“VORREI, mA nOn POSSO” IL TRUCCO C`è E SI VEDE
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“VORREI, mA nOn POSSO” IL TRUCCO C`è E SI VEDE
ANNO II - N° 8 - OTTOBRE 2010 - DISTRIBUZIONE GRATUITA IL TRUCCO C’è E SI VEDE! COLLEmAGGIO: “VORREI, mA nOn POSSO” CIO’ CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUGLI ACCELERATORI TABLET PC - OLTRE L’ iPAD OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] Ambiente Innovazione Tecnologia Periodico d’informazione Distribuzione gratuita Registrazioni: Tribunale di L’Aquila N° 4 del 25/03/2009 ROC N° 18397 del 03/06/2009 Editore: Alberto Conti Direttore editoriale: Pietro Gianfelice [email protected] Direttore responsabile: Gianfranco De Felice [email protected] Redazione: [email protected] Via della Mainetta, 31 - 67010 Coppito (AQ) Proprietà: Infoedi di Alberto Conti [email protected] Grafica: Simone Alesi - Manuel Pucciarelli Pubblicità: Angela Ciccarella - ph.: +39.347.483.73.56 Pietro Gianfelice - ph.: +39.348.85.76.343 [email protected] - Fax 0862.361.052 Stampa: AGP Arti Grafiche Picene - Maltignano (Ap) Associato a: Aitech è una rivista specializzata. 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EDITORIALE - Pietro Gianfelice LA MONNEZZA Dove finiscono le responsabilità delle Istituzioni e dove iniziano quelle dei cittadini? Inciviltà ed incuria sono o dovrebbero accomunare entrambi, nel senso che tutti dovremmo concorrere a far sì che le nostre realtà ove viviamo siano salubri e si possa viverle con infrastrutture indispensabili per una sana e sociale vita quotidiana. Le statistiche segnano che la produzione pro capite di spazzatura arriva a circa 600 kg l’anno. Inutile dire dunque che viviamo in un mondo sporco. Se ci soffermiamo a pensare che solo il 70% dei rifiuti prodotti viene smaltito, non è difficile domandarsi, dove venga posto il restante 30%. Il nostro Paese è fornito di impianti non del tutto soddisfacenti che non riescono a smaltire tutti i rifiuti prodotti. L’emergenza attuale è divenuta ben presto un problema sociale e politico che tocca l’intera Nazione. Guardare e criticare città come Catania e Napoli ci fa dimenticare che anche in questa Regione, basti pensare non solo a Teramo e ai suoi scandali, ma anche L’Aquila e Provincia sono invasi da anni da rifiuti di ogni tipo. Eppure nessuno si lamenta, quasi sia normale vivere circondati dall’immondizia. La monnezza è ricchezza per chi la sa differenziare. Evidentemente per chi non lo fa i rifiuti rappresentano un arredo urbano che conferisce valore all’ambiente. Lavatrici, frigo, televisori, ma anche pc, phon, cellulari, insomma ogni genere di apparecchiatura elettrica o elettronica, nonché materassi, reti metalliche e detriti provenienti da lavori di ristrutturazione finiscono dentro e accanto ai contenitori dei rifiuti e anche lontano da essi. Macerie moderne che si aggiungono a quelle ataviche, divenute il simbolo, il monumento alla incapacità umana di risolvere i problemi, oppure forse un richiamo ai turisti necrofili sempre pronti a venire in questa città a scattare foto a cadaveri di cemento? Dov’è finito lo slogan “Io ci sono” del Comune? 3 I cassonetti per la raccolta sono insufficienti, inesistenti, poi, quelli per l’indifferenziato e la raccolta è un disservizio che si paga carissimo. Gli abitanti che vogliono partecipare attivamente alla raccolta differenziata perdono stimoli, ma ci sono tanti, troppi che non fanno nulla. Forse non tutti sanno, e questi sono solo alcuni dei tanti esempi, che col riciclaggio dei vari tipi di plastica si possono ottenere: flaconi per detergenti, nastro isolante, fili elettrici, tubi e telai per finestre, fibre per realizzare maglioni, contenitori, eco design. Dalla carta si ottiene altra carta senza dovere fare uso di alberi e da vetro altro vetro e da alluminio idem senza dover estrarre la rara bauxite. La monnezzza invece qui, nel nostro Bel Paese, ha solo il colore del malaffare. I sacchetti della raccolta sono colorati, non più grigi come una volta: si usano quelli della spesa! Ce li troviamo sui marciapiedi e dobbiamo camminare per strada per evitarli, tappando il naso. Meglio continuare, tornando alla nostra specifica realtà, a colorare le facciate delle case e perché no anche i lampioni, le buche delle strade, i marciapiedi, laddove esistono, gialli, rosa, azzurri, verdi, viola, rossi. Dipingiamo di verde i giardini che non ci sono e continuiamo a vivere in questa città colorata, che puzza non meno di Napoli. Tinteggiamo, a spese dello Stato e quindi con le nostre tasse, edifici, ville e tuguri. Trasformiamo quartieri che avevano una destinazione residenziale in dormitori colorati. Coloriamo anche i sassi delle macerie ed il terremoto sarà stata un’occasione per dimenticare anche i problemi di quando qualcuno credeva di volare. Tanti rioni sono sorti intorno alla città, senza alcun futuro perché in questo Paese non sappiamo che farcene degli urbanisti. Continuando così avremo una città senza anima, vita e futuro. La ricostruzione di questa città sembra non interessare più nessun politico ed ognuno fa da sé. 4 OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] Alberto Conti In tema di ambiente ed ecologia, la Daimler presenterà al prossimo Salone dell’auto di Parigi (Mondial de l’Automobile, dal 2 al 17 ottobre 2010), un innovativo concept di scooter elettrico al 100%. E-Scooter Smart con un’autonomia di 100 Km grazie alla batteria agli ioni di litio e con i massimi standard di sicurezza. Vittorio Braguglia, Direttore Generale Mercedes-Benz Cars Italia, dichiara: “smart e-scooter rappresenta una risposta concreta per un mercato dal futuro promettente”. Sarà uno scooter a ruote basse dalle linee affusolate e faro, in coda, rotondo. La ruota posteriore sporgerà dalla carrozzeria, mentre i due specchietti retrovisore sono “fusi” con il manubrio. Sella corta, mini spoiler, scudo limitato e piccolo vano sottosella, fanno pensare ad un mezzo agile nel traffico e silenzioso e dal design particolarmente curato. All’ultimo IFA di Berlino, la fiera internazionale dell’Elettronica, conclusasi lo scorso 7 settembre. Tra i prodotti Hi-Tech che maggiormente hanno richiamato l’attenzione del pubblico, troviamo i nuovi XpanD Universal 3D Glasses™. Sono occhiali universali per la visione in 3D. Si possono indossore al cinema, in casa per l’home entertainment e persino in ufficio, qualora si abbiano a disposizione proiettori DLP “3D Ready”. Il nuovo modello è l’X103 con tecnologia wireless Plug and Play, dotato di interruttore On/Off per risparmiare energia e massimo comfort nell utilizzo. Offre una visione in Full 1080 3D, un angolo 3D molto ampio per l’osservazione e per il gioco. Le lenti adottate, soprattutto per il tipo di tecnologia che implementano, non provocano il mal di testa. La trasmissione delle immagini è ben definita e luminosa. Le batterie hanno un’autonomia di 100 ore. Il prodotto richiede televisori 3D Ready (i modelli TV compatibili sono elencati qui: www.xpandcinema.com/3dtv). Presumibilmente, il prezzo sarà intorno ai 150 Euro. OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] Molte azioni usate con i computer sono entrate sia nel linguaggio comune, sia nel vocabolario italiano. L’azione “copia e incolla” è quando si prende il contenuto di una cella o paragrafo o frase e lo si riporta tale e quale in un altro punto. Quella operazione che si faceva trent’anni fa quando si copiava da libri, temi gia svolti o dai mitici “Bignami”! Ora c’è la tecnologia! Facciamo questo gioco. E’ facile ed è per tutte le età. Se avete un pc e potete andare su internet, su Google™ o un altro motore di ricerca, scrivete una frase che avete letto da un testo di un articolo di un mensile, a distribuzione gratuita come il nostro e verifichiamo se che quel che avete letto è “farina del sacco” di chi dice di averlo scritto! Provate con più frasi e vedrete che talvolta l’articolo o parte di esso è stato già scritto da altri in passato! Si può scrivere un articolo citando la fonte, ossia il luogo da dove si è attinta l’ispirazione parziale o totale, oppure mettendo in “corsivo” o “virgolette” le frasi che si sono copiate ed incollate, ma se non lo si fa s’incorre in un reato. Noi, in redazione facciamo spesso questo gioco e rimaniamo abbastanza schifati da coloro (ahimè sono i soliti) che continuano a fare pseudo giornalismo, violando tutte le norme di deontologia professionale, nonché non rispettando la concorrenza degli altri giornali come Noi. Quel tipo di giornalismo ovviamente non conosce le regole da rispettare nel proporre ai lettori la pubblicità. Per legge questa dev’essere distinta in moo chiaro dall’articolo, altrimenti si creano i cosidetti casi di pubblicità “scorretta” o “ingannevole”. Queste riviste cui facciamo riferimento sono quelle che obbligano il lettore a “scavalcare” con lo sguardo il rettangolo dov’è la pubblicità per potere leggere l’articolo, oppure devono guardare necessariamente il logo (il marchio) di chi mette la pubblicità in quel punto dell’articolo, pena non potere capire l’articolo. Altre volte ancora dovete leggere un articolo e capire (vi resterà forse il dubbio) se è stato fatto per pubblicizzare volutamente il prodotto o marchio aziendale. Quest’ultimo caso va identificato con la dicitura “spazio pubblicitario”, per far capire chiaramente che il giornale non ha nulla a che fare con la promozione di ciò che vi è riportato. Molti definiscono questa pratica illegale “redazionale”, ossia un articolo che parla esclusivamente e logicamente bene del prodotto, marca da promuovere. Pazzesco che nessuno abbia mai detto e/o fatto nulla! Non Pietro Gianfelice 5 essendovi nessun Organo quale Ordine dei Giornalisti e Pubblicisti, Associazione dei Consumatori che spingano a rispettare le regole che esistono e non vogliamo citare per non essere pesanti, tutti preferiscono andare seguendo il vento dell’illecito: non si spendono ore di sacrificio per redigere articoli originali e la pubblicità, posta nei modi di cui sopra, ovviamente costerà meno sia al giornale sia a chi la deve acquistare (che sa di avere maggiore evidenza): una vera porcata! Anche in questo la Legge suggerisce di essere violata, poiché nessuna la rispetta. La pubbblicazione delle immagini segue l’iter dei testi, ossia bisogna verificare e se il caso pubblicare la fonte dell’immagine, pagarla se ci sono diritti da evadere, eventuali liberatorie in caso di volti che compaiono o scattarla noi stessi per evitare tutto ciò. Il decreto legislativo n. 74/92 definisce come pubblicità qualunque forma di messaggio che sia diffuso, nell’esercizio di una attività economica, allo scopo di promuovere la vendita o il trasferimento di beni mobili o immobili, oppure la prestazione di opere e servizi. Sono invece incluse nella nozione di pubblicità quelle forme di comunicazione che, anche se non tendono immediatamente a spingere all’acquisto di beni o servizi, promuovono comunque l’immagine dell’impresa presso il pubblico dei consumatori. Occorre chiarezza e trasparenza, quella che non vediamo in alcuni freepress. Peccato che a nessuno dei nostri colleghi onesti interessi affrontare questi sciacalli della editoria locale e regionale. 6 Federico D’Orazio OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] La storia di Collemaggio comincia più di un secolo fa. Un primo progetto corso dei decenni, si sia avvicendato dietro quei cancelli liberty che per la realizzazione del complesso risale al 1897-1899. Nel 1907 inizia la ancora oggi ne segnano i confini. La sofferenza, la reclusione, la costruzione dei primi tre padiglioni a cui si aggiunge il quarto, nel biennio lontananza imposta ai suoi ospiti dalla società, che fuori conduceva una 1940-1941. Viene costruito così un primo esempio di cittadella vita migliore e l'apertura, arrivata in seguito con la legge Basaglia, dopo indipendente, con giardino all'italiana che è arrivato sino ai giorni nostri il 1978. Da allora per Collemaggio è cominciata una fase nuova: da nel suo impianto originario. Un patrimonio prezioso, che nell'ultimo struttura di contenzione, a complesso sanitario riconvertito per assolvere secolo ha attraversato epoche differenti, di rivoluzione della psichiatria i compiti della moderna medicina del territorio. Una fase nella quale prima e dell'assistenza sanitaria in senso lato, più tardi. Un patrimonio lentamente, parte dei padiglioni che compongono il complesso corposo, che abbraccia l'architettura, la natura, la storia, la memoria. Il dell'ormai ex-ospedale sono stati ristrutturati ed adibiti a svolgere ricordo di tutto quello che dentro Collemaggio è accaduto, di quanto nel funzioni direzionali e ambulatoriali tra le più disparate (medicina legale, medicina del lavoro, S.E.R.T., servizio di prevenzione) e parte, invece, destinata ad ospitare strutture esterne alla locale azienda sanitaria, come il C.N.R. Nei decenni successivi alla chiusura dell'ospedale psichiatrico, con un degrado dilazionato nel tempo, Collemaggio è arrivato al terremoto del 2009 in una forma poco invidiabile, sommatoria di decennali "vorrei ma non posso", che hanno sempre rimandato la sua ridefinizione e il suo definitivo recupero a tempi migliori. Erano stati stanziati ben 4 milioni di Euro per la sua ristrutturazione e si era anche elaborato un progetto, denominato "Arte Ambiente e Salute", realizzato - tra gli altri - dal Dr. Giammaria (già direttore sanitario dell'ospedale dell'Aquila), capace di rendere merito alla sua storia, di lasciarne traccia nelle generazioni future. Se quel progetto avesse visto la luce, il complesso di Collemaggio sarebbe stato strutturalmente sano e soprattutto fruibile dalla popolazione, che lì avrebbe trovato tracce chiare del passato della psichiatria con un autentico museo della memoria, ed avrebbe anche consentito allo stesso tempo di mettere in pratica nuove strategie d'integrazione dei malati psichiatrici all'interno della società. Sarebbe sorto ad esempio un "albergo in via dei matti numero zero", ideato per essere collocato, secondo il progetto approvato e finanziato prima del terremoto a Villa Edoarda, una delle palazzine più belle di tutto il sito. Per quest'ultima struttura il CIPE, con contributo di 350.000€ e la ASL con ulteriori 150.000€ avevano assicurato la copertura finanziaria necessaria alla realizzazione dell'opera. Oggi non se ne sa più nulla e per di più dei quattro milioni originari - nel corso degli anni - sono rimasti OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] 7 riduce ad impedire che l'area subisca una variazione di destinazione d'uso. Molto di più ha sostenuto De Matteis, secondo cui la vendita del sito, che prima del terremoto era ritenuta necessaria dall'amministrazione regionale oggi non lo è più allo stesso modo. In primo luogo perché il debito regionale si sarebbe ridotto con l'approvazione del nuovo piano sanitario e in secondo luogo, perché il terremoto richiede un necessario ripensamento del quadro complessivo dell'organizzazione della ASL sul territorio. Il manager ASL Dr. Silveri, pur se invitato all'incontro con la popolazione declinò, ancora una volta, l'invito. Non avremmo potuto conoscere la sua opinione a tal riguardo, se non fosse stato per l'intervista solo 570.000€ poiché 2,8 milioni erano già stati impiegati per la rilasciata alcune settimane più tardi ad Abruzzo24ore.tv, nella quale si manutenzione di altri immobili di proprietà della ASL. Ancora una volta, intitolava il servizio come segue: "Silveri, nessuna vendita per quindi, si dimostra che Collemaggio è stato anche in quel frangente Collemaggio". A ben ascoltare l'intervista rilasciata, nulla del genere si penalizzato dalle scelte dell'amministrazione, nonostante le sue ascolta dalla viva voce del manager; egli afferma, infatti, esclusivamente potenzialità indiscusse. Le voci che vogliono la ASL, proprietaria del sito, che non c'è l'intenzione di "far finire lì delle case", ma che è necessario un intenzionata alla vendita si rincorrono da molto tempo; del resto l'intera "concorso di idee nazionale" per capire cosa fare di quel "contesto unico". area è un sito appetibile per speculazioni residenziali, qualora venissero Ciò non basta però a tranquillizzare gli animi. Infatti, nonostante il consentite. Interessi provenienti da più parti spingono in tal senso da terremoto del 6 aprile abbia danneggiato solo leggermente la molto tempo, ma i vincoli opposti alla vendita di un sito così strategico maggioranza dei padiglioni di Collemaggio, classificati quasi tutti "B", non sono molti: in primo luogo, la programmazione del territorio è un si è finora proceduto in nessun modo alla loro ristrutturazione. Anzi, con compito di pertinenza del Comune e fintantoché questo sito resterà spese per centinaia di migliaia di Euro, si è provveduto (per di più con destinato ad uso sanitario non potrebbero e non dovrebbero essere consentite vendite per perseguire fini diversi. Inoltre, la legge stabilisce che i proventi della vendita degli ex-ospedali psichiatrici siano da destinarsi ad interventi a sostegno della salute mentale, e non sarebbero quindi disponibili al ripianamento del cospicuo debito regionale in materia sanitaria, solo una delle motivazioni possibili di un interesse alla vendita. A questo proposito il 5 agosto si era tenuta in Piazza Duomo, sotto il tendone del presidio permanente, una partecipata riunione pubblica che voleva fare chiarezza sul futuro dell'ex ospedale psichiatrico; tra i molti intervenuti, vale la pena concentrarsi sull'intervento del Sindaco Massimo Cialente e su quello del Consigliere regionale Giorgio de Matteis. Il Sindaco ha sostanzialmente affermato in quella sede che l'unico potere nella sua disponibilità per sfavorire la vendita del sito si 8 OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] ritardo incomprensibile) a posizionare i servizi sanitari in container tanto cari quanto inefficienti, nelle immediate adiacenze delle palazzine dove prima erano ospitate, con forti disagi per utenti e dipendenti. In molti, allora, continuano a domandarsi che genere di futuro la Regione abbia previsto per i servizi assistenziali che erano ospitati a Collemaggio. Una prima inattesa risposta è stata fornita circa due settimane fa, quando il presidio dei medici di base è stato spostato in una nuova struttura, costata ben 1 milione e 400.000€, collocata a Paganica. L' operazione ha suscitato proteste del personale medico e della cittadinanza attiva che anima l'assemblea permanente dei cittadini aquilani. Al contempo la popolazione di Paganica, che a seguito della collocazione di alcuni tra i maggiori siti del progetto C.A.S.E. è cresciuta vertiginosamente, ha colto il gesto come un segnale d'attenzione alle necessità del territorio, dopo mesi di abbandono. Le incomprensioni a riguardo si sono ripetute con aspro, tra le necessità dell'oggi da un lato, ed il disegno del futuro del violenza: Collemaggio è infatti diventato occasione di un acceso centro città dall'altro. Nel mezzo c'era e resta Collemaggio: privata prima confronto tra opposti interessi, sia nelle pubbliche amministrazioni, sia delle sue innumerevoli occasioni di riscatto e riqualificazione, persino di nella cittadinanza. In gioco è il ruolo svolto dal centro cittadino nei quelle che sembravano aver trovato ormai un approdo definitivo. Privata, confronti dei centri satelliti: il primo, ancora ferito , disabitato ed inagibile poi, anche delle strutture che ne avrebbero in ogni caso potuto per la quasi totalità; i secondi, pur se inagibili nelle loro parti storiche, assicurare nel futuro la natura di spazio pubblico a servizio del sono oggi abbondantemente popolati per effetto degli insediamenti Capoluogo, della sua popolazione, del suo desiderio di migliorarsi costruiti dopo il terremoto che vi hanno trovato posto. Un confronto rinascendo, in un futuro ancora da delineare collettivamente e con partecipazione popolare alle scelte. Le idee ci sarebbero. I progetti sarebbero anche stati finanziati e di nuovi potrebbero essere ancora una volta proposti all'attenzione degli Amministratori. Ma ancora una volta la vicenda di Collemaggio è ferma al palo e non se ne capisce il motivo. Ancora un'altra volta, vorrei ma non posso. http://www.aitechpress.it/ il primo free press in Italia dedicato all’ambiente, all’innovazione e alla tecnologia, nato a L’Aquila nel marzo 2009, da “genitori” aquilani. Da dicembre 2010 sarà presente anche online. Nuove rubriche, tutorial, recensioni, games e podcast attendono solo di essere viste da Voi. Seguiteci sul web e potrete aderire alle promozioni offerte dai nostri sponsor. www.aitechpress.it OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] Bianca Wendt CIO’ CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUGLI ACCELERATORI! Non è consueto che argomenti scientifici approdino sulle prime pagine dei giornali. E’ merito del CERN di aver fatto della messa in operazione, nel Settembre 2008, del “Large Hadron Collider” (LHC) un evento mediatico. In questo piccolo articolo vorrei ravvivare l’interesse per gli acceleratori di particelle che quell’evento ha generato. Un pò di storia Nati un secolo fa, inizialmente come strumenti di ricerca pura, gli acceleratori di particelle sono oggi in uso un pò dovunque con svariate applicazioni. Come dice il nome, queste macchine accelerano particelle. Per accelerare un pallone in quiete occorre imprimergli un bel calcio. E’ difficile prendere a calci un elettrone singolo. Così si usa un altro tipo di forza, la cosiddetta forza di Lorentz (fisico olandese, 1853-1928). Questa 9 forza ha una parte elettrica e una magnetica. La prima, ben nota, è quella che, ad esempio, fa muovere gli elettroni nei cavi elettrici permettendo l’uso di tutte quelle apparecchiature domestiche che rendono la vita comoda. La forza magnetica è quella che, ad esempio, attrae il ferro alle calamite. La prima agisce su particelle cariche, la seconda su particelle cariche in moto. In un acceleratore i campi elettrici aumentano l’energia delle particelle e i magneti ne guidano la traiettoria. L’unità di misura dell’energia usata nel mondo delle particelle elementari è l’electronvolt (eV) che per definizione è l’energia guadagnata su una distanza di un metro da un elettrone quando viene sottoposto a una tensione di 1 Volt (da Alessandro Volta, 1745-1827). Il primo vero acceleratore fu costruito in Germania nel 1928 dal giovane fisico norvegese Rolf Wideroe (19021996) e consisteva di tre tubi. Il primo e il terzo erano a massa mentre a quello centrale era applicato un voltaggio oscillante tale che le particelle guadagnassero energia sia nel passare dal primo al secondo tubo che dal secondo al terzo. L’ accelerazione è più efficiente se le particelle vengono fatte passare più volte in tali strutture. Per questo è necessario che le particelle tornino indietro ed eseguano traiettorie cicliche. I primi acceleratori circolari usavano un unico grosso magnete. Essi furono il ciclotrone di Lawrence e Livingston negli anni 30 e il betatrone di Kerst e Serber negli anni 40, basato quest’ultimo su un’ingegnosa idea di Wideroe. Ingegnosa perché nel betatrone, sulla base della legge del fisico e chimico inglese Faraday (1791-1867), è la variazione del campo magnetico curvante a generare il campo elettrico necessario all’accelerazione. Il problema di questi primi acceleratori era la necessità di grandi magneti. Ad esempio, il betatrone costruito all’università dell’Illinois negli anni 40 usava un magnete di 275 tonnellate per un fascio di 300 MeV (1 megaelectronvolt o MeV equivale a 106 eV). I ciclotroni sono tuttora di grande utilità a basse energie. Ad alte energie essi sono stati sostituiti dai sincrotroni, il cui nome deriva dal fatto che il campo magnetico curvante e a frequenza di oscillazione del campo elettrico accelerante devono essere aumentati in modo sincrono con l’aumentare dell’energia delle particelle. Nel 1943 Mark Oliphant, fisico australiano (1901-2000) ebbe l’idea di sostituire il grosso magnete con una sequenza di piccoli magneti disposti lungo la traiettoria nominale. Successivamente si pose il problema di migliorare la guida magnetica aggiungendo quadrupoli. Finisce così la “preistoria” e comincia negli anni 50 la storia, con il Proton Synchrotron (CERN, Ginevra) e l’Alternating Gradient Synchrotron (Brookhaven, USA) costruiti negli anni 50, entrambi ancora in attività! I progressi nel campo della radiofrequenza legati allo sviluppo del radar, permisero di ottenere i forti campi elettrici necessari Veste la tua Casa De Amicis Biancheria Tappeti, Tendaggi, Intimo, Materassi e Rete Articoli per Neonati Dott. MICHELE CAPUANO Via della Mainetta, 31 67010 Coppito (AQ) Iscriz. Ordine dei Medici di Foggia n° 6431 cell.: 349 12.68.688 Reperibilità anche notturna Via Mainetta - Coppito (AQ) - Tel. 0862.362536 10 OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] per costruire acceleratori lineari di ragionevole lunghezza competitivi con quelli circolari. Alla metà degli anni 40 Alvarez cominciò a costruire i primi acceleratori lineari di protoni al “Radiation Laboratory” di Berkely (California, USA) creato anni prima da Lawrence. Mentre prima e durante il secondo conflitto mondiale il baricentro della ricerca basata sugli acceleratori è negli USA, ed ha forte orientamento bellico, fra gli anni 50 e 60 assistiamo in Europa alla creazione di laboratori incentrati sull’utilizzazione di acceleratori per lo studio delle particelle nucleari con scopi di pura ricerca. Oltre al CERN, fondato nel 1954 a Ginevra (Svizzera) dall’accordo in origine di 11 paesi europei, mi limito a ricordare i Laboratori Nazionali di Frascati (LNF), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), il Rutherford Appleton Laboratory (RAL) a Chilton (UK), il Deutsches Elektronen Synchrotron (DESY) ad Amburgo (Germania). Il Joint Institute for Nuclear Research a Dubna (vicino Mosca, nell’allora URSS) fu fondato nel 1957 dall’accordo di 11 stati dell’area comunista. Sempre nell’URSS Gersh Budker fonda nel 1959 l’Istituto di Fisica Nucleare nella città siberiana delle scienze, Akademgorodok, a 30 km da Novosibirsk, che ha contribuito valenti “acceleratoristi” e idee innovative come il raffreddamento a elettroni (electron cooling) e i “serpenti siberiani” (siberian snakes). Anche negli USA, intanto, vengono fondati laboratori a carattere di pura ricerca come il già citato Brookhaven National Laboratory (BNL) e lo Stan- ford Linear Accelerator Center (SLAC) a Menlo Park (California). Non c’è solo LHC... Ci sono acceleratori circolari dove fasci di particelle girano continuamente, come appunto LHC, ma anche acceleratori lineari. Gli acceleratori lineari sono usati in genere per iniettare i fasci in quelli circolari, ma hanno anche una vita propria come quello del laboratorio di Stanford Linear Collider di SLAC. Si possono accelerare elettroni, protoni, le loro anti-particelle (positrone e antiprotone), ioni (cioè atomi in cui il bilancio di carica fra il nucleo (positivo) e la nuvola di elettroni (negativa) è alterato. Importante è che queste particelle abbiano una carica elettrica perché la forza di Lorentz funzioni. Per evitare che perdano energia in collisioni con le particelle contenute nell’aria, i fasci circolano in una struttura chiusa (camera da vuoto) in cui si pratica un vuoto spinto. Le dimensioni di un acceleratore, l’energia, il tipo di particelle accelerate e la loro intensità dipendono dalla applicazione. LHC con una circonferenza di 27 Km è l’acceleratore più grande del mondo. Esso occupa il tunnel fra la Svizzera e la Francia che era del Large Electron Positron (LEP). Accelera protoni in senso orario e anti-orario. Le particelle che circolano in direzione opposta si scontrano in 4 punti della macchina dove gli sperimentatori hanno posizionato i loro rivelatori. LHC non solo è il più lungo ma è anche l’acceleratore a più alta energia del mondo. LHC è stato realizzato al CERN con contributi di paesi esterni (Giappone, India, Russia, Canada e USA). E’ costato circa 3 miliardi di euro (http://lhcmachine-outreach.web.cern.ch/) escludendo il costo degli esperimenti e delle infrastrutture computazionali necessarie a gestire l’enorme massa di dati prodotta dagli esperimenti. Provo a rendere piu “́ digeribile” questa cifra paragonandola ai circa 700 miliardi di dollari che dal 2003 fino a Gennaio 2010 gli USA hanno speso per la guerra in Iraq (Reuters) . La gente comunque si chiede se val la pena di spendere tanto denaro per un simile “giocattolo”. Cito le parole di Robert R. Wilson (fisico americano, 1914-2000) che, per giustificare nel 1967 la costruzione del “Main Ring” e del (Fermi) National Accelerator Laboratory (FNAL) a Batavia (Illinois), a un generale che gli chiedeva se il suo acceleratore poteva servire a difendere la patria, rispose: “No, ma contribuirà a renderla più degna di essere difesa”. Non si tratta solo, parafrasando una nota rivista di enigmistica, del “piacere di saperlo”: la ricerca scientifica ha anche ovvi risvolti pratici. Senza la curiosità e l’ingegno degli scienziati nulla di ciò che rende la nostra vita più confortevole di quella dei cavernicoli esisterebbe. Spendere nella ricerca e nell’istruzione significa, in generale, investire per il futuro. Questo è tanto più necessario in un paese povero di materie prime come l’Italia. Alcune applicazioni degli acceleratori Gli acceleratori si sono rivelati molto utili e versatili. Mentre a causa dei costi e del tipo di ricerca cui sono destinati, gli acceleratori alle frontiere del fattibile, come LHC, diventano rari e necessitano sempre più dello OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] sforzo congiunto di vari paesi, assistiamo al proliferare di acceleratori di dimensioni modeste che trovano applicazioni pratiche immediate. Alcuni acceleratori, principalmente circolari, accelerano elettroni per produrre luce. Il fatto che gli elettroni su orbite circolari emanassero luce (visibile), fu un’osservazione casuale resa possibile dal fatto che qualcuno in Gran Bretagna ebbe l’idea di fare la camera da vuoto in vetro. Questa scoperta si è rivelata molto fruttuosa. Le caratteristiche della luce prodotta (lunghezza d’onda, brillanza ed intensità) possono essere modificate usando magneti speciali detti “ondulatori” e “wiggler” che altrimenti non fanno parte di un acceleratore. Le applicazioni sono varie: dalla analisi di strutture biologiche, alla sterilizzazione di prodotti, alla studio dei materiali e persino il restauro di opere d’arte. Ad esempio, l’uso dei raggi X prodotti dalla sorgente di luce di sincrotrone (SSRL) di SLAC ha riportato alla luce brani di Archimede di Siracusa (287-212 AC) copiati su pergamena nel X secolo e poi coperti da testi biblici e dorature nel corso dei secoli successivi. In medicina gli acceleratori sono usati per la diagnosi e cura di tumori. Inizialmente si usavano i raggi X che non sono molto efficaci perché assorbiti in gran parte dalla pelle. Successivamente si sono usati fasci di neutroni. Nel 1946 Robert Wilson propose l’uso di protoni che presentano il vantaggio di andare più in profondità dei raggi X e degli elettroni e di cedere la loro energia in regioni meglio localizzate rispetto ai neutroni. Nell’ospedale universitario di Loma Linda (California) è in funzione dal 1990 il primo sinchrotrone a protoni, realizzato da FNAL, completamente dedicato alla medicina. Si contano circa 7000 linacs nel mondo per la cura di tumori. Rispetto ad altre terapie, quella con fasci di 11 particelle è molto meno invasiva. Ci sono anche applicazioni industriali. Ad esempio, la pellicola di plastica che si usa per avvolgere i cibi, se trattata con un fascio di elettroni diventa molto resistente al calore. Fasci di elettroni sono anche usati per rendere la superficie dei mobili resistente a macchie e graffi, un’alternativa economica a metodi chimici inquinanti. Infine, un’importante applicazione potrebbe in futuro riguardare la produzione di energia. Con l’inquinamento prodotto dal carbone e i rischi dell’olio (dipendenza dall’OPEC e disastri ambientali) e tenendo conto del fatto che le energie rinnovabili non possono coprire l’intero fabbisogno perché non ci sono batterie capaci di immagazzinare l’energia in modo efficiente, la produzione di energia nucleare torna a essere un’alternativa interessante. Con le dovute misure, una centrale può essere resa sicura. Il problema vero sono le scorie, alcune delle quali restano radioattive per milioni di anni. L’idea di sotterrarle è abberrante. La loro transmutazione in elementi inerti o almeno di più rapido decadimento potrebbe essere la soluzione. La trasmutazione dovrebbe essere possibile usando i neutroni prodotti da una targhetta pesante bombardata da intensi fasci di protoni di alcune centinaia di MeV. Un impianto di trasmu- tazione (MYRRHA) è in preparazione in Belgio e dovrebbe essere operativo nel 2023. Se però la scienza può cercare di risolvere i problemi tecnici, gli amministratori devono provvedersi di consulenti competenti (e onesti), per essere in grado di esecitare il dovuto controllo (vedi il recente dramma della piattaforma BP esplosa nel golfo del Messico). Spero di avervi convinto dell’ importanza degli acceleratori di particelle! 12 Alberto Conti OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] Da otto mesi è presente sul mercato IT Consumer l'iPad della Apple. Tutti spingendo i nomi più blasonati dell’industria IT a correre ai ripari, lo desiderano, ma già si prospetta un aggiornamento del modello per investendo su questi nuovi prodotti. A breve, gli scaffali della grande fine novembre. Due nuove versioni: una da 9,7” come l’attuale e l’altra distribuzione, saranno invasi da “tavolette”, slade e pads, tutti pronti a da 7”. Monteranno processori con architettura ARM Cortex A9 dual core contendersi la corona per il miglior “marchingegno” tecnologico. Vediamo quali di questi più si avvicinano all’ iPad. Consideriamo solo alcuni modelli che, per forma e caratteristiche, sono simili al prodotto della Apple, con scherm touchscreen da 9 a 7 pollici e che non abbiano in dotazione autentiche tastiere. Samsung Electronics GALAXY Tab P1000. Presentato lo scorso 2 settembre all’IFA di Berlino, deriva dal fortunato smartphone Galaxy S. Possiede un design simile al prodotto della Apple anche il cavo USB di alimentazione ha l’identica forma e colore di quello in dotazione sull’iPad. Il processore, un ARM Cortex A8 single core da 1.0GHz che raggiunge i 2000 MIPS (milioni di istruzioni per secondo), si basa sull’architettura ARMv7, è ottimizzato per tutti i dispositivi mobile che operano con tensioni al di sotto dei 300mW, garandendo oltretutto un basso consumo di energia a tutto vantaggio della durata della batteria. Il sistema operativo è Android 2.2 Froyo che porta con sé il nuovo motore javascript V8, tre volte più veloce rispetto al precedente, oltre ad una nuova libreria API che consente il backup ed il ripristino delle applicazioni. Include funzionalità Wi-Fi HotSpot e USB Tethering e supporta Adobe Flash 10.1 e successivo. Il GALAXY Tab ha uno schermo da 7” con risoluzione 1024x600 WVGA, una fotocamera e 512MB di RAM. Prima di Apple, nessun produttore di Personal Computer "sentiva" il bisogno di creare un oggetto simile, utilizzabile dall'utenza consumer. Nel 2002, la Microsoft realizzò il primo Tablet PC, pensato per il mondo business, in seguito anche l'HP, nel 2007, con il modello Pavilion serie tx1x00, scelse di presentare al grande pubblico questo tipo di tecnologia. Negli States, in Inghilterra e in Germania, il prodotto, fin dal suo esordio, soprattutto perché destinato a tutte le fasce di mercato, riscosse un ottimo successo tant'è che viene tutt’ora adoperato da studenti e professionisti, maggiormente in ambienti medico-ospedalieri, militari e di soccorso. Diversamente nel nostro Paese, la diffusione è stata minima e solo in settori tecnologici altamente specializzati. Oltretutto il Tablet PC non era un prodotto estremamente innovativo, poiché possedeva le caratteristiche hardware e software di un normale PC con funzioni di controllo attivabili per mezzo dello sfioramento dello schermo e la digitalizzazione della scrittura attraverso una speciale penna. Si deve all'azienda californiana il "premio" per la vera innovazione. Il touchscreen è forse l'uovo di Colombo? Tutti potevano farlo, ma solo l'Apple l'ha realizzato, anticipando i tempi con idee e nuovi brevetti, creando il modello che tutti, in un modo o nell'altro, si apprestano a "copiare" o forse è meglio dire, ad arricchire con altre soluzioni. E' già accaduto con l'iPod, con l'iPhone e con l'IOS4. In questi ultimi due anni, la vendita dei netbook, ha registrato una forte flessione, OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] 13 posteriore da 3.2MP e una webcam frontale da 320x240. Ha il Bluetooth, il GPS e la connessione 3G. Include inoltre, un sofisticato software della Swype®: una particolare tastiera virtuale con un database di 65.000 parole e con più di 50 simboli. Ha una RAM interna di 16GB espandibile attraverso microSDHC. BlackPad è il nuovo tablet della Research In Motion (RIM). l’arrivo è previsto per la seconda metà del mese di novembre. Prima dell’iPhone, lo smartphone della RIM era il simbolo incontrastato del mercato business. Dopo è arrivato l’iPad che ha assunto una posizione di rilievo all’interno di molte aziende, tagliando una grossa fetta di mercato al telefonino per gli affari. La RIM è tornata all’attacco proponendo un tablet innovativo e totalmente compatibile con la linea più avanzata dei suoi BlackBerry. Fornito di touchscreen ad alta risoluzione da 9,7”, due fotocamere separate di cui una da 16MP e processore Armada 610 Marvell da 1Ghz. Possiede una memoria di 512MB di RAM, sulla versione più costosa, ed uno spazio per l’archiviazione dati, applicazioni e quant’altro di 4GB, aumentabile tramite scheda di memoria aggiuntiva. Il sistema operativo, che la RIM ha ufficializzato con il nome di Blackberry 6 OS, si basa su Android. Quest’ultimo OS è stato sviluppato dalla Google ed ormai viene utilizzato da molti produttori di smartphone e tablet di nuova generazione. l’Archos, che da sempre produce apparecchi per la visualizzazione di immagini statiche e in movimento, tra cui diversi dispositivi video e hard drive portatili, a fine agosto ha presentato la nuova linea di Tablet PC con ben otto nuovi modelli (per tutte le tasche, a partire da 99 Euro). Ognuno supporta il sistema operativo Android™, in ottobre verrà rilasciata la versione Android™ 2.2 Froyo, sarà così possibile aggiornare l’OS di tutti i Table “Android”. I tablet della Archos, condividono tutti le stesse specifiche tecniche di base, quali la riproduzione e registrazione Audio/Video, le interfacce USB 2.0, MSC, PTP, i protocolli di comunicazione WiFi (802.11 b/g/n), Bluetooth 2.1 EDR, oltre al microfono integrato e al G-sensor. La differenza principale, che ne detrmina il prezzo, lesi one@lib alesi.sim ate z z i l rsona icazione e P ppl che Grafi ualsiasi a do di n q o r M pe ...Un a!!! Grafic ero.it i l l e r uccia m it libero. @ i l l e r uccia anuel.p 14 OTTOBRE 2010 - www.aitechpress.it - [email protected] è data dalla grandezza dello schermo LCD TFT, che varia dai 5 ai 10 pollici sul mercato è prevista per fine ottobre, sarà WebTab progettato dalla e dal microprocessore adottato. Il modello di punta è l’Archos 101 internet tablet con lo schermo Touchscreen LCD TFT da 10,1" ad alta risoluzione, 1024x600 pixel (WXVGA). Processore ARM Cortex A8 1.0GHz con DSP e acceleratore grafico 3D OpenGL ES 2.0. Può disporre di una memoria interna da 8 o 16GB aumentabile tramite flash memory SD. Possiede un’uscita Mini HDMI il cui cavo però, deve essere acquistato separatamente. Lo si può connettere, tramite cavo USB 2.0, ad un qualsiasi PC il cui sistema operativo sia Microsoft® Windows® XP, Vista, 7 o superiore, Mac OS X e Linux. In contro tendenza rispetto alla maggior parte dei tablet pc e smartphone di ultima generazione che basano il loro sistema operativo su Android™ realizzato da Google, la Nokia e la Intel hanno unito le loro forze per sviluppare un SO open source, basato su Linux. Si chiama MeeGo, il nome deriva dal progetto Maemo della tedesca 4tiito. Nonostante il supporto per MeeGo, questo tablet potrà Nokia e Moblin della Intel. MeeGo supporta sia app specifiche far girare anche applicazioni base comuni ad Android™ come il runtime proprietarie, sia app native scritte per Linux. Essendo un codice aperto, di Adobe Air®, che comprende Java™, HTML 5 e Adobe Flash®. WebTab, molti sviluppatori si sono messi già a lavoro per supportare il nuovo nella configurazione base, è dotatao di schermo LCD touchscreen da 11,6 sistema operativo ed il primo tablet PC che lo implementerà, la cui uscita pollici, processore Intel Atom N450 da 1.66GHz, 16GB di memoria flash, webcam da 1.3 megapixel, due porte USB2, Bluetooth 2.1, WiFi e acceleromtro. In più, la versione top, comprenderà 32GB di flash Ram, comunicazione dati 3G, GPS, uscita HDMI e registrazione video FullHD. Entrambe le versioni del tablet PC WebTab possiedono una versione preinstallata della suite Open Office ed un browser web capace di visualizzare Flash®. m erced es S L S Am G E - Ce ll q u att ro mo to ri elet tr ic i 324 batter ie liti o -ioni co 5 33 C V ann o 2 013 € . 2 5 0. 000