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APPENDICE
© 1984 Edizioni All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale.
GLI ALTRI BACILI ROMANICI IN ITALIA(
CATALOGO DELLA J.W.F. *(
17 bis - TODI - Chiesa Santa Maria in Camuccia –(
Thomas-Schale (bacile di San Tommaso)(
Materiale sconosciuto - Diam. cm. 26, altezza cm. 4,8.(
Non ho preso visione del bacile e non posso dire niente del bordo e del cen-(
tro, ma il fatto che a Todi si trovi ancora una Thomas-Schale dimostra quanto(
fossero diffusi tali bacili. Basandosi sulle fotografie sembra che il bacile sia(
stato molto usato perché nel centro il disegno è scomparso quasi completa-(
mente.(
Sul bacile sono rappresentate sette scene come in tutte le altre Thomas-(
Schalen. Interessante è il fatto che in questo caso le scene non sono separate(
da elementi architettonici (colonne o torri), ma esse si susseguono senza so-(
luzione di continuità. Solo all'inizio è rappresentata una palma come quella(
che appare nei bacili del buon samaritano e di Piramo e Tisbe. L’elemento ar-(
chitettonico della sesta scena ne è parte integrate.(
L’inizio della scritta è tanto consumata che sarebbe quasi impossibile ricom-(
porla con le lettere che rimangono se non conoscessimo le due Jerusalemer-(
Schalen con i tesi corrispondenti:
1.(. . .CT . . . . CA . . . . QUAE.CORAM . . . SCULPTA.VIDENS. . . (cfr.(
Gerusalemme I)(
2.(FULGET. APOSTOLIS. HEC . PELVIS . CO(M)PTO . TRIU (M)PHIS(
3.(ADTESTANT . THOMA(M). . . FIDEI . . . (ME)RUISSE. CORANAM
(cfr. Gerusalemme II)(
Ne risulta che le illustrazioni della leggenda di San Tommaso sul bacile di(
Todi iniziano con il battesimo di Gudaforus e di suo fratello Gad; segue il(
battesimo dei fedeli in massa; poi viene la scena dell'apostolo che benedice(
*) Si segue la numerazione originale. Non era possibile dare anche le foto dato che in(
gran parte sono irriproducibili.(
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una donna e ancora una scena di battesimo; a questa si allaccia l’immagine)
dell’uomo barbuto col figlio davanti all’apostolo e infine la scena, affollata)
di figure, nella quale l’apostolo è seduto sotto il baldacchino, con un)
personaggio da ciascun lato. In quello di destra, che porta solo un telo)
intorno ai fianchi, si può chiaramente riconoscere un lebbroso.)
L’illustratore del bacile di Todi quindi, deve aver avuto sott’occhio tutte e)
quattro le Thomas-Schalen; ma siccome nessuna delle illustrazioni è una co-)
pia diretta della scena corrispondente sugli altri bacili, dobbiamo supporre)
che l’artista del bacile di Todi abbia usato un prototipo che serviva di)
modello comune a tutti. Questa interpretazione potrebbe spiegare l’assenza)
di elementi architettonici per dividere le varie scene.)
20 - UDINE - Museo Civico e Galleria d’Arte Antica e Moderna)
Bacile con la leggenda di Sansone.)
Bronzo - Diam. cm. 36,5, altezza cm. 9,5, bordo cm. 2)
Trovato durante gli scavi del 1833 a Piancada presso Palazzolo della Stella.)
Bibl.: CARLO SOMEDA DI MARCO, II Sacro bacile del Secolo XIII del Museo Civico di Udine,
Udine 1938 - A. SANANGELO, Un bacile figurato a Udine, in Le Arti, XVIII, 1940,)
Aus. II, Fase. IlI, p. 172.)
32 - ROMA - Proprietà privata Inv. N. B5 R6; 23-25 (?)
Tugend und Laster Schale (bacile delle virtù e dei vizi)
II bordo è privo di decorazioni. Diam.cm. 25, altezza cm. 8, bordo cm. 0,8/1.)
Trovato nel Tevere.)
Nessun ornamento al centro. La parete interna del bacile è divisa da sette co-)
lonne con capitelli fogliati e basi. Le colonne sostengono degli archi formati)
da quattro segmenti di cerchio paralleli, nei pennacchi compare una pianta)
con due foglie come nel bacile di San Juan de la Pena N. 146. Sotto ogni)
arco si trova una figura femminile, che dall’abito sembra una suora, con)
l’aureola. Le figure sono rappresentate tre volte fino ai ginocchi, tre volte)
compare solo il busto e le braccia sono nascoste sotto l’abito; in un solo caso)
abbiamo la figura completa seduta, con i piedi posati sul bordo esterno del)
medaglione centrale. Questa figura ha la destra alzata nel gesto di chi parla e)
nella sinistra tiene un recipiente per raccogliere il denaro, ciò che è)
caratteristico della superbia.)
Tutte e sette le facce sono viste di 3/4 e rivolte nella stessa direzione verso)
destra. Le tre figure che arrivano ai ginocchi tengono nella mano sinistra un)
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libro e la destra è alzata nel gesto di chi parla. La forma rotonda del viso, gli
occhi resi con dei punti e il naso e la bocca ad uncino, ci permettono di acco-
stare questo bacile al medesimo gruppo di cui fanno parte i bacili di Aquisgra-
na, Lipsia e San Juan de la Pena.
52 - ROMA - Museo Capitolino, Antiquarium.
Tugend - und Laster-Schale (bacile delle virtù e dei vizi)
Bronzo con forte doratura, bordo privo di ornamenti. Diam. cm. 41-42, al-
tezza cm. 6, bordo cm. 1.
Proviene dalla zona di Santa Lucia in Selci; trovato nel 1889 in frammenti ai
piedi del colle di S. Pietro in Vincoli.
Notevole in questo bacile è la finezza del disegno formato da molti dettagli
giustapposti che, sebbene si accordino fra loro, non ci permettono di dare
un’interpretazione valida all’insieme.
Al centro sta HUMILITAS vista di 3/4, seduta senza che ci sia accenno a un
punto di appoggio. È incoronata, ma non porta velo sul capo e i capelli rica-
dono sulla nuca. Tiene in ciascuna mano una fronda, che potrebbe essere un
giglio con tre fiori. Il mantello è allacciato sul davanti da una fibula e ricade
con ampio panneggio, mentre le maniche sono della stessa larghezza dalle
spalle e fino a terra. L'abito che indossa sotto è fermato da un’alta cintura ri-
camata. L’iscrizione dice:
HUMI = HUMILITAS
ITAS = CARITAS
SPES
La figura è incorniciata da un tralcio disegnato con particolare cura, le cui fo-
glie a bocciuolo terminano con dei riccioli, come è caratteristico nei motivi
vegetali dello stile romanico.
Il tralcio è sottolineato ai due lati da un ornamento a fune, molto fine e minuto
nel disegno, sul quale posano sei larghi tronchi a mo’ di colonne, che non
collimano con il resto della parete del bacile, perché questo è spezzato verso la
metà. Ci sono delle lettere fra i tronchi da cui non si può ricavare alcun signi-
ficato. Fra queste compaiono dei cerchi disegnati col motivo a fune e negli an-
goli c’è un ornamento a bocciolo trifogliato, che corrisponde a quello che tie-
ne in mano la virtù. Sulla parte superiore della parete del bacile compaiono
una serie di motivi diversi, accostati fra loro e che provengono dal patrimonio
decorativo dei bacili, come per esempio l’albero a forma di fungo, che
compare di frequente nei bacili dei vizi. In particolare vanno notati due fram-
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menti di teste, su uno è inscritto IR e sembra la copia della testa dell’IRA del)
Prudentius di Berna (cfr. HOMBURGER, Schätze der Burgerbibl. Bern, p. 112.)
Tav. 25 - VON STEIGER-HOMBURGER, Prudentius, Cod. 264, fol. 39v), mentre)
la seconda testa spunta dall’ornamento vegetale ed è difficile da spiegare.)
Vien fatto di pensare che il bacile abbia un’origine ibrida perché esiste un al-)
tro bacile a Bruxelles (N. 53) che ha molte analogie col nostro anche se non)
si può affermare che il bacile di Roma copi quello di Bruxelles, perché)
quest’ultimo da un’impressione più unitaria. Probabilmente per comporre la)
parete del bacile di Roma sono stati usati dei frammenti di un altro bacile e)
da due ne è nato un terzo; i frammenti dovevano però appartenere a dei)
bacili che avevano degli elementi stilistici comuni e che forse erano stati)
copiati da una raffigurazione della storia di Prudenzio.)
Questo potrebbe spiegare la notevole somiglianza della testa. D’altra parte la)
testa di Satana è stata spesso rappresentata così e cioè come IRA, principio)
del male del vizio.)
Bibl. R. DE LASTEYRIE, 1981, p. 261 - Bollettino de la commissione archeol. di Roma,
III, 1888, p. 422 - A. SA N T A N G E L O, )Le Arti, VIII, 1940, p. 170 - C.)
CECCHELLI, La vita di Roma nel medio evo, Roma, 1951/2, pp. 96, 732, fig. a)
p. 735 (Cecchelli la considera un’opera francese del XII-XIII secolo)
72 - ORVIETO - Museo Civico (Museo dell’Opera del Duomo)
Tungend — und Laster-Schale (bacile delle virtù e dei vizi)
Bronzo. Diam. cm. 26, altezza cm. 4,5, bordo cm. 0,8.)
La figura femminile al centro è rappresentata fino alle ginocchia, è seduta e)
la circonda la scritta SUPERBIA; indossa un abito con le maniche larghe e)
un mantello a cappa fissato in mezzo al petto con una fibbia. Sotto è visibile)
un indumento che di solito pende dalla spalla sinistra, ma che nel nostro caso)
non appartiene né al mantello né all’abito. La larga manica di sinistra, che)
corrisponde alla manica larga di destra, è evidentemente un errore di inter-)
pretazione. Il volto è visto di 3/4 i capelli girati intorno al capo a mo’ di tur-)
bante ricadono sulla nuca, le mani tese simmetricamente tengono ciascuna)
un recipiente col coperchio come la Superbia dei bacili di Copenhagen e di)
Münster (N. 12 e 13). La donna tiene però i recipienti come se fossero dei)
dischi (a due dimensioni) e non dei contenitori rotondi (a tre dimensioni). È)
circondata dalle quattro figure dei vizi, che indossano abiti a righe e sono)
rappresentate meccanicamente; IRA, LUXURIA, IDOLATRIA e INVIDIA.)
I resti della iscrizione sulla parete del bacile ancora leggibili sono:)
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CRAPULA
FRAUS
EMULATIO AMBITIO
Al posto della pianta di papiro qui troviamo un trifoglio stilizzato, come av-
viene in molti altri casi.
186 - ROMA - S. Bartolomeo all’Isola
Ornament-Schale (bacile ornamentale)
Diam. cm. 76, altezza cm. 15, bordo cm. 1,2.
Il bacile, pur essendo di misure eccezionali, appartiene all’inizio dell’epoca dei
bacili di bronzo. Sembra che sia stato appositamente creato per contenere le
ceneri di San Bartolomeo e conservarle come reliquie da portare a Roma nella
chiesa di S. Bartolomeo all’Isola, come indica chiaramente la scritta più tarda:
QUESTO (BA)NCA FU RIPOSTO IL CORPO DELL'APO(STO)LO
BARTOLOMEO ALL ORCHE DA BENEVENTO FU TRASPORTATO
IN ROMA E COLLECATO IN QUESTA BASILICA.
Il fondo rialzato contiene un ornamento a tralci simmetrici, che sembra inciso a
mano libera; esso somiglia sia alla decorazione del bacile di Riga (N. 187).
come pure a quella del bacile di Kalingrad del mulino di Pagel-Kauer (N.
185). Ma nel nostro caso il sistema di tralci è molto più ricco e più fitto l’in-
treccio, così da formare un disegno a rete, di nastri che si intersecano e parto-
no da una losanga centrale. Da ciascuno dei nodi agli angoli partono due tralci
che terminano con doppia foglia a cuore. Il bordo è guarnito con un doppio
motivo a zig-zag in prospettiva.
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Tav. 15 - Cartina della distribuzione dei bacili romanici in Italia.
1. - UDINE.
2. -PADOVA.
3. - EMPOLI.
4. - TOD.I .
5. -ORVIETO.
6. - ROMA.
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