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Ile cifre-iride . prova carri piotiate MO NDIALE N ARCHE RALLY •PV 19-25 P IWlUJ gennaio • • Di gomme italiane si balla il WALTER Organizzazione: Automobile Club Monaco • Boulevard Albert Premier Percorso: 4 tappe con 29 prove special su un percorso complessivo di 4500 km CLASSIFICA FINALE GENERALE (236 partiti, 88 arrivati) Piloti! e capitela Vettura e nazionalità 1. Rohrl-Geistdorfer 2. Darnìchs-Mahè 3. Waldegaard-Thorszelius 4. Kullang-Berglund 5. Eklund-Sylvan 6. Bettega-Mannucci 7. Mouton-Arrii 8. Kleint-Wanger 9. Servia-Brustenga 10. Coppie r-Laloz Fiat 131 Abarth Lancia Stratos Fiat 131 Abarth Opel Ascona 400 VW Golf GTI Fiat Ritmo Fiat 131 Abarth Opel Ascona 400 Ford Fiesta Porsche 911 Tempo Gruppo D F S S S I F D E F 8.42'20" a 10'38" a 11'28" a 12'04" a 14'27" a 16'23" a 23'53" a 25'30" a 29'40" a 29'40" 4 4 4 4 2 2 4 4 2 3 RALLY LEADERS: Prova sul ghiaccio Alen e Oarniche, PS 1 Alen, da PS 2 alla fine Rohrl 1 VINCITORI DELLE SPECIALI 2. 3. 4 11 10 2 2 4 5 3 — 2 1 t 1 — — — — 8 5 — 4 1 1 5 2 2 _ — 3 2 1 1 _ 3 8 2 2 3 — 1 5 3 2 6 — - - 2 1 1. Rohrl Darniche Kullang Vatanen Alen Bettega Waldegaard Mikkola Andruet Eklund Servia Kleìnt 6. i 3 2 4 1 1 3 2 3 3 — 3 2 1 3 3 — 2 1 - 3 5 1 2 1 PRINCIPAL RITIRI Mikkola Alen Vatanen Beguin Andruet P.S. 12 semiasse P.S. 2 uscita di P.S. 12 uscita di P.S. 20 uscita di P.S. 25 uscita di strada strada strada strada W irmbold Th erier Fr ;que in Beauchef Da wson P.S. 4 uscita di strada P.S. 8 n ezione P.S. 4 uscita di strada P.S. 28 ponte posteriore avvicinamento motore ALBO D'()RO 1973 Darniche-Mahè (Stratos) - 1978 Nicolas- averne (Porsche Carrera) - 1977 Munarì-Maìga (Stratos - 1976 Munari-Maiga (S ratos - 1975 Munari-Mannuccì (Stratos) - 1974 non disputato - 1973 Artdruet-- Blc he » (Alpine Renault) - 1972 MunariMannucci (Lancia Fulviaì. ecc. | Classifica Mondiale Marche „ !„ 1 =„ ^ |§ I^'ia: ti? ! feo, "S-i^T c »j. a FIAT LANCIA VOLKSWAGEN OPEL PORSCHE FORD 18 16 14 12 9 8 Classifica Mondiale Piloti ., ÌL |sf ssa £,j. 3,* -«sS fc la S fe 2 le S ! 1 !! J! J 18 16 14 12 9 8 1 5 la 9 •pfj^fe i J 11 il S«'is- sI s II i 20 15 12 10 8 6 4 3 2 1 PROSSIMO APPUNTAMENTO: -Rally di Svezia (solo mondiale piloti) 15-17 febbraio nel 1979: 1, Blomqvist-Cederberg (Saab Turbo) ROHRL DARNICHE WALDEGAARD KULLANG EKLUND BETTEGA MOUTON KLEÌNT SERVIA COPPIER 20 15 12 10 8 6 4 3 2 1 IAT lascia solo ROHRL a festeggiare DALL'INVIATO MONTECARLO - Sabato mattina 26 gennaio, nella hall del suo hotel, Walter Rohrl, elegantissimo nel suo abito scuro, aspettava di mettersi al volante della 131 Abarth numero 10, che aveva brillantemente portato alla vittoria nel 48. rally di Montecarlo, per recarsi alla premiazione-passerella nel Principato. Un Rohrl ovviamente contento oltremisura per il suo risultato, ma allo stesso tempo incredulo per quanto aveva vissuto ( o meglio, forse, non aveva vissuto) nelle ore precedenti. Per lui, e non ne capiva la ragione, nessun particolare festeggiamento, nessuna cena megagalattica la sera della vittoria, niente notte folle. Eppure il lungo tedesco, assieme al connnazionale Christian Geistdorfer, aveva portato al successo per la prima volta una Fiat 131, per la prima volta dopo il 1928 una Fiat, per la prima volta dopo vent'anni una vettura tradizionale, a motore anteriore e trazione dietro (fatto così difficile e tanto sbandierato nelle interviste della vigilia) sulle strade del Montecarlo che ormai sembravano stregate per le vetture torinesi meno "genericamente" del Gruppo. L'impresa di Rohrl era stata epica e tra qualche giorno la pubblicità sarà ovunque a ricordarlo, lui non aveva nulla da rimproverarsi avendo dominato dall'inizio alla fine, ma l'aria di festa che doveva essere tanto grande, l'emozione per il traguardo tanto inseguito e finalmente raggiunto si era esaurita nelle inappuntabili interviste dell'immediato fine gara. Ben altra cosa insomma dalle prime vittorie, per non dire la prima, di Sandro Munari, ben altra cosa della baldoria nel mare di champagne del successo di Nicolas o del recupero funambolico di Darniche lo scorso anno. Rohrl la sua festa se l'è latta così nel ristorante dell'albergo, con la moglie, il copilota e qualche amico di sempre. Dei suoi maxi dirigenti nemmeno l'ombra e lo champagne se l'è stappato facendolo segnare sulla sua camera. Certo, la sua vittoria rimane nella sua splendida realtà che è doppiamente importante per noi italiani perché rilancia l'immagine vincente della nostra tecnologia proprio nei giorni più difficili della nostra maggiore industria, ma il suo disappunto era ben comprensibile. Unici, come troppo sovente ormai accade, i meccanici hanno fatto da termometro all'emozione del più grosso risultato del reparto corse Fiat dalla sua creazione ai primi degli anni '70 ad oggi. Loro, in una grande tavolata resa coloratissima dalle nuove giacche a vento, hanno riso e bevuto, brindato e .ricordato con episodi, battute, bonaria satira e tanta commozione l'emozione del momento tenendosi tra di loro, anche se solo nella continua evocazione, il vincitore del momento. Forse l'eccezionale cavalcata di Rohrl era maturata troppo presto, nella prima notte di gara quando il compagno di squadra Alen, furioso nel suo attacco contro il cronometro nelle prime battute, era uscito di strada mentre stava compiendo l'impossibile impresa dì raggiungere in una sola prova Darnichs ' \\\ Champagne per Rohrl e Geistdorfer, vincitori vent'anni dopo con una vettura tradizionale, la Fiat 131, sul lungomare di Montecarlo Champagne for Rohrl and Geistdorfer, winners twenty years later with a traditionalcar, thè Fiat 131, along thè sea of Montecarlo partito due minuti prima di lui mentre già aveva passato e distanziato la 'Porsche di Mikkola. Forse la sua sicurezza, diventata persine provocante nell'ultima notte quando, pur dovendo giocare in difesa, appariva il più veloce dopo il solito scatenato Darniche delle ultime battute, aveva già appagato abbastanza. Forse, infine, gli uomini della gestione che con questa ultima vittoria lasciano il campo direttivo non si sentivano più in do vere di esserci fino in fondo e gli altri, quelli che verranno a sostituirli non ancora investiti ufficialmente. Fatto sta che il Gruppo, che non ha fallito sul campo, è mancato clamorosamente ancora una volta sul piano umano, là dove le tattiche e le mescole, i motori più potenti e le ricognizioni più accurate non servono più e ,si deve far posto alla spontaneità e al sentimento. Gli appassionati, comunque, possono essere soddisfatti. A Montecarlo il risultato sportivo che è maturato sulle strade è stato molto giusto ed indiscutibile. Una cosa che i piloti, prima del via evidentemente "sentivano" perché già la scorsa setttimana, nelle prime note su questa gara, si era già anticipato, con i pronostici che, all'ultimo momento, si erano orientati sula squadra Fiat solo qualche settimana prima molto meno indiata come possibile vincitrice. Con Rohrl anche il "deh" Waldegaard ha ribadito il concetto con il suo terzo posto, anche se lo ha fatto in diversi momenti un po' sottovoce per un campione del mondo, segno che qualche cosa non ha funzionato sempre al meglio anche se un professioni- sta qual è lo svedese non lo ammetterà mai, specie dopo aver accettato di tornare a correre lanche se solo in un paio di occasioni) in quella squadra in cui aveva giurato "di non mettere più piede". Tra i due, per la seconda volta consecutiva su queste strade davanti a Waldegaard, si è inserito Bernard Darniche con la Stratos che il Gruppo mal digerisce, ma cui tanto spesso si deve attaccare per salvare l'immagine. Il francese ha sofferto una cattiva condizione fisica per tre quarti di gara prestando spesso il fianco a chi non chiedeva di meglio che poter dire che la sua era una malattia èmmaginaria. Però si è ristabilito in tempo per permettersi la sua solita ultima notte con sette prove vinte su otto (ed un secondo posto) che smentisce le facili ironie dei suoi affossatori. E' vero, non gli è bastato per vincere e forse a vincere non ce l'avrebbe fatta ugualmente, ma è riuscito a far nascere un dubbio e questo lo rendeva felicissimo all'arrivo quando si faceva scappare, un « ...tanto lo si sapeva che questo Montecarlo sarebbe stato proibito Ad un anno di distanza Darniche e Mahè hanno dato il meglio di loro stessi nell'ultima notte di gara del Monte risalendo sino al 2. posto (Attualfoto) After one year Darniche and Mahè nave given a good account of themselves in thè last night at « Mont » remounting fili thè second position (ATTUALFOTO) per me... » che è tutto un programma. Un terzetto davanti che "calza" le stesse scarpe Pirelli rendendo ancora più italiano parte del successo. Sulla carta, prima del via, l'80 era l'anno in cui la nostra industria poteva contare sul minor numero di clienti, eppure il dominio, specie nella decisiva parte iniziale <perché poi alla Michelin hanno un po' raddrizzato il tiro) è stato netto ed inconfutabile al punto da oscurare persino il valore dei mezzi meccanici con le "piccole" Ritmo e Golf davanti a vetture enormemente più potenti e quotate. E la fila di marca Pirelli sarebbe ininterrotta ancora per un bel po' se in mezzo non si fosse infilato un altro svedese, Anders Kullang, con la debuttante Opel Ascona 400 cresciuta col passare dei giorni di gara. Alla vigilia non veniva dato molto credito alla maxi-tedesca che durante le prove aveva fatto strage di trasmissioni e che si era ridotta a partire con i rapporti lunghi per "addolcire" la potenza a terra. Invece, pagato un ritardo (incolmabile) iniziale, Kullang ci ha preso la mano dando vita ad uno show ad un tratto davvero entusiasmante con una rimonta dal decimo al secondo posto in classifica da lasciare sbalorditi. Dietro, un po' con minor slancio, ma precisa regolarità, il campione europeo Kleint ribadiva il concetto così che la seconda vettura del team riusciva anch'essa ad entrare tra i primissimi nella classifica finaCarlo Cavicchi CONTINUA A PAGINA 44 1 «MUNÌ E» dietro l'angolai A RITMO DI... MORALE BETTEGA non salva le facce! CONTINUAZIONE DA PAG. 43 le anche se dietro alla 131 Abarth della Mouton che pur senza la solita navigatrice (impegnata in sala stampa con le sue acide dichiarazioni) ribadiva per il terzo anno consecutivo il suo settimo posto assoluto. La presenza tedesca, illuminata dal vincitore, non si è limitata però alla Opel perché più e meglio ha fatto la VW con la piccola e meravigliosa Golf dello svedese Eklund che fino a metà dell'ultima notte di gara ha occupato il secondo posto assoluto. Bisognava vederli, gli uomini della Volkswagen, come ridevano. Loro questa corsa l'hanno fatta "una-tantum" perché, secondo una logica tipicamente teutonica, questo compito l'hanno delegato al loro "fiore ali" occhiello", l'ATJDI, che, per cinque anni, dovrà occuparsi delle competizioni sino ad arrivare al meglio in assoluto. Eppure, con la Golf del reparto corse di "serie-B", si sono permessi di arrivare d'un colpo molto più avanti di quanto non si sia fatto dn tutta una stagione con le Gr. 2. Per questo hanno superato abbastanza serenamente la delusione per la rottura del semiasse di Eklund (che il pilota ha sostituito da solo perdendo però tredici minuti al successivo controllo orario) accontentandosi del quinto posto che è ancora il primo del Gr. 2. E la presenza tedesca è continuata con il pubblico sceso su queste strade dalla Baviera sino ad Amburgo perché tutte, ma proprio tutte, le Case germaniche erano rappresentate al meglio in questa gara, compresa naturalmente iquella Mercedes che doveva essere in forma privata ma cui è difficile credere per l'incredibile spiegamento di forze e per la presenza di tre direttori sportivi come Waxemberger, Herle e Haggbom, tanto è vero che solo per un soffio non sono arrivati sette pericolosissi- Bettega e Mannucci, sopra, affrontano tra l'entusiasmo del pubblico italiano Ja prova del Turini che riusciranno a vincere (BISHOP). Sotto i vincitori del Gr. 2 con la potente e piccola Golf, Eklund-Sylvan (ATTUALFOTO) Bettega and Mannucci, on top, face, among thè enthusiastic italian public, thè test of Turini which are going to win. Below, thè winners of Gr. 2, with thè powerfull and little Golf, Eklund-Sylvan mi punti nel mondiale marche (bastava per questo un decimo posto), e tutto per una uscita di strada di Carlsson costata 18'. Subito davanti in classifica, infatti, in zona punti iridati, si sono inserite, in un curioso pari merito finale che ha richiesto una prova come discriminante, il vincitore del Gr. 3, Coppier e lo spagnolo Servia con la Ford Fiesta anch'essa molto spesso miracolosa. Ha avuto la meglio quest'ultima e cosi punti buoni vanno alla Ford. 'La Mercedes a lungo ha cercato di inserirsi, con Bohne, anche nel Gr. 1, ma davanti si è trovata sempre la Ford di Beauchef (che però si è fermata) e la Ascona, recentemente omologata, di Clarr che in Francia non abdica mai il suo primato nel turismo di serie. Fin qui si è detto di tutti, o quasi, meno che degli italiani. Bettega, il grande Bettega, inerita un discorso a parte. Degli altri, come da troppo tempo, tristemente, è meglio sorvolare tranne che su Speranza-Ciocca e Fran- cia-Dotti. Erano due equipaggi privati, per buona parte del rally hanno anche corso senza note con due mezzi di assistenza i primi ed uno solo i secondi. Ma sono stati bravi fuor di misura. Speranza addirittura ha vinto la sua classe, Francia è arrivato quarto, ma nel Gruppo 1 2000 e' è sempre lotta spieiata. Soprattutto però hanno dimostrato che anche senza gomme <ma la Kleber in extremis si è accorta di Speranza e non ha smentito la sua generosità verso i privati che è anche un modus vivendi mai troppo apprezzato) anche senza provare, ma con volontà e talento si può venire a Montecarlo e farsi valere, quello che il rappresentante dei piloti italiani che hanno partecipato al Monte, Biccardo Suni, dovrebbe capire per primo affinchè il suo ben noto "transitare" anziché correre ci tolga il primato-certezza di avere sempre un italiano ultimo in classifica alla fine del Percorso Comune, peggio ancora se, come quest'anno, fuori tempo massimo. MONTECARLO - C'è stato un momento durante 11 rally dì Montecarlo che il «miracolo» è parso ad uà soffio dal realizzarsi. Non albeggiava ancora ed i concorrenti avevano da poco iniziato il lungo Percorso Comune. In quel momento Attilio Bettega e Mario Mannucci, confermando l'inizio incredibile dì gara, si erano installati al secondo posto assoluto della classifica generale. Era una posizione per troppi versi anomala ed impossibile, ma è stato bello sperare. Poi Bettega ha cominciato a perdere qualche posizione, pur restando sempre tra i primissimi, vuoi per qualche scelta di gomme (anche obbligata) non proprio felice, per il motore finito fuori fase (poi rimediato), per l'impressione che si fosse bruciata la guarnizione della testa. Così l'eccezionale impresa dei due italiani, che nell'ultima notte hanno anche tolto a Darniche il gusto di vincersi tutte le prove speciali battendolo proprio sul Turini, ad un tratto aveva preso una piega un po' amara perché capita sempre in questi casi di recriminare più su quel che poteva essere anziché su quel tanto che già si è ottenuto. L'impresa, pur inaspettata per il modo così netto con cui si è verificata, conferma quanto da tempo si va dicendo riguardo 11 valore dei piloti di casa nostra che proprio Bettega ha meravigliosamente rappresentato. Ma meravigliarsi o dare troppa importanza a questa sua prestazione significa anche dimenticare quanto già di buono lui aveva fatto vedere nel rally mondiale di Sanremo vinto, guarda caso, da un equipaggio di casa nostra. All'arrivo anche i suoi capi sì facevano vanto di averlo inserito in squadra e di aver creduto in lui. Nessuno di questi però ha ammesso che se Bettega nella squadra ufficiale, ci ha messo piede è stato solo perché, un anno prima, un altro pilota italiano, il già campione europeo Tony Carello, aveva avuto il coraggio di dire di no a questo team proprio perché si ostinava a precludergli la possibilità di dimostrare nelle grandi prove mondiali, e nel Montecarlo in partìcolar modo, il suo valore. Quando Bettega ad un certo punto si è trovato con la piccola Ritmo, anche perché ovviamente favorito da condizioni di fondo non troppo a vantaggio esclusivo delle grosse potenze, davanti a piloti del calibro e della fama di Waldegaard, Mikkola, Damiche, Vatanen, Kullang, Eklund, Andruet per non dire che dei primi inseguitori, qualcuno avrebbe fatto bene a farsi un esame di coscienza pensando a quanti altri sono stati lasciati per strada solo per tenace puntiglio, giovani o vecchi che fossero. Bettega ed il «maestro più che mai» Mannucci sono stati grandi anche per questo e con il loro spavaldo risultato hanno dato una mano a tutti quelli che o casa hanno sofferto e gioito con loro per un sesto posto assoluto che li premia, ma che soprattutto smaschera chi per tanto tempo ha voluto chiuse ad oltranza le porte della nostra casa automobilistica per eccellenza al piloti italiani. • Disco rosso per SPERANZA quando, prima dell'ultima notte, ha chiesto alla Pirelli qualche gomma per poter andare avanti- Buon per lui che ancora una volta il solito Valla della Kléber ha provveduto. • Non se ne è parlato molto e neppure lo si è rivisto molto in alto nella classifica ma è stato CLUNAC il più veloce del Gr. 1 nella prova di Serre Chevalier. • Nel percorso di classificazione la media totale (prove e trasferimenti) di ROHRL è stata di 69 kmh. Quella di SUNI di poco superiore alla metà... // momento-CHIAVE/ MONTECARLO - Dentro il piccolo bar all'ingresso di Antraigues non entrava nemmeno uno spillo martedì mattina 22 gennaio. Fuori una pioggia battente rendeva ancor più nero l'asfalto che già contrastava con la poca neve rimasta al bordo della strada. I più fortunati, quelli che erano riusciti ad entrare continuavano a consumare bibite e panini per la paura di dover uscire per dare il cambio a qualcun altro. Accesa, una radio a tutto volume aggiornava quella folla inabituale per quel posto sperduto tra i monti dell'Ardeche sulla situazione del rally di Montecarlo. Da circa undici ore la pattuglia che si era messa in movimento in piena notte dal Principato si stava dando battaglia. La voce di Bernard Spindler di Radio Montecarlo diventava via via più vivace. Nelle prime cinque prove parniche, Vatanen e Mikkola si erano già messi in luce ed il primato di Rohrl veniva leggermente intaccato. Soprattutto i due finlandesi sembravano aver ritrovato un po' di competitivita dalle loro Michelin anche se il successo molto netto di Mikkola a St, Nazaire le Desert era un po' scontato perché si sapeva che tutti i primi tests con la Porsche il vice-campione del mondo li aveva fatti su questa prova speciale. Il rally insomma entrava nel vivo del suo interesse proprio al di là del Col de la Favelle, dietro quei monti bianchi di neve che si riflettevano nelle pozzanghere. La prova che i primi andavano a cominciare era la famosa Moulinon-Antraigues, una classica recuperata dopo tre anni di assenza. Una prova molto difficile e tortuosa con molta neve nella parte iniziale. Una prova soprattutto molto lunga. La saletta del bar stava esplodendo quando un urlo a lungo atteso avvisava che la prima vettura era stata avvistata in distanza. E' difficile capire come, ma in un battibaleno il bar era tornato vuoto mentre la strada adesso era di tutti i colori con i più fortunati a grappoli sotto i pochi parapioggia di fortuna. Il rumore era sempre più vicino, sempre più distinto, poi la grintosa sagoma della Stratos di Darniche a fari accesi si faceva largo tra mani plaudenti prima di imboccare l'ultimo ponte e sfrecciare davanti al posto di cronometraggio. E Rohrl? Là sua 131 arrembante era subito dietro. « L'ha preso, l'ha preso e lo ha passato! ». L' urlo passava da uno spettatore all'altro con sempre più emozione e spesso compiacimento. Che cosa voleva dire tutto questo? Che in classifica adesso poco meno di un minuto separava i due. Che il rally era salvo. Ma adesso bisognava aspettare Mikkola e poi Vatanen. Già si guardavano i cronometri e qualcuno si fregava le mani bagnate. Una lunga pausa poi ecco la 131 giallorossa di Andruet che evidentemente aveva raggiunto e passato Bettega. Ecco, ecco il momento! ' Anche <ia spettatori si soffre a vedere un rally. Gli occhi seguono le curve fin dove è possibile e IL RALLY SEMBRA VA «SALVO» A LE MOULINON, QUANDO... VATANEN volò giù e , Mikkola stop poi immaginano così si riesce a vedere un po' di più e si gusta maggiormente questo momento ripagando dell'acqua che passa attraverso la giacca a vento e scivola lungo la schiena. 'Ma anche l'immaginazione si ferma dopo un paio dì minuti di silenzio. Mikkola è già troppo in ritardo. Forse avrà avuto qualche cosa... Adesso arriverà Vatanen, ma anche lui non ha un grosso vantaggio. Anzi non ne ha proprio. Anzi è addirittura in ritardo, ammesso che ci sia. Già, ammesso che ci .sia. i Quando compare l'Opel Ascona di KuHang è' già chiaro che il 48. Rally di Montecarlo è forte- Proprio nelle condizioni di molta neve la nuova Ascona 400, in alto con Kullang, ha dato il meglio (PHOTO 4). Sopra Waldegaard (ATTUALFOTO) Just with a lot of snow thè new Ascona 400, on top, with Kullang, has given a good account of itself. On top, Waldegaard mente mutilato di interesse. Dopo AIen, anche gli altri due finlandesi hanno lasciato il campo. Dentro il bar ormai deserto la radio rimasta accesa spiega che Mikkola ha toccato con posteriore ed ha rotto un semiasse. Poco più avanti Vatanen è finito fuori strada in maniera paurosa e di lui non si sa nulla tanto è vero che Waldegaard, preoccupato, voleva fermarsi a controllare... Fuori, vinti dall'acqua, i primi spettatori tornano sui loro passi con gli equilibrismi delle auto in azione ancora ben impressi nella mente e con la sola consolazione rimasta della bella lotta che comunque i due di testa sapranno darsi. Quasi nessuno di loro, passando davanti ai cronometristi, chiederà il tempo impiegato dai migliori. Ed è meglio così. Chi lo ha fatto ha scoperto che Darniche non ha raggiunto e passato Rohrl. ma che il tedesco ha quasi raggiunto Darniche. Sì, perché prima dell'inizio prova nessuno voleva rischiare di aprìre la strada ricoperta da neve fresca ed il capoclassìfica aveva pagato due minuti di ritardo (che valgono in pratica 20 secondi) per non correre rischi. Era così partita prima la Stratos e Rohrl, col vantaggio di vedere le traiettorie già segnate, l'aveva acchiappata proprio nel finale staccandosi ancor di più da Darniche in classifica. Praticamente per l'assoluto non c'era più storia anche se il rally finirà settanta ore dopo. cav- Ancora una volta poca fortuna per Andruet-Biche. I due hanno alternato cose egregie ad altre più opache. Potevano comunque arrivare quinti (B1SHOP) Orice again 'little luck for Andruet-Biche. 'Both have alternate good and bad driving. They could have arrived in thè 5th position \DIARIO del MONTE Percorso di classificazione ALEN raddoppia poi... lascia MONTECARLO - Decisamente Markku Alen è un tipo di parola. Lo aveva pur detto che lui partiva per vincere, che un altro risultato non Io interessava in questo Montecarlo, allora nessuno ha poi molto da stupirsi se il finlandese dopo aver fatto (con Darmene) il miglior tempo nella prova-spettacolo di Serre Chevalier vince pure a Prelles la prima prova « vera » del rally. E da leader lascia subito dopo la gara. A Le Coin ottiene sì il quinto tempo ma è un risultato teorico visto che dopo aver preso e passato Mikkola nella speciale, alla penultima curva esce e picchia secco con l'anteriore sinistro. Ce la fa comunque a raggiungere l'assistenza Fiat ma solo per permettere ai meccanici di rendersi conto clic la 131 è messa peggio di quanto non lo fosse quella dì Cunico ad Aosta... Come qualche ora prima a quella specie di Ho!idays-on-ice in Savoia, si seguita a parlare assai più dì gomme che di macchine e piloti. Lo fa, per lamentarsene, Mikkola cosi come Kullang che ha fatto gli ultimi sei chilometri di speciale senza il pneumatico anteriore destro dopo aver bucato. Niente a che vedere con chiodi e mescole ma si lamenta pure Therier che si è ritrovato con l'acceleratore bloccato ed ha fatto un dritto che ha permesso a Bettega di sorpassarlo. Eklund, da parte sua, dopo essere stato danneggiato a Serre da Fischer lo è stato sempre a Le Coin da Beauchef. Così, tanto perché la cosa non diventi regola, al controllo-stop fa capire bene al lussemburghese che non ci sta a questi giochìni. A Savines Darniche rivince '(ma in testa seguita a restarci Ronrl) anche se ripete che lui non sta affatto 'bene fasicamente. AI momento comunque sta peggio Vincent che perde una decina di -minuti per togliere da un muro di neve la sua Alfasud 1,5... Intanto è uscito di scena Serpaggi al quale non è evidentemente bastato ridipingere di bianco >( era nera fino allo scorso anno) la sua Stratos per cambiare il risultato per lui più abituale: l'abbandono. E alla quarta p.s. sparisce uno da cui ci si Aspettavano altre cose, ìFrequelin. Il neo pilota della Talbot è uscito di strada come hanno fatto nello stesso tratto Warmbold e Piero Sodano con la Toyota Celica. Poi, siccome le disgrazie non arrivano mai sole, a Sìsteron Vincent si trova fra le mani dei problemi con l'avantreno e perde una vita. L'ultima prova di questo percorso-aperitivo '(che è la più lunga delle sei) è ancora per Rohrl con Darniche e Mikkola staccati, ma non dì molto. Va peggio a Waldegaard che « paga » 2' e 58" per non aver avuto abbastanza chiodi sul ghiaccio di Sisteron. Chiodi non è che ne abbia molti neppure Bettega ma il suo ritardo è solo di un minuto nei confronti di Rohrl nella prova e finisce terzo a Monaco. La situazione al primo arrivo nel Principato è comunque questa: In testa Rohrl e Geistdorfer, DarnicHe-Mahè sono a 2'32", Bettega-Mannuccì a 2'40", Andruet-* Biche » a 4'00", Eklund-Sylvan a 5'00, la Mouton con Anii Atrii a 5'14", Mikkola-Hertz a 5'16", Vatanen-Richards a 6'05", Waldegaard-Thorszelìus a 6*44" e Kullang-Berglud a 7'19". percorso comunj; Se ne vanno i finlandesi A due passi dal casinò più famoso d'Europa, alla partenza del « comune », Bernard Darniche pare ancora più vecchio. No, questa volta la calvizie di « Nanard » non c'entra: Con una sciarpa intorno al collo ed un passamontagna calato sulla faccia seguita a dire che un pilota non è un marziano e che per guarire dall'influenza un buon letto vale assai più di una Stratos. Ben Bartoletti che Io seguita a curare e controllare dice che, comunque, « sta migliorando ». La prima speciale è ! guai per Vatanen, a sinistra, erano già iniziati con un « dritto » a Serre Chevaiier (ATTUALFOTO) poi è venuta l'uscita di strada. Sopra il tanto atteso Mikkola è presto sparito (PHOTO 4} Problems for Vatanen, left, had already begun with a spun at Serre Chevalier, followed by a jump off thè road. On top thè waited Mikkola soon leaves thè stage una classica: Peira Cava-Turini. Non capita nulla di eccezionale, Rohrl è il più veloce ma in quanto a spettacolarità Vatanen (10. tempo) fa meglio di lui. Scontento delle Michelin usate fino a Monaco, il finlandese ha chiesto ed ottenuto delle Helenius e promette 'bagarre... La prova è fatale a Butturini-Barocco e Bianchi-Morri '(dei nostri) dopo che il trasferimento fino a Peira Cava ha messo fuori tempo massimo Therier. La Golf per poter proseguire ha richiesto troppo tempo di lavoro ai meccanici e partire con pochi chiodini e gomme larghe non è bastato al sempre funamboli™ Jean-Lue. Da una classica all'altra: Ponts des Miolans. Vatanen un anno fa sulle stesse be visto così in alto per tanto tempo?) a St. Nazaire le Desert. E' Mikkola con la Porsche Almeras. Sempre ammalato, sempre con problemi alla gola e la pressione bassa, Darniche scavalca, in classifica, Bettega. Prima della sosta a Vals les Bains, dove chi lavora sodo è Bartoletti che oltre alla « grippe » di Darniche deve pensare ad un inizio di congiuntivite di Rohrl arriva le Moulirion. Tutti ad aspettare il tempo di Andruet che tradizionalmente da queste parti « vola ». Vola, senza parafrasi e senza virgolette, invece Vatanen. Dei resti della sua Escort se ne interessa subito un collezionista di arte moderna che la prenota per quando, forse al disgelo, la riporteranno sulla stra- Ad Alen e Kivimaki uscire di strada capita raramente. A Montecarlo però è successo ed i due hanno abbandonato quando erano al comando (Photo 4] Alen and Kivimaki seldom come off thè road. But it's happened at Montecarlo and they have dropped while leading thè race strade aveva fatto il secondo tempo, ma con la Fiesta. Adesso fa lo •« scratch » con l'Escort. Rohrl è a 31"; preceduto anche da \Valdegaard, Eklund, 'Mikkola e Bettega. Se il buongiorno... Dopo il Col de Fave •(!. Waldegaard, Rohrl a 28") al Col de Perty Vatanen fa il bis. Ma Rohrl è a 10". Più staccati la Mouton e Darniche: tutti e due hanno sbagliato gomme. Nella prova precedente invece il ritardo della campionessa europea era più grosso e dovuto alla scarsa visibilità provocatale da uno straccio sporco di olio passatole all'assistenza sul vetro. La (grossa) sorprea comunque arriva da Bettega-Mannucci e la Ritmo che sono in seconda posizione di classifica dopo quattro prove del percorso comune a 3 ' e 43" da Rohrl. 'Un vincitore nuovo -(ma chi lo avrebbe detto, alla vigilia, che non lo si sareb- da. Fuori gara anche Mikkola che rompe un semiasse dopo un urto e Ì nipponici Yamauchi-Odaziri che finiscono precauzionalmente all'ospedale. In testa c'è una specie di guerra dei nervi. Rohrl non vuole fare da apripista e preferisce pagare un minuto al C.O., anche perché un minuto reale di ritardo non conta per la classifica che per 10". Darniche vede il tedesco fermo e lo imita. Allora Rohrl lascia passare altri sessanta secondi e Darniche finisce col partire per non ridurre troppo il vantaggio sul « nemico » Andruet. Morale della favola Rohrl è il più veloce, Andruet è a 14" dopo aver fatto un testa coda. Poco da stare allegro per Bettega che in due speciali ha concesso oltre un minuto e mezzo a Eklund con la Golf e adesso è 4. in classifica seguito nello spazio dì un minuto tondo da Waldegaard e da Eklund. Tanta neve e tanta nebbia al Burzet. Finisce con Kullang più veloce davanti a Servia e Kleint. Il tandem-r'iat RohrlWaldegaard è appaiato al 4. posto nella prova. A Saint Bonnet Le Froid '{un nome che è già un programma) altro sconvolgimento nell'ordine di partenza della prova. Rohrl ha saputo sfruttare con Eklund molto bene i « disagi » di un ingorgo. Kullang fa il bis (personale) a Saint Jeans en Royans e Bettega perde altri posti. Ora ha pure problemi con la macchina. Problemi che crescono subito dopo a Saint Barthelerny dove sale con la cinghia dell'acqua rotta e la temperatura sui 120 gradi. Finisce la prova così, tanto per fare ma convinto di dover abbandonare. Si mette male anche per la Mouton che si inneva, resta col motore spento e perde almeno due minuti malgrado i volontari della spinta non manchino per riprendere la prova. Discorso opposto per Kullang che in dieci speciali è passato dal decimo al terzo posto nella classifica anche se lassù in testa Rohrl è lontano parecchio. Il serafico biondo ha 6'58 su Waldegaard e 7'15" appunto su Kullang che precede Eklund di quasi 30". A questo punto salta la prima speciale (Pont du Fosse) del Montecarlo 1980. Uno spettatore è colpito da infarto e per soccorrerlo ovviamente si muove l'ambulanza del rally ed il medico ufficiale. Visto che la gara ha già un po' di ritardo a Monaco si decìde di eliminare la prova. C'è da giurare che nessuno dei protagonisti ha da lagnarsi della cosa. Non Andruet che è riuscito a farsi risistemare l'impianto dei freni o Bettega che ha trovato cosi il tempo di far lavorare i meccanici sul motore della Ritmo. A Saint Geniez finisce il «Monte» dì Beguin. Il Campione di Francia che da •qualche tempo viaggiava senza freni anteriori con la sua Porsche-Meznarie dopo un testa coda cerca di riprendere ÌI tempo perduto e finisce nella neve. Cerca di uscirne con un po' di precipitazione e rompe un semiasse. Rohrl « fa il tempo » con i chiodini davanti ad Eklund. Ancora ali' ordine del giorno l'importanza (negativa) di partire davanti. Darniche che ha fatto da apripista perde cinque minuti. Andruet ne perde quattro, Waldegaard due e mezzo. Più che della neve (che lui trova ovviamente già « aperta » da tanti altri) Clarr si lamenta per noie all'impianto elettrico che comunque non gli impediscono di tenere sempre saldamente il comando del Gr. 1 con l'Ascona di Simon. Chi ha una piccola pausa nella sua favolosa rimonta è Vincent che sbaglia gommatura. Non è il solo in questo Montecarlo a fare una cosa del genere... Degli italiani mancano anche Nocentini (che ha rotto il cambio della sua 127), Marchesini e Leonetti malgrado il prodigarsi di Fabrizia Pons nei panni di direttrice-sporti va e meccanica. A loro il fatto che salti anche la speciale del Cprobin importa poco davvero... A proposito del Corobin Ja prova non si fa perché il pubblico è troppo numeroso e troppo indisciplinato. Cambia la navigatrice ma non il risultato per la Mouton, a sinistra, ancora una volta settima assoluta. Sopra Beguin ha particolarmente deluso al Monte Por Mouton changes thè co-driver, but doesn't thè result, left, once again absolute seventh. On top, Beguin has particularly disappointed at « Mont » La terzultima prova (Jabron ) è di quelle da far andare fuori di testa a scegliere le gomme. Difatti la scelta sbagliata la fa anche Waldegaard che lascia l'37" a Rohrl (ancora una volta è lui il più veloce) e distacchi minori ma sempre considerevoli a tutti i migliori, compresa la 'Mouton cui l'aria della Costa toglie una fetta di stanchezza. Chardonnet seguita a stare in pena per il suo Darniche che pare stia correndo con la pressione a 100. La pressione sua, non quella della Stratos che di problemi per contro non ne ha neppure l'ombra. Le apprensioni del boss parigino si mitigano in fine-tappa. Darniche vince le ultime due prove anche se le posizioni non cambiano di un rigo. In testa allora ancora Rohrl con un tempo dì 7 h e 15", Eklund è a 8'33", Kullang a 10'35", Waldegaard a 1T04", Darniche a 13'14", Bettega a 15'16", Andruet a 15'24", la Mouton a 2'27", Kleint a 23'02", Servia a 24'07". Degli altri italiani nei « magnifici cento » che si sono guadagnati il diritto all'ultima notte c'è Speranza (45.}, Francia (46. ), Scarani (73.) e Vuilletmin (77.). -Per Peyrani, Cono, Tenchini, Botrini, Barbieri, Levati e Suni invece la .gara è finita. sono adatte alla Ritmo che in mattinata ha tratto un gran beneficio dai trenta minuti di parco-lavori. Un altro che avrebbe potuto fare un tempone è Andruet ma per «Cavallo Pazzo» o come lo chiamano da queste parti « Signor palla di nervi » -invece c'è l'abbandono. Scende veloce davvero ma alla penultima curva 'prima del tunnel, vedendo tanta gente all'esterno, Jean Claude decide di intraversare la macchina con il freno a mano: invece la 131 va via di lato e tocca con la ruota anteriore il muretto. « Prima ancora dì rendermi conto che la macchina era inguidabile ho tremato per la paura di aver schiacciato qualcuno. Ai danni ho fatto caso dopo aver guardato nello specchietto ed essermi reso conto che tutti avevano fatto in tempo a saltare giù ». Difatti tutti hanno saltato, uno spettatore persine troppo in giù e deve essere portato all'ospedale per le medicazioni del caso. Così il Monte comincia ad accumulare del ritardo. Darniche riprende a far segnare i tempi migliori ma "gli ci vogliono due prove ancora per fare il primo salto in classifica. Lo fa a 'Loda, anzi subito dopo la prova, quando Eklund rompe un semiasse e in mancanza di alternative si da da fare lui stesso a cambiarlo anche se perde parecchi minuti che sia pure divisi per sei Io fanno 'retrocedere al quinto posto. Ma il grosso salto in avan- ti Darniche lo fa sul secondo passaggio al Turini dove si lascia abbondantemente alle spalle tutti gli altri, compreso Bettega che comunque ripete esattamente il suo tempo del primo passaggio: chi aveva sta•bilito troppo in fretta che ci fosse stato di mezzo un gentile omaggio dei cronometristi è servito. Anche perché, Darniche a parte, pure gli altri sono stati sui tempi del giro prima. Al Turini sparisce Fritzinger col motore rotto: il 7. tempo della prova precedente è stato il canto del cigno della sua Toyota a questo Montecarlo. Sempre al Turini Waldegaard scavalca a sua volta Kullang e passa al terzo posto. Da qui alla fine da segnalare c'è in fondo solo Percorso finale Sette volte DARNICHE Visto il distacco fra Walter Rohrl ed il resto del mondo non è che ci sì aspettino grosse rivoluzioni quando alle 18 in punto i 100 ammessi sfilano intorno al « camambert » per l'ultimo via. Radiofante informa che in casa Fiat il ruolo della lepre lo avrà in nottata Waldegaard cosa che aggiunta ai propositi •bellicosi di Darniche (che sta meglio tìsicamente e soprattutto sembra avere ritrovato il morale dei giorni belli) lascia comunque ben sperare per la battaglia del secondo posto. Poco più avanti Eklund va da Rohrl, si complimenta con lui e gli chiede informazioni spicciole sulle condizioni delle strade... Alle Banquettes, una quarantina di minuti più tardi, Darniche si (ri ) presenta e naturalmente vince la prova che permette ad Andruet ( autore del secondo tempo) di scavalcare Bettega che ha toccato perdendo un po' di tempo. Nei primissimi si presenta finalmente anche Almeras la cui fama di « mago delle Porsche » è tenuta alta soprattutto da Coppier che dall'inizio della gara domina il Gr. 3 senza patemi. Ancora una prova e per il rallismo italiano c'è forse la più bella dimostrazione di tutta la corsa: al Turini Bettega fa il miglior tempo con la Ritmo lasciando Darniche a 5" e Rohrl a 14". C'è anche una spiegazione abbastanza logica a tutto questo: la discesa verso La Bollene è ancora un po' sporca di neve e Darniche è scatenato ma non stupido. Per contro proprio le condizioni della prova Con la BMW Makinen ha corso da- campione rimontando sino al 14. poste» dopo un inizio pieno di guai. Sotto Fiorio... suona la tromba della vittoria Makinen, with BMW, has run as a champion remounting tiN thè 14th piace after a beginning full of problems. Below,,. thè trumpet sounds for victory il monologo di Darniche che qualche volta abbassa i suoi tempi di un anno fa, quando andava alla caccia di Waldegaard e dell'Escort. Per gli altri pochi rischi e pochi problemi, eccezion fatta per Servia che perde più tempo del normale ad una assistenza a tutto vantaggio di Coppier. Con il serpentone ormai diviso in due tronconi ed un ritardo sempre più grosso sulla tabella di marcia si arriva a Saint Sauveur dove a tre chilometri dalla fine della prova si ferma Pierre Pagani con l'Alfasud che lascia il primo posto dì classe a Speranza. A questo punto è proprio finita. Prima viene annullata la prova speciale di Pont des Mìplans per recuperare un po' di ritardo, poi anche quella conclusiva di Roquesteron dove pare ci siano troppe macchine. Non è poi un finale esaltante al massimo per un rally che pure resta al di sopra di ogni sospetto. D'altro canto esaltante lo era stato anche meno il finale dì un anno fa con quella 'brutta storia dei massi davanti a Waldegaard, no?... Guido Rancati Spiccioli monegaschi L'altro rally di Montecarlo ~ J . , < w-, •. MONTECARLO - A fare da ricognitori per i vari piloti c'erano campioni di grandissima fama. Eccovi i nomi di alcuni: Taylor, Tatù Vatanen, Blomqvist, Danielsson, Demuth, Aider, Lampinen, Valtaharju, Vudafieri, Fusaro, Rouget, Tim Brise, Ogier, Schewe, Snobeck, Lars Carisson, Haugland, Kaby. Chissà quanti organizzatori farebbero carte false per avere solo questi al via di una loro gara! ' * • STIG BLOMQVIST, visto come hanno marciato sulla neve le Pirelli ed anche ricordandosi di come andarono bene due anni fa quelle che usò in Svezia sulla Stratos, ha ufficialmente chiesto le gomme italiane per la sua Saab al prossimo Rally di Svezia. • Grosso spavento per ROHRL subito dopo Burzet. Ad un tratto gli è saltata in trasferimento la centralina elettrica Poteva restare fermo lì, ma l'assistenza più vicina, subito intervenuta, ne aveva fortunatamente una di scorta e tutto si è risolto per il meglio. • Ad un certo punto del Percorso Comune si è sparsa la voce che EKLUND avesse montato delle Michelin al posto delle Pirelli. In effetti questo è successo, ma solo perché aveva finito le gomme con chiodi da 2 mm così ha dovuto mettere davanti due gomme ex-Therier. Ma non poteva dirsi avvantaggiato con gomme più strette e più basse davanti e gomme più larghe e più alte dietro... • BETTEGA si è trovato senza gomme da acqua a Moulinon dove buona parte della strada era un vero lago. Ma non è stata colpa di nessuno. Semplicemente in seda di programmi non sono state previste per lui queste coperture in quanto sulle strade del Monte ben difficilmente piove. O è asciutto oppure nevica. • Alla fine del Rally sono arrivati anche gli italiani SCARANI-PASOTTI e VUILLERMIN-GIARDINO. Pur senza particolarmente entusiasmare, hanno comunque fatto il loro dovere e meritano di essere ricordati perché la loro prestazione è senz'altro superiore alla media generale degli iscritti. Per Almeras, dopo un inizio poco entusiasmante, le cose si sono messe meglio nel finale, ma., • Non c'erano solo piloti di primissimo da ricognitori agli equipaggi di punta. Ad Michele Mouton ha lavorato molto anche il cese J.L. MONCET che ha fatto tutto il coppia con Lucette Pointet. piano a fare esempio per collega franpercorso in • JEAN PIERRE NICOLAS ha seguito il rally come commentatore del programma francese di Radio Montecarlo. Per lui i problemi sono arrivati, con i rimpianti, dopo la prima giornata di gara. « E' proprio duro stare qui a Monaco *; sentire che gli altri corrono... Decisamente è meglio stare nella neve, anche se quando sei in ballo ed hai qualche guaio pensi che quella del pilota non è una bella vits.... ». PILOTI tuttofare • MAKINEN ed EKLUND si sono fatti notare per li loro capacità ed intraprendenza. Durante l'avvicinamentc a Monaco da Serre Chevalier, Makinen ha rotto la levi del cambio della sua BMW. Senza pensarci troppo i «vecchio» Timo si è buttato nella neve sotto la vettun e, cacciavite alla mano ha rimediato come poteva inse rendo una marcia (la quarta) con cui è arrivato all'assi stenza pagando poi un grosso ritardo ma restando ir corsa. Eklund, l'ultima notte, ha rotto un semiasse ma ne aveva uno di scorta e se l'è cambiato da sol( perdendo tredici minuti al controllo ma arrivando co munque quinto assoluto a fine gara! $ WALTER FRANCIA ha fatto un grosso salto in avant nel percorso comune e la cosa è già positiva. Ma di venta eccezionale se sì pensa che per tutta l'interminabili frazione ha corso senza note, improvvisando. • II salto più grosso in classifica lo ha fatto FRANCIS VINCENT passato dalla 170. alla 21. posizione anche s qualche problema lo ha avuto pure lui. Questo mal grado un dirigente della Pirelli francese lo avesse con sigliato di andare in tranquillità puntando solo sull arrivare a Monaco. 9 FRANCIS RESTE, inviato dell'Equipe, in compensi si è messo a disposizione del team Almeras per fare di interprete fra i meccanici e Hannu Mikkola. Un pò perché sono molto amici, un pò ' per collaborare coi un rivale di quel Darniche che non è molto amato dalli stampa francese... • Sempre più numerose le slot-machines nel Principato Adesso ce n'è anche una che da in premio addirittura una Ferrari 308. A vincerla ci hanno provato in divers ma per ora la berlinetta col cavallino resta a far beli mostra di sé nei saloni del Loews. II rientro di Sodano al fianco dì Warmbotd non è stato fortunato. Sono usciti subito di strada O Per CARLSSON e la sua Mercedes 280 di Gr. 2 1 preoccupazioni più grosse sono arrivate proprio sul fi nire del percorso comune. Nell'ultima prova si som trovati con le ruote anteriori « aperte » e per rimetter la macchina in sesto hanno timbrato sedici minuti dopi il loro tempo teorico. Per loro il nuovo regolamenti che prevede solo 10" di penalizzazione per ogni minuti di ritardo è proprio arrivato al momento giusto. O Quest'anno a Montecarlo il maggior numero di vetture iscritte erano in Gr. 2 (98), seguiva il Gr. 1 (95), il Gr. 4 (41) e il Gr. 3 (22). Per marche al solito l'Opel era al primo posto con 51 vetture seguite dalla Volkswagen (26), dalla Porsche (24), dalla Peugeot (20) e dalla Talbot (19). • Nessuna sorpresa dal fatto che SPERANZA nel percorso comune ha perso alcune posizioni rispetto alle primissime battute del rally: il fiorentino infatti non aveva provato che un terzo del percorrso e per il resto un po' è andato a vista mentre quando le aveva usava le note di Bettega. • Questa volta, in assenza del bus-stampa della Fiat an che .i giornalisti italiani hanno deciso di lavorare in sali stampa. In compenso gli organizzatori sono stati molti meno severi che in passato nel regolamentarne l'accessi agli addetti ai lavori. 9 E' successo durante il percorso di classificazione. Ad un controllo si trovano fianco a fianco «BICHE», SODANO e MANNUCCI. La co-pilotessa di Andruet da un'occhiata ai colleghi e poi sbotta: « Ma non pensate che cominciamo ad essere un po' troppo vecchietti per fare ancora queste cose con le macchine ed i cronometri? ». • Per i francesi martedì 22 era S. Vincenzo. VINCENT ha «festeggiato» il suo cognome subito con uno sbaglio di gomme per poi commentare: « Beh, speravo che il Santo mi aiutasse un po' di più... ». • NICOLAS KOOB farà bene a cercarsi dei nuovi mee canìci. Un anno fa gli mìsero dell'acqua nel serbatoio questa volta gli hanno fatto il pieno con la nafta... Q Ha fatto un certo effetto vedere all'arrivo del percorso comune le Fiat ufficiali coperte di fango accanto alle Porsche-Almeras completamente ripulite ad uso e consumo degli sponsors. E' pur vero che quest'anno le Fiat hanno da reclamizzare solo se stesse... • A proposito di sponsorizzazione FIAT è bastata un po' di vernice bianca sui furgoni ancora bianco-rossi-verdi (come del resto i muletti) per far diventare la maxiscritta Fiat-Alitalia solo Fiat-Italia. • Ottima l'iniziativa, voluta da JACQUES FOULLON, patrocinata da Fiat, Lancia e Total, di realizzare ora per ora una inedita ed interessantissima «Gazzetta del Rally» con la collaborazione di numerosi giornalisti francesi diretti e coordinati dal bravo Moity. • Martedì sera, a Monaco, mentre la gara era dalli parti del massiccio centrale hanno fatto tavola comuni al ristorante Mikkola, Vatanen ed Alen. Tre finlandes fuori gara in un rally che era unanimemente definiti per piloti nordici. Meno male che dietro al tedesco Kohr in quel momento c'erano gli svedesi Waldegaarct, Kullanj ed Eklund... • Quando si dice il maltempo certo punto della sera a St. della speciale, un incrocio era di neve in divisa da gendarme. suna traccia,.. • Tradizione rispettata per SUNI. Anche questa volt! il milanese ormai di Castelfranco Veneto ha trovato l'oc casione per fermarsi in prova a dare una mano ad ur tedesco che si era innevato. del Montecarlo. Ad un Jean en Royan, prima indicato da un pupazzo Del gendarme vero nes- HANNO DETTO- LE FIESTA «privata» • Tra i piloti che più hanno impressionato durante il Montecarlo c'è stato lo spagnolo SERVJA. Con la sua Fiesta ha fatto faville, ma è giusto dire che era, la sua, una vettura proveniente direttamente da Boreham, ad assisterlo c'era Griffiths, responsabile tecnico della Ford per le vetture Gr. 2, aveva tutta una serie di mezzi di assistenza della Ford spagnola ed una dotazione di gomme Michelin di 458 pneumatici con 150 cerchi... • L'ultima notte ad assistere VINCENT oltre ai meccanici della Sofar è arrivato un furgone con due meccanici dell'Autodelta. Il parigino ne ha subito approfittato per informarsi sulla Turbodelta che lui spera di avere durante la stagione. • Alla fine del percorso comune MICHELE MOUTON ha rischiato una penalizzazione per quell'assurdo regolamento che prevede penalità per chi arriva a fine tappa con frecce o clacson fuori uso . A rendere ridicola ila faccenda c'è la decisione (molto criticata, comunque) di ridurre di un sesto le penalità accumulate ai controlli orari. Ad ogni modo a risolvere i problemi della pilotessa Fiat-France ci ha pensato Giulio Pensi. • Sono volate parole grosse ad un certo punto della seconda tappa fra MANNUCCI e VUDAFIERI che fungeva da apripista per Bettega. Motivo del battibecco il fatto che «Vuda» è arrivato in ritardo rispetto alla tabella prefissata e non ha potuto controllare le condizioni della strada in un paio di prove. • Ancora vincitore in Gr. 1 J.L. CLARK conta di passare presto al Gr. 4 sempre restando fedele all'Ascona. La 400 dovrebbe averla a disposizione ai primi di marzo per disputare con essa il Campionato francese. • Dopo tre anni con altrettanti ritiri, «TCHINE» questa volta ce l'ha fatta a finire. Nell'ultima notte si è trovato alle prese con un co-pilota completamente afono ma non è questo che ha tolto il sorriso al simpaticissimo monegasco: « Ci tenevo a tornare sul Turini e ci sono riuscito e poi volevo portare la mia Ascona Gr. 2 al traguardo intatta. • Per SPERANZA e CIOCCA piacevole grattacapo ventiquattr'ore dopo la conclusione della gara: trovare a nolo un vestito per poter essere presenti alla premiazione. • Come un anno fa i più in vista del Gr. 1 sono stati i due ingegneri CLARK e BEAUCHEF che nessuno ormai giudica più un «cameade» come gli capitò qualche anno fa quando vinse (a sorpresa e favorito dalle circostanze) la prima speciale del Montecarlo. Parcheggio pagamento • La vita nel Principato non è certo economica ma anche nell'entroterra c'è chi non scherza affatto. A Saint Saveur ad esempio hanno deciso di sfruttare il rally come la miglior fonte di guadagno del paese fissando il prezzo del parcheggio nella notte del Turini sulle 5000 lire. • Ancora una volta si è rivelata molto utile la regola del «bonus» in modo da lasciare un certo vantaggio a chi porta a termine una prova sospesa senza mettere fuori gara gli altri. E' capitato alla terz'ultima speciale che solo il cinquanta per cento circa dei superstiti è riuscito a fare, • Per la terza volta consecutiva il settimo posto finale è stato occupato dalla MOUTON: quando si dice la costanza... • Ormai gli organizzatori del Montecarlo dovranno pensare a lasciare una giornata intera a disposizione delle presentazioni di altri rallies. Quest'anno allo Sporting d'hiver sono stati «battezzati» il Costa Smeralda, il 1000 Piste, 1. YU-Rally, Antibes e naturalmente il Portogallo con degustazione del vinho do Porto... • Poca fortuna per DORCHE, solitamente bene in vista al Monte. Dopo aver penato a lungo con un motore decisamente balbettante Dorche ha finito con l'abbandonare per la rottura di una guarnizione che lo costringeva ad un rabbocco di due litri d'olio ogni venti chilometri. Sono stati in parecchi a sorprendersi dell'efficacia teutonica dei meccanici della MERCEDES che al parco lavori prima del gran finale in mezz'ora hanno sostituito le sospensioni anteriori e quelle 'posteriori alla macchina di Carlsson. • E' ancora in alto mare il programma della squadra FIAT-FRANCE: Andruet e la Mouton non hanno più nessuno stimolo per dedicarsi al campionato francese e lo stesso Foullon sarebbe felice di poter far disputare diverse gare all'estero ai suoi piloti, magari seguendo l'Europeo. II problema, al solito, è quello di trovare un budget sufficiente a farlo. Per la Mouton comunque sono previste un paio di gare (Sanremo e Corsica, pare) con la squadra ufficiale Fiat ed i colori bianco-bleuazzurro. notìzie di RANCATI e CAVICCHI r I PROTAGONISTI COLTI DAL «VIVO» (PRIMA, DURANTE E DOPO LO SNERVANTE RALLY) Parole di «MONTE» All'arrivo a Monaco da Serre Chevalier: MANNUCCI: «Non so se c'è in giro da noi il nuovo Munarì ma forse quello che è più vicino a raccogliere l'eredità lasciata dal Drago è Bettega ». ROHRL: « Siamo solo all'inizio ma quello che è fatto non dobbiamo più farlo. E' già qualcosa... ». ANDRUET: « Perché mai accidenti stamane ho fatto Roquesteron con Ì chiodi? ». ALEN: « E' stata proprio colpa mia, ma già vedevo davanti i fanalini posteriori di Damiche... Peccato, in ogni modo. Certo che poteva capitarmi di uscire in Portogallo dove ho già vinto tre volte anziché a Montecarlo ». A le Moulinon: DARNICHE: Partire davanti non è stata una mia scelta ma penso che sia stato meglio così per tutto il Gruppo. A Vals les Bains: AUDETTO: «Per noi sta andando tutto molto bene. Troppo bene forse ». BARTOLETTI: « Bernard Darmene sta meglio, penso che queste tre ore di sosta gli permetteranno ancora dì migliorare la sua condizione fisica ». DARNICHE: « Non capisco: tutti mi chiedono se sto meglio e non riesco a capire come potrei guarire. Influenza o angina che sia mi ci vorrebbe una settimana di letto per guarire e invece devo sudare in macchina e poi scendere al freddo... ». A Burzet; ANDRUET: « Sono andato male, mi sono girato, ma il fatto è che avevo le gomme troppo larghe. Il mio tempo? 31'06" ». BETTEGA: « Sono andato male. Non so bene perché, ma penso di aver avuto le gomme troppo strette. Il mio tempo? 31'06" ». A le Planas, dopo la prova dì St. Geniez: MAHE': « E' andata bene che c'eravamo noi a fare da apripista a tutti. Con Andruet davanti il rally si sarebbe fermato certamente». DARNICHE: «Ho fatto fatica a salire conia Stratos, una 131 o un'altra macchina non ce l'avrebbe proprio fatta e saremmo andati incontro ad un altro Burzet ». A Monaco dopo il Percorso Comune: ANDRUET: « Luì non ha più nessuna possibilità di vincere la gara eppure con una Stratos si deve sempre vincere, con qualsiasi tempo. L'influenza poi è una scusa, non è neppure,una novità: "lui" fa sempre così... ». WALDEGAARD: « A Jabron ho sbagliato gomme perché ero molto arrabbiato per il tempo perso a Sisteron rispetto ai primi in classifica per essere passato per terzo sulla neve fresca. Così ho scelto i racing chiodati ed ho sbagliato perché non sì saliva ed ho compromesso definitivamente la mia gara », MAKINEN: « La BMW è davvero una ottima macchina. Ricorda molto, per assetto e tipo di guida la 131. Se si cura il suo sviluppo potrebbe diventare una vettura temibilissima, specie nelle gare d'asfalto ». EKLUND: « Non so se ce la farò a resistere a Kullang a Waldegaard ma per il Gr. 2 sono abbastanza tranquillo visto il vantaggio su Bettega e questo è importante per me ma soprattutto per la VW. D'altra parte al via io mi sarei accontentato di essere nei primi dieci della classìfica con una macchina di soli 1600 cc». ROHRL: « Tutto bene, macchina perfetta ma c'è ancora una tappa. Possono succedere tante cose... ». SERVIA: « Sono contentissimo anche se tre volte ho sbagliato clamorosamente la gommatura. Noi comunque siamo qui per correre ed è quello che stiamo facendo ». MOUTON: « Sono stanchissima, non fatemi pensare a cosa farò l'ultima notte: per ora la sola cosa che desidero è un letto... ». KULLANG: « Nessun problema con la macchina solo rimpiango il tempo che ho perso all'inizio quando non conoscevo ancora bene l'Ascona 400 e le gomme. Ho sbagliato qualche scelta (è il ritornello di tutti n.d.r.) ma tutto sommato sono soddisfatto ». All'ultimo via da Montecarlo: DARNICHE: «Sono stanco ma rispetto a domenica sera le mie condizioni sono migliorate del 3000%. Proverò ad attaccare ma non è detto che uno riesca a fare quello che vuole... ». NICOLAS: « Sono molto amico di Rohrl e mi farebbe molto piacere che fosse lui a vìncere così gli ho detto alcune cose che ho pensato e che potrebbero essergli utili. Cosa non Io posso dire e poi può anche essere che lui faccia l'opposto di ciò che ho consigliato ». BETTEGA: « Parto in sesta posizione ma sulla carta sono già settimo perché Andruet mi passerà di sicuro ». MOUTON: «Attaccherò, devo farlo perché Kleint è staccato di poco e non vorrei farmi passare questa notte ». ROHRL: « Prima dell'ultima notte è sempre così, si è un po' tesi, un po' nervosi ma sono contento... ». ANDRUET: « Ho proprio poco da sperare 10 questa notte ». A metà dell'ultima tappa: KLEINT (rivolto alla Mouton): «Tu vai troppo forte per me. Ma sei matta? ». All'arrivo: MAHE': « Senza quei cinque minuti che abbiamo perso per aprire la strada agli altri la gara avrebbe potuto finire diversamente, anche perché non avremmo perso altro tempo in qualche prova successiva per lo stesso motivo... Adesso chissà cosa faremo: non l'europeo dì certo ma il nostro obiettivo è una stagione nel mondiale. Chardonnet non può che garantirci con 11 budget che ha a disposizione un paio di gare e allora noi contiamo di avere un'altra macchina e se la Fiat non ci sentirà da questo orecchio potremmo trovarne anche una al dì fuori del Gruppo, chissà! ». AUDETTO: « Per ogni cosa arriva la fine e sono contento di aver finito questa attività con una vittoria come l'avevo iniziata proprio qui nel 1972 con il successo dell'indimenticabile, meravigliosa Fulvia. Abbiamo vinto perché quando si tiene tanto ad una cosa e ci si impegna a fondo non si può non ottenerla, non _| sarebbe giusto né sportivo. Da parte mia rm- ' grazio chi mi è stato vicino nei momenti belli ' ma soprattutto in quelli meno belli ». BETTEGA: « Arrivare sesto è una grossa soddisfazione e visto come sono andate le cose penso che ce l'avrei fatta anche se Andruet non fosse uscito di scena. Comunque vincere la prova del Turini come soddisfazione non è proprio da meno. Vuoi dire che cercherò di fare qualcosa di buono anche in Portogallo », ROHRL: « Ho avuto molta paura di non farcela solo un'ora prima dell'ultima partenza, poi, in corsa, è passato tutto e ho capito che era venuto anche il mio momento di vincere qui ». DARNICHE: « La mia Stratos è andata molto meglio anche dell'anno scorso. Peccato che io sia stato tìsicamente molto peggio...».