62 Scheda A4 Rime buffe 66 Scheda A6 C6? 106 Scheda
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62 Scheda A4 Rime buffe 66 Scheda A6 C6? 106 Scheda
indice 7 Presentazione 9 CAP. 1 Cos’è l’umorismo 19 CAP. 2 L’umorismo a scuola 31 CAP. 3 Un’indagine sull’umorismo 49 PERCORSO A: Classi prima e seconda 50 54 56 60 62 64 66 68 71 73 La città di… 77 PERCORSO B: Classi terza e quarta Scheda A1 Scheda A2 Scheda A3 Scheda A4 Scheda A5 Scheda A6 Scheda A7 Scheda A8 Scheda A9 Sarà vero? La band dei malati Come Charlot… o Totò? Rime buffe Puzzava una volta... C6? Mostra di mostri da mostrare Pestacacche Duecento parolacce 78 86 89 92 94 97 100 102 106 109 La più grande rapina del mondo Il veterinario sbadato Il venditore di riso Caricaturiamoci Bruno a Belluno Gli equivoci Te la racconto io Stranecase, stranivoti Archipazzi Una funebre rapina 113 PERCORSO C: Classi quinta e prima secondaria di primo grado 114 123 126 130 Scheda B1 Scheda B2 Scheda B3 Scheda B4 Scheda B5 Scheda B6 Scheda B7 Scheda B8 Scheda B9 A Corvaia si elegge il sindaco Un volto giallo-verde Soprannomi e sottonnomi Gestipici (comunicazione non verbale) Scheda C1 Scheda C2 Scheda C3 134 139 143 147 150 154 Scheda C4 Scheda C5 Scheda C6 Scheda C7 Scheda C8 Scheda C9 157 PERCORSO D: Ridere: istruzioni per l’uso Poli…tutto Coniglio comunale Macedonia di parole Sua Altezza il Sovrano Dare i numeri! A crepapelle 183 186 Scheda D1 La parodia Scheda D2 I colmi Scheda D3 La freddura Scheda D4 I giochi di parole Scheda D5 Metafore e similitudini Scheda D6 Terzo canto Scheda D7 Lo scherzo Scheda D8 La barzelletta Scheda D9 Hit parade di «battute» Scheda D10 I consigli di Geronimo Stilton per imparare a raccontare bene le barzellette Per riflettere 1 Il mio umorismo Per riflettere 2 Il test di Ziv sul senso dell’umorismo 187 Bibliografia e sitografia 162 164 166 168 170 173 175 176 180 181 La nostra proposta Non si può insegnare quello che si sa, non si può insegnare quello che si vuole; si può solo insegnare quello che si è. (Jean Jaurés) Dopo la presentazione, nel capitolo 3, di una ricerca sull’umorismo e la creatività, entriamo nel vivo del progetto didattico, che mira a potenziare la conoscenza umoristica e a migliorare le relazioni facilitando la coesione di gruppo e la risoluzione dei conflitti. Come abbiamo visto, lavorare a scuola con l’umorismo sollecita la motivazione e l’interesse abbassando i livelli di ansia, tensione e disagio emotivo. Inoltre stimola alcuni processi cognitivi quali il pensiero logico, inferenziale e metaforico. I percorsi operativi di applicazione dell’umorismo nella didattica sono: – percorso A, rivolto ad alunni delle classi 1a e 2a della scuola primaria; – percorso B, rivolto ad alunni delle classi 3a e 4a della scuola primaria; – percorso C, rivolto ad alunni delle classi 5a della scuola primaria e 1a della secondaria di primo grado. L’ultima parte del progetto prevede una sezione di lavoro — e di risate — che mira a promuovere la riflessione metacognitiva (percorso D); attraverso questi materiali il docente potrà raccogliere dagli alunni una serie di dati osservativi per verificare l’efficacia del percorso didattico svolto da un punto di vista sia degli apprendimenti che delle relazioni. I percorsi A, B e C si aprono con delle storie umoristiche (di tipologia diversa e graduate nelle difficoltà sulla base dell’età dei bambini) che fanno da sfondo alle attività. Tali storie sono da leggere ad alta voce (da parte dell’insegnante e/o dei bambini) cercando di individuare i passi, le parole e le situazioni che le rendono divertenti. Dopo essersi assicurati, attraverso una discussione guidata e opportune domande stimolo, che tutti gli alunni abbiano compreso la storia, si proporranno, nel tempo, le successive schede didattiche, ognuna costruita partendo da un input contenuto nel testo. Per ogni percorso sono previste nove schede di attività da svolgere in classe, così distinte: tre sull’umorismo attraverso il corpo, tre sull’umorismo attraverso il linguaggio, tre sull’umorismo attraverso le situazioni. Questa ripartizione orizzontale è utile per motivi didattici e organizzativi, anche se in molti casi l’umorismo utilizza contemporaneamente le diverse forme. Si pensi ad esempio al grande Totò, che nei sui film e nelle sue gag usava sapientemente il linguaggio verbale e quello del corpo molto spesso inseriti in situazioni di per sé comiche o rese tali (come la celebre gag nello scompartimento del treno con l’onorevole Trombetta). Gli insegnanti potranno presentarle nella struttura originale o, in qualche caso, rivederle, adattandole alla situazione della propria classe e/o al livello intellettivo dei propri allievi e comunque facendo sempre attenzione a porsi come «insegnante incoraggiante» (Catarsi, 2008) che suscita la motivazione ad apprendere. Le attività possono essere svolte anche secondo un ordine connesso alle attività curricolari programmate e ai collegamenti interdisciplinari che l’insegnante saprà individuare, tenendo conto delle indicazioni riportate nella presentazione di ogni singola scheda: percorsi cognitivi e relazionali, raccordi disciplinari, tempi consigliati e metodologia; viene inoltre presentata una sommaria descrizione dell’attività pro26 ◆ L’umorismo nella didattica posta, proprio per facilitare il lavoro del docente che comunque potrà modificarla e adattarla in rapporto alle esigenze del gruppo classe. Lo schema del progetto è presentato nella tabella 2.1. TABELLA 2.1 L’umorismo nella didattica: schema riassuntivo del progetto Percorso A Percorso B Percorso C Percorso D 1 e 2 primaria 3 e 4 primaria 5 primaria e 1 sec. 1° Per tutte le classi Storia: La città di… Storia: La più grande rapina del mondo Storia: A Corvaia si elegge il sindaco Ridere: istruzioni per l’uso B1 Il veterinario sbadato B2 Il venditore di riso B3 Caricaturiamoci C1 Un volto gialloverde C2 Soprannomi e sottonnomi C3 Gestipici D1 La parodia B4 Bruno a Belluno B5 Gli equivoci B6 Te la racconto io C4 Poli…tutto C5 Coniglio comunale C6 Macedonia di parole D2 I colmi D3 La freddura D4 I giochi di parole D5 Metafore e similitudini B7 Stranecase, stranivoti B8 Archipazzi B9 Una funebre rapina C7 Sua Altezza il Sovrano C8 Dare i numeri! C9 A crepapelle D6 Terzo canto D7 Lo scherzo D8 La barzelletta D9 Hit parade di «battute» D10 Imparare a raccontare a a a a a a Corpo A1 Sarà vero? A2 La band dei malati A3 Come Charlot… o Totò? Linguaggio A4 Rime buffe A5 Puzzava una volta… A6 C6? Contesto A7 Mostra di mostri da mostrare A8 Pestacacche A9 Duecento parolacce L’umorismo attraverso il corpo Il «comico di movimento» si ha quando qualcosa di strano, che contrasta con il nostro schema mentale, interviene nel movimento: ad esempio movimenti che si susseguono in modo imprevisto e improvviso, molto velocemente e con conseguenze inaspettate. Può riguardare la deambulazione — ad esempio un modo strano di correre, di cadere, ecc. — o la gestualità, come nei classici sketch delle torte in faccia. Un caso particolare è quello della «finzione trasparente» (Morgan, 2008), in cui chi parla afferma qualcosa facendo finta di credervi e, nel medesimo tempo, segnala attraverso la comunicazione non verbale (gesti, movimenti del corpo, ecc.) che si tratta di una finzione: ad esempio, dice «Nell’aria c’era un bel profumo di violette» e intanto sventola la mano davanti al naso e fa la faccia schifata. In questa «prospettiva teatrale» il parlante ironico crea una sorta di intesa, di complicità con il destinatario, e questa sintonia, questa circolarità del messaggio L’umorismo a scuola ◆ 27 comunicativo, è particolarmente utile nelle relazioni, anche per superare le eventuali difficoltà. È stato infatti rilevato che il meccanismo del «contagio emozionale» è molto potente, sia nei bambini piccoli che in quelli più grandi. Un gioco di questo tipo, antico quanto divertente, è quello dell’imitazione non verbale a coppie: chi riesce a stare più tempo «serio» guardandosi in faccia? Prima potremmo provare con la coppia adulto-bambino e poi potremmo passare alla coppia bambino-bambino. Una semplice ma divertente attività può essere quella di disegnare oggetti incongrui e strani: un gatto con due teste, un cane con il becco, ecc., accompagnando il momento con stati d’animo gioiosi. Prima sarà l’insegnante a produrre alcuni di questi strani disegni in modo che i bambini siano successivamente facilitati nel crearne altri. L’umorismo attraverso il linguaggio «La comunicazione ironica è una comunicazione obliqua, poiché, da un lato, mostra ciò che nasconde, dall’altro, nasconde ciò che dice» (Anolli, 2002). L’espressività della lingua è un importante fattore di comicità. Si ride, infatti, di ciò che si può fare con le parole, con la loro polisemia, con il loro concatenamento, con le onomatopee; si ride anche di semplici elementi della sintassi usati in modo distorto, errori volontari di grammatica, ortografia, accento, ecc. Alcuni risultati sperimentali (Andreani e Orio, 1972) hanno dimostrato che esistono correlazioni statistiche significative tra ragionamento umoristico e abilità verbali. Nella comunicazione ironica il lettore o l’ascoltatore deve operare una manipolazione semantica per decifrare correttamente il messaggio attraverso alcuni indici. Nell’ironia verbale gli indici sono l’intonazione, la mimica e i gesti; nell’ironia scritta sono le virgolette, il punto esclamativo e i puntini di sospensione. Una bambina e un grosso cane sono fermi all’angolo di una strada. Si avvicina un passante, che chiede alla bambina: «Morde il tuo cane?». «No» risponde la bambina. Il signore tende la mano per accarezzare il grosso cane, il quale gli si rivolta contro, gliela morde e quasi gli stacca due dita. Il signore urlando: «Ma bambina mi avevi detto che il tuo cane non mordeva!». «Ma signore questo non è il mio cane.» Ma come si fa a comporre un «motto» spiritoso? Le modalità vanno dalla formazione di nuove parole alla modificazione di altre, al cambiamento del loro ordine, al gioco con la polisemia (Staccioli, 2008). Per giocare con le parole insieme ai bambini più piccoli, possiamo prendere tantissimi spunti da classici come Grammatica della fantasia di Gianni Rodari (1973) e I draghi locopei di Ersilia Zamponi (1986) che, oltre a infiniti giochi linguistici, propongono anche attività più strettamente legate all’umorismo ricavato dai giochi di parole e dalle somiglianze grafiche e fonemiche di alcuni termini. È il caso del falso indovinello di Gianni Rodari (1973): Un signore di nome Osvaldo Andò in Africa e sentì caldo. Si domanda: aveva caldo così Perché era nato a Forlì O perché si chiamava Osvaldo? 28 ◆ L’umorismo nella didattica La risposta, afferma Rodari, è già contenuta nei versetti: il signor Osvaldo aveva caldo perché stava in Africa, luogo antonomastico delle alte temperature. Il finto indovinello l’ha nascosta, deviando l’attenzione dell’ascoltatore su un «aut aut» del tutto arbitrario, rappresentato dai due «perché». Ma ecco un altro esempio: Un ortolano di poco cervello Seminò nel suo orto la parola ravanello. Una risposta da voi si vuole: crebbero poi ravanelli o parole? In questo caso la risposta («Non crebbe niente, perché per far crescere i ravanelli ci vogliono i semi di ravanello e le parole non crescono negli orti») è data dalla stessa forma, la negazione di un falso «aut aut»: «tutti stanno attenti alla trappola e la risposta giusta è più pronta. Ma il divertimento non è minore» (Rodari, 1973). Un’ulteriore attività consiste nell’inventare e utilizzare nomi incongrui per alcuni oggetti: come potremmo chiamare una sedia, un pennarello, il naso, ecc.? Una volta trovati nomi strani, senza senso, inventati o scambiati, possiamo provare a costruire una piccola storia. Può essere divertente, nella prima classe della scuola primaria, preparare cartoncini con tutti i nomi dei bambini e poi distribuirli a caso chiamando, per un po’ di minuti, ciascuno con il nome attribuito dalla sorte (il gioco può essere ripetuto nei giorni successivi). eh dAi mAmmA, Ammettilo: il fAtto che siA l’ultimo dellA clAsse significA che non copio! L’umorismo attraverso le situazioni Essere spiritosi significa avere un atteggiamento scherzoso e un’abilità cognitiva che consente di comprendere ed evidenziare incongruenze, paradossi e assurdità non solo attraverso il corpo e il linguaggio ma anche all’interno di situazioni e contesti. L’umorismo a scuola ◆ 29 Il comico di situazione si viene a creare quando in una determinata circostanza se ne inserisce un’altra del tutto estranea, cioè quando vengono a coesistere situazioni che non hanno attinenza. A volte alcune situazioni che per l’adulto non generano comicità, la generano invece per il bambino. Questo dipende dal diverso livello esperienziale che il bambino ha rispetto all’adulto. Il bambino, infatti, non essendo abituato a vedere alcune situazioni in connessione, vi rileva una disarmonia e una stranezza per lui fonte di riso. Attività per una riflessione metacognitiva sull’umorismo Ai percorsi operativi segue «Ridere: istruzioni per l’uso», una serie di attività legate alla riflessione metacognitiva sulle caratteristiche dei vari «oggetti» umoristici che incontriamo (parodie, colmi, freddure, giochi di parole, metafore, gag, scherzi) e mirate all’acquisizione di una maggiore consapevolezza del funzionamento di certi meccanismi umoristici attraverso l’esercizio della mente (Mariani e Sarsini, 2006); sono inoltre presentati due questionari — «Il mio umorismo» e «Il test di Ziv sul senso dell’umorismo» — che permettono di conoscere un po’ di più l’aspetto umoristico della nostra personalità. La comicità creativa, infatti, è data non tanto dallo spontaneismo ma dalla conoscenza esplicita delle regole che stanno alla base del pensiero umoristico. A questo proposito viene da chiedersi se la cosiddetta «vena umoristica» (L’avena umoristica direbbe Ennio Monachesi) sia innata o frutto di apprendimento. Riteniamo che in questa come in molte altre questioni non esista una verità assoluta: fattore innato, apprendimento e ambiente interagiscono nella formazione della personalità e quindi anche del pensiero umoristico nelle sue varie manifestazioni. Per concludere… Noi vorremmo eliminare le conclusioni, in quanto più che le parole conta, in questa come in altre proposte, «sporcarsi le mani» e provare nella pratica quanto un percorso e uno stile umoristico possano funzionare. Dunque il nostro suggerimento è quello di approfondire in proprio il tema della didattica legata all’umorismo, all’ironia e alla barzelletta. Nel momento in cui il singolo insegnante sentirà di credere in questo approccio e in questo possibile lavoro, potrà proporre ai bambini, con spirito sereno, le storie e le schede che abbiamo predisposto. Sarà la scoperta o la riscoperta di un mondo ricco e trasversalmente importante per l’approccio alle diverse discipline di insegnamento: i benefici in termini di maturazione intellettiva e di clima nella classe non tarderanno a manifestarsi. 30 ◆ L’umorismo nella didattica Percorso B Classi terza e quarta Con i bambini delle classi terza e quarta ci sembra opportuno che sia l’insegnante a leggere la storia in modo espressivo cercando di sottolineare con i comportamenti non verbali i passaggi più divertenti, aiutando a comprendere i termini e le situazioni più complesse. Anche in questo caso lasciamo al docente la scelta delle modalità legate sia alla presentazione dei personaggi (ad esempio se prima o dopo la storia oppure non appena compaiono), sia alla suddivisione o meno in parti del racconto. L’importante è che l’interesse verso le avventure dei nostri personaggi sia mantenuto vivo e costante e che l’attesa del finale diventi motivante rispetto alle successive attività. Le schede proposte rappresentano solo una piccola parte dei possibili spunti comici offerti dalla storia: l’insegnante potrà individuarne altre o integrare alcune di quelle proposte. Percorso B ◆ 77 La più grande rapina del mondo (da un’idea di Paolo Angelini e Laura Pierotti) 1. Finalmente la cella del carcere di Algattraz si aprì e da una porticina secondaria uscì GattoGargiulo. Ad attenderlo, alla guida di una Cocon Devinson, Coca, una gallina abbastanza bassa, tacco 12 per rimediare. Scheda B3 «Vola, pollastra» disse GattoGargiulo Scheda B1 «sono proprio stanco di vivere in gattabuia! E poi…» aggiunse piano «c’è una grande novità: ho progettato la rapina del secolo». «La rapina del seco-co-co-co-co-lo?!» starnazzò Coca avviando la potente moto. In breve, i due scomparvero all’orizzonte diretti verso il loro quartier generale. GattoGargiulo è un gatto abbastanza alto, ha gli occhi verdi (gli si vedono di rado perché dopo le rapine porta gli occhiali scuri per non farsi riconoscere), è tigrato grigio-nero e, per gli amici rapinatori, ha una faccia raccomandabile. GattoGargiulo è espertissimo nello scegliere le armi e gli attrezzi adatti per le rapine, però ha paura delle canzoni cochesche che, a causa delle cocovibrazioni, fanno sempre scoppiare i tubi della cucina. Per fortuna che lui, per sviare i sospetti, ha un secondo lavoro di copertura: fa l’idraulico… anche se non ci capisce un tubo! Coca mostra un colore del piumaggio non definibile. Questo fatto è dovuto a una rapina in un colorificio: mentre tentava di sottrarre del colore verde banconota per dipingere la propria casa, finì dentro la vasca dove si mescolavano i colori. GattoGargiulo la tirò fuori quasi subito, ma le piume rimasero segnate per sempre dalla vernice. La famiglia dei Cochi deve il proprio cognome a un errore dell’impiegato dell’ufficio anagrafe Scheda B6 che dimenticò la doppia nella trascrizione sui registri comunali. Ormai la doppia C di Cocchi si è persa per sempre. 2.Scheda Dopo circa mezz’ora arrivarono al covo: una casa a forma di uovo tinta di verde banB7 ; naturalmente c’era installato l’allarme anti-polliziotti Scheda B5 . Dentro li conota aspettavano Billy Gargiulo, fratello maggiore di Gatto (così abbreviano il suo nome gli amici), e Sam Cocoso, cugino di Coca (più noto alla pollizia come Cugino Cocoso). I quattro si misero al tavolino a sbevazzare qualcosa e Coca chiese a Gatto: «Co-co-co-cocos’è questa rapina del secolo?». GattoGargiulo si grattò un baffo, accese un puzzolentissimo sigaro toscano e, soffocando un attacco di tosse, esclamò: «Una rapina sì, ma non una qualunque, qualcosa che rimanga nella storia… che ne dite, ad esempio, di una rapina alla Cocgold Bank?» disse orgoglioso gonfiando il pelo e ruotando la coda. «Alla Cocgold Bank?! Impossibile…» risposero Billy e Sam demoralizzati. «Alla Co-Co-Co-Co-Cocgold Bank? Impossibile…» concluse dopo un po’ anche Coca. Dovete sapere che la Cocgold Bank era famosissima per il denaro che conteneva, ma anche per il sofisticato sistema di allarme e per lo spiegamento di difese che era situato al suo interno. L’unico ladro che era riuscito a entrare nel suo caveau era stato, anni prima, Gisello il 78 ◆ L’umorismo nella didattica Gatto Snello, un lontano parente di GattoGargiulo che però era rimasto imbambolato e traumatizzato dall’ultimo potentissimo antifurto che emetteva sibilanti note cochesche. Per guarire la sua mente, ancora oggi deve mangiare continuamente la cosa più cattiva che c’è nel mondo gattesco: il mais all’anguria! Povero Gisello, è sempre più magro e ormai sembra proprio sulla strada dell’anoressia. «Ce la faremo, ce la faremo» replicò Gatto. «In carcere ho passato intere settimane a studiare e ho scoperto l’infallibile formula per disattivare nove dei dieci codici degli allarmi!» E sbuffò tanto di quel fumo di sigaro che poco mancò che Coca e Sam Cocoso avessero un attacco di asma. «Al decimo dovrei pensare io?» chiese pensieroso Billy Gargiulo, a cui stavano spuntando i primi peli bianchi. «Proprio così» replicò Gatto. «Proprio co-co-co-co-co-sì…» chiosò Coca, a cui l’idea della rapina cominciava a piacere. I quattro amici decisero di festeggiare l’idea di questa nuova rapina stappando uno spumante storico, rubato in una nobile cantina circa cinque anni prima. Coca aveva appena infilato il becco nel bicchiere, quando driinn… driinn… driinn… Era il telefono. GattoGargiulo andò a rispondere e, appena ebbe ascoltato mezza frase pronunciata dall’altro capo del telefono, tirò un miagolio agghiacciante: «Miaooooooo… nooooooo!!!», e cadde lungo e disteso sul pavimento. Svenuto e immobile. Immobile e svenuto. Coca e Sam avrebbero voluto chiamare il 118 gattesco, ma Billy disse sicuro: «Si riprenderà, state tranquilli. Ci vuole ben altro che una telefonata per far fuori Gatto…». Proprio in quel momento un filo di fumo del pestilenziale sigaro caduto a terra sfiorò una narice di Gatto, che mosse la testa, si guardò intorno e chiese: «Che mi è successo?». Coca gli rispose: «Sei improvvisamente svenuto, ma co-co-co-co-co-co-sa ti hanno detto? Per caso i polliziotti vengono a fare una perquisizione?». GattoGargiulo rispose serio e quasi stava per svenire di nuovo: «Peggio! I miei 28 fratelli, chissà come, sono venuti a sapere che stiamo progettando una rapina e vengono domani per aiutarci…». Coca aggiunse stupita: «Ma che problema c’è? Più siamo meglio è…». Gatto rispose prontamente: «Tu non conosci i miei fratelli… Sono imbranatissimi! Da piccoli non riuscivano a rubare neanche una ciotola di latte!». 3. Che fare? I quattro amici decisero che non potevano compiere una rapina con una banda in quelle condizioni, allora pensarono di costruire un campo di addestramento dentro una grotta nascosta che comunicava con la casa attraverso un sotterraneo: almeno i polliziotti non li potevano vedere. Lì avrebbero istruito a dovere i 28 fratelli di GattoGargiulo. Arrivò puntuale il giorno successivo: il campanello suonò ed entrarono i 28 fratelli… facendo una confusione indescrivibile, un canaio — ehm, un gattaio — della malora. Percorso B ◆ 79 84 ◆ L’umorismo nella didattica Disegniamo Dopo aver letto la storia, disegna nei due riquadri i due personaggi principali, rispettando le caratteristiche descritte nella presentazione. GattoGargiulo Coca GattoGargiulo: è un gatto abbastanza alto, ha gli occhi verdi ed è tigrato grigio e nero. Professione: ladro e carcerato Secondo lavoro: idraulico Segni particolari: porta occhiali scuri per non farsi riconoscere Paure: ha paura delle canzoni cochesche Coca: è una gallina abbastanza bassa dal piumaggio non definibile Professione: ladra e altruista Secondo lavoro: guida la moto Cocon Devinson Segni particolari: ha le piume sporche di vernice color verde banconota Paure: ha paura del buio Altri personaggi Billy Gargiulo: fratello maggiore di GattoGargiulo Sam Cocoso: cugino di Coca noto alla pollizia come Cugino Cocoso Gisello il Gatto Snello: un lontano parente di GattoGargiulo Little Gargiulo, Mohamed Gargiulo e gli altri ventisei fratelli minori di GattoGargiulo Qualche malcapitato © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson ◆ 85 O CORP Scheda B1 Il veterinario sbadato Un veterinario sbadato ha fatto un po’ di confusione durante i suoi interventi chirurgici su alcuni animali. Pollastra e Gatto (i protagonisti della storia «La più grande rapina del mondo») sono diventati un unico animale, un Pollatto, come quello raffigurato più sotto. Di seguito ti vengono date alcune coppie di animali che il veterinario sbadato ha fatto diventare uno solo, mantenendo alcune caratteristiche fisiche sia dell’uno che dell’altro. Disegna ogni animale creato e descrivi le caratteristiche richieste. Pollastra + gatto = pollatto Quali caratteristiche fisiche: ha il muso, con i baffi e le orecchie, due ali con tante penne, una lunga e morbida coda, due zampe con gli artigli affilati. Come si muove: cammina su due zampe, a volte saltella, si arrampica sugli alberi. Cosa mangia: topi con contorno di granturco. Qual è il suo verso: «Coccomiao!». Zanzara + rinoceronte = zanzaronte Quali caratteristiche fisiche: __________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Come si muove: ____________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Cosa mangia: _______________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Qual è il suo verso: _______________________________________ © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson ◆ 87 O CORP Scheda B1 (continua) Tigre + farfalla = _______________________________ Quali caratteristiche fisiche: __________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Come si muove: ____________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Cosa mangia: _______________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Qual è il suo verso: _______________________________________ Tartaruga + struzzo = _____________________ Quali caratteristiche fisiche: __________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Come si muove: ____________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Cosa mangia: _______________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Qual è il suo verso: _______________________________________ Dimmi un po’ Hai trovato divertente questa attività? poco abbastanza molto Cosa ti è piaciuto di più? ___________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________________________________ Quanto pensi di essere stato bravo a svolgere questa attività? Datti un voto! 1 88 ◆ 2 3 4 5 6 © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson 7 8 9 10 ins Per l’ egnante Scheda B5 Gli equivoci Riferimento al testo della storia «La più grande rapina del mondo»: «l’allarme antipolliziotti». Percorsi cognitivi e relazionali: cogliere la flessibilità della lingua, misurarsi con la comprensione di una barzelletta, comprendere che l’equivoco è spesso alla base della comicità. Raccordi disciplinari: arte e immagine, italiano, matematica, informatica. Tempi consigliati: circa due ore; le quattro attività proposte possono essere svolte in momenti diversi nel corso di due settimane. L’attività: l’insegnante trova nella scheda che segue quattro diverse attività che potrà presentare nell’ordine dato o con una diversa scansione. La prima attività, legata ad arte e immagine, richiede un buon livello di fantasia e di creatività espressiva (poliziotti – polliziotti). Successivamente la «vecchia» barzelletta opportunamente riadattata potrebbe essere raccontata dalla stessa insegnante anche per verificare il livello di gradimento e soprattutto di efficienza dei processi inferenziali degli alunni (che in seguito sarà verbalizzato nella risposta scritta). Le altre due attività si giocano ugualmente sull’equivoco analizzando le conseguenze pratiche (e matematiche) dei fraintendimenti. Complessivamente le quattro attività proposte investono la creatività a livello di intelligenze multiple. Può risultare interessante e significativo nell’attività delle «1 o 2 pasticche» sviluppare una discussione con gli alunni cercando di far comprendere che non sempre il di più serve alla mente o all’organismo secondo il noto principio di Gregory Bateson per cui «Il troppo è nemico del bene». Infatti con 102 pasticche… © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson ◆ 97 IO UAGG LING Scheda B5 Gli equivoci Di seguito sono riportate quattro divertenti attività che si concentrano tutte sugli equivoci linguistici. 1. Nella storia La più grande rapina del mondo troviamo l’equivoco, ortografico, del termine POLLIZIOTTI anziché POLIZIOTTI. Fai i disegni di entrambe le parole, poi confrontali con quelli dei tuoi compagni. Poliziotto Polliziotto 2. Anche la seguente barzelletta si gioca su un equivoco linguistico. Un anziano signore sta passeggiando in una strada del centro e vede all’ingresso di un bar la scritta «Caffè con internet». Incuriosito entra e ordina: «Un caffè con internet». La cassiera lo guarda incredula e gli dice: «Signore, c’è un equivoco!». «Mi dia anche quello che ce lo inzuppo dentro…». Qual è l’equivoco linguistico che rende divertente la barzelletta? ________________________________________________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________________________________ 98 ◆ © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson IO UAGG Scheda B5 LING (continua) 3. Spesso nella vita reale si incontrano situazioni che generano equivoci (non da inzuppare!). Nella vignetta che segue l’equivoco è dato dalla difficoltà di interpretare la scrittura del medico (i medici, si sa, scrivono in modo indecifrabile!). Nella ricetta si legge: «Dare al paziente 1 O 2 pasticche». Saranno 1 o 2 oppure 102? ci sArÀ scritto 1 o 2 pAsticche oppure 102? Cosa succede se il malato prende 1 o 2 pasticche? ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ E se ne prendesse 102? ____________________________________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________________________________ 4. Un altro divertente gioco di equivoci è quello di prendere vari titoli di quotidiani e poi, di ognuno, ritagliarne una parte per costruire alla fine un titolo nuovo. Riportiamo un esempio. CROLLANO LE BORSE – I POLITICI LITIGANO TRA LORO – SCOVATO IL LADRO CHE SI NASCONDEVA IN CANTINA Scegliendo di incollare le parole sottolineate verrà fuori questo messaggio: I POLITICI CROLLANO IN CANTINA Dimmi un po’ Hai trovato divertente questa attività? poco abbastanza molto Cosa ti è piaciuto di più? ___________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________________________________ Quanto pensi di essere stato bravo a svolgere questa attività? Datti un voto! 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson ◆ 99 ins Per l’ egnante Scheda B9 Una funebre rapina Riferimento al testo della storia «La più grande rapina del mondo»: «Uscirono dalla Cocgold Bank con il carro funebre». Percorsi cognitivi e relazionali: comprendere l’importanza del contesto di riferimento nel determinare, modificandolo, le situazioni che da «normali» possono diventare assurde, comiche e divertenti. Raccordi disciplinari: italiano, logica, matematica, arte e immagine. Tempi consigliati: una o due ore in una settimana. L’attività: le schede che seguono richiedono una buona dose di intelligenza flessibile e divergenza di pensiero. Il meccanismo della modifica dei contesti è quello che sta alla base, in molti casi, della comprensione o meno del divertimento: una «funebre rapina» può far sorridere perché un carro funebre non è proprio il mezzo più adatto al contesto «rapina». Nella presentazione della prima scheda (p. 110) l’insegnante potrà utilizzare anche altri esempi di «contesto modificato» mantenendosi però sempre a livello di situazioni divertenti. Il modo con cui gli alunni riusciranno a completare la scheda rappresenterà un ulteriore utile elemento di conoscenza dei singoli alunni. Attraverso le attività proposte nella seconda scheda (pp. 111-112) i bambini potranno invece sperimentare che alcune sensazioni quali la paura possono essere facilmente esorcizzate se riusciamo a trasformarle in divertimento, così come avviene la notte di Halloween. © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson ◆ 109 Scheda B9 ESTO CONT Una funebre rapina Vi sono alcune situazioni in cui certi comportamenti sono adeguati, mentre lo stesso comportamento in altre situazioni diventa ironico perché non adatto al contesto, tipo effettuare una rapina con un carro funebre come nella storia «La più grande rapina del mondo». Di seguito sono riportati alcuni comportamenti che diventano umoristici perché non adatti al contesto, prova a inventarne altri partendo dalle frasi date. Contesto A: classe (durante l’interrogazione) Maestra: «In quale anno fu scoperta l’America?» Contesto B: quiz televisivo Lucia: «Posso chiedere l’aiuto del pubblico?» Contesto A: cielo notturno Riccardo: «Guarda c’è una stella cadente!» Contesto B: mare Matteo: «Ecco perché questa mattina ne ho trovata una sulla spiaggia!» Contesto A: ristorante Cliente: «Cameriere, mi può portare un risotto ai frutti di mare?» Contesto B: alberi Cameriere: «Mi dispiace, sono ancora troppo acerbi» Contesto A: traffico urbano Bambino: «Mamma, che cosa sta facendo quel vigile urbano in mezzo al traffico?» Contesto B: orchestra Mamma: _________________________________________________________________________________________________________________ Contesto A: in auto Bambina: «Papà, io lo so perché quel ragazzo con lo zaino, per strada, ha il pollice sollevato» Contesto B: numeri Bambina: ___________________________________________________________________________________________________________________________ Contesto A: dal medico Medico: «Signora, le ossa di suo figlio sono un po’ fragili, ha bisogno di calcio» Contesto B: campo sportivo Figlio: _____________________________________________________________________________________________________________________ 110 ◆ © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson ESTO CONT Scheda B9 (continua) Una funebre rapina È la notte di Halloween ed è stato deciso di compiere una funebre rapina alla Cocgold Bank. La classe si dividerà in 4 terribili squadre: i Fantasmi, gli Zombie, le Streghe, i Vampiri. Ogni squadra dovrà portare a termine alcuni compiti con esattezza avendo a disposizione un’ora di tempo. L’insegnante farà da giudice imparziale. La squadra vincente potrà «rapinare» la banca scolastica dove vengono tenuti sotto chiave dolcetti e caramelle. Squadra dei Fantasmi Squadra delle Streghe (Nomi) (Nomi) _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ Squadra degli Zombie Squadra dei Vampiri (Nomi) (Nomi) _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson ◆ 111 ESTO CONT Scheda B9 (continua) Ogni squadra, lavorando in gruppo, dovrà svolgere in maniera precisa e accurata i seguenti compiti. Il tempo a disposizione è di un’ora. Compito 1: La paura fa 90 Comporre 8 operazioni diverse (2 con l’addizione, 2 con la sottrazione, 2 con la moltiplicazione, 2 con la divisione) il cui risultato sia sempre 90. Compito 2: La maschera mostruosa Utilizzando carta o cartoncino, realizzare una maschera che sia il più possibile mostruosa e spaventosa. Compito 3: Una storia da brivido Comporre un testo che faccia venire i brividi dalla paura. Compito 4: L’elenco della paura Scrivere un elenco di 10 cose che possono fare paura (ad esempio i ragni, l’interrogazione della maestra, ecc.). Compito 5: Che paura! Ogni componente della squadra deve descrivere in poche righe un evento, una situazione che gli ha fatto proprio tanta paura, iniziando la propria descrizione con: «Che paura quella volta che…». Allo scadere dell’ora, ogni squadra presenta ai compagni e all’insegnante i risultati dei 5 compiti. La squadra che l’insegnante reputa vincitrice può rapinare i dolcetti e le caramelle della banca scolastica e magari dividerli con le altre squadre mostruose. Dimmi un po’ Hai trovato divertente questa attività? poco abbastanza molto Cosa ti è piaciuto di più? ___________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________________________________ Quanto pensi di essere stato bravo a svolgere questa attività? Datti un voto! 1 112 ◆ 2 3 4 5 6 © 2011, E. Falaschi e A. Pierotti, L’umorismo nella didattica, Trento, Erickson 7 8 9 10