Scelta volontaria, non volontariato

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Scelta volontaria, non volontariato
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Periscopio
Mondo
Un milione in piazza
contro la riforma delle pensioni
Oltre un milione di persone sono scese in piazza
sabato scorso, 6 dicembre, a Roma per contestare la riforma delle pensioni redatta dal ministro del
Welfare Roberto Maroni. A seguito dell’imponente manifestazione Maroni ha convocato i sindacati al tavolo della trattativa. Ma Savino Pezzotta, segretario della Cisl, ha replicato: «Se il ministro
vuole una trattativa vera sulle pensioni non si può
partire dalla delega del Governo».
Russia: in un clima di grande tensione
Putin vince le elezioni
Russia Unita, il partito del presidente Putin, ha vinto con il 37
per cento dei consensi le elezioni politiche in Russia. Crollano i partiti comunista e liberale. Da queste elezioni Putin esce padrone assoluto dello Stato e ipoteca seriamente la vittoria alle elezioni presidenziali della prossima primavera. Le voVladimir Putin
tazioni sono avvenute in un clima di terrore. Il 9 dicembre alcune donne kamikaze si sono fatte esplodere davanti al Parlamento di Mosca provocando 6 morti. Il 6 dicembre una bomba esplosa su un treno a
Stavropol ha causato 42 morti. Dietro gli attentati vi sarebbero i terroristi ceceni.
Disabili occupati: Italia ultima
nell’Unione europea
Un’indagine Eurostat, l’Ufficio di statistica dell’Unione europea, rivela che l’Italia è all’ultimo posto nella classifica europea per numero di disabili occupati (6,6%) tra la popolazione in età lavorativa. I Paesi che occupano il maggior numero di
persone con handicap gravi sono Finlandia (32,2%)
e Regno Unito (27,2%).
CITTADINO
INFORMATO
Bolletta elettrica: in media 9,2 euro
in più per famiglia
Secondo l’Osservatorio nazionale tariffe della Federconsumatori la bolletta elettrica è aumentata
nel 2003 di 9,2 euro rispetto al 2002 (+2,7%) per la
famiglia media italiana, con potenza impegnata di
3 Kw, per un consumo di 2.700 Kw di energia in
un anno.
Occhio all’sms
Ogni volta che ricevete un messaggino sms di cui
non conoscete la provenienza, tanto più se vi annuncia vittorie di premi o vacanze, evitate di seguirne le istruzioni. Chiamare i numeri indicati
comporta in genere costi molto elevati. L’invito
viene dalla rivista Altroconsumo.
e
L’AZ iON
Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
(Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948 e al Reg.
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e
L’AZiON
Primo Piano
Domenica 14 dicembre 2003
e
L’AZiON
Primo Piano
IL NUOVO SERVIZIO CIVILE
S
ono ancora pochi a conoscere il nuovo Servizio civile, sia tra i giovani che
tra gli enti. E non c’è forse un bagaglio sufficiente di esperienze
per un primo bilancio.
Il nuovo Servizio civile nazionale è cosa ben diversa da quello precedente, legato all’obiezione di coscienza ad armi ed eserciti. Là c’erano spinte motivazionali, legate alla scelta della nonviolenza, e l’obbligatorietà, in
quanto sostitutivo al servizio militare in caserma.
A scegliere il nuovo servizio civile finora sono soprattutto ragazze, poiché per i maschi resta,
ancora per poco, l’obbligo della leva militare. La prevalenza fem-
minile potrà dare un’impronta
particolare all’esperienza, portando gli enti a privilegiare taluni
ambiti e attività rispetto ad altri.
Non bisogna nascondere alcuni rischi che possono far naufragare i buoni propositi che hanno
motivato l’avvio del nuovo Servizio civile. C’è innanzitutto il rischio che vengano sprecati soldi
pubblici per attività socialmente
poco significative o, paradossalmente, per “supplire” al volontariato. Quindi diventando una specie di “lavoro socialmente utile”,
destinato a non lasciare alcun segno né nella società né nelle persone coinvolte. E c’è il rischio che
diventi un “parcheggio” per giovani che hanno difficoltà a trova-
re lavoro o pigri. E poi c’è lo spirito con cui i giovani affrontano
questa avventura: prevarrà la
spinta ideale o il tornaconto rappresentato dai 400 e rotti euro
mensili e i punti nei concorsi pubblici?
Gli enti convenzionati
uesti sono gli enti attualmente
convenzionati nel territorio della diocesi di Vittorio Veneto: Caritas
diocesana di Vittorio Veneto, Pro loco di Caneva, Pro loco di Combai,
Pro loco di Follina, Pro loco di Pieve
di Soligo, Pro loco di Portobuffolè,
Pro loco di Refrontolo, Pro loco di
Sacile, Pro loco di Vidor, Pro loco di
Vittorio Veneto, Unpli provinciale
Q
Domenica 14 dicembre 2003
SCHEDA: Cos’è il servizio civile,
chi può farlo, quando, dove...
I
l Servizio civile volontario è stato istituito con la legge 64/2001
e può essere svolto dai ragazzi riformati per inabilità al servizio militare
e dalle ragazze di età compresa tra i
18 e 26 anni. Prevede lo svolgimento
del servizio per la durata di 12 mesi,
con un orario settimanale di 25 ore.
Ai giovani in servizio è riconosciuta
una “paga” mensile di 433,80 euro e
vengono garantiti, se necessario, vitto e alloggio. Tra gli enti che presentano progetti d’impiego ci sono Acli,
Caritas, Aism, Cesc, Arci, Comuni,
Regioni, Ulss, Università, Pro loco.
Le aree di intervento nelle quali è
possibile prestare il servizio civile sono riconducibili a quattro ambiti: assistenza (settori: assistenza, cura e
riabilitazione, reinserimento sociale
e prevenzione); ambiente e protezione civile (settori: protezione civile, difesa ecologica, tutela ed incre-
mento del patrimonio forestale,
salvaguardia e
fruizione del patrimonio forestale);
cultura ed educazione (settori: promozione culturale, educazione, salvaguardia del patrimonio artistico);
estero (settori: formazione in materia di commercio internazionale, cooperazione decentrata, interventi post
conflitti, interventi peace-keeping,
cooperazione ai sensi della Legge
49/1987).
I progetti d’impiego dei volontari
sono predisposti dagli enti pubblici e
dalle organizzazioni del Terzo settore. Tali progetti vengono presentati
all’Ufficio nazionale per il servizio civile che li esamina e li approva.
La domanda di partecipazione, in
carta semplice (redatta secondo il
modello allegato 2 del bando), deve
contenere l’indicazione del progetto
prescelto e va indirizzata all’ente che
ha proposto il progetto corredata, ove possibile, di titoli di studio, titoli
professionali, documenti attestanti esperienze lavorative svolte.
L’ente, dopo aver selezionato i candidati, comunica la relativa graduatoria provvisoria all’Ufficio nazionale
per il servizio civile che provvede alla verifica e all’approvazione della stessa. L’Unsc, con proprio provvedimento, dispone l’avvio al servizio dei
volontari, specificando la data di inizio del servizio e le condizioni generali di partecipazione al progetto.
Nel 2002, primo anno di sperimentazione, sono stati 8 mila 300 i giovani che hanno svolto l’esperienza del
nuovo servizio civile, riconosciuto da
più parti come momento importante
di formazione sociale e civile. “Una
scelta che cambia la vita, tua e degli
altri” è lo slogan scelto per la campagna nazionale di promozione.
Per informazioni su modalità ed
enti convenzionati per lo svolgimento del servizio civile gli interessati possono consultare il sito www.serviziocivile.it.
INTERVISTA A MONS. NERVO
ENZO PERIN E DON DINO PISTOLATO IN CARITAS E ALLA PRO LOCO
“Scelta volontaria,
non volontariato”
Erica e Mary,
Dal mondo del sociale
dissenso verso la nuova legge due scelte parallele
I
l servizio civile nazionale (Sci) sta uscendo
dalla fase sperimentale. Per
capire la novità di questa opportunità abbiamo interpellato monsignor Giovanni
Nervo, da sempre attento
interprete dell’evoluzione
delle diverse forme dell’impegno civile.
Perché un giovane dovrebbe scegliere di dare un anno alla patria
invece di impiegarlo
diversamente?
«Oggi, con la sospensione della leva militare, un giovane può fare una di queste
scelte: il servizio militare
volontario, restare a casa e
pensare ai fatti propri, o fare il servizio
civile. Penso
che la scelta
più intelligente sia la terza.
Ovviamente
tutto dipende
da come uno è stato educato nell’infanzia e nell’adolescenza: se a pensare soltanto a se stesso, chiuso nel
suo individualismo ed egoismo, o a pensare anche agli
altri, come aiutarli, come
contribuire a farli felici. Nel
primo caso troverà il servizio civile una cosa stupida
da lasciar perdere, nel secondo caso un ideale nel
quale impegnarsi».
Quali sono gli ele-
menti negativi e quali
invece gli elementi positivi su cui puntare in
prospettiva futura?
«Comincerei dagli elementi positivi: la conoscenza di realtà e di situazioni umane di emarginazione e di
sofferenza, che il giovane
chiuso nel suo egoismo non
conoscerebbe mai, come
hanno sperimentato molti obiettori di coscienza che
hanno fatto il servizio civile;
l’esperienza di rapporti costruttivi con altri giovani; la
prospettiva di nuove possibilità lavorative che soprattutto i servizi
alla persona
possono aprire ai giovani.
I limiti, o
meglio i pericoli, penso
vengano non
tanto dai giovani ma dagli
enti e dalle istituzioni che
utilizzeranno
il loro servizio, se li considerassero soprattutto come
“manodopera a costo zero”,
non li rispettassero nella loro persona e nelle loro attese e trascurassero di conseguenza la dimensione educativa che, attraverso il
servizio, dovrebbe essere
prevalente in questa esperienza».
Molte associazioni si
stanno muovendo per
sfruttare questa opportunità: c’è il rischio
di scambiare “formazione civile dei giovani” con “manodopera”
che copra i problemi
di reclutamento delle
associazioni? In fin dei
conti si tratta di una
scelta volontaria del
giovane, non di volontariato...
Enti e
associazioni
hanno una
responsabilità
educativa
Questo settimanale
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Settimanali Cattolici
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Periodica Italiana
Socio del CONSIS
CONSORZIO NAZIONALE
SETTIMANALI
SOC. COOP. a r.l. - ROMA
«N
«È una confusione che
occorre evitare con molta
chiarezza: il servizio civile
nazionale non è volontariato ai sensi della legge
266/91 sul volontariato, perché non è gratuito anche se
gli incentivi economici sono limitati. È volontario perché è una scelta, ma non è
volontariato nel senso corrente, anche se è un “primo
cugino” del volontariato,
perché nasce dalle stesse
motivazioni, spesso opera
negli stessi campi, nasce
dalle associazioni di volontariato e prosegue poi in esse il servizio anche finito
l’anno ufficiale».
La competizione che
rischia di crearsi tra
enti di accoglienza per
avere volontari è positiva?
«Se gli “enti di accoglienza” si facessero la guerra per avere i volontari, vorrebbe dire che non hanno
capito niente del servizio civile. Credo sia qui il vero pericolo per il servizio civile,
la strumentalizzazione degli enti. Il mercato, se non è
ben regolato e finalizzato al
bene comune, crea proble-
Monsignor Giovanni Nervo
mi anche in altri campi, ad
esempio nelle cooperative
sociali: immaginarsi se invade anche questo del servizio civile. Qualche sintomo di questa patologia appare all’orizzonte: ad esempio enti pubblici che aumentano il “soldo” ai volontari con risorse proprie per
accaparrarseli. È sperabile
che chi ha responsabilità
pubblica del servizio civile
intervenga per impedire
queste deviazioni, e soprattutto le prevenga con normative chiare e tempestive».
Cosa dovrebbe offrire
quindi il Terzo settore
a questi giovani di
buona volontà? Come
motivarli a scegliere
questa opportunità?
«Quanto alla promozione del servizio civile mi
sembra ci siano due funzioni e due ruoli diversi. Chi
ha responsabilità educative
– come la scuola, le parrocchie, le associazioni – dovrebbe lavorare sulla conoscenza e sulle motivazioni.
Invece gli enti con responsabilità operativa dovrebbero soprattutto elaborare progetti validi da proporre ai giovani. Il rischio è
che chi è preoccupato di intercettare i giovani volontari sia meno preoccupato di
curarne la formazione attraverso questa esperienza.
In tal senso il compito e la
responsabilità della Chiesa
(parrocchie, consigli pastorali, associazioni giovanili
cattoliche) sono evidenti: è
un treno da non perdere».
(EC)
o, non mi piace
questa legge.
Da anni vado proponendo
il servizio civile obbligatorio per tutti, maschi e femmine. A un giovane farebbe più che bene un periodo – magari di soli 3/4 mesi anziché 12 – di vicinanza con gli ultimi della società – anziani soli, ciechi,
disabili – oppure con i
bambini di asili nido o
scuole materne. Ora, invece, il servizio è facoltativo e retribuito». Enzo Perin, direttore di Casa Fenzi nonché assessore al sociale a Conegliano, è perplesso. La sua lunga esperienza di gestione e accompagnamento di obiettori in servizio civile, un’ottantina in una decina d’anni, lo ha convinto che
«questa esperienza è di
grande utilità per la società
e per il singolo». E ricorda
alcune “trasformazioni”
avvenute sotto i suoi occhi:
giovani partiti senza gran
voglia di lavorare hanno
scoperto, col passare del
tempo, l’importanza dell’impegno gratuito, la fatica del vivere e il bisogno di
vicinanza di molti anziani.
«Ho in mente, in particolare, la vicenda di un ragazzo su cui all’inizio nessuno avrebbe scommesso
una lira e che grazie al servizio civile è diventato adulto. Oggi, finito da tempo il servizio, continua a
passare per incontrare gli
anziani. Per me solo un impegno nel sociale può aiutare la crescita della persona. Sinceramente, pur
con tutto il rispetto che
posso avere per enti come
le Pro loco, non so quale
maturazione possa portare
un anno di attività nel loro
ambito».
Oltre alla facoltatività,
(in alto) don Dino Pistolato, direttore della
Caritas veneziana; (qui sopra) Enzo Perin,
direttore di Casa Fenzi, nonché assessore al
sociale del Comune di Conegliano
Perin non condivide la retribuzione del servizio:
«Non vorrei che fosse un
modo per mettere da parte qualche soldino. I dati
dicono che il servizio civile viene scelto soprattutto
al Sud, spesso come ripiego alla disoccupazione,
mentre al Nord ci sono poche domande. E poi non
mi va l’idea che dia punti
per i concorsi».
Anche don Dino Pistolato, combattivo e sanguigno direttore della Caritas
di Venezia, non è entusiasta della nuova legge: «L’aspetto delle idealità si è
molto ristretto, lo abbiamo
visto anche nelle selezioni. C’è più attenzione all’aspetto occupazionale che
motivazionale. Prima era
un servizio all’insegna della gratuità; ora si guarda
allo sbocco lavorativo».
Nonostante ciò la Caritas
veneziana continua a proporre l’esperienza del servizio civile ma con le sue
“regole”. «Noi continuiamo a richiedere un periodo di preparazione al servizio, la vita comunitaria e
la formazione» spiega don
Dino. Un modo per “saggiare” le vere motivazioni
di chi presenta domanda.
L’ESPERIENZA DELLA PRO SACILE
l volontariato incontra l’associazionismo locale e ne nasce un
connubio perfetto. Esperienza felice
quella che sta maturando a Sacile: nel
“giardino della Serenissima” dallo
scorso agosto quattro ragazze – tutte
universitarie sacilesi – prestano il proprio servizio nelle fila dell’attivissima
Pro Sacile. Si concluderà alla fine di luglio prossimo, ma già da maggio arriveranno altre due ragazze.
Soddisfatto il presidente Giuseppe
Fabbroni: «È un’esperienza inedita
mare il proprio territorio? Si può farlo in tanti modi diversi. A
dimostrare questo assunto ci stanno pensando
Mary Dorigo, 26 anni, di
Farra di Soligo, ed Erica
Bolzan, 22, di Cappella
Maggiore. Entrambe le
giovani stanno infatti svolgendo il servizio civile in
due enti apparentemente
diversi tra di loro, ma in
realtà entrambi tesi a svolgere un importante lavoro al servizio del territorio, inteso sia come paesaggio da conoscere e salvaguardare (Mar y) che
come comunità dai mille
colori, dove le categorie
di persone più deboli hanno bisogno di un aiuto (Erica).
Partiamo da quest’ultima: «Da un mese sto svolgendo il servizio civile alla Caritas diocesana – racconta – ho scelto questa
opportunità dopo aver frequentato l’Istituto turistico a Conegliano e tre anni di lavoro come impiegata a tempo determina-
che sta riuscendo
molto bene. Le ragazze operano in un
contesto che è molto
coinvolgente, ed esprimono un’operatività molto valida».
Le quattro ragazze
stanno svolgendo un
lavoro di catalogazione e analisi del
materiale giornalistico e iconografico
concernente la Pro loco, dal ’49 – anno di fondazione – ad oggi. In definitiva, con molta diligenza e impegno ne
stanno ricostruendo la “memoria storica”. Una volta avviati i necessari rapporti di conoscenza e relazione con le
realtà della società sacilese – ente locale in testa – le ragazze hanno iniziato a lavorare nel quadro di una serie
di “miniprogetti”. In sostanza, mentre
due di loro curano la raccolta e la ca-
Quattro ragazze
intraprendenti
I
A
3
to. Ma il lavoro in ufficio
mi stava stretto e quando
Chiara, un’ex Avs, è venuta nella mia parrocchia
a raccontare con entusiasmo la sua esperienza in
Caritas, ho deciso di informarmi sul servizio civile.
Cercavo un ente che mi
permettesse di lavorare a
contatto con i bambini,
perché ero stata volonta-
Servizi alla
persona e
valorizzazione
del territorio
ria alla casa “Mater Dei”
trovandomi bene. È stato
difficile orientarmi nella
scelta dell’ente, poi sono
finita in Caritas». In piazza San Francesco Erica
svolge diversi ser vizi rivolti alla persona: dal Centro d’ascolto all’accoglienza donne, dall’integrazione scolastica allo
talogazione degli articoli giornalistici
sulle attività della Pro loco, le altre due
fanno la stessa cosa con i manifesti della Sagra, manifestazione qualificante e
indubbiamente centrale nel quadro
del vitalissimo mondo associativo sacilese. E dei manifesti, in primavera,
allestiranno una mostra che è già molto attesa. «E il bello è che queste iniziative – sottolinea Fabbroni – sono
partite da loro, sono frutto di una personale e matura scelta culturale».
La Pro Sacile, assieme a poche altre in Friuli Venezia Giulia, ha fatto da
“apripista” a questo tipo di interazione
volontariato/associazionismo. È stato
sufficiente questo primo scorcio di anno per convincere della bontà dell’idea, tant’è che adesso la “novità” andrà ad estendersi a molte altre, praticamente tutte le realtà nel territorio
regionale. (VC)
sportello immigrati al servizio, due giorni alla settimana, in un centro convenzionato: «Mi piace ciò
che sto facendo, la Caritas è un ente che implica
il contatto con le persone:
senza questa specificità
per me il servizio non avrebbe senso. Questo
contatto quotidiano mi sta
aiutando anche a capire
meglio le persone che mi
trovo davanti, i loro atteggiamenti».
Anche Mary ha scelto
il servizio civile, in un ambito diverso da quello di
Erica ma comunque teso
a valorizzare l’ambito locale: «Dopo l’università
(Scienze naturali), da agosto sto svolgendo il servizio civile alla Pro loco di
Combai – spiega –, un ente con il quale avevo già
collaborato. Sono stati
proprio loro a contattarmi
proponendomi il servizio
civile. Io, infatti, non lo conoscevo, e come me penso che altri si trovino nella stessa situazione. Per
questo stiamo cercando di
divulgare il progetto». Come va il “lavoro”? «Bene:
con le 15 ragazze e il ragazzo che prestano servizio nelle Pro loco stiamo
promuovendo il territorio
in vari modi: accompagnando in escursione le
scuole, proponendo loro
il progetto “Natura”, con
schede didattiche, sentieri, erbari…». Ma 12 mesi
di servizio non sono tanti? «Secondo me è un periodo ragionevole. Ci sono
progetti che prevedono attività in più mesi dell’anno, quindi chi sceglie questa avventura ha fin da subito un’idea dell’impegno
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e
L’AZiON
Attualità
Domenica 14 dicembre 2003
25 ANNI FA LA RIFORMA SANITARIA
NordEst
Diritto
alla
salute,
NOTIZIE
sempre diritto di tutti
La manovra fiscale
del 2004 per il Veneto
Niente addizionale Irpef per i contribuenti veneti,
fino ai 14 mila 500 euro. Lo stabilisce la manovra fiscale 2004, varata dal Consiglio regionale veneto a
conclusione di una maxiseduta (tre giorni). A non
dover pagare l’addizionale saranno non solo i lavoratori dipendenti, ma anche gli autonomi e i pensionati che raggiungono un reddito fino a 15 mila
euro. Le aliquote dell’addizionale Irpef per il 2004,
oltre tale tetto, saranno tre: 1,2 per cento fino a 15
mila euro (per altre categorie), dell’1,3 per cento dai
15 ai 29 mila euro, dell’1,4 per cento per redditi superiori. Ridotta inoltre dell’1 per cento l’addizionale Irpef per imprese di giovani e cooperative.
Turismo in Veneto,
l’impegno della Regione
Il Veneto è tra le maggiori aree turistiche d’Europa. È la prima regione italiana relativamente alla voce turismo, ed è proprio l’economia turistica la prima azienda del Veneto, con i suoi 14,5 miliardi di
euro di fatturato e con 300 mila posti di lavoro prodotti o indotti. Il 20% dei flussi turistici in arrivo dall’estero riguarda questa regione. «Non può non essere grande, pertanto, l’impegno della Regione del
Veneto verso un settore così importante da molti
punti di vista, sia per le popolazioni che per gli operatori economici, come nel caso del nostro programma per il 2004, basato su fondi di rotazione e
di garanzia per agevolare le piccole e le medie imprese, nonché su una straordinaria campagna promozionale, per un totale di 250 milioni di euro di investimenti attivati». Lo ha detto il presidente della
Regione Veneto Giancarlo Galan, che ha aperto i lavori della seconda giornata del Forum europeo del
turismo 2003.
P
roprio in questi
giorni compie 25
anni il Sistema sanitario nazionale.
Porta infatti la data del
23 dicembre 1978 la legge
numero 833, la prima legge
organica di riforma sanitaria che istituì il Servizio sanitario nazionale, superando i modelli organizzativi
precedenti che legavano la
tutela del diritto alla salute
allo stato giuridico di lavoratore. Con la 833 si volle
invece dare attuazione all’articolo 32 della Costituzione, riconoscendo che il
diritto alla salute è un diritto del cittadino e che, come
tale, deve essere garantito
a tutti senza distinzioni. Inoltre si agganciava il finanziamento del Servizio
sanitario nazionale alla fiscalità generale: a parità di
“Spesso
le famiglie
vengono
lasciate sole”
prestazioni sanitarie erogate ciascun cittadino contribuisce in base alle proprie possibilità di reddito.
La riforma introdusse
anche altri principi: la globalità delle prestazioni –
dalla prevenzione alla cura
alla riabilitazione –; il de-
SCHEDA / Chi è Tina Anselmi
l nome di Tina Anselmi è destinato a rimanere nella
storia della Repubblica italiana: nel 1976 fu la prima
donna a diventare ministro. Nata a Castelfranco nel
1927, partecipò alla Resistenza e militò poi nella Democrazia cristiana, parlamentare dalla quinta alla decima legislatura, ricoprendo numerosi incarichi. Nel 1976
I
NEL 1978 ERA MINISTRO DELLA SANITÀ
Anselmi: “Fu una rivoluzione
...ed ora non va smontata!”
O
norevole Anselmi, come accadde che toccò a lei, prima donna ministro
della storia italiana, a
portare a compimento la riforma della sanità?
«Furono Moro e Zaccagnini, allora presidente e
segretario della Democrazia cristiana, a spostarmi
dal ministero del Lavoro a
quello della Sanità. Mi opposi sostenendo che dovevo portare a termine alcuni impegni che mi stavano a cuore. Invece essi
furono perentori: alla Sanità con l’“ordine” di portare a termine la riforma
sanitaria. E ricordo che fu
una faticaccia: giornate di
lavoro che non finivano
più, con Maria Eletta Martini fino alle due-tre di notte, costrette ad uscire dai
garage, perché se n’erano
andati proprio tutti».
Quale fu il clima politico che accompagnò il varo di questa
L’ex ministro della Sanità Tina Anselmi
riforma, alla fine del
1978?
«L’approvazione della
legge 833 rappresentò una
vera “rivoluzione”, possibile grazie ad una maggioranza trasversale strana, anche per la necessità
di approvare la legge in
fretta, poiché era già stata
sancita la cessazione delle
mutue e delle casse mutue. Questa situazione contribuì sicuramente a superare ostacoli altrimenti insuperabili. Tanto che ci fu
il parere favorevole persino dei medici di base.
Eppure lo scioglimento
delle mutue e delle casse
malattie toccava grandi interessi, con lo spostamento di ingenti capitali. Ma
sono convinta che riguardo a questa, che rappresentò una vera rivoluzione
per la sanità italiana, ci fossero allora meno ostilità di
quello che si possa immaginare: infatti, era una valutazione condivisa pressoché da tutti che il sistema delle mutue e delle casse mutue fosse ormai superato, morto».
Quali erano i principi ispiratori della
riforma?
«Il fondamento della
riforma era il diritto alla tutela della salute come diritto di tutti i cittadini, così come sancito dalla Costituzione all’articolo 32.
E tale diritto non veniva
inteso solo come cura della malattia, significava anche fare prevenzione, fare
centramento e la territorializzazione dei servizi, individuando nel modello
dell’unità sanitaria locale il
più idoneo a individuare la
domanda di salute e ad organizzarsi per un’adeguata
offerta. Ciò ha certamente
contribuito a far raggiun-
educazione sanitaria, con
riferimento al principio
dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo
il quale la salute deve essere un “benessere” generale, uno “stare bene”.
La difficoltà era quella
di mettere in moto sul territorio nazionale una macchina operativa che permettesse di dare attuazione a quel principio. Anche
per fare prevenzione, ad esempio, è indispensabile la
presenza di strumenti adeguati».
Come si incarnava
nella società italiana
la riforma introdotta
dalla 833?
«Riconoscendo un ruolo fondamentale al Comune, al sindaco in quanto autorità sanitaria, nella convinzione che nessuno meglio di lui può conoscere
le caratteristiche della
realtà locale e quindi può
attuare una efficace politica di prevenzione. Invece,
poi, i Comuni sono stati
gere alla sanità italiana
standard qualitativi elevati
a livello europeo.
L’attuazione della 833 ha
incontrato difficoltà varie,
come quella di uno sviluppo non uniforme dei servizi territoriali e dell’integrazione sociosanitaria. E in
anni più recenti, tra “tagli”
e aperture ai privati, il riferimento ai principi della
833 appare sempre più debole e contraddittorio.
A pilotare il delicato passaggio finale dell’approvazione della legge 833 fu l’allora ministro della Sanità,
Tina Anselmi, trevigiana di
Castelfranco Veneto, ricordata per il piglio battagliero e appassionato con cui
portava avanti le battaglie
politiche, senza timori anche nell’affrontare gli avversari più ostili.
divenne ministro del lavoro e, poi ministro della sanità
nel delicato momento, alla fine del 1978, dell’approvazione della legge 833, che istituiva il Servizio sanitario
nazionale. Ha presieduto anche Commissioni parlamentari d’inchiesta di particolare importanza: come quella
sulla loggia massonica P2 e quella per la Somalia. È stata anche presidente del Comitato italiano presso la Fao.
messi da parte e il potere
è passato sempre più nelle mani dei manager, del
direttore generale dallo stipendio di svariati milioni
al mese...».
E oggi?
«Oggi si va avanti per
“toppe”; si è perso il riferimento ai principi che stavano alla base della riforma. E così vengono smontate scelte politiche che dovevano dare attuazione ai
principi della 833 in vari
ambiti: psichiatria, tossicodipendenza, anziani.
E così non si danno risposte adeguate alle tante
famiglie che si ritrovano,
ad esempio, con un familiare malato terminale oppure con un malato mentale. È evidente che in certe situazioni la famiglia
non ce la può fare da sola;
o nel territorio ci sono gli
strumenti e gli operatori
per assicurare un adeguato livello di interventi e di
supporto, oppure si condanna la persona a non uscire più dalla malattia,
non si riconosce più al malato la sua dignità di persona fino alla fine della sua
esistenza.
Ma anche in termini di
spesa, se non si fa prevenzione, se non si prevede
l’uscita della malattia, si
spende di più. Per comprenderlo basta guardare
al sistema sanitario americano, che è il più liberalizzato di tutti: è quello più
costoso! E, nonostante ciò,
crea 60 milioni di “esclusi”; le famiglie vengono lasciate a se stesse.
Ora, in Italia, quand’anche si creassero le condizioni finanziarie favorevoli, se mancano gli strumenti non è possibile attuare una politica efficace
per la tutela di un bene fondamentale come quello
della salute. Facendo venir
meno una serie di tutele,
di strutture e di servizi si
va verso un cambiamento
irreversibile, non ci si rende conto che si va verso un
Diluvio universale, con
conseguenze drammatiche per la nostra società».
Il diritto alla salute rimane un diritto fondamentale?
«Mi sono rimaste impresse nella memoria le
parole che mi disse Dossetti l’ultima volta che lo
andai a trovare, due mesi
prima che morisse. “Su tutto – mi disse – possiamo
accettare compromessi.
Ma su scuola e sanità non
dobbiamo mollare, perché
è su queste due cose che
ci giochiamo il futuro del
Paese”. Ecco, credo che
Dossetti avesse profondamente ragione».
Franco Pozzebon
Attualità
DAL 14 DICEMBRE VARI CAMBIAMENTI
Treni: orari nuovi,
disagi vecchi
N
essuna
nuova,
buona nuova? Non
sempre. Nemmeno l’orario ferroviario del 2004,
che entra in vigore questa
domenica, riser va infatti
nuovi treni sulla linea Vittorio Veneto-Ponte nelle
Alpi, una tratta che, suo
malgrado, detiene un record: è il più lungo segmento di ferrovia italiana
a binario unico senza
scambi, cioè senza la possibilità che due treni si incrocino. I treni che collegano il Cadore con Conegliano e viceversa resteranno dunque in totale 18
al giorno.
Del futuro della linea
per il Cadore hanno parlato i Democratici di Sinistra sabato scorso in
Biblioteca a
Vittorio Veneto. La ConeglianoCalalzo è
stata definita una cerniera tra pianura e montagna che secondo il consigliere diessino vittoriese
in Regione Adriana Costantini andrebbe sfruttata meglio visto che «avere
efficaci collegamenti solo
tra est ed ovest potrebbe
bloccare lo sviluppo del
Veneto». Ecco dunque tornare in auge il progetto del
prolungamento della linea
da Calalzo verso Cortina e
Dobbiaco (e quindi verso
l’Austria e la Germania),
punto incluso nell’accordo
Governo-Regione per le
infrastrutture del 2001,
per realizzare il quale i sindaci dei comuni interessati non avrebbero opposto obiezioni. Il costo previsto dell’opera, pensata
per sgravare dal traffico la statale
di Alemagna, è di 850
miliardi di
vecchie lire.
Tornando al presente, se in
direzione
nord l’orario 2004 non riserva novità (a parte alcune nuove soste di treni già
esistenti a Santa Croce e la
soppressione dell’ultima
fermata di un treno a Nove), da Vittorio a Conegliano le buone notizie
non mancano. Grazie a
proteste e proposte di pendolari, associazioni e istituzioni i gravi disagi nati
un anno fa con l’orario
2003 sono stati eliminati.
Due esempi: il “regionale”
delle 7.50 del mattino da
Alcuni “vuoti”
per i pendolari
vittoriesi e
coneglianesi
I
n questa settimana sapremo, dopo il vertice di Bruxelles dei capi di
stato e di governo europei,
se l’Unione avrà o meno il
prossimo anno la sua nuova Costituzione o se dovremo ancora attendere per disporre finalmente di questo fondamentale strumento di integrazione comune.
L’adozione da parte dei
capi di stato europei della
legge fondamentale dell’Unione è stata presentata come la principale sfida del
semestre di presidenza italiano. Si sa quanto il nostro
capo del governo (e sino a
qualche mese fa anche ministro degli esteri) tiene a
concludere il semestre con
un risultato di prestigio.
Nessuno sforzo diplomatico è stato risparmiato in
questi mesi per conseguire l’obiettivo. Da alcune settimane però circola un cer-
to scetticismo
quanto all’esito di questa
maratona politica e di pubbliche relazioni. Può anche
darsi che sia
pretattica e
che alla fine i
dissidi rientreranno. Ma
la sensazione
è che probabilmente la decisione sulla Costituzione
verrà rinviata di qualche mese. Per la diplomazia italiana e per l’immagine del nostro Paese il danno sarà contenuto; infatti pare che comunque vada in ogni caso
sarà Roma la sede della cerimonia di firma del nuovo
trattato: la legge fondamentale dell’Unione sarà dunque
“il trattato di Roma”. Se la
questione fosse puramente
turistica o di immagine la no-
Vittorio Veneto, che “faceva perdere” la coincidenza a Conegliano per
Venezia, pur non cambiando il suo orario permetterà ora di trovare un
comodo proseguimento a
Conegliano alle 8.13. La
“littorina” delle 13.35 da
Vittorio Veneto, che costringeva studenti e do-
Domenica 14 dicembre 2003
centi prima ad attendere
un sacco di tempo in stazione dopo l’ultima campanella e poi ad un’ulteriore lunga attesa a Conegliano verso la Destra Piave, è stato anticipato: partirà alle 13.22 e a Conegliano permetterà di trovare coincidenza con il regionale delle 13.44.
Ciò che continua invece
a suscitare il malcontento
dei pendolari sono i “vuoti” che anche il nuovo orario prevede: da Vittorio
Veneto a Conegliano, ad esempio, tra le 6.44 e le 7.51
non ci sarà alcun treno in
partenza. Idem dicasi per
la tratta Conegliano-Treviso tra le 7.26 e le 8.13.
Qui il “buco” è causato dal
passaggio, alle 7.49, di sua
maestà l’Eurostar, che per
la prima volta unirà Udine,
Pordenone, Conegliano e
Treviso con Roma. Ottima
notizia per i (non molti)
viaggiatori della lunga distanza, pessima per le centinaia di pendolari locali,
le cui abitudini muteranno
radicalmente. Buone notizie invece per chi si sveglia presto: è stato ripristinato il regionale SacileVenezia dell’alba: partenza da Sacile alle 4.19, arrivo in laguna alle 5.43. (LA)
Bonus natalità,
regalo da mille euro
D
allo scorso 1º dicembre l’assegno
di natalità di mille euro
per il secondo (o successivo) figlio è un diritto
delle famiglie.
Le condizioni L’assegno spetta per la nascita
del secondo figlio oppure, se è già nato, per ogni
figlio che segue. La norma resta in vigore fino al
31
dicembre
2004.
Famiglie e
single Beneficiaria non è la famiglia in quanto tale, ma soltanto la
madre, perché il
decreto si limita
ad indicare le
“donne residenti,
cittadine italiane
o comunitarie”. Hanno
quindi diritto le madri
nelle famiglie legittimamente costituite, le donne sole e i rapporti di convivenza, purché le interessate abbiano la resi-
ATO VENETO ORIENTALE: L’assemblea
dei sindaci approva il “Prg dell’acqua”
L
’assemblea dei sindaci dell’Ato “Veneto Orientale”, di cui fanno parte
115 comuni, ha approvato lunedì scorso il
Piano d’ambito trentennale, che rappresenta quasi un “Prg dell’acqua”, andando
a definire i fabbisogni di ampliamento, innovazione tecnologica e lo sviluppo delle
infrastrutture acquedottistiche e fognarie.
È stato dibattito acceso tra i sindaci, riguardo alla definizione della tariffa per i
consumi idrici, dove ci sono differenze notevoli, con una forbice tra i 70 centesimi e
1,04 euro. La decisione è stata quella di
congelare le tariffe per tutto il 2004. Nel
frattempo i sindaci dovranno decidere quale metodo applicare a partire dal 2005: se
una tariffa unica per tutti 115 Comuni oppure due tariffe differenziate a seconda degli investimenti finora effettuati.
UE E “DOPPIA MAGGIORANZA”
Il difficile cammino
verso la Costituzione
stra leadership continentale
sarebbe garantita. Un ritardo nell’adozione della Costituzione europea, tuttavia,
pur spiacevole, potrebbe essere meno grave di un accordo mal fatto. Ci sono già
stati vari segnali preoccupanti di allentamento della
spinta all’integrazione. Ultimo e clamoroso la messa in
soffitta del “patto di stabilità”, proprio sulla spinta del
Paese che più di ogni altro
nel 1992 aveva insistito per
Nel “Prg dell’acqua” una parte consistente riguarda
poi gli investimenti.
Nel documento sono stati previsti investimenti per 1.100 milioni di euro, pari a
2.130 miliardi di vecchie lire: nel primo
biennio per 56 milioni di euro e nei 15 anni successivi si salirà a 45 milioni l’anno. Si
tratterà quindi di un investimento in media
di 44 euro per abitante all’anno.
Analisi dell’acqua “sospette” – Alla Sisp, Servizi idrici Sinistra Piave srl, sono pervenute segnalazioni
da parte di diversi utenti, riguardo a telefonate di una
presunta società che si propone di eseguire le analisi dell’acqua potabile. La Servizi idrici Sinistra Piave dichiara
di essere totalmente estranea a tale iniziativa, disconoscendo tali telefonate, che potrebbero essere espediente
per operazioni poco chiare.
introdurlo: la
Germania.
Si dice che
il nodo da risolvere alla
conferenza di
Bruxelles
sarà essenzialmente
quello del voto a doppia
maggioranza
nel Consiglio. In pratica, invece di contare gli stati per raggiungere certe maggioranze (ma
non dimentichiamo che su
molte questioni essenziali
continuerà a vigere il criterio
dell’unanimità), sarà necessario contare gli stati e gli abitanti: servirà infatti la maggioranza degli stati rappresentativi di almeno il 50% (o
secondo altre proposte il
60%) degli abitanti dell’Unione. La proposta mette
d’accordo i Paesi più popo-
5
FINO AL DICEMBRE 2004
losi e quelli piccolissimi.
Imbarazza invece due stati
“medi”, Spagna e Polonia,
che perderebbero il peso
decisivo che le regole attuali garantiscono loro.
Dopo i segnali di disgregazione evidenziati dalla vicenda del “patto di stabilità”, un ulteriore cedimento al “ricatto” di alcuni
governi potrebbe avere
conseguenze molto serie
sul futuro del processo europeo. Se infatti il “patto di
stabilità” può ritenersi un
vecchio arnese meritevole
di accantonamento, non così la Costituzione europea,
che nasce ora e non può
permettersi di partire con
un simile handicap. Tutto
sommato, dare a Spagna e
Polonia qualche altro mese
per “meditare” e rinunciare
al loro oltranzismo non sarebbe un male così grande.
Paolo De Stefani
denza in Italia e siano cittadine italiane oppure di
un Paese dell’Unione europea.
Come
riscuotere
L’ente incaricato di concedere l’assegno è il Comune, che provvederà a
verificare i requisiti personali con una procedura
semplificata. Il papà (o
chi per lui) si reca allo
sportello dell’anagrafe
per la denuncia della nascita, viene informato della possibilità di ottenere
l’assegno di natalità e invitato a presentare un’autodichiarazione sul possesso dei requisiti previsti. Ricevuti i dati, il Comune li trasmette all’Inps il quale predispone il
pagamento dell’assegno,
alla Posta o in banca, a nome della madre.
Redditi familiari L’assegno non è condizionato
dai redditi della madre o
da quelli della famiglia.
Adozioni L’assegno
spetta anche per i bambini adottati, dal momento
del loro ingresso nella famiglia anagrafica, come
secondo o successivo figlio, anche se il primo figlio (o quelli precedenti)
sono figli naturali o anch’essi adottati. Non rientrano nel beneficio i casi
di affidamento.
MONDO ARTIGIANO
e
L’AZiON
PRESEPI
Scegliete tra:
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e
L’AZiON
A
Vittorio quando
dici disabili pensi
anzitutto a loro:
agli ospiti del Piccolo Rifugio, la casa di viale della Vittoria, conosciuta e stimata
in città. Con il direttore della casa, il sernagliese Dino
Mulotto, cerchiamo di capire cosa ha cambiato l’anno dei disabili per chi con
i disabili ci vive ogni giorno e ogni anno.
Ma quest’anno dei disabili è davvero servito a qualcosa?
«Sì… ma il mio è un sì
condizionato. Che si parli
di disabilità è sempre un
fatto positivo, e quanto si è
detto nel corso dell’anno è
stato valido e prezioso: ma
ora dobbiamo verificare se
si concretizzerà anche solo una parte dei
buoni propositi.
È stato un anno
di progetto e
pensiero: ora
tutti hanno capito cosa serve. È
impossibile
tracciarne un bilancio adesso:
cominceremo a
vedere a partire
dal 2004 se si realizzeranno le indicazioni emerse».
Fra i molti temi trattati non ne è mancato nessuno?
«Pur avendone parlato
molto, è ancora difficile
Veneto Sociale
L’ANNO DEI DISABILI AL PICCOLO RIFUGIO
Il 2003 per parlare,
dal 2004 per fare
raggiungere l’integrazione.
Ad esempio, ai convegni
c’erano genitori di disabili
e addetti ai lavori, ma pochi cittadini comuni. E invece noi abbiamo sempre
un sogno: che i disabili possano condurre una vita normale, in mezzo a tutti. Non
solo a chi è semplicemente in carrozzina, o ha un
I “ragazzi” del Piccolo Rifugio
lieve handicap psichico, ma
anche disabili più gravi. Ma
per riuscirci servono molte risorse, sia umane (bisogna mettersi in gioco!)
che economiche».
I fondi a vostra disposizione bastano
per le necessità?
«Il 2003 non ha portato
grandi cambiamenti; attualmente i fondi sono appena sufficienti. Una parte
delle nostre entrate viene
dalla Uls, poi ci sono le rette degli ospiti, che sono in
parte pagate dalla Regione
(solo per i non autosufficienti) e in parte dai Comuni. Riceviamo anche molte
donazioni piccole e
grandi da privati. Ma
dal punto di vista economico il futuro
non è roseo, perché
la spesa pubblica nel
settore sociosanitario diminuisce, mentre gli standard di trattamento sono più esigenti;
servono più operatori e il
loro costo aumenta. Ma per
fare fronte a queste maggiori entrate... con che coraggio ti metti ad aumen-
WWW.DISABILI.COM,WEB SENZA BARRIERE
l sito www.disabili.com è una testata giornalistica
che si occupa dei portatori d’handicap. Il mondo
dei disabili viene visto a 360 gradi e il portale è un
solido punto di riferimento. La home page è occupata da diverse sezioni tutte rivolte all’aiuto pratico
e concreto. Ma non si tratta di un portale esclusivamente burocratico e informativo, offre altri servizi nella casella “aree”. Cliccando su questa si può entrare
in chat, conoscere amici, leggere recensioni su film e
spettacoli che hanno trattato i temi dell’handicap.
“Aiuto” è il nome di una delle sottosezioni: offre la
possibilità di avere delle risposte dagli specialisti del
I
F
ino ad oggi per ottenere l’assegno di
accompagnamento per invalidità si poteva aspettare
anche 14 mesi, anche due
anni. Attesa e disagi che
ora spariranno, grazie al
protocollo d’intesa siglato
tra Regione, Inps e le Uls
venete. Saranno infatti anticipati dall’Inps prima e
dalla Regione poi tutti gli
importi arretrati degli assegni di accompagnamento. Tutte le domande accolte, presentate prima del
30 aprile 2003 riceveranno
l’assegno a partire dal primo gennaio, arretrati compresi. «È un’iniziativa unica in Italia, perché la legge nazionale fisserebbe il
limite massimo a un anno
e mezzo. Il Veneto vuole
arrivare a 9 mesi», ha commentato l’assessore ai servizi sociali Antonio De Poli.
Non dell’Inps, tradizionale capro espiatorio della
protesta, erano tutte le colpe dei ritardi. In realtà l’iter burocratico incontra
degli ostacoli ben prima, a
Domenica 14 dicembre 2003
sito o da esperti esterni. Questa è la colonna portante del sito che offre però anche svago, divertimento e un’agile panoramica sui fatti del mondo. Per
chi vuole andare a concerti e altri eventi c’è una lista dei più importanti, con una scheda che sottolinea il modo più “accessibile” per poterne fruire. Più
qualche curiosità: c’è uno spazio vip in cui si intervistano personaggi più o meno famosi facendoli confrontare con le tematiche della disabilità. Il sito ha
vinto anche il prestigioso premio WWW del Sole 24
Ore per la categoria Sociali.
Igor Della Libera
REGIONE
Stop alle attese per
l’indennità di
accompagnamento
cominciare dalle Uls dove
solo per ottenere l’appuntamento per la visita medica si potevano attendere
anche sei mesi.
Per chi - Sono 110.674
gli invalidi civili nel Veneto. Non tutti hanno diritto,
oltre alla pensione di invalidità anche all’assegno di
accompagnamento: attual-
mente sono poco meno di
74 mila i veneti che lo ricevono. A Treviso sono
24.087 gli invalidi civili, dei
quali 18.279 ricevono l’accompagnatoria; a Venezia
11.960 di cui 9.907 con accompagnatoria; a Belluno
6.935 di cui 5.543. Le pratiche per concedere indennità rimaste in arretrato sono 5.576: la provincia di Venezia è tristemente prima con 3.230
“scartoffie”; ma solo 60 a
Treviso, addirittura nessuna a Belluno.
Serena Spinazzi Lucchesi
LAVORO: i corsi del Ceis
l Ceis di Belluno propone per il 2004 due nuovi corsi professionalizzanti.
Tempo fino al 22 dicembre per iscriversi al corso di “Esperto in erboristeria”, che si svolgerà all’agriturismo sociale La Mela che il Ceis gestisce a Faè. Dura 450 ore, compreso lo stage in aziende del settore; per
entrare bisogna superare l’esame di ammissione, il costo è di 750 euro.
Si chiudono invece il 7 gennaio le iscrizioni per “Esperto di cucina tipica e pasticceria”: due corsi di 1050 ore, con sbocco possibile di lavoro
nella stagione estiva. Due i percorsi: uno gratuito per i minori di 32 anni, un altro aperto a tutti a 25 euro al mese.
Per informazioni: www.ceisbelluno.org, 0437-927795.
I
Dino Mulotto
tare le rette agli ospiti?».
Quale ruolo ha il volontariato?
«Se non lo avessimo faticheremmo ad andare avanti, e offriremmo agli ospiti un servizio meno qualificato. Nell’associazione
Lucia Schiavinato, composta dai volontari del Piccolo Rifugio, ci sono circa 50
volontari di tutte le età: il
numero è stabile, ma c’è un
buon ricambio. E arrivano
da tutta la provincia di Treviso».
Quali sono i progetti
del Piccolo Rifugio
per il futuro?
«Per dare un servizio
Anno europeo
dei disabili 2003
migliore agli ospiti, abbiamo un progetto di riqualificazione e ristrutturazione
della nostra casa, che non
sarà più una istituzione assistenziale, bensì una comunità alloggio. Ma in questi cambiamenti siamo comunque determinati a
mantenere il nostro stile di
accoglienza, condivisione,
accettazione, carità, disponibilità».
I ser vizi disponibili
nel territorio sono
7
sufficienti?
«Abbiamo ancora molti
ospiti che attendono un posto in un centro diurno;
speriamo di poterli inserire nel nuovo centro all’area Fenderl, anche se non
sarà facilissimo. In generale, comunque, cerchiamo di collaborare sempre
di più con tutte le istituzioni che si occupano di disabili, nella logica della rete».
Come giudica la sensibilità all’handicap
nel nostro territorio?
«Negli ultimi anni ho visto una trasformazione in
positivo: il Trevigiano è una zona con elevata sensibilità nei confronti della disabilità».
Tommaso Bisagno
“FRUTTO DI UN SOSTEGNO
SOCIALE”: mele da record
ttantanovemiladuecentosettantacinque euro. Questo il ricavato delle
mele biodinamiche vendute in 200 piazze domenica 9 novembre;
questo il frutto della fatica e dei sorrisi dei 600 volontari; questa la
somma che aiuterà a terminare, come ormai tutti sanno,“Casa Maria Adelaide” a Vidor, comunità alloggio per disabili fortemente voluta dalla
fondazione “Il nostro domani”.Ventimila euro in più rispetto l’anno scorso.
Ma la fondazione non si ferma qui: sabato 20 dicembre a Breda di Piave viene posata la prima pietra sui 6000 metri quadri della comunità
alloggio “Lorenzo Spigariol e Giovanna Minatel”. E la Fondazione dice
grazie anche ad Austella Cescon De Polo, maestra elementare di Lutrano, che nel suo testamento ha lasciato beni per decine di migliaia di
euro proprio a “Il nostro domani”.
O
e
L’AZiON
Economia
CONFARTIGIANATO DI CONEGLIANO
Artigianato, d’obbligo
un’iniezione di fiducia
L’
economia italiana mostra larghi
tratti di incertezza, talvolta di vera e propria
tendenza recessiva. E l’economia di Marca rispecchia la
situazione generale: un panorama variegato, quasi a
macchia di leopardo, in cui
si accavallano nubi e sprazzi
di luce.
Certamente protagoniste
in primo piano le imprese artigiane, spina dorsale dell’assetto produttivo veneto e
trevigiano. Abbiamo fatto il
punto della situazione con il
presidente della Confartigianato mandamento di Conegliano, Sergio De Stefani. Dal
quale, pur tra tanti elementi
di inquietudine, arriva un
messaggio di speranza: «Per
il futuro sono ottimista, sono
convinto che riusciremo a superare questo momento di
stallo. Certo, di strada ce n’è
ancora da fare, dobbiamo ragionare chiaramente in una
prospettiva europea, dato anche il ruolo che gioca l’euro
il cui rafforzamento rispetto
al dollaro penalizza fortemente le esportazioni: il Veneto, in particolare, ha un export che supera nettamente
l’importazione, con tutto ciò
che comporta. Ho fiducia
però che il 2004 sarà l’anno
della svolta, sull’onda lunga
della potente ripresa americana. E la storia insegna che
l’Europa, l’Italia beneficiano
sempre di questo fenomeno
dopo un certo lasso di tempo».
Il premio Nobel per l’economia, Sinai, ha confermato,
proprio al recente convegno
della Confartigianato di Treviso, che oramai la ripresa
statunitense c’è, e solida, e
viaggia ad un 2,6-2,7 per cento, e che l’anno prossimo dovrebbe balzare al 3,5-4 per
cento. «Fermo restando – avverte De Stefani – che non si
ripeta un altro 11 settembre,
o un’altra crisi internazionale tipo Iraq…».
Ma lasciamo la scena internazionale. Qual è, invece,
il quadro dell’impresa artigiana nel nostro territorio?
Le nubi, come detto, certo
non mancano, gli uffici di
Confartigianato, a Conegliano, sono un ottimo punto di
osservazione, tenuto conto
del fatto che ad essa si associano poco meno della metà
delle ben oltre tremila imprese artigiane dell’area interessata. Lo stato di salute
del comparto mostra alcuni
punti di debolezza: il settore
tessile-abbigliamento è in difficoltà, il segnale più immediato è la contrazione occupazionale in diverse aziende.
A cosa si deve questa crisi? «La risposta è ovvia, c’è la
concorrenza dell’estremo oriente, ma anche la politica
di delocalizzazione delle
grosse imprese. Con ripercussioni molto dure sul contoterzismo. Per la verità, già
negli anni Ottanta c’era stata
una crisi che aveva decimato questo settore».
Per il tessile-abbigliamento allora va così; ma per
il resto? «Ci sono attività che
invece tengono bene, per esempio il metalmeccanico,
che da noi è particolarmente sviluppato. E un settore
che va alla grande è quello
dell’edilizia, con una caratteristica assolutamente inedita: tutte le imprese nuove sono di extracomunitari (si segnalano soprattutto i macèdoni), confortate da una domanda del mercato che è
molto vivace». Nuove imprese che non lesinano la propria adesione alle associazioni di categoria, trovando
in esse adeguata ed efficace
risposta alle proprie esigenze. Solo quest’anno la Confartigianato mandamento di
Sportello
del
CITTADINO
A cura dell’Avvocato NICOLA TODESCHINI
FERMO AMMINISTRATIVO
DELL’AUTO, CHE CAOS!
I
l “fermo” amministrativo del veicolo di chi non paga le cartelle esattoriali è illegittimo perché manca il
regolamento di esecuzione della legge che lo ha istituito. È quanto ha stabilito il tribunale di Napoli giudicando
il ricorso di un automobilista che aveva subìto il fermo da parte di un’esattoria per non aver pagato alcune cartelle esattoriali. La questione è piuttosto complessa e pasticciata perché l’articolo 1 del decreto legislativo
193/2001 aveva modificato l’articolo
86 del Dpr 602/1973 prevedendo, appunto, il fermo amministrativo del veicolo a chi non pagava i tributi notificati con cartella esattoriale, ma rimandando a un successivo decreto del ministero delle Finanze “le modalità, i termini e le procedure” per l’attuazione
del fermo da parte dell’esattore stesso.
Questo decreto non è mai stato emanato. Precedentemente, però, nota l’Unione nazionale consumatori, la legge
30/1997 aveva ugualmente previsto la
possibilità del fermo del veicolo, ma
doveva essere disposto dalla Direzio-
ne regionale delle entrate e non dall’esattore. Anche in questo caso, le modalità, i termini e le procedure del fermo dovevano essere stabiliti da un decreto del ministero delle Finanze che è effettivamente stato
emanato (503/1998), ma che ovviamente riguardava soltanto il fermo disposto dalla Direzione regionale delle entrate e non quello disposto dal
concessionario dell’esattoria, che è ancora privo di regolamento di esecuzione. Pertanto, contro quest’ultimo
fermo l’automobilista potrebbe opporsi giudizialmente per ottenere non
solo l’annullamento del fermo stesso,
ma anche un risarcimento e la rifusione delle spese di giudizio. Tuttavia
c’è un marasma di competenze perché non si sa a chi ricorrere. In una
recente sentenza il Tar della Puglia si
è dichiarato competente a decidere su
questi ricorsi, ma si sono dichiarate
competenti anche alcune Commissioni tributarie provinciali e, come si
è visto, il Tribunale di Napoli e ancora, precedentemente, alcuni giudici di
pace. Il caos quindi è… totale.
Avv. Nicola Todeschini
Studio Legale www.Consumerlaw.it
Domenica 14 dicembre 2003
Conegliano ne ha associate questo profilo – dagli stessi
una buona cinquantina. Un extracomunitari». A questo
dato di tutto rispetto. Picco- punto, dunque, è certamenle, piccolissime imprese, qua- te il caso di fare appello alle
si sempre familiari. Un qua- doti di creatività, intraprendro di estremo dinamismo, denza, impegno che hanno
con sullo sfondo la prospet- fatto grande l’imprenditoria
tiva del rientro in patria di veneta.
queste persone in tempi reUn altro tassello di enorlativamente veloci.
me importanza, e che gioca
Un fenomeno curioso, a favore del nostro assetto
che la dice lunga, riguarda produttivo, è che la piccola
poi gli operatori di origine o- impresa prospera, ha buone
rientale nel settore abbiglia- prospettive quando – come
mento: «Hanno acquisito una in effetti accade qui da noi –
professionalità tale che rie- si trovi ad operare fianco a
scono a gestirsi da soli tutte fianco della media e grande
le problematiche d’impresa, impresa. Si realizza così il recontabili, conciproco comsulenziali, e copletamento, da
sì via. In pratica
sola la piccola
adesso fanno
impresa avrebtutto da sé…».
be qualche
Torniamo
problema in
per un attimo al
più.
tessile-abbigliaPresidente,
mento in crisi.
per concludeCome invertire
re: ritiene sia
la tendenza? De
utile innalzare
Stefani delinea
barriere dogaIl presidente Sergio De Stefani nali, buttare
le cause della
crisi e propone
sul tavolo deluna possibile strategia per u- la concorrenza internazionascirne: «All’estero si afferma le la carta del dazio? «Noi non
spesso e volentieri che le no- siamo d’accordo su queste istre imprese italiane sono ric- potesi d’intervento; dobbiache di famiglia e povere co- mo essere lungimiranti, e same azienda. Cioè: non c’è svi- per guardare a queste realtà
luppo, non c’è crescita se i – mi riferisco è ovvio all’edenari dell’azienda non ven- stremo oriente – come a fugono opportunamente rein- turi, potenziali mercati. Però
vestiti in tecnologia, innova- su un punto dobbiamo essezione, ricerca. Oggi, poi, per re intransigenti: le regole
le aziende di minori dimen- debbono essere rispettate da
sioni non c’è che una via di u- tutti. Se il lavoro minorile, per
scita, ovvero il mettersi in- esempio, va assolutamente
sieme, l’aggregarsi in con- bandito, lo deve essere qui
sorzi. Indubbiamente abbia- da noi come in Cina. Stesso
mo perso molto tempo pre- discorso per quanto riguarzioso, in termini di innova- da le certificazioni di qualità,
zione tecnologica, e corria- il rispetto dell’ambiente, e almo concretamente il rischio tre delicate tematiche».
di venir sopravanzati – sotto
Valerio Cupidi
Inquinamento, intesa
Provincia-Unindustria
L’obiettivo è garantire il rispetto delle normative in materia ambientale sulle emissioni inquinanti in atmosfera evitando nuove burocratizzazioni attraverso una procedura comune che porti alle certificazioni Iso 14001 ed Emas delle aziende aderenti. Si tratta del
patto firmato qualche giorno fa tra la Provincia di Treviso e l’Area Ambiente Sicurezza insieme al Gruppo Legno-Arredamento di
Unindustria Treviso. Il Patto, parte integrante del Piano strategico
su cui Provincia e rappresentanti del territorio stanno da tempo
lavorando insieme, prevede la nascita del “Manifesto ambientale”
per le imprese della filiera del legno-arredamento che saranno chiamate, una volta entrate a far parte del gruppo, ad autocontrollarsi in materia ambientale. La collaborazione di Federlegno e Unindustria sarà determinante in tal senso come garanzia nei confronti della Provincia che comunque effettuerà propri controlli a campione. Oltre al Manifesto il patto prevede anche l’istituzione di un
“Tavolo di confronto”, cui siederanno Provincia, Unindustria e Federlegno, Arpav, Regione e altre associazioni di categoria al fine di
analizzare le leggi previste in materia ambientale e metterle in
pratica al meglio. «L’obiettivo è quello di sburocratizzare i procedimenti garantendo comunque i controlli – ha commentato il presidente della Provincia Luca Zaia – stringere rapporti più stretti
con le aziende e garantire una maggiore efficienza. L’aria e l’acqua inquinata ce la respiriamo tutti, anche gli imprenditori stessi». «L’importante è correre sugli stessi binari – ha aggiunto Renato Genovese di Area Ambiente e Sicurezza Unindustria –. Le aziende sono fattore di inquinamento, inutile negarcelo, bisogna dunque limitare i danni». «A Treviso l’industria del legno – ha sottolineato Mario Vizzotto, presidente del gruppo Legno-Arredamento di
Unindustria Treviso – è risorsa economica molto importante, ma
si usano molti materiali inquinanti. Da tempo lavoriamo su questi
problemi e molto è stato fatto ma il problema rimane. La firma
proprio a Treviso di questo patto, unico in Italia, dimostra tutta la
nostra volontà a percorrere il cammino intrapreso insieme alle istituzioni».
Paola Fantin
9
PREZZI
Cereali (alla tonnellata + Iva)
Frumento tenero nazionale
Fino da 190,00 a 195,00
Buono mercantile da 188,00 a 190,00
Granoturco in granella nazionale (umidità 14%)
Ibrido giallo Veneto da 169,00 a 170,00
Ibrido giallo Friuli da 167,00 a 168,00
Estero giallo tenero
Orzo nazionale (p.s. 60/62 - 14% um.)
da 175,00 a 180,00
Prodotti della macinazione
Prodotti del grano tenero
a) farine con caratteristiche di legge:
tipo 00 (ceneri 0,50 - glut. 7) da 315,00
a 320,00
tipo 0 (ceneri 0,60 - glut. 9) da 310,00
a 315,00
b) farine da pasticceria da 474,00 a
484,00
Prodotti del granoturco (franco partenza - imballato)
farina bianca granita da 390,00 a 395,00
farina gialla nostrana (nazionale) da
285,00 a 290,00
spezzato di granoturco degerminato tenero da 227,00 a 232,00
Vini (alla produzione, lire per ettogrado)
Merlot del Veneto gr. 10-12 da
4,20 a 5,50
Merlot colli trevigiani gr.
10,5/12,5 da 5,20 a 6,20
Cabernet del Veneto gr. 11-13 da
5,00 a 8,00
Raboso rosso del Veneto gr. 9-11
da 5,00 a 6,00
Tocai del Piave Doc da 6,30 a
6,80
Verduzzo del Veneto gr. 10/12 da
4,90 a 5,50
Pinot bianco del Veneto gr. 9,512,5 da 7,00 a 7,50
Pinot grigio del Veneto gr.
9,5/12,5 da 14,00 a 15,00
Chardonnay del Veneto gr.
9,5/10,5 da 7,00 a 7,50
Prosecco del Veneto gr. 10-11 da
11,00 a 11,50
Prodotti avicoli - conigli pollame
Uova fresche di gallina (100 pezzi)
cat. L grammi 63/73 a 10,00
cat. M grammi 53/63 a 9,20
Pulcini da carne misti (cadauno) da 0,31
a 0,33
Pulcini femmine per uova (cadauno) da
0,60 a 0,64
(prezzi al chilogrammo)
Polli allevamento intensivo a terra a
pigmentazione gialla
- leggeri da 0,91 a 0,93
- pesanti da 0,94 a 0,96
Galline allevamento intensivo a terra
- medie da 0,50 a 0,52
- pesanti da 0,56 a 0,61
Galline allevamento intensivo in batteria
- medie da 0,42 a 0,44
Anatre mute femmine da 1,80 a 1,84
Faraone all. tradizionale “di voliera” da
1,90 a 1,94
Tacchini pesanti
- femmine da 1,28 a 1,30
- maschi da 1,28 a 1,30
Galletti
- polli a collo nudo da 1,86 a 1,91
- galletti livornesi da 2,10 a 2,14
Conigli
- oltre kg. 2,5 da 2,02 a 2,08
Bestiame suino (prezzi al chilogrammo)
Grassi da kg. 90-115 fino a 1,22
Grassi da kg. 145-160 fino a 1,21
Oltre 180 kg. fino a 1,09
Magroni da kg. 40 fino a 1,72
Magroni da kg. 50 fino a 1,68
Magroni da kg. 65 fino a 1,61
Lattonzoli da kg. 25 fino a 2,35
Lattonzoli da kg. 30 fino a 1,94
Prezzi aggiornati a martedì
9 dicembre 2003
e
L’AZiON
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 14 dicembre 2003
11
IL NUOVO VESCOVO ZENTI “Sempre molto concreto”
IL VESCOVO DI VERONA FLAVIO
CARRARO DESCRIVE MONS. ZENTI
Il primo incontro con una delegazione di vittoriesi
AVVISO
I
Riuniti in cerchio
con il nuovo vescovo
I
l solenne salone del
vescovado di Verona, con le immagini
dei vescovi veronesi lungo
le pareti, contrastava con il
gruppo di persone venuto a
salutare il nuovo vescovo eletto, monsignor Giuseppe
Zenti: seduto in circolo conversava con lui come tra amici di vecchia data. Era il
pomeriggio di mercoledì 3
dicembre. A mezzogiorno
era stata annunciata, contemporaneamente nelle
due diocesi, la nomina del
nuovo vescovo. Subito era
partita una delegazione,
guidata dal vescovo Magarotto e composta da una
decina di persone rappresentanti delle varie realtà
diocesane. È stato un incontro piacevole. Nessun
silenzio imbarazzante. La
conversazione è scivolata
via liscia, spontanea, con
tante domande reciproche.
Dapprima
sui fatti relativi alla nomina: la telefonata del
nunzio lunedì 24 novembre, l’avventuroso
viaggio in
macchina da
solo;
lo
smarrimento durante il
viaggio:
«Non conosco Roma e come faccio arrivare fino alla
nunziatura?»; lo shock della nomina; il ritorno a casa
la sera stessa e l’arrivo alle
tre del mattino.
Poi il discorso si è portato su cose più sostanziali, sulla situazione della diocesi. Ha confessato di non
aver alcun ricordo e alcuna
immagine di Vittorio Veneto e del territorio della diocesi. Un legame però è saltato fuori subito, monsignor Giuseppe Carraro che
da Vittorio passò a Verona
nel 1958. Un legame prezioso perché è il vescovo
che lo ordinò sacerdote e
del quale nutre una profonda devozione. Poi necessariamente anche Albino Luciani, il futuro papa, ma non
erano ricordi che lo rincuorassero molto: «Capirete, con questi predecessori!». Avrebbe voluto sapere
subito tante cose della dio-
cesi, ma anche i vittoriesi cogliere con amore e rico- vostra decisione sarà anche
volevano sapere tante cose noscenza il dono del nuovo la mia». Al momento della
da lui e c’è stato un conti- vescovo.
partenza si è offerto di fanuo rimbalzo di domande
Si è accennato ai prossi- re da guida, con la sua macda una parte e dall’altra. Ha mi passi da fare: dove e china, al gruppo nel traffiparlato delle sue molteplici quando la consacrazione e co di Verona fino all’autoesperienze pastorali, confi- l’entrata in diocesi. Monsi- strada. Così ha incomindando che quella che ha in- gnor Zenti ha lasciato tutto ciato subito ad essere il nociso più profondamente in mano ai vittoriesi: «La stro pastore. (GpM)
nella sua vita e dalla quale
si è staccato piangendo, è
stata l’esperienza di parroco: «Mi sono divertito a fare il parroco. La parrocchia
è il mio ambiente naturale». Buone credenziali per
i nostri parroci.
Si è parlato anche di
sant’Agostino, non c’entrava molto con la nuova nomina, ma era naturale che
venisse fuori perché si è capito subito che ne è profonpoche ore dalla
damente innamorato. Da
nomina non si
quando lo studiò a fondo,
può pretendere
in occasione della tesi di
laurea in lettere classiche, che il nuovo vescovo indiil santo vescovo divenne la chi il suo programma pasua guida in- storale. Sarebbe, oltretuttellettuale e to, imprudente se lo facesse. Tuttavia, durante l’inspirituale.
Ad un cer- contro, sono stati toccati alto momento cuni punti importanti.
Quali sono stati i punè entrato anti di forza sui quali ha
che il vescoquali convinzioni ha
fatto leva nel suo mivo di Verona,
tratto?
nistero pastorale?
padre Flavio
«Mi sono convinto che
«Ho sempre creduto
Carraro – così vuole esse- molto nell’ascolto ed è sta- il primo passo da fare è di
re chiamato, to per me di grande utilità. attivare la ragione umana.
come anche Dicevo alla mia gente, in Ho, infatti, l’impressione
continua a ve- parrocchia, che i più bei li- che, oggi, prima della crisi
stire l’umile bri che ho letto, sono state di fede ci sia una profonda
saio di frate cappuccino con le persone. L’ascolto dei lo- crisi di ragione. Quando le
i sandali ai piedi nudi –, e si ro drammi, gioie e speran- persone non sono più in
sono abbracciati affettuo- ze mi ha insegnato a vive- grado di dare le ragioni dei
samente. Arrivava dal fu- re. Anche i vent’anni pas- propri comportamenti, la
nerale di un santo prete del- sati in Seminario come in- vita si sfascia. Ricordate
la diocesi e ha riferito che segnante ed educatore so- quanto raccomanda il Papa
Veritatis
all’omelia aveva dichiarato no stati preziosi, ma non nell’enciclica
che oggi la chiesa di Vero- ringrazierò mai abbastan- Splendor: sono necessarie
na perdeva due preti validi, za Dio per avermi dato la due ali per volare verso
«quello che è andato in pa- possibilità dell’esperienza Dio, la ragione e la fede.
radiso e quello che è stato parrocchiale, a contatto Quando c’è il rispetto della
ragione si può dialogare
nominato vescovo di Vitto- con le famiglie».
E da questo ascolto con tutti, credenti e non
rio».
Si è visto
subito che tra
i due c’era un
rapporto fraterno. Qualche battuta
scherzosa. Ma
poi il vescovo
Carraro si è
fatto serio e ha
affermato che
Verona si privava di una risorsa importante e ci invitava ad ac- (qui sono e al centro del pagione) Il gruppo di vittoriesi durante il primo incontro con monsignor Giuseppe Zenti
Mons.Zenti:“Mi
sono divertito a
fare il parroco.
La parrocchia è
il mio ambiente
naturale”
l vescovo Alfredo, nella sua funzione di Amministratore apostolico, dispone che nella preghiera
dei fedeli durante le messe ci sia sempre una preghiera per il vescovo eletto Giuseppe, mentre nella prece eucaristica, fino all’ingresso in diocesi del nuovo vescovo,
si continui a pregare per “il nostro vescovo Alfredo”.
INTERVISTA DURANTE L’INCONTRO A VERONA
Zenti:“Mai separare
la fede dalla vita!”
A
credenti, vicini e lontani,
appartenenti ad altre religioni. E dopo aver ascoltato le ragioni altrui, si ha più
forza per presentare le proprie. Ragionando si possono affrontare anche i temi
più spinosi. Ultimamente,
nel giornale diocesano, ho
affrontato temi scottanti: il
crocifisso nelle aule e le
convivenze prematrimoniali. Si può ragionare insieme con la gente anche
su queste cose. I problemi
esistono bisogna affrontarli, non rimuoverli, se
rimossi ritornano, presto
o tardi, ingigantiti».
È molto
fiducioso
sulla
possibilità di stimolare la testa della gente, nonostante il clima di scetticismo in cui viviamo.
«Non bisogna lasciare le
persone dove sono per paura di disturbarle. Molti ignorano il vangelo perché
sopraffatti da troppe cose.
Bisogna offrire loro occasioni di riflessione. L’esperienza della parrocchia mi
ha convinto che presentando una catechesi con il
taglio giusto, la gente ascolta. A Legnago, la mia
ultima parrocchia, ho iniziato una catechesi per adulti su tematiche fondamentali: Dio, l’aldilà, ecc.
Catechesi settimanali, due
volte al giorno, pomeriggio
e sera, partecipavano dai
tre ai quattrocento adulti.
Non bisogna aver paura di
presentare anche il lato esigente del vangelo. L’annuncio acquista in autorevolezza perché si vede che
non stiamo vendendo prodotti di scarto, ma cose sostanziali, il senso della vita.
Ho sperimentato la stessa
cosa anche negli incontri
dell’iniziazione cristiana. Avevamo programmato, assieme al cappellano, un itinerario biennale, durante il
quale, una volta al mese, era previsto un incontro con
i genitori, di domenica. È
diventato un momento forte, con la presenza dei due
terzi dei papà, che in altre
sere non sarebbero venuti».
C’è un segreto per
rendere così attraente il messaggio del
vangelo?
«Vi racconto questo fatto. Trentadue anni fa, giovane prete,
facevo servizio a San
Martino
Buon Albergo alle porte
di Verona,
dove sono
nato.
Ero
convinto che
la predica domenicale dovesse essere il momento in
cui si scuoteva la gente,
cantandogliele di santa ragione. Vedevo, con una
punta d’orgoglio, che la
gente mi ascoltava. Un
giorno un vecchietto, dopo
la messa, viene in sacrestia,
si pianta davanti e mi dice:
“Lei reverendo non sa l’arte della pubblicità”. “Perché?”. “Cosa ha letto oggi?”. “Il vangelo”. “E che significa?”. “Buona notizia”.
“Ebbene da domenica
prossima ci dia sempre
buone notizie!”. Non l’ho
più dimenticato! Se non ci
fosse stata la parola di questo vecchio, avrei preso nel
mio ministero una piega
sbagliata. Da allora ho ca-
“Aiutare la
gente a vedere
il lato positivo
della vita”
pito che la gente ha bisogno d’incoraggiamento e di
essere aiutata a vedere il lato positivo della vita che è,
poi, il lato di Dio che illumina sempre e non mortifica. È importante sostenere l’aspetto positivo che c’è
in tutti. Quando uno si sente apprezzato, dà il meglio
di sé».
Nella nostra diocesi,
forse più che a Verona, c’è una domanda
religiosa di massa soprattutto per alcuni
sacramenti, ma di
dubbia qualità. C’è incertezza: essere più
severi o alimentare la
debole fiammella?
«Mi trovavo l’altra sera
in una parrocchia dove si è
creata una forte tensione
tra parroco e collaboratori
laici. Alle loro ragioni il parroco ha risposto in maniera durissima. Io non interverrò mai così. Sono convinto che è possibile sostenere il proprio punto di vista con dolcezza. Bisogna
parlare alla mente attraverso il cuore. Soprattutto
per chi è seguace di Gesù
Cristo che indica l’amore
fraterno come base di tutto. Se ho avuto qualche momento di sofferenza nel
mio ruolo di vicario generale è nell’aver constatato
situazioni di rottura tra pre-
ti o tra preti e laici».
Da noi si sente forte
l’impatto del salto avvenuto in questi anni:
da territorio agricolo a
superindustrializzato
con un diffuso benessere e con grandi
cambiamenti anche
dal punto di vista politico.
«Per quanto riguarda l’aspetto politico, io rispetto
l’autorità civile e la distinzione dei compiti, collaborando negli ambiti comuni.
Ma sono convinto che non
bisogna mai separare la fede dalla vita in tutte le sue
dimensioni,
compresa
quella sociale. L’ho appreso dal mio maestro ideale,
sant’Agostino. Sono un appassionato del suo pensie-
I tre vescovi padre Flavio Carraro, mons. Giuseppe Zenti e mons. Alfredo Magarotto
ro. Mi sono laureato in lettere con una tesi su di lui,
aiutato molto in questo dal
mio padre spirituale, il canonico Luigi Bosio, grande
conoscitore del santo. Anche sulla questione dell’uso della ragione nella fede,
di cui si parlava sopra, ho
imparato molto da Agostino. Ha questo bellissimo esempio: nel cammino della
fede dobbiamo fare come
chi naviga in barca. Si devono usare i remi della ragione, ma quando non si ha
Il saluto di Azione Cattolica
«L
più la forza per procedere,
allora si deve inalberare la
vela della fede, senza, però,
abbandonare i remi perché
può arrivare una difficoltà
improvvisa che richiede una manovra veloce. Ci deve essere sempre questo
intreccio tra Parola di Dio
e vita. Non fermarsi alla sola analisi della realtà, ma
nemmeno alla sola presentazione della Parola. Questo mi ha insegnato il grande dottore».
E la meta ultima di
questa navigazione?
«Non c’è dubbio: Gesù
Cristo. Tutto deve portare
a lui, il nostro Signore e Salvatore. Ritornando da Roma, dopo la nomina, di notte, agitatissimo, ho trovato
un po’ di calma nella pre-
’Azione Cattolica accoglie con gioia e gratitudine
al Signore il nuovo Pastore e Le rivolge il più cordiale ed affettuoso benvenuto. Come associazione in questi
anni abbiamo sentito di appartenere a questa Chiesa, di essere a pieno titolo nella sua vita e nella sua missione perché
il suo Pastore non ha mai mancato di riconoscerla, curarla,
diffonderla. Siamo cresciuti nella consapevolezza che l’AC è
dono, carisma, per la vita della Chiesa e del mondo, singolare forma di ministerialità laicale. E proprio su questo versante
vogliamo assicurare il nostro «specifico contributo per la formazione di un laicato adulto nella fede, per la crescita nella
comunione della comunità ecclesiale e per la testimonianza
del Vangelo nella concretezza della situazione storica» (art.
20 Statuto). Nell’iniziare il suo ministero episcopale nella
Chiesa che è in Vittorio Veneto, il nuovo Vescovo potrà contare su un’AC vitale e desiderosa di continuare a trafficare il
suo carisma nella propria comunità e con il proprio Pastore.»
ghiera concentrandomi su
di lui. Veramente per me,
come per ogni credente, il
vivere è Gesù Cristo. Ecco,
mi sono detto, questo sarà
il mio motto: “Mihi vivere
Christus”, per me vivere è
Cristo. Come per san Paolo». (GpM)
I
l mattino del 24 novembre monsignor
Zenti ricevette una
telefonata dal Nunzio: «La
attendo nel pomeriggio a
Roma». Immediatamente
avvisò di questa convocazione il suo vescovo, padre
Flavio Carraro. Che commentò: «Vai e accetta». Padre Flavio attendeva da
tempo la chiamata a Roma
del suo più stretto collaboratore. Perché lo riteneva – per la sua fede, per
le sue qualità umane, per
la sua esperienza – pronto
ad assumere la guida di una diocesi.
Padre Flavio, qual è
stata la sua reazione
quando ha saputo
che avrebbe “perso”
monsignor Zenti?
«Ho detto: finalmente!
Sì, perché questa nomina
era nell’aria da tempo. A
Roma ci avevano dato tanta fretta, il Nunzio ci aveva
detto di far presto perché
mancano vescovi veneti in
Italia, ho mandato, detto,
scritto, e non succedeva
mai niente.
Poi, naturalmente, anche un senso di soddisfazione perché, come confermato dal consenso riscontrato in diocesi, è stata una nomina indovinata.
Visto il consenso, anch’io
mi sono rasserenato, pensando che le doti di un fratello non dovevano essere
mortificate per un interesse personale. Per me è un
privarmi di una collaborazione straordinaria, fraterna, intelligente, attenta, riservata. Ne sento adesso
di più la preoccupazione,
ma questo non mi distoglie
dall’essere contento perché la diocesi di Vittorio avrà un Pastore che noi apprezziamo tanto».
Cosa pensa che monsignor Zenti porterà
a Vittorio Veneto?
TESTIMONIANZE / LEGNAGO
ni, ma è stato un
parroco amatissimo. Tutti andavano da lui, e lui accettava di parlare
con tutti».
Il racconto sembra quasi assomigliare alle “Vite dei
santi”. «Le sue prediche erano meravigliose, brillavano per capacità e
competenza, la gente veniva anche
dalle parrocchie vicine per ascoltarlo.
E non erano troppo lunghe, mai più
di 15 minuti». «Mentre don Giuseppe
era parroco abbiamo avuto un notevole incremento dei fedeli in chiesa».
Ma poi è stato tolto a Legnago: la
diocesi lo ha voluto a Verona, come
vicario del vescovo. «Don Giuseppe
chiamava il suo ufficio “il granaio”,
perché diceva che di lì passavano tutte le grane delle parrocchie. Ma credo che abbia saputo dare tranquillità,
anche se si trovava in un ambiente
certamente non facile».
Un parroco benvoluto
e il suo...“granaio”
S
i sentono forti stima, affetto,
addirittura trasporto, quasi da
affascinato, nelle parole di Aldo Pignata quando gli si chiede di monsignor Giuseppe Zenti. È il vicepresidente del Consiglio pastorale della
parrocchia del Duomo di Legnago; è
stato nominato proprio dal nostro vescovo, che dal 1997 al 2002 è stato
parroco qui, in una delle parrocchie
più grandi della diocesi di Verona, tanto da poter sempre contare su uno o
due cappellani in servizio.
«Un uomo eccezionale – esordisce
Pignata su monsignor Zenti –. Benvoluto… disponibile… e di una bontà
infinita. È rimasto qui solo cinque an-
«Prima di tutto porta la
persona. In lui è preminente il cuore accompagnato da una lucida intelligenza. È una persona che
sa voler bene, compatisce
sia nei momenti di gioia
che di sofferenza, si lascia
coinvolgere con il controllo di una persona matura,
ascolta i problemi e accenna a soluzioni. Poi c’è la
forza della sua virilità: pur
avendo un’età ancora giovane è passato attraverso
diverse esperienze: è stato
educatore in Seminario, insegnante di lettere, parroco in due parrocchie diverse. Quando l’ho nominato vicario generale ho
sentito molte lamentele. I
suoi parrocchiani mi dicevano, con dispiaciuta simpatia, “Ci ha portato via
don Giuseppe”».
Perché lo ha scelto
come vicario?
«Posso essere sincero?
Prima di tutto perché ne aveva le doti, poi perché ne
ho avuto conferma da un
significativo sondaggio
che avevo fatto, terzo perché mi sono detto: “Bisogna pur si prepari all’episcopato”. Per questo il passaggio migliore è quello di
essere vicario generale.
Abbiamo lavorato fianco a
fianco, la Curia è nello stesso palazzo del Vescovado,
sistematicamente martedì
e venerdì a pranzo si stava
insieme per discutere dei
problemi. Questo, secondo me, lo ha introdotto al
servizio episcopale. Credo
che gli sia servito».
Da “fratello” nell’episcopato quale consiglio si sente di dare al
vescovo Giuseppe?
«Intanto che partecipi
sempre alle riunioni della
Conferenza episcopale triveneta perché ho voglia di
continuare a vederlo... Poi
gli direi che continui ad a-
vere la prudenza e la carità
ardente che ha dimostrato qui a Verona, unite al
suo spirito di preghiera e
di comunione con Dio. Nonostante il crescere degli
impegni continui ad essere uomo di Dio. E sia padre e madre della nostra
gente e per esserlo adeguatamente coltivi una
reale devozione alla Madonna. Ma quanto ho detto non è che un elencare
doti che don Giuseppe ha
già».
E nel rapporto con il
clero?
«Visitare quanto più
può i preti, se non può raggiungerli personalmente
telefonare loro, specialmente nei giorni significativi (anniversario di ordinazione, compleanno, situazione di malattia)».
Nella vostra diocesi
siete impegnati nel
Sinodo. Qual è l’apporto di monsignor
Zenti?
«Lo sente molto fortemente. Don Giuseppe ha
dimostrato sempre molta
concretezza. Per lui il percorso deve essere tale da
condurre a delle conclusioni. Se il nostro slogan è
“Che cosa cercate?”, alla fine dobbiamo dire che cosa abbiamo trovato. Lui è
figlio di contadini, è un uomo della terra, va al concreto nel senso migliore
della parola. Così nella pastorale e nel Sinodo è
preoccupato degli orientamenti operativi».
Insomma è pienamente inserito nel
cammino sinodale.
«Qualora volesse farlo
a Vittorio, qui l’ha vissuto
tutto, dalla preparazione al
primo momento di riflessione e ascolto, fino alla
partecipazione alle assemblee».
Federico Citron
A sostituirlo nel giugno 2002 è stato chiamato il suo compagno di Seminario don Silvano Mantovani.
Quando ci risponde ha appena congedato proprio don Giuseppe, che ha
celebrato un battesimo nella sua ex
parrocchia. Anche lui è pieno di ammirazione: «Il vostro vescovo è mite,
schivo; portato all’amicizia e ricco di
bontà; ma ha idee chiare, e per portarle avanti accetta anche l’impopolarità». Del suo vecchio compagno di
Seminario (come allievi prima ed educatori poi) ricorda anche le passioni. «A calcio se la cavava nella media; ma soprattutto è molto appassionato di fotografia, in particolare di
paesaggi e fiori».
«Quando era vicerettore del Seminario minore aveva scritto e diretto un film con i seminaristi come attori. Inoltre, era il coordinatore della classe che ha realizzato il canzoniere “Dai che cantemo” (è arrivato
anche da noi!), portava i ragazzi in sala di registrazione a incidere».
12
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 14 dicembre 2003
SUSSIDIO DELLA COMMISSIONE TRIVENETA
La famiglia, primo
luogo della catechesi
F
amiglia in
crisi? Famiglia allo
sfascio? È vero, purtroppo. Ma non è
tutta la realtà della
famiglia. Proviamo
a guardarla anche
da un altro punto di vista:
famiglia come risorsa, nonostante la crisi. Risorsa
anche dal punto di vista
pastorale. È l’angolo visuale da cui guarda alla famiglia una recente riflessione, agile e chiara, pubblicata dalla Commissione triveneta per la pastorale della famiglia. Il tema
è ben definito “Iniziazione
cristiana e famiglia”, vale
a dire il rapporto inscindibile tra l’educazione alla fede dei ragazzi e la famiglia.
Il documento, prima di
entrare nel tema specifico, fa alcune considerazioni sulla famiglia che dovrebbero essere ben presenti alla coscienza delle
nostre comunità. Si dice
che la famiglia è un modo
“originario” e “originale”
in cui la chiesa si manifesta. Originario, «perché
quando Dio ha voluto raccontare se stesso ha chiamato alla vita l’uomo e la
donna» facendo così della
coppia un segno particolare del suo amore per
noi. Quindi la famiglia
«manifesta con modalità
tutta propria lo stesso mistero ecclesiale che una
comunità cristiana locale
esprime in un dato luogo». Per questo è detta,
giustamente, chiesa domestica. Originale, perché «la comunicazione del
vangelo in famiglia si attua in forme e in modi
specificatamente familiari, con un linguaggio che
è proprio della vita coniugale e familiare». È il linguaggio caldo e coinvolgente della vita.
La famiglia, dunque,
proprio per questa sua natura è anche il luogo privilegiato della trasmissione della fede. Lo è anche
quando la fede dei genitori è vacillante, anche in
questo caso restano loro i
primi educatori e non possono essere frettolosamente esonerati da questo compito dalla parrocchia: «L’atteggiamento nei
confronti delle famiglie
cosiddette “poco prati-
delle indicazioni pastorali.
Viene ripreso e approfondito il concetto della famiglia come ambiente ideale della iniziazione cristiana: «Comunicare l’esperienza di fede non è come
fare una lezione, ossia esporre in modo sistematico dei contenuti, è piuttosto narrare ciò che si vive
e cercare di raccontare le
realtà significative incontrate e le cose importanti
successe a ciascuno». E la
famiglia è questo luogo in
IL VESCOVO DI CONCORDIA-PORDENONE
MONS. OVIDIO POLETTO
“I genitori sono chiamati
a riaprire il Vangelo”
I
l sussidio curato dalla Commissione triveneta per la pastorale della famiglia reca una presentazione del vescovo di
Concordia-Pordenone
monsignor Ovidio Poletto,
indimenticato vicario generale della nostra diocesi e incaricato della pastorale familiare per la Conferenza episcopale triveneta. A lui abbiamo rivolto
alcune domande in merito
ai contenuti del sussidio
Monsignor Poletto,
sembra che la maggioranza delle famiglie che hanno battezzato i propri figli
non sia più in grado
di trasmettere loro la
fede, infatti sono
sempre più frequenti i casi di bambini
che accedono al catechismo parrocchiale, privi di qualsiasi
iniziazione alla fede
cristiana. Concorda
con questa lettura?
Quali sono le cause
di questa mancanza?
«Certamente
corrisponde a verità che molte
famiglie sono inadeguate
ad essere il soggetto primario dell’educazione alla
vita e alla fede. È una con-
Mons. Bressan segretario
della Conferenza episcopale triveneta
a riunione della Conferenza episcopale triveneta
ha nominato l’arcivescovo di Trento, monsignor
Luigi Bressan segretario della stessa. Il suo compito è
quello di coordinare e sostenere l’attuazione degli indirizzi della Cet, predisporre l’ordine del giorno delle riunioni, trasmetterne la convocazione e redigere i verbali, seguire personalmente l’opera degli incaricati, provvedendo all’esecuzione di quanto deliberato e curare i
rapporti con i mezzi di comunicazione sociale.
L
canti” va ripensato
in prospettiva sacramentale: tutte le
famiglie scaturiscono dalla benedizione di Dio e ricevono
i suoi doni, anche
se ne restano inconsapevoli. Si tratta allora di costruire occasioni
nuove e mezzi rinnovati
per portare alla luce e valorizzare tutta questa
realtà».
Nell’ultima parte si
scende nella concretezza
“I genitori considerati
i principali educatori
alla fede”
statazione preoccupata
che sento ripetere con frequenza nei nostri ambienti. Le cause di questa situazione sono assai complesse. C’è chi, con riferimento all’immagine evangelica di quel tale che incappò nei briganti lungo la
strada da Gerusalemme a
Gerico, ha affermato che
la famiglia oggi è derubata, spogliata e lasciata semiviva. Derubata della fede, spogliata dell’unità e
della fedeltà, della gioia dei
figli, della serenità e del
colloquio domestico. A me
sembra, ad ogni buon conto, che non serva fermarsi troppo a sottolineare gli
aspetti problematici. Potrebbero ingenerare atteggiamenti crescenti di
sfiducia o di rassegnazione».
Si insiste perché la
famiglia non sia vista
solamente
come
“luogo problematico”, ma anche come
“risorsa” per la trasmissione della fede
e “luogo privilegiato”
della iniziazione cristiana. È realistica
questa proposta?
«Sì, è realistica. Il fatto
che sono in aumento le famiglie che maturano una
maggiore consapevolezza
del proprio sacramento,
del ministero coniugale e
del loro compito educativo è un dato al quale vale
la pena dare risalto. Bisogna, però, che contemporaneamente lo sforzo catechistico delle nostre parrocchie si orienti sempre
più verso gli adulti, in particolare verso i genitori,
nel promuovere il loro ruo-
Monsignor Ovidio Poletto, vescovo di
Concordia-Pordenone; (a destra) la
copertina del sussidio su “Iniziazione
cristiana e famiglia”
lo di responsabili della fede, con iniziative appropriate».
Si dice che l’iniziazione alla fede avviene attraverso relazioni di affetto più che
attraverso la trasmissione di contenuti.
Può spiegare questa
indicazione?
«Basti dire che è in famiglia che si fanno le prime fondamentali esperienze positive che aprono
alla vita come dono accolto e poi da offrire. È nelle
relazioni quotidiane di amore che l’esperienza di
fede nasce e si sviluppa. La famiglia
può comunicare il vissuto
della
fede
semplicemente “con” e “nella” sua storia
d’amore. La relazione d’amore con
Dio e gli altri passa attraverso questa strada privilegiata. I contenuti della fede, in maniera più organica, troveranno poi nella catechesi parrocchiale la
possibilità di essere presentati e assimilati».
Che
suggerimenti
può dare a genitori
cui viene raccontata la vita. Un’altra notazione interessante: la famiglia, per
sua natura, è un ambiente “sacramentale” in senso umano, per i numerosi
segni e riti che in essa si
compiono, incominciando
dalla tavola comune, quindi è l’ambiente più adatto
per la comprensione del
sacramento.
Nel percorso dell’iniziazione cristiana i genitori devono essere sempre considerati i principache desiderano e si
sforzano di educare i
loro figli alla fede?
«Innanzitutto che siano
“elargitori di umanità”. È
una espressione del Papa.
Essa fa intuire come sia
importante che i genitori
comunichino ai figli tutto
quello che costituisce la
ricchezza della loro maturità, facendo sentire il gusto dei valori fondamentali della vita. E poi suggerirei che abbiano il coraggio
di “riaprire il Vangelo”. È
un gesto forse piccolo, ma
decisivo. Metterà in atto
meccanismi di conversione che faranno trovare
spazio per la preghiera, daranno nuovo significato alla Domenica e alla partecipazione insieme alla
Messa. E se
il Vangelo
resta aperto,
aiuterà a giudicare i fatti
piccoli
e
grandi della
vita, alla maniera di Gesù, che è
quella giusta. I genitori cristiani
devono avere il Vangelo in casa e in evidenza, come pure il Crocifisso e qualche immagine bella della Madonna».
Si tentano cammini
nuovi per la catechesi della iniziazione cristiana: invece delle tradizionali
“classi” di
catechesi in
parrocchia,
piccoli gruppi di
bambini che si incontrano nelle famiglie, oppure invece
delle catechiste, preparare direttamente i
genitori che facciano
poi la catechesi ai loro figli. Come valuta
queste esperienze?
«Ogni esperienza che è
li educatori e quindi devono essere invitati, qualunque sia la loro posizione di fede, a coinvolgersi
in esso, con un atteggiamento positivo nei loro
confronti,
rendendoli
«consapevoli dei valori
che già trasmettono ai loro figli». Un passo ulteriore è quello di creare un
gruppo di genitori che «si
sostengono a vicenda nel
cammino di fede e nel
compito di educazione alla fede dei figli».
Sullo sfondo di queste
indicazioni sta l’impegno
più generale della comunità parrocchiale che scopre e valorizza il ministero coniugale degli sposi,
incominciando dalla preparazione dei giovani al
matrimonio.
stata pensata e progettata insieme,
in parrocchia – non cioè
improvvisata o calata dall’alto – va incoraggiata. Oggi è necessario non restare fermi alle esperienze
già consolidate. A situazioni nuove bisogna rispondere con esperienze
nuove. Evidentemente
nessuno deve procedere a
ruota libera. L’evangelizzazione, infatti, non è opera di navigatori solitari.
Ma cercare
forme nuove
favorendo il
confronto e
lo scambio
costanti, è una necessità.
Il compito
dei responsabili della
catechesi in
diocesi
è
quello di accompagnare
e verificare il tutto».
Ci sono altre indicazioni per far diventare la famiglia soggetto privilegiato della iniziazione cristiana?
«Suggerirei alle parrocchie di fare il possibile
e l’impossibile per essere
vicine alle famiglie, per
aiutarle, per dare loro opportunità di incontro. Per
questo la pastorale parrocchiale deve riscoprire
la pastorale delle famiglie,
instaurare un rapporto,
per quanto è possibile, assiduo, capillare, costruttivo con esse. Questa perseverante e coraggiosa attenzione a tutte le famiglie
porterà senz’altro benefici risultati anche per l’iniziazione cristiana dei ragazzi». (GpM)
“Le parrocchie
siano vicine
alle famiglie e
offrano loro
opportunità
d’incontro”
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 14 dicembre 2003
13
SPERIMENTAZIONE CON UN GRUPPO CARITAS / L’INCONTRO CON PADRE SERGIO
DI COPPIE NEL QUARTIER DEL PIAVE
Formatori dei fidanzati
C
ome previsto dal Piano pastorale diocesano abbiamo iniziato la serie di incontri per i formatori dei fidanzati; è stata la forania del
Quartier del Piave ad aprire la sperimentazione di una nuova forma di preparazione delle coppie di sposi che accompagnano i fidanzati verso la celebrazione del matrimonio. Cinque parrocchie,
Pieve di Soligo, Sernaglia, Barbisano, Vidor e Col San Martino, hanno inviato delle coppie per un momento di
formazione organizzato dal
Centro per la pastorale della
famiglia diocesano. È stata
un’autentica esperienza di testimonianza. Cosa vuol dire?
Significa che le coppie partecipanti hanno, innanzitutto, sacrificato una giornata e
mezza ad un intenso, per alcuni aspetti anche faticoso,
lavoro su di sé e sul proprio vissuto di
coppia. Significa che ciascuno, personalmente e come coppia, ha offerto, con molto coraggio e nella fraternità, parte della
propria vita perché fosse condivisa dagli
altri partecipanti. Significa, ancora, che
ciascuna coppia si è lasciata modellare
dallo Spirito per poter assumere, nella
semplicità, gli stessi atteggiamenti e le
stesse attenzioni di Gesù Maestro e compagno di cammino. Davvero una bella testimonianza di vita e di Chiesa!
L’impegno di quest’anno del Centro
diocesano per la famiglia è orientato proprio a questo: abilitare i coniugi a questa
novità di essere e di comunicare l’impe-
gno affinché possano esercitare il loro
ministero vivendo in modo genuino la loro particolare vocazione e non imitando
malamente altri ministeri… L’aggiornamento dei percorsi con i fidanzati esige
un rinnovamento che, principalmente,
passa attraverso la presenza di coppie
“nuove” nel modo di farsi presenti ai giovani, nel linguaggio, nella modalità di relazione e nella cultura cristiana dell’amore. In una società che nei confronti
dell’amore o è muta o è trasgressiva, occorrono voci di
uomini e di donne che comunichino la loro esperienza di amore che, perché pienamente umano, è luogo rivelativo dell’amore di Dio
per l’umanità.
Mi sembra che chi ha partecipato al primo laboratorio
“Come Gesù: accogliere e
comunicare l’amore che salva” ha concluso le due giornate portando a casa: la
percezione più netta del dono ricevuto
dallo Spirito Santo nel sacramento del
matrimonio, un cuore carico di gratitudine per l’amore vissuto nella coppia e
trasmesso nella famiglia, la voglia di comunicare con freschezza ed entusiasmo
il Vangelo di Gesù vissuto come sposi. Una ricchezza per loro, per i loro figli, per
i giovani che incontreranno e per le nostre comunità parrocchiali.
Con questa esperienza la forania del
Quartier del Piave ha aperto la strada: ora, avanti con coraggio!
Don Roberto Camilotti
In attuazione
del Piano
pastorale
diocesano
LA TESTIMONIANZA
“Chiamati ad essere ‘compagni di strada’
dei fidanzati verso il matrimonio”
N
ei giorni di sabato
29 e domenica 30
novembre, a Vidor, ho partecipato al percorso di formazione per coppie di sposi che accompagnano i fidanzati al sacramento del
matrimonio, organizzato
dalla Commissione famiglia diocesana. Le due
giornate sono state molto
intense e ricche di stimoli, sia da un punto di vista
spirituale che esistenziale.
La proposta, articolata
in cinque unità di lavoro,
ha avuto il pregio di farci
sperimentare, in prima
persona, i contenuti ritenuti importanti affinché si
sappia essere “compagni
di strada” dei fidanzati nel
loro cammino verso il matrimonio. Il percorso propostoci con grande competenza da Monica Guarise (psicologa e psicoterapeuta) ha consentito di acquisire maggiore consapevolezza in primo luogo
del rapporto di ciascuno
con se stesso, in merito al
riconoscimento e all’accettazione degli aspetti amabili di sé; successivamente di rendersi conto di
come, proprio a partire da
ciò, si sia in grado di essere capaci di vero ascolto,
accoglienza e comunicazione verso gli altri. Il lavoro prevedeva momenti
di riflessione e coinvolgimento a livello personale,
di coppia, di piccolo gruppo e di assemblea, anche
con la finalità di sviluppare maggiormente la capacità di cooperare ad un
progetto comune e di acquisire modalità e strumenti per comunicare la
“buona notizia” del matrimonio, a partire dalla propria gioiosa esperienza coniugale.
Le varie attività, centrate sull’esperienza dell’essere coppia, ci hanno richiesto un coinvolgimento a 360 gradi: oltre alla comunicazione verbale, sono state sperimentate come canali espressivi di
grande efficacia, dandoci
modo di comunicare agli
altri facendo emergere anche le emozioni, oltre ai
pensieri.
È stato bello sostare
con calma per riscoprire e
godere delle proprie qualità e della gioia che scaturisce dall’essere sposi, riconoscendoci ricchi di doni sia singolarmente che
come coppia. In un clima
di grande rispetto, calore e
affetto, ciascuno ha trovato il terreno migliore e il
sostegno adeguato per esprimere e condividere il
proprio “essere” e la propria esperienza. Per me è
stata un’esperienza essenziale per vari motivi:
1. perché si è raggiunta
la dimensione più profonda della persona, quella
che riguarda il suo essere,
il suo esistere. Questo consente di sintonizzarsi sulla
lunghezza d’onda di chi ci
sta accanto, nel rispetto dei
tempi e delle esperienze di
ciascuno, e di raggiungerlo così nel profondo del
cuore, prima ancora che
sul piano del pensiero e del
concetto. A nulla serve “dire parole” pur importanti e
ricche di valore se non riescono a raggiungere il
profondo del cuore;
2. perché ho potuto
nuovamente cogliere l’importanza di trovarsi in uno
spazio e in un tempo in cui
fermarsi, sospendere “il fare” per riportare al centro
l’essere; talvolta, anche se
con le migliori intenzioni,
si corre e si corre, si riempiono le giornate e gli incontri, perdendo di vista
ciò che ha più valore;
3. per imparare a essere Chiesa, in cui ciascuno,
come parte di un unico
corpo coopera con gli altri
per la vita e la salvezza di
tutti.
Brunella Turri
Il valore delle adozioni
a distanza dei bambini albanesi
S
e le zone di montagna si spopolano,
s’impoveriscono, annaspano nella ricca Italia, figuratevi in Albania. Esempio:
regione di Malesia e
Madhe, all’estremo nord,
e precisamente nei 50 chilometri della valle del Kelmend, da 200 a 1.300 metri di altezza, un fiume in
mezzo, poco asfalto, 1.600
famiglie, sparsi villaggetti.
Dove però hanno una grande risorsa: padre Sergio
Gazzea, francescano di Piove di Sacco, che da cinque
anni si dedica a quei montanari. Anche con l’aiuto
della nostra Caritas diocesana, o per meglio dire di
una famiglia di Anzano, una di Conegliano una di Sarone e dei gruppi del catechismo della parrocchia
vittoriese di Meschio. Infatti sostengono a distanza
Elson, Pristina, Nikolle e
Adelina, Pashka. Alle famiglie di questi piccoli del
Kelmend padre Sergio
consegna il denaro trimestralmente: ma solo se i
bambini vanno a scuola.
Ma poiché il sostegno a
distanza della Caritas non
è solo denaro, padre Sergio è venuto a Vittorio Veneto a incontrare le famiglie adottanti. Ha raccon-
Padre Sergio Gazzea insieme alle famiglie che hanno avviato un’adozione a distanza
tato un paese dove con il
comunismo «erano trattati
da schiavi, ma almeno c’era la struttura dello stato;
dopo invece è crollato tutto». Dal Kelmend, i migliori cervelli sono emigrati all’estero, o almeno in
città. Chi resta nei villaggi
ha subito il consumismo –
tutto pur di avere televisione, parabola e telefonino – e il libero mercato: a
Scutari la qualità delle patate e del formaggio del
Kelmend risulta troppo cara anche rispetto alla concorrenza. Restano i difetti,
come l’arrogante orgoglio
e le vendette; ma si è riscoperta la fede: padre Sergio giunge una domenica
al mese in ogni villaggio, e
la messa è una festa, con
celebrazioni dei sacramenti; ma tutti i sabati ci
sono le suore per la cate-
chesi; il “Consiglio della
Chiesa” con gli anziani ordina il villaggio; e nelle domeniche senza padre, tutti si trovano in chiesa a pregare.
E l’economia? Non si
soffre la fame, con il proprio campicello e gli animali; ma non si va oltre la
sussistenza, “non hanno la
minima idea di commercio” spiega padre Sergio.
Che sforna proposte per uno sbocco. Prospera l’allevamento di trote, creato
con la Caritas vittoriese; si
punta sulla produzione di
un formaggio di gran qualità, magari la viticoltura.
Per informazioni, e per
sostenere a distanza altri
bambini del Kelmend: Caritas diocesana, 0438550702,
[email protected].
Tommaso Bisagno
PASTORALE GIOVANILE:
Esercizi spirituali,
“esperienza di un
Amore che trasforma”
E
rano in 26 i giovani
alla ricerca del Cristo Risorto, in linea con il
progetto diocesano. Passionali come la Maddalena, di corsa come Giovanni e Pietro, increduli come
Tommaso, delusi come i
due di Emmaus, ma con
un cuore che si lasciava riscaldare, fino ad ardere...
È stata d’aiuto una bella icona russa con il Cristo
che, disceso agli inferi, risuscita Adamo con le parole suggestive di Epifanio
di Salamina: «Svegliati, tu
che dormi, e risorgi dai
morti... Svegliati, tu che
dormi! Non ti ho creato perché rimanessi prigioniero
nell’inferno. Risorgi dai
morti. Io sono la vita dei
morti. Risorgi, opera delle
mie mani! Risorgi mia effigie, fatta a mia immagine.
Risorgi, usciamo di qui!».
E quando è stato dato
l’indirizzo del Cristo Risorto, che abita la domenica, toccante è risultata la
testimonianza di Clementa
Dos Olis Vieira, che ha raccontato come la Guinea
Bissau vive il giorno del Signore.
Alto l’ascolto, partecipate le Eucaristie, sentita
la
preghiera,
forte l’amicizia,
sofferente talvolta
il silenzio.
Degna anche la conclusione festosa con quella torta
che festeggiava gli anni di
Marco. Un’esperienza che
la Pastorale giovanile è disposta a ripetere, se altri
giovani lo vorranno.
don Pierino Bortolini
La testimonianza
di alcuni partecipanti
«Esercizi spirituali per
giovani. Roba per preti e suore?! No!... Roba per cristiani semplici e veri!...» (Milena, Oderzo).
«È la prima volta che partecipo agli esercizi spirituali... Li avevo scartati perché
dovevo partire per Istanbul.
Ma non ho rimpianto un solo istante quella mancata
partenza. E non tanto per la
paura d’un attentato, quanto per la riuscita di un dialogo più intimo con Lui...»
(Laura, Visnà).
«Staccare la spina dal solito quotidiano per fermarsi
a meditare sulla nostra fede,
fa molto bene sia allo spiri-
to che al corpo. Provare per
credere!» (Tiziana, Parè).
«Il meraviglioso suono
del silenzio risveglia in me
la musica della preghiera»
(Matteo, Oderzo).
«Solo uno sprovveduto
penserà a quel silenzio come ad una perdita di tempo... Rimane invece l’esperienza di un Amore che trasforma...» (Michele e Bernardetta, Lutrano).
Altri due anonimi scrivono: «Mi piace quel Gesù
che ci incoraggia a gettare
le reti da un’altra parte...».
«Gli esercizi spirituali...
Magari tutti li facessero. E
non sono un tempo che noi
offriamo al Signore, ma una grazia che lui ci dona...».
«Ho imparato a gustare
il silenzio: lo preferirò alla
vita rumorosa... Invaso dalla solitudine, talvolta pensavo: Non ce la faccio, non
ce la farò mai.... Ma adesso non mi darò più per vinto... E mi fermerò ad ascoltare...» (Marco, Faè).
14
Domenica 14 dicembre 2003
e
L’AZiON
Chiesa
LA PRIMA TAPPA VERSO LA BEATIFICAZIONE
MONS. SOSSAI ZANDONADI
SI PROPONE DI RIUNIRLI
Padre Rossetto, testimone
della fiducia in Dio Vescovi brasiliani
I
santi ci sono, perché Dio
continua a inviare i suoi
profeti, che intersecano
le nostre strade e ci provocano
con la loro esemplarità sempre
attuale. E attuale è padre Gioachino Maria Rossetto, dei Servi di Maria di Monte Berico
(1880-1935), la cui figura interessa direttamente anche la
diocesi di Vittorio Veneto.
Nel 1995 è stato chiesto alla
Chiesa che ne sia riconosciuta
ufficialmente la santità, e il
prossimo 20 dicembre a Monte Berico il nuovo vescovo di
Vicenza monsignor Cesare Nosiglia celebrerà la chiusura solenne del processo diocesano,
prima tappa del cammino verso la beatificazione.
In questa fase sono stati raccolti tutti gli elementi per valutare se la causa di padre Rossetto possa essere sottoposta
alla Santa Sede. E se è durata
ben otto anni,
non è stato perché si siano presentate delle incertezze, ma a
motivo del molto
materiale da esaminare.
Era necessaria un’ambientazione storica ad
ampio raggio,
perché
padre
Rossetto ha operato non solo a
Vicenza, dove nella basilica di
Monte Berico ha svolto un ministero intenso che ha fatto rifiorire la devozione alla Madonna e l’amore alle Missioni,
ma anche a Venezia e in terra
di missione (in Sud Africa); e
nella diocesi di Vittorio Veneto, dove negli anni Venti il vescovo Eugenio Beccegato lo
volle suo delegato per le Ope-
re missionarie e direttore responsabile
del bollettino missionario locale.
Occorreva inoltre
sentire le testimonianze delle persone
che lo avevano conosciuto bene. Soprattutto bisognava raccogliere i moltissimi
scritti, di cui la maggior parte è inedita,
ed esaminarli dal punto di vista teologico e
spirituale.
Questo lavoro ha
Padre Gioachino M. Rossetto, operò per vari anni nella diocesi
richiesto un impevittoriese; fondò la “Famiglia dei figli e delle figlie di Dio”
gno notevole, e la
sua conclusione è
stata ampiamente positiva: pa- morte ha avuto il duplice ricodre Rossetto merita che si pro- noscimento di Istituto secolare
ceda verso la sua beatificazione. femminile e di Unione sacerInfatti è stato rilevato che e- dotale, intitolati a San Raffaele
gli ha vissuto in modo eroico le arcangelo, con sede in Vittorio
virtù cristiane. In primo luogo Veneto.
Oltre che le sue virtù, il prola carità, che in
certe situazioni, cesso diocesano ha rimesso in
come ad esempio evidenza la spiritualità che le
durante la guerra sosteneva, e che padre Rosset1915-1918 a Folli- to ha trasmesso con la parola e
na, dove svolgeva con gli scritti, ma prima ancoil ministero sa- ra con l’esempio, e cioè l’apcerdotale, ha te- profondimento del mistero delstimoniato sino a la paternità di Dio, e quindi l’abbandono totale alla sua volontà.
compromettere
La dimostrò anche con la sela salute.
E le virtù ine- renità con cui accettò la malatrenti ai suoi voti tia che lo colpì a più riprese, sireligiosi, cioè la no a una paralisi progressiva
castità, la povertà che lo condusse alla morte a 55
e l’obbedienza. Quest’ultima gli anni, l’11 giugno 1935.
Con il processo diocesano
divenne particolarmente dura,
e quindi più meritoria, nell’ulti- dunque si è constatato che pamo decennio di vita, quando nei dre Gioachino M. Rossetto è usuperiori e nelle autorità eccle- na figura di eccezionale statura
siastiche incontrò incompren- spirituale, da far conoscere e da
sioni e ostilità a motivo della fa- proporre come esemplare. E se
miglia spirituale da lui fondata, arriverà ad essere proclamato
che denominò “Famiglia dei fi- santo, sarà il santo della fiducia
gli e delle figlie di Dio”, e che in Dio, che ci è Padre.
don Mario Albertini
soltanto diversi anni dopo la sua
Sabato 20
dicembre a
Vicenza la
chiusura del
“processo”
diocesano
di origine italiana
U
na prova di quanto vasta
sia stata l’immigrazione italiana in Brasile è il numero attuale dei vescovi, discendenti da italiani. Sono circa una quarantina
che porta un chiaro cognome italiano, spesso doppio cognome, secondo l’uso latinoamericano, quello materno e quello paterno. Uno
di questi è monsignor Decio Sossai Zandonadi, vescovo di Colatina, diocesi dello Stato Spirito Santo, uno degli
stati dove più
intensa è stata
l’immigrazione
italiana, in particolare quella
veneta. È venuto in Italia invitato dai cugini
della Somec a
celebrare i 25
anni di attività
della ditta e a
benedire i nuovi stabilimenti di
Zoppè. Ma soprattutto per concretizzare la richiesta dell’associazione “Trevisani nel mondo” di
incontrare in Brasile, durante l’assemblea della Conferenza episcopale brasiliana, i vescovi di discendenza italiana, per arricchire
la conoscenza dell’immigrazione
italiana. A questo scopo ha sentito anche monsignor Ravignani, incaricato della Cei dell’organismo
per le migrazioni, la “Migrantes”,
invitandolo a partecipare all’incontro.
Le famiglie Sossai e Zandonadi
partirono sul finire dell’Ottocento
da Santa Lucia di Piave e da San
Michele di Piave. Il bisnonno Zandonadi si radicò in quella terra dove oggi sorge la cittadina di Venda Nova, che significa “nuova bot-
Con il proposito
di raccogliere e
valorizzare le
tradizioni degli
immigrati italiani
ADOZIONI NOVA ESPERANZA, COPBEM, PASTORALE
INDIGENA (BRASILE), PROGETTO SAT (SCUOLA A TUTTI)
CONGO, KENYA, CIAD, ETIOPIA E GUATEMALA
Dal c/c postale
Badocco GianFranco, Motta di Livenza 52;
Dalla Betta Renato, Pieve di Soligo 30; Rivaben Ermenegildo, Oderzo 25; Zambon Giuseppe, Pieve di Soligo 100; Herbst Anna, Oderzo 150; Citron Mara, S. Lucia di Piave 150;
Giubilato Dora, Conegliano 26; Battistella Pierina, Villanova di Prata 100; Pro loco Villanova di Prata 300; Forner Lucia, Conegliano
100; Forner Maria, Fontanelle 50; Giacomin
Irma, Oderzo 75; Dalla Torre Rosa, Villanova
di Prata 100; Piazzetta Mario, Mel 52; Samassa Gabriele, Oderzo 104; Dal Poz Gianni,
Colfosco 20; Catto Stefania, La Salute di Livenza 200; Bertazzon Stefano, Farra di Soligo 52; Boscariol Francesco, Cordignano 150;
Badocco Maurizio, Cessalto 150; Visentin Mario, San Giorgio di Livenza 160; Nallin Odetta, Oderzo 150; Scapola Luigino, Ceggia 310;
Bianco Carla, Soligo, 100; Orsini GianFranco,
Mel 26; Concetta Carlin, Mel 26; Stefanel Bruna, Oderzo 150; Elca srl di Modolo C., Oder-
zo 310; Bazzo Giuseppe, Sacile 75; Camerotto Giuseppe, S. Giorgio di Livenza 20; Comel
Fabio, Mel 52; Vadagnin Rosa, Mel 52; Panigos Regina, Oderzo 43; Catto Romina, S. Stino di Livenza 200; Ronchi Riccardo e Nives,
Oderzo 620; Dal Bo Ida, Oderzo 129.
Dal c/c bancario
Campanile Michele, Sacile 300; Fattorel Fabio
e Barbara, Cappella Maggiore 300; Carnelos
Giuliano, Brugnera 50; Sandrin Bruno, Brugnera 250; Parrocchia di Chiarano 500; Granzotto Ada, Susegana 1200; Favrel Pietro, Susegana 250; Tabacchi Giuseppe e Silvana, Susegana 200; Calcinotto Walter, S. Giorgio di
Livenza 200; Tolot Anna Maria, Vittorio Veneto 150; Tomasi Barbara, Tarzo 150; Bocus Silvana, Susegana 102; Pillot GianCarlo e Pasqualina, Colle Umberto 25; Centro di servizio per volontariato di Treviso 1686; De Conto Francesca e Diego, Pieve di Soligo 26; Fornasier Pietro, Pieve di Soligo 15; Gruppo Can-
tori, Colle Umberto 650; Da Frè Silvano, Brugnera 50; Zaccarin Luigi, Villanova di Prata
100; Sonego Ivan e Elda, Pianzano 1200; Benetti Ivo, Vazzola 1000; Truccolo Alba, Brugnera 620; Benedet Sergio, Conegliano 400;
La Grassa Manuela, Pordenone 340; Galli Carlotta, Fiume Veneto 250; Salvador Fosca, Gaiarine 250; Bianchini Maria, Casarsa della Delizia 247; Boer Giuseppina, Prata di Pordenone 210; Galli Patrizia, Porcia 200; Loren
Babuin, Roveredo 150; Dal Cin Michelangelo,
Conegliano 200; Zanardo Maria Teresa, Susegana 250; Zanardo Antonio e Mara, Susegana
160; NN. Susegana 50; Plotti Mariano, Susegana 52; Boscaratto Mario, Susegana 52; Parmesan Sergia, Orsago 50; Gruppo Preghiera,
San Fior di Sotto 200; Operaio biscottificio
Doria 70; NN. Orsago 100; Lettigi Evelina e
Domenico, Bocca di Strada 75; Passon Bof Alda, Bocca di Strada 75; Tormena Rosalba, Bocca di Strada 40; Zaramella Marisa e Francesco, Bocca di Strada 50; Celotti Ada e Italo,
tega”, certamente una prima attività commerciale per i bisogni degli immigrati, attorno alla quale
poi si sviluppò la città. Oggi lo Stato dello Spirito Santo è relativamente sviluppato, con città e industrie. Allora era interamente coperto da foresta e i primi immigrati vi si stabilirono, senza altra
risorsa se non le proprie braccia e
la volontà di incominciare una nuova vita.
Il padre di
dom Decio (con
il “dom” vengono chiamati i vescovi in Brasile), Massimo
Zandonadi, nato a Venda Nova, era un appassionato della cultura italiana sviluppata in
terra brasiliana,
scrisse parecchi libri sull’argomento e lasciò una ricca documentazione raccolta oggi dalla
Fondazione che porta il suo nome. Il Vescovo ha ereditato questo
interesse, ha, infatti, subito accolto l’idea del convegno dei vescovi, preludio di un maggiore impegno per raccogliere e valorizzare
le tradizioni degli immigrati italiani, ancora vive, non solo in quello Stato, ma anche in tanti altri del
Brasile.
Interessanti sono, secondo il
Vescovo, gli aspetti culturali, come la conservazione della lingua
veneta, che è parlata ancora in famiglia dalla terza o quarta generazione, poi i canti, i ricordi della
grande avventura e, andando più
in profondità, i valori di laboriosità, creatività, intraprendenza e
onestà che caratterizza queste famiglie, compreso l’aspetto religioso. Questi immigrati, infatti, abbandonati a se stessi per molto
tempo, senza alcuna assistenza religiosa, svilupparono una religiosità popolare, molto viva ancor oggi, che merita grande attenzione
da parte della pastorale ufficiale
della Chiesa brasiliana.
La nostra diocesi è interessata
a queste iniziative, non solo perché molti dei discendenti italiani
sono originari dei nostri paesi, ma
anche perché la prima nostra apertura missionaria è avvenuta,
quarant’anni fa, proprio in quelle
terre, nella diocesi di S. Mateus,
confinante con la diocesi del vescovo Zandonadi. È da ricordare
anche che la “Trevisani nel mondo” ha come consulente ecclesiastico un nostro sacerdote, don
Noè Tamai, parroco di Sarano, già
missionario in quelle terre. Infine,
non dimentichiamo che ci sono altri vescovi brasiliani la cui famiglia
è originaria della nostra diocesi,
come monsignor De Conto di Miane, monsignor Pagotto di San Fior,
monsignor Bertagna di Cimetta e
monsignor Tomasella di Lutrano.
Bocca di Strada 75; Gruppo Campolongo, Conegliano 1122; Chiesurin Pietro, Susegana 50;
NN. Susegana 50; Mura Franco, Pieve di Soligo 26; Parrocchia Pieve di Soligo, mercatino
e offerte 1115; Parrocchia Stevenà 375; Viterbi Clara,Vittorio Veneto 10; De Faveri Marcellino, Pieve di Soligo 26; Zambon Barbara,
Pieve di Soligo 100; Parrocchia Sacile 200;
Lucchese Stefano, Sacile 100; Parrocchia Cordignano 525; Basso Bruna, Pieve di Soligo 55;
Parrocchia di Cessalto 425.
Elenco fino al 30 novembre
2003 - Un grazie di cuore a nome degli adottati.
Un augurio sincero di S. Natale e sereno anno nuovo!
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 14 dicembre 2003
15
INIZIATIVA PER LE MISSIONI
D
al Vangelo di Luca 3, 10-13: «Le folle che chiedevano
il battesimo interrogavano
Giovanni dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Giovanni rispondeva: «Chi ha
due tuniche ne dia una a
chi non ne ha; e chi ha da
mangiare faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli
chiesero: «Maestro, che
dobbiamo fare?». Ed egli
disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Il Ministero degli esteri italiano, con 30
milioni di
euro per la
cooperazione non
erogati e
più di 250 progetti nei paesi poveri bloccati, sta
affossando le Ong italiane, le entità di volontariato, gli organismi che hanno una presenza capillare
in mezzo alle popolazioni
più abbandonate della terra. Questi progetti non ricevono più i finanziamenti che erano stati regolarmente approvati dal Ministero degli esteri e dovevano essere ripassati alle
organizzazioni di volontariato e cooperazione. È uno Stato che viene meno
agli impegni presi in favore dei dimenticati della
I “TAGLI” DEL GOVERNO
ALLA COOPERAZIONE NEI PAESI POVERI
“Chi ha due tuniche ne
dia una a chi non ne ha”
storia.
Eppure la finanziaria del
governo italiano dello
scorso anno prevedeva
l’aumento di 10 milioni di
euro per il
2003 per lo
sviluppo
dei Paesi
poveri.
Invece di
aumentare,
gli aiuti diminuiscono o vengono addirittura tagliati.
Questo vuol dire sospendere gli aiuti ai partner nei
Paesi del Terzo mondo,
vuol dire sospendere atti-
“Sospendere gli
aiuti vuol dire
sospendere
attività vitali”
vità vitali, far rientrare i volontari e infine lasciare soli i popoli che hanno più
bisogno della nostra solidarietà.
Questo vuol dire tagliare
i soldi a delle scuolette nella miserabile periferia della capitale di Haiti; vuol dire chiudere la collaborazione con il centro che fabbrica protesi per i ragazzi
che hanno perso le gambe
con la mine antiuomo (mine italiane?) disseminate
in territorio angolano;
vuol dire non pagare le infermiere dell’ospedale per
bambini denutriti in Ecuador; vuol dire tagliare
lo stipendio agli educatori del centro di recupero
per bambini di strada a
Sao Paulo in Brasile.
E noi cittadini italiani dobbiamo osservare passivamente questa situazione?
Cosa facciamo per difendere una cultura di solidarietà?
Cosa facciamo per essere
vicini a coloro che non
contano niente?
La gente che si faceva battezzare da Giovanni chiedeva cosa doveva fare e lui
mostrava la strada della
condivisione e solidarietà,
che può essere personale
ma anche istituzionale.
Con queste riflessioni
chiudo la mia collaborazione con “La Sosta”, questo angolo di giornale che
mi ha permesso di dar voce a chi non ne ha, costruendo così legami di
conoscenza, sensibilità e
vicinanza.
Grazie a tutti e tanti auguri di buon Natale.
Imelda Bornia
Guanambì Brasile
OGGI Domenica
Domenica 14 dicembre 2003
– III d’Avvento (Sof 3, 14-18;
Is 12, 2-6; Fil 4, 4-7; Lc 3, 1018)
Terza settimana del salterio
In quel tempo, le folle interroga vano Giovanni, dicendo: “Che cosa
dobbiamo fare?”. Ci sono tanti tipi di
domande. Ci sono domande di cortesia: “Come stai, come va?”. Ci sono domande che chiedono informazioni: “Che tempo fa, quanto costa?”. Ci sono domande che vogliono mettere alla prova l’altra persona, come le interrogazioni a scuola, gli esami… In questi casi, si tratta di domande che non dicono molto della nostra personalità. Ci riguardano sì, ma fino ad un certo
punto. Queste domande dicono, sì,
qualcosa di noi: la nostra cortesia,
la nostra cultura, ciò che ci interessa… Ma non dicono la nostra vera identità e non cambiano molto
della nostra vita.
Ci sono, invece, altre domande
che ci toccano profondamente – toccano il “santuario” della nostra esistenza – e ci mettono in gioco. “Che
cosa dobbiamo fare?” è una domanda di quelle. A questa domanda le folle non arrivano per caso ma
perché messe in crisi dalle dure parole e dalla testimonianza forte del
Battista, che non ha scrupoli a gridare: “Razza di vipere”. Il Battista è
uno che sa suscitare domande giuste. Anche noi, come Chiesa e come credenti, dovremmo imparare a
suscitare domande così.
“Che cosa dobbiamo fare” è una
domanda pratica e riguarda l’agire.
È una domanda che muove dal cuore della persona e ne mette in gioco il futuro e le energie. È una domanda che rivela e attiva una ricerca autentica di senso e di salvezza. Ad una domanda così si arriva dopo essere stati messi di fronte ad un muro oppure ad un bivio.
Quando si riconosce di essere stati ingannati o di aver sbagliato e che
da soli non si sa come fare per riparare. La realtà fa aprire gli occhi
e sbattere il naso: lo fa anche sanguinare. Benedetto quel sangue, se
ci fa aprire gli occhi. Benedetto quel
“razza di vipere”, quella “scure, posta alla radice degli alberi” o quel
“ventilabro”, pronto a ripulire l’aia,
se tutto questo ridesta l’uomo al caso serio della propria esistenza e lo
spinge a cercare Dio. Ad una domanda così arriva chi è umile ed è
passato attraverso l’umiliazione, dolorosa ma istruttiva. L’umile ha imparato che non attraverso la propria
forza viene la salvezza, ma che essa è dono da chiedere e conquistare. Quanto costa quest’umiltà ma
“Un posto al tuo
pranzo di Natale”
A
nche per il Natale
2003 il Centro missionario diocesano propone l’iniziativa “Un posto al tuo
pranzo di Natale”, un modo
per condividere concretamente la gioia dell’arrivo di
Gesù insieme ad altri.
Lo slogan scelto per l’edizione di quest’anno è: “A
Natale fa spazio mella tua
casa a uno dei missionari
diocesani”. Ed in ricavato
andrà, infatti, a sostenere una delle missioni in Brasile, in Ciad e in Congo, dove operano
i missionari diocesani: don Antonio Pianca, don Armando Bucciol, don Gianfranco Armellin, don Giovanni Zanchetta, Imelda Bornia, don Livio Dall’Anese, don
Massimo Bazzichetto, don Adriano Bellotto, Antonia Simionato, don Carlo Maccari, don Tarcisio Bertacco.
A VITTORIO: Incontro dei ministri
straordinari della comunione
D
omenica 14 dicembre in Seminario a Vittorio Veneto, dalle 14.30 alle 17 si tiene l’incontro di formazione permanente per i ministri straordinari della comunione, rivolto ai ministri della parte alta della diocesi.
Sussidio liturgico per il tempo di Natale
È
in preparazione il sussidio liturgico per il tempo
di Natale a cura dell’Ufficio liturgico diocesano.
Quanto prima verrà fatto pervenire nelle parrocchie,
mentre ci saranno copie disponibili anche alla Libreria
del Seminario di Vittorio Veneto.
AZIONE CATTOLICA
N
ell’immediata vicinanza al santo Natale, l’Azione Cattolica propone agli adulti e ai giovani una Lectio Divina guidata da don Gianpietro
Zago. L’appuntamento è per venerdì 19 dicembre, a Conegliano nella Casa dello Studente, con
inizio alle 20.30. Si consiglia di portare la Bibbia.
CURIA: Chiusura per le feste natalizie
P
er le festività natalizie gli Uf fici della Curia resteranno chiusi dal 24 al 28 dicembre e da 1 al 6 gennaio 2004.
quanto è preziosa!
Che cosa dobbiamo fare, Giovanni, come diocesi e come parrocchia, all’inizio di questo nuovo
millennio? Che cosa dobbiamo fare, come cristiani, nella nostra vita
quotidiana? Che cosa dobbiamo fare, per liberarci dalla stupidità e dalla banalità che fanno vivere parte
della nostra vita alla superficie di
noi stessi? Che cosa dobbiamo fare di questa nostra vita, Signore,
per essere come tu ci vuoi? Aiutaci, Signore, a fare le domande giuste.
Per la liturgia. Il sussidio “Celebriamo l’Avvento” invita a mettere in evidenza la dimensione gioiosa della liturgia di questa domenica (detta anche Gaudete e dal colore liturgico “rosaceo”) e propone
il rito di accensione del terzo cero
della corona d’Avvento (cero della
gioia). Anche il gesto proposto per
l’offertorio (un ramo di calicantus)
è particolarmente espressivo del
clima d’attesa pieno di speranza.
Don Alessio Magoga
USMI / RITIRO PER TUTTE
LE SUORE DELLA DIOCESI
S
abato 13 dicembre dai padri Cappuccini di Conegliano ci sarà un ritiro spirituale per le suore di
tutta la diocesi in preparazione al Natale.
L’inizio è previsto per le 8.30. Il relatore è don Giorgio Scatto.
te
Offer
Mese di novembre 2003
Per la Casa Mater Dei
In memoria di suor Elena Michelin: giocatori e
dirigenti dell’As Vittsangiacomo 320,00, Parrocchia
di Santo Stefano di Pinidello 50,00, Parrocchia di
San Giacomo 325,00, famiglia Fadelli Giorgio 100,00,
Ton Franca 100,00; Nadine Campodall’Orto 100,00;
Parrocchia di Meschio 105,00; In memoria della signora Oliva Sant 100,00; Parrocchie di Fossalta Maggiore e Cavalier nella festa del Ringraziamento
220,00; Parrocchia di Cordignano 75,00.
Per il Seminario
Una signora 150,00; Università terza età di Santa Lucia di Piave 35,00; Marca Jolanda Fornasiero
e Carluccia 1.500,00; Parrocchie di Cavalier e Fossalta Maggiore nella Giornata del Ringraziamento
400,00; Vendrame Matilde 150,00.
Domenica 14 dicembre 2003
UN NUOVO LIBRO
DI LUCIANO BORIN
Teatro
in diocesi
IL 28 DICEMBRE A CANEVA
IL NUOVO SPETTACOLO
Le Ràcole
I
l sodalizio tra lo scrittore Carlo Zoldan e il
gruppo teatrale “Le Ràcole” di Caneva dura da diversi anni ed è un sodalizio felice, che ha dato buoni frutti e vuole continuare a darli anche in futuro.
Scrittore e attori (giovanissimi), maestro e allievi:
un connubio fortunato che
poche realtà del teatro amatoriale possono vantare, e non solo nel territorio della nostra diocesi.
Alla base di tutto ci sono l’amicizia reciproca e,
da una parte, l’ammirazione di un adulto per lo spirito di aggregazione di un
gruppo di giovani appassionati di teatro e di musica; dall’altra,
la voglia di
imparare di
questi ultimi,
chiedendo
aiuto a chi,
per numero
d’anni, ne sapeva e ne sa
più di loro. Così sono nate tante commedie divertenti che sono diventati
spettacoli freschi nelle voci e nei corpi di questi giovani. “Che se là la me va
dreta…” e “Prima de parlar, tasi!” sono solo le ulti-
me della serie. Raccontano storie popolari della nostra gente, tra Piave e Livenza, in dialetto venetofriulano (ma è una vera e
propria lingua, in realtà),
di tempi passati, quando il
benessere economico era
ancora lontano e “gli albanesi eravamo noi”.
Il sodalizio nasce circa
sei anni fa, ma
tutto inizia
con un antefatto risalente
al 1986. In
quell’anno
Carlo Zoldan,
insegnante e
ricercatore di
tradizioni popolari (nonché collaboratore de L’Azione), pubblica il libro
“Racconti popolari dell’Alto Livenza”. Sono testi in
dialetto locale con, a fronte, la traduzione in italiano. Dopo quasi dieci anni
un gruppo di ragazzi di
Mette in scena
commedie
dello scrittore
Carlo Zoldan
IL 17 DICEMBRE A GUIDONIA
vissuto alla grande già da
tempo, del resto è loro costume, e ci sono almeno 5
repliche del Flyer pronte a
spiccare il volo alla data fatidica e sul luogo medesimo di 100 anni fa.
Il Flyer 1903 RM, quello
che volerà – come si diceva
le e Wilbur Wright compi- – a Guidonia il prossimo 17
rono il primo volo a motore dicembre per festeggiare
della storia.
con l’Aeronautica militare iFu un balzo di soli 12 se- taliana e l’Aero club naziocondi, lungo 40 metri, ma nale il primo volo a motore
furono più che sufficienti af- di ogni tempo, è stato reafinché quel 17 dicembre lizzato dallo stesso coman1903, alle 10.35 di mattina, dante Zanardo già nel 1989
entrasse di diritto nelle svol- ed è stato presentato uffite epocali dell’umanità.
cialmente nell’aprile 1991
In America il centenario all’ippodromo di San Siro a
dello straordinario evento è Milano.
Dopo la trasferta a GuidoGiancarlo Zanardo alla guida del Flyer
nia, Giancarlo Zanardo si esibirà
domenica prossima, 21 dicembre,
al campo di aviazione “Francesco
Baracca” di Nervesa della Battaglia con la partecipazione delle
Frecce Tricolori.
Mario Sanson
Grazie a Zanardo
rivola il Flyer
G
iancarlo Zanardo da
Conegliano, pilota
dal 1968, duemila ore di volo alle spalle, insignito, fra
l’altro, del “Paul Tissandier”
(dalla Federazione aeronautica internazionale) e
del diploma di “Pioniere del
progresso aeronautico”, decollerà il prossimo 17 dicembre dall’aeroporto militare di Guidonia col “suo”
Flyer 1903 RM.
Zanardo è
oggi l’unico uomo al mondo a
far volare un
Flyer, seppur
replica modificata (RM, appunto) di quello col quale a
Kill Devil Hills,
North Carolina, i fratelli americani Orvil-
Fiaschetti e Fratta di Caneva, molto attivi in parrocchia, chiedono all’autore il permesso di mettere in scena uno di questi
racconti. Carlo Zoldan entra così in contatto con
quello che sarà il nucleo
originario delle “Ràcole”.
Rielabora l’originario racconto ricavandone una
commedia.
È solo l’inizio: da allora
Zoldan ha scritto un lavoro all’anno per i suoi ragazzi, i quali a un certo
punto decidono di dare un
nome alla compagnia.
Scelgono di chiamarsi “Le
Ràcole”, le raganelle che
con il loro canto annunciano la fine della siccità,
metafora di chi vuole raccontare storie e tradizioni.
Il filò, con i suoi riti di
corteggiamento, l’emigrazione in Sudamerica, la povertà dei contadini agli inizi del secolo scorso, le
gioie e i drammi di un intero popolo: sono alcuni
dei temi presenti nelle
commedie di Carlo Zoldan
e messe in scena dalle “Ràcole”. «Grazie a loro ho
trovato il modo di unire
due passioni: quella per le
tradizioni popolari e quella per la drammatizzazione (nel senso di “teatralizzazione”) dei testi, che utilizzavo quando insegnavo la storia ai bambini delle elementari», ci ha detto
Zoldan in un recente incontro.
Il prossimo 28 dicembre appuntamento con una nuova rappresentazione di “Prima de parlar, tasi!”. Naturalmente a Caneva.
Athos Tassi
Concerti
di
Natale
’L Panevin grant
Intorno alla
Mostra
dell’illustrazione è nata
una vera
e propria
scuola
che sforna
tanti artisti
Sabato 13
N
el nostro territorio
diocesano rimangono, a tutt’oggi, numerosi segni tangibili di ritualità legate al fuoco che si perdono nella notte dei tempi.
Il falò epifanico, con tutte
le sue molteplici caratterizzazioni e differenziazioni, costituisce, certamente, uno dei
momenti più indicativi e qualificanti di questa tradizione, anche se
non mancano altri
esempi di fuochi
rituali come, a titolo d’esempio, al
thôc de Nadàl o, in
Friuli, la femenàte,
lis cìdulis e lis
scalétis.
Per ricordare
alle giovani generazioni, spesso distratte da questo sistema di vita che non concede
spazi alla conoscenza della
propria storia e delle proprie
tradizioni, quest’insieme di
consuetudini plurimillenarie
che ancora rimangono ben
radicate in tutta la zona, il ricercatore canevese Luciano
Borin ha pensato di dare alle
stampe una pubblicazione, intitolata ’l Panevìn grant.
Questo lavoro, che è corredato anche da una serie di
splendide immagini, realiz-
S’
allungano per
la diocesi i riflessi dei colori
brillanti e delle forme sognanti di Sarmede. Ai visitatori viene l’idea, dalle
manifestazioni nasce la
voglia di cimentarsi, la
scuola estiva, vera fucina,
fa il resto. E i migliori “studenti” della scuola arrivano nell’Olimpo ovvero ad
essere chiamati ad esporre alla mostra autunnale
di illustrazione per l’infanzia che si tiene nel municipio di Sarmede.
Spiega Leo Pizzol, patron della mostra: «È veneto il 38 per cento dei
partecipanti ai corsi estivi;
della provincia di Treviso
non sono più del 10 per
cento». Il ricambio delle
appassionate illustratrici
è continuo. «Almeno il 60
per cento delle partecipanti ai corsi è nuovo ogni
anno», dice Pizzol. Non
tutti sognano di emulare
Zavrel. «Sanno che non
pubblicheranno mai nessuna illustrazione, vengono per arricchimento personale. Oppure per arricchimento professionale:
fra gli iscritti c’è chi si occupa di animazione, scenografia, laboratori artistici, anche grafica pubblicitaria».
Grazie alla mostra di
Sarmede, tra Vittorio e
Cordignano sta sorgendo
una piccola scuola di illustratori locali. Vanno “a
bottega” da Donata Dal
Molin, affermata artista
vittoriese. «Tengo dei corsi per illustratrici, al massimo una decina, in cui approfondiamo l’uso dell’acquerello... E al concorso
d’arte di Cordignano due
sono state segnalate, ma
non io. Mi sono detta: non
sarò una brava artista, ma
sono una brava maestra!».
A Sarmede 2003 Dal Molin espone le tavole del
suo Vangelo di Marco, e
una Cenerentola che è
un’illustrazione... che si
tocca (scopritela!); suoi
anche gli affreschi della
nuova scuola di Colle Umberto.
Le espositrici
Claudia
Meneghin,
L’AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI IN DIOCESI
trentottenne di Revine, si
è formata alla scuola di Zavrel prima e Wilkon poi.
È più pittrice – reduce da
una personale a Rua – che
illustratrice. «La differenza? Nei miei oli sono più istintiva, mentre l’illustrazione deve raccontare, farsi capire dal piccolo e dal
grande: ser ve più disciplina, non si può lasciare
un segno incompiuto». Ha
appena illustrato anche
“Gli gnomi mangioni”, per
l’editrice vittoriese Kellermann.
Tiziana Furlan di San
Polo è una delle allieve di
Dal Molin. Ha già un ricco curriculum: una mostra di illustrazione a Oderzo, testi con l’editrice
Tredieci di Camino, un libro per il Comune di Gorgo, laboratori artistici nelle scuole. Dove usa gli
stessi acquerelli che propone nella sua “Cenerentola in fuga” alla mostra.
«Lo spunto nasce subito;
poi però serve tanto studio per arrivare all’illustrazione».
Anna Bit, maestra alla
materna di Cordignano,
ha cominciato per caso: «I
genitori di una bambina
all’asilo erano compari di
Leo Pizzol…». Presenta una Cenerentola dalla gran
chioma fulva. Come le è
venuta l’idea? «Mi ha affascinato un libro di psicanalisi junghiana: parla-
va della fiaba della Vassilissa, versione est-europea
di Cenerentola, e ne spiegava i significati profondi;
poi un giorno in una rivista di moda ho visto una
donna con i capelli rossi,
e mi sono ispirata a lei».
Ha collaborato anche con
l’editrice coneglianese Orio. «Disegno quando ho
tempo. Sarei davvero felice se avessi il tempo per
dedicarmi sia all’insegnamento, che mi piace tanto,
che all’illustrazione».
Di Laura Bredariol,
trentenne di Sernaglia,
ammiriamo una carrozzazucca molto arancione
che non entra per intero
nell’inquadratura del quadretto. C’è un’aria di mistero, non si capisce molto. Lo dice lei stessa. Del
resto, non è certo una mera illustrazione di una storia. «Quando disegno cerco di risvegliare la coscienza profonda, interessare e colpire lo spettatore; di fondo, cerco di trasmettere un messaggio di
amore universale». Nella
creazione dell’opera c’è la
ragione, ma anche il sentimento: «Ci sono arrivata
dopo una mattina a fare
schizzi per avvicinarmi all’idea; ma poi nell’illustrazione che nasce c’è una
componente di spontaneità e inconscio: anch’io
mi stupisco del risultato».
Tommaso Bisagno
CONEGLIANO: Pomeriggio
letterario e musicale
I
l circolo culturale “Leonardo” di Conegliano organizza per domenica 14
dicembre, nella sala dell’Informagiovani,
con inizio alle 16, un pomeriggio letterario
e musicale. Sono previsti gli interventi di Renato Borsotti (Vittorio Sereni: poeta del
primo Novecento), Carmelo Ciccia (Petrarca rivisitato), Eugenio Dal Cin (Dante e
Giotto a Padova), Giovanni Buffo (con le
sue nuove poesie) e Pietro Tarticchio (con
il suo nuovo libro). Inoltre ci sarà la presentazione dei libri di saggistica storica di
Romana De Carli Szabados “Strauss, il mito” e “Destini imperiali”. All’autrice, nota
germanista, verrà consegnata una targa per
l’impegno in campo culturale.
MUSICA E DANZA
COLLALTO Domenica 14, alle 16, nella chiesa parrocchiale conclusione del Festival organistico con Johannes Skudlik e
la Corale San Daniele di Colfosco. Organizza il Comitato festeggiamenti.
zate dal noto fotografo canevese Giancarlo Rupolo, intende offrire a tutti gli appassionati cultori di tradizioni locali, uno spaccato di questo
mondo, spesso criticato ed emarginato, ma ancora ben radicato nell’animo delle persone più semplici.
L’opera verrà illustrata al
pubblico sabato
13
dicembre,
giorno di santa
Lucia, la patrona
della chiesa del
Castello, dall’etnologo Carlo Zoldan, nel salone
dell’auditorium
comunale di via
Trieste, con inizio alle 17.30.
Nell’occasione verrà altresì presentato il
calendario, curato dagli stessi autori, che propone una serie di immagini della Caneva
di cent’anni fa, messe a confronto con la realtà attuale.
Entrambi i lavori verranno dati a tutte le famiglie presenti nel territorio comunale, a titolo puramente gratuito, grazie alla sponsorizzazione dell’Amministrazione
comunale e di alcune aziende
locali che si sono dimostrate
particolarmente sensibili a
questa iniziativa.
50 racconti
del Vittoriese raccolti
da Paolo Peruch
D
omenica 14 dicembre, alle
20.30, nel salone-tenda della
Pro loco allestito nella piazza di Sarmede viene presentato il libro di
Paolo Peruch “La bèla de i sète veli” (editore Campanotto) che propone cinquanta fiabe e racconti della tradizione vittoriese e alto trevigiana. Interviene Luciano Morbiato, docente di Storia delle tradizioni
popolari (Università di Padova).
Paola Perin leggerà alcuni testi della raccolta.
collettiva di Raffaella Camarotto, Katia Camatta, Rosanna Casagrande, Piera Cuder,
Gemma Da Ros, Laura Vergine, Giuliana Vesco e Alda Zorzini. Orari:
giovedì e venerdì 16-19, sabato e festivi
10-12 e 16-19.
INIZIATIVE VARIE
CONEGLIANO Sabato 13, alle 17, nel
ridotto del teatro Accademia presentazione del catalogo della mostra “L’arte di preparare la tavola” e asta delle riproduzioni dei quadri celebri presenti alla mostra.
Promuove la Croce rossa italiana comitato locale di Conegliano.
SACILE È aperta fino al 15 dicembre
la mostra “Riccardo Licata, un artista mediterraneo”. Allestita a palazzo Regazzoni-Flangini-Biglia e curata da Giovanni
Granzotto l’esposizione è aperta tutti i
giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30
alle 19.
CODOGNÈ Da giovedì 18 a domenica
21 dicembre mostra del libro in biblioteca comunale.
CONEGLIANO Dal 14 al 21 dicembre nell’oratorio dell’Assunta in piazza Cima a Conegliano mostra “Effettiluce” di
Mariarosa Maccorin. Inaugurazione il 14
dicembre alle 17 con presentazione di Carlo Sala. Orari di apertura: sabato e domenica 10-12.30 e 15-19.30; giorni feriali 16-19.
MOSTRE
SAN VENDEMIANO Fino al 14 dicembre, nella sala esposizioni del municipio, è aperta la mostra “Acquaecolore”,
Alle 15.30 presso l’aula
magna dell’Itis a Serravalle lezione-concerto di
Natale con il Trevigi Guitar Trio e il Piccolo Coro
Juvenilia delle scuole medie di Biadene. Organizza
l’Università degli Anziani.
Ingresso libero.
Alle 20.30 nella chiesa
parrocchiale di Col San
Martino concerto di Natale con I cantori di Marostica. Organizzano il Comune di Farra e il Coro San
Lorenzo. Ingresso libero.
Alle ore 20.30, nella palestra della scuola media di
Moriago della Battaglia,
concerto del Corocastel di
Conegliano e del Coro
A.N.A. Cesen di Valdobbiadene. Programma non
esclusivamente natalizio.
Ingresso libero
Alle 20.30 nella chiesa
di Zoppè concerto con il
Coro alpino di San Vendemiano, il Piccolo Coro Aquilone e il Coro Giovani
di Zoppè. Organizza il Comune in collaborazione
con il Coro Alpino di San
Vendemiano.
Alle 20.45 Concerto di
Natale nella chiesa parrocchiale di Orsago. Verranno
eseguiti canti popolari della tradizione natalizia e “L’è
rivà Gesù Banbin” di G. Pavan, G. Susana, su testi originali di D. Pavan. Si esibiranno il Coro di voci bianche “Giochi di note”, il coro maschile di Fontanafredda “Julia”, una voce recitante, un soprano, due voci soliste, due violini, viola,
violoncello, flauto e pianoforte. Organizzano Comune e Biblioteca.
Alle 20.45, nella chiesa
parrocchiale di Vidor
“Concerto di Natale” con il
coro Monte Cimon, la so-
TREVISO È aperta fino al 18 gennaio
2004, a palazzo dei Trecento, la mostra fotografica “Il Trevigiano tra le due guerre”.
Duecentocinquanta le foto esposte.
PIAVON Fino al 25 gennaio 2004 a Cà
Lozzio personale di Fiorenzo Fallani. Orario: 10-12 e 15-24; chiuso lunedì e martedì.
PIEVE Dal 13 dicembre 2003 al 31 gennaio 2004 all’hotel Contà mostra di Vittorio Marchi dal titolo “Cromatiche emozioni”. L’inaugurazione è fissata per le 17 del
13 dicembre: introduzione di Paolo Martorel, cenno critico di Lionello Zanco, poesie natalizie dialettali del poeta feltrino
Giancarlo Dal Prà. Orari di apertura: da
mercoledì a venerdì 16-20; sabato e domenica 10-12 e 15-21.
prano Cristina Mantese e il
coro parrocchiale vidorese.
A favore di Casa Maria Adelaide.
Alle 21 nell’Abbazia di
Follina concerto dell’Orchestra da Camera di Treviso (Alberto Bardelloni tromba, Remo Peronato oboe, Gabriele Di Toma direttore) e
della Corale di Barbisano (diretta da Fabrizio Perone).
Musiche di Corelli, Marcello, Bach e Vivaldi.
Alle 21 nel Duomo S. Nicolò di Sacile per il tradizionale concerto di Natale viene eseguita la Grande Messa in do minore kv 427 di
W.A. Mozart. Soli: Roberta
Canzian (soprano), Francesca Romana Franzil (soprano), Daniele Gaspari (tenore), Claudio Zancopè (basso). Cori: “San Marco” di
Pordenone e “Vincenzo Ruffo” di Sacile. Sarà gradita
ospite, come
ormai tradizione, la formazione orchestrale “Camerata
Labacensis” della RTV
Slovena. Direttore del concerto, il maestro Alberto Pollesel. Ingresso libero. Organizzano: il coro Ruffo, l’assessorato alla Cultura del Comune di Sacile e la parrocchia del Duomo.
Domenica 14 dicembre
Alle 15, all’auditorium Dina Orsi di Conegliano, concerto di Natale della Filarmonica Coneglianese. Ingresso libero.
Alle 18 al palazzetto dello
Sport di San Vendemiano i
cori giovani di Saccon e di
San Vendemiano intepretano la commedia musicale in
due atti “Laudato Sii” tratta
da “Forza venite gente”. Organizza il Comune in collaborazione con il Coro Alpino
di San Vendemiano.
CONEGLIANO Fino al
1º febbraio a palazzo Sarcinelli è aperta la mostra “Sironi - Gli anni della solitudine, 1940-1960”. Orari: dal martedì al
venerdì 9-13 e 15-19; sabato e domenica 10-19; lunedì chiuso. Biglietti: intero: 5
euro; ridotto: 3 euro; studenti 1 euro. Informazioni: telefono 0438-413317.
BELLUNO Fino al 15 febbraio a palazzo Crepadona sono aperte le mostre “Da
Corot a Monet. Opere impressioniste della Johannesburg Art Gallery” e “Da Van Gogh a Picasso. Capolavori del disegno francese del XIX e XX secolo del County Museum of Art di Los Angeles”. Orari: tutti i
giorni dalle 10 alle 19; sabato dalle 10
alle 21. Biglietto: intero 7 euro, ridotto
5,50 euro.
TREVISO Fino al 7 marzo 2004 è possibile visitare a Casa dei Carraresi la mostra “L’oro e l’azzurro. I colori del Sud da
Alle 20.30 nella sala polivalente del municipio di
San Fior concerto con il
Corpo Bandistico di Cappella Maggiore. Organizza
l’Avis. I fondi raccolti andranno a favore di Telethon.
Alle 20.45, nella chiesa
arcipretale di Tarzo, XIX
Concerto di Natale. Saranno ospiti l’Orchestra Accademia Veneta diretta dal
maestro Roberto Padoin, il
Coro del Duomo di Serravalle diretto dal maestro Alberto Masutti e la soprano
Roberta Canzian. Verranno
eseguite musiche di: Handel, Grieg, Mozart, Bach.
Giovedì 18
Alle 20.45, all’auditorium Dina Orsi di Conegliano “Swing di Natale”,
concerto per chitarra e pianoforte dei maestri L.
Malaguti e L. Salamon. Ingresso 5 euro. Organizza l’associazione “One
More Time”.
Venerdì 19
Alle 21 al teatro Accademia di Conegliano concerto dell’orchestra dell’Accademia musicale Naonis con l’intervento della
vocalist Karin Mensah accompagna da un quartetto
vocale. La serata si conclude con un brindisi e gli auguri di buone feste. Ingresso libero. Organizza
l’Amministrazione comunale.
Alle 21 al palazzetto dello Sport di San Vendemiano Gran Concerto di
Natale con l’Orchestra Filarmonia Veneta “Gian
Francesco Malipiero”. Musiche di Handel, Bach e
Mozart. Organizza il Comune in collaborazione con
il Coro Alpino di San Vendemiano.
Cézanne a Bonnard”. Orario: da lunedì a
giovedì 9-20, venerdì e domenica 9-22,
sabato 9-24. Biglietti: interi 10 euro, ridotti 8 euro. Informazioni allo 0422513161/62.
SUSEGANA Chiude il 30 maggio la mostra “Dynamis - Macchine da lavoro e modelli funzionanti dai disegni di Leonardo
da Vinci” allestita nel Museo dell’uomo. Orari: da martedì a sabato 9-13; domenica
14-18. Ingresso: interi 5 euro, ridotti 3,50
euro. Per informazioni e visite guidate telefonare allo 0438-738610. Sito internet
www.museodelluomo.superva.it
MONTEBELLUNA Fino al 31 maggio è aperta la mostra “Abracadabra, magie della natura” allestita al Museo di storia naturale e archeologia di via Piave 15.
Gli appuntamenti della rassegna di teatro
per bambini promossa da Alcuni Teatro
sono riportati nella rubrica Cinema&Teatro nella pagina degli spettacoli.
e
L’AZiON
Spettacoli
L
ODERZO Lunedì 15 Giuseppe Pambieri all’Accademia
di Conegliano
dicembre, alle 21.15, al
teatro Cristallo “Le baruffe chiozzotte” di C. Goldoni con ro.
Maria Laura Rioda, Paolo Valerio e
Toni Plesic. Biglietti: galleria 13 eu- SAN POLO Venerdì 12, alle 20.45,
si conclude il cineforum promosso
ro; platea 18.
da Comune e associazione Cultura
SACILE Mercoledì 17, alle 21,“Zio cinematografica sanpolese. ProiezioVanja” di Anton Checov nell’adatta- ne del film:“Cose di questo mondo”
mento di Sergio Fantoni. Con Andrea di Winterbottom.
Giordana e Ivo Garrani. Biglietti: da
VITTORIO Giovedì 18, alle 20.30,
11 a 16 euro.
nella biblioteca civica di piazza GioCONEGLIANO Giovedì 18, alle vanni Paolo I proiezione de “La mon21, al teatro Accademia Giuseppe tagna sacra” di A. Jodorowski (1973).
Pambieri e Lia Tanzi in “Caro bu- Ultimo appuntamento del cineforum
giardo” di Jerome Kilty. Regia di Giu- “Uomini e montagne nel cinema”.
GODEGA A TEATRO
L
Internet: www.radioconegliano.it
sabato
domenica
13 dicembre
19 dicembre
a terza edizione della Rassegna teatrale di Godega di Sant’Urbano
porta con sé la “Maschera d’argento”. Da quest’anno infatti l’Amministrazione comunale e il comitato della Biblioteca hanno istituito la prima
edizione del premio che verrà assegnato al miglior interprete della stagione. La scelta verrà effettuata dagli stessi spettatori attraverso apposite schede che verranno consegnate durante gli spettacoli.
Si inizia quindi sabato 13 dicembre, alle 20.30, con “El diavol in canonica”, commedia brillante in tre atti da “Il nostro prossimo” di Alfredo Testoni. Sarà presente al palaingresso della fiera di Godega il gruppo teatrale
Ponte Priula Teatro “Don Paolo Danesin” con la regia di Gino Zanette.
lunedì
ODERZO Venerdì
12 dicembre, alle
20.30, al cinema Turroni di Oderzo proiezione del film “My name is Tanino” di Paolo Virzì. Biglietto: 4 eu-
martedì
CINEFORUM
14 dicembre
TREVISO Domenica 14, alle 16,
all’Alcuni Teatro Sant’Anna la compagnia Fontemaggiore
mette in scena “Il tenace soldatino di stagno”. Ingresso 4 euro.
15 dicembre
TEATRO
PER BAMBINI
16 dicembre
SAN CASSIANO
Sabato 13, alle 21, al
salone della Festa del
vino la compagnia
Commedianti
per
scherzo propone lo
spettacolo “Pédho el
tacon del buso”.
seppe Pambieri. Biglietti: platea 22
euro, loggia 16.
19
La storia recente,
riletta in tivù
ra che a un cernapalm sganciadi
to punto il sondai bombarGianfranco Da Re te
no aveva la medieri americani
glio sull’interesse. Certo, si po- su un villaggio di pescatori, e
teva registrare e rivedere, ma si serviva delle testimonianze
sappiamo tutti che il tempo di di Renzo Foa, all’epoca corriguardare le cassette non riu- spondente di guerra ad Hanoi,
sciamo sempre a trovarlo. Que- e della sua famiglia, di uno stosto però è un altro discorso.
rico americano e di un’inferDomenica 7, verso le 23, miera dell’esercito americano,
“Speciale Tg1” ha presentato che rimase parecchi anni in
“Sindrome Vietnam” di Ro- servizio anche dopo aver visto
berto Olla e Sergio Valzania, morire il fratello in un attacco.
un’altra occasione di riconsiI quattordici, disastrosi anderare la storia recente. Il do- ni di quella guerra furono inicumentario presentava mol- ziati sulla base di una teoria,
tissimi filmati, in parte anche quella del domino, la quale soinediti, come quelli in bianco e steneva che, se fosse caduto in
nero dei guerriglieri vietcong, mano dei comunisti il Vietnam,
o le immagini delle bombe al sarebbero caduti tutti gli altri
paesi dell’area. Quella teoria
non teneva conto che il regime comunista sovietico potesse sbriciolarsi (la Cina aveva
troppi problemi economici per
conto suo). Ma la guerra, secondo gli autori, ha insegnato
che la troppa visibilità porta
dissenso (sono state le immagini che i giornalisti potevano
girare liberamente a far cambiare idea sulla guerra agli americani), e che non si può
controllare con l’esercito un
paese lontano senza occuparlo. Il primo insegnamento sembra essere stato recepito: delle guerre più recenti si è visto
molto poco, il dubbio nasce sul
secondo, visti i risultati in Irak.
PROGRAMMI SCELTI PER VOI da GdR
17 dicembre
TEATRO
TREVISO Venerdì 12 e sabato 13,
alle 20.45, e domenica 14, alle 16,
al teatro Eden “Le baruffe chiozzotte” di Carlo Goldoni messe in scena
dalle compagnie A. Artisti Associati
di Gorizia e Teatro di Verona. Biglietti:
da 10 a 20 euro.
T eatro
18 dicembre
C
inema &
mercoledì
Un film divertente e divertito in cui si riconoscono solo alcuni dei cromosomi orientali della cinematografia del maestro (titolo guadagnato grazie ad
altri film e non totalmente confermato con quest’ultimo). La storia ruota intorno alle vicende di un samurai errante e cieco che si spaccia per massaggiatore ed è pronto a difendere i soliti immancabili deboli e oppressi a
colpi di spada. Proprio questi, resi in modo efficace e sinteticamente cruento, rappresentano uno degli aspetti più originali di una pellicola che per
gran parte si muove nel terreno (minato per Kitano) del film d’azione. Un
altro elemento che caratterizza questo prodotto da altri di kimono e spada è il tentativo di inserire delle gags comiche all’interno di situazioni tese e drammatiche, creando una sorta di mix che rivela l’incredibile e demenziale (paradigmatica di questo aspetto è la situazione tormentone del
samurai nudo e urlante) verve giullaresca del regista giapponese. La struttura narrativa zoppica a causa di un uso tarantiniano (e tarantolato) del
flashback e in alcuni frangenti è risultata appesantita dal ricorso ad alcuni
luoghi comuni dell’immaginario del sol levante come la danza vitalistica del
finale che stona con il resto della pellicola e sembra quasi un ammiccamento del regista alla moda del musical occidentale. In conclusione un film
sicuramente interessante ma che mette a nudo le difficoltà di Kitano a raccontare una storia senza indugiare nei suoi vezzi stilistici (in questo caso
più accentuati del solito). (IDL)
giovedì
Regia Takeshi Kitano - Cast:Takeshi Kitano
venerdì
ZATOICHI
a storia antica e recente è uno degli argomenti più spesso
e meglio trattati dalla televisione. Raitre si può a buona ragione considerare specializzata in materia, ma anche La 7
ha la sua rubrica, “Altra Storia”, condotta da Pierluigi Battista. Sabato 6 era di turno “Luglio 1960. Una lunga estate calda”, che si riferiva ai giorni delle proteste contro il governo
Tambroni, monocolore democristiano sostenuto dai voti del
Movimento Sociale. Ma i servizi coprivano gli anni del
boom economico, l’evoluzione
della Dc dopo la morte di De
Gasperi, l’influenza del ministro Scelba, la condizione dei
lavoratori, la nascita del governo di centro-sinistra. Insomma, le tessere del mosaico
permettevano di ricostruire un
po’ tutta la storia dell’Italia dal
dopoguerra al 1962. Il guaio e-
14 dicembre 2003
TV
D
media amara Il rompiscatole di Ben Stiller con Jim
Carrey su Italia 1, e le ultime novità discografiche di
Cd Live su Raidue.
Alle 19.40 ritorna su Retequattro il tenente Colombo, alias Peter Falk,
A
le 13.20, per Passepartout ha come tema “Va’ pensiero”.
Alle 14 La 7 presenta le gesta
di Marco Aurelio e Commodo in
La caduta dell’impero romano
di Anthony Mann.
Oggi si inaugura il restaurato
teatro La Fenice con un concerto
diretto da Riccardo Muti che Raiuno trasmette alle 19.
In alternativa, su Italia 1 alle
20.30 c’è il film commedia Alaska,
sfida fra i ghiacci e alle 21 Retequattro trasmette gli ultimi due episodi della serie 24, dalle 22 a
mezzanotte.
L
vata del maggiore Benson con
Charton Heston e Julie Adams.
Alle 21 su Raiuno si conclude La
meglio gioventù, di Marco Tullio
Giordana. In alternativa su Canale
5 c’è il film di fantascienza L’uomo
bicentenario da Asimov, con Robin Williams, regia di Chris Co-
lumbus. Su Raitre Cinquanta - Storia della Tv, di chi l’ha fatta e di chi
l’ha vista sceglie le trasmissioni più
rappresentative dei vari generi. Su
Italia 1 si premiano i migliori artisti in Italian Music Awards. E Su
Raidue vanno in onda i telefilm della serie La zona morta.
D
spesa.
Continua alle 18.40 il
quiz Passaparola su
Canale 5 condotto da
Gerry Scotti.
Alle 21 Italia 1 va in
onda Smallville con
due episodi: “La torre
dei desideri” e “Precipizio”. Su
Canale 5 c’è invece il film commedia Funny Money di Donald
Petrie con Whoopy Goldberg e
Dianne Wiest. Su Raitre Giovanni Floris conduce una nuova puntata di Ballarò, per approfondire l’attualità.
I
scuole media in Screen Saver.
Giovani americani degli anni Sessanta sono i protagonisti della commedia Uffa papà quanto rompi
con James Garner e Debbie Reynolds, su Retequattro alle 17. Le vicende dei protagonisti di Dawson’s
Creek si concludono in prima se-
rata su Italia 1, alle 21: “Nuova
realtà” e “La vita continua”.
Su Canale 5 inizia il film tivù in
tredici puntate Elisa di Vallombrosa.
Su La 7 alle 21.30 Andrea Monti
si occupa del centenario del primo
volo dei fratelli Wright in Sfera.
L
Schwarzenegger è il protagonista
della commedia Una promessa è
una promessa di Brian Levant.
Su Raitre va in onda il thriller Testimone involontario di David
Glenn Hogan.
Alle 23.25 sulla stessa rete c’è il
documentario “Il Golfo in fiamme”
per C’era una volta. Alle 23.45 su
Raidue torna Odeon. Tutto quanto fa spettacolo di Brando Giordani ed Emilio Ravel, che ottenne
ottimi ascolti fra il 1976 e 1978.
Su Italia 1 a mezzanotte Top of
the Pops dedica la puntata a Sting
e alla sua carriera artistica.
L
Il supergigante per la
Coppa del mondo di sci
si può seguire su Raidue alle 18.40.
Su Retequattro c’è il western Il solitario di Rio
Grande
di
Henry
Hathaway con Gregory
ue episodi delle avventure
a cartoni di Corto Maltese vanno in onda su Raitre alle
11.
Nel pomeriggio alle 14 si può
scegliere tra il film commedia
Senza indizio con Michael Caine
e Ben Kingsley su La 7, la comlle 9.05 La 7 presenta uno
dei capolavori del cinema
muto, Come vinsi la guerra (The
General) di e con Buster Keaton.
La Messa di Raiuno viene trasmessa da Borgo San Dalmazzo
(Cuneo) alle 10.55.
Philippe Daverio, su Raitre ala Coppa del mondo di sci
approda in tivù, forse perché
è arrivata in Europa: Raitre trasmette la prima manche dello slalom speciale alle 14.55, Raidue la
seconda alle 18.10.
Su Retequattro, alle 16.50, va in
onda la commedia La guerra priel nostro portafoglio e della
qualità dei prodotti che
mettiamo sulla nostra
tavola si occupa ogni
giorno Alessandro Di
Pietro su Raiuno alle
11.35 con Occhio alla
niziano le partite di ritorno della Coppa Italia su Raidue alle 17.25 e alle 21.
Per i più giovani, come ogni giorno, Raitre presenta il GT Ragazzi alle 15.10, a cura di Paola Sensini; e
alle 15.25 Federico Taddia presenta i video girati dagli studenti delle
e partite di oggi della Coppa Italia sono su Raiuno alle 14.10, su Raidue alle17.25 e alle
20.40.
Per i bambini Raitre presenta
Storie del fantabosco alle 15.45
e La melevisione alle 16.30.
Alle 21 su Italia 1 Arnold
a rassegna dedicata a Elvis
Presley da La 7 continua con
la commedia Tre fusti, due bambole e un tesoro di John Rich del
1967, alle 14.15.
Su Retequattro alle 16 va in onda il film drammatico La mia terra di Henry King con Rock Hudson.
con “Ciak si uccide”.
Alle 21 su Raitre c’è il
film d’avventura Corsari
con Matthew Modine e
Geena Davis, Italia 1 presenta il cartone Space Jam
con autentici campioni di
basket e i personaggi della
Peck. E su Italia 1 indaga il
C.S.I. Miami su “Colpo doppio” e “Giochi pericolosi”.
Su Raidue alle 23.40 va in
onda il film drammatico Regalo di Natale di Pupi Avati con Carlo Delle Piane e
Diego Abatantuono.
dai
Nostri Paesi
V.
VittorioLABORATORIO
A TUTTO CAMPO
I giovani di Carpesica
guardano al Limite
I
l Limite.
Questa la nuova
proposta lanciata
dagli educatori professionali del progetto “Essere
giovani significativi nella
comunità” ai gruppi giovanili delle parrocchie di
Vittorio. Un Limite scritto
maiuscolo perché racchiude illimitati significati. Ci sono i limiti che ognuno ha, e quelli di velocità; incontrano limiti le
nostre iniziative; limitato è
il tempo di vita; ci sono limiti che ci sono imposti e
limiti che noi ci stabiliamo di non superare; c’è un
limite a quanto possiamo
sapere, avere, fare, vivere.
L’idea dei “Laboratori
sul senso del limite” nasce
dalla Regione Veneto (che
offre anche sostegno finanziario) attraverso il distretto della
Uls. Perché farla giungere in
parrocchia? «È
un argomento
molto stimolante per questo ambito. Ad
esempio, qual
è il limite tra la
parrocchia e il mondo civile? Come si distingue chi
“appartiene” alla parrocchia e chi no, specie tra i
giovani?»
commenta
Mirko Zambon, uno degli
educatori.
La sfida è stata raccolta
dai gruppi di Carpesica:
ok, riflettiamo sul senso
Qui sopra e più in basso, i giovani di Carpesica al lavoro per “Il senso del limite”. Ad essere
impegnati stabilmente nei gruppi parrocchiali sono oltre cinquanta, dai 15 ai 30 anni.
DUE MESI DI LAVORO DI TESTA
E D’ARTE IN SCENA GIOVEDÌ 18
anno accettato la sfida. Si sono confrontati con il proprio limite. E così giovedì 18 alle 20.30 al loro patronato i giovani di Carpesica presenteranno “Il senso del limite”, antologia di arti e di stimoli. “Il senso del
limite pensato a tavolino” propongono i giovani classe ’88, combinando foto, musica e informatica; sarà proiettato “Limite che tende all’infinito dell’ora X”, cortometraggio di un gruppo di ragazzi del Duomo che si battezza Sismadelika; vedremo una non ortodossa danza dei giovani di Carpesica in “Il corpo riflette il senso del limite”; ascolteremo gli ExPro, di Carpesica e non solo, con le spore e i frammenti musicali di “Limite in quale senso?”, e il loro concerto finale incentrato su “Il limite dell’uomo - i sette
vizi capitali”. Tutt’attorno alle performance,“L’uomo, il limite, la macchina”,
mostra di vignette che arrivano dal
centro di assistenza emodialisi dell’ospedale vittoriese; e, cancellando il limite, “Il riflesso della creatività”, mostra dei mosaici realizzati dai ragazzi
del Ceod di Cozzuolo. Le due mostre resteranno visitabili anche nei giorni
21, 25, 26, 28 dicembre e 4 e 6 gennaio dalle 10 alle 12.
H
del limite. E creiamo. L’unico limite che si sono dati è temporale: 60 giorni
per fare tutto, e poi proporlo in una serata aperta
a tutti. Ed eccoci allo spet-
tacolo del 18 dicembre (vedi sopra). Sulla loro scia si
sono mossi anche i giovani di Santi Pietro e Paolo.
E nessun altro?
Tommaso Bisagno
visitare la mostra “Il colore di
Arrigo Caldart”. Feriali 15-19,
festivi e prefestivi 10-12 e 1519.
VENERDÌ 12 DICEMBRE
“Pellegrini a Monte Athos” è il titolo della conferenza di Giuseppe
Palugan, organizzata dal Circolo
vittoriese di ricerche storiche, che
si svolge in biblioteca alle 18.30.
SABATO 13
Alle 15.30, nell’aula magna dell’Itis, concerto di Natale con il Trevigi Guitar Trio e il Piccolo Coro
Juvenilia. Organizza l’Università
della terza età.
Con partenza alle 19.30 da piazza del Popolo, l’onlus La Via di
Natale organizza la Lucciolata.
Alle 20.30, nella chiesa di Santi
Pietro e Paolo, concerto di Natale con Corale femminile vittoriese, coro Ana e Corale dei laghi.
DOMENICA 14
Dalle 9 alle 20 in piazza Giovanni Paolo I c’è il Mercatino
di Natale organizzato da Insieme per Ceneda; a San Paoletto si può visitare la mostra di
Gianni D’Este Widmann. Orario
10-12 e 14.30-17.30.
Alle 16 al teatro Da Ponte va
in scena “Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa.
MERCOLEDÌ 17
Al collegio San Giuseppe a Ceneda è possibile visitare tredici presepi opera di Damiano
Francescato, autore del presepio elettronico della Consolata.
Orario: feriali 8-10 e 15-18, festivi 10-12 e 15-18.
Per il presepio elettronico: feriali 14.30-18.30, festivi anche
11-12.30.
LUNEDÌ 15
In corso a parco Papadopoli il
torneo natalizio di Streetball,
calcetto a 3 su asfalto. Si gioca ogni sera dalle 20 alle 22.
GIOVEDÌ 18
Alle 20.30, nel salone parrocchiale di Carpesica,“Il senso del
limite” (vedi sopra).
MARTEDÌ 16
A palazzo Piazzoni è possibile
Farmacia di turno: Palatini, via
Cavour 114, telefono 043853274.
GLI EDUCATORI FORANIALI INCONTRANO
LE PARROCCHIE: IL PROGETTO PROSEGUIRÀ?
A
l limite non ci si limita. Proseguono
infatti le attività degli educatori del progetto “Giovani nella comunità”. Di questi tempi stanno incontrando i consigli pastorali per
discutere il cammino percorso e quello futuro. Il
mandato di Mirko, Benedetta e Serena scade infatti a gennaio 2004; le parrocchie possono decidere
di prolungarlo. In ogni caso, nei primi mesi del nuovo anno si svolgerà una
nuova assemblea foraniale
di verifica. Ma quali risultati ha finora ottenuto il progetto, e come vorrebbe
continuare?
Abbiamo fatto, faremo
Si cercherà di rilanciare la
formazione-catechesi cristiana, finora disertata; e di
gettare le basi per un sistema di formazione permanente. Altro obiettivo è
la costituzione di un gruppo di animatori foraniale o
interparrocchiale. Continueranno inoltre gli ope-
ratori a supportare i giovani nelle loro iniziative: la rete di relazioni operatori-giovani-adulti, anche extra
parrocchia, è uno dei migliori risultati del Progetto.
Non solo giovani - Più
lento è il lavoro rivolto alla
famiglia. Dal gruppo avviato è emersa la richiesta
di un percorso di formazione per famiglie. Ultima
delle priorità era la sensibilizzazione sul significato
della parrocchia come comunità di fede e valori: l’obiettivo era avviare la ri-
flessione dei consigli pastorali; non ancora definite
le modalità. «Il lavoro con
gli adulti è stato più difficile – dice Mirko Zambon, uno degli educatori – come
spesso accade, anche nei
progetti fuori dalle parrocchie». «Gli adulti sono un
impegno prioritario del
Progetto? «L’indirizzo ricevuto riguardava anzitutto i
giovani. Ma noi riteniamo
che lavorando soltanto con
i giovani ci sia il rischio di
ottenere solo risultati minimi». (TB)
ECCO COSA HANNO FATTO
LE LINEE GUIDA DEL PROGETTO
1 - Mettersi in relazione coi giovani, “dentro” e “fuori” la parrocchia
2 - Iniziative di formazione permanente degli animatori
3 - Coinvolgere gli adulti nelle iniziative per i giovani
4 - Rafforzare la dimensione interparrocchiale e foraniale
LE CIFRE
287 incontri totali; 250 giovani incontrati nelle parrocchie in 98 incontri; 65 fuori dalle parrocchie, in 86 incontri
13 incontri per discutere proposte o organizzarle, coinvolgendo 90 giovani
23 incontri per il corso per animatori sopra i 18 anni, con 59 presenze;
138 ragazzi 15-18 anni al corso per animatori di Grest o centri estivi.
e
L’AZiON
Vittoriese / Vittorio
CORDIGNANO / PUNTI NERI VIABILITÀ
Cara Provincia,
quando intervieni?
È
partita dall’Amministrazione
comunale
di
Cordignano la richiesta di
informazioni rivolta alla
Provincia di Treviso sull’iter della progettualità delle opere già da tempo previste per rendere maggiormente sicuri tre punti
della viabilità cordignanese. «Gli interventi – spiega
il sindaco Mario Meneghetti – riguardano la messa in sicurezza della strada provinciale 151 “Pedemontana del Cansiglio”
nel tratto che va dal centro abitato della località
San Pietro a quello della
frazione di Villa di Villa; la
rotatoria all’incrocio “Bivio Cadore” nel punto in
cui la provinciale 71 si immette sulla statale Pontebbana; la rotatoria all’incrocio tra la provinciale 71
“di Ponte della Muda” e la
provinciale 43 “di Orsago”
a sud del capoluogo».
Da Treviso è giunta la
risposta del vicepresidente della Provincia, Leonardo Muraro, il quale ha reso noto che per l’allargamento della strada da San
Pietro a Villa di Villa sia
stato affidato l’incarico per
la progettazione dei lavori.
“Attualmente – scrive – è
in corso il progetto preliminare. Si prevede di giungere all’approvazione del
progetto esecutivo entro i
primi mesi del prossimo
anno”.
È pronto invece lo studio di fattibilità per quan-
FREGONA:
Spettacolo dedicato a mons. Faè
D
omenica 14 dicembre,
alle 17.30, nel centro sociale di Fregona la Biblioteca di
Fregona presenta il Collettivo
di ricerca teatrale nella rappresentazione teatrale “Don Galera
- un parroco nel ’900”. Con Giacomo Bizzai, Simone Carnielli,
Stefania Mazzocut, Adriano Segat, Monica Stella. Testo e regia: Carlo De Poi. Ingresso libero.
COMUNITÀ MONTANA:
Opuscolo su latterie e caseifici
L
a Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane ha
affidato alla ditta Eventi l’incarico di realizzare un
opuscolo informativo su caratteristiche e qualità dei prodotti
trasformati dai caseifici del territorio della Comunità Montana
delle Prealpi Trevigiane. Verranno stampate 10 mila copie
per una spesa complessiva di 8
mila 800 euro.
to riguarda la
rotatoria all’incrocio “Bivio
Cadore”. Lo
stesso è stato
inviato all’Anas che si occuperà della
realizzazione
dell’intervento
a proprie spese. Nel 2004
dovrebbe infine essere posta la rotatoria che andrà a
sostituire l’unico incrocio
semaforico in comune di
Cordignano, essendo inserita tale opera nel piano
triennale delle opere pub-
bliche della Provincia.
In attesa della concretizzazione del progetto relativo all’incrocio tra la provinciale 71 e la Pontebbana, a Ponte della Muda, il
sindaco Mario Meneghetti ha inoltre sollecitato l’Anas ad intervenire per rendere meno pericolosa la
curva posta, all’altezza dell’incrocio stesso, lungo la
Statale 13. «La pericolosità
– spiega il primo cittadino
– deriva dal fatto che in
questo ambito la Pontebbana, per chi proviene da
Conegliano, affronta, dopo un lunghissimo rettilineo, una curva che presenta un tipo di asfaltatura
scivoloso, considerato inidoneo ad evitare situazioni di pericolo. In quell’ambito, infatti, si
ripetono, con
sempre maggior frequenza, incidenti
stradali anche gravi».
Da qui la richiesta all’Anas di effettuare, entro
tempi brevi, la riasfaltatura del tratto di strada in
curva con asfalto antiscivolo, dal momento che per
vedere completata la rotatoria ci vorrà ancora un po’
di tempo.
Gerda De Nardi
Attese due
rotatorie e la
messa in sicurezza
della SP 151
CARPESICA:
Gruppo Divina
Misericordia
S
i è svolto sabato 22
e domenica 23 novembre a Carpesica l’annuale incontro di preghiera ed evangelizzazione del gruppo di preghiera Divina Misericordia. A guidare la due giorni è stato don Renato Tisot; numerosi i partecipanti provenienti da molte parrocchie della diocesi. «Per questo – fa notare il gruppo – si può affermare che questo culto
non rimane una semplice devozione al di fuori
dell’ecclesialità». Il gruppo desidera ringraziare
in particolare la parrocchia di Carpesica e il parroco don Primo Tegolotti per l’ospitalità.
I
tre educatori professionali che operano
nella forania sono stati il
seme per la nascita di una
fitta collaborazione fra istituzioni – i servizi per i
giovani nella Ulss e nei
Comuni – e parrocchie,
coinvolgendo anche tutto
il Vittoriese.
Ad esempio è in pieno
svolgimento il “corso per
leader naturali”. Ossia?
«Per giovani che sono impegnati nelle parrocchie,
nelle associazioni o in altre realtà come conduttori di gruppi, o che aspirano a farlo» spiega Mirko
Zambon, uno degli operatori. «Abbiamo svolto
quattro incontri formativi
– spiega Serena Gheller,
una degli educatori – a cui
segue a breve uno stage
che concordiamo insieme. I giovani svolgono
cioè un periodo all’inter-
Domenica 14 dicembre 2003
23
TEATRO DI SOLIDARIETÀ
I nostri parrucchieri
per le Filippine
I
l legame è nato con
la prematura scomparsa del cenedese Silvio
Meghini, quasi 7 anni fa.
«Per il funerale non chiesi fiori, ma opere di bene
– racconta la madre Natalina Meghini Pellizzari
– .Ricevetti molte offerte
e allora tramite mio fratello, missionario con i
Focolarini per 35 anni nelle Filippine, decidemmo
di fare qualcosa per i bambini di laggiù».
Il primo passo fu realizzare un parco giochi,
vennero poi le tante adozioni a distanza. Tutte
presso il centro sociale
Pag-Asa, che si prende
cura di 275 bambini dei
quartieri più poveri. Per
tutti c’è l’accoglienza: il
centro gestisce anche un
asilo, si occupa di avviare
i ragazzi alla scuola o al
lavoro, offre cure mediche gratuite, promuove iniziative ricreative per tutti. E arrivano altre offerte:
libri, computer, macchine
per cucire… ma il centro
si limita ad un seminter-
rato. Da qui il sogno: acquistare la casa che ospita, per ampliare Pag-Asa.
Al sogno si è legata la
concretissima generosità
del Gruppo parrucchieri
vittoriesi, che ad ogni Natale s’impegna nella solidarietà. Questa volta hanno sostenuto il progetto
per Pag-Asa e organizzato uno spettacolo teatrale: sabato 20 alle 20.30 al
teatro Da Ponte Dario
Canzian, parrucchiere e
regista teatrale, guiderà
la sua sangiacomese
Compagnia vittoriese di
teatro veneto nella dolceamara commedia, già
di molto successo, “Quando al paese mezogiorno
sona”. I biglietti, a 10 euro, si trovano proprio
presso i saloni che fanno
parte del Gruppo: 11 a
Vittorio, 1 a Carpesica, 2
a San Giacomo, 2 a Cappella, 1 a Colle e 1 a San
Martino. Per informazioni: Aldo Parrucchiere, via
Leopardi 20, Ceneda,
0438-554381.
Tommaso Bisagno
VITTORIO
In forania
si formano
i leader
dei gruppi
no di un’associazione, in
cui portare avanti un progetto e auto-osservarsi per
verificare se si mettono in
pratica gli insegnamenti».
Ma chi sono questi leader naturali? In maggioranza ragazze, tra i 17 e i
27 anni, contattate dagli operatori dei Comuni del
Vittoriese o delle parrocchie perché già avevano esperienza e predisposizione. Vittoriesi ma anche ragazzi e ragazze di Cappella, Colle, Revine e Sarmede. Ragazze come Sara Papa (nella foto) che è di Ser-
ravalle, ma ha lavorato come coordinatrice dei centri estivi di Cappella. «Mi
è piaciuto perché ho imparato qualche nuova tecnica – spiega – ad esempio
su come coinvolgere tutti
i membri di un gruppo
nella discussione, nella comunicazione anche gestuale, o su come far portare a termine un incarico; anche attraverso dei
particolari “giochi”. Ora
farò uno stage alla Protezione civile».
24
Domenica 14 dicembre 2003
INAUGURAZIONE DOMENICA SCORSA
Miane, restaurati l’organo
Callido e la pala del Dall’Oglio
P
arrocchia di Miane in festa domenica scorsa 7 dicembre: nella chiesa arcipretale, infatti, si è tenuto
un applaudito concerto vocale-strumentale che ha tenuto a "battesimo" gli importanti restauri eseguiti
all’interno dell’edificio sacro della comunità guidata da don Claudio Carniel.
Nell’altare dedicato a San
Pietro, dopo sei mesi di
scrupoloso lavoro da parte del maestro Ivan Ceschin, è stata ricollocata la
pala settecentesca riportata all’antico splendore, raffigurante Cristo che consegna le chiavi a Pietro e
attribuita al noto pittore Egidio Dall’Oglio. Il pregevole organo Callido, invece, risalente al XIX secolo,
ha subito un intervento di
cambio del motore, sistemazione delle parti meccaniche, pulizia e accordatura grazie al lavoro condotto dai maestri restauratori della ditta Stradiotto
di Padova. Da notare che
l’ultimo intervento sul pre-
e
L’AZiON
Vallata / Bellunese
zioso strumento risaliva ad oltre quarant’anni fa. Come
ricordato nel volume “L’Alta Marca
Trevigiana”, l’organo probabilmente
proviene dalla vecchia chiesa e subì
un intervento di restauro ad opera del
De Lorenzi.
«È stato un momento particolarmente bello e significativo per la
nostra comunità commenta l’arciLa pala del Dall’Oglio restaurata da Ivan Ceschin
prete don Carniel che abbiamo festeggiato con un concerto maestro Sandro Carnelos,
interpretato al meglio dal- che ha eseguito all’organo
l’organista e dai comples- musiche dell’800, il Grupsi corali». All’incontro mu- po Strumentale di flauto
sicale hanno partecipato il dolce della scuola media di
Miane e i Cori “Natività
della Beata Vergine” di
VALMARENO:
Veglia per i giovani Miane e “Lagorè” di Revine Lago, tutti complessi dienerdì 12 dicembre
retti dal professor Paolo
a Valmareno, alle
Vian, con un programma
20.30, veglia in attesa del
di musica classica e motiNatale per i giovani della
vi religiosi.
Vallata dai 15 anni in su.
Marco Zabotti
GRANDE MOSTRA A MEL
CISON
Scuola materna:
orario
prolungato
e corsi di nuoto
I
l nuovo anno scolastico ha portato alcune novità alla scuola dell’infanzia di Cison di Valmarino. Innanzi tutto il
prolungamento dell’orario
scolastico fino alle 18 in
modo da permettere ai genitori, impegnati tutto il pomeriggio per lavoro, di lasciare i bambini alla materna. Altra novità è l’attivazione, per i bambini più
grandi, di un corso di esercizi assistiti in vasca
nella piscina de La Nostra
Famiglia di Barbisano (dal
9 marzo al 18 maggio, 10
lezioni ogni martedì mattina). Infine è ripreso il corso di psicomotricità curato da Annamaria Scalpol
dell’Ulss 7.
V
Lo Zumellese ricorda
Toni Piccolotto
È
una mostra destinata a restare a lungo nella memoria dello Zumellese quella che si apre
il 13 dicembre, alle 11, a
palazzo delle Contesse di
Mel. Una mostra dedicata
a un figlio illustre di questa terra, il pittore Toni
Piccolotto (Lentiai 1903 - Nevegal
1970), e voluta dai
Comuni di Lentiai
e Mel, dalla Regione Veneto e
dalla Provincia di
Belluno.
Toni Piccolotto, dopo la formazione presso lo
studio di un altro
illustre pittore zumellese,
Luigi Cima, si trasferisce a
Venezia, studia ai Carmini
e alla Scuola Libera del nudo dell’Accademia, e già
nel 1926 espone nella sede
del Lido della Bevilacqua
La Masa. Nel 1934 si sposa e si trasferisce a Facen
di Pedavena, dove insegnava la moglie. Negli anni Sessanta riallaccia le amicizie con Neno Mori e
Carlo Dalla Zorza e torna
frequentemente nella laguna per dipingere. Già
minato dal male continua
la sua attività artistica fino
al 10 aprile 1970, quando
muore mentre sta dipingendo la sua amata neve
sul Nevegal.
Nella mostra saranno esposte, oltre alle opere del
Piccolotto, opere di Carlo
Dalla Zorza, Eugenio Da
Venezia, Fioravante Seibezzi, Juti Ravenna, Marco
Novati, Mario Varagnoli,
Neno Mori, Pio Semenghini, Virgilio Guidi.
Orari: feriali 14.30-19;
festivi 10-12.30 e 14.30-19.
Chiusura 18 febbraio 2004.
QUADRO ALLARMANTE DEL GRUPPO NATURA
Lentiai, territorio “minacciato”
da fabbriche, strade e rifiuti
«Q
ui temiamo di finire come il territorio trevigiano assediato
da fabbriche, strade, macchine». A Lentiai sono seriamente preoccupati per diversi progetti amministrativi che stanno venendo avanti. A farsi interprete di un malessere diffuso è il Gruppo
Natura, nato una quindicina
d’anni fa per riscoprire e tutelare alcune aree verdi (in
particolare i laghetti della Rimonta). Oggi l’associazione lavora
nell’ambito divulgativo (ad esempio nel
settore rifiuti) e
informativo. Più volte, negli ultimi mesi, ha preso posizione contro alcune
«minacce che stanno assediando Lentiai».
Nuova circonvallazione
È attesa da tempo una
nuova strada che dirotti il
traffico al di fuori del centro
abitato di Lentiai. La Provincia di Belluno ha inserito la
circonvallazione lentiaiese
(che partirà da Bardies per
arrivare alla zona industriale) all’interno del programma triennale delle opere pubbliche. «Non contestiamo la
necessità della strada – spiega il portavoce del Gruppo
Natura –; la soluzione ideale
sarebbe quella del passaggio
in galleria, ma vista la carenza di fondi e la sensibilità
ambientale questa via non è
percorribile. Rispetto al progetto generale – presentato
dalla Provincia – del primo
stralcio, che va da Bardies alla zona artigianale, chiediamo precise garanzie ambientali in riferimento ad alcune zone critiche come i laghetti della Rimonta. Inoltre
non ci sembra opportuno lo
svincolo a Bardies. Appog-
invitare l’amministrazione a
pensarci bene prima di procedere con un intervento
considerato, dall’associazione, devastante. «C’è un problema urbanistico: la paura
di non distinguere più tra
paese e paese e tra fabbriche
e case – spiegano i soci del
Gruppo Natura –. Poi c’è un
problema occupazionale:
quanti posti di lavoro verranno creati dalle nuove imprese? E come mai tanta insistenza per fare nuovi capannoni quando
tante aziende locali
sono in grosse difficoltà?». Domande rimaste fino ad oggi
senza risposta.
Rifiuti
giamo la proposta del gruppo di minoranza di abbassare l’inclinazione della futura
strada e realizzare una rotonda per l’ingresso in zona
artigianale sfruttando così
meno territorio».
Ampliamento
zona artigianale
Oramai qui la battaglia è
persa perché l’amministrazione Marcer ha tutto pronto per partire con il raddoppio dell’attuale area artigianale (posta sulla strada verso Feltre). Ma il Gruppo Natura, finché i lavori non saranno iniziati, continuerà a
A Lentiai c’è ancora il cassonetto unico per
umido e secco. «Per anni ci
siamo battuti per la differenziazione e la riduzione dei rifiuti, facendo anche campagne informative – afferma un
socio del Gruppo –. Ma dal
Comune non è venuto alcun
segnale a nostro supporto.
Una cultura del riciclaggio e
della differenziazione non
nasce da mattina a sera. Qui
invece si continua come se
quello dello smaltimento dei
rifiuti non fosse uno dei problemi sociali più grossi della nostra società».
Federico Citron
e
L’AZiON
Quartier del Piave
PRESTO A SOLIGO IL VIA AI LAVORI
Casa per disabili,
tempi vicini
N
ella mente di
Angelo Cremasco già da tanto
tempo frullava l’idea di una
casa-alloggio per disabili adulti. D’altra parte, quell’ampio terreno di proprietà
dell’Ulss 7 posto proprio a
fianco del Centro educativo occupazionale (Ceod) di
Soligo era uno stimolo formidabile alla già scoppiettante fantasia di Angelo.
Pian piano l’idea ha preso
corpo, l’associazione Viezzer (oltre cento soci), di cui
Cremasco è presidente,
l’ha condivisa. Si è iniziato
a lavorare a un progetto di
massima delle nuove strutture (oltre alla comunità anche un laboratorio occupazionale) e a bussare alle
porte di enti e privati per
trovare i finanziamenti. Per
la bontà del progetto e per
l’ottima fama dell’associazione, diversi hanno aperto le proprie porte e dato ascolto alle richieste della
Viezzer:
lo scorso
anno la
Regione
ha stanziato 250 mila euro
e quest’anno la Fondazione
Veneto Banca ha dato un
contributo di 25 mila euro.
La consegna ufficiale di
questo contributo è avvenuta lo scorso 5 dicembre
al Ceod alla presenza del
presidente di Veneto Banca
e della Fondazione, Flavio
Trinca, di rappresentanti
dell’Ulss 7 e amministratori di Farra e Pieve.
Ma non è finita. I Co-
muni dell’ex distretto di
Pieve (QdP e Vallata) hanno deciso di destinare alla
Viezzer, per il 2003, un contributo pari ad un euro per
ciascun residente.
Non c’è ancora una data
precisa per la posa della prima pietra della comunità-alloggio (che ospiterà 8 disabili più due in pronta accoglienza) ma non dovrebbero passare tante settimane.
Il progetto ha ottenuto l’approvazione dalla commissione edilizia del Comune
di Farra, sono stati raccolti
diversi preventivi di impre-
REFRONTOLO:
Al Molinetto è tempo di presepi
S
ettima edizione per
la mostra di presepi allestita all’interno del
Molinetto della Croda.
Dallo scorso 6 dicembre,
e fino al 15 febbraio 2004,
la mostra è aperta ai visitatori nei giorni di sabato
e prefestivi (14-18), festi-
vi (10-12 e 14-18) e feriali
(dal 22 dicembre al 5 gennaio, 14-18). Il tema di
quest’anno è “Presepi e
angeli” e conta su diverse
opere provenienti da tutta
Italia. Lo scorso anno la
mostra è stata visitata da
più di 14 mila persone, in
PIEVE: Morta giovane mamma
L
a comunità parrocchiale di
Pieve di Soligo ha rivolto
mercoledì scorso l’estremo saluto a
Claudia Brun, 38 anni, deceduta per
un male incurabile dal quale era afflitta ormai da alcuni anni. La donna, 38 anni – sposata con l’impresario edile Dario Ciotta e mamma di
Serghei, 6 anni, residente in via Sernaglia – viene ricordata per il sorriso, la bontà, la generosa disponibilità verso il prossimo, la
voglia di vivere. Claudia Brun ha lasciato anche mamma e
papà, la suocera, i cognati, gli zii, i parenti e gli amici.
Nel breve arco di tempo degli ultimi sei mesi, sono ben
quattro le persone abitanti nel comune di Pieve di Soligo,
di età compresa fra i 38 e i 44 anni, prematuramente scomparse per male incurabile. (MZ)
PIEVE: I magnifici
quattro
COLLALTO:
Concerto d’organo
romosso dal Comune di Pieve
di Soligo nell’Anno europeo della disabilità, sabato 13 dicembre,
alle 21, al teatro Careni di Pieve
si svolgerà lo spettacolo “I magnifici quattro”, protagonisti sul
palcoscenico Simone Basso, Sergio
Bordin, Andreina Bori, Marco Tramontana, per la regia di Mirko Artuso. Andrea Cipriani è autore ed
esecutore delle musiche originali
per pianoforte.
l Festival organistico internazionale di Collalto si conclude domenica 14 dicembre alle 16 nella chiesa di San Giorgio con il musicista tedesco Johannes Skudlik e
la Corale San Daniele Profeta di
Colfosco diretta da Marcello Lodde.
Con una media di oltre 200 spettatori a serata fin qui registrata,
il festival punta a superare i mille spettatori nei 5 concerti.
P
I
prevalenza famiglie con
bambini.
COLLALTO:
Visita guidata
alle trincee
L’
idea è di Diotisalvi
Perin: portare la
gente sulle orme della Grande Guerra, attraverso il fronte dimenticato che taglia le
colline di Collalto. Allora il
coordinatore del Comitato
imprenditori veneti Piave
2000 ha chiesto aiuto al Gruppo festeggiamenti Collalto, ha
ottenuto le autorizzazioni dalle proprietà Collalto e Sammartini e ha organizzato una
visita guidata a trincee, gallerie e osservatori austriaci.
L’appuntamento per chi
voglia visitare le opere di ingegneria militare austriaca è
per sabato 13 dicembre alle
14. Il ritrovo è a Collalto presso il circolo Acli dove verrà allestita anche una piccola mostra di immagini della prima
guerra mondiale.
L’iniziativa vedrà la partecipazione dell’assessore regionale Ermanno Serrajotto e
la presenza di una troupe dell’emittente televisiva Antenna 3 Nordest. La visita è gratuita.
se contattate per la realizzazione dei lavori. «Per partire ci mancano solo due atti formali – spiega Cremasco –: il trasferimento del
diritto di superficie da parte dell’Ulss e una fidejussione sempre dell’Ulss a garanzia di un mutuo bancario necessario per portare
a termine il progetto».
Il mutuo si aggirerà sui
6-700 mila euro che si aggiungeranno ai 350 mila già
“in cassa”. «Contiamo sull’aiuto di ditte che ci hanno
promesso sconti vista la finalità dell’opera – spiega
Cremasco –. Poi ci sono famiglie disposte a depositare soldi nella banca che ci
concederà il mutuo destinando gli interessi maturati al pagamento del mutuo
stesso. Contiamo su ulteriori contributi da parte dei
Comuni. Infine organizzeremo delle manifestazioni.
Ci sarà una grande mobilitazione e abbiamo già in
mente uno slogan: “Rinuncia a un caffè all’anno a favore delle persone con disabilità”».
Intanto l’associazione,
che già opera da anni a fianco dei disabili del Ceod di
Soligo, sta portando avanti
un percorso di formazione
per i familiari in funzione
dell’inserimento nella futura comunità-alloggio.
Federico Citron
Domenica 14 dicembre 2003
25
NEI PROSSIMI GIORNI
La piazza di Pieve
invasa da cioccolato
N
asce all’insegna di
“CioccolArte” il
Natale 2003 di Pieve di Soligo: sarà infatti la prima
rassegna provinciale dedicata all’arte squisita del
cioccolato, accompagnata
da musica, spettacolo e
pittura, la grande attrazione nel centro cittadino del periodo compreso fra il
14 e il 21 dicembre,
grazie all’iniziativa
promossa
in collaborazione tra Comune, Pro
Loco e commercianti di
Pieve. Si comincia domenica 14 alle 10 con l’apertura festiva dei punti vendita, l’esibizione in piazza
Vittorio Emanuele II della
Banda di Montebelluna e
l’apertura in via Garibaldi,
via Zanzotto e via Schiratti dell’esposizione di pitture di artisti locali sul tema “Natale a Pieve di Soligo”. In via Schiratti, pres-
so la vetrina di Gianni Spina, ci sarà la mostra dei
presepi in collaborazione
con insegnanti e alunni
delle classi di 5^ elementare di Sernaglia della Battaglia. Giochi, musiche e
attività ricreative saranno
ospitati al Centro Balbi, in
Galleria Zadra e in Galleria La Posta. In via
Zanzotto ci
saranno le
decorazioni
Thun e dalle 15.30 le
degustazioni con il Pomeriggio dei Sapori.
Da giovedì 18 dicembre a domenica 21, nell’apposito stand in piazza,
si svolgerà la prima rassegna provinciale dedicata al cioccolato, alla quale
parteciperanno artigiani
pasticceri e maestri cioccolatieri di fama nazionale, capitanati dall’ambasciatore di questa specialità, il piemontese Danilo
Freguja. (MZ)
26
e
L’AZiON
Conegliano
Domenica 14 dicembre 2003
I DATI DEL SECONDO PROFILO DI SALUTE
CULTURA
Conegliano in cifre
Al convento di San
Francesco visite gratuite
e presentazione
di “Storia dentro 2”
Crescono i nuclei
di una persona
I
l profilo di salute di
Conegliano, che ambisce ad essere una
“città sana” non solo di nome ma anche di fatto, è
pronto. Veniamo così a conoscenza che la principale
causa di morte dei coneglianesi sono le malattie
cardiovascolari (40,5%), seguite a ruota dai tumori
(31,5%), e che dal 1990 al
2002 c’è stato un incremento dell’aspettativa di vita: ora le donne vivono in
media due anni in più (fino
agli 80), mentre gli uomini
addirittura 5 (fino ai 75).
Dalla relazione stesa dall’Amministrazione comunale e dall’Ulss 7, nell’ambito del progetto dell’Oms
“Città Sane, presentata sabato scorso alla cittadinanza, scopriamo che la popolazione risponde bene ai
programmi di screening: il
43,9% delle donne ha aderito al programma di pre-
venzione del tumore all’utero, mentre il 54,1% a quello del seno. Meno confortanti, invece, i dati sull’aborto (spontaneo e non): il
tasso di abortività nel 2001
era del 26,8% mentre nel
2002 è salito al 34,9%. Le famiglie continuano, d’altro
canto, a restringersi, tanto
che i nuclei unipersonali
hanno superato ormai di
qualche unità la classica
coppia con figli: 4 mila 885
U
n’iniziativa apprezzabile “fotografare” lo stato di salute
della città in cui si vive. È
a partire dai dati, infatti,
che si possono progettare
politiche a tutela della salute, è dai dati che il cittadino può farsi un’idea
dell’ambiente in cui vive e
formarsi aspirazioni corrette circa la qualità della vita che la città, e le sue
(il 32,45%) contro 4 mila
874 (il 32,37%). L’inquinamento ambientale rimane
ancora uno dei maggiori ostacoli al varo di Conegliano quale “città sana” a tutti gli effetti: ozono e polveri sottili sforano spesso la
soglia di allarme, mentre i
livelli di rumorosità hanno,
nelle principali vie cittadine, valori superiori ai limiti previsti. Le 18 antenne radiobase producono, invece,
S
emissioni inquinanti nella
norma. Confortante, invece, la qualità dell’acqua dei
pozzi cittadini, tale da non
richiedere la clorazione.
Dati non confrontati
e manca ancora la cura
istituzioni, gli offrono. Ma
le misurazioni devono essere confrontabili con rilevazioni regionali e nazionali e con dati storici:
solo il confronto permette
infatti l’interpretazione,
dunque, la comprensione
del dato. Nel Profilo di salute, invece, i termini di
confronto non ci sono quasi mai. Sorprende, inoltre,
che gli stessi indicatori selezionati dall’équipe di lavoro siano stati utilizzati
solo in parte. Non mancano, invece, lunghi elenchi dei servizi of ferti da
Comune e Azienda sanitaria...
Pecca tutta coneglianese,
infine, l’assenza di zone pedonali e la presenza di solo 7,5 km di piste ciclabili.
Francesca Nicastro
Cosa ne sarà ora di tutti questi dati raccolti? Alla signora Maria che abita in via XX Settembre e
a tutti gli altri coneglianesi che hanno finanziato
lo studio interessa conoscere le misure concrete
che l’Amministrazione assumerà per migliorare la
qualità di vita in città.
Passando così dalla diagnosi alla cura.
abato 20 dicembre
alle 11, all’ex convento di San Francesco,
presentazione della pubblicazione “Storia dentro 2
- nuova serie” dal titolo
“San Francesco di Conegliano. Vita spirituale e
materiale. Sec. XIII-XX”, edita dal Comune di Conegliano.
La presentazione della
pubblicazione è occasione
per conoscere l’ex convento di San Francesco
che, per l’occasione, sarà
aperto tutta la giornata e
visitabile solo su prenotazione. Ad accompagnare i
visitatori saranno gli studenti che attualmente frequentano il master post-universitario che Fondazione Cassamarca ha attivato
nell’ex sede conventuale.
Per prenotare la visita sarà
sufficiente rivolgersi all’ufficio dell’Azienda di
promozione turistica di via
XX Settembre entro la
giornata di giovedì 18 dicembre e indicare l’orario
di preferenza.
e
L’AZiON
Conegliano
MA PER RONCHI TARIFFE SAVNO SOPRA LA MEDIA
Finalmente la bolletta calcolata
sugli svuotamenti
M
olti coneglianesi, aprendo
la busta contenente la bolletta rifiuti di
saldo 2002 e acconto 2003,
hanno trovato un’inaspettata sorpresa: tanti, infatti,
i conguagli negativi per
l’anno 2002. Le cifre calcolate dalla società guidata da
Antonio Morona, questa
volta, verranno accolte con
più serenità dai cittadini: 11
mila 233 utenze domestiche su 15 mila 250 hanno
avuto un saldo negativo, essendo stato l’acconto stimato in eccesso. Gli utenti potranno pagare gli importi richiesti in due rate
postnatalizie, entro il 15
gennaio e il 15 febbraio
2003, negli uffici postali utilizzando i bollettini allegati oppure, senza commissioni, in tutti gli sportelli di Veneto Banca.
La fattura è all’insegna
della trasparenza, onde e-
vitare la bufera che si scatenò nel dicembre scorso a
causa delle ambiguità dei
conteggi. Oltre al saldo
2002, c’è anche l’acconto
per il 2003, calcolato sugli
svuotamenti reali fino al 30
settembre. Gli svuotamenti e il relativo numero di litri di immondizia prodotta
da ciascuna utenza sono
specificati in bolletta.
Secondo Savno e Amministrazione comunale “la
città di Conegliano ha fatturato i rifiuti in base ai conferimenti reali già a partire
dal 2002, rispettando così
in pieno uno dei cardini del
decreto Ronchi (22/97):
“chi inquina paga”.
In base ai calcoli eseguiti da Savno, la spesa media di una famiglia coneglianese di 4 persone per i
rifiuti è di 93,16 euro all’anno, mentre quella di
un’unità produttiva è di 373
euro.
Le critiche di Ronchi
Martedì 9 dicembre è
arrivato al Dina Orsi Edo
Ronchi, ex ministro per
l’Ambiente ed estensore
della legge che introduce
la tariffa rifiuti. Ronchi ha
puntato il dito contro la
scarsa trasparenza del piano finanziario della Savno.
Tra le incongruenze rilevate nella documentazione
Savno, l’incremento del
189% della produzione di rifiuto secco dal 2001 al 2002
imputabile alle utenze domestiche. Durante il dibattito è emerso che le tariffe
di Savno sono più alte di
quelle in media praticate
dai Comuni che hanno già
introdotto la tariffa. (FN)
ietro le quinte non
tutto è sereno nei
rapporti tra enti e aziende
che gestiscono il ciclo dei
rifiuti in Sinistra Piave. Dietro le conferenze stampa e,
soprattutto, dietro le arrabbiature di tanti cittadini per
disservizi e caro-rifiuti, sarebbe maturata una rottura
definitiva tra Giovanni Ce-
SABATO 13
Da oggi pomeriggio e per una settimana è di turno la farmacia del
dottor Melati, in via Cavour 7.
Oggi (con il concerto della Filarmonica coneglianese) e domani,
nella parrocchia di Collalbrigo, si
svolge il tradizionale Mercatino di
Natale a cura del gruppo “Natale insieme”. Ingresso libero.
Alle 17, al ridotto del teatro Accademia, viene presentato il catalogo della mostra “L’arte di preparare la tavola” e vengono messe all’asta le riproduzioni dei quadri celebri presentati in occasione della mostra. Per visionare queste ultime si potrà accedere al ri-
attivissimo gruppo
coneglianese di Comunione e Liberazione organizza un nuovo appuntamento per chi vuole conoscere e capire l’opera di don
Luigi Giussani. Martedì 16
dicembre alle 20.30, a palazzo Sarcinelli di Conegliano, verrà infatti presentato il
libro “Perché la Chiesa?”,
terzo volume del “Percorso”
di don Giussani. “Io, che
vengo il giorno dopo - o un
mese dopo, o cento, mille,
duemila anni dopo - la scomparsa di Cristo dall’orizzonte terreno, come faccio a sapere se veramente si tratta
di qualcosa che sommamente mi interessa, come
faccio a saperlo con ragionevole sicurezza?”. È questa la domanda cui don
Giussani risponde nel suo
volume, opera nella quale e-
AUSER:
Natale
con i nonni
D
CIT-SAVNO: Idillio finito, Cesca
intenzionato a liquidare Morona?
D
L’
sca e Antonio Morona. Rispettivamente presidente e
vicepresidente del Cit, insieme avevano condotto in
porto l’operazione Savno:
cioè la creazione di una Spa
“braccio operativo” del Cit,
aperta ad alcuni partner privati. E lo stesso Morona aveva assunto la carica di
presidente di Savno nella
delicata fase di avvio. Non
certo esaltante e tranquillo.
Così l’idillio tra i due sarebbe finito. E il presidente del
Cit sarebbe pronto a revocare la sua fiducia a Morona e a rimpiazzarlo alla guida della Savno. Anno nuovo, presidente nuovo? (FP)
dotto già dalle 10. A cura di Croce rossa italiana e Amministrazione comunale. Ingresso libero.
Alle 17.30, all’oratorio dell’Assunta
di piazza Cima, viene inaugurata
la mostra personale di Mariarosa
Maccorin “Effettiluce”, che si potrà visitare fino a domenica 21
dicembre con orario 16-19 (giorni feriali) e 10-12.30 e 15-19.30
(sabato e domenica). Ingresso libero.
Oggi è il penultimo ultimo giorno per visitare la mostra “Natale in casa” promossa dal “Sampler club, ricamare insieme”. Orari: oggi 15-18, domani 10-12 e
15-18.
DOMENICA 14
Oggi il Club alpino italiano sezione di Conegliano propone due
gite: quella escursionistica sulle
Prealpi vittoriesi e quella sci-alpinistica “Finstrekofel-Hochpustertal”. Informazioni e iscrizioni al sito www.caiconegliano.it.
Alle 10, con ritrovo dalla passerella di viale Gorizia, il Centro
coneglianese di storia e archeologia propone una visita guidata al cimitero ebraico. Ingresso
libero. In caso di pioggia la visita sarà rinviata a domenica 21
dicembre.
Alle 15, all’auditorium Dina Orsi, si tiene il Concerto di Natale della Filarmonica coneglianese. A cura di Associazione filarmonica, associazione “Una proposta per la terza età” e Amministrazione comunale. Ingresso li-
Antonio Morona
omenica 14 e lunedì 15 all’auditorium Dina Orsi di Conegliano “Natale con i nonni 2003”, mostra dei lavori eseguiti dagli alunni
delle scuole elementari.
Orari: 10-12 e 15-18. Organizza il Circolo ricreativo culturale “Il Nettuno”. Il mattino del lunedì,
dalle 9.30 alle 12, spettacolo natalizio realizzato
dagli alunni per i nonni,
con distribuzione dei doni e rinfresco finale.
bero.
Alla stessa ora, nella vicina chiesa di Parè, i genitori dei bambini frequentanti la scuola materna del quartiere rappresenteranno la Natività di Gesù. A cura della parrocchia di Parè e
della Direzione didattica del III
Circolo di Conegliano e San Pietro di Feletto. Ingresso libero.
MERCOLEDÌ 17
Alle 20.30, all’auditorium Dina
Orsi, si tiene il Concerto di Natale a cura della scuola media
“G. B. Cima”. Ingresso libero.
GIOVEDÌ 18
Alle 18, a palazzo Sarcinelli, si
tiene il convegno sulle pari opportunità promosso dall’Amministrazione comunale. Interverrà
Vittorio Filippi. Ingresso libero.
Domenica 14 dicembre 2003
27
SARCINELLI
Martedì 16
presentazione
dell’ultimo libro
di don Giussani
gli indica la Chiesa come
quel fenomeno storico il cui
unico significato consiste
nell’essere per l’uomo la
possibilità di raggiungere la
certezza su Cristo. Egli dopo duemila anni raggiunge
ancora l’uomo attraverso una realtà che si vede, si sente e si tocca con mano: la
Chiesa, corpo del suo creatore.
L’autore propone dunque
alla libertà e alla ragione dei
lettori i fattori fondamentali
e i criteri di una verifica di
questa realtà. A condurre la
serata, e ad aiutare a capire
l’opera di Giussani, martedì
a Conegliano ci sarà monsignor Giacomo Tantardini,
docente all’Università S. Pio
V di Roma e molto conosciuto anche come curatore
di numerosi convegni sul tema “L’attualità di sant’Agostino”, che da cinque anni a
questa parte vengono proposti agli studenti dell’Università di Padova. (LA)
CONVEGNO 1:
I giovani del
Coneglianese
CONVEGNO 2:
Donne straniere
e salute
S
abato 13 a palazzo
Sarcinelli, con inizio
alle 14.45, vengono presentati i primi risultati dell’indagine quantitativa che
ha coinvolto mille 200 giovani del Coneglianese e
del Quartier del Piave esplorando la dimensione
del lavoro e dei valori. Intervengono Antonio De
Poli, assessore regionale
al sociale, Loris Balliana,
assessore di Conegliano,
Valerio Belotti e Salvatore
La Mendola del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova,
Franco Santamaria, dell’Università degli studi di
Trieste.
A cura del Progetto Giovani Area Coneglianese e
Quartier del Piave e Amministrazioni comunali.
Don Luigi Giussani
“D
onne straniere e
salute: bisogni,
pratiche e organizzazioni a
confronto” è il titolo di un
convegno che si svolge sabato 13 dalle 14.30 al Dina
Orsi. Intervengono: l’assessore di Conegliano ai servizi sociali Enzo Perin, l’assessore regionale Raffaele Zanon, mediatori culturali per
le aree africana, araba, est europea e sudamericana, Paola Paludetti della Ulss 7 e Angelo Cremasco del Centro di
ascolto Caritas di Soligo.
Verrà inoltre presentata una
ricerca universitaria su “Le
competenze materne delle
donne straniere in Italia”.
Al termine un momento
di festa con buffet multietnico. La regia è dell’associazione dei mediatori culturali
Mondo Insieme e dell’Acis.
28
Domenica 14 dicembre 2003
IL COMUNE CON L’ASS. PANIZZA-ZAMBONI
Per i bambini
malati di tumore
A
nche quest’anno è
stata una
serata di spettacolo e solidarietà.
Giovedì 11, al Teatro Accademia, il
concerto di Natale
voluto dal Comune
di Conegliano con
il contributo della
Provincia ha proposto,
forte di una tradizione che
prosegue ininterrotta da
15 anni e in collaborazione con l’associazione
“Prof. G. Panizza e Dott.
G. Zamboni”, una serata
musicale volta a sensibilizzare il pubblico alla lotta contro la leucemia infantile e a sostenere la seconda Clinica pediatrica
oncologica di Padova diretta dal prof. Luigi Zanesco. Un’attività che è stata illustrata martedì scorso dal dottor Angelo Rosolen, originario di San
Martino di Colle Umber-
to, che in Municipio ha ricordato qual è l’impegno
della clinica padovana:
«Sono due gli aspetti fondamentali del nostro lavoro - ha detto Rosolen -:
anzitutto seguire le esigenze dei bambini e le relative diagnosi (studiamo
l’intero spettro delle malattie maligne del bambino), ma l’attività clinica
non può mai essere disgiunta dalla ricerca di
nuove metodologie della
diagnosi. Ciò richiede un
aggiornamento
continuo», per garantire il quale molto fa il settore pri-
vato e iniziative
come quella coneglianese. Che
l’anno scorso permise di raccogliere oltre 20 milioni di vecchie lire, impiegati poi
nella ricerca e
nell’acquisto di
apparecchi importanti come i congelatori per leucemie. «Se avessimo avuto i soli finanziamenti pubblici, con
la ricerca saremmo dieci
anni indietro rispetto ad
oggi» osserva Rosolen.
La seconda Clinica di
Padova accoglie ogni anno tra i 140 e i 150 nuovi
bambini colpiti da leucemia o tumori solidi. Effettua consulenze per altri
enti e collabora con decine di centri all’estero, dagli Usa alla Polonia, in attesa di sbarcare in altri
Stati come l’Ungheria.
Luca Anzanello
unedì 15 dicembre alle LOURDES:
padri dehoniani, con la Comu20.30 nella sala Venturin, L’esperienza di nità di Sant’Egidio e il Ministero
presso la chiesa di Maria Immadella Sanità mozambicano. Ricolata di Lourdes a Conegliano, un medico in
cordiamo solo che i malati di Hiv
la dottoressa Lucia De France- Mozambico
in Mozambico sono circa il 20
schi, con altri volontari, porterà
per cento della popolazione!
la sua testimonianza di medico e di credente Verrà illustrata l’iniziativa “Offri un Euro al giora contatto con il popolo del Mozambico.
no, adotta un malato di Aids”.
In gennaio ripartirà per l’Africa per un proOrganizzano i padri Dehoniani e i giovani
getto a favore dei malati di Aids che trova coin- della parrocchia Maria Immacolata di Lourvolti moltissimi laici in collaborazione con i des.
L
SCUOLA ENOLOGICA: GARA
NAZIONALE TRA STUDENTI
D
al 4 al 5 dicembre
scorsi, alla Scuola Enologica di Conegliano la
“Gara Nazionale di abilità tecnico-scientifica per gli allievi
degli Istituti Tecnici Agrari".
«Quest’anno hanno aderito
più di quaranta Istituti con allievi, docenti e presidi di tutta Italia, oltre il 50 per cento
in più rispetto all’edizione dello scorso anno, svoltasi a Lo-
corotondo (Bari) - commenta soddisfatto il professor Giacinto Feletto, dirigente scolastico del celebre Istituto coneglianese - e in cui la nostra
Scuola è risultata vincitrice.
Questa presenza così numerosa è un segnale sicuramente positivo che dimostra
interesse oltre che per la
Scuola anche per il nostro territorio».
L’ospitalità trevigiana si è
concretizzata in due indimenticati ed indimenticabili
appuntamenti. Il primo (4 dicembre), alla Bottega del Vino della medesima Scuola,
dove ha stupito un gran Buffet di prodotti tipici locali. Il secondo ( 5 dicembre, San Nicolò ) è invece ricordato per
la sontuosa Serata di Gala all’Enoteca sempre della medesima Scuola, dove ha cucinato con maestria e sapienza
El Toulà Catering del Gruppo
Ristoratori della Marca. (MS)
SAN FIOR, NOVANT’ANNI PER 4 NONNE
A
e
L’AZiON
Conegliano/Coneglianese
ll’inizio di novembre, a San
Fior, sono cominciati
i festeggiamenti per i
novant’anni di quattro
“giovani anziane” ospiti del pensionato
“Santo Volto”: Anna,
Iolanda, Maria e Noris (nella foto).
Una meta significativa, soprattutto perché raggiunta con
Le quattro arzille novantenni posano per la foto ricordo
gioia e saggezza.
Vogliamo ringraziare Dio per i tanti benefici elargiti a queste quattro donne dalla vita così lunga e ricca.
Le amiche del “Santo Volto”
GODEGA SANT’URBANO
Le campane hanno
ripreso a suonare
D
opo 1077 giorni di
silenzio, le campane del campanile di Godega di Sant’Urbano hanno ripreso a suonare, l’8 dicembre scorso. È questa infatti la data in cui la comunità
cristiana si è riunita per festeggiare l’inaugurazione
della struttura campanaria
rimessa completamente a
nuovo e consolidata.
Alla cerimonia, che ha
seguito la celebrazione liturgica, ha preso parte il vicario generale monsignor
Guerrino Pagotto, il quale
nel benedire la struttura ha
ricordato come “le campane manifestino la voce dell’unità delle nostre comunità”. Il parroco, don Giuseppe Menon, ha ringraziato quanti si sono adoperati per la ristrutturazione,
dal Consiglio affari economici all’apposita commissione, per giungere al progettista Remo Serafin, all’impresa Sonego Antonino
(opere murarie), alla ditta
Comin Andrea (impianto
campanario), alla Banca di
credito cooperativo della
Marca (Orsago), per la
concessione di un fido che
ha permesso di far fronte agli impegni economici immediati.
Il sindaco, Donatella
Santambrogio, impossibilitata a prendere parte alla
festa ha inviato il proprio
messaggio richiamando
come il campanile sia un
solido punto di riferimento
per tutti. «È questo – ha
scritto – un giorno di grande emozione per la comunità. Desidero esprimere la
mia immensa gratitudine
al parroco per l’enorme impegno profuso e a quanti si
sono adoperati per la ristrutturazione». «L’opera –
ha proseguito il vicesindaco Piersandro De Nardi –
è segno della cristianità.
Oggi più che mai dobbiamo essere sicuri dei nostri
valori cristiani. Sono valori
che vanno vissuti e testimoniati a chi non li conosce».
Le campane a Godega avevano smesso di suonare
a Natale del 2000. Il 13 dicembre dello stesso anno
un pezzo di cornicione si era staccato dal lato est, ma
già nel 1999 un masso era
precipitato dal campanile
costruito tra il 1830 e il
1844.
Alla perizia commissionata dal Consiglio pastorale parrocchiale è seguita la
decisione di ristrutturare il
campanile così che nell’aprile scorso sono stati avviati i lavori. (GDN)
SANTA LUCIA IN FESTA
S
abato 13 dicembre ritorna nella parrocchia di S. Lucia di Piave la festa religiosa dedicata alla Santa Vergine e martire, patrona della comunità e venerata da tanta gente. Le SS. Messe nella
chiesa arcipretale - che come ogni anno sarà meta di moltissimi fedeli in preghiera - avranno il seguente orario: 8, 9.30, 11, 15 e 17.
La S. Messa solenne, presieduta dal vescovo Alfredo Magarotto, sarà celebrata alle 19. Le liturgie eucaristiche pomeridiane, dalle 15 alle 19,
saranno animate rispettivamente dal Coro della Speranza, dal Coro Fra’
Claudio e dal Coro Sub Silva.(MZ)
e
L’AZiON
Coneglianese
MARENO, SANTA LUCIA E VAZZOLA
Piano cave: i Comuni
vogliono saperne di più
F
ronte unico contro
le cave. Tre i Comuni che condividono la volontà di esaminare con attenzione il Piano cave sfornato dalla Regione.
I rappresentanti di Vazzola, Santa Lucia, Mareno,
insieme, sono stati a Venezia
e si sono incontrati con la
segreteria dell’assessore di
competenza, la dirigenza del
settore geologico e del “ciclo dell’acqua”. Le uniche
informazioni avute sono sull’iter del Piano, che è una
“preadozione”, una bozza su
cui discutere con gli enti locali.
Cosa significa questo?
Che la strada è ancora lunga. E che la documentazione finora visionata è soltanto ufficiosa in quanto la documentazione ufficiale verrà
spedita contestualmente a
tutti gli organi interessati in
date ancora non precise, ma
orientativamente a partire
Un eloquente striscione di protesta, a Tezze, nei pressi di borgo Malanotte
da questo fine settimana. La
speranza condivisa un po’ da
tutti è che questa proposta
della Regione possa essere
oggetto di esame e discussione da parte degli interessati, le amministrazioni
comunali e la cittadinanza.
«Siamo in attesa – spiega
Fiorenzo Fantinel, sindaco
di Santa Lucia di Piave –.
Non possiamo dire nulla,
perché non abbiamo in mano nessun documento», e le
illazioni di stampa stanno
creando un vero ambaradan, così lo definisce il sindaco, non contribuendo in
definitiva a far chiarezza.
Il sindaco di Mareno Eugenio Tocchet si colloca nella stessa posizione: «Quando disporremo di una documentazione chiara, allora e
solo allora avremo modo di
capire come stanno le cose
e faremo le nostre proposte,
ora è imprudente esprimere
qualsiasi giudizio».
Insieme, i tre comuni
hanno fatto arrivare ai loro
concittadini tramite volantinaggio un comunicato informativo, dove si puntualizza
che a tutt’oggi non ci sono
ancora autorizzazioni di escavazione ma solo una
mappatura di giacimenti di
ghiaia. L’importanza dell’argomento ha richiamato l’attenzione puntuale dell’opposizione a Mareno. La lista
civica “Per un nuovo cammino” anch’essa ha diffuso
un volantino e lo scorso martedì 9 dicembre ha avuto un
incontro con il consigliere
regionale Maria Luisa Campagner, della Margherita,
membro della terza commissione ambiente. Lo scopo è individuare come meglio formalizzare le osservazioni e le proteste per
combattere tale proposta di
piano adottata dalla Giunta
regionale, quindi “contro un
rischio reale di devastazione di 1500 ettari”. Così recita il volantino.
Loretta Bellussi
Domenica 14 dicembre 2003
A
29
SAN FIOR
ll’inizio
del nuovo anno scolastico, l’Associazione lotta contro i tumori Renzo e Pia Fiorot è
tornata sui banchi di scuola. Agli istituti del
territorio ha proposto un
nuovo progetto educativo
che ha l’obiettivo di diffondere la prevenzione sia tra
gli insegnanti sia tra gli alunni. Dalla classe quinta elementare al biennio delle
scuole superiori, hanno aderito 55 classi di 28 istituti scolastici per un totale di 1070 alunni.
Il tema dell’iniziativa è
“Vivere bene, vivere sani –
dai modelli ai
comportamenti:
imparare a scegliere in autonomia”. Oltre all’associazione,
impegnati in tale proposta sono
lo Spazio Verdeblu che tratterà
il progetto intitolato “Pubblicità e salute” e la Legambiente che invece sarà occupata su due fronti denominati “Uomo e albero” e “Il risparmio energetico. Comportamenti consapevoli”.
Ciascuno dei tre progetti, uno dei quali diviso in due
livelli, prevede incontri preliminari allo svolgimento dell’attività in classe, indirizzati
agli insegnanti. (GDN)
L’Associazione
Fiorot a scuola
per insegnare
a stare in salute
IN BREVE
SAN PIETRO
DI FELETTO
Mostra-mercato
del libro
Dall’11 al 21 dicembre la Biblioteca comunale di San Pietro di Feletto ospita una mostra-mercato
del libro che merita senza dubbio
una capatina, non fosse altro per
il fatto che tutti i libri, comprese
le ultime novità, sono scontati del
20 per cento. Il che, tutto sommato, non è affatto un elemento trascurabile, oltre a fornire un’occasione propizia per aggiornare il
proprio panorama di conoscenze librarie.
Apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, escluse le
mattine del 13, 15 e 17 dicembre.
SAN FIOR
Fondi per Telethon
Domenica 14 dicembre nella sala
polivalente del municipio sanfiorese duplice iniziativa di Avis-Aido in
collaborazione e con il patrocinio
dell’Amministrazione comunale: alle 17 raccolta fondi per Telethon
e alle 20 Concerto di Natale.
30
Friuli
Domenica 14 dicembre 2003
A SACILE UN INTENSO PROGRAMMA
Verso Natale ed Epifania
la parrocchia propone...
V
iviamo ormai il
tempo del Natale.
Mercatini
riempiono le piazze, luci
brillano nelle case e sulle
strade, corse frenetiche ai
negozi e come spesso accade sembra che il vero
senso di questa importante festa perda ogni anno un
po’ del suo valore. Perché
questo non accada la parrocchia del Duomo di Sacile sta organizzando una
serie di iniziative, che coinvolgono bambini, giovani e
adulti. La scuola dell’infanzia “Maria Bambina” e il nido “L’Aquilone”, stanno
preparando un recital in
duomo per lunedì 22 dicembre, in cui fra canti preparati ed eseguiti dai genitori, i bambini drammatizzeranno la Natività. I gruppi e le associazioni parrocchiali, invece, stanno preparando particolari momenti di riflessione. “Non
c’era posto per Gesù e io
oggi gli faccio posto” è il tema del forte momento di
spiritualità in programma
per gli Scout. Un recital su
San Francesco, in programma il 6 gennaio al cinema teatro Ruffo, dopo la
celebrazione dell’Epifania
e la benedizione in duomo
di tutti i bambini, è invece
il lavoro che gli animatori
dell’oratorio stanno affrontando in queste settimane,
mentre l’Acr, in ogni suo
incontro, dedica uno spazio particolare alla lettura e
alla riflessione dei Vangeli
della domenica e gli educatori dei giovani e giovanissimi dell’Ac stanno preparando una veglia, il 19 dicembre, come tappa finale
del primo periodo di cam-
mino associativo. La catechesi propone invece un
cammino di Avvento, dal
tema “Una casa per tutti”,
ponendo come impegno
l’offerta dei risparmi dei ragazzi per aiutare i coetanei
dell’Albania. Di particolare
valore sarà il momento unitario di preghiera per tutti i giovani nella veglia del
24 dicembre, dal tema
“Beati coloro che pur non
avendo visto crederanno”.
Si tratta di un momento di
spiritualità che propone
spezzoni tratti dal film sulla Natività “La più grande
storia mai raccontata”, per
soffermarsi poi su testi di
riflessione, preghiere dei
salmi e canti. Il Centro studi biblici propone ogni giovedì sera la Lectio Divina,
aperta a tutti, tenuta da don
Gianpietro Zago. Sabato 13
dicembre, inoltre, arriverà
da Trieste “La luce di Betlemme”, accompagnata
dal Masci. Sarà collocata
nella chiesetta della Pietà
da dove poi sarà trasportata nella parrocchia di Fratta di Oderzo con una veglia
presieduta dal vescovo Alfredo Magarotto. La stessa
sera, in duomo, la Corale
Vincenzo Ruffo eseguirà,
in un concerto vocale e
strumentale, la Messa in
Do minore di Mozart. Inoltre i gruppi famiglia si
riuniranno in casa alpina ad
Auronzo, dal 4 al 6 gennaio
per un ritiro spirituale sul
tema del Battesimo, mentre il 5 gennaio, in oratorio,
sarà proposto il consueto
pan e vin come momento
di fraternità. Non mancano
infine i presepi; quello in
Duomo, allestito dal gruppo giovani dell’oratorio che
si ispira al tema “Gesù
Bambino, il Crocifisso, il
Risorto” e il presepe artistico, preparato al piano
terra di casa Laureati da un
gruppo di volontari.
Valentina Marcon
VENERDÌ 12
VENERDÌ 19
Dalle 20.30 alle 22 si tiene
il terzo degli incontri di formazione per volontari dei
Centri di ascolto, sul tema
“Volontari chiamati... a leggere la povertà”.
Si aprono a Sacile le due
giornate dedicate alla celebrazione dei diritti dell’infanzia promosse dall’Ambito
socio-assistenziale di Sacile:
nella sala del Caminetto di
palazzo Flangini Biglia in viale Zancanaro si terrà la mostra sulle diverse esperienze
e progettualità, mentre dalle 17 alle 19 si tiene il convegno “L’impegno concreto
per i diritti dei minori”.
GIOVEDÌ 18
Alle 20.30 al Centro di studi biblici lectio divina curata da don Gianpietro Zago;
verranno letti e meditati testi della Scrittura legati all’Avvento.
e
L’AZiON
BRUGNERA, PROGETTO SICUREZZA
S
arà villa Varda teatro del primo degli interventi previsti dal Progetto sicurezza del Comune di Brugnera. L’ambito del parco, all’interno del quale proseguono i lavori di restauro e ristrutturazione degli edifici storici, infatti, verrà interessato dall’installazione di un
sistema di videocamere per la telesorveglianza del parcheggio esterno. L’intervento verrà a
costare circa 90 mila euro, parte finanziati con fondi regionali e parte con mutuo. Il riparto completo della spesa considera 24 mila euro provenienti da contributo regionale, 14.500
da trasferimento regionale ordinario e 52 mila da mutuo con la Cassa depositi e prestiti. Si
tratta comunque soltanto della prima tranche del piano complessivo di copertura con videocamere dei punti sensibili presenti sul territorio comunale. Da quanto programmato altri
due siti in futuro verranno serviti dall’innovativo sistema. Entrambi si trovano nel capoluogo dove, in passato, si sono verificati vari episodi di vandalismo e di microcriminalità. Le
due zone, per le quali la videosorveglianza è prevista, sono il cimitero e l’area del Centro
studi.
e
L’AZiON
Opitergino/Mottense
A MOTTA UN “CORSO” DELLA NATO
U
n corso organizzato direttamente
dalla NATO e che vede il “Cimic
group South” come interlocutore principale. E’ cominciato questa settimana alla
caserma “Vittorio Veneto” a Motta di Livenza il primo corso “NATO Tactical Cimic Course”. Saranno due settimane di lezioni a cui partecipano 40 ufficiali che provengono da diversi paesi aderenti alla NATO ma anche partner del “Mediterranean
Dialogue”. Sono arrivati in città infatti ufficiali dell’esercito provenienti da Gran
Bretagna, Stati Uniti, Canada, Ungheria,
Ucraina e Azerbaigian. Il corso si svolge
interamente in inglese, ed ha il compito
di formare questi militari alla cooperazio-
CANTINE
Da Fontanelle e
da Gaiarine ecco
la “Vignaioli
veneto friulani”
È
nata una nuova
realtà associativa. I
soci delle cantine sociali di
Fontanelle e Gaiarine, all’unanimità, hanno preso la storica decisione di fondere assieme le loro due realtà. Al
momento della votazione tutte le mani si sono levate, nessun contrario, nessun astenuto. C’è il nuovo nome: “Vignaioli veneto friulani scarl”,
ragione sociale che unisce la
tradizione al territorio, conservando la specificità di
quest’ultimo. Una scelta consapevole, maturata alla luce
del fatto che per essere sempre più competitivi nel settore vitivinicolo è necessario
unire le forze. La base sociale ha dunque così suggellato il lavoro intrapreso dal
consiglio di amministrazione alcuni mesi fa. Soddisfazione viene espressa dal presidente della Cantina di Fontanelle Valerio Cescon. «Direi che è stata una decisione
condivisa da tutti con soddisfazione – afferma – era una
strada senza dubbio da percorrere alla luce delle sfide
che pone il comparto. Direi
che questa fusione va ad aumentare il nostro potere contrattuale all’interno della filiera, e quello di indirizzo per
quanto riguarda la politica
del settore vitivinicolo del
territorio». La nuova cooperativa è composta da circa un
migliaio di soci produttori.
«Nelle annate normali – prosegue il presidente Cescon
– dovremmo attestarci intorno ai 300 mila quintali di
uva conferita e vinificata».
Importante sottolineare il fatto che sia a Gaiarine, dove la
cantina sociale è presieduta
da Stefano Berlese, che a
Fontanelle, l’assemblea si è
espressa all’unanimità. Non
ci sono state contestazioni,
né pareri contrari. La nuova
cantina sociale, che continuerà a conservare le denominazioni “Fontanelle” e
“Gaiarine” nei marchi, si appresta così a fronteggiare un
mercato vitivinicolo che, se è
capace di dare soddisfazioni,
nel contempo pone delle sfide sempre più accese. (AF)
ne civile e militare da mettere poi in pratica nei territori di guerra, ma per essere
di supporto alla pace, oltre che ad aiutare
a ricostruire i paesi in cui si viene inviati.
Praticamente si tratta del lavoro che stanno compiendo in questi mesi i militari del
“Cimic Group South“ di Motta di Livenza
che operano a Nassiriya in Iraq. Il corso
è tenuto da istruttori ufficiali e sottufficiali
specializzati del Cimic, ma comunque sotto l’egida della NATO. L’organizzazione
del “NATO Tactical Cimic Corse” è quindi probabilmente il primo passo verso il
riconoscimento del corpo di stanza alla
“Vittorio Veneto”, come reparto NATO.
Monica Borga
M
olti a Motta gli appuntamenti per riproporre a Natale il centro
storico nella sua valenza
non solo commerciale; tra
le proposte (a cui ha collaborato anche la Pro loco)
tanti appuntamenti di varia
natura che testimoniano la
vivacità delle iniziative.
«L’offerta è versatile – spiega l’assessore alla cultura
Sabrina Matteazzi – e dopo
le iniziative dello scorso
week-end, questa domenica porchetta per tutti preparata dai nostri macellai».
Venerdì 19 in duomo con-
Domenica 14 dicembre 2003
NATALE
Quante iniziative
a Motta, e non
solamente di
natura commerciale
certo del Coro di canto gregoriano liturgico di Rovigo
organizzato dal Lions club;
sabato 20 in palazzetto Natale dei bambini dell’Asilo;
il 21 Natale in piazza per i
bimbi: “La carriola dei sogni” con animazione, truc-
31
cabimbi, musica e giochi vari. Per tutti pop corn e zucchero filato, vino e grappa;
alle 16 in Casa di riposo concerto di Natale della Banda
cittadina. Martedì 23 in palazzetto concerto natalizio
di beneficenza col gruppo
Barbapedana, per ricordare Riccardo Verardo. La vigilia di Natale alle 20.30
presso la chiesa parrocchiale di Villanova recita
con i bambini dell’Acr; dalle 23.30 “Notte di Natale in
piazza Luzzatti” con canto,
figuranti e brindisi; organizza l’associazione Ncp.
ODERZO/VIVACE QUADRO CULTURALE
SANTA BARBARA A MOTTA
“Laboratori didattici”,
un 2003 a pieno regime
Una festa diversa
con i pompieri
L
o studio del
mondo antico, fino a poco tempo fa, era oggetto di interesse e di
indagine di eruditi e
specialisti, ma è diventato oggi parte integrante del percorso
formativo di molte
scuole. Il ruolo di un
museo archeologico
è in questo contesto
molto importante; le
testimonianze storiche che contiene sono infatti strettamente correlate alla sua collocazione in un determinato
contesto urbano e territoriale; ad un museo spetta
inoltre il compito di far rispettare le collezioni per il
loro valore culturale, in
quanto espressione di
un’identità collettiva e in
quanto patrimonio dell’umanità.
Ad affermarlo è la responsabile dell’attività didattica del Museo civico
archeologico di Oderzo,
dottoressa Elisa Possente.
Il museo “Eno Bellis”,
che ha sede nella barchessa di palazzo Foscolo
ed è stato riaperto al pubblico nel 1999, si è anche
dotato di un laboratorio,
appositamente attrezzato
per attività didattiche rivolte a studenti delle scuole dell’obbligo e superiori.
Nell’anno 2000-2001 era iniziata l’attività dei laboratori didattici che in quest’anno 2003 proseguono
a pieno regime.
«L’attività didattica di
un museo archeologico
deve cercare di rispondere a più esigenze. La didattica rivolta ai bambini e
ai ragazzi, già oggetto di
studio e sperimentazione
in più sedi, ha ottenuto dei
buoni risultati in questi ultimi anni grazie a dei percorsi ideati secondo la loro preparazione ed età. In
le fonti archeologiche, i beni culturali e
la struttura museale,
essenziale affinché i
giovani di oggi diventino i visitatori o gli
studiosi di domani,
appassionati e rispettosi del patrimonio artistico di ogni territorio. Diverse attività di
laboratorio sono proposte anche in biblioteca, alla pinacoteca
Martini e in attività
creative pomeridiane
chiamate “Giocamenparticolare si è data la possibilità di rendere maggiormente fruibile una disciplina complessa e affascinante come l’archeologia». L’attività didattica dei
laboratori è il risultato di
un lavoro di programmazione che viene svolto dagli insegnanti della scuola che fa il laboratorio e
dagli operatori del museo.
I laboratori didattici affrontano più tematiche ma
si propongono di mantenere come elemento costante lo studio e l’approfondimento
della
realtà locale, affinché le
nozioni apprese non rimangano avulse dal contesto ma trovino un effettivo riscontro nell’ambiente anche ai giorni nostri. Le attività proposte adottano un nuovo metodo,
che permette agli utenti
più giovani di accostarsi a
discipline quali la storia,
l’archeologia, l’antropologia attraverso un approccio non solo teorico, ma
anche pratico e attivo.
Alla fine di ogni laboratorio l’alunno ha una dispensa a disposizione che
diventa un punto di riferimento didattico da portare in classe. I ragazzi, stimolati nella loro creatività
e soprattutto nei processi
cognitivi induttivi e deduttivi, sviluppano un rapporto nuovo e diretto con
te”.
L’assessore alla Cultura, Giuditta Rado, afferma
che «al futuro si deve restituire più di quello che
abbiamo ricevuto dal passato»; rientra in questa idea la volontà di creare la
Fondazione culturale di
Oderzo che vorrebbe diventare un polo a cui fanno capo il museo, la biblioteca, la Fondazione
Martini, uno spazio per gli
artisti opitergini, il turismo culturale e altro ancora; Fondazione che permetta agli opitergini di
sentire la cultura e la storia come qualcosa che appartiene loro.
Alberta Bellussi
MOTTA DI LIVENZA
Incontri per il matrimonio
Venerdì 12 dicembre in patronato penultimo incontro per i partecipanti al corso in preparazione al matrimonio cristiano; si concluderà domenica alle 15.30; alle
18 la messa a conclusione degli
incontri.
Varie dalla parrocchia
Questo sabato alle 18 messa animata dai ragazzi di quinta elementare; domenica alle 9.30 messa animata dagli scolari di quarta elementare. In parrocchia si ricorda con la preghiera il compleanno di don Massimo Bazzic-
«Q
uesta festa la vogliamo dedicare
a Marco, bimbo di 8 anni di
Cessalto che purtroppo per
una malattia non c’è più».
Umberto Perissinotto, responsabile del distaccamento dei Vigili del fuoco di
stanza a Motta, lo scorso venerdì, nell’incontrare un migliaio di bambini in centro
storico per la festa patronale dei Vigili, Santa Barbara,
ha ricordato il piccolo Marco. Una dedica quanto mai
sentita che ha riempito di
commozione i presenti, tantissimi bambini delle scuole del comprensorio, molti dei
quali dell’età di
Marco. E dopo
il saluto delle
autorità i Vigili
del fuoco hanno
dato il “la” ad una mattinata caratterizzata da
dimostrazioni
ed esercizi suggestivi. Quindi lo scorso sabato l’attenzione si è focalizzata sul migliaio di bambini presenti,
provenienti dalle scuole dell’Opitergino-Mottense: con
i Vigili di Motta c’erano anche i colleghi del Comando
di Treviso. Durante la mattinata i Vigili del fuoco hanno preparato una dimostrazione di spegnimento di vari tipi di incendio, prove tecnico-ginniche e prove di sal-
vataggio. Da segnalare la
novità del contatto diretto
tra Vigili del fuoco e scolari: «In effetti – spiega Perissinotto – abbiamo organizzato delle simulazioni realizzate direttamente dagli
scolari per renderli attivamente partecipi e per far capire in maniera diretta l’importanza e le difficoltà del
nostro lavoro. L’organizzazione non è facile ma in futuro potrebbe ripetersi in altri comuni del comprensorio». Anche alcuni bimbi si
sono presentati con le loro
divise di piccoli pompieri. In
più ci sarà
un’altra novità: «La realizzazione di
una mostra in
Loggia, che
verrà aperta
al pubblico il
prossimo 20
dicembre».
Motta ha così
vissuto, grazie ai Vigili del
fuoco, una giornata particolarmente intensa. Nel
frattempo lo stesso Perissinotto, consigliere con delega alla Protezione civile, durante l’ultimo consiglio comunale ha sottolineato come sia vicino il termine per
la presentazione del nuovo
Piano di Protezione civile
comunale, realizzato insieme alle locali associazioni di
volontariato. (GR)
IN BREVE
zale di Cadore. Turni: I, II, III media (26-29 dicembre); III superiore e diciottenni (29 dicembre-1
gennaio); I e II superiore (1-4
gennaio); giovani e animatori Fuci (4-6 gennaio).
Dedicata
a Marco
bimbo di
Cessalto
chetto, già apprezzato cappellano
a Motta e attualmente missionario in Brasile.
Il presepio in ogni casa
“Il presepio in ogni casa” è la proposta che la parrocchia ha fatto
a tutti i ragazzi del catechismo;
il Gesù Bambino verrà benedetto
in duomo domenica 21 dicembre
alla messa delle 9.30.
Campi invernali
Anche quest’anno la parrocchia
organizza i “campi invernali” nella casa alpina parrocchiale di Poz-
Mercatino natalizio
missionario
Si tiene fino a Natale in patronato una mostra-mercatino in favore delle missioni; esposti lavori
da tutto il mondo: Ciad, Madagascar, Cambogia, Vietnam e Brasile
(dove opera don Massimo, già apprezzato cappellano mottense). Inoltre ci saranno anche i lavori
dell’Anffas-Ceod di Motta e il mercato equo e solidale.
32
e
L’AZiON
Mottense/Ve/Memorie
Domenica 14 dicembre 2003
INEDITO PROGETTO PER I TRE COMUNI
CEGGIA,VERSO IL NATALE
Una certificazione ambientale
per Gorgo, Motta e Chiarano
L
La “settimana”
della solidarietà”
a salute del cittadino passa anche
attraverso un territorio sicuro. Le amministrazioni di Gorgo al Monticano, Motta di Livenza e
Chiarano hanno presentato un progetto per verificare la certezza della qualità
della vita nel territorio in
cui vivono i loro cittadini. Si
chiama progetto di certificazione ambientale ed è
stato presentato la scorsa
settimana nel municipio di
Gorgo. «Siamo convinti si
tratti di un progetto con una grossa valenza sul territorio – ha esordito il sindaco gorghense Gianpaolo Vallardi –. L’area in cui viviamo ha subìto negli ultimi 40 anni grossi mutamenti passando da prettamente agricola ad industriale. È arrivato il momento di controllarla. Inoltre avrà una grossa valenza anche economica perché per l’agricoltura produrre in un territorio certificato farà aumentare il
pregio delle produzioni».
«Per molti anni si è pensato allo sviluppo industriale
– ha dichiarato l’assessore
all’ambiente di Motta Renzo Cester –, adesso le zone
dove viviamo devono essere controllate. Non sarà un
sostituirsi agli organi competenti, ma un collaborare
con loro per migliorare il
territorio». Il progetto durerà circa un anno e prevede quattro fasi di intervento: una fotografia sullo
stato attuale del territorio,
la valutazione di eventuali
punti critici, il monitoraggio, il mantenimento e il
controllo. Si comincerà
quindi con la richiesta di
dati sull’area mottense da
parte dell’azienda incaricata dello studio, a tutti gli organi preposti (Arpav, Provincia, Comuni, Uls, ecc.).
Una volta verificati si valuterà se esistono dubbi ambientali, e si provvederà ad
approfondire le indagini.
Nel caso di aree a rischio il
comune potrà pensare a
bonificarle. «Eravamo partiti da dati relativi alla salu-
te delle persone in alcune
aree dei nostri comuni – ha
spiegato il sindaco di Chiarano Renana Serafin – ,
queste statistiche ci hanno
allarmato e perciò abbiamo
pensato di valutare il territorio in cui viviamo. Si è fatto tanto per certificare i
prodotti, adesso dobbiamo
puntare sulla qualità dell’ambiente per migliorare
quella della nostra vita».
«Sviluppo non è solo incremento del Pil ma migliorare la vita – ha ribadito il primo cittadino di Motta Graziano Panighel –, avere aria respirabile, acqua
pulita e un territorio sicuro.
Non dobbiamo perdere di
vista l’obiettivo principale
che è quello di conservare
e migliorare le risorse che
abbiamo, che non sono inesauribili». Al termine del
progetto ai comuni verrà
dato una specie di bollino
che certificherà la qualità
ambientale e potrà anche
escludere l’eventuale presenza di discariche.
Monica Borga
SOLIGO / IL GRATO RICORDO DELLA CARA
MARIA GALLON, DI MARITO E FIGLIO
MARIA GALLON
n. 5.12.1908 - m. 8.12.2002
SANTE DORIGO
n. 5.12.1902 - m. 10.10.1994
LUIGINO DORIGO
n. 17.3.1933 - m. 2.11.1999
attesa del Natale
2003 a Ceggia sarà
caratterizzata anche dai colori e dall’entusiasmo delle
associazioni di volontariato.
Da venerdì 12 dicembre, per
due fine settimana fino a domenica 21, si terrà infatti la
“Settimana della solidarietà”,
un’iniziativa promossa dal
Comune che coinvolgerà tutta la cittadinanza.
Nel piccolo piazzale di
fronte alla chiesa, vicino alla
sede dell’Avis e del Circolo
anziani Arcap, saranno allestite le tipiche casette di legno dei mercatini di Natale:
ognuna sarà affidata ad un’associazione del paese che potrà esporre materiale informativo, offrire da bere e da
mangiare, vendere dolci e oggetti artigianali.
È il primo anno che in paese si realizza un’iniziativa di
questo tipo, in sintonia con lo
spirito più autentico del Natale. L’obiettivo infatti è creare un momento di incontro
tra associazioni e cittadini, far
conoscere le attività seguite
dalle varie realtà, dar loro
un’occasione di autofinanzia-
mento. Un progetto particolarmente significativo a Ceggia, dove il volontariato è molto forte, con oltre 50 associazioni: un numero elevato
di piccoli e grandi gruppi, che
spesso agiscono nell’ombra,
ma che costituiscono una robusta trama di solidarietà.
Sono circa 20 le associazioni che hanno aderito all’iniziativa. La loro proposta è
un’alternativa concreta ai
week-end trascorsi tra negozi e centri commerciali.
Da venerdì
12 a domenica
14 esporranno
le associazioni
Insieme per l’Africa, Croce
rossa italiana,
l’Associazione per un sorriso: i mercatini saranno tutti i
pomeriggi dalle 15 alle 20 e
la domenica anche la mattina,
dalle 9 alle 12. Sabato 13 dicembre, alle 16.30 si terrà uno spettacolo di Natale a cura dell’associazione culturale Macchia Solare de La Salute di Livenza. Domenica 14
alle 16, l’associazione Noi offre la tradizionale castagnata, negli spazi del patronato di
Gainiga.
Da venerdì 19 a domenica
21 saranno presenti il Gruppo missionario, gli Scout,
l’Associazione Chernobyl e
la Lucciolata. Nella chiesa di
Gainiga, venerdì 19 alle
20.45, il gruppo vocale “Eravamocantanove” terrà un
concerto di Natale. Sabato
20, alle 16.30, nella piazza antistante il mercatino: “Canti
di Natale”. Molte le iniziative
in programma domenica 21:
alle 10 i ragazzi dell’Acr distribuiranno messaggi natalizi creati da loro; alle 10.30 ci
sarà l’inaugurazione della
mostra di pittura del Gruppo
Cilium, alle
15.30 la castagnata preparata dall’associazione Noi e,
per tutto il giorno, dolci fatti in
casa offerti dagli Scout.
Nelle giornate del mercatino, il circolo anziani Arcap preparerà vin brulè per
tutti. Al centro della piazza
sarà allestito un albero di Natale offerto dall’associazione
Artiglieri e addobbato con oltre un centinaio di decorazioni frutto della fantasia e
della creatività dei bambini
dell’Acr. (BeaDor)
TRICHIANA
FREGONA
CASTELLO ROGANZUOLO
suor CALOCERA BATTISTON
Suore delle Poverelle
n. 2.10.1915 - m. 12.12.1982
È ricordata con una Messa da
don Ezio Segat.
FRANCESCO CIOT
n. 7.12.1926 - m. 10.12.2001
Il tuo ricordo, sempre in mezzo a noi, ci guida ogni giorno.
Con tanto affetto, i tuoi cari.
VITTORIA DA RUI ved. DA RUI
n. 4.4.1914 - m. 17.12.2002
Mamma Vittoria, un anno fa eri tra noi. Sempre ti ricordiamo come una persona ricca di
esperienza e coraggio. Da lassù intercedi per noi.
Una Messa di suffragio sarà
celebrata mercoledì 17 dicembre.
TRICHIANA
SARMEDE
FRANCENIGO
CATERINA DAL CIN
ved. PASIN
m. 14.12.1993
Sono trascorsi dieci anni e il
tuo ricordo, sempre in mezzo a
noi, ci guida ogni giorno.
Con tanto affetto, i tuoi figli.
Maestro GIOACCHINO POLES
n. 26.6.1913 - m. 14.12.1990
Nella ricorrenza del tredicesimo
anniversario della tua chiamata
nella casa del Padre, vogliamo
presentare la tua cara immagine
a coloro che hai amato e servito
con il tuo entusiasmo. Noi tutti
conserviamo nel cuore, per te,
sentimenti di affetto e gratitudine.
Maria, Lorenzo, Enrico con le loro famiglie.
L’
un anno dalla tua scomparsa è sempre vivo il ricordo e l’esempio della tua vita
vissuta nella fede in Dio, nella Speranza, nella Carità verso i fratelli.
Sei sempre presente in mezzo a noi insieme al marito Sante e al figlio Luigino.
Con affetto i famigliari tutti.
A
MANSUÈ / GRATO RICORDO
DI DON GIUSEPPE MIOTTI
ORARI
NECROLOGIE
da lunedì a venerdì
ore 8-12 e 14-18
I necrologi vanno consegnati
I
o vi dico: rallegratevi
tutti perché sono tornato alla Casa del Padre,
alla Casa di Colui che mi
ha creato, mi ha redento,
mi ha perdonato, mi ha amato, mi ha chiamato al
sacerdozio, mi ha dato un
numero infinito di grazie,
alle quali non sempre ho
corrisposto come dovevo
corrispondere e di questo
domando di cuore perdono a Dio e a voi tutti fratelli.
Continuiamo a ricordarci nella comune preghiera, nell’attesa di ri-
entro gli otto giorni prima
della loro pubblicazione.
L’Azione: tel. 0438 940249
fax 0438 555437
PREZZI:
Necrologi:
DON GIUSEPPE MIOTTI
n. 3.6.1920 - m. 15.12.2001
trovarci un giorno tutti
riuniti in Dio.
(Dal testamento spirituale di don Giuseppe)
Normali €40
Fuori box €60
Anniversari:
compleanni
e matrimoni €60
suor LUIGIA BERNARD
Figlie di S. Maria della Provvidenza (d. Guannella)
n. 18.7.1891 - m. 8.12.1954
È ricordata con una Messa da
don Ezio Segat.
NEL 1968 FU ORO OLIMPICO NEL BOB A 4
Per “Zando” Zandonella
30 anni da maestro (di sci)
I
n realtà il suo sogno era un altro. «Volevo diventare campione di pallacanestro» racconta Roberto Zandonella, ma è diventato campione olimpionico
di bob a quattro a Grenoble, nel 1968. Sono trentacinque anni da quella medaglia, sono trent’anni che
Zando (così lo conoscono
tutti gli appassionati di sci)
allena i ragazzi dello Sci
Club Nottoli di Vittorio.
Quanti ne ha sostenuti sulle piste con quel suo prorompente «Vai!», e giù tra i
pali, e giù in libera.
Diverso da loro, però, il
modo in cui Zando ha iniziato a sciare, lassù tra le
nevi copiose del Comelico
Superiore quando da ragazzo di appena sei anni,
nel Cinquanta, con un semplice e rudimentale paio di
sci in nocciolo scendeva su
una pista artigianale, battuta da loro ragazzi, e risaliva
Serie D. Dopo 14 giornate la migliore delle diocesane risulta essere il S.
LUCIA, al quarto posto,
ma già attardata di 10 lunghezze dalla capolista Itala S. Marco. Alle loro spalle troviamo – dopo il Trento – il sempre valido TAMAI BRUGNERA. Le “furie rosse” precedono di
due lunghezze CORDIGNANO e SACILESE
(che prende troppi gol).
Alcune recenti prestazioni
di pregio hanno portato la
matricola S. POLO ad uscire dalla palude della
bassa classifica per avvicinarsi alla media graduatoria; un’ulteriore occasione
domenica in casa con l’abbordabile Jesolo. Anche la
PIEVIGINA, pur essendo
quartultima, ha molte
chances per risalire la china malgrado l’asfittico attacco. Ovviamente preoc-
a scaletta
assieme agli amici.
Poi gli studi
a Belluno e
nel ’61 arriva a Cortina. Lì ha inizio la sua
avventura.
Roberto Zandonella davanti al pulmino
Lavorava in
con cui porta in giro per le Alpi i suoi giovani talenti
un garage vicino all’attuale pista di bob loti.
«Sono salito anch’io – rie in quel lontano ’64 ha la
fortuna di assistere ad un corda Zando – e ho comincorso di addestramento pi- ciato perché avevano biso-
gno di un frenatore. Contemporaneamente mi allenavo con gli atleti di pattinaggio». La carriera di frenatore comincia l’anno dopo: primi classificati ai Campionati italiani di bob a quattro a Cortina. «Un frenatore – spiega – deva saper respirare bene specialmente
nelle curve, perché la velocità è elevata (oltre 130 km
all’ora) e fa superare di sei
volte il peso del proprio corpo».
Fino al ’72 rimane nella
squadra di bob e poi “scivola” a Vittorio Veneto, dove lavora nel Corpo forestale, e come maestro di sci
comincia ad allenare la
squadra del Nottoli. Cansiglio, Cortina, Passo Giau, e
tante altre località sciistiche
hanno visto Zando e i suoi
ragazzi scendere da quel-
VINSE UN ORO ANCHE CON EUGENIO MONTI
ue ori mondiali e uno olimpico in appena 7 anni
sono l’apice della carriera nel bob di Roberto Zandonella. Ecco il suo palmares:
D
Cortina 1965: medaglia d’oro ai mondiali di bob a 4
(pilota Gaspari)
Cervinia 1967: medaglia d’oro al campionato italiano
bob a 4 (pilota Ruatti)
Grenoble, Francia, 1968: medaglia d’oro alle olimpiadi
invernali nel bob a 4 (pilota Eugenio Monti, il “rosso
volante” da poco scomparso; compagni anche Luciano
De Paolis e Mario Armano)
Lake Placid, Stati Uniti, 1969: medaglia d’argento ai mondiali di bob a 4 (pilota Gaspari)
Saint Moritz, Svizzera, 1970: medaglia d’oro ai mondiali di bob a 4 (pilota De Zordo)
Sapporo, Giappone, 1972: sesto classificato alle olimpiadi
invernali nel bob a 4 (pilota Gaspari)
CAMPIONATI DI CALCIO
Seconda categoria.
Gir. O: TORRE MOSTO,
GAINIGA e SANGIORGESE sono nella seconda
parte della classifica. Gir.
P: FRANCENIGO e SALGAREDA a metà graduatoria. Rischia il PIAVON.
Gir. Q: MORIAGO e VIDOR sono terze, tallonate
BERTESE al comando a
dal CARENI del bomber
braccetto dell’Edo Mestre.
Bacchetti. Penultima la
Incalza il VITTORIO e si
FOLLINESE. Gir. R: S.
fa sotto il CODOGNÈ. In
FIOR in vetta; preoccupa,
coda chiude le fila il FONin coda, il FELETTO. Gir.
TANELLE (noto comunA F. V. G.: è terza la LIque per i recuperi primaVENTINA SACILE.
Terza categoria. SALLE CIFRE
SA e SERNAGLIA inse0,5 gol subiti a partita, 6 in 12 giornate: la miglior difesa è il Parè guono da presso il Carbonera. Domenica il derby
10 i gol di Bacchetti del Careni, capocannoniere diocesano
di metà classifica BOCCADISTRADA- PARÈ.
9 quelli dei Carnielli del Sernaglia, secondo
Annaspano
BASALGHELLE (farà visita al
1 sola la sconfitta per Sanfiorese e Liventinagorghense:
DEI MILLE) e GAIARIentrambe capoliste
NE
Alessandro Russo
Parè, difesa record
Bacchetti goleador
cupa molto il CONEGLIANO collocato all’ultimo posto della classifica ed anch’esso con un attacco davvero sterile. I segnali di riscatto visti a Lonigo (0 a 0)
verranno confermati sabato, quando i gialloblù ospiteranno il Santa Lucia?
Eccellenza. Metà classifica per il nostro FOSSALTA MAGGIORE. In
Friuli va riprendendosi il
SARONE collocato anch’esso nella parte mezzana della lista.
Promozione. SANMARTINOCOLLUM-
verili).
Prima categoria. Gir.
G: è nostra la capolista! La
LIVENTINA GORGHENSE capeggia con tre punti
in più del Gazzera. Metà
classifica per il CESSALTO. Gir. H: in lotta per il
primato VITTSANGIACOMO, CAPPELLA e S.
P. MEL TRICHIANA. Attualmente in vetta c’è il Segusino davanti al Limana.
Gir. A Friuli V. G.: bene il
CANEVA che è quarto.
BRUGNERA a mezza graduatoria.
l’oramai famoso e primordiale pulmino Volkswagen.
«Ho sempre cercato di trasmettere l’amore per lo
sport, sono convinto sia una scuola di vita. Si costruisce giorno dopo giorno, quando si capisce l’importanza degli allenamenti,
la felicità della vittoria, il saper sdrammatizzare una
sconfitta. Poi tutto questo si
rilascia nel tempo, perché
ti ha già formato nel carattere. La mia soddisfazione
è nel crescere gli atleti e nel
vedere riconosciuti i sacrifici che facevano con i risultati. Questo mi ripaga di
tutto». Mesi e mesi sulle piste: «Trascuravo tutto per i
miei giovani atleti, anche la
famiglia», sia d’inverno che
per i campi estivi sui ghiacciai. Trent’anni trascorsi
con una passione inguaribile, ora un poco «più anziano e più stanco» (dice
lui) vorrebbe andare in
pensione e lasciare spazio
ai giovani, magari a qualche
suo allievo. Ma Zando fa
parte della leggenda e senza di lui anche lo Sci Club
non sarebbe più lo stesso.
Quindi, caro Zando, vedremo se i tuoi atleti ti lasceranno andare via!
Isabella Mariotto
IN BREVE
Cinquemila in corsa a
Barbisano
Soddisfatto il gruppo marciatori
Allegria di Barbisano dopo la Marcia di Santa Caterina realizzata
in collaborazione con molte associazioni locali domenica 30 novembre. Oltre 5000 i partecipanti;
fra i vincitori, due nomi di prestigio del podismo trevigiano come Lucio Fregona (nei 12 km) e
Claudio Cassi (nei 19 km); nella
gara a gruppi, i migliori fra i diocesani sono stati: Lepri di Sarano, terzo, e Laghetti Savassa, quarto.
Corsi di sci per ragazzi
E il sabato pomeriggio si va a
sciare! Lo Sci Cai di Conegliano
offre corsi di discesa e fondo per
ragazzi, lezioni in sette sabati pomeriggio tra dicembre e gennaio,
in Cansiglio. Per informazioni:
0438-24041.
Grande atletica a Vittorio
Avrà l’onore di aprire la stagione dell’atletica invernale veneta,
ma anche, per la prima volta, i
galloni di gara di livello nazionale. È il 19º Cross città della
Vittoria, gara di corsa che si svolgerà all’area Fenderl di Vittorio
Veneto il giorno dell’Epifania.
Tutti vittoriesi gli appuntamenti
per l’atletica in diocesi tra gennaio e marzo: dopo il Cross, ci
sarà il 15 febbraio la Maratonina Vittoria Alata, antipasto del 14
marzo con l’attesa Treviso Marathon da Vittorio al capoluogo
lungo l’Alemagna e la Pontebbana.
Francesca Segat agli
europei di nuoto
Vola in Irlanda Francesca Segat,
il talento del nuoto di San Giacomo di Veglia. Da giovedì 11 a
domenica 14 dicembre sarà impegnata nei campionati europei
di nuoto in vasca corta.
“Impegnata” a dir poco, dato che
parteciperà a ben cinque gare:
50 farfalla, batterie alla mattina
di venerdì 12, finale nel pomeriggio; 100 farfalla: batterie e semifinali sabato, finale domenica;
200 farfalla: disputati giovedì 11;
400 misti: batterie domenica mattina, finale al pomeriggio; staffetta
4x50 misti: batterie alla mattina
di sabato, finale al pomeriggio.
38
Domenica 14 dicembre 2003
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diurno. Tel. 340-4158811.
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meccanico e con pluriennale esperienza come operaio metalmeccanico, macchine Cnc, cerca lavoro preferibilmente nel settore.
Zona Vittorio Veneto e dintorni.
Tel. 347-0457258.
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pressa, cerca lavoro in zona Vittorio Veneto e limitrofi. Tel. 3394804110.
Ragazza 25enne cerca lavoro come addetta alle pulizie,
collaboratrice domestica, baby-sitter, cameriera, lavapiatti, aiuto cucina. Zona Vittorio Veneto, Conegliano e dintorni. Tel. 3494210888.
Ragazzo 18enne cerca lavoro a Vittorio Veneto e dintorni.
Tel. 340-8779430.
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collaboratrice domestica, stiro, addetta alle pulizie, in Vittorio Veneto-San Giacomo di Veglia. Tel.
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anche saltuariamente, in zona Vittorio Veneto. Telefonare orario ufficio al 328-4762743 Cinzia.
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web. Retribuzione da concordare.
Tel. 0438-560713, 340-6267692.
Ragazza 21enne cerca lavoro come apprendista in qualsiasi settore. Tel. 340-7749398.
27enne con esperienza cerca lavoro come operaio metalmeccanico o in altri settori. Zona:Vittorio Veneto e limitrofi. Tel.
339-3064534.
Ragazzo 19enne, automunito, con esperienza, cerca lavoro come operaio/apprendista metalmeccanico. Disponibile anche
per altri settori. Tel. 333-9750830.
Ragazzo 24enne, serio, cerca lavoro come operaio magazziniere o altro. Tel. 349-6227026.
Ragazza 31enne, buona
volontà e serietà, cerca lavoro anche con crescita formativa eventuale. Tel. 0438-554658 in ora-
rio 19-19.30 o lasciare mess.
Signore automunito con
lunga esperienza come elettricista, radiotecnico, nel settore metalmeccanico, montaggio ascensori e realizzazione strutture in cartongesso, cerca lavoro anche in
altri settori. Tel. 328-5411736.
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pulizie uffici o come collaboratrice domestica in Vittorio Veneto. Disponibile per 2 volte a settimana (2-3 ore). Tel. 3285411736.
Ragazzo 22enne, automunito, con diploma di meccanico
auto, cerca lavoro nel settore. Tel.
328-5689345.
Signorina con esperienza
cerca lavoro come collaboratrice
domestica, assistenza anziani, operaia o altro. Tel. 338-1413945,
348-0737643.
Giovane ragazza 29enne,
volenterosa, madrelingua italiana,
con esperienza, cerca lavoro per
pulizie uffici/scale e collaboratrice domestica. Tel. 333-5844193.
Ragazzo 28enne, volenteroso, madrelingua italiana, cerca
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e
L’AZiON
Lettere
& interventi
LE“USCITE”DEL MINISTRO BOSSI
Su Chiesa e immigrati,
un’indegna gazzarra
T
rovo davvero imbarazzante il silenzio permanente della nostra Chiesa e della Caritas diocesana in
particolare, nei confronti di tante menzogne, urla e grida che
non solo da Bossi, ma anche da
altri esponenti politici vengo sparate e amplificate dalla stampa.
E questo per almeno due motivi:
- l’esigenza della chiarezza e
della trasparenza: la Chiesa sta
sempre con i poveri e ben si
guarda dall’accondiscendere alle volubilità di un governo o di
qualche suo ministro. Stare con
i poveri che, in questo contesto
vengono inclusi nella categoria
immigrati extracomunitari, cioè
“bingo bongo”, vuol dire prendere posizione in luogo di chi
non ha voce, ridire con fermezza da quale parte si stà e dimostrare con i fatti che non è vero.
Per esempio, il ministro in questione - ha detto parlando del
ruolo dei parroci che aiutano gli
immigrati – “questi hanno perso
il loro Dio e sono lì a fare affari”.
Se l’affermazione è corretta, con-
S
tinuiamo a stare zitti!
Altro motivo, che merita una parola e una presa di posizione franca e decisa, è quello di mettere in
luce le carenze ideologiche, personali e strutturali di un ministro
di questo Stato, che si dice frequenti pure la parrocchia e partecipi alla Messa, che pur essendo
incaricato delle Riforme, è riuscito
soltanto a riformare se stesso, a divenire onnivoro di posti e di potere, dimentico a pochi mesi di proclami e prese di posizione. Secondo Bossi, si è di fronte “ad una occupazione coloniale gestita dalle
organizzazioni caritatevoli. Quatti,
quatti stanno distruggendo la nostra terra secondo la loro ideologia”.
«Quello dell’immigrazione - ha
aggiunto Bossi - non è un diritto. Il
diritto è quello dei residenti che vedono i loro territori calpestati e distrutti dall’immigrazione.
E’ la malattia del cuculo che va
nei nido di altri uccelli. E’ la malattia che hanno certi pretoni perché ormai sono diventati imprenditori e affaristi. Non si pongono il
problema della democrazia ma il
CROCE/1
pettabile redazione,
il concittadino Diego Cuzziol ha ritenuto
di esprimere liberamente il suo pensiero
critico rispetto alla decisione di esporre una
croce sopra l’area fieristica presa dall’Amministrazione comunale affermando che oltre a trattarsi di mera speculazione, meglio sarebbe
di esporre i simboli di altre religioni da lui individuate. Perché
solo alcune allora, verrebbe da dire.
Ma la questione che mi interessa ribadire, anche alla luce della mia laicità di pensiero, è che la
croce così esposta vuole ricordare che in questa epoca in cui assistiamo al confronto di molte culture per le migrazioni e in cui abbiamo dato, anche a Santa Lucia,
esempio tangibile di
impegno e disponibilità verso chi si stabilisce nei nostri paesi non possiamo né
vogliamo dimenticare la storia di questa
nostra comunità, le
sue origini, la sua ispirazione nei secoli.
Anche un ateo che non riconosce quel simbolo come appartenente al suo credo non può negare che esso sia fondamentale
sia della storia che del presente
di questo comune. Quindi, lungi
dal voler fomentare fondamentalismi, il messaggio che si vuole
riaffermare è di accoglienza e disponibilità al confronto e agli altri, senza spogliarsi delle proprie
origini.
Riccardo Szumski
capogruppo consiliare “Lista
per Santa Lucia”
Eretta per
non dimenticare
quali sono
le nostre origini
loro problema che è quello dell’ideologia da realizzare». Se anche su questo non abbiamo nulla da dire, stiamo pure zitti!
Perché non evidenziare, ogni
tanto, quanto impegno viene profuso per colmare, almeno parzialmente, le enormi carenze dello stato sociale nei giorni nostri?
Perché non prendere le distanze da tante scelte politiche,
anche a livello locale, che non si
compromettono di certo con le
persone in maggiore difficoltà,
ma tendono a mantenere i privilegi di pochi, già di per sé senza
bisogni primari?
Lettera firmata
Per quanto ci compete, come
giornale, non siamo stati del tutto zitti, ricevendo in contraccambio qualche epiteto non proprio
gentile. Ad ogni modo ha ragione, di fronte a queste volgari falsità, non si può far finta di niente. Sono convinto che non si può
dire: si tratta solamente di espressioni colorite...è il suo modo
di esprimersi...non prendiamole
sul serio...è un cane che abbaia
ma non morde, ecc. No, sono semplicemente parole indegne, che offendono, prima che la Chiesa cui
sono rivolte, le nostre istituzioni
civili perché dette da un ministro
della Repubblica. Io non so come
gli altri membri del governo e gli
altri componenti della coalizione
possano sopportare e giustificare
cose del genere.
D
el 27 novembre 2003
la discussa notizia della installazione di una grande
croce lucente, sulla ciminiera
della vecchia filanda Ancillotto di S. Lucia di Piave, mi ha
disorientato. Per il luogo a me
parvente poco adatto, ma soprattutto perché è segnalato
dai quotidiani come rappresaglia alle recenti vicende di una scuola elementare di Ofena d’Abbruzzo, che conosco
essendo stato parroco, per oltre cinquant’anni, a Paterno.
Cosa ne penso? Niente di
più stolto, profanante e vergognoso, perché la Croce dovrebbe essere oggetto di devozione, venerazione e preghiera. Non di esibizionismi,
reclamizzazioni e giocolerìe.
Questa invasione montante di
Croci ostentate e Crocifissi a
che serve? Simbolo della fede
SEGUE DALLA PRIMA
Q
uello dello straordinario
sviluppo dei mezzi di
comunicazione, non è il solo aspetto vulnerabile del nostro
sviluppo, pensiamo all’energia
atomica, impiegata subito per
uccidere altri esseri umani,
pensiamo alle biotecnologie. In
ogni campo, ad un passo in avanti corrisponde un nuovo rischio. E così, proprio con i mezzi di cui noi, popoli all’avanguardia della scienza e della
tecnologia, siamo orgogliosi, favoriamo queste azioni mostruose. È la doppia faccia del
progresso, da una parte aumenta la potenza e dall’altra ci
rende più fragili e vulnerabili.
Mi viene in mente la famosa
statua del sogno del re Nabu-
codonosor, descritta nel libro
biblico del profeta Daniele, costruita con metalli solidi e preziosi, salvo i piedi su cui poggia,
che sono di argilla, perciò basta un niente perché la statua
vada in rovina.
Di fronte ad effetti così disastrosi, causati dalla nostra
stessa potenza, sembra che non
ci sia niente da fare. Per stare
al caso delle comunicazioni: come comportarci? Non parlarne? Impossibile! A che cosa servono i mezzi di comunicazione,
se non a diffondere notizie e a
farlo nel modo più efficace? In
una società come la nostra in
cui è sacrosanto, giustamente,
il diritto di libera informazione,
è impensabile imporre una cen-
sura generale: silenzio, proibito parlare dell’acqua alla varechina. Questo riesce solo nei
regimi dittatoriali.
L’unica via che ci resta è
quello dell’autocontrollo. Una
via stretta e accidentata. Che richiede, perché funzioni, un ambiente culturale in cui siano assimilati profondamente valori
comuni, tradotti in regole condivise, cosicché ognuno si senta impegnato ad osservarle fedelmente.
Già, le regole. È stata appe-
Domenica 14 dicembre 2003
D
a
tempo ho maturato un pensiero unito ad un
certo disappunto riguardo Telechiara. Io (come
penso altre famiglie) non posso permettermi la parabolica, e quindi non posso vedere canali
religiosi, particolarmente
SAT2000.
Mi fa piacere guardare
Telechiara, e capisco la ne-
39
cessità di pubblicità e televendite ma
francamente
vedere spesso trasmissioni calcistiche
in particolare
tutte le domeniche sera mi
dà tanto disappunto. Penso
agli anziani, alle famiglie, a
quanti cristiani desiderano
nel giorno del Signore
guardare un pò di Televisione con gli occhi di Dio...
Pietrella Marco
TELECHIARA
Troppo spazio
a sport ,
pubblicità e
televendite
FEDE
I
n questi
giorni
di pre-festività rattristati
dalle pretese
di togliere i
Crocefissi, i
telegiornali
hanno dato
spazio alla
notizia che la Croce Rossa
Londinese, nel “rispetto”
delle diverse fedi, ha emesso biglietti augurali natalizi
senza le tradizionali immagini religiose. Forse è vero
il detto: “Se l’incoerenza fosse un fiore, l’Europa sarebbe un giardino”. Ci si chiede: se manca il festeggiato
di chi è il Natale? E perché,
e a chi augurare “"buone feste”? Un tale incoerente
comportamento non equi-
vale a pubblica
dimostrazione di
debolezza e scarsa convinzione
religiosa? Credente o no, per
entrare in una
moschea è necessario levare
le scarpe. Non ci
sono eccezioni per nessuno, tantomeno per i cristiani. Ed è giusto che sia così.
Il “rispetto”, allora, non consiste nel nascondere le immagini di fede o fare eccezioni, ma nel concedere libertà di espressioni usando
reciproca tolleranza, ognuno secondo il poprio credo.
Altrimenti c’è un altro detto da ricordare: “Chi pecora si fa, il lupo lo mangia”!
Innocente Soligon
“Buon Natale”,
che senso ha
se poi non
ci si crede...
CROCE/2
Niente di
più stolto,
profanante,
vergognoso
cristiana? Quale fede cristiana, essendo oggi da molti considerato il Cristo un “fanatico
utopista con la nuova chiesa
che è in Vaticano”? A che serve quel Cristo appeso in aule
e luoghi di raccolta? Scolari e
studenti ci hanno mai fatto caso? Ha mai suggerito loro
qualche buon pensiero? Si sono accorti che stava lì appeso?
Cadaverino? Irriverente,
profanante? Doveva Smith farci accorgere che lì sta appeso
na approvata una legge sul sistema televisivo. La legge ha
scatenato uno scontro furioso,
tanto più forte in quanto tocca
il nervo scoperto del conflitto
di interessi riguardante il capo
del governo che è anche il capo di una potente concentrazione di televisioni. L’opposizione grida al pericolo che incombe sul Paese di un monopolio del potere mediatico che
annullerebbe il pluralismo nell’informazione. La maggioranza giura il contrario. È difficile
per un comune cittadino valutare una simile legge, complicatissima, per l’intreccio di temi tecnici (il digitale), di faccende economiche (la pubblicità) e di valori culturali ed etici. L’argomento principale in difesa della legge afferma che
un cadavere, non “un non si sa
che” che noi credevamo un ornamento. Se ha risvegliato i
cristiani dal letargo, ne sia benedetto.
Proprio a S. Lucia, una volta e fino agli Anni 65 circa, stava eretta una grande Croce davanti al Camposanto. Cadde.
Perché, allora, non ci si è curati di ripristinarla? Quella aveva un senso perpetuando la
memoria della “Missione” dell’Anno Giubilare 1926. Oggi amiamo paludarci di foglie di
fico. Quel trionfante albero su
cui una sera, Cristo, si fermò
a cercare i frutti. Non era la
stagione, ma non ne vide nemmeno i germi. Lo maledisse.
Ripassando l’indomani, gli apostoli fecero notare al Maestro le foglie afflosciate. Quei
maledetti… siamo noi.
Don Paolo Salamon
essa, aprendo la strada al digitale, aumenterebbe i canali, assicurando così il pluralismo.
Ma è sufficiente aumentare i
canali per avere un’informazione libera? Se, come dicono,
gli impianti per il digitale richiedono ingenti capitali, siamo daccapo: chi ha già molto ora, avrà ancora di più.
Dicevamo che c’è un paradosso alla base della nostra civiltà super sviluppata: quanto
più avanziamo tanto più produciamo effetti dannosi. L’unico
modo per risolverlo è saper regolare bene questa potenza crescente, mediante un forte consenso sui valori fondamentali
della convivenza. Stiamo procedendo per la strada giusta? È
legittimo qualche dubbio.
(GpM)