TUNISIA 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento
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TUNISIA 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento
TUNISIA 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese 1 b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri 4 c) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti eesteri bilaterali 2. 11 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale 20 b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia 20 c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico 20 d) Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST 3. 21 POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO a) Barriere tariffarie 21 b) Barriere non tariffarie 22 c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale 23 d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese 23 4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO CONGIUNTO a) Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE intendono realizzare nel corso del secondo semestre del 2007 24 b) Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economico-commerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici , degli Istituti di Cultura e delle Camere di Commercio Italiane all’estero 26 c) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative promozionali nel corso del 2008 d) Presenza delle Regioni in Tunisia 26 26 TUNISIA 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese Nel corso del 2009, anche l'economia nazionale tunisina ha registrato alcune ricadute della crisi finanziaria ed economica mondiale sull’evoluzione della produzione e delle esportazioni delle principali industrie manifatturiere e sul ritmo di attività nei settori del turismo e del trasporto aereo. Tuttavia, le misure sia congiunturali che strutturali adottate e le decisioni intraprese a sostegno delle aziende e dei settori esportatori hanno permesso di ridurre gli effetti negativi di questa crisi, anche con riferimento all’occupazione. Grazie al miglioramento del livello di produzione agricola, compresi cereali e colture arboree, ed all’incremento a ritmo sostenuto delle attività dei servizi, oltre al calo dei prezzi delle materie prime sul mercato mondiale rispetto al 2008, l'economia tunisina è riuscita a raggiungere un tasso di crescita del 3,1%, a preservare gli equilibri globali e a controllare il livello dell'inflazione. Il reddito pro capite, nel 2009, ha raggiunto 5.574 dinari. Nonostante questi risultati incoraggianti, due questioni fondamentali continuano ad assorbire l’attenzione del governo: la disoccupazione e gli investimenti che sono indicatori chiave di crescita. Con riferimento alla disoccupazione, deve considerarsi virtuoso l’aver superato il 2009 con appena un più 0,5%, passando dal 14,2% di fine 2008 al 14,7% a fine 2009, quando in altri paesi del Sud e anche in alcuni paesi OCSE, la variazione è stata da 3 a 5 punti, e ben maggiore in alcuni paesi dell'Europa dell’Est e dei Balcani. Per quanto riguarda il secondo indicatore, la crisi finanziaria non ha impedito agli investimenti esteri diretti di continuare ad affluire sulla Tunisia: circa 2.383 milioni di dinari sono stati investiti da parte di stranieri nel 2009. Il rapporto della missione di consultazione ai sensi dell’art. IV dello Statuto del Fondo Monetario Internazionale (10 - 24 giugno 2009) rileva in particolare che la Tunisia, grazie alle riforme attuate nel corso degli ultimi anni e alle prudenti politiche macroeconomiche nel settore monetario, delle finanze pubbliche e del sistema bancario, gode di una posizione favorevole per fronteggiare la crisi economica mondiale. Dall’inizio dell’anno il sistema economico ha tuttavia conosciuto un rallentamento, con un significativo calo delle esportazioni a seguito del deterioramento dell’ambiente economico internazionale. Ciononostante, grazie alla ripresa delle entrate da turismo, delle rimesse dei lavoratori tunisini all’estero e dei flussi degli IDE, la posizione esterna del Paese resta solida, con buoni livelli di riserve che ammontano a circa 9 miliardi di $ USA (maggio 2009). Il deficit corrente, che è del 4.2% del PIL (dato del 2008) come risultato dell’aumento delle importazioni di merci e beni capitali, continua ad essere largamente finanziato dall’afflusso di investimenti esteri. Secondo il FMI, in un ambiente economico internazionale degradato in cui è prevista una contrazione di circa il 4% delle economie dei partners, la sfida immediata della Tunisia è di attenuare l’impatto del declino nella domanda estera sulla crescita tramite l’attuazione di programmi addizionali di infrastrutture nonché di rilancio economico. Un ulteriore obiettivo Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 1 a medio termine indicato dal Fondo è quello della riduzione del tasso di disoccupazione, in particolare tra i giovani laureati Nel 2009, sulla base delle medie mensili, il tasso di inflazione è tornato al 3,7%, contro il 5% dell'anno precedente. Il rallentamento, ad eccezione dei settori della cultura e del tempo libero, ha interessato tutte le voci di spesa: gli alimentari [(4,3% contro 6,2%), in particolare olio d’oliva, cereali e derivati, frutta e verdure], il trasporto (2,4% contro 5,2%) e le comunicazioni, le abitazioni (3,3% contro 5,8%) ma soprattutto le spese energetiche (2,3% contro il 10%). Esclusi i prodotti alimentari, l'aumento dei prezzi ha raggiunto in media il 3,3% contro il 4,2% del 2008. Esclusi alimentari e energia, il tasso di inflazione ha registrato un leggero aumento (3,6% contro il 3,3% dell'anno precedente), considerato che l'aumento dei prezzi dell'energia si è ridotto in modo significativo (1,7% contro il 12,7% dell'anno precedente). Per l'anno 2010 si prevede il controllo continuo dell'evoluzione dei prezzi interni, nonostante un livello di inflazione ereditata del 2,6% contro il 2,1% nel 2009 a causa della crescita accelerata dei prezzi durante la seconda metà dell'anno passato. Il tasso medio di cambio del dinaro ha registrato, rispetto al 2008, un deprezzamento nei confronti dello yen giapponese (17,2%), del dollaro americano (8,8%), del dirham marocchino (4,9%) e dell'euro (3,9%). La bilancia generale dei pagamenti ha registrato un surplus di 2.204 MDT, con un miglioramento di 151 MTD rispetto al livello dell'anno precedente. Ciò grazie alla contrazione del disavanzo delle partite correnti (pari a 596 MTD) che è sceso dai 2109 MTD del 2008 (pari a 4,2% del PIL), a 1.513 MDT (2,8% del PIL). Questa contrazione è dovuta in parte alla riduzione del disavanzo della bilancia commerciale, che in termini FOB-FOB è stata pari a 131 MDT (4.810 MDT contro 4.941 MDT nel 2008), e nello stesso tempo, l'avanzo della bilancia dei servizi è migliorata di 100 MDT, portandosi a 3.357 MDT. Il deficit della bilancia commerciale (in termini FOB-CIF) si è ridotto da un anno all'altro, di 381 MTD, pari al 5,8%, attestandosi a 6.223,2 MTD nel 2009. Il tasso di copertura, a seguito della diminuzione delle esportazioni (-17,6%) ad un ritmo più accelerato di quello delle importazioni (-15%), ha registrato un calo di 2,4 punti percentuali attestandosi a 75,8%. Le misure congiunturali a sostegno delle imprese e quelle strutturali per il rilancio dell’attività economica e il rafforzamento della competitività, adottate a fine 2008 per contrastare gli effetti negativi della crisi economica e finanziaria mondiale sull’economia nazionale, sono state confermate ed ampliate nel corso del 2009. Sono stati apportati emendamenti alla legge n. 2008-79, relativa alle misure congiunturali di sostegno alle imprese economiche per continuare le loro attività in previsione del persistere degli impatti della crisi finanziaria internazionale sulle imprese nazionali e questo, nonostante la comparsa di alcuni segni di rilancio a livello delle grandi economie del mondo. In particolare, sono stati prorogati dal 31.12.2009 al 30.06.2010 i termini per l’applicazione di misure che riguardano, principalmente, le imprese che hanno subito un rallentamento delle loro attività a causa della riduzione delle ore di lavoro e della messa in cassa integrazione dei loro dipendenti. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 2 (**) Popolazione (mln) 2005 2006 2007 2008 2009 10.02 10.12 10.22 10.32 10.43 2010 stime (**) Indice demografico (%) (**) Speranza di vita (*) PIL a prezzi correnti (mld $ US) (*) Crescita PIL (*) PIL procapite ($ USA) (*) Risparmi/PIL (*) Debito estero totale (mld $ USA) (*) Debito estero totale/PIL (*) Debito pubblico tot/PIL (*) Deficit di bilancio (**) Disoccupazione % (**) Tasso d’inflazione (*) Bilancia partite correnti (mln $ USA) (*) Riserve (mld $ USA) (**) Bilancia commerciale (mln DT) (**) Tasso cambio DT/US$ 1.12 73.5 29.0 4.0 2.902 20.8 18.1 65.3 58.3 3.0 14.2 2.0 -297 1.15 73.9 31.1 5.5 3.071 22.1 18.5 58.1 53.9 2.7 14.3 4.5 -620 1.18 74.2 35.6 6.3 3.482 22.4 20.2 53.9 50.9 2.9 14.1 3.2 -917 1.19 == 74.2 == 40.8 39.6 5.7 3.1 3.997 3.794 21.6 21.8 20.8 21.8 53.7 52.5 47.0 46.0 2.7 2.7 14.2 14.7 5.0 3.7 -1.798 -1.155 42.0 3.990 52.3 4.4 6.8 7.9 8.9 10.2 -3.497 -4.445 -5.029 -6.601 -6.223 1.30 1.33 1.28 1.23 1.35 Fonte: (*) Fondo Monetario Internazionale ( 2007-2008 stime) (**) Institut National des Statistiques Per quanto riguarda il rischio-Paese la Sace mantiene la Tunisia nella Classe A Categoria 3/7 - Consensus 2 – abbattimento 0. Inoltre, la Tunisia ha ottenuto dall’Agenzia di notazione Standard & Poor’s il mantenimento della notazione del rischio sovrano per i suoi impegni esterni ed interni a lungo termine, ossia rispettivamente « BBB » e « A » con «prospettiva stabile». Quanto all’Agenzia internazionale di notazione finanziaria Fitch Ratings, ha confermato, nello scorso mese di febbraio, la notazione « BBB » con prospettiva stabile e la notazione a lungo termine in valuta locale ad « A- » con prospettiva stabile ed infine il plafond paese a « BBB +». La Tunisia è il solo paese arabo oggetto di notazione da parte delle tre principali agenzie internazionali (la giapponese JBRI, l’americana Moody’s e l’Europea IBCA) che le hanno attribuito lo status di paese emergente con, pero’, note medie (Baaa3 secondo Moody’s e BBB secondo IBCA). Tuttavia, la Coface francese ha a lungo posizionato la Tunisia a A4 a breve termine (vale a dire probabilità di moderato rischio di non pagamento) e a fine 2009 l’ha rivalutata al rialzo, accompagnandola con una sorveglianza positiva (A4+), cio’ che lascerebbe intravedere, salvo involuzione, un passaggio prossimo al livello A3. Il rapporto della Banca Mondiale e della Società Finanziaria Internazionale, “Doing Business 2010”, pubblicato a metà settembre 2009, rileva che 131 paesi dei 183 che hanno formato oggetto della rilevazione hanno riformato le loro regolamentazioni del mondo degli Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 3 affari 2008-2009, e tale numero rappresenta la percentuale annua più importante dal 2004, data della prima pubblicazione del documento, e cio’ sullo sfondo della crisi economica mondiale. La Tunisia si è posizionata al 69° posto nella classifica, guadagnando quattro posizioni rispetto all’anno precedente. E’ leader in Africa del Nord e molto avanti ad altri Paesi della regione MENA, tra cui Giordania, Egitto, Marocco ed Algeria. Tuttavia è preceduta, a livello di Paesi arabi, dai Paesi del Golfo, in particolarte Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Kuwait, e, a livello africano, dall’Africa del Sud. Secondo il rapporto, la Tunisia è riuscita quest’anno a intraprendere riforme in favore dell’ambiente degli affari in particolare in materia di protezione degli investimenti e commercio transfrontaliero, i due indicatori presi in considerazione dal rapporto. Nella sezione relativa alle riforme intraprese nei paesi del Medio-oriente e dell’Africa del Nord, è riportato che la Tunisia ha rafforzato la protezione degli investitori esigendo una maggiore divulgazione di informazioni da parte delle imprese. b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri La dipendenza dell’economia tunisina dagli scambi con l’estero è notevole. Secondo i dati riportati nell’edizione 2010 del rapporto Index of Economic Freedom, la Tunisia ha progredito leggermente nella classifica mondiale, posizionandosi al 95° posto (98° del 2008), su 179 paesi su scala internazionale e al 12° (11° nel 2008) tra i 17 paesi del Medio Oriente e Africa del Nord. In termini di punteggio ha ottenuto un indice di libertà economica di 58.9, “mostly unfree”, contro 58 del 2009, indice inferiore alla media mondiale (59.4), regionale (60.4) e quella dei paesi arabi (61). Con riferimento al Maghreb, la Tunisia è seconda preceduta dal Marocco (al 91° posto). La Tunisia ha intrapreso la liberalizzazione del proprio commercio con l’estero nel 1990, divenendo membro del GATT. Ad oggi, il commercio estero è retto dalla legge n. 94-41 del 07/03/1994. Sono previsti 3 regimi di importazione: - i prodotti liberi all’importazione che rappresentano oltre il 90% dei prodotti importati; - i prodotti esclusi da tale regime e sottomessi ad autorizzazione all’importazione dal Ministero del Commercio, ovvero i prodotti della sanità, dell’igiene, della sicurezza, della protezione della flora e della fauna, e altri beni (tappeti, vini) particolarmente protetti; - i prodotti esclusi a titolo transitorio dal regime della libertà, e sottomessi a speciale autorizzazione (es.: vetture da turismo). Va rilevato che circa il 75% dell’interscambio è realizzato con l’Unione Europea, con la quale a partire dal 1996 si è avviata, complessivamente con successo, la fase di abbattimento tariffario prevista dall’Accordo di Associazione che si è conclusa il 1° gennaio 2008, data di entrata in vigore dell’Area di libero scambio con i Paesi UE per i prodotti industriali. L’azzeramento dei dazi doganali con l’UE prevede limitatissime eccezioni, anche se permangono meccanismi di fatto di contingentamento delle importazioni di alcuni prodotti. La finanziaria 2008 ha proseguito l’opera di riduzione generalizzata dei dazi doganali, che si affianca allo smantellamento tariffario per i prodotti industriali con l’UE. E’ stata cosi’ Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 4 stabilita una riduzione dei picchi tariffari, portati dal 73% al 60%, e dei tassi ordinari dei dazi doganali, portati dal 22% al 17%. E’ stato anche deciso di far beneficiare di un esonero totale o di un tasso ridotto del 10% le materie prime ed i beni strumentali necessari per lo sviluppo del Paese. Dopo la promulgazione della legge finanziaria 2009 (n. 77 del 22 dicembre 2008), orientata alla promozione della competitività delle imprese e degli investimenti nel Paese, e ad integrazione della stessa, sono state adottate ulteriori misure straordinarie, “presidenziali”, in favore delle imprese esportatrici, per far fronte alle ripercussioni della crisi internazionale. Per favorire la competitività delle imprese tunisine, è prevista la riduzione delle tariffe doganali imposte sull’importazione dei beni strumentali, materie prime, semilavorati e alcuni altri prodotti, che sono passati dal 17%, 43% e 60% al, rispettivamente, 15%, 36% e 36%. Il rapporto mondiale sulla competitività per il 2009-2010 elaborato, come ogni anno, dal Forum Economico Internazionale di Davos, pubblicato ad inizio settembre e presentato all’Istituto arabo dei capi di imprese (IACE), classifica la Tunisia al 40° posto su un totale di 133 Paesi industrializzati ed emergenti, perdendo cosi’ quattro posizioni nella classifica mondiale del 2008-2009 che la vedeva al 36° posto. E’ riuscita a mantenere la sua prima posizione tra le economie africane, ma è posizionata al 6° posto tra i paesi arabi, preceduta dai paesi petroliferi del Golfo. Per contro, ha guadagnato posizioni in materia di stabilità economica. In materia di investimento e del diritto di insediamento: La Tunisia offre vantaggi molto importanti per gli investitori esteri (mano d’opera qualificata, abbondante e a basso costo, procedure amministrative semplificate del tipo “sportello unico” per le imprese, legislazione favorevole, infrastrutture funzionali ed in costante miglioramento). Dopo il 1996 sono sensibilmente aumentati anche gli afflussi di investimenti diretti al Paese che attualmente hanno raggiunto una dimensione in grado di coprire circa i 4/5 del deficit delle partite correnti. Il codice degli investimenti del 1993 stabilisce il principio della libertà d’investimento nel settore dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi non finanziari. I promotori sono tenuti soltanto ad una dichiarazione di investimento da depositare presso le autorità competenti. Misure nel settore fiscale, a favore delle imprese, sono state adottate con la legge finanziaria per il 2007 che ha diminuito la pressione fiscale sugli utili delle aziende (passando dal 35% al 24%) e la tassa sul valore aggiunto (TVA) sui prodotti di lusso (dal 29% al 18%), sostituita dalla tassa sul consumo (pari al 10%). Le società totalmente esportatrici godono di vantaggi fiscali quali l’esenzione totale dall’imposta sui benefici per i primi 10 anni d’esercizio, riduzione o esonero dei diritti di dogana per i beni di investimento relativi al progetto, contributi statali agli investimenti nelle regioni sottosviluppate. I benefici previsti per le società esportatrici, che avrebbero dovuto cessare a partire dal 1° gennaio 2008, sono stati prorogati al 31 dicembre 2010. Nel dicembre 2007 il Parlamento ha inoltre approvato una nuova legge sugli investimenti (n. 2007/69) che prevede ulteriori incentivi, in particolare a livello di regioni svantaggiate. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 5 La legge di bilancio 2008 prevede, inoltre, vantaggi fiscali per gli utili reinvestiti e la riduzione al 2.5% della ritenuta alla fonte sui compensi per professionisti o società che prestano prevalentemente i loro servizi a delle società non residenti (regime off-shore). E’ da segnalare che dal maggio 2005 è consentito agli investitori stranieri l’acquisto di terreni ed edifici industriali, cosi’ come di terreni ed edifici destinati ad attività economiche di carattere turistico, senza la previa autorizzazione delle autorità di governo. La Tunisia ha firmato accordi di promozione e di protezione reciproca degli investimenti con la Francia e con l’Italia. Il Paese attrae gli investimenti stranieri, sia sotto forma di investimenti diretti che sotto quella di acquisizioni di portafoglio (con particolare riferimento alle imprese privatizzate) per i seguenti motivi: accesso libero al mercato dell'Unione, risorse umane qualificate e competitive, economia liberale, infrastrutture adeguate in un ambiente attraente, un regime politicamente stabile, un quadro legislativo, normativo ed amministrativo che ne facilita gli insediamenti, il costo competitivo dei fattori di produzione (luce/acqua e gas). L’equilibrio dei fondamentali macroeconomici, ottenuto attraverso l’esercizio di un’accorta politica economica e monetaria, posta in essere secondo i suggerimenti del Fondo Monetario Internazionale e supportato da numerosi finanziamenti ottenuti dalle banche internazionali e dai Paesi donatori, ha contribuito a migliorare l’immagine del Paese anche attraverso favorevoli notazioni da parte delle agenzie di rating. In questo quadro vanno analizzate le scelte strategiche che la Tunisia ha adottato; scelte che hanno consentito alla sua economia di integrarsi a quella occidentale, grazie all’impiego di misure ispirate alla libera iniziativa ed alle regole della concorrenza e del mercato. Nel corso dell’anno, gli investimenti stranieri hanno raggiunto la quota del 10% degli investimenti produttivi, hanno generato il 34% delle esportazioni ed hanno creato 1/6 degli impieghi. Le priorità del governo sono definite nei piani quinquennali di sviluppo economico e sociale, principale strumento di programmazione, che fissano gli orientamenti strategici e le politiche prioritarie. L’XI Piano, che copre il periodo 2007-2011 è stato adottato nella prima metà del 2007. Tra le priorità politiche e settoriali del governo ci sono: - la politica di impiego al fine di riassorbire la notevole disoccupazione strutturale, in particolare tra i giovani diplomati e laureati; - il consolidamento dell’economia e accelerazione della crescita superiore al 6%, per rispondere alle sfide sociali e all’obiettivo di convergenza economica; - le politiche economiche e finanziarie, in particolare la politica della concorrenza, la politica commerciale focalizzata sullo smantellamento delle tariffe conformemente all’Accordo di Associazione, l’ottimizzazione del finanziamento dell’economia e la riforma del settore finanziario; - il consolidamento del buon governo, della trasparenza e delle riforme legislative, istituzionali e amministrative corrispondenti in quanto fattori di crescita e di sviluppo; - l’integrazione regionale e internazionale, fondamentale per un Paese come la Tunisia. In materia di controllo degli scambi: La regolamentazione degli scambi e del commercio estero si basa sul Codice del Commercio di cui alla legge n. 94-41 del 07/03/1994 e alla legge n. 93-48 del 03/05/1993. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 6 I trasferimenti per le operazioni correnti sono liberi. Le imprese residenti sono dunque libere di realizzare trasferimenti relativi alle loro importazioni di beni e servizi e sono allineate in ciò alle imprese totalmente esportatrici che, dopo il 1972, beneficiano di una libertà totale di scambi per operazioni inerenti la loro produzione. Questo processo è stato accompagnato dalla concessione di un regime di favore accordato a imprese residenti parzialmente o totalmente esportatrici che investono all’estero al fine di sostenere i loro programmi di esportazione; a banche e imprese che possono contrattare fino a 10 milioni di dinari di capitali in valuta l’anno per le necessità delle loro attività; ad investitori stranieri che possono acquistare fino al 50% di partecipazione di portafoglio di imprese tunisine quotate o non in borsa. La Tunisia sta progressivamente aprendo il proprio conto capitale estero, con l’obiettivo di passare a medio termine ad un regime di cambio libero fluttuante. Andamento della bilancia commerciale Per quanto riguarda l’interscambio commerciale, i principali partner della Tunisia si confermano la Francia e l’Italia, con l’UE come principale mercato di sbocco dei prodotti tunisini. BILANCIA COMMERCIALE TUNISIA (triennio –2007-2009) Valoe in milioni di DT - 1 DT. : € 0,55 TOTALE IMPORTAZIONI 2007 2008 2009 24.437,3 30.241,2 25.692,4 VAR.% VAR.% 2008/2007 2009/2008 23,7 - 15,0 • Regime Gen. 16.330,4 21.681,9 17.946,8 32,8 - 17,2 • Regime 8.106,9 8.559,3 7.745,6 5,6 - 9,5 19.409,6 23.637,0 19.469,2 21,8 - 17,6 Off-shore TOTALE SPORTAZIONI • Regime Gen. 7.714,7 11.091,4 7.596,5 43,7 - 31,5 • Regime Off-shore 11.694,9 12.545,6 11.872,7 7,2 - 5,4 SALDO COMMERCIALE -5.027,7 -6.604,2 -6.223,2 -31,3 - 5,8 79,4 78,2 75,8 -1,6 - 3,1 TASSO DI COPERTURA % • Regime Gen. 47,2 51,2 42,3 8,4 - 17,4 • Regime 144,3 146,6 153,3 1,6 4,5 Off-shore Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. L’andamento dell’interscambio tunisino nel corso del 2009 è stato al di sotto delle previsioni in quanto sia le Esportazioni che le Importazioni hanno registrato delle notevoli diminuzioni al termine del 2009 con, rispettivamente, – 17,6% e – 15,0%. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 7 Questi dati sono particolarmente significativi se confrontati con quelli del 2008 che aveva visto una crescita dell’interscambio, sia in entrata che in uscita, di oltre il 20%; Tale situazione sfavorevole dell’interscambio tunisino nel 2009 è da imputare alla crisi finanziaria, che ha colpito duramente tutta l’economia mondiale, anche se in questo contesto gli investitori esteri, in particolare la Francia e l’Italia (ma anche la Germania ed il Belgio) che agiscono in regime di off-shore, cioè riesportando almeno il 70% del prodotto, contribuiscono in larga misura a ridurre il deficit di bilancio. La bilancia commerciale tunisina nel 2009 ha presentato, pur avendo registrato un sensibile miglioramento, una variazione percentuale negativa pari al 5,8 % in confronto al 2008 (31,3). Tuttavia, il disavanzo è in parte bilanciato dalle entrate turistiche e il deficit corrente è tendenzialmente sceso al di sotto del 2% del PIL. Il tasso di copertura (Importazioni/Esportazioni) ha registrato nel 2009 un calo significativo rispetto all’anno 2008, passando dal 78,2 % al 75,8 % pari ad una variazione negativa del 3,1 % (nel biennio precedente : 2007-2008, tale variazione era del 1,6 %) . IMPORTAZIONI TOTALI TUNISIA (per macrosettori – triennio 2007-2009) Valore in milioni di DT - 1 D.T. : € 0,55 circa IMPORTAZIONI Totale 30.241 25.692 Variaz. % 2009/2008 - 15,1 Agricoltura/Ind.Agroalimentare 3.318,6 2.432,7 - 26,7 - 886 Energia e Lubrificanti 4.913,8 2.789,7 - 43,2 - 2.124 Min. Fosf. e derivati 1.734,5 527,2 - 69,6 - 1.207 Tessile/abbigliam/Cuoio 4.076,3 3.774,7 - 7,4 - 302 3.481,6 3.188,3 - 8,4 - 293 594,7 586,4 - 1,4 -8 11.920,3 11.754,0 - 1,4 -166 • Materiale da Trasporto 2.037,5 2.140,9 5,1 103 • Altre Industrie Meccaniche 6.464,2 5.895,5 - 8,8 - 568,7 • Industrie Elettriche 3.418,6 3.717,6 8,7 299 Altre Ind. Manifatturiere 4.277,7 4.414,1 3,2 137 • Tessile ed abbigliam. • Cuoi & calzature 2008 2009 Variaz. Val. 2009/2008 - 4.549 Ind. meccaniche ed elettriche, materiale da trasporto Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 8 Le importazioni totali sono diminuite nettamente nel 2009, passando dai 30.241 milioni di Dinari del 2008 ai 25.692 MD del 2009, registrando un calo di oltre il 15 %, principalmente a causa della voce Minerali, fosfati e derivati che ha registrato una variazione negativa pari al 69,6 %, ma anche a causa della voce Energia e Lubrificanti che ha segnato una diminuzione di oltre il 40% (dai 4.913 milioni di dinari del 2008 ai 2.789 MD del 2009). La notevole diminuzione delle importazioni globali tunisine, dovuta principalmente ai settori sopracitati, è stata aggravata dalla voce Agricoltura ed Industria agroalimentare con un calo pari al 26,7 %. Le importazioni di Macchinari e Materiali per le Industrie Meccaniche ed Elettriche e Materiali da trasporto restano comunque la voce più consistente : 11.920 MD nel 2008 e 11.754 MD nel 2009, e, pur avendo registrato un lieve calo in percentuale (-1,4) testimoniano i continui sforzi nell’ammodernamento industriale e tecnologico che la Tunisia sta affrontando, nonchè la presenza di notevoli investimenti esteri nel Paese (oltre 3.500 imprese estere in totale). Anche il settore Tessile/Abbigliamento e Cuoio non è stato risparmiato dalla crisi globale del 2009, in quanto dai 4.076 MD del 2008, si è passati ai 3.774 MD del 2009, con una diminuzione del 7,4 %. ESPORTAZIONI TOTALI TUNISIA (per macrosettori – triennio 2007-2009) Valore in milioni d DT - 1 D.T. : € 0,55 2008 2009 Totale 23.637 19.469 Agricoltura /Ind.agroalimentare 2.155,6 1.849,5 - 14,2 - 306 Energia e Lubrificanti 4.079,9 2.637,7 - 35,3 - 1.442 Min. Fosf. e derivati 3.322,8 1.660,2 - 50,1 - 1.662 Tessile/Abbigliam/Cuoio 6.098,3 5.558,1 - 8,9 - 540 5.180,1 4.728,5 - 8,7 - 452 918,2 829,6 - 9,6 - 89 6.232,8 6.001,0 - 3,7 - 231 536,6 527,3 - 1,7 - 9,3 E S P O R T A Z I O N I Generali • Tessile ed abbigliam. • Cuoi & calzature Variaz. % Variaz. Val. 2009/2008 2009/2008 - 17,6 - 4168 Ind. meccaniche ed elettriche, materiale da trasporto • Materiale da Trasporto • Altre Industrie Meccaniche 1.838,9 1.702,7 - 7,4 - 136,2 • Industrie Elettriche 3.857,3 3.771,0 - 2,2 - 86,3 Altre Ind. Manifatturiere 1.747,6 1.762,7 0,9 15 Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 9 Anche per quanto riguarda le esportazioni tunisine, l’anno 2009 è stato caratterizzato da una diminuzione rilevante, registrando una variazione negativa pari al 17,6 % ed un corrispettivo saldo negativo di oltre 4000 MD. Ciò è dovuto essenzialmente alla voce Minerali, Fosfati e derivati, con un calo del 50,1 % ed una conseguente variazione negativa pari a 1.662 M.D, nonchè alla voce Energia e Lubrificanti con una diminuzione del 35,3 % e, in misura inferiore, alla voce Agricoltura ed Industria Agroalimentare che ha segnato nel 2009 una diminuzione pari a 306 milioni di dinari (- 14,2 % ). Il comparto delle Industrie meccaniche ed elettriche e materiale da trasporto ha rappresentato in assoluto la prima voce delle esportazioni globali tunisine con appena oltre 6.000 Milioni di Dinari (6.001 MD) nonostante il lieve calo (- 3,7 %) rispetto all’anno precedente (6.232 MD), superando la voce Tessile/Abbigliamento e Cuoio che si è attestata attorno ai 5.600 MD. Il Tessile/Abbigliamento e Cuoio è considerata, comunque, una delle industrie manifatturiere più importanti per le esportazioni del Paese: 5.558 MD nel 2009 e 6.098 MD nel 2008, rappresentando pertanto (in particolare la voce Tessile/abbigliamento) l’industria manifatturiera più forte dell’economia del Paese (sempre grande è la componente delle aziende straniere che agiscono in regime di esportazione, off-shore) e che ha resistito molto bene alla “crisi” annunciata all’inizio del 2005 (fine dell’accordo multifibre). Questi risultati si spiegano sia con i nuovi investimenti di Benetton, che con gli arrivi di altre aziende estere, nonché con i sostegni governativi in termini di ricerca ed innovazione. Tuttavia rimangono sempre di particolare attualità i timori legati all’aumento delle esportazioni cinesi verso l’Europa. Va rilevato in questo contesto che tutti i settori ed i comparti rappresentanti l’economia tunisina hanno registrato all’export delle diminuzioni nel 2009 ad eccezione della voce Altre Industrie meccaniche ed elettriche e materiale da trasporto che ha segnato un lieve aumento della quota all’export pari a circa l’1 %. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 10 c) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali. IMPORTAZIONI TUNISINE DALL’ITALIA (triennio 2007-2009) valore in milioni di DT - 1 DT. : € 0,55 2008 2009 4.209 Variaz.% 2009/2008 - 19,3 Variaz. Val. 2009/2008 - 1.004 TOTALE 5.213 Agricolo ed agroalimentare 249,6 134,1 - 46,3 - 115,5 Energia & Lubrificanti 590,2 149,8 - 74,6 - 440,4 Miner. Fosf. & Derivati 136,4 60,4 - 55,7 - 76 Tessile & Abb./Cuoio & Calz. 1.456,2 1.298,5 - 10,8 - 157,7 * (di cui Cuoio tess./Abbig. 1.150,6 1.004,3 - 12,7 - 146,3 305,6 294,2 - 3,7 - 11,4 2.052,9 1.831,8 - 10,8 - 221,1 219,4 208,6 - 4,9 - 10,8 1.463,6 1.294,7 - 11,5 - 168,9 * & calzature) Ind. Mecc. & Elettriche • Materiale da Trasporto • Altre Industrie Meccaniche • Industrie Elettriche 369,9 328,5 - 11,2 - 41,4 Altre Ind. Manifatturiere 728,1 734,5 0,9 6,4 Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. Nell’interscambio con l’Italia, l’anno 2009 è stato caratterizzato da una notevole riduzione delle importazioni tunisine, dovuta in gran parte alla crisi finanziaria che ha colpito l’economia mondiale, registrando una variazione negativa del 19,3 %, passando dai 5.213 M.D. di merci importate nel 2008 dal nostro paese ai 4.209 M.D. dell’anno 2009. Ciò è dovuto in particolare al forte calo della voce Energia e Lubrificanti che ha segnato circa un – 75 %, passando dai 590 M.D registrati nel 2008 ai soli 149 milioni di dinari del 2009, ma anche alla voce Minerali, Fosfati e Derivati con una diminuzione del 55,7 : dai 136 M.D. di merci importate nel 2008 si è passati ai soli 60 milioni di dinari relativi all’anno 2009. Anche il settore Agricolo ed Agroalimentare ha influito negativamente sulle importazioni tunisine dall’Italia in quanto ha segnato un calo del 46 % (134 M.D. registrati nel 2009 rispetto ai 249 M.D. dell’anno precedente). In tutti i settori esaminati le importazioni tunisine hanno segnato delle diminuzioni, eccetto quello relativo alle Altre Industrie Manifatturiere che ha conosciuto un lieve aumento dello 0,9 % nel 2009 contrariamente alla situazione verificatasi nel 2008. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 11 ESPORTAZIONI TUNISINE VERSO L’ITALIA (biennio 2008 – 2009) valore in milioni di DT - 1 DT : € 0,55 2008 2009 4.095 Variaz. % 2009/2008 - 16,1 Variaz. Val. 2009/2008 - 788 TOTALE 4.883 Agroalimentare 607,2 422,6 - 30,4 - 184,6 Energia & Lubrificanti 963,8 703,5 - 27,0 - 260,3 Miner. Fosf. & Derivati 196,1 128,9 - 34,3 - 67,2 2.116,4 1.927,5 - 8,9 - 188,9 1.685,0 1.486,0 - 11,8 - 199 431,4 441,5 2,3 10,1 803,9 764,5 - 4,9 - 39,4 Tessile & Abb./Cuoio & Calz. • Tessile & Abb • * Cuoio & calzature) Ind. Mecc. & Elettriche • Materiale da Trasporto 65,9 54,7 -17,0 - 11,2 • Altre Industrie Meccaniche 290,0 262,5 - 9,5 - 27,5 • Industrie Elettriche 448,0 447,3 - 0,1 - 0,7 Altre Ind. Manifatturiere 196,5 148,2 - 24,6 - 48,3 Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. Come per le importazioni, anche le esportazioni tunisine verso l’Italia hanno registrato un’importante diminuzione durante l’anno 2009 rispetto all’anno precedente pari al – 16,1 %, passando dai 4.883 Milioni di Dinari nel 2008 ai 4.095 M.D. nel 2009 con un saldo negativo per la Tunisia pari a 788 M.D. Il settore dei Minerali, Fosfati e Derivati è stato quello più colpito con un calo di oltre il 30 % (- 34,3 %), passando dai 196 Milioni di Dinari relativi al 2008 ai 128 M.D. registrati nel 2009, seguito dal settore Agricolo ed Agroalimentare con – 30,4 % (dai 607 M.D. si è passati ai 422 milioni di dinari del 2009). Anche il settore Energia e lubrificanti ha conosciuto nel 2009 un notevole calo pari al 27 % rispetto all’anno precedente, passando dai 963,8 Milioni di Dinari del 2008 ai 703,5 M.D. del 2009 ed infine quello relativo alle Altre Industrie Manifatturiere che ha avuto un calo significativo del 24,6 % nel 2009 e con un valore di merce esportata verso l’Italia pari a 148 M.D. in confronto ai 196 milioni di dinari registrati nel 2008. Va osservato che il settore Tessile ed Abbigliamento tunisino, che è stato sempre una delle industrie manifatturiere di maggiore rilievo per l’export, è stato anch’esso colpito dalla situazione economica sfavorevole verificatasi nel 2009 in quanto ha registrato una diminuzione pari all’11,8 % rispetto all’anno 2008. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 12 L’unico comparto che è stato risparmiato da tale situazione negativa è stato quello del Cuoio e Calzature in quanto ha segnato una crescita nel 2009, seppure non incisiva, del 2,3 % rispetto all’anno 2008, passando da 431,4 milioni di dinari a 441,5 M.D. di merci esportate durante l’anno 2009. BILANCIA COMMERCIALE DELLA TUNISIA CON L’ITALIA ED ALCUNI TRA I PRINCIPALI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA (biennio 2008-2009) Valore in milioni di DT - 1 DT. : € 0,55 2008 2009 IMPO EXPO SALDO IMPO EXPO SALDO TOT. GEN. 30.241,2 23.637,0 -6.604,2 25.692,4 19.469,2 -6.223,2 TOT. U.E. 17.331,9 17.028,1 -303,8 16.181,5 14.367,1 -1.814,4 Italia 5.213,3 4.883,8 -329 4.209,0 4.095,0 -114 Francia 5.585,7 6.735,2 1.149,5 5.169,2 5.770,6 601,4 Germania 2.109,0 1.637,0 - 472 2.250,9 1.711,8 - 539,1 Spagna 1.168,3 1.157,5 - 10,8 1.166,8 656,1 - 510,7 Belgio 545,3 526,1 - 19,2 515,5 430,7 - 84,8 Regno Unito 560,0 1.099,4 539,4 467,6 925,4 457,8 Paesi Bassi 423,8 516,6 92,8 383,9 313.5 - 70,4 Fonte: elaborazioni ICE su dati I.N.S. Per quanto riguarda l’interscambio commerciale, i principali partners della Tunisia rimangono (come ormai da anni) la Francia e l’Italia, seguiti dalla Germania; Pertanto l’UE resta il principale mercato della Tunisia, sia in Import che in Export. Ben il 75/80% degli scambi commerciali tunisini, sia in import che in export, sono appunto realizzati con i mercati dell’Unione Europea; le importazioni tunisine dall’UE per l’anno 2009 hanno rappresentato il 62,9 % di quelle globali, mentre le esportazioni tunisine verso i mercati UE hanno rappresentato il 73,7 % del totale delle esportazioni. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 13 PRINCPIPALI PARTNERS EXTRA-UE Valore in milioni di DT - 1 DT = € 0,55 2008 PAESI Libia P.R.C. Russia U.S.A. Turchia Algeria India 2009 IMPO EXPO SALDO IMPO EXPO SALDO 1.319,2 1.129,2 2.279,5 911,1 898,9 889,9 268.2 1.065,2 72.4 28.2 395.3 378.5 499,3 728,3 - 254 -1056.6 -2251.3 - 515.7 - 520.4 - 390,6 460 754,4 1.287,5 961,6 1.027,7 776,1 674,5 301.4 1.121,2 93.8 15.3 265.3 230.3 608,2 321,6 366,8 -1193.7 - 946.3 - 762.4 - 545.8 - 66,3 20.2 Come si evince dalla tabella, i principali partners extra-UE della Tunisia, se consideriamo sia i flussi import che i flussi export, sono la Libia e l’Algeria mentre gli altri Paesi presentano valori di rilievo, con l’eccezione dell’India, solo in Import. La bilancia commerciale della Tunisia con i paesi extra UE evidenzia come, a fronte di un calo diffuso nel 2009 delle importazioni, vi sia stato, invece, un aumento delle importazioni di prodotti provenienti dalla Cina e dagli USA. Per quanto riguarda le importazioni cinesi, si ritorna a quanto sopra esposto relativamente ad una crescita continua delle importazioni cinesi che minaccia, appunto, i rapporti con i paesi dell’UE, mentre per quanto riguarda gli USA, l’incremento è probabilmente dovuto allo sviluppo delle negoziazioni dirette ad una progressiva liberalizzazione reciproca degli scambi commerciali. INVESTIMENTI ESTERI DIRETTI (IDE) IN TUNISIA FLUSSO DEGLI INVESTIMENTI ESTERI (in milioni di DT - media 2008: 1 DT = € 0.55) 2004 2005 2006 2007 2008 Var. % 08/07 IDE 795.9 1015.7 4402.9 2070.8 3 127 .3 + 51 Portafoglio 62.6 72.5 116.0 87.1 198.5 + 128 TOTALE 858.5 1088.2 4518.9* 2157.9 3 325 .8 + 54 Fonte : FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Dogana * Compresa la privatizzazione di Tunisie Télécom, pari a 2.972 milioni La Tunisia attraversa la fase avanzata di un processo di sviluppo e di rinnovata apertura, iniziato più di dieci anni fa con l’avvio del programma di privatizzazioni e di ammodernamento dell’economia (programme de mise à niveau) che ha stimolato i finanziamenti e gli investimenti esteri come dimostrano i notevoli aumenti dei flussi netti: gli investimenti esteri diretti verso la Tunisia si sono attestati a 870 Milioni di Euro in media Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 14 annua nel corso degli ultimi dieci anni, contro i 756 Milioni di USD realizzati dal Marocco ed i 1.006 Milioni di USD realizzati dall’Egitto, mercati di taglia decisamente più grande. Nello stesso tempo, la Tunisia ha assorbito oltre il 6% dell’insieme dei flussi d’investimento destinati al continente africano. Questi contributi di capitali hanno permesso di coprire i quattro quinti del deficit corrente tunisino (612 Milioni di Euro, in media annua). La stabilità politica, economica e sociale così come lo snellimento delle procedure legate al settore degli investimenti, realizzato grazie alle numerose riforme portate a compimento, hanno contribuito al raggiungimento di risultati estremamente positivi. Nel corso del 2008 gli investimenti esteri diretti (IDE) avevano raggiunto un ammontare record di 3.127.3 milioni di dinari (escluso portafoglio), con un aumento del 51% in rapporto all’anno precedente, con una evidente concentrazione a livello dei settori dell’energia (52.1%), dell’industria (20.7%) e del settore dei servizi (20.7%), e permane la tendenza registrata nel 2007 ad una pur lieve migrazione degli IDE verso le regioni dell’interno del Paese, che dispongono ormai dell’infrastruttura di accoglienza necessaria e in grado di consolidare le loro attrattive territoriali rispetto alle regioni costiere. I Paesi dell’UE hanno confermato il loro primo posto in quanto a investitori diretti, i cui flussi provenienti da GB, Francia e Italia hanno rappresentato la metà dei flussi entrati nel 2008 e oltre 2/3 del totale dell’UE. L’America (USA e Canada), si è riconferma nel 2008 al secondo posto come investitore estero (+1.1% rispetto al 2007), mentre tra i paesi arabi da segnalare la presenza degli IDE provenienti dalla Libia che nel 2008 hanno registrato complessiva mente un sostanziale incremento del 158.2%. La prossimità geografica e culturale continua a giocare a favore dei Paesi europei, anche se, ad un grado inferiore, quelli asiatici non sono rimasti indifferenti alla posizione di piattaforma regionale di produzione e di esportazione che la Tunisia sta sempre più assumendo Il governo prevede un contributo degli IDE al PIL dell’ordine del 26.1% da qui al 2016. Secondo recenti dati provvisori della FIPA (Foreign Investment Promotion Agency), nel 2009 gli investimenti esteri in Tunisia hanno raggiunto una cifra, provvisoria appunto, di 2.382,5 milioni di dinari di cui 2.304,2 milioni di dinari di investimenti diretti e 78,3 milioni di dinari di portafoglio. I risultati registrati in materia di mobilizzazione di investimenti stranieri sono considerati soddisfacenti nella misura in cui il paese ha raggiunto i suoi obiettivi di 2,1 miliardi di dinari per quest'anno. La FIPA precisa che questi investimenti, di cui non si conosce ancora la ripartizione per paesi, sono orientati principalmente verso il settore dell'energia con 1.389,5 milioni di dinari e il settore manifatturiero. Quest’ultimo ha attirato 657,6 milioni di dinari contro i 641,6 del 2008, con un aumento del 2,5% nonostante il calo degli IDE in questo settore a livello mondiale, e l’aumento ha interessato le industrie meccaniche, elettriche ed elettroniche dove gli IDE sono cresciuti del 104% rispetto allo stesso periodo del 2008. Inoltre, il settore tessile e dell'abbigliamento ha mobilitato 99 milioni di dinari, contro 50,3 milioni di dinari nel 2008. Questi settori partecipano in modo significativo all’economia nazionale in termini di esportazioni e di creazione di posti di lavoro. Detti investimenti hanno contribuito alla creazione di 15.841 nuovi posti di lavoro tra cui 12.966 posti di lavoro nel settore manifatturiero. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 15 Sempre nel 2009, si rileva inoltre l'entrata in produzione di 206 nuove imprese a partecipazione straniera e la realizzazione di 221 operazioni di espansione di imprese straniere impiantate in Tunisia nel quadro di sviluppo delle loro attività, nonostante la crisi economica mondiale. FLUSSO DEGLI IDE PER SETTORE Valori in milioni di DT – 1 DT = € 0,55 ( media 2008) Settori 2004 2005 2006 2007 Industrie manifatturiere Energia Turismo e immobiliare Agricoltura Servizi e altro * TOTALE IDE % su 2007 23.5 65.6 3.5 0.3 7.1 2008 % su 2008 20.7 52.1 6.1 0.6 20.7 311.8 374.9 347.4 485.7 641.6 274.1 385.8 940.3 1. 359 1.629 22.1 16.8 18.3 72 192.3 10 6.9 14.1 7.7 17.7 177.9 231.3 3 082.8 146.4 646.7 795.9 1015.7 *4 402.9 2 070.9 3127.3 Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Dogana * di cui 2.972 MDT relativi alla privatizzazione di Tunisie Télécom (35% del capitale) FLUSSO DEGLI IDE NELSETTORE INDUSTRIA MANIFATTURIERA (2008) Valori in milioni di DT – 1 DT = € 0,55 ( media 2008) Settore 2004 2005 2006 2007 2008 % su 2008 Industrie diverse 33.5 22.9 34.5 16.6 105.1 16.4 Agro-alimentare 13.3 14.3 17.5 39.4 15.1 2.3 Materiali da construzione 89.1 62.9 46.7 40.2 104.8 16.3 Meccanico-elettrico-elettronico 81.6 142.0 93.9 148.6 102.1 16 Chimica e caucciù 18.3 11.2 35.5 92.2 215.7 33.6 Tessile e abbigliamento 69.1 61.6 71.8 90.3 50.3 8 Cuoio e calzature 6.5 12.5 47.6 26.2 33.0 5.1 Materie plastiche 32.1 15.5 2.4 TOTALE INDUSTRIE 311.8 327.4 347.4 485.7 641.6 FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Douane FLUSSO DEGLI IDE DEI PRINCIPALI PAESI Valori in milioni di DT – 1 DT = € 0,55 ( media 2008) PAESI 2004 2005 2006 PAESI UE di cui: Francia Gran Bretagna Italia di cui: Ind.manifatturiera 566 133.9 153.7 125.1 84.1 623.2 1.036.22 96.7 153.1 146.9 270.42 113.8 131.47 61 62.4 Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2007 1.486.90 160.44 825.55 180.35 79.7 2008 2.270.90 539.43 736.85 393.75 87.3 Var. % 08/07 52.7 236.2 - 10.8 118.3 9.5 2^ sem. 2009 16 energia agricoltura turismo servizi e altro AMERICA di cui: Canada USA PAESI ARABI ALTRI PAESI TOTALE GENERALE 32.9 4.9 1 2.2 106.4 19.3 87.1 107.2 16.3 795.9 45.3 61.6 6.6 1.8 0.9 5.67 147 137.5 57.1 57.48 89.9 80.02 200 3.069.86 45.5 159.26 1.015.7 4.402.8 97 3.2 0.45 304.23 80.55 223.68 165.47 114.3 2.070.90 305.2 1.2 0.05 307.83 192.75 115.09 320.51 228.02 3.127.30 214.6 - 62.52 -------- 88.9 1.1 139.3 - 48.5 93.7 99.4 51.01 Secondo i dati attualmente disponibili, pubblicati dalla FIPA, al 2008 in Tunisia sono presenti circa 2.970 imprese straniere (con più di 300.000 addetti), di cui circa 2.600 europee, delle quali oltre 2300 nel settore manifatturiero (tessile abbigliamento, meccanico, metallurgico, cuoio e calzature, chimico elettrico, ecc.), circa 160 nel settore alberghiero ed animazione, circa 300 imprese di servizi (informatica telecomunicazioni, consulenza), circa 60 imprese nel settore dell’energia e circa 80 nell’agricoltura. L’80% delle imprese del settore manifatturiero si sono stabilite in Tunisia per riesportare la totalità della loro produzione in altri Paesi. oltre la metà di queste imprese sono società a capitale interamente straniero. EVOLUZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE IN ATTIVITÀ Anno Numero di imprese Impieghi 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2 616 2 659 2 703 2 803 2 895 2 966 235 314 243 125 259 842 273 569 290 985 303 142 (Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT-Dogana) RIPARTIZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE PER CAPITALE (escluso energia) Capitale 2007 N. Imprese Impieghi 100% straniero 1 513 172 464 Miste 1 327 115 271 Totale * 2 840 287 735 * escluso il settore energia 2008 N. Imprese Impieghi 1 563 181 245 1 345 118 397 2 908 299 642 (Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT- Dogana) Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 17 RIPARTIZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE PER SETTORE Settore Industrie manifatturiere Servizi Agricoltura Turismo SUB TOTALE Energia TOTALE 2007 2008 N. imprese Impieghi N.Imprese Impieghi 2 279 325 78 158 2 840 55 2 895 250 086 19 276 1 811 16 562 287 735 3 250 290 985 2 324 347 79 158 260 672 20 608 1 800 16 562 2 908 29 7642 58 2 966 3 500 303 142 (Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT- Dogana) RIPARTIZIONE DELLE IMPRESE STRANIERE PER PAESI (Escluso energia) 2007 Paesi Paesi UE di cui Francia Italia Germania Belgio Malta Lussemburgo GB Paesi Bassi Spagna Portogallo Paesi arabi di cui Arabia Saudta Kuweït Libia E.A.U Paesi asiatici di cui Cina Giappone Altri Paesi di cui USA Canada Svizzera 2008 N. imprese Impieghi N. imprese Impieghi 2 511 1 180 653 256 207 15 53 82 74 52 46 203 40 19 -13 ---238 68 11 80 245 620 106 067 52 734 34 515 22 980 688 14 240 10 644 11 894 3 829 3 669 24 846 6 228 4 592 -5 426 ---17 269 10 987 807 11 933 2 577 1 212 672 265 208 14 53 86 76 56 47 214 41 -52 13 25 6 8 240 72 10 77 256 788 107 951 54 052 43 000 22 120 839 12 865 11 132 12 094 3 746 3 496 29 455 7 240 -5 222 10 631 2 964 390 752 17 900 11 400 656 12 610 Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 18 Turchia TOT GENERALE -2 952* -21 1 412 287 735 3 083 * 310 190 Fonte FIPA-API-APIA-ONTT-BCT- Dogana *alcune imprese sono riportate più volte per la presenza di investitori di varie nazionalità Al 2008 il numero complessivo delle imprese italiane registrato dalle autorità tunisine è aumentato da 653 a 672. Permane l’interesse delle aziende italiane verso questo Paese. Il settore merceologico con maggiore presenza è quello del tessile ed abbigliamento dove operano circa 260 imprese, in prevalenza piccole e medie. Si ricorda peraltro la presenza di noti gruppi industriali come BENETTON, che a giugno 2008 ha ricevuto il premio “miglior investitore per il 2008”, il Gruppo Tessile MIROGLIO-GVB, il Gruppo MARZOTTO e CUCIRINI. Gli investimenti italiani sono diretti, in varia misura, verso tutti i settori. Si menziona la presenza di COLACEM, del Gruppo italiano SAFAS e delle Fonderie Fratelli Gervasoni. Grandi imprese italiane sono presenti anche nei settori dell’energia (ENI, AGIP, SNAM PROGETTI, TERNA, ANSALDO ENERGIA), del trasporto (FIAT AUTO, FIAT IVECO, FIAT AVIO, PIAGGIO), della metallurgia (ILVA MAGHREB), dei grandi lavori e delle opere di costruzione (TODINI, ANSALDO, CARTA ISNARDO). Sono inoltre presenti l’ALITALIA che assicura i collegamenti aerei con tre voli quotidiani da e per l’Italia, nonché le società MESSINA, TARROS, GRIMALDI, BONGIORNO srl, SIRIO, GERMANETTI, MARTINELLI, FAGGIOLI, STC-SOCIETÀ TRASPORTI COMBINATI che gestiscono trasporti marittimi ed intermodali di merci tra l’Italia e la Tunisia. La SIMEST è molto attiva in Tunisia, con partecipazioni al capitale sociale di diverse società. Sono inoltre presenti con propri uffici di rappresentanza le banche AGRILEASING del Gruppo ICCREA (credito cooperativo), Monte de’ Paschi di Siena, UNICREDIT e Intesa/San Paolo, che detiene una partecipazione azionaria del 5.61% nella BIAT. La BNL ha un desk Italia presso la UBCI, del Gruppo BNP Paribas. TURISMO Il 2009 ha visto diminuire il numero dei turisti stranieri del 2,1% contro +4,2% dell’anno precedente, con 6,9 milioni di turisti, anche se le entrate in valuta estera sono aumentate del 2,1% (-2,6% senza l'effetto cambio), contro il 10,2% nel 2008, attestandosi a circa 3.460 MDT. Il calo numerico è dipeso principalmente dalla regressione dei flussi dei cittadini europei (8,8% contro 1,5% del 2008), soprattutto italiani (-13,7% contro 0,2%, per un totale di 383.000 presenze secondo i dati INS), tedeschi (-7,3% contro 1,6%) e francesi (-13,6% contro 0,2%), mentre ha registrato una significativa ripresa il numero degli inglesi (8,2% contro -18,5%). Al contrario, il flusso di turisti maghrebini è cresciuto del 7,9% contro 8,4% nel 2008, dopo l'aumento del numero dei libici (12,9% contro 14,4%), mentre hanno subito un lieve calo i flussi degli algerini (-0,7% contro -1,3%). 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 19 a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale La presenza del made in Italy in Tunisia è diffusa praticamente in tutti i settori, dai beni strumentali ai prodotti intermedi, ai generi di consumo, con una componente significativa destinata alle imprese offshore. Uno sforzo maggiore potrebbe essere compiuto nel settore dei servizi (grande distribuzione, assicurazioni, banche, turismo culturale, sahariano, archeologico, d’affari, culturale e curativo, gestione di piattaforme logistiche). b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia La presenza italiana in Tunisia nel settore degli IDE è rilevante ed articolata, con una spiccata prevalenza nel settore manifatturiero, tessile in particolare. Occorre evidenziare come lo sviluppo degli investimenti italiani in Tunisia abbia registrato una forte accelerazione negli ultimi anni, sia per volume che per numero delle aziende italiane che si sono installate nel Paese. La Tunisia, in effetti, si presenta con caratteristiche ideali per gli investitori italiani, per la vicinanza del Paese, la sicurezza, la normativa, particolarmente allettante sugli incentivi (peraltro prorogati sino alla fine del 2010), il basso costo dei fattori di produzione, la stabilità politica, la limitata conflittualità sindacale ed in generale per il quadro giuridico e normativo. La Tunisia potenzialmente raggrupperebbe tutti gli elementi per costituirsi come “piattaforma” per l’approccio ai mercati contigui, avvantaggiandosi degli accordi bilaterali e multilaterali con i Paesi dell’UMA. L’Accordo di Agadir in particolare, stipulato tra Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania, prevede la libera circolazione di beni industriali tra i quattro Paesi firmatari a partire dal 1° gennaio 2005. Tuttavia, tale integrazione regionale, pienamente operativa dal punto di vista giuridico-internazionale, stenta, nei fatti, a tradursi in flussi significativi di scambi. Tra i settori portanti per eventuali interventi di promozione degli IDE si segnalano quelli delle nuove tecnologie e della ricerca, con la creazione di parchi tecnologici (tecnopoli), alcuni ancora in corso di realizzazione, fortemente sostenuti dagli organismi finanziari internazionali (BEI). c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico Gli sforzi della Tunisia sono principalmente concentrati nel settore delle telecomunicazioni e dell’ICT. Anche l’XI Piano di Sviluppo indica tali settori quali fattori chiave per lo sviluppo e la modernizzazione dell’economia negli anni a venire. Ormai da oltre sei anni vi è stata l’apertura del mercato della telefonia mobile ad un secondo operatore (TUNISIANA) ed il gestore pubblico di telefonia fissa e mobile, Tunisie Telecom, è parzialmente privatizzato. Si può prevedere, a medio termine, un netto orientamento degli investimenti diretti stranieri sui servizi, sull’economia immateriale e sulle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, settori in grande espansione e caratterizzati da un forte valore aggiunto. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 20 Si è già riportato che particolare attenzione viene rivolta allo sviluppo dei parchi tecnologici (tecnopoli) ed agli istituti di ricerca: la Tunisia ha progressivamente aumentato i finanziamenti per la ricerca. Altri settori che utilizzano tecnologie mature ma necessitano d’innovazione, sono quelli relativi ai macchinari per la lavorazione dell’olio di oliva, del legno, del marmo e delle materie plastiche. d) Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST La realtà economica tunisina, il suo forte sviluppo, e l’immagine favorevole di cui gode presso gli organismi finanziari internazionali, nonché presso le agenzie di rating sono alla base di un rischio Paese piuttosto basso. Si è già segnalato che Simest e Sace potrebbero promuovere maggiormente la conoscenza dei propri strumenti finanziari ed assicurativi dedicati a quest’area. non solo attraverso i consueti canali istituzionali. ma anche tramite l’istituzione di un ufficio di rappresentanza a Tunisi che eventualmente copra anche la Libia. l’Algeria e il Marocco, ovvero i Paesi dell’UMA, con il compito di divulgare informazioni alle aziende italiane. A tal fine. essi si potrebbero avvalere, con scadenze programmate, di iniziative promozionali e divulgative. 3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO a) Barriere tariffarie Primo Paese della sponda sud del Mediterraneo ad aver superato le diverse tappe necessarie per la realizzazione di una zona di libero scambio con l`Europa. la Tunisia è entrata a tutti gli effetti, a partire dal 1° gennaio 2008, nella zona di libero scambio per i prodotti industriali, ponendo fine al previsto periodo transitorio di smantellamento tariffario, stabilito in dodici anni e caratterizzato da un’attività politica di sostegno a livello macro economico unita a un sistema di riforme multi settoriale. L’Accordo di Associazione Euro-mediterranea tra l’UE e la Repubblica tunisina, firmato nel 1995 ed entrato formalmente in vigore il primo marzo 1998, ma posto in applicazione provvisoria già dal 1996, ha avviato un processo di diminuzione progressiva delle tasse doganali attraverso l’identificazione di quattro liste di prodotti industriali, con calendari di smantellamento tariffario differenziato in relazione alle esigenze di protezione del mercato locale. Cio’ ha consentito di ridurre i costi di approvvigionamento delle imprese, incrementandone allo stesso tempo le attività e favorendo gli investimenti diretti esteri (IDE). Per la prima lista (attrezzature, materie prime) l’azzeramento dei dazi è stato immediato con lo scopo di agevolare le imprese tunisine rendendole più competitive; per la seconda lista. concernente i prodotti semilavorati, lo smantellamento è avvenuto in cinque anni. I dazi doganali sui prodotti che avevano dei similari fabbricati in Tunisia ma giudicati comunque competitivi (alcuni prodotti tessili e articoli per la casa) sono stati ridotti progressivamente in dodici anni, mentre per i prodotti considerati più sensibili la riduzione tariffaria è stata Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 21 avviata dopo quattro anni per essere comunque completata del tutto a partire dal 1° gennaio 2008. Esiste peraltro una limitata lista “negativa” contenente i prodotti non interessati dallo smantellamento (in particolare: yogurth, paste, biscotti, acque minerali, tappeti, stoffe tessute a mano) per tutelare la produzione interna. Per i prodotti agricoli e per la componente agricola dei prodotti agroalimentari, esclusi dal processo di liberalizzazione degli scambi – fatti salvi i contingenti concordati a dazio nullo o ridotto – sono stati avviati negoziati nel 2008; negoziati sono stati avviati anche per la liberalizzazione dei servizi. L’accesso ai servizi audiovisivi. Per la pubblicità audiovisiva, le tariffe applicate sono diverse a seconda che lo spot sia importato o prodotto localmente: una sovratassa del 250% è applicata dalla Televisione di Stato Tunisina (ERTT) sugli spot importati ed una sovratassa del 200% è applicata dalle stazioni radio. Le imprese straniere ed in particolare le multinazionali che diffondono spot a livello mondiale ritengono tali sovratasse restrittive dell’accesso al mercato pubblicitario tunisino. b) Barriere non tariffarie Attualmente in Tunisia si verificano ancora una serie di ostacoli all`importazione di beni e servizi europei che non rivestono un carattere tariffario, nonostante l’Accordo di Associazione abbia abolito ogni forma di restrizione quantitativa negli scambi fra l’Unione Europea e la Tunisia. Il problema delle licenze d’importazioni: la lista dei prodotti sottoposti all`ottenimento della Licenza è lunga ed include praticamente tutti i prodotti per i quali la Tunisia vanta una produzione interna. L`Amministrazione tunisina preposta al rilascio di questa licenza può rifiutare - senza addurre motivazioni particolari - di concedere la licenza in questione. Essa, inoltre, non è tenuta a fornire entro una determinata scadenza l’esito (positivo o negativo) della richiesta avanzata. Di conseguenza ed in molti casi, l`importatore tunisino si vede costretto a rinunciare semplicemente all`operazione. Per taluni prodotti, infine, gli importatori tunisini definiscono con l’Amministrazione locale veri e propri contingentamenti di fatto delle importazioni europee. Il problema del prezzo di riferimento: gli operatori hanno in passato lamentato che per ogni prodotto all’importazione, le dogane tunisine hanno un prezzo di riferimento ad hoc sulla base del quale vanno calcolati gli oneri fiscali e di sdoganamento gravanti sull’importazione del prodotto medesimo; spesso tale prezzo è molto elevato e non corrisponde, in nessun caso, a quello praticato su scala internazionale. L`importatore locale si trova quindi particolarmente penalizzato in quanto costretto a pagare un’entità di oneri doganali superiore a quella che avrebbe dovuto realmente sostenere. L’effettiva dimensione del problema deve ora essere riesaminata alla luce del completamento dello smantellamento tariffario per i prodotti industriali negli scambi con l’UE. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 22 Il problema del Certificato di Origine: è opportuno rammentare che lo smantellamento delle barriere doganali, inerenti all`importazione dei prodotti provenienti dall’Unione Europea è vincolato al rilascio di un Certificato di Origine del prodotto importato che, secondo le Autorità locali, deve comportare l’origine di ogni componente del prodotto medesimo, con conseguenti, frequenti difficoltà di applicazione dello smantellamento tariffario. Il problema del Controllo Tecnico: molti prodotti destinati all`importazione in Tunisia sono sottoposti obbligatoriamente e in maniera crescente ai controlli tecnici. Recentemente la lista dei prodotti sottoposti a tali controlli è stata quadruplicata. Le perizie tecniche richieste sono molto costose e richiedono tempi lunghi (da 2 a 4 mesi), dovuti anche, in certi casi, all’inadeguatezza dei mezzi di cui dispongono gli organismi addetti ai predetti controlli. Il problema dei prodotti agroalimentari: le competenti Autorità tunisine richiedono per ogni operazione di importazione una lista di Certificati assai difficile da ottenere (per es. radioattività, tenore in piombo). Le norme imposte dalle Autorità locali superano di fatto quelle richieste dai Paesi dell`Unione Europea, anche dai più avanzati. Il problema dell’etichettatura: le autorità locali richiedono un’etichettatura di origine su tutti gli imballaggi dei prodotti importati. Tuttavia, queste misure possono indurre a rinunciare all’operazione quando si tratti di quantità non molto importanti e per le quali il produttore non sia disponibile ad apporre un’etichettatura speciale destinata al solo mercato tunisino. Il problema della burocrazia doganale: al momento dell’arrivo della merce le operazioni di sdoganamento – quando non affidate a transitari esperti - possono rivelarsi ardue, per i molti passaggi richiesti e l’abbondanza di documentazione amministrativa necessaria ad ogni fase dello sdoganamento. Inoltre, tutti i containers sono sottoposti al controllo dello scanner ed essendocene solo uno disponibile l`importatore si vede costretto ad aspettare fino a 3 - 4 settimane per ottenere il proprio turno. c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale Per quel che concerne la protezione della proprietà intellettuale, l’applicazione dei diritti non è conforme agli standards internazionali. La Tunisia, infatti, pur disponendo di un quadro normativo e regolamentare particolarmente dettagliato e gestito da un apposito organismo pubblico (Institut National de la Normalisation et de la Propriété Industrielle. INNORPI), in generale non tutela adeguatamente la proprietà intellettuale; nel settore del tessile e del cuoio in particolare si registrano numerose violazioni delle norme. d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese Il grado di trasparenza e di certezza del quadro normativo ha registrato negli ultimi due anni un netto miglioramento. Altrettanto non puo’ sempre dirsi in relazione alla sua attuazione. Nonostante i progressi realizzati in materia di riforme, soprattutto nel risanamento delle banche di sviluppo e la promulgazione di leggi contro il riciclaggio, il sistema finanziario non corrisponde ancora appieno alle aspettative degli investitori, per carenze nell’accesso al finanziamento e nell’allocazione efficiente delle risorse. Il codice degli investimenti prevede Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 23 numerose eccezioni e la sua attuazione risulta spesso complicata anche perché si scontra con decreti non abrogati, in particolare nelle attività di servizi. Restano lunghi i tempi di attesa del disbrigo delle procedure amministrative e bassi i parametri di trasparenza ed efficienza nell’attività della Pubblica Amministrazione, anche se va rilevata l’esistenza di meccanismi agevolativi per il trattamento degli investimenti in imprese totalmente esportatrici. La partecipazione dei soggetti esteri nelle imprese tunisine di servizi è libera solo per le attività espressamente incluse, e quindi preautorizzate, nel Codice di incitamento agli investimenti privati (legge n. 120/93 del 27.12.1993). Invece, la partecipazione dei soggetti esteri nelle imprese tunisine commerciali è libera solo se rimane inferiore al 50%, essendo obbligatoria la partecipazione maggioritaria di capitali tunisini. Gli investimenti relativi ad attività diverse da quelle previste nel suddetto Codice sono vincolati al previo accordo della Commissione Superiore d’Investimento. Le procedure per il recupero di tasse e dazi doganali pagati per l’importazione di beni destinati alla riesportazione (che normalmente deve avvenire nell’arco di un mese) sono lunghe e complesse. Per avviare un’attività commerciale gli investitori esteri devono ottenere una “carta di commerciante” che per i settori della distribuzione e della ristorazione viene rilasciata con tempi ed ostacoli amministrativi disincentivanti oppure, talora, rifiutata. Inoltre, il franchising, pur previsto nel Codice di commercio tunisino, è scarsamente regolamentato. Ad esempio, non è disciplinato il pagamento dei diritti d’uso del marchio (royalties) e le insegne tunisine sotto franchising operano spesso con contratti di distribuzione in esclusiva dei prodotti. Le restrizioni che riguardano le condizioni di lavoro e di soggiorno dei residenti espatriati costituiscono un intralcio alla flessibilità delle imprese presenti in Tunisia. I permessi di lavoro e di soggiorno devono essere in genere rinnovati annualmente ed i tempi di rilascio possono essere lunghi. Inoltre, il numero di personale straniero autorizzato a lavorare per la filiale estera è limitato a 4 persone. La Banca Centrale, peraltro, impone procedure amministrative complesse per le aziende che desiderano utilizzare gli introiti locali per il pagamento ai dipendenti esteri dei servizi di assistenza tecnica. Gli stranieri, infine, non possono investire nei settori sottoposti al regime di monopolio statale, come quello elettrico, la distribuzione dell’acqua, dei servizi postali e del tabacco. Tuttavia, si nota un'apertura per quel che riguarda la produzione in regime di concessione di elettricità. I settori energetici e minerari costituiscono l’oggetto di contratti specifici negoziati con lo Stato ed esaminati caso per caso. In materia di protezione legale sussistono, inoltre, alcune misure anti-dumping non conformi alle regole dell’OMC, né alla clausola tradizionale di salvaguardia prevista dall’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. 4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO CONGIUNTO a) Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE hanno realizzato nel corso del 2009. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 24 Nel primo semestre 2009 grazie alla collaborazione tra gli Enti fieristici italiani e l’ICE sono state realizzate 5 missioni a fiere italiane specializzate per un totale di 17 operatori tunisini invitati . L’ICE ha inoltre organizzato una missione a Tunisi di rappresentanti di Confindustria rientrante nel quadro di preparazione del prossimo Forum Economico del Mediterraneo che avrà luogo prossimamente a Roma. Nell’occasione sono stati organizzati incontri con l’UTICA, la FIPA, l’API e l’Associazione Bancaria Tunisina. Altre iniziative dell’Ufficio ICE hanno riguardato il settore del turismo con un seminario di formazione sulle Regole di Controllo della Qualità dei servizi turistici destinato a circa 95 ispettore dell’ONTT e un seminario di affiancamento con incontri con aziende tunisine nel settore del trasferimento di tecnologie. Sono, infine, state realizzate numerose iniziative per conto di strutture private quali: - presentazione a Tunisi del CIS di Napoli alla presenza di circa 80 operatori tunisini e conseguente missione di operatori tunisini in Italia in visita al CIS; - missione di delegati tunisini a Napoli per conto dell’ISVE (Istituto di Studi per lo Sviluppo Economico) realizzata come follow-up del Progetto Paese promosso dalla Regione Campania nel corso del 2008. - missione di 11 imprese italiane del settore cartario in Tunisia per conto di Lucca Promos; - missione di 9 imprese italiane in Tunisia, plurisettoriale, per conto di Padova Promex; La collaborazione tra gli Enti fieristici italiani e l’ICE è proseguita nel corso del secondo semestre con l’organizzazione di 14 missioni a fiere italiane specializzate per un totale di 54 operatori tunisini invitati. L’ICE ha inoltre preparato: - un seminario di formazione nel settore del trasferimento tecnologico in collaborazione con la Federazione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione aderente a UTICA - un seminario tecnologico nel settore dell’estrusione dei tubi in collaborazione con Assocomaplast e la Chambre Syndicale des transformateurs de plastique aderente a UTICA Numerose iniziative sono state commissionate da strutture private quali: - Missione di 6 delegati tunisini a Napoli per conto dell’ISVE - Missione di 11 imprese italiane in Tunisia con LUCCA PROMOS - Missione di 9 imprese italiane in Tunisia con PADOVA PROMEX - Corso di formazione in Italia per 8 managers tunisini sul management delle PMI presso il CUOA (Centro Universitario di organizzazione Aziendale di Vicenza) - Presentazione a Tunisi del MADE EXPO (Milano Architettura Design Edilizia) Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 25 b) Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economico-commerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici, degli Istituti di Cultura e delle Camere di Commercio Italiane all’estero Promozione dell’industria audiovisiva italiana attraverso l’organizzazione del “mese del cinema italiano”, possibilmente in concomitanza con altri eventi culturali e di immagine del “made in Italy”, grazie alla collaborazione ICE-Istituto di Cultura c) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative promozionali nel corso del 2009 Le Ambasciate e gli Uffici ICE del Mediterraneo potrebbero porsi come punti di appoggio per la diffusione di un network televisivo (creato dalla RAI) che abbia come target tutti i Paesi dell’area. E’ allo studio inoltre l’ipotesi di un progetto ICE-Istituto di Cultura che preveda la promozione del cinema italiano e del mercato dell’audiovisivo in generale. Necessario, inoltre, continuare il lavoro iniziato nel settore del turismo sulla qualità. Sono stati individuati infatti due argomenti (ristorazione e agenzie), di concerto con l’ONTT, rispetto ai quali l’ICE fornirà assistenza tecnica per la stesura di un manuale. Come espressamente richiesto dalle associazioni di categoria locali, sarebbe auspicabile la creazione di uno show room per l’assistenza tecnica in loco, nel settore delle macchine per la lavorazione della plastica. Bisogna proseguire il lavoro avviato nel settore della formazione, sia avviando progetti di assistenza tecnica alle imprese (sia in loco che a distanza), sia studiando la possibilità di corsi in collaborazione con partner italiani in loco (ad es. Istituti di Credito). d) Presenza delle Regioni in Tunisia La Regione Lombardia è rappresentata attraverso la PROMOS, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano per le Attività internazionali, con compiti di promozione internazionale dell’economia territoriale. Promos è presente sul mercato tunisino grazie alla partnership con la Società di servizi Apreime, una realtà che opera da diversi anni nel Nord Africa con sede principale in Tunisia e collegamenti con tutti i Paesi del Sud del Mediterraneo. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 2^ sem. 2009 26