terminali imp. climatizzazione
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terminali imp. climatizzazione
UNITÀ TERMINALI Le unità terminali svolgono un ruolo molto importante poiché costituiscono la prima interazione fra uomo e sistema edificioimpianto. Le unità terminali si suddividono in: • Unità a prevalente scambio termico convettivo 9 convezione naturale: radiatori, termoconvettori, piastre radianti; 9 convezione forzata: ventilconvettori, aerotermi • Unità a prevalente scambio termico radiativi: pannelli e strisce radianti • Unità per il condizionamento dell’aria (trattamento estivo ed invernale) Possibilità di controllo dei parametri ambientali ai fini del benessere IMPIANTO Ta Tmr UR va CONVEZIONE NATURALE: SI NO NO NO Inerzia radiatore alta termoconvettore bassa piastra radiante alta(1) CONVEZIONE FORZATA SI NO NO SI/NO Ventilconvettori bassa aerotermo bassa IRRAGGIAMENTO SI SI/NO NO NO Pannelli radianti alta Strisce radianti bassa CDZ SI NO SI SI Note: (1) minore comunque dei radiatori UNITÀ TERMINALI A PREVALENTE CONVEZIONE NATURALE RADIATORI (Convez. Naturale 70-80% + Irraggiamento 20-30%) Elementi a viluppo verticale componibili mediante manicotti filettati. I materiali impiagati sono: alluminio acciaio ghisa Costituito da tubi lisci collegati in parallelo entro cui scorre il fluido termovettore che scambia Q con l’aria ambiente. Scambiatore acqua – aria: aumento superficie → scambio termico più elevato. Installazione a parete sospesi: distacco di circa 5 cm dalla parete e 10 cm dal pavimento (circolazione aria e pulizia pavimento e pareti). TINGRESSO = 85°C circa ∆T = 10°circa Controllo TSUP. radiatore: negli ospedali e nelle palestre TINGRESSO = 65°- 70°C circa. Schermature di protezione: riducono lo scambio termico. Elementi in ghisa: a colonnine o a piastra. Elementi in alluminio: a piastra. Elementi in acciaio: a colonnine. Soluzioni estetiche evolute. Caratteristiche scambio termico: forma, dimensioni e materiale unità terminale; ∆T fluido termovettore; posizione collegamenti idraulici; temperatura aria ambiente; posizionamento unità terminale nel locale. Dimensionamento: resa termica standard certificata (prove di laboratorio – UNI 6514). Le caratteristiche comprendono: numero colonne emissione termica (W) per elemento per un determinato ∆T (+ fattore di correzione per ∆T diversi) dimensioni elementi: altezza, larghezza colonna, profondità peso info sulla filettatura Calcolo numero elementi in base alla dispersione termica e quindi al fabbisogno termico dell’ambiente da riscaldare: N. ELEMENTI = POT. TERMICAAMB/POT. TERMICAELEMENTO Arrotondamento calcolo (installazione). Rendimento: funzione anche della posizione di ingresso ed uscita dell’acqua calda. Rendimento massimo con ingresso dall’alto e uscita dal basso sul lato opposto, ma non consente l’allungamento del terminale. Allungamento possibile con ingresso (alto) e uscita (basso) sullo stesso lato. Da evitare con unità basse e lunghe. Posizionamento: posizione terminale rispetto a superfici trasparenti: discomfort localizzato discendente (asimmetria → radiante posizione unità e corrente sotto il convettiva davanzale). Maggiorazione dispersioni sotto il davanzale. presenza schermature, tende, davanzali: diminuzioni della resa termica: esempio sotto davanzale 15 ÷ 20%. Effetto tendaggi generalmente negativo (funzione della loro posizione) TERMOCONVETTORI (Convez. Naturale 90% + Irraggiamento 10%) Costituiti da batteria alettata alloggiata in un contenitore. Si innesca un “tiraggio” naturale. Diffusione negli anni sessanta (basso costo). Oggi sono sostituiti dai radiatori (ingombro) o i ventilconvettori (efficienza e controllo microclima anche in estate). Posizionamento: incassate nelle pareti (nicchia) o a vista. Stesse considerazioni fatte per i radiatori. Resa termica dell’unità: superficie di scambio batteria alettata (rame / acciaio); temperatura e portata fluido termovettore; altezza mobiletto; temperatura di ingresso dell’aria. Potenza termica: da prove di laboratorio (UNI 7940) PIASTRE RADIANTI Piastre metalliche saldate fra loro. All’interno scorre il fluido termovettore. Scambio termico prevalente per convezione naturale. Contributo irraggiamento maggiore dei radiatori a piastra. Facile pulibilità per la scarsa aderenza polvere. Installati a parete o in nicchia (valide le considerazioni fatte per i radiatori). Realizzate generalmente in pezzo unico in acciaio. Aumento superficie per migliorare la resa termica (doppia piastra con alette). Potenza termica: dalla ditta produttrice. TUBI ALETTATI Tubazione dotata di alette in cui scorre fluido termovettore. Alimentati sia da acqua calda che da vapore. Richiedono grandi lunghezze. Molto utilizzati in serre, utenze industriali, scuole, ospedali, etc; installati a vista lungo le pareti o racchiusi entro griglie sagomate. Involucro protettivo. Rispetto al termoconvettore rinunciano all’effetto camino. Potenza termica misurata secondo la Norma UNI 6514 8fornita per 1m di sviluppo del tubo): Caratteristiche fluido termovettore Aria ambiente Diametro tubo, passo e altezza alette. Negli impianti ad aria primaria (terziario): riscaldamento superfici fredde. Residenze: valutazione della potenza termica e dello sviluppo dell’unità. UNITÀ TERMINALI A PREVALENTE CONVEZIONE FORZATA VENTILCONVETTORI Simile al termoconvettore con incorporato un ventilatore. Anche raffrescamento estivo; condensa del vapore acqueo (TSUPBATT<TRUG) che deve essere allontanato. Principali parti: Presa d’aria (dal basso o frontale) Batteria/e alettata/e (fan-coil a 2 o 4 tubi: il 4 tubi più costoso ma molto efficiente) Filtro aria (manutenzione e/o sostituzione) Ventilatore (velocità selezionabili). Rumore (vedi indicazioni produttori) Custodia apparato. Lamiera verniciata o materiale plastico. Istallazione a terra, a soffitto (verificare il lancio per evitare stratificazioni dell’aria). Controllo: velocità e quindi portata, temperatura. Edifici con occupazione limitata: uffici, edifici aperti al pubblico. Oltre alla potenza termica deve essere valutata la portata (valore minimo consigliato: 5 ricambi orari per garantire uniformità di temperatura). Utilizzati in impianti ad aria primaria cui è demandato compito della ventilazione. Posizionamento: vedi radiatori + attenzione lancio aria onde evitare fastidiose correnti d’aria. AEROTERMI Corpi scaldanti costituiti da una batteria alettata su cui un ventilatore fa circolare una determinata portata d’aria. Contenitore e supporto all’apparato. Alette deflettici orientabili e diffusori. Dimensioni ridotte e grandi portate d’aria: locali ampi, quali magazzini, palestre, autorimesse, officine, ed ambienti industriali in genere. Alimentati ad acqua calda e vapore. Installati a soffitto (lancio verticale) ed a parete (lancio orizzontale); per ambienti molto alti si ha solo lancio verticale con batteria che avvolge il ventilatore. Controllo effetti di galleggiamento dell’aria trattata: angolo apertura getto (diffusore). Collocazione: evitare di investire l’occupante con l getto d’aria (TMAX= 45-50°C). Rumorosità. Versione solo ricircolo o anche con aria esterna di ricambio (servocomando ← termostato). UNITÀ TERMINALI A PREVALENTE SCAMBIO TERMICO RADIATIVO PANNELLI RADIANTI Vedi info del Seminario tematico sui pannelli radianti STRISCE RADIANTI Simile al pannello radiante ma operante con temperature più elevate (fino a 200°C: vapore ed oli diatermici). Estensione ridotta. Installazione a soffitto. Costituiti da piastra sagomata (materiale ad elevato λ) in acciaio o alluminio (s=1-1,5 mm). Ad essa sono collegati i tubi in cui scorre il fluido termovettore. Nella parte superiore il pannello è isolato termicamente. UNITÀ TERMINALI PER LA DIFFUSIONE DELL’ARIA Scopo: immettere aria in ambiente per ottenere le condizioni termoigrometriche desiderate. Attraverso griglie di estrazione l’aria esausta viene ripresa e allontanata dai locali. Utilizzati nei sistemi di termoventilazione ecdz. Devono assicurare: Uniformità di temperatura Assenza di correnti d’aria efficienza ricambio d’aria Assenza di aria stagnante Materiali: acciaio verniciato e alluminio (plastica) Suddivisi in: a) Diffusori a parete (bocchette) b) Diffusori a soffitto (anemostati) c) Diffusori lineari d) Pannelli forati da soffitto Caratteristiche: Getto del diffusore: grado di induzione (miscelamento); − alto → lancio corto − basso → lancio lungo effetto parete (ritardo caduta getto) comportamento in regime estivo ed invernale DIFFUSORI A PARETE (BOCCHETTE) Telaio che racchiude lame (profili alare) orizz. o verticali fisse o orientabili → lancio del getto d’aria. Installate a soffitto (effetto parete) DIFFUSORI A SOFFITTO (ANEMOSTATI) Serie di anelli divergenti (di sagoma circolare o quadrangolare) che formano passaggi concentrici. Alto grado di induzione. Anche per portate e condizioni di uscita variabili. DIFFUSORI LINEARI Telaio allungato dotato di fessura/e parallela/e (rapporto 1:25; larghezzaMAX-FESSURA= 5-8 cm. Si assemblano gli elementi. Accoppiati a sistemi di distribuzione adeguati. Installazione: sommità parete: 10-30 cm dal soffitto → effetto parete. MAX 50-60 cm dal soffitto (estate) : deflettori. a soffitto: effetto parete meno spiccato a pavimento e nei davanzali. PANNELLI FORATI Elevato numero ricambi orari. Pannelli in lamiera di gesso (spazio superiore: plenum distribuzione) dotati di fori circolari (o fessure) da cui fuoriesca l’aria trattata. Plenum: sovrapressione aria (2,5 Pa ÷ 30 Pa). GRIGLIE DI RIPRESA DELL’ARIA Bocchette ad alette fisse con o senza serrande di regolazione. Influenzano poco il movimento dell’aria (in prossimità della griglia). Centralizzazione della ripresa dell’aria (griglie di transito + ripresa dal corridoio). ALTRI DIFFUSORI: Prese dell’aria esterna (PAE) con rete metallica.