A 31 anni, la brindisina è una giocatrice realizzata
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A 31 anni, la brindisina è una giocatrice realizzata
A TU PER TU CON FLAVIA PENNETTA La campionessa della porta accanto A 31 anni, la brindisina è una giocatrice realizzata. Ha vinto 9 tornei Wta in singolare, 15 in doppio, ha alzato quattro Fed Cup e raggiunto la semifinale agli ultimi Us Open, oltre ad aver vinto un Grande Slam con l’amica Gisela. Oggi è una giocatrice felice che, nonostante i successi, è rimasta la ragazza di sempre. Che ha ancora voglia di giocare e che desidera, per il futuro, “essere un esempio per tutte, non soltanto come atleta ma anche come donna”. Ma in campo avrebbe ancora un paio di desideri... di MAX GRASSI FOTO COSA NON SI FA PER UNA CONNESSIONE WI-FI DECENTE... FLAVIA È COSTRETTA AD ENTRARE NELLA VASCA DA BAGNO PER USARE INTERNET SUL SUO IPAD. LA BRINDISINA È UNA DELLE GIOCATRICI PIÙ ATTIVE SUI SOCIAL NETWORK. SOPRA, LA PENNETTA - DISPONIBILE E SORRIDENTE COME SEMPRE - FIRMA AUTOGRAFI AI RAGAZZINI DELLA SCUOLA TENNIS DELL’ASPRIA HARBOUR CLUB DI MILANO 32 I FRANCESCO PANUNZIO, RAY GIUBILO, GETTY IMAGES una Milano insolitamente assolata, quella che fa da cornice al nostro incontro con la signorina Pennetta. Una città che la 31enne brindisina conosce molto bene per averci vissuto tre anni, agli esordi da “pro”, quando ragazzina venne alla corte di Barbara Rossi e Maurizio Riva per imparare a muovere i primi passi sul circuito. “Ho dei bellissimi ricordi di Milano. Mi ha insegnato cosa vuol dire sacrificarsi per ottenere un risultato. Ogni giorno mi facevo ore di metropolitana e questo mi ha aiutato a crescere”. Nel 2013 Flavia, prima a New York, dove ha ottenuto il suo miglior risultato Slam (semifinale), poi a Cagliari, dove ha vinto la sua quarta Fed Cup, è tornata ad assaporare il profumo delle grandi imprese. E non era per niente scontato visto che, oltre all’operazione allo scafoide del polso destro dell’agosto 2012, ha dovuto anche ricostruire il rapporto con il coach, dopo l’addio di Gabriel Ur- I 33 FOTO PANUNZIO A TU PER TU CON FLAVIA PENNETTA pi. Salvador Navarro “aveva un compito difficile, sostituire il tecnico con cui sono cresciuta. Lui è un ‘talebano’. Detta le regole e non si sgarra. Punto. E’ riuscito a mettere in riga anche mio padre”. Ride spesso, Flavia. Segno che la sua vita le piace e la soddisfa. Si è lasciata alle spalle le nubi cariche di pioggia del suo passato e può andare incontro al futuro con lo sguardo sicuro di chi sa di avere già lasciato le cime tempestose. “Quando si ricerca troppo qualcuno che non c’è più poi si finisce per perdersi” ci ha confidato. A lei è successo. Ma oggi non ha più pensieri che l’assillano e può concentrarsi semplicemente su quello che ama: giocare a tennis. Due anni fa hai dato alle stampe un’autobiografia molto diretta e autentica. Quanto ti è costato emotivamente metterti in gioco? “Emotivamente poco. Certo mi sono ritrovata a scavare nel mio passato. Però, ad essere sincera, è stato bello perché ho ritrovato tanti episodi che pensavo di avere scordato. Semplicemente non ci fai più attenzione. Ripensi a dei momenti, frammenti di vita, e ti dici: ‘mamma mia che ho fatto!’. E questo ti aiuta anche nelle scelte che ancora devi fare. E’ un po’ come fare un’analisi. Solo che non devi pagare (ride, ndr.)”. Racconti tanto dei tuoi amori. Neanche un po’ d’imbarazzo? “Ma no, perché alla fine le mie esperienze sono quelle di tante ragazzine di sedici anni. Ok, noi tenniste siamo famose. Però famose tra virgolette perché siamo persone normali. I primi amori, le prime delusioni, son sempre quelle, comuni a tutti. Che io sia una giocatrice di tennis o meno”. Sul nostro giornale abbiamo recentemente scritto che gli straordinari traguardi del nostro tennis rosa sono figli del primo grande ostacolo superato: quando nell’agosto del 2009 hai rotto il muro delle top 10. “Sicuramente è stato un input molto importante. Sono certa che ha spronato le altre. Alla fine, il nostro è un continuo rincorrersi. Una fa un risultato, l’altra cerca di migliorarlo. Tra di noi è così”. Quest’anno hai chiuso al numero 31 del ranking Wta. Un posto dopo c’è la canadese Eugenie Bouchard che è nata lo stesso tuo giorno (25 febbraio) ma dodici anni prima. “Non lo sapevo. Ma perché me l’hai 34 I detta ’sta cosa, che mi deprimo (ride, ndr.)”. Perché volevo sapere, da veterana quale ora sei, cosa pensi delle nuove leve e come è cambiato il circuito in questi tuoi 14 anni di professionismo? “Ah, è cambiato molto. Ho vissuto un primo cambio generazionale e adesso ce n’è uno ancora nuovo. Il gioco è diventato molto più fisico. Prima c’era più varietà. Anche le nuove leve hanno un tipo di gioco molto lineare, molto pulito. Molto simile al mio, a dire la verità, perché anche io non è che poi abbia tutte queste variabili. Il nome che tu hai fatto - la Bouchard - arriverà molto lontano. Avrà un’alta esposizione mediatica perché è anche molto bellina, oltre che di aspetto anche nei modi. Quindi, non dico che sarà la prossima Sharapova, ma quello è il suo cammino”. Condividete anche questo tu e lei allora, oltre che il compleanno... “Dici? Solo che lei è bionda e io mora (ride, ndr.)”. Mi dici una top player che ti piace affrontare e perché? E una che invece non sopporti? “Agnieszka Radwanska. Non mi piace perché è un muro e ha sempre soluzioni originali. Ecco, lei è un’altra mai banale. Sembra non ti faccia mai male e invece te ne fa sempre. Invece mi piace giocare con Sam Stosur, perché il suo gioco riesco a controllarlo quindi, tra le più forti, è quella che preferisco”. La tua presidentessa, Stacey Allaster, ha detto: “Le giocatrici sono pronte e favorevoli a giocare 3 su 5 se gli organizzatori dello Slam lo vogliono. Tutto quello che devono fare è chiedercelo”. E’ vero? “Certo. Se mi dicono che devo giocare al meglio dei 5 set lo faccio, però non penso sia corretto. Le caratteristiche di noi donne non sono paragonabili a quelle di un uomo”. A tuo avviso è più semplice che le ragazze giochino al meglio dei 5 set o che anche gli uomini finiscano per giocare gli Slam al meglio dei tre set? “I maschi in tre set. Se vuoi la mia opinione è anche più sano, forse. A livello fisico intendo”. Sei tornata anche a vincere in doppio, a Osaka, in coppia con la francese Kristina Mladenovic. “L’amore per il doppio non l’ho mai perso. Per me è importante almeno quanto il singolo. Come hai detto tu era DA SEMPRE GRANDE DOPPISTA, FLAVIA PENNETTA È STATA N.1 DI SPECIALITÀ NEL 2011. INSIEME A GISELA DULKO (IN ALTO) HA CONQUISTATO, NELLO STESSO ANNO, GLI AUSTRALIAN OPEN. DA POCO GIOCA CON LA FRANCESE KRISTINA MLADENOVIC (FOTO QUI SOPRA) CON CUI HA VINTO IL TORNEO DI OSAKA IN GIAPPONE RISORTA AGLI ULTIMI US OPEN FLAVIA PENNETTA S’È PRESA SCALPI PRESTIGIOSI: ERRANI, KUZNETSOVA, HALEP E VINCI, ARRENDENDOSI SOLO IN SEMIFINALE ALLA NUMERO 2 DEL MONDO VICTORIA AZARENKA. PRIMA DEL RIENTRO ALLE GARE DI FEBBRAIO (DOPO L’OPERAZIONE AL POLSO), LA 31ENNE BRINDISINA ERA SCIVOLATA AL NUMERO 158 DEL MONDO E AVEVA COMINCIATO A PENSARE AL RITIRO. LE PERSONE CHE LE STANNO INTORNO, PRIMI TRA TUTTI I GENITORI (NELLA FOTO, A SINISTRA, MAMMA CONCITA E PAPÀ ORONZO), L’HANNO PERÒ AIUTATA A SUPERARE LE DIFFICOLTÀ. OGGI È NUMERO 31 WTA IN SINGOLARE E 32 IN DOPPIO S “ “ Se devo giocare tre su cinque negli Slam per me è ok anche se credo non sia giusto. Anzi, anche i maschi dovrebbero giocare come noi donne, sarebbe più sanoo I 35 A TU PER TU CON FLAVIA PENNETTA 36 I C LA SEMIFINALE A NEW YORK, LA PRIMA IN UNO SLAM IN CARRIERA, L’HA RILANCIATA AI VERTICI E ORA FLAVIA PUÒ TORNARE AD ALLENARSI DURAMENTE PER LA PROSSIMA STAGIONE (NELLA PAGINA A FIANCO, FOTO A DESTRA). PARTE DEL MERITO DEL SUO RILANCIO VA AL NUOVO COACH, SALVADOR NAVARRO (AL CENTRO). LUI, DICE LA PENNETTA, “AVEVA UN COMPITO DIFFICILE, SOSTITUIRE GABRIEL URPI, CON CUI SONO CRESCIUTA. NAVARRO DETTA LE REGOLE E NON SI SGARRA. E’ RIUSCITO PURE A METTERE IN RIGA UNO COME MIO PADRE: ‘NON SI PARLA DI TENNIS A TAVOLA, NON CI SI AGITA DURANTE LA PARTITA’. E A ME DICE SEMPRE - CONCLUDE FLAVIA - ‘TU SOMIGLI A FEDERER... QUANDO GIOCA MALE PERÒ’ “ “ C’è stato un momento duro, in cui ho pensato di lasciare e avevo cominciato a pensare ad altro. Ma ogni infortunio mi ha aiutato a crescere e resa una giocatrice migliore tanto tempo che non vincevo un titolo. Dovessero decidere di girare un film Con Kristina mi trovo bene e molto prosulla tua vita... babilmente giocheremo insieme anche “Dovrebbero farne uno sulle imprese il prossimo anno. Devo ricostruire quel di Fed Cup, ci sarebbe da divertirsi”. feeling che avevo con Gisela (Dulko, la Ma se facessero un film tratto dal tuo libro “Dritto al cuore” che attrice scestorica compagna di doppio con cui ha glieresti per il ruolo di Flavia? vinto gli Australian Open nel 2011 e che “Questa è una domanda difficile... Ci si è ritirata alla fine del 2012, ndr.)”. sono: Anne Hathaway. Mi piace lei. Però Quasi tre anni senza un titolo in dopdovrei darle qualche lezione di tennis”. pio per una con il tuo curriculum sono un’enormità. “Il problema era che ho perso Gisela (ride, ndr.)”. Però con Kristina mi trovo davvero bene. Abbiamo giocato tre tornei, con buoni risultati. Lei è giovane, ha solo 20 anni e un margine di crescita molto ampio. In più è una che dà la stessa importanza al singolo e al doppio e questo per me è fondamentale perché io l’ho sempre fatto. Non sopporto di giocare con qualcuno che, magari PRIMA DI VOLARE A CAGLIARI PER GIOCARE LA FINALE DI FED perché va avanti in singo- CUP, FLAVIA HA FATTO TAPPA A MILANO DOVE HA GIOCATO CON I RAGAZZINI DELLA SAT DELL’ASPRIA HARBOUR CLUB lare, trascura il doppio”. La tua storia è fatta di tante resurrezioni. Da quando giovaHa mai pensato di smettere? nissima hai preso il tifo fino all’opera“Sì, certo. C’è stato un momento duzione al polso destro dello scorso anno. ro in cui ho pensato di lasciare tutto e Hai dovuto spesso ricominciare più avevo cominciato a pensare ad altro. Mi volte tutto da capo. Questi infortuni ti ero già data un obiettivo ma poi con il hanno aiutato a diventare una giocatennis è andata meglio e di conseguenza trice migliore o ti hanno soltanto fatto quell’idea è stata messa da parte. Ma è perdere tempo? solo rimandata. Le persone che mi stan“No, tutte le cose vengono per un no intorno mi hanno aiutata a superare motivo. Niente avviene per caso. Vedo le difficoltà ma arriverà il giorno in cui sempre il percorso come qualcosa di podovrò costruirmi una vita là fuori. Non sitivo. Sicuramente”. sono più una ragazzina, per cui smettere Il tuo rapporto coi social network è non sarebbe una tragedia”. molto attivo. Seguendoti su twitter si Ti piacerebbe, un domani, fare il capiha un po’ la sensazione di girare il cirtano di Fed Cup? cuito con te, segno che ti diverti a con“Sì. Mi vedo bene in questo ruolo. Sodividere con la gente le tue esperienze. no pronta per un impegno del genere”. E’ stata una tua iniziativa o, all’inizio, Senti, il genio della lampada ti offre la ti hanno consigliata in questo senso? possibilità di vincere un ultimo torneo: “No, macché. Gisela mi ha fatto una quale scegli? testa quanto una casa. Ha fatto tutto lei. “Due, uno non mi basta. Un Grande E’ merito suo”. Slam e Roma”. I 37