progetto reges - Provincia di Siena
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PROGETTO REGES Progetto per la verifica e la certificazione della Riduzione delle Emissioni di Gas a Effetto Serra per il territorio della Provincia di Siena Gruppo di Ecodinamica Dipartimento di Chimica Università degli Studi di Siena Il progetto relativo alla Certificazione del bilancio delle emissioni di CO2 per il territorio senese, recentemente premiato dalla Commissione Europea con l’EMAS Awards 2008, rappresenta in modo significativo la qualità dell’impegno che la Provincia di Siena ha profuso negli ultimi anni verso le varie componenti del sistema ambientale. Un impegno che ha permesso di raggiungere risultati importanti, riassunti – per quanto riguarda le prestazioni ambientali complessive – nel proprio Sistema di Gestione ambientale, certificato secondo la norma UNI EN ISO 14001 nell’anno 2003 e registrato EMAS nell’anno 2006. Gli sviluppi del sistema hanno già permesso il raggiungimento di risultati significativi integrando le procedure operative e, conseguentemente, i procedimenti amministrativi dell’intero ente che ha acquisito e rispetta costantemente tutte le prescrizioni normative di competenza con particolare riferimento a quelle ambientali. Il bilancio della CO2 è uno degli aspetti più importanti, che sintetizza da una parte la situazione complessiva del territorio e che consente dall’altra di valutare progetti e azioni tali da raggiungere, nell’anno 2015, l’obiettivo di una provincia a emissioni zero. In questi anni, molti sono stati i passi compiuti, i progetti realizzati e in corso di attuazione nei diversi settori: dalla gestione dei rifiuti allo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili, alle azioni di tutela del territorio, comprese quelle attività legate all’antincendio per la salvaguardia delle superfici boscate. Inoltre sono già in programma nuovi e ulteriori progetti che vedranno il coinvolgimento di istituzioni e Il Progetto è stato realizzato con il contributo della cittadini della nostra provincia, affinché il miglioramento delle prestazioni ambientali divenga un dovere condiviso ed un impegno concreto da parte di tutti. e con la collaborazione di Fabio Ceccherini Presidente Provincia di Siena L’inventario dei gas serra costituisce lo strumento di monitoraggio e controllo delle emissioni da parte di ogni nazione aderente al Protocollo di Kyoto. Visti gli ambiziosi obiettivi europei (diminuzione del 20% dei gas serra entro il 2020), è necessario iniziare a considerare il coinvolgimento degli enti locali nelle strategie di riduzione delle emissioni di gas serra. In attesa di una risoluzione in merito, è importante conoscere lo stato delle emissioni a piccola scala, in modo da poter intervenire con misure adeguate e specifiche per il territorio della Provincia di Siena con l’intento di conseguire una mitigazione delle emissioni nei settori maggiormente responsabili. Quando, in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Siena e con il RINA, abbiamo ideato il progetto REGES (Riduzione delle Emissioni di Gas ad Effetto Serra) la ISO (International Organization for Standardization) non aveva ancora deliberato la sua norma 14064, che ora regola la certificazione degli inventari dei gas ad effetto serra. Si avvertiva comunque la necessità di stabilire il punto di partenza nello stato delle emissioni e degli assorbimenti in Provincia di Siena, rispetto al quale poi immaginare scenari di miglioramento. Nel Marzo 2006 la ISO ha pubblicato la norma ISO 14064, come soluzione al fatto che governi, imprese e iniziative volontarie stavano usando approcci diversi per quantificare le emissioni e gli assorbimenti, senza protocolli di verifica e validazione. L’importanza di questo progetto risiede nell’individuazione e nella quantificazione delle principali sorgenti di emissioni collegate alle attività antropiche, che sono state stimate grazie alla metodologia elaborata dall’IPCC “2006 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories”, utilizzata a livello nazionale e internazionale per gli adempimenti del Protocollo di Kyoto. L’elaborazione di questo inventario costituisce l’anno zero del bilancio delle emissioni dei gas serra della Provincia di Siena e, su questa base, saranno elaborati gli aggiornamenti dell’inventario e l’analisi del trend delle emissioni nel tempo. I risultati appaiono particolarmente positivi (relativamente ai paesi industrializzati) e, a partire da essi e dall’individuazione delle categorie di emissioni più rilevanti, negli anni futuri saranno anche valutate le possibili alternative per un’ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra. Alla fine del primo anno possiamo dire che questo progetto è stato, nella sua novità, una sfida, resa più facile dalla competenza del personale dell’Amministrazione Provinciale e dal costante e puntuale confronto con gli esperti del RINA, che hanno effettuato una vera e propria peer review. Simone Bastianoni Direttore Scientifico Progetto REGES La comunità scientifica internazionale da anni attribuisce alle emissioni di CO 2 la gran parte delle responsabilità per i cambiamenti climatici. Gli accordi di Kyoto e l’attività dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), le conseguenti azioni relative all’Emission Trading rappresentano la traduzione operativa degli stimoli che grandissima parte dei paesi del pianeta si stanno dando al fine di operare per una decisa consistente e duratura riduzione delle emissioni complessive di gas climalteranti. La certificazione del bilancio delle emissioni della provincia di Siena rappresenta la presa d’atto da parte del nostro territorio dell’importanza di questo aspetto e potrà costituire un indispensabile strumento di conoscenza e valutazione dell’efficacia delle azioni intraprese. Il corollario di questo progetto passa in modo indispensabile dal coinvolgimento di tutti perché, senza nulla togliere all’importanza dei programmi di riduzione attivati dalle grandi aziende, non potranno che essere i comportamenti individuali a dare un effettivo e significativo sviluppo verso il raggiungimento di importanti riduzioni delle emissioni complessive del territorio della provincia di Siena. Paolo Casprini Direttore Area Politiche dell’Ambiente Provincia di Siena Il Progetto REGES Indice 1 Introduzione................................................................................................ 3 1.1 Il Progetto REGES ................................................................................... 3 Legenda AE ABITANTI EQUIVALENTI; UNITÀ DI MISURA UTILIZZATA PER MISURARE IL CARICO ORGANICO TRATTATO DA UN IMPIANTO DI DEPURAZIONE AFOLU Agriculture, Forestry and Other Land Use: settore dell’inventario IPCC che include le emissioni delle attività agricole e zootecniche e il riassorbimento forestale 1.2 Quadro di riferimento dell’applicazione dell’inventario dei gas serra ..................... 4 AIA Autorizzazione Integrata Ambientale 1.3 L’inventario dei gas serra IPCC ................................................................... 5 APAT Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici 1.4 Aggiornamento dell’inventario delle emissioni ................................................ 7 BOD5 Domanda Biologica di Ossigeno LTO Landing and Take Off: movimenti in aeroporto (atterraggio o decollo) CH4 Metano CO2 Anidride carbonica DGERM Direzione Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie del Ministero dello Sviluppo Economico EMEP-CORINAIR Linee guida europee per la redazione degli inventari delle emissioni 2. L’inventario dei gas serra ............................................................................... 9 2.1 Metodologia nella raccolta e nell’elaborazione dei dati ...................................... 9 2.2 IL SETTORE ENERGIA .................................................................................... 12 2.3 SETTORE PROCESSI INDUSTRIALI ......................................................................... 22 FAR Fourth Assessment Report. Report IPCC 2007 2.4 SETTORE RIFIUTI ........................................................................................ 25 FE Fattore di emissione 2.5 SETTORE AGRICOLTURA, FORESTE E USO DEL SUOLO .................................................... 36 GHG Gas serra compresi dal Protocollo di Kyoto (CO2, CH4, N2O, HFC, PFC, SF6) GWP Global Warming Potential: potenziale di riscaldamento dell’atmosfera associato ad un gas serra IFN Inventario Forestale Nazionale IFR Inventario Forestale Regionale IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change: comitato internazionale sui cambiamenti climatici LULUCF Land Use, Land use change and Forestry: uso del suolo, cambiamenti dell’uso del suolo e selvicoltura MNFE Manuale Nazionale dei Fattori di Emissione N2O Protossido d’azoto NMVOC Non Methan Volatil Organic Carbon: composti organici volatili escluso il metano ONU Organizzazione delle Nazioni Unite RSU Rifiuti Solidi Urbani TAR Third Assessment Report: Report IPCC 2001 TEP Tonnellata equivalente di petrolio TIER Livello di dettaglio usato per la stima delle emissioni. UNFCCC United Nations Framework Convention on Climate Chang: Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici WMO World Meteorological Organization. Organizzazione internazionale di meteorologia 3. Individuazione delle key categories e analisi dell’incertezza.................................... 60 4. Emissioni totali e bilancio dei gas serra ............................................................. 66 5. Bibliografia e fonti dei dati ............................................................................ 69 1 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Unità di Misura 1 INTRODUZIONE Per la stima delle emissioni sono state utilizzate le unità di misura riportate di seguito. Le emissioni dell’intero inventario sono riportate solamente in tonnellate di 1.1 Il Progetto REGES equivalenti di anidride carbonica (t CO2eq). Unità di misura Ordine di grandezza Il Protocollo di Kyoto costituisce l’unico accordo internazionale attivo e vincolante Gg o kt 9 10 g per la lotta ai cambiamenti climatici. Firmato a Kyoto, in Giappone, nel 1997 è Mg o t 106 g entrato in vigore nel febbraio 2005. Questo protocollo impone ai paesi firmatari la kg 103 g riduzione del 5,2% delle emissioni di gas serra, responsabili del fenomeno dell’effetto g 1g serra, nel periodo 2008-2012. L’obiettivo di riduzione delle emissioni dei gas serra stabilito per l’Italia, pari al 6,5% delle emissioni del 1990, considerato l’anno di riferimento, non è stato ancora ripartito a livello regionale, anche se pressioni sempre più forti vanno in questa direzione. Giungere ad un burden sharing (ripartizione della responsabilità nella riduzione delle emissioni) regionale permetterebbe di coinvolgere Regioni, Province e Comuni in una concreta azione nelle politiche per il clima e nel raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Nell’attesa di una probabile decisione in merito, la Provincia di Siena, già nel giugno 2007, aveva annunciato la decisione di dotarsi autonomamente di uno strumento di controllo e monitoraggio delle emissioni di gas serra prodotte sul suo territorio, dando vita al Progetto REGES “Progetto per la verifica e la certificazione della Riduzione delle Emissioni di Gas a Effetto Serra per il territorio della Provincia di Siena”, attuato in collaborazione con il gruppo di Ecodinamica del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Siena, con la società RINA S.p.a. ed anche con l’Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente. La Provincia di Siena aveva già previsto il controllo continuo delle tonnellate equivalenti di anidride carbonica per abitante nella procedura di monitoraggio della qualità dell’aria del Sistema di Gestione Ambientale, messo a punto sia per la certificazione ISO 14001 che per l’EMAS. L’inventario dei gas serra costituisce lo strumento di monitoraggio e controllo delle emissioni di gas serra con il quale ogni nazione aderente al Protocollo di Kyoto contabilizza, con cadenza annuale, le proprie emissioni di gas serra. Questo strumento è applicabile anche ad una scala territoriale inferiore a quella nazionale e permette di calibrare l’applicazione degli interventi di riduzione delle emissioni alle 2 3 Il Progetto REGES Il Progetto REGES principali fonti individuate. emissioni della norma ISO 14064 e della metodologia IPCC è riportata in tabella 1.1. L’inventario presentato in questo report andrà a costituire la baseline, l’anno di riferimento, sul quale calibrare e verificare i successivi progetti di riduzione delle Tabella 1.1 Corrispondenza tra le categorie di emissione della norma ISO 14064 e della metodologia IPCC 2006. ISO 14064 2006 IPCC Settore energia – prodotta in loco Emissioni dirette Assorbimento forestale e agricolo Emissioni indirette Energia importata Settore Industria Altre emissioni indirette Settore agricoltura Settore rifiuti emissioni. Sono già disponibili inventari delle emissioni dei gas serra a scala provinciale, prodotti per disaggregazione delle emissioni di quello nazionale, elaborati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e a partire da quello della Regione Toscana, l’Inventario Regionale Sorgenti delle Emissioni (IRSE), (IRSE, 2003). In tali inventari le emissioni alla scala locale sono state stimate a partire dalla disaggregazione di quelle della scala maggiore. Il presente inventario è stato invece elaborato raccogliendo i dati alla scala locale, in modo da risultare il 1.3 L’inventario dei gas serra IPCC più aderente possibile alla realtà locale. Sono quindi differenti le metodologie di stima e gli approcci di allocazione delle emissioni tra i vari inventari locali prodotti, L’inventario prevede la stima delle emissioni dei gas serra regolamentati dal pur essendo tutti validi. Protocollo di Kyoto: l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), il protossido di azoto La finalità di un inventario di emissioni è quella di monitorare l’andamento delle (N2O), gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC), e l’esafluoruro di zolfo emissioni in atmosfera nel tempo e di verificare il perseguimento di obbiettivi di (SF6). Nel presente inventario sono state trascurate le emissioni dei gas fluorurati riduzione che un determinato territorio individua nei diversi ambiti della propria (HFC, PFC, SF6), poiché non è presente sul territorio provinciale un forte settore politica possibile industriale nel campo dell’elettronica, principale causa di emissioni fluorurate. Si l’elaborazione di scenari di intervento (simulazioni ottenute tramite modifiche ai sottolinea inoltre che, anche a livello nazionale, questi gas contribuiscono a meno dati di input al calcolo delle emissioni) al fine del rispetto degli obblighi di Kyoto. dell’1% del totale delle emissioni (APAT, 2008). ambientale. L’elaborazione di un inventario rende così Le emissioni dei vari gas serra possono essere misurate con un’unica unità di misura, la tonnellata di CO2 equivalente, utilizzando i coefficienti di conversione, o global warming potential (GWP1), indicati nel Fourth Assessment Report (IPCC, 2007) (vedi 1.2 Quadro di riferimento dell’applicazione dell’inventario dei gas serra Tabella 1.2). In previsione di includere comunque anche i gas fluorurati, L’inventario dei gas serra è stato elaborato sul sistema territoriale della Provincia di nell’inventario sono riportati in Tabella 1.2 i loro valori di GWP. Siena, includendo in questo modo le emissioni prodotte sia direttamente che indirettamente nel territorio. L’analisi è stata condotta per l’anno 2006, che sarà considerato come anno di riferimento storico. La metodologia di quantificazione utilizzata per l’intero inventario è la metodologia dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), aggiornata all’ultima versione “2006 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories” e adottata anche a livello nazionale e internazionale per la redazione degli inventari nazionali dei paesi aderenti al Protocollo di Kyoto. La scelta dei dati di attività, dei fattori di emissione e la spiegazione di alcune sorgenti di emissione trascurate è riportata in ogni settore dell’inventario. La corrispondenza tra la suddivisione delle categorie di 4 1 Il GWP è il fattore di conversione utilizzato per calcolare le emissioni di tutti i gas serra in emissioni di CO2eq, utilizzando la CO2 come unità di riferimento. Dal punto di vista chimicofisico il GWP costituisce la misura del contributo nel lungo termine di un gas al global warming; questo indice è ponderato sulla base del tempo di vita atmosferico del gas e della sua capacità di assorbire la radiazione infrarossa emessa dalla Terra. 5 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Tabella 1.2: GWP utilizzati nell’inventario, stabiliti dall’IPCC nel Fourth Assessment Report, 2007. Gas serra GWP a 100 anni CO2 1 CH4 25 298 N2O HFC 124 - 14.800 PFC 8.830 – 17.700 22.800 SF6 4) SETTORE AGRICOLTURA, FORESTE E USO DEL SUOLO (AFOLU) Il settore agricoltura, foreste e uso del suolo comprende le seguenti categorie di emissione: Variazione dello stock di carbonio; Allevamento degli animali; Attività agricole; In questo settore è contabilizzato l’assorbimento di CO2 da parte delle foreste e delle Le emissioni di gas serra di un territorio sono inventariate in base alla categoria di colture perenni durante l’accrescimento annuale della biomassa. emissione di provenienza. La metodologia IPCC suddivide le emissioni in 4 settori, Il modello seguito per la stima delle emissioni secondo la metodologia IPCC è presentati di seguito. riportato in Figura 1.1. Per ogni settore di emissioni sono state successivamente individuate le categorie di emissione dei tre gas serra considerati. 1) SETTORE ENERGIA Il settore energia è generalmente il settore più importante in un inventario dei gas serra e, tipicamente, contribuisce ad oltre il 90% della CO2 e all’80% delle emissioni complessive dei gas serra nei paesi industrializzati. Comprende al suo interno tutte le emissioni causate dalla produzione di energia e include, quindi, sia gli impianti per la produzione di energia elettrica, che la combustione diretta dei combustibili fossili utilizzati per il trasporto, il riscaldamento, e il settore industriale. 2) SETTORE PROCESSI INDUSTRIALI I gas serra sono prodotti da un’ampia varietà di attività industriali. Sono escluse le emissioni generate dall’industria per la produzione di energia, già trattate nel settore precedente. Le emissioni provengono da processi industriali, durante i quali le materie prime subiscono trasformazioni fisiche o chimiche. Durante questi processi possono essere rilasciati molti gas serra quali CO2, CH4, N2O e PFC. Figura 1.1: Struttura dell’inventario dei gas serra. 3) SETTORE RIFIUTI Il settore rifiuti comprende la stima delle emissioni di CO2, CH4, e N2O dai seguenti 1.4 Aggiornamento dell’inventario delle emissioni processi: Smaltimento in discarica; Nell’elaborazione di un inventario dei gas serra è importante garantire la Trattamento biologico dei rifiuti (compostaggio); riproducibilità dei calcoli. Gli inventari realizzati in serie storica devono poter essere Termovalorizzazione dei rifiuti (ove non sia previsto il recupero energetico); coerenti nelle metodologie e nei dati di attività utilizzati, in modo da poter fornire Trattamento delle acque reflue. l’informazione utile alla valutazione delle eventuali riduzioni o incrementi delle 6 7 Il Progetto REGES Il Progetto REGES emissioni (trend). 2. INVENTARIO DEI GAS SERRA La scelta delle fonti dei dati di attività, dei fattori di emissione e della metodologia per il trattamento di tali dati è stata specificata e motivata per ogni categoria di 2.1 Metodologia nella raccolta e nell’elaborazione dei dati emissione, in modo da ottenere delle stime trasparenti e riproducibili e facilitare il periodico aggiornamento. Le linee guida IPCC 2006 individuano vari gradi di dettaglio (Tier) nel calcolo delle Il presente inventario sarà aggiornato con cadenza annuale nei prossimi due anni e emissioni e nella scelta dei fattori di emissione, a seconda della disponibilità locale nel periodo successivo con frequenza da stabilire anche in base all’andamento del delle informazioni. Il primo livello di approssimazione del calcolo, il Tier 1, prevede trend delle emissioni dei primi tre anni. un approccio top-down nella raccolta dei dati, ovvero le emissioni di una Nel capitolo 3 sono state inoltre definite le key categories, ovvero quelle categorie di determinata categoria sono stimate a partire da dati raccolti a grande scala emissione responsabili del 95% delle emissioni totali (Tier 1) o del 95% dell’incertezza (nazionale o regionale) e disaggregati per una scala più piccola. Il secondo e il terzo (Tier 2). Dopo aver individuato le key categories è stata valutata l’incertezza relativa livello di dettaglio, i Tiers 2 e 3, seguono un approccio bottom-up, e valutano le alle categorie di emissione individuate e l’incertezza associata all’intero inventario. emissioni prodotte da ogni categoria produttiva, in base a dati raccolti direttamente sul territorio sotto esame, in modo da ottenere un crescente livello di dettaglio. L’inventario della Provincia di Siena è basato su un approccio bottom-up per quel che riguarda i dati di attività, grazie alla disponibilità di dati a scala provinciale, mentre si appoggia su valori di letteratura per la scelta dei fattori di emissione. Scelta dei fattori di emissione Ad ogni attività, accertata come sorgente di emissioni di gas serra, la metodologia IPCC associa un fattore di emissione2 che restituisca la quantità di gas serra generata per unità iniziale individuata. L’equazione di base per la stima delle emissioni è quindi: Emissioni = Dati Attività × Fattore di Emissione La scelta dei fattori di emissione rappresenta una delle criticità maggiori nella stima delle emissioni; la metodologia IPCC fornisce, nella sua forma semplificata di calcolo, i fattori di emissione di default da utilizzare in mancanza di riferimenti specifici per la scala nazionale o inferiore. I valori di default presenti nei manuali IPCC costituiscono tuttavia dei valori medi per macroaree, che possono portare a grandi sovrastime o sottostime, poiché propri di situazioni che possono essere lontane da quelle dell’Italia. La scelta di utilizzare fattori di emissione locali e aggiornati è comunque calorosamente consigliata nei manuali IPCC, al fine di rendere realistica la stima delle emissioni per ogni preciso contesto geografico. 2 FATTORE DI EMISSIONE: E’ un coefficiente che quantifica il tasso di emissione o di rimozione di un gas per unità di attività. I fattori di emissione sono spesso basati su misure sperimentali, mediate a loro volta per ottenere un tasso di emissioni standard per determinate condizioni. 8 9 Il Progetto REGES Il Progetto REGES E’ stato adottato in questo studio il “Manuale Nazione dei Fattori di Emissione” emissioni e sono stati creati due scenari per quel che riguarda l’attribuzione delle (APAT, 2002), utilizzato anche per la redazione dell’inventario annuale a scala emissioni dei prodotti legnosi forestali. nazionale, il quale si appoggia comunque anche sui database internazionali, Nel primo scenario si è deciso di procedere secondo la metodologia IPCC, seguita frequentemente aggiornati, dei fattori di emissione costruiti dall’IPCC e dalla anche da APAT nella redazione annuale dell’inventario nazionale delle emissioni dei metodologia europea Emep-Corinair (Emep-Corinair, 2007). Il Manuale APAT è stato gas serra, che prevede di detrarre il carbonio delle utilizzazioni forestali successivamente riportato e aggiornato sul sito internet INVENTARIA dell’APAT, dove dall’accrescimento annuale delle foreste. In questo modo non si tiene conto del è inserito il database dei fattori di emissione utilizzati per l’inventario nazionale carbonio immagazzinato nei prodotti legnosi, nonostante l’impiego finale di molti (http://www.sinanet.apat.it/it/inventaria/disaggregazione-2000/db). prodotti legnosi consenta di espandere, anche se temporaneamente, la funzione fissativa dell’anidride carbonica da parte delle piante. Criterio adottato nell’attribuzione delle emissioni Nel secondo scenario, che è quello adottato per il bilancio finale delle emissioni, si è Il criterio di attribuzione delle emissioni proprio della metodologia IPCC è di tipo deciso di considerare il destino delle utilizzazioni forestali prodotte nel 2006 nella geografico, ovvero prevede la contabilizzazione di tutte le emissioni relative alle Provincia di Siena e di valutarle in base all’utilizzo dei prodotti legnosi. Questo attività che si svolgono all’interno di determinati confini. Il calcolo delle emissioni scenario è stato poi utilizzato per l’elaborazione del bilancio delle emissioni e degli prodotte da un certo territorio, tuttavia, può essere eseguito non solo prendendo in indicatori sintetici prodotti. considerazione confini Le competenze della Provincia di Siena in tema di energia derivano dall’art. 31-2’ c. territoriali, ma anche quelle generate all’esterno di tale area, ovunque esse del D.Lgs. 112/98 e dalla L.R. 88/1988. Sulla base di queste normative, in via avvengano, purché riconducibili alle attività che vengono svolte nel territorio di volontaria ed in coerenza con la propria politica ambientale, la Provincia di Siena ha partenza: il principio geografico (o di produzione) viene in questo caso sostituito dal approvato il vigente Piano Energetico Provinciale con D.C.P. n. 13 del 04.02.2003. La principio di responsabilità (o di consumo); il principio di responsabilità richiede che si successiva L. 239/2004 e la conseguente legge di delega L.R. 39/2005, attribuiscono considerino le emissioni che derivano dagli usi finali dell’energia attribuibili ad alle province ulteriori competenze anche relative all’autorizzazione di impianti per attività localizzate nell’area selezionata, sia che siano state prodotte all’interno la produzione di energia da fonte rinnovabile. dell’area stessa, sia oltre i suoi confini. E’ chiaro che maggiore è la dimensione Il recente Piano di indirizzo Energetico Regionale P.I.E.R. della Regione Toscana, dell’area studiata, più simili saranno i risultati ai quali si perviene utilizzando le due approvato con D.C.R. 47/2008 riconosce alle Province un ruolo di programmazione metodologie di calcolo, fino a identificarsi a scala mondiale. coordinato con quello regionale e sulla base di tale considerazione potranno essere La metodologia IPCC è stata predisposta per la scala nazionale, ovvero quella alla attribuite alle province (per legge) ulteriori competenze anche relativamente al quale sono poi applicati gli obblighi di riduzione dei gas serra stabiliti dal Protocollo raggiungimento degli obbiettivi regionali nell’ottica del riparto della quota minima di di Kyoto. Adottando questa metodologia a una scala più piccola, regionale, incremento dell’energia prodotta da fonte rinnovabile così come prevista dalla Legge provinciale o comunale può essere più opportuno utilizzare un criterio misto, Finanziaria per il 2008 e dal D.Lgs. 115/2008. geografico e di responsabilità, poiché, al diminuire della scala, aumentano gli scambi Per questo motivo si è deciso di seguire il criterio geografico di attribuzione delle con l’esterno del sistema considerato, rispetto a quelli che avvengono all’interno del emissioni sia per il consumo di energia elettrica che per il consumo di prodotti sistema: il solo criterio geografico può dar luogo a conclusioni che possono petroliferi. Per il consumo di energia elettrica questo ha significato considerare il sovrastimare o sottostimare la realtà. Questo approccio è consigliato anche nelle consumo provinciale soddisfatto, in primo luogo, dalla produzione locale e poi, per la “Linee guida agli inventari locali di emissioni in atmosfera” prodotte dal Centro parte non coperta, dall’energia importata dalla rete nazionale di distribuzione. quelle effettivamente generate all’interno dei suoi Tematico Atmosferico, Clima ed Emissioni (APAT, 2001). E’ stato applicato quindi al sistema territoriale della Provincia di Siena un criterio misto di attribuzione delle 10 11 Il Progetto REGES Il Progetto REGES 2.2 IL SETTORE ENERGIA essi. Non è stato possibile ottenere i dati a scala provinciale relativi al gas metano utilizzato come carburante per il trasporto: si stima che questo non copra più dell’1% I sistemi energetici, nella maggior parte delle nazioni, si sostengono sulla dei combustibili usati nel settore dei trasporti. combustione dei combustibili fossili. Durante la combustione il carbonio e l’idrogeno Come dato di attività, per tutti i combustibili, sono state utilizzate le vendite del combustibile sono convertiti principalmente in anidride carbonica e acqua, provinciali per l’anno 2006, disponibili on-line sul sito della Direzione Generale rilasciando l’energia chimica contenuta nel combustibile come calore. Questo calore dell’Energia e delle Risorse Minerarie (DGERM). Per quanto riguarda il consumo di è poi usato direttamente, per produrre energia meccanica o energia elettrica, o per kerosene per il trasporto aereo, sono stati richiesti i dati di vendita di combustibile il trasporto. Il settore energia è generalmente il più importante in un inventario dei alla Società Petrolifera AIR BP Carburanti, che rifornisce l’Aeroporto di Ampugnano, gas serra e, tipicamente, contribuisce nei paesi industrializzati fino al 90% della CO2 con kerosene JET A1. Il dato del consumo di gasolio per il trasporto include anche i prodotta e all’80% delle emissioni totali di gas serra. Le emissioni di anidride consumi delle locomotrici per il trasporto ferroviario. carbonica costituiscono, generalmente, oltre il 95% dell’intero settore energia, Tabella 2.2.1 Vendite provinciali di prodotti petroliferi al 2006 (Dati DGERM). Benzina Gasolio GPL Olio combustibile Lubrificanti mentre le emissioni di CH4 e N2O rivestono un ruolo minore. Utilizzo Se le emissioni di anidride carbonica sono indipendenti dalla tecnologia del processo Trasporto 64.628 del combustibile considerato, le emissioni di metano e protossido d’azoto, invece, Riscaldamento Agricolo Industria devono essere calcolate utilizzando fattori di emissione specifici per tipologia del Totale di combustione, essendo determinate quasi esclusivamente dal contenuto in carbonio processo considerato. Nel caso dell’inventario della Provincia di Siena le emissioni sono state suddivise in: Combustione diretta di combustibili fossili; Produzione e consumo di energia elettrica. Questo è il quadro generale per le categorie di emissione incluse nel settore energia: Gas serra CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CH4 CH4 CH4 N2O N2O N2O Categoria di emissione Fonte del dato di attività Fonte FE Trasporto su strada DGERM IPCC Trasporto aereo BP, Aeroporto di Ampugnano IPCC Riscaldamento DGERM IPCC Industria DGERM IPCC Produzione energia elettrica da rifiuti Sienambiente, ATO 8 Rifiuti IPCC Consumo di energia elettrica importata Terna, Enel, Sienambiente calcolato Trasporto su strada DGERM IPCC Riscaldamento DGERM IPCC Industria DGERM IPCC Trasporto su strada DGERM IPCC Riscaldamento DGERM IPCC Industria DGERM IPCC 64.628 139.185 2.768 12.595 23.021 16.289 174.801 19.057 126 4.132 1.708 4.132 1.834 I dati sul metano venduto sono stati convertiti da Sm3 a Nm3 e poi a tonnellate utilizzando come densità 0,7174 kg/Nm3 (Tabella 2.2.2). Tabella 2.2.2 Vendite provinciali di metano nel 2006 (Elaborazione DGERM su dati Snam Rete Gas) e conversione a tonnellate. Industriale 106 Sm3 106 Nm3 tonnellate 14,30 13,56 9.725 Termoelettrico Reti di distribuzione 0,00 190,51 0,00 180,59 0 129.554 Totale 204,81 194,14 139.278 La metodologia di calcolo delle emissioni di CO2 prevede la conversione delle migliaia di tonnellate (103t o kt) di combustibile in terajoule (TJ = 1012J), attraverso l’utilizzo del potere calorifico netto (p.c.i.); questo valore viene quindi moltiplicato per il contenuto in carbonio, per la percentuale di ossidazione nella combustione e convertito in quantità di CO2 mediante il rapporto tra i pesi molecolari del carbonio e dell’anidride carbonica. Formalmente, l’equazione generale per il calcolo delle emissioni di CO2 è la seguente: Emissioni da combustione di combustibili fossili I combustibili inclusi nell’inventario sono elencati nella prima riga della tabella 2.2.1, dove, nelle righe seguenti, sono indicati gli utilizzi quantificati per ognuno di 12 Emissioni CO2 = 103t × pci × contenuto in C × % ossidazione × 44/12 In tabella 2.2.3 sono riportati i poteri calorifici per la conversione da migliaia di 13 Il Progetto REGES Il Progetto REGES tonnellate a terajoule e il contenuto percentuale in carbonio di ogni combustibile; per entrambi i parametri di conversione sono stati utilizzati valori di default IPCC, fattori di riferimento anche nella decisione della Commissione Europea 2007/589/CE, che istituisce le linee guida per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra ai sensi della direttiva 2003/87/CE3. Si è assunto un valore di ossidazione del combustibile durante il processo di combustione pari al 100%, secondo quanto consigliato nelle linee guida IPCC 2006 (nelle Linee Guida IPCC 1996 la percentuale di ossidazione era impostata al 99% per i liquidi e a 99,5% per tutti gli altri). Tabella 2.2.3 Poteri calorifici e fattori di emissione per i combustibili fossili considerati (IPCC, 2006). Contenuto TIPO DI CARBURANTE Potere calorifico Fattore di emissione di carbonio (kg/GJ) (TJ/kt) t CO2/TJ Gas naturale 48,0 15,3 56,1 20,2 Gasolio 43,0 74,1 18,9 Benzina 44,3 69,3 17,2 GPL 47,3 63,1 21,1 Olio combustibile 40,4 77,4 20,0 Lubrificanti 40,2 73,3 19,5 Kerosene 43,8 71,5 La stima è stata effettuata utilizzando l’equazione sopra descritta. Le relative emissioni di CO2 sono riportate in tabella 2.2.4. In tabella 2.2.5 sono riportate le t 139.278 9.725 129.554 19.057 16.289 2.768 64.628 174.801 12.595 23.021 139.185 4.132 1.834 241 t di CO2 375.048 26.186 348.862 56.878 48.617 8.261 198.407 556.968 40.131 73.352 443.485 12.921 5.404 759 1.206.382 Le emissioni da traffico aereo sono state stimate a partire solamente dal consumo di combustibile, kerosene JET A1. Non è stato possibile stimare le emissioni servendosi anche della tipologia di aeromobile e dei movimenti in aeroporto, dati disponibili, poiché non sono presenti nelle linee guida IPCC 2006 fattori di emissione per aerei di piccola taglia come quelli presenti nell’aeroporto di Ampugnano (taglia massima ATR dimensioni quale l’ATR 72-500 si sarebbe incorsi in forti sovrastime delle emissioni. Tabella 2.2.4 Emissioni di anidride carbonica da combustione dei combustibili fossili. Tipo di combustibile Vendite Emissioni di CO2 t t CO2 Totale Gas naturale Industriale Riscaldamento GPL Riscaldamento Autotrazione Benzina Gasolio Riscaldamento Agricolo Autotrazione Olio combustibile Lubrificanti Kerosene TOTALE 42). Utilizzando i fattori di emissione di un aeromobile simile ma di maggiori emissioni per utilizzo dei combustibili. Gas naturale Gasolio Benzina GPL Olio combustibile Lubrificanti Kerosene Tabella 2.2.5 Emissioni di CO2 per combustione dei combustibili fossili per tipo di utilizzo. Tipo di carburante Quantità Emissioni per tipo di utilizzo 139.278 174.801 64.628 19.057 4.132 1.834 241 Per quanto riguarda le emissioni di metano e di protossido d’azoto sono stati utilizzati i seguenti fattori di emissione IPCC in kg/TJ (Tabelle 2.2.6 e 2.2.7). 375.048 556.968 198.407 56.878 12.921 5.404 756 Tabella 2.2.6 Fattori di emissione per il metano da combustione dei combustibili fossili Residenziale Commerciale Trasporto Agricolo FE kg CH4/TJ Gasolio 3 3,9 3 Benzina 25 GPL 1 62 Olio combustibile 3 Lubrificanti 3 Gas metano 1 1 1.206.382 3 Si è deciso di non utilizzare i valori riportati nel DEC/RAS/854/2005 per la stima delle emissioni da combustione ma di anticipare quelli della decisione 2007/589/CE per omogeneità con la stima degli altri gas serra e in attesa di una rapida approvazione delle disposizioni nazionali di attuazione. 14 15 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Tabella 2.2.7 Fattori di emissione per il protossido d’azoto da combustione dei combustibili fossili. FE kg N2O/TJ Gasolio Benzina GPL Olio combustibile Lubrificanti Gas metano Residenziale Commerciale 0,6 0,1 0,1 Trasporto Agricolo 3,9 8 0,2 0,6 (fatta eccezione per la quota autoprodotta). Il primo approccio ci permette, invece, di valutare effettivamente la gestione a scala locale della produzione dell’energia e l’incidenza delle fonti rinnovabili. Nell’inventario della Provincia di Siena è stato utilizzato il criterio geografico per la frazione dei consumi che può essere coperta dalla produzione locale, ben il 91%, e per il restante 9% dei consumi si è applicato il fattore di emissione della scala 0,6 0,6 0,1 nazionale. La produzione di energia elettrica in Provincia di Siena è costituita per la totalità In tabella 2.2.8 sono riportate le emissioni, per settore di utilizzo del combustibile, di metano e protossido d’azoto, ricavate utilizzando i fattori di emissione sopra presentati. (esclusi gli impianti di autoproduzione, già considerati nella sezione precedente) da fonte rinnovabile, sfruttando la presenza della geotermia, e da energia da rifiuti (Tabella 2.2.9), (Dati Dichiarazione Ambientale). La percentuale di fonti rinnovabili sulla quantità di energia consumata, includendo quella prodotta in provincia e quella Tabella 2.2.8 Emissioni di metano e protossido d’azoto da combustione dei combustibili fossili. Emissioni N2O Settore di utilizzo Emissioni CH4 kg kg Industriale/commerciale 1.189 191 Trasporto 103.034 46.272 Residenziale 8.614 1.024 Agricolo 2.970 594 Totale 115.807 48.081 importata dalla rete nazionale, è pari al 91%. Tabella 2.2.9 Bilancio energetico della produzione e dei consumi di energia elettrica in Provincia di Siena nel 2006. Produzione energia elettrica MWh Geotermico 1.150.014 Energia da rifiuti 9.114 Fotovoltaico 85 Totale energie rinnovabili 1.159.213 Consumo energia elettrica 1.274.100 Import dalla rete nazionale 114.887 Emissioni da consumo di energia elettrica L’energia elettrica in un inventario dei gas serra a scala locale può essere contabilizzata secondo due criteri. Utilizzando un criterio strettamente geografico, Non è ancora chiaro a livello scientifico quanto le emissioni di anidride carbonica proprio della metodologia IPCC, le emissioni generate dall’industria dell’energia si generate dalla produzione geotermica siano di origine naturale o antropica contabilizzano a partire dai combustibili fossili utilizzati dalle centrali presenti sul (Ármannsson, 2005). Per questo, non è stata ancora stabilita a livello internazionale territorio. Applicando questo criterio ad una scala più piccola di quella nazionale si (né dall’IPCC né dalle linee guida EMEP-CORINAIR) una metodologia condivisa per può ottenere un fattore di emissione specifico per il territorio considerato che può quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica da estrazione del fluido differire in maniera considerevole da quello nazionale, per la tipologia degli impianti geotermico per la produzione di energia elettrica; di conseguenza queste non sono attivi su quel territorio e soprattutto per la percentuale di energia elettrica prodotta state incluse nell’inventario. da fonti rinnovabili. Utilizzando il criterio di responsabilità, ovvero calcolando le Per quel che riguarda l’energia elettrica prodotta da fotovoltaico è stato inserito nel emissioni a partire dai consumi, indipendentemente dalla produzione locale, le bilancio provinciale l’impianto inaugurato da Sienambiente nel 2004, capace di emissioni associate alla produzione media nazionale di un kWh sono moltiplicate per i produrre, nel 2006, 85 MWh. kWh consumati sul territorio sotto esame. Come energia prodotta dai rifiuti, si è considerata l’energia prodotta dall’impianto di Il secondo approccio risulta in un primo momento più corretto per metodologia, termovalorizzazione di Pian dei Foci, a Poggibonsi, che ha generato, nel 2006, 3.435 poiché tutta la produzione italiana, sia essa da combustibili fossili o da fonti MWh, e dalla captazione del biogas delle discariche situate nei Comuni di Asciano e rinnovabili, è comunque immessa nella rete nazionale e non consumata localmente di Abbadia San Salvatore, con la produzione di 5.679 MWh. 16 17 Il Progetto REGES Il Progetto REGES L’energia elettrica prodotta dalla combustione del biogas ha emissioni di gas serra Le emissioni relative al 9% di energia elettrica importata sono state stimate a partire nulle, poiché il metano contenuto nel biogas viene trasformato in CO2, che è di dal fattore di emissione calcolato per la scala nazionale. Il fattore di emissione per 4 origine biogenica dato che è originata dalla frazione organica dei rifiuti. l’energia elettrica in Italia per l’anno 2006 è di 0,48 kg CO2eq/kWh, ed è stato L’impianto di termovalorizzazione esistente a Poggibonsi è stato fermato per il elaborato a partire dal totale delle emissioni di CO2eq generate dalla combustione di revamping (ristrutturazione considerevole) in data 26.11.2006. La quantità di rifiuti tutti combustibili fossili utilizzati per la produzione di energia elettrica diviso per smaltita nel termovalorizzatore di Pian dei Foci a Poggibonsi nel 2006 ammonta a l’energia elettrica totale prodotta (fonti fossili e rinnovabili), meno la quota di 18.452 t di rifiuti. Dopo gli interventi di adeguamento e di ampliamento, la energia elettrica prodotta in Provincia di Siena. riapertura è stata effettuata nell’autunno 2008. La produzione di energia elettrica in Italia nel 2006 è basata per più dell’85% sulla Ai fini dell’inventario è necessario stimare solamente le emissioni di CO2 derivate combustione dei combustibili fossili e le rinnovabili ammontano al 16,5% (Tabella dalla frazione fossile dei rifiuti inceneriti nel 2006. L’equazione di riferimento 2.2.11). dell’IPCC è la 5.1 (Volume 5) mostrata di seguito: EmissioniCO2 Tabella 2.2.11 Produzione dell’energia elettrica in Italia nel 2006 (dati Terna). Fonte GWh % Idroelettrico 43.425 13,8 Geotermoelettrico 5.527 1,8 Termoelettrico 267.692 85,2 Eolico Fotovoltaico 2.973 0,9 Totale 314.090 100,0 RU ¦ (TRi x s.s.i x CFi x FCFi x OFi ) x 44 / 12 i dove RU quantità di rifiuto incenerito, t TR è la frazione quantità di rifiuto i s.s. è il contenuto percentuale in sostanza secca del rifiuto CF è la frazione di carbonio FCF frazione di carbonio che si ossida OF fattore di ossidazione i tipo di rifiuto Il fattore di emissione di un kWh prodotto nel 2006 in Italia è stato ottenuto dal Per la stima delle emissioni sono stai usati dati di attività provinciali relativi alla quantità di rifiuto incenerito, dati regionali per composizione del rifiuto e parametri di calcolo di default, in modo da seguire una metodologia di Tier 2. In tabella 2.2.10 sono presentati i parametri IPCC utilizzati per il calcolo e le relative emissioni di CO 2. Tabella 2.2.10 Emissioni di anidride carbonica da incenerimento dei rifiuti. Frazione Contenuto Carbonio totale Frazione fossile Emissioni merceologica in s.s sul peso secco del carbonio % % % % t RU s.s. CF FCF Emissioni CO2 Frazione organica 20 40 38 0 0 Legno e verde 10 40 50 0 0 Carta 15 90 46 1 11 Tessuti 10 80 50 20 148 Pannolini 10 40 70 10 52 Plastica 20 100 75 100 2.768 Inerti 15 90 3 100 75 Totale 3.053 rapporto tra le emissioni generate dalla produzione da termoelettrico e tutta l’energia elettrica prodotta, inclusa quella da fonte rinnovabile, pari nel complesso a 314.090 GWh, meno quella prodotta in Provincia di Siena, pari a 1.159 GWh. La combustione di prodotti petroliferi, carbone e metano, pari a 49.336 migliaia di tep (tonnellate di petrolio equivalente, potere calorifico 41,825 TJ/kt) ha comportato emissioni di gas serra pari a 149.578.462 tonnellate di CO2eq, a fronte di una produzione nazionale lorda di energia elettrica pari a 312.931 GWh, al netto di quella prodotta in Provincia di Siena. In tabella 2.2.12 sono presentati i fattori di emissione per gas serra e tipo di combustibile utilizzato, in tabella 2.2.13 sono presentate le emissioni complessive e in tabella 2.2.14 il calcolo del fattore di emissione di un kWh medio prodotto in Italia nel 2006. 4 CO2 BIOGENICA: anidride carbonica prodotta da processi naturali, ad esempio la respirazione di animali e piante, o dalla combustione di biomasse. Le emissioni di CO2 biogenica non sono considerate nell’inventario dei gas serra che si preoccupa di contabilizzare solamente i gas serra di origine antropica. 18 19 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Tabella 2.2.12 Fattori di emissione utilizzati per la stima delle emissioni da produzione di energia elettrica da termoelettrico (valori IPCC, 2006). CO2 Tipo di combustibile IPCC, 2006 N2O kg/TJ CH4 kg/TJ t/TJ Solidi coke da gas 107,0 1 0,1 Gas naturale gas naturale 56,1 1 0,1 Gas derivati gas da cokeria 44,4 1 0,1 Petroliferi altri prodotti petroliferi 73,3 1 0,6 Altri combustibili solidi lignite 101,1 1 1,5 Altri combustibili gassosi gas di raffineria 57,6 1 0,1 percentuale di rinnovabili sul totale dell’energia consumata, che in Provincia di Siena è del 91%, mentre nella realtà nazionale arriva al 16,5%. Riassumendo le emissioni del settore energia, possiamo vedere in tabella 2.2.16 i contributi alle emissioni per gas serra emesso e nel riquadro successivo le emissioni in t di CO2eq per categoria di emissioni individuata. Tabella 2.2.16 Emissioni di GHG dal settore energia raggruppate per gas serra. RIASSUNTO SETTORE energia CO2 CH4 N2O TOTALE CO2eq Tabella 2.2.13 Calcolo del fattore di emissione per un kWh di energia elettrica prodotto in Italia nel 2006. Termoelettrico Solidi Gas naturale Gas derivati Petroliferi Combustibili solidi Combustibili gassosi Totale Quantità Quantità Emissioni Emissioni Emissioni Emissioni 103 tep 10.121 26.023 1.372 7.564 3.893 363 49.336 TJ 423.314 1.088.420 57.384 316.367 162.826 15.183 2.063.494 Gg CO2 45.295 61.060 2.548 23.190 16.462 875 149.429 Gg CH4 0,4 1,1 0,1 0,3 0,2 0,0 2,1 Gg N2O 0,0 0,1 0,0 0,2 0,2 0,0 0,6 Gg CO2eq 45.318 61.120 2.551 23.254 16.539 875 149.657 Tabella 2.2.14 Fattore di emissione per un kWh di energia elettrica importato in Provincia di Siena nel 2006. Emissioni da Energia elettrica Fattore di emissione produzione energia prodotta (- Siena) per l’energia elettrica importata elettrica GWh / anno kg CO2eq/ kWh Gg CO2 149.657 312.931 0,48 Categorie di emissione Gas CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CH4 CH4 CH4 N2O N2O N2O Totale settore energia 1.267.432 2.895 14.328 1.284.656 Sorgente di emissione Combustione per il trasporto su strada Combustione per il trasporto aereo Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Produzione di energia elettrica da rifiuti Consumo di energia elettrica importata Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale t CO2eq 723.506 756 437.610 44.511 3.053 57.997 2.650 215 30 13.966 305 57 1.284.656 Moltiplicando i MWh importati dalla rete nazionale per il fattore di emissione calcolato si ottengono le emissioni dovute all’energia importata (Tabella 2.2.15). Tabella 2.2.15 Emissioni di GHG da consumo di energia elettrica importata. Energia elettrica importata Fattore di emissione Emissioni t CO2eq MWh t CO2eq/MWh 114.887 0,48 54.944 Come si può notare il fattore di emissione che si ottiene per il consumo totale di energia elettrica in Provincia di Siena, includendo il 9% importato dalla rete nazionale, porta ad avere un valore di emissioni pari a 0,046 kg di CO 2eq per kWh consumato, ovvero il fattore di emissione è un ordine di grandezza inferiore a quello nazionale calcolato per il 2006 pari a 0,48 kg CO2eq/kWh. Questo è dovuto alla 20 21 Il Progetto REGES Il Progetto REGES 2.3 SETTORE PROCESSI INDUSTRIALI industrie con produzione di emissioni di gas serra da processo produttivo ovvero l’industria della ceramica e laterizi e quella di vetro e cristallo. I gas serra sono prodotti dai processi di trasformazione di un’ampia varietà di attività industriali (Tabella 2.3.1). INDUSTRIA CERAMICA E LATERIZI L’industria della ceramica e dei laterizi è fonte di emissioni di gas serra che si Tabella 2.3.1: Impianti industriali con emissioni di gas serra nel processo produttivo. Tipo di gas serra diretto emesso Produzione di: CO2 Cemento, ferro, acciaio, calce CH4 Carburo di calcio Acido adipico, acido nitrico N2O PFC Alluminio Magnesio, apparecchi elettronici SF6 verificano nel processo di cottura dell’argilla, per liberazione della CO2 dai carbonati e dalla sostanza organica contenuti nella materia prima. Sono state contabilizzate solamente le emissioni da carbonati, secondo quanto previsto dalla direttiva 2003/87/CE. Sono state stimate le emissioni di 7 aziende di ceramica e laterizi sulle 18 censite, ovvero quelle per le quali è stato possibile ottenere il dato di argilla in input, Questo è il quadro generale per le attività contabilizzate nel settore industria: Gas serra CO2 CO2 Categoria Industria della ceramica e dei l i i del vetro e del cristallo Industria Fonte dei dati di attività AIA AIA Fonte FE IPCC IPCC, calcolati contenuto nei dati sulle materie prime delle Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate dalla provincia. Si ritiene che le 7 aziende, per le quali è stato possibile disporre dei dati in input, rappresentino la maggior parte della produzione di laterizi in Provincia di Siena. Le emissioni di gas serra da attività di processo sono prodotte in contemporanea con Per calcolare la quantità di carbonati presenti si è considerata una percentuale le emissioni da combustione di carburanti e questo può rendere difficile media pari al 5% del peso dell’argilla in ingresso per le industrie di laterizi e all’1% l’attribuzione delle emissioni o creare situazioni di doppio conteggio utilizzando per quelle di ceramiche. Si è ipotizzato che tutto il carbonato presente nell’argilla misure dirette di emissioni. fosse CaCO3; sono stati considerati inoltre i carbonati addizionati alle argille quali il E’ stato portato a termine un censimento delle industrie presenti sul territorio della carbonato di bario. Provincia a partire dalle autorizzazioni alle emissioni e dalle AIA (Autorizzazione Il fattore di emissione in t CO2 per tonnellata di carbonato è per il carbonato di Integrata Ambientale) rilasciate dalla Provincia nel periodo 2000-2007 (Tabella calcio pari a 0,44 e per il carbonato di bario pari a 0,22 (decisione 2007/589/CE). Il 2.3.2). fattore di emissione del carbonato di bario è stato calcolato utilizzando la seguente equazione (decisione 2007/589/CE) per il calcolo del fattore di emissione Tabella 2.3.2 Censimento delle aziende con autorizzazioni alle emissioni presenti sul territorio della Provincia di Siena tra il 2000 e il 2007. N° aziende per tipo 18 Ceramica e laterizi 4 Vetro e cristallo 72 Verniciature 43 Falegnamerie 11 Lavorazione metalli 5 Alimentare 16 Pelletterie 6 Cemento e bitume 12 Altro 187 TOTALE stechiometrico. FEcarbonati ( M CO2 ) [Y x ( M x ) Z x ( M CO 2 )] 3 dove x = metallo alcalino terroso o alcalino Mx = peso molecolare di x in [g/mol] MCO2 = peso molecolare del CO2 = 44 [g/mol] MCO3-2 = peso molecolare del CO3-2 = 60 [g/mol] Y = coefficiente stechiometrico di x Z = coefficiente stechiometrico del CO 3-2 = 1 Da questo censimento è emerso che sono presenti sul territorio provinciale due tipi di 22 23 Il Progetto REGES Il Progetto REGES L’equazione utilizzata per il calcolo è riportata di seguito e in tabella 2.3.3 sono 2.4 SETTORE RIFIUTI presentate le emissioni stimate: Il settore rifiuti comprende la stima delle emissioni di CO2, CH4, e N2O dai seguenti emissioni di CO2 = (Œ {dati attivitàcarbonati•FE} + {quantità attivitàadditivi • FE}) Tabella 2.3.3 Emissioni di anidride carbonica di processo dall’industria di ceramica e laterizi. n° Prodotto Argilla Carbonati Carbonati FE Emissioni CO2 t 6 1 Laterizi (CaCO3) 486.680 Ceramica 63.638 Additivi (BaCO3) % t 5 1 24334 636 280 t CO2/carbonati 0,44 0,223 Totale processi: 1. Smaltimento dei rifiuti in discarica 2. Trattamento biologico dei rifiuti (compostaggio) t 10.707 280 62 11.050 3. Termovalorizzazione dei rifiuti (senza recupero di energia) 4. Trattamento delle acque reflue e dei fanghi di depurazione. La termovalorizzazione dei rifiuti è stata già trattata nel settore energia, poiché il termovalorizzatore di Poggibonsi, l’unico in Provincia di Siena, prevede il recupero INDUSTRIA VETRO E CRISTALLO energetico. Non sono presenti altre possibili sorgenti di emissioni di anidride Nell’industria del vetro e del cristallo le emissioni di processo di gas serra derivano carbonica in questo settore. Questo è il quadro generale delle categorie incluse nel dall’utilizzo di carbonati come fondenti nel processo di produzione del vetro. E’ stato settore rifiuti: possibile ottenere i dati sui carbonati utilizzati come fondenti dalla principale azienda presente sul territorio che si stima copra l’80-90% della produzione. I fattori di emissioni dei carbonati utilizzati sono stati calcolati con la stessa equazione usata per il calcolo dei FE dell’industria ceramica, presentata precedentemente. In Tabella 2.3.4 sono presentate le emissioni per carbonato utilizzato. Tabella 2.3.4 Emissioni di anidride carbonica da uso dei carbonati nell’industria del vetro e del cristallo. Carbonato Consumo FE Emissioni CO2 t t CO2/t carbonato t K2CO3 1933,0 0,319 616,3 NaCO3 737,0 0,415 305,9 1,4 0,595 0,8 Li2CO3 0,023 0,370 0,0 NiCO3 Totale 923,0 Gas CH4 CH4 CH4 N2O N2O Categoria Smaltimenti dei rifiuti in Compostaggio della frazione i Gestione delle acque reflue Compostaggio della frazione i Gestione delle acque reflue Categorie di emissione Gas CO2 CO2 Totale settore industria Sorgente di emissione Industria della ceramica e dei laterizi Industria del vetro e del cristallo Fonte FE IPCC Waste MNFE IPCC IPCC IPCC I 36 comuni della Provincia di Siena costituiscono l’ATO Rifiuti 8, che ha come gestore unico Sienambiente SpA. Di seguito sono riportati gli impianti di smaltimento dei rifiuti in funzione nel 2006 sul territorio provinciale (Tabella 2.4.1). Impianto Tabella 2.4.1 Impianti attivi nel 2006. Tipo Metodologia Le Macchiaie Discarica IPCC Waste Model Torre a Castello Discarica IPCC Waste Model Poggio alla Billa Discarica IPCC Waste Model Compostaggio Emissioni CH4 e N2O Termovalorizzatore Già considerato nel settore energia poiché prevede recupero energetico Le Cortine Le emissioni complessive del settore processi industriali ammontano a 11.973 t CO 2. Fonte del dato di attività Sienambiente Sienambiente ATO 2, 4, 5, 6 Sienambiente ATO 2, 4, 5, 6 Pian dei Foci t CO2eq 11.050 923 Nel 2006 due delle tre discariche attive, Torre a castello e Poggio alla Billa, 11.973 organica del rifiuto. Sono inoltre presenti sul territorio 4 discariche in gestione post- prevedono il recupero del biogas prodotto dalla fermentazione della frazione chiusura per il ripristino vegetazionale e il recupero ambientale, nei comuni di Castelnuovo Berardenga (Cornia), Monteroni (Buche di Piano), Monticiano (Le fornaci) 24 25 Il Progetto REGES e Chianciano (Cavernano). Il Progetto REGES In tabella 2.4.2. sono presentati i periodi di funzionamento delle discariche presenti (Dati Sienambiente) e la quantità complessiva di rifiuti per anno smaltita in discarica. Tabella 2.4.2 Situazione delle discariche attive sul territorio della Provincia di Siena dal 1997 al 2006. Impianto 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Cornia Buche di Piano Le fornaci Cavernano Le Macchiaie Torre a Castello Poggio alla Billa t rifiuti smaltiti 84.895 88.205 82.163 94.893 140.102 143.980 132.676 138.205 139.153 136.356 Emissioni da smaltimento in discarica Lo smaltimento e la gestione dei rifiuti urbani e industriali produce una quantità importante di metano. La decomposizione anaerobica della sostanza organica da parte dei batteri metanogeni presenti in una discarica provoca il rilascio di metano in Tabella 2.4.3 Ricostruzione della produzione dei rifiuti dal 1950 al 2006. Anno Abitanti Rifiuti kg/abitante 1951 274.500 300 1961 270.062 330 1971 257.221 340 1981 255.118 360 1991 250.740 390 2001 252.288 555 2006 261.894 520 L’equazione di base per il modello di decomposizione del carbonio organico di primo ordine per la stima delle emissioni di metano da smaltimento di rifiuti in discarica è: DDOC m dove DDOCm(0) è la massa carbonio organico degradabile all’inizio della reazione, t=0 e e-kt=1 k è la costante di reazione t è il tempo in anni La quantità di DOC degradabile è data dall’equazione IPCC 3.2. DDOC m atmosfera. Si stima che questa fonte costituisca dal 5 al 20% di tutte le emissioni antropogeniche di CH4 (IPCC, 2007). La metodologia IPCC per la stima di queste emissioni è basata su un’equazione di primo ordine di decadimento della sostanza organica contenuta nel rifiuto urbano. Questo metodo prevede, come assunzione, che la frazione organica degradabile DDOCm ( 0) x e kt W x DOC x DOC f x MCF dove DDOCm è la massa carbonio organico degradabile depositata che è degradata W massa di rifiuto depositato, t DOC frazione carbonio organico degradabile, % DOCf frazione di DOC che può decomporsi, % MCF fattore di correzione per la parte di rifiuto che si decompone in modo aerobico prima della deposizione in discarica. (Degradable Organic Carbon, DOC) presente nel rifiuto si decomponga lentamente nel periodo di alcune decadi, durante le quali si formano CH4 e CO2. Se le condizioni sono Il fattore di correzione MCF per discariche anaerobiche gestite, categoria costanti, il tasso di produzione di metano dipende solamente dalla quantità di corrispondente a quella delle discariche presenti in Provincia di Siena, è 1, gli altri carbonio organico conferita in discarica. In questo modo le emissioni di CH4 sono più parametri di default utilizzati per la stima sono riportati in tabella 2.4.4. Il fattore di alte nei primi anni dal conferimento, per poi rallentare gradualmente, mentre la ossidazione riflette la quantità di metano prodotta, che è ossidata nel suolo o nel frazione organica è degradata dai batteri metanogeni. materiale di copertura della discarica ad opera dei microrganismi presenti. Questo La quantità emessa di metano è stata stimata con il modello IPCC “IPCC Waste fattore per discariche gestite utilizzando anche materiale di copertura (suolo o Model” che ha richiesto la ricostruzione storica delle emissioni di metano in discarica compost) è di 0,1. a partire dal 1950. E’ stata ricostruita la quantità di rifiuti che è stata smaltita in Provincia di Siena a partire dal 1950 fino al 1996 a partire dai dati sulla popolazione residente (dati ISTAT) e sulla produzione di rifiuti pro-capite. Per gli ultimi 10 anni è stato possibile usare dati forniti da Sienambiente, mentre per il periodo precedente ci si è affidati ai report nazionali dei rifiuti (elaborazioni da dati APAT), (Tabella 2.4.3). 26 27 28 Monteroni Monticiano Chianciano Sinalunga Asciano Abbadia SS Discarica Buche di P. Piano Discarica Le fornaci Discarica di Cavernano Discarica Le Macchiaie Discarica di Torre a Castello Discarica Poggio alla Billa 1992 1970 1950 ~1950 ~1950 ~1950 ~1950 Apertura 1998 1999 2000 8.934.604 ---- ---- ---- 9.943.980 19.545.130 20.699.000 38.325.000 22.486.000 16.486 7.345.000 25.429.000 25.802.000 2001 32.771.451 55.346.344 16.346.770 17.136.668 0 10.663.039 11.715.300 2002 0 0 0 28.122.040 63.217.783 36.799.991 4.536.270 2003 0 0 0 0 30.880.934 48.241.365 59.082.805 2004 0 0 0 0 49.835.770 28.640.959 60.676.375 2005 35.698.800 74.072.415 26.585.140 0 0 0 0 84.894.876 88.204.874 82.162.566 94.892.748 140.102.486 143.979.572 132.676.084 138.205.104 139.153.104 136.356.355 14.218.855 16.230.475 20.610.966 20.133.480 ---- 4.614.465 9.835.790 17.495.155 17.089.534 37.636.954 22.817.888 ---- 8.001.067 13.482.721 10.838.000 13.151.000 16.268.000 16.174.000 14.200.000 12.687.000 13.230.000 13.016.000 1997 Nome discarica Discarica di Torre a Castello Discarica Poggio alla Billa Quantità di biogas recuperato (m3) Comune Asciano Abbadia S.S. 2004 1.217.294 0 1.217.294 2005 1.905.507 0 1.905.507 2006 2.701.583 1.192.723 3.894.306 Tabella 2.4.6 Quantità di biogas recuperato in Provincia di Siena dal 2004 al 2006 in m3 (Dati Sienambiente). Tot kg smaltiti per discarica D1 Castelnuovo B. Comune Discarica di Cornia Nome discarica 2006 Tabella 2.4.4. Parametri di default utilizzati per il modello di decomposizione di primo ordine. Frazione merceologica del rifiuto Frazione degradabile di Tasso di generazione conferito in discarica carbonio organico (DOC) di CH4 (k) % Frazione umida 15 0,185 Verde 20 0,1 Carta 40 0,06 Legno 43 0,03 Tessuti 24 0,06 Pannolini 24 0,1 Fanghi 5 0,185 Frazione di DOC che si degrada in condizioni anaerobiche 50 % 6 mesi Ritardo nella produzione di CH4 Frazione di metano nel biogas 50 % Fattore di conversione da C a CH4 1,33 0,1 Fattore di ossidazione del CH4 Tabella 2.4.5 Quantità di rifiuti solidi urbani smaltiti in discarica in Provincia di Siena dal 1997 al 2006 in kg (Dati Sienambiente). Il Progetto REGES Il Progetto REGES Il Progetto REGES E’ stata utilizzata la composizione merceologica del rifiuto indifferenziato smaltito in emissioni di metano in discarica è quindi cautelativo. Le emissioni lorde di metano discarica fornita da Sienambiente, riferita ad un campionamento effettuato nel sviluppate in serie storica con l’IPCC Waste Model, la quantità di metano recuperata novembre 2002 dal personale tecnico dell’azienda Esse.Ti.A. srl con prelievo su RSU e le emissioni nette sono presentate in tabella 2.4.8. Nella figura 2.4.2 sono riportate triturato prelevato presso l’impianto di Pian delle Cortine. Ulteriori analisi del rifiuto le emissioni generate dallo smaltimento in discarica in serie storica. Il recupero del smaltito in discarica sono attualmente in corso; tali risultati saranno utilizzati nel biogas ha permesso un abbattimento delle emissioni di metano totali del 24%. prossimo aggiornamento dell’inventario. La composizione del rifiuto è presentata in Tabella 2.4.8 Emissioni lorde e nette di metano da smaltimento dei rifiuti in discarica Emissioni lorde di metano Metano recuperato Emissioni nette di metano t t t 5.782 1.382 4.399 figura 2.4.1. Tessili 4% Carta e cartone 27% Sottovaglio (<5 mm) Legno 2% Metalli 2% 4% Vetro Inerti 1% 0% 6.000 5.500 5.000 tonnellate di metano 4.500 Organico 44% Plastica 16% Figura 2.4.1 Composizione merceologica del rifiuto conferito in discarica (Dati 2002). 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 nel 2006, a 2.609 t (APAT, 2007). Alle emissioni per il 2006 calcolate con l’IPCC 2006 2004 2002 2000 1998 1996 1994 1992 1990 1988 1986 1984 1982 1980 1978 1976 1974 1972 1970 1968 1966 1964 1962 1960 1958 1956 1954 0 1952 inclusa anche la quantità di fanghi di depurazione smaltiti in discarica, che sono pari, 500 1950 Nella quantità totale di rifiuti smaltiti in discarica, riportati in tabella 2.4.5, è Figura 2.4.2 Andamento delle emissioni di metano da smaltimento dei rifiuti in discarica. WASTE MODEL sono stati sottratti i metri cubi di metano recuperati nello stesso anno (Tabella 2.4.6). Il biogas che si genera ha una composizione media costituita dal 50% di metano e 50% di anidride carbonica, quest’ultima non contabilizzata perché di origine biogenica. Questo valore è confermato sia come valore di default IPCC, sia dai documenti Sienambiente (Sienambiente, 2001). E’ stato usato come valore di densità per il metano 0,71 kg/m3. La quantità di metano recuperata è riportata in tabella 2.4.7. Emissioni da compostaggio domestico Se da un lato il processo stesso del compostaggio è fonte di emissioni di CH4 e N2O, dall’altro queste emissioni, valutate in equivalenti di CO2, risultano comunque inferiori a quelle che si sarebbero sviluppate smaltendo la stessa quantità di rifiuto organico in discarica. Il processo del compostaggio, infatti, è basato su reazioni ossidative che portano alla degradazione della sostanza organica con la liberazione di Tabella 2.4.7 Quantità di metano recuperato con il biogas nel 2006. Quantità totale di biogas Quantità di metano Quantità di metano recuperato 3 3 m t m 3.894.306 1.947.153 1.382 CO2 di origine biogenica (e non CH4 come avviene nel processo di fermentazione in discarica), con effetto serra nullo. L’impianto di selezione, valorizzazione delle raccolte differenziate e compostaggio in località “Pian delle Cortine” nel Comune di Asciano è l’unico impianto di Non sono state invece considerate le quantità di metano bruciate in torcia di compostaggio presente, nel 2006, in Provincia di Siena. Questo impianto ha trattato, sicurezza di tutte le discariche, attive o in gestione post-chiusura, presenti sul in tale anno, 16.789.589 kg di rifiuto organico con la produzione di compost di territorio provinciale, per mancanza di dati. L’approccio utilizzato per la stima delle qualità. Il sistema impiantistico è a «cumulo continuo aerato» caratterizzato dalla 30 31 Il Progetto REGES Il Progetto REGES presenza di uno specifico sistema di insufflazione/aspirazione dell'aria per il corretto possibile disporre per tutti gli impianti della potenzialità reale allo scarico. Si è svolgimento dei fenomeni biossidativi (Sienambiente, 2005). deciso quindi, per gli impianti che non disponevano di questo dato, di considerare Partendo dai dati delle quantità di rifiuto organico trattato con il processo di un’utilizzazione media del carico potenziale pari al 69%, media di utilizzazione degli compostaggio, forniti da Sienambiente, sono state calcolate le emissioni di metano e impianti (17) per i quali sono disponibili i dati sia del carico potenziale che reale. protossido d’azoto, con riferimento all’equazione IPCC 4.1 (Vol. 5), moltiplicando la quantità di rifiuto organico trattata per i fattori di emissioni di metano (fattore di emissione MNFE) e protossido d’azoto (fattore di emissione IPCC) in g/kg di rifiuto Tabella 2.4.10 Abitanti equivalenti potenziali e reali trattati dai gestori delle Ato in Provincia di Siena. ATO Nome ATO GESTORE trattato (Tabella 2.4.9). Tabella 2.4.9 Emissioni metano e protossido d’azoto nel processo di compostaggio della frazione organica dei rifiuti. FE N2O Emissioni di CH4 Emissioni di N2O Quantità trattata FE CH4 kg g/kg g/kg kg kg 16.789.589 0,05 0,30 839 Potenzialità massima di progetto AE Potenzialità reale allo scarico AE 2 Toscana Nord Acque Spa 4 Valdarno superiore Nuove Acque 5 Toscana costa Asa Livorno 1 0 900 900 6 Ombrone Acquedotto del Fiora 28 30 216.300 178.477 36 40 360.900 267.055 Totale 5.037 n° n° impianti comuni > 1000 AE 2 1 5 9 75.000 42.200 68.700 45.478 Per quanto riguarda il dato di attività delle acque reflue di origine industriale non è Trattamento delle acque reflue Il trattamento delle acque reflue domestiche e industriali può essere fonte di stato possibile raccogliere i dati di tutte le attività industriali presenti sul territorio, emissioni di metano se lo smaltimento avviene attraverso un processo anaerobico. poiché non esiste ancora una banca dati completa con i valori in abitanti equivalenti Sono prodotte in questo processo anche emissioni di protossido d’azoto, mentre del comparto industriale. Si è deciso così di utilizzare il dato, relativo alla Provincia l’anidride carbonica sviluppata durante il trattamento dalla degradazione della di Siena, contenuto nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Toscana del 2000 sostanza organica disciolta non è considerata perché di origine biogenica. (Regione Toscana, 2000), dove è riportato il dato di 261.000 AE industriali. Questo La gestione delle acque reflue in Provincia di Siena è portata avanti dai gestori delle dato sarà aggiornato nella prossima edizione dell’inventario, quando sarà terminato il quattro ATO nelle quali è suddiviso il territorio. La quantità di CH4 prodotto dipende progetto relativo all’inventario delle autorizzazioni allo scarico delle acque reflue, principalmente dalla quantità di materia organica degradabile presente nelle acque commissionato dalla provincia. Confrontando l’indicatore sintetico di AE totali per reflue, dalla temperatura alla quale avviene il processo e dal tipo di trattamento. Il abitante della Provincia di Siena con il dato ISTAT relativo alla Regione Toscana al trattamento di reflui con un alto contenuto di materia organica di origine 2005 (ultimo disponibile) si può notare come il valore della provincia sia del 38% residenziale e industriale può emettere una considerevole quantità di CH 4. A livello inferiore (Tabella 2.4.11). Il valore si può spiegare con la contenuta presenza mondiale le emissioni provenienti dallo smaltimento di acque reflue e fanghi industriale in Provincia di Siena, ma dovrà essere confermato dai valori di AE ammontano all’8-11% di tutte le emissioni di metano (IPCC, 2007). industriali nel prossimo inventario. In tabella 2.4.10 sono riportati dati relativi alla potenzialità massima e reale in abitanti equivalenti5 (AE) dei depuratori presenti in ogni ATO. Un abitante equivalente, per convenzione, corrisponde a 60 g di BOD5 (Domanda Biologica di Ossigeno) al giorno. Questo indicatore ci permette di calcolare il carico organico contenuto nei reflui e quindi smaltito nei depuratori e di stimare le emissioni di metano originate durante il processo di trattamento. Per l’ATO 6 non è stato Tabella 2.4.11 Abitanti equivalenti trattati e confronto con indicatore regionale. AE/abitanti AE/abitanti AE CIVILI AE Industriali AE totali Toscana 2005 Siena 2006 267.055 261.000 528.055 2,02 3,27 Le emissioni dovute alla gestione dei fanghi di depurazione sono già state incluse nella categoria di smaltimento dei rifiuti in discarica. Emerge, infatti, dal confronto tra la stima dei fanghi prodotti (a partire dal valore degli AE) e i dati APAT (Rapporto Rifiuti 2007), che la totalità dei fanghi prodotti dalla depurazione delle acque è 5 L'Abitante Equivalente (AE) è definito come "carico organico biodegradabile avente una richiesta di ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi di ossigeno al giorno". smaltita in discarica. 32 33 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Per il calcolo delle emissioni di metano si è fatto riferimento all’equazione IPCC 6.1 La quantità di azoto presente nell’effluente è stata calcolata utilizzando l’equazione (Volume 5) utilizzando come dato di attività il dato di BOD delle acque civili e IPCC 6.8, poiché non è stato possibile ottenere informazioni sulla concentrazione di industriali. azoto totale nell’effluente di tutti i depuratori (ma solamente per i comuni che ricadono nell’ATO 4). ( BODtotale BOD fanghi ) x FE EmissioniCH 4 N effluente Il fattore di emissione è stato calcolato con l’equazione IPCC 6.2: FE ( P x proteine x FNPR x FNC x F IND COM ) N fanghi dove P è la popolazione Proteine è la quantità di proteine ingerite per persona, kg (persona*anno)-1 FNPR è la frazione di azoto nelle proteine FNC è la frazione di proteine non consumate che finiscono nell’effluente FIND-COM frazione proteine di origine industriale che finiscono nell’effluente Nfanghi è la quantità di azoto che è rimossa con i fanghi, kg Bo x MCF dove Bo è la capacità massima di produzione di metano, kg CH4/kg BOD MCF fattore di correzione del metano La capacità di produzione del metano è di 0,06 kg CH4/kg BOD, valore di default I dati di attività utilizzati per la stima dell’azoto presente nelle acque di scarico sono IPCC, mentre il fattore di correzione di metano utilizzato è di 0,1, valore assegnato a la popolazione, corretta per le presenze turistiche, e il consumo pro-capite di impianti aerobici di trattamento delle acque reflue (range 0-0,1). E’ stato scelto il proteine. Al dato della popolazione residente in Provincia di Siena è stato sommato il valore di 0,1 poiché molti depuratori, pur essendo ben gestiti, non lavorano in numero di turisti, dividendo le presenze turistiche (pari a 4.509.805) per 365 giorni, condizioni ottimali perchè la quantità trattata è in media il 70% di quella potenziale. aggiungendo quindi 12.356 abitanti alla popolazione residente (261.894 ab). Per il Le emissioni complessive sono riportate in tabella 2.4.12. consumo di proteine pro-capite è stato utilizzato il dato medio di consumo di proteine al giorno che per l’OMS si attesta a 0,75 g di proteine per kg di peso. Tabella 2.4.12 Emissioni di metano da trattamento delle acque reflue. Emissioni di BOD totale BOD fanghi BOD trattato FE metano kg BOD kg BOD kg BOD kg CH4/kg BOD kg CH4 11.564.397 2.609.000 8.955.397 0,06 537.324 Considerando un uomo medio di 70 kg per 365 giorni si ottengono 19,16 kg per persona per anno. I parametri per la frazione di azoto nelle proteine, la frazione di proteine non consumate e la frazione di proteine di origine industriale, sono fattori Le emissioni di N2O sono invece associate alla degradazione dei composti azotati presenti nelle acque reflue, come ad esempio urea, nitrati e proteine. Emissioni di default IPCC. La stima dell’azoto totale che finisce nell’effluente da trattare è riportata in tabella 2.4.13. Tabella 2.4.13 Quantità di azoto totale che finisce nell’effluente. dirette di N2O possono essere generate sia durante la nitrificazione che la denitrificazione dell’azoto presente, e questi processi possono avvenire sia all’interno dell’impianto di trattamento che nel corpo recettore delle acque Popolazione + turisti Consumo di proteine pro capite Frazione di N nelle proteine 274.250 kg/(persona*anno) 19,16 kg N/ kg proteine 0,16 depurate. Tipicamente le emissioni dirette che si sviluppano all’interno dell’impianto sono molto inferiori a quelle indirette che si generano nell’effluente dove sono scaricate le acque. La stima delle emissioni di protossido d’azoto dal trattamento delle acque reflue utilizza l’equazione IPCC 6.7 di seguito riportata, dove l’azoto scaricato nell’effluente è moltiplicato per lo specifico fattore di emissione e per il rapporto dei pesi molecolari di protossido d’azoto (44) e azoto (28). EmissioniN 2 O Fattore per le proteine non consumate 1,1 Fattore proteine Azoto totale di origine nell’effluente industriale 1,25 kg N/anno 1.156.018 Dalla quantità totale di azoto nell’effluente trattato si è calcolato quello effettivamente scaricato considerando la frazione abbattuta nei depuratori dell’ATO 4, per i quali si dispone del dato di azoto totale in ingresso e in uscita, con valore medio di abbattimento pari all’80%. Questo dato può essere soggetto a grande incertezza poiché non si conosce l’efficienza reale di tutti i depuratori in provincia N effluente x FE effluente x 44 / 28 nell’abbattimento dell’azoto (a seconda ad esempio della presenza di un trattamento di denitrificazione delle acque prima dello scarico). 34 35 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Per calcolare le emissioni di protossido d’azoto è stato utilizzato il fattore di 2.5 SETTORE AGRICOLTURA, FORESTE E USO DEL SUOLO emissione di default IPCC (Tabella 2.4.14). La gestione dell’uso del suolo e delle attività antropiche ad esso connesse influenza Tabella 2.4.14 Emissioni di protossido d’azoto da trattamento delle acque reflue. Emissioni Fattore Azoto totale N rimosso N totale totali di EFeffluente nell’effluente dai fanghi nell'effluente conversione N2O kg N/anno 1.156.018 % 81 231.204 kg N2O-N/kg N 0,005 44/28 1,57 un’ampia varietà di processi all’interno di un ecosistema, che possono portare alla formazione di gas serra. I principali processi sono la fotosintesi, la respirazione, la decomposizione, la nitrificazione e denitrificazione, la fermentazione enterica degli kg N2O/anno 1.817 animali allevati e la combustione della biomassa. Questi processi implicano la Le emissioni complessive del settore rifiuti sono riportate per gas serra emesso in tabella 2.4.15. trasformazione del carbonio e dell’azoto con processi biologici (microrganismi, piante e animali) o fisici (combustione, lisciviazione e run-off). I flussi di CO2 tra l’atmosfera e gli ecosistemi sono controllati principalmente Tabella 2.4.15 Emissioni complessive per gas serra. EMISSIONI SETTORE RIFIUTI CH4 t 4.937 N2O t 7 125.475 CO2eq t Categorie di emissione Gas CH4 CH4 CH4 N2O N2O Totale settore rifiuti dall’assorbimento attraverso la fotosintesi e dal rilascio attraverso la respirazione, decomposizione e combustione della materia organica. Il N2O è emesso principalmente dai processi di nitrificazione e denitrificazione mentre il CH4 è emesso durante la fermentazione enterica degli animali allevati, dalla metanogenesi in condizioni anaerobiche nei suoli (coltivazione del riso), nella gestione del letame Sorgente di emissione Smaltimenti dei rifiuti in discarica Compostaggio della frazione organica Gestione delle acque reflue Compostaggio della frazione organica Gestione delle acque reflue t CO2eq 109.978 21 13.433 1.501 541 e, in minor quantità, durante i processi di combustione condotti in carenza di 125.475 Gas serra Categoria CO2 Assorbimento forestale e agricolo CO2 Utilizzazioni forestali CO2 Incendi CO2 Uso di urea Fermentazione enterica degli animali CH4 Gestione del letame CH4 N2O Diretto da suoli agricoli N2O Indiretto da suoli agricoli N2O Gestione del letame 36 ossigeno, ad esempio durante la pratica di bruciatura delle stoppie. In molti di questi processi sono generati anche gas serra indiretti (es. combustione e lisciviazione). Questo è il quadro generale per le attività contabilizzate nel settore agricoltura, foreste e altri usi del suolo. Fonte dato di attività IFR, IPCC, letteratura Dati corpo forestale Dati corpo forestale ISTAT Camera di Commercio Camera di Commercio ISTAT ISTAT ISTAT Qualità FE IPCC IPCC IPCC IPCC MNFE MNFE IPCC IPCC IPCC 37 Il Progetto REGES Il Progetto REGES 2.5.1 VARIAZIONE DELLO STOCK DI CARBONIO nell’anno dell’inventario (Eq. IPCC 2.7, Volume 4)). 'C B Gli ecosistemi sono suddivisi nello schema seguito dalla metodologia IPCC in 3 categorie che possono immagazzinare carbonio, la biomassa, la materia organica dove morta (lettiera), il suolo. Per valutare le variazioni degli stock di carbonio nelle tre categorie, ovvero per valutare il bilancio netto tra emissioni e assorbimento di CO2, la metodologia IPCC si basa sull’assunzione che i cambiamenti dello stock di carbonio in un ecosistema avvengano principalmente attraverso lo scambio di CO2 tra la superficie terrestre e l’atmosfera, assumendo, ad esempio, la lisciviazione trascurabile. In questo modo un aumento dello stock di carbonio nel tempo equivale ad una rimozione netta di CO2 dall’atmosfera e una diminuzione dello stock ad un’emissione netta in atmosfera. Il calcolo delle emissioni connesse alla variazione degli stock di carbonio nella biomassa, nella materia organica morta e nel suolo deve essere applicata ad ognuna delle sei categorie di uso del suolo individuate dalla metodologia IPCC, ovvero aree coperte da boschi e foreste, aree coltivate, prati e pascoli, aree umide, aree urbane, altri tipi di uso del suolo. Le linee guida IPCC 2006 stimano tutte le emissioni e le rimozioni di gas serra di origine antropica nel settore AFOLU. Questo significa contabilizzare tutte le emissioni e le rimozioni che avvengono sulle aree che sono modificate dall’attività antropica, mentre non sono riportate quelle che avvengono in zone naturali non utilizzate dall’uomo. L’approccio di utilizzare le aree utilizzate dall’uomo come proxy per gli effetti antropici è suggerito nelle linee guida IPCC “Good Practice Guidance for Land Use, Land-Use Change and Forestry” nel 2003 (IPCC, 2003). Non è stato possibile includere il cambiamento di uso del suolo nell’inventario della 'C G 'C L ¨CB Variazione annuale dello stock di C nella biomassa (epigea e ipogea), t C anno-1 ¨CG Incremento annuale dello stock di C dovuto alla crescita della biomassa di ogni categoria di uso del suolo, t C anno-1 ¨CL Decremento annuale dello stock di C dovuto alla perdita della biomassa di ogni categoria di uso del suolo, t C anno-1 La stima della variazione dello stock di carbonio nella biomassa è stata effettuata per le categorie di uso del suolo aree a foreste e aree coltivate. Una volta ottenuta la variazione dello stock di carbonio come differenza tra il carbonio fissato e quello perso si possono ottenere le tonnellate di CO2 moltiplicando il valore ottenuto per ±44/12, con segno negativo se si tratta di un assorbimento e positivo se si tratta di una rimozione. Aree a foreste La superficie forestale utilizzata nel calcolo dell’assorbimento annuale di CO2 è quella riportata nella Carta dell’Uso del Suolo del 2005 della Provincia di Siena. In tabella 2.5.1 è riportata l’evoluzione della superficie forestale negli ultimi 20 anni a partire dal primo Inventario Forestale Nazionale del 1985, passando per l’Inventario Forestale Regionale del 1999 fino alla Carta di Uso del Suolo del 2005. Tabella 2.5.1 Evoluzione della superficie forestale in Provincia di Siena dal 1985 al 2005. Fonte dati 1° Inventario Forestale nazionale Inventario Forestale Regione Toscana Carta dell’uso del suolo della Provincia di Siena Anno ha superficie forestale 1985 1999 2005 130.401 143.424 145.726 Provincia di Siena al 2006, mentre sono stati inclusi le emissioni e gli assorbimenti La suddivisione per forma di governo delle specie governate sia a fustaia che a ceduo solamente delle aree forestali e delle aree coltivate. La contabilizzazione delle è stata effettuata utilizzando le proporzioni presenti nei dati dell’Inventario emissioni e degli assorbimenti relativi al cambiamento di uso del suolo sarà Forestale Regionale (IFR, 1999). implementata nelle edizioni successive di questo inventario. I valori di incremento annuo della biomassa delle specie governate a fustaia sono La variazione dello stock di carbonio è stata elaborata solamente per la biomassa, valori medi di boschi produttivi nella Regione Toscana, mentre i valori di mentre non è stata stimata per la lettiera e per il suolo, per carenza di dati sulla accrescimento del ceduo sono stati ottenuti dividendo il valore del growing stock gestione della lettiera nei boschi e sul contenuto di carbonio organico nei suoli (biomassa in crescita) specifico (dato IFR) per gli anni del turno di taglio che è stato coltivati. E’ stato utilizzato il metodo “Gain–Loss”, il quale prevede che la variazione considerato di 24 anni, secondo quanto riportato anche nell’indagine sullo stato delle dello stock di carbonio sia calcolata sottraendo al carbonio fissato nella biomassa foreste toscane (CRA, 2002; ARSIA, 2006). La tipologia forestale identificata come vegetale durante l’accrescimento annuale il carbonio della biomassa rimossa “ceduo” si riferisce a cedui di querceti misti. I valori di growing stock utilizzati in 38 39 Il Progetto REGES Il Progetto REGES input sono riportati nella tabella 2.5.2. Carbon gain Riflettendo la situazione comune a tutto il territorio toscano, la maggior parte dalla L’incremento annuale della biomassa forestale è stato calcolato a partire dalla superficie forestale della Provincia di Siena è costituita da querceti governati a seguente equazione (Eq. IPCC 2.9, Vol 4): ceduo (83% della superficie forestale pari a 121.000 ha), mentre i boschi a fustaia 'C G hanno una superficie poco estesa e sono costituiti da abetine e castagneti presenti i i dove principalmente nella zona del Monte Amiata. Tabella 2.5.2 Dati utilizzati per la stima della variazione di carbonio nella biomassa Forma Incremento Growing Tipo di bosco Superficie di per ettaro stock governo ha m3 (ha)-1 m3 Carta Uso IFR IFR IFR del Suolo Abete 285 17,90 381 Larice 5 17,90 381 Pino 9.340 10,30 245 Cipresso 66 14,00 128 Castagno F 641 F** 9,10 226 Castagno C 4.069 C** 7,08 170 Faggio F 777 F 9,90 288 Faggio C 447 C 8,58 206 Roverella F 1.466 F 4,70 109 Roverella C 34.795 C 3,21 77 Cerro F 3.095 F 6,40 157 Cerro C 52.390 C 4,42 106 Leccio F 978 F 5,80 190 Leccio C 24.089 C 5,42 130 Ceduo 9.916 4,42 106 Pioppo 314 10,00 227 Macchia arborea 2.665 1,80 103 Macchia arbustiva 387 1,50 22 Totale 145.726 * IFR: Inventario Forestale Regionale **F: Governo a fustaia C: governo a ceduo ¦(A x G totali x CFi ) A è l’area di una tipologia forestale, ha Gtotal è la crescita media della biomassa totale, t s.s. ha-1 anno-1 CF frazione di carbonio nella sostanza secca, t C (t s.s.)-1 i specie forestale Sono stati utilizzati i valori di default della frazione di carbonio nella biomassa legnosa di conifere e latifoglie della tabella IPCC 4.3, pari rispettivamente a 0,48 e 0,51 t C (t s.s.)-1. L’incremento annuale medio della biomassa, come somma della biomassa aerea e radicale, è stato calcolato con la seguente equazione, utilizzando il Tier 2 (Eq. IPCC 2.10): Gtotal dove ¦ ^I W x BCEFI x 1 R ` Iw è l’incremento medio annuale per una specifica vegetazione, m 3 ha-1 anno-1 BCEFI è il fattore di conversione e espansione utilizzato per stimare la biomassa radicale, t biomassa aerea (m3 di incremento)-1 R rapporto tra la biomassa radicale e quella aerea per una specifica vegetazione. I fattori di accrescimento annuo medio in m3/ha delle specie forestali provengono dall’Inventario Forestale Regionale della Toscana (Tabella 2.5.2). I valori del fattore di espansione della biomassa (BCEFI) e del rapporto radici/chioma (R) utilizzati sono di default IPCC. Per la scelta dei valori di BCEFI si è utilizzato i valori della tabella IPCC 4.5 utilizzando i valori di growing stock contenuti nell’IFR (Tabella 2.5.3). Per la scelta dei valori del rapporto tra biomassa ipogea e epigea sono stati utilizzati i L’incremento annuo di carbonio include l’accrescimento della biomassa totale, come somma della biomassa epigea e ipogea, mentre la perdita di carbonio deriva dalle valori di default della tabella IPCC 4.4 riferiti a zone con clima temperato applicando il valore di densità basale per la conversione dell’incremento annuo da m3/ha a t s.s./ha., a partire dai valori di growing stock IFR. utilizzazioni forestali e dalla biomassa persa nelle zone percorse dal fuoco. 40 41 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Tabella 2.5.3 Fattori di conversione e espansione e rapporto biomassa ipogea/epigea utilizzati. Fattore di conversione Rapporto tra la biomassa Tipo di bosco Growing stock e di espansione ipogea e epigea m3 t (m-3) t bi s.s. (t be s.s.)-1 IFR BCEFI R Abete 381 0,60 0,20 Larice 381 0,60 0,20 Pino 245 0,69 0,29 Cipresso 128 0,53 0,40 Castagno F 226 0,48 0,46 Castagno C 170 0,60 0,46 Faggio F 288 0,48 0,46 Faggio C 206 0,48 0,46 Roverella F 109 0,60 0,30 Roverella C 77 0,90 0,30 Cerro F 157 0,60 0,30 Cerro C 106 0,60 0,30 Leccio F 190 0,60 0,30 Leccio C 130 0,60 0,30 Ceduo 106 0,60 0,30 Pioppo 227 0,48 0,24 Macchia arborea 103 0,90 0,30 22 1,30 0,46 Macchia arbustiva * i = ipogea; e = epigea In tabella 2.5.4 sono riportati i dati utilizzati per il calcolo dell’assorbimento forestali. 'C L dove Lwood removal Ldisturbances Lwood-removals biomassa rimossa con le utilizzazioni forestali Ldisturbances biomassa persa a causa degli incendi Biomassa persa a causa degli incendi La perdita di biomassa nelle aree percorse dal fuoco è stata contabilizzata utilizzando l’Eq. 2.14 della metodologia IPCC per la biomassa persa per disturbi all’ecosistema forestale. Non è stata considerata la combustione del carbonio contenuto nella lettiera e nel suolo. L’equazione utilizzata è la seguente: Ldisturbance dove Adisturbance x BW x (1 R) x CF x fd A area percorsa dal fuoco per specie forestale, ha Bw biomassa disponibile per la combustione, t ha-1 CF frazione di carbonio fd frazione della biomassa persa I dati sulle superfici forestali percorse dal fuoco, suddivise per tipo di bosco, sono stati forniti dal corpo forestale. Per calcolare la biomassa epigea disponibile per la combustione (BW) sono stati utilizzati i dati di growing stock per tipo di bosco per ettaro, contenuti nell’Inventario Forestale Regionale, moltiplicati per i rispettivi valori di densità basale di default IPCC. forestale di ogni tipo di copertura boschiva presente nella provincia. Si riporta ad esempio il calcolo degli assorbimenti per la superficie ad abete, effettuato utilizzando le equazioni presentate in precedenza (Eq. IPCC 2.9 e 2.10): ¨CG=A•IV•BCEFI•(1+R)•CF ¨CG= 285•17,9•0,6•(1+0,2)•0,48=1.763 t C assorbito anno-1 pari a 6.466 t di CO2 La quantità complessiva di carbonio fissata dalle specie forestali presenti è di 307.549 t di C (Tabella 2.5.4), pari a 1.127.679 t di CO2. Carbon loss La biomassa persa nell’anno dell’inventario è stata calcolata includendo quella combusta negli incendi e quella rimossa con le utilizzazioni forestali, facendo riferimento all’Eq. IPCC 2.11. Rispetto a questa equazione non è stata considerata la biomassa legnosa utilizzata come legna da ardere (Lfuelwood) per carenza di informazioni sulle quantità rimosse, oltre a quella già compresa nelle utilizzazioni 42 43 1.127.679 307.549 6.466 114 150.701 1.216 7.640 47.208 10.082 5.026 10.052 244.243 28.896 337.505 8.270 190.319 63.883 3.498 10.497 2.062 1.763 31 41.100 332 2.084 12.875 2.750 1.371 2.741 66.612 7.881 92.047 2.255 51.905 17.423 954 2.863 562 ¨C = A•Gtotal•CF 0,48 0,48 0,48 0,48 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 CF bosco in modo da ottenere la biomassa totale per tipo di bosco. Dalla biomassa epigea si è ricavato quella ipogea utilizzando il rapporto tra la biomassa e 0,51 per le latifoglie) e poi per la frazione della biomassa effettivamente distrutta 12,9 12,9 9,2 10,4 6,4 6,2 6,9 6,0 3,7 3,8 5,0 3,4 4,5 4,2 3,4 6,0 2,1 2,8 Tabella 2.5.5 Dati utilizzati per il calcolo della biomassa disponibile per la combustione. Growing Dato Aree boscate Densità basale Dato utilizzato stock utilizzato 0,20 0,20 0,29 0,40 0,46 0,46 0,46 0,46 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,24 0,30 0,46 R BCEFI Default IPCC Tab. 4.5 dall’incendio, considerata pari al 100%, utilizzando un approccio conservativo. 0,60 0,60 0,69 0,53 0,48 0,60 0,48 0,48 0,60 0,90 0,60 0,60 0,60 0,60 0,60 0,48 0,90 1,30 Gtotal = Iv•BCEFI•(1+R) totale combusta è stata moltiplicata per la frazione di carbonio (0,48 per le conifere Gtotal ha m3 t s.s. (m-3) Forestale IFR IFR Altofusto resinose 245 Pino 0,32 Altofusto latifoglie 170 Castagno 0,58 Fagus sylvatica Altofusto misto 170 Castagno 0,58 Fagus sylvatica Ceduo semplice e matricinato 106 0,58 Ceduo composto 106 Cerro Cerro 0,58 Quercus spp. Quercus spp. Boschi radi e fort. degradati 103 Macchia med. 0,58 Quercus spp. Macchia mediterranea 103 Macchia med. 0,58 Quercus spp. Default IPCC Tab 4.14 Default IPCC Tab 4.14 Pinus strobus La quantità di carbonio contenuta nella biomassa persa a causa degli incendi è riportata in Tabella 2.5.6. Iv 17,90 17,90 10,30 14,00 9,10 7,08 9,90 8,58 4,70 3,21 6,40 4,42 5,80 5,42 4,42 10,00 1,80 1,50 Eq. 2.9 Default IPCC Tab. 4.3 approssimazioni utilizzate sono riportate in Tabella 2.5.5. ipogea/epigea (R), impiegando i valori di default IPCC. La quantità di biomassa Default IPCC Tab. 4.4 Eq. 2.10 Tier 2 presente nelle tabelle IPCC, per poter utilizzare i dati dell’inventario forestale. Le La biomassa disponibile per ettaro è stata moltiplicata per gli ettari di ogni tipo di IFR (m3/ha) [t biomassa (m3)-1] [t bi s.s. (t be s.s.)] t s.s./ha [t C (t s.s.)-1] t C anno-1 t CO2 anno-1 Biomassa rimossa con le utilizzazioni forestali boschivo”) dal momento che l’impiego finale di molti prodotti legnosi consente di * i = ipogea; e = epigea 145.726 Totale Abete Larice Pino Cipresso Castagno F Castagno C Faggio F Faggio C Roverella F Roverella C Cerro F Cerro C Leccio F Leccio C Ceduo Pioppo Macchia arborea Macchia arbustiva A Equazione utilizzata 285 5 9.340 66 641 4.069 777 447 1.466 34.795 3.095 52.390 978 24.089 9.916 314 2.665 387 dovrebbe includere anche il carbonio fissato nei prodotti legnosi (carbonio “extra- Carta uso del suolo Eq. e fonti Tipo di bosco per specie forestale prevalente si è deciso di riportarle ad una specie forestale Una valutazione corretta delle funzioni di stoccaggio collegate al settore forestale (ha) Totale CO2 Totale C Frazione di carbonio Crescita media annua della biom. epigea e ipogea Rapporto tra la biomassa ipogea e epigea Fattore di conversione ed espansione della biomassa Incremento annuo della biomassa epigea Superficie per tipo di bosco Tabella 2.5.4 Assorbimento di C e conversione a CO2 dei boschi della Provincia di Siena, stimato dalle superfici forestali della Carta dell’uso del suolo 2005. Poiché le categorie delle superfici forestali percorse dal fuoco non sono dettagliate espandere, anche se temporaneamente, la funzione fissativa dell’anidride carbonica da parte delle piante. Tuttavia, la difficoltà di riportare con trasparenza e credibilità tali dati e la mancanza di una metodologia condivisa a livello internazionale, hanno suggerito di rinviare il reporting dei prodotti legnosi al secondo periodo d’impegno (2013-17) per gli inventari nazionali ufficiali da inviare all’Unione Europea e al biomassa forestale. Il metodo utilizzato per stimare la quantità di carbonio perso con la rimozione di biomassa legnosa dai boschi attraverso le utilizzazioni forestali parte dall’equazione elaborata a partire dall’eq. IPCC 2.12. Lwood removals dove ^Q x CF ` Lwood-removals quantità di C perso a causa della rimozione della biomassa, t C anno-1 Q biomassa delle utilizzazioni forestali t s.s. anno-1 legname da conifere e da latifoglie. Questa quantità di legname fresco tagliato è Eq. e fonti 46 Tipo di area stata portata a tonnellate di materia secca moltiplicando il dato in input per 0,5, 1.195,80 338,71 13,71 1,69 300,41 349,35 134,75 57,19 100 100 100 100 100 100 100 0,48 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,51 0,20 0,24 0,24 0,30 0,30 0,30 0,46 CF R Equazione utilizzata I dati sulle utilizzazioni forestali sono stati forniti dal Corpo Forestale in tonnellate di ipotizzando un contenuto in acqua pari al 50% del peso fresco (Tabella 2.5.7). Ldisturbance fd Eq. 2.14 Ldist=Adist•BW •(1+R)•CF•fd t C anno-1 % CF frazione di carbonio nella sostanza secca, t C (t s.s.)-1 28,38 biomassa legnosa da latifoglie è stato detratto dall’accrescimento annuo della * i = ipogea; e = epigea effettivamente consumata. Quindi per questo scenario solamente il 20% della Totale le emissioni relative alla frazione esportata al territorio dove la legna è 78,40 98,60 98,60 61,48 61,48 59,74 59,74 Provinciale del Corpo Forestale di Siena). Proprio per questo si è deciso di addebitare 0,32 0,58 0,58 0,58 0,58 0,58 0,58 territorio della Provincia di Siena (Comunicazione personale, Coordinamento 245 170 170 106 106 103 103 utilizzato come legna da ardere, e di questa circa l’80% viene esportata fuori dal 7,50 0,22 0,03 7,37 8,57 3,40 1,29 provinciale del corpo forestale, si è evinto che la totalità del legname tagliato viene Aree boscate Alto fusto resinose Altofusto latifoglie Altofusto misto Ceduo semplice e matricinato Ceduo composto Boschi radi e fort. degradati Macchia mediterranea specie forestali di latifoglie, da informazioni raccolte presso il coordinamento BW spostata anche di diversi decenni nel futuro. Per quel che riguarda le utilizzazioni di D.B. stato deciso di non contabilizzare le emissioni associate ad una degradazione G.S. fossero utilizzate completamente per prodotti durevoli (mobili, edilizia,..) e quindi è Adisturbance Nel secondo scenario le utilizzazioni legnose di conifere sono state considerate come BW= G.S.•D.B. sono state attribuite al sistema territoriale dove il legname è utilizzato. Default IPCC Tab. 4.3 2. Le utilizzazioni forestali sono state distinte per tipologia di uso, e le emissioni Tabella 2.5.6 Calcolo delle emissioni provocate dagli incendi di aree boscate. indipendentemente dall’uso del legname tagliato. Default IPCC Tab. 4.4 forestale, Default IPCC biomassa detratto IFR della stato Forestale annuo è t C (t s.s.)-1 dall’accrescimento forestali t bi s.s. (t be s.s.)-1 utilizzazioni (t s.s.) completamente nelle t s.s. (m3)-1 contenuto (m3) carbonio (ha) 1. Il Rapporto tra la biomassa ipogea ed epigea prodotti legnosi. I due scenari possono essere così schematizzati: Biomassa epigea dell’inventario nazionale, mentre il secondo considera la destinazione di impiego dei Densità basale legate alle utilizzazioni forestali, dei quali il primo utilizza la stessa metodologia Growing stock In questo studio sono presentati due scenari per la contabilizzazione delle emissioni Area percorsa dal fuoco Segretariato IPCC. Frazione di Frazione di carbonio biomass a persa Perdita annuale di carbonio per incendio Il Progetto REGES Il Progetto REGES 7.408 7.408 0 Lwood-removals Tabella 2.5.8 Bilancio del carbonio nelle aree forestali. Scenario I Scenario II tC t CO2 tC t CO2 C fissato sup. forestale C perso per incendi C perso per rimozione -307.549 1.196 37.865 -1.127.679 4.385 138.837 -307.549 1.196 7.408 -1.127.679 4.385 27.162 Bilancio -268.488 -984.458 -298.945 -1.096.133 0,51 0,48 A questo valore va ancora aggiunto l’incremento della biomassa compiuto nell’anno CF Lwood-removals=t•CF Default IPCC Tab. 4.3 t C (anno)-1 t C (t s.s.)-1 C perso per rimozione della biomassa Frazione di carbonio 37.865 37.038 826 0,51 0,48 Lwood-removals CF Lwood-removals=t•CF Default IPCC Tab. 4.3 t C (anno)-1 t C (t s.s.)-1 C perso per rimozione della biomassa Frazione di carbonio forestali è presentato in Tabella 2.5.8. dell’inventario dalle colture perenni, contabilizzato nella sezione successiva, dedicata alle aree coltivate. Aree coltivate 14.525 14.525 0 permanenti dipende dal tipo di coltura, dalle pratiche agricole, dal suolo e dal clima t s.s. Quantità di biomassa 74.346 72.624 1.721 t s.s. Quantità di biomassa La quantità di carbonio immagazzinata o rilasciata dalla biomassa di colture di un determinato territorio. Ad esempio le colture annuali (es. cereali, orticole) sono raccolte ogni anno, in questo modo non si ha un accumulo di carbonio nella biomassa. Al contrario, le colture arboree quali frutteti, vigneti e oliveti, possono immagazzinare quantità significative di carbonio nella biomassa legnosa. E’ stato considerato quindi l’accumulo di carbonio nella biomassa legnosa delle 29.050 29.050 0 superficie coltivata a specie legnose. t Quantità di biomassa rimossa 148.691 145.249 3.442 t Quantità di biomassa rimossa specie arboree coltivate, quali vigneti, oliveti e frutteti, utilizzando i dati ISTAT di Facendo uso di dati di letteratura validi per il centro Italia (Centro di Ricerca sulle Biomasse, Università di Perugia) per i valori di residui colturali che è possibile ottenere da frutteti, oliveti e vigneti, si è poi ipotizzato che questi corrispondano all’80% della crescita totale annuale della pianta e che, quindi, il 20% dell’accrescimento rimanga sulla pianta. Questa quantità è stata poi moltiplicata per il valore di umidità medio del legno (valore di letteratura) per ottenere le tonnellate di sostanza secca per ettaro. Questo valore è stato poi moltiplicato per gli ettari di Totale legnose agrarie, pari a 0,5 t C per tonnellata di sostanza secca. Latifoglie Conifere Scenario II Totale Latifoglie Conifere coltura legnosa corrispondente e per la frazione di carbonio IPCC tipica delle colture Scenario I Tabella 2.5.7 Scenari di contabilizzazione delle quantità di carbonio perse con le utilizzazioni forestali. Il bilancio tra il carbonio fissato e quello perso nell’anno dell’inventario nelle aree Nella tabella 2.5.9 è presentato il calcolo per l’incremento in carbonio della biomassa effettuato in un anno dagli ettari coltivati con colture arboree. L’incremento netto è di 4.107 tonnellate di carbonio. 49 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Emissioni da attività zootecnica Emissioni da fermentazione enterica Tabella 2.5.9 Assorbimento della CO2 da parte delle colture arboree. Area a Biomassa Coltura Residui Biomassa coltivazioni sulla Umidità Biomassa legnosa colturali totale legnose pianta Incremento Frazione annuo di C Incremento Assorbimento della nella del C in CO2 biomassa biomassa microbica e ridotti in molecole più semplici. La quantità di CH4 prodotta con la t (ha)-1 t (ha)-1 t (ha)-1 % t s.s. (ha)-1 t s.s. A RC RC/80*100 B20% U Bss = B20%•U B=A*Bss 271 2,6 3,25 0,65 50 0,33 88,1 0,5 44 161 Vigneto 18.845 2,9 3,63 0,73 35 0,25 4781,9 0,5 2391 8.767 costituiscono le principali specie fonte di emissione di CH4 enterico. Oliveto 15.200 2,2 2,75 0,55 40 0,22 3344,0 0,5 1672 6.131 Per il calcolo di questa categoria di emissioni sono stati utilizzati dati di attività Totale 34.316 4.107 15.059 locali (n° capi allevati) e fattori di emissione nazionali, utilizzando una metodologia CF t CO2 anno-1 enterica, il processo digestivo che vede i carboidrati ingeriti aggrediti dalla flora ha Frutteto t C (t s.s.)-1 ¨CB t C yr-1 Il metano è prodotto negli erbivori come un co-prodotto della fermentazione fermentazione enterica degli animali allevati dipende principalmente dal numero dei ¨CB=B•CF Aggiornando il bilancio del carbonio aggiungendo anche l’assorbimento di CO2 da parte delle specie legnose coltivate si ottiene il seguente risultato (Tabella 2.5.10). capi, dal tipo di sistema digestivo e dal cibo consumato. Bovini, bufalini e ovini di Tier 1, ovvero non è stata effettuata una caratterizzazione della popolazione e dell’alimentazione degli animali allevati. I dati relativi ai capi allevati in Provincia di Siena nel 2006 sono stati ricavati dalle statistiche dell’Anagrafe Zootecnica Nazionale per quel che riguarda i bovini e dalla Tabella 2.5.10 Bilancio del carbonio forestale e agrario. Assorbimenti e rimozioni Scenario I Scenario II tC tC Carbon Gain C fissato sup. forestale C fissato sup. coltivata -307.549 -4.107 -307.549 -4.107 Totale -311.656 -311.656 Carbon loss C perso per incendi C perso per rimozione 1.196 37.865 1.196 7.408 Totale 39.061 8.604 -272.595 -999.517 -303.052 -1.111.192 Bilancio in t C Bilancio in t CO2 Camera di Commercio di Siena per tutti gli altri. In tabella 2.5.11 sono presentati i fattori di emissione, tratti dal MNFE, in kg di CH4 per capo per anno dovuti alla fermentazione enterica degli animali. La stima delle emissioni prodotte è stata effettuata utilizzando l’equazione IPCC 10.19, dove il numero di capi è moltiplicato per il rispettivo fattore di emissione. 2.5.2 Emissioni dalle attività agricole Le emissioni di gas serra strettamente legate alle attività agricole si possono dividere Tabella 2.5.11 Emissioni di metano da fermentazione enterica. Tipo di capo allevato n° capi Fattore di emissione (MNFE) Emissioni CH4 kg CH4 / capo anno kg CH4 n FE E=n × FE Bovini da carne 11.125 53,6 596.300 Bovini da latte 1.847 117,6 217.207 Ovini 114.864 8,0 918.912 Caprini 1.638 5,0 8.190 Equini 4.307 18,0 77.526 Suini 45.690 1,5 68.535 TOTALE 179.471 1.886.670 in due grandi categorie, secondo la sorgente di emissioni: l’attività zootecnica, per le emissioni di metano (CH4) da fermentazione enterica di bovini, ovini, suini e equini e Emissioni di metano da gestione del letame prodotto la conseguente gestione del letame; l’addizione di azoto al suolo, attraverso Lo stoccaggio e il trattamento del letame prodotto negli allevamenti industriali e la fertilizzanti sintetici, ammendanti organici, residui colturali. Oltre a generare CH4, il deposizione del letame degli animali al pascolo sono fonte di emissioni di metano e letame è responsabile di emissioni di protossido di azoto in piccola entità, che di protossido d’azoto. Sono stati utilizzati come dati di attività il numero di capi possono risultare comunque rilevanti visto l’elevato potenziale serra che ha questo allevati e come fattori di emissione, misurati in kg di metano per capo, i valori gas. riportati nel MNFE, utilizzando una metodologia di livello Tier 1 (Eq. IPCC 10.22). I fattori di emissione per le emissioni di metano sono presentate in tabella 2.5.12. 50 51 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Tabella 2.5.12 Emissioni di metano dovute alla gestione del letame prodotto dagli animali allevati. Tipo di capo allevato Bovini da carne Bovini da latte Ovini Caprini Equini Suini TOTALE n° capi n 11.125 1.847 114.864 1.638 4.307 45.690 179.471 Fattore di emissione (MNFE) Emissioni da gestione del letame kg CH4 / (capo anno) FE 11,80 20,00 0,19 0,12 1,40 8,24 Eq. IPCC 10.22 kg CH4 E=n *FE 131.275 36.940 21.824 197 6.030 376.486 572.751 Tabella 2.5.13 Emissioni dirette di protossido d’azoto per gestione del letame prodotto dagli animali allevati in stabulazione fissa. Capi allevati Tipo di smaltimento n° capi Azoto escreto Totale N escreto kg N/capo anno kg N tot Nex 110,20 48,50 28,30 Nex tot=n*Nex 193.362 512.584 1.222.503 1.928.450 n 1.755 10.569 43.198 55.521 Bovini da latte Bovini da carne Suini TOTALE Quantità di Emissioni N perso dirette di per N2O da emissione gestione del letame diretta kg N2O EF3 0,002 0,002 0,002 387 1.025 2.445 3.857 608 1.611 3.842 6.061 Le emissioni indirette sono causate dalle perdite per volatilizzazione dell’azoto che Emissioni di protossido d’azoto da gestione del letame prodotto avviene principalmente in forma di NH4+ e NOx. A partire dai dati di attività e di In questa sezione sono contabilizzate le emissioni di protossido d’azoto prodotte direttamente o indirettamente dallo stoccaggio e dalla gestione del letame prodotto dagli animali allevati, prima che questo sia applicato al suolo. Le emissioni dirette di N2O sono prodotte dai processi di nitrificazione e denitrificazione dell’azoto contenuto nel letame, durante i processi di stoccaggio e trattamento; le emissioni indirette sono generate dalle perdite di azoto volatile che forma prevalentemente conversione utilizzati fino ad ora è stato possibile utilizzare una metodologia di Tier 2. La stessa quantità di azoto totale prodotto, adottata per il calcolo delle emissioni dirette, è stata utilizzata per calcolare la quantità di emissioni indirette prodotte dalla volatilizzazione, utilizzando il fattore di emissione IPCC di 0,01 kg N2O-N/kg N escreto. Il valore della frazione che volatilizza è di default IPCC (30%). NOx. Le emissioni di N2O sviluppate dal letame prodotto dagli animali al pascolo saranno considerate nella prossima sezione sulle emissioni da addizione di azoto al suolo, mentre sono considerate le emissioni dagli allevamenti a stabulazione fissa. Tabella 2.5.14 Emissioni indirette di protossido d’azoto per gestione del letame prodotto dagli animali allevati. Si è considerato che l’allevamento dei bovini sia condotto in stabulazione fissa per il 95% degli animali, il resto sia invece condotto con metodo estensivo, al pascolo, in Capo allevato mancanza di report provinciali che specificassero il numero di capi allevati in modo Nex N° capi Azoto escreto Commercio, divisi tra suini (2.492 capi) e altri suini (43.198 capi) considerando i primi come razze locali (cinta senese) e i secondi come allevamenti industriali. E’ 10.25, propria del Tier 1, ma utilizzando come tasso di escrezione dell’azoto dei valori nazionali (Regione Emilia-Romagna, 2007). Frazione che volatilizza Azoto perso per volatizz. EF4 Emissioni indir. N2O Eq. IPCC 10.26 estensivo. Per l’allevamento dei suini si sono utilizzati i dati della Camera di stato utilizzato un livello Tier 2 della metodologia, utilizzando l’equazione IPCC Totale N escreto n kg N/capo kg N tot anno Nex Nex tot=n*Nex Bovini da latte 1.755 110,20 Bovini da carne 10.569 48,50 Suini 43.198 TOTALE 55.521 28,30 % kg N/ anno kg N2O-N kg N2O Fracgas Nvol=Nex tot*Fracgas EF4 N2Ovol=Nvol*EF4*44/28 193.362 512.584 30 30 58009 153775 0,01 912 2.416 1.222.503 30 366751 5.763 578535 9.091 1.928.450 E’ stato calcolato il quantitativo di azoto prodotto, a partire dal tasso di escrezione annuo, moltiplicato per il fattore di emissione IPCC di 0,002 kg N2O-N/kg N escreto, e Le perdite per volatilizzazione e lisciviazione dell’azoto escreto dagli animali al questo a sua volta moltiplicato per il fattore di conversione da azoto a protossido di pascolo sono contabilizzate nella sezione successiva. azoto 44/28 (Tabella 2.5.13). La restante quantità di azoto contenuta nel letame è utilizzata per il calcolo delle emissioni di protossido d’azoto, dopo aver aggiunto al totale dell’azoto prodotto 52 53 Il Progetto REGES Il Progetto REGES anche la quantità di azoto contenuta nel giaciglio degli animali (dati di default IPCC) fonte di N2O. (Tabella 2.5.15). Emissioni dirette Le fonti di azoto considerate per la stima delle emissioni dirette sono quindi: Tabella 2.5.15 Azoto contenuto nei giacigli degli animali allevati in stabulazione fissa Azoto contenuto nel giaciglio NbeddingMS kg N/(capo anno) Bovini da latte 7 Bovini da carne 4 Suini 0,8 1. Fertilizzanti sintetici 2. Fertilizzanti organici 3. Deiezioni degli animali al pascolo 4. Residui colturali La quantità di azoto che è applicato al suolo proveniente dal letame prodotto dall’allevamento degli animali è calcolato a partire dall’equazione IPCC 10.34, dove all’azoto totale escreto vengono sottratte le frazioni perse in emissioni dirette e indirette. Il quantitativo di azoto che è applicato al suolo è di 1.435.174 kg/anno. gas, in realtà, è prodotto naturalmente nel suolo in seguito ai processi microbici e di nitrificazione e denitrificazione. Il protossido di azoto è un intermedio gassoso nella sequenza di reazioni che portano alla denitrificazione (NO3¯ J N2) e un co-prodotto della nitrificazione che esce dalle cellule microbiche per finire nel suolo e infine in atmosfera. Uno dei principali fattori di controllo in questa reazione è la disponibilità di azoto inorganico nel suolo, che può aumentare in modo considerevole nei suoli agricoli. La metodologia IPCC permette di stimare le emissioni di N2O attraverso la quantità di N distribuito al suolo dall’uomo, considerando quindi le attività di uso dei fertilizzanti sintetici e di origine organica, il letame, i residui colturali. In questo modo aumenta l’azoto disponibile per i processi microbici e, in definitiva, aumenta la quantità di N2O emesso. Sono inoltre fonte di N2O la mineralizzazione di N nei terreni organici (torbiere), e la conversione di terreni a pascolo, forestali o urbani a che però non sono la gestione dei suoli organici. proveniente dalle statistiche nazionali riferite alla scala provinciale dell’ISTAT e L’attività agricola è, nel complesso, la principale fonte di emissioni di N2O. Questo agricoli, organica, poiché questa non è stata considerata come perdita di carbonio dal suolo, e L’equazione IPCC di riferimento è la 11.1; sono stati utilizzati dati di attività Emissioni da applicazione di azoto al suolo terreni Non sono state incluse la mineralizzazione di azoto associata alla perdita di sostanza stati considerati in questa edizione fattori di emissioni di default che riportano la stima a un livello di Tier 1. Azoto applicato al suolo con i fertilizzanti sintetici I dati di attività relativi all’applicazione di fertilizzanti sintetici al suolo derivano dalle statistiche annuali provinciali (ISTAT, 2006) di fertilizzanti azotati primari distribuiti. Tabella 2.5.16 Quantità di azoto applicata al suolo con fertilizzanti sintetici semplici e composti distribuiti in Provincia di Siena nel 2006 (da fonte ISTAT). Quantità fertilizzanti Tipo di fertilizzanti Quantità di azoto distribuita distribuita q q Primari Binari Ternari 167.539 48.750 32.253 51.226 8.888 4.838 Totale 248.542 64.952 Azoto applicato al suolo con i fertilizzanti organici dell’inventario. Per i fertilizzanti organici è stato utilizzato l’apporto di azoto totale calcolato nella Le emissioni provenienti da input antropici possono quindi derivare direttamente dal sezione precedente, come letame prodotto dagli animali allevati in allevamenti in suolo fertilizzato o indirettamente dalla volatilizzazione dei fertilizzanti in forma di stabulazione. Non è stato invece considerato l’apporto di azoto organico da uso di NH3 e NOx. Questi ultimi, per successiva rideposizione e attraverso la lisciviazione e il compost poiché si conosce la quantità prodotta in Provincia di Siena ma non si run-off, ovvero i processi di perdita dei nutrienti nel suolo a seguito della dispone di stime di quella effettivamente applicata al suolo. penetrazione delle acque nel suolo e del ruscellamento in superficie, possono essere 54 55 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Azoto applicato al suolo dagli animali al pascolo Per il calcolo dell’azoto apportato con i residui colturali si è utilizzata l’equazione L’azoto prodotto dagli animali allevati al pascolo è calcolato a partire dal dato di IPCC 11.6 riportata di seguito. attività degli animali allevati in questo modo e dal fattore di emissione di default IPCC, utilizzando un Tier 2 poiché si adottano fattori di escrezione dell’azoto FCR ¦ ^Crop (T ) > @ x AreaT x Fracrenew(T ) x RAG (T ) x N AG (T ) x 1 Fracremove (T ) RBG (T ) x N BG (T ) ` T nazionali (Regione Emilia-Romagna, 2007). Come detto in precedenza si è stimato dove che un 5% dei bovini totali fosse allevato al pascolo, e sono contabilizzate le emissioni di suini, equini ovini e caprini. L’equazione utilizzata è la 11.5 IPCC. Tabella 2.5.17 Azoto prodotto dagli animali al pascolo. Azoto organico applicato al suolo dagli animali al pascolo N° capi kg N/(capo anno) Nex 110 49 28 5 38 n 92 556 2.492 116.502 4.307 123.950 Bovini da latte Bovini da carne Suini Ovini Equini Totale Azoto prodotto dagli animali al pascolo Azoto escreto kg N anno FPRP =n*Nex 10.177 26.978 70.524 576.685 163.451 847.814 FCR quantità annuale di azoto nei residui colturali che ritorna al suolo ogni anno, kg N anno-1 Crop resa in sostanza secca per ettaro per coltura coltivata, kg s.s. ha -1 Area area coltivata sottoposta a taglio della biomassa, ha anno-1 Fracrenew frazione dell’area totale della coltura T che è rinnovata RAG Rapporto tra residui della biomassa ipogea e quantità della coltura raccolta kg s.s. (kg s.s.)-1 NAG contenuto in azoto dei residui colturali ipogei kg N (kg s.s.)-1 Fracremove frazione dei residui colturali epigea rimossa annualmente kg N (kg crop-N)-1 RBG Rapporto tra i residui colturali ipogei e la quantità raccolta per coltura kg N (kg s.s.)-1 NBG contenuto in azoto dei residui colturali ipogei, kg N (kg s.s.)-1 T tipo di coltura o foraggio Si è considerato che per le colture cerealicole sia rinnovato ogni anno il 100% dell’area, come consigliato nelle linee guida per le specie annuali, mentre per le superfici a colture foraggere temporanee è considerata una durata di 3 anni e per Azoto applicato al suolo con i residui colturali quelle permanenti di 10 anni. E’ stato considerato l’apporto di azoto al suolo da parte dei residui colturali che Sono stati usati per il calcolo della biomassa epigea e ipogea e per il contenuto in ritorna al suolo annualmente, considerando sia la biomassa epigea che ipogea e le azoto i valori di default IPCC, mentre per la frazione della biomassa epigea rimossa specie azotofissatrici. La produzione delle colture coltivate in Provincia di Siena è sono stati usati valori medi nazionali (Bonciarelli, 1999). stata stimata da dati ISTAT presentati in tabella 2.5.18. Dalla quantità prodotta è In tabella 2.5.19 è riportato il calcolo dell’azoto apportato con i residui calcolati. In stata calcolata la sostanza secca utilizzando valori di default IPCC. tabella 2.5.20 sono riportati i calcoli che hanno permesso di passare dalla quantità di azoto applicato al suolo dalle varie fonti alle emissioni di protossido d’azoto. Tabella 2.5.18 Produzioni agricole con residui colturali considerati Coltura coltivata Cereali Radici e tuberi Foraggio leguminose Altro foraggio Produzione raccolta Area coltivata Prod. totale Frazione di sostanza secca q/ha 32,7 221,9 150,7 29,5 ha 57.285 160 14.420 1.900 q 1.711.620 35.500 2.173.000 56.000 % 88 22 90 90 I fattori di emissione utilizzati per le emissioni dirette di azoto al suolo sono di Produzione raccolta totale default IPCC e pari a 0,01 kg N2O-N/kg N input per l’azoto proveniente da q s.s. 1.506.226 7.810 1.955.700 50.400 fertilizzanti, letame e residui colturali e due fattori di emissione per l’azoto 56 57 proveniente dalle deiezioni al pascolo a seconda della tipologia animale allevata, 0,02 kg N2O-N/kg N input per bovini e suini e 0,01 kg N2O-N/kg N input per ovini ed equini. 3.023.699 FCR 1.238.134 10.620 1.478.472 296.473 Le emissioni indirette di N2O sono dovute alla volatilizzazione e alla successiva 0,009 0,014 0,022 0,012 NBG deposizioni atmosferiche fertilizzano a loro volta il suolo, aumentando la produzione 187.150 102.067 22.553 3.384 11.631 47.515 N2ODirette Emissioni dirette di N2O dal suolo kg Questa frazione entra nelle acque sotterranee, nei fiumi e nelle aree umide fino a raggiungere il mare. Questo azoto aumenta l’attività biogenica nelle acque che 119.096 emissioni indirette costituiscono una frazione minoritaria ma non trascurabile delle 64.952 14.352 2.154 7.401 30.237 N2Odirect-N kg N-N2O /anno N2O-N input trasforma l’azoto attraverso i processi di nitrificazione e denitrificazione. Le emissioni di N2O e sono una diretta conseguenza dell’utilizzo dei fertilizzanti. Come dati di attività sono stati utilizzati i dati di distribuzione dei fertilizzanti sintetici semplici e composti distribuiti (ISTAT, 2006) e come fattori di emissione i FE per N in input kg N2O-N/kg N input EF1 Input N kg N anno-1 N2O-Ninput valori di default IPCC, utilizzando quindi una metodologia di livello Tier 1. E’ stata utilizzata l’equazione 11.9 per la stima delle emissioni indirette da volatilizzazione. 11.801.877 0,01 0,01 0,02 0,01 0,01 Tabella 2.5.21 Emissioni indirette di protossido d’azoto per volatilizzazione dei fertilizzanti Emissioni Frazione Azoto FE per azoto che indirette che che Fonte di azoto Input N volatilizza di N2O gasifica volat. da volat. kg N anno-1 % kg N-NH3+N-NOx v. kg N2O-N kg N2O FRACGASF EF4 N2O-Ninput Fertilizzanti sintetici Fertilizzanti organici Escrezioni al pascolo 6.495.189 1.435.174 847.814 Totale 8.778.177 10 20 20 0,01 0,01 0,01 6.495 2.870 1.696 10.207 4.511 2.665 17.382 Partendo dall’azoto applicato al suolo dai fertilizzanti sintetici e organici si sono adottati come fattori di emissione rispettivamente 0,1 kg e 0,2 kg N2O-N/kg N applicato. Per la quantità di emissioni proveniente dall’azoto lisciviato, si è assunto Totale 6.495.189 1.435.174 107.679 740.136 3.023.699 Fertilizzanti sintetici Fertilizzanti organici Escrezioni al pascolo Escrezioni al pascolo Residui colturali EMISSIONI DIRETTE DAL SUOLO 23.726 127.865 inoltre perso dai suoli agricoli attraverso i processi di lisciviazione e run-off agricolo. un 30% di azoto (Bonciarelli, 1999) che liscivia sul totale applicato e un fattore di emissione di 0,0075 kg N2O-N kg/kg di azoto lisciviato. Totale Tabella 2.5.20 Emissioni dirette di protossido d’azoto da applicazione di azoto al suolo. 0,533 0,454 0,862 1,308 22 20 40 54 60 70 80 80 0,006 0,019 0,027 0,015 1,425 1,270 1,155 1,422 Cereali 2.629 57.285 Radici e tuberi 4.881 160 Foraggere temporanee 13.562 14.420 Foraggere permanenti 2.653 56.000 100 100 30 10 3,7 6,2 15,7 3,8 Nag FracRenew AG RAG = AG/R Fracremove RBG-BIO RBG= RBG-BIO*(AG*1000*R)/R biogenica di N2O. Una considerevole parte dell’azoto contenuto nei fertilizzanti è A ha kg s.s. Emissioni indirette deposizione di NH3 e NOx, gas originati dall’applicazione dei fertilizzanti. Le R kg N /kg s.s. kg N anno kg s.s. % % kg s.s./kg s.s. kg N/kg s.s. t/ha Area Emissioni da residui colturali Resa % Rapporto Contenuto Frazione tra i N dei dei residui residui residui epigei ipogei e la colturali quantità rimossa epigei raccolta Rapporto Frazione Residui residui area colturali epigei/coltura rinnovata epigei raccolta Tabella 2.5.19 Azoto applicato al suolo con i residui colturali. Rapporto tra i residui ipogei e la quantità raccolta Quantità Contenuto N di azoto dei residui nei colturali residui ipogei colturali Il Progetto REGES 59 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Tabella 2.5.22 Emissioni indirette di protossido d’azoto per lisciviazione. Fertilizzanti sintetici Fertilizzanti organici Escrezioni al pascolo Residui colturali Totale Input N Frazione che liscivia FE per azoto che liscivia Azoto che lisc. kg N anno-1 N2O-Ninput % FRACGASF kg N-NH3+N-NOx v. EF4 kg N2O-N 6.495.189 1.435.174 847.814 3.023.699 30 30 30 30 0,0075 0,0075 0,0075 0,0075 11.801.877 netta di anidride carbonica, poiché il carbonio rilasciato è poi riassorbito nella Emissioni indirette di N2O da lisc. kg N2O successiva stagione vegetativa, mentre la combustione è una fonte netta di molti gas in traccia, quali CH4, CO, N2O, e NOx. Sebbene questa sia una pratica sconsigliata dalla normativa nazionale in campo agricolo e strettamente regolamentata (Legge 21.11.2000, n. 353), questa usanza non è ancora scomparsa. Queste emissioni non 14.614 3.229 1.908 6.803 22.965 5.074 2.998 10.691 sono state considerate per l’inventario della Provincia di Siena, vista l’incertezza 26.554 41.728 Tabella 2.5.25 Emissioni complessive per gas serra. sulle superfici realmente sottoposte a questo trattamento. RIASSUNTO SETTORE AFOLU Le emissioni di protossido d’azoto complessive provocate dall’applicazione al suolo di azoto sono riportate in tabella 2.5.23. Tabella 2.5.23 Emissioni complessive di protossido d’azoto da addizione di azoto al suolo. CO2 t CH4 t N2O t CO2eq t -1.106.152 2.459 259 -967.422 kg N2O Emissioni dirette 187.150 Emissioni indirette 59.110 Emissioni totali 246.260 Emissioni di CO2 da applicazione di urea L’utilizzo di urea come fertilizzante porta al rilascio della CO2 che era stata fissata nel processo di produzione industriale del fertilizzante. L’urea (CO(NH2)2) è convertita in ammonio (NH4+), ione idrossile (OH-) e bicarbonato (HCO3-), in presenza di acqua e dell’enzima ureasi. Seguendo le stesse reazioni che si verificano con l’applicazione di calce, il bicarbonato che si forma si sviluppa in CO2 e acqua. Questa categoria di emissione è inclusa perché la rimozione della CO2 dall’atmosfera durante Categorie di emissione Sorgente di emissione Gas Uso di urea CO2 CO2 Assorbimento forestale e agricolo Utilizzazioni forestali CO2 Incendi CO2 Fermentazione enterica degli animali CH4 ll i del letame Gestione CH4 Diretto da suoli agricoli N2O Indiretto da suoli agricoli N2O Gestione del letame N2O Totale settore AFOLU t CO2e 5.040 -1.142.738 27.162 4.385 47.167 14.319 55.771 17.615 3.859 -967.422 il processo industriale di produzione è a sua volta contabilizzata, presso il sito dove questa avviene. Il fattore di emissione utilizzato, di default IPCC, è di 0,2 t di carbonio per tonnellata di urea applicata, ed è equivalente al contenuto in carbonio nell’urea. Stima quindi il massimo delle emissioni, poiché è possibile che non tutta la CO2 si sviluppi nell’anno dell’applicazione. Il dato di attività è sempre da fonte ISTAT. Tabella 2.5.24 Emissioni di anidride carbonica da uso di urea. Urea applicata al suolo FE Emissioni da uso di urea t urea /anno t C/t urea t CO2/anno 6.873 0,2 5.040 Nel settore agricolo sono contabilizzate anche le emissioni derivanti dalla combustione dei residui colturali. Questa pratica non è considerata una sorgente 60 61 Il Progetto REGES Il Progetto REGES 3. Individuazione delle key categories e analisi dell’incertezza sono state messe in ordine decrescente di grandezza ed è stata calcolata la percentuale cumulativa. Rientrano nel 95% delle emissioni 8 categorie, evidenziate in tabella 3.1. Ripetendo La metodologia IPCC raccomanda, come buona pratica (IPCC, 2000) in un inventario l’analisi delle key categories Includendo anche il settore LULUCF (Tabella 3.2), delle emissioni dei gas serra, l’identificazione delle key categories. Una key category quindi con 28 categorie di emissione/rimozione, rimangono 8 le key categories è definita come una fonte di emissione che ha un’influenza significativa individuate. sull’inventario del territorio sotto analisi, rispetto alle emissioni totali o rispetto al trend delle emissioni. Il concetto di key category è nato escludendo le categorie LULUCF (Land Use, Land Use Change and Forestry) ma possono essere applicate anche a queste categorie. E’ importante individuare le key categories in un inventario, poiché su queste si accentrerà l’attenzione per un miglioramento della metodologia applicata, della qualità del dato di attività e del fattore di emissione. Esistono due approcci per identificare le key categories, il Tier1 e il Tier 2. Utilizzando il Tier 1, le key categories sono quelle sorgenti di emissione che rientrano nel 95% delle emissioni cumulative, ordinate per importanza relativa in ordine decrescente. L’approccio del Tier 2 è basato sul Tier 1, ma è più dettagliato e permette di calcolare l’incertezza complessiva di un inventario, calcolando l’incertezza delle stime delle emissioni a livello di categoria. In questo modo le key categories sono quelle che rientrano nel 95% dell’incertezza cumulativa delle categorie, che sono state precedentemente ordinate per incertezza relativa decrescente. In questo inventario sono state individuate le key categories con Tier 1 e 2 escludendo le categorie LULUCF, seguendo le linee guida IPCC, 2000, e successivamente includendo anche queste categorie. In questa edizione dell’inventario non sono state stimate le emissioni derivanti dal cambiamento di uso del suolo, che quindi non sono presenti come categorie di emissione. TIER 1 Per poter individuare le key categories è necessario attribuire il livello di’importanza (level assessment) delle categorie di emissione o rimozione considerate rispetto al valore dell’intero inventario. Il level assessment è calcolato come riportato nelle linee guida IPCC, 2000: Escludendo il settore LULUCF le categorie dei quattro settori sottoposte all’analisi delle key categories sono 25. Una volta stabilito il level assessment, le categorie 62 63 Il Progetto REGES Il Progetto REGES Tabella 3.1 Risultati dell’analisi delle key categories secondo il Tier 1 escl. il settore LULUCF. TIER 2 Gas CO CO CH4 CO N2 CH4 CO N2 CH4 N2 CH4 CO CO N2 CO CH4 N2 CO CO N2 N2 CH4 N2 CH4 CH4 Categorie Dati di emissioni e rimozioni Level assessment t CO2eq 723.506 437.610 109.978 57.997 55.771 47.167 44.511 17.615 14.319 13.966 13.433 11.050 5.040 3.859 3.053 2.650 1.501 923 756 541 305 215 57 30 21 0,462 0,279 0,070 0,037 0,036 0,030 0,028 0,011 0,009 0,009 0,009 0,007 0,003 0,002 0,002 0,002 0,001 0,001 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Smaltimenti dei rifiuti in discarica Consumo di energia elettrica importata Diretto da suoli agricoli Fermentazione enterica degli animali allevati Combustione per uso commerciale e industriale Indiretto da suoli agricoli Gestione del letame Combustione per il trasporto su strada Gestione delle acque reflue Industria ceramica e laterizi Uso di urea Gestione del letame Produzione dienergia elettrica da rifiuti Combustione per il trasporto su strada Compostaggio della frazione organica Industria vetro e cristallo Combustione per il trasporto aereo Gestione delle acque reflue Combustione per il riscaldamento Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Combustione per uso commerciale e industriale Compostaggio della frazione organica Percentuale cumulativa l’incertezza associata ad ogni categoria di emissione. 46 74 81 85 88 91 94 95 96 97 98 99 99 99 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Incertezza è un termine statistico usato per rappresentare il grado di accuratezza e precisione dei dati; spesso esprime l’intervallo di possibili valori di parametri o una misurazione intorno ad un valore preferito. Nel caso in cui i dati disponibili non siano sufficienti per sviluppare misure statistiche dell’incertezza dei dati (ad esempio l’analisi di Monte Carlo)(Romano D., 2004), si usano schemi soggettivi di valutazione per descrivere la confidenza associata a specifiche stime (APAT, 2001), ed è questa la metodologia utilizzata per l’inventario della Provincia di Siena, corrispondente a un Tier 1. Per valutare l’incertezza associata alla stima delle emissioni/rimozioni di ogni categoria considerata si è valutata l’incertezza associata al dato di attività e al fattore di emissione utilizzato per ogni categoria. Nel caso dei fattori di emissione dove sono stati utilizzati valori di default si è utilizzato il valore di incertezza suggerito dalle linee guida IPCC, 2006. Per gli altri dati si è deciso di attribuire l’incertezza in funzione dell’affidabilità del dato di attività. In tabella 3.3 sono Tabella 3.2 Risultati dell’analisi delle key categories secondo il Tier 1 incl. il settore LULUCF. Gas Categorie Dati di emissioni e rimozioni Level assessment t CO2eq CO2 CO2 CO2 CH4 CO2 N2 O CH4 CO2 CO2 N2 O CH4 N2 O CH4 CO2 CO2 CO2 N2 O CO2 CH4 N2 O CO2 CO2 N2 O N2 O CH4 N2 O CH4 CH4 Assorbimento forestale e agricolo Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Smaltimenti dei rifiuti in discarica Consumo di energia elettrica importata Diretto da suoli agricoli Fermentazione enterica degli animali allevati Combustione per uso commerciale e industriale Utilizzazioni forestali Indiretto da suoli agricoli Gestione del letame Combustione per il trasporto su strada Gestione delle acque reflue Industria ceramica e laterizi Uso di urea Incendi Gestione del letame Combustione per produzione di energia elettrica da rifiuti Combustione per il trasporto su strada Compostaggio della frazione organica Industria vetro e cristallo Combustione per il trasporto aereo Gestione delle acque reflue Combustione per il riscaldamento Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Combustione per uso commerciale e industriale Compostaggio della frazione organica 1.142.738 723.506 437.610 109.978 57.997 55.771 47.167 44.511 27.162 17.615 14.319 13.966 13.433 11.050 5.040 4.385 3.859 3.053 2.650 1.501 923 756 541 305 215 57 30 21 0,417 0,264 0,160 0,040 0,021 0,020 0,017 0,016 0,010 0,006 0,005 0,005 0,005 0,004 0,002 0,002 0,001 0,001 0,001 0,001 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 Utilizzare il Tier 2 per individuare le key categories significa calcolare in primo luogo riportati gli intervalli di incertezza considerati secondo la provenienza del dato di Percentuale cumulativa attività. Per dati provenienti dagli annali statistici nazionali o regionali (ISTAT, APAT, % IFN, IFR) si è stimata un’incertezza di basso livello, come anche considerato 42 68 84 88 90 92 94 96 97 97 98 98 99 99 99 99 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 64 dall’APAT nell’Inventario Nazionale dei gas serra 2005. Per dati provenienti da medie europee, si è applicato un livello medio di incertezza, per dati medi mondiali, di default IPCC o qualitativi si è considerato un grado di incertezza alto (Tabella 3.3). Tabella 3.3 Livelli di incertezza considerati per l’analisi dell’incertezza. Grado di incertezza: NOTE: Basso 3-5 Dati su pubblicazioni di statistiche nazionali, regionali Dati su pubblicazioni con riferimento alla scala Medio 5-20 Alto 20-50 Dati di medie mondiali, estrapolati o qualitativi L’incertezza combinata della stima delle emissioni di una categoria è stata calcolata utilizzando l’eq. IPCC 3.1 (Vol.1). L’incertezza dei vari termini è espressa in forma di percentuale. U totale U 12 U 22 U n2 dove Utotale è la percentuale di incertezza del prodotto delle quantità Ui è la percentuale di incertezza associata ad ogni termine Per calcolare invece l’incertezza associata all’intero inventario è stata utilizzata 65 Il Progetto REGES Il Progetto REGES l’eq. IPCC 3.2, da adottare quando è necessario combinare l’incertezza di termini Tabella 3.4 Incertezza combinata associata alle categorie di emissione senza il LULUCF. che si sommano, come nel caso delle incertezze delle categorie di emissione. U totale (U x x1 ) 2 (U x x 2 ) 2 (U x x n ) 2 x1 x 2 x n dove Utotale è la percentuale di incertezza nella somma delle quantità xi e Ui sono rispettivamente la quantità di incertezza e la percentuale di incertezza associata ad ogni termine Nelle tabelle 3.4 e 3.5 è riportato il calcolo dell’incertezza combinata per ogni categoria dell’inventario, calcolata con l’eq. IPCC 3.1 sopra presentata, con e senza il settore LULUCF. Dopo aver calcolato l’incertezza combinata è possibile procedere con l’analisi delle key categories secondo il Tier 2, ovvero ordinando le categorie per incertezza combinata decrescente, considerare key categories quelle categorie che coprono il 95% dell’incertezza cumulativa. L’analisi è riportata nelle tabelle 3.6 e 3.7, rispettivamente escludendo il settore LULUCF e includendolo; le key categories sono quelle comprese nel riquadro blu. A partire dall’incertezza combinata e dalle emissioni di ogni categoria, utilizzando l’eq. 3.2 è stata stimata l’incertezza relativa all’intero inventario che è, escludendo Gas Categoria CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O Combustione per il trasporto su strada Combustione per il trasporto aereo Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Produzione di energia elettrica da rifiuti Consumo di energia elettrica importata Industria ceramica e laterizi Industria vetro e cristallo Uso di urea Smaltimenti dei rifiuti in discarica Compostaggio della frazione organica Fermentazione enterica degli animali allevati Gestione del letame Gestione delle acque reflue Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Diretto da suoli agricoli Indiretto da suoli agricoli Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Gestione del letame Gestione delle acque reflue Compostaggio della frazione organica Gas Si riporta per chiarezza il calcolo effettuato per la stima dell’incertezza associata CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CO2 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 CH4 N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O N2 O prodotto tra l’incertezza combinata e le emissioni in tonnellate di CO2eq associate ad una categoria ad esempio nel caso della categoria “Smaltimento rifiuti in discarica” il calcolo è: (109.978 t CO2eq × 0,304)2 = 1.118.806.599 Questo calcolo viene effettuato per tutte le categorie dell’inventario, in questo caso senza quelle LULUCF, e la somma finale di queste quantità è 3.545.633.506. La radice quadrata di questo valore divisa per il totale delle emissioni, moltiplicato per cento, restituisce il valore dell’incertezza complessiva del’inventario: [(2¥3.545.633.506)/(1.565.872)]*100 = 3,8% Il forte aumento dell’incertezza che si ha includendo il settore LULUCF si verifica in quanto l’assorbimento delle emissioni da parte delle foreste riveste un ruolo molto importante sia per quantità delle emissioni assorbite che per incertezza associata alla stima. Per questo motivo la categoria degli assorbimenti forestali di CO2 dovrà essere tenuta in particolare considerazione negli aggiornamenti dell’inventario e sarà quella sulla quale investire maggiore attenzione per un miglioramento della qualità Incertezza FE Incertezza combinata 3 3 3 3 10 5 20 5 3 5 5 3 3 10 3 3 3 3 3 3 3 3 20 10 3 3 3 3 3 30 5 3 3 50 30 20 30 30 30 20 20 20 50 50 20 20 20 20 30 50 0,042 0,042 0,042 0,042 0,316 0,071 0,202 0,058 0,501 0,304 0,206 0,301 0,301 0,316 0,202 0,202 0,202 0,501 0,501 0,202 0,202 0,202 0,283 0,316 0,501 Tabella 3.5 Incertezza combinata associata alle categorie di emissione con il LULUCF. il settore LULUCF, pari al 3,8%, mentre includendolo è pari al 12,8%. all’intero inventario escludendo il settore LULUCF. E’ stata calcolata la potenza del Incertezza dato di attività Categoria Combustione per il trasporto su strada Combustione per il trasporto aereo Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Combustione per produzione di energia elettrica da rifiuti Consumo di energia elettrica importata Industria ceramica e laterizi Industria vetro e cristallo Uso di urea Assorbimento forestale e agricolo Utilizzazioni forestali Incendi Smaltimenti dei rifiuti in discarica Compostaggio della frazione organica Fermentazione enterica degli animali allevati Gestione del letame Gestione delle acque reflue Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Diretto da suoli agricoli Indiretto da suoli agricoli Combustione per il trasporto su strada Combustione per il riscaldamento Combustione per uso commerciale e industriale Gestione del letame Gestione delle acque reflue Compostaggio della frazione organica Incertezza dato Incertezza di attività FE 3 3 3 3 10 5 20 5 3 3 10 10 5 5 3 3 10 3 3 3 3 3 3 3 3 20 10 3 3 3 3 3 30 5 3 3 50 30 5 20 30 20 30 30 30 20 20 20 50 50 20 20 20 20 30 50 Incertezza combinata 0,042 0,042 0,042 0,042 0,316 0,071 0,202 0,058 0,501 0,301 0,112 0,224 0,304 0,210 0,301 0,301 0,316 0,202 0,202 0,202 0,501 0,501 0,202 0,202 0,202 0,283 0,316 0,501 del dato. 66 67 Il Progetto REGES Il Progetto REGES 4. Emissioni totali e bilancio dei gas serra Tabella 3.6 Risultati dell’analisi delle key categories secondo il Tier 2 escl. il settore LULUCF. Gas Categorie Level assessment Incertezza combinata Level assess/ incert. Level assessment relativo Incertez. % cumul. CH4 CO2 N2 O CO2 CH4 N2 O CH4 CH4 CO2 N2 O CO2 CO2 CO2 N2 O CO2 N2 O CH4 N2 O N2 O CO2 CH4 CO2 N2 O CH4 CH4 Smaltimenti dei rifiuti in discarica Combustione per il trasporto su strada Diretto da suoli agricoli Combustione per il riscaldamento Fermentazione enterica degli animali allevati Indiretto da suoli agricoli Gestione del letame Gestione delle acque reflue Consumo di energia elettrica importata Combustione per il trasporto su strada Uso di urea Industria ceramica e laterizi Combustione per uso commerciale e industriale Gestione del letame Produzione di energia elettrica da rifiuti Compostaggio della frazione organica Combustione per il trasporto su strada Gestione delle acque reflue Combustione per il riscaldamento Industria vetro e e cristallo Combustione per il riscaldamento Combustione per il trasporto aereo Combustione per uso commerciale e industriale Combustione per uso commerciale e industriale Compostaggio della frazione organica 0,070 0,462 0,036 0,279 0,030 0,011 0,009 0,009 0,037 0,009 0,003 0,007 0,028 0,002 0,002 0,001 0,002 0,000 0,000 0,001 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,304 0,042 0,501 0,042 0,301 0,501 0,301 0,316 0,071 0,202 0,501 0,202 0,042 0,283 0,316 0,501 0,202 0,316 0,202 0,058 0,202 0,042 0,202 0,202 0,206 0,02 0,02 0,02 0,01 0,01 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,210 0,192 0,175 0,116 0,089 0,055 0,027 0,027 0,026 0,018 0,016 0,014 0,012 0,007 0,006 0,005 0,003 0,001 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 21 40 58 69 78 84 86 89 92 93 95 96 98 98 99 99 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Le emissioni lorde complessive di gas serra per la Provincia di Siena al 2006 sono riportate per settore di emissione in tabella 4.1. Tabella 4.1 Emissioni complessive lorde suddivise per attività di emissione. Attività t CO2eq % sul totale Settore Energia 1.284.656 80,4 Trasporto 740.877 46,4 Residenziale 438.130 27,4 Commerciale 44.598 2,8 Energia elettrica 61.050 3,8 Settore Industria 11.973 0,7 Settore Rifiuti 125.475 7,9 Discarica 109.978 6,9 Acque reflue 13.974 0,9 Compostaggio 1.522 0,1 Settore Agricoltura 175.316 11,0 Perdita di C 31.546 2,0 Uso urea 5.040 0,3 Fermentazione enterica 47.167 3,0 Gestione letame 18.177 1,1 Addizione N al suolo 73.385 4,6 Totale Emissioni 1.597.418 100 Tabella 3.7 Risultati dell’analisi delle key categories secondo il Tier 2 incl. il settore LULUCF. Gas Categorie Level assess. Incertezza combinata CO2 CH4 CO2 N2 O CO2 CH4 N2 O CH4 CH4 CO2 CO2 N2 O CO2 CO2 CO2 N2 O CO2 CO2 N2 O CH4 N2 O N2 O CO2 CH4 CO2 N2 O CH4 CH4 Assorbimento forestale e agricolo Smaltimenti dei rifiuti in discarica Combustione per il trasporto su strada Diretto da suoli agricoli Combustione per il riscaldamento Fermentazione enterica degli animali allevati Indiretto da suoli agricoli Gestione del letame Gestione delle acque reflue Consumo di energia elettrica importata Utilizzazioni forestali Combustione per il trasporto su strada Uso di urea Industria ceramica e laterizi Combustione per uso commerciale e industriale Gestione del letame Incendi Produzione di energia elettrica da rifiuti Compostaggio della frazione organica Combustione per il trasporto su strada Gestione delle acque reflue Combustione per il riscaldamento Industria vetro e e cristallo Combustione per il riscaldamento Combustione per il trasporto aereo Combustione per uso commerciale e industriale Combustione per uso commerciale e industriale Compostaggio della frazione organica 0,417 0,040 0,264 0,020 0,160 0,017 0,006 0,005 0,005 0,021 0,010 0,005 0,002 0,004 0,016 0,001 0,002 0,001 0,001 0,001 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,301 0,304 0,042 0,501 0,042 0,301 0,501 0,301 0,316 0,071 0,112 0,202 0,501 0,202 0,042 0,283 0,224 0,316 0,501 0,202 0,316 0,202 0,058 0,202 0,042 0,202 0,202 0,210 Level assess/ incert. 0,126 0,012 0,011 0,010 0,007 0,005 0,003 0,002 0,002 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 Level assessment relativo 0,68 0,07 0,06 0,05 0,04 0,03 0,02 0,01 0,01 0,01 0,01 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Incertez. % cumul. 68 74 80 86 90 92 94 95 96 97 97 98 98 99 99 99 99 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 68 Il vero e proprio bilancio dei gas serra avviene solamente per l’anidride carbonica, sottraendo alle emissioni totali di CO2 la rimozione effettuata nell’anno dell’inventario con l’accrescimento della biomassa degli ecosistemi forestali e agrari. Dalla sottrazione tra le emissioni lorde e le rimozioni di CO2 da parte delle specie forestali e agrarie si ottiene il bilancio delle emissioni e si può calcolare la percentuale di assorbimento sul totale delle emissioni. In tabella 4.2 è riportato il bilancio dei gas serra per la Provincia di Siena al 2006 e la percentuale di abbattimento. Si può confrontare il tasso di abbattimento delle emissioni di gas serra della Provincia di Siena con quello regionale, che si assesta, secondo i dati IBIMET (Osservatorio Kyoto, 2005), intorno al 30-45%, e con la media europea che arriva ad abbattere l’8% delle emissioni lorde prodotte. Tabella 4.2 Bilancio delle emissioni Bilancio tonnellate CO2eq Emissioni lorde 1.597.418 Assorbimento forestale -1.142.738 Emissioni nette 454.680 Abbattimento sul totale -72% 69 Il Progetto REGES Il Progetto REGES 5. Bibliografia e fonti dei dati 2.000.000 1.597.418 1.500.000 t CO2eq 1.000.000 454.680 500.000 0 -500.000 -1.000.000 -1.142.738 -1.500.000 Emissioni lorde Assorbimento forestale Emissioni nette Figura 4.1 Bilancio delle emissioni di gas serra in Provincia di Siena al 2006. Una volta ottenute le emissioni nette si può confrontare questo risultato con quello di altri sistemi territoriali utilizzando un indicatore sintetico, le tonnellate di CO2eq per abitante. Confrontando l’indicatore ottenuto per la Provincia di Siena con quello dell’Inventario Nazionale al 2005 (Tabella 4.3), si può notare come il valore per un abitante della Provincia di Siena sia molto inferiore al valore nazionale. Tabella 4.3 Indicatore delle emissioni per abitante. Emissione per abitante t CO2eq/abitante Emissioni pro-capite LORDE Siena 2006 6,1 Emissioni pro-capite NETTE Siena 2006 1,7 Emissioni pro-capite LORDE Italia 2005 9,9 Emissioni pro-capite NETTE Italia 2005 8,0 Per ricondurre le emissioni generate alle categorie individuate dalla norma ISO 14064, le emissioni sono state riallocate secondo lo schema di tabella 4.4, rispettando le suddivisioni anticipate nel capitolo 1, tabella 1.1. Tabella 4.4 Emissioni dei gas serra suddivise secondo le categorie individuate dalla ISO 14064. Tipo di emissioni Categoria di emissione t CO2eq Consumo di energia 1.226.659 Emissioni dirette e riassorbimenti Assorbimento forestale e agrario -1.142.738 Emissioni indirette da energia Energia importata 57.997 Industria 11.973 Altre emissioni indirette Rifiuti 125.475 AFOLU 175.316 Totale emissioni 454.680 70 Anagrafe Nazionale Zootecnica, 2006. Statistiche (www.izs.it) APAT, 2008. Il rapporto rifiuti 2007. Roma. APAT, 2007. Il rapporto rifiuti 2006. Roma. 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