Having fun with English

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Having fun with English
Intervista a Elisa Bertani, Silvia Comotti, Frances Keenan
Having fun with
English
Maestra Elisa, quali sono state in questi anni
le
s ce lt e
del la
sc u ol a
ri g u ar do
all'insegnamento della lingua inglese?
Questa scuola si è sempre interrogata per
r a g g iu n g e re
una
m a g g io re
e ff i ca c ia
nell'insegnamento della lingua inglese, tanto che
la scuola primaria fin dagli esordi ha deciso di
affidare l'incarico ad insegnanti specialiste che
fossero laureate in lingue straniere e avessero
quindi una preparazione specifica, che garantisse
competenza
e
una
prospettiva
adeguata
all'insegnamento di questa importante disciplina.
Recentemente si è inoltre deciso di aumentare le
ore di lingua inglese a partire dalla classe quarta.
L'inserimento, poi, della docente madrelingua va
nella direzione di formare allievi sempre più
competenti e offre l'opportunità di un incontro
autentico con la cultura anglofona, tramite la
testimonianza di un native speaker. Per finire, agli
alunni di quinta elementare vengono proposte le
certificazioni dell'università di Cambridge, che
permettono loro di mettersi alla prova con gli
standard linguistici internazionali.
fornisce ai
riferimento
musicalità
naturalezza
bambini un modello linguistico di
per la pronuncia, il lessico, la
della lingua nel suo insieme, la
d'espressione.
Maestra Elisa, è possibile parlare di un
metodo o di attività particolari che utilizzate
per l'insegnamento della lingua inglese?
Certamente si cerca di utilizzare il più possibile la
lingua inglese aiutandosi magari con la gestualità
o ripetendo più volte in modo da trasmettere il
messaggio. Ci preme passare ai bambini l'idea che
la lingua e serva innanzitutto per comunicare
quotidianamente; è fondamentale che i bambini
percepiscano l'inglese come qualcosa di utile, di
vero. È importante inoltre che s'innamorino della
lingua: per questo motivo, soprattutto nelle prime
classi, l'approccio è molto ludico, basato su giochi,
ca nzon i,
filas t ro cche
che
gene ra lmen te
entusiasmano i bimbi e li rendono sempre più
curiosi. Nelle classi quarte e quinte si inizia a
prestare attenzione non soltanto alla lingua orale,
ma anche alla forma scritta e si introducono
alcune strutture grammaticali ed elementi di
sintassi. Permane sempre l'attenzione a non
rendere la lingua uno sterile insieme di regole da
apprendere, quanto invece qualcosa di vivo, da
costruire con naturalezza, con un lavoro in cui i
bambini sono in ogni momento protagonisti.
Maestra Silvia, in che modo l’intervento di
una
docente
madrelingua
può
essere
considerato un valore aggiunto?
L'insegnante madrelingua è stata fortemente
voluta dal team di lingua inglese anzitutto per
dare la possibilità a noi docenti di praticare la
lingua quotidianamente, confrontarci su argomenti
legati alla
cultura anglofona e alla didattica
dell’inglese e divenire così sempre più competenti.
Credo che questa esperienza ci arricchisca
moltissimo e sia soprattutto una grande
opportunità per i nostri alunni. L'insegnante
madrelingua è testimone della cultura del suo
paese d'origine, che trasmette con testi orali e
scritti come filastrocche, giochi, canzoni, racconti
di abitudini alimentari o di vita quotidiana. A livello
linguistico, inoltre, l'insegnante
madrelingua
Maestra Frances, esiste una divisione di
ambiti di lavoro tra lei e le altre insegnanti
d'inglese?
Il
mio
lavoro
funziona
da supporto
e
potenziamento del lavoro delle altri insegnanti
d'inglese. Generalmente lavoriamo sugli stessi
ambiti semantici e argomenti, anche se il mio
lavoro si concentra sul trasmettere elementi di
cultura inglese, tradizioni, usanze e sulla lingua
orale. Per quanto riguarda le prime classi, quindi,
posso dire non ci sia una differenza sostanziale.
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Nelle classi quarte e quinte, invece, le altre
inseg nan t i
in tro du cono
a lcune
s trut tu re
grammaticali e lavorano più sulla lingua scritta
mentre io mi concentro sulla lingua orale e sulla
cultura anglofona. Ovviamente lavoro molto anche
sulla pronuncia e stimolo i bambini a sperimentarsi
e mettersi in gioco a livello linguistico.
a rilento. Dico parzialmente, perché il bambino è
immerso nella lingua inglese per un periodo
estremamente limitato e questo rallenta il
processo di apprendimento e lo rende per forza di
cose più frammentario, anche se “sollecitato”
attraverso l'insegnamento di strutture e regole
linguistiche.
Maestra Silvia, diceva prima la collega che
nella vostra scuola vengono proposte ai
bambini delle certificazioni internazionali
della Cambridge U niversity. Di che cosa si
tratta e perché le ritenete così significative?
Si tratta di esami di lingua inglese che testano la
conoscenza della lingua sia scritta che orale. Il test
viene somministrato ed interamente gestito da
insegnanti madrelingua con i quali i bambini
devono rapportarsi in un contesto ufficiale. È
importante perché rappresenta per i bambini la
prima opportunità di confrontarsi con un esame
vero e proprio, condotto da persone che non
conosce e che utilizzano esclusivamente la lingua
inglese, ma in un contesto familiare, in quanto
l'esame ha luogo a scuola. L'esame si rifà agli
standard internazionali e a un format identico in
tutte le nazioni del mondo e permette di testare in
modo oggettivo il livello d'inglese raggiunto: non è
più semplicemente la maestra a dire che sei bravo
in inglese, ma un esame ufficiale che attesta in
modo oggettivo la tua acquisizione di un
determinato livello di conoscenza della lingua.
Maestra Elisa, com'è l'atteggiamento dei
bambini nei confronti dell'apprendimento
della lingua Inglese?
Come diceva prima la maestra Frances, il bambino
è curioso e spontaneo per natura e quindi
g e ne ra lme n t e
si
butta
n e ll'a vve n t u ra
dell'apprendimento della lingua inglese con
entusiasmo. Non è affatto spaventato e si lascia
facilmente coinvolgere. Noi italiani, poi, abbiamo
una grande paura di renderci ridicoli e siamo
spesso molto bloccati. Non così i bambini, ai quali
normalmente il proprio disegno incomprensibile
appare un'opera d'arte e la propria stentata
comunicazione in lingua inglese un messaggio
eccellente. Solo
in seguito, “da grandi”,
diventeranno abilissimi nell'autocritica a discapito
della naturalezza. I bambini si divertono
imparando e questa è la cosa fondamentale, ciò
che dà loro una marcia in più. Insegnare alla
scuola primaria, e soprattutto in classe prima, dà
inoltre grandi soddisfazioni sul piano affettivo,
perché i bimbi piccoli sono molto affettuosi e il
canale
affettivo
di comunicazione
diventa
fondamentale: impossibile insegnare qualcosa ad
un bimbo piccolo senza aver instaurato con lui un
legame anche di tipo confidenziale. I bimbi ti
conquistano facilmente e non è difficile coinvolgerli
emotivamente; noi insegnanti d'inglese, poi,
a ve nd o
po ch e
o re
di
in s eg n a men t o ,
rappresentiamo sempre la novità e siamo
abitualmente accolte da grida d'entusiasmo, la
qual cosa, devo dire, è per me fonte di grande
soddisfazione!
Per quanto riguarda la classe prima, maestra
Frances, non ritiene sia presto per affrontare
l'apprendimento di una seconda lingua?
Assolutamente no, anzi prima si comincia meglio
è. So che in alcune scuole dell'infanzia già si
approccia la lingua inglese e credo sia un'ottima
iniziativa. Più il bimbo è piccolo, più infatti potrà
apprendere la lingua inglese come un gioco e con
estrema spontaneità, senza timori di sorta. Il
bambino è spontaneo per definizione e tende a
vivere ciò in cui s'imbatte con curiosità e
interesse. Non si sente ridicolo nell'imitare i suoni
della lingua inglese, né prova imbarazzo nel
cantare o nel tentare una comunicazione seppur
molto imperfetta in una lingua nuova, anzi tutto
ciò lo stimola, lo diverte; naturalmente gli
insegnanti devono essere competenti e in grado di
stimolarlo, proponendogli attività coinvolgenti.
Il bambino impara la propria lingua madre per
imitazione e per “immersione” nella lingua stessa.
Dopo aver a lungo ascoltato, il bambino associa
semplicemente ad alcuni suoni determinati oggetti
o azioni e questo avviene anche parzialmente per
la lingua inglese, per quanto ovviamente molto più
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