Impresa Agricola n. 1 gennaio 2001

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Impresa Agricola n. 1 gennaio 2001
Impresa Agricola
MENSILE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DELLA LOMBARDIA
Anno XXII n. 1 - gennaio 2001
Sped. in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Milano - Copia gratuita
EDITORIALE
Interventi immediati a sostegno della filiera della carne bovina
Vendiamo
qualità
Bse, le organizzazioni chiedono
al Governo interventi concreti
di UMBERTO BORELLI
a situazione che stiamo vivendo attualmente durante la crisi
cosiddetta della “vacca
pazza”, simile a quelle verificatesi in momenti meno
recenti, come “il vino al
metanolo”, o “i vitelli agli
estrogeni”, ha dimostrato la
fragilità del sistema di relazioni tra produttori e consumatori, con ripercussioni la domanda dei prodotti
sull'intera filiera.
meno elaborati e l'attenzione
Nel caso della Bse bovina, per l'origine delle materie
malattia che in Italia non è prime, le tecniche di produstata riscontrata, l'assenza zione e quelle di allevamento
di una identità di origine del degli animali. La consapevoprodotto, l'inadeguatezza lezza di queste tendenze, che
delle attuali politiche di sono oggetto di numerosi
marchio, la stessa struttura studi e ricerche, deve interesproduttiva, polarizzata in sare sia i pubblici poteri, il
grandi imprese e in diffuse cui compito è di definire le
strutture di macellazione, norme, sia le imprese, per le
hanno dimostrato l'incapa- quali si aprono nuove opporcità del sistema di affrontare tunità di diversificare i prola caduta e la disaffezione al dotti basandosi sui contenuti
consumo.
di innovazione relativi alle
Insieme agli effetti negativi caratteristiche nutrizionali,
si sta però facendo avanti da di genuinità ed alla sicurezza
parte dei massmedia, e di dei prodotti alimentari.
conseguenza dei cittadini in
Questa sicurezza viene tragenerale, una rinnovata sferita al consumatore non
attenzione per la qualità solo dalle marche industriali,
degli alimenti. Il problema ma anche, seppure in misura
della qualità diventa quindi ancora minore, dall'autocerun aspetto importante per il tificazione dei produttori
settore primario, che non si agricoli e dalla reputazione
esaurisce, tuttavia, nel solo del distributore attraverso il
momento produttivo.
suo marchio. La certificazioNella società si parla ne è destinata a divenire una
ormai di richiesta di “qualità stabile componente della
totale” e la qualità non si qualità dei prodotti alimentagiudica più attraverso l'ana- ri ed un aspetto essenziale
lisi di un segmento dell'atti- della comunicazione comvità produttiva, ma è il risul- merciale.
tato dell'intero processo.
Da queste considerazioni
Inoltre, il settore agricolo scaturisce l'esigenza per il
deve comprendere che il con- settore agricolo di guidare il
cetto di qualità è altamente processo di sviluppo delle
modificabile nel tempo, produzioni tipiche e di quasoprattutto in una società lità, collegandole sempre più
come quella attuale, nella strettamente ad un territorio
quale si susseguono nuove ben definito e fruibile dal
egemonie sugli stili di vita.
punto di vista ambientale.
Emerge, inoltre, un grande
Prodotto di alta qualità,
bisogno di “sicurezza ali- certificazione, legame con il
mentare”, di cibi genuini, ed territorio e ambiente saranno
una maggiore sensibilità per
l'ambiente, che favoriscono
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L
All’interno speciale
“Vitivinicoltura”
Cia,
Confagricoltura,
Coldiretti, Federagroalimentare, Anca-Lega, Assocarni,
Cim, Uniceb, Unalcab,
Unicab e Aia hanno inviato
una lettera al presidente del
Consiglio Giuliano Amato,
al ministro delle Politiche
agricole Alfonso Pecoraro
Scanio e al ministro della
Sanità Umberto Veronesi
nella quale illustrano una
serie di proposte operative a
sostegno della filiera della
carne bovina che, a seguito
della vicenda della “mucca
pazza”, ha subito gravissimi
danni. Nello stesso tempo
vengono chiesti interventi
immediati verso il settore.
Pubblichiamo di seguito il
testo della lettera.
Le scriventi organizzazioni
ribadiscono ulteriormente la
richiesta alla S.v. che venga
ufficialmente dichiarato, da
parte del Governo, lo “stato
di crisi” dell’intero settore
della carne bovina e lamentano che tale dichiarazione da
parte del Consiglio dei ministri non sia stata ufficializzata già nel corso della sessione del primo dicembre u.s.
Ciò a causa della gravissima
situazione in cui versa da
quattro settimane l’intera
filiera della carne bovina del
nostro Paese, a seguito della
diffusione della psicosi della
mucca pazza originata da
altri Stati membri della Ue.
La decisione assunta a
Bruxelles dal Consiglio dei
ministri agricoli il 4 dicembre, invece di venire incontro
alle esigenze del settore
bovino italiano, rischia di
aggravare ulteriormente tale
situazione non prevedendo
alcuna misura specifica per
lo smaltimento degli oltre
120.000 vitelloni bloccati
senza possibilità di commercializzazione nelle stalle italiane e destinando, invece,
gran parte delle risorse
comunitarie all’abbattimento
ed alla distruzione degli animali oltre i 30 mesi (vacche),
ad esclusivo vantaggio di
Paesi quali la Germania e la
Francia. Tale misura è assolutamente controproducente
per il nostro Paese. Da un
lato, infatti, in Italia il settore
delle vacche è quello che sta
avendo in questo periodo
minori problemi di commer-
cializzazione; dall’altro, è
incomprensibile che si
vogliano utilizzare i soldi del
contribuente comunitario per
abbattere e distruggere animali che, opportunamente
sottoposti a test Bse, potrebbero essere invece commercializzati e valorizzati per le
normali vie.
Come già richiesto dalle scriventi organizzazioni, l’unica
misura in grado di sostenere
la filiera bovina italiana è
l’immediata apertura dell’intervento pubblico dei vitelloni (misura già ventilata dallo
stesso Consiglio agricolo)
associata però ad un pacchetto finanziario nazionale che
integri il prezzo di acquisto
comunitario (circa 4.300
lire/Kg) sino alla concorrenza del prezzo di mercato italiano ante Bse (circa 6.300
lire/Kg). Il costo di tale integrazione nazionale, di circa
2.000 lire/Kg, è d’altronde
pari al costo che lo Stato italiano si assumerebbe, senza
averne alcun vantaggio,
quale partecipazione al cofinanziamento della misura di
abbattimento e distruzione
degli animali oltre i 30 mesi
previsto dalla Commissione
(circa 1000 lire al Kg per il
30 per cento dell’indennizzo
del valore dell’animale
abbattuto ed altre 1000 lire al
Kg per lo stoccaggio e la
distruzione delle relative
carni).
Per quanto riguarda, poi, la
decisione del Consiglio di
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Siglato il protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e Agea
Al via l’Organismo
pagatore regionale
’ stato siglato il 20
dicembre scorso al
“Pirellone” un protocollo di intesa tra l’Agea
(Agenzia per le erogazioni in
agricoltura) e la Regione
Lombardia (nella foto un
momento dell’incontro), per
la reciproca collaborazione
in vista dell’istituzione dell’Organismo pagatore regio-
E
nale. La Lombardia è la
prima regione a dare avvio
all’iter per istituzione di un
proprio organismo pagatore,
per la gestione degli aiuti
comunitari finanziati dal
Feoga (Fondo europeo di
orientamento e garanzia).
L’assessore all’Agricoltura
Viviana Beccalossi ha ricordato che la struttura, che avrà
il via ufficiale il prossimo 16
ottobre, sarà chiamata a
gestire contributi per oltre
1200 miliardi all’anno, sostituendosi così all’Agea, che è
subentrata all’Aima dal 16
ottobre scorso.
“Gli imprenditori agricoli
lombardi - ha spiegato l’assessore Beccalossi - avranno
risposte in tempi assai più
veloci alle loro pratiche. Non
ci saranno più, o almeno non
dovrebbero più esserci quei
ritardi nell’erogazione degli
aiuti e dei premi comunitari
che hanno caratterizzato in
passato l’azione dell’ex
Aima.
La ratifica, tra l'assessore
all'Agricoltura
Viviana
Beccalossi e il presidente
dell'Agea Pierluigi Bertinelli,
del protocollo d'intesa che
porterà alla costituzione
dell'Organismo
pagatore
regionale “è un importante
momento - ha commentato
Umberto Borelli, presidente
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Impresa Agricola
gennaio 2001
Panorama Agricoltura
Unalat e Assolatte aprono la trattativa per l’accordo interprofessionale
Avviate le trattative per
il prezzo del latte 2001/02
l mese di dicembre è stato
contrassegnato dall'avvio
delle trattative sull'accordo interprofessionale sul
prezzo del latte bovino.
Le trattative sono state avviate dalle parti con notevole
anticipo rispetto alle passate
campagne, con l’intento di
raggiungere l'accordo entro i
termini definiti dalla legge
88/88 sugli accordi interprofessionali (31 marzo), termini
che solo eccezionalmente
sono stati rispettati nelle ultime campagne.
I rappresentanti dell'industria lattiero-casearia e della
produzione agricola si sono
incontrati il 5 dicembre 2000
dando il via alla trattativa per
l'accordo interprofessionale
sul prezzo del latte per il
periodo 2001 - 2002.
Le parti - si legge in una
nota dell’Unalat - hanno preliminarmente
esaminato
l'andamento dell'indicizzazione relativa all'accordo in
essere che presumibilmente
comporterà, per il trimestre
ottobre-dicembre 2000, un
congualglio positivo del 3%,
che dovrà essere ratificato
dall'apposita Commissione
I
fonte Ismea
paritetica. In merito all'accordo per la nuova campagna
- secondo Unalat - si è convenuto di ricercare il miglior
equilibrio tra le esigenze
delle parti, approfondendo
l'analisi della situazione di
mercato che si presenta particolarmente complessa.
Se in passato - secondo l’analisi dell’Ismea - erano
sostanzialmente i rapporti di
forza a determinare il livello
imprevedibilità degli accordi,
quest'anno il contesto sembra
assai più articolato.
In primo luogo, i rapporti
tra Assolatte ed Unalat sono
stati caratterizzati - sottolinea
l’Ismea - da minore conflittualità anche in conseguenza
del funzionamento dell'indicizzazione. In secondo luogo,
si è in presenza accordi stipulati per la prossima campagna da alcune imprese di trasformazione di rilievo, che
fissano il prezzo a ben oltre le
700 lire/litro. Infine, esiste secondo gli analisti - una
situazione
congiunturale
assai difficile da interpretare
sia per la numerosità degli
elementi sia per l'estrema
aleatorietà di alcuni di essi.
2
Intesa Regione - Agea
continua da pagina 1
della Cia Lombardia - per le
imprese agricole della nostra
regione”.
Questa convenzione “avvicina le aziende agricole alle
istituzioni - ha rilevato
Borelli nel suo intervento
subito dopo il “battesimo”
della nuova struttura regionale - e consentirà un più rapido ed efficace accesso alle
risorse finanziarie destinate
al settore”.
Il nuovo Organismo dovrà
inoltre “contribuire - ha
aggiunto il presidente della
Cia Lombardia - all'abbattimento delle “bardature burocratiche” che oggi gravano
pesantemente sugli imprenditori”.
Diego Balduzzi
Vendiamo qualità
continua da pagina 1
Il mercato nazionale della
materia prima sembra aver
superato le tensioni dei mesi
passati, sebbene il latte
“spot” sia stato scambiato
ancora a prezzi vicini alle
800 lire/litro oltre Iva.
Il quadro internazionale dai dati Ismea - indica per
l'immediato futuro un ulteriore incremento dei prezzi del
latte. In Germania, dopo una
fase in cui sembrava giunto a
rottura l'accordo tra allevatori ed industriali per la definizione del prezzo di base, le
parti hanno raggiunto un
accordo per l'incremento di
1,20 pf/kg sia per il mese di
ottobre sia per quello di
novembre.
Parimenti, in Francia, le
proiezioni effettuate sulla
base del paniere utilizzato
per l'indicizzazione, ad oggi
indicano una crescita di circa
10 centesimi di franco al litro
per il trimestre ottobre dicembre. D'altro lato, stante
l'attuale situazione, anche in
Italia l'andamento dell'indice
dovrebbe assicurare abbondantemente l'incremento del
3% del prezzo del latte, stabilito dal tetto massimo imposto per il terzo trimestre della
campagna in corso.
Si tratterebbe, quindi, di
ulteriori 20 lire/litro circa che
spetterebbero agli allevatori
per il trimestre ottobre - gennaio.
Come sempre accade
durante la fase di definizione
del prezzo della materia
prima, anche il mercato dei
derivati del latte soffre dell'incertezza connessa a questo periodo, sebbene esistano
motivi che possano far supporre ad un ulteriore futuro
ritocco al rialzo dei listini dei
derivati.
Nel contingente, la politica
attendista che sta caratterizzando il comportamento
degli operatori determina una
sostanziale stabilità dei listini. L'unica eccezione è rappresentata dal Grana Padano
che, su alcune piazze, ha sofferto più degli altri prodotti
l'incertezza del momento,
evidenziando cedimenti delle
quotazioni.
condizioni fondamentali per
competere sul mercato
agroalimentare.
In questo senso il settore
agricolo dovrà impegnarsi
perché non siano altri ad
impossessarsi della “scuola
del gusto” dei prodotti tipici.
Il prodotto tipico, il suo
gusto, i suoi sapori ed i suoi
colori, il suo legame con il
lavoro dell'uomo agricoltore
sono di nascita contadina e
ciò non ci dovrà essere
espropriato. Oltre a produrre
“qualità”, il settore primario
deve capire in che modo vendere “qualità”. Questa, per
trovare la rispondenza nei
consumatori, deve possedere
i requisiti dell'evidenza e
della credibilità.
Diventa di conseguenza
fondamentale la capacità
dell'agricoltura di realizzare
una produzione corrispondente alla domanda evolutiva
dei consumatori e di instaurare relazioni dirette con gli
utilizzatori industriali e commerciali.
Questo obiettivo è sicuramente difficile da realizzare,
tenendo conto del fatto che la
distribuzione sta esercitando
un potere crescente di condizionamento dei consumi,
dello sviluppo e delle strategie dell'industria alimentare
e dell'agricoltura.
Di fronte ad un mercato
tanto complesso è evidente
che lo sviluppo del settore
agricolo e delle sue imprese
potrà avvenire solo a costo di
notevoli cambiamenti di strategia economica.
Sarà
compito
della
Confederazione
italiana
agricoltori muoversi con
decisione in questa direzione.
Impresa Agricola
Mensile della
Confederazione Italiana Agricoltori Lombardia
Reg. Trib. di Milano n. 103 del 12.03.1979
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Impresa Agricola
gennaio 2001
Panorama Agricoltura
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L’INTERVISTA
La Regione individuerà i criteri per l’attribuzione
Beccalossi: “Regione
risorsa per le imprese”
Quote latte, ad aprile
il secondo aumento Ue
Con il Vicepresidente e
Assessore all’Agricoltura
della Regione Lombardia,
Viviana Beccalossi, che ringraziamo per la disponibilità,
prosegue
la
rubrica
L’intervista di “Impresa
Agricola”.
Assessore Beccalossi, la
Regione assume ormai un
ruolo centrale nella definizione delle politiche agricole: quali sono le sue priorità
programmatiche?
Se vogliamo parlare di priorità possiamo iniziare dalla
necessità di portare la pubblica amministrazione a
diventare una reale risorsa
per le nostre imprese agricole. Gli agricoltori pretendono
una pubblica amministrazione efficiente ed efficace: la
Regione vuole rispondere
loro completando un processo di semplificazione e sburocratizzazione che è partito
già dalla scorsa legislatura.
Certo, alcune modalità di
gestione degli aiuti di stato e
comunitari appesantiscono il
già grave fardello di oneri ed
obblighi dei nostri operatori,
ma gli agricoltori lombardi
non possono permettersi di
restare indietro proprio là
dove arrivano importanti
risorse economiche per il settore.
Proprio per ridurre al minimo gli intoppi burocratici
abbiamo appena firmato la
convenzione con Agea per
costituire
l'Organismo
Pagatore Regionale, una
struttura che, prima in Italia,
possa fare già dal prossimo
ottobre in maniera ben più
efficiente ciò che prima faceva Aima.
Tra le nostre priorità poi,
soprattutto in questo periodo
di emergenze come quella
della Bse, vi è il supporto
operativo e concreto ai nostri
allevatori. Lavoriamo, con i
nostri veterinari e con i tecnici dell'Assessorato, per
migliorare i sistemi dei controlli e per completare
l'Anagrafe Zootecnica. Sono
questi i più efficaci strumenti
che abbiamo a disposizione
per dare certezze e garanzie
al consumatore e risollevare
un comparto che sta attraversando un momento di crisi
veramente pesante.
Le “quote latte” rappresentano una spada di Damocle
per la Lombardia, prima
regione per latte prodotto.
Coniugare equità e rispetto
della legge con la salvaguardia dei livelli produttivi raggiunti, cosa intende
fare la Regione?
Il problema delle “quote” è
un problema “incancrenito”
che si abbatte pesantemente
sulla nostra Regione. Noi non
possiamo certo subire passivamente gli effetti negativi di
errori fatti da altri. Il sistema
è partito male ed è il frutto di
scelte sbagliate in sede
comunitaria. La Lombardia
ha attivato da subito i mezzi
giudiziari per porre rimedio
agli errori del passato. In
attesa delle definitive pronunce dei giudici resta però
la legge, che trasferisce
pesanti responsabilità in
capo alla Regione e che deve
essere in ogni caso applicata.
La Lombardia ha tempestivamente attribuito le quote
integrative per la campagna
in corso a centinaia di giovani e ha fatto sforzi enormi per
poter disporre di altre quote
da distribuire.
Non è un caso che, per la
prima volta, la nostra
Regione sia “riuscita a strappare “con i denti” ben il 39%
delle nuove” quote attribuite
dalla comunità a livello
nazionale. Inoltre la nuova
Commissione Regionale sta
riesaminando tante situazioni critiche e, per molte di
queste, bloccate senza esito
da anni davanti ai tribunali,
si avvicina una soluzione
definitiva. Il nostro obbiettivo è quello di sostenere gli
allevatori che hanno impegnato tutte le loro sostanze
per evitare di cadere in
superprelievo e, nel contempo, di favorire il rientro nella
legalità di coloro che non lo
hanno fatto, senza però concedere sconti. Le truffe, se ci
sono, sono veramente poche,
saranno certamente perseguite e, in ogni caso, i non
intaccano minimamente l'immagine di serietà e competenza dei nostri allevatori.
Voglio ricordare a tutti che i
controlli hanno accertato
che, se "stalle fantasma" ci
razie all’accordo di
Berlino del 1999 “Agenda 2000”all’Italia è stato concesso un
aumento di 600mila tonnellate del quantitativo nazionale
di riferimento. L’aumento,
come stabilito dal Reg. Ce
1256/99, è stato suddiviso in
due tranche: la prima, per il
periodo in corso 2000/01, di
384mila tonnellate e la
seconda, per il periodo
2001/02, di 216mila tonnellate.
Questo seconda e ultima
tranche di “quote latte” verrà
ripartita tra le Regioni,
secondo criteri e modalità
fissate da un decreto ministeriale di imminente adozione.
Dalle prime anticipazioni,
G
l’assessore Viviana Beccalossi
sono, non sono certo in
Lombardia.
Lo scorso mese si è tenuta
la prima riunione del
Tavolo agricolo. Che ruolo
assegna al dialogo e alla collaborazione delle istituzioni
con le organizzazioni professionali agricole?
Il Tavolo Verde è solo uno dei
tanti esempi di come la
Regione affronti la concertazione, e non solo in agricoltura. L'esperienza mi conferma come il confronto continuo, franco ed aperto con le
Organizzazioni Professionali
sia il presupposto fondamentale di una buona amministrazione. Personalmente mi
trovo ogni mese con gli
Assessori Provinciali ed i
rappresentanti delle Comunità Montane. Ma ancor più
spesso mi incontro con i rappresentanti regionali delle
organizzazioni professionali
per approfondire i nodi più
importanti della politica
agricola regionale, come
pochi giorni fa per concordare le procedure di prevenzione della Bse.
La nostra Regione, lo dimostra anche un recente elenco, vanta centinaia di prodotti tipici e di qualità.
Quali sono gli interventi
per valorizzare, anche all'estero, l'agricoltura lombarda e per conseguire nuovi
mercati?
Quella della promozione dei
nostri prodotti tipici e di qualità è forse la carta più
importante che oggi abbiamo
in mano, l'unico strumento
che ci possa permettere di
stare a galla di fronte alla
globalizzazione dei mercati.
Tante energie del nostro
Assessorato sono indirizzate
in questo senso, tante misure
del Piano di Sviluppo Rurale
sono dedicate al miglioramento della produzione ed
alla sua promozione.
Le nostre forze sono indiriz-
alla Lombardia dovrebbero
essere
assegnate
circa
83,5mila tonnellate, il 39%
dell’intero
quantitativo
nazionale, che rappresentano
il 2% della produzione lombarda di latte. Una “tazza di
latte” o poco più, quindi, non
in grado di risolvere il divario tra le potenzialità produttive della zootecnia da latte
lombarda e i sempre più
insopportabili vincoli imposti
dalle quote.
Per quanto riguarda l’attribuzione della seconda tranche, è necessario – a giudizio
della Cia Lombardia – che si
proceda, con equità, definendo criteri e priorità, che sappiano tener conto delle diverse articolazioni del mondo
produttivo lombardo, considerando che un modesto
quantitativo di quota, derivante da un’attribuzione
lineare, come è stato scelto
in passato, non consentirebbe
il rilancio della zootecnia
lombarda.
Maggiore attenzione ai
giovani e alle aziende che
hanno investito: queste sono
le priorità che la Cia indica
alla Regione per la ripartizione delle quote latte. Il mantenimento del tessuto produttivo lombardo e la salvaguardia dei livelli produttivi raggiunti, che devono rappresentare gli obiettivi primari
della politica zootecnica,
richiedono una particolare
attenzione, nelle modalità di
suddivisione delle quote, nei
confronti delle aziende che
hanno investito, anche con
l’acquisizione di quote latte,
per adeguare le proprie
dimensioni ad un’economia
di scala e per affrontare le
sfide di un mercato, sempre
più orientato alla competitività sia sui prezzi sia sulla
qualità.
INAUGURATA LA SEDE CIA DI MILANO
zate a far emergere una
immagine unitaria dei “prodotti di Lombardia”, sia
incentivando e coordinando
l'attività degli enti locali che
quella dei consorzi di produttori. E la partecipazione
“unitaria della Lombardia”
sta ottenendo riscontri sempre più confortanti, sia negli
eventi internazionali che in
quelli nazionali. Basti citare,
solo ad esempio, il successo
ottenuto dal padiglione de “I
vini di Lombardia” all'ultimo
“Vinitaly”.
Ricordo infine che, solo
poche settimane fa più di due
milioni di persone hanno
visitato il gigantesco padiglione (nella foto un particolare) dei prodotti lombardi
presso il “Salone dei Sapori”
alla Fiera di Milano.
“Le nostre sedi non sono
solo uffici dove sbrigar pratiche: le sedi della Cia sono
luoghi di riunione e spazi di
confronto per gli imprenditori agricoli”. Così, nel suo
intervento in occasione dell'inaugurazione del 24
novembre scorso, Giuseppe
Avolio ha voluto sottolineare il proprio apprezzamento per l'impegno della Cia
interprovinciale di Milano e
Lodi nell'acquisto della
nuova sede di Milano, in
viale Coni Zugna, 58.
Nell'ampia sala riunioni
della Cia milanese, il presidente provinciale, Dario
Olivero, ha presentato, con
commozione e orgoglio, i
risultati dello sforzo della
Confederazione di Milano
nella realizzazione dei
nuovi uffici al neoeletto
presidente
nazionale,
Massimo Pacetti, e ai
numerosi ospiti, tra cui il
sen. Giovanni Piatti e il consigliere regionale Luigi
La sala riunioni della Cia di Milano durante l’inaugurazione
Concordati. “Le tante sedi
acquistate e rinnovate in
questi anni - ha affermato il
presidente
della
Cia
Lombardia,
Umberto
Borelli - sono il “biglietto
da
visita”
di
una
Confederazione saldamente radicata nel tessuto organizzativo e imprenditoriale
lombardo:un'organizzazione professionale agricola
dinamica e al passo con l'evolversi, a volte tumultuoso,
di un settore che sta vivendo profondi cambiamenti,
capace di esprimere progettualità e innovazione”.
In occasione dell'inaugurazione, è stato presentato
alla stampa anche il progetto di comunicazione della
Cia Lombardia, che ha
visto, a partire da ottobre,
la pubblicazione del mensile Impresa Agricola, insieme alla
realizzazione,
avviata i primi mesi del
2000, del sito Internet
www.cialombardia.org.
Il presidente nazionale
Pacetti percorso i principali temi di attualità, in particolare soffermandosi sulle
vicende legate alla Bse.
Al termine della mattinata, alcune imprenditrici
dell'Associazione Donne in
campo hanno offerto i vini
e i prodotti delle proprie
aziende agricole, presentati
con cura e mestria. (Di.Ba.)
Impresa Agricola
gennaio 2001
Vitivinicoltura
4
Il giudizio della Cia sulla riforma dell’Ocm vino in vigore dal 1 agosto 2000
La nuova Ocm vino:
prospettive e problemi
on il regolamento
(Ce) 1493/99 è stata
varata la riforma
dell'Ocm vino che è entrata in
vigore il 1° agosto scorso.
A tutt'oggi sono stati adottati regolamenti applicativi in
materia di controllo del
potenziale viticolo, vini d'origine, pratiche e trattamenti
enologici e meccanismi di
intervento sul mercato, mentre restano ancora da adottare
quelli relativi agli scambi con
i paesi terzi, agli organismi di
filiera, alla presentazione e
designazione dei vini ed ai
documenti e registri di
accompagnamento, tracciabi-
lità e cantina.
A livello nazionale sono
state impartite disposizioni
per il potenziale produttivo,
le sanzioni per l'inosservanza
delle norme, la dichiarazione
delle superfici vitate e la
ripartizione a livello regionale dei nuovi impianti e dei
fondi per la ristrutturazione
dei vigneti.
Una delle maggiori novità
dell'Ocm, giunta dopo 2.178
provvedimenti comunitari in
materia vitivinicola assunti
tra il 1962, data della prima
Ocm vino ed il 31 luglio
1999, data di pubblicazione
dell'ultima riforma, è il ruolo
Il Reg. Ce 1493/99 relativo
alla organizzazione comune del mercato vitivinicolo
trova attuazione mediante
diverse disposizioni nazionali e regionali che ne
hanno definito le modalità
applicative.
Riportiamo di seguito una
sintesi dei contenuti della
normativa relativamente a
due particolari aspetti
della Ocm vitivinicola:
l'utilizzazione dei diritti di
reimpianto e la regolarizzazione dei vigneti irregolari.
Un terzo aspetto molto
importante che riguarda
la possibilità di accedere
agli aiuti previsti dal
Reg.Ce 1493/99, per la
riconversione e ristrutturazione dei vigneti sarà
approfondito su un successivo numero di questo
giornale. In queste pagine
segnaliamo solo che per
questo intervento sono
stati
assegnati
alla
Regione Lombardia oltre
sette milardi corrispondenti a 499 ettari di
ristrutturazione e riconversione di vigneti per
l'annata 2000/2001.
C
attivo di sussidiarietà assegnato agli stati membri ed
alle regioni che, anche per
scelta nazionale, hanno ora
competenza legislativa, programmatica ed erogatoria di
gran parte dei benefici.
Proprio questo aspetto può
rappresentare un'occasione
unica ed irripetibile per la
vitivinicoltura italiana, affinché possa consolidare e sviluppare il proprio momento
di buona salute che i produttori hanno saputo costruire,
spesso al di là ed oltre i precedenti interventi pubblici.
Per la prima volta la specifica Ocm prevede due misure
interessanti ed innovative dal
cui profitto potranno derivarne benefici duraturi nel
tempo: circa 200 miliardi di
lire l'anno per l'Italia da destinare alla ristrutturazione,
riconversione e ammodernamento dei vigneti, nonché la
possibilità di regolarizzare
gli impianti effettuati in
difformità alle restrittive e
spesso contraddittorie norme
precedenti.
Tali opportunità, però, possono essere colte esclusivamente rispettando dei termini
precisi e perentori, stabiliti
dall'Unione, pena la perdita
dei benefici: entro il 30 giugno di ogni anno bisognerà
aver erogato e rendicontato
gli interventi a favore della
ristrutturazione dei vigneti ed
entro il 31 luglio del 2002
dovrà essere completata l'operazione sanatoria. A monte
di tutto ciò, entro il 31 marzo
del 2001 si dovrà giungere
all'aggiornamento dell'inventario del potenziale viticolo
nazionale. A tal fine l'Agea,
subentrata all'Aima che ne
aveva ricevuto mandato, di
fronte alla mole di lavoro
necessaria ed ai tempi ristretti, ha chiesto la collaborazione fattiva delle organizzazioni rappresentative della produzione, anche associata, che
hanno risposto positivamente
all'appello al fine di permettere ai vitivinicoltori italiani
di usufruire delle prospettive
positive dell'Ocm.
Naturalmente molti sono
ancora i problemi ancora
aperti, a cominciare dai ritardi comunitari nella definizione di tutti gli aspetti applicativi della riforma ed a quelli
accumulati a livello nazionale e regionale nel recepimento delle norme già operanti.
Senza parlare di alcuni
aspetti di principio che la
stessa riforma, a causa degli
opposti interessi produttivi
dei paesi mediterranei e continentali, non è riuscita a
risolvere. Basti, per tutti, il
permanere del divieto di
impianto di nuovi vigneti
fino al 2010 e la definizione
stessa del prodotto vino che
in alcuni stati membri può
essere ottenuto mediante
aggiunta di zucchero di barbabietola o dosi inaccettabili
di anidride solforosa ed in
altri stati tali operazioni sono
vietate, per fortuna, ma senza
poterne evidenziare la naturalità che resta prerogativa dei
vini cosiddetti dolci naturali
ottenuti come sopra e con in
più l'aggiunta obbligatoria di
alcol.
Tuttavia il ruolo trainante
della vitivinicoltura italiana
conquistato in questi ultimi
anni ci consente di poter
guardare con ottimismo al
futuro, partendo dalla spiccate potenzialità del nostro
paese a ritornare ad essere
leader mondiale in questa
nostra tipica produzione. Non
dobbiamo, però, perdere l'occasione offerta dalla nuova
Ocm e dobbiamo al più presto colmare i ritardi fin qui
accumulati, altrimenti da
occasione da cogliere, l'Ocm,
può trasformarsi in ostacolo
allo sviluppo ed alla modernizzazione del comparto e
quindi in nuovo problema
dell'agricoltura italiana.
Pietro Palumbo - responsabile ufficio vitivinicolo direzione nazionale Cia
Nel 2000 la produzione italiana ha raggiunto i 51,7 milioni di ettolitri
Vendemmia 2000, la produzione
in calo dell’11% rispetto al ‘99
econdo i calcoli effettuati dall'Ismea la produzione
vinicola
nazionale dovrebbe aggirarsi,
nell’anno 2000, intorno a
51,7 milioni di ettolitri, con
una flessione del 11% sul '99.
Le alte temperature estive commenta l'Ismea - hanno
causato diversi problemi al
settore. Nelle regioni meridionali le ricadute più evi-
S
Pagine a cura di Loredana Oldani e Diego Balduzzi
denti, con contrazioni produttive del 18% in Sicilia e del
10% in Puglia, dove i vigneti
non irrigui hanno registrato
un vero e proprio crollo delle
rese.
Anche l'Abruzzo, causa
l'assenza d piogge e il caldo
eccessivo, ha visto scendere
del 17,5% la propria produzione, mentre nel Nord si
segnala un meno 10% in
Veneto soprattutto a carico
dei Merlot, a fronte di una
situazione invariata per il
Prosecco.
In Piemonte e Lombardia,
nel frattempo, il duplice
effetto delle grandinate e di
alcuni problemi fitosanitari
ha ridotto la vendemmia
2000 rispettivamente del 10 e
del 12,5 per cento su base
annua, mentre è stabile la
situazione in Friuli Venezia
Giulia dove a un calo produttivo registrato in collina ha
fatto da contrappunto un
incremento in pianura.
Flessioni nell'ordine del 10%
sono previste anche in Emilia
Romagna, Marche e Toscana.
In quest'ultima regione, tuttavia, la contrazione produttiva
è stata anche la conseguenza
di una politica di contenimento dei volumi, applicata
in alcune zone attraverso i
cosiddetti “incentivi vendemmiali”.
L’Ismea segnala inoltre
contrazioni nell'ordine del
7,5% nel Lazio, a fronte di
una tenuta della produzione
vinicola umbra. (Ismea)
Impresa Agricola
gennaio 2001
Vitivinicoltura
5
Con il nuovo regolamento comunitario vengono fissate le disposizioni per la regolarizzazione e l’impianto dei vigneti
Regolarizzazione e impianto dei vigneti:
le disposizioni e le modalità operative
l Reg. Ce 1493/99, consente di regolarizzare i
vigneti impiantati senza
che il produttore fosse in possesso di un diritto di reimpianto. La regolarizzazione è
applicabile solo ai vigneti
I
impiantati prima del 1° settembre 1998. I vigneti abusivi impiantati dopo questa
data devono essere estirpati.
I produttori che intendono
usufruire della regolarizzazione, possono presentare
Sono stati stabiliti i seguenti
valori ad ettaro: lire
4.000.000 per vini Igt; lire
6.800.000 per vini Doc; lire
7.300.000 per vini Docg. Il
produttore che regolarizza
acquistando diritti dalla riserva dovrà pagare il 150% del
valore stabilito.
Regolarizzazione tramite
l'acquisto di diritti di reimpianto da privati
I diritti devono essere acquistati entro il 31 marzo 2001.
Deve essere acquistato un
diritto corrispondente al
150% della superficie da
impiantare e la superficie
eccedente viene trasferita
nella riserva regionale.
Regolarizzazione prevista
dall'art. 2 paragrafo 3 lettera c) del Reg. Ce 1493/99
Qualora lo Stato dimostri l'esistenza di diritti di reimpianto che non sono stati fatti
valere, ma che sarebbero
ancora validi se fossero stati
richiesti, questi diritti possono essere utilizzati per la
regolarizzazione. In questo
caso il produttore è tenuto al
pagamento delle seguenti
sanzioni amministrative ad
ettaro o frazione di ettaro: lire
5.000.000 per vini da tavola;
lire 6.000.000 per vini IGT;
lire 10.000.000 per vini
DOC; lire 11.000.000 per
vini DOCG.
Regolarizzazione tramite
l'estirpazione di una superficie corrispondente
La regolarizzazione può
avvenire tramite l'estirpazione, entro tre anni, di un
vigneto di superficie equivalente al vigneto irregolare.
FILIERA VINO ISMEA
EDIZIONE 2000
Queste e altre informazioni sono contenute nella
Filiera Vino Ismea pubblicata lo scorso ottobre.
Suddiviso in due parti il
rapporto offre, in una
prima sezione, un’ampia
panoramica sulle tendenze
internazionali e sulle
caratteristiche evolutive di
produzione,
mercato,
scambi con l’estero e consumi, mentre la seconda
sezione, di tipo monografico, è dedicata all’analisi
delle caratteristiche mercantili della vitivinicoltura
italiana.
L’Europa fulcro mondiale
della produzione di vino.
Con Italia e Francia in
prima fila che si contendono il primato e che in tandem coprono quasi la metà
dei volumi totali.
Ma il trend produttivo dell’ultimo trentennio punta
verso il basso per entrambi
i paesi.
Lo scorso anno, intanto, la
produzione vinicola nazionale ha totalizzato 5,8
milioni di tonnellate.
I diritti di reimpianto dei vigneti
RISERVA REGIONALE
In base a quanto stabilito
dal Reg. Ce 1493/99 e dal
D.M.
27/7/2000
la
Regione istituisce la riserva regionale dei diritti.
Nella riserva confluiscono:
- i diritti di nuovo impianto o reimpianto, compresi
quelli rilasciati ai sensi
del Reg. Cee 822/97 non
esercitati entro i termini
prescritti;
- i diritti di reimpianto
nuovamente creati;
- la parte eccedente della
superficie dei diritti derivati dall'acquisto da parte
di un produttore di un
diritto di reimpianto al
fine della regolarizzazione.
I diritti di impianto prelevati dalla riserva devono
essere esercitati entro la
fine della seconda campagna successiva a quella in
cui sono stati prelevati; se
non vengono esercitati nei
termini previsti, sono
automaticamente riassegnati alla riserva.
L'assegnazione dei diritti
della riserva ai produttori
è disposta con atto della
Direzione generale agricoltura nel quale vengono
definiti i criteri e le priorità di asseganazione, l'eventuale prezzo di cessione e le modalità di presentazione delle domande.
domanda alle Amministrazioni provinciali competenti
entro il 31 marzo 2001.
Queste le modalità di regolarizzazione:
Regolarizzazione di un vigneto impiantato in sostituzione di un vigneto estirpato
Qualora il produttore abbia in
passato estirpato un vigneto e
reimpiantato un vigneto di
superficie corrispondente
senza aver richiesto il relativo diritto di reimpianto, il
vigneto risulta essere abusivo.
In questo caso la regolarizzazione avviene tramite il pagamento di una sanzione amministrativa che la normativa ha
previsto in lire 750.000 ad
ettaro o frazione di ettaro.
Regolarizzazione tramite
l'acquisto di diritti di reimpianto dalla riserva regionale
I diritti devono essere acquistati entro il 31 marzo 2001.
l produttore che intende
estirpare un vigneto deve
presentare domanda alla
Amministrazione provinciale
che, in seguito a verifica,
rilascia un verbale di accertamento preventivo. L'espianto
deve avvenire entro sei mesi
dalla comunicazione del verbale. L'estirpazione deve
essere comunicata alla
Amministrazione provinciale, entro trenta giorni, dalla
sua esecuzione.
L'estirpazione di un vigneto, effettuata con la procedura sopra descritta, dà luogo a
un diritto di reimpianto.
I diritti di reimpianto possono essere esercitati dalla
stessa azienda che ha effettuato l'espianto oppure possono essere venduti.
I
Il diritto di reimpianto deve
essere esercitato entro la fine
della quinta campagna successiva a quella in cui ha
avuto luogo l'estirpazione. I
diritti di reimpianto non utilizzati confluiscono automaticamente nella riserva regionale. I trasferimenti di diritti
di reimpianto effettuati all'interno del territorio regionale
devono essere registrati presso i competenti uffici del
registro.
Trasferimento dei diritti di
reimpianto
La vendita totale o parziale di
un diritto di reimpianto deve
essere comunicata all'Amministrazione Provinciale.
Utilizzazione di diritti di
reimpianto acquistati
Il reimpianto effettuato in
virtù di un diritto acquistato
può avvenire solo in seguito
alla concessione di autorizzazione rilasciata dall'Amministrazione provinciale su
richiesta dell'interessato.
I diritti di reimpianto acquistati possono essere utilizzati
solo per l'impianto di superfici destinate a vini DOCG,
DOC o IGT e su superfici di
categoria pari o superiore a
quella
della
superficie
espiantata (non è ammesso il
trasferimento di diritti originati dall'estirpazione
di
vigneti atti a produrre vini da
tavola verso superfici di ana-
loga categoria produttiva).
Inoltre, nel caso che il diritto
di reimpianto provenga da
una regione diversa dalla
Lombardia, i prodotti ottenuti dal vigneto reimpiantato su
superfici DOCG, DOC o IGT
devono essere rivendicati
nelle rispettive categorie produttive (ad esempio un vigneto impiantato in zona DOC,
grazie un diritto di reimpianto proveniente da un'altra
regione, deve obbligatoriamente essere utilizzato per
produrre vini DOC).
Utilizzazione dei diritti di
reimpianto
provenienti
dalla stessa azienda
L'avvenuto reimpianto deve
essere comunicato, con apposito modello, all'Amministrazione provinciale entro trenta
giorni dalla sua realizzazione. In assenza di comunicazione il vigneto impiantato è
considerato irregolare e soggetto ad estirpazione coatta e
alle sanzioni pecuniarie previste dalla normativa.
Estirpazione e reimpianto
di vigneti colpiti da
Flavescenza dorata
L'estirpazione di un vigneto
colpito da Flavescenza dorata, con corrispondente richiesta di contributo all'espianto
o all'espianto-reimpianto,
genera un diritto di reimpianto che non può essere trasferito e deve essere esercitato
Stand dei vini lombardi al Salone dei Sapori di Milano
sulla superficie della azienda
da cui si è generato.
Nel caso in cui la richiesta di
contributo riguardi solo l'espianto il diritto di reimpianto deve essere esercitato
entro la quinta campagna
successiva a quella dell'avvenuto espianto.
Nel caso in cui la richiesta di
contributo riguardi l'espianto-reimpianto il diritto di
reimpianto deve essere esercitato entro i tempi stabiliti
nella circolare applicativa
della misura 3.21 del Piano di
sviluppo rurale.
Reimpianto anticipato
Il produttore che intende eseguire un espianto con successivo reimpianto può chiedere
all'Amministrazione provinciale l'autorizzazione al reimpianto anticipato.
Il produttore autorizzato al
reimpianto anticipato deve
impegnarsi a estirpare una
corrispondente superficie
vitata prima della fine della
terza campagna successiva al
reimpianto.
Il produttore, per avere il
diritto al reimpianto anticipato, non deve possedere diritti di impianto o possederne
in misura insufficiente a
coprire tutta la superficie che
intende reimpiantare, deve
inoltre stipulare garanzia
fideiussoria
a
favore
dell'Amministrazione provinciale.
Non sono concessi diritti di
reimpianto anticipato per
superfici atte a produrre vini
da tavola. I diritti di reimpianto anticipati devono
essere esercitati nella stessa
azienda per la quale sono
stati assegnati.
Impresa Agricola
gennaio 2001
Attualità
6
Agenzia
Parco del Ticino: la Cia sollecita l’approvazione del Piano territoriale di coordinamento
Meno 38% rispetto ai livelli ante crisi
Crollano i consumi
di carne bovina
ucca pazza”
taglia del 38%
dei consumi
delle famiglie italiane di
carni bovine. E’ quanto
emerge da un’indagine
Ismea-Nielsen condotta attorno alla metà di novembre,
allo scopo di valutare gli
attuali livelli di consumo e
raffrontarli a quelli antecedenti alla crisi.
Il calo dei bovini ha determinato una flessione degli
acquisti di carne nel complesso di oltre il 9%. In particolare, mentre i consumi di
carni suine sono rimasti invariati si è registrato un balzo in
avanti del 21% per le carni di
pollame e di coniglio.
Ismea in collaborazione
con ACNielsen effettua regolarmente il monitoraggio
degli acquisti alimentari
delle famiglie italiane attraverso un panel di 6.000 famiglie. Ogni atto di acquisto è
registrato attraverso un minicomputer che, collegato
direttamente con l’elaboratore centrale, trasmette i risul-
“M
tati delle indagini in tempo
reale.
Sul fronte delle macellazioni, intanto, gli operatori
indicano a livello nazionale
un calo delle attività del 5060%, a causa di una brusca
riduzione degli ordinativi. Il
fenomeno risulta più marcato
per i vitelloni, la cui carne,
destinata totalmente al mercato del fresco, ha subìto gli
effetti di una contrazione
della domanda di circa il 7080%. Diversamente, per le
carni di vacca - avviate anche
alla lavorazione industriale la flessione è apparsa meno
evidente (-40/-60%) e pressoché analoga a quelle di
vitello.
In base ai dati aggiornati
alla seconda metà di novembre il bestiame pronto per la
macellazione, ma non ancora
abbattuto, ammonta - secondo prime stime - a 40 o addirittura a 70 mila capi, con
inevitabili aggravi di costi a
carico degli allevatori.
(Ismea)
Il presidente della Cia Lombardia,
Umberto Borelli, ha posto all'attenzione
dell'Assessore all'Ambiente, Franco
Nicoli Cristiani, la situazione che si è
venuta a creare a causa della mancata
approvazione da parte della Regione
Lombardia del Piano territoriale di
coordinamento del Parco lombardo
della Valle del Ticino. In questa fase di
passaggio dal vecchio al nuovo Ptc, valgono le norme più restrittive e ciò costituisce un elemento di difficoltà per le
aziende agricole situate nel Parco.
Borelli ha quindi chiesto l'intervento
dell'assessore perché si giunga in tempi
brevi alla valutazione delle osservazioni
presentate, alla approvazione del nuovo
Ptc e al conseguente superamento dell'attuale regime di salvaguardia che
risulta essere penalizzante per l'operatività delle imprese agricole.
Zootecnia biologica: le indicazioni della Regione
La Regione Lombardia - Direzione
generale agricoltura - ha fornito indicazioni relativamente agli adempimenti
richiesti agli imprenditori agricoli che in
data anteriore al 24 agosto 2000 (data di
entrata in vigore del Reg. Ce 1804/2000
relativo alla zootecnia biologica) già
praticavano zootecnia biologica secondo disciplinari privati. I produttori inte-
Stand della Cia di Mantova in Piazza Mantegna con i prodotti dell’agricoltura mantovana
ressati devono notificare alla Regione
l'attività relativa alle produzioni zootecniche mediante notifica di variazione,
entro 30 giorni dall'approvazione delle
disposizioni regionali di merito.
peranno alla prima rassegna europea dei
prodotti di fattoria a Romain (Francia),
che si svolgerà da 5 al 7 febbraio.
“Mucca pazza”: positive per la
Cia le conclusioni del Consiglio
dei ministri agricoli Ue
Agricoltura biologica da nicchia a settore in espansione: La Cia considera sostanzialmente positil'impegno della Cia
vo l’esito della riunione del Consiglio
L'agricoltura biologica da produzione di
nicchia si è via via evoluta diventando
un importante segmento del sistema
agricolo lombardo. La Confederazione
italiana agricoltori, che da sempre manifesta interesse e sostegno a questo comparto, ha promosso un convegno dal
tema “Agricoltura biologica - Tendenze
del consumo e prospettive di sviluppo”,
tenutosi a Lodi il 14 dicembre scorso.
“La Cia Lombardia e i suoi enti - ha sottolineato Umberto Borelli, presidente
regionale - da anni intraprendono iniziative mirate a concreti sbocchi di mercato, insieme ad attività assistenza tecnica,
per questo settore in grande espansione”. La valorizzazione delle produzioni
tipiche e di qualità, è stato ribadito
anche negli interventi di Dario Olivero e
Giovanni Brambilla, presidente e vicepresidente della Cia di Milano - Lodi, è
lo strumento principale di crescita economica dell'agricoltura lombarda.
“Le vicende di questi mesi hanno riportato all'attenzione - ha evidenziato
Borelli - come il concetto di qualità sia
legato al “modo di produrre”, che ha
uno dei suoi cardini nel rapporto tra
impresa e ambiente: vanno promosse e
incoraggiate quindi tutte le iniziative
che vanno, come l'agricoltura biologica,
in questa direzione”.
Turismo Verde Lombardia a
“Geo & Geo”
Turismo Verde e la Cia Lombardia
hanno partecipato lo scorso 12 dicembre
alla trasmissione televisiva “Geo &
Geo” di Rai Tre. Agli spettatori di questa rubrica dedicata al turismo e all’ambiente, Gabriele Corti, presidente di
Turismo Verde Lombardia, e la coordinatrice regionale Silvana Sicouri hanno
presentato i prodotti tipici alimentari e
l’offerta agrituristica lombarda.
Una spesa “Doc” con la Cia di
Mantova
Per tutto il mese di dicembre, lo stand
promosso dalla Cia di Mantova, nella
centrale piazza Mantegna della città virgiliana, ha consentito agli agricoltori
mantovani di vendere direttamente ai
consumatori i propri prodotti tipici e
biologici. I prodotti mantovani parteci-
dei ministri agricoli Ue.
Le decisioni assunte vanno nella direzione di intervenire in modo efficace ed
armonizzato - come da sempre richiesto
dalla Cia - sia per garantire la sicurezza
e la fiducia dei consumatori, che per
sostenere gli allevatori così duramente
colpiti dalla crisi Bse.
Per quanto riguarda l’estensione del
divieto di utilizzo delle farine animali
nell’alimentazione del bestiame si tratta
di una giusta misura precauzionale che
tuttavia non dovrà assolutamente pesare,
in termini di costi, sulle filiere interessate. Inoltre, sottolinea la Cia, è necessario
anticipare la discussione, prevista nel
2002, sull’impatto di Agenda 2000 nel
comparto dei semi oleosi, infatti si
dovrà rapidamente prevedere una sostituzione delle farine animali con sostanze proteiche di origine vegetale.
La Cia ricorda che il Consiglio ha ritenuto indispensabile l’adozione di misure
d’intervento comunitario per ristabilire
un quadro di normalità del mercato ed in
particolare per compensare le pesanti
perdite di reddito degli allevatori, accogliendo così una sollecitazione avanzata
dalla filiera della carne bovina e fatta
propria dal governo italiano.
Pertanto, la Cia sollecita il ministro
affinché nel comitato di gestione per la
carne bovina siano assunte le necessarie
decisioni sulle modalità dell’intervento
pubblico comunitario (stoccaggio) che
salvaguardino le caratteristiche specifiche dell’allevamento italiano.
La proposta del bilancio Ue
2001 e le previsioni per il settore agricolo
Alla fine di novembre, il Consiglio dei
ministri dell’Unione europea ha approvato, in seconda lettura, una proposta di
bilancio comunitario 2001 che prevede
38,802 miliardi di euro per le spese dei
mercati agricoli (+ 5,19 per cento rispetto al 2000), di cui 60 milioni sono per il
programma dei test per la Bse avvallati
dal comitato veterinario permanente.
La dotazione per lo sviluppo rurale è
stata fissata a 4,495 miliardi di euro (+
10,06 per cento rispetto al 2000). In base
continua a pagina 7
Impresa Agricola
gennaio 2001
Notiziario agricolo
Manifesto del 5°Censimento dell’Agricoltura
continua da pagina 6
alla proposta approvata dai Quindici, il totale
delle spese per il 2001 relative alla Pac saranno superiori del 5,97 per cento di quelle iscritte nel bilancio 2000.
I crediti concessi ai Fondi strutturali dovrebbero aumentare dello 0,13 per cento, mentre
quelli per i pagamenti diminuire del 2,08 per
cento.
Il Parlamento europeo approverà in via definitiva il bilancio per il prossimo anno nel
corso della sessione del 11-15 dicembre 2000.
La Commissione europea adotta un
Libro verde sulla sicurezza per l’approvvigionamento energetico
approvvigionamento energetico, in vista di un
dibattito globale sulla futura strategia energetica dell’Unione europea e sulle sfide geopolitiche, economiche ed ambientali da affrontare. L’Ue produce circa la metà del suo fabbisogno e, se nessun intervento verrà intrapreso, tra 20-30 anni la percentuale delle importazioni energetiche aumenterà dall’attuale 50
per cento al 70 per cento.
L’Ue potrà liberarsi dalla dipendenza energetica solo con l’applicazione di una strategia
energetica attiva, che, a lungo termine, dovrà
permettere la conciliazione tra la disponibilità
fisica e continua dei prodotti energetici sul
mercato ad un prezzo accessibile ed il buon
funzionamento dell’economia nel rispetto
delle situazioni ambientali.
Gli Stati membri adottano delle soluzioni differenti a problemi che in realtà sono comuni e
sempre più interdipendenti, come, ad esempio, la lotta contro il cambiamento climatico e
la realizzazione di un mercato interno per l’energia.
I “Lunedì del gusto” con la Cia di
Milano
Con la degustazione dei prodotti della
Basilicata prendono avvio i “Lunedì del
gusto”, promossi dalla Cia di Milano e Lodi
in collaborazione con il Consorzio prodotti
tipici di fattoria.
L’iniziativa nasce - secondo gli intenti della
Cia di Milano - per promuovere, valorizzare e
far conoscere la grande varietà di produzioni
tipiche alimentari appartenenti alla tradizione
rurale.
Il 29 novembre scorso, la Commissione ha
adottato un Libro verde sulla sicurezza di
10 righe su Internet
Scadenzario agricolo
e fiscale - gennaio
15 Lunedì
IVA
Fatturazione differita per
consegne di dicembre. Entro
oggi debbono essere emesse
e registrate le fatture relative
a consegne o spedizioni dei
beni effettuate nel mese di
dicembre 2000.
16 Martedì
IVA
Liquidazione mensile. Le
aziende agricole in contabilità Iva mensile devono annotare nel registro delle vendite
la liquidazione dell’imposta,
relativa alle operazioni fatturate nel mese di dicembre,
nonché alle fatture differite
emesse entro il 15 gennaio
per consegne o spedizioni di
beni fatte nel mese di dicembre 2000 per cessioni di prodotti agricoli con prezzo da
determinare (decreto ministeriale del 15 novembre 1975),
nel caso in cui il prezzo sia
stato determinato nel mese di
novembre.
IRPEF
Ritenute d’acconto. Scade il
termine per effettuare il versamento delle ritenute Irpef
Internet: ecco come trovare
informazioni e documenti
n tempo il potere era
rappresentato
dal
possesso dell'informazione; oggi, senza ombra
di dubbio, dal saperla rintracciare; uno slogan che è sicuramente condivisibile è:
“troppa informazione = nessuna informazione”.
Il numero di documenti
presenti su Internet cresce ad
un ritmo impressionante e
districarsi nella “giungla”
documentale è un compito
assai complesso. I motori di
ricerca e le directory sono di
grande aiuto per la “sopravvivenza” in rete, ma un uso
improprio rende questi due
strumenti praticamente inutili.
Le directory sono delle
liste di siti web suddivise per
argomento, secondo una logica di archiviazione proprietaria, un esempio italiano di
directory è www.virgilio.it
(per trovare la Cia si dovrebbe navigare attraverso i
seguenti argomenti Siti italiani “Economia e Diritto”
“Economia” “Associazioni Associazioni di categoria”).
Le directory archiviano ed
indicizzano solo una breve
descrizione dei siti.
I motori di ricerca, tipo
www.altavista.it, sono com-
U
pletamente diversi perché
raccolgono tutte le informazioni su di un sito rendendo
possibile ricerche molto
ampie e puntuali. La ricerca
documentale in questo caso
non viene effettuata navigando attraverso categorie predefinite, ma attraverso delle
richieste, delle interrogazioni, semplici o avanzate. Nelle
strategie di ricerca bisogna
considerare che è più vantaggiosa una ricerca semplice se
non si ha un'idea precisa di
cosa si cerca; al contrario,
quando si hanno le idee
molto chiare è da preferirsi
una ricerca avanzata.
Le ricerche semplici richiedono di inserire nel campo di
ricerca la parola e/o le parole
d'interesse; è possibile anche
prevedere un segno + davanti alle parole che devono far
parte del risultato o il segno per quelle da escludere dalla
ricerca.
Alla base delle ricerche
avanzate ci sono gli operatori
logici, o booleani, AND, OR
e AND NOT:
AND indica di ricercare
pagine web contenti entrambe le parole
OR se si cercano pagine
web contenenti almeno una
delle parole
AND NOT per escludere
dal risultato pagine web contenenti una certa parola
NEAR è un operatore di
prossimità cioè vengono
ricercate pagine web nelle
quale le parole siano tra loro
vicine (entro un raggio di 10
parole)
Molto più complesso è
infine il caso dei metasearch.
Si tratta di motori molto
complessi che sono in condizione di effettuare ricerche in
contemporanea su diversi
motori e directory fondendo i
risultati in un'unica pagina
web, a titolo di esempio si
rinvia a one2seek.com uno
dei più famosi.
Non mi resta che invitarvi
ad una prova on-line, ricordando solo alcuni tra i più
famosi punti di ricerca sulla
rete:
Directory
www.virgilio.it
www.lycos.it
www.hotbot.com
www.arianna.it
Motori di ricerca
www.altavista.it
www.google.com
www.raging.com
Metasearch
www.one2seek.com
www.sherlockhound.com
Matteo Ansanelli
7
operate in acconto nel mese
precedente sui compensi corrisposti a lavoratori autonomi
e a dipendenti, comprese le
addizionali all’Irpef (regionale ed eventuale comunale).
INPS
Contributo previdenziale
straordinario. Scade il termine per versare all’Inps il contributo previdenziale straordinario trattenuto sui compensi corrisposti a collaboratori e amministratori nel
mese precedente
Versamento contributi lavoratori dipendenti. Scade il
termine per versare i contributi previdenziali e assistenziali relativi alle retribuzioni
dei lavoratori dipendenti di
competenza del mese precedente.
La denuncia delle retribuzioni mensili (modello DM10/2)
deve pervenire all’Inps entro
oggi, allegando il modello
alla delega di pagamento unificato F24.
Versamento contributi lavoratori autonomi in agricoltura. Scade il termine per
versare la 4^ rata 2000 dei
contributi previdenziali
RAVVEDIMENTO OPEROSO
Tardiva presentazione modello F24 con saldo zero. I
contribuenti che non hanno
presentato alla scadenza il
modello F24 con saldo zero,
perché hanno compensato
imposte, contributi e tributi
dovuti con quelli a credito,
possono regolarizzare l’omissione entro tre mesi senza
applicazione di sanzioni.
Tardivo versamento imposte
e tributi. I contribuenti che
per qualsiasi motivo non
hanno rispettato i termini per
il versamento di tributi o la
presentazione di denunce
possono avvalersi del cosiddetto “ravvedimento operoso” per regolarizzare la situazione beneficiando della
riduzione delle sanzioni
amministrative tributarie.
Il ravvedimento è possibile
purché la violazione non sia
già stata contestata e in ogni
modo non siano iniziati
accessi, ispezioni e verifiche.
I soggetti interessati possono
regolarizzare la situazione
pagando entro oggi gli
importi dovuti beneficiando
della sanzione del 3,75%,
pari a un ottavo della sanzione normale del 30%. Sono,
inoltre, dovuti gli interessi di
mora del 2,5% annuo per i
giorni di ritardato versamento rispetto al termine di scadenza originario.
20 Sabato
IVA
Elenchi mensili Intrastat per
cessioni e/o acquisti intracomunitari. I contribuenti che
dal 1° gennaio 2000 effettuano cessioni e/o acquisti intracomunitari (vale a dire con
Paesi dell’Ue) devono presentare agli uffici doganali
competenti gli elenchi riepilogativi (Intrastat) degli
scambi intracomunitari registrati o soggetti a registrazione nell’anno 2001 con scadenze diversificate.
continua a pagina 8
Alpeggio sul Monte Guglielmo (Brescia)
Impresa Agricola
gennaio 2001
Notiziario agricolo
8
L’agriturismo lombardo alla rassegna eno-gastronomica
Bse
Turismo Verde al Salone
dei Sapori
ormaggi d’alpeggio,
salumi di capra, miele
di rododendro, biscotti
di riso e altre centinaia di
“meraviglie” gastronomiche
hanno superato i confini dei
loro luoghi di produzione,
spesso limitati a qualche isolato comune, per approdare
alla grande vetrina del
Salone dei Sapori, che si è
tenuto a Milano dal 2 al 10
dicembre scorso.
I centomila metri quadri
dei padiglioni fieristici milanesi sono diventati un vero
paradiso per i “gastronauti”
alla ricerca di cibi tradizionali, salvati dall’oblio da irriducibili quanto appassionati
produttori.
“In un momento come l’attuale di disorientamento e
preoccupazione, questa mostra-mercato di prodotti tipici e di qualità – rileva
Umberto Borelli, presidente
del Comitato del Salone dei
Sapori – avvicina i consumatori agli artigiani del settore
alimentare e agli agricoltori,
consentendo di conoscere
l’assoluta eccellenza della
produzione agricola italiana”.
Gli stand delle Regioni,
delle Provincie e dei Consorzi di Tutela hanno presentato e offerto al pubblico prodotti di fama mondiale, come
il Grana Padano, e altri, non
meno nobili, ma ancora da
scoprire.
Con i suoi 237 prodotti
agro-alimentari tradizionali,
recentemente censiti in un
apposito
elenco,
la
Lombardia, presente al salone con numerosi stand
(Regione, Provincie, Camere
F
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22 Lunedì
ENPAIA
Versamento contributi. Scade il termine per effettuare il
versamento della rata mensile relativa ai contributi previdenziali per i dirigenti e gli
impiegati agricoli.
31 Mercoledì
UFFICIO REGISTRO
Contratti di locazione e
affitto. Scade il termine per
effettuare la registrazione dei
contratti (è obbligatoria la
registrazione quando la durata dei contratti è superiore a
30 giorni complessivi nell’anno indipendentemente
dal canone pattuito) di affitto
e locazione di immobili; per i
contratti di locazione già
registrati si deve versare
l’imposta relativa alla annualità successiva che decorre
dal 1 dicembre 2000. I contratti di affitto di fondi rustici stipulati verbalmente o
con scrittura privata possono
essere registrati cumulativamente entro il mese di febbraio 2002.
QUOTE LATTE
Dichiarazione mensile. Scade il termine per i primi
acquirenti (industrie, cooperative, ecc.) per trasmettere
all'Aima, alle Regioni e alle
Associazioni dei produttori
la Dichiarazione mensile,
relativa al latte consegnato
nel mese di dicembre 2000
(legge 642/96).
Contratti di affitto di quota
latte. Oggi è il termine ultimo per stipulare i contratti di
affitto in corso di periodo di
quota latte.
IVA
Dichiarazione periodica.
Scade il termine per la presentazione della dichiarazione periodica dell’Iva.
VIAGGIO IN SPAGNA
CON LA CIA E TURISMO VERDE DI BRESCIA
La Confederazione italiana
agricoltori di Brescia, in
collaborazione con Turismo Verde, ha organizzato un viaggio di studio in
Spagna, dedicato in particolar modo agli operatori
delle aziende agrituristiche,
che si terrà da 12 al 20
marzo prossimi.
Il programma prevede
incontri con le realtà agricole e agrituristiche della
Spagna, in Castiglia e in
Catalogna, con la visita
delle città di Madrid e di
Barcellona.
Per informazioni e per le
prenotazioni rivolgersi a
Giovanni Bosetti, presso la
Cia di Brescia (tel.
030/3770444).
di commercio, aziende e
associazioni), ha presentato i
frutti della sua agricoltura,
poliedrica e dai mille volti,
come il suo territorio che va
dalle valli alpine sino agli
argini del Po.
“Il sistema agricolo lombardo – ricorda Borelli – sa
essere ai massimi livelli
mondiali per capacità produttive e tecnologie e, nello
stesso tempo, riesce a custodire antiche tradizioni alimentari, mantenendo uno
stretto legame con il territorio in cui sono nate”.
Agricoltura e territorio: un
inscindibile legame che può
essere conosciuto a fondo
attraverso
l’agriturismo.
“L’ospitalità rurale e la vendita diretta dei prodotti sono
– secondo Silvana Sicouri,
coordinatrice regionale di
Turismo Verde – le forme
più autentiche per conoscere
i paesaggio lombardo e i suoi
innumerevoli prodotti agricoli”.
Turismo Verde Lombardia
– l’associazione agrituristica
promossa dalla Cia – ha partecipato al Salone dei Sapori,
nello stand messo a disposizione dalla Regione, presentando guide e materiale
informativo sull’agriturismo
in Lombardia. La manifestazione fieristica milanese è
stata l’occasione per far
conoscere in anteprima la
data – 12-13 maggio – dell’edizione 2001 di “Per corti e
cascine”,
iniziativa
di
Turismo Verde e della Cia
Lombardia, che in pochi anni
è diventata il principale
appuntamento del settore per
tutta la Lombardia, registrando migliaia di partecipanti.
(Di.Ba.)
Lo stand di Turismo Verde Lombardia al Salone dei Sapori
IL SEGNALIBRO
Massimo Biloni (a cura di),
“Sperimentazione varietale
riso in Lombardia Biennio
1998 - 1999”, Ente nazionale
Risi - Regione Lombardia,
Milano, 2000, s.i.p.
La coltivazione del riso,
oltre a rappresentare un
importante capitolo economico, è elemento peculiare
del paesaggio agrario di alcune aree della Lombardia.
A sostegno di questa produzione, l’Ente Nazionale
Risi e la Regione Lombardia
hanno pubblicato i risultati di
una sperimentazione varietale condotta nel biennio 19981999. Questo lavoro viene
incontro all’oggettiva difficoltà di scelta varietale tra le
numeorse proposte offerte ai
risicoltori. Basti pensare che
nell’ultimo decennio l’elenco
del Registro nazionale è
quasi raddoppiato, contando
ben 125 varietà.
La
ricerca
dell’Ente
Nazionale Risi, condotta in
una rete più ampia con
l’Istituto sperimentale di
cerealicoltura, offre così i
risultati di una sperimentazione condotta su alcune
varietà di riso, evidenzianodone le capacità produttive,
la resa in grani interi e la resistenza alle principali patologie. (Di.Ba.)
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vietare l’impiego di farine
animali nell’alimentazione di
tutte le diverse specie, pur
condividendone le motivazioni, è indispensabile richiamare la Sua attenzione sugli
ingenti costi che tale decisione comporterà e sulla necessità di evitare che tali costi
vengano caricati interamente
sugli allevatori e sui trasformatori della filiera. A seguito
di tale decisione, infatti, le
aziende incaricate della raccolta e trasformazione dei
sottoprodotti in farine hanno
già richiesto il pagamento di
importi estremamente elevati
per la raccolta di tale materiale che dal 1° gennaio non
sarà più valorizzabile attraverso l’alimentazione zootecnica, precisando che in
caso contrario interromperanno la loro attività (segnali
in tale direzione sono già
stati preannunciati per la
prossima settimana). L’unica
soluzione in questo caso sarà
quella di adottare un sistema
simile a quello già avviato in
Francia, dove è lo Stato che
si fa carico dello smaltimento
di tali farine, acquistandole al
prezzo di mercato registrato
dalle stesse agli inizi di ottobre. Ciò consentirà di non
caricare sulle fasi più deboli
della filiera gli ulteriori costi
derivanti da tale misura e di
mantenere la competitività
dei nostri operatori ai medesimi livelli di quelli degli
altri Paesi.
Anche in vista, quindi, delle
decisioni che verranno
assunte dal Comitato di
gestione bovino di martedì
12 dicembre, le scriventi
organizzazioni chiedono che
il Governo italiano adotti
quanto segue:
- nessuna partecipazione con
fondi nazionali al cofinanziamento della misura di abbattimento e distruzione degli
animali oltre i 30 mesi proposta dalla Commissione;
- messa a disposizione del
settore di un pacchetto di
risorse nazionali da destinare
all’integrazione del prezzo di
intervento comunitario; considerando un quantitativo di
carni all’intervento pari ad
almeno 40.000 tonnellate ed
una integrazione di 2000
lire/Kg, l’entità dell’integrazione nazionale dovrà essere
pari ad 80 miliardi di lire;
- richiesta di risorse aggiuntive comunitarie e/o nazionali
eccezionali per l’integrazione del reddito dei produttori e
degli altri operatori dell’intera filiera bovina nei Paesi
colpiti dalla crisi;
- messa a punto di un sistema
di ritiro, stoccaggio e smaltimento delle farine animali a
carico della Pubblica amministrazione che eviti la preannunciata paralisi del settore;
- immediato potenziamento
delle capacità analitiche delle
strutture pubbliche incaricate
dell’esecuzione dei test Bse
in maniera tale da mettere sin
da subito le strutture di
macellazione del nostro
Paese in grado di effettuare i
test Bse su tutti gli animali
macellati oltre i 30 mesi di
età. Ad oggi, infatti, le strutture degli Istituti zooprofilattici incaricati di eseguire tali
esami prevedono di poter
raggiungere una potenzialità
analitica di circa 2.000 test
alla settimana e cioè 100.000
all’anno, contro i circa
800.000 capi che dovranno
essere testati a partire dal
primo gennaio 2001.
Ai responsabili dei ministeri
chiamati in causa, si chiede
la convocazione urgentissima di una riunione prima
della prossima seduta del
Comitato di gestione delle
carni bovine già indetto per il
giorno 12 dicembre prossimo.