Le scelte - LA SCELTA
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Le scelte - LA SCELTA
LE SCELTE. LA SCELTA. Premessa La vita è fatta di scelte. Quelle grandi, ma anche quelle piccole, quotidiane, quelle che operiamo senza neanche accorgercene, ma che concorrono a fare della nostra vita quella che è. Necessità scelta e insieme difficoltà della scelta. Scelta come indice di libertà e scelta connaturata della all’essenza stessa dell’uomo così come Dio lo ha creato. I parte Nei passi seguono si alternano testi scritturali e testi “laici”. Per i più piccoli i passi più impegnativi chesostituire si possono con esempi tratti dal mondo delle fiabe. Basti pensare, tra i tanti, a Cappuccetto Rossoo a Pinocchio, entrambi chiamati a scegliere. II parte I testi coprono due settimane del mese di febbraio. Per la seconda parte del mese, una volta approfondito il concetto di scelta, si può esemplificare ricorrendo al racconto di scelte precise, operate da uomini e donne, del passato e/o contemporanei. Ad esempio: - SanPaolo: la scelta di cambiare vita - Sant'Agostino: la scelta tra bene e male - SanFrancesco: la scelta della povertà - Santa scelta di fondare un nuovo ordine Teresa:lalascelta - Sant'Enrico: di seguire un sogno e la creazione della Compagnia - Benedetto XVI: la scelta delle dimissioni III parte Per concludere la riflessione sulle scelte, si può invitare a discutere sull'equivoco che talora si al concetto accompagna di scelta, ovvero la scelta non come esercizio del libero arbitrio e della propria libertà, ma la scelta come pura arbitrarietà e volontà di fare ciò che si vuole. Anche in questo caso, più che a passi, sarà opportuno riferirsi a concrete situazioni di vita: - Educazione alla scelta: saper scegliere non è una capacità innata, si impara per tutta la vita. - Perscegliere è necessario in primo luogo conoscere sé stessi - Imparare a scegliere nel rispetto delle scelte altrui una - Quando scelta non è tale: il crimine dell'aborto e l'ipocrisia di contrabbandarlo come diritto di scelta. FILO CONDUTTORE DELLA RIFLESSIONE Non vi spaventate […] per tutte le cose che c’è bisogno di fare per cominciare questo viaggio […]. Quelli che vogliono farlo e non fermarsi fino alla fine, cioè fino a bere l’acqua della vita, sappiano che importa molto e del tutto che abbiano una grande e molto determinata determinazione di non fermarsi fino ad arrivarci, succeda quel che succeda, mormori chi vuole mormorare […] Teresa di Gesù, Cammino di perfezione 1.ADAMO ED EVA. LA PRIMA SCELTA Dal libro della Genesi Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero aveva frutti buoni da mangiare, era gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si resero conto di essere nudi; intrecciarono delle foglie di fico e se ne fecero cinture. Per riflettere: 1. Dio crea l’uomo libero; 2. La scelta è connaturata alla natura umana; 3. Dalla scelta nascono il bene e il male 2. “LA SCELTA”: ESISTE DIO? B. Pascal, Pensieri O Dio esiste o non esiste; ma da che parte staremo? La ragione non può decidere niente. C'è un abisso infinito che ci separa. In capo a questa infinita distanza si gioca un gioco in cui uscirà testa o croce. Su cosa scommetterete? Con la ragione non potete scegliere né l'uno né l'altro, con la ragione non potete negare nessuno dei due. Non accusate d'errore dunque quelli che hanno fatto una scelta, perché non ne sapete niente. - No, ma io li biasimo non per aver fatto una scelta piuttosto che un'altra, ma per avere scelto, sebbene sia quello che sceglie croce e sia l'altro commettano errori opposti, sbagliando entrambi. Giusto è non scommettere. - Sì, ma bisogna scommettere. Non dipende dalla volontà, ormai siete imbarcato. Cosa scegliete dunque? Vediamo, dal momento che bisogna scegliere, vediamo ciò che vi interessa meno. Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare, la vostra ragione e la vostra volontà, la vostro conoscenza e la vostra beatitudine, mentre la vostra natura ha due cose da fuggire, l'errore e la miseria. La ragione, poiché è necessario scegliere, non viene maggiormente offesa scegliendo uno piuttosto che l'altro. Ecco un punto accertato. Ma la vostra beatitudine? Pesiamo il guadagno e la perdita puntando su croce, cioè che Dio esiste. Valutiamo i due casi: se vincete, vincete tutto, ma se perdete, non perdete niente. Scommettete dunque che Dio esiste senza esitare. È ammirevole. - Sì, bisogna scommettere, ma forse scommetto troppo. - Vediamo, poiché vi è un rischio reciproco di guadagno e di perdita, se non aveste che due vite da guadagnare contro una, potreste ancora scommettere, ma se ce ne fossero tre da guadagnare, bisognerebbe giocare (dal momento che è necessario giocare) e, se foste costretto a giocare, sarebbe imprudente non scommettere la vostra vita per guadagnarne tre a un gioco dove c'è uguale possibilità di perdita e di guadagno. Ma c'è un'eternità di vita e di felicità. Stando così le cose, anche se ci fosse un'infinità di casi di cui uno solo a vostro favore, avreste ancora ragione a scommettere uno per avere due, e sarebbe illogico, essendo obbligati a giocare, rifiutare di giocare una vita contro tre a un gioco dove, su un'infinità di casi, ce n'è uno per voi, qualora ci fosse da vincere una vita infinita e infinitamente felice. Ma qui abbiamo una vita infinita e infinitamente felice da vincere, una probabilità di vincita contro un numero finito di probabilità di perdere, e ciò che scommettete è finito. Dove c'è l'infinito e non ci sono infinite probabilità di perdere contro una sola di vincere, non c'è discussione. Non si deve esitare, bisogna impegnare tutto. E così, se si è costretti a giocare, si deve rinunciare alla ragione per salvare la vita, piuttosto che rischiarla per un guadagno infinito, facile a venire quanto la perdita del nulla. Per riflettere: 1. Inevitabilità della domanda sull’esistenza di Dio; 2. Impossibilità di vivere senza decidere 3. Paradosso e razionalità nell’”argomento” pascaliano”. 3. ABRAMO: LA SCELTA PIÙ DIFFICILE Dal libro della Genesi Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme; così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede». Poi l'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». Per riflettere: 1. Il dilemma: il figlio o Dio?; 2. Dio sommo bene e prima scelta; 3. L’apparente contrasto tra fede e morale. 4. LA TERRIBILE COLPA DI CHI NON SCEGLIE Dante, Inferno, canto III Diverse lingue, orribili favelle, /parole di dolore, accenti d'ira,/voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s'aggira/ sempre in quell'aura sanza tempo tinta, /come la rena quando turbo spira. E io ch'avea d'error la testa cinta, / dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo? / e che gent'è che par nel duol sì vinta?". Ed elli a me: "Questo misero modo / tegnon l'anime triste di coloro /che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro/ de li angeli che non furon ribelli/ né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, / ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli". E io: "Maestro, che è tanto greve/a lor, che lamentar li fa sì forte?". /Rispuose: "Dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte/ e la lor cieca vita è tanto bassa,/che 'nvidiosi son d'ogne altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa;/misericordia e giustizia li sdegna:/non ragioniam di lor, ma guarda e passa". (…) Incontanente intesi e certo fui/ che questa era la setta d'i cattivi,/a Dio spiacenti e a' nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, /erano ignudi e stimolati molto/da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Parafrasi Strane lingue d'un parlare orribile,/parole di dolore, accenti d'ira,/voci alte e fioche e rumori di mani facevano un gran baccano/in quell'aria sempre buia/come sabbia agitata dal vento. Ed io, molto sconcertato, chiesi:/"Maestro, cos'è questo frastuono?/e chi sono questi sofferenti?". E lui mi rispose: "In questa misera condizione/si dannano le anime tristi di coloro/che vissero senza lode e senza infamia. Sono mischiate a quel cattivo/coro di angeli egoisti,/non ribelli a Dio ma neppur fedeli. Del paradiso questi offuscherebbero la bellezza/e giù farebbero vantare i dannati/che penserebbero d'esser migliori di loro". E io: "Maestro, cosa li tormenta/da lamentarsi così tanto?"./E lui: "Te lo dirò in breve. Questi non hanno speranza di morire/e a loro questa vita pare così indegna/che invidiano qualsiasi altra sorte. Il mondo non vuol sapere di loro,/misericordia e giustizia li rifiutano,/dunque guarda e passa senza degnarli". (…) E fu allora che capii con certezza/che quello era il partito degli ignavi,/spiacenti a Dio e ai suoi nemici. Questi sciagurati, che non furono mai vivi,/correvano nudi, eternamente punzecchiati da mosconi e da vespe Per riflettere: 1. Perché è così grave non scegliere e non prendere mai posizione 2. Assenza di senso e di significato di una vita vissuta senza scegliere mai 5. GESÙ:LA SCELTA DI NON CEDERE ALLA TENTAZIONE Matteo 4,1-11 1-2: In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3-4: Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». 5-7: Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non tentare il Signore Dio tuo"». 8-11: Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto"». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. Per riflettere: 1. Anche Gesù, il figlio di Dio, è chiamato a scegliere 2. La vita ci può porre di fronte a scelte, di cui una ci appare più facile e più in grado di renderci felici. Anche se non è quella giusta 6. KIERKEGAARD: LA VITA COME SCELTA Kierkegaard, da Aut, aut Paradossale è la condizione umana. Esistere significa "poter scegliere"; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell'uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all'alternativa di una "possibilità che sí" e di una "possibilità che no" senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell'altro. Per riflettere: 1. Vivere vuol dire scegliere 2. Scegliere è difficile perché ci pone di fronte a infinite (o moltissime) possibilità. 7. MARTA E MARIA: LA SCELTA TRA DUE VITE dal vangelo di Luca Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma Gesù le rispose: « Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Per riflettere: 1. La differenza tra Marta e Maria 2. Perché “Maria si è scelta la parte migliore?” 8. SCEGLIERE PER ESSERE LIBERI Paulo Coelho, Sono come il fiume che scorre, 2006 A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione - e altri sceglieranno per lui. Per riflettere: 1. Legame tra scelta e libertà 2. Impossibilità di non scegliere: chi non fa scelte, subirà quelle degli altri 9. SCEGLIERE PERCHÉ DIO HA SCELTO NOI. dal vangelo di Luca Io non vi chiamo più schiavi, perché lo schiavo non sa che cosa fa il suo padrone. Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere tutto quel che ho udito dal Padre mio. Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto frutto, un frutto duraturo. Allora il Padre vi darà tutto quel che chiederete nel nome mio. Per riflettere: 1. Dio "ci" sceglie: siamo persone, individui speciali di fronte a Lui, proprio perché scelti. 2. In che senso siamo noi a scegliere Dio? E in che senso Lui sceglie noi, ognuno di noi? 10. "Sia fatta la tua volontà" " Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua volontà" " Padre, se vuoi allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia volontà ma la tua" Per riflettere: 1. Siamo capaci di scegliere, ma dobbiamo anche imparare la capacità di fermarci e di accettare ciò che non abbiamo scelto, ma che Dio ci manda. 2. Imparare ad avere fiducia in Dio, nella coscienza che i Suoi disegni non sempre sono i nostri disegni e che il Suo tempo non è il nostro tempo. Ma che comunque è Padre che ci ama.