Il corriere dei ragazzi

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Il corriere dei ragazzi
Nr. 1, gennaio 2014
Il Corriere dei Ragazzi
Istituto Superiore Statale “Mario Rapisardi”
Cinema
Libri
Cucina
Musica
Focus:Incontri d’autore
Sommario
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Saluti Dirigente scolastico
Editoriale: Giornale… ohhh!?
Attualità: Coming Out
Musica: Lucio Battisti
Cultura: Primo Levi
Cinema: Le sortie de l’usine Lumière à Lyon
Uomini che odiano le donne
The rocky horror picture show
Focus: Apertura anno scolastico
Incontri d’autore
Le Vie di Leonardo
Backstage “Spettacolo di Natale 2013”
Incontro con l’Associazione Alzheimer
Cucina: Cake pops
Sport: Uno straniero a Milano, Eric Thohir
Tempo libero: Cruciverba e rebus
Redazione: Direttore Responsabile: Prof.ssa Angela Rita Pistorio
Capo red: Agata Fallica e Tania Ronsivalle
Ringraziamenti: Prima di tutto ringraziamo il nostro Dirigente
Scolastico Prof. Egidio Pagano che, coinvolgendo
alunni e professori, ha promosso quest’iniziativa.
Ringraziamo la Prof.ssa Angela Rita Pistorio per
averci guidato e aver creduto in noi.
Il Giornale potrebbe contenere qualche errore, perdonateci, non è un impegno facile!
La redazione
Il “Corriere dei Ragazzi” è un giornale che
appartiene a tutti gli studenti dell’Istituto
Superiore Statale “M. Rapisardi”, vi invitiamo
a partecipare numerosi e con interesse!
Auguri!
AGLI ALUNNI - ALLE FAMIGLIE - AI DOCENTI - AL PERSONALE ATA
Nel momento in cui viene dato alle stampe il primo numero del giornalino dell’Istituto “Mario
Rapisardi” che avete deciso di chiamare “Il Corriere dei Ragazzi” sento il dovere di augurarvi buon
lavoro.
Buon lavoro a voi ragazzi, ai docenti ed al personale ATA che insieme a voi condividerà le fatiche, le
difficoltà e, a volte, le amarezze che qualunque lavoro comporta. Mi auguro che questa palestra possa
esservi utile a maturare esperienze e condividere occasioni di crescita che valgono, a volte, molto più
di tante “lezioni”.
Sappiate che come per ogni attività l’inizio rappresenta il momento in cui, sulla base delle esperienze
( rappresentate sia dai successi che dalle sconfitte) precedenti, si definiscono progetti e percorsi di
formazione e di crescita. Anche per me, quest’anno, l’inizio rappresenta l’avvio di un nuovo percorso
di crescita che spero di condividere con tutti voi.
L’attività e la sfida che intendo raccogliere è quella di provare ad accompagnare i giovani, che le
famiglie ci hanno con fiducia affidato, verso quella crescita umana e culturale che deve essere
funzione principale ed istituzionale della scuola.
In questo percorso sappiamo di assumerci una grande responsabilità che deve avere come obiettivo: la
formazione dei futuri “professionisti” e della futura “classe dirigente”.
L’arduità del compito ci fa essere umili e nello stesso tempo orgogliosi del compito assegnatoci, che
vogliamo vivere con passione oltre che con eticità professionale.
Ma, l’importanza e delicatezza del percorso, ci obbliga a non “essere soli”, non vogliamo e non
possiamo essere soli. Ed è con questa “speranza” che auspico il coinvolgimento di tutte quelle
energie, interne ed esterne alla scuola, che ci possano consentire sia di proporre un “progetto
formativo” ricco di iniziative culturali e didattiche, idonee a perseguire le finalità sopra delineate, che
di realizzarle al meglio per poter opportunamente coniugare le nostre aspettative con quelle delle
famiglie e degli alunni.
In questa prospettiva il Piano dell’Offerta Formativa, proposto dal Collegio dei Docenti, vuole
rappresentare il tentativo di mettere insieme le diverse anime presenti nell’Istituto per costruire la
nostra identità e la nostra missione culturale; elementi che possano identificarci e farci riconoscere
nel bacino di riferimento.
Ciò sarà possibile solamente se riusciremo a realizzare una positiva sinergia tra tutte le risorse a
nostra disposizione e che, se non guidate, potrebbero orientarsi in senso non sempre convergente.
Il primo obiettivo del progetto formativo dell’I.I.S.S. “Mario Rapisardi” dovrà essere rappresentato
dalla cooperazione nella costruzione di un ambiente e di un sistema in cui si possano scoprire la
potenzialità e positività di ognuno di noi. Ciò lo troviamo sintetizzato nello slogan che abbiamo
assunto come “Mission” della nostra scuola: “INSIEME PER CRESCERE”
Le tradizioni e la reputazione della scuola, quale qualificato centro pedagogico e professionale, deve
costituire una sfida al miglioramento con cui confrontarci quotidianamente per poter compiere, con
orgoglioso e professionalità, l’incarico di ognuno, consapevoli delle competenze e dell’energia
necessaria per adempiere, responsabilmente, al compito che ci attende.
Guidare una scuola ai compiti istituzionali, con professionalità e competenza, non è sempre facile;
ancora oggi, più che negli anni passati, in cui la società provinciale e regionale ha dovuto affrontare
sfide, cambiamenti e trasformazioni, è necessario incidere profondamente sulla struttura ed
organizzazione della scuola locale in modo da renderla adeguata alle sfide che l’attendono in ambito
locale, regionale e nazionale.
Per tutto questo il personale, gli studenti, le famiglie e quanti operano sul territorio hanno l’obbligo di
provare a costruire un progetto di scuola e di percorso formativo, curriculare ed extracurriculare, che
possa offrire stimoli e motivazioni verso l’acquisizione di conoscenze e competenze spendibili nel
futuro professionale dei nostri alunni.
In questo clima l’Istituto “M. Rapisardi”, per la professionalità dei docenti e del personale tutto, deve
saper continuare a rappresentare una certezza nella formazione umana e professionale dei tanti
giovani che passeranno tra i suoi banchi e che, alla fine del loro percorso scolastico, dovranno affollare
le aziende e gli ambiti professionali anche oltre i confini nazionali.
Anch’io, sperando di esserne capace, proverò a svolgere il ruolo di guida; certamente lo farò con
grande impegno e passione.
E’ nella certezza che la mia azione ed il mio impegno continuerà in tale direzione che oggi, con affetto,
formulo a quanti operano e vivono nell’Istituto un augurio sincero sia per l’anno scolastico oramai
avviato che per questo nuovo progetto (Il giornalino di Istituto), che possa avere vita e visibilità
lunga.
Inoltre in questo inizio di anno voglio porgere un augurio a voi ragazzi ed ai vostri genitori, ai docenti,
al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario affinché la nostra comunità educante possa crescere
in un clima di collaborazione, avendo sempre ed innanzitutto, come valore guida il rispetto dell´altro.
Dobbiamo unire le nostre forze affinché insieme si possa fare della nostra scuola luogo sereno per la
crescita; luogo in cui il sapere non sia un punto di arrivo ma strumento di conoscenza e comprensione
della realtà; affinché i nostri percorsi formativi possano condurci a diventare non solo brillanti tecnici
e conoscitori delle discipline ma soprattutto veri uomini e donne al passo con i tempi e con le sfide
della modernità.
Mi piace ricordare un motto che deve rappresentare l’impegno costante della nostra attività
quotidiana: “Partecipare oggi per essere protagonisti domani”.
Protagonisti del nostro futuro costruito con l’impegno e la caparbietà quotidiana; protagonisti capaci di
non fermarci mai di fronte alle difficoltà che certamente si presenteranno.
Sicuramente non è facile impegnarsi in una società che sempre più disorienta e mostra cambiamenti e
difficoltà, soprattutto per le giovani generazioni, che devono essere affrontate quotidianamente e che,
a volte, sembrano insormontabili.
Io insieme a tutto il personale della Scuola siamo pronti a sostenervi ed a sostenere le vostre famiglie;
affinché le difficoltà siano vissute sempre più come momenti di crescita, di riflessione e di
maturazione e mai come sconfitte.
Per quanto detto vi invito a vivere l’istituto pienamente e con consapevolezza nella prospettiva del
pieno rispetto reciproco e della correttezza dei comportamenti..
Non permettete mai che qualcuno ipotechi il vostro futuro ma costruitelo con l’impegno quotidiano,
affinché sia vostro.
Noi siamo pronti a guidarvi verso la realizzazione di un serio progetto di vita che richiede, tuttavia,
impegno, costanza e capacità di ascolto.
In questa prospettiva vi invito a riflettere sul senso profondo della cultura come opportunità di
integrazione sociale, di realizzazione personale, di capacità e consapevolezza delle scelte per orientare
e costruire il vostro “domani” dimostrando diponibilità ad essere coinvolti ed a partecipare alla vita
scolastica ed alle attività coprogettate.
Il Dirigente scolastico prof. Egidio Pagano
Giornale... ohhh!?
Oggi lo studio della comunicazione, delle sue tecniche e delle sue strategie riveste notevole
importanza. Leggere il giornale in classe diventa allora per gli studenti un’occasione per
interrogarsi sulla realtà che li circonda e per sviluppare nel tempo una solida coscienza
critica mediante un attento processo analitico. Confrontandosi con le idee e le opinioni degli
altri si sviluppano le proprie. I ragazzi sono invitati, attraverso la stesura del giornale
d’Istituto, a sviluppare la ricerca e l’analisi del rapporto fra realtà e rappresentazione,
ponendosi domande sul perché il fatto diventa notizia e superando il confine, non sempre certo
ed evidente, fra evento e interpretazione.
Organizzare una redazione nell’Istituto, promuovere l’arte del giornalismo attivo fra gli
studenti e costruire un proprio giornale diventa conoscenza pragmatica dello stile giornalistico
e buon metodo didattico per spingere gli alunni ad una partecipazione attiva che non li renda
passivi uditori ma fattivi creatori di una rivista.
Ringrazio il dirigente scolastico Egidio Pagano che ha voluto il progetto
“Giornalino d’Istituto” e gli studenti del Liceo, in particolare i componenti della
redazione, che insieme a me lavorano con impegno ed entusiasmo per pubblicare
mensilmente il giornale.
La referente
Prof.ssa Angela Rita Pistorio
COMING OUT
Nell’antichità l’omosessualità era praticata con
naturalezza
poiché l’amore era considerato
indipendente dal sesso della persona amata.
Le prime testimonianze di questo amore “diverso”
pervengono da una civiltà distinta nella sua epoca
per la libertà di pensiero, l’antica Grecia, in cui
l’amore tra due uomini era lecito e prevaleva
l’uguaglianza tra i due, mentre il rapporto
matrimoniale non era equo, poiché la donna
veniva sottomessa. Il rapporto tra due giovani era
considerato come una relazione ordinaria, mentre
il rapporto tra un giovane e un ragazzo era
considerato ‘’passivo’’ perché il ragazzo non era
ancora virile. Anche nel medioevo c’era tolleranza
nei confronti di questi rapporti e una delle
principali testimonianze è La chanson de Roland
in cui si riscontra l’amore tra Oliviero e Rolando
che in punto di morte si scambiano le ultime
parole in uno ‘’slancio d’amore’’. Un altro
esempio ispirato alla precedente è la Girart de
Vienne in cui il rapporto tra i due uomini supera i
limiti dell’amicizia, come dimostra la seguente
frase: ‘’Vi amo più di ogni altro uomo nato da
donna’’. Nonostante nel passato ci sono
testimonianze di apertura per quanto riguarda
l’omosessualità, con l’evoluzione della società si
assiste allo sviluppo dell’omofobia, che si è
presentata soprattutto durante la seconda guerra
mondiale, nella quale gli omosessuali venivano
puniti con la morte
Omosessualità e religione…
Tra le varie religioni e sette l’omosessualità è
vista in termini negativi. La chiesa cattolica nella
congregazione della dottrina della fede afferma,
che gli omosessuali, benché non siano in peccato,
tendono verso un comportamento immorale,
infatti la chiesa non riconosce l’unione tra due
persone dello stesso sesso, anche quella ortodossa
è contraria ai rapporti omosessuali e pretende la
castità. Mentre la chiesa protestante mostra alcuni
atteggiamenti tolleranti altri no. I testimoni di
geova nonostante siano contrari a questi rapporti
si dichiarano non omofobi. La dottrina islamica
punisce questi rapporti con la pena di morte.
L’ebraismo non accetta l’omosessualità, come il
buddhismo, tanto che l’attuale Dalai Lama ha
Roberta Bonaventura
Denise Merendino IV BR
risposto a queste coppie con un ‘’No assoluto’’.
Nonostante il rifiuto delle religioni, al giorno
d’oggi si sta svolgendo un processo di
accettazione dell’omosessualità, anche per questo
in alcune parti del mondo possono unirsi in
matrimonio.
Mi ritorni in mente…
. Un artista mai dimenticato
Lucio Battisti nato a Poggio Bustone, in
provincia di Rieti, nel 5 Marzo 1943, fu
compositore e cantautore, uno tra i più
grandi e innovativi cantanti di sempre.
Egli ha impresso una svolta decisiva nel
pensiero
stereotipato
della
musica
italiana, anzi la personalizzò, tanto da
considerarlo
una
delle
massime
personalità nella storia della musica
leggera. A soli tredici anni, Lucio, chiese
ai suoi genitori di avere una chitarra,
spinto, non solo dalla curiosità e dalla
passione che lo legava già da allora alla
musica, ma anche da due ragazzi che
abitavano nello stesso condominio da cui
aveva sentito i primi brani rock and roll
arrivati in Italia.Il primo approccio con la
musica sembra gli sia stato donato da
Carlo di Salvio, un elettricista del luogo,
anche se con sicurezza possiamo dire
che egli fu autodidatta. Purtroppo
l’interesse per questo strumento andò via
via scemando, fino al ’61, questa
passione lo portò a trascurare gli studi
suscitando la rabbia del padre Alfiero,
che secondo una leggenda arrivò anche a
spaccargli la chitarra in testa. Dopo
alcune minacce da parte del padre a
riprendere gli studi e promise di
impegnarsi a prendere il diploma a
condizione che il padre firmasse
l’esenzione dalla leva militare, per diritto,
in quanto figlio di un invalido di guerra,
e che gli concedesse due anni per
guadagnare con la musica. Il patto fu
accettato e nel ’62 si diplomò come perito
elettrotecnico. In quell’anno, Battisti,
cominciò a suonare a Napoli ma la
solitudine e la mancanza dei soldi finì
per farlo tornare a casa, successivamente
entrò a far parte di un gruppo ben
conosciuto, ovvero I Campioni, che erano
in cerca di un chitarrista. Lui accettò e si
trasferì a Milano, allora tempio del jazz e
della nascente musica rock italiana. Il 14
Febbraio del 1965 viene notato da una
discografica francese che crede nel
talento di Battisti, e fu proprio lei a
procurargli il fatidico appuntamento con
l’autore Giulio Rapetti, in arte Mogol. Al
primo incontro, Mogol, non era rimasto
particolarmente
impressionato
dalle
canzoni che Lucio gli aveva proposto, ma
collaborò con lui per la sua voglia di
migliorare e la sua umiltà nell’ammettere
i propri limiti. Lucio esordì come solista
con i brani: “Per una lira” e “Dolce di
giorno” riportando forti innovazioni sia
nella musica che nel testo. Il 4 Marzo del
’69, esce il suo primo album, intitolato
“Lucio Battisti”, che è una raccolta di
brani già pubblicati nei precedenti
singoli, più di sei brani già editi nelle
versioni di altri gruppi e cantanti. Il 28
marzo pubblica il secondo singolo
dell’anno: “Acqua azzurra, acqua chiara”.
“Dieci ragazze” è un brano che Battisti
presenta al Cantagiro del 1969 e nello
stesso
anno
vince
il
Festivalbar.
Nel settembre del ’76 realizza i video di
“Ancora tu” e “La compagnia” si tratta
del primo videoclip della storia della
musica. Nell'autunno del 1996, molti si
Battisti con Mogol (Como).
aspettavano la pubblicazione di un
nuovo album, ma così non fu, e da quel
momento cominciarono a circolare voci
sull'esistenza di un fantomatico nuovo
album, che non sarebbe stato ancora
pubblicato a causa delle difficoltà da
parte di Battisti nel trovare un accordo
con le case discografiche, che non
avevano accettato le sue richieste, troppo
alte in rapporto al calo delle vendite. Tra
il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la
notizia del ricovero di Battisti in una
clinica milanese per volere della stessa
famiglia, non viene diffuso alcun
bollettino medico. Il 6 settembre le sue
condizioni si aggravano e l'8 viene
spostato nel reparto di terapia intensiva.
Lucio Battisti muore la mattina del 9
settembre 1998, all'età di 55 anni; le
cause della morte non sono state
comunicate
ufficialmente:
secondo
alcune voci non confermate invece il
musicista sarebbe morto per tumore. Ai
funerali,
celebratisi
in
forma
strettamente privata a Molteno, dove è
sepolto, furono ammesse appena 20
persone, tra le quali Mogol.
Grazia Giusa IV Br
Primo Levi
(Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987)
Il 27 gennaio ricorre il giorno della
Memoria, nel quale si ricordano le
vittime dell’Olocausto ma soprattutto si
ricorda l’apertura dei cancelli
di
Auschwitz. Il romanzo di Primo Levi ‘Se
questo è un uomo’, definito documento
testimoniale, perché ha vissuto in prima
persona la strage ad Auschwitz, non è
scritto con risentimento, ma per
soddisfare il bisogno di raccontare per
non dimenticare. Grazie al suo romanzo,
che oggi rappresenta un classico della
letteratura mondiale, Levi ci invita a
ricordare le vittime dell’Olocausto non
solo una volta l’anno, poiché le riflessioni
dell’autore permettono di immedesimarsi
nell’esperienza del protagonista.
Il
romanzo non è strutturato secondo un
ordine cronologico ed è suddiviso in vari
capitoli, ognuno dei quali tratta
le
esperienze e le considerazioni dell’autore.
Fra le numerose vicende raccontate, uno
dei capitoli più importanti è il nono,
dedicato ai Sommersi ed i Salvati, nel
quale egli spiega la differenza tra i
candidati alla sopravvivenza o alla morte
e inoltre dice che l’unico modo per
sopravvivere era accaparrarsi mansioni
speciali e non adeguarsi alle regole del
campo per poi indebolirsi lentamente a
causa
dell'esaurimento,
della
denutrizione e delle malattie. Si tratta di
una esperienza che porta alla riflessione,
che spesso fa sorgere delle domande a
cui Levi cercherà di rispondere in una
parte del romanzo. Nell’ultimo capitolo
‘Storia di dieci giorni’ scritto sotto forma
di diario, egli narra l’epilogo in cui riuscì
a salvarsi. È importante sottolineare che
il lettore sarà spesso stupito dal fatto che
nel libro si stenta a trovare un giudizio
morale negativo, non sono presenti
espressioni di rancore nei confronti del
Nazismo, infatti egli spiegò ai lettori che
era sua intenzione mantenere un
approccio razionale, assumendo il ruolo
del testimone e lasciando al lettore il
compito di giudicare, libero di creare la
propria opinione.
‘Se questo è
capolavoro?
un
uomo’
è
un
Si lo è, rappresenta una lettura
indispensabile, per sapere, per capire ma
soprattutto per evitare di rivivere altri
Olocausti. Non basta ricordare un giorno
l’anno, con Primo Levi è possibile farlo
semplicemente
sfogliando
il
suo
romanzo.
“Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per
esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione
quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non
si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è
nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci
ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome:
e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che
dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.”
Cosentino Liliana IV Br
.
“La sortie de l’usine Lumière à Lyon”
movimento, venne curata da due fratelli
geniali, “non avrà mai un futuro questa
macchina”, dicevano. Ma come spesso
accade, dalla follia scaturisce genialità, e
questa quasi sempre coincide con
intelletto. Fu allora che, i fratelli
Lumière, nel 1895, proposero nel Salon
indien du Grand Café di Parigi, una
sequenza
di
fotografie
proiettate
rapidamente per creare l’ illusione del
movimento, servendosi della macchina
che
avevano
progettato
insieme.
“
Quello che fa la macchina da presa, ed è
l'unica cosa che fa, è fotografare il
pensiero." Con questa frase, il regista
amante di teatro Shakespeariano Orson
Welles, sintetizza il vero valore del buon
cinema, ai tempi di quando ancora non
esistevano effetti grafici coi botti; il
pensiero, con il grande schermo, viene
trasmesso
con
un
metodo
di
comunicazione innovativo, piacevole ed
accessibile a tutti. La storia del cinema
inizia con la Belle Epoque , ed è un’arte
che trova le sue radici nel teatro greco.
Ma l ‘idea vera e propria di creare il
Il
corto muto, che non era il primo,
presentava lo svolgersi di una tipica
giornata lavorativa di operaie donne, e
dura a stento 60 secondi .Fu il primo
film a venire visto da un pubblico, per
cui viene solitamente indicato come il
punto di partenza della storia del
cinema.
Viviana
Mondello
IV Br
Uomini che odiano le donne
''Mi è rimasta una paura che non so
descrivere, in ogni uomo che si avvicina
vedo un orco, non è facile per me, non
voglio essere toccata, se un uomo mi
sorride tremo...con tutto ciò mi sono
sposata ed ho anche dei figli, ho cercato
di rendere la mia vita uguale a tante altre
donne, non è vero, tra l'apparire e l'essere
c'è molta differenza, solo chi ha provato
sulla sua pelle comprende ciò di cui sto
parlando...'' La frase è la testimonianza di
una donna succube di violenza sessuale
e non deve sorprenderci l’enorme
sconforto che trasmette. E’ ormai chiaro
che la violenza carnale pone problemi sia
sociali che psicologici per la vittima, la
quale deve spesso affrontare
la
condizione del proprio stato d'animo e
l’atteggiamento inquisitorio della famiglia
e degli amici. Nei primi giorni e settimane
che seguono l'aggressione subita, è
piuttosto
normale
per
la
vittima
sperimentare emozioni molto acute,
infatti le reazioni post-traumatiche della
vittima variano dalla loquacità alla
tensione nervosa accompagnata da
pianto e tremore, dall'incredulità alla
quiete e alla docilità. La donna, in
genere, si sente notevolmente umiliata ed
è proprio tale senso di umiliazione che la
porta, il più delle volte, a rammentare le
sensazioni dell'aggressione attraverso
degli insopportabili flashback, la porta
all'avversione per il sesso maschile
temendo qualsiasi forma di contatto e le
causa
un’ansia
crescente.
Tale
avvenimento può anche compromettere
la sua condizione lavorativa perché si
fiderà a malapena degli altri e nel caso
più disastroso si isolerà del tutto dal
contesto sociale. Come se non bastasse il
malessere non la tormenterà solo
nell’arco del giorno ma anche di notte
attraverso ripetuti incubi. In alcuni casi,
la donna che ha subito tale atrocità
agisce in modo discordante dal suo
carattere perché inizierà ad avvertire
sensi di colpa e vergogna perché sicura,
il più delle volte in maniera non
razionale, di essere stata in qualche
modo responsabile dell'accaduto o che
avrebbe potuto sottrarsi all'aggressione,
o ancora che la violenza subita
costituisca un castigo per qualche fittizia
violazione commessa. Ciò è abituale nel
caso in cui l'aggressore è un conoscente
oppure se le vittime non ricevono aiuto
da parte di familiari, amici e autorità. Il
senso di vergogna può anche ostacolare
la donna nel raccontare ad altri
l'accaduto ed eviterà luoghi e cose che
possa ricordarle quella vicenda infernale.
Non sempre, ma spesso, la donna
potrebbe sentirsi disgiunta dalla realtà,
come se stesse vivendo un sogno,
percependo il mondo esterno come
qualcosa di irreale. Nella maggior parte
dei casi la donna utilizzerà una serie di
tattiche per difendersi dalla sofferenza,
ma queste strategie non serviranno a
nulla e si trasformeranno in disagi.
Prevalentemente
il
meccanismo
di
autodifesa si manifesta attraverso l'oblio
e
la
minimizzazione
dell'intensità
dell'esperienza vissuta, questo fenomeno
in psicologia viene definito "rimozione";
queste ''difese'' impediscono al soggetto
di affrontare il problema. Talvolta, ad
esempio, le vittime cercano di attenuare
le preoccupazioni assumendo alcool,
droghe
o
esagerando
con
gli
psicofarmaci.
''...Mi ha fatto sentire sempre incapace,
inadeguata. Risultato: mi sento depressa,
confusa
e
incapace
di
prendere
decisioni...'' La frase, questa volta, è stata
detta da una donna che ha subito una
violenza
psicologica.
La
violenza
psicologica è una forma di oppressione
che affianca e molte volte precede la
violenza fisica. Molte donne la subiscono,
a volte consapevolmente, altre volte
senza neanche avvedersene, da parte di
uomini che hanno come unico fine quello
di annullare inumanamente l'identità
delle proprie vittime e demolirne
spietatamente
l'orgoglio.
L'uomo
che
esercita
la
violenza
psicologica lo fa per gradi: addosserà una
miriade di responsabilità alla vittima, la
svalorizzerà a tal punto da farla sentire
un oggetto in modo tale che quest'ultima
arriverà a sentirsi realmente una nullità.
Con estrema lentezza l’uomo inizierà a
predominare sulle scelte della sua donna
e l'allontanerà dallo scenario in cui è
abituata a vivere, costringendola ad
essere prigioniera della propria casa e
della propria sofferenza, costringendola
ad essere schiava delle sue accuse, delle
sue ingiurie e della sua diffidenza. Allora
perché
la
donna
accetta
tale
frustrazione? L'accettazione da parte
della donna delle oppressioni giornaliere
è determinata dal senso di colpa che si
crea all'interno del suo animo, ella ha
grande paura che le responsabilità della
rovina dell’unione sia sua, iniziando a
ritenersi inabile nel garantire la solidità
familiare. La donna, dunque, non si
riconosce vittima, bensì considera si il
motivo stesso del male che subisce.
L’idea di contraddire il proprio uomo, o
addirittura di denunciarlo, spesso non è
nemmeno considerata da parte delle
donne che subiscono violenza psicologica
e dalle donne che subiscono violenza
carnale. Non lo fanno per vergogna o per
paura. Ma non bisogna convertirsi al
pessimismo,
dobbiamo
anche
considerare che alcune di loro riescono a
ridurre notevolmente gli effetti negativi
che un trauma del genere può causare
grazie ad aiuti esterni e ad atti di volontà
di
notevoli
dimensioni.
Queste situazioni agghiaccianti non
possono
e
non
devono
passare
inosservate!!
Rosemary Trovato III C
Chiara Chisari III C
Cult movie: The Rocky Horror Picture Show
Provocatorio, irrisorio, colorato, sfrenato,
irriverente. Questo e molto altro è il "The
Rocky Horror Picture Show" , musical del
1975 diretto da Jim Sharmam, tratto
dallo spettacolo teatrale The Rocky
Horror Show, scritto e diretto da Richard
O'Brien.
A distanza di quarant'anni,
questo film è tutt'ora di forte impatto,
sentito vivamente dal pubblico (in alcuni
cinema è proiettato ininterrottamente
dall'anno di uscita) la definizione di cult
movie per eccellenza; forse il musical
rock più amato di sempre: complice la
colonna
sonora
ad
alto
effetto.
"Give yourself over to absolute pleasure."
recita la tagline del film, introducendo il
tema principe : la libido vista nella sua
forma più gioiosa, l'utopia di una
liberazione sessuale, la totale dedizione
all'infinita ricerca del piacere. Questa la
filosofia del protagonista assoluto Frank-
N-Furter,
scienziato
bisessuale
e
travestito,
proveniente
dal
Pianeta
Bisesso, impersonato da Tim Curry in
un'interpretazione che da sola riesce a
dare luce al film; Frank si presenta in
baby-doll, tacchi a spillo e calze a rete
nella canzone Sweet Tranvestite come un
"dolce travestito";
Motore della storia è il comportarsi del
protagonista come la versione moderna e
vagamente glam rock di Frankeisten: ha
costruito un uomo "biondo e abbronzato"
affinchè diventi il suo amante, l'amante
perfetto: Rocky. Proprio durante la notte
della "nascita" di Rocky capitano al
castello dello scienziato, causa un
temporale e una ruota bucata, due
castissimi e perbenisti giovani fidanzati:
Brad e Janet. In questa notte i due
vengono iniziati al sesso da Frank-NFurter, dando il via a una serie di eventi
al limite del nonsense. Ma il fulcro del
film è proprio questo: attraverso un
linguaggio quasi assurdo, infarcito di
riferimenti alla cultura pop, al kitsh, al
grottesco, al nonsense e allo sci-fi, dare
un'importante lezione: essere liberi dalle
proprie inibizioni è l'unico modo per
poter vivere, ignorando il moralismo e i
limiti che esso contiene e impone.
Valentina Saia IV Br
Apertura anno scolastico
2013/2014
Come ormai di consuetudine il
Dirigente Scolastico, prof. Egidio
Pagano, inaugura l’anno scolastico
facendo intervenire funzionari
dell’amministrazione scolastica.
Presenti la Dott.ssa Rosita Dorsi e la
presidente dell’Associazione
«Intercultura» di Catania .
Le eccellenze dello scorso anno
Per l’occasione vengono
consegnati attestati di merito ai
ragazzi che si sono distinti
durante il precedente anno
scolastico.
Incontri d’autore
20/12/2013
Il Liceo Classico «M.Rapisardi» incontra
Salvatore Borzì, autore del libro
«Sull’importanza della Letteratura»
Elena Toscano PH
L’incontro, organizzato dalla prof.ssa
Angela Rita Pistorio e dal Dirigente
scolastico prof. Egidio Pagano, mira a
destare negli studenti la voglia di leggere
e di potersi confrontare direttamente con
gli autori sui vari temi culturali.
Sull’importanza della
Letteratura
Prof. Salvatore Borzì
Elena Toscano PH
«L’insegnante deve recuperare il senso
del ruolo di educatore di anime. Deve
trasmettere agli allievi l’importanza dei
valori che la letteratura esprime,
andando oltre allo studio delle regole
grammaticali e all’analisi del testo. Non
bisogna appiccicare il sapere all’Anima
ma bisogna incorporarvelo. Il docente
deve essere motivato ed entusiasta solo
così i valori verranno trasmessi ed
accompagneranno lo studente nel
cammino per crescere e diventare
Uomo.»
Incontri d’autore
08/01/2014
Il Liceo Classico «M.Rapisardi»
incontra Simona Lo Iacono, autrice
del libro «Effatà»
Moderatrice dell’incontro assieme
alla prof.ssa Angela Rita Pistorio e
al Dirigente scolastico, la prof.ssa
Daniela Privitera.
Sofia Uccellatore ha
sviluppato il tema del
Concorso indetto dalla
stessa Autrice, i risultati
saranno ufficializzati il 27
Gennaio 2014
Le Vie di Leonardo
17/12/2013
Progetto Innovativo di Musica e Teatro
A 500 anni dalla morte di Leonardo, viene rimarcata la
valenza culturale e didattica sia del suo genio che del
periodo rinascimentale in «Le Vie di Leonardo 2013», una
Serie di Eventi Musicali ed uno Treal-Musicali, in una città,
quale Catania .
Alcuni momenti della
rappresentazione
Elena Toscano PH
Gli studenti del
Liceo Classico,
presenti alla
performance
teatrale, ricavano
dallo spettacolo un
arricchimento
artistico ed umano
del grande genio. Il
regista ha saputo
dar risalto
all’aspetto più
intimo di Leonardo,
confinandone
quell’alone di
mistero che spesso
impregna la sua
immagine.
Illustrano i dettagli del progetto, oltre a Gregorio Celi
co-fondatore insieme a Ingrao Maurizio della
Kryptomeridies (agenzia organizzatrice dell’evento),
l’attore/regista Massimo Leggio e l’attrice Laura
Tornabene. Corredata la pièce teatrale da contenuti
direttamente o indirettamente correlabili con il
periodo rinascimentale o da inediti scritti per “Le
Vie di Leonardo”.
Leonardo Da Vinci racchiude
in sé la poliedricità della mente
e la sensibilità dell’animo degli
esseri umani. La creatività,
l’ingegno e quindi l’opera di
questo enorme personaggio
spaziano in molteplici campi
dello scibile e delle attività
umane.
Elena Toscano PH
Backstage
«Spettacolo di Natale 2013»21/12/2013
Nonostante le numerose
difficoltà organizzative, anche
quest’anno, gli studenti del
Liceo Classico sono riusciti a
porgere gli auguri mettendo in
scena un piccolo spettacolo.
Tra uno sketch e
l’altro… tra una risata
e l’altra… ringraziano
il Dirigente Scolastico e
i Docenti che li hanno
sostenuti.
Buone feste!
Il Liceo Classico incontra i volontari
dell’Associazione Alzheimer Paternò
07/01/2014
Via martiri della Libertà, 32-Paternò (CT)
Tel. 095 841675- E-mail: [email protected]
Cake pops!
I cake pops sono delle deliziose palline di torta ricoperte con cioccolato e decorate con zuccherini
colorati, che ricordano, per la loro forma, dei golosi leccalecca.
Preparare i cake pops è davvero divertente: si inizia procurandosi del pan di spagna o della torta
avanzata, si amalgama con della confettura (ma si può utilizzare anche Nutella o mascarpone) si
formano delle palline che si copriranno con cioccolato fondente, al latte o bianco.
Ultimo step: sfoderare tutta la fantasia per decorare i cake pops con codette di zucchero, noce di cocco
grattugiata, cioccolato fuso o granella di nocciole!
Ingredienti:
 Un Pan di Spagna o una torta a scelta
 Confettura o crema di nocciole q.b.
 Zuccherini colorati
Procedimento:
1. Prendiamo una torta di Pan di Spagna o
di un dolce a scelta e sbricioliamolo.
2. Aggiungiamo della confettura o della
crema di nocciole.
3. Impastiamo con le mani fino ad
ottenere un composto omogeneo.
4. Il Cake pop non deve più
presentare delle parti secche ma
deve essere una poltiglia umida.
5. Creiamo una pallina realizzando
dei movimenti rotatori con il
palmo della mano. Facciamo
raffreddare il Cake Pop in
frigorifero per mezz’ora…
6. Immergiamo un’estremità della
stecca nel cioccolato sciolto a
"bagnomaria".
7. Inseriamo la stecca (o spiedini in
legno) nel Cake pop e poi
immergiamolo nel cioccolato
fuso.
8. Cospargiamolo con zuccherini
colorati e lasciamolo raffreddare
su una base di polistirolo
Andrea Minutolo IV Br
UNO STRANIERO A MILANO ….
ERICK THOHIR
Il 15 novembre 2013 è una data che rimarrà
indelebile nella mente di tutti gli interisti. Dopo
ben diciotto anni ,Massimo Moratti ha ceduto la
propria creatura al magnate indonesiano Erick
Thohir, che diventa il 20° presidente della società
del biscione, affiancato alla vicepresidenza dal
figlio di Moratti, Angelo Mario e da alcuni altri
soci stranieri.
Ma chi è Erick Thohir?
E’ un ricco indonesiano di Jakarta, che gestisce
l’Asta International, una società finanziaria a capo
di varie aziende e diversi settori: “il 67% dei DC
United, una squadra della MLS (Major League
Soccer), il campionato calcistico più importante in
America e il Persib Bardug, un club del
campionato indonesiano ed infine è presidente
della federazione indonesiana”. Spinto dal
desiderio di investire anche in Europa, ha
presentato un’offerta di quasi 300 milioni di euro
che serviva per saldare i debiti della società
nerazzurra , aumentare il capitale del club e per la
costruzione del nuovo stadio di proprietà. Questa
offerta è stata prontamente accettata dalla famiglia
Moratti perché l’Inter come grandi club europei
tipo il Psg, Manchester City ecc… spera che con
l’ingresso di nuovi soci stranieri possa investire
in grande, per ritornare di nuovo “nell’Europa che
conta”, essendo assente da quasi tre anni, e per
rafforzare l’organico privo di nomi illustri. Thohir
ha dichiarato in una recente intervista che gli
piacerebbe acquistare il calciatore Messi e vincere
un giorno la Champions… accendendo le fantasie
dei tifosi interisti, che sperano che questa nuova
Inter “Indoneliana”, possa regalare di nuovo
delle soddisfazioni, magari un “triplete” come
nel 2009/2010. Si spera che nella prossima
stagione, il tutto non sia “SOLO” un bluff
milionario.
Angela Motta IV Br
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