I Palazzi Celesti nei Quattro Orienti - Tui

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I Palazzi Celesti nei Quattro Orienti
A cura di: Carlo Di Stanislao e Rosa Brotzu
"I santi saggi dell'antico tempo fecero il Libro dei Mutamenti così:
Per aiutare gli dei luminosi in misteriosa maniera essi inventarono
l'oracolo fatto con gli steli di millefoglie.
Essi assegnarono al cielo il numero tre e alla terra il numero due e
da questi calcolarono gli ulteriori numeri.
Essi considerarono i mutamenti nel chiaro e nello scuro, e
stabilirono secondo quelli i segni.
Essi generarono moti nel solido e nel tenero e fecero così divenire
le singole linee.
Essi si posero in concordanza con senso e vita ed istituirono
secondo queste norme l'ordinamento del retto penetrando fino in
fondo l'ordinamento del mondo esteriore, meditandolo, e
perseguendo la legge della propria interiorità fino al suo più
profondo nucleo, essi giunsero fino a comprendere il destino."
Yi Jing
Dal sesto secolo i geometri cinesi distinguevano già il nord magnetico dal nord geografico, e lo
legavano, simbolicamente alla stella polare, chiamata Tai Yi, come a dire il “Grande Uno”, la
grande unità immutabile. La stella polare rappresenta il perno centrale del cielo attorno al
quale gira, poco a poco, la Grande Orsa che i Cinesi chiamano “Costellazione delle Sette Stelle
dello Staio del Nord” e che, a secondo delle stagioni, occupano diverse posizioni, diversi
“Palazzi Celesti”.
Questi “Palazzi Celesti” sono nel numero di cinque. Le Sette Stelle della Grande Orsa
definiscono, con il loro movimento circumpolare, il “Palazzo Centrale”, di forma circolare.
Questa posizione centrale gli permette di regolare e di situare i quattro altri “Palazzi Celesti” o
“Palazzi degli Equinozi”.
Nella tradizione cinese il “Palazzo Celeste” rappresenta l’imperatore (Di) o il re (Wang), allora
considerato come il “Figlio del Cielo” o più precisamente, come “discendente del Palazzo
Centrale Celeste”.
Da diversi millenni, in Cina, l’Imperatore rappresenta dunque il “Figlio del Centro del Cielo” e
l’immutabilità perfetta…
Un simbolismo molto simile a quello del Giappone dove l’Imperatore è il “Figlio”, dunque il
discendente del “Sol Levante”.
In Questi due casi l’Imperatore, o il Re, colui “che si mantiene fermamente tra Terra e Cielo”
(Wang) diviene dunque il mediatore tra l’uomo e il cielo… Situato alla sommità della piramide
umana l’energia del”Palazzo Centrale del Cielo” in Cina, o del “Sol Levante”, in Giappone,
discende in lui.
Egli serve dunque come asse centrale e punto di riferimento sotto il cielo.
Ma, questa posizione centrale immutabile implica necessariamente un orientamento
complementare.
Quando riceve i suoi sudditi, l’Imperatore si pone allora rivolto a Sud in modo da manifestare
tutta la sua potenza e ricevere il massimo dell’energia Yang del sole al suo zenit. Gira la
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schiena al Nord che rappresenta il massimo dello Yin, la materia sulla quale si appoggia.
Alla sua sinistra, c’è la parte onorifica che segna la crescita dello Yang all’equinozio di
Primavera. Alla sua destra c’è la parte protettrice che corrisponde al ritorno dello Yin
all’equinozio d’Autunno.
Vi ritroviamo dunque i “Quattro Palazzi Celesti” situati da una parte e dall’altra del “Palazzo
Centrale del Cielo”. Questi “Palazzi” corrispondono alle stagioni dell’anno.
Essi sono determinati, da una parte, dall’orientamento della “coda” della Grande Orsa, o dal
manico dello staio, che è puntato verso l’oriente considerato, simbolismo che ritroviamo nelle
prime bussole, dove la parte magnetizzata prende la forma di un cucchiaio e dall’altra appare il
palazzo di una particolare costellazione (1).
Il Drago Verde del Palazzo Orientale
L’Est corrisponde il “Palazzo di Primavera” (Ghun Gong) o “Palazzo Orientale” (Tong Gong) nel
quale appare, poco a poco, la costellazione del Drago (Lung), in un primo momento le corna
(Kio) poi il cuore (Xin) (Antares) e in fine la coda (Wei).
La prima luna di primavera, che in Vietnam corrisponde alla festa del Tét, sembra uscire dalle
fauci del drago. Troviamo questo simbolismo in numerose stampe dove il “Drago cerca di
afferrare la Perla” così come nella danza popolare del Drago.
Il Drago Verde (Qing Lung) rappresenta dunque il rinnovo della natura dopo l’inverno quando
le creature escono al sole, vegetali e insetti, e spuntano i loro steli o le loro corna (Kio),
significa dunque corna ma anche spingere, crescere e per estensione rinnovo, rinascita,
resurrezione, dunque il vegetale e il Legno (1-2).
L’energia vitale chiusa nella profondità della terra esce allora verso la luce, si eleva ed avanza.
E’ il “Volo del Drago”.
Da sempre il drago è stato il simbolo meraviglioso preferito dai Cinesi. Un bel numero di loro
sono persuasi che esistono tuttora nascosti nei laghi di montagna o nelle grotte delle
profondità marine.
Durante tutto questo tempo, fino al 1912, un “Drago si è impossessato della Perla” raffigurato
sul drappo imperiale. Si tratta, in questo caso particolare, di un Drago Giallo a Cinque Artigli
esclusivamente riservato all’uso dell’Imperatore. Utilizzare o semplicemente possedere la
rappresentazione di un tale drago era considerato un crimine di lesa maestà (2).
Esistono numerosi atri draghi: il Drago Verde delle Nuvole, il Drago Nero delle Faglie Terrestri,
Il Drago Bianco delle Brume Australi, ma solo il Drago Giallo possiede cinque artigli.
La dove la scienza cinese si mostra assai misera in zoologia, certamente a causa della sua
inclinazione per la gastronomia, quando descrive gli animali “normali”, diviene particolarmente
prolissa quando si tratta del drago (3).
Ciò che non si mangia merita dunque di essere osservato e descritto più a lungo.
Bai Hè, un “bianco trampoliere” può essere, a scelta, un oca selvaggia nel nord, un airone nel
centro, una gru nel sud ed una cicogna nell’est.
Esistono dunque tanti stili di “Kung Fu” o metodi di “Qigong” in Cina quanti trampolieri bianchi,
senza che si possa realmente precisare di quale esemplare di uccello in particolare si tratta.
Parlare della “Boxe della Gru Bianca del Fujian” o del “Qigong del volo dell’Oca Selvaggia del
Nord” è un’interpretazione o una traduzione molto occidentale, in quanto nei due casi si tratta
di un semplice “trampoliere bianco” locale (2-3).
Lo stesso per il Bao che è un felino feroce un poco più grosso di un gatto (Mao) e un poco più
piccolo di una tigre (Hu), insomma, ancora in funzione della regione, d’una pantera, di un
leopardo, di una lince, di un ghepardo, di un ocelot, di un giaguaro e di una ventina di altre
specie ancora.
In astrologia cinese Yang (differente da Yin – Yang ma che si pronuncia allo stesso modo) è
dunque, a scelta, un cervo, un montone, un ariete, una pecora, una capra, un antilope, un
daino.
Stranamente ritroviamo, pertanto, nei testi classici cinesi, più di una quarantina di specie di
draghi diversi che possiedono tutti delle caratteristiche formali e precise (4-5).
La specie più conosciuta, quella che a noi interessa, Lung, è stata descritta da Kongzi, alias
Confucio, che aveva: “Una testa da dromedario, delle corna di daino, delle orecchie da bufalo,
degli occhi da salamandra, un corpo da serpente, delle spalle d’orso, una schiena da cavallo,
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delle scaglie da carpa, zampe da tigre, artigli da gufo e coda da pesce. Non lo si deve
confondere con un volgare Wen che non possiede delle zampe, o con un qualunque Ban che
assomiglia ad un cavallo marino o, peggio ancora, con un Tan con una piccola coda oppure con
un Keilen che è un “drago liocorno” che vive esclusivamente nei fiumi del centro della Cina (67).
Il Drago sembra essere stato creato per i Cinesi a immagine del loro paese, la Cina e per le
loro attività. E’ immenso ed unico, favoloso, ma lo si ritrova minuscolo e riprodotto all’infinito
sulle bacchette dei ristoranti asiatici. E’ immateriale, sottile, impercettibile ma così
onnipresente, a volte invadente e volgare quando lo ritroviamo nelle immagini popolari a buon
mercato. Esso è dotato di grande saggezza e di una grande generosità ma accumula i tesori
che sorveglia gelosamente all’interno di grotte marine. E’ beneficente e di buon augurio ma
può, ugualmente, quando muove la coda, provocare dei terremoti e dei colpi di mare mortali.
Rappresenta dunque contemporaneamente l’unità e la moltitudine, il sacro ed il profano, il
risveglio e l’incoscienza, la possibilità ed il pericolo.
Suo migliore rappresentante sulla terra è l’imperatore che, giustamente, siede e dà udienza sul
“Trono del Drago”.
Simbolicamente rappresenta la crescita di ciò che si eleva gradatamente, la manifestazione
della volontà, ciò che si rinnova e si purifica, ciò che attira lo sguardo verso l’alto ed in avanti,
ciò che è favorevole al movimento, alla vita (2,4).
La Fenice Rossa del Palazzo Meridionale
Al Sud corrisponde il “Palazzo d’Estate” (Xia Gong) o “Palazzo Meridionale” (Nan Gong) nel
quale appare poco a poco la costellazione dell’Uccello (Niao).
Per gli antichi Cinesi si tratta di una quaglia rossa.
Questo uccello si trova, in effetti, nei campi durante l’estate, senza che nessuno l’abbia visto
arrivare. Successivamente, per evidenti ragioni simboliche e per dare continuità al Drago
Verde, si preferirà la Fenice Rossa (Hong Feng) (8).
La costellazione dell’Uccello, corrisponde a quella del Leone in occidente (1). Come per il Drago
Verde in Primavera, in estate noi vedremo apparire la testa dell’Uccello Rosso (Regulus) poi il
cuore dell’Uccello Rosso (Algieba) e in fine, la coda dell’Uccello Rosso (Denebola).
L’Uccello Rosso, o Fenice Rossa, rappresenta l’energia del Grande Yang, l’energia dell’elemento
Fuoco il quale, a sua volta, rappresenta la sublimazione e lo Spirito (Shen) (8-10).
Come in Occidente, la Fenice non teme il fuoco e può, come la salamandra, attraversarlo, anzi
ne trae nuova forza: “la Fenice che rinasce dalle proprie ceneri”. Il termine rinascere, in questo
caso, deve essere preso nel senso di “due volte” (ri – nascere), che si somma alla sua forza,
alla sua energia. D’altra parte l’Uccello Rosso, quaglia o allodola, uccello dell’estate, della
mietitura, si eleva gioiosamente e cantando verso il sole, verso il fuoco solare, simbolizzato
attraverso il Trigramma LI, il Fuoco, la gioia.
In Cina, il gallo (Ji) è considerato cugino della fenice perché annuncia il sorgere del sole
cantando. Si pone l’effige di un gallo rosso (Hong Ji) sulle case, affinché siano protette da
eventuali incendi, mentre l’effige di un gallo di metallo bianco (Bai Jing Ji) protegge le tombe e
le bare dalle inondazioni.
In Giappone il “Gallo Bianco dalla coda lunga” per lungo tempo era allevato esclusivamente
all’interno della cinta del palazzo imperiale. Alcuni di questi galli possedevano e possiedono
attualmente, una coda di diversi metri di lunghezza.
Ma è il fagiano dorato, Jing Ye Ji, letteralmente “gallo solare dorato che è considerato come
l’uccello più vicino alla Fenice. Ye Ji significa letteralmente “gallo del sole”, “gallo figlio del sole”,
“gallo discendente del sole.
Da sempre gli asiatici, Cinesi, Giapponesi, Coreani, Vietnamiti, Tibetani hanno considerato il
fagiano come un animale solare sacro, e hanno continuato a praticarne l’allevamento all’interno
dei palazzi e dei templi fino ad arrivare a specie meravigliosamente decorative. Lo stesso
Imperatore della Cina allevava i propri fagiani e faceva covare le uova da delle galline benevole
da cui è uscita la razza Bantaam di Pechino che fu portata in Gran Bretagna dopo il saccheggio
del Palazzo d’Estate di Pelikao nel 1860.
La “Porta del Fagiano” rappresenta generalmente nei palazzi la porta più a Sud. E’ da questa
porta che entravano i funzionari di alto rango. L’insegna del “Fagiano d’oro dalla coda lunga” è
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quello del mandarinato civile. Al di là di questo portale del Sud lo spazio dovrà essere
sgombro, al fine di permettere allo spirito (Shen) di involarsi liberamente.
La Fenice Rossa rappresenta dunque la forza creatrice dello spirito e il risveglio dopo
l’illuminazione.
Nella cucina cinese classica è servito, la sera del matrimonio, un piatto, o una portata de
“l’Alleanza della Fenice Rossa e del Drago Verde”… la fenice è un fagiano, o un pollo, invece il
drago è un serpente. In questo caso la fenice rappresenta la donna e il drago rappresenta
l’uomo. Solitamente questo piatto è stato cucinato con del Gingseng. Attualmente si sostituisce
solitamente il serpente con una aragosta (2).
La Tigre Bianca del Palazzo Occidentale
A l’Ovest corrisponde il “Palazzo dell’Autunno” (Qui Gong) o “Palazzo Occidentale” (Xi Gong)
dal quale poco a poco appare la costellazione della Tigre (Hu).
Per gli antichi Cinesi, il “Signore Tigre”, anche chiamata la “Grande Bestia” quando non si vuole
nominarla, proviene dalle contrade dell’Ovest, discende dalla Montagna (Sud) ed è
l’annunciatore della neve (prossima all’Inverno, dunque al Nord) (11).
Nel “Libro delle Mutazioni” (Yijing o Yi King) un antico commentario classico del primo
esagramma parla della “Tigre sotto il Drago come la pioggia sotto il vento”. Una leggenda parla
dell’arrivo di una tigre che, silenziosamente, fa cadere la neve che si depositata sui rami degli
alberi.
Il Drago Verde è l’emblema dell’Est, dell’Oriente, mentre la Tigre Bianca (Bai Hu) è l’emblema
dell’Ovest, dell’Occidente. La Tigre Bianca, in Cina, è stata considerata come una specie sacra.
Il primo Imperatore, l’Imperatore Giallo Qingshi Wangdi, sembra, ammaestrasse diverse tigri
bianche della Manciuria che impiegava in guerra e che seguivano il suo carro da
combattimento. In seguito, l’imperatore, assegnava al generale più coraggioso il titolo di
“Generale Tigre Bianca”, la più alta onorificenza militare (6,8,11). La “bravura cavalleresca” o
“bravura marziale” (Hu Wu) della Tigre fu dunque rinnomata in tutto l’impero.
Ma questo coraggio, sommato a una reale ferocia ha fatto si che la tigre, bianca o no, sacra o
no, fu sempre sterminata dai contadini e dalla gente dei villaggi che ne approfittavano per
vendere, a peso d’oro, la pelle come anche diverse parti dell’animale che simboleggiavano la
sua forza, il suo coraggio… e la sua virilità. Così le ossa della tigre, i denti e le unghie della
tigre, la vescicola biliare e il fegato di tigre servivano a confezionare diverse pozioni e diversi
talismani ad alto prezzo.
Di conseguenza la tigre è divenuta poco a poco sempre più rara e, malgrado la sua protezione
ufficiale, è tuttora oggetto di un bracconaggio intenso e remunerativo. Essa sopravvive in Cina
ed è dunque fortemente minacciata tanto più che le ultime grandi tigri bianche si sono rifugiate
sui grandi contrafforti dell’Himalaya. Le organizzazioni per la protezione della natura stimano
che dopo il ventunesimo secolo si estinguerà e fuori dalle riserve è ormai allevato come un
normale capo di bestiame.
Tutti i testi cinesi sono conformi, esisteva fin dal diciassettesimo secolo una specie di leone
cinese (Shi) che, per le stesse ragioni fu sterminato. Questo leone asiatico esisteva anche in
India (Singh). Singapore è tuttora la “Città (Poura) del Leone (Singha)”.
Sempre riguardo la nostra Tigre esiste un aneddoto che vede un vecchio maestro taoista (o un
vecchio saggio buddista, o un vecchio mandarino confuciano, a scelta) e un suo discepolo. Tutti
i giorni , da parecchi anni, egli esce nel suo giardino, di primo mattino, e lancia lontano, un
pugno di sale grosso con aria furente, poi rientra visibilmente soddisfatto e si rimette a
dormire. Fintanto che un giorno il discepolo non gli pone la fatidica domanda: “Onorabile e
venerato Maestro, perché voi lanciate, tutti i giorni e di primo mattino, un pugno di sale grosso
nel vostro giardino?”. “Tutto il mondo sa che tiene lontano le tigri!” gli rispose il maestro
accigliato. “Ma, Maestro, non ve ne sono più, da molto tempo non una sola tigre si vede nel
giardino, ma neanche in tutta la regione!”. “Allora questo procedimento magico è ancor più
efficace di quello che immaginavo!” (12).
La Tigre Bianca rappresenta dunque la forza e il coraggio, la protezione sulla quale uno può
contare. Il bianco, d’altra parte, è il colore del metallo che permette di rendere giustizia…
dunque la decisione.
La posizione della Tigre Bianca, l’Ovest, la destra, è il posto delle armi.
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Laozi (LaoTseu) nel Daodejing (Tao Te King) afferma al capitolo 31 “Il posto d’onore è a sinistra
quando il gentiluomo è in casa. E si pone a destra quando porta le armi” (13).
La Tartaruga Nera del Palazzo Settentrionale
Al Nord corrisponde il “Palazzo d’Inverno” (Dong Gong) dal quale appare poco a poco la
costellazione della Tartaruga (Gui). Infatti si tratta di una “tartaruga – serpente” chiamato il
“Guerriero Ombra” (Xuan Di) a causa del suo carapace che sembra un’armatura.
Ombra, nero, oscuro può allora prendere il senso di misterioso, profondo, nascosto, occulto,
che si muove efficacemente in segreto.
L’emblema della “Tartaruga Nera” è stato per lungo tempo, in Cina, quello delle truppe
imperiali destinate a coprire la ritirata preparando trappole e imboscate (2).
Un simbolismo simile lo si ritrova in Giappone e, successivamente, la “Tartaruga Nera” diviene
l’emblema d’una importante famiglia dei Ninja della regione del Koga.
Le famose “tartarughe – ninja” sono, in qualche modo, una sopravvivenza esplicita di questo
fondo culturale cino – giapponese molto antico.
La tartaruga è un animale a sangue freddo che ricerca l’umidità e che si nasconde sotto terra.
Rappresenta dunque l’Inverno e l’oscurità. E ancora, il suo “dorso Yang è rotondo come il Cielo
e il suo ventre Yin è quadrato come la Terra e il suo centro è abitato” (11,13).
Essa rappresenta il legame ideale tra il macrocosmo e il microcosmo (8).
I carapace delle tartarughe, come le scapole dei felini, dei cervi e dei bovini, sono stati
utilizzati per predire il futuro. Essi venivano gettate nel fuoco e gli indovini, in seguito,
provavano a decifrare le fessure prodotte con il riscaldamento. Queste fessure furono,
probabilmente, le prime rappresentazioni delle figure (Gua) de l’Yijing. Una fessura continua
rappresentava così il Cielo, dunque lo Yang allorché una fessura discontinua rappresentava la
Terra, dunque lo Yin. Il fatto che il carapace si presentasse dorso al cielo o faccia al cielo aveva
ugualmente la sua importanza.
In seguito le tartarughe furono rimpiazzate, fortunatamente per loro, da dei pezzi di moneta
cinese, i famosi sapeco (Qian)… la parte rotonda del pezzo rappresenta il Cielo, dunque lo
Yang, la parte quadrata, il foro centrale, rappresenta la Terra, dunque lo Yin, inoltre una faccia
comporta quattro caratteristiche, il rovescio corrisponde al dietro, considerato come Yin,
mentre l’altra faccia, l’avanti corrisponde al dritto e ne comporta che la figura è considerata
come Yang. Gettando tre pezzi a terra e compatibilmente al dritto e al rovescio si riproducono
le figure dunque le fessure del carapace delle tartarughe. Non rimane che l’interpretazione.
Numerose sapeco di bronzo, considerate come talismani, portano ormai i “Quattro Animali”
degli orienti celesti (2,8,11).
La Tartaruga Nera avvolge il dorso dell’imperatore quando concede udienza.
Rappresenta ciò che è opposto all’energia sviluppata dallo Yang e corrisponde alla materia
generata dallo Yin. Sulla Tartaruga Nera, proprio come sul coccige, si può sedere, riposare,
appoggiarsi solidamente (2,11).
E’ la profondità ma anche la stabilità, la base, le fondamenta. Nei tempi antichi si costruivano
dei palazzi e dei templi dove i pali posti a Nord riposano su un basamento a forma di tartaruga
che conferiscono all’edificio una grande stabilità e una grande longevità. Numerosi palazzi
imperiali cinesi hanno, da allora, una forma di tartaruga in quanto la loro base è quadrata, ed il
loro tetto è a cupola, le tegole verniciate riproducono il disegno particolare delle scaglie della
tartaruga.
La tartaruga è considerato un animale portafortuna e numerose case cinesi sono dotate di
bacini che ne contengono qualche centinaio. Tranne il simbolismo particolare che si attribuisce
a questo animale, in cinese tartaruga si pronuncia in un modo molto simile a quello di “spettro”
o “entità perturbatrice” (Gui o Kouei) (9-10), che potrebbero di per se, normalmente, essere
qualcosa di spaventoso poiché i Gui sono generalmente accusati dei peggiori misfatti… ma in
Cina il semplice fatto di possedere nella propria casa un numero di Gui domestici e benevolenti
allontana efficacemente gli altri Gui selvaggi e malvagi che, trovando il posto occupato non
possono fare altro che andare altrove. E’ sufficiente solo pensarci.
La tartaruga – serpente è una costellazione complessa che raggruppa una parte dell’Acquario,
del Capricorno, del Sagittario e di Orione. Orione, o il “Grande Cacciatore”, può rappresentare
questo famoso “Guerriero Ombra” della tradizione cinese (1).
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Implicazioni nell’uomo (14-16)
Evidentemente è possibile guardare il cielo, cercare la stella polare poi le principali costellazioni
durante il corso delle stagioni, al fine di saperle meglio posizionarle nello spazio, ma è
solitamente più pratico utilizzare una bussola che giustamente è stata inventata in Cina, per
questo scopo.
In questo caso, la posizione di colui che tiene la bussola, dunque l’osservatore centrale, è,
simbolicamente, sul Palazzo Centrale del Cielo” dunque la stella polare (Tai Yi) è il centro e la
sommità.
Colui che tiene la bussola puntata, in qualche modo, ha il ruolo dell’Imperatore (Wang).
La sommità del suo cranio, il punto Bai Hui (Pae Roe) rappresenta la stella polare attorno alla
quale sembrano girare poco a poco, tutte le costellazioni per via della rotazione terrestre.
La bussola permette all’osservatore di orientarsi, dunque di ritrovare i Quattro Orienti e di
scegliere quale direzione guardare per poi agire.
Simbolicamente l’ago della bussola che è stato raffigurato come un cucchiaio magnetizzato,
rappresenta la Grande Orsa. In questo caso la coda del cucchiaio si gira all’opposto della stella
polare ed indica il Sud. L’osservatore può dunque posizionarsi secondo l’asse Nord – Sud.
Il cranio allora rappresenta la volta celeste. Il punto situato tra le sopraciglia (Yin Tang o
Palazzo del Silenzio”) è allora rivolto verso Sud mentre il punto centrale dell’occipite (Yu Zheng
o “Cuscino di Giada”) si pone verso Nord. Siamo dunque faccia a Sud e dorso a Nord.
Come spiega Laozi al capitolo 42 del Daodejing “Si appoggia allo Yin ed abbraccia lo Yiang” o,
secondo un’altra traduzione “porta sul suo dorso l’oscurità (Yin) e stringe tra le braccia la luce
(Yang)”. In questo caso si appoggia alla Tartaruga Nera (Grande Yin dell’Acqua) e lascia
prendere il volo alla Fenice Rossa (Grande Yang del Fuoco).
L’Est, dunque il Drago Verde, il Piccolo Yang del Legno, si ritrova a Sinistra mentre l’Ovest, la
Tigre Bianca, il Piccolo Yin del Metallo, si ritrova a destra. La Tartaruga Nera rappresenta la
solidità, la stabilità la protezione, sulla quale ci si può appoggiare, riposarsi in tutta fiducia.
A livello corporale, il microcosmo, rappresentato dal bacino, dal sacro, e dal coccige… così
come i reni. Nell’energetica cinese ciò corrisponde alla struttura (Ti), alle rocce in natura, alle
ossa ed alle articolazioni nel corpo. Questa struttura influenza la postura che a sua volta,
facilita il riposo, la riflessione (la meditazione) e la capacità di ascoltare, dunque l’udito.
In una certa misura vi si ritrova anche la saggezza ancestrale, la tradizione e ciò che in essa vi
è di positivo, di ben assodato, di profondo e di stabile. Essa rappresenta il sapere e il fare.
La Tartaruga Nera rappresenta ciò che è fissato al suolo, dunque le fondamenta o le radici, la
stabilità di tutte le costruzioni. Ciò è evidentemente il Grande Yin dell’Inverno, della notte, il
sonno ristoratore che genera il risveglio poderoso del Giovane Yang, del Drago Verde.
Quando ci si corica “testa al fresco”, rivolti verso il Nord, la Tartaruga Nera è ciò che sostiene il
bacino e l’occipite, chiamato “Cuscino di Giada” (Yu Zheng). E’ dunque naturale e consigliato
che la testa del letto sia addossata al muro o perlomeno avere la spalliera ben stabile.
Una volta, in Cina, e in tutta l’Asia, dormivano solitamente su di una stuoia posata al suolo e la
camera da letto era costituita da un semplice tramezzo. Si utilizzava allora, per rimpiazzare il
muro di pietra o la spalliera del letto, un cuscino di pietra (a volte in giada), in legno o, più
sovente, in cuoio laccato. Questo cuscino simbolizza perfettamente la famosa Tartaruga Nera
su la quale riposa il cuscino di giada.
Il Drago Verde rappresenta la forza del risveglio, della Primavera, del Giovane Yang, del sole
nascente, dell’uscita dalle tenebre dell’Inverno e della notte, di ciò che si eleva, di ciò che
rinasce dunque del risveglio, del dinamismo, del rinnovamento.
A livello del microcosmo corporeo si tratta allora dei muscoli e dei tendini, in energetica cinese
classica, di ciò che noi chiamiamo “Forma” (Xing). I muscoli e i tendini permettono il
movimento e il loro collegamento al senso della vista. “Aprire gli occhi” in senso proprio e
figurato, dunque risvegliarsi ed essere disponibili per poi agire è proprio del Drago Verde.
Rappresenta il saper fare. E’ tutto ciò che è in relazione alla crescita, all’evoluzione, allo
sviluppo. Il suo spazio è quello del sole che sorge, l’Est o l’Oriente.
Quando si è distesi “testa al fresco e piedi al caldo”, dunque lungo l’asse Nord – Sud, il Drago
Verde è posizionato a sinistra.
In Cina la sinistra rappresenta il lato del Giovane Yang, la percezione, l’intuizione. L’Uccello
Rosso, o Fenice Rossa è l’emblema del sole al suo zenit, del Sud e di ciò che è arrivato a piena
maturità, del Grande Yang. Rappresenta ugualmente lo Spirito (Shen) prodotto dal cuore che si
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può involare senza costrizione. Tutto ciò è la libertà di agire, la fama, il far sapere. Questo
Uccello Rosso si trova dunque tradizionalmente di fronte e necessita di una spazio aperto o
almeno libero.
Nel Microcosmo corporale rappresenta il cuore, la circolazione dei liquidi ed il calore, il tocco, il
contatto, le buone relazioni.
La Tigre Bianca è l’emblema del sole calante, dell’Occidente, di ciò che è materializzato,
realizzato, concretizzato, definito, terminato… ed efficace. Rappresenta il Giovane Yin, o Piccolo
Yin, il calare, il ritorno progressivo su se stesso, la calma ed il riposo e la tranquillità che
permette di preparare il sonno il più riparatore.
Nel microcosmo corporale, rappresenta i polmoni, il soffio, l’energia (Qi o Ki) vitale, l’equilibrio
della respirazione. La Tigre Bianca “sente” e “risente” il movimento di questa energia e la
utilizza per il suo profitto. E’, malgrado tutto, molto attaccata al concreto e a ciò che ha una
esistenza formale. E’ capace di prendere rapidamente delle decisioni importanti e sa delegare il
suo potere per meglio riuscire. E’ dunque un esperto ne “saper far fare”. Possiamo contare
sulla Tigre Bianca per essere protetti. Per quanto riguarda la relazione Nord / Sud si situa a
destra, a Ovest, a Occidente, dalla parte del sole calante.
In Cina la destra rappresenta dunque il Giovane Yin, la materialità, il rigore, la decisione, la
logica. Al Centro il Palazzo Centrale, il polo magnetico individuale, che corrisponde all’addome
e al punto 23 ST, appunto chiamato Tai Yi, perno autentico della luce lunare e “polare”,
dell’orientamento e del “ritorno” dell’individuo. Così, in caso di disorientamento, perdita di
centrarla e ri-nascita, punti interessanti saranno: 20GV, 14CV, 23ST, Yintang, 25GV.
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10)Boschi G.: Medicina Cinese: la radice e i fiori, Ed. CEA, Milano, 2003.
11)Maspero H.: La Chine antique, Ed. Imprimarie Nationnelle, Paris, Nouvelle Editino, 1955.
12)Mumford L.: The Story of Utopias, Ed. The Viking Press, New York, 1966.
13)Moore C. (a cura di): The Chinese Mnd, Ed. University Press, Honolulu, 1969.
14) Georges C.: Le lit du Dragon – Le Feng Shui de la chambre à coucher, Ed. Chariot d’Or,
Paris, 2000.
15)Soulie De Morant G.: L’Acuponcture Chinoise, Ed. Maloine, Paris, 1974.
16)AMSA: Lezioni di Agopuntura, policopie, Ed. AMSA-Scuola Italo-Cinese di Agopuntura,
Roma, 2002. (richiedere a [email protected])
Indirizzo per chiarimenti
E-mail: [email protected]
www.agopuntura.org - il portale della formazione continua in Medicina Cinese a cura dell'AMSA