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Parlamento Europeo. Direzione Generale degli Studi. Documento di lavoro:" Le sette in Europa ", 21 novembre 1996. Riunione congiunta sulle sette della Commissione per le libertà pubbliche e per gli affari interni del Parlamento europeo con i rappresentanti delle commissioni omologhe dei parlamenti nazionali. Membri partecipanti: 1. BELGIO Chambre des Représentants Sig. Ch. Janssens, presidente della Commissione degli interni, degli affari generali e della funzione pubblica. Sig. A. Duquesne, relatore della Commissione di inchiesta parlamentare incaricata di elaborare una politica volta a lottare contro le pratiche illegali delle sette e i pericoli che esse costituiscono per la società e le persone, soprattutto per i minori. 2. DANIMARCA Folketing Sig.ra Else Marie Mortensen, membro della Commissione degli affari giuridici. Sig. Svend Erik Hovmand, membro della Commissione per gli affari europei. 3. GERMANIA Bundestag Sig.ra Ortun Schätzle, presidente della Commissione di inchiesta sulle sette e gli psicogruppi. Sig.ra Gisela Schröter, membro della Commissione per gli affari interni. 4. SPAGNA Senado Sig. D. José Cañellas Fons, presidente della Commissione degli affari interni e della funzione pubblica. Sig. D. Juan Antonio Arevalo Santiago, portavoce del Gruppo socialista, Commissione degli affari interni e della funzione pubblica. 5. GRECIA Vouli ton Hellinon Sig. Evangelos Staïkos, membro della Commissione dell'amministrazione pubblica, dell'ordine pubblico e della giustizia. 6. ITALIA Senato Sig. Piero Milio, membro della Commissione della giustizia. Camera dei Deputati Sig.ra Rosa Russo Jervolino, presidente della Commissione degli affari costituzionali Sig. Pietro Carotti, membro della Commissione della giustizia. 7. PAESI BASSI Tweede Kamer Sig. Van Oven, membro della Commissione della giustizia e degli affari interni. Sig. Koekkoek, membro della Commissione della giustizia e degli affari interni. 8. AUSTRIA Nationalrat Sig.ra Sonja Moser, membro della Commissione della famiglia. Sig.ra Madeleine Petrovic, membro della Commissione della cultura. 9. PORTOGALLO Assembleia da Repùblica Dr. Calvao da Silva, membro della Commissione degli affari costituzionali, dei diritti, delle libertà e delle garanzie. Dr. Osvaldo De Castro, membro della Commissione degli affari costituzionali, dei diritti, delle libertà e delle garanzie. 10. REGNO UNITO House of Lords Lord Hacking, membro della Commissione degli affari europei. House of Commons Sig. John Greenway, membro della Commissione degli affari interni. Sig. John Hutton, membro della Commissione degli affari interni. 11. SVEZIA Sveriges Riksdag Sig.ra Gun Hellsvik, presidente della Commissione della giustizia. Sig. Pär-Axel Sahlberg, presidente della Commissione costituzionale. La Sig.ra Maria Paola COLOMBO SVEVO (PPE, Italia), vicepresidente della Commissione per le libertà pubbliche e per gli affari interni del Parlamento europeo ricorda che, nel febbraio 1996, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulle sette in Europa (vedere Allegato). In tale risoluzione, il Parlamento europeo chiede che, durante un incontro con i parlamenti nazionali degli Stati membri dell'Unione europea, vengano fissati due obiettivi: 1) procedere ad uno scambio di informazioni sull'organizzazione, il funzionamento e il comportamento di tali "comunità" in ogni Stato membro; 2) giungere a conclusioni sul modo migliore per contenere le loro attività inopportune e sulle strategie da seguire per mettere in guardia le popolazioni. In Belgio, in Germania e in Francia (1) tali problemi sono oggetto di dibattito e sono state create commissioni di inchiesta parlamentari. Dal punto di vista giuridico la "setta" non esiste. Le vengono applicate le norme relative alle associazioni, norme che garantiscono la libertà di religione, la libertà di coscienza, il diritto di associazione, ecc. Rispettiamo tali norme perché esse costituiscono il fondamento delle nostre democrazie, quel fondamento sancito da tutte le nostre legislazioni, da tutte le nostre Costituzioni. Al termine "setta" preferisco, prosegue la Sig.ra COLOMBO SVEVO, l'espressione "nuovi movimenti religiosi" in quanto il termine "setta" implica, in molti nostri paesi, una connotazione peggiorativa. Interroghiamoci su quelle che potremmo definire le "derive settarie" di questi nuovi movimenti religiosi. Quali sono le attività che violano le nostre legislazioni? Che violano i diritti dell'uomo? Che minacciano l'equilibrio e l'indipendenza dei nostri cittadini? Che conducono ad attentati e suicidi collettivi? Dobbiamo individuare i problemi, analizzare i metodi migliori per combatterli. In questi ultimi anni, il numero di aderenti ai nuovi movimenti religiosi è aumentato. Perché? Quali sono i metodi utilizzati? Esaminiamo gli aspetti economici e finanziari, le ramificazioni che si insinuano nel mondo del lavoro, dell'impresa, delle assunzioni. Infine, si pone il problema della nostra cooperazione: Quale forma dovrà assumere? Banca dati comune, osservatorio, azione comune? Dalla vostra partecipazione a questo incontro, ci aspettiamo che venga definito un nuovo equilibrio tra libertà e rispetto dei diritti dei cittadini. Il Sig. Evangelos STAÏKOS prende la parola a nome della Commissione dell'amministrazione pubblica, dell'ordine pubblico e della giustizia della Camera dei Deputati greca sottolineando che l'importanza e la gravità del problema delle sette religiose, o para-religiose, sono chiaramente comprovate dal fatto che il Parlamento europeo - il quale ha dato prova delle sua sensibilità nel campo dei diritti dell'uomo e delle libertà politiche e religiose - suona il campanello d'allarme di fronte all'attività e al funzionamento incontrollati di organizzazioni che, dietro il paravento della religione, sono dedite ad attività losche, persino criminali, e mirano a pervertire valori e idee che hanno ispirato la costruzione e lo sviluppo delle società europee. Il paragrafo 4 della risoluzione adottata dal Parlamento europeo - in virtù del quale i governi degli Stati membri non devono concedere automaticamente lo status di organizzazione religiosa ad organizzazioni di questo genere e sono tenuti, qualora una setta sia implicata in attività losche o criminali, a prevedere la soppressione dello status di comunità religiosa concessole - impone l'obbligo di studiare, in modo sistematico e approfondito, il problema a livello non solo sociologico e giuridico, ma anche teologico. La posizione della Grecia a favore della tutela dei rispetto della libertà religiosa è ormai un fatto acquisito. Tuttavia, dopo aver condotto studi seri e dando prova di grande senso di responsabilità, è opportuno tracciare una linea di demarcazione che separi quell'ispirazione divina che definisce una religione dagli oscuri riferimenti sui quali si fonda una setta, la libera attività religiosa dall'attività criminale. Forse questo secondo aspetto è semplice perché la scienza giuridica può fornirci la risposta, ma il primo aspetto presenta alcune difficoltà. Per questo è indispensabile avviare una cooperazione più stretta tra gli Stati membri e le istituzioni competenti dell'Unione europea, cooperazione che favorirà la creazione di un organo di coordinamento per l'Europa incaricato dello studio di questi problemi, dello scambio di informazioni e del coordinamento delle iniziative e delle azioni in questo campo. Per quanto concerne le azioni concrete, è opportuno dare la priorità alla preparazione di programmi culturali ed educativi che si rivolgano soprattutto ai gruppi sociali più sensibili, ad esempio ai giovani. Tali programmi dovranno contenere informazioni e indicazioni serie in modo che gli individui possano effettuare le scelte da soli, in piena libertà. Se è vero che ogni società deve tutelarsi contro le attività illecite e criminali, è vero anche che è indispensabile preservare la libertà religiosa. Le misure in questo campo, qualunque esse siano, dovranno essere adottate con prudenza e circospezione, tenendo conto della specificità del sentimento religioso. Sarà necessario evitare, a tutti i costi, che la lotta contro le deviazioni criminali del fenomeno religioso ci porti a rimettere in discussione il diritto alla pratica religiosa e alla tutela delle religioni consolidate. Le considerazioni che precedono rispecchiano la ferma convinzione dello Stato greco e della società greca. Anche la legislazione greca si situa in questo ambito. Essa non definisce le sette come "nuovi movimenti religiosi", "eresie di nuova comparsa" o "culti distruttori" né spiega il fenomeno, perché si riallaccia ad una concezione e ad una politica legate alle "religioni note" ai sensi dell'articolo 13 della Costituzione greca (2). Tutte le "religioni note" sono tutelate nel quadro della libertà religiosa. Le autorità competenti reprimono le deviazioni dei nuovi movimenti religiosi che presentino un carattere non religioso, ma economico-finanziario, sociale o altro, perché violano la legislazione vigente. Tuttavia, il fatto che tali movimenti si dichiarino di natura religiosa rende difficile, se non impossibile, perseguirli e reprimere i crimini nell'ambito del rispetto della libertà religiosa. Per quanto concerne la lacunosità della legislazione greca in questo campo, tale lacunosità si spiega ricordando che, sinora, la Grecia non doveva confrontarsi con i fenomeni preoccupanti legati all'attività e al funzionamento di tali movimenti. Il problema veniva affrontato dal punto di vista teologico e religioso, non in termini giuridici. Tale situazione, ossia l'assenza di legislazione, ma anche di esperienza a riguardo, impedisce, o quantomeno ostacola, la raccolta di informazioni, tanto più che lo Stato greco è molto sensibile al rispetto e alla tutela dei diritti dell'uomo. Durante il suo intervento, nel corso del dibattito, la Sig.ra Irini LAMBRAKI (membro del Parlamento europeo, PSE, Grecia) ha aggiunto che l'unica setta nota alla società greca è quella dei Testimoni di Geova che, tuttavia, rispetta la legalità nazionale. Il problema si pone solo nel caso di genitori Testimoni di Geova che rifiutano le trasfusioni di sangue per i loro figli. Quando questo caso si presenta, i medici sono autorizzati ad eseguire una trasfusione di sangue con l'autorizzazione del procuratore. Se un minore decede perché la trasfusione non è stata eseguita, i genitori vengono perseguiti legalmente non per le loro convinzioni religiose, ma perché non hanno rispettato l'obbligo di esercitare la tutela parentale. Per tutti questi motivi, sono estremamente importanti la cooperazione tra gli Stati e il coordinamento delle attività volte ad identificare questi movimenti e studiare seriamente il problema, nonché gli strumenti per affrontarlo. Il Sig. Pär-Axel SAHLBERG, presidente della Commissione costituzionale del Parlamento svedese richiama le libertà di opinione, espressione, associazione, riunione e religione citate nella Costituzione svedese affermando che la libertà di religione è l'unica tra queste libertà fondamentali che non possa essere in alcun modo limitata. Senza dubbio, la legge può limitare la libertà di associazione, limitando così anche la libertà di religione, ma nessuna disposizione legale specifica riguarda le associazioni religiose. Negli ultimi anni, il Parlamento svedese ha affrontato questo problema ed, in particolare, l'aspetto della violazione psichica, proponendo che il governo adotti misure preventive e organizzi campagne di informazione nelle scuole, presso i servizi sociali, gli ospedali, ecc. Attualmente, il problema è in fase di studio. Il Sig. CALVAO DA SILVA, membro della Commissione degli affari costituzionali, dei diritti, delle libertà e delle garanzie del Parlamento portoghese esordisce constatando che i nuovi movimenti religiosi, o sette, non costituiscono un vero e proprio problema in Portogallo. L'oratore espone il caso della Chiesa Universale del Regno di Dio, nata in Brasile, la cui influenza e il cui potere sono rapidamente cresciuti, soprattutto nell'ambito dei mezzi di comunicazione di massa perché questa setta aveva acquistato radio locali e spazi pubblicitari televisivi. Poiché alcune sue pratiche erano al limite della legalità, sia l'opinione pubblica che le autorità hanno reagito causando un rapido declino della setta. Non si può, infatti, tollerare che la libertà religiosa faccia da paravento ad attività illecite, se non addirittura criminali. Collaborazione a livello europeo: L'oratore ritiene che l'Europol potrebbe fungere da banca dati sulle attività dubbie delle sette in Europa. L'autorità responsabile del problema è il Ministero federale austriaco della gioventù, della cultura e dell'insegnamento. Inoltre, alcune istituzioni si occupano della documentazione e dell'informazione sulle sette: associazioni ecclesiastiche, gruppi di assistenza e altri uffici di documentazione. Il Ministero federale ha recentemente pubblicato un opuscolo informativo sulle sette: le 50.000 copie edite sono state esaurite in due settimane! In mancanza di una legislazione specifica, alle sette si potrebbero applicare alcune disposizioni generali contenute soprattutto nelle leggi sulla protezione dei consumatori e sulle associazioni, nel codice dell'industria e dell'artigianato, nonché nel codice penale. Per la Sig.ra Sonja MOSER, membro della Commissione della famiglia del Consiglio nazionale austriaco, tali strumenti sono sufficienti per combattere gli effetti perversi della proliferazione delle sette. Un inventario delle sette, ancora allo stato embrionale, dovrebbe consentire di classificare i vari gruppi a seconda della pericolosità della loro natura e di altri criteri. Un'audizione parlamentare dedicata alle sette e ai rischi che esse comportano per i cittadini ha condotto alle seguenti conclusioni: contrariamente ad altre associazioni, le sette esigono dai loro adepti un impegno assoluto e vogliono dominare su tutti gli aspetti della loro esistenza. E' molto difficile ritirarsi da una setta per le forti pressioni esercitate. La Sig.ra Madeleine PETROVIC, membro della Commissione della famiglia del Consiglio nazionale austriaco, denuncia, tra le cause del crescente successo delle sette e di gruppi analoghi negli ultimi decenni, il fatto che la nostra società e la politica europea pongano l'accento sugli interessi economici trascurando i problemi sociali. Madeleine PETROVIC aggiunge che la Costituzione austriaca garantisce la libertà di culto a qualunque religione riconosciuta dalla legge (attualmente dodici). Inoltre, esistono tantissime sette e comunità che, dal punto di vista legale, si situano in una zona indefinita. In Austria, circa 50.000 persone apparterrebbero attualmente ad una setta e altre 200.000 rientrerebbero in questi movimenti. In questi ultimi anni, si è osservata una vera esplosione dell'offerta religiosa, tanto che si è parlato di "supermercato della fede". Il Sig. KOEKKOEK, (Seconda Camera, Paesi Bassi), afferma che le posizioni da lui difese nel corso della riunione non rifletteranno necessariamente il punto di vista della sua istituzione parlamentare. Nel 1984, nei Paesi Bassi, è stato pubblicato un rapporto sui "nuovi movimenti religiosi". Le sue conclusioni sono le seguenti: non si tratta di un grave problema. La Costituzione olandese ci invita alla vigilanza. Le associazioni religiose o meno, sono trattate nella stessa maniera. Spetta al diritto penale tracciare il limite tra ciò che è permesso e ciò che non lo è. I servizi di sicurezza interna vigilano e, sinora, non si sono registrati sviluppi preoccupanti. La Sig.ra Rosa RUSSO JERVOLINO, presidente della Commissione degli affari istituzionali della Camera dei Deputati ritiene che la cooperazione sul piano europeo sia una necessità imprescindibile. In Italia la "setta" non esiste a livello giuridico, ma la giurisprudenza, e in particolare una sentenza del febbraio 1995 della Corte di Cassazione (3), è ricca di insegnamenti. Il fenomeno settario si diffonde sempre più in Italia senza che questo rappresenti un problema agli occhi dell'opinione pubblica o delle istituzioni perché l'Italia non ha assistito a manifestazioni spettacolari come, ad esempio, suicidi collettivi. In Italia ci sarebbero 400 "nuovi movimenti religiosi" che coinvolgerebbero 600.000 persone e, secondo il centro di ricerca sulle sette di Bologna, i Testimoni di Geova sarebbero i più numerosi. Priorità: Campagne di informazione preventive e campagne di sensibilizzazione sui rischi del fenomeno settario per l'opinione pubblica e le istituzioni, nonché una maggiore collaborazione a livello europeo, ad esempio attraverso la creazione di un osservatorio. Il Sig. John HUTTON, membro della Commissione degli affari interni della Camera dei Comuni del Regno Unito, rileva che, a livello legale, nel Regno Unito non esistono né "sette", né "nuovi movimenti religiosi. Esiste solo il concetto di organizzazione terroristica. I governi succedutisi hanno, inoltre, ritenuto che gli strumenti giuridici dei quali disponevano per preservare i diritti dei cittadini di fronte alle sette fossero sufficienti. La Commissione degli affari interni non ha messo questo punto all'ordine del giorno dei suoi lavori, ma per il 1997 prevede uno studio sull'influenza dei massoni nella polizia e nella giustizia. Al reverendo Moon sono state applicate le disposizioni legali che consentono di impedire l'ingresso sul territorio britannico di persone ritenute pericolose per l'ordine pubblico. Lo status della Chiesa di scientologia ha, dal canto suo, subito notevoli mutamenti perché, se inizialmente era stata considerata pericolosa, per cui agli scientologi era stato rifiutato lo status di studente o il permesso di lavoro, dopo un nuovo rapporto tale interdizione è stata revocata. Gli scientologi non sono, tuttavia, autorizzati ad esercitare funzioni religiose. Il dibattito su questo problema è sempre aperto. Il Regno Unito non prevede disposizioni costituzionali che garantiscano i diritti e le libertà individuali, ma questi sono ampiamente trattati nella Convenzione sui diritti dell'uomo. Cooperazione: Potrebbe inserirsi nel contesto dell'Europol per quanto concerne le attività criminali, evitando però, suggerisce l'oratore, la creazione di nuove "burocrazie" europee. Il Sig. D. José CANELLAS FONS, presidente della Commissione parlamentare degli affari interni e della funzione pubblica del Senato spagnolo spiega che il legislatore spagnolo non ha definito le "sette" perché "per voler essere troppo precisi, si rischia di commettere imprecisioni"... Inoltre, attualmente, in Spagna la questione delle sette non si pone come un vero e proprio problema. Il Sig. Juan Antonio AREVALO SANTIAGO, portavoce del Gruppo socialista, aggiunge che il nuovo codice penale spagnolo del maggio 1996 considera criminali quelle associazioni che ricorrono alla violenza per esercitare un controllo sulla personalità. I dirigenti di tali associazioni sono passibili di pene aggravate (arresto da 2 a 4 anni), mentre i loro collaboratori sono passibili di arresto da 1 a 3 anni. Una commissione parlamentare ha lavorato sul problema delle sette fissando una definizione pragmatica di "setta" come gruppo organizzato basato su una dottrina, sia essa religiosa o meno. Il numero delle sette in Spagna oscilla tra le 40 e le 50. Il numero di adepti non è, invece, quantificabile. Cooperazione: L'oratore è favorevole ad un'identificazione dei legami esistenti nei vari paesi tra sette che spesso non hanno la stessa denominazione. Tale indagine potrebbe essere eseguita nell'ambito dei lavori dell'Europol. La Sig.ra Ortrun SCHÄTZLE, presidente della Commissione di inchiesta sulle sette del Parlamento tedesco ribadisce l'importanza crescente delle sette in Germania. Il numero di petizioni di cittadini minacciati dalle derive settarie aumenta ed aumenta anche il numero di cittadini preoccupati dal fatto che fondi pubblici destinati alle associazioni religiose o di opinione finiscano nelle mani delle sette. Questo ci ha portato a costituire la nostra commissione di inchiesta, spiega l'oratrice. Poiché il concetto di "setta" non è definito, abbiamo battezzato la nostra commissione di inchiesta "Commissione sulle sette e gli psico-gruppi". I lavori della commissione dovrebbero concludersi nel 1998. Il nostro compito è il seguente: esaminare le informazioni delle quali sono in possesso i parlamenti regionali, le chiese, le associazioni, ecc.; ricercare i motivi che spiegano la recente proliferazione delle sette; determinare se il sistema giuridico è in grado di rispondere alle minacce settarie dopo aver definito queste minacce, gli obiettivi occulti di questi gruppi e le loro ramificazione a livello internazionale; analizzare le strategie di reclutamento, l'influenza sulle persone vicine, compresi i colleghi di lavoro che si trovano anch'essi coinvolti in una situazione conflittuale. E' necessario cercare di gestire al meglio questi conflitti, in particolare per i bambini e per il reinserimento professionale di quanti cercano di uscire dai movimenti settari. A livello federale, abbiamo prodotto alcuni opuscoli informativi allo scopo di mettere in guardia le popolazioni. La stessa cosa andrà fatta a livello di Länder! Speriamo che il nostro lavoro possa contribuire agli sforzi comuni, conclude l'oratrice. La Sig.ra Else Marie MORTENSEN, membro della Commissione giuridica del Parlamento danese spiega che la Costituzione danese garantisce le libertà di confessione e di culto (articolo 67) e contiene un articolo sulle organizzazioni religiose devianti (articolo 99 della Costituzione, 1849) che non è mai stato utilizzato. In Danimarca sono riconosciute 11 organizzazioni religiose che, in quanto tali, possono, ad esempio, celebrare matrimoni e tenere registri municipali. Inoltre, 36 comunità religiose sono autorizzate a celebrare funzioni religiose. Non abbiamo constatato un aumento significativo del numero di sette in questi ultimi tempi ed i problemi che possono manifestarsi sono abbastanza occasionali, ritiene l'oratrice. La Sig.ra MORTENSEN fornisce quindi l'esempio di una giovane morta di parto per aver rifiutato una trasfusione di sangue. La giustizia danese ha, in questo caso, la possibilità di sottrarre il figlio ai genitori per effettuare la trasfusione contro la loro volontà. Tale possibilità è prevista, tuttavia, solo nel caso dei minori. In Danimarca esiste un altro problema: quello dei rockers. Ci sono bande di rockers che si scontrano violentemente. Il fenomeno ha portato all'adozione di una legge eccezionale, non per limitare la libertà di questi clan di rockers, ma per proteggere i cittadini dalla violenza. Infine, un altro caso ha spinto le autorità del paese ad adottare misure eccezionali. Si trattava di una sottrazione di fondi ad opera di un'istituzione scolastica. Cooperazione: L'Europol potrebbe, in effetti, limitarsi ad agire a livello criminale, ma è assolutamente necessario preservare le libertà fondamentali! Nel 1993, il Sig. DUQUESNE, relatore della Commissione di inchiesta parlamentare incaricata delle sette all'interno della Camera dei Rappresentanti belga, ha presentato una proposta volta ad istituire una commissione di inchiesta parlamentare incaricata di elaborare una politica per lottare contro le pratiche illegali delle sette e i pericoli che esse costituiscono per la società e le persone, in particolare per i minori. L'ho fatto per tre motivi, spiega il Sig. Duquesne. In primo luogo, perché le risoluzioni del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa sottolineavano l'importanza del fenomeno, i rischi che esso poteva rappresentare per le persone e la sicurezza pubblica, nonché la necessità che gli Stati membri dessero prova di vigilanza. In secondo luogo, perché mi sono state trasmesse alcune testimonianze personali, a volte tragiche. Ogni volta, riscontravo una straordinaria indifferenza da parte delle autorità nazionali, in particolare dei servizi di polizia e dei servizi giudiziari. In terzo luogo, naturalmente, per l'attualità drammatica legata all'Ordine del Tempio Solare, visto che uno dei guru era di nazionalità belga, così come alcune vittime. Ho avuto una certa difficoltà nel convincere i miei colleghi e ne sono felice perché ciò dimostra che siamo molto attenti al rispetto della libertà costituzionale, dei culti e della loro pratica, della libertà di associazione, di pensiero e di riunione. Ma, dopo un dibattito molto fruttuoso, ci siamo convinti che libertà non significa libertà di fare qualunque cosa, e certo non libertà di nascondersi dietro il paravento della libertà e dell'idealismo per ridurre alcuni nostri concittadini ad una vera e propria situazione di schiavitù o sfruttamento. Il compito di questa commissione si riassume in cinque punti: 1) studiare il fenomeno in Belgio e procedere ad un'analisi approfondita dopo aver ascoltato le autorità competenti, esperti, associazioni in difesa delle vittime, le loro famiglie, nonché qualunque persona risulti utile a tale analisi; 2) studiare più specificamente le modalità di reclutamento e le pratiche all'interno delle sette in modo da determinare gli eventuali abusi, precisare le loro organizzazioni, gli strumenti dei quali dispongono e le pratiche che violano soprattutto le legislazioni sociali e fiscali; 3) stabilire un rapporto sugli strumenti giuridici esistenti, compresa la giurisprudenza che consente di punire le illegalità commesse dai movimenti settari; 4) proporre modifiche al nostro ordinamento giuridico federale volte a reprimere le azioni illecite delle sette delle quali sarebbero vittime cittadini sia maggiorenni che minorenni; 5) proporre raccomandazioni utili, sia a livello federale che internazionale, al fine di adottare misure destinate ad attirare l'attenzione delle parti interessate sull'entità del fenomeno, le sue forme, i suoi pericoli, gli strumenti per combatterlo e l'attenzione da dedicare alle vittime e alle loro famiglie. Stiamo ancora lavorando, non voglio quindi anticiparvi le conclusioni della commissione ma, sin da ora, posso fornirvi alcune indicazioni. Prima indicazione: Abbiamo rinunciato a definire una setta, o ciò che essa rappresenta. Ci preoccupano maggiormente le modalità di reclutamento, i comportamenti che mettono a rischio le persone e la sicurezza pubblica, o che possono comportare conseguenze sul piano politico, in particolare nel caso di un'eventuale movimento sovversivo. Preferiamo determinare alcuni criteri di pericolosità, pericolosità intesa sia per le persone che per la società. Secondo elemento: Poiché non disponiamo di una valutazione del fenomeno settario in Belgio, non possiamo affermare in modo preciso se tale fenomeno sia in aumento, sebbene questa sia la nostra impressione. In Belgio esisterebbero circa 150 sette che comunque meriterebbero la nostra attenzione, se non la nostra vigilanza. Per citarvi un esempio, una di queste ci ha segnalato che avrebbe oltre 10.000 adepti. Nei lavori che stiamo svolgendo cercheremo senza dubbio di approfondire ulteriormente l'analisi. Alla conclusione del mandato di questa Commissione di inchiesta, sarà probabilmente necessario proseguire il lavoro intrapreso istituendo un osservatorio, come è stato proposto dai nostri colleghi francesi. Terzo elemento: Le derive più pericolose colpiscono essenzialmente gli individui nella loro personalità. Constatiamo che, spesso, si tratta di manipolazioni che conducono alla destrutturazione della personalità, alla rottura con l'ambiente familiare, sociale, professionale, senza contare tante manipolazioni finanziarie, poiché è altrettanto chiaro che l'obiettivo principale, reale, di alcune sette è l'interesse finanziario. Per il momento, le informazioni delle quali disponiamo provengono dai vari servizi di polizia, dai servizi di sicurezza dello Stato e dai servizi di informazione militari. E' necessario sicuramente riconoscere che, per il momento, tali istituzioni non si sono affatto preoccupate del fenomeno e mettono facilmente a tacere la loro coscienza dicendo che viviamo in un paese di libertà e sarebbe rischioso guardare in faccia la realtà. Tuttavia, ci siamo resi conto che, da quando è stata costituita la Commissione di inchiesta, le cose sono cambiate ed il fatto di guardare in faccia la realtà ha già consentito di rilevare comportamenti perlomeno preoccupanti. Quarta riflessione: E' chiaro che la legislazione belga vigente offre diverse possibilità di reprimere le infrazioni commesse a livello penale, fiscale o sociale. Penso agli atti di violenza, agli abusi sessuali, all'esercizio illegale della medicina, alle frodi fiscali e sociali, ecc. Il fatto più inquietante è che, sebbene queste disposizioni esistano, vengono raramente applicate. Si osservano notevoli differenze a seconda dei servizi giudiziari, ma tali disposizioni non sono mai prioritarie! Inoltre, per alcune pratiche, quando si tratta di adulti liberi e consenzienti, ci sono problemi di prove. E' molto difficile fornire una prova perché coloro che sono stati vittime di una manipolazione ritengono che i veri aggressori non siano le persone che li sfruttano, bensì le persone che vogliono aiutarli. Per questo motivo, ci poniamo il problema di sapere se non sarebbe opportuno completare il quadro giuridico prevedendo quanto segue: una ridefinizione della criminalità organizzata, la possibilità che le associazioni in difesa delle vittime si costituiscano parte civile, un'eventuale incriminazione penale della manipolazione o, in tutti i casi, come in Francia, dell'abuso della situazione di debolezza di una persona, l'inversione dell'onere della prova per alcune infrazioni, l'adeguamento della legislazione in materia di protezione della vita privata, la regolamentazione della scolarizzazione a domicilio, la repressione dell'istigazione al suicidio, una maggiore necessità di trasparenza delle associazioni e un maggiore controllo sui loro adepti e sui flussi di finanziamento, un miglioramento del sistema di repressione del riciclaggio di denaro sporco prevedendo, eventualmente, qualora determinate infrazioni siano commesse nell'ambito di movimenti settari, che l'appartenenza al movimento settario possa costituire una circostanza aggravante, una migliore protezione del contatto con le famiglie, l'ambiente sociale e professionale. Infine, è chiaro che tali associazioni sono estremamente mobili, che i flussi finanziari sono molto consistenti, che le cose sono facilitate in Europa dall'assenza di frontiere e che queste associazioni sono multiformi. A nostro avviso, la cooperazione internazionale è assolutamente indispensabile. Infatti, molte sette attive in Belgio intrattengono rapporti, sia gerarchici che di mutua assistenza, con analoghe associazioni all'estero. L'Unione europea è il primo livello di cooperazione multilaterale che consenta di combattere le derive. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, lo scambio di informazioni, assolutamente essenziale, non può limitarsi all'Europol, poiché alcune minacce, come l'infiltrazione a diversi livelli di potere, esulerebbe dal quadro di competenze di tale organismo. Sorridendo, aggiungerei che, all'interno della nostra Commissione di inchiesta, abbiamo avuto un piccolo motivo di preoccupazione perché ci è stato rivelato che c'erano stati tentativi di infiltrazione nel Parlamento europeo. Sarebbe auspicabile una politica europea comune in modo da evitare che l'uno o l'altro degli Stati membri possa diventare il santuario delle sette ritenute pericolose. Tuttavia, porre questo problema significa anche porre il problema dello spazio giuridico europeo, ossia andare al di là dell'informazione per giungere sino alla repressione di atti penalmente perseguibili dall'ordinamento giuridico di ciascuno degli Stati membri. Il Sig. Luis MARINHO, presidente della Commissione per le libertà pubbliche e per gli affari interni del Parlamento europeo, passa la parola ai membri della commissione del Parlamento europeo dopo un'osservazione preliminare e una prima constatazione: il problema delle sette è un problema grave, più grave di quanto si potesse pensare a prima vista e più grave in alcuni paesi anziché in altri per ragioni storiche, economiche e sociali. Seconda riflessione: Sinora, non è stato possibile determinare quale sia l'origine di tale fenomeno. Si tratta di una crisi religiosa dovuta al fatto che il ruolo delle chiese tradizionali è diventato più fragile? Si tratta di una conseguenza della fragilità dei nostri sistemi di tutela sociale? E' forse legato allo sviluppo dell'integrazione europea? Le sette garantiscono una protezione che non si riesce a trovare altrove? Le sette vengono talvolta utilizzate in modo terapeutico dinanzi ad un mondo che diventa sempre più tecnico? Siamo di fronte ad una crisi della ragione scientifica? Il nostro modello europeo positivista viene rimesso in discussione? Il Sig. Pierre PRADIER, (Gruppo dell'Alleanza radicale europea, Francia), si dice realmente colpito dalla preoccupazione manifestata dai nostri colleghi dinanzi alla proliferazione delle sette. Nessuno ha pensato di dire che le nostre società non danno alcuna risposta ai bisogni irreprimibili di trascendenza o all'angoscia metafisica che è insita nella condizione umana. Il destino che ci viene proposto non risponde a nessuna di queste esigenze: in fin dei conti, ci viene suggerito di comprare una nuova automobile o di diventare un po' più efficienti sul mercato del lavoro. Ne parlo volentieri proprio perché milito in un'organizzazione che per secoli è stata perseguita e perseguitata come setta particolarmente pericolosa, ma che ha dato la sua impronta all'Occidente, una setta che ha avuto fortuna e che si chiama Cristianità. Oggi, vorrei rivolgermi ai nostri amici tedeschi perché ho tra le mani una decisione del Consiglio dei ministri della Baviera che esige da tutti coloro che si candidano ad un posto pubblico, ad esempio un posto di funzionario, che venga compilato un questionario. Se tale questionario non dice con chiarezza che il candidato in questione è un nemico della Chiesa di scientologia, o che non ha nulla a che vedere con essa, non verrà assunto o, peggio, se è già stato assunto, verrà licenziato. Naturalmente, tengo a vostra disposizione l'originale del documento del Consiglio dei ministri della Baviera. Come è ovvio, non sono pagato dalla Chiesa di scientologia, ma penso che si tratti di una caccia alle streghe che comincia a diventare decisamente preoccupante. Sono un fanatico sostenitore della libertà e un estremista della moderazione, ammesso che le due cose siano compatibili! Ho l'impressione che, se non facciamo attenzione, questa tendenza potrebbe essere pericolosa. Se esistono sette che uccidono bambini durante le loro cerimonie religiose, esistono leggi, regolamenti, amministrazioni per chiunque, appartenente ad una setta o meno, compia atti illegali, criminali, immorali. E' necessario perseguire, giudicare e condannare queste persone. Nell'attesa, ho il vago timore che un atteggiamento "politically correct" ci porti ad assumere comportamenti persecutori che fanno di tutt'erba un fascio. Mi preoccupo soprattutto della libertà e volevo rendervi partecipi di questo mio sentimento. La Sig.ra Irini LAMBRAKI (PPE, Grecia) osserva, allineandosi con il presidente, che in alcuni paesi le sette rappresentano un grave problema, mentre in altri, come la Spagna, il Portogallo, la Grecia, questo problema non esiste. Seconda osservazione: Tutti conveniamo nel dire che è molto difficile tracciare il limite tra la libertà di coscienza da un lato, e il carattere penalmente reprensibile di alcune azioni dall'altro. In Grecia, la Costituzione prevede la libertà di culto. La religione maggioritaria è quella della Chiesa ortodossa. La Chiesa ortodossa non è mai stata una chiesa fanatica. Non abbiamo mai assistito a fenomeni di fanatismo o persecuzione religiosa, come è avvenuto in altri paesi a causa, ad esempio, della Chiesa cattolica. La Costituzione greca, le leggi e la mentalità greche difendono la libertà di religione, la libertà di coscienza. La nostra Costituzione è una delle più democratiche in materia di libertà religiosa ed anche la chiesa greca contribuisce a questo risultato perché è una chiesa, rispetto ad altre, liberale e progressista. Il Sig. Hartmut NASSAUER, (PPE, Germania), ribadisce il fatto che la questione non sta nel preoccuparsi delle sette in quanto associazioni poiché si avvalgono del diritto al libero esercizio del culto, bensì nell'occuparsene nel momento in cui queste interferiscono con i diritti fondamentali degli altri. E' questo che accade per la Chiesa di scientologia. E' tutto tranne che una chiesa. Proclamarsi "chiesa" garantisce alcuni privilegi in diversi paesi, ma proviamo a parlare con le sue vittime! Si serve di metodi totalitari. Nella storia, le sette sono sempre esistite e, nella maggior parte dei casi, è stata la chiesa ufficiale a difendersi da loro stabilendo la buona o la cattiva strada verso la fede. Quando setta e associazione criminale vanno di pari passo, dobbiamo essere vigili e confrontare le informazioni in nostro possesso. La Sig.ra Michèle LINDEPERG, (socialista, Francia), si rammarica del fatto che il Parlamento francese non sia rappresentato soprattutto perché, dopo due rapporti parlamentari in materia di sette, il governo francese ha appena costituito un Osservatorio sulle sette. E' un problema estremamente difficile in quanto si tratta della libertà della gente: bisogna proteggerla senza soffocarla. La difficoltà inizia proprio a livello terminologico. Il termine setta ha accezioni diverse a seconda dei paesi: ad esempio, nel Regno Unito è un termine con una connotazione neutra per cui, in questo caso, individuare il limite significherebbe determinare quali sette esercitano pratiche lecite e quali pratiche illegali e reprensibili. In Francia, il limite non si pone in questi termini: il limite, nel pensiero di quanti utilizzano questo vocabolario, consiste nel sapere se si tratta di gruppi minoritari, religiosi, filosofici o ideologici, oppure di sette. Pertanto, abbiamo già una difficoltà a livello terminologico! E' praticamente impossibile riuscire a trovare una definizione! In un mondo in costante mutamento, nel quale alcune persone hanno completamente perso i punti di riferimento, alcuni cercano una sicurezza apparente in una collettività, oppure in un gruppo religioso o ideologico, e credono in esso di trovare il senso della loro vita, la loro libertà. E' una libertà che deve essere assolutamente preservata ed è, tra l'altro, conforme alle convenzioni internazionali o alle dichiarazioni e alle Costituzioni degli Stati membri. Anche in questo caso si tratta di un problema di limiti. Quando sento parlare di religione riconosciuta, secondo me si pone un problema: Riconosciuta da chi? Come? In base a quali criteri? Le religioni non riconosciute hanno problemi di espressione e di libertà di esercizio del loro culto? Come ha affermato Pierre Pradier, la religione cristiana è una setta che ha avuto fortuna! A partire da quale momento si è riconosciuti o non riconosciuti? Sono problemi che effettivamente mi paiono molto gravi e difficili da risolvere. D'altro canto, lo so bene perché sono francese, tutte le sette si riparano dietro la dignitosa facciata della libertà di coscienza e della libertà di espressione. Tuttavia, alcune di queste hanno un volto nascosto, molto meno allettante, che attenta alla libertà individuale, persino alla democrazia! Se è necessario, lo Stato deve assumere il suo ruolo protettore e repressivo. Si tratta quindi di un triplo ruolo. Il primo ruolo è quello dell'informazione e della prevenzione. Il secondo, poco esplorato, quello dell'assistenza e dell'ascolto. A questo proposito, si è parlato di indifferenza (Belgio) ed, in effetti, le vittime delle attività illegali delle sette non sanno a chi rivolgersi, come ottenere risposta alla loro richiesta di assistenza. Questa funzione dovrebbe realmente essere svolta in modo molto più istituzionale. Il terzo ruolo è quello repressivo nei confronti delle attività illegali. Ci sarebbe anche il ruolo dello scambio di informazioni che è stato tanto evocato ed, in questo campo, l'Unione europea potrebbe dare il suo contributo. Il Sig. Martin SCHULZ, (socialista, Germania) rifiuta una distinzione netta tra ciò che dovrebbe essere discusso nell'ambito della nostra Commissione per le libertà pubbliche e ciò che dovrebbe essere discusso con i nostri colleghi dei parlamenti nazionali. I due aspetti sono legati. Il Parlamento europeo esamina il problema delle sette in quanto, praticamente da tutti gli Stati membri, ci arrivano segnali che ci spingono a parlarne, visto che in questi paesi se ne parla. Forse non sempre a livello parlamentare, ma praticamente in tutti i paesi dell'Unione europea, attualmente è in corso un dibattito analogo. Il Sig. Nassauer ha affermato, a ragione, che è estremamente difficile definire cos'è una setta, dove inizia la vera fede, sotto quali aspetti lo Stato è minacciato, entro quali limiti lo Stato deve agire. E' difficile tracciare un limite perché ci muoviamo su un terreno estremamente scivoloso. Ho letto ieri sui giornali che tre procuratori tedeschi dovevano condurre un processo per un attentato dinamitardo in un locale di Berlino: il caso Mykonos. Questi procuratori sono stati minacciati di "fatwa" perché era implicato un iraniano. Sicuramente in Germania ci sono persone che, per la loro fede, sono pronti ad attuare questa "fatwa", il che vuol dire che ci sono casi come quello di Salman Rushdie che ha dovuto vivere nascosto per anni. In questo caso, sapere se si tratta di una setta o meno è superfluo. Una setta è probabilmente una comunità religiosa, ma noi la definiamo setta perché si prende gioco delle libertà fondamentali. Dobbiamo quindi concentrarci su quei casi che riguardano alcuni atti criminali ricorrenti. Li abbiamo citati nella risoluzione: maltrattamenti fisici, sfruttamento sessuale, privazione della libertà, tratta di esseri umani, istigazione a comportamenti aggressivi, divulgazione di tesi razziste, frodi fiscali, traffico illegale di capitali, traffico di armi, esercizio illegale della medicina. Sono caratteristiche che si ripetono quando abbiamo a che fare con sette. Un rappresentante della scientologia potrebbe prendere nota di tutto ciò che ognuno di noi ha detto in questa sede e, un giorno, usarlo contro di noi: avete detto questo e quest'altro a proposito di questo e di quello. E se doveste appellarvi al vostro diritto di criticare la scientologia perché è un'organizzazione il cui obiettivo è quello di ottenere profitti e che utilizza, come mezzi, la privazione della libertà, sareste minacciati. Non dobbiamo orientarci verso gli aspetti religiosi. Quando un'organizzazione, per un motivo qualsiasi, in modo deliberato, cerca di accrescere il suo patrimonio finanziario con mezzi illegali, non è forse necessario organizzare un sistema di vigilanza a livello europeo ed, eventualmente, una repressione? Il nostro dibattito deve riguardare non l'aspetto religioso, ma l'aspetto penale, perché le organizzazioni in questione appartengono alla famiglia delle organizzazioni criminali. Sig.ra Hedy d'ANCONA, (socialista, Paesi Bassi). Le mie conclusioni, dopo avervi ascoltati tutti, sono le seguenti: 1) Nella maggior parte degli Stati membri, il problema delle sette viene risolto, sembrerebbe, a livello nazionale. Esistono categorie di legislazioni di vario genere e, in molti casi, è la stessa Costituzione a fornire la risposta. 2) Non assistiamo ad un aumento preoccupante del numero di sette o movimenti religiosi. Per quanto concerne quest'ultimo punto, mi permetto, tuttavia di esprimere qualche dubbio. Spesso, prestiamo attenzione a questo genere di movimenti solo quando sussistono motivi di preoccupazione o vengono perpetrati crimini. Nei confronti dei movimenti religiosi, o di altro genere, che non si muovono, non ci sono tante ragioni per preoccuparsi o sorvegliarli. A mio avviso, si registra effettivamente un aumento delle sette. Come ha affermato il nostro presidente poco fa, questi movimenti esistono per due ragioni: perché si spera di raggiungere una vita migliore nell'ambito di questa associazione, oppure perché la vita che si conduce in quel momento è insoddisfacente a causa un deterioramento delle condizioni materiali. 3) Se è vero che le cose sono "accettabili" e che, a livello nazionale, la situazione è sotto controllo, questo genere di riunioni è superfluo? A mio avviso, è positivo se ci riuniamo per sondare qual'è la situazione. Non dimentichiamo che, spesso, nelle sette sono i bambini ad essere sfruttati, a subire maltrattamenti. In alcune sette, il diritto dei genitori è talvolta limitato. Dovremmo anche riflettere sui diritti dei bambini di non partecipare a questo genere di sette. 4) Nelle nuove democrazie dell'Europa centrale e orientale, ci si occupa molto delle sette e dei movimenti religiosi. In qualità di presidente della delegazione rumena, si sono rivolti a me perché aiutassi alcuni Testimoni di Geova ai quali era stato proibito di partecipare ad una grande riunione internazionale in Romania. Non ho potuto fare molto, ma questo atteggiamento di alcuni paesi che sono candidati all'Unione europea per me rappresenta un problema. Il Sig. KOEKKOEK, (Seconda Camera, Paesi Bassi), non crede che, in presenza di uno sviluppo economico notevole, i problemi con le sette di un paese aumenterebbero. I Paesi Bassi, la Danimarca e la Svezia sono tra i paesi più sviluppati dell'Unione europea. Eppure, è proprio in questi paesi che il problema non viene considerato un problema importante. Se assistiamo ad una crisi della società occidentale, è necessario sapere qual è il compito dello Stato. I nostri dirigenti dovrebbero favorire le associazioni che offrano sostegno alle persone. Mi riferiscono a quelle che si occupano di politica familiare, insegnamento, come ne esistono in Germania o in Austria. E' necessario preparare i giovani ad una società nella quale i valori rivestano una maggiore importanza. L'Europol può garantire uno scambio di informazioni sulle persone scomparse ma, al di là di tale ruolo, gli strumenti dei quali dispongono le autorità nazionali dei nostri Stati membri sono sufficienti. Lord HACKING, (Camera dei Lord, Regno Unito), ritiene che ogni Stato membro dovrebbe esaminare la sua legislazione penale e porsi alcune domande. La polizia e quanti sono incaricati di far rispettare le regole ci riescono? Hanno bisogno di maggiori informazioni, ad esempio sul riciclaggio di denaro sporco? Esistono leggi per proteggere i bambini dagli abusi sessuali? Nel Regno Unito queste leggi esistono e sono applicabili anche al di là dei confini (il turismo sessuale è punibile). Il Sig. John GREENWAY, (Camera dei Comuni, Regno Unito), ricorda che l'articolo 2.2 della Convenzione dell'Europol include un elenco dei compiti dell'Europol. Ricorda, inoltre, che le attività criminali, abusi sessuali compresi, sono già previste (4). Il miglior approccio consisterebbe in uno scambio di informazioni bilaterale tra le forze di polizia, cosa che avviene già in materia di terrorismo. Un altro elemento da ricordare è il fatto che, evidentemente, esiste il rischio che queste organizzazioni inizino la loro attività in uno o due paesi e, da un giorno all'altro, siano operative in altri. In questo campo, il Parlamento europeo potrebbe appoggiare un ampliamento del mandato dell'Europol volto ad includere i crimini elencati nell'allegato alla Convenzione (5) ed incoraggiare i governi nazionali a garantire che la loro legislazione criminale sia all'altezza della situazione. In realtà, poco importa qual è il nome di questi criminali. Sono i crimini commessi che devono preoccuparci. Sig. DUQUESNE, (Camera dei Rappresentanti, Belgio) Ho ascoltato le riflessioni di alcuni nostri colleghi sulla loro preoccupazione in merito a ciò che è avvenuto in Belgio in ambito settario. Vorrei rassicurarli dicendo che non è il caso di preoccuparsi particolarmente per il Belgio. Tuttavia, prima di esprimere un giudizio euforico, rispettando in questo le risoluzioni del Parlamento europeo, vogliamo vederci chiaro riguardo all'importanza del fenomeno e ai pericoli che esso rappresenta. In un'Europa senza frontiere, risulta difficile credere che un paese come il mio sia un piccolo santuario nel quale si concentrano tutti i rischi dei fenomeno settario, mentre il resto dell'Europa può sottrarsi a tali rischi. Sarebbe un insuccesso eccezionale dell'Europa senza frontiere e mi stupirebbe molto tenuto conto di quanto, nelle derive del fenomeno settario, siano importanti l'aspetto finanziario e la mobilità dei capitali in tutti i paesi d'Europa. Mi sembra opportuno indagare, vederci chiaro, prima di esprimere un giudizio in quanto esiste un rischio, il rischio dell'euforia della libertà. Sicuramente è l'ideale di tutti, ma la libertà comporta anch'essa dei rischi e il belga realista ritiene che non sia sufficiente dichiararsi una chiesa per essere al riparo da rischi di devianza, così come dichiararsi una chiesa non significa essere portatori di tutti i peccati e tutte le minacce. Noi cerchiamo di approfondire ulteriormente l'esame del fenomeno. E' interessante compiere analisi di tipo puramente speculativo perché ci consentono di spiegare un contesto, ossia in che misura e perché le nostre popolazioni possano essere esposte alle imprese di alcuni briganti i quali potrebbero, del resto, anche far parte dell'ambiente politico. Ci sono correnti politiche che possono cercare di approfittare della preoccupazione esistente. Analogamente, ci sono movimenti organizzati, non solo chiese, che possono trarne vantaggio. Certo, dobbiamo essere fiduciosi. Permettereste ad un parlamento nazionale di dire che qui, al Parlamento europeo, è necessario compiere uno sforzo serio in questo campo anche se siamo convinti dell'importanza delle curve di crescita e delle percentuali, anche se si tratta solo di un 3% (criteri UEM)? Non è inutile infondere un po' di fiducia, un po' di ottimismo, e cercare di soddisfare questo bisogno di fraternità e umanità che si sviluppa in Europa. Ma non è di questo che parliamo. Quando si analizza questa situazione, si comprende infatti come alcune persone, forse spesso, ma non sempre, più fragili, bisognose di ideali, valori, punti di riferimento, più fraternità, siano le vittime designate di alcuni movimenti che, avendolo capito chiaramente, vogliono farne una vera e propria impresa di brigantaggio. All'interno del Parlamento belga, se all'inizio manifestavamo un certo scetticismo in merito all'utilità di questo tipo di ricerca, abbiamo già scoperto tutto un mondo che ci preoccupa enormemente, e non solo a livello di delinquenza ordinaria per la quale siamo, in linea di massima, ben attrezzati. Il potere però non reagisce! Assistiamo ad una straordinaria indifferenza, soprattutto dei servizi giudiziari. Stiamo scoprendo anche nuove forme di delinquenza mai ipotizzate prima. Soprattutto i giovani, ed i minori in particolare, sono vere e proprie vittime, almeno da noi. Non siamo sufficientemente attrezzati per proteggerli da alcuni rischi. Certo, esiste un aspetto penale e repressivo, ma è anche necessario, e questo ci pare essenziale, assumere un ruolo di informazione ed educazione. Abbiamo voluto che la nostra commissione fosse pubblica per due ragioni: in primo luogo, per dimostrare chiaramente che non si tratta di una caccia alle streghe. Raccogliamo testimonianze delle vittime, ma raccogliamo anche testimonianze di rappresentanti di alcune di queste chiese, di questi nuovi movimenti che, d'altronde, non sono solo religiosi. Dopo un dibattito in contraddittorio concluderemo questa inchiesta che sarà stata pubblica e nel corso della quale tutti avranno potuto constatare quanto la nostra rappresentanza nazionale sia attenta al rispetto delle libertà. Al di là di questo, è necessario anche svolgere un ruolo di informazione con la partecipazione dei mass-media. E essenziale che i mass-media descrivano in che misura, dietro alcuni discorsi che possono sembrare generosi, si celino rischi terribili. La libertà è l'ideale più bello che si possa avere, ma la libertà è esigente, impone una grande vigilanza, molta informazione, molti sforzi e spirito critico. Oltre a questo aspetto educativo, è necessario aiutare quanti, con grandi difficoltà, cercano di uscire da questo tipo di situazione. In nome della libertà non bisogna abbandonarli al loro destino, ma aiutarli a ritrovare la loro verità, altrimenti, se la loro personalità è completamente destrutturata, in alcuni casi potrebbero essere condannati alla disperazione. La Sig.ra COLOMBO SVEVO, (PPE, Italia), chiede alla rappresentante tedesca di spiegare esattamente cosa si intenda con il termine "psico-gruppo". La Sig.ra SCHÄTZLE risponde che questo termine è stato utilizzato, in mancanza di una definizione di "setta", per tenere conto di quei gruppi che operano con tecniche psichiche particolari. L'oratrice ripete che la Germania non effettua alcuna discriminazione nei confronti della scientologia. Noi vogliamo difendere la democrazia e lo stato di diritto, l'uomo con il suo libero arbitrio, le sue libertà e i suoi diritti individuali fondamentali. Sono valori che in Germania non vogliamo assolutamente rimettere in discussione. Il nostro lavoro si fonda su una sentenza della Corte suprema della giurisdizione del lavoro (sentenza 2194 del 1995). Tale sentenza ha chiaramente dimostrato che la scientologia non è una chiesa, bensì un'organizzazione a scopo di lucro. In altri paesi, gli scientologi lavorano sotto altre insegne, sotto altre etichette. Il 6 maggio 1996, la conferenza dei Ministri degli interni dei Länder ha deciso che le autorità repressive avrebbero dovuto studiare come la Chiesa di scientologia coniughi metodi di manipolazione psichica e manovre a scopo di lucro. La decisione bavarese di proibire l'accesso alla funzione pubblica ai membri della Chiesa di scientologia non è una decisione del governo centrale. Tuttavia è importante tenere presente che può sussistere una contraddizione tra le aspirazioni della scientologia e il buon funzionamento delle nostre istituzioni. La decisione bavarese nei confronti della scientologia sottintende che non è possibile dare per scontata la fedeltà alla Costituzione di un funzionario scientologo. Sig.ra RUSSO JERVOLINO, (Camera dei Deputati, Italia) Prima osservazione: E' necessario rispettare la libertà del cittadino, la sua libertà di associazione, la sua libertà religiosa. Evitiamo una caccia alle streghe! Non possiamo opporci a nuovi movimenti religiosi. Ci interessa, invece, che i diritti della persona siano rispettati e i crimini perseguiti. Seconda osservazione: L'aumento del numero delle sette dipende da una crisi di valori? Si tratta di una fragilità delle chiese tradizionali? Tutti questi interrogativi sono legittimi ma, in questo campo, né il Parlamento europeo, né i parlamenti nazionali possono intervenire. Terza osservazione riguardante la fragilità della formazione: Sicuramente è necessario informare, ma anche rafforzare la capacità dei giovani di essere liberi, rafforzare il loro spirito critico. La Sig.ra COLOMBO SVEVO, (PPE, Italia), presenta le sue prime conclusioni. In quanto commissione dobbiamo necessariamente prendere un po' le distanze ma, per questo motivo, forse vediamo meglio quali siano i limiti del contesto nel quale possiamo operare. Il punto di partenza è lo stesso per tutti noi: il rispetto delle libertà fondamentali. Il fenomeno delle sette non è abbastanza conosciuto. Orbene, come diceva il collega belga, alcuni fenomeni si rivelano esplosivi solo quando si scava al di là delle apparenze. Noi riteniamo che sia necessario creare una collaborazione a livello europeo. Nella parte finale del rapporto dell'Assemblea nazionale francese, la Commissione di inchiesta deplora proprio il fatto che nulla venga fatto all'interno dell'Unione europea. La commissione indica anche le vie che si possono esplorare: una cooperazione intergovernativa che riguardi essenzialmente lo scambio di informazioni e la costituzione di una banca dati. Quali sono i nostri punti comuni? 1) Diciamo tutti che non è necessario giungere ad una definizione giuridica delle sette o ad una legislazione specifica poiché gli strumenti legali a nostra disposizione sono sufficienti. Tuttavia, alcuni colleghi hanno messo in luce il fatto che tali disposizioni non vengano sempre applicate! Potrebbe essere interessante esaminare in modo più approfondito questo aspetto che è essenziale per individuare le disfunzioni esistenti nei vari Stati membri in materia di applicazione delle norme e le eventuali lacune del sistema legale. 2) Analizziamo il lavoro svolto dalle prime commissioni di inchiesta per identificare le attività illecite caratteristiche. Se viene perpetrata una frode fiscale, una violazione delk diritto al lavoro, se risulta difficile mantenere i contatti con la propria famiglia, se si vogliono reclutare bambini, che sono uno degli anelli più deboli della catena, abbiamo il diritto e il dovere di dire che tutti questi elementi riuniti possono essere pericolosi. 3) La prevenzione: In che termini parlare di "nuovi movimenti religiosi"? Della loro pericolosità? Come sostenere quanti rischiano di lasciarsi persuadere dal carisma e dalle tecniche di coinvolgimento in pratiche dubbie? 4) Il reinserimento, l'assistenza da fornire a quanti decidono, per propria scelta, di lasciare una setta. 5) L'Europol: Si è parlato di uno scambio di informazioni. Se tali informazioni riguardano attività criminali, io ritengo che lo scambio potrebbe rientrare tra i compiti dell'Europol. La Sig.ra COLOMBO SVEVO conclude augurandosi che i vari rapporti dei parlamenti nazionali e il resoconto di questa audizione vengano distribuiti a tutti. Il Sig. Luis MARINHO, presidente, aggiunge che prima di essere legislatori, prima di essere politici e responsabili, siamo essenzialmente formatori dell'opinione pubblica in questi campi strettamente connessi alla quotidianità della società (traffico di droghe, riciclaggio di denaro sporco, sette). Sono problemi comuni, indipendentemente dalle sfumature interpretative. Sono i problemi di tutti gli europei. Certamente siamo legislatori, ma il Parlamento europeo non ha molti poteri. Ciascuno di voi ha molto più potere a livello nazionale! E' necessario poter confrontare i sistemi giuridici. Alcuni sottolineano un determinato elemento, altri sottolineano elementi diversi. Il problema risulta essere più grave in un determinato paese anziché in altri ma, in tutti i casi, si tratta sempre di analizzare il quotidiano politico della società ed informare. Dopo, se i problemi risulteranno comuni, sarà necessario prevedere una regolamentazione. E' indispensabile un coordinamento tra noi e su questa strada ci siamo mossi cercando di trovare soluzioni ai problemi comuni. Note al documento (1) L'Allegato II contiene un resoconto del rapporto sulle sette della Commissione di inchiesta dell'Assemblea nazionale francese. (2) L'articolo 13 della Costituzione greca dispone quanto segue: 1. La libertà della coscienza religiosa è inviolabile. L'esercizio dei diritti individuali e civici non dipende dalle convinzioni religiose delle persone. 2. Qualunque religione nota è libera e il suo culto può essere praticato senza ostacoli sotto la protezione delle leggi. L'esercizio del culto non dovrà minacciare l'ordine pubblico o i buoni costumi. Il proselitismo è proibito. 3. I ministri di tutte le religioni note sono sottoposti allo stesso controllo dello Stato e agli stessi obblighi verso di questo previsti per i ministri della religione ufficiale. 4. Nessuno può, per le sue convinzioni religiose, essere dispensato dall'adempimento dei suoi obblighi nei confronti dello Stato o rifiutarsi di conformarsi alle leggi. 5. Non sarà possibile prestare giuramenti che non rispettino la legge, la quale stabilisce anche i tipi di giuramenti. (3) Corriere Juridico, 1995 p. 707. Caso di un'istanza di divorzio basata sul fatto che il congiunto ha aderito ai Testinioni di Geova. (4) L'articolo 2.2 della Convenzione dell'Europol sancisce che "per realizzare progressivamente gli obiettivi di cui al paragrafo 1, l'Europol ha innanzitutto il compito di prevenire e lottare contro il traffico illecito di stupefacenti, sostanze nucleari e radioattive, canali di immigrazione clandestina, tratta di esseri umani e traffico di veicoli rubati". Per "tratta di esseri umani" la convenzione intende il fatto di sottoporre una persona al potere effettivo ed illegale di altre persone servendosi di violenze e minacce o abusando di un rapporto di autorità o di manovre al fine, soprattutto, di dedicarsi allo sfruttamento della prostituzione altrui, a forme di sfruttamento e violenze sessuali nei confronti di minori o al commercio legato all'abbandono di bambini. (5) Elenco di altre forme gravi di criminalità internazionale delle quali potrebbe occuparsi l'Europol, oltre a quelle già previste dall'articolo 2 paragrafo 2 e nel rispetto degli obiettivi dell'Europol enunciati nell'articolo 2 paragrafo 1. Minaccia alla vita, all'integrità fisica e alla libertà: omicidio volontario, percosse e lesioni gravi, traffico illecito di organi e tessuti umani, rapimento, sequestro di persona e sequestro di ostaggi, razzismo e xenofobia. Minaccia al patrimonio, ai beni pubblici e frode: - canali organizzati, - traffico illecito di beni culturali, comprese antichità ed opere d'arte, - racket ed estorsione di fondi, - contraffazione e pirateria di prodotti, - falsificazione di documenti amministrativi e traffico di falsi, - fabbricazione di denaro falso, falsificazione di strumenti di pagamento, - criminalità informatica, - corruzione. Commercio illegale e minaccia all'ambiente: - traffico illecito di anni, munizioni ed esplosivi, - traffico illecito di specie animali minacciate, - traffico illecito di specie e di essenze vegetali minacciate, - criminalità a danno dell'ambiente, - traffico illecito di sostanze ormonali e altri fattori di crescita. Inoltre, conformemente all'articolo 2 paragrafo 2, il fatto di incaricare l'Europol di occuparsi di una delle forme di criminalità prima elencate implica che esso abbia anche competenza in materia di riciclaggio di denaro sporco ed infrazioni ad esse connessi. ALLEGATO I Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee 18.3.1996 N. C 78/31 giovedì, 29 febbraio 1996 10. Sette B4-0259, 0264, 0266, 0271 e 0274/96 Risoluzione sulle sette in Europa Il Parlamento europeo, vista la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, del 4 novembre 1950, visto il trattato sull'Unione europea e segnatamente l'articolo F, paragrafo 2, l'articolo K1, punti 2, 5, 6, 7 e 9 nonché l'articolo K3, vista la sua risoluzione dell'8 luglio 1992 su una Carta europea dei diritti del fanciullo (GU C 241 del 21.9.1992, p. 67), vista la raccomandazione 1178 (del 1992) del Consiglio d'Europa relativa alle sette e ai nuovi movimenti religiosi, A. ribadendo il suo impegno nei confronti dei principi fondamentali dello Stato di diritto democratico, quali la tolleranza, la libertà di coscienza e di religione, la libertà di pensiero, di associazione e di riunione, B. considerando che i recenti avvenimenti in Francia, in particolare la morte di 16 persone, fra le quali 3 bambini, avvenuta il 23 dicembre 1995 nel Vercors, hanno posto in evidenza le attività pericolose di talune associazioni dette sette, C. considerando che le attività dei gruppi di sette o associazioni settarie sono un fenomeno in pieno sviluppo, sempre più multiforme, ovunque nel mondo, D. considerando che molte religioni ed altre sette sono perfettamente legittime e possono pertanto esigere la protezione delle loro organizzazioni ed attività con le garanzie relative alla libertà individuale e religiosa contenute nella Convenzione europea sui diritti dell'uomo, E. considerando tuttavia che talune sette, operanti attraverso una rete transfrontaliera all'interno dell'Unione europea, praticano attività di carattere illecito e criminale e commettono violazioni dei diritti dell'uomo, quali maltrattamenti, violenze sessuali, sequestri, tratta di esseri umani, incoraggiamento di comportamenti aggressivi o diffusione di ideologie razziste, frode fiscale, trasferimenti illegali di fondi, traffico di armi, traffico di stupefacenti, violazione del diritto del lavoro o esercizio illegale della medicina, 1. riafferma il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di associazione, soggetto ai limiti imposti dalla necessità di rispettare la libertà e la vita privata dell'individuo e di fornire protezione da pratiche quali la tortura, i trattamenti inumani e degradanti, la schiavitù ecc.; 2. invita gli Stati membri a garantire che le autorità giudiziarie e di polizia facciano un uso efficace delle disposizioni e degli strumenti giuridici già esistenti a livello nazionale, e a cooperare attivamente e più strettamente, in particolare nel quadro di Europol, per lottare contro le violazioni dei diritti fondamentali delle persone di cui si rendono colpevoli certe sette; 3. chiede agli Stati membri di accertare se le rispettive disposizioni giuridiche, fiscali e penali sono idonee ad impedire che le attività di tali sette sfocino in azioni illecite; 4. invita i governi degli Stati membri a non rendere automatica la concessione dello statuto religioso e a considerare, nel caso di sette implicate in attività clandestine o criminali, l'opportunità di togliere loro lo statuto di comunità religiose che conferisce vantaggi fiscali e una certa protezione giuridica; 5. invita, a tale riguardo, gli Stati membri ad intensificare lo scambio di informazioni al fine di raccogliere dati sul fenomeno settario; 6. chiede al Consiglio di studiare, proporre e adottare tutte le misure fondate su un'applicazione efficace degli strumenti iscritti nel quadro del titolo VI del trattato sull'Unione europea e della legislazione comunitaria esistente, al fine di controllare e combattere le attività illegali delle sette nell'Unione europea; chiede al Consiglio di promuovere la cooperazione fra gli Stati membri e i paesi terzi per rintracciare le persone scomparse e facilitare il loro reinserimento nella società; 7. invita la Commissione e gli Stati membri a dare prova della massima vigilanza onde evitare che siano concesse sovvenzioni comunitarie ad associazioni settarie illecite; 8. incarica la sua commissione per le libertà pubbliche di proporre alle commissioni omologhe dei parlamenti nazionali che la prossima riunione congiunta sia dedicata alla questione delle sette, così da poter scambiare informazioni sull'organizzazione, i metodi di lavoro e il comportamento delle sette in ciascuno degli Stati membri e trarre conclusioni sul modo migliore per contenere le attività indesiderate e sulle strategie miranti a promuovere la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle sette; chiede che le conclusioni della riunione siano presentate a questo Parlamento sotto forma di relazione; 9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Consiglio d'Europa. ALLEGATO II Le sette in Francia Sintesi del rapporto della Commissione di inchiesta dell'Assemblea nazionale francese sulle sette, adottato all'unanimità dalla Commissione nel dicembre 1995. Tutti gli studi dedicati alle "sette" riconoscono che è difficile definire il termine "setta" perché è difficile comprendere questo fenomeno. 1) La nozione di "setta" nel diritto francese non compare Tale assenza di una definizione giuridica deriva dalla concezione francese della laicità perché sia la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino che la Costituzione francese garantiscono non solo l'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge senza distinzione di origine, razza o religione nel "rispetto di tutte le credenze", ma anche la neutralità dello Stato. Il principio della neutralità dello Stato implica che le credenze religiose non siano un fatto pubblico che possa essere soggetto a restrizioni legate al rispetto dell'ordine pubblico. 2) La concezione accettata dalla Commissione di inchiesta La difficoltà nel definire la nozione di setta ha indotto la Commissione di inchiesta ad accettare un gruppo di criteri di "pericolosità", pur conscia del fatto che ciascuno di questi criteri possa essere discutibile. Tali criteri sono quelli utilizzati dalle Informazioni generali (Il Ministero degli Interni raccoglie, con l'ausilio di una quarantina di agenti, informazioni generali ripartite su tutta la Francia, ossia informazioni sull'insediamento delle sette, i loro effettivi e le loro manovre) nella loro analisi del "fenomeno settario". Si tratta di: • • • • • • • • • • la destabilizzazione mentale; il carattere esorbitante delle richieste finanziarie; la rottura indotta con l'ambiente di origine; gli attacchi all'integrità fisica; il reclutamento di bambini; le tesi più o meno antisociali; i disturbi all'ordine pubblico; l'importanza dei precedenti giudiziari; l'eventuale deviazione rispetto ai circuiti economici tradizionali; i tentativi di infiltrazione nei poteri pubblici. Qualunque tentativo di misurazione globale del "fenomeno settario" si scontra con alcune difficoltà legate a: • • • • l'imprecisione della nozione; il tipo di attività; il legame con la setta (adepti, simpatizzanti, persone vicine, ecc.); l'impatto di criteri non quantificabili quali la portata internazionale della setta, le sue capacità finanziarie, la sua strategia di infiltrazione, ecc. Secondo le Informazioni generali francesi, i movimenti recensiti che rispondono ad uno dei criteri di pericolosità precedentemente indicati sono 172 per quanto concerne le "organizzazioni fondatrici", 800 se si considerano quelle satellite. Il numero di adepti, molto difficile da quantificare, oscilla intorno ai 160.000, mentre il numero di simpatizzanti intorno ai 100.000. 3) Le nuove tendenze apparse da 10 anni - L'accrescimento del numero di sette ed aderenti a tali sette. Questa evoluzione è estremamente difficile da definire. Diversi fattori consentono, tuttavia, di avanzare l'ipotesi che questa espansione non sia conclusa (mezzi finanziari utilizzati, bisogno di risposte ad una condizione di malessere, ecc.) - La moltiplicazione di filiali e organizzazioni assolutamente nuove. - L'evoluzione del pubblico: Dal 1968: giovani provenienti dalle classi medie, di ambo i sessi; Prima del 1968: adulti provenienti da ambienti relativamente meno abbienti, spesso di sesso femminile. - Il modello piramidale del potere all'interno delle sette si è rafforzato. - Le tesi promosse dalle nuove sette lasciano grande spazio al perfezionamento individuale. - Una maggiore pericolosità Mentre all'inizio degli anni settanta erano soprattutto le chiese che mettevano in guardia contro le sette, i comportamenti esasperati di alcune organizzazioni hanno contribuito ad un cambiamento drastico del modo in cui esse sono percepite. Tale fenomeno si è tradotto nella creazione di associazioni di difesa e nello sviluppo di un contenzioso giudiziario abbastanza consistente. La gravità degli atti criminali di alcune sette (attentati, suicidi collettivi, assassini) ha scosso l'opinione pubblica. 4) Distinguere le pratiche pericolose - Crimini riguardanti gli attacchi fisici alla persona umana; maltrattamenti, percosse e lesioni, sequestro, mancata assistenza a persona in pericolo o esercizio illegale della medicina. - Violazione di alcuni obblighi familiari, soprattutto da parte di parenti aderenti a sette nei confronti dei loro figli. - Diffamazione, denuncia per calunnia o violazione della vita privata. - Frode fiscale, truffa, raggiro, abuso di fiducia. - Violazione del diritto al lavoro e alla prevenzione sociale. Si può dire che, da 10 anni, questi pericoli tendano ad aumentare. 5) La necessità di una risposta pratica Il diritto francese offre diversi strumenti per rispondere alle varie derive di alcuni "movimenti settari". E' necessario constatare che, tuttavia, questi strumenti "vengono utilizzati solo di rado". Pertanto, una riforma radicale non sembra auspicabile. Per essere efficace, il dispositivo di lotta contro i pericoli delle sette dovrebbe articolarsi su tre assi: - il miglioramento della conoscenza delle sette e della divulgazione di tale conoscenza mediante la creazione di un osservatorio sulle sette; - l'applicazione più rigorosa del diritto esistente; - il rafforzamento di alcuni punti della legislazione vigente, soprattutto attraverso lo studio dell'effetto dissuasivo delle sanzioni previste e dell'opportunità di aggravarle attraverso una revisione dell'istituto della diffamazione, un rafforzamento della protezione degli esperti incaricati presso i tribunali e la possibilità, per le associazioni in difesa delle vittime, di costituirsi parte civile. 6) Il rafforzamento della cooperazione internazionale Oggi, un rafforzamento della cooperazione internazionale e comunitaria risulta indispensabile: - perché molte sette pericolose hanno dimensioni internazionali; - perché le sette perseguite in un paese decidono di trasferire le loro attività all'estero (soprattutto quando si tratta di esercizio illegale della medicina, di mancato rispetto del codice del lavoro o versamento dei contributi alla previdenza sociale, ecc.). La Commissione di inchiesta deplora il fatto che l'Unione europea apparentemente non attui nessuna azione specifica in questo campo. Propone che venga istituita una cooperazione intragovernativa che dovrebbe fondarsi su uno scambio di informazioni, grazie soprattutto ad una banca dati, sul coordinamento dei dispositivi di controllo, tenuto conto della disparità dei sistemi giuridici, sulla ricerca delle persone perseguite dalla giustizia o dall'amministrazione, sulla ricerca delle persone scomparse.