progetto preliminare - Provincia di Caserta

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progetto preliminare - Provincia di Caserta
Provincia di Caserta
PROVIDUNE (LIFE07NAT/IT/000519)
Conservazione e ripristino di habitat dunali
nei siti delle Province di Cagliari, Matera, Caserta
Azioni C1 e C3
Interventi nel SIC IT8010019 “Pineta della Foce del Garigliano”
Comuni di Sessa Aurunca e Cellole
PROGETTO PRELIMINARE
Allegato:
Tavola:
Relazione tecnico illustrativa
Scala:
Data: 29 Dicembre 2011
Responsabile per la progettazione preliminare:
Dott. Agr. Vincenzo Maria Brancato
Consulenze e relazioni specialistiche:
Geobotanica: Dott.ssa Assunta Esposito (Dipartimento di Scienze per la Vita SUN)
Sedimentologia: Prof.ssa Micla Pennetta (Dipartimento di Scienze per la Terra UNINA)
Studio Impatti: Arch. Raffaella Nappi (Autorità di Bacino Liri Garigliano e Volturno)
Collaborazione e supporto tecnico:
CRITERIA s.r.l. _ Città:RIcerche:TERritorio:Innovazione:Ambiente
via Cugia, 14 - 09129 Cagliari (Italy)
tel. +39 070303583 - fax +39 070301180
E-mail: [email protected]; www.criteriaweb.com
UNICA
Provincia di Cagliari
Provincia di Caserta
Provincia di Matera
TECLA
PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
Sito di Importanza Comunitaria di Pineta della Foce del Garigliano (IT8010019)
Progetto preliminare
Responsabili per la progettazione preliminare
Dott. Agr. Vincenzo Maria Brancato
Consulenze e relazioni specialistiche
Geobotanica: Dott.ssa Assunta Esposito (Dipartimento di Scienze per la Vita SUN)
Sedimentologia: Prof.ssa Micla Pennetta (Dipartimento di Scienze per la Terra UNINA)
Studio Impatti: Arch. Raffaella Nappi (Autorità di Bacino Liri Garigliano e Volturno)
Collaborazione e supporto tecnico
CRITERIA s.r.l. _ Città:RIcerche:TERritorio:Innovazione:Ambiente
via Cugia, 14 - 09129 Cagliari (Italy)
tel. +39 070303583 - fax +39 070301180
E-mail: [email protected]; www.criteriaweb.com
Aspetti geoambientali e progettuali: Dr Geol. Maurizio Costa
Aspetti progettuali: Dott. Ing. Francesca Etzi
Aspetti normativi e procedurali: Dott. Pian.Terr. Luca Piciaredda
PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
Sito di Importanza Comunitaria di Pineta della Foce del Garigliano (IT8010019)
Progetto preliminare
SOMMARIO
1
Premessa ....................................................................................................................... 2
2
Inquadramento territoriale ............................................................................................... 7
2.1
Le aree di intervento ............................................................................................... 7
2.2
Quadro vincolistico ................................................................................................. 9
2.3
Relazioni rispetto agli strumenti di pianificazione .................................................. 10
3
Quadro territoriale di riferimento per il progetto ............................................................. 24
3.1
Caratteristiche delle aree di intervento ................................................................. 24
3.2
Studio di prefattibilità ambientale e procedure amministrative .............................. 27
3.3
Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari .......................... 29
3.4
Disponibilità delle aree o immobili da utilizzare: modalità di acquisizione, oneri
prevedibili e situazione dei pubblici servizi ....................................................................... 30
4
Tipologia degli interventi ............................................................................................... 31
4.1
Azione C1............................................................................................................. 31
4.2
Azione C3............................................................................................................. 39
4.3
Quantità e localizzazione degli interventi dell’Azione C1 e C3 .............................. 45
5
Prime indicazioni e disposizioni per la stesura del piano di sicurezza ................... 49
6
Indicazioni preliminari per la predisposizione del piano particellare............................... 50
7
Cronoprogramma.......................................................................................................... 52
8
Quadro economico complessivo ................................................................................... 53
8.1
Quadro economico suddiviso per tipo di intervento .............................................. 54
PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
Sito di Importanza Comunitaria di Pineta della Foce del Garigliano (IT8010019)
Progetto preliminare
1
Premessa
Il presente progetto preliminare si riferisce ad “Interventi di conservazione e ripristino di
habitat dunali” nel
IT8010019 Pineta della Foce del
Garigliano IN Provincia di Caserta”. Siti delle Province di Cagliari, Matera e Il progetto è
finanziato dalla Comunità Europea tramite i fondi comunitari LIFE + Nature e Biodiversity. Gli
interventi sono inquadrati nell’ambito delle azioni previste dal progetto LIFE07NAT/IT/000519
- PROVIDUNE e mira a salvaguardare gli ambienti dunali presenti in alcuni Siti di Importanza
Comunitaria facenti parte della rete Natura 2000, tra cui quello citato, e precisamente:

Porto Campana ITB042230, Stagno di Piscinnì ITB042218, Isola dei Cavoli
Serpentara e Punta Molentis ITB040020 per la Provincia di Cagliari;

Pineta della Foce del Garigliano IT8010019 per la Provincia di Caserta;

Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica Foce Sinni IT92220055 per la Provincia di
Matera.
Il presente progetto preliminare è inerente alle opere volte alla conservazione e ripristino
degli habitat naturali il SIC Pineta della Foce Garigliano (cod. IT8010019), ricadente nel
Comune di Sessa Aurunca e Cellole; le opere previste saranno ubicate interamente nel
territorio del Comune di Sessa Aurunca.
La struttura del progetto LIFE si articola e sviluppa su una serie di azioni di diverso tipo,
quali:
-
preparatorie:
consistono
nell’acquisizione
di
dati
di
carattere
botanico
e
sedimentologico, riguardanti i processi di erosione costiera e delle dune in atto;
-
di conservazione e ripristino: consistono nella conservazione delle biocenosi vegetali
e dei caratteri abiotici degli habitat dunali, con interventi di ingegneria naturalistica per
la loro tutela e salvaguardia, congiuntamente alla infrastrutturazione per migliorare e
regolamentare la fruizione. Questa azione è strutturata in due sub-azioni, che
vengono sviluppate in particolare nel presente progetto preliminare,
suddivise in
Azione C1 - Recupero e risanamento degli habitat dunali degradati e Azione C3 Realizzazione con tecniche innovative di accessi pedonali, delimitazioni leggere e
aree sosta per evitare il degrado degli habitat causato dal calpestio;
-
di comunicazione e diffusione dei risultati: consistono nella diffusione degli esiti delle
indagini e dei progetti a turisti, scuole e tutti gli stakeholders.
Gli interventi oggetto del presente progetto preliminare, previsti dal progetto LIFE, riguardano
le tipologie di azioni C1 e C3 e vengono di seguito sintetizzati.Azione C1:
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Gli interventi di recupero e risanamento degli habitat dunali vengono attuati tramite l’utilizzo
di tecniche di ingegneria naturalistica, compresa la semina e l’impianto di specie autoctone
che permettano il ripristino dell’equilibrio geomorfologico-vegetazionale delle aree di
intervento. Gli interventi elencati all’interno del documento preliminare alla progettazione del
progetto LIFE consistono in:
-
Sistemi di protezione delle dune stabilizzate;
-
Sistemi di cattura e intrappolamento della sabbia;
-
Sistemi di rinaturazione dei settori dunali degradati;
-
Eradicazione delle specie aliene e rinaturazione.
tutti i predetti interventi sono di tipo conservativo e non prevedono la realizzazione di
manufatti permanenti, ma solo sistemazioni con l’ausilio di manufatti completamente
biodegradabili destinati a favorire la capacità di
Azione C3:
L’intervento è stato concepito con lo scopo di ridurre e regolamentare l’impatto generato dal
transito incontrollato di persone e mezzi sul sistema dunale. Inoltre, tale intervento potrebbe
generare ulteriori benefici incentivando la fruizione naturalistica dell’area, prevedendo un
accesso controllato alla spiaggia. Gli interventi realizzabili all’interno di questa azione sono:
-
Passerelle rimovibili (posizionate ad aprile e rimosse ad ottobre) e passerelle pensili
precarie;
-
Delimitazione leggera delle aree dunari al fine di scoraggiare l'accesso;
-
Aree sosta veicolare per evitare il raggiungimento delle aree dunali.
Tutti i manufatti saranno realizzati in legno, prodotto con processi ecocompatibili, ed a basso
impatto visivo in modo da integrarsi con l’ambiente, secondo le prescrizioni dei progetti life e
del progetto PROVIDUNE in particolare.
Il progetto preliminare per l’area del SIC “Pineta della Foce del Garigliano” (cod. IT8010019),
è stato sviluppato in questa sede sulla base delle indicazioni definite dai documenti tecnicoscientifici della fase di studi preliminari del Progetto LIFE. Le scelte progettuali adottate nella
presente fase preliminare discendono dalle indicazioni tecnico-scientifiche e localizzative
fornite dal gruppo di lavoro del Progetto LIFE07NAT/IT/000519-PROVIDUNE. In particolare,
hacostituito
riferimento
essenziale
il
documento
di
sintesi
del
PROGETTO
LIFE/NAT/prodotto a conclusione dell’Azione A.5. nell’ambito degli studi preliminari tecnico –
scientifici, denominato “Indicazioni generali per l’attuazione delle Azioni A6, C1, C2a, C2b,
C3, D1, D5, D6”, che tiene conto del contributo offerto dagli studi scientifici condotti a livello
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universitario, di carattere botanico e geologico-sedimentologico e dell’analisi dei fattori di
pressione.
Nell’ambito dell’Azione C1 sono ritenuti prioritari: l’intervento di protezione e consolidamento
dei fronti dunali attraverso l’utilizzo di viminate basali, interventi puntuali di chiusura varchi
tramite barriere verticali ed interventi di rinaturalizzazione dei settori dunali degradati
realizzati tramite impianti di specie autoctone che possano favorire la ricostituzione ed il
ripristino deglihabitat prioritari presenti e di quelli con essi concatenati.
All’interno dell’Azione C3, invece, la priorità è stata assegnata alla messa in opera di
recinzioni in legno a croce di Sant’Andrea o di dissuasori palo-corda-palo, la cui funzione è di
limitare, ai soli sentieri individuati, per l’accesso alla spiaggia, la percorrenza pedonale e di
impedire il transito veicolare che danneggerebbe la vegetazione autoctona presente. Questa
azione inoltre prevede la realizzazione di passerelle in legno di accesso alla spiaggia che
permettano di raggiungere la spiaggia mitigando gli impatti legati al flusso disordinato dei
turisti.
Tuttavia, tenuto conto delle azioni progettuali proposte nel documento suddetto, nella fase
preliminare della progettazione è stato necessario verificare la fattibilità degli interventi in
relazione alle risorse economiche disponibili per l’importo previsto delle opere (per il SIC in
questione pari a circa € 191.000). In questi termini, il progetto preliminare è stato sviluppato
attuando alcune variazioni rispetto alle indicazioni iniziali (vedi § 4.4), ma che sono da
considerarsi di carattere materiale e non funzionale, ovvero la definizione preliminare delle
opere è stata fatta con lo scopo di perseguire le medesime finalità e raggiungere gli stessi
risultati previsti con le indicazioni iniziali. Tali variazioni vogliono costituire aspetti migliorativi
al progetto, in particolare sotto il profilo costi-benefici funzionali. Infatti, l’importo lavori
rappresenta un vincolo sul quale si deve necessariamente adattare lo sviluppo progettuale,
senza tuttavia compromettere l’efficacia degli interventi nel loro complesso e rispettando
l’impalcato strutturale originario.
Per quanto riguarda l’ubicazione delle opere previste dal presente progetto preliminare ed
alla loro rappresentazione grafica, si fa riferimento alla suddivisione del SIC adottata nel
sopra citato documento di sintesi sull’indicazione degli interventi, dell’azione A5, in tre
differenti settori del litorale del SIC Pineta della Foce Garigliano (IT8010019) ed eseguita al
solo scopo della migliore identificazione grafica e rappresentazione descrittiva secondo la
seguente denominazione a partire da NW verso SE del sito:
-
Il settore A suddiviso in due sottosettori A1 e A2;
-
Il settore B (in cui non sono previsti interventi);
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-
Il settore C.
Interventi nel settore A, sottosettori A1 e A2
Gli interventi che si prevede di realizzare nel settore di spiaggia A1 e in quello A2 riguardano
per l’azione C1 la messa in opera di viminate basali lungo il tratto del fronte spiaggia, con
chiusura dei varchi tra gruppi di vegetazione tramite viminata basale con l’inserimento del
cordone di fascine a tergo ricoperta da biostuoia e realizzazione di impianti di specie
autoctone, protetti attraverso ampi moduli di scacchiere frangivento 6x6 metri, che diventano
di 10x10 metri nella zona più interna. Inoltre sono previste azioni per l’eradicazione di specie
aliene quali il carpobrotus, nelle aree in cui fosse necessario proteggere la zona eradicata si
interviene con la ricopertura di tali superfici con biostuoia o georete.
Per quanto riguarda l’azione C3 è prevista, in entrambi i settori, la realizzazione di una
passerella in legno di accesso alla spiaggia, con delimitazione delle aree laterali attraverso
dissuasori, che proseguono per tutta la lunghezza del sentiero, mentre il tratto finale poco
prima dell’intersezione con la Strada Provinciale è realizzato tramite recinzione in legno della
tipologia a croce di Sant’Andrea. La delimitazione del fronte spiaggia che veniva prevista nel
progetto LIFE (realizzata tramite dissuasori palo-corda-palo), è stata sostituita con la
viminata basale. Quest’ultima infatti appare una soluzione preferibile per la duplice funzione
che può svolgere, di barriera leggera nei confronti dei flussi montanti e di dissuasione alla
fruizione dei bagnanti. La recinzione infatti è vulnerabile alle mareggiate con possibilità che
venga scalzata e divelta mentre la barriera svolge una più efficace azioni paraonde,
necessaria per proteggere il piede dell’avanduna. Inoltre è prevista la localizzazione di
pannelli informativi e pannelli didattici lungo le vie di accesso principali al SIC.
Interventi nel settore C
Gli interventi previsti per quanto riguarda l’Azione C1 sono la messa in opera di una viminata
basale con l’inserimento del cordone di fascine a tergo ricoperta da biostuoia lungo tutto il
tratto di spiaggia individuato dalle tavole di indirizzo sugli interventi, nonché impianti di specie
autoctone nella zona a monte della viminata. Gli impianti vengono realizzati con specie
diverse a seconda dell’habitat in cui si sta intervenendo, proteggendoli con scacchiere
frangivento con moduli 6x6 metri nella parte strettamente dunale.
Per quanto riguarda l’azione C3 viene realizzata una passerella di accesso alla spiaggia in
legno a prolungamento del sentiero esistente e delimitazione delle aree ad alta naturalità ad
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est della strada tramite recinzione a croce di Sant’Andrea. Inoltre è prevista la localizzazione
di pannelli informativi e pannelli didattici lungo le vie di accesso principali al SIC.
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Inquadramento territoriale
2.1
Le aree di intervento
Le aree oggetto dell’intervento sono comprese all’interno del settore litoraneo del SIC
IT8010019 “Pineta della Foce del Garigliano”. Il SIC è ubicato nella Regione Campania,
all’interno della Provincia di Caserta, ed è compreso nei comuni di Sessa Aurunca e Cellole.
Il territorio del SIC è collocato geograficamente nella Piana del fiume Garigliano, in
prossimità della foce; tale fiume è costituito dall’unione, a pochi chilometri dalla foce, del
Fiume Liri e del Fiume Gari. La Piana del Fiume Garigliano, insieme alla piana del Fiume
Volturno, si inserisce nella porzione settentrionale della Piana Campana. Quest’ultima, con
una superficie di 1350 km2, costituisce la più vasta delle pianure costiere del Margine
Tirrenico Meridionale; presenta una forma sub rettangolare con ampiezza pari a circa 50 Km,
e lunghezza pari a 150 km che si sviluppa in direzione NW-SE (Brancaccio et al., 1995).
Il SIC “Pineta della Foce del Garigliano” ha un’estensione di circa 180 ha e si trova al confine
sud-ovest del parco del Parco Regionale “Roccamonfina-Foce Garigliano (Istituito con
Deliberazione di Giunta Regionale n. 1406 del 12 aprile 2002 – L.R. 1°settembre 1993 e
successive modifiche). Il parco si estende per circa 9.000 ettari ed è sovrastato dal
complesso vulcanico del Roccamonfina. La zonizzazone prevista dal Piano per il Parco
prevede tre diverse zone, quali:
-
Area di riserva integrale (Zona A);
-
Area di riserva generale orientata e di protezione (Zona B);
-
Area di riqualificazione dei centri abitati di protezione e sviluppo economico e sociale
(Zona C).
Le aree di intervento nei sotto settori indicati ai fini del presente progetto A1 e A2 ricadono
interamente in zona A, in quest’area sono consentite le utilizzazioni e le attività produttive di
tipo agro-silvo-pastorale, il taglio dei boschi (con le dovute autorizzazioni) e l’uso agricolo del
suolo.
Tuttavia gli interventi specifici riguardano le aree interessate dagli habitat naturali, per le
quali non è prevista alcuna attività produttiva.
Inquadramento territoriale del SIC e delle aree interessate dal progetto
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Il SIC ricade inoltre all’interno del campo territoriale complesso n°8 “Litorale Domitio”
individuato dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di
Caserta, questo sistema si estende per quasi 60 km, dalla Piana del Garigliano fino a Monte
di Procida ed è caratterizzato da costa bassa e sabbiosa.
La fascia dunare interessata dal presente progetto ricade nel settore costiero ubicato alla
sinistra della foce del Fiume Garigliano (Campania settentrionale), compreso nel più ampio
settore costiero del Litorale Domitio.
E’ un sito caratterizzato da un cordone dunare in cui è presente una pineta denominata
“Pineta della Foce del Garigliano" e fasce di vegetazione psammofila in evidente stato di
degrado. Esso risulta fortemente compromesso a causa dell’intenso sfruttamento del
territorio, che ne ha fortemente modificato l’assetto morfologico e il paesaggio naturale.
L’aspetto che maggiormente sottolinea questa instabilità è l’arretramento della linea di riva a
seguito dell’instaurarsi di fenomeni erosivi riconducibili alla pressione antropica sia a
carattere locale, che ha dato spazio a centri balneari, villaggi turistici, porticcioli ecc..
procedendo con la distruzione dei sistemi dunali, sia a carattere sovralocale, che ha
generato un decremento degli apporti solidi attraverso la foce del fiume Garigliano e il
conseguente avanzamento del cuneo salino nella falda costiera. Per quest’ultimo fattore ha
svolto un ruolo determinante anche l’attività di bonifica sulle aree retrostanti la fascia costiera
situate ad una quota inferiore al livello del mare ed un tempo costituenti il cosiddetto
“Pantano di Sessa”.
L’analisi di queste problematiche è oggetto degli studi preliminari costituiti dalle Azioni a1, a2
e a5 del Progetto LIFE.
L’accesso al Sito è garantito dalla S.S.7
ed S.S.7 var, Via Appia, tramite la Strada
Provinciale Garigliano – Monte Massico, che decorre lungo la sponda sinistra del fiume
Garigliano per poi proseguire poco prima della foce, longitudinalmente alla costa e dalla SS
7 quater, Via Domitiana, tramite due strade trasversali al litorale, la Strada Provinciale Pietre
Bianche a NE, e la Strada Provinciale Bocche di Pantano (al di fuori del limite SW, del SIC),
che si collegano alla suddetta strada litoranea Strada Provinciale Garigliano – Monte
Massico.
Le aree di intervento sono state individuate nei settori di spiaggia limitrofi alle strade sterrate
di accesso al litorale, occupando nei sottosettori A1 e A2 riiferiti alla suddivisione descritta in
premessa e adottata ai fini del presente progetto, la parte di retro spiaggia antistante la
pineta dell’omonimo SIC. La terza area di intervento è stata individuata accanto allo sbocco
a mare del Canale del Consorzio di Bonifica Aurunco “Macchine Vecchie”, in prossimità della
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località turistica Baia Domizia, in cui sono presenti il Camping Internazionale Baia Domizia
ed il Villaggio La Serra, gli unici insediamenti turistico-balneari che interessano il tratto di
litorale di pertinenz del SIC, in esame.
Le aree interessate dal progetto preliminare presentano notevoli problematiche a cui questo
progetto è finalizzato a porre rimedio, quali:
-
Accessi incontrollati dalla strada Provinciale che provocano danni alla vegetazione
presente;
-
Tendenza all’abbandono di rifiuti vari lungo l’intera estensione del litorale;
-
Passaggio nelle aree dunali con veicoli;
-
Parcheggio non regolamentato in aree sensibili, che provoca danni alla vegetazione
autoctona presente;
2.2
-
Quadro vincolistico
Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) “Pineta della Foce del Garigliano” (cod. IT8010019)
istituito con decreto del Ministero dell’Ambiente del 3 aprile 2000, ai sensi della Direttiva
“Habitat” dell’Unione Europea (92/43/CEE). Gli interventi, ricadendo all’interno di un’area
SIC, determinano che il progetto sarà soggetto alla procedura di Valutazione di
Incidenza, tenuto conto delle caratteristiche specifiche del sito e degli obiettivi di
conservazione, secondo la Direttiva 92/43/CEE e il relativo regolamento di attuazione del
D.P.R. 8/9/97 n. 357 e sue modifiche e integrazioni;
-
Parco Regionale di Roccamonfina e Foce Garigliano istituito con la delibera delle Giunta
Regionale n.1406 del 12 aprile 2002, ai sensi della L.R. 33/93, modificata dall’art.34 della
L.R. 18/2000;
-
Vincolo idrogeologico (R.D.L. 3267/23), a cui è sottoposta tutta l’area del SIC compresa
all’interno del perimetro del Parco Regionale di Roccamonfina e Foce Garigliano;
-
Bene culturale e ambientale, vincolato ai sensi del Decreto Legislativo 29 ottobre 1999,
n. 490 "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a
norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre, n. 352”, vi ricade l’intera superficie del SIC;
-
Vincolo ambientale e paesaggistico ai sensi della ex L. 431/85 (Galasso) - Conversione
in legge con modificazioni del decreto legge 27 giugno 1985, n. 312 concernente
disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale.
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-
Vincolo boschivo, individuato ai sensi del Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 227
"Orientamento e modernizzazione del settore forestale, a norma dell'articolo 7 della legge
5 marzo 2001, n. 57"
-
L’intera area del SIC è individuata di notevole interesse pubblico, ai sensi della L. 1497
/39 art.1 comma 4 – Protezione delle bellezze naturali: “Sono soggette alla presente
legge a causa del loro notevole interesse pubblico le bellezze panoramiche considerate
come quadri naturali e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico,
dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze”.
2.3
Relazioni rispetto agli strumenti di pianificazione
Relazioni con il Piano Territoriale Regionale (PTR)
Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato nel Novembre 2006 il disegno di legge
Approvazione e disciplina del Piano Territoriale Regionale, che dà ufficialmente il via ad un
Piano che rappresenta il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione
territoriale regionale, assunto quale documento di base per la territorializzazione della
programmazione socio-economica regionale.
Il 30 Novembre 2006 il Consiglio Regionale della Campania con Deliberazione N. 1956, ha
adottato, ai sensi della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 “Norme per il Governo
del territorio della Campania”, il Piano Territoriale Regionale.
Il 13 ottobre 2008 il Consiglio Regionale ha approvato la legge regionale (L.R 13/2008
pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 48-bis del 1° dicembre 2008),
con la quale, in attuazione della L.R, n. 16, 22 dicembre 2004 entra definitivamente in vigore
il Piano Territoriale Regionale, di seguito denominato PTR.
Il PTR individua il patrimonio di risorse ambientali e storico culturali del territorio, definisce le
strategie di sviluppo locale e detta le linee guida e gli indirizzi per la pianificazione territoriale
e paesaggistica in Campania. Il suo scopo è assicurare per il futuro uno sviluppo armonico
della regione, attraverso un organico sistema di governo del territorio basato sul
coordinamento dei diversi livelli decisionali e l'integrazione con la programmazione sociale
ed economica regionale.
Il disegno di legge approvato, oltre ad approvare il Piano e definirne i contenuti, disciplina il
procedimento di pianificazione paesaggistica, le attività di copianificazione, i laboratori di
pianificazione partecipata (strumento operativo per la costruzione del processo di
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copianificazione) e l'accordo di pianificazione (che tratta degli strumenti di pianificazione
urbanistica generale e attuativa).
Il PTR, che si propone come un piano di inquadramento, indirizzo e promozione di azioni
integrate, è un piano territoriale che non trascura la sfera sociale ed economica e al quale la
Regione ha cercato di dare un'impronta fortemente processuale e strategica, promuovendo
ed accompagnando azioni e progetti locali integrati.
La Regione ha inteso dare al Piano Territoriale Regionale (PTR) un carattere fortemente
processuale e strategico, promuovendo ed accompagnando azioni e progetti locali integrati.
Al fine di ridurre le condizioni d’incertezza, in termini di conoscenza e interpretazione del
territorio per le azioni dei diversi operatori istituzionali e non, il Piano prevede cinque Quadri
Territoriali di Riferimento utili ad attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le
Province.
I cinque Quadri Territoriali di Riferimento sono i seguenti:
-
Il Quadro delle reti, la rete ecologica, la rete dell’interconnessione (mobilità e logistica) e
la rete del rischio ambientale, che attraversano il territorio regionale. Dalla articolazione e
sovrapposizione spaziale di queste reti s’individuano i Quadri Territoriali di Riferimento
successivi;
-
Il Quadro degli ambienti insediativi, individuati in numero di nove in rapporto alle
caratteristiche morfologico-ambientali e alla trama insediativa. Gli ambienti insediativi
individuati contengono i “tratti di lunga durata”, gli elementi ai quali si connettono i grandi
investimenti. Sono ambiti sub-regionali per i quali vengono costruite delle “visioni” cui
soprattutto i piani territoriali di coordinamento provinciali, che agiscono all’interno di
“ritagli” territoriali definiti secondo logiche di tipo “amministrativo”, ritrovano utili elementi
di connessione. i punti critici sui quali è opportuno concentrare l’attenzione e mirare gli
interventi. Dei nove ambienti individuati le aree di intervento ricadono all’interno del n.9 –
Valle del Garigliano;
-
Il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS). I Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS)
sono individuati sulla base della geografia dei processi di auto-riconoscimento delle
identità locali e di auto-organizzazione nello sviluppo, confrontando il “mosaico” dei patti
territoriali, dei contratti d’area, dei distretti industriali, dei parchi naturali, delle comunità
montane, e privilegiando tale geografia in questa ricognizione rispetto ad una geografia
costruita sulla base di indicatori delle dinamiche di sviluppo. Tali sistemi, individuati nel
numero di 45, sono classificati in funzione di una delle sei dominanti territoriali
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(naturalistica, rurale-culturale, rurale-industriale, urbana, urbano-industriale, paesisticoculturale). Le aree di intervento ricadono all’interno del STS F1 – Litorale Domitio.
-
Il Quadro dei campi territoriali complessi (CTC). Nel territorio regionale vengono
individuati alcuni “campi territoriali” nei quali la sovrapposizione-intersezione dei
precedenti Quadri Territoriali di Riferimento mette in evidenza degli spazi di particolare
criticità, dei veri “punti caldi” (riferibili soprattutto a infrastrutture di interconnessione di
particolare rilevanza, oppure ad aree di intensa concentrazione di fattori di rischio) dove
si ritiene la Regione debba promuovere un’azione prioritaria di interventi particolarmente
integrati. I 10 campi territoriali complessi sono stati individuati attraverso l’analisi dei
singoli programmi e progetti d’interesse regionale e tramite l’osservazione del loro
incrocio con le condizioni di contesto e con gli altri quadri territoriali di riferimento
complessi. Le aree di intervento sono ricomprese all’interno del CTC n.8 – Litorale
Domitio.
-
Il Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale e delle raccomandazioni per lo
svolgimento di “buone pratiche”. I processi di “Unione di Comuni” in Italia, che nel 2000
ammontavano appena ad otto, sono diventati 202 nel 2003. In Campania nel 2003 si
registrano solo 5 unioni che coinvolgono 27 Comuni. Il PTR ravvisa l’opportunità di
concorrere all’accelerazione di tale processo.
Il Piano Territoriale Regionale della Campania si propone quindi come un piano
d’inquadramento, d’indirizzo e di promozione di azioni integrate.
Le Linee guida per il paesaggio in Campania sono il quadro di riferimento unitario della
pianificazione paesaggistica:
-
forniscono criteri ed indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del
paesaggio per la pianificazione provinciale e comunale, finalizzati alla tutela dell’integrità
fisica e dell’identità culturale del territorio, come indicato all’art. 2 della L.R. 16/04;
-
definiscono il quadro di coerenza per la definizione nei Piani Territoriali di Coordinamento
Provinciale (PTCP) delle disposizioni in materia paesaggistica, di difesa del suolo e delle
acque, di protezione della natura, dell’ambiente e delle bellezze naturali, al fine di
consentire alle province di promuovere, secondo le modalità stabilite dall’art. 20 della
citata L. R. 16/04, le intese con amministrazioni e/o organi competenti;
-
definiscono gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile e i criteri generali da rispettare nella
valutazione dei carichi insediativi ammissibili sul territorio, in attuazione dell’art. 13 della
L.R. 16/04.
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PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
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Progetto preliminare
Attraverso le Linee guida per il paesaggio in Campania la Regione indica alle Province ed ai
Comuni un percorso istituzionale ed operativo coerente con i principi dettati dalla
Convenzione europea del paesaggio, dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e dalla
L.R. 16/04, definendo direttive specifiche, indirizzi e criteri metodologici il cui rispetto è
cogente ai fini della verifica di coerenza dei piani territoriali di coordinamento provinciali
(PTCP), dei piani urbanistici comunali (PUC) e dei piani di settore, da parte dei rispettivi
organi competenti, nonché per la valutazione ambientale strategica prevista dall’art 47 della
L.R. 16/04.
Le aree di intervento essendo ricomprese all’interno della fascia costiera, dovranno tenere
conto delle linee guida per la fascia costiera e le isole riferite all’Ambito di individuazione
della fascia costiera regionale, comprendente per intero i sotto-sistemi del territorio rurale e
aperto nei quali ricadono i diversi tratti costieri del territorio regionale, unitamente ai sottosistemi ad essi contigui che concorrono significativamente ai diversi funzionamenti della
fascia costiera e del sistema terra-mare.
Gli indirizzi per la fascia costiera sono integrativi di quelli delle diverse partizioni generali del
territorio rurale e aperto (aree montane, aree collinari, complessi vulcanici, aree di pianura).
Dall’analisi dei documenti di piano non sono emersi fattori di incongruenza tra le finalità del
progetto e dello strumento pianificatorio.
Relazioni con il Piano Territoriale Paesistico
Per la Campania sono stati redatti dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, per l’effetto dei
poteri sostitutivi, quattordici piani paesistici relativi ai perimetri delimitati con i DD.MM.
28/3/1985.
Di fatto i Piani approvati in via sostitutiva hanno sicuramente svolto un importante azione di
tutela, anche se nei contenuti, si sono spesso manifestate “estensioni” dai limiti propri dello
strumento redatto in via sostitutiva. Anche in conseguenza di ciò i piani hanno avuto effetto
di non offrire una certezza normativa in quanto il T.A.R. ha accolto numerosi ricorsi di
impugnativa emanando sentenze di annullamento.
In buona parte i perimetri dei piani paesistici sono sovrapposti, ma non coincidenti con quelli
dei parchi di recente istituzione, la cosa genera incoerenze normative e richiede un urgente
perfezionamento.
Per ovviare ai disagi conseguenti a tale stato di cose e per dare un stabile e consistente
quadro normativo di tutela orientata, si è raggiunto un Protocollo d’intesa tra la Regione e il
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Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
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Progetto preliminare
Ministero per i BB.CC., sottoscritto alla presenza del Commissario di Governo il 15 luglio
1998, che vede le Soprintendenze della Campania offrire la collaborazione tecnico-scientifica
per la redazione del P.U.T. regionale.
Tale collaborazione si è concretata in un programma comune di lavoro, approvato nell’aprile
1999 dalla Conferenza dei Capi d’Istituto, presieduta dal Soprintendente di Napoli e
provincia, e redatto dal Settore Tutela dei Beni Ambientali della Giunta Regionale.
Il D.L. 28/8/1997 n.281 (art.2, co. 2, lettera b, nonché art.4, co.1) ha affidato alla Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano
il compito di promuovere e di sancire accordi tra governo, regioni e province autonome, allo
scopo di coordinare l’esercizio delle rispettive competenze, e svolgere attività di interesse
comune. In ragione di tale ultima normativa è stato concluso un accordo, sancito il 19 aprile
2001 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 maggio 2001, tra il Ministro dei beni e delle
attività culturali ed i presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano,
per l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Tale convenzione prevede
norme tese a garantire: qualità paesistica, protezione del paesaggio, gestione e
sistemazione del paesaggio medesimo. L’esercizio delle funzioni amministrative volte a
garantire la tutela paesistica è stato delegato alle Regioni. Queste ultime, infatti, ai sensi del
Decreto del Presidente della Repubblica del 24/7/1977, n.616, provvedono, attraverso lo
strumento della pianificazione paesistica, ad individuare i valori paesistici del territorio, a
definire gli ambiti di tutela e valorizzazione, ad individuare gli obiettivi di qualità paesisticoterritoriale, nonché a programmare le azioni concretamente necessarie per garantire la tutela
e la valorizzazione del territorio.
Il SIC “Pineta della Foce del Garigliano”, ricade nell’ambito disciplinato dal Piano Territoriale
Paesistico “Litorale Domitio”, redatto ai sensi dell’art.1 bis della legge 08/08/1985 n.431, è
stato approvato il 22 Ottobre 1996 (G.U. 280 del 24/11/96) ed è costituito dalle norme di
attuazione e dalle tavole di zonizzazione. Tale Piano è stato annullato dal TAR Campania,
che ha accolto numerosi ricorsi di impugnativa emanando pertanto sentenze di
annullamento. Nonostante l’annullamento, si è tenuto conto ugualmente conto dello
strumento pianificatorio, che è stato analizzato ed in relazione al quale è stata verificata la
coerenza tra il progetto e le disposizioni in esso contenute.
Il territorio interessato dal PTP “Litorale Domitio” era suddiviso in 8 Zone omogenee, per
ognuna di esse furono definite delle norme tecniche specifiche.
Dall’analisi degli strumenti del Piano non sono risultati elementi di incongruenza tra le
proposte progettuali e le disposizioni contenute nelle norme tecniche di zonizzazione.
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Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
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Relazioni con il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico
Il Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) rappresenta uno stralcio di settore
funzionale del Piano di bacino relativo alla pericolosità ed al rischio da frana ed idraulico,
contenente, in particolare, l'individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio
idrogeologico, nonché le relative misure di salvaguardia.
Il PAI è un documento programmatico che individua scenari di rischio collegati ai fenomeni
franosi ed alluvionali presenti e/o previsti nel territorio ed associa ad essi normative,
limitazioni nell’uso del suolo e tipologie di interventi, strutturali e non, che sono finalizzati alla
mitigazione dei danni attesi. Il PAI costituisce il quadro di riferimento al quale devono
adeguarsi e riferirsi tutti i provvedimenti autorizzativi e concessori. La valenza di Piano
sovraordinato, rispetto a tutti i piani di settore, compresi i piani urbanistici, comporta nella
gestione dello stesso un'attenta attività di coordinamento e coinvolgimento degli enti operanti
sul territorio.
La normativa del piano stralcio ha per oggetto oltre che la disciplina dell'uso del territorio
nelle aree di pericolosità e rischio idrogeologico, tutta una serie di problematiche alla stessa
collegate. Infatti, gli strumenti organizzatori individuati dalla legge, la suddivisione delle
competenze, i rapporti tra i vari soggetti pubblici coinvolti nella gestione, le interferenze con i
vari strumenti di utilizzo del territorio, ne costituiscono parte integrante e sostanziale.
Le aree di intervento del presente progetto ricadono all’interno dell’Autorità di Bacino n.1 Liri
Garigliano e Volturno, organo competente per la redazione del:
-
Piano Stralcio di Difesa delle Alluvioni (PSDA), approvato dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. del 21/11/01 e pubblicato sulla G.U. del 19/02/02,
n. 42;
-
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio frane (PsAl-Rf), adottato dal C.I.
con Delibera n°1 del 25/02/03; approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
con D.P.C.M. del 12/12/06 e pubblicato sulla G.U. del 28/05/07 n.122;
-
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio idraulico (PsAI-Ri), adottato dal
C.I. con Delibera n°2 del o5/04/06, approvato dalla Presidenza del OCnsiglio dei
Ministri con D.P.C.M. 12/12/06 e pubblicato sulla G.U. del 28/05/07 n.122.
Dall’analisi degli elaborati cartografici dei piani stralcio, inerenti: il rischio idraulico, il rischio
frane nonché dall’analisi delle carte del rischio di alluvione del Piano Stralcio Difesa dalle
Alluvioni, è emerso che le superfici interessate dagli interventi non sono soggette a rischio
idrogeologico.
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PROVIDUNE
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Parco Regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano
Istituito con delibera della Giunta Regionale n.1406 del 12 aprile 2002, ai sensi della L.R.
33/93, modificata dall’art.34 della L.R. 18/2000, il Parco Regionale Roccamonfina e Foce
Garigliano.
Il Regolamento del Parco, è stato approvato in via definitiva dalla Comunità del Parco nella
seduta del 14 dicembre 2005, è efficace sino alla adozione di altro Regolamento da parte del
Consiglio direttivo dell’Ente Parco.
L’area del Parco Regionale di Roccamonfina foce Garigliano è suddivisa, ai sensi della L.R.
n. 33/1993 nelle seguenti zone:
Zona A: Aree di riserva integrale
Zona B: Aree di riserva generale orientata e di protezione
Zona C: Aree di riqualificazione dei centri abitati di protezione e sviluppo economico e
sociale.
Nel Parco, fatta salva la disciplina nazionale e regionale di ciascuna materia, è vietato:
-
aprire cave e miniere, l’escavazione di materiali litoidi degli alvei e delle zone goleniali dei
corsi d’acqua, nonché attivare discariche per qualsiasi tipo di rifiuti;
-
esercitare l’attività venatoria e raccogliere danneggiare la fauna minore;
-
introdurre nuove specie animali;
-
allevare animali da pelliccia ed esotici non autoctoni;
-
effettuare la raccolta delle singolarità geologiche, palenteologiche, mineralologiche, e dei
reperti archeologici;
-
introdurre nuove specie vegetali estranee all’ambiente naturrale;
-
raccogliere e danneggiare la flora spontanea erbacea ed arbustiva;
-
l’alterazione dell’andamento naturale del terreno e delle sistemazioni idrauliche agrarie
esistenti;
-
realizzare nuove opere di sistemazione fluviale e modificare il regime delle acque ad
eccezione degli interventi migliorativi e di riqualificazione ambientale;
-
ad eccezione delle zone C, aprire nuove strade, ferrovie, impianti a fune ad eccezione
della viabilità di servizio agricolo-forestale e di altra struttura necessaria al soccorso. Ciò
detto, è possibile la ristrutturazione delle strade esistenti connesse alle attività agricole e
la manutenzione di tutte le strade esistenti;
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PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
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Progetto preliminare
-
l’installazione di nuovi impianti di produzione elettrica e similari ed il trasporto di energia
(elettrodotti superiori a 60 KV, gasdotti, telecomunicazioni, ad eccezione di quelli
necessari alla copertura dei servizi nelle zone C e alla copertura di servizi per le
comunità locali e l’alimentazione di strutture radio ripetitrici della rete radioA.I.B. regionale
e di soccorso e vigilanza;
-
realizzare nuovi bacini idrici, se non indicati dall’ente Parco;
-
circolare con veicoli al di fuori delle strade carrabili, fatta eccezione per i mezzi necessari
al trasportodi prodotti e degli addetti ai lavori agro-pastorali e dei mezzi della protezione
civile e degli enti pubblici di servizio.
Per la tutela del patrimonio edilizio sono consentiti la manutenzione ordinaria e straordinaria,
la demolizione e ricostruzione in sito degli immobili danneggiati dal sisma e l’adeguamento
igienico-sanitario, nel rispetto delle prescrizioni del Regolamento del Parco.
Ciascuna zona (A, B, C) viene sottoposta ad un particolare regime tutela in relazione ai valori
naturalistici, ecologici, geomorfologici ed ambientali delle rispettive aree, nonché in rapporto
agli usi delle popolazioni locali ad alla situazione della proprietà e delle forme esistenti.
Gli interventi previsti ricadono all’interno dei confini del Parco. La maggior parte di essi sono
ubicati in zona A di Riserva Integrale, mentre una parte della recinzione di Sant’Andrea
ricade in zona B di Riserva Generale orientata e di protezione..
Nella zona A, salvo quanto detto nelle prescrizioni generali di salvaguardia elencate
precedentemente, sono consentite le utilizzazioni e le attività produttive di tipo agro-silvopastorale, il taglio dei boschi, se contemplato nei Piani di assestamento vigenti e l’uso
agricolo del suolo.
E’ altresì vietato la pesca negli specchi e corsi d’acqua, la raccolta delle singolarità
geologiche,
palenteologiche,
mineraleologiche
e
dei
reperti
archeologici,
alterare
l’andamento naturale del suolo e le sistemazioni idrauliche esistenti, l’impianto di nuove serre
e l’introduzione di coltivazioni esotiche.
Dall’analisi del regolamento del Parco non sono risultati elementi di incongruenza con gli
interventi proposti.
Relazioni con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
“Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è uno strumento di pianificazione
complesso che riguarda vari aspetti del territorio, cercando di individuarne le destinazioni
d’uso e le vocazioni prevalenti”. Attualmente il PTCP è in fase di proposizione, per cui
diventerà fondamentale la sua adozione (L. n. 142/1990): allo stato attuale la Provincia di
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PROVIDUNE
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Progetto preliminare
Caserta fa riferimento, per quanto riguarda la pianificazione provinciale, alle Linee
programmatiche per il mandato 2005/2010.
Si prevede che il PTCP sarà vigente entro il primo trimestre 2012, essendo già in fase
avanzata l’iter per il parere di conformità al PTCR da parte della Regione. Pertanto,
nonostante si tratti di uno strumento proposto e non formalmente approvato, è stato tenuto
conto delle valutazioni e delle direttive contenute nel suddetto piano.
Nell’allegato D1: Norme del Piano di Coordinamento, sono state definite regole inerenti le
trasformazioni da attuarsi nelle aree dunali e litoranee, in particolare l’articolo 20 – Aree
dunali e litoranee:
Comma 2: Il piano individua gli elementi morfologici dell’ecosistema costiero (spiagge, dune
litoranee, depressioni retrodunari, paleodune, aree di foce), per tutti i quali è vietato ogni
intervento che possa compromettere l’attuale stato di conservazione.
Comma 3: Nel rispetto delle normative specifiche riguardanti le fasce costiere, sono
consentiti interventi di ripristino dell’originario stato dei luoghi, finalizzati alla tutela ed alla
valorizzazione dell’intera fascia costiera.
La natura degli interventi previsti in questo progetto non presenta elementi di conflitto con la
disciplina pianificatoria proposta a livello provinciale, inoltre le finalità, si allineano con quelle
legate all’intervento di riqualificazione ambientale della fascia costiera, individuato
nell’allegato E1 Schede programmatiche: interventi infrastrutturali e progetti territoriali
prioritari del suddetto PTCP di Caserta.
Relazioni con il Piano di Gestione del SIC “Pineta della Foce del Garigliano” (IT8010019),
I piani di gestione dei tre SIC contenuti nel Parco, sono stati raggruppati all’interno di un
unico strumento di governo in quanto ricadono all’interno del “Parco Regionale
Roccamonfina foce Garigliano” e pertanto fanno parte di un unico contesto ambientale e
gestionale, protetto uniformemente a livello Regionale. Il Parco si estende per circa 9.000
ettari, tra i territori del basso Lazio, del Molise e dell’area urbana di Caserta. Comprende i
comuni di Sessa Aurunca, Teano e cinque centri della Comunità Montana “Monte Santa
Croce”: Roccamonfina, Galluccio, Conca della Campania, Marzano Appio e Tora e Piccilli.
Il Piano di Gestione è mirato ad individuare misure di conservazione e tipologie di interventi
ammissibili, previa valutazione dello status degli habitat e delle specie di interesse
comunitario e delle relative criticità. Gli habitat e le specie cui è rivolto questo tipo di tutela
sono elencati rispettivamente nell’Allegato II della Direttive 92/43/CEE “Habitat” e
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PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
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Progetto preliminare
nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”. I Piani di Gestione, insieme agli altri
strumenti di governo del territorio, contribuiscono alla pianificazione per garantire la tutela e
la valorizzazione dei sistemi ambientali.
Gli attuali piani di gestione dei SIC dell’Ente parco, sono stati adottati con provvedimento
dello stesso, ma non ancora approvati dall’Ente preposto che è la Regione Campania.
È da sottolineare che il SIC IT8010019 ricade nel territorio di competenza del parco
Regionale di Roccamonfina soltanto per la parte ricadente nel comune di Sessa Aurunca,
ma risulta al di fuori del parco tutta l’area del SIC ricadente nel comune di Cellole (Comune
che non fa parte del parco).
Il piano di gestione del SIC deve essere quindi integrato per la parte di territorio del Comune
di Cellole sul quale l’Ente parco non ha titolo per pianificare la gestione.
Tale integrazione, unitamente agli aggiornamenti degli studi geobotanici e sedimentologici, e
della mappatura degli habitat, è oggetto dell’azione C4 del progetto PROVIDUNE.
L’area SIC di pertinenza del comune di Cellole, non comprende la parte direttamente
interessata dagli habitat dunali oggetto del presente progetto, interessando esclusivamente
la zona più interna, la cui valenza ambientale ha significato soltanto come fascia di rispetto.
Tuttavia, considerando che il territorio del SIC in cui sono previsti gli interventi del presente
progetto, ricade in pratica interamente nel comune di Sessa Aurunca, in area di competenza
dell’Ente Parco è necessaria anche un’analisi della coerenza delle azioni progettuali con gli
obiettivi e le azioni di tutela e salvaguardia previste dallo strumento di gestione del S.I.C, pur
considerando che si tratta di un Piano di Gestione adottato dal Parco, ma non ancora
approvato dall’Ente preposto che è la Regione Campania, e che è stato redatto sulla base di
studi ad un livello di approfondimento e di dettaglio superati da quelli compiuti nell’ambito del
progetto
PROVIDUNE
azione
A1,
A2,
A3,
A5,
che
costituiranno
elementi
per
l’aggiornamento del Piano.
Gli interventi previsti risultano coerenti sia nella loro collocazione spaziale che nelle finalità
con gli interventi specifici per il SIC “Pineta della Foce del Garigliano” (IT8010019), in
particolare con le seguenti azioni specifiche individuate negli elaborati descrittivi e grafici del
Piano di Gestione:
Interventi attivi (IA) di tutela e gestione degli habitat e delle specie di interesse comunitario
-
IA7 - Interventi per la difesa attiva degli habitat dunali;
-
IA8 - Interventi di ripristino della vegetazione dunale a tutela dell’erosione;
-
IA9 – Interventi per la difesa della vegetazione dunale pionera;
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PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
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Progetto preliminare
-
IA11 - Realizzazione di passerelle in legno a tutela degli habitat dunali e della pineta.
Figura 1 - Carta degli interventi del SIC "Pineta della Foce del Garigliano" , fonte: Piano di
Gestione del SIC
Figura 2 - Legenda degli interventi del SIC " Pineta della Foce del Garigliano, fonte: Piano di
Gestione del SIC
Per quanto riguarda gli obiettivi, la proposta progettuale è conforme e coerente con gli
obiettivi che il piano di gestione persegue:
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PROVIDUNE
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Progetto preliminare
Relazioni con la pianificazione urbanistica comunale
Le aree di progetto ricadono all’interno dei territori comunali di Sessa Aurunca e Cellole.
Il Comune di Sessa Aurunca, attualmente è dotato di un Piano di Fabbricazione approvato
con atto DPGRC n.10 bis nel 1972 (fonte dati: Relazione del PTCP di Caserta, con dati
forniti dal Settore Ambiente del Comune di Sessa Aurunca).
Tale piano risulta tuttavia superato per quanto riguarda i vincoli da tenere presente per il
questo progetto preliminare, in quanto la legislazione successiva all’anno di approvazione
del suddetto piano, ha introdotto un regime vincolistico più restrittivo dello stesso, al quale ci
si è attenuti.
Sulla base della cartografia, fornita dal Settore Ambiente del Comune di Sessa Aurunca,
inerente il Piano di Fabbricazione, sovrapponendole le aree di progetto, sono state
individuate le zone urbanistiche interessate dagli interventi di conservazione e ripristino del
SIC Pineta della Foce del Garigliano, come mostrato nello stralcio cartografico in Figura 3.
Nel territorio interessato dal SIC “Pineta della Foce del Garigliano”, in cui sono previsti gli
interventi, il PdF indica la presenza di insediamenti residenziali e turistici esistenti, zone
attrezzate e zone d’interesse storico ambientale e archeologiche situate nella parte
meridionale del SIC (Figura 5).
ll Comune di Cellole è attualmente dotato di Piano Regolatore Generale approvato con
DPGRC n. 8815 nel 1990 (fonte dati: Relazione del PTCP di Caserta).
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PROVIDUNE
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Progetto preliminare
Figura 3 - Stralcio strumento urbanistico vigente del Comune di Sessa Aurunca, con individuazione delle aree di progetto
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PROVIDUNE
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Progetto preliminare
Figura 4 - Legenda Piano di Fabbricazione di Sessa Aurunca
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PROVIDUNE
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Progetto preliminare
Figura 5 - Stralcio del Piano di Fabbricazione di Sessa Aurunca (fonte: tavole del PdG)
3
Quadro territoriale di riferimento per il progetto
3.1
3.1.1
Caratteristiche delle aree di intervento
Aspetti ambientali
Il SIC “Pineta della Foce del Garigliano” è collocato nella valle del Garigliano attraversata
dall’omonimo fiume, che scorre per circa 38 km per poi sfociare nel Mar Tirreno in prossimità
delle aree di intervento.
L’area del SIC è percorsa dalla Strada Provinciale Garigliano-Monte Massico, a monte del
tracciato, nella fascia delimitata dal limite del sito costituita dal canale di bonifica Ausente, si
trova una vasta piana occupata da suoli ad uso agricolo, mentre a valle si trova la pineta da
cui prende il nome il SIC. Le due aree di intervento ricadenti nel settore A si trovano a
ridosso della pineta, impianto artificiale realizzato in relazione agli interventi di bonifica del
Pantano di Sessa eseguiti negli anni ’30, che costituisce l’habitat 2270*, il più esteso per
superficie del SIC, ed in stretta relazione con l’habitat prioritario 2250* Dune costiere con
Juniperus la cui salvaguardia è oggetto principale del progetto PROVIDUNE, e con il quale
interferisce.
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PROVIDUNE
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Progetto preliminare
La suddetta Pineta, necessita di interventi selviculturali per la salvaguardia del patrimonio
forestale, cosi come individuato dall’allegato 1.1 al capitolo conclusivo A5 – indicazioni per
l’attuazione delle azioni A6, C1, C2a, C2b, C3, D1, D5, D6, datato Giugno 2011.
L’area del settore di intervento C risulta invece maggiormente antropizzata, per la presenza
di strutture per l’attività turistica, ed anche se in esso sono stati riscontrati interessanti
elementi di naturalità, soprattutto per quanto riguarda la conservazione dell’habitat 2250* a
ginepro, a ridosso delle aree in cui si effettueranno gli interventi risulta evidente lo stato di
degrado della vegetazione.
3.1.2
Aspetti insediativi
Il territorio del SIC è compreso tra due aree litorali fortemente antropizzate, quali la Baia
Domizia a sud del limite del Sito in oggetto, in cui sono presenti svariati alberghi, camping e
villaggi turistici, e Marina di Minturno frazione del comune di Minturno (Regione Lazio) a nord
della Foce del fiume Garigliano, località turistica nella Provincia di Latina.
Il centro abitato più vicino al SIC è quello di Cellole, collegato alle aree di intervento tramite
la SS7 quarter.
Il centro urbano più importante della zona è quello di Sessa Aurunca, localizzato a nord-est
rispetto al Sito in oggetto, il suo territorio si spinge però fino al litorale e risulta collegato alle
aree di intervento grazie alla Strada Statale Appia. Il SIC ricade infatti quasi interamente nel
territorio comunale di Sessa Aurunca. Baia Domizia, località turistica di cui sopra, nasce agli
inizi degli anni ’60 quando il comune di Sessa Aurunca vendette l'area dopo deliberazione
del consiglio comunale del 29/9/1962 alla società Aurunca Litora S.p.a. a condizione che
rimanesse aperta a tutti e che fosse sviluppata e valorizzata per scopi "turistico-balnearoresidenziale" come citato nell'atto di compravendita.
Il progetto non andò in porto per la mancanza di accordo tra i soggetti privati che
componevano la società Aurunca Litora, da cui successivamente, con distinti atti di
compravendita, sono state create tre differenti proprietà identificabili attualmente con la
società Opicia Sinus, (facente capo al gruppo imprenditoriale Moccia, proprietaria della
maggior parte dell’area non demaniale in cui sono ubicati gli interventi e cofirmataria del
progetto PROVIDUNE), Società Pietre Bianche Srl (Camping internazionale Baia Domitia), e
RIVA DEL SOLE S.p.A. (Villaggio La Serra già “Villaggio Svedese”).
Le costruzioni e le zone di sosta incontrollata all’interno del SIC e principalmente lungo la
strada di accesso sono numerose.
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PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
Sito di Importanza Comunitaria di Pineta della Foce del Garigliano (IT8010019)
Progetto preliminare
3.1.3
Aspetti socio-economici
I Comuni di Cellole e Sessa Aurunca sono caratterizzati da un’economia incentrata
prevalentemente sull’agricoltura e sul turismo, affacciandosi i rispettivi territori comunali sulla
costa tirrenica in corrispondenza di importanti insediamenti turistico-balneari in cui ricade la
nota località turistica di Baia Domizia.
La presenza all’interno del SIC della pineta, cosituisce una valida attrattiva per il turista,
anche per la facilità di accesso all’area. L’intera zona boscata è percorsa da una fitta rete di
sentieri una parte dei quali con manufatti in cemento, realizzati negli anni passati con
l’obiettivo di far nascere un villaggio turistico in quell’area. Sono presenti, inoltre, strutture
ricettive e camping. L’area più meridionale del SIC è infatti caratterizzata dalla presenza di
stabilimenti balneari dotati di chioschi e infrastrutture leggere che permettono lo sviluppo
dell’attività turistica, mentre le aree più settentrionali sono caratterizzate da una maggiore
naturalità.
3.1.4
Requisiti territoriali per il progetto: linee guida per la realizzazione delle opere
Gli interventi previsti sono in stretta relazione con tutte le componenti del quadro territoriale
di sfondo illustrato precedentemente e, coerentemente con le disposizioni del Progetto LIFE
PROVIDUNE e al Documento Preliminare alla Progettazione, hanno l’obiettivo di « tutelare
l’habitat prioritario 2250* rappresentato dalle dune costiere con ginepro che costituisce uno
degli habitat più minacciati dell’EU».
Le impostazioni progettuali (localizzazioni passerelle e staccionata, opere di ingegneria
naturalistica, tipologie delle opere proposte, nonché le loro caratteristiche tecniche, etc)
discendono dalle indagini e dalle conclusioni riportate nei Rapporti finali relativi alle Azioni
A.2, A.3 e A.5 (compreso il “Capitolo conclusivo) ed in coerenza con le indicazioni di cui al
progetto PROVIDUNE.
Il sistema degli interventi ha tenuto conto e risulta coerente alle indicazioni del Piano di
Gestione del SIC “Pineta della Foce del Garigliano” (cod. IT8010019), istituito con decreto
del Ministero dell’Ambiente del 3 aprile 2000, ai sensi della Direttiva “Habitat” dell’Unione
Europea (92/43/CEE).
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Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
Sito di Importanza Comunitaria di Pineta della Foce del Garigliano (IT8010019)
Progetto preliminare
3.2
Studio di prefattibilità ambientale e procedure amministrative
Lo studio di prefattibilità ambientale, per quanto riguarda sia le verifiche di compatibilità con
la pianificazione sovraordinata che i prevedibili effetti della realizzazione dell’intervento e del
suo esercizio sulle componenti ambientali fa riferimento e rimanda esplicitamente agli studi
già realizzati relativi al Piano di Gestione del SIC, nonché alle indagini eseguite durante la
prima fase del progetto LIFE PROVIDUNE. Le scelte progettuali del presente progetto
prendono in considerazione i principi ispiratori del Piano di Gestione del SIC predisposto
dall’Ente Parco di Roccamonfina e le risultanze degli studi preparatori svolti in attuazione
delle azioni A1, A2, A5 del progetto PROVIDUNE. In particolare gli interventi
preliminarmente definiti seguono le direttive stabilite nel documento di sintesi dell’azione A5
che tiene conto anche delle risultanze delle predette azioni A1 (studi geobotanici) e A2 (studi
sedimentologici). Quest’ultimo costituisce anche documento preliminare alla progettazione
delle azioni C1 e C3 del progetto preliminarmente sviluppato in questa sede.
Per il progetto degli interventi, è richiesta la verifica di assoggettabilità alla Valutazione di
Incidenza secondo la Direttiva 92/43/CEE e il relativo regolamento di attuazione del D.P.R.
8/9/97 n. 357, DPR 120/2003 e sue modifiche e integrazioni.
Il Servizio VIA – Settore Tutela Ambiente dell’Assessorato all’Ambiente della Regione
Campania, potrà eventualmente esprimere, mediante apposita Istruttoria, specifiche
prescrizioni al progetto, ai fini della tutela degli habitat e delle specie di interesse
comunitario, che costituiranno parte integrante del progetto definitivo ed esecutivo.
Il progetto prevede interventi di ripristino, riqualificazione e miglioramento ambientale e
paesaggistico di aree indicate come degradate da processi erosivi indotti dalla
frequentazione del sistema di spiaggia nello studio soprannominato.
Non sono prevedibili particolari difficoltà nell’ottenimento dei pareri, nulla osta e
autorizzazioni previste dalla normativa vigente in quanti si tratta di opere di basso impatto
ambientale, costituite da opere di facile rimozione, in materiali compatibili da punto di vista
ambientale e paesaggistico, che non comportano trasformazioni permanenti dei luoghi.
Si riporta nella tabella seguente gli elementi soggetti a vincolo di tutela ambientale e relativi
Enti competenti per il rilascio delle autorizzazioni.
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PROVIDUNE
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Progetto preliminare
ELEMENTO
SOGGETTO A
VINCOLO
SIC
RIFERIMENTO
NORMATIVO
DOCUMENTAZIONE
RICHIESTA
ENTE PUBBLICO
COMPETENTE
Art.5 comma 3 del DPR
120/2003
Studio di Incidenza
Ambientale
Assessorato all’Ambiente della
Regione Campania – Servizio
VIA, Settore Tutela Ambiente
Capitaneria di Porto – Guardia
Costiera Direzione Marittima di
Napoli Capitaneria di Porto di
Napoli;
Capitaneria di Porto – Guardia
Costiera Ufficio Circondariale
Marittimo di Pozzuoli
Capitaneria di Porto – Guardia
Costiera Ufficio Locale Marittimo
di Mondragone
Demanio
Marittimo
Artt. 34, 36, 55 del
Codice della
Navigazione
Modello D1 Ministero
delle Infrastrutture
Istanza di
autorizzazione per la
fascia dei 30 m dal
limite del demanio
marittimo e relazione
tecnica
Suolo e
sottosuolo
Decreto Ministero dei
Lavori Pubblici 11
Marzo 1988
Relazione geologica
Assessorato dei lavori pubblici,
Servizio del Genio Civile
Aree
sottoposte a
Vincolo
archeologico
(esistente e
non esistenti)
Art. 95 commi 1, 2, 3, 4,
6 e seguenti del D.gls
163/2006 e ss.mm.ii.
Relazione
Archeologica
Preliminare
Soprintendenza per i beni
archeologici di Salerno, Avellino,
Benevento e Caserta
Demanio
marittimo
Art. 19 del Decreto
legislativo n. 374 del
8/11/1990
Istanza e Progetto
definitivo
Agenzia delle Dogane
Agenzia del Demanio
Vincolo
paesaggistico
D. lgs. N. 42/2004 art.
142 (lettera A, F, G, H),
come modificato dal
D.lgs. 157/2006, art. 12,
comma unico (c. 1)
Istanza e Progetto
preliminare
Vincolo
idrogeologico
Istanza e Progetto
definitivo
Provincia di Caserta Settore
Agricoltura previo Parere Tecnico
Ufficio Regionale STAPF.
Autorizzazione
al taglio boschi
e taglio piante
Istanza ed eventuale
piano di intervento
sulla pineta.
Provincia di Caserta Settore
Agricoltura
Interventi che
interessano la
fascia di
rispetto della
strada
Provinciale
Istanza e Progetto
definitivo
Provincia di Caserta Settore
Viabilità.
28
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Progetto preliminare
Al fine di perseguire l’ottenimento di tutti i pareri e nulla osta dalle autorità competenti, si
richiama l’opportunità offerta dalla Conferenza dei Servizi, prevista dalla L. 241/1990 e dalla
L.R. n. 40 del 22.08.1990. Enti da invitare alla conferenza:
1. Comune di Cellole;
2. Comune di Sessa Aurunca;
3. Provincia di Caserta, assessorato/settore settore/servizio agricoltura, settore ambiente,
settore viabilità, settore Politiche Comunitarie;
4. Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici
delle province di Caserta e Benevento;
5. Soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta;
6. Capitaneria di Porto – Guardia Costiera Direzione Marittima di Napoli Capitaneria di Porto
di Napoli;
6/bis. Capitaneria di Porto – Guardia Costiera Ufficio Circondariale Marittimo di Pozzuoli
7. Capitaneria di Porto – Guardia Costiera Ufficio Locale Marittimo di Mondragone;
8. Assessorato all’Ambiente della Regione Campania – Servizio VIA, Settore Tutela
Ambiente;
10. Agenzia del Demanio;
11. Agenzia delle Dogane;
12. Genio civile opere marittime;
13. Provveditorato opere pubbliche;
14. Ente Parco Regionale Roccamonfina e Foce Garigliano;
15. Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste - STAPF della Regione (Via Arena,
località San Benedetto Caserta)
16 Consorzio Aurunco di Bonifica
3.3
Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari
Per quanto concerne le considerazioni preliminari di inquadramento degli aspetti tematici
suddetti si rimanda all’allegato relativo alla Relazione Storico-Archeologica Preliminare, al
Piano di Gestione del SIC e agli studi preliminari condotti nelle azioni propedeutiche (A1, A2,
A3, A5) le cui relazioni conclusive costituiscono parte integrante del progetto preliminare e
dei successivi progetti definitivo ed esecutivo, del progetto PROVIDUNE.
29
Gli aspetti
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Progetto preliminare
geologico ambientali, geologico-tecnici e pedo-vegetazionali di tali studi costituiranno la base
per la definizionie degli aspetti di dettaglio a scala di progetto nella fase definitiva.
3.4
Disponibilità delle aree o immobili da utilizzare: modalità di acquisizione, oneri
prevedibili e situazione dei pubblici servizi
Le opere in progetto sostanzialmente ricadono parte in aree del Demanio Marittimo e parte in
aree di proprietà privata. Per le aree demaniali interessate dal progetto, si dovrà attivare la
procedura di richiesta della autorizzazione ai sensi dell’Art. 34 del CN dell’art. 36 del
Reg.Cod.Nav. Per le opere ricadenti nella fascia dei 30 dal limite demaniale, siano essi aree
pubbliche che private, è richiesta l’autorizzazione alla Capitaneria di Porto territorialmente
competente ai sensi dell’Art. 55 del CN.
La maggior parte degli interventi al di fuori del limite del demanio marittimo, ricadono
all’interno di una proprietà privata, appartenente alla società Opicia Sinus. Per la
realizzazione di tali interventi si dovrà procedere alla stipula di un accordo volontario tra il
proprietario e il soggetto pubblico per l’uso non oneroso per quest’ultimo delle aree
interessate; al riguardo la proprietà ha già sottoscritto il progetto PROVIDUNE, sin dalla fase
di proposta, manifestando la volontà di mettere a disposizione le aree.
Per tale motivo il progetto PROVIDUNE non ha previsto somme per espropriazioni o
acquisto di aree, e tale impostazione è confermata anche per la progettazione degli interventi
di cui alle azioni C1 e C3 oggetto del presente progetto preliminare.
Si deve considerare altresì che i vincoli imposti dalla costituzione dell’area SIC, comportano
l’obbligo da parte del proprietario di conservazione e manutenzione dell’ambiente naturale, in
particolare per quanto attiene agli habitat prioritari.
La possibilità per la Pubblica Amministrazione di stipulare accordi per l’attuazione di scelte
di pianificazione urbanistica generale è stata introdotta dalla legislazione nazionale con le
norme del 1990: la Legge n. 142/90 (sostituita poi dal D.Lgs. n. 267/00, cd. TUELL, testo
unico sugli enti locali), che all’art. 27 introdusse l’“accordo di programma” (attualmente
disciplinato dall’art. 34 del TUEEL), e la Legge n. 241/90 (e s.m.i.) che all’art. 11 istituì gli
accordi tra pubblica amministrazione e privati, integrativi o sostitutivi del procedimento.
Nel caso dii tali accordi devono essere chiari gli obiettivi che danno impulso alla
negoziazione, nel rispetto di quanto stabilito dalle corrispondenti norme di riferimento.
Devono altresì essere chiari i termini della negoziazione, cioè a dire, la tipologia di interventi
oggetto di accordo tra il Comune e i soggetti privati invitati ad aderirvi.
30
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Progetto preliminare
Devono altresì essere espresse chiaramente le competenze attribuite a ciascuna delle parti
nei confronti della realizzazione degli interventi citati, nonché dello sviluppo di ulteriori azioni,
comunque funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
4
Tipologia degli interventi
Il progetto preliminare degli interventi di “Conservazione e ripristino di habitat dunali nel Sito
di Importanza Comunitaria di Pineta della Foce Garigliano”, prevede un insieme di interventi
che si possono raggruppare in due tipologie che vengono descritte di seguito:

Azioni C1 - Recupero e risanamento degli habitat dunali degradati;

Azioni C3 - Realizzazione con tecniche innovative di accessi pedonali, delimitazioni
leggere e aree sosta per evitare il degrado degli habitat causato dal calpestio.
4.1
Azione C1
Gli obiettivi generali degli interventi di riqualificazione e rinaturalizzazione dei corpi dunari del
litorale del Sito di Importanza Comunitaria in oggetto riguardano la realizzazione di interventi
volti a potenziare la capacità di risposta del sistema ambientale alle condizioni evolutive
naturali. Il tratto di litorale interessato dal progetto preliminare risulta notevolmente modificato
e necessiterebbe di un sistema coordinato di interventi. Con il progetto LIFE si è cercato di
mettere in moto un processo che permetta nel tempo di equilibrare le diverse pressioni che
insistono sugli habitat presenti.
La scelta degli interventi si è focalizzata principalmente su sistemi di protezione delle dune
stabilizzate da attuarsi con l’uso di viminate basali per la chiusura dei varchi ed utilizzate
come sistemi di protezione e consolidamento dei fronti dunali, nonché di sistemi per la
rinaturalizzazione dei settori dunali degradati tramite impianti di specie autoctone protetti con
scacchiere frangivento.
4.1.1
Inquadramento delle aree dunari interessate
Gli interventi di riqualificazione e rinaturalizzazione dei corpi dunali sono concentrati in tutte
quelle aree in cui il degrado al sistema dunale e alla vegetazione risulta evidente. Nel settore
A1 e A2 sono presenti numerosi diradamenti della vegetazione, in parte provocati dalla
cattiva gestione dell’area per quanto riguarda gli accessi e dal conseguente transito
pedonale e veicolare. Infatti numerosi sono gli accessi incontrollati dalla strada provinciale,
trattasi di varchi abusivi attraverso la rete metallica di recinzione. Evidente è il gradino
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Progetto preliminare
formatosi tra la zona di spiaggia fruibile e la zona dunale, interessata in parte dall’habitat
2250 del Ginepro in prossimità della pineta di Pinus pinea. Tale pineta, come detto in
precedenza, ha gravi problemi dovuti alla mancanza di una gestione selvicolturale.
Il settore di intervento C, risulta invece più antropizzato, evidenziato dalla presenza del
canale di sbocco a mare che si trova nella parte Sud-Ovest dell’area in esame, inoltre la
strada di accesso probabilmente è stata realizzata con apporti di materiale inerte di risulta.
4.1.2
Criticità rilevate
Gli interventi di risanamento e riqualificazione dei corpi dunari mirano alla risoluzione o alla
mitigazione di processi in atto lungo il litorale del SIC “Pineta della Foce del Garigliano”.
Il fattore di degrado principale è l’azione di erosione con arretramento della linea di riva e
dello scalzamento al piede della duna, con conseguente arretramento del fronte dunale con
conseguenze evidenti sull’habitat del ginepro. L’azione antropica contribuisce alla crescita di
questi effetti, con la creazione di incisioni, varchi e rotture sul fronte dunale dovuta alla
percorrenza pedonale, al transito di veicoli e da sbancamenti e riporti per la realizzazione di
strutture di servizio al turismo.
4.1.3
Obiettivi dell’intervento
Gli interventi oggetto della progettazione, dovranno pertanto contrastare l’azione dei suddetti
fattori di degrado, cercando di ripristinare almeno in parte le dinamiche tra spiaggia
sommersa, spiaggia emersa, duna e vegetazione dunale, che presiedono alla formazione ed
alla conservazione delle spiagge.
Obiettivo del progetto, è pertanto quello di riparare, proteggere e consolidare il fronte dunale
consentendo la sua rinaturalizzazione. Inoltre tramite gli interventi in progetto si vuole
innescare un processo che permetta al sistema di migliorare le risposte ai fattori di impatto e
pressione, in modo che lo stato attuale del sistema dunale non possa degradare
ulteriormente.
4.1.4
Metodologia e criteri di scelta progettuale
L'identificazione dei criteri che hanno portato alla definizione delle tipologie di intervento
deriva prevalentemente dalle analisi ambientali preliminari effettuate durante i sopralluoghi e
dagli studi geomorfologici e botanici eseguiti all’interno del progetto LIFE. Nondimeno,
l’elevato pregio ambientale e, in particolare, la consapevolezza di intervenire in un’area
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Progetto preliminare
individuata come Sito di Interesse Comunitario, condizionano in modo significativo le scelte
progettuali, soprattutto riguardo i materiali da utilizzare e le metodologie di realizzazione.
Effettuata la selezione delle aree puntuali di intervento, si sono dunque studiate delle
tipologie semplici di intervento ripetibili in aree con simili problematiche.
L’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica risulta la scelta appropiata al conseguimento
di questo obiettivo.
Data la sensibilità ambientale dell’area, l'impiego di materiali naturali biodegradabili come
legno, canne e corde, consente di minimizzare l’impatto sugli equilibri ecologici delle dune e
della
componente
floro-vegetazionale,
in
previsione
di
una
naturale
“estinzione”
dell’intervento una volta espletata la propria funzione.
In sintesi, i criteri che influiscono sulle scelte progettuali sono:
- l’utilizzo di materiali naturali biodegradabili (legno, corde in canapa, canne) e facilmente
reperibili, al fine di limitare gli impatti sull’area di intervento;
- il materiale di propagazione utilizzato per gli interventi di rinaturazione, prevede l’impiego
di specie autoctone;
- sostenibilità economica.
4.1.5
Descrizione degli interventi
Gli interventi che sono stati inseriti all’interno dell’Azione C1 sono di seguito elencati e
descritti:
-
Viminata basale: L’opera sarà in grado di svolgere un’azione efficace sia di
smorzamento dei flutti montanti dei frangenti favorendo la deposizione della sabbia;
inoltre crea la possibilità di trattenere frazioni organiche spiaggiate con effetti positivi
anche sulla vegetazione pioniera. In tal modo svolge un ruolo articolato ed
estremamente funzionale di protezione e consolidamento del piede dunale o della
porzione sommitale della spiaggia. È considerata una barriera basale in legno, inclinata
(circa 60° sul piano orizzontale) e seminterrata, realizzata con stuoie di canne e da pali
di intelaiatura e controventatura in castagno.
33
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Progetto preliminare
Figura 6 - Prospetto laterale della viminata basale
Figura 7 - Viminata basale
-
Cordone con fascine: Tale intervento è stato inserito in aggiunta alla viminata basale di
chiusura dei varchi nel settore A1 e A2 e nella viminata basale continua nel settore C,
per aumentare l’efficacia degli interventi; tale opera favorisce la protezione del piede
dunale e dei varchi interdunali nei confronti dell’azione di scalzamento marino e in
contemporanea favorire la sedimentazione di materiale sabbioso trasportato dal washover. Si tratta di fascine composte da verghe e ramaglie legate con corda di canapa e
avvolte con biorete in fibra di cocco o similari; la biorete viene inoltre ancorata al suolo
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Progetto preliminare
tramite picchetti di legno nella misura di uno ogni metro. Tali picchetti verranno poi legati
l’uno all’altro in modo da rendere la struttura più stabile, questo scopo verrà raggiunto
anche tramite legatura in corda di canapa del cordone di fascine con la viminata,
rendendo in questo modo le due strutture solidali.
Figura 8 - Esempio schema tipologico cordone di fascine
Le differenze rappresentate in Figura 8 rispetto a quella ipotizzata nel presente progetto
riguardano la presenza frontale della viminata basale, al posto della palificata, e
l’inserimento a tergo del cordone di fascine senza scalzamento della superficie ma con
una lieve movimentazione di sabbia per il parziale ricoprimento dello stesso, intesa
come sistemazione locale della superficie di posa con modellazione manuale.
Il ricoprimento completo avviene ad opera del trasporto eolico di sabbia, che viene
intrappolata dalle fascine.
Questo tipo di intervento, per quanto rilevabile da analoghi interventi in corso è meno
invasivo della viminata, anche dal punto di vista dell’impatto visivo, è più stabile in
quanto difficilmente rimovibile, e rappressenta una valida protezione contro il calpestio.
In particolare si presta per la stabilizzazione e protezione delle dune colonizzate da
Juniperus Oxicedrus nei casi di esumazione di apparati radicali e di inizio di fenomeni di
blow out.
-
Moduli disposti a scacchiera per il trattenimento della sabbia e per la protezione degli
impianti:
Protezione con moduli a scacchiera degli impianti realizzati con il posizionamento di
celle quadrate di circa 6 m nelle aree di avanduna, in materiale semirigido (legno e
canne), che costituiscano schermi per il trattenimento della sabbia disposti a
“scacchiera”, aventi lo scopo di proteggere l’eventuale accrescimento di specie vegetali
impiantate al suo interno e di favorire la ricostruzione dunare nei fronti e negli spazi
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Progetto preliminare
maggiormente devegetati mediante intrappolamento delle sabbie, qualora siano attivi i
processi di deflazione e aspersione sabbiosa propri del dominio eolico. Le barriere sono
costituite da schermi quadrati montati a scacchiera, da 2 a 6 m di lato, tendenzialmente
orientati ortogonalmente rispetto alle direzioni dei venti dominanti. La struttura portante è
realizzata con pali di castagno (h= 100 cm, d = 8-10 cm), interrati per circa 50 cm, posti
ad una distanza di due metri l’uno dall’altro. Gli schermi sono costituiti da stuoia in
canne, tessuta in modo da risultare semipermeabile al vento, interrata per circa 20 cm e
fuori terra per circa 60 cm, fissata ai pali in legno mediante due verghe, ancorate con
tirafondi in acciaio e legatura con corde in canapa.
Figura 9 - Pianta e prospetto degli schemi frangivento a scacchiera
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Progetto preliminare
-
Impianti di specie autoctone: prevede la loro localizzazione soprattutto all’interno delle
barriere frangivento, tale che abbiano la duplice funzione di “nuclei di protezione” di
piantine di specie autoctone quali Crucianella maritima e Juniperus oxycedrus; gli
impianti hanno lo scopo di favorire il processo di sviluppo e accrescimento della coltre
vegetale stabilizzatrice delle dune primarie e secondarie. L’obiettivo è quello di
incentivare lo sviluppo delle dune embrionali e della vegetazione stabilizzatrice per
attenuare l’erosione eolicae ripristinare le condizioni per lo sviluppo della vegetazione
propria degli habitat dunari..
Figura 10 - Tipologia di ricopertura con biorete
-
Eradicazione delle specie aliene: sono previsti interventi puntuali di eradicazione di
Carpobrotus nelle aree infestate, come indicato nel documento di indicazione interventi
a corredo degli elaborati azione A5. Tale azione è necessaria in quanto le proprietà
invasive possono alterare profondamente le comunità psammofile autoctone. La
localizzazione delle aree in cui intervenire con tali interventi è indicata nel mappa degli
interventi allegata alla relazione degli interventi conclusiva della azione di studio A5 e
nella cartografia specifica e andrà individuata in dettaglio in fase di progettazione
definitiva e ad opera della direzione lavori in sede di esecuzione lavori.
-
Interventi di naturazione e di ricostruzione ambientale volti a favorire la ricostituzione
dell’habitat 2250* e la naturale seriazione degli habitat concatenati, ed alla mitigazione
degli effetti negativi della pineta artificiale.
Gli studi preliminari hanno evidenziato una forte alterazione dell’habitat 2250* a ginepro.
Oltre ai fattori di pressione antropica, rappresentati dalla incisione del fronte dunare
dovuta alla creazione di innumerevoli sentieri per il transito pedonale e di mezzi vari ed
ai conseguenti fenomeni di blow out, si riscontrano effetti negativi dovuti alla presenza
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Progetto preliminare
nell’area che dovrebbe essere di pertinenza dell’habitat 2250, della pineta artificiale
impiantata a conclusione degli interventi di bonifica a partire dalla metà degli anni ’30,
come avvenuto in diverse zone d’Italia con analoghe caratteristiche (lazio, toscana,
veneto).
Infatti, la fascia dunare che dovrebbe accogliere l’habitat a Juniperus Oxicedrus, var.
Macrocarpa, risulta compressa tra la linea di riva in progressivo arretramento e la pineta
artificiale.
Ciò ha impedito sia la colonizzazione del ginepro delle aree retrostanti man mano che il
fenomeno dell’erosione della spiaggia ed il conseguente avanzamento della linea di riva
alteravano l’ambiente originario rendendolo inadatto ad ospitare l’habitat 2250*.
Nel contempo la mancata colonizzazione delle dune da parte del ginepro ha fatto venir
meno l’azione stabilizzatrice sulle dune e la funzione di queste ultime nella dinamica dei
processi di formazione e conservazione della spiaggia.
Ciò è dimostrato anche dall’analisi degli habitat, evidenziata nella carta della
distribuzione degli habitat prodotta a conclusione dell’azione A3 del progetto Providune,
che ha denunciato una forte compenetrazione e mosaicizzazione degli habitat, con
alterazione della naturale seriazione.
In particolare l’habitat a ginepro risulta presente nella sua naturale integrità soltanto nel
settore più a SE del SIC, identificata come settore C, nell’area compresa tra lo sbocco a
mare del canale di bonifica macchine vecchie, ed il limite del SIC.
Nei settore indicati coma A1 ed A2, della carta degli interventi prodotta a conclusione
degli studi a valere sull’azione A5, l’habitat a ginepro è presente come “area di
compenetrazione dell’habitat 2250*, con gli habitat 2110 (dune embrionali mobili), 1210
(vegetazione annua delle linee di deposito marine) 2210 (dune fisse del litorale
Crucianellion maritimae), 2230 (dune con prati del Malcolmietalia), ed è presente in
un’altra area di compenetrazione degli habitat 2260 (dune con vegetazione di sclerofille
(Cisto lavanduletalia).
Inoltre anche se gli studi hanno dimostrato una scarsa capacità di rinnovamento, in
alcune zone circoscritte si notano giovani soggetti di Pinus Pinea in competizione con
soggetti di Juniperus Oxicedrus (settore A2).
È evidente che la presenza di esemplari di pino nella fascia di pertinenza dell’habitat
2250*, è in contrasto con le caratteristiche ambientali e con la componente
vegetazionale spontanea, oltre che con le esigenze ecologiche dei pini stessi, che in
molti esemplari manifestano fenomeni di deperimento.
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PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
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Progetto preliminare
Nella fascia di contatto tra la pineta e l’area di pertinenza del ginepro, di fatto, nella
situazione attuale, si verificano condizioni inadatte alla vita di entrambe le specie.
Si ritiene che gli interventi di tipo selvicolturale di diradamento e di taglio selettivo sulla
pineta, nella suddetta fascia, possano favorire la preservazione del ginepro e la
ricostituzione delle condizioni favorevoli all’habitat specifico 2250*, come rinvenuto in
letteratura ed anche nell’ambito degli interventi di altri progetti Life.
Data l’onerosità dell’intervento e la complessità degli equilibri che interessano l’habitat
2270 del quale devono comunque essere preservati la valenza e l’interesse
paesaggistico e naturalistico, l’intervento deve essere effettuato prudenzialmente a
carattere dimostrativo, e riguardante zone circoscritte da individuare a scala di dettaglio
nella fase di progettazione definitiva.
INTERVENTI PREVISTI.
Ripristino della corretta copertura vegetale naturale su suoli liberati da esemplari di
Pinus Pinea.
Un intervento deve essere previsto nel settore A1 dove nella zona più prossima alla
spiaggia sono presenti soggetti di Pinus Pinea morti o fortemente deperiti.
La pineta artificiale viene eliminata da un tratto limitato di cordone dunale di pertinenza
dell’habitat a ginepro. Dopo la rimozione del materiale vegetale, in seguito al
diradamento, compresa la rimozione mediante rastrellatura manuale degli aghi di pino,
vanno piantate specie idonee per iniziare a coprire l’area liberata, nel caso specifico la
Crucianella maritima, e più all’interno il ginepro.
4.2
Azione C3
Il progetto è finalizzato alla tutela e salvaguardia del sistema di spiaggia e dune, attraverso
azioni mirate essenzialmente a contenere l’impatto attuale dovuto alla fruizione turistica,
prevedendo un insieme di azioni integrate riconducibili sostanzialmente a interventi per la
riorganizzazione dell’accessibilità e della fruibilità e per la conservazione delle risorse nelle
spiagge del SIC. L’intervento si realizzerà tramite la messa in opera di passerelle pensili che
permettano di accedere alla spiaggia evitando il flusso disordinato dei turisti e degli altri
fruitori, nonché garantendo una fruizione agevolata a disabili e carrozzine per infanti. I
sentieri di accesso avranno delimitazioni laterali che evitino la percorrenza di zone sensibili
per gli habitat protetti. Inoltre, sono previsti pannelli informativi e didattici che possano
favorire l’attenzione e il rispetto delle risorse naturali attraverso la rappresentazione delle
valenze e delle vulnerabilità ambientali dell’ambito.
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Progetto preliminare
4.2.1
Inquadramento delle aree interessate
Per quanto riguarda la descrizione e l’individuazione delle aree interessate dagli interventi
ricadenti all’interno dell’azione C3 si rimanda al paragrafo 4.1.1 e alla tavola 4 – planimetria
delle opere naturalistiche integrate.
L’accessibilità alla spiaggia, nella configurazione finale prevista dal presente progetto
preliminare, è garantita da un sentiero sterrato trasversale alla linea di riva, che permette la
riconnessione con la Strada Provinciale, in corrispondenza dell’incrocio con la strada Pietre
bianche,. Un percorso alternativo per l’accesso alla spiaggia, è costituito dalla strada di
accesso al campeggio situato tra la foce ed il SIC, che si ricongiunge al predetto sentiero.
Attualmente, invece, sono numerosi i percorsi alternativi ricavati da varchi abusivi, pertanto
l’assenza di delimitazioni dei percorsi di accesso sia pedonali che carrabili e di aree sosta
organizzate, ha provocato un forte degrado alle aree dunali, soprattutto a discapito della
vegetazione presente nel sito.
Data la natura del progetto, mirato al controllo della fruizione, e non al suo incremento, non si
ritiene di introdurre nuovi varchi e sentieri di accesso, che tra l’altro necessariamente
andrebbero a ricadere in proprietà privata.
4.2.2
Criticità rilevate
La mancanza di regolamentazione degli accessi ha provocato un degrado di tutta la zona di
retro spiaggia, dovuta al calpestio e alla presenza di automobili in aree particolarmente
sensibili, anche a causa di manomissioni e danneggiamenti delle recinzioni esistenti.
Pertanto sono numerosissime le aree in cui la vegetazione si trova in evidente stato di
degrado o addirittura non risulta ormai presente in quanto non ha trovato le condizioni adatte
per svilupparsi.
4.2.3
Obiettivi dell’intervento
Obiettivo dell’intervento è quello di regolare l’accessibilità e la fruizione della spiaggia, così
da evitare il libero passaggio attraverso aree sensibili interessate dalla presenza di habitat da
salvaguardare. Pertanto si dovrà impedire la percorrenza veicolare e regolamentare,
l’accesso al pascolo, ed inoltre regolarizzare il flusso dei fruitori permettendo l’accesso dai
soli varchi previsti in progetto.
Si è proceduto pertanto ad individuare un varco e due percorsi di accesso sulla base di
sentieri già tracciati.
I sentieri sono stati individuati e delimitati da progetto, in modo da non consentire percorsi
alternativi, preservando così la vegetazione circostante.
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Progetto preliminare
I sentieri dovranno essere sistemati in modo da evitare impantanamenti in seguito ad
eventuali piogge e da risultare il più possibile praticabili, in modo da non indurre la ricerca di
percorsi alternativi.
Le aree in depressione, dovranno essere attraversate tramite passerelle in legno
sopraelevate.
Gli attraversamenti delle aree retrodunali sino alla spiaggia dovranno ugualmente essere
attraversate tramite passerelle sopraelevate in modo da non interferire con la vegetazione
erbacea, e con le dinamiche del trasporto eolico della sabbia.
Il raccordo tra sentiero naturale e passerelle sopraelevate sarà effettuato con tratti di
passerelle al livello del suolo e con tratti di raccordo della opportuna pendenza.
Ove la larghezza del sentiero già esistente lo consenta, il transito sulle passerelle dovrà
essere possibile anche per i disabili.
I tratti di passerella sopraelevate dovranno essere dotate di opportune balaustre di sicurezza
per evitare infortuni da caduta accidentale.
I percorsi saranno delimitati da dissuasori o da staccionate. Queste ultime dovranno essere
posizionate nelle zone più vulnerabili e dove è maggiormente necessario impedire la
possibile deviazione in percorsi alternativi, o dove è possibile l’introduzione di mezzi
meccanici come motocilcli.
4.2.4
Metodologia e criteri di scelta progettuale
Le metodologie sopra esplicitate possono essere tranquillamente riadattate anche a questa
tipologia di interventi. Pertanto la consapevolezza di intervenire in aree di particolare pregio
ambientale e con una grande sensibilità indirizza le scelte progettuali verso tipologie non
impattanti sia visivamente che come occupazione permanente del suolo.
Effettuata la selezione delle aree puntuali di intervento, si sono dunque studiate delle
tipologie semplici di intervento ripetibili in aree con simili problematiche.
Pertanto si è scelto di utilizzare materiali naturali biodegradabili, che non alterino lo stato
dell’ambiente e che soprattutto non siano fisse ma che rientrino integralmente tra le opere di
facile rimozione.
L’uso di materiali naturali, inoltre, non altera in modo significativo la percezione visiva del
luogo: a interventi finiti, la colorazione dei materiali e la loro stessa natura limitano l’impatto
sul paesaggio circostante.
Le tipologie di opere utilizzate sono due:
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Progetto preliminare
- Opere per la limitazione della fruizione in aree sensibili;
- Opere per razionalizzare e regolare l’accesso alle spiagge in modo la limitare l’impatto da
transito.
4.2.5
Descrizione degli interventi
Gli interventi prescelti sono:
- Passerelle in legno: Sono strutture sopraelevate di 20-40 cm circa dalla superficie
sabbiosa, in modo da permettere l’espansione delle specie vegetali presenti e impedire i
processi erosivi dovuti al calpestio delle aree dunali.Sono provviste di parapetto o
balaustra di estetica armonizzata con le staccionate di recinzione in modo che sia ridotto
l’impatto estetico-percettivo. La struttura portante è realizzata da pali infissi, su cui
poggiano le travi principali e su cui a sua volta poggia il piano di calpestio come orditura
secondaria.
- Le passerelle non sopraelevate avranno struttura portante più leggera ed economica, pur
garantendone ugualmente l’ancoraggio stabile al suolo.
Figura 11 - Sezione tipo di passerella senza corrimano
42
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Progetto preliminare
- Dissuasori (palo-corda-palo): l’obiettivo per cui viene realizzata questa tipologia di opera è
di disincentivare la frequentazione del campo dunale e permettere lo sviluppo delle dune
embrionali e la stabilizzazione del piede dell’avanduna. La delimitazione dei sentieri è
realizzata mediante corda di canapa stesa (non tesa: l’umidità e la salsedine, tendendola
ulteriormente, la spezzerebbero) tra pali di castagno piantati nella sabbia a circa due metri
l’uno dall’altro e alti circa 1 m fuori terra.
I dissuasori possono essere utilizzati come delimitazione dei sentieri di accesso nelle
zone meno suscettibili di deviazioni in aree vulnerabili al calpestio, per diminuire l’impatto
delle staccionate, più invasive, più dispendiose in relazione al budget disponibile, e più
rischiose dal punto di vista del carico di fuoco.
Figura 12 - Dissusori in palo-corda-palo
- Recinzione a croce di Sant’Andrea: l’obiettivo per questa tipologia di intervento è
ostacolare l’accesso indiscriminato da parte di visitatori che accedono dai parcheggi o
dalle strade limitrofe retrostanti e delimitare le aree di accesso al SIC.
A differenza dei dissuasori, questi manufatti devono rappresentare un ostacolo fisico,
arduo da superare e difficile da rimuovere, e quindi gli elementi portanti sono di adeguato
dimensionamento e solidità. Per la limitazione dei costi e del carico di fuoco, nei tratti
intermedi in cui è minore la propensione e la possibilità di intraprendere percorsi
alternativi, e dove non è necessaria una particolare solidità, si opterà per staccionate ad
un solo elemento trasversale obliquo, che consentono anche il contenimento dei costi.
I pali di sostegno infissi nel terreno aventi il diametro di 10 cm, vengono piantati nella
sabbia a circa 1,8 metri l'uno dall'altro. La chiusura sommitale avviene attraverso pali di
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Progetto preliminare
sostegno, mediante raccordo con pali del diametro in testa di cm 10-12 e lunghezza di m
1,5.
In corrispondenza di tratti che incrociano sentieri di accesso alla proprietà privata che
vanno preservati per l’attività di manutenzione e sorveglianza, saranno previsti dei cancelli
in legno con battente singolo strutturati sempre secondo la configurazione a croce di
Sant’Andrea.
Anche l’accesso al sentiero dalla strada provinciale, sarà dotato di cancello in legno con
battente singolo, per poter limitare la fruizione solo al periodo balneare o in caso di
possibilità di individuare un ente gestore, anche per la limitazione della fruizione in orari
compatibili con la balneazione.
Figura 13 - Recinzione con staccionata a “croce di sant’andrea”
- Individuazione e sistemazione, senza realizzazione di infrastrutture ed opere fisse, di un
area da adibire a parcheggio in suolo di proprietà Comunale.
Per combattere il fenomeno del parcheggio incontrollato lungo tutto il fronte stradale del
SIC, ed anche all’interno dell’area, ed il conseguente accesso pedonale incontrollato, con
calpestio della vegetazione, sarà sistemata mediante interventi leggeri di livellamento,
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Progetto preliminare
regimazione delle acque superficiali e recinzione, un area da adibire a parcheggio di circa
1.400 mq.
4.3
Stima dei costi, quantità e localizzazione degli interventi dell’Azione C1 e C3
Di seguito si elencano per settore di spiaggia gli interventi previsti, per la localizzazione
precisa si rimanda alla tavola 4 – planimetria delle opere naturalistiche integrate
Settori A1 e A2
Azione C1: si realizzerà lungo tutta l’area di intervento una viminata basale la cui funzione è
quella di protezione del piede della duna e della porzione sommitale della spiaggia, nonché
delimitazione di accesso alla zona dunale in sostituzione della delimitazione con dissuasori
proposti nei documenti del progetto LIFE; nella parte retrostante rispetto all’area di
localizzazione della viminata, in corrispondenza dei varchi creatisi tra gruppi di vegetazione a
causa del calpestio, degli accessi non regolamentati ecc.., verranno realizzate viminate
basali con l’inserimento del cordone di fascine a tergo ricoperta da biostuoia la cui funzione
sarà quella di limitare il processo di erosione del sistema dunale e la trattenuta del materiale
trasportato da eventuali mareggiate in area dunare.
Vengono inoltre previsti in corrispondenza del fronte dunale impianti di specie autoctone, in
particolare di Juniperus Oxicedrus e Crucianella Maritima. Inoltre essi verranno protetti
attraverso moduli quadrati disposti a scacchiera, il cui lato sarà variabile da 2 metri a 4 metri,
questi ultimi sono presenti nel settore A2. Vengono inoltre previste aree di eradicazione di
specie aliene, in particolare nel caso specifico del carpobrotus, che può alterare con la sua
capacità competitiva, le comunità psammofile autoctone.
Azione C3: si realizzerà una passerella in legno in corrispondenza dei punti di maggiore
vulnerabilità della vegetazione dunale dovuti al calpestio, come da particolare costruttivo
allegato nella descrizione di cui sopra, delimitata ai lati da dissuasori realizzati con il sistema
palo corda palo e nei tratti sopraelevati di oltre 10 cm. da balaustra realizzata con la stessa
struttura della staccionata. Il sentiero di accesso verrà delimitato lateralmente in parte da
dissuasori e in alcuni tratti da recinzione a croce di Sant’Andrea, o da recinzione ad una sola
traversa senza incrocio, soprattutto in corrispondenza della intersezione con altri sentieri e
varchi, e dell’accesso con la strada provinciale in modo da impedire la fruizione e la
percorrenza in aree sensibili da proteggere, obiettivo primario del progetto LIFE. Vengono
inoltre posizionati cartelli informativi e didattici per la sensibilizzazione dei fruitori dell’area.
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Progetto preliminare
Settore C
Azione C1: in quest’area di intervento si realizzerà una viminata basale al piede della duna
con l’inserimento del cordone di fascine a tergo ricoperta da biostuoia, le cui motivazioni
sono le stesse evidenziate per le altre due aree di intervento. Nella zona a monte verranno
realizzati impianti di specie differenti a seconda che si trovino nell’area propria dell’habitat
2250 o in quella 2210. La protezione di tali impianti varia a seconda della localizzazione,
infatti in un caso si useranno moduli a scacchiera quadrati con lato da due a 6 metri e nella
zona più interna, in prossimità della vegetazione esistente si potranno usare moduli protettivi
ad un solo lato perpendicolari al vento.
Azione C3: si realizzerà una passerella in legno come da particolare costruttivo, allegato
nella descrizione di cui sopra. Il sentiero di accesso verrà delimitato lateralmente da una
recinzione a croce di Sant’Andrea, in modo da impedire la percorrenza sia pedonale che
carrabile in aree sensibili. Vengono inoltre posizionati, come negli altri due settori, cartelli
informativi e didattici per una migliore sensibilizzazione dei fruitori dell’area.
Di seguito viene riportata una tabella riassuntiva delle quantità degli interventi previsti
suddivisi per settore e per tipologia di azione.
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Progetto preliminare
STIMA DEI COSTI E COMPUTO DI MASSIMA DELLE QUANTITÀ
Azione C1
Settore
A1
unità
Settore
A2
unità
Settore C
unità
importi
unitari
totale
verifica quantità
importi
mq.
Viminate basali
150,00
metri
200,00
metri
190,00
metri
540,00
45,00
24.300,00
1.080,00
Cordoni di fascine
70,00
metri
100,00
metri
190,00
metri
360,00
40,00
14.400,00
720,00
Scacchiere frangivento 4x4
20,00
numero
70,00
numero
90,00
numero
180,00
90,00
16.200,00
2.880,00
Scacchiere frangivento 6x6
4,00
numero
35,00
numero
70,00
numero
109,00
120 13.080,00
3.924,00
5,00
numero
8,00
numero
13,00
230 2.990,00
1.300,00
10.000,00 mq
20.000,00
0,15 3.000,00
20.000,00
500,00
500,00
14,5 7.250,00
500,00
- numero
Scacchiere frangivento 10x10
Impianti di specie autoctone
2.000,00 mq
8.000,00 mq
Eradicazione Carpobrotus
mq
Eradicazione Carpobrotus + copertura biorete
Abbattimento di piante di Pinus Pinea morte o deperite
nella fascia di pertinenza dell'habitat a ginepro con
successiva piantumazione di Juniperus e collocamento di
schermi protettivi (computate a parte)
mq
100,00
numero
90,00
numero
- numero
190,00
90 17.100,00
TOTALE ESCLUSO ONERI SICUREZZA
98.320,00
IMPORTO BUDGET PROVIDUNE
79.533,06
DIFFERENZA
18.786,94
47
23,6%
numero
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Azione C3
Settore
A1
unità
Settore
A2
unità
Settore C
unità
1.000,00
metri
100,00
metri
150,00
metri
5,00
ml.
metri
3,00
numero
5,00
700,00
3.500,00
3,00
numero
7,00
350,00
2.450,00
numero
10,00
50,00
500,00
numero
800,00
26
14,00
150,00
11.200,00
3.900,00
metri
285,00
metri
Passerelle in legno
65,00
metri
-
metri
20,00
Pannelli informativi
2,00
numero
-
numero
Pannelli didattici 60x40
3,00
numero
1,00
numero
ralizzazione di cancello in legno per recinzioni a croce di
Sant''andrea di 1,5 mt di larghezza
6,00
numero
4,00
800,00
metri
10
numero
8
numero
1250
13.275,00
16.150,00
-
8
6.250,00
15,00
190,00
metri
chiusura di varchi mediante movimenti di terra sul posto
mq.
885,00
85,00
600,00
sistemazione del fondo di sentieri di accesso
1.250,00
-
Delimitazione percorsi con staccionata
(recinzione croce di Sant'Andrea)
verifica quantità
importi
-
Recinzione di protezione della zona dunare
( dissuasori)
importi
unitari
totale
realizzazione di un area da adibire a parcheggio in area
comunale
-
30.000,00
TOTALE ESCLUSO ONERI SICUREZZA
-
87.225,00
885
85
1400
106.360,31
IMPORTO BUDGET PROVIDUNE
DIFFERENZA
totale generale PROVIDUNE C1+C3
IMPORTO BUDGET PROVIDUNE C1+C3
DIFFERENZA
48
19.135,31
-18,0%
185.545,00
185.893,38
348,38
-0,19%
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Progetto preliminare
5
Prime indicazioni e disposizioni per la stesura del piano di sicurezza
Il piano di sicurezza dovrà essere redatto nel rispetto della la sensibilità dell’area interessata
dal cantiere in relazione ai vari stadi di attuazione del progetto, e con particolare attenzione
alle eventuali interferenze tra il cantiere e le peculiarità dell’ambiente.
Occorre considerare che questi lavori potrebbero essere svolti in prossimità di spiagge
frequentate nel periodo estivo, pertanto risulta fondamentale un’adeguata delimitazione
dell’ambiente di lavoro mediante una recinzione e la definizione dei percorsi carrabili e
pedonali con un’appropriata segnalazione del cantiere, al fine di ridurre al minimo i rischi da
e verso l’ambiente esterno e l’interferenza con l’utenza nei periodi di fruizione delle spiagge.
Il cantiere dovrà essere provvisto di tutti gli impianti essenziali per il suo funzionamento:
preliminarmente andrà accertata la presenza di condutture idriche, fognarie ed elettriche e,
qualora fosse necessario, occorrerà disporne l’approvvigionamento secondo la corretta
regola d’arte, previe autorizzazioni da parte dell’ente competente. Dovranno essere adottate
protezioni e misure di sicurezza connesse all’eventuale presenza di condutture sotterranee o
linee elettriche aeree, atte a prevenire accidentali contatti con le stesse, e dovrà essere
predisposto l’impianto di messa a terra.
La scelta dei macchinari da impiegare durante i lavori dovrà compiersi con particolare
attenzione: sarà opportuno prediligere macchinari leggeri e a bassa emissione sonora e
andranno preventivamente coordinate tutte le operazioni di manovra degli stessi per ridurre il
rischio di ribaltamento e investimento.
Dovranno essere limitate al minimo le emissioni sonore, specialmente nelle ore pomeridiane
dei periodi di frequentazione delle spiagge.
La scelta dei materiali da costruzione e la presenza abbondante di vegetazione nell’area di
cantiere, impongono l’adozione di misure contro i possibili rischi di incendio, che assicurino,
in caso di necessità, l’agevole e rapido allontanamento dei lavoratori dai luoghi pericolosi.
La presenza di bacini d’acqua, seppur di limitata profondità, dovrà essere tenuta in
considerazione qualora i lavori si svolgano nelle aree ad essi limitrofe, ad evitare rischi di
annegamento o rischi correlati all’utilizzo di elettricità.
Per i lavori previsti non sono rilevabili particolari forme di rischi: si tratta, infatti, del montaggio
di passerelle pedonali in legno, parapetti di protezione e recinzioni che giungeranno nell’area
di lavoro direttamente dai luoghi di produzione. Tutte queste operazioni non sono di per sé
pericolose, tuttavia possono generare situazioni tali da compromettere la salute dei
lavoratori. Nelle operazioni di carico e scarico dei materiali e di montaggio e smontaggio
49
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Progetto preliminare
delle opere e dei manufatti andranno previste misure di prevenzione dei rischi derivanti dalla
movimentazione dei carichi e dalle cadute.
Tutti i lavoratori, conformemente alla normativa vigente, dovranno disporre dei dispositivi di
protezione individuale in relazione alle mansioni svolte. Dovranno altresì essere informati dei
possibili rischi in cui potrebbero incorrere durante i lavori e delle misure di sicurezza da
adottare per prevenirli.
6
Indicazioni preliminari per la predisposizione del piano particellare
Il presente paragrafo individua il complesso delle particelle catastali interessate dal progetto.
Sulla base della cartografia catastale fornita dal settore Ambiente del Comune di Sessa
Aurunca e dal Settore Politiche Comunitarie della Provincia di Caserta, sono state
individuate le particelle interessate dagli interventi oggetto del progetto PROVIDUNE, così
come mostrato in Figura 14. La successiva Tabella 1, indica i principali dati catastali: Foglio,
Particella e ditta intestataria delle suddette particelle.
Tali
informazioni
saranno
approfondite
nelle
predisposizione del Piano Particellare.
50
successive
fasi
progettuali
per
la
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Progetto preliminare
Figura 14 - Individuazione delle particelle catastali interessate dal progetto
FOGLIO
PARTICELLA
INTESTATARIO
147
2
Demanio dello Stato ramo Marina
147
1
Demanio dello Stato ramo Marina
118
5027
COMUNE DI SESSA AURUNCA
118
5032
COMUNE DI SESSA AURUNCA
118
2
OPICIA SINUS S.R.L. con sede a Napoli
147
29
OPICIA SINUS S.R.L. con sede a Napoli
160
121
Riva del Sole S.p.A. con sede in Castglion
della Pescaia (GR)
Tabella 1 - Dati catastali delle particelle interessate dal progetto
51
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Progetto preliminare
7
Cronoprogramma
Il cronoprogramma a livello preliminare, per la realizzazione del progetto degli “Interventi di
conservazione e ripristino di habitat dunali nel Sito di Importanza Comunitaria di Pineta della
Foce del Garigliano (IT8010019)”, si prevede essere il seguente:
Fasi
2011
SET
OTT
NOV
2012
DIC
GEN
FEB
MAR APR
MAG GIU
LUG
2013
AGO SET
Approvazione
progetto
preliminare
Redazione
progetto definitivo
Convocazione
CdS
Conferenza dei
servizi
Redazione e
consegna
progetto esecutivo
Gara e appalto
lavori
Consegna ed
Esecuzione lavori
_
Collaudo
52
OTT
NOV
DIC
GEN
FEB
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Progetto preliminare
8
Quadro economico complessivo
QUADRO ECONOMICO COMPLESSIVO
A- INTERVENTI AZIONE C1
€.
98.320,43
B- INTERVENTI AZIONE C3
€.
87.528,94
€.
185.893,37
€
5.749,10
€
191.642,47
Totale somme a disposizione dell’Amministrazione
€
18.663,69
Totale IVA (21%) su importo lavori e spese generali (1, 2, 3,4)
€
42.310,00
TOTALE COMPLESSIVO
€
252.616,16
SOMMANO LAVORI
Oneri della sicurezza
Sommano lavori + oneri della sicurezza
Spese generali
1)
Direzione Lavori e Sicurezza, Prove, Consulenze, Rilievi,
2)
Spese
€
6.506,27
specialistici, ai sensi dell’art. 17 D.P.R. 554/99
€
1.858,94
3)
Allacciamento servizi pubblici
€
464,73
4)
Imprevisti
€
1.003,82
5)
Accantonamento art.133 comma 3 D.L. 163/2006
€
2.788,40
6)
Incentivi alla progettazione art. 92 D.L. 163/2006
€
3.717,87
7)
Contributo art. 1, commi 65 e 67 Legge 266/2005
€
92,94
8)
Spese pubblicità
€
2.230,72
Accertamenti e indagini
per
accertamenti
tecnico/amministrativo
ed
di
laboratorio,
eventuali
altri
collaudo
collaudi
53
PROVIDUNE
Conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Provincie di Cagliari, Matera e Caserta
Sito di Importanza Comunitaria di Pineta della Foce del Garigliano (IT8010019)
Progetto preliminare
8.1
Quadro economico suddiviso per tipo di intervento
€.
98.320,00
A1 – Scacchiere frangivento
€
32.270,00
A2 – Impianti di specie autoctone
€
3.000,00
A3 – Viminate Basali
€
24.300,00
A4 – Cordone di fascine
€
14.400,00
A5 – Eradicazione Carpobrotus
€
7.250,00
A6 –interventi sulla pineta
€
17.100,00
oneri della sicurezza
€
3.043,07
sommano lavori + oneri sicurezza
€.
101.363,07
€.
101.363,07
A- INTERVENTI AZIONE C1
TOTALE COMPLESSIVO
A- INTERVENTI DI DIFESA ATTIVA DEGLI HABITAT
€.
87.225,00
B1 – Passerelle in legno
€
16.150,00
B2 – Dissuasori
€
6.250,00
B3 – Recinzione Croce Sant’Andrea
€
13.275,00
B4 - Cartellonistica
€
5.950,00
B5 – cancelli in legno per recinzioni a croce di Sant’andre
€
500,00
B6 – sistemazione del fondo di sentieri d’accesso
€
500,00
B6 – chiusure di varchi mediante movimenti di terra sul posto
€
3.900,00
B6 – sistemazione di un area da adibire a parcheggio
B- INTERVENTI AZIONE C3
€
30.000,00
oneri della sicurezza
€
2.699,68
sommano lavori + oneri sicurezza
€.
89.924,68
TOTALE COMPLESSIVO INTERVENTI AZIONE C3
€.
89.924,68
Caserta, 29/12/2011
IL PROGETTISTA
Dott. Agr. Vincenzo Maria Brancato
54