2001-Linee metodologiche per una indagine comunale sui bilanci di

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2001-Linee metodologiche per una indagine comunale sui bilanci di
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA
DIPARTIMENTO METODI QUANTITATIVI
C.da S.Chiara n°48/b - 25122 BRESCIA - ITALY
Tel. 39-30-2988.1 - Fax. 39-30-2400925 - E.mail: [email protected]
QUADERNO N. 188
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BRESCIA
Linee metodologiche per una indagine
comunale sui bilanci d tempo
L. Riva
M. Trentini
RAPPORTI DI RICERCA
DEL DIPARTIMENTO METODI QUANTITATIVI
Brescia 2001
Dipartimento Metodi Quantitativi - Università degli Studi di Brescia
C.da S. Chiara 48/b, 25122 Brescia - Italia
Tel.: 030/29881 - Fax: 030/2400925 - E.mail:[email protected]
L’impostazione metodologia è di L. R., M. T. l’ha realizzata ed ha steso una
versione preliminare della presente nota
INDICE
1-Premessa.......5
2-Le attività delle famiglie e del Comune:
un quadro unitario.......11
2.1-Le attività delle famiglie.......14
2.2-Le attività del Comune.......18
3-Cicli e ritmi delle attività familiari.......23
4-Aspetti di metodo.......29
4.1-Le unità di rilevazione: famiglie residenti
e popolazione non residente.......32
4.2-Le informazioni dirette ed indirette.......33
4.3-Aspetti tecnici della rilevazione......35
5.-Bibliografia......39
5.1-Pubblicazioni.......41
5.2-Siti Internet.......48
5.3-Statistiche
1.Premessa
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Le mutate esigenze del sistema sociale ed economico, i vincoli
internazionali hanno spinto il legislatore italiano a adeguare i principi
generali
dell'azione
pubblica
avviando
il
processo
di
modernizzazione della Pubblica Amministrazione.
Tra questi l'efficacia, intesa come sostanziale soddisfacimento della
domanda di servizi, e la centralità dell'utenza, intesa come
acquisizione del "punto di vista” dei cittadini nella programmazione e
gestione dei servizi, costituiscono due cardini.
Coerente con l'obiettivo dell’efficacia dell’azione pubblica è la
riallocazione delle competenze tra i livelli istituzionali con
l’assegnazione al Comune dei compiti a maggiore contenuto
gestionale, data la naturale capacità di interpretazione dei bisogni
della comunità data la stretta “vicinanza” con gli utenti stessi.
L’evoluzione normativa può essere interpretata proprio come il
segnale della percezione, da parte del legislatore, della
inadeguatezza delle attuali modalità di gestione dei pubblici servizi,
determinata, non solo, e tanto, dalla bassa efficienza ed economicità
degli stessi, quanto piuttosto dalla scarsa capacità di rispondere alle
esigenze dell'utenza.
L'efficacia dell'azione pubblica richiede, per di più, la capacità di
rispondere alle esigenze di una domanda più sofisticata rispetto al
passato. Sempre più pressanti sono le richieste, da parte delle
famiglie e delle imprese, di poter scegliere tra diverse modalità di
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erogazione dei servizi e, addirittura, di esigere una maggiore
flessibilità nell'erogazione dei servizi.
La pianificazione della attività del Comune, in questo nuovo
scenario, impone la conoscenza analitica della domanda che metta
in relazione i bisogni delle famiglie, colti attraverso i comportamenti
degli individui inseriti organicamente nel contesto familiare (le attività
degli individui organizzate nel proprio contesto familiare) con i servizi
erogati (le attività del comune), vale a dire le modalità con cui quei
bisogni vengono soddisfatti.
L’approccio in termini di analisi delle attività svolte dalle famiglie (che
rappresenta la domanda) e dal Comune (che rappresenta l'offerta),
porta in modo naturale ad introdurre il tempo come linea guida dello
schema di analisi.
L’evidenza del tempo come componete essenziale dei processi
produttivi è acquisizione non recente dell’analisi economica;
analogamente vale per l’altra evidenza, che le attività familiari non
solo fluiscano ma siano organizzate secondo la sequenza temporale.
L'unicità della dimensione temporale, sia per le attività sociali sia per
le attività produttive, impone logicamente di utilizzare lo schema
temporale come modalità di raccordo tra i processi di produzione dei
servizi per le famiglie ed i processi decisionali delle famiglie stesse.
Deriva da questa impostazione il progetto, presentato in questa
sede, di fornire dati strutturali sulle caratteristiche della domanda di
1
servizi attraverso una rilevazione sull’uso del tempo delle famiglie .
Il carattere fortemente operativo dell'indagine obbliga ad assumere
la realizzazione della programmata metropolitana leggera come
elemento centrale dello scenario, in quanto in grado di modificare le
decisioni delle famiglie in una materia importante e delicata come
quella della mobilità.
La disponibilità di una base informativa analitica sulle attività svolte
dalle famiglie (residenti e non) e sulle relazioni con le scelte
comunali di mobilità, costituisce uno strumento utile non per
"valutare" l'efficacia del progetto (che, per altro, è in fase esecutiva)
quanto per stimare gli effetti del nuovo sistema di trasporto sulle
decisioni di mobilità della popolazione, ed in particolare sulla mobilità
indotta dal nuovo sistema di trasporto.
La metropolitana è tipicamente un mezzo di trasporto rigido, per il
tracciato, e ad alta capacità, per l'elevata frequenza e velocità. Un
sistema siffatto obbliga a riorganizzare l'intero sistema della mobilità
(con la paventata chiusura del centro storico al traffico dei non
residenti) e del trasporto pubblico di linea che dovrà integrarsi con la
metropolitana valorizzandone i punti di forza.
1
L’indagine è stata inserita nel Programma statistico nazionale 1998-2000.
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La realizzazione della metropolitana occupa, quindi, un posto
centrale nello scenario futuro, poiché modificherà, necessariamente,
il comportamento di tutti gli attori in campo avendo effetti, oltre che
sulle localizzazioni, sulle caratteristiche e sulle modalità di gestione
tutti i servizi.
Banalmente, un centro di offerta di servizi per le famiglie localizzato
vicino ad una stazione della metropolitana avrà un bacino d'utenza
diverso, e più ampio presumibilmente, rispetto ad un analogo centro
localizzato, invece, a sensibile distanza dalla stazione stessa.
La presenza del nuovo mezzo di trasporto genererà un traffico
indotto da e verso i punti di interscambio dello stesso.
La rilevanza di questo aspetto dello scenario condiziona la stessa
nota metodologica: le esemplificazioni dei concetti via via introdotti
saranno illustrate, volutamente, facendo riferimento alle scelte di
mobilità delle famiglie.
Va da sé che nell'impostazione seguita la mobilità viene colta con
particolare riferimento all'interazione dell'elemento spaziale (dove) e
dell'elemento temporale (quando).
La nota, che contiene l’impostazione dell’indagine e specifica alcuni
rilevanti aspetti di metodo, ha lo scopo di fornire ai decisori
(Amministratori ed Alta dirigenza) gli elementi per valutare il quadro
logico ed operativo all'interno del quale si colloca la rilevazione e
quindi la coerenza delle analisi e delle statistiche rispetto agli obiettivi
di pianificazione.
La condivisione dell’impostazione, da parte dell’Amministrazione, è
necessaria in quanto il taglio dato all’indagine è strutturale, dal
momento che informa sugli elementi profondi dei processi decisionali
familiari (in particolare sui comportamenti delle famiglie inseriti nel
contesto temporale e spaziale) ed al contempo operativa, nel senso
che l’analisi dei comportamenti è strettamente finalizzata alla
pianificazione delle attività di soddisfacimento dei bisogni della
popolazione messe in atto dal Comune, con particolare riferimento
alle decisioni di mobilità.
Il quadro logico, ed operativo, dell’indagine sui bilanci di tempo
presentato nella nota si articola su tre livelli, presentati nei tre capitoli
successivi.
Il primo capitolo illustra i principi a cui si farà riferimento e che sono
già stati, informalmente, anticipati.
Il contesto familiare, sintetizzabile con la tipologia, in cui una persona
è inserita vincola, a volte in modo estremamente rigido, le attività
svolte dai singoli individui e lo stesso uso del tempo.
Le attività svolte dagli individui, inserite nel contesto familiare
(andare a scuola ad esempio), si traducono per l’amministrazione
locale in domanda di servizi da soddisfare (servizi di istruzione,
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servizi di assistenza scolastica, servizi di ristorazione, servizi di
trasporto ecc., per rimanere nell’esempio di prima) e quindi in
organizzazione di risorse finalizzate alla erogazione di servizi.
Il secondo capitolo illustra il modello utilizzato nell’analisi delle
attività, sia sul lato della domanda sia sul lato dell’offerta, ed in
particolare la rilevanza del riferimento temporale, e spaziale, nella
programmazione delle attività stesse.
L’ultimo capitolo illustra gli aspetti tecnici di realizzazione
dell’indagine che prevede, in sintesi, un quadro unico di analisi in cui
collocare residenti e non residenti e l’uso di analisi indirette
finalizzate a rilevare presso ogni unità di rilevazione solo le
informazioni rilevanti e a limitare la rilevazione diretta dei dati a quelli
non altrimenti ricavabili.
L’ampia bibliografia di riferimento ha lo scopo di fornire una
panoramica sugli ambiti di utilizzo delle analisi sui bilanci di tempo e
sulle metodologie di rilevazione utilizzate.
La bibliografia evidenzia, inoltre, i debiti (in particolare con i lavori
pionieristici che hanno tracciato il quadro concettuale dell'analisi
delle attività) e soprattutto le differenze che riguardano l'approccio al
tema ed il metodo.
Quanto all'approccio, l'indagine sull'uso del tempo, così come
proposta, ha un'elevata valenza operativa essendo finalizzata alle
esigenze informative di un gestore pubblico di servizi. E' da questa
impostazione che deriva la scelta di privilegiare la famiglia come
unità d'analisi, e di inserire le attività familiari nel quadro temporale
settimanale.
Infine per quanto riguarda gli aspetti di metodo, la tecnica di
rilevazione diretta presso la famiglia viene considerata come
integrativa e riservata alle sole situazioni in cui l'informazione non
sia altrimenti disponibile.
Il quadro unitario della rilevazione viene definito al momento
dell'impostazione e prevede l'utilizzo di una pluralità di fonti tra cui
anche la rilevazione. E' sulla base delle informazioni già disponibili
che si procede, in altri termini, a decidere se e quali informazioni
ulteriori rilevare.
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2. Le attività delle famiglie e del Comune: un
quadro unitario
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Il processo di ridisegno delle competenze istituzionali vede
l’attribuzione al Comune di tutte le competenze amministrative a
contenuto “gestionale” nei tre ambiti definiti dall’ordinamento delle
autonomie locali della popolazione, dello sviluppo economico e del
territorio.
L’assegnazione di compiti nuovi è coerente con un modello
istituzionale che esalta la responsabilità e l’autonomia attribuendo le
competenze ai livelli maggiormente in grado di interpretare gli
specifici bisogni locali in quanto diretta espressione della comunità
locale.
L’attribuzione di competenze a forte contenuto “gestionale” non
significa che il Comune debba necessariamente produrre
direttamente i servizi, anzi il quadro normativo prevede una netta
separazione tra la titolarità della funzione (che rimane pubblica) e la
gestione del servizio, stabilendo per quest’ultima la preminenza dei
principi di efficienza ed economicità.
Il mantenimento della titolarità della funzione significa che
l’amministrazione locale si ritaglia il ruolo della sola pianificazione del
sistema dei servizi pubblici, valutando l’affidamento della gestione
degli stessi secondo criteri di tipo make or buy.
La pianificazione dei servizi locali, dato il ruolo di governo del
Comune, richiede un'adeguata base informativa di tipo quantitativo
sulle caratteristiche della domanda di servizi, ed in particolare sulla
domanda di servizi espressa dalla popolazione che ha un'evidente
priorità nel quadro dell’ordinamento delle autonomie locali.
E’ bene ribadire, al proposito, che le esigenze informative di chi
governa un sistema di servizi sono diverse dalle esigenze
informative di chi gestisce i servizi per il differente orizzonte
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temporale di riferimento: normalmente a medio e lungo termine il
primo e, prevalentemente, a breve termine il secondo.
La pianificazione strategica dei servizi locali da parte del Comune
impone di collocare l’analisi della domanda di servizi stessi, in un
quadro di riferimento completo che permetta di cogliere gli elementi
di fondo, strutturali, della domanda stessa. Sono questi elementi
quelli che devono informare la pianificazione del sistema dei servizi
pubblici.
Affronteremo, con un certo grado di dettaglio, prima lo schema di
analisi delle attività familiari e poi quello del comune, in quanto
produttore di pubblici servizi, mettendo in luce le molteplici relazioni e
corrispondenze tra i due.
2.1 Le attività delle famiglie
Il punto di partenza è l’analisi delle attività svolte dai soggetti (che
costituisce la domanda di servizi) effettuata tendendo conto degli
elementi differenziali legati della tipologia dei soggetti stessi, alla loro
organizzazione sociale nella famiglia, ed all'organizzazione
temporale, spaziale ecc. delle attività.
Un esempio può introdurre il concetto.
La scelta del mezzo di trasporto per portare i figli a scuola che è una
tipica scelta familiare, tiene conto del grado di autonomia degli
studenti che aumenta con l'età. Accompagnare i figli sarà, quindi, la
regola alla scuola materna, e l'eccezione all'università.
La rilevanza degli aspetti differenziali individuali (età, genere, …,
salute) e familiari (numero e qualità dei componenti, patrimonio, …,
reddito familiare) nella segmentazione della domanda sono talmente
note da non richiedere approfondimenti particolari.
Un'osservazione invece è necessaria.
Le analisi tradizionali, ormai, in materia di bilanci di tempo tendono a
porre maggiore enfasi sul singolo individuo: la stessa scheda di
rilevazione pone al centro le attività personali e tratta le attività
familiari come attività svolte contemporaneamente da più individui,
considerati come entità autonome ed indipendenti.
L'approccio seguito in questa sede pone, invece, grande attenzione
alle decisioni familiari in materia di attività da realizzare e della loro
organizzazione.
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Le decisioni individuali hanno, in altri termini, meno gradi di libertà
rispetto alle decisioni familiari, poiché, normalmente, è più forte il
vincolo posto dalla famiglia e dalle sue caratteristiche, che il vice
versa.
La famiglia, in effetti, costituisce il livello a cui vengono organizzate le
risorse e prese le decisioni in alcuni degli ambiti sociali ed economici
di maggior rilievo per l'impatto che hanno sui servizi pubblici.
La composizione e le caratteristiche delle famiglie sono, quindi, i
principali fattori differenziali.
Per mitigare un'interpretazione troppo perentoria occorre ricordare
che le osservazioni ora riportate derivano dall'impostazione seguita
che si definisce per fornire informazioni, ad un decisore pubblico,
che solitamente ha le famiglie come utenza dei propri servizi, e
d'altra parte, alla considerazione che vi sono caratteristiche ed
esigenze individuali che obbligano le famiglie a riorganizzarsi in
funzione delle stesse.
Ad esempio, la presenza di componenti non autonomi in famiglia
(bambini, anziani, malati ecc.) comporta lo svolgimento di attività
specifiche (ad esempio accompagnare i figli a scuola), ma anche
una peculiare organizzazione delle attività stesse (si pensi, ad
esempio, ai servizi di assistenza e cura ai familiari che una famiglia
con disponibilità economiche può acquistare sul mercato).
Analogamente si dà per acquisita l'ampia letteratura sulla
specializzazione di genere nelle attività familiari e l'impatto sulla
famiglia e sulle decisioni di svolgimento delle attività.
Prevale, secondo il nostro approccio, la famiglia come livello a cui
vengono prese le decisioni dal momento che è la famiglia che
organizzata le risorse disponibili.
Scaturisce da qui il fatto che sia il livello familiare quello da
considerare nell'analisi delle modalità con cui vengono organizzate le
attività all'interno della famiglia.
L’esperienza quotidiana ci dice che le attività, riconducibili ad una
famiglia, non si susseguono in modo assurdo, ma sono
razionalmente organizzate in modo da garantire il raggiungimento
degli obiettivi propri della famiglia (e dei singoli individui) nel rispetto
dei vincoli, individuali, familiari e sociali esistenti.
Il tempo è, sicuramente, uno dei vincoli più stringenti.
Esamineremo la questione dopo aver presentato un ulteriore
esempio relativo alla mobilità nel caso di una famiglia costituita da
una coppia con un figlio in età scolare.
La decisione, che viene prese a livello familiare, di dedicare un
adulto ad accompagnare il figlio a scuola dipende da vari elementi
tra cui, in primo luogo, il grado di autonomia del figlio.
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A questo si aggiungono altri fattori riconducibili sia alla famiglia (ad
esempio il possesso di un'auto) sia al contesto sociale nel quale la
famiglia è inserita (la comunità a cui la famiglia appartiene) che sono
preliminari a qualsiasi decisione sul mezzo di trasporto.
Sarà l'accompagnatore individuato dalla famiglia ad organizzarsi per
i "dettagli" scegliendo quel mezzo di trasporto, tra quelli disponibili,
che permette di raggiungere l'obiettivo (accompagnare il figlio a
scuola entro l'orario di inizio delle lezioni, le 8.30 del mattino),
garantendo, nel contempo, di non violare i propri vincoli di attività e
tempo (entrare al lavoro entro le 9.00).
Risulta perfino banale la considerazione che mandare il figlio a
scuola è un'attività che quella famiglia può organizzare come meglio
crede, ma che deve effettuare.
Le famiglie, normalmente, devono organizzare le risorse disponibili
(persone e mezzi, anche se limitatamente ad alcune finestre
temporali, e risorse finanziare) per effettuare tutte le attività
necessarie, ovviamente in relazione alle proprie specifiche finalità.
Le attività che devono essere realizzate dipendono dalle
caratteristiche della famiglia e degli individui che la compongono.
Nell'esempio di prima è la presenza di un figlio, non autonomo, che
determina la necessità di accompagnarlo a scuola.
Le famiglie organizzano le attività che vogliono realizzare in catene
causali (ovviamente si accompagna il figlio a scuola prima di andare
al lavoro) e sfruttando la possibilità (che non vale in generale) di
effettuare contemporaneamente alcune attività (cucinare e badare
ai figli ad esempio).
L’interrelazione tra le attività è quindi legata alle caratteristiche delle
attività stesse ed alle loro specifiche modalità di organizzazione.
Riprendendo l'esempio solito, non è inusuale vedere una madre
accompagnare a piedi a scuola il figlio più grande, seguita dal più
piccolo.
Questo
esempio
semplice
mette
in
evidenza
un'organizzazione complessa in cui sono coinvolti tre attori (di cui
uno solo autonomo) attività molteplici (trasporto e sorveglianza) e ci
permette di introdurre cinque fattori che connotano le attività delle
famiglie, e che sono rilevanti per ricostruire il quadro operativo.
• Il soggetto di riferimento che distingueremo secondo il grado di
autonomia decisionale. La coppia, nella tipologia della coppia con
figli minori, ad esempio, ha un grado di autonomia elevato,
dispone delle risorse familiari e svolge le funzioni di
organizzazione, in quanto stabilisce gli obiettivi della famiglia. Più
complesso è il caso delle famiglie in cui convivono più soggetti
autonomi, potenzialmente con interessi non omogenei: come nel
caso delle famiglie con più generazioni presenti.
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•
Le interrelazioni tra i soggetti, vale a dire gli individui coinvolti
nelle attività. Gli esempi al proposito si sono sprecati.
• Il sistema dei tempi della città, vale a dire il sistema di vincoli
temporali, di origine culturale o imposti, che tutti i soggetti
appartenenti ad un dato contesto sociale, o comunitario, sono
tenuti a rispettare nella realizzazione delle proprie attività. La
Pasqua, il Ramadan, le domeniche, la festività del santo patrono,
il calendario scolastico e l'orario dei cinema sono piccoli esempi
del sistema orario, sono vincoli fissi che famiglie e imprese
devono inglobare nelle proprie decisioni.
• Il momento in cui le attività vengono svolte e la loro durata.
• Il luogo in cui le attività vengono svolte e gli attributi del caso:
percorso, mezzo di trasporto ecc..
Ogni elemento può essere analizzato in modo dettagliato mettendo
in evidenza uno o più attributi; dipende dalla rilevanza che ha quella
data caratteristica rispetto all'obiettivo dell'indagine. Nel nostro caso
l'aspetto temporale e spaziale saranno trattati considerando un
elevato livello di dettaglio proprio in relazione alle finalità
dell'indagine ed allo scenario di riferimento.
Un'ultima considerazione riguarda il problema, di non poco rilievo
logico ed operativo, del riferimento territoriale dell'analisi.
E’ forse superfluo osservare l’importanza della distinzione per le
differenti tipologie di servizi: la domanda potenziale ed effettiva è
costituita dalla sola popolazione residente (ad esempio l’utenza
dell’anagrafe) o da segmenti di questa (ad esempio i servizi diurni
per anziani), dalla sola popolazione non residente (ad esempio
alcuni servizi di trasporto non di linea) o dalla mescolanza di
popolazione residente e non residente (ad esempio i servizi di
trasporto pubblico di linea, i servizi scolastici ecc.).
La finalità programmatoria, quindi operativa, dell’indagine comunale
sui bilanci di tempo (in quanto funzionale alla pianificazione e
programmazione delle attività dell'ente) richiede di considerare tutte
le famiglie, siano esse residenti e non residenti, anche se con
modalità distinte.
La distinzione delle famiglie in relazione alla residenza è di carattere
sia istituzionale sia operativo.
La popolazione residente costituisce il riferimento istituzionale
dell’ente locale (normalmente identifica la comunità di cui parla
l’ordinamento delle autonomie locali).
La popolazione non residente non costituisce un diretto riferimento
istituzionale, anche se è, a tutti gli effetti, una parte consistente della
domanda potenziale ed effettiva per un'ampia serie di servizi
pubblici: si pensi, ad esempio, ai servizi di istruzione primaria e
secondaria.
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Sono sostanzialmente ragioni pratiche, legate alle risorse e
all'organizzazione, a far decidere a favore di un'analisi centrata sulla
sola componente residente.
La componente non residente entra ugualmente nello schema di
analisi, anche se come elemento aggiuntivo, ancorché importante,
rispetto alla domanda espressa dalle componente residente.
2.2 Le attività del Comune
L’ente pubblico è interessato alla conoscenza delle attività svolte
nelle famiglie (articolate variamente per tenere conto delle tipologie
di attività, della modalità di organizzazione e delle interrelazioni) per
le ragioni già dette: compito istituzionale dell’amministrazione
pubblica è organizzare risorse per soddisfare la domanda potenziale
ed espressa delle famiglie.
La scelta di aggiungere un ulteriore mezzo di trasporto a quelli
esistenti (la metropolitana) è finalizzata ad offrire un vettore in più
alle famiglie in grado di soddisfare, in modo efficiente, le esigenze di
mobilità sistematica semplice: tipicamente tra casa e scuola e tra
casa e lavoro.
Le scelte produttive dell’ente pubblico, quali attività realizzare e
come organizzare i fattori produttivi, dipendono da vari elementi.
La questione è nota e così ampiamente analizzata da non richiedere
approfondimenti, se non un semplice richiamo ai tre elementi di
maggiore rilievo: le caratteristiche della domanda, la forma del
mercato in cui opera e la quota di mercato che intende
soddisfare.
L’analisi delle attività delle famiglie, inserite nel flusso temporale e
nello schema spaziale, fornisce informazioni che permettono di
segmentare la domanda, caratterizzandone le tipologie, spostando il
problema alla scelta dell’organizzazione ottimale, politicamente,
economicamente e socialmente, dei fattori produttivi. Questo
problema può essere focalizzato, usando uno schema dell’analisi
economica, facendo riferimento all’analisi della tipologia del mercato
in cui il soggetto pubblico opera, e della quota di mercato che
intende soddisfare.
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La rilevanza del flusso del tempo nell’analisi delle attività delle
famiglie, la domanda nel nostro schema, trova un parallelo, sul lato
dell’offerta, nell’organizzazione temporale delle attività produttive. La
corrispondenza non è inattesa essendo le attività finalizzate alla
produzione, e le attività delle famiglie (di consumo, di produzione,
ecc.) attività umane e quindi naturalmente inserite nel flusso del
tempo e collocate nello spazio.
La banalità dell’affermazione precedente non deve far dimenticare
che ciò che conta, in ambito economico e sociale, è l’organizzazione
e le interrelazioni delle attività (finalizzate alla produzione, al
consumo ecc.) nel tempo e nello spazio tra i vari soggetti economici
(famiglie ed imprese).
Così, ad esempio, il cambiamento dell’orario di apertura di una
scuola comunale è, dal lato dell’ente locale (dell'offerta di servizi)
una riorganizzazione della produzione dei servizi scolastici, mentre
dal lato delle famiglie (della domanda) coincide con la modifica del
sistema di vincoli temporali, con la conseguenza necessità di
rivedere l’organizzazione e le modalità di realizzazione delle proprie
attività.
La situazione esemplificata offre lo spunto per un’ulteriore
riflessione.
L’ente pubblico potrebbe, ribaltando l’approccio, valutare l’effetto dei
cambiamenti nell’organizzazione della produzione di servizi
(compresi gli orari dei servizi) sulle attività svolte dalle famiglie,
tendendo conto delle modalità di organizzazione e delle interrelazioni
delle stesse, stimando gli effetti sul lato dell’offerta e, soprattutto, sul
lato della domanda.
Due sono gli elementi da segnalare a questo punto: il primo relativo
al differente impatto che le attività programmatorie e gestionali
possono avere sul sistema dei vincoli temporali, ed il secondo
relativo alla divisibilità dei servizi.
Introdurremo la prima questione con un esempio.
E' evidente che la decisione (che chiameremo di carattere
programmatorio) dell'ente locale di modificare l'orario settimanale
delle proprie scuole ha un impatto immediato e diretto sull'intero
sistema degli orari della città.
La decisione (che chiameremo di carattere gestionale) di una
direzione didattica di articolare diversamente le attività giornaliere,
nel rispetto del calendario comunale, ha, evidentemente, un impatto
limitato e ristretto.
La distinzione ora introdotta tra attività dei gestori di servizi di
carattere programmatorio e gestionale ha almeno una duplice
rilevanza per il tema che stiamo affrontando.
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Le decisioni di natura programmatoria definiscono il sistema dei
vincoli temporali per tutte le attività umane, ad esso devono attenersi
tutti i soggetti. Il grado di condizionamento è così elevato che le
famiglie sono obbligate a rispettarli: banalmente, portare a scuola
un figlio in ritardo è un'eccezione, ma non può costituire una regola.
Le attività di carattere gestionale dei gestori di servizi si esauriscono
in un ambito limitato e non sono totalmente interdipendenti dalle
altre, anzi dipendono da alcune di esse.
La gerarchia tra le due tipologie di attività porta ad considerare
nell'indagine le sole attività programmatorie (i calendari settimanali di
apertura delle scuole nell'esempio di prima), trascurando, in questa
sede, le attività gestionali. La mancata considerazione delle attività
gestionali non comporta una riduzione dell'informazione raccolta,
rispetto alle finalità dell'indagine, ma, a ben vedere, consente di
concentrarsi sugli elementi che
incidono sulle modalità di
organizzazione delle famiglie.
Dal punto di vista operativo questa scelta comporta un notevole
alleggerimento della rilevazione poiché evita di scendere in una
rilevazione di dettaglio di attività su cui le famiglie non possono
intervenire, in quanto sono già strutturate.
Il tema della divisibilità dei servizi offerti dall’ente pubblico, ha, in
questo quadro, un carattere cruciale per ragioni di efficacia ed
efficienza produttiva.
I servizi indivisibili (tipico il caso dei servizi di trasporto di linea e della
futura metropolitana) essendo strutturati per il soddisfacimento di
esigenze generali, riferite ad una domanda indifferenziata, hanno
livelli di efficacia ed efficienza programmati che possono migliorare
attraverso una conoscenza delle caratteristiche delle attività svolte
dalle famiglie, inserite nel quadro temporale e spaziale.
Il rapporto tra domanda ed offerta è invece molto più diretto nel caso
dei servizi divisibili (tipico il caso delle prestazioni domiciliari
domestiche) che sono organizzati per soddisfare esigenze
specifiche, sono riferiti ad una domanda diversificata, ed essendo
prodotti “a lotti” minimi di tempo, permettono una maggiore flessibilità
gestionale.
L’assunzione del “punto di vista del soggetto pubblico” come criterio
di organizzazione delle attività individuali e familiari, porta a
selezionare ed ordinare le attività delle famiglie, ed a restringere la
gamma di attività effettivamente rilevanti.
Interessano direttamente il Comune tutte quelle attività che
costituiscono servizi o domanda, potenziale o espressa, di servizi (ad
esempio la nonna che di prende cura dei nipoti) ed ugualmente tutte
le attività che presentano effetti collaterali (come l'uso del mezzo
privato di trasporto per la gestione della mobilità).
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Lo specifico punto di vista pubblico porta ad escludere tutte le attività
familiari per le quali non esistono compiti istituzionali (ad esempio
guardare la televisione) ed anche quelle attività che si svolgono con
modalità tali da non provocare effetti collaterali rilevanti.
Nella programmazione dei servizi di trasporto di linea interessano i
momenti di punta, che mettono sotto stress la struttura dell'offerta,
mentre sono poco rilevanti i momenti di morbida. Andare in
macchina la domenica, per svago o per altre ragioni, interessa poco,
mentre è essenziale l'analisi della mobilità con l'auto la mattina di un
giorno feriale.
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3. Cicli e ritmi delle attività familiari
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E’ perfino banale osservare che le attività degli individui e delle
famiglie avvengono nel tempo e nello spazio, anzi in generale ogni
attività umana è caratterizzata dalle coordinate spaziali e temporali.
Le attività svolte dalle famiglie, come si è accennato in precedenza,
si caratterizzano per l'essere poste in sequenze ordinate (sono
organizzate) nel senso di sequenze funzionali al raggiungimento di
certi obiettivi.
Le modalità di organizzazione della famiglia devono confrontarsi con
i vincoli posti dal sistema naturale e sociale all'interno del quale le
famiglie sono collocate.
Il primo fattore è dato dalla comunità di appartenenza che determina
lo spazio degli elementi alimentari, economici, …, religiosi, sociali, in
una battuta culturali e materiali, all'interno del quale si identifica, e
viene altresì riconosciuta, la famiglia.
L'appartenenza ad una comunità straniera, condiziona "a monte"
tutte le scelte familiari, e quindi anche le decisioni sul mezzo di
trasporto utilizzato, per esempio, nel tragitto tra casa e scuola.
Un secondo fattore è dato dalla presenza di alcuni cicli, non solo
naturali, che definiscono i ritmi delle attività umane nel nostro
contesto sociale ed economico.
Possiamo considerare, a questo proposito, almeno cinque cicli
rilevanti:
• ciclo giornaliero, legato alle fasi dì-notte ed al ciclo sonnoveglia. E’ un ciclo naturale e biologico;
• ciclo settimanale, legato ai cicli produttivi e sociali, ed in
specifico all’alternanza feriale-festivo. E’ un ciclo sociale ed
economico.
• ciclo mensile, legato ai cicli di spesa conseguenti la disponibilità
dello stipendio erogato su base mensile. E’ di natura sociale e
sempre meno rilevante.
25
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•
ciclo annuale, legato all’alternanza delle stagioni ed alle ferie
annuali;
• ed infine il ciclo di vita.
E’ chiaro che la compresenza di cicli differenti condiziona e
determina, in molti casi, le attività che vengono svolte.
Non tutti i cicli considerati hanno la stessa rilevanza.
A questo proposito occorre sottolineare che non sempre il ciclo
giornaliero, dato dall’alternanza dì-notte, è quello rilevante
nell’organizzazione delle attività.
L'impostazione dell'analisi porta a ritenere che la ciclicità settimanale
sia il fattore ciclico più rilevante, vale a dire quello in grado di
imprimere il proprio ritmo, a ragione del fatto che le attività umane
produttive e sociali sono organizzate sul ciclo settimanale, o feriale
festivo.
Gli orari dei mezzi di trasporto pubblico di linea, e quindi della
metropolitana, sono differenziati su base settimanale distinguendo
tra giornate feriali, prefestive e festive.
Il ciclo giornaliero entra in seconda battuta ed introduce il vincolo
biologico della sequenza veglia riposo. Tuttavia il solo fatto di
definire una griglia oraria, più “fine” rispetto a quella settimanale, non
significa di per sé che le decisioni di organizzazione delle attività nel
tempo siano prese avendo come riferimento esclusivamente e anche
prevalentemente lo schema giornaliero.
L’esempio più evidente è dato dal ciclo lavorativo che, nel nostro
sistema sociale, ha un'organizzazione almeno settimanale: è su
base settimanale che viene definita, normalmente, la prestazione
lavorativa richiesta che successivamente si articola su base
giornaliera.
L’organizzazione settimanale essendo legata all’alternanza tra giorni
feriali e festivi, delimita gli stessi cicli lavorativi ed ha una valenza più
generale: si pensi, ad esempio, ai cicli di spesa settimanali,
all’organizzazione settimanale delle attività religiose, di svago (il
palinsesto) e così via.
Possiamo, in effetti, osservare che il ciclo settimanale è il normale e
prevalente riferimento temporale nella programmazione delle attività.
Il ciclo mensile ed annuale, inseriti nella fase del ciclo di vita,
consentono la pianificazione di macro attività, ma è solo a scala
settimanale che la pianificazione si traduce in una articolazione
operativa.
Il ciclo giornaliero, con i suoi vincoli di orario, costituisce la griglia
all’interno della quale vengono collocate le attività programmate e
gestite le situazioni non programmabili in precedenza, ad esempio
eventi eccezionali, emergenze o altro.
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L’enfasi sul ciclo settimanale è legata anche al fatto che la ripetizione
di attività lungo un dato arco temporale impone alla famiglia il
rispetto di una partitura predefinita, e quindi dei ritmi stabiliti
dall'organizzazione sociale. Ritmi che, più in passato che oggi, a dire
il vero, tendono ad essere ciclici e quindi regolari.
Un esempio servirà per raccordare quanto appena detto con gli
argomenti successivi.
Il sistema scolastico, e non solo dell'obbligo, si organizza su base
settimanale con orari articolati su cinque o sei giorni.
Ogni famiglia che abbia figli in età scolare si organizzerà in modo da
garantire che giornalmente e con regolarità il figlio raggiunga la
scuola in orario. La famiglia, in altri termini, si organizza in modo da
risolvere stabilmente, e non occasionalmente, il problema; affronterà
volta per volta, e quindi giornalmente, le eventuali eccezioni: ad
esempio quando l'accompagnatore elitario si ammala.
L’individuo e la famiglia “seguono” giornalmente il programma
definito su scala settimanale, modificandolo ed adattandolo per far
fronte ad eventi o esigenze che non erano programmabili in
partenza.
Le variazioni giornaliere delle attività rispetto alla programmazione
ha una importanza ridotta nel nostro modello ed approccio
(funzionale, si rammenti, alla pianificazione delle attività pubbliche di
erogazione di servizi) poiché indica le modalità di adattamento della
famiglia a fronte di eventi o esigenze impreviste.
La divagazione precedente è rilevante ai nostri fini perché la
variabilità individuale della domanda (la riorganizzazione su base
giornaliera delle attività a fronte di eventi eccezionali) è rilevante per
la programmazione dei soli servizi divisibili, mentre i servizi indivisibili
possono essere efficacemente programmati solo avendo come
riferimento situazioni e comportamenti “normali”.
A mitigare, nuovamente, la stentorea dichiarazione precedente
occorre ricordare che il ciclo giornaliero non è da considerarsi più il
principale ciclo di organizzazione delle attività familiari, ma rimane,
comunque, il ciclo naturale e biologico di base.
L'organizzazione delle attività sulle ventiquattro ore può essere
forzata e superata con i cicli lavorativi, ad esempio i turni di lavoro,
che sono tipicamente a base settimanale.
Il ciclo giornaliero rimane, comunque e per la maggior parte della
popolazione e delle attività, un ciclo base, non fosse altro per definire
il ritmo individuale e familiare del sonno e della veglia.
La minore rilevanza attribuita al ciclo giornaliero come fattore in
grado di influenzare le decisioni organizzative delle famiglie, e dei
produttori di servizi pubblici, non ne sminuisce l'importanza quale
elemento di vincolo.
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Le attività programmate su scala settimanale vengono articolate,
secondo schemi costanti, su base giornaliera in modo da rispettare il
vincolo più drastico rappresentato dalle ventiquattro ore.
Il vincolo orario giornaliero costituisce lo schema base non
modificabile, all'interno della quale saranno costrette le singole
attività.
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4. Aspetti di metodo
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In questo capitolo sono illustrati gli aspetti metodologici salienti riferiti
alle caratteristiche delle unità di rilevazione dell’indagine (che tiene
conto della distinzione tra residenti e non residenti), alle tecniche di
rilevazione (distinguendo tra dati rilevabili direttamente ed
indirettamente) ed infine alle caratteristiche del “questionario”
(proponendo una soluzione modulare che supera il tradizionale
questionario "unico").
Gli aspetti tecnici illustrati in questo parte sono ispirati ad un principio
generale di efficacia che consiste nell’utilizzare per ogni unità di
rilevazione risorse e tecniche di indagine congrue, differenziando le
modalità della rilevazione, e le stesse informazioni da rilevare,
secondo le caratteristiche delle unità di rilevazione, ad esempio le
tipologie familiari per la popolazione residente. Analogamente può
dirsi per la scelta di rilevare direttamente (ricavando le informazioni
dal contatto con l’unità di rilevazione con qualsiasi strumento
dall’intervista all’autocompilazione del questionario) o indirettamente
(ricavando le informazioni da altre fonti e riconducendo i dati all’unità
di rilevazione: è il caso delle fonti amministrative siano esse archivi
pubblici ovvero archivi di gestori di servizi).
Il principio di adeguare le risorse alle unità di rilevazione può essere
specificato considerando almeno tre aspetti:
1. Adeguare il questionario alle caratteristiche delle unità di
rilevazione. Si è già detto del fatto che la struttura delle famiglie
circoscrive l’insieme delle attività realizzabili e le stesse modalità
31
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con cui vengono effettuate. Immediato è l’effetto sui quesiti e
quindi sul questionario.
2. Adeguare le tecniche di rilevazione alle caratteristiche delle
unità di rilevazione.
3. Selezionare rilevatori adeguati alle caratteristiche delle unità
di rilevazione (famiglia con struttura complessa o semplice);
adeguare, in altri termini, le caratteristiche del rilevatore alla fonte
informativa, in modo da ottimizzarne il rapporto.
4.1 Le unità di rilevazione: famiglie residenti e popolazione non
residente
L'impostazione dell'indagine prevede che la domanda di servizi
espressa dalle famiglie, venga considerata nella sua globalità, vale a
dire qualunque sia il luogo della residenza delle famiglie stesse.
Il riconoscimento dell'unitarietà dell'impostazione non sminuisce
l'importanza della differenziazione della domanda in relazione al
luogo di residenza.
Le famiglie residenti sono il riferimento istituzionale per l'ente gestore
(rappresentano direttamente quella comunità locale di cui parla
l’ordinamento delle autonomie locali), mentre le famiglie non
residenti costituiscono utenza, anche se non istituzionale, per i
servizi pubblici locali.
La differenza è più evidente a livello operativo.
Le famiglie residenti hanno, per definizione, dimora abituale nel
territorio comunale. L'indirizzo dell'abitazione individua il luogo
presso cui contattare la famiglia, ma non solo. L'indirizzo è anche il
riferimento per i contratti di erogazione dei servizi e, solitamente,
individua l'area presso cui è parcheggiata l'automobile.
Le famiglie non residenti (che sono rilevanti in quanto usufruiscono
dei servizi prodotti a scala urbana) sono maggiormente disperse
territorialmente e risulta più complesso, e costoso, poterle contattare
presso il proprio domicilio.
Ragioni logiche, e in parte pratiche, ci portano a considerare le
famiglie residenti come la preminente popolazione di riferimento
dell'indagine, quella per la quale procedere alla rilevazione diretta
(presso l'abitazione) di una batteria estesa di informazioni.
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Le famiglie non residenti entrano nell'indagine limitatamente ai soli
componenti che svolgono le proprie attività nel territorio comunale, e
parzialmente, vale a dire in relazione ai servizi ritenuti più rilevanti.
La definizione di due tipologie di unità di rilevazione e le differenti
esigenze informative (più ampie nel primo caso, limitate alla stima di
alcuni segmenti di domanda nel secondo) ha effetti diretti sulla scelta
della tecnica di rilevazione.
Due sono le ipotesi di lavoro:
• Indagine su un campione di famiglie residenti stratificato secondo
una pluralità di criteri funzionali agli obiettivi dell’indagine;
• Rilevazione campionaria di alcuni caratteri fondamentali dei non
residenti seguendo due direzioni: rilevazione presso i servizi
dell’incidenza dei non residenti (eventualmente adeguatamente
stratificati); rilevazione con tecniche ecologiche (del tipo catturaricattura o line-transect).
Le informazioni rilevabili sulla componente non residente consentono
di procedere al calcolo di indicatori di accesso ai servizi che mettano
in evidenza la domanda dei non residenti in relazione alla parte
istituzionale della domanda.
4.2 Le informazioni dirette ed indirette
Una parte consistente delle attività svolte dalle famiglie e dagli
2
individui lascia una precisa traccia in uno o più archivi
amministrativi. La traccia lasciata è “obbligatoria” nel caso di molti
servizi pubblici (si pensi alla presenza a scuola e quindi in mensa del
bambino iscritto alla scuola materna ed al meccanismo di
giustificazione: il genitore deve avvisare per la mancata presenza e
giustificare l’assenza).
Anche senza pensare di ricostruire le attività familiari raccogliendo e
collegando tutto quello che si può sapere di una persona, che sia
registrato negli archivi amministrativi3 è possibile utilizzare alcune le
2
E’ di questo periodo l’osservazione del Garante per la tutela dei dati personali del
fatto che giornalmente ogni cittadino venga ripreso almeno trecento volte da una
telecamera!
3
Si tratta di un metodo eticamente e deontologicamente discutibile, quindi di
difficile realizzazione, anche se tecnicamente fattibile.
33
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informazioni disponibili presso più fonti per definire il quadro
temporale delle attività temporale entro cui collocare la rilevazione.
Un esempio riferito chiarità meglio il concetto.
L'iscrizione di un bambino alla scuola elementare, senza la richiesta
di servizi di pre-scuola e dopo-scuola, con orario organizzato su
cinque giorni, definisce un ciclo settimanale regolare per quella
famiglia: dal lunedì al venerdì il bambino dovrà recarsi a scuola entro
le 8,30 ed uscirà da scuola alle 16,30. A scuola svolgerà varie attività
programmate sportive, ludiche ed educative e consumerà i pasti.
L'iscrizione alla scuola elementare impone alla famiglia una griglia
temporale che deve essere rispettata, fatte salve situazioni
eccezionali.
L'organizzazione familiare terrà conto, necessariamente, di questi
vincoli temporali anche perché si protraggono nel tempo, e si
organizzerà per far sì che il figlio, normalmente, arrivi a scuola prima
dell'inizio delle lezioni, ed all'uscita venga accompagnato a casa.
La ripetizione giornaliera di attività entro finestre temporali date
vincola i gradi di libertà delle famiglie, o in altre parole la variabilità
familiare ed individuale.
La conoscenza dei vincoli dati dalle attività, con le rispettive finestre
temporali, porta a semplificare il problema della rilevazione. Non si
dimentichi che una rilevazione ha lo scopo di cogliere le differenze di
comportamenti: non servirebbe nessuna rilevazione, se tutti
facessero la stessa cosa.
La conoscenza di alcuni elementi familiari ed individuali sistematici,
riconducibili al lavoro ed allo studio, permette di predefinire la
struttura temporale delle attività e quindi precompilare il questionario
della rilevazione.
Ciò che avviene internamente alle finestre temporali governate dal
lavoro o dallo studio è sostanzialmente già noto (banalmente si
lavora e si studia), mentre l'attenzione, e la rilevazione, si può
concentrare sulla effettiva componente variabile: in quale modo la
famiglia organizza le proprie risorse per riuscire a garantire a tutti i
propri componenti di svolgere le attività programmate nel rispetto di
vincoli.
La regolarità e ripetitività dei comportamenti è rilevabile sia
direttamente sia indirettamente.
La rilevazione indiretta è legata alla registrazione degli effetti di
attività e comportamenti della famiglia e degli individui.
L'esempio più banale è rappresentato dai momenti di punta nel
traffico.
Una pluralità di soggetti indipendenti (le famiglie) devono effettuare
una certa attività (ad esempio accompagnare il figlio alla scuola
elementare) in un luogo ed entro un'ora dati (ad esempio alla scuola
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di quartiere entro le 8.30) potendo seguire un numero limitato di
itinerari (a volte uno solo). La registrazione del flusso di traffico
presso i colli di bottiglia rivela un picco di traffico in prossimità
dell'ora fatidica.
Esempi meno banali si possono ricavare dal profilo orario dei
consumi di servizi essenziali.
Ne riportiamo alcuni a titolo non solo esemplificativo:
• L'andamento orario dei consumi elettrici familiari è legato al ciclo
dì-notte, ma anche ai cicli familiari: quando si va a letto
normalmente si spendono luci ecc.;
• L'andamento orario dei consumi di calore è legato ai cicli
invernali di ingresso ed uscita da casa;
• L'andamento orario dei consumi d'acqua è legato, in parte, al
momento del risveglio;
• L'andamento orario dei consumi di gas da cucina è legato al
confezionamento dei pasti caldi: colazione, pranzo e cena.
Le informazioni indirette possono servire a completare altri pezzi
della griglia temporale delle attività delle famiglie.
4.3 Aspetti tecnici della rilevazione
La massa di informazioni ricavabile da fonti dirette ed indirette
consente di ripensare lo strumento di rilevazione e le stesse tecniche
di rilevazione.
La ricchezza delle informazioni disponibili ed una minuziosa analisi a
tavolino consentono di precisare, in modo dettagliato, le informazioni
che ha senso rilevare attraverso l'intervista diretta.
Ovviamente dipende da ciò che si conosce a priori di ogni singola
situazione familiare in quanto appartenente ad uno strato della
4
classificazione .
5
Il questionario unico viene, di fatto, superato da una struttura
modulare di rilevazione che si adatta alle specifiche caratteristiche
familiari ritenute rilevanti ai fini della rilevazione.
4
E' superfluo dire che se nel corso della rilevazione emergono elementi che
modificano i caratteri di classificazione si procede a riassegnare la famiglia ad un
nuovo strato con le conseguenze del caso.
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L'impostazione seguita, a ben vedere, traduce in termini operativi i
principi illustrati di adattarsi all'unità di rilevazione e non vice versa di
adattare l'unità di rilevazione alle esigenze, logistiche, della
rilevazione, e di chiedere solo ciò con non si può conoscere per altra
via.
Anche la scelta della tecnica di rilevazione è coerente con questo
quadro.
• l'intervista telefonica può risultare la soluzione più efficace, ed
efficiente, per "confermare" i dati di situazioni ben strutturate. E' il
caso, per quanto paradossale, delle famiglie con figli piccoli;
• L'intervista diretta è la tecnica più adatta per situazioni non
regolari: è il caso, anche questo meno paradossale di quanto
possa sembrare a prima vista, dei pensionati.
Questa impostazione ha alcuni vantaggi evidenti:
• riduce il “disturbo statistico” a carico delle famiglie
• consente di aumentare la precisione delle informazioni raccolte
investendo nella qualità dei dati (si chiedono meno dati ma più
dettagliati);
• permette di raccogliere i dati anche presso i luoghi in cui vengono
svolte le attività principali (scuole, luoghi di lavoro e non solo
casa);
• rende meno problematica il trattamento dell’errore non
campionario: una stratificazione fine rende le famiglie fungibili.
Gli svantaggi sono altrettanto evidenti:
• è necessario un investimento nell'indagine a tavolino e nel
recupero di basi di dati;
• la stratificazione del campione deve essere necessariamente
piuttosto fine è diventa una fase estremamente delicata;
• vanno considerati in fase di impostazione i problemi dell'errore
non campionario, ed in particolare della sostituzione delle
famiglie soprattutto appartenenti a strati piccoli.
Dal punto di vista statistico all’interno di uno strato le attività svolte, i
soggetti che le svolgono (individualmente o in associazione), e le
modalità con cui sono svolte (a partire dalla durata e dal luogo) sono
variabili per effetto di elementi trascurabili ai fini dell’indagine. In altri
termini statisticamente le unità dello strato sono fungibili.
Si campionerà quindi su ogni stato in modo proporzionale al peso
che ha sull’universo.
E’ necessario rivedere i pesi a posteriori per effetto delle differenze a
causa dell’incompletezza del piano di stratificazione (esempio
mancanza di dati economici o patrimoniali sulla famiglia) e delle
5
Unico per esigenze logistiche, ma non per esigenze logiche.
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differenze tra i dati utilizzati per la stratificazione ed i dati reali (dati
anagrafici e dati effettivi).
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5.2 Siti Internet
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Il punto di partenza è dato dal sito della International Association
for Time Use Reasearc, IATUR, che organizza incontri annuali sul
tema:
http://www.stmarys.ca/partners/iatur/iatur2.htm
La 1999 IATUR Conference, sul tema The state of time use
Research at the end of the century, si trova su:
http://www.iser.essex.ac.uk/activities/iatur/abstract/index.htm
Dal link Research Initiative si accede ai siti di alcune recenti iniziative
come il:
Multinational Time Use Study, MTUC, presso ISER, Institute for
Social and Economic Research,
http://www.iser.essex.ac.uk/mtus/
dove recuperare informazioni sugli studi sui bilanci di tempo a livello
internazionale.
Research Network on Time Use, RNTU, che rimanda all'università
di Luenenburg:
http://www.uni-luenenburg.de/fb2/ftb/timeuse/
MacArthur Network on the Family and the Economy
http://www.olin.wustl.edu/macarthur/conference/ conference-index.htm
che ha organizzato la conferenza Time use, Non Market Work, and
Family Well-being nel 1997.
Nel sito di Statistics New Zealand,
http://www.stats.govt.nz/
si trova il lavoro di Fleming R., Spellerberg A., Using Time Use Data.
A History of Time Use Surveys and Uses of Time Use Data, che
contiene una ricca bibliografia.
L'utilizzo delle indagini sui bilanci di tempo nei trasporti è stata
affrontata dal Transportation Research Board si veda:
http://www.mtc.dst.ca.us/trb/
Nel sito dell’Ufficio di statistica delle Nazioni Unite
http://www.un.org/Depts/unsd/timeuse/
si trovano informazioni
metodologici si trovano su
su
classificazioni;
aspetti
tecnici
e
http://www.un.org/Depts/unsd/timeuse/icatus/icatus_1.htm
Sulla classificazione delle attività familiari si veda l'incontro su
Activity-Based Travel Forecast, ed in particolare il Workshop one:
Activity and Time Use Data Needs, Resources and Survey Methods,
su
http://www.bts.gov/tmip/papers/tmip/abtf/abtf.htm
Altre informazioni si possono trovare nei sistemi di ricerca di
IDEAS, Internet Documents in Economics Access Service
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analisi&proposte
http://ideas.uqam.ca/ideas/series.html
Ohio State University
http://search.uts.ohio-state.edu/
Population Studies Center
http://www.psc.lsa.umich.edu/pubs/search.html
5.3 Statistiche
Si stanno occupando di uso del tempo l’Ufficio di statistica delle
Nazioni Unite (http://www.un.org/Depts/unsd/timeuse/) Eurostat e gli istituti
nazionali di statistica dei paesi occidentali, con Australia e Nuova
Zelanda e del Giappone (i link si possono recuperare nel sito
IATUR).
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