Magilù Catilù – Catalogo

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Magilù Catilù – Catalogo
Magilù Catilù
Magilù Catilù
Magilù Catilù - evoluzioni d’artista
Mostra antologica di sei artisti presentati in una cornice di arte figurativa, musicale e
gastronomica in collaborazione con sei gruppi - spettacolo e quattro ristoranti.
Sommario
Saluto Istituzionale ..................................................................................................................................5
Sei Personali - Una Mostra ............................................................................................................ 6
Sei Artisti - Un critico d’Arte............................................................................................................7
Luigi D’AMATO colore, fantasia e passione ................................................................................9
Marco SCALETTI sperimentazione e comunicazione..........................................................13
Lucia REPETTO colore, natura,calore, armonia e semplicità grandi............................17
Giorgio DI GIFICO variazioni sul tema della vita e dell’Arte................................................21
Caterina GAMBARDELLA sguardo lunare in evoluzione....................................................27
Tiziana BLASI studio, emozione, arte in divenire....................................................................31
CrossART - Galleria interpretata ................................................................................................34
CookART - incursioni gastronomiche .......................................................................................35
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Magilù Catilù
Magilù Catilù
Saluto Istituzionale
La mostra Magilù Catilù evoluzioni d’artista nasce dalle parole, dai sogni e dall'impegno
degli amici del Gru Club AdB. Con loro, circa due anni fa, è partito, proprio da una
chiacchierata, l'idea di sviluppare un progetto che, attraverso l'arte, sostenesse il
comune lavoro di promozione dei diritti umani e della solidarietà.
Un po' per gioco è iniziato un cammino che ci ha consentito di incontrare artisti,
grugliaschesi e non, che hanno condiviso lo spirito e le finalità del progetto
SolidarietARTE.
Come tutto ciò che è frutto del caso, ma si sviluppa condito da una straordinaria
passione ed entusiasmo, il percorso è andato avanti, producendo risultati inattesi
anche per chi, come noi, l'aveva sognato.
Questa mostra ne è la naturale prosecuzione e vede protagonisti sei artisti che,
ancora una volta, metteranno l'arte e la sensibilità di cui sono portatori al servizio della
Città all'interno del più bello spazio espositivo di Grugliasco, La Nave del Parco
Culturale Le Serre.
L'invito è di andare a visitare questa mostra, ennesimo salto in avanti nella direzione
della contaminazione, della mescolanza di discipline e di arti diverse, sempre con il fine
di mettere l'estetica al servizio dell'etica.
Un grazie a chi ci ha lavorato con passione e impegno, a chi sognando ha costruito
relazioni concrete, a chi per oltre un mese attende tutti noi per guidarci in un viaggio
artistico e culturale in cui le persone e i valori sono sempre al centro.
Il Sindaco
Marcello Mazzù
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Assessore alla Cultura
Roberto Montà
Magilù Catilù
Sei Personali - Una Mostra
Marco SCALETTI
Caterina GAMBARDELLA
Giorgio DI GIFICO
Tiziana BLASI
Luigi D’AMATO
Lucia REPETTO
SolidarietARTE - si tratta semplicemente di iniziative con Solidarietà e Arte in sintonia,
la solidarietà responsabile che caratterizza le attività del Gru Club AdB veicolata
dall’arte di un bel gruppo di artisti locali che hanno scelto questo nome. Ne fanno parte
sei persone dal percorso artistico tanto diverso, ma con lo stesso desiderio di mettersi
in gioco per sperimentare insieme un cammino di solidarietà.
Grazie alla collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, la mostra allestita presso lo
spazio espositivo più bello della città di Grugliasco propone sei personali antologiche di
questi artisti presentati sia con i loro dipinti sia con i loro gusti in altri ambiti come quello
gastronomico e musicale. Le visite della mostra saranno pertanto accompagnate dal
sottofondo musicale con la colonna sonora scelta dagli artisti stessi, mentre presso
alcuni ristoranti sarà possibile scoprire e gustare piatti ed interi menù dedicati ai
pittori in mostra.
Il tentativo è di attuare contaminazioni tra varie forme artistiche mirate a fornire
un’immagine quanto più possibile completa della persona nel suo insieme e dedicato
a tutti coloro che sanno riconoscere l’arte anche a tavola.
Presidente GRU CLUB ADB - onlus
Lorenzo AMADIO
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Magilù Catilù
Sei Artisti - Un critico d’Arte
E’ stato un grande piacere collaborare con Maria e Lorenzo dell’associazione Gru Club
AdB alla presentazione degli artisti che esporranno alla Nave di Grugliasco.
L’ambiente di SolidarietARTE è animato e cordiale, ricco di idee e proposte,
il suo clima è respirabile e gradevole, le persone che lo frequentano sono impegnate
e vivaci, le situazioni che si creano in loro compagnia sono quanto mai piacevoli, ma
anche stimolanti e produttive. L’associazione offre uno spazio di partecipazione che
non è ostacolato da alcuna barriera o pregiudizio. Coloro che vi aderiscono, partono
da un piano di parità, di pari opportunità offerte a tutti: è per questo che qui puoi
incontrare pittori dalla lunga esperienza accanto a giovani che hanno intrapreso con
entusiasmo la via dell’arte e a semplici appassionati che si cimentano con sincerità e
bravura con l’attività creativa. Mi auguro che questa atmosfera cordiale e vitale
pervada lo spazio dell’esposizione, coinvolga il suo pubblico e duri anche al di là della
sua conclusione.
Willy BECK
Willy Beck è nato a Torino, si è laureato in Lettere con una tesi in Storia della critica
d’Arte, insegna presso l’Istituto d’Arte “Passoni”, è pubblicista, autore di varie
pubblicazioni, collabora con varie istituzioni culturali ed è membro del Comitato
Culturale del Centro Pannunzio di Torino. Sono particolarmente apprezzate le sue
conferenze e le visite guidate a mostre e musei, tra le quali le famose Passeggiate
serali a Palazzo Bricherasio, che hanno riscontrato il favore di un largo pubblico.
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Verità nascosta (2008) - olio su tela cm. 60 x 80
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Luigi D’AMATO
colore, fantasia e passione
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Luigi D’AMATO
- Da piccolo mi piaceva vestire con indumenti molto colorati, poi ogni tanto mi sedevo sotto un pino silvestre e aspettavo, aspettavo qualcuno che mi portasse via, non
stavo male con la mia famiglia, anche se forse eravamo in tanti, ma volevo allontanarmi.
Così pensavo, fantasticavo…… Un piccolo, ma significativo ricordo che Luigi d’Amato ha della sua infanzia, quando
ancora non pensava alla pittura, ma già aveva incominciato un viaggio con i colori e nei
colori, con la fantasia e nella fantasia che lo ha accompagnato e ancora l’accompagna
nella vita e nell’arte.
Luigi nasce a Pontecagnano, in provincia di Salerno, il 26 giugno 1947, a 10 anni va
a Paestum e a 16 anni si trasferisce in Svizzera, vicino a Berna, dove lavora per due
anni in una fabbrica che produce grappa; dopo il servizio militare fa il decoratore a
Paestum e si fidanza con Ester, poi nel ’69, alla morte del padre, abbandona tutto,
raggiunge Ester a Grugliasco, dove tuttora vive e lavora, e si sposa nel 1970.
Ha due figli, Massimo e Alfaister, e cinque nipoti.
Scopre la sua vena artistica verso i 16 anni come grande passione per il colore, come
lui stesso afferma: - Quando facevo il decoratore, la sera, se mi avanzavano gli smalti,
Li portavo a casa e dipingevo i muri, le porte, la cucina, dove capitava, provavo i colori.
Vedevo i quadri e pensavo… pensavo, ma erano gli anni ’60, non c’erano tanti negozi con
i colori. Comincio a dipingere per conto mio, poi nel 1969 conosco il maestro Mario
Crespi e vado a scuola da lui per cinque anni e alla fine degli anni ’70 dal maestro Guido
Bertello che faceva una pittura impressionista più vicina a quella che io
intendevo fare. Nel 1986 la svolta: vede un programma televisivo nel quale vengono proiettate delle luci
psichedeliche, le osserva attentamente e nota che tagliano lo spazio dividendosi in luci più
forti, più opache, più scure, più chiare.
E’ la svolta artistica di Luigi: - Ho visto tutto questo nel quadro, il giorno dopo ho
incominciato a creare, ho trovato la mia strada. Così è nata la pittura che contraddistingue D’Amato: figurativo moderno a sfaccettatura
di diamante, in questo modo la descrive lo stessa artista: - Sono riflessi, non mi
piacciono le cose piatte, ho sempre voglia di vedere cosa c’è dietro, ma per vedere
cosa c’è dietro devi entrare dentro. Una volta mentre dipingevo stavo svenendo
perché mi immedesimo, sono dentro il quadro, non davanti, sempre lavoro con la testa
e con la fantasia alla continua ricerca di cosa c’è “oltre”. È bella la sensazione che hai
creato qualcosa, la fantasia è bella, non si può vivere senza fantasia, ti porta ad avere
progetti, pensieri, idee. Un fiume in piena Luigi, nella pittura e nella vita.
Tante, tantissime le mostre personali e collettive, i premi e i riconoscimenti ricevuti, gli
interventi critici che lo riguardano, le testate giornalistiche che l’hanno visto
protagonista e le biografie apparse in numerosi cataloghi d’arte. Luigi ama ricordare
le esposizioni a New York, in California, a Verona,all’isola di Ponza, a Roma, ad Agropoli,
a Paestum, al “Festival dei due mondi” di Spoleto di cui conserva un registro con le
uigi D’AMATO
firme, tra gli altri, di Marlon Brando, Marcello Mastroianni, Sofia Loren, Gianni Agnelli;
tra i riconoscimenti il trofeo “Dio Pan” ricevuto a Palazzo Pitti a Firenze dalle mani di
Ruggero Orlando, la partecipazione al Giffoni Film Festival, il concorso vinto al
Santuario di San Gerardo, in provincia di Avellino, con un dipinto sul Santo che si trova
nella pinacoteca del Santuario stesso.
Nel 1989 ha fondato a Grugliasco l’associazione culturale D’Amato che ha visto
coinvolti 250 pittori fino al 1997 e che si occupava di tanti campi artistici: musica,
poesia, pittura; attualmente ha una scuola d’arte ad Agropoli che lo vede impegnato
d’estate ad insegnare agli allievi che lo attendono con piacere ed impazienza.
- A Grugliasco mi capita di incontrare dei ragazzi - dice Luigi con la gioia negli occhi
- che mi dicono : - Ma tu ti ricordi che cosa hai fatto, ci hai coinvolti in tutto quello che
facevi. -
Nostalgia nel cuore (2004)
olio su tela cm. 80 x 80
La speranza di un futuro (2004)
olio su tela cm. 80 x 80
Continua ancora Luigi: - Quando partecipavo ad un concorso, se vincevo il primo
premio mi demoralizzavo perché pensavo che cosa avrei potuto fare di meglio la volta
prossima; se non vincevo pensavo che la prossima volta avrei saputo migliorare. Per D’Amato la pittura è sofferenza come ci spiega: - Un quadro lo devi pensare, lo
devi avere nella testa. Il mal di testa io ce l’ho per la pittura, più mi concentro sulla tela,
più sento sofferenza, più mi viene mal di testa, non sono mai soddisfatto, è uno stimolo
per andare avanti; il pittore non può “arrivare”, non deve dipingere per vendere, per
fare i soldi. Non mi piace dipingere la realtà, non provo soddisfazione, devo poter dire
“ io ho creato questo”. I quadri non li cerco, vengono, ogni pennellata diventa qualcosa. Il
quadro lo devi pensare, lo devi avere nella testa, ci sono sempre tre passaggi di colori:
sfondo, creazione e realizzazione, nel quadro c’è l’anima. Poi il quadro ha una vita propria,
ognuno può vedere ciò che vuole, ma nei miei quadri, anche se non si vede, ci sono io,
in qualche modo, segreto. Il pittore che predilige è Picasso, il Picasso cubista perché: - Non è reale - commenta.
Un capitolo a parte merita ancora il suo pensiero sui colori: - Non sento miei i colori
gialli, ocra, marroni anche se sono i colori della mia Terra. I rossi e gli azzurri danno
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Eutanasia di un sogno (1987)
olio su tela cm. 50 x 70
Agropoli la torre (2004)
olio su tela cm. 70 x 100
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Luigi D’AMATO
soddisfazione: il rosso esce da dentro, è nervosismo, esplosione, vita, vissuto, calore;
l’azzurro è esterno, freddo, più calmo. Preferisco dipingere a olio che è eterno e su tela
o legno che dura nel tempo. Questo è dipingere, ce l’hai dentro, non puoi smettere, il
pittore non impara, ci nasce, la scuola può solo perfezionare ciò che hai dentro.
Nel quadro c’è l’anima. Il pittore deve essere umile, mai sentirsi superiore agli altri, è
una persona come le altre con un dono in più. L’ unica rabbia che può provare è
quella di non poter sempre far vedere le sue opere. Il fondamento del quadro è il
colore, senza colore il quadro non esiste, tutto il resto si può sostituire: i pennelli con
le mani e i bastoni e le tele con un pezzo di stoffa dei pantaloni , ad esempio . Dal 2008 Luigi fa parte del gruppo di SolidarietARTE, progetto nato all’interno
dell’associazione grugliaschese Gru Club AdB, che, attraverso mostre di pittura,
pubblicazioni e manifestazioni intende promuovere la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani, progetto in cui D’Amato si sente molto coinvolto mettendo a disposizione
la sua arte in un discorso di solidarietà volto non alla beneficenza, ma all’aiuto reciproco
come avveniva una volta in campagna quando le famiglie si offrivano vicendevole aiuto
nelle cascine per raccogliere il fieno o mietere il grano. Il suo “TUTTO il mondo migliore
ADESSO” è unire e non dividere, è capire, volersi più bene, essere più disponibili, più
socievoli. - Credo in un tutto questo e cerco talora di rappresentarlo nei miei quadri
e credo anche in un mondo più bello, più nuovo e più pulito, quello che ho visto io nel mio
piccolo quando ho smesso di fumare e mi si sono aperti nuovi orizzonti. Luigi D’Amato come definisce se stesso.
- Luigi D’Amato e… basta! Mi sento inferiore agli altri, non so perché, è una sensazione
che mi porta sempre a pensare: Cosa mi manca? Non manca niente a chi si sa esprimere come Luigi attraverso la sua arte, la sua
umanità, a chi sa anche scrivere questi versi: - Il gigante del parco, un gigante enorme,
rigido, alto, bello, con quelle sue braccia lunghe sembra accarezzarti, le sue foglie,
un fruscio, un’armonia, una musica. È ciò che emette quell’albero maestro dal nostro
parco dove passiamo le ore felici. -
uigi D’AMATO
D’Amato è artista e maestro di pittura di lunga esperienza e riconosciuto valore: qui
presenta una rassegna significativa della sua fecondissima attività dagli anni Settanta
a oggi, nella quale è possibile leggere le fasi più importanti della sua evoluzione stilistica.
Nei primi dipinti prevale un senso della forma classico e solido, che si apprezza sia
nelle nature morte, composte di pochi oggetti strettamente accostati l’uno all’altro e
resi con forte senso plastico e limpida luce, sia negli scorci di paese e negli interni con
scene di vita quotidiana popolare. Col passare del tempo i temi si ampliano al paesaggio
e alle composizioni di figure, le quali, anziché partecipare a eventi particolari, si
affermano come pure presenze formali o come mute e immobili protagoniste di
momenti sospesi. Ma i cambiamenti più profondi avvengono sul piano della composizione
formale e del colore. Le forme, prima solide e corpose, man mano si sfaldano, si
articolano, si suddividono secondo piani geometrici, si sfaccettano come diamanti,
secondo una tecnica di derivazione cubista, senza mai rinunciare ad un colore che
diventa negli anni sempre più protagonista. La sua tavolozza, che in una prima fase si
era schiarita e arricchita di sfumature, si è poi indirizzata verso grandi stesure quasi
monocrome, in cui il rosso ha finito col prevalere come dominante fondamentale di
grande impatto visivo ed emotivo, perché il pittore lo “sente” come il colore stesso
dell’anima e della passione. La sintesi attuale unisce ampiezza compositiva, articolazione
di forme, intensa forza cromatica e una forte propensione verso le dimensioni del
sogno, della visione, della favola e del simbolo, che hanno finito col prevalere sull’iniziale
propensione realistica.
Grugliasco paesaggio (1979)
olio su tela cm. 50 x 70
Donna africana (1992
olio su tela cm. 50 x 60
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Marco SCALETTI
sperimentazione e comunicazione
Reflexes in summer (2009)
acrilico su tela e tavola cm. 61 x 83
Stupinigi in autunno (1989)
olio su tela cm. 80 x 100
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Marco SCALETTI
- A 5 anni mi hanno regalato colori ad olio, tutti per me: ho dipinto una mucca che
brucava l’erba sul cartone telato realizzando il mio primo quadro. Comincia così da lontano la vita artistica di Marco Scaletti, nato a Torino il 14 ottobre
1960, ma più lontano ancora era la mamma la prima artista di famiglia dipingendo i
giocattoli in una fabbrica.
- A scuola ero molto gratificato - ricorda - poiché ero molto bravo a disegnare
rispetto alla mia età. La sua formazione artistica si compie al Liceo artistico di via Accademia a Torino sotto
la guida di bravi maestri: Guietti, Tabusso, Soffiantino, Mantovani, Girardi per la pittura
e il disegno, Sciavolino, Martinazzi e Ghiotti per la scultura. Prosegue i suoi studi presso
la facoltà di Architettura a Torino e contemporaneamente scopre anche un grande
interesse per la fotografia che lo porterà a lavorare come freelance per due agenzie
milanesi, Olympia e Omega, a viaggiare molto in Italia, in Francia fino al Libano ed a
farne una professione amando anche sperimentare con l’avvento della macchina digitale.
Dopo aver lasciato per quattro anni per motivi familiari gli studi e la pittura torna a fare
il pittore che così definisce: - Deve essere naturale, esprimersi da dentro, averlo nel
sangue con alle spalle un’indispensabile buona preparazione tecnica, in primis il disegno. Marco ama esprimersi nella pittura figurativa, non accademica che deve tendere sempre
ad una certa sperimentazione sia coloristica che di disegno, individuando come una
qualità del pittore quella di saper esprimere nelle sue opere un suo lato innovativo,
saper dare nuovi messaggi a chi guarda un’opera.
– Anche se c’è differenza - aggiunge - tra il pubblico “preparato” e “non preparato”:
quello preparato è orientato verso una criticità dell’arte, quello non preparato valuta sulla
sensazione, sull’emozione, ugualmente valide, sgombre da preconcetti che mi portano
a preferirlo. I colori stessi esprimono altresì dei messaggi, così continua Scaletti: - Certe campiture
di colori determinano messaggi, come nella Pop Art, il colore è integrato nella
composizione stessa dell’opera. Il bianco - nero, luce - ombra comunicano stati d’animo
dall’angoscia alla gioia, in determinate opere invece, come nelle immagini pubblicitarie, il
colore è più diretto, più moderno. -
I see the enemy, I see myself (2009) - acrilico su tela cm. 80 x 80
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Light in the eyes (2009)
acquerello chimico su tela cm. 50 x 50
Red window (2009)
acrilico su tela cm. 50 x 60
Marco SCALETTI
Sperimentare e comunicare potrebbe essere la sintesi del suo percorso artistico in
una pittura figurativa rappresentativa, anche ritrattista, cimentandosi, in una fase
particolare, a rivisitare anche grandi personaggi della storia e dello spettacolo. Una pittura tra passato e futuro, significative in questo senso le sue preferenze nella storia
dell’Arte: Caravaggio perché è teatrale, comunica lo stato d’animo dell’uomo, proietta se
stesso nel quadro; le anime tormentate come Van Gogh e Modigliani che porta una luce
ed una visione nuova con volti e colli allungati in un’ interpretazione personale della
donna e la visione innovativa di Warhol che esprime un nuovo concetto dell’Arte
entrando nell’era della velocità, della pubblicità, della futilità, in una pittura “usa e getta”
piuttosto che chiusa in un museo o in una galleria.
Messaggi comunque sempre importanti, anche se dipendenti dai temi trattati nei
dipinti, precisa ancora Marco: - Ci sono messaggi universali come nei quadri che
trattano i diritti umani, al contrario dei temi introspettivi con immagini recepite in
modo più forte quando rappresenti il tuo stato d’animo, anche se è difficile da proiettare,
oppure messaggi coloristici, o simbolistici o figurativi. Il mio percorso artistico è approdato
anche nel surrealismo per un certo periodo, partendo da uno stato d’animo
particolarmente triste mi veniva facile, ma andando avanti il simbolismo del surrealismo
mi stava stretto, tendevo verso il manierismo rappresentando gli oggetti come simboli
in maniera banale. Davanti alla tela, comunque, l’artista non prescinde dallo stato
d’animo, ma non è un grande artista se parte subito col pennello e non dal disegno.
La sua vita inoltre si pone sempre tra pane e Arte alla ricerca di conciliazione tra questi
due aspetti. Grande esperto Marco della storia dell’Arte, è un piacere conversare con lui, scambiare
opinioni ed esperienze, fare incursioni dall’antico al moderno, dal preistorico al
contemporaneo, ma anche grande intenditore ed appassionato di musica, di tutta la
bella musica, che fa sempre da sottofondo al suo lavoro ed alla sua giornata.
Scaletti vive e lavora a Grugliasco, ha partecipato e partecipa a numerosi eventi
espositivi personali e collettivi a Grugliasco stessa, Torino, Bologna, per citarne alcuni,
alcune sue opere si trovano in permanenza presso la Galleria “Il Salotto” di Torino, è
presente in parecchi cataloghi, pubblicazioni e riviste d’ Arte.
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Marco SCALETTI
Dal 2008 fa parte di SolidarietARTE, progetto nato all’interno dell’associazione
grugliaschese Gru Club AdB, che, attraverso mostre di pittura, pubblicazioni e
manifestazioni intende promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,
nel quale progetto Marco vede un’occasione per dare messaggi, positivi o negativi,
purché comunicativi.
- Specchiarsi e stimolare, essere partecipi, entrare nell’opera, l’unica mia pretesa di
coerenza è questa: io faccio quest’opera a specchio e ti lascio libero di decidere che
giudizio vuoi dare o quale stato d’animo ti senti di esprimere. Vale anche per la fotografia: riproduce un’immagine reale, poi è il pubblico che si esprime, non è una verità assoluta. - Il suo “TUTTO il mondo migliore ADESSO” è pretendere di avere un’uguaglianza per tutti in una visione di solidarietà come unione tra i
popoli e abbattimento di barriere.
Chi è in definitiva Marco Scaletti? Così si definisce:
- Marco Scaletti è troppo sfaccettato. Le sfaccettature, come le differenze e le diversità, come Marco ben sa, sono una
ricchezza imprescindibile nella vita e nell’Arte.
La produzione di Marco Scaletti porta con sé, accanto all’urgenza della contemporaneità
che ispira le sue tecniche espressive, l’eredità del passato prossimo e il fascino di quello
remoto. Nella sua formazione egli ha assorbito e rivissuto in termini
profondamente personali l’evoluzione della fotografia, l’esperienza multiforme e
attualissima della Pop Art americana, insieme con tutto l’immaginario del cinema,
dello sport, della pubblicità e della cronaca politica e sociale al cui interno sono nati,
vissuti e in parte anche tramontati i grandi miti che hanno nutrito la generazione degli
anni Sessanta. Egli dunque ben conosce gli strumenti tecnicamente raffinati,
aggiornati e di prim’ordine dei mezzi di comunicazione di massa. Grazie ad essi nei suoi
lavori egli fa rivivere, con tutto il fascino dell’icona moderna, il viso scavato di solchi di
Chet Baker, accostato all’inseparabile tromba, e quello di Marilyn, la copertina di “Life”
con l’istantanea di Martin Luther King che indica una meta lontana alla gente di colore,
cui corrisponde quella di JFK sullo sfondo della bandiera a stelle e strisce e il numero 63,
l’anno della morte, il ritratto di Audrey Hepburn, modello ancora permanente di grazia
ed eleganza, ma anche la “rossa del Cavallino”. Colpiscono, accanto a queste immagini
così vicine a noi, le testimonianze delle antiche civiltà del Sud America, fatte di oggetti
e ornamenti arcani e inquietanti. Scaletti dipinge donne dalla più diversa e opposta
personalità, delicate, sensuali e quasi evanescenti alcune, dure, forti e provocanti altre. In ogni
opera egli mira a portare l’immagine alla sua più immediata e i n t e n s a
c a p a c i t à comunicativa.
Fiori in giallo (1990)
olio su tela cm. 30 x 40
Quando correva Nuvolari (2009)
tecnica mista su tela cm. 100 x 140
Lucia REPETTO
colore, natura,calore, armonia e semplicità grandi
Fiori gialli (2000)
olio su tavola cm. 30 x 40
Rose sfiorite (2010)
olio su tavola cm. 40 x 50
Lucia REPETTO
- Mi è sempre piaciuto il colore, ma non avevo tempo per dipingere. Quando mi sono
sposata, però, non c’erano tanti soldi, avevo la casa senza quadri perché non potevo
comprarli, così ho pensato di farmeli e ho copiato dei paesaggi di Pissarro e Constable. Da questa semplice esigenza estetica inizia la storia artistica di Lucia Repetto che è
nata a Rivoli il 9 maggio 1941e vive a Grugliasco con il marito Roberto, ha una figlia e
due nipoti gemelli di 7 anni.
Dapprima autodidatta, si iscrive presso il CEDAS di Torino ad un corso di disegno, poi
di acquerello con il professor Lo Balzo, quindi frequenta un corso di un anno di disegno
e pittura a olio con il maestro Ciarlo e un anno ancora con il professor Ognanoff che
faceva una pittura iperrealista che non l’attirava, non le piaceva, preferendo la pittura
impressionista. Da 8 anni frequenta un corso di pittura a olio con il maestro Sergio
Manfredi - Ho visto come dipingeva lui - dice Lucia - e,quando sono stata autorizzata
dal maestro ad aiutare gli altri allievi, ho capito che stavo andando bene perché se vedi
i difetti nei quadri vuol dire che hai fatto dei passi avanti. La cosa sorprendente è che la nostra pittrice ha intrapreso questo percorso 13 anni
fa, portandosi avanti in qualche modo con la vita, ponendosi questo quesito: - Cosa
farò quando sarò in pensione? La vera passione di Lucia sono i fiori con i loro bei colori naturali che sente di esaltare
nei suoi dipinti: - Faccio una composizione floreale a memoria, mi sento una fioraia,
compongo sul quadro cercando una forma ed un equilibrio fintanto che mi sento
soddisfatta nel mio intimo. Devo trasmettere gioia, i fiori più che un paesaggio emanano
e comunicano gioia anche attraverso un quadro, se si è sereni a maggior ragione. Un
quadro rappresenta lo stato d’animo di chi lo fa, se non sono serena non mi viene
voglia di dipingere. Mi piace circondarmi dei miei quadri che adornano la mia casa. 17
Basta soprusi nel mondo (2008) - olio su tavola cm. 60 x 70
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Papaveri (1999) - olio su tavola cm. 60 x 120
Lucia REPETTO
Lucia ammette che da quando ha incominciato a dipingere guarda la natura in un altro
modo, con più attenzione ai colori, al chiaroscuro, dà un valore diverso, apprezza
maggiormente anche una semplice camminata in un viale alberato, osserva con
l’occhio del pittore con la voglia di trasmettere tutte queste sensazioni ed emozioni su
tela: - Che bello - afferma - guardare tutto con più interesse e vedere la natura con
un altro occhio, più arricchito! Le qualità di un buon pittore devono essere secondo Lucia la fantasia, la capacità di
interpretare qualsiasi argomento ed il saper dare un’impronta personale; predilige i
colori arancio, giallo e viola che considera caldi e ama accostarli poiché aggiungono
calore al quadro.
Ammira la pittura impressionista e tra i pittori preferisce Delleani perché ritiene che
con pochi tratti riesca a trasmettere sensazioni particolari facendo entrare chi guarda
dentro il paesaggio, Fattori per i suoi quadri bucolici e Pellizza da Volpedo: - Sono grandi
- precisa - non so cosa avessero dentro, perfetti nel disegno, nelle luci, nella
leggerezza di colori, massima espressività ed atmosfera: capisci che non arriverai mai. Parecchie le mostre che la vedono partecipe e protagonista, molte coppe e medaglie
testimoniano altrettante premiazioni in concorsi ed estemporanee, è citata nel
Catalogo d’Arte contemporanea e nel Dizionario enciclopedico d’Arte contemporanea,
scrive di lei il critico Aldo Albani: - Le sue opere, mantenendo fede ai canoni estetici
della pittura all’aria aperta, lasciano trasparire quel qualcosa in più che, superando le
barriere del tempo, conduce l’osservatore alla riflessione sull’amore universale che
coinvolge ogni istante della vita, perché quel suo modo di dipingere assume le oniriche
connotazioni dell’anima. -
Ama ascoltare musica mentre dipinge, Chopin e Ciajkovskij in particolare, ma anche
pop e jazz e ballare, anche se dichiara di aver finito di ballare a 20 anni perché a suo
marito non piace.
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Lucia REPETTO
Dal 2008 Lucia fa parte di SolidarietARTE, progetto nato all’interno dell’associazione
grugliaschese Gru Club AdB che, attraverso mostre di pittura, pubblicazioni e
manifestazioni intende promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,
progetto del quale le piace far parte proprio perché unisce Arte e conoscenza dei Diritti.
Il suo “TUTTO il mondo migliore ADESSO” è, o meglio dovrebbe essere, concretizzare
la solidarietà sotto molte forme: gentilezza, disponibilità, comprensione, aiuto.
In conclusione, chi è Lucia Repetto?
- È un granello di sabbia in una spiaggia immensa, è una piccola entità che può fare
quello che può fare, ma tanti granelli di sabbia formano la spiaggia. Come è altrettanto vero che tante persone come Lucia farebbero un mondo migliore.
Al pascolo (2001)
olio su tavola cm. 40 x 50
Pescherecci (2010)
olio su tavola cm. 35 x 45
Lucia Repetto dipinge scorci di città e di piccoli paesi,
paesaggi marini liguri illuminati dal sole e valli, montagne e colline ricoperte di neve,
tutte immagini che rendono, attraverso le sue scelte cromatiche e le sue duttili pennellate, la freschezza di una genuina sensazione coloristica. La sua pittura ha infatti le
radici più profonde nella tradizione dei maestri dell’impressionismo. Accanto a queste
pitture di “esterni”, l’Artista si cimenta anche in “interni” con nature morte, figure
umane e animali domestici e soprattutto grandi mazzi di fiori, ed è proprio in quest’ultimo
genere che raggiunge i suoi risultati migliori. Le specie floreali sono innumerevoli: Lucia
le ama tutte e ne ha dipinto un gran numero con passione spontanea e tecnica sicura.
I suoi dipinti floreali sono personalissimi e comunicano una gioia a volte delicata, a volte
quasi esplosiva: per sua stessa ammissione, la sua personalità si rispecchia e si riversa
generosamente proprio in queste tele. Il risultato è attraente. L’occhio non si stanca di
guardare e riguardare le composizioni nel loro insieme, apprezzando la sapienza con
la quale esse sono state costruite studiando e calibrando la posizione e il “peso” di ogni
elemento in rapporto agli altri. Ma dopo aver ammirato l’effetto generale, piace andare
alla ricerca di ogni particolare, di ogni singola nota di colore, persino di ogni pennellata
che contribuisce in modo determinante al risultato finale.
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Giorgio DI GIFICO
variazioni sul tema della vita e dell’Arte
Dopo la pioggia (2010)
Fusaggine acquerellata
su carta spolvero cm. 80 x 100
Festa parrocchiale (2010)
olio su tavola cm. 80 x 80
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Giorgio DI GIFICO
La vita talora porta a cambiamenti notevoli, ma saper prendere da ognuno di questi il
meglio e addirittura trasporlo in forma d’arte è frutto di pochi.
Questo è uno degli aspetti caratterizzanti la vita personale ed artistica di Giorgio Di
Gifico che nasce in Brasile, a Santos, il 4 febbraio 1956 come lui stesso ricorda :
- È stato il periodo più bello della mia vita, papà e mamma avevano una pensione sul mare,
vivevo in spiaggia con i clienti, giocavo a “bola”, ricordo tanto sole, le feste, il carnevale. A 5 anni il papà lo iscrive all’accademia di pittura infantile nella Società italiana e studia per
4 anni con il maestro Dejgea De Santos, racconta Giorgio: - Papà ha visto che ero
portato e io non vedevo l’ora di cominciare, ho studiato soprattutto i colori, quelli
primari, i colori forti dei tropici, le mescolanze, cenni di luce e ombra. Quando mi venivano
a prendere mi veniva da piangere talmente mi piaceva imparare e disegnare. Poi nel 1965 la famiglia si trasferisce in Italia a Montemilone, in provincia di Potenza,
un cambiamento netto: dai colori forti al bianco della neve che non aveva mai visto,
dalla spiaggia alla campagna, al mondo contadino, dalla palla alla bicicletta e a nascondino;
in paese erano conosciuti come “gli americani” precisa Giorgio.Nel ’69 ancora un
cambiamento fa approdare Giorgio ai colori appannati delle nebbie piemontesi a
Collegno dove frequenta le medie alla scuola Don Minzoni interessandosi e avvicinandosi
sempre più alla pittura specialmente al liceo artistico Cottini. Questo è un periodo molto
importante per il nostro artista poiché conosce grandi pittori piemontesi che lasceranno
una traccia nella sua formazione prima, e nella sua arte poi, come lui stesso afferma:
- Ho conosciuto i pittori Tabusso, Gastini, Carena, Brazzani, mi hanno insegnato tanto:
Tabusso il colore, la grafica in generale e la composizione, Gastini il segno, la forza della
linea tonale del disegno, aveva un particolare carisma su di me, una forza grafica
incredibile, una mano che solo a vederla esprimeva forza pittorica incredibile, una mano
d’artista: con due tratti correggeva la figura facendo capire dov’era l’errore, curando
la luce, la prospettiva, la proporzione. -
Uguaglianza (2008) - acrilico su tavola cm. 80 x 100
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Galline in gabbia (1989)
olio su tela cm. 60 x 80
Lavoro nei campi (2009)
acrilico su cartone cm. 20 x 30
Giorgio DI GIFICO
Dopo il liceo ha avuto segnalazioni dal Bolaffi tanto da risultare nel 1976 tra gli artisti
più promettenti del Piemonte, poi in cinque anni si laurea in Architettura - Mi è servito
- commenta - ma un po’ mi ha condizionato in un disegno più tecnico, inquadrato
nelle regole classiche, più accademico, non mi ha dato il coraggio di venir fuori in modo
più informale, ancora adesso vivo questo dualismo, ma prima o poi verrà fuori, avrò
coraggio cercando anche di non farmi condizionare troppo dal mercato. Dal 1986 al ’90 approda ad una pittura più espressionista, colorata, di getto, libera,
nel gruppo Arte Nuova di Collegno, entra in contatto con i critici d’arte Esposito di
Rivoli, Bottino di Torino, Nasillo, direttore del mensile d’arte “Percorsi d’oggi” , Albani
di Collegno che gli hanno dato una grande carica e un notevole incoraggiamento ad
andare avanti.
Sono sempre di questo periodo importanti mostre: a Rivoli, Cherasco, castello di
Roppolo, anche se quella che Giorgio ricorda con maggior emozione è quella nel
monastero di Trani, città d’origine di suo padre: - È stata una mostra importante, ma
soprattutto una grande emozione, un ritorno alle origini: la città tappezzata di manifesti
col mio nome, e quindi della mia famiglia, migliaia di persone, l’inaugurazione con una
cena medievale servita con i paggi, illuminata con i ceri e il monastero: pietra e tufo sul
mare che il vento e gli spifferi rendevano misteriosi e magici. Il percorso però non si arresta - Dopo un po’ - continua - mi sembrava di dipingere
in modo meccanico, tutto veniva quasi automaticamente, allora ho incominciato a sperimentare la carta, il cartone, impastando con stucchi e cemento, dipingevo con olio e
acrilico su supporti diversi: legno, carta, tela, rame, ho scoperto composizioni e colori
diversi e mi sono avvicinato ad un’arte stilisticamente più vicina all’arte povera, non
riuscendo a tralasciare totalmente il figurativo. I periodi pittorici di Di Gifico non sono tanto legati ai soggetti dipinti che possono
essere dei pretesti, ma alla gestualità pittorica che lo distingue: la forza del segno, la
pressione della matita sul foglio, rabbiosa o tranquilla e il colore che si accende o si
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Giorgio DI GIFICO
spegne a seconda dello stato d’animo come lui stesso prosegue: - La pittura fatta nei
momenti difficili è sofferta, a volte è più bella e profonda. Un quadro è da scoprire, non
scontato. Mi piace dipingere anche il quotidiano, scene di vita di tutti i giorni che
documentano la vita di oggi, anche se sono legato al mondo contadino del passato. Il
pittore deve avere una formazione completa, ottime basi tecniche e di disegno,
l’artista deve essere libero da condizionamenti, deve avere estro, fantasia, approfondire
con sempre più forza. -
Luci nel bosco (2009) - acrilico su tavola cm. 90 x 90
Tutto torna: colore, vita, memoria e tormento, ancora una volta Giorgio riflette su
presente andando al passato: - Il maestro Gastini mi apprezzava, mi stimolava, mi
dava forza, carica, pensavo che se uno come lui mi dava importanza allora valevo
qualcosa. - E il pensiero ancora torna al costante interrogativo: - Come mai non sono
riuscito a sbloccarmi nella ricerca informale? L’ arte spesso ha radici lontane, Giorgio ricorda che fin da piccolo sempre osservava e gli
piacevano i quadri che la famiglia aveva in casa che rappresentavano la natura ed erano
stati dipinti per diletto da Chirico, un cugino di suo padre e aggiunge: - Anche mia madre è
un’artista a suo modo, mi ha guidato nei primi lavori nell’accademia infantile. Oggi Giorgio vive a Nichelino con la moglie Antonietta ed i figli Mary e Gabriele ed
insegna Arte e Immagine alla scuola media “ Silvio Pellico” della stessa città.
Dal 2008 Di Gifico fa parte del gruppo SolidarietARTE, progetto nato all’interno
dell’associazione grugliaschese Gru Club AdB, che, attraverso mostre di pittura,
pubblicazioni e manifestazioni intende promuovere la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani.
Definisce SolidarietARTE uno stile di vita e gli piacerebbe fare un percorso artistico per
aiutare i bambini a dare sfogo alle loro capacità e al loro piacere di vivere.
Il suo “TUTTO il mondo migliore ADESSO” è possibile, è rispetto, meno egoismo, meno
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Giorgio DI GIFICO
poltrone di comando, una politica più umana, meno multinazionali e più solidarietà nel
senso di amore, rispetto e uguaglianza.
In conclusione chi è Giorgio Di Gifico?
- È una persona ancora in costruzione, un’immagine definita in parte, sapessi chi è
Giorgio Di Gifico lo direi. Ci sono due persone: una che si vede e una che nell’inconscio
vuole uscire, nascondendo la sua parte più contemporanea. Non abbiamo dubbi e abbiamo tempo per vedere un solo Di Gifico che attraverso il suo
Realismo Contemporaneo esprimerà sempre forza e dolcezza senza timori.
Di Gifico ha compiuto una felice sintesi fra le sue scelte tematiche, che si collocano
nella tradizione del realismo sociale, e la pittura espressionista, che ispira la sua
tecnica e la sua “tavolozza”. L’artista dipinge in prevalenza scene di vita quotidiana del
mondo contadino, ambientate nei campi e nelle risaie, nelle cascine, nei paesi
agricoli, nei borghi rustici, luoghi dove il pane si fa ancora nei vecchi forni e dove i
tacchini riempiono con le loro grandi “ruote” lo spazio dell’aia. Alla fatica delle donne,
curve verso il suolo come le spigolatrici di Millet, si sussegue il sollievo del pasto o della
sorsata dal fiasco; alla fatica solitaria si alterna il fervore del lavoro collettivo sotto la
protezione dei cappelli di paglia. Spesso a essere protagonisti sono invece i muretti di
pietre costruiti a secco, le case, i fienili, e gli orti di campagna. Certi paesi si distendono
sulle colline e il rosso dei tetti compone una densa macchia nel verde. Di Gifico dipinge
un tema antico senza retorica, senza vane nostalgie, immergendosi interamente nel
piacere visivo e psicologico delle cose e dei luoghi che ama e di cui fa palpitare la vitalità.
Le opere in mostra sono dipinte su fogli di cartone ondulato, adeguatamente preparati
per sorreggere lo strato del colore, che è steso in una nutrita quantità di pennellate
lunghe e diramate in ogni direzione. Ne deriva una intensa animazione della superficie
pittorica, che attrae l’osservatore e lo induce a rintracciare e seguire ogni segno e
ogni macchia di colore.
Le mondine (2009)
acrilico su tavola cm. 90 x 90
Festa paesana (2009)
acrilico su tavola cm. 80 x 80
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Tribù (2010) - olio su tela cm. 70 x 70
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Caterina GAMBARDELLA
sguardo lunare in evoluzione
Ares e il sangue dei vinti (2008)
olio su tela cm. 60 x 70
Proprio per l’uso di colori che definisce “non accademici” ama la pittura impressionista,
in particolare Van Gogh che così descrive: - È l’emozione su tela, è geniale per la forza
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Caterina GAMBARDELLA
Comincia con un vero piacere nel disegnare la passione artistica di Caterina
Gambardella, nata a Rivoli il 16 settembre 1973 e residente a Grugliasco, fin dalla
scuola media riceveva lodi relative al disegno tecnico.
Passione poi coltivata avvicinandosi sempre di più all’arte: visitando musei e mostre,
anche grazie all’ “Abbonamento musei” di Torino e Piemonte, iscrivendosi nel 2001 ad
un corso, che tuttora segue, di disegno e pittura presso l’Associazione artistico
- culturale “Gli Argonauti” di Collegno che conosce grazie ad un volantino esposto nella
libreria collegnese “Un libro per te” dove lavora da 10 anni.
- Con il maestro Giuseppe Grosso ho incominciato a dipingere i paesaggi, ma adesso
sono più interessata ai visi delle persone, anziane in particolare, o delle donne di paesi
lontani con particolari ed avvincenti caratteristiche somatiche.
Mi piace catturare l’essenza del viso negli occhi, nella luce dello sguardo che esprime
tutta l’anima. All’ inizio preferivo la forza del colore, adesso anche con colori più tenui
mi piace esprimere l’emozione, la personalità del momento, anche in visi tristi. I colori hanno importanza per Caterina che predilige le terre dal rosso alla terra di
Siena bruciata e il verde, per contro ama poco il blu che ritiene una tonalità fredda.
Caterina GAMBARDELLA-
del colore gettato sul quadro con personalità ed intensità espressiva.
Mi piace anche Modigliani che definirei il vero pittore, mi sono innamorata della sua
storia personale: non accettava compromessi e condizionamenti, faceva quello che
vedeva e che sentiva, voleva dipingere attraverso gli occhi l’anima delle persone.
Grande è anche Caravaggio, il maestro dei pittori, che esprime forza, emozione,
personalità, passione nelle sue opere: non ci si può privare di nessuna di esse. Secondo Caterina un buon pittore deve avere una forte sensibilità, un buon senso
estetico e deve provare buone sensazioni mentre dipinge: - Un quadro è una creatura
propria, talora viene di getto, altre volte meno, ad alcuni ci si affeziona come a dei figli
e non li daresti via mai: si regala una parte di noi stessi; deve trasmettere quello che
io provo mentre dipingo, qualsiasi emozione, positiva o negativa, felicità o angoscia:
basta che emozioni. -
With or without you (2007)
olio su tela cm. 60 x 60
Dolce jazz (2010)
olio su tela cm. 40 x 70
Il suo senso artistico Caterina lo estende anche alle sue passioni come la lettura, la
musica, ma soprattutto la fotografia: - Sono un’osservatrice - dice - amo stare e
dipingere all’aria aperta, osservare tutto ciò che mi circonda, la natura, andare
in bici che mi dà una sensazione di libertà, ma sopra ogni cosa ho una vera passione
per la luna: la guardo sempre meravigliata, mi sorprende sempre, è magica, è per me
una presenza protettiva che sento sempre più vicina e la fotografo in tutte le sue fasi
e i suoi aspetti. Dal 2009 fa parte di SolidarietARTE, progetto nato all’interno dell’associazione
grugliaschese Gru Club AdB che, attraverso mostre di pittura, pubblicazioni e
manifestazioni intende promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,
progetto che rappresenta per Caterina un’apertura verso nuove prospettive di
conoscenza e di sensibilizzazione, anche rispetto ai Diritti Umani, un arricchimento sul
piano personale, la possibilità di rappresentare al meglio gli Articoli stessi, magari
quelli che sente più vicini al suo modo di essere. Anche sul piano artistico ritiene
quest’esperienza interessante, come lei stessa afferma: - Mi piace esporre con il gruppo
di artisti di SolidarietARTE per un confronto anche pittorico per imparare, migliorare,
vedere tecniche diverse, avere un nuovo approccio all’arte, arricchire il mio bagaglio
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La ricerca di Caterina Gambardella sembra svilupparsi e proficuo con la fotografia, per
la quale nutre una dichiarata passione. Da quella fonte l’artista attinge le inquadrature
ravvicinate che dilatano le dimensioni dei soggetti prescelti, la concentrazione sui loro
dettagli e la grande precisione nella loro “messa a fuoco”, il gusto della “ripresa”
dall’alto verso il basso, ma anche il netto decentramento dei personaggi all’interno
dello spazio del quadro, il taglio parziale di varie figure, la sensazione di movimento
bloccato che arresta un’azione tragica nel culmine del suo svolgimento. Il colore
assorbe ogni elemento e lo trasforma in una pittura di grande pathos, carica di
contrasti. I nudi maschili sono colti di schiena nel massimo dello sforzo che dilata e
rende potente la loro muscolatura. I volti appaiono isolati da qualsiasi contesto
ambientale e, se non coprono interamente il campo visuale, risaltano su sfondi
monocromi. Uno di essi è rigato da lunghe colature rosso sangue. Molti delle donne
da lei ritratte appartengono a etnie esotiche e i loro occhi appaiono vitalissimi tra i veli
che ne coprono il capo. Le sue donne occidentali espongono liberamente i loro corpi e
sono colte in pose e situazioni che danno risalto alla loro sensibilità artistica e intellettuale
e alla loro passionalità. Alcuni dei suoi soggetti sono tratti dalla dimensione urbana,
sono scene di strada o particolari di automobili e moto, interpretati alla luce della
medesima sensibilità pittorica.
Velo giallo (2006)
olio su tela cm. 30 x 50
Il bacio (2007)
olio su tela cm. 40 x 60
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Caterina GAMBARDELLA
anche umanamente. C’è solo da guadagnare e da crescere nel confronto con gli altri,
ti aiutano a tirare fuori le cose che hai dentro. Il suo “TUTTO il mondo migliore ADESSO” è fatto di meno egoismo e di più capacità di
fermarsi un attimo, guardarsi dentro e saper ascoltare in una visione di solidarietà
come disponibilità verso il prossimo in senso lato, senza quasi rendersi conto di averla in
quanto facente parte profonda della persona stessa.
Infine come si definirebbe Caterina Gambardella, chiamata amichevolmente Cate?
- È una persona in continuo mutamento, in contrasto con se stessa, in evoluzione, che
si mette molto in discussione, che cerca di diventare la persona che le piacerebbe
essere, ma sa di poter migliorare, arricchirsi e desidera circondarsi di persone che le
vogliono bene e la fanno star bene.
È una persona che cerca di essere coerente con le sue idee, le sue passioni e che
cerca di vivere senza sprecare la vita vivendo al massimo tutto quello che può. È altresì una persona sensibile, determinata e romantica insieme che non teme di
mettersi alla prova per guardare sempre più lontano.
Solo bisogno d’amore (2007) - olio su tela cm. 50 x 70
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Tiziana BLASI
studio, emozione, arte in divenire
Tiziana BLASI
- Il disegno è sempre stata la mia materia preferita, fin da piccola mi piaceva disegnare
e leggere, al liceo in particolare adoravo i libri d’arte: studiavo, ma poi per conto mio
studiavo ancora, approfondivo e cercavo di mettere in pratica ciò che avevo imparato. Così semplicemente inizia la vita artistica di Tiziana Blasi che nasce a Torino il 14 luglio
1985 e vive a Grugliasco con i genitori, la sorella e il fratellino Lorenzo. Nel 2009 si
laurea presso la facoltà di Architettura di Torino in Disegno industriale con una
impegnativa tesi “Analisi e sviluppo del sistema di attrezzature per lo svolgimento di
attività sensoriali per disabilità intellettive” che mette altresì in risalto la sua sensibilità.
Nel 2003 inizia con la cugina Caterina un corso di disegno e di pittura presso
l’Associazione artistico - culturale “Gli Argonauti” di Collegno.
Un lungo percorso ancora in atto, come spiega Tiziana : - Prima disegnavo con la matita, poi con il carboncino piccole parti del corpo e i volti, poi ho scelto l’olio perché mi
piaceva l’odore e l’effetto finale con colori vivaci, lucidi che mettono in rilievo i particolari. Ho
iniziato copiando i grandi pittori impressionisti tra i quali Monet e Van Gogh e imparavo ad
interpretare, studiare i quadri e la loro composizione, come il “Cielo stellato” di Van
Gogh ed il “Ponte di Argenteuil” di Monet che ho iniziato, abbandonato e poi ripreso. Sotto la guida e seguendo i consigli del maestro Giuseppe Grosso continua il suo
percorso d’arte fino a cercare un cammino personale lasciando i paesaggi e dedicandosi
alla figura umana: - I paesaggi mi piacciono solo più in fotografia, non in pittura,
preferisco disegnare i particolari della figura umana come le mani, che tutti dicono
essere difficili, ma a me piacciono: ho quaderni pieni di disegni di mani, piedi, volti e
figure, disegnavo anche mentre studiavo. Anche il mondo fotografico che Tiziana ama particolarmente offre spunto all’arte,
continua lei stessa: - Faccio io le foto a persone a me vicine o a me stessa, poi le
rielaboro in pittura: prima creando contorni, poi cercando grandi contrasti di colore
tra lo sfondo e la persona; ho rielaborato anche foto di personaggi famosi che mi
piacciono come Bono e Marley. -
Piazza Castello (2009)
olio su tela cm. 60 x 80
Verso il cambiamento (2008)
olio su tela cm. 60 x 80
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Tiziana BLASI-
Studio, emozione ed evoluzione sono le parole d’ordine della nostra pittrice:
- Nella pittura seguo l’emozione del momento, ho bisogno della novità, la vita e l’arte
vanno di pari passo, i colori rappresentano lo stato d’animo: nei miei quadri i colori cupi
come il nero, il blu e il viola con un piccolo barlume di luce rappresentano uno stato
d’animo più cupo mentre il giallo, l’arancione, il rosso, che utilizzo di più, rappresentano
meglio la mia positività,anche il marrone mi rappresenta, non lo considero un colore
cupo, anzi mi vesto spesso così. Le qualità di un buon pittore secondo Tiziana devono essere osservare, elaborare,
cercare di creare uno stile personale che possa differenziare, cercare di essere se
stessi come nella vita. Ogni quadro rappresenta uno stato d’animo o diversi stati
d’animo legati al momento, dipingere è emozione soggettiva che deve essere condivisa:
- Ognuno vede cosa vuole in un quadro, l’importante è che veda qualcosa, tanto non
percepirà mai cosa veramente volevo trasmettere io. I suoi pittori preferiti sono Van Gogh che definisce un vero “mostro” della pittura e
Schiele: - Davanti ai quadri di Van Gogh mi commuovo, mi trasmette carisma, forza
nei materiali e nel colore mentre Schiele è aggressività, forza trasmessa in un’immagine con piccoli tratti, è frutto della sua storia personale. La pittura contemporanea mi
incuriosisce, mi fa sorridere, corre il rischio di non essere più arte e mi fa capire quanto
sono diversa. -
Donna con bastone (2006)
olio su tela cm. 60 x 80
Salto verso la libertà del sole
(2009) - olio su tela cm. 80 x 110
Tanti, tantissimi sono gli interessi di Tiziana: la musica che sempre l’accompagna, la
fotografia con il desiderio di vivere con la macchina fotografica appresso, ma con la
necessità di imparare ad essere più selettiva nel numero degli scatti, la danza osservata
e praticata, la lettura, i viaggi, ma ciò che più colpisce è la sua voglia di apprendere, di
studiare: - Studierei tutta la vita - afferma - osservare una pittura diversa fa crescere,
è un buon esercizio, vedere stili diversi permette di cogliere elaborazioni differenti e di
creare poi uno stile proprio. 32
Tiziana BLASI
Dal 2008 fa parte di SolidarietARTE, progetto nato all’interno dell’associazione
grugliaschese Gru Club AdB che, attraverso mostre di pittura, pubblicazioni e
manifestazioni intende promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,
progetto che rappresenta per Tiziana la possibilità di conoscere persone e stili diversi in
uno scambio che non può che arricchire ed un modo attraverso la pittura a tema sui
Diritti Umani di riflettere e far riflettere.
Il suo “TUTTO il mondo migliore ADESSO” ha due valenze: una personale nel cercare di
realizzarsi nel mondo lavorativo, personale ed artistico conseguendo i suoi obiettivi ed
i suoi sogni con grinta e positività ed una universale con la speranza di un mondo senza
guerre, con uguali diritti e doveri in una visione di solidarietà come aiuto, collaborazione
e scambio.
Chi è in dunque Tiziana Blasi?
- È una persona creativa con emozioni contrastanti che vuole imparare qualsiasi cosa,
fare di tutto e di più, è in divenire. È anche una persona solare, con un sorriso sincero e determinato come il suo
carattere e con uno sguardo che scruta lontano.
Contemplazione della fine (2009)
olio su tela cm. 70 x 100
In cammino (2008)
olio su tela cm. 50 x 80
Tiziana Blasi predilige le inquadrature “strette”, fortemente concentrate sui volti, sui corpi
e sui loro dettagli, come le gambe e i piedi di ballerine che danzano o giacciono in riposo e
di donne che camminano. Quando le immagini comprendono più ampi spazi interni o
esterni, essi risultano comunque segmentati in campi di colore, quindi ridotti, compressi,
sempre un po’ claustrofobici. Si direbbe che la pittura sia per lei un modo per riflettere sul
disagio dell’esistenza al fine di ricercare, se non una soluzione definitiva, almeno un modo
di affrontarlo consapevolmente, una sede in cui esprimerlo e sublimarlo. I suoi lavori hanno
spesso alla base un’origine fotografica. Il campo dei suoi temi è molto ampio e vario,
estendendosi da scene che derivano da istantanee colte in esterni fino a immagini che
rievocano il mondo del cinema e ritratti di personaggi esotici maschili e femminili. I suoi
contorni sono sempre precisi e delineano forme solide e potenti. Come pittrice, ama i forti
contrasti di luce e ombra e colori particolarmente saturi, che non cercano l’armonia e la
fusione con quelli prossimi, ma rivendicano ognuno la sua massima intensità, la sua
“personalità”. Con questi mezzi la pittrice crea immagini fortemente caratterizzate, che
campeggiano con netto risalto sugli sfondi monocromi per imporsi sul primo piano del
quadro.
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Magilù Catilù
CookART - incursioni gastronomiche
L’ arte e la cucina vengono più volte accostate e con buone ragioni: il gusto del bello
ed il bello del gusto costituiscono una piacevole sintonia per i nostri sensi. La cultura
percorre sentieri differenti di forme, fantasia, creatività, passione che arricchiscono la
mente e il corpo. Non si deve essere mai sazi di scoprire, imparare, assaporare,
condividere ed emozionarsi davanti alle più varie opere che gli artisti di ogni scuola ed
di ogni tempo hanno saputo realizzare per il loro ed il nostro piacere.
L’estro in evoluzione
Luigi D’Amato
Il segno concreto
Marco Scaletti
I fiori e il mare
Lucia Repetto
L’integrità delle forme
Giorgio Di Gifico
L’enigma della plasticità
Caterina Gambardella
Tra sogno e realtà
Tiziana Blasi
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Magilù Catilù
CrossART - Galleria interpretata
Cosa hanno in comune un melone, una cattedrale, una foto, un Caravaggio e un libro ?
Nulla, si direbbe: potremo anche aggiungere un Van Gogh, una pittura rupestre, una
statua di Michelangelo, uno sbalzo su rame, un Hiroshige e ci saremo maggiormente
confusi le idee. Queste opere invece, a nostro parere, hanno in comune il senso del bello,
o comunque quel senso del bello che Kant definisce “l’universale soggettivo”; fanno
parte della Galleria interpretata CrossART, pubblicata on-line sul sito
www.gruclubadb.it e interpretata poiché comprende capolavori di genere differenti
scelti da coloro che desiderano parteciparvi, scrivendo soltanto la loro preferenza
dettata da motivi diversi che creano un incrocio di gusti, di passioni, di conoscenze e
di emozioni. Siamo convinti infatti che la molteplicità e la diversità delle scelte siano una
grande ricchezza e ci piace condividere questa idea con chi desidera partecipare oggi e
con quanti decideranno di contribuire un domani a sviluppare il desiderio e la cultura del
bello.
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