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LA DEMOCRAZIA DEI CANI DA PASTORE
L'ex ministro greco Yanis Varoufakis sembra aspirare ad essere tra i nuovi padri fondatori degli "Stati Uniti
d'Europa", mentre nel Movimento 5 Stelle si profila un abbandono della linea anti-euro...
In un momento in cui la politica tradizionale inevitabilmente trova sempre meno consenso e in cui, dopo gli
attentati a Bruxelles, si chiede a gran voce "più Europa" (ma anche "più Islam"), ecco alcune calzanti
riflessioni di Lisa Stanton su alcune notizie "pol(l)itiche" a cui si è data poca risonanza. La prima in
particolare riguarda l'ex ministro greco Yanis Varoufakis, che aspira ad essere tra i nuovi padri fondatori
degli Stati Uniti d'Europa, seguendo una lunga lista di persone che nell'ombra hanno lavorato a
questo, come documentato su questo sito dall'inchiesta di Alberto Roccatano "La Grecia senza i Leonida,
occupata dai Serse, governata dagli Efialte (come tutti i paesi membri dell'UE)". La seconda, l'aspirante
premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e i suoi "ripensamenti" proprio in tema di Euro ed UE [Red.]
Yanis Varoufakis ha ufficialmente presentato a Roma il DiEM 25 (Democracy in Europe movement), il
nuovo movimento che non vuole trasformarsi in diversi partiti ma divenire un foro di discussione attraverso
cui gli europei possano “democratizzare” le istituzioni. Erano presenti Corradino Mineo, Antonino Ingroia,
Luca Casarini e Paolo Ferrero, il che rendeva surreale il tutto. Inoltre l'evento vedeva in diretta la
partecipazione dell'eurodeputata della sinistra portoghese, Marisa Matias, e Jorge Moruno di Podemos.
I sei punti del programma sono così sintetizzabili: più trasparenza, un Welfare non più nazionale ma
europeo, un salario minimo europeo, un piano di investimenti attraverso la BIRD in particolare sulla green
economy, una finanza non più speculativa ma un quantitative easing per le popolazioni e accoglienza per i
rifugiati.
Retorica vuota, nessun progetto politico chiaro, un fallimento annunciato e un tentativo stucchevole di chi
ha vissuto sulla pelle dei suoi concittadini come l'Europa sia un progetto fallito, fallimentare e non più
riformabile.
Una serata senza neppure una parola su Nato, €uro, FMI, TTIP e su tutto ciò di cui parlare per voler
realmente sperare di “democratizzare” e modificare l'Europa.
Varoufakis, che tempo fa parlava della banalità del male e contemporaneamente del sogno €uropeo, ha
ufficialmente scelto da che parte stare. Ha parlato di “riforma”, “trasparenza” e “democratizzazione” di
un regime tecnocrate, ed ha gettato la maschera:
«Questa Unione è come un edificio le cui fondamenta sono diventate troppo fragili. Questo
periodo buio della storia è l’ultimo test per la moralità ed integrità etica di un’Europa che si sta
disintegrando, lo si è visto nel modo in cui sta affrontando il dramma dei rifugiati. Ma io voglio
vivere negli Stati Uniti d’Europa prima di morire».
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Insomma, un movimento che vuole tirare la volata all'oligarchia per gli ultimi obiettivi e punta agli ultimi
posti disponibili.
C’è una citazione di Edmund Burke che si adatta perfettamente all’Europa di oggi:
«la sola cosa necessaria perché il male trionfi è che le brave persone non facciano nulla»,
la stessa che si legge nel Manifesto di Diem.
Nella vita, infatti, si può scegliere di essere pecore o lupi, ma anche cani da pastore, come ha fatto
Varoufakis e molti altri prima di lui. È così che per Schauble, Juncker e Draghi è nata l'"opposizione" dei
sogni.
***
Alla sontuosa colazione offerta dall’ambasciata reale dei Paesi Bassi ai 28 rappresentanti dei Paesi
membri dell’Ue l’ospite d’onore era Luigi Di Maio, che gli olandesi, presidenti di turno U€, hanno scelto in
quanto promette di portare i Cinquestelle a Palazzo Chigi.
Circondato dall’educata curiosità dei diplomatici di via della Camilluccia, per il bellimbusto vesuviano non
c’è stato bisogno di domande di cortesia «e lui, a dispetto della giovane età, ha fatto proprio una bella
figura», spiegava più tardi uno degli ospiti.
Ieri mattina [23 marzo, ndr], il frontman del Movimento del «vaffa» ha sorpreso per una frase che diverse
fonti ricostruiscono come un’inequivocabile autocritica dei 5S sulle posizioni espresse sino al 2012 dal
Movimento su U€ e moneta unica.
«All’inizio siamo stati troppo duri».
E così si è misurata la distanza tra le parole accorte di Di Maio e gli annunci di una forza politica che
parlava di un referendum per uscire dall’€uro ed organizzava finti banchetti per raccogliere milioni di firme.
Un passo in avanti verso la formazione di un profilo moderato e rassicurante, indispensabile per sfidare
Renzi alle elezioni.
Rispetto allo spirito originario, non resta nulla (o meglio, restano Casaleggio, suo figlio ed i loro pupi) e per
milioni di italiani che videro nascere grandi speranze nel 2006 con la protesta informata e vigilante di
Beppe Grillo, è da tempo arrivata, con l'inganno, la disillusione.
Anche nella scelta delle amicizie, ieri il direttorio M5S ha ricevuto l’ex ministro greco Varoufakis, un
accanito €urista corresponsabile delle numerose morti di bambini greci privi di cure e medicine e di
anziani, per inedia o assiderati per strada.
Fonte: Profilo FB di Lisa Stanton
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La notizia su La Stampa
Huffington Post italiano riporta l'elogio dell'Economist alla candidata 5 stelle a sindaco di Roma
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The Economist su Virginia Raggi
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The Guardian
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dal Corriere della Sera
Blitz Quotidiano
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