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martedì, 01 dicembre 2015
ROMA
Coni, Malagò premia la tesi di Giacomo
Il lavoro di ricerca del nostro laureato in Economia sull’applicazione delle regole del fair play
finanziario alle società calcistiche riceverà il 2 dicembre a Roma il prestigioso premio
Artemio Franchi. Parlano il neodottore e il relatore Claudio Sottoriva
by Rita Italiano | 01 dicembre 2015
«Tutto è nato grazie a un colloquio con il professor Claudio
Sottoriva ai tempi in cui frequentavo la triennale di Economia e Gestione Aziendale in
Cattolica a Milano. La passione per il calcio e per l’analisi e lo studio dei bilanci di esercizio
delle imprese ha fatto il resto». Giacomo Bartolini (nella foto il giorno della laurea con il suo
relatore di tesi Claudio Sottoriva) si appresta a ricevere il 2 dicembre a Roma il prestigioso
premio di laurea Artemio Franchi, giunto alla sua XI edizione, con la pubblicazione della sua
tesi sulla “Applicazione delle regole del “financial fair play” alle società di calcio nella
prospettiva Europea. Analisi di bilancio e considerazioni critiche”. Il riconoscimento sarà
consegnato nel Salone d’onore del Coni dal presidente Giovanni Malagò (il programma della
cerimonia).
«Ho dedicato molto tempo alla realizzazione di questa tesi» racconta Giacomo. «Come primo
aspetto ho recuperato e analizzato molteplici dati sulle cinque principali leghe calcistiche Serie
A, Bundesliga, Premier League, Liga Spagnola e Ligue 1 per definire il contesto calcistico
europeo; poi ho analizzato dettagliatamente la nuova normativa del Financial Fair Play e l’ho
applicata ai bilanci di sei società calcistiche europee effettuando una simulazione di quelli che
dovrebbero essere i controlli effettuati dal Club Financial Control Body (Cfcb). È stato un
lavoro molto intenso ma devo dire che l’impegno è stato ripagato», afferma il neodottore.
«Il fair play finanziario è stato un concetto assolutamente innovativo introdotto nel mondo del
calcio» spiega il relatore della tesi Claudio Sottoriva, professore di Metodologie e
determinazioni quantitative d’azienda alla facoltà di Economia della Cattolica, autore del
volume “L'applicazione del financial fair play alle società di calcio professionistiche.
Indicazioni operative e considerazioni critiche”, grazie anche alla collaborazione di Paolo
Lenzi.
«Gli addetti ai lavori Uefa si sono resi conto di come le società calcistiche non stessero
seguendo dei modelli di gestione aziendale virtuosi e razionali. Di conseguenza con
l’introduzione delle Financial fair play (Ffp) Regulations, l’ Uefa ha voluto dare al sistema
finanziario delle società un ordine e una razionalità, stimolare l'auto-sostenibilità dei club a
lungo termine, stimolare la crescita delle infrastrutture, stimolare la crescita dei settori
giovanili, incoraggiare la società a competere tenuto conto degli impegni finanziari assunti,
diminuire la pressione sulle richieste salariali e sui trasferimenti nel mondo calcistico».
Professore, guardare dentro i bilanci delle società riesce effettivamente a soddisfare le
esigenze di trasparenza? «Lavorare sui bilanci delle società di calcio (grandi o piccole,
quotate o non quotate, di Serie A o di Serie B) è un modo per poter conoscere le realtà in cui
vivono e farsi un’idea della loro situazione generale. È naturale che per avere una maggiore
trasparenza e per comprendere al meglio i numeri presenti in bilancio occorrerebbe entrare in
contatto con gli addetti ai lavori che si occupano di redigere i diversi documenti contabili e
conoscere bene le regole contabili nazionali e internazionali che presiedono la contabilizzazione
dei fatti di gestione che caratterizzano l’economia di una società di calcio. Come si contabilizza
l’acquisto del “cartellino” di un giocatore? Come si ammortizza? Come si rilevano i contratti di
sponsorizzazione tecnica?»
Un lavoro non certo semplice. «In più c’è da dire che la normativa nazionale contenuta nelle
norme NOIF necessita di una profonda revisione e di un profondo aggiornamento anche perché
dal 1° gennaio 2016 entrerà in vigore la nuova normativa contenuta nel Codice Civile per la
redazione del bilancio delle società di calcio. I football club professionistici dal punto di vista
giuridico sono delle società di capitale a tutti gli effetti: società per azioni o società a
responsabilità limitata e, conseguentemente, oltre alla legislazione speciale di settore sono
assoggettati anche alla normativa ordinaria prevista per tutte le società di capitali e a quella del
Testo Unico della Finanze se sono società quotate (come Juventus, Roma e Lazio). C’è molto
da fare anche sotto i profili della governance interna delle società di calcio e della capacità di
attrarre risorse professionali preparate da parte dei football club».
Il financial fair play ha avuto un qualche effetto di “democratizzazione” del calcio
europeo? «Il financial fair play ha l’obiettivo di aiutare tutto il contesto calcistico europeo e
non guarda al fatto che una società sia povera o ricca. L’obiettivo della normativa è quello di
non far spendere alle società di calcio più di quello che si è guadagnato e, a partire dal 2011
(anno della sua introduzione), vi sono dei risultati tangibili che dimostrano come il recepimento
da parte delle società dei criteri sottostanti il financial fair play abbia portato dei benefici a tutto
il movimento calcistico europeo».
Per esempio? «Come riportato nell’ultimo Report Uefa le perdite nette delle società sono state
ridotte nei tre anni successivi all’introduzione della regole pareggio (break even rule) non sul
campo, in questo caso, ma tra ricavi rilevanti e costi rilevanti, passando da 1,67 miliardi di euro
nel 2011 a 485 milioni nel 2014; il debito netto complessivo dei club è diminuito di oltre 1
miliardo di euro. Già solo questi risultati ottenuti dalle società calcistiche europee dimostrano
che l’introduzione della normativa del financial fair play ha avuto degli effetti virtuosi nel
contesto calcistico europeo».
Cosa resta da fare? «Occorre fare molta attenzione nelle comparazioni tra i bilanci perché
purtroppo non c’è ancora armonizzazione: in Italia se non sono una società quotata faccio
riferimento principalmente alle norme del Codice Civile e ai principi contabili nazionali; se
sono una società quotata faccio riferimento ai principi contabili internazionali Ias/Ifrs che hanno
una maggiore diffusione a livello internazionale. La Uefa dovrebbe in futuro armonizzare le
norme contabili dei football club affinché il medesimo fatto gestionale venga contabilizzato
nello stesso modo».
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