Al Sig. Ministro dell`Istruzione, dell`Università e della

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Al Sig. Ministro dell`Istruzione, dell`Università e della
Al Sig. Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Gentile Signora senatrice
Prof.ssa Stefania GIANNINI
Viale Trastevere, 76/a
00153 ROMA
OGGETTO: Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca –
Aspetti di criticità in merito all’insegnamento nella Scuola primaria e
secondaria in relazione ai concetti di Unione Europea ed Euro.
Gentile Sig. Ministro,
anzitutto mi presento: mi chiamo Giuseppe Palma, sono nato ad Ostuni (BR) il 10
novembre 1978 e svolgo la professione forense.
Tengo in primo luogo a ricordare il sacrosanto principio sancito dal primo comma dell’art.
33 della Costituzione: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
Ciò premesso, sottolineando a priori che sono del tutto estraneo dal voler – anche solo
minimamente – influire sull'altissimo principio della libertà di insegnamento, con la
presente Le segnalo alcuni gravi aspetti di criticità in merito al fatto che – a partire dalla
scuola elementare e sino al quinto anno di scuola superiore – si insegnano concetti del
tutto errati, o quanto meno parziali, inerenti sia l’Unione Europea che l’Euro.
Non sono un insegnante, ma ho tantissimi amici che lo sono e che mi hanno riferito di
molteplici stoltezze.
Nello specifico, Le elenco solo alcuni esempi:
1.
E’ del tutto diseducativo insegnare nelle scuole che la legalità è rappresentata
unicamente dalla condivisione ideologica da parte delle nuove generazioni del
concetto di Unione Europea in quanto questa, con i suoi Trattati, ha di fatto calpestato
– se non addirittura tradito – la Costituzione italiana.
Ne sono esempi evidenti il c.d. “Trattato di Lisbona” e il Trattato sulla stabilità,
coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria (il c.d. Fiscal Compact).
Prevedere, ad esempio, che uno Stato possa indebitarsi entro un limite dello 0,5%
rispetto al PIL (vedesi il contenuto del Fiscal Compact) quando la Costituzione sancisce
invece che la repubblica è fondata sul lavoro, non solo rappresenta un alto tradimento
della Costituzione stessa, ma consegna intere generazioni a povertà certa e a precarietà
perenne1. E che dire del c.d. “Trattato di Lisbona”? Una sorta di “Carta Costituzionale
dell’UE” (formalmente è un maquillage di due Trattati) che si “auto-sostituisce” alle
Costituzioni di ciascun singolo Stato senza che il popolo sia stato informato di nulla; un
vero e proprio tradimento dello Stato di Diritto e delle conquiste costituzionali costate,
sia a noi italiani che all’intera Europa, centinaia di milioni di morti: TUTTO QUESTO
GLI INSEGNANTI LO DEVONO SAPERE E LO DEVONO INSEGNARE;
2.
Il sistema di produzione legislativa dell’Unione Europea è retto da una struttura che
tradisce ampiamente i principi cardine dello Stato di Diritto. Nello specifico: ci sono
voluti centinaia di anni perché una sola disposizione legislativa prevedesse che la legge
(atto giuridico che produce effetti generali e astratti) fosse espressione della volontà
generale e quindi – attraverso procedure a garanzia delle minoranze e dettagliatamente
definite in una Carta costituzionale – provenisse da un organismo (il Parlamento) eletto
direttamente dal popolo.
La struttura relativa alla produzione giuridica dell’UE tradisce questo concetto che è
costato, anche al nostro Paese, milioni di morti e milioni di sacrifici.
Nell’UE, infatti, il potere legislativo (cioè quello di fare le leggi) spetta sostanzialmente
non al Parlamento europeo (eletto democraticamente dai cittadini di ciascuno Stato),
bensì al Consiglio dell’U.E. su proposta della Commissione europea, due organismi
non eletti e composti unicamente da tecnocrati che non rispondono – neppure
indirettamente – al popolo.
Ma v’è di più: i Regolamenti comunitari (le cui norme sono direttamente applicabili
negli Stati membri e non necessitano, come invece avviene per i Trattati internazionali,
di una procedura di ratifica da parte dei Parlamenti nazionali) sono posti – nella
gerarchia delle Fonti del diritto – su di un livello superiore rispetto alle leggi ordinarie
di ciascuno Stato (queste ultime approvate nel rispetto delle garanzie costituzionali),
tant’è che, qualora una legge nazionale non fosse conforme ad un regolamento
comunitario, il giudice nazionale deve disapplicare la legge nazionale ed applicare la
norma comunitaria.
Ciò detto, l’UE ha tradito e calpestato quei principi sanciti nelle Costituzioni nazionali
che – dalla Rivoluzione francese alla fine della Seconda Guerra Mondiale – hanno
donato a cinquecento milioni di persone un mondo libero e democratico. Il tutto ad un
prezzo altissimo in termini di vite umane: TUTTO QUESTO GLI INSEGNANTI LO
DEVONO SAPERE E LO DEVONO INSEGNARE;
3.
Nelle scuole si insegna che la moneta unica (l’Euro) rappresenta un importante passo
in avanti per il benessere dei popoli e che tornare alla sovranità monetaria sarebbe un
disastro. E’ TOTALMENTE FALSO!
Preciso che il debito pubblico non è mai un problema per gli Stati dotati di sovranità
monetaria, mentre lo è – e parecchio – per tutti quegli Stati che non godono della
medesima sovranità. Il concetto è semplice ma allo stesso tempo particolarmente
articolato, quindi rinvio qualsiasi tipo di argomentazione scientifica sull’argomento al
mio pamphlet intitolato “La dittatura dell’Europa e dell’Euro. Viaggio breve nel tessuto
dell’Eurocrazia” (Editrice GDS, aggiornato e corretto nell’agosto 2014), disponibile
gratuitamente e in semplice formato pdf sul sito dell’Associazione “Salviamo gli
Italiani”: http://www.salviamogliitaliani.it/wp-content/uploads/2014/09/CLICCAQUI-PER-IL-PDF.pdf.
Nell’antipatica ipotesi che si nutrisse diffidenza nei confronti del contenuto del mio
scritto, sull’argomento “moneta unica” faccio rinvio ad altri testi di altrettanti
autorevoli studiosi (es. Giuseppe Guarino, Paolo Barnard, Paolo Savona, Alberto
Bagnai, Antonio Maria Rinaldi, Claudio Borghi Aquilini, Bruno Amoroso etc) e premi
Nobel per l’economia (es. Paul Robin Krugman, Joseph Eugene Stiglitz, Amartya
Kumar Sen etc): TUTTO QUESTO GLI INSEGNANTI LO DEVONO SAPERE E LO
DEVONO INSEGNARE!
Non è mia intenzione dilungarmi molto ma, approfittando dell’occasione dell’inizio
dell’anno scolastico 2014/2015, Le chiedo di invitare tutti gli insegnanti e i professori della
scuola primaria e secondaria ad insegnare ai nostri ragazzi i concetti di Unione Europea ed
Euro sia nei loro aspetti positivi (cosa che già avviene) sia, soprattutto, in quelli negativi (e
sono tanti), in modo tale da lasciare a ciascuno studente la piena libertà di crearsi un
proprio pensiero, libero ed immune da condizionamenti di sistema.
La cultura e l’istruzione non appartengono né ad un sistema né ad una volontà comune!
Anzitutto la libertà, poi tutto il resto.
Sono un europeista convinto e in buona fede, ma insegnare – soprattutto a scuola – che
questa Unione Europea e questo Euro sono le uniche strade percorribili per un futuro
migliore non è degno di un Paese che si è dotato della più bella Costituzione del mondo.
E tornando proprio alla Costituzione, la LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO sancita dall’art.
33 co. I è da ritenersi INVIOLABILE e INSINDACABILE: infatti essa potrà realizzarsi
concretamente solo attraverso la piena ed effettiva libertà dell’insegnante di poter svolgere
il proprio lavoro senza alcun tipo di condizionamento e senza alcun assoggettamento a
direttive e/o percorsi delineati dal sistema.
Ogni strada intrapresa in senso opposto equivale ad un palese tradimento della
Costituzione!
Tutto ciò premesso, la prego di adoperarsi affinché tutte le discipline dello scibile umano,
dalla storia al diritto, dalla letteratura all’economia, dalla tecnica alla geografia etc.,
vengano insegnate a 360 gradi e non relativamente a quanto è congeniale e conveniente al
sistema eurocratico e al “Pensiero Unico Dominante”.
Certo che il mio appello non cadrà nel vuoto, colgo altresì l’occasione per salutarLa
cordialmente e per augurarLe buon lavoro.
Milano, li 10 settembre 2014
Avv. Giuseppe Palma
del foro di Brindisi
(1) Sul rapporto e sulla non conformità tra i Trattati UE e la Costituzione, si consiglia la
lettura di: BARRA CARACCIOLO Luciano, “Euro e (o?) democrazia costituzionale. La
convivenza impossibile tra Costituzione e Trattati europei”, Dike Giuridica Editrice, Roma 2013.