ROHRL a - WordPress.com

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Ile cifre-iride
. prova
carri piotiate
MO NDIALE
N ARCHE
RALLY
•PV
19-25
P
IWlUJ
gennaio
•
•
Di gomme italiane
si balla il WALTER
Organizzazione: Automobile Club Monaco • Boulevard Albert Premier
Percorso: 4 tappe con 29 prove special su un percorso complessivo di 4500 km
CLASSIFICA FINALE GENERALE
(236
partiti, 88 arrivati)
Piloti! e capitela
Vettura e nazionalità
1. Rohrl-Geistdorfer
2. Darnìchs-Mahè
3. Waldegaard-Thorszelius
4. Kullang-Berglund
5. Eklund-Sylvan
6. Bettega-Mannucci
7. Mouton-Arrii
8. Kleint-Wanger
9. Servia-Brustenga
10. Coppie r-Laloz
Fiat 131 Abarth
Lancia Stratos
Fiat 131 Abarth
Opel Ascona 400
VW Golf GTI
Fiat Ritmo
Fiat 131 Abarth
Opel Ascona 400
Ford Fiesta
Porsche 911
Tempo
Gruppo
D
F
S
S
S
I
F
D
E
F
8.42'20"
a 10'38"
a 11'28"
a 12'04"
a 14'27"
a 16'23"
a 23'53"
a 25'30"
a 29'40"
a 29'40"
4
4
4
4
2
2
4
4
2
3
RALLY LEADERS: Prova sul ghiaccio Alen e Oarniche, PS 1 Alen, da
PS 2 alla fine Rohrl
1 VINCITORI DELLE SPECIALI
2.
3.
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11
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1.
Rohrl
Darniche
Kullang
Vatanen
Alen
Bettega
Waldegaard
Mikkola
Andruet
Eklund
Servia
Kleìnt
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2
1 PRINCIPAL RITIRI
Mikkola
Alen
Vatanen
Beguin
Andruet
P.S. 12 semiasse
P.S. 2 uscita di
P.S. 12 uscita di
P.S. 20 uscita di
P.S. 25 uscita di
strada
strada
strada
strada
W irmbold
Th erier
Fr ;que in
Beauchef
Da wson
P.S. 4 uscita di strada
P.S. 8 n ezione
P.S. 4 uscita di strada
P.S. 28 ponte posteriore
avvicinamento motore
ALBO D'()RO
1973 Darniche-Mahè (Stratos) - 1978 Nicolas- averne (Porsche Carrera) - 1977 Munarì-Maìga (Stratos - 1976 Munari-Maiga (S ratos - 1975 Munari-Mannuccì (Stratos) - 1974 non disputato - 1973 Artdruet-- Blc he » (Alpine Renault) - 1972 MunariMannucci (Lancia Fulviaì. ecc.
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Classifica
Mondiale
Marche
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Classifica
Mondiale
Piloti
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PROSSIMO APPUNTAMENTO: -Rally di Svezia (solo mondiale piloti)
15-17 febbraio nel 1979: 1, Blomqvist-Cederberg (Saab Turbo)
ROHRL
DARNICHE
WALDEGAARD
KULLANG
EKLUND
BETTEGA
MOUTON
KLEÌNT
SERVIA
COPPIER
20
15
12
10
8
6
4
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2
1
IAT
lascia solo
ROHRL a
festeggiare
DALL'INVIATO
MONTECARLO - Sabato mattina 26 gennaio, nella hall del suo
hotel, Walter Rohrl, elegantissimo nel suo abito scuro, aspettava di mettersi al volante della
131 Abarth numero 10, che aveva brillantemente portato alla
vittoria nel 48. rally di Montecarlo, per recarsi alla premiazione-passerella nel Principato.
Un Rohrl ovviamente contento
oltremisura per il suo risultato,
ma allo stesso tempo incredulo
per quanto aveva vissuto ( o meglio, forse, non aveva vissuto)
nelle ore precedenti. Per lui, e
non ne capiva la ragione, nessun particolare festeggiamento,
nessuna cena megagalattica la
sera della vittoria, niente notte
folle. Eppure il lungo tedesco,
assieme al connnazionale Christian Geistdorfer, aveva portato
al successo per la prima volta
una Fiat 131, per la prima volta
dopo il 1928 una Fiat, per la prima volta dopo vent'anni una vettura tradizionale, a motore anteriore e trazione dietro (fatto
così difficile e tanto sbandierato
nelle interviste della vigilia) sulle strade del Montecarlo che ormai sembravano stregate per le
vetture torinesi meno "genericamente" del Gruppo.
L'impresa di Rohrl era stata
epica e tra qualche giorno la
pubblicità sarà ovunque a ricordarlo, lui non aveva nulla da
rimproverarsi avendo dominato
dall'inizio alla fine, ma l'aria di
festa che doveva essere tanto
grande, l'emozione per il traguardo tanto inseguito e finalmente raggiunto si era esaurita
nelle inappuntabili interviste dell'immediato fine gara. Ben altra
cosa insomma dalle prime vittorie, per non dire la prima, di
Sandro Munari, ben altra cosa
della baldoria nel mare di champagne del successo di Nicolas o
del recupero funambolico di Darniche lo scorso anno.
Rohrl la sua festa se l'è latta
così nel ristorante dell'albergo,
con la moglie, il copilota e qualche amico di sempre. Dei suoi
maxi dirigenti nemmeno l'ombra e lo champagne se l'è stappato facendolo segnare sulla sua
camera. Certo, la sua vittoria rimane nella sua splendida realtà
che è doppiamente importante
per noi italiani perché rilancia
l'immagine vincente della nostra
tecnologia proprio nei giorni più
difficili della nostra maggiore industria, ma il suo disappunto era ben comprensibile.
Unici, come troppo sovente ormai accade, i meccanici hanno
fatto da termometro all'emozione del più grosso risultato del
reparto corse Fiat dalla sua creazione ai primi degli anni '70 ad
oggi. Loro, in una grande tavolata resa coloratissima dalle nuove giacche a vento, hanno riso e
bevuto, brindato e .ricordato con
episodi, battute, bonaria satira e
tanta commozione l'emozione del
momento tenendosi tra di loro,
anche se solo nella continua evocazione, il vincitore del momento.
Forse l'eccezionale cavalcata
di Rohrl era maturata troppo
presto, nella prima notte di gara quando il compagno di squadra Alen, furioso nel suo attacco contro il cronometro nelle
prime battute, era uscito di strada mentre stava compiendo l'impossibile impresa dì raggiungere in una sola prova Darnichs
'
\\\
Champagne per Rohrl e Geistdorfer, vincitori vent'anni dopo con una vettura tradizionale, la Fiat 131, sul lungomare di Montecarlo
Champagne for Rohrl and Geistdorfer, winners twenty years later with a traditionalcar, thè Fiat 131, along thè sea of Montecarlo
partito due minuti prima di lui
mentre già aveva passato e distanziato la 'Porsche di Mikkola.
Forse la sua sicurezza, diventata persine provocante nell'ultima
notte quando, pur dovendo giocare in difesa, appariva il più
veloce dopo il solito scatenato
Darniche delle ultime battute, aveva già appagato abbastanza.
Forse, infine, gli uomini della
gestione che con questa ultima
vittoria lasciano il campo direttivo non si sentivano più in do
vere di esserci fino in fondo e
gli altri, quelli che verranno a
sostituirli non ancora investiti
ufficialmente. Fatto sta che il
Gruppo, che non ha fallito sul
campo, è mancato clamorosamente ancora una volta sul piano umano, là dove le tattiche e
le mescole, i motori più potenti
e le ricognizioni più accurate non
servono più e ,si deve far posto
alla spontaneità e al sentimento.
Gli appassionati, comunque,
possono essere soddisfatti. A
Montecarlo il risultato sportivo
che è maturato sulle strade è
stato molto giusto ed indiscutibile. Una cosa che i piloti, prima
del via evidentemente "sentivano" perché già la scorsa setttimana, nelle prime note su questa gara, si era già anticipato,
con i pronostici che, all'ultimo
momento, si erano orientati sula squadra Fiat solo qualche settimana prima molto meno indiata come possibile vincitrice.
Con Rohrl anche il "deh" Waldegaard ha ribadito il concetto
con il suo terzo posto, anche se
lo ha fatto in diversi momenti un
po' sottovoce per un campione
del mondo, segno che qualche cosa non ha funzionato sempre al
meglio anche se un professioni-
sta qual è lo svedese non lo ammetterà mai, specie dopo aver
accettato di tornare a correre lanche se solo in un paio di
occasioni) in quella squadra in
cui aveva giurato "di non mettere più piede".
Tra i due, per la seconda volta consecutiva su queste strade
davanti a Waldegaard, si è inserito Bernard Darniche con la
Stratos che il Gruppo mal digerisce, ma cui tanto spesso si deve attaccare per salvare l'immagine. Il francese ha sofferto una
cattiva condizione fisica per tre
quarti di gara prestando spesso
il fianco a chi non chiedeva di
meglio che poter dire che la sua
era una malattia èmmaginaria.
Però si è ristabilito in tempo per
permettersi la sua solita ultima
notte con sette prove vinte su otto (ed un secondo posto) che
smentisce le facili ironie dei suoi
affossatori. E' vero, non gli è bastato per vincere e forse a vincere non ce l'avrebbe fatta ugualmente, ma è riuscito a far nascere un dubbio e questo lo rendeva felicissimo all'arrivo quando si faceva scappare, un « ...tanto lo si sapeva che questo Montecarlo sarebbe stato proibito
Ad un anno di distanza Darniche e Mahè hanno dato il meglio di loro stessi
nell'ultima notte di gara del Monte risalendo sino al 2. posto (Attualfoto)
After one year Darniche and Mahè nave given a good account of themselves in thè last night at « Mont » remounting fili thè second position
(ATTUALFOTO)
per me... » che è tutto un programma.
Un terzetto davanti che "calza" le stesse scarpe Pirelli rendendo ancora più italiano parte
del successo. Sulla carta, prima
del via, l'80 era l'anno in cui la
nostra industria poteva contare
sul minor numero di clienti, eppure il dominio, specie nella decisiva parte iniziale <perché poi
alla Michelin hanno un po' raddrizzato il tiro) è stato netto ed
inconfutabile al punto da oscurare persino il valore dei mezzi
meccanici con le "piccole" Ritmo
e Golf davanti a vetture enormemente più potenti e quotate.
E la fila di marca Pirelli sarebbe ininterrotta ancora per un
bel po' se in mezzo non si fosse infilato un altro svedese, Anders Kullang, con la debuttante
Opel Ascona 400 cresciuta col
passare dei giorni di gara. Alla
vigilia non veniva dato molto
credito alla maxi-tedesca che durante le prove aveva fatto strage di trasmissioni e che si era
ridotta a partire con i rapporti
lunghi per "addolcire" la potenza a terra. Invece, pagato un ritardo (incolmabile) iniziale,
Kullang ci ha preso la mano
dando vita ad uno show ad un
tratto davvero entusiasmante
con una rimonta dal decimo al
secondo posto in classifica da
lasciare sbalorditi. Dietro, un po'
con minor slancio, ma precisa
regolarità, il campione europeo
Kleint ribadiva il concetto così
che la seconda vettura del team
riusciva anch'essa ad entrare tra
i primissimi nella classifica finaCarlo Cavicchi
CONTINUA A PAGINA 44
1 «MUNÌ E» dietro l'angolai
A RITMO DI... MORALE
BETTEGA
non salva
le facce!
CONTINUAZIONE
DA PAG. 43
le anche se dietro alla 131 Abarth
della Mouton che pur senza la
solita navigatrice (impegnata in
sala stampa con le sue acide dichiarazioni) ribadiva per il terzo anno consecutivo il suo settimo posto assoluto.
La presenza tedesca, illuminata
dal vincitore, non si è limitata
però alla Opel perché più e meglio ha fatto la VW con la piccola e meravigliosa Golf dello svedese Eklund che fino a metà dell'ultima notte di gara ha occupato il secondo posto assoluto.
Bisognava vederli, gli uomini
della Volkswagen, come ridevano. Loro questa corsa l'hanno
fatta "una-tantum" perché, secondo una logica tipicamente
teutonica, questo compito l'hanno delegato al loro "fiore ali"
occhiello", l'ATJDI, che, per cinque anni, dovrà occuparsi delle
competizioni sino ad arrivare al
meglio in assoluto. Eppure, con
la Golf del reparto corse di "serie-B", si sono permessi di arrivare d'un colpo molto più avanti
di quanto non si sia fatto dn tutta una stagione con le Gr. 2.
Per questo hanno superato abbastanza serenamente la delusione per la rottura del semiasse
di Eklund (che il pilota ha sostituito da solo perdendo però
tredici minuti al successivo controllo orario) accontentandosi
del quinto posto che è ancora il
primo del Gr. 2.
E la presenza tedesca è continuata con il pubblico sceso su
queste strade dalla Baviera sino
ad Amburgo perché tutte, ma
proprio tutte, le Case germaniche erano rappresentate al meglio in questa gara, compresa
naturalmente iquella Mercedes
che doveva essere in forma privata ma cui è difficile credere
per l'incredibile spiegamento di
forze e per la presenza di tre
direttori sportivi come Waxemberger, Herle e Haggbom, tanto
è vero che solo per un soffio non
sono arrivati sette pericolosissi-
Bettega e Mannucci, sopra, affrontano tra l'entusiasmo del pubblico italiano
Ja prova del Turini che riusciranno a vincere (BISHOP). Sotto i vincitori del
Gr. 2 con la potente e piccola Golf, Eklund-Sylvan
(ATTUALFOTO)
Bettega and Mannucci, on top, face, among thè enthusiastic italian public,
thè test of Turini which are going to win. Below, thè winners of Gr. 2,
with thè powerfull and little Golf, Eklund-Sylvan
mi punti nel mondiale marche
(bastava per questo un decimo
posto), e tutto per una uscita di
strada di Carlsson costata 18'.
Subito davanti in classifica, infatti, in zona punti iridati, si
sono inserite, in un curioso pari
merito finale che ha richiesto una prova come discriminante, il
vincitore del Gr. 3, Coppier e lo
spagnolo Servia con la Ford Fiesta anch'essa molto spesso miracolosa. Ha avuto la meglio
quest'ultima e cosi punti buoni
vanno alla Ford.
'La Mercedes a lungo ha cercato di inserirsi, con Bohne, anche nel Gr. 1, ma davanti si è
trovata sempre la Ford di Beauchef (che però si è fermata) e
la Ascona, recentemente omologata, di Clarr che in Francia non
abdica mai il suo primato nel turismo di serie.
Fin qui si è detto di tutti, o
quasi, meno che degli italiani.
Bettega, il grande Bettega, inerita un discorso a parte. Degli altri, come da troppo tempo, tristemente, è meglio sorvolare tranne che su Speranza-Ciocca e Fran-
cia-Dotti. Erano due equipaggi
privati, per buona parte del rally hanno anche corso senza note con due mezzi di assistenza i
primi ed uno solo i secondi. Ma
sono stati bravi fuor di misura.
Speranza addirittura ha vinto la
sua classe, Francia è arrivato
quarto, ma nel Gruppo 1 2000 e'
è sempre lotta spieiata. Soprattutto però hanno dimostrato che
anche senza gomme <ma la Kleber in extremis si è accorta di
Speranza e non ha smentito la
sua generosità verso i privati
che è anche un modus vivendi
mai troppo apprezzato) anche
senza provare, ma con volontà
e talento si può venire a Montecarlo e farsi valere, quello che
il rappresentante dei piloti italiani che hanno partecipato al
Monte, Biccardo Suni, dovrebbe
capire per primo affinchè il suo
ben noto "transitare" anziché
correre ci tolga il primato-certezza di avere sempre un italiano ultimo in classifica alla fine
del Percorso Comune, peggio ancora se, come quest'anno, fuori
tempo massimo.
MONTECARLO - C'è stato un momento
durante 11 rally dì Montecarlo che il
«miracolo» è parso ad uà soffio dal realizzarsi. Non albeggiava ancora ed i concorrenti avevano da poco iniziato il lungo Percorso Comune. In quel momento
Attilio Bettega e Mario Mannucci, confermando l'inizio incredibile dì gara, si
erano installati al secondo posto assoluto
della classifica generale.
Era una posizione per troppi versi anomala ed impossibile, ma è stato bello
sperare. Poi Bettega ha cominciato a perdere qualche posizione, pur restando sempre tra i primissimi, vuoi per qualche
scelta di gomme (anche obbligata) non
proprio felice, per il motore finito fuori
fase (poi rimediato), per l'impressione
che si fosse bruciata la guarnizione della testa. Così l'eccezionale impresa dei
due italiani, che nell'ultima notte hanno
anche tolto a Darniche il gusto di vincersi tutte le prove speciali battendolo
proprio sul Turini, ad un tratto aveva
preso una piega un po' amara perché
capita sempre in questi casi di recriminare più su quel che poteva essere anziché su quel tanto che già si è ottenuto.
L'impresa, pur inaspettata per il modo
così netto con cui si è verificata, conferma quanto da tempo si va dicendo riguardo 11 valore dei piloti di casa nostra
che proprio Bettega ha meravigliosamente
rappresentato. Ma meravigliarsi o dare
troppa importanza a questa sua prestazione significa anche dimenticare quanto
già di buono lui aveva fatto vedere nel
rally mondiale di Sanremo vinto, guarda caso, da un equipaggio di casa nostra.
All'arrivo anche i suoi capi sì facevano
vanto di averlo inserito in squadra e di
aver creduto in lui. Nessuno di questi
però ha ammesso che se Bettega nella
squadra ufficiale, ci ha messo piede è stato solo perché, un anno prima, un altro
pilota italiano, il già campione europeo
Tony Carello, aveva avuto il coraggio di
dire di no a questo team proprio perché
si ostinava a precludergli la possibilità
di dimostrare nelle grandi prove mondiali,
e nel Montecarlo in partìcolar modo, il
suo valore.
Quando Bettega ad un certo punto si
è trovato con la piccola Ritmo, anche
perché ovviamente favorito da condizioni
di fondo non troppo a vantaggio esclusivo delle grosse potenze, davanti a piloti
del calibro e della fama di Waldegaard,
Mikkola, Damiche, Vatanen, Kullang, Eklund, Andruet per non dire che dei primi
inseguitori, qualcuno avrebbe fatto bene
a farsi un esame di coscienza pensando
a quanti altri sono stati lasciati per strada solo per tenace puntiglio, giovani o
vecchi che fossero.
Bettega ed il «maestro più che mai»
Mannucci sono stati grandi anche per questo e con il loro spavaldo risultato hanno
dato una mano a tutti quelli che o casa
hanno sofferto e gioito con loro per un
sesto posto assoluto che li premia, ma
che soprattutto smaschera chi per tanto
tempo ha voluto chiuse ad oltranza le
porte della nostra casa automobilistica
per eccellenza al piloti italiani.
• Disco rosso per SPERANZA quando,
prima dell'ultima notte, ha chiesto alla
Pirelli qualche gomma per poter andare
avanti- Buon per lui che ancora una volta
il solito Valla della Kléber ha provveduto.
• Non se ne è parlato molto e neppure
lo si è rivisto molto in alto nella classifica ma è stato CLUNAC il più veloce
del Gr. 1 nella prova di Serre Chevalier.
• Nel percorso di classificazione la media totale (prove e trasferimenti) di
ROHRL è stata di 69 kmh. Quella di
SUNI di poco superiore alla metà...
// momento-CHIAVE/
MONTECARLO - Dentro il piccolo bar all'ingresso di Antraigues non entrava nemmeno uno spillo martedì mattina 22 gennaio. Fuori una pioggia
battente rendeva ancor più nero l'asfalto che già
contrastava con la poca neve rimasta al bordo
della strada. I più fortunati, quelli che erano
riusciti ad entrare continuavano a consumare bibite e panini per la paura di dover uscire per
dare il cambio a qualcun altro.
Accesa, una radio a tutto volume aggiornava
quella folla inabituale per quel posto sperduto
tra i monti dell'Ardeche sulla situazione del rally
di Montecarlo. Da circa undici ore la pattuglia
che si era messa in movimento in piena notte dal
Principato si stava dando battaglia. La voce di
Bernard Spindler di Radio Montecarlo diventava
via via più vivace. Nelle prime cinque prove parniche, Vatanen e Mikkola si erano già messi in
luce ed il primato di Rohrl veniva leggermente
intaccato.
Soprattutto i due finlandesi sembravano aver
ritrovato un po' di competitivita dalle loro Michelin anche se il successo molto netto di Mikkola a St, Nazaire le Desert era un po' scontato
perché si sapeva che tutti i primi tests con la
Porsche il vice-campione del mondo li aveva fatti
su questa prova speciale. Il rally insomma entrava nel vivo del suo interesse proprio al di là del
Col de la Favelle, dietro quei monti bianchi di
neve che si riflettevano nelle pozzanghere.
La prova che i primi andavano a cominciare
era la famosa Moulinon-Antraigues, una classica
recuperata dopo tre anni di assenza. Una prova
molto difficile e tortuosa con molta neve nella
parte iniziale. Una prova soprattutto molto lunga.
La saletta del bar stava esplodendo quando
un urlo a lungo atteso avvisava che la prima vettura era stata avvistata in distanza. E' difficile
capire come, ma in un battibaleno il bar era tornato vuoto mentre la strada adesso era di tutti
i colori con i più fortunati a grappoli sotto i pochi parapioggia di fortuna.
Il rumore era sempre più vicino, sempre più
distinto, poi la grintosa sagoma della Stratos di
Darniche a fari accesi si faceva largo tra mani
plaudenti prima di imboccare l'ultimo ponte e
sfrecciare davanti al posto di cronometraggio.
E Rohrl? Là sua 131 arrembante era subito dietro.
« L'ha preso, l'ha preso e lo ha passato! ». L'
urlo passava da uno spettatore all'altro con sempre più emozione e spesso compiacimento. Che
cosa voleva dire tutto questo? Che in classifica
adesso poco meno di un minuto separava i due.
Che il rally era salvo.
Ma adesso bisognava aspettare Mikkola e poi
Vatanen. Già si guardavano i cronometri e qualcuno si fregava le mani bagnate.
Una lunga pausa poi ecco la 131 giallorossa di
Andruet che evidentemente aveva raggiunto e
passato Bettega. Ecco, ecco il momento!
' Anche <ia spettatori si soffre a vedere un rally.
Gli occhi seguono le curve fin dove è possibile e
IL RALLY SEMBRA VA «SALVO»
A LE MOULINON, QUANDO...
VATANEN
volò giù e ,
Mikkola stop
poi immaginano così si riesce a vedere un po'
di più e si gusta maggiormente questo momento ripagando dell'acqua che passa attraverso la
giacca a vento e scivola lungo la schiena.
'Ma anche l'immaginazione si ferma dopo un
paio dì minuti di silenzio. Mikkola è già troppo
in ritardo. Forse avrà avuto qualche cosa...
Adesso arriverà Vatanen, ma anche lui non ha
un grosso vantaggio. Anzi non ne ha proprio.
Anzi è addirittura in ritardo, ammesso che ci
sia. Già, ammesso che ci .sia.
i
Quando compare l'Opel Ascona di KuHang è'
già chiaro che il 48. Rally di Montecarlo è forte-
Proprio nelle condizioni di molta neve la nuova Ascona 400, in alto con
Kullang, ha dato il meglio (PHOTO 4). Sopra Waldegaard (ATTUALFOTO)
Just with a lot of snow thè new Ascona 400, on top, with Kullang, has
given a good account of itself. On top, Waldegaard
mente mutilato di interesse. Dopo
AIen, anche gli altri due finlandesi hanno lasciato il campo.
Dentro il bar ormai deserto la radio rimasta accesa spiega che Mikkola ha
toccato con posteriore ed ha rotto un semiasse.
Poco più avanti Vatanen è finito fuori strada in
maniera paurosa e di lui non si sa nulla tanto
è vero che Waldegaard, preoccupato, voleva fermarsi a controllare...
Fuori, vinti dall'acqua, i primi spettatori tornano sui loro passi con gli equilibrismi delle auto
in azione ancora ben impressi nella mente e
con la sola consolazione rimasta della bella lotta
che comunque i due di testa sapranno darsi.
Quasi nessuno di loro, passando davanti ai
cronometristi, chiederà il tempo impiegato dai
migliori. Ed è meglio così.
Chi lo ha fatto ha scoperto che Darniche non
ha raggiunto e passato Rohrl. ma che il tedesco
ha quasi raggiunto Darniche. Sì, perché prima
dell'inizio prova nessuno voleva rischiare di aprìre la strada ricoperta da neve fresca ed il
capoclassìfica aveva pagato due minuti di ritardo
(che valgono in pratica 20 secondi) per non correre rischi. Era così partita prima la Stratos e
Rohrl, col vantaggio di vedere le traiettorie già
segnate, l'aveva acchiappata proprio nel finale
staccandosi ancor di più da Darniche in classifica.
Praticamente per l'assoluto non c'era più storia anche se il rally finirà settanta ore dopo.
cav-
Ancora una volta poca fortuna per Andruet-Biche. I due hanno alternato cose
egregie ad altre più opache. Potevano comunque arrivare quinti (B1SHOP)
Orice again 'little luck for Andruet-Biche. 'Both have alternate good and
bad driving. They could have arrived in thè 5th position
\DIARIO del MONTE
Percorso di classificazione
ALEN
raddoppia
poi... lascia
MONTECARLO - Decisamente Markku
Alen è un tipo di parola. Lo aveva pur
detto che lui partiva per vincere, che
un altro risultato non Io interessava in
questo Montecarlo, allora nessuno ha poi
molto da stupirsi se il finlandese dopo
aver fatto (con Darmene) il miglior tempo nella prova-spettacolo di Serre Chevalier vince pure a Prelles la prima prova
« vera » del rally. E da leader lascia subito dopo la gara. A Le Coin ottiene sì il
quinto tempo ma è un risultato teorico
visto che dopo aver preso e passato Mikkola nella speciale, alla penultima curva
esce e picchia secco con l'anteriore sinistro. Ce la fa comunque a raggiungere l'assistenza Fiat ma solo per permettere ai
meccanici di rendersi conto clic la 131 è
messa peggio di quanto non lo fosse quella dì Cunico ad Aosta...
Come qualche ora prima a quella specie di Ho!idays-on-ice in Savoia, si seguita a parlare assai più dì gomme che
di macchine e piloti. Lo fa, per lamentarsene, Mikkola cosi come Kullang che
ha fatto gli ultimi sei chilometri di speciale senza il pneumatico anteriore destro
dopo aver bucato. Niente a che vedere con
chiodi e mescole ma si lamenta pure Therier che si è ritrovato con l'acceleratore
bloccato ed ha fatto un dritto che ha permesso a Bettega di sorpassarlo. Eklund,
da parte sua, dopo essere stato danneggiato a Serre da Fischer lo è stato sempre
a Le Coin da Beauchef. Così, tanto perché la cosa non diventi regola, al controllo-stop fa capire bene al lussemburghese che non ci sta a questi giochìni.
A Savines Darniche rivince '(ma in testa
seguita a restarci Ronrl) anche se ripete
che lui non sta affatto 'bene fasicamente.
AI momento comunque sta peggio Vincent
che perde una decina di -minuti per togliere da un muro di neve la sua Alfasud 1,5...
Intanto è uscito di scena Serpaggi al
quale non è evidentemente bastato ridipingere di bianco >( era nera fino allo
scorso anno) la sua Stratos per cambiare
il risultato per lui più abituale: l'abbandono. E alla quarta p.s. sparisce uno
da cui ci si Aspettavano altre cose, ìFrequelin. Il neo pilota della Talbot è uscito di strada come hanno fatto nello stesso tratto Warmbold e Piero Sodano con
la Toyota Celica. Poi, siccome le disgrazie non arrivano mai sole, a Sìsteron
Vincent si trova fra le mani dei problemi
con l'avantreno e perde una vita.
L'ultima prova di questo percorso-aperitivo '(che è la più lunga delle sei) è
ancora per Rohrl con Darniche e Mikkola
staccati, ma non dì molto. Va peggio a
Waldegaard che « paga » 2' e 58" per
non aver avuto abbastanza chiodi sul
ghiaccio di Sisteron. Chiodi non è che
ne abbia molti neppure Bettega ma il suo
ritardo è solo di un minuto nei confronti
di Rohrl nella prova e finisce terzo a
Monaco. La situazione al primo arrivo nel
Principato è comunque questa: In testa
Rohrl e Geistdorfer, DarnicHe-Mahè sono
a 2'32", Bettega-Mannuccì a 2'40", Andruet-* Biche » a 4'00", Eklund-Sylvan a
5'00, la Mouton con Anii Atrii a 5'14",
Mikkola-Hertz a 5'16", Vatanen-Richards
a 6'05", Waldegaard-Thorszelìus a 6*44" e
Kullang-Berglud a 7'19".
percorso comunj;
Se ne vanno
i finlandesi
A due passi dal casinò più famoso d'Europa, alla partenza del « comune », Bernard Darniche pare ancora più vecchio.
No, questa volta la calvizie di « Nanard »
non c'entra: Con una sciarpa intorno al
collo ed un passamontagna calato sulla
faccia seguita a dire che un pilota non è
un marziano e che per guarire dall'influenza un buon letto vale assai più di una
Stratos. Ben Bartoletti che Io seguita a
curare e controllare dice che, comunque,
« sta migliorando ». La prima speciale è
! guai per Vatanen, a sinistra, erano già iniziati
con un « dritto » a Serre Chevaiier (ATTUALFOTO) poi è venuta l'uscita di strada. Sopra il tanto
atteso Mikkola è presto sparito (PHOTO 4}
Problems for Vatanen, left, had already begun
with a spun at Serre Chevalier, followed by a
jump off thè road. On top thè waited Mikkola
soon leaves thè stage
una classica: Peira Cava-Turini. Non capita nulla di eccezionale, Rohrl è il più
veloce ma in quanto a spettacolarità Vatanen (10. tempo) fa meglio di lui. Scontento delle Michelin usate fino a Monaco,
il finlandese ha chiesto ed ottenuto delle
Helenius e promette 'bagarre...
La prova è fatale a Butturini-Barocco e
Bianchi-Morri '(dei nostri) dopo che il
trasferimento fino a Peira Cava ha messo
fuori tempo massimo Therier. La Golf
per poter proseguire ha richiesto troppo
tempo di lavoro ai meccanici e partire
con pochi chiodini e gomme larghe non
è bastato al sempre funamboli™ Jean-Lue.
Da una classica all'altra: Ponts des Miolans. Vatanen un anno fa sulle stesse
be visto così in alto per tanto tempo?)
a St. Nazaire le Desert. E' Mikkola con
la Porsche Almeras. Sempre ammalato,
sempre con problemi alla gola e la pressione bassa, Darniche scavalca, in classifica, Bettega. Prima della sosta a Vals
les Bains, dove chi lavora sodo è Bartoletti che oltre alla « grippe » di Darniche
deve pensare ad un inizio di congiuntivite di Rohrl arriva le Moulirion. Tutti ad
aspettare il tempo di Andruet che tradizionalmente da queste parti « vola ». Vola, senza parafrasi e senza virgolette, invece Vatanen. Dei resti della sua Escort
se ne interessa subito un collezionista di
arte moderna che la prenota per quando,
forse al disgelo, la riporteranno sulla stra-
Ad Alen e Kivimaki uscire di strada capita raramente. A Montecarlo però
è successo ed i due hanno abbandonato quando erano al comando (Photo 4]
Alen and Kivimaki seldom come off thè road. But it's happened at Montecarlo and they have dropped while leading thè race
strade aveva fatto il secondo tempo, ma
con la Fiesta. Adesso fa lo •« scratch »
con l'Escort. Rohrl è a 31"; preceduto
anche da \Valdegaard, Eklund, 'Mikkola e
Bettega. Se il buongiorno...
Dopo il Col de Fave •(!. Waldegaard,
Rohrl a 28") al Col de Perty Vatanen
fa il bis. Ma Rohrl è a 10". Più staccati
la Mouton e Darniche: tutti e due hanno sbagliato gomme. Nella prova precedente invece il ritardo della campionessa
europea era più grosso e dovuto alla scarsa visibilità provocatale da uno straccio
sporco di olio passatole all'assistenza sul
vetro. La (grossa) sorprea comunque arriva da Bettega-Mannucci e la Ritmo che
sono in seconda posizione di classifica dopo
quattro prove del percorso comune a 3 '
e 43" da Rohrl.
'Un vincitore nuovo -(ma chi lo avrebbe detto, alla vigilia, che non lo si sareb-
da. Fuori gara anche Mikkola che rompe
un semiasse dopo un urto e Ì nipponici
Yamauchi-Odaziri che finiscono precauzionalmente all'ospedale. In testa c'è una
specie di guerra dei nervi. Rohrl non
vuole fare da apripista e preferisce pagare
un minuto al C.O., anche perché un minuto reale di ritardo non conta per la
classifica che per 10". Darniche vede il
tedesco fermo e lo imita. Allora Rohrl
lascia passare altri sessanta secondi e Darniche finisce col partire per non ridurre troppo il vantaggio sul « nemico »
Andruet. Morale della favola Rohrl è il
più veloce, Andruet è a 14" dopo aver
fatto un testa coda. Poco da stare allegro
per Bettega che in due speciali ha concesso oltre un minuto e mezzo a Eklund
con la Golf e adesso è 4. in classifica
seguito nello spazio dì un minuto tondo
da Waldegaard e da Eklund.
Tanta neve e tanta nebbia al Burzet.
Finisce con Kullang più veloce davanti a
Servia e Kleint. Il tandem-r'iat RohrlWaldegaard è appaiato al 4. posto nella
prova. A Saint Bonnet Le Froid '{un nome che è già un programma) altro sconvolgimento nell'ordine di partenza della
prova. Rohrl ha saputo sfruttare con
Eklund molto bene i « disagi » di un ingorgo.
Kullang fa il bis (personale) a Saint
Jeans en Royans e Bettega perde altri posti. Ora ha pure problemi con la macchina. Problemi che crescono subito dopo
a Saint Barthelerny dove sale con la cinghia dell'acqua rotta e la temperatura
sui 120 gradi. Finisce la prova così, tanto per fare ma convinto di dover abbandonare. Si mette male anche per la Mouton che si inneva, resta col motore spento e perde almeno due minuti malgrado
i volontari della spinta non manchino per
riprendere la prova. Discorso opposto per
Kullang che in dieci speciali è passato
dal decimo al terzo posto nella classifica
anche se lassù in testa Rohrl è lontano
parecchio. Il serafico biondo ha 6'58
su Waldegaard e 7'15" appunto su Kullang che precede Eklund di quasi 30".
A questo punto salta la prima speciale
(Pont du Fosse) del Montecarlo 1980.
Uno spettatore è colpito da infarto e
per soccorrerlo ovviamente si muove l'ambulanza del rally ed il medico ufficiale.
Visto che la gara ha già un po' di ritardo
a Monaco si decìde di eliminare la prova. C'è da giurare che nessuno dei protagonisti ha da lagnarsi della cosa. Non
Andruet che è riuscito a farsi risistemare
l'impianto dei freni o Bettega che ha
trovato cosi il tempo di far lavorare i
meccanici sul motore della Ritmo.
A Saint Geniez finisce il «Monte» dì
Beguin. Il Campione di Francia che da
•qualche tempo viaggiava senza freni anteriori con la sua Porsche-Meznarie dopo un
testa coda cerca di riprendere ÌI tempo perduto e finisce nella neve. Cerca di uscirne con un po' di precipitazione e rompe
un semiasse. Rohrl « fa il tempo » con i
chiodini davanti ad Eklund. Ancora ali'
ordine del giorno l'importanza (negativa)
di partire davanti. Darniche che ha fatto
da apripista perde cinque minuti. Andruet
ne perde quattro, Waldegaard due e mezzo. Più che della neve (che lui trova ovviamente già « aperta » da tanti altri) Clarr
si lamenta per noie all'impianto elettrico
che comunque non gli impediscono di tenere sempre saldamente il comando del
Gr. 1 con l'Ascona di Simon. Chi ha
una piccola pausa nella sua favolosa rimonta è Vincent che sbaglia gommatura.
Non è il solo in questo Montecarlo a fare
una cosa del genere... Degli italiani mancano anche Nocentini (che ha rotto il
cambio della sua 127), Marchesini e Leonetti malgrado il prodigarsi di Fabrizia
Pons nei panni di direttrice-sporti va e
meccanica. A loro il fatto che salti anche
la speciale del Cprobin importa poco davvero... A proposito del Corobin Ja prova
non si fa perché il pubblico è troppo numeroso e troppo indisciplinato.
Cambia la navigatrice ma non il risultato per la Mouton, a sinistra, ancora
una volta settima assoluta. Sopra Beguin ha particolarmente deluso al Monte
Por Mouton changes thè co-driver, but doesn't thè result, left, once again
absolute seventh. On top, Beguin has particularly disappointed at « Mont »
La terzultima prova (Jabron ) è di
quelle da far andare fuori di testa a scegliere le gomme. Difatti la scelta sbagliata
la fa anche Waldegaard che lascia l'37"
a Rohrl (ancora una volta è lui il più
veloce) e distacchi minori ma sempre considerevoli a tutti i migliori, compresa
la 'Mouton cui l'aria della Costa toglie una
fetta di stanchezza. Chardonnet seguita a
stare in pena per il suo Darniche che pare stia correndo con la pressione a 100.
La pressione sua, non quella della Stratos che di problemi per contro non ne
ha neppure l'ombra. Le apprensioni del
boss parigino si mitigano in fine-tappa.
Darniche vince le ultime due prove anche
se le posizioni non cambiano di un rigo.
In testa allora ancora Rohrl con un tempo dì 7 h e 15", Eklund è a 8'33", Kullang a 10'35", Waldegaard a 1T04", Darniche a 13'14", Bettega a 15'16", Andruet a 15'24", la Mouton a 2'27", Kleint
a 23'02", Servia a 24'07". Degli altri italiani nei « magnifici cento » che si sono
guadagnati il diritto all'ultima notte c'è
Speranza (45.}, Francia (46. ), Scarani
(73.) e Vuilletmin (77.). -Per Peyrani,
Cono, Tenchini, Botrini, Barbieri, Levati
e Suni invece la .gara è finita.
sono adatte alla Ritmo che in mattinata
ha tratto un gran beneficio dai trenta minuti di parco-lavori.
Un altro che avrebbe potuto fare un tempone è Andruet ma per «Cavallo Pazzo» o
come lo chiamano da queste parti « Signor palla di nervi » -invece c'è l'abbandono. Scende veloce davvero ma alla
penultima curva 'prima del tunnel, vedendo tanta gente all'esterno, Jean Claude
decide di intraversare la macchina con il
freno a mano: invece la 131 va via di
lato e tocca con la ruota anteriore il
muretto. « Prima ancora dì rendermi conto che la macchina era inguidabile ho
tremato per la paura di aver schiacciato
qualcuno. Ai danni ho fatto caso dopo
aver guardato nello specchietto ed essermi
reso conto che tutti avevano fatto in tempo a saltare giù ». Difatti tutti hanno saltato, uno spettatore persine troppo in
giù e deve essere portato all'ospedale per
le medicazioni del caso.
Così il Monte comincia ad accumulare
del ritardo. Darniche riprende a far segnare i tempi migliori ma "gli ci vogliono
due prove ancora per fare il primo salto
in classifica. Lo fa a 'Loda, anzi subito
dopo la prova, quando Eklund rompe
un semiasse e in mancanza di alternative
si da da fare lui stesso a cambiarlo anche se perde parecchi minuti che sia pure divisi per sei Io fanno 'retrocedere al
quinto posto. Ma il grosso salto in avan-
ti Darniche lo fa sul secondo passaggio al
Turini dove si lascia abbondantemente
alle spalle tutti gli altri, compreso Bettega che comunque ripete esattamente il suo
tempo del primo passaggio: chi aveva sta•bilito troppo in fretta che ci fosse stato
di mezzo un gentile omaggio dei cronometristi è servito. Anche perché, Darniche
a parte, pure gli altri sono stati sui tempi del giro prima.
Al Turini sparisce Fritzinger col motore rotto: il 7. tempo della prova precedente è stato il canto del cigno della sua
Toyota a questo Montecarlo. Sempre al
Turini Waldegaard scavalca a sua volta
Kullang e passa al terzo posto. Da qui
alla fine da segnalare c'è in fondo solo
Percorso finale
Sette volte
DARNICHE
Visto il distacco fra Walter Rohrl ed
il resto del mondo non è che ci sì aspettino grosse rivoluzioni quando alle 18
in punto i 100 ammessi sfilano intorno
al « camambert » per l'ultimo via. Radiofante informa che in casa Fiat il ruolo
della lepre lo avrà in nottata Waldegaard
cosa che aggiunta ai propositi •bellicosi di
Darniche (che sta meglio tìsicamente e
soprattutto sembra avere ritrovato il morale dei giorni belli) lascia comunque ben
sperare per la battaglia del secondo posto. Poco più avanti Eklund va da Rohrl,
si complimenta con lui e gli chiede informazioni spicciole sulle condizioni delle
strade...
Alle Banquettes, una quarantina di minuti più tardi, Darniche si (ri ) presenta
e naturalmente vince la prova che permette ad Andruet ( autore del secondo
tempo) di scavalcare Bettega che ha toccato perdendo un po' di tempo. Nei primissimi si presenta finalmente anche Almeras la cui fama di « mago delle Porsche » è tenuta alta soprattutto da Coppier
che dall'inizio della gara domina il Gr. 3
senza patemi. Ancora una prova e per il
rallismo italiano c'è forse la più bella
dimostrazione di tutta la corsa: al Turini
Bettega fa il miglior tempo con la Ritmo
lasciando Darniche a 5" e Rohrl a 14".
C'è anche una spiegazione abbastanza logica a tutto questo: la discesa verso La
Bollene è ancora un po' sporca di neve e
Darniche è scatenato ma non stupido. Per
contro proprio le condizioni della prova
Con la BMW Makinen ha corso da- campione rimontando sino al 14. poste»
dopo un inizio pieno di guai. Sotto Fiorio... suona la tromba della vittoria
Makinen, with BMW, has run as a champion remounting tiN thè 14th piace
after a beginning full of problems. Below,,. thè trumpet sounds for victory
il monologo di Darniche che qualche volta abbassa i suoi tempi di un anno fa,
quando andava alla caccia di Waldegaard e
dell'Escort. Per gli altri pochi rischi e
pochi problemi, eccezion fatta per Servia che perde più tempo del normale ad
una assistenza a tutto vantaggio di Coppier. Con il serpentone ormai diviso in
due tronconi ed un ritardo sempre più
grosso sulla tabella di marcia si arriva a
Saint Sauveur dove a tre chilometri dalla fine della prova si ferma Pierre Pagani con l'Alfasud che lascia il primo posto dì classe a Speranza. A questo punto
è proprio finita. Prima viene annullata
la prova speciale di Pont des Mìplans
per recuperare un po' di ritardo, poi anche quella conclusiva di Roquesteron dove pare ci siano troppe macchine. Non è
poi un finale esaltante al massimo per un
rally che pure resta al di sopra di ogni
sospetto. D'altro canto esaltante lo era
stato anche meno il finale dì un anno
fa con quella 'brutta storia dei massi davanti a Waldegaard, no?...
Guido Rancati
Spiccioli monegaschi
L'altro rally
di
Montecarlo
~
J
. ,
<
w-,
•.
MONTECARLO - A fare da ricognitori per i vari piloti
c'erano campioni di grandissima fama. Eccovi i nomi
di alcuni: Taylor, Tatù Vatanen, Blomqvist, Danielsson,
Demuth, Aider, Lampinen, Valtaharju, Vudafieri, Fusaro,
Rouget, Tim Brise, Ogier, Schewe, Snobeck, Lars Carisson, Haugland, Kaby. Chissà quanti organizzatori farebbero carte false per avere solo questi al via di una
loro gara!
' *
• STIG BLOMQVIST, visto come hanno marciato sulla
neve le Pirelli ed anche ricordandosi di come andarono
bene due anni fa quelle che usò in Svezia sulla Stratos,
ha ufficialmente chiesto le gomme italiane per la sua
Saab al prossimo Rally di Svezia.
• Grosso spavento per ROHRL subito dopo Burzet. Ad
un tratto gli è saltata in trasferimento la centralina
elettrica Poteva restare fermo lì, ma l'assistenza più
vicina, subito intervenuta, ne aveva fortunatamente una
di scorta e tutto si è risolto per il meglio.
• Ad un certo punto del Percorso Comune si è sparsa
la voce che EKLUND avesse montato delle Michelin al
posto delle Pirelli. In effetti questo è successo, ma solo
perché aveva finito le gomme con chiodi da 2 mm così
ha dovuto mettere davanti due gomme ex-Therier. Ma non
poteva dirsi avvantaggiato con gomme più strette e più
basse davanti e gomme più larghe e più alte dietro...
• BETTEGA si è trovato senza gomme da acqua a Moulinon dove buona parte della strada era un vero lago.
Ma non è stata colpa di nessuno. Semplicemente in seda
di programmi non sono state previste per lui queste coperture in quanto sulle strade del Monte ben difficilmente
piove. O è asciutto oppure nevica.
• Alla fine del Rally sono arrivati anche gli italiani
SCARANI-PASOTTI e VUILLERMIN-GIARDINO. Pur senza particolarmente entusiasmare, hanno comunque fatto
il loro dovere e meritano di essere ricordati perché la loro
prestazione è senz'altro superiore alla media generale degli
iscritti.
Per Almeras, dopo un inizio poco entusiasmante, le cose si sono messe meglio nel finale, ma.,
• Non c'erano solo piloti di primissimo
da ricognitori agli equipaggi di punta. Ad
Michele Mouton ha lavorato molto anche il
cese J.L. MONCET che ha fatto tutto il
coppia con Lucette Pointet.
piano a fare
esempio per
collega franpercorso in
• JEAN PIERRE NICOLAS ha seguito il rally come
commentatore del programma francese di Radio Montecarlo. Per lui i problemi sono arrivati, con i rimpianti, dopo la prima giornata di gara. « E' proprio
duro stare qui a Monaco *; sentire che gli altri corrono...
Decisamente è meglio stare nella neve, anche se quando
sei in ballo ed hai qualche guaio pensi che quella del
pilota non è una bella vits.... ».
PILOTI
tuttofare
• MAKINEN ed EKLUND si sono fatti notare per li
loro capacità ed intraprendenza. Durante l'avvicinamentc
a Monaco da Serre Chevalier, Makinen ha rotto la levi
del cambio della sua BMW. Senza pensarci troppo i
«vecchio» Timo si è buttato nella neve sotto la vettun
e, cacciavite alla mano ha rimediato come poteva inse
rendo una marcia (la quarta) con cui è arrivato all'assi
stenza pagando poi un grosso ritardo ma restando ir
corsa. Eklund, l'ultima notte, ha rotto un semiasse
ma ne aveva uno di scorta e se l'è cambiato da sol(
perdendo tredici minuti al controllo ma arrivando co
munque quinto assoluto a fine gara!
$ WALTER FRANCIA ha fatto un grosso salto in avant
nel percorso comune e la cosa è già positiva. Ma di
venta eccezionale se sì pensa che per tutta l'interminabili
frazione ha corso senza note, improvvisando.
• II salto più grosso in classifica lo ha fatto FRANCIS
VINCENT passato dalla 170. alla 21. posizione anche s
qualche problema lo ha avuto pure lui. Questo mal
grado un dirigente della Pirelli francese lo avesse con
sigliato di andare in tranquillità puntando solo sull
arrivare a Monaco.
9 FRANCIS RESTE, inviato dell'Equipe, in compensi
si è messo a disposizione del team Almeras per fare di
interprete fra i meccanici e Hannu Mikkola. Un pò
perché sono molto amici, un pò ' per collaborare coi
un rivale di quel Darniche che non è molto amato dalli
stampa francese...
• Sempre più numerose le slot-machines nel Principato
Adesso ce n'è anche una che da in premio addirittura
una Ferrari 308. A vincerla ci hanno provato in divers
ma per ora la berlinetta col cavallino resta a far beli
mostra di sé nei saloni del Loews.
II rientro di Sodano al fianco dì Warmbotd non è stato fortunato. Sono usciti subito
di strada
O Per CARLSSON e la sua Mercedes 280 di Gr. 2 1
preoccupazioni più grosse sono arrivate proprio sul fi
nire del percorso comune. Nell'ultima prova si som
trovati con le ruote anteriori « aperte » e per rimetter
la macchina in sesto hanno timbrato sedici minuti dopi
il loro tempo teorico. Per loro il nuovo regolamenti
che prevede solo 10" di penalizzazione per ogni minuti
di ritardo è proprio arrivato al momento giusto.
O Quest'anno a Montecarlo il maggior numero di vetture
iscritte erano in Gr. 2 (98), seguiva il Gr. 1 (95), il Gr. 4
(41) e il Gr. 3 (22). Per marche al solito l'Opel era al
primo posto con 51 vetture seguite dalla Volkswagen (26),
dalla Porsche (24), dalla Peugeot (20) e dalla Talbot (19).
• Nessuna sorpresa dal fatto che SPERANZA nel percorso comune ha perso alcune posizioni rispetto alle
primissime battute del rally: il fiorentino infatti non
aveva provato che un terzo del percorrso e per il resto
un po' è andato a vista mentre quando le aveva usava
le note di Bettega.
• Questa volta, in assenza del bus-stampa della Fiat an
che .i giornalisti italiani hanno deciso di lavorare in sali
stampa. In compenso gli organizzatori sono stati molti
meno severi che in passato nel regolamentarne l'accessi
agli addetti ai lavori.
9 E' successo durante il percorso di classificazione. Ad
un controllo si trovano fianco a fianco «BICHE», SODANO
e MANNUCCI. La co-pilotessa di Andruet da un'occhiata
ai colleghi e poi sbotta: « Ma non pensate che cominciamo
ad essere un po' troppo vecchietti per fare ancora queste
cose con le macchine ed i cronometri? ».
• Per i francesi martedì 22 era S. Vincenzo. VINCENT
ha «festeggiato» il suo cognome subito con uno sbaglio
di gomme per poi commentare: « Beh, speravo che il
Santo mi aiutasse un po' di più... ».
• NICOLAS KOOB farà bene a cercarsi dei nuovi mee
canìci. Un anno fa gli mìsero dell'acqua nel serbatoio
questa volta gli hanno fatto il pieno con la nafta...
Q Ha fatto un certo effetto vedere all'arrivo del percorso
comune le Fiat ufficiali coperte di fango accanto alle
Porsche-Almeras completamente ripulite ad uso e consumo degli sponsors. E' pur vero che quest'anno le Fiat
hanno da reclamizzare solo se stesse...
• A proposito di sponsorizzazione FIAT è bastata un po'
di vernice bianca sui furgoni ancora bianco-rossi-verdi
(come del resto i muletti) per far diventare la maxiscritta Fiat-Alitalia solo Fiat-Italia.
• Ottima l'iniziativa, voluta da JACQUES FOULLON,
patrocinata da Fiat, Lancia e Total, di realizzare ora
per ora una inedita ed interessantissima «Gazzetta del
Rally» con la collaborazione di numerosi giornalisti francesi diretti e coordinati dal bravo Moity.
• Martedì sera, a Monaco, mentre la gara era dalli
parti del massiccio centrale hanno fatto tavola comuni
al ristorante Mikkola, Vatanen ed Alen. Tre finlandes
fuori gara in un rally che era unanimemente definiti
per piloti nordici. Meno male che dietro al tedesco Kohr
in quel momento c'erano gli svedesi Waldegaarct, Kullanj
ed Eklund...
• Quando si dice il maltempo
certo punto della sera a St.
della speciale, un incrocio era
di neve in divisa da gendarme.
suna traccia,..
• Tradizione rispettata per SUNI. Anche questa volt!
il milanese ormai di Castelfranco Veneto ha trovato l'oc
casione per fermarsi in prova a dare una mano ad ur
tedesco che si era innevato.
del Montecarlo. Ad un
Jean en Royan, prima
indicato da un pupazzo
Del gendarme vero nes-
HANNO DETTO-
LE FIESTA
«privata»
• Tra i piloti che più hanno impressionato durante il
Montecarlo c'è stato lo spagnolo SERVJA. Con la sua
Fiesta ha fatto faville, ma è giusto dire che era, la sua,
una vettura proveniente direttamente da Boreham, ad
assisterlo c'era Griffiths, responsabile tecnico della Ford
per le vetture Gr. 2, aveva tutta una serie di mezzi di
assistenza della Ford spagnola ed una dotazione di gomme Michelin di 458 pneumatici con 150 cerchi...
• L'ultima notte ad assistere VINCENT oltre ai meccanici della Sofar è arrivato un furgone con due meccanici dell'Autodelta. Il parigino ne ha subito approfittato per informarsi sulla Turbodelta che lui spera di
avere durante la stagione.
• Alla fine del percorso comune MICHELE MOUTON
ha rischiato una penalizzazione per quell'assurdo regolamento che prevede penalità per chi arriva a fine tappa
con frecce o clacson fuori uso . A rendere ridicola ila
faccenda c'è la decisione (molto criticata, comunque) di
ridurre di un sesto le penalità accumulate ai controlli
orari. Ad ogni modo a risolvere i problemi della pilotessa Fiat-France ci ha pensato Giulio Pensi.
• Sono volate parole grosse ad un certo punto della
seconda tappa fra MANNUCCI e VUDAFIERI che fungeva
da apripista per Bettega. Motivo del battibecco il fatto
che «Vuda» è arrivato in ritardo rispetto alla tabella
prefissata e non ha potuto controllare le condizioni
della strada in un paio di prove.
• Ancora vincitore in Gr. 1 J.L. CLARK conta di passare presto al Gr. 4 sempre restando fedele all'Ascona.
La 400 dovrebbe averla a disposizione ai primi di marzo
per disputare con essa il Campionato francese.
• Dopo tre anni con altrettanti ritiri, «TCHINE» questa
volta ce l'ha fatta a finire. Nell'ultima notte si è trovato alle prese con un co-pilota completamente afono ma
non è questo che ha tolto il sorriso al simpaticissimo
monegasco: « Ci tenevo a tornare sul Turini e ci sono
riuscito e poi volevo portare la mia Ascona Gr. 2 al
traguardo intatta.
• Per SPERANZA e CIOCCA piacevole grattacapo ventiquattr'ore dopo la conclusione della gara: trovare a
nolo un vestito per poter essere presenti alla premiazione.
• Come un anno fa i più in vista del Gr. 1 sono stati
i due ingegneri CLARK e BEAUCHEF che nessuno ormai
giudica più un «cameade» come gli capitò qualche anno
fa quando vinse (a sorpresa e favorito dalle circostanze)
la prima speciale del Montecarlo.
Parcheggio
pagamento
• La vita nel Principato non è certo economica ma
anche nell'entroterra c'è chi non scherza affatto. A Saint
Saveur ad esempio hanno deciso di sfruttare il rally
come la miglior fonte di guadagno del paese fissando
il prezzo del parcheggio nella notte del Turini sulle
5000 lire.
• Ancora una volta si è rivelata molto utile la regola
del «bonus» in modo da lasciare un certo vantaggio a
chi porta a termine una prova sospesa senza mettere
fuori gara gli altri. E' capitato alla terz'ultima speciale
che solo il cinquanta per cento circa dei superstiti è riuscito a fare,
• Per la terza volta consecutiva il settimo posto finale
è stato occupato dalla MOUTON: quando si dice la costanza...
• Ormai gli organizzatori del Montecarlo dovranno pensare a lasciare una giornata intera a disposizione delle
presentazioni di altri rallies. Quest'anno allo Sporting
d'hiver sono stati «battezzati» il Costa Smeralda, il 1000
Piste, 1. YU-Rally, Antibes e naturalmente il Portogallo
con degustazione del vinho do Porto...
• Poca fortuna per DORCHE, solitamente bene in vista
al Monte. Dopo aver penato a lungo con un motore decisamente balbettante Dorche ha finito con l'abbandonare per la rottura di una guarnizione che lo costringeva ad un rabbocco di due litri d'olio ogni venti
chilometri.
Sono stati in parecchi a sorprendersi dell'efficacia teutonica dei meccanici della MERCEDES che al parco lavori prima del gran finale in mezz'ora hanno sostituito
le sospensioni anteriori e quelle 'posteriori alla macchina
di Carlsson.
• E' ancora in alto mare il programma della squadra
FIAT-FRANCE: Andruet e la Mouton non hanno più nessuno stimolo per dedicarsi al campionato francese e lo
stesso Foullon sarebbe felice di poter far disputare
diverse gare all'estero ai suoi piloti, magari seguendo
l'Europeo. II problema, al solito, è quello di trovare
un budget sufficiente a farlo. Per la Mouton comunque
sono previste un paio di gare (Sanremo e Corsica, pare)
con la squadra ufficiale Fiat ed i colori bianco-bleuazzurro.
notìzie di RANCATI e CAVICCHI
r
I PROTAGONISTI COLTI DAL «VIVO» (PRIMA,
DURANTE E DOPO LO SNERVANTE RALLY)
Parole di «MONTE»
All'arrivo a Monaco da Serre Chevalier:
MANNUCCI: «Non so se c'è in giro da noi
il nuovo Munarì ma forse quello che è più vicino a raccogliere l'eredità lasciata dal Drago è
Bettega ».
ROHRL: « Siamo solo all'inizio ma quello
che è fatto non dobbiamo più farlo. E' già qualcosa... ».
ANDRUET: « Perché mai accidenti stamane
ho fatto Roquesteron con Ì chiodi? ».
ALEN: « E' stata proprio colpa mia, ma già
vedevo davanti i fanalini posteriori di Damiche... Peccato, in ogni modo. Certo che poteva
capitarmi di uscire in Portogallo dove ho già
vinto tre volte anziché a Montecarlo ».
A le Moulinon:
DARNICHE: Partire davanti non è stata una
mia scelta ma penso che sia stato meglio così
per tutto il Gruppo.
A Vals les Bains:
AUDETTO: «Per noi sta andando tutto
molto bene. Troppo bene forse ».
BARTOLETTI: « Bernard Darmene sta meglio, penso che queste tre ore di sosta gli permetteranno ancora dì migliorare la sua condizione fisica ».
DARNICHE: « Non capisco: tutti mi chiedono se sto meglio e non riesco a capire come
potrei guarire. Influenza o angina che sia mi ci
vorrebbe una settimana di letto per guarire e
invece devo sudare in macchina e poi scendere
al freddo... ».
A Burzet;
ANDRUET: « Sono andato male, mi sono
girato, ma il fatto è che avevo le gomme troppo
larghe. Il mio tempo? 31'06" ».
BETTEGA: « Sono andato male. Non so bene
perché, ma penso di aver avuto le gomme troppo
strette. Il mio tempo? 31'06" ».
A le Planas, dopo la prova dì St. Geniez:
MAHE': « E' andata bene che c'eravamo noi
a fare da apripista a tutti. Con Andruet davanti
il rally si sarebbe fermato certamente».
DARNICHE: «Ho fatto fatica a salire conia Stratos, una 131 o un'altra macchina non ce
l'avrebbe proprio fatta e saremmo andati incontro ad un altro Burzet ».
A Monaco dopo il Percorso Comune:
ANDRUET: « Luì non ha più nessuna possibilità di vincere la gara eppure con una Stratos si deve sempre vincere, con qualsiasi tempo.
L'influenza poi è una scusa, non è neppure,una
novità: "lui" fa sempre così... ».
WALDEGAARD: « A Jabron ho sbagliato
gomme perché ero molto arrabbiato per il tempo
perso a Sisteron rispetto ai primi in classifica
per essere passato per terzo sulla neve fresca.
Così ho scelto i racing chiodati ed ho sbagliato
perché non sì saliva ed ho compromesso definitivamente la mia gara »,
MAKINEN: « La BMW è davvero una ottima macchina. Ricorda molto, per assetto e tipo
di guida la 131. Se si cura il suo sviluppo potrebbe diventare una vettura temibilissima, specie
nelle gare d'asfalto ».
EKLUND: « Non so se ce la farò a resistere
a Kullang a Waldegaard ma per il Gr. 2 sono
abbastanza tranquillo visto il vantaggio su Bettega e questo è importante per me ma soprattutto
per la VW. D'altra parte al via io mi sarei accontentato di essere nei primi dieci della classìfica con una macchina di soli 1600 cc».
ROHRL: « Tutto bene, macchina perfetta
ma c'è ancora una tappa. Possono succedere tante cose... ».
SERVIA: « Sono contentissimo anche se tre
volte ho sbagliato clamorosamente la gommatura.
Noi comunque siamo qui per correre ed è quello
che stiamo facendo ».
MOUTON: « Sono stanchissima, non fatemi
pensare a cosa farò l'ultima notte: per ora la
sola cosa che desidero è un letto... ».
KULLANG: « Nessun problema con la macchina solo rimpiango il tempo che ho perso all'inizio quando non conoscevo ancora bene l'Ascona 400 e le gomme. Ho sbagliato qualche
scelta (è il ritornello di tutti n.d.r.) ma tutto
sommato sono soddisfatto ».
All'ultimo via da Montecarlo:
DARNICHE: «Sono stanco ma rispetto a
domenica sera le mie condizioni sono migliorate
del 3000%. Proverò ad attaccare ma non è
detto che uno riesca a fare quello che vuole... ».
NICOLAS: « Sono molto amico di Rohrl e
mi farebbe molto piacere che fosse lui a vìncere così gli ho detto alcune cose che ho pensato e che potrebbero essergli utili. Cosa non
Io posso dire e poi può anche essere che lui
faccia l'opposto di ciò che ho consigliato ».
BETTEGA: « Parto in sesta posizione ma
sulla carta sono già settimo perché Andruet mi
passerà di sicuro ».
MOUTON: «Attaccherò, devo farlo perché
Kleint è staccato di poco e non vorrei farmi
passare questa notte ».
ROHRL: « Prima dell'ultima notte è sempre
così, si è un po' tesi, un po' nervosi ma sono
contento... ».
ANDRUET: « Ho proprio poco da sperare
10 questa notte ».
A metà dell'ultima tappa:
KLEINT (rivolto alla Mouton): «Tu vai
troppo forte per me. Ma sei matta? ».
All'arrivo:
MAHE': « Senza quei cinque minuti che abbiamo perso per aprire la strada agli altri la
gara avrebbe potuto finire diversamente, anche
perché non avremmo perso altro tempo in qualche prova successiva per lo stesso motivo... Adesso chissà cosa faremo: non l'europeo dì certo
ma il nostro obiettivo è una stagione nel mondiale. Chardonnet non può che garantirci con
11 budget che ha a disposizione un paio di gare
e allora noi contiamo di avere un'altra macchina
e se la Fiat non ci sentirà da questo orecchio
potremmo trovarne anche una al dì fuori del
Gruppo, chissà! ».
AUDETTO: « Per ogni cosa arriva la fine
e sono contento di aver finito questa attività
con una vittoria come l'avevo iniziata proprio
qui nel 1972 con il successo dell'indimenticabile, meravigliosa Fulvia. Abbiamo vinto perché quando si tiene tanto ad una cosa e ci si
impegna a fondo non si può non ottenerla, non _|
sarebbe giusto né sportivo. Da parte mia rm- '
grazio chi mi è stato vicino nei momenti belli '
ma soprattutto in quelli meno belli ».
BETTEGA: « Arrivare sesto è una grossa
soddisfazione e visto come sono andate le cose
penso che ce l'avrei fatta anche se Andruet non
fosse uscito di scena. Comunque vincere la prova
del Turini come soddisfazione non è proprio da
meno. Vuoi dire che cercherò di fare qualcosa
di buono anche in Portogallo »,
ROHRL: « Ho avuto molta paura di non
farcela solo un'ora prima dell'ultima partenza,
poi, in corsa, è passato tutto e ho capito che
era venuto anche il mio momento di vincere
qui ».
DARNICHE: « La mia Stratos è andata molto meglio anche dell'anno scorso. Peccato che
io sia stato tìsicamente molto peggio...».