Indagini parassitologiche condotte dal 1996 al 2003
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Indagini parassitologiche condotte dal 1996 al 2003
RIVISTA DI PARASSITOLOGIA VOL. XXI (LXV) – N. 2 – AGOSTO 2004 PP. 119-128 INDAGINI PARASSITOLOGICHE CONDOTTE DAL SERVIZIO DI PARASSITOLOGIA DELL’UNIVERSITA’ DI MESSINA NEL PERIODO 1996 – 2003 L. PERNICE D. FORINO A.M. COSTA R. LEONALDI L. LO GIUDICE A. IOLI PARASITOLOGICAL INVESTIGATIONS CARRIED BY INSTITUT OF THROUGH TIME 1996-2003 PARASITOLOGY, UNIVERSITY OF MESSINE Key words: Parasites – Diagnosis - Epidemiology The AA. analyze the results of 16.694 parasitological investigations carried through time 19962003 and emphatize the significance of the parasites in medical diagnostic. INTRODUZIONE Le parassitosi intestinali, nel passato, erano considerate un’evenienza di scarso interesse per la patologia umana. Ancora oggi persiste questa opinione, dato che molte forme di parassitosi intestinali si manifestano con decorso asintomatico e con manifestazioni cliniche che non sempre orientano verso diagnosi di malattie parassitarie, inoltre il problema andrebbe studiato a fondo, compiendo indagini nelle collettività con particolare riguardo ai portatori. Oggi non è valido il concetto secondo il quale certi parassiti erano ritenuti commensali, utili all’ospite, poiché ogni forma di parassitismo, anche la più banale, produce sempre diverse azioni di natura tossica, allergica, meccanica, più o meno evidente, a seconda del numero di parassiti e del grado di sensibilizzazione dell’ospite. La variabilità della diffusione delle parassitosi, a seconda delle regioni, non è connessa soltanto a motivi igienici, ma ad una molteplicità di fattori quali quelli geofisici, della fauna ambientale, il tipo di lavoro e di alimentazione delle popolazioni. Le parassitosi intestinali, nei soggetti portatori, possono provocare delle turbe a livello neuro-psichico. Tali turbe sono legate all’azione metabolica dei parassiti, o a stimolazione abnorme delle terminazioni nervose, vagali e simpatiche, o a depauperamento organico. Ciò può avvenire per l’azione espoliatrice dei parassiti oppure per secondari difetti di assorbimento intestinale. Le parassitosi intestinali possono frequentemente compromettere la sfera neurologica, ed una volta verificatasi tale alterazione può non regredire anche dopo la scomparsa dell’infezione o infestazione. Le manifestazioni neurologiche da una semplice distonia nervosa-vegetativa, possono tradursi, nei soggetti portatori particolarmente e psichicamente predisposti in sindromi gravi di neurastenia, malinconia, e persino di paranoia e schizofrenia. Dipartimento di Medicina Sociale del Territorio, Sezione di Parassitologia, Università degli studi di Messina (Dir. Prof. Antonino Ioli) 1 Numerose sono quindi, le condizioni di pre-malattia a carico della sfera neropsichica nel corso delle parassitosi intestinali e queste dovrebbero essere sempre sospettate, specialmente quando l’etiopatogenesi di una sindrome nervosa non sia ben chiara. Per quanto riguarda il rapporto tra diffusione delle parassitosi e stato di malattia, non esistono dei dati ben precisi, per cui è impossibile porre conclusioni per poter definire un rapporto che essendo legato a numerosissimi fattori verrebbe a variare troppo da ambiente ad ambiente, da individuo ad individuo, in dipendenza anche al fenomeno della mono e poliparassitosi. E’ stato ed è tuttora il fecalismo che, con la sua capacità inquinante diretta ed indiretta, ha sostenuto le enteroparassitosi; di contro, sono tutti i fattori ambientali che permettono o escludono il fecalismo e cioè quelli primari e secondari, positivi o negativi, che devono essere presi in considerazione nel determinismo delle enteroparassitosi e che giocano un ruolo di preminente interesse sulla loro diffusione. Una tale analisi permetterebbe di evidenziare e valutare nelle sue esatte proporzioni il peso delle variazioni intervenute sull’economia agricola (tipi di coltivazione, modalità di lavoro, tipi di concimazione e di lotta antiparassitaria), nel risanamento delle abitazioni (servizi igienici, smaltimento agricolo e urbano dei rifiuti, approvvigionamento idrico, indici di affollamento urbano ed agricolo, tipi di abitazione), sulle abitudini di vita (alimentazione con i suoi fattori carenziali), sui livelli culturali (coscienza igienica) e principalmente sulla emigrazione (trasporto e dispersione) con conseguenze dirette ed indirette sulla diffusione delle parassitosi. Lo studio dell’epidemiologia delle parassitosi è sempre di rilevante interesse, sia sotto il profilo sanitario che sociale. E’noto come le enteroparassitosi in generale ed alcune di esse in particolare, se studiate attentamente, riescono a dare un quadro reale delle condizioni di vita di un popolo e riescono a mettere in luce particolari e tristi realtà sociali ed ambientali emergenti da una apparente situazione di completo benessere. I dati delle indagini epidemiologiche ci consentono, inoltre, di affermare che le parassitosi sono distribuite in quasi tutto il paese, che non conoscono distinzioni di ambiente e di classe e che gran parte di esse è in netto regresso. E’ ormai raro riscontrare un portatore di Ascaris o di Ancylostoma, due geoelminti che, proprio perché tali, non vengono trasmessi da ospiti intermedi o da vettori meccanici e devono sopravvivere nell’ambiente esterno fino al momento del contatto con l’ospite. Tali elminti le cui uova o larve devono trascorre un periodo di maturazione nel terreno prima di poter infestare l’uomo, sono particolarmente resistenti alle intemperie che possono incontrare nell’ambiente esterno, per cui, questa loro notevole diminuzione è un fenomeno che andrebbe studiato con attenzione anche negli altri Paesi dove si è avuta questa riduzione. Giacchè l’interpretazione di questo comportamento non è certo facile, si potrebbe ipotizzare che ci sia stato un miglioramento delle condizioni di vita ed un maggiore rispetto delle norme igieniche associato all’ipotesi di una azione indiretta, legata al largo uso di chemioterapici con effetti sulle enteroparassitosi in generale, di antiparassitari con effetti sulle geoelmintiasi in particolare e di educazione sanitaria della popolazione. La nostra Struttura di Parassitologia medica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina, ha sempre condotto, a partire dal 1966, indagini epidemiologiche sulla diffusione delle parassitosi intestinali nell’Italia meridionale e principalmente in Sicilia e Calabria, dando alle stampe numerose note (1,2,3,4,6,7, 8,11,15). Continuando tale filone di indagini e sulla base delle considerazioni sopraespresse ci è sembrato opportuno esporre i dati relativi all’attività ambulatoriale 2 svolta negli anni 1996-2003, onde aggiornare i dati finora pubblicati ed esprimere il quadro epidemiologico per quanto riguarda la diffusione delle parassitosi intestinali nel territorio messinese. MATERIALI E METODI Presso i nostri laboratori afferisce un campione eterogeneo di popolazione di diversa estrazione sociale. Ai pazienti che pervengono alla nostra osservazione è consigliato, ove sia possibile, eseguire, sia per la ricerca di Enterobius vermicularis, sia per la ricerca di altri parassiti, l’esame su tre campioni consegnati nell’arco di una settimana. Gli esami eseguiti routinariamente sono: 1) l’esame parassitologico delle feci condotto con il metodo di Ritchie, con il metodo della soluzione cloruro-sodico-satura e con il metodo di Baermann. 2) l’esame microscopico diretto condotto il con metodo di Graham. Lo screening parassitologico è stato effettuato su soggetti appartenenti alla popolazione aperta (n° 16.694 per esami coproparassitologici e n° 6.123 per esame microscopico diretto) e su 3.146 soggetti ricoverati presso una struttura ospedaliera pubblica. RISULTATI Su 16.694 soggetti esaminati, 498 sono risultati positivi con una percentuale complessiva del 2,98 ed è stata riscontrata solo una lieve differenza tra i sessi (48,19% maschi e 51,81% femmine). Tab. 1 – Positività, suddivisa per anno e per sesso, riscontrata dal 1996 al 2003 PARASSITATI Anno Esaminati TOTALE MASCHI FEMMINE N° % N° % N° % 1996 2854 91 3.19 42 46.2 49 53.8 1997 3195 105 3,29 51 48,57 54 51,43 1998 2672 77 2,88 41 53,24 36 46,75 1999 2542 67 2,63 30 44,77 37 55,23 2000 1648 52 3,15 22 42,30 30 57,70 2001 1313 48 3,65 26 54,16 22 45,84 2002 1159 25 2,15 9 36,00 16 64,00 2003 1311 33 2,52 19 57,58 14 42,42 TOTALE 16.694 498 2,98 240 48,19 258 51,81 Dalla tabella 1 si evince come ci sia stata nel tempo una notevole diminuzione dei soggetti esaminati e di conseguenza un abbassamento della percentuale dei soggetti parassitati. Nella tabella n. 2 vengono suddivise le parassitosi riscontrate nel periodo in esame. 3 Enterobius vermicularis Hymenolepis nana Strongyloides stercolaris Blastocystis hominins Taenia spp. 18 20 23 12 12 8 3 3 99 19,87 5 8 12 4 2 2 0 3 36 7,22 12 16 7 9 8 3 2 6 63 12,65 2 2 0 1 0 0 3 2 10 2,00 3 1 7 7 3 5 2 2 30 6,02 5 5 3 6 9 9 2 6 45 9.03 12 15 10 8 12 8 6 3 74 15,26 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0,2 0 2 0 0 0 0 0 0 2 0,4 0 0 0 2 0 0 2 1 5 1,0 Trichuris trichiura Entamoeba coli 34 35 17 18 7 12 6 6 135 27,10 Ancylostoma duodenale Entamoeba histolytica Ascaris lumbricoides Endolimax nana 91 105 77 67 52 48 26 33 498 Giardia lamblia 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 TOTALE % PARASSITATOSI N° ANNO Tab. 2 – Parassitosi riscontrate nel periodo 1996-2003 presso la popolazione aperta 0 0 0 0 0 1 0 1 2 0,4 Tra i soggetti parassitati, suddivisi per fasce di età (v. tab. 3), Giardia lamblia è risultato essere il parassita più repertato nelle fasce di età comprese tra 0-10 e 21-40 nella misura rispettivamente del 36,6% e 25,6%. Tab. 3 – Distribuzione delle parassitosi di maggiore riscontro, per fasce di età FASCE DI ETA’ PARASSITATI Giardia lamblia Endolimax nana 0-10 11-20 21-40 41-60 Oltre 60 TOTALE 120 58 156 114 50 498 44 23 40 17 11 135 17 13 33 21 15 99 Entamoeba Blastocystis coli hominis 8 5 7 15 1 36 8 4 20 9 4 45 Grafico 1: Positivita’ per parassiti riscontrata dal 1996 al 2003 4 Enterobius vermicularis 28 6 22 5 2 63 Taenia spp. 5 8 26 29 6 74 Per Endolimax nana e Blastocystis hominis, la fascia più rappresentativa è risultata essere quella tra i 21-40 anni, mentre per Entamoeba coli quella tra i 41 e 60 anni. Per quanto riguarda gli elminti riscontrati, è bene specificare che la positività per E. vermicularis, riportata nelle tabelle, è quella riscontrata attraverso l’identificazione del parassita o delle sue uova con l’esame macroscopico o con l’esame parassitologico delle feci; i risultati, infatti, riferibili alla ricerca delle uova del nematode con il metodo di Graham, sono riportati nelle tabelle specifiche. E. vermicularis, anche attraverso indagini non specifiche, risulta essere sempre l’elminta più rappresentativo riscontrato in percentuale più alta nelle fasce di età da 0 a 10 anni e tra i 21 e i 40 anni (Tab. 3). Altro dato da tenere presente e che si evince dalla stessa tabella è la notevole incidenza tra i cestodi di Taenia spp., con il riscontro di 76 casi di cui 54 in soggetti appartenenti alle fasce di età comprese tra i 21 e 60. Si nota, inoltre, che anche altri elminti che sembravano scomparsi, sono al contrario sempre presenti. 30 soggetti sono risultati positivi per Strongyloides stercoralis, mentre Ancylostoma duodenale è stato riscontrato, nel 1997, in uno studente di 36 anni extracomunitario, proveniente da Batangas (Filippine). Per quanto riguarda Ascaris lumbricoides, 5 sono stati i soggetti parassitati; due appartenenti alla prima fascia di età, e tre appartenenti alla fascia di età compresa tra i 41 e i 60 anni. Ed infine, si riporta un solo caso riferibile ad un soggetto di 69 anni infestato da Trichuris trichiura, occorso nell’anno 2001, appartenente al sesso maschile, pensionato e residente presso una clinica privata. Lo screening per la ricerca di Enterobius vermicularis, attraverso la metodica di Graham, è stato effettuato su 6.123 soggetti. Di questi 289 sono risultati positivi con una incidenza del 4,71%, percentuale che si mantiene costante negli anni con piccole variazioni negli ultimi cinque anni riferibili ad una diminuzione di richiesta di tali indagini. La fascia di età più colpita risulta essere sempre quella da 0 a 10 anni, con picchi di positività che raggiungono anche il 94,7%. Le statistiche dimostrano che Enterobius vermicularis infesta più di 400.000.000 di persone, ed in molte zone del mondo, per esempio nel Nord America ed in Europa, è il parassita nematode più comune. Le infestazioni da E. vermicularis si scoprono grazie alla presenza delle loro uova sulle pareti perianali. Sintomi possibili di tale infestazione sono il prurito anale notturno, provocato dai movimenti dell’elminta femmina e dalla sostanza gelatinosa che avvolge le uova, che si intensifica ogni 2 – 4 giorni e comporta lesioni da grattamento. Nei bambini si notano cambiamenti di umore, stanchezza, irritabilità ed insonnia, oppure si possono riscontrare dimagrimento, eosinofilia, allergia e dermatiti. Si riscontrano infiammazioni catarrali della mucosa intestinale che favoriscono la comparsa di infezioni. Si osservano anche coliche, passeggere manifestazioni enteriche con evacuazioni molli, più volte al dì, ricoperte di muco o sanguinolenti. Vaginite, salpingite e peritonite pelvica possono manifestarsi per la migrazione aberrante dell’elminta adulto nel peritoneo. Non è fuori luogo, a tal punto, ricordare che E. vermicularis è un elminta sospettato all’origine di tumori della sfera genitale femminile (13). Inoltre, nostre indagini (14), in riconoscimento delle vie di contiguità anatomiche e quindi della possibilità dimostrata di patologia propria dell’apparato genitale (19), hanno sottolineato il ruolo del nematode lasciando pertanto aperto il campo diagnostico verso una etiologia parassitaria Ancora la nostra attenzione è stata rivolta verso un possibile 5 ostacolo alla fecondazione prendendo in esame un campione di donne sottoposte ad accertamenti diagnostici per sterilità (12). Come già riferito, controlli parassitologici sono stati effettuati anche su 3.146 soggetti ricoverati presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Messina. Di questi, 90 sono risultati positivi. Hymenolepis nana 0 2 2 2 1 0 2 0 9 1 0 1 0 1 1 1 3 8 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 0 2 5 1 1 1 1 12 1 1 0 1 2 0 1 2 8 0 0 2 2 1 0 2 1 8 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 2 Trichuris trichiura Enterobius vermicularis 1 0 4 6 5 3 1 0 20 Ancylostoma duodenale Entamoeba histolytica Ascaris lumbricoides Entamoeba coli 2 5 5 3 2 1 1 3 22 Taenia spp. Endolimax nana 6 9 16 19 13 6 10 11 90 Strongyloides stercolaris Blastocystis hominins Giardia lamblia 266 297 517 405 452 383 428 398 3.146 PARASSITATI N° 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 TOTALE ESAMINATI ANNO Tab. 4 – Incidenza delle parassitosi in soggetti ricoverati, nel periodo 1996-2003 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Come si evince dalla tab. 4, i protozoi più repertati sono stati Giardia lamblia ed Endolimax nana, seguiti da Entamoeba coli e Blastocystis hominis, mentre Strongyloides stercoralis è l’elminta più rappresentato essendo stato riscontrato in 12 soggetti, seguito da Taenia spp presente in 8 soggetti. CONCLUSIONI Conoscere e propagare i risultati di una indagine epidemiologica in modo semplice e tempestivo, è di grande utilità per la valutazione del ruolo delle parassitosi sulle abitudini di vita e sullo stato di salute della popolazione. Grazie alla ricerca epidemiologica si possono valutare le modifiche temporali della frequenza delle malattie parassitarie nel nostro Paese ed esaminare la distribuzione geografica e sociale. Con tale contributo è possibile inoltre identificare gli interventi preventivi con rapidità ed efficacia per la tutela della salute degli individui e della popolazione. Tale revisione sistematica è uno strumento molto importante per valutare l’evidenza scientifica circa l’efficacia di misure preventive e terapeutiche, che ha consentito negli ultimi anni di migliorare in molti campi la pratica clinica. In tale contesto si inserisce questo studio volto a valutare l’incidenza delle parassitosi riscontrata, nell’arco di tempo compreso tra il 1996 e il 2003, presso la Sezione di Parassitologia dell’Università di Messina, che è l’unica struttura specialistica della città e della provincia. Spicca tra le malattie parassitarie l’infestazione da E. vermicularis che testimonia, come per gli anni precedenti, la sua presenza particolarmente nell’età scolare e diffusibile, quindi, alla popolazione adulta. La presenza ancora di elminti quali S. stercoralis, T. trichiura e Taenia spp., avvalora la convinzione di giudicare non assenti le malattie parassitarie da essi sostenute. 6 Per quanto riguarda, invece, i protozoi intestinali, Giardia lamblia risulta essere sempre il protozoo più frequente, ma è bene sottolineare, anche, la presenza quasi costante di Entamoeba coli, di Endolimax nana e di Blastocystis hominis, il cui significato è oggi oggetto di revisione (10). Un ultimo dato da tener presente è la maggiore percentuale di parassitosi riscontrata in soggetti provenienti dalla periferia e dalle zone più disagiate rispetto ai soggetti afferenti dal centro e dalle zone fuori provincia. Emerge, quindi, la constatazione, peraltro confermata da indagini precedenti, della presenza di malattie parassitarie in seno alla popolazione. La nostra nota in conclusione porta un contributo sulla conoscenza di carattere epidemiologico della circolazione di parassiti nelle nostre zone e raccomanda l’inserimento, nello spettro etio-diagnostico di malattie, del ruolo di parassiti in considerazione dell’azione patogena, peraltro non sempre resa manifesta, secondo moduli prestabiliti. Anzi una caratteristica propria dei parassiti è il polimorfismo patogenetico e di conseguenza una variabilità clinica indefinita se non chiarita. Per tale motivo la ricerca parassitologica non può essere mai trascurata. BIBLIOGRAFIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 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