forza Àaldeda enunciari impossibili,ifregiati, lacerati,
1 z a t i , r u r r i d i r e r r i a l l ' e v o c a z i o n e ,a l l ' i n v o ra reale degli assenti.Siate presenti e capire-
tc quello che viene detto. Aggiungetevi, voi, adesso' in fondo
. r l l ' é n u n c i a t oa
, l r a c c o n t o ,e a l l o r a i l s e n s od e l r a c c o n r oa P p a r e ,
cosi particolare da riempire e
questo passagqio-trasferimento
l . g a . e l ê p . t i 6 n . d e l l ' e n u n c i a z i o n e( L a t o u r 1 9 9 8 ) . S i , s i a m c r
n e " l l ap r e i e n z a , e r a c a p i a m o c o s a v u o l d i r e e s s e r eP r e s e n t i ,
c a p i a  o i l s e n s o d e g l i ^ e n u n c i a t i i r r e g o l a r i c h e p a s s a n ot r a l e
,,o.,r. mani e che ripetiamo senza comprendere, apriamo gli
o c c h i , s e i t u , s o n o i o , n o n P a s s e r e m op i i r , s i a m o s a / u i o r a , l a
cosi: non moriremo piir'
q' u a l c o s a è s t a t a s p e s s oe s P r e s s a
H o s c e l t <d
- ri c h i a m a r e f i e l i g i o n e q u e s t o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n e , m a a v r e i p o t u t o c h i a m a r l o a m o r e ' s a r e b b el o s t e s s o i l
p r i m o t e r m i n e è p i i r c o l l e t t i v o , i l s e c o n d o . . p i i ri.n d i v i d u a l e ,
m a l e r e l i g i o n i s t o i i c h e c h e c o n o s c i a m om e g l i o s i s o n o . s P e s s o
definite cJme religioni d'amore' Senzaquesto regime,.le istanze
dell'ego, dell'bic é dd ,rrt rimarrebbero vuote ,o debrayatea
livellà n, seîz^ poter mai esserecollegate al livello n-1. Senza
q u e s t o r e g i m e , i a n o z i o n e s t e s s ad i " m a n t e n i m e n t o n e l l a p r e r . . r r ^ . o t i i l r i s c h i o d e l l a r e l a z i o n e " s a r e b b eu n e n u n c i a t o , o
s a r e b b eu n p a s s a g g i o - t r a s f e r i m e n tion d i s c e r n i b i l e ,e n o n ' o r a ,
la salvezza'per te, lettore, per me, autote'
Net regime Religione gli enunciatori/tari si "risollevano",
' tp e r c o s i d i r e , e f a n n o d e l l e l o r o r e l a z i o n i d i c o - p r e s e n z aa
questa
di
ir"u.rro la mediazione dei tohens, l'oggetto unico
totalmente
relazione. La scia di questo passaggio-trasferimento,
"
p
r
ocessignç"
d
i
c
h
i
a
a
r
l
a
t
è
.
t
t
"
t
ô
diverso dagli altri,.o.to
d
i
rose.della
l
a
p
i
o
g
g
i
a
e
p
e
r
D
o
m
i
n
i
non solo pir il Corpus
la
quale ho
con
processo
la
parola
ma
infanzia,
nostra
Per
i n i z i a t o q u e s t a m e d i t a z i o n e ,e a n c h e p e r l a t r a d i z i o n e p a s s a t a
d i m a n o l n - " n o e v o c a t ad a q u e s t a p a r o l a ' G l i e n u n c i a t o r i e
gli enunciarari procedono disposti -9' di catena lungo Ia
"
hic, nunc; e tutto ciô
ego,
[,ral. ognrlno è-in uguale maniera
. h . p " . i " i n m a t e r i aî i e n u n c i a t i - è s p o g l i o d i s e n s o ,f i n t a n t o
c h . g l i e n u n c i a t o r i / t a r i n o n s i i s t a l l a n oa l l i v e l l o n - 1 . Q u i n d i ,
noi iioetiamo delle parole povere per la milionesima volta'
-" è i" prima .,olt" .h. unà .or^ simile accadde.
U n t e r z o r e g i m e d i e n u n c i a z i o n e r i m a n e i n d i f - f e r e n t ea l
tuhen, ma contiariamente al precedente, moltiplica le marche
c h e f a c i l i t a n o I ' a g g a n c i o d e l l ' e n u n c i a z i o n ea l l ' e n u n c i a t o '
S e l ' e n u n c i a z i à n eè l ' i n s i e m e d e g l i a s s e n t il a c u i c o n v o c a z i o n e è n e c e s s a r i aa l l a c o s t r u z i o n e d e l s e n s o d e l l ' e n u n c i a t o ,
9r
a l l o r a q u e s . r or e g i m e . èp a r t i c o l a r e ,i n q u a n r o d e f i n i s c ep r o p r i o
il modo singolare di conuocaregli asienti, e di desifnaie in
d e t t a g l i o d i q u a l i a s s e n t is i t r a t t i . S e b b e n ei n d i f f e r e n r i a l c o n t e n u t o d e l l ' e n u n c i a r o , è s r r a o r d i n a r i a m e n t ep r e c i s o s u l l a f o r ma di aggancio di tal enunciato a tal enunciatore o a tal
enunciatario. In regime di Religione, la persona dell'enunc i a z i o n e l i g m p l e c o n l a s u a p r e s à n r ae f f e t t i v a l e p a r o l e v u o t e
" i o " , " t u " , ' _ o r . a " ," q u i " , c h e r i p e t e p e r I ' e t e r n a p r i m a v o l r a . I n
r . e g i m ed i P o l i t i c a , i l n u m e r à , q u a l i t à , r u o l o ' e o p p o s i z i o n e
d e l l e p e r s o n e d e l l ' e n u n c i a z i o n ei i t r o l r " . , o d e f i n i t i ' d a i l o r o
rapporti con il collettivo. Ma nulla ancora in questi regimi
permette di tenere insieme questoqui e questoenunciato
!ui.
Per
.questa cosa vi è bisogno di un paisaggio-r.asferimeirto
parricolare che molriplichi dentro . rtrotiJ all'enunciato i
marchi, le marche, le firme, e i sieilli che permettono la
riconvocazione degli essenti (Fraenkei 1992).
S e n z aq u e s r o r e g i m e , n é l e p e r s o n e n é g l i e n u n c i a t i s a r e b .
bero assegnabilio individuabili. Tirtti circolérebberoa casaccio.
Nessuna promessasarebbetracciabile. Nessun impegno sarebbe
rispettato. Le successioni di tohenr e le quantiil-di persone
potrebbero non avere alcun rapporto. È pèr assicurarËqr'r.rt"
t e n u t a , q u e s r af i l a , q u e s t o a l l i n e à m e n t o d i p e r s o n e e n , . r n c i a n t i
e , d e i l o r o m e s s a g g i m e s s â g g e r i ,c h e l a v o r a i l r e g i m e c h e
.e
c h i a m o D i r i t t o , s c e g l i e n d on e l l e c o n n o t a z i o n i d e l l a - p a r o l a i l
s u o a s p e r r of o r m a l e e p o s i t i v o , p i u t t o s t o c h e i l s u o . o n t . n u t o
morale e giusto. Le marche delltnunciazione in quesro regime
sono evidenremenre piùr facili da individuar., àato chà gli
enunciati non sono altro che marche di questo enunciatoie.
d i q u e l l ' e n u n c i a t a r i oi;n. q u e l p r e c i s o- o - . n r o
e in quel luogo
p r e c i s o , c i r c o n d a t o d a t a l s i t u a z i o n e .M e n t r e i n t u r i i e l i a l i r i
r . e g i m ib i s o g n a p r e s u p p o r r el a p r e s e n z ai m p l i c i t a d e l l e " i s t a n z e
d i e n u n c i a z i o n eq
, u e s r or e g i m e f a i l l a v o r o a l p o s t o d e l l ' a n a l i s t a
e d e s i g n a e s p l i c i t a m e n t eq u a l i s o n o g l i a s s e n t i . I l p a s s a g g i o trasfèrimenroparticolaredi questo ràgime, .on,r".i"rrr.ii. ,
t u t t i g l i a l t r i , c o n s i s t en e l c o n s e r u * r . u o l o n t a r i a m e n t el a t r a c cia di quello che accade e di quello che passa dento cià che
p a s s a .I l r i s u l t a t o , l a s c i a d i q l e s t o r e g i À e , s t a n e l r r a c c i a r e
concatenazionio cateneche permetrono di tenere serie di enunc i a t o r i , t o k e n se d e n u n c i a r i r i .
I tre regimi che abbiamo appenaindividuato sono eviden-
92
temente legati gli uni agli altri in modo st
regimi con tokensdella sezioneprecedente
Tecnicae Finzione narrativasono quasi in
r e , r i e m p i r e , a p p e s a n t i r ei q u a s i - o g g e t t ic f
in mano, i regimi di Religione, Politica e
p l e m e n t a r i p e r d e f i n i r e , d e s i g n a r e ,i n d i v i r
mani, i corpi, le persone dei quasi-sog
t o h e n s .R i m a n e d a s p i e g a r e ,m a m e n e m .
r e g i m i c h e s t a b i l i s c o n or e l a z i o n i t r a i q u a s
o g g e t t i , c h e i l s e n s oc o m u n e s P e s s oa s s o c
organizzazione e di economia.
Conclusione: teorie di delegati
Ho definito fin dal principio l'enuncia
c a d e g l i a s s e n t il a c u i p r e s e n z aè n e c e s s a
s e g n a t ad i r e t t a m e n t eo i n d i r e t t a m e n t e n e i r
s a g g e r ie n u n c i a t i . E q u i n d i p o s s i b i l ea v e r e
ciso che parta dalle tracce, marche e insc
n e l m e s s i g g i o o n e l m e s s a g g e r oe, c h e i n c
tamente il movimento degli assenti che
a t t o r n o a l m e s s a g g i oo a l m e s s a g g e r op e r
m o v i m e n t o , u n p a s s â g g i o - t r a s f e r i m e n teo
nella oresenza.
La'grandezza dei fllosofi dell'Essere in
nell'averci tirato fuori dall'oblio degli a
della loro indegna debolezza l'aver, in st
che i messaggi e i messaggeripiii umili c
t r a c c e c h e c o n v o c a n o s e m P r ee s o t t o I n o l
d e r e s e n s o .N o i n o n a b b i a m o m a i d i m e n t
s e n z as i r i p a g a c o n s p i c c i o l i d ' e s i s t e n z a I, ' ]
si traduce in innumerevoli delegati. Ness
l ' e s s e r es e n z a r i t o r n a r e , c h i a r a m e n t ee d e s
saggi e messaggeriche, letteralmente, occtt
s o s t i t u i s c o n oa l u i . B i s o g n a r i s c a t t a r el ' E s s
t i s p i c c i o l i d e i d e l e g a t i :m a c c h i n e , a n g e l i ,
t i , f i g u r e e f i g u r i n e . S o n o p o c a c o s aa l l ' a p 1
m i s u r a n o e s a t t a m e n t ei l p e s o d e l f a m o s
Essere.
i m e . è p a r t i c o l a r e , . i nq u a n r o d e f i n i s c ep r o p r i o
re di conuocaregli assenri, e di designarein
i a s s e n t is i t r a t t i . S e b b e n ei n d i f f e r e n t à a l c o n c i a t o , è s t r a o r d i n a r i a m e n t ep r e c i s o s u l l a f o r di tal enunciato a ral enunciarore o a tal
regime di Religione, la persona dell'enuncon la sua presenzaeffettiva le parole vuote
" q u i ' ' , c h e r i p e t e p e r I ' e t e r n ap r i m a v o l t a . I n
:a. il numero, qualità, ruolo-e opposizione
:ll enunciazione si rrovano definiti dai loro
:ollettivo. Ma nulla ancora in questi regimi
r e .i n s i e m e q u e s t oq u i e q u e s t oe n u n c i a r o q u i .
vi è bisogno di un passaggio-rrasferimento
noltiplichi dentro e àtto.nà all'enunciato i
re, le firme, e i sigilli che permettono la
egli assenti(Fraenkel lg92).
'egime,né le persone
né gli enunciati sarebindividuabili. Turri circolerebberoa casaccio.
L sarebbetracciabile. Nessun impegno sarebbe
: c e s s i o n id i t o h e n se l e q u a n t i t à d i p e r s o n e
vere alcun rapporro. È per assicu.a.e qnesta
r , g u e s t o a l l i n e a m e n t o d i p e r s o n ee n u n c i a n t i
g g i . e m e s s a g _ g e rci ,h e l a v o r a i l r e g i m e c h e
cegliendo nelle connorazioni della-parola il
Ie e positivo, piuttosto che il suo .o.rt.rrr'rro
, e m a r c h e d e l l ' e n u n c i a z i o n ei n q u e s r o r e g i m e
rte piu facili da individuare, i"ro chJ gli
ro altro che marche di questo enunciatore,
'io;.in quel
preciso momenro e in quel luogo
r d a t a l s i r u a z i o n e .M e n t r e i n t u r i i g l i a l t r i
r s u p p o r r e I a p r e s e n z ai m p l i c i t a d e l l e - i s t a n z e
uesto regime fa il lavoro al posto dell'analista
q u a l i s o n o g l i a s s e n t i .I l p a s s a g g i o .mente
lcolare cll questo reglme, contrarlamentea
. i s t e n e l c o n s e r v a r ev o l o n t a r i a m e n t el a t r a c rccade e di quello che passa dentro ciô che
la scia di questo regime, sta nel tracciare
tene che permerrono di tenere serie di enun:nunclatan.
abbiamo appena individuato sono eviden-
al pari^deitre
remente legati gli uni agli alrri in modo stretto
Cosi
come Scienza'
della ie'ione precedente'
;;;t-;;;"tohe\s
i
n
s
c
i
n
d
ibili Per ornaq
u
a
s
i
s
o
n
o
. eirrrion. narrativa
ï$"i."
p
a
s
s a n od i m a n o
c
h
e
q
u
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s
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g
g
e
t
t
i
i
re, riempire, appesantire
D
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o sono come
P
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t
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R
e
l
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g
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'
in rr,.nJ, ir.eirni di
e riempire le
i
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d
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v
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e
s
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g
"
a
r
e
'
J
.
n
t
i
t
.
,
;i.;.;;;t;
o.?
il;:
che P":t"n?i;;,'pl' i. personedii quasi-soggetti
1
lo spazto'attrt
t o k e n s .R i m a n e d a i p i e g a r e ' m a m e n e m a n c a
q
u
a
s
i
s
o
g
g e t t ei i q u a s i , . n i r . i c h e s t a b i l i s c o . t o " , . l a ' i o t t it r a i
e
s p r e s s t o nol l
a
l
l
e
a
s
s
o
c
i
a
o g " g e t t i ,c h e i l s e n s o c o m u n e s P e s s o
oii.anîrzazione e di economia'
Conclusione: teorie di delegati
come la ricerHo definito frn dal principio I'enunciazione
t11fol
al
." à.!ri assenti la cui presenia è necessaria
l::tï:"
m e s s a g g ot n e t m e s , . n n r i , d i r e r t a m e n t eo i n d i r e t t a m e n t e n e i
u n l i n g . u a g g i op r e s a ? ; ; ; t . n u n . i r t i . È q u i n d i p o s s i b i l ea v e r e
i
n
s
c
r
izioni degli assenti
e
Jrtl. ,i^.tt'
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restare'
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ella presenza.
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ezza dei filosofi dell,Essere in quanro Essere
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nostri
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s e n z as i r i p a g ac o n s p i c c i o l id ' e s i s t e n z al ' E s s e r e
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misurano esattamente
Essere.
93
Attenendoci ai pochi regimi individuati fin qui, possiamo
contare su un cerro numero di delegatiper la nosrre processione di Panaree.Che mondo è mai-queito, che ci obbliga a
p r e n d e r e i n c o n s i d e r a z i o n , e t, a n t o p e r u s a r e p a r o l e p i i r " c o m u n i , a l t e m p o s t e s s oe d ' u n f i a t o , l a n a t u r a d e l l e c o s e , l e
t e c n i c h e e l e s c i e n z e ,g l i e s s e r if i n z i o n a l i , l e p i c c o l e e I e g r a n di religioni, la politica, le giurisdizioni, le economie i gli
-di
inconsci? Ma è il nosrro mondo. Semplicement. ,-.tt.
esseremode.rnoda quando abbiamo sostiruito a ognuna delle
essenzed
, ei campi.o delle sfere,delle forme di àelegazioni.
Ecco perché non lo riconosciamo. Ha assunro un. asperro
a n t i c o c o n r u r r i q u e i d e l e g a r i ,a n g e l i e l u o g o t e n e n t i . È q t r . s t o
-mondo
pullulare che fa del nostro mondo un
cosi Doco
moderno, con rurri quei nunzi, mediatori, delegati, feiicci,
f i g u r i n e , s r r u m e n t i , _ . r a p p r e s e n r a n t ia
, ngeli, luJgotenenri e
portâvoce. La sua bellezza mi farà forse ^perdon"rà
di
trn
nostro
paolo.
po' violentaro la semiotica illustrata dal
a m i c o",r.,
Di chi siamo contemporanei?
di Pierre Rosenstiebl
S o r r e t t i d a l l a n a t u r a s p e c i f i c ad e l l e n o s t r
e accecatiforse dalle nostre proprie immagin
C o s i s i f a l a s c i e n z a .L a s c i e n z an o n è f o r s e
o m e n o i n t e r d i s c i p l i n a r e ?A t t r a v e r s o i l r u I
linguaggi tecnici si sprigiona talvolta una <
s p e t t i v a , u n a s o r t a d i c o o p e r a z i o n ec o s t r
Âlcuni pensieri, al contrario, paiono del I
p e r . n e a 6 i l ia q u a l s i a s it e n t a t i v o d i m e s s ai n
p r o u . n g r . t o d à p e n s a t o r ic h e v i v o n o n e l l a s
à l c u n i , - - i n v e c ei,i r i v e l a n o c a p a c i d i s c a m b
diremo "contemporanei".
Durante un convegno tenuto a Tolosa n
l ' E c o l e d e s H a u t e s E i u d e s e n S c i e n c e sS o c
suoi membri e di tutte le discipline,con l'c
tere in discussionela contemporaneità":
o p e r a n o f o r s e u n a r i c o n v e r s i o n ed e l p a s s a
mondo contemPoraneoimplicano def regimi
del
Quale spazio pèr lo storico nell'analisi
.ù.ronià? Dove gli economisti pongono I'o
di tabula rasa?
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Questo tipo di quesiti interpella gli
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d e l l a -m a t e m à t i c a . N e l l a
n u l l a s i c a n c e l l a ;i r i s u l t a t i s i a c c u m u l a n
cià che era un teorema per Pitagora,è ur
m e . " I l q u a d r a t o c o s t r u i t o s u l l ' i p o t e n u s aè
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