Storia di un`associazione popolare Azione Cattolica Ticinese 1861

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Storia di un`associazione popolare Azione Cattolica Ticinese 1861
Storia di un’associazione popolare
Azione Cattolica Ticinese
1861-2011
Siamo nella metà dell’Ottocento, nel Cantone più a sud della Svizzera, a ridosso della
Lombardia e dell’Impero austro-ungarico. La forte politica anticlericale del liberalismo
ticinese mette in atto una serie di provvedimenti legislativi lesivi degli interessi ecclesiastici
(soppressione dei conventi e secolarizzazione dell’insegnamento superiore, legislazione
civile-ecclesiastica, impedimenti ai vescovi diocesani di esercitare la loro giurisdizione…).
Il Pius Verein svizzero
In questo contesto, il 21 luglio 1857 a Beckenried (Unterwald), rappresentanti di nove
Cantoni danno vita all’Associazione Svizzera di Pio IX (Pius Verein) che sceglie
significativamente di portare il nome del Papa allora regnante. Scopo e indirizzo sono
essenzialmente religiosi: “La semplice politica dell’Associazione di Pio IX” dichiara il conte
Theodor Scherer-Boccard a cui è affidata la presidenza “consisterà nel non occuparsi di
politica, limitandoci a domandare per la Chiesa e per ciascheduno la libertà di fare il bene e di
evitare il male”.
L’Associazione Svizzera di Pio IX in Ticino
Sulla spinta di quanto avvenuto nella Svizzera interna, nel 1861 viene costituita a Lugano la
Sezione Ticinese della Società di Pio IX (denominata “Società Piana”). Il 10 luglio, nove
persone (don Giovanni Vincenzo Daldini, don Giacomo Castelli, don Giovanni Riva, don
Alessandro Verda, don Paolo Gianini e don Giacomo Caroni, e dei laici Pietro Magatti, Carlo
Castelli e Carlo Conti) si ritrovano nella sala della Società federale in Piazza Riforma per
fondare la Sezione ticinese della Pius Verein e nominare un comitato provvisorio di cinque
membri presieduto dal deputato al Gran Consiglio, l’avv. Angelo Taddei di Gandria (oltre a
Taddei, don Giovanni Vincenzo Daldini, parroco di Cureglia, il ragioniere Pietro Magatti di
Lugano, don Giovanni Riva, arciprete coadiutore di Lugano, e l’avvocato Carlo Conti di
Lugano). Il 23 luglio 1861, sempre nella sala del Caffè Federale di Lugano, si svolge
l’Assemblea costitutiva che nomina un Comitato stabile composto da 12 membri.
Inizia così l’attività della Società Piana, la prima organizzazione di Azione Cattolica in
Ticino, che mantenne immutate nel tempo le finalità, gli scopi e le caratteristiche
fondamentali.
I primi anni
Angelo Taddei manterrà la presidenza della Società Piana fino alla sua morte nel 1871 (fatta
eccezione per il triennio 1864-1866, temporaneamente sostituito da Bernardino Leoni di
Breganzona). In seguito verrà nominato presidente l’avv. Carlo Castelli di Melide.
All’assemblea del 22 agosto 1877 a Tesserete prendono parte 5.000 persone, segnando uno
dei momenti più alti nella vita della Società di Pio IX in Ticino. Viene eletto presidente il
giovane avvocato Agostino Soldati di Neggio.
Durante l’assemblea che si tiene a Melide il 30 luglio 1884, don Vincenzo Molo, futuro
vescovo e amministratore apostolico diocesano, auspica l’introduzione in Ticino delle
Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, organizzazione caritativa già da tempo diffusa nel
resto della Svizzera, che viene così ad aggiungersi alle altre numerose opere di carattere
sociale promosse dalla Società Piana: le “Missioni Interne” (sorte nel 1864 per sostenere quei
sacerdoti inviati a visitare comunità cattoliche presenti nelle regioni protestanti della Svizzera
interna), l’“Opera di San Francesco di Sales” nata durante l’assemblea di Faido del 1874 in
favore della Buona Stampa (in particolare per la diffusione del Credente Cattolico e
dell’Almanacco Popolare), la “Cassa di sussidio dei Chierici poveri” istituita per aiutare i
giovani seminaristi nei loro studi. In seguito, a queste si aggiungeranno l’“Opera per la
pacificazione delle liti”, il “Patronato San Raffaele” per gli emigranti e l’“Officio di
Collocamento”.
Nella stessa assemblea di Melide, viene riaffidata la presidenza a Carlo Castelli (nel
frattempo eletto consigliere di Stato) a cui succederanno Federico Balli (per pochi mesi),
l’avv. Gioachimo Respini, l’avv. Giuseppe Cattori, l’avv. Fedele Moroni Stampa. Un
susseguirsi di personalità che, oltre a ricoprire un ruolo di primissimo piano all’interno della
Società Piana, raggiunsero pure i vertici dello Stato (fatta eccezione per il Balli, gli altri
furono tutti consiglieri di Stato).
La Società dei cattolici ticinesi
Alla fine del 1895, il presidente Giuseppe Cattori propone di promuovere una Federazione
delle Società Cattoliche Ticinesi. L’invito viene rivolto a tutti i sodalizi approvati dall’autorità
ecclesiastica. In campo studentesco, dal 1884 erano state introdotte anche in Ticino sezioni
della Società degli Studenti Svizzeri, fondata a Svitto nel 1841: la Leonia (1884) proveniente
dal Seminario di Como, la Lepontia (1885) e la Gaunia (1886). La Lepontia, in particolare,
rappresenta la realtà studentesca più significativa e duratura. Col passaggio di testimone, nel
1897, da Cattori a Moroni Stampa, la Federazione diventa realtà, senza però mai avere quello
slancio voluto dai promotori. Nel 1899, sotto il pontificato di Leone XIII, la Società di Pio IX
prende il nome di “Società dei Cattolici Ticinesi - Sezione Cantonale della Società dei
Cattolici Svizzeri”, adeguandosi agli statuti modificati a livello centrale. A presiederla fu
acclamato Angelo Tarchini.
Agli inizi del secolo, la Società dei Cattolici Ticinesi decide di dotarsi di strutture più
adeguate ed efficaci, razionalizzando le diverse attività. Si creano all’interno del Comitato
Cantonale delle Commissioni speciali presiedute da personalità che segneranno la storia
ticinese: Giuseppe Motta, Angelo Tarchini, Mansueto Pometta, don Alfredo Noseda, don
Angiolo Pometta, don Siro Borrani, Alberto Pedrazzini, Felice Moroni Stampa, Pietro Ferrari,
Tomaso Pagnamenta, don Carlo Roggiero.
L’Unione Popolare Cattolica Ticinese (1905-1922)
La Società dei Cattolici Ticinesi rimane sempre in stretto collegamento con gli organi centrali
della Svizzera interna seguendone di pari passo l’evoluzione. È così che, quando questi
cambiano ancora denominazione con l’intento di dare unità all’azione cattolica svizzera,
l’organizzazione ticinese si trasforma, nel 1905, in Unione Popolare Cattolica Ticinese,
modificando anche i propri statuti. L’U.P.C.T. diventerà così per oltre sessant’anni il nome
dell’Azione Cattolica cantonale. La prima assemblea con questa nuova denominazione si
svolge a Balerna nell’agosto 1906, presente il vescovo mons. Peri Morosini, e diventerà
anche l’occasione per tentare di rilanciare un’associazione in declino. Nel 1909 viene eletto
presidente dell’UCPT Pietro Ferrari, mentre prosegue l’attività contro la scristianizzazione
della scuola pubblica e a difesa delle spese di culto. Nel 1915 gli subentra Giorgio Casella,
che rimarrà in carica fino al 1919, anno in cui inizia la lunga presidenza di Francesco
Antognini che durerà per ben 25 anni, fino al 1946.
La riorganizzazione dell’Azione Cattolica
Nel frattempo (1917) era divenuto vescovo mons. Aurelio Bacciarini che determinò il vero
rilancio dell’UPCT trasformandola in associazione di massa. L’idea generale è che l’Unione
Popolare diventi l’organismo che raccoglie in sé tutte le associazioni cattoliche presenti e
future, tanto maschili quanto femminili. Una grande organizzazione che deve partire dalla
costituzione di gruppi nelle singole parrocchie. Solo se i gruppi parrocchiali sono fiorenti, è il
pensiero di mons. Bacciarini, anche l’attività nazionale dei cattolici sarà vigorosa.
Nel 1922 viene così elaborato un nuovo statuto che prevede a livello diocesano quattro
sezioni cantonali ben distinte che insieme formano l’Unione Popolare Cattolica Ticinese: la
Lega Uomini Cattolici Ticinesi, il Fascio della Gioventù Cattolica Ticinese, la Gioventù
Cattolica Femminile e l’Unione Donne Cattoliche. Inoltre, viene prevista la costituzione di
sezioni parrocchiali.
Quest’ultima fu la carta vincente. Sollecitati dal vescovo a raccogliersi nelle singole
parrocchie, uomini, donne e giovani cattolici fanno a gara per creare nuovi gruppi locali per
ciascun settore d’età.
Sempre nel 1922, nell’ambito del Fascio della Gioventù Cattolica, nasce anche
l’Associazione Esploratori Cattolici (AEC).
L’attività dell’UPCT diventa più incisiva e con una maggiore capacità propositiva. Prosegue a
livello regionale la tradizione delle Feste cantonali (importante momento aggregativo),
mentre all’inizio di ogni anno si indica un tema generale di studio. Viene curata
l’organizzazione di Pellegrinaggi, Esercizi spirituali, congressi e manifestazioni a carattere
diocesano, così come vengono sostenute con forza le iniziative che nascono nell’ambito
cattolico: l’organizzazione cristiano-sociale e il Giornale del Popolo, in particolare. Ma non
mancano gli interventi pubblici su scottanti argomenti d’attualità, come la campagna contro il
comunismo ateo o quella in favore della santificazione della festa (ostacolata da
manifestazioni sportive o vacanze scolastiche); quella per la modifica delle leggi in tema di
“osterie” (esercizi pubblici) e di ballo o l’abolizione del preambolo “Nel nome del Signore”
dagli atti pubblici; la lotta contro la bestemmia.
Da Bacciarini a Jelmini
Il 1935 rappresenta uno degli anni più significativi nella storia dell’UPCT. In occasione del
50° anniversario di fondazione della diocesi, viene indetto il terzo Congresso Diocesano
durante il quale mons. Bacciarini, ormai gravemente ammalato intende consacrare il Ticino al
Sacro Cuore. L’atto di consacrazione verrà firmato sul letto di morte il 27 giugno 1935, e ad
esso aderiranno venticinquemila famiglie e oltre centomila persone. Il Congresso si terrà
ugualmente il 30 giugno. Il giorno dopo, 1 luglio, i funerali di mons. Bacciarini (ormai
considerato il “vescovo dell’Azione Cattolica”) saranno un’apoteosi di folla commossa.
In quell’anno diventa assistente generale per il ramo maschile don Alfredo Leber, direttore
del Giornale del Popolo e da un anno assistente della GCT (assistente generale per il ramo
femminile era mons. Emilio Cattori). Nel 1936 mons. Angelo Jelmini viene nominato
vescovo e amministratore apostolico della diocesi.
Un impulso straordinario alle attività associative sarà dato dalla donazione da parte di mons.
Jelmini della “Casa dell’Azione Cattolica” in via Nassa a Lugano, ristrutturata e ufficialmente
aperta nell’ottobre 1940. Questa diventa sede di tutti gli uffici dell’AC maschile e femminile,
e luogo per ritiri e convegni.
A causa della guerra, che toglie molti soci dalle associazioni, l’attività rallenta. Viene istituito
un segretariato per l’assistenza agli internati italiani in collaborazione con l’OCST.
L’Azione Cattolica nel dopoguerra
Nel 1946 si riprende con un Congresso diocesano a Lugano al quale partecipano 12 mila
cattolici che sfilano per le vie della città in un corteo con oltre 300 bandiere. La presidenza
dell’Unione Popolare Cattolica Ticinese passa nelle mani di Peppo Casella, già presidente
della Gioventù Cattolica Ticinese. Nel maggio 1947 si svolge il grande pellegrinaggio a
Roma per la canonizzazione del Beato Nicolao della Flüe, patrono dell’AC, mentre il 3 marzo
1949 inizia in Ticino la Grande Visita della Madonna Pellegrina. La visita si concluderà il 3
luglio con una imponente processione che riaccompagnerà la statua della Madonna del Sasso
dopo aver toccato tutti i Comuni della diocesi.
Nel 1953, dimissionario Peppo Casella, diventa presidente Antonio Agustoni, che lascerà per
motivi di salute due anni dopo sostituito da Sergio Jacomella. Il 24 giugno 1956 si tiene a
Bellinzona un importante Congresso Diocesano al quale partecipa come relatore padre
Agostino Gemelli (al suo posto avrebbe dovuto intervenire il card. Giacomo Lercaro).
L’attività dell’Unione Popolare prosegue con le tradizionali iniziative tra le quali spicca il
sostegno al Giornale del Popolo che con non poca preoccupazione negli ambienti laicisti
raggiunge ogni anno nuovi primati di diffusione tra i quotidiani ticinesi (oltre 12 mila copie
nel 1960, che diventeranno circa 20 mila nel 1970, facendolo diventare il quotidiano più
diffuso nel Cantone). Il ramo maschile conosce un lento ma inesorabile declino.
Sergio Jacomella, per motivi di salute, si dimette da presidente nel 1967. La carica verrà
assunta da Carlo Franscini. Ma l’attività diocesana va scemando e allo scadere dei mandati
le nomine non saranno rinnovate. Proseguirà solo l’attività di alcuni gruppi a livello locale.
Lo spirito del Concilio Vaticano II
La vivacità del laicato cattolico ticinese era rimasto per decenni riunito nelle forme di
associazionismo che fanno capo agli organismi dell’Azione Cattolica. A partire dagli anni
Sessanta sorgono in Ticino nuove forme di gruppi e movimenti ecclesiali. Nel 1973 scompare
significativamente dal Giornale del Popolo la “Pagina dell’Azione Cattolica”, sorta nel 1934,
lasciando il posto ad una più generica pagina di informazione religiosa. La stessa Azione
Cattolica aveva visto disgregarsi la sua organizzazione capillare, mentre venivano ricercate
nuove strade ed esperienze.
L’unica realtà di Azione Cattolica che negli anni Settanta e Ottanta prosegue
ininterrottamente la sua attività è l’Unione Femminile. Poi, nel 1989, il vescovo Eugenio
Corecco volle verificare la possibilità di rilanciare l’Azione Cattolica in diocesi convocando
un congresso a Lugano, al quale parteciparono inaspettatamente quasi duemila persone. Da
quel momento, a partire dalla realtà giovanile, inizia una nuova stagione.
Lo stesso Corecco seguirà in prima persona la formazione dei giovani di Azione Cattolica,
dando vita – attraverso loro – anche ad una pastorale giovanile per la diocesi. A Cristina
Vonzun affida la responsabilità del settore. Nomina anche un presidente, Franco Ponzoni,
chiedendo agli adulti di ricominciare un’attività associativa legata in particolare alla
formazione. Saranno, all’interno del settore adulti, soprattutto le famiglie a dar vita ad un
intenso cammino formativo.
Col passare del tempo si fa sempre più sentire anche la necessità di ridare all’Azione
Cattolica una nuova struttura organizzativa, diversa da quella del passato ma al tempo stesso
fedele all’identità dell’associazione così come definita dal Concilio Vaticano II.
Nel 1994, a Vienna, l’Azione Cattolica Ticinese entra a far parte del Forum Internazionale di
Azione Cattolica, organismo che riunisce e coordina le associazioni e federazioni di AC di
tutto il mondo.
Il vescovo Giuseppe Torti, successore di Corecco, proseguirà l’opera di rilancio: offre ai
laici la possibilità di riorganizzarsi ad ogni livello; nomina assistenti per ogni settore; sostiene
il cammino di unità tra i giovani e gli adulti. Nel 1998 Luigi Maffezzoli sostituisce Franco
Ponzoni alla presidenza diocesana.
Ma è solo nel 2004 che si arriva all’elaborazione del nuovo Statuto dell’Azione Cattolica
Ticinese. Viene approvato il 21 novembre, a Biasca, da un’assemblea straordinaria
dell’associazione. L’unitarietà viene ribadita. Il nuovo cammino intrapreso.
APPENDICE
Fondatori
della Società di Pio IX Sezione Ticino
Don Giovanni Vincenzo Daldini,
Don Giacomo Castelli, canonico,
Don Giovanni Riva,
Don Alessandro Verda,
Don Paolo Gianini,
Don Giacomo Caroni,
Pietro Magatti,
Carlo Castelli,
Carlo Conti,
parroco di Cureglia
redattore del Credente Cattolico
arciprete coadiutore di Lugano
parroco di Gandria
parroco di Melide
parroco di Comano
di Lugano
di Melide
di Lugano
Presidenti
Società di Pio IX Sezione Ticino
1861-1864
1864-1866
1866-1871
1871-1877
1877-1884
1884-1888
1888-1889
1889-1893
1893-1897
1897-1899
Angelo Taddei
Bernardino Leoni
Angelo Taddei
Carlo Castelli
Agostino Soldati
Carlo Castelli
Federico Balli
Giochimo Respini
Giuseppe Cattori
Fedele Moroni-Stampa
di Gandria
di Breganzona
di Gandria
di Melide
di Neggio
di Melide
di Cavergno
di Cevio
di Sonogno
di Lugano
Società dei Cattolici Ticinesi
1899-1908
Angiolo Tarchini
Unione Popolare Cattolica Ticinese
1909-1915
1915-1919
1919-1946
1946-1953
1953-1955
1955-1967
1967-1968
Pietro Ferrari
Giorgio Casella
Francesco Antognini
Peppo Casella
Antonio Agustoni
Sergio Jacomella
Carlo Franscini
Azione Cattolica Ticinese
1989-1998
1998-2008
2008
Franco Ponzoni
Luigi Maffezzoli
Davide De Lorenzi
Lega Uomini Cattolica Ticinese
1922-1946
1946-1953
1953-1955
1955-1967
1967-1968
Francesco Antognini
Peppo Casella
Antonio Agustoni
Sergio Jacomella
Carlo Franscini
Fascio della Gioventù Cattolica Ticinese
1909
1911
1918
1919
1922
1946
1947
1950
1956
1960
1965
Enrico Celio
Gastone Bernasconi
Pio Cortella
Plinio Vassalli
Peppo Casella
Iginio Franscini
Primo Soldati
Alberto Lepori
Carlo Annovazzi
Fiorenzo De Taddeo
Ettore Cavadini
di Ambrì
di Agno
di Locarno
di Riva San Vitale
di Bellinzona
di Bodio
di Morbio Inferiore
di Massagno
di Lugano
di Bodio
di Chiasso
Unione Femminile Cattolica Ticinese
1920-1922
1922-1925
1925-1938
1938-1948
1948-1966
1966-1971
1971-1974
1974-1977
1977-1988
1988-2010
2010
Maria Viglezio Bianchi
Eva Moroni Stampa
Modestina Antonini
Anita Bernasconi
Dionigia Duchini
Rosita Genardini
Maria Adami
Ines Gugni
Pia Branca
Carmen Pronini
Corinne Zaugg
Gioventù Femminile Cattolica Ticinese
1922-1925
1925-1938
1938-1948
1948-1966
1966-1968
1968-1971
1971-1976
1976-1988
Modestina Antonini
Anita Bernasconi
Pia De Righetti
Rosita Genardini
Maria Ausilia Bullo
Carmen Pronini
Adriana Denti
Bianca Dalessi