AI Tg3 Rai voglio fare buon servizio pubblico
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AI Tg3 Rai voglio fare buon servizio pubblico
«AI Tg3 Rai voglio fare buon servizio pubblico» ANDREA TONASI Un toscano in via Perini. Da ieri la redazione di Trento della Rai regionale ha un nuovo caporedattore. Paolo Pardini, pisano, 57 anni, due volte padre (un figlio frequenta Giurisprudenza a Pavia e vuole fare il giornalista, l'altro studia cinema), prende il posto di Laura Strada. Pardini viene da Milano dove si occupava di cultura e spettacoli. Seguiva i concerti alla Scala, al Forum di Assago e a San Siro. Probabilmente gli mancheranno i grandi eventi. Sicuramente gli mancherà la possibilità di andare allo stadio a seguire il Milan, anche se lui si autodefinisce «milanista laico». Si dividerà tra il Trentino e la Lombardia. «Ho accettato volentieri questo incarico. In questo mestiere, soprattutto nelle posizioni di vertice, è giusto cambiare ogni tre o quattro anni. Certo, quella che devo guidare ora è una "macchina nuova". Mi stanno aiutando i colleghi (nella redazione di Trento lavorano 17 giornalisti) e penso che ci sarà una forte collaborazione con la redazione Rai di Bolzano». Figlio di un commercialista e di una casalinga, Pardini si è laureato in Lettere a Pisa. Alla Rai entrò nel 1992, poco prima dell'avvio di Mani Pulite, del- l'arresto di Mario Chiesa. Ma è diventato giornalista professionista a Famiglia Cristiana. Si definirebbe un «giornalista cattolico»? «Sono un giornalista e sono cattolico, ma non ho etichette e non sono etichettabile. Non credo nelle appartenenze. Dalla mia religione dipende la mia tolleranza e il mio senso del rispetto». Lei insegna anche all'Università Cattolica. «Sì. Curo un master in giornalismo, sulla conduzione e sulla diretta televisiva». Riuscirà a continuare ad insegnare? «Difficile, ma non lo escludo. Vedremo». Che tipo di telegiornale farà? «Non lo so. È ancora presto per dirlo. Ho acceso oggi il computer. Ho parlato con i miei collaboratori e credo che mi farò aiutare da loro per capire il territorio». Qual è il suo timore maggiore? «Non ho timori. Spero di riuscire a fare un Tg che interpreti bene il Trentino: un telegiornale che, come oggi, interessi alla gente. I colleghi mi hanno spiegato che ci sono un paio di testate televisive private, che fanno un ottimo lavoro, ma che noi abbiamo ancora la leadership. Certo, per i telespettatori risulta DÌÙ facile schiacciare il tasto numero 3 sul telecomando...». Com'è la Rai di oggi? «La Rai ha le sue difficoltà, tra concorrenza e canone, ma credo che offra da sempre un ottimo servizio pubblico». È ancora lottizzata dai partiti politici? «Lo è stata sicuramente, ma le cose sono cambiate molto negli anni. In passato si è esagerato un po', ma in fondo l'editore della Rai rimane il Parlamento e si può dire che ai cittadini offra un servizio di alta qualità. Poi i giornalisti sono uomini... C'è chi le cose le fa meglio di altri, ma questo accade anche nei quotidiani, no?». Cosa pensa della candidatura al Quirinale della collega Milena Gabanelli, promossa dal Movimento 5 Stelle? A Radio 24 Gianclaudio Bressa ha detto che se la Gabanelli è pronta per il Quirinale, lui potrebbe fare il neurochirurgo. «Penso che Milena Gabanelli sia una grande giornalista e che sia merito suo se tanti italiani hanno continuato a pagare il canone Rai. Credo che abbia una grande forza. Quanti sarebbero in grado di opporsi ai poteri forti come fa lei? Detto ciò, non so se sarebbe adatta a fare la presidente della Repubblica. Siamo abituati a dei po- litici esperti, navigati. Non so. Può essere un esperimento». Parlando di politici, non si può non fare una domanda su Lorenzo Dellai, oggi in Parlamento e governatore del Trentino per 15 anni. Che idea se ne è fatto? «Dellai è un oggetto misterioso. Non lo conosco, se non attraverso le cronache giornalistiche. Dicono che sia uno sperimentatore e che il Trentino sia un laboratorio politico. Mi pare che la sua eco sia positiva. No? Ho l'impressione che il Trentino si senta un po' orfano. Tra pochi mesi anche noi seguiremo le elezioni provinciali. Sarà giornalisticamente interessante capire quale eredità ha lasciato Dellai e chi prenderà il suo posto». Lei ha lavorato anche a Firenze. Cosa pensa del sindaco Matteo Renzi? «A Firenze non ci vado da tanti anni. Vedo, come tutti, che all'interno del Pd si sta consumando una polemica feroce, forse troppo. Renzi non lo conosco direttamente e premetto che non sono un renziano. Certo, ora è facile dire che se fosse stato lui il candidato del Pd le cose sarebbero andate diversamente. Ma ora è troppo facile dire "se ci fosse Renzi"... Se ci fosse Renzi, cambierebbe la stagione. E comunque le primarie le ha vinte Bersani». «Al Tg3 Rai voglio fare buon servizio pubblico» "^ £ *j i 11