previdenza agricola

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previdenza agricola
gennaio-febbraio 2010 - mensile - Poste Italiane SPA - sped. in abb. post. - Dl. 353/203 (convertito in Legge 27/02 2004, n° 46) art. 1 - comma1/DCB - Roma
PREVIDENZA AGRICOLA
mensile ENPAIA n° 1-2 anno 2010
Il futuro della Pac
La bilateralità
SOMMARIO
Enpaia
Gli enti bilaterali in agricoltura
Le prestazioni della Fondazione Enpaia
Carlo Siciliani
Pietro Massini
1
2
Micaela Taroni
Flaminia Ventura
3
5
Claudio Rangoni Machiavelli
Fabrizio De Pascale
Andrea Icardi
7
9
11
Europa
Il nuovo commissario Ciolos chiede un budget sostanzioso per l’agricoltura
La Pac e i beni pubblici forniti dai produttori agricoli
Sindacato
Quale futuro per la Pac?
Grande successo di partecipazione, visibilità e proposta politica
Crisi globale: come ne esce l’agricoltura?
Lavoro
I fatti di Rosarno
L’orrore di Rosarno…!
A proposito di Rosarno
Le intenzioni di semina degli agricoltori per il 2009-2010, secondo i dati Istat
Donne al sorpasso
Concetto Iannello
redazione
Gino Rotella
Andrea Icardi
Giuseppe De Marco
12
13
14
15
16
Simone Parola
17
Giovanna Mellano
19
Assunta Soldi
21
Milica Ostojich
22
Federico Ghera
Gianluca Cicinelli
23
24
Dopo 31 anni va in pensione la “vecchia” Finanziaria
Antonio Positino
L’incentivo per l’assunzione dei lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga Antonio Positino
Nuove competenze sull’accentramento contributivo
Maria Miligi
1° gennaio 2010: il tasso degli interessi legali scende all’1%
Maria Miligi
Nuove modalità di adesione ai fondi formazione
Alessandro Terradura
Gli indirizzi operativi per la vigilanza in agricoltura
Massimiliano Lannino
Carta acquisti: tutte le novità
Giuseppe De Marco
10 mila aziende agricole nel mirino degli ispettori
Antonio Positino
Certificazione energetica
Silvia Cina
Il circolo virtuoso
Silvia Cina
25
28
29
30
31
32
33
34
35
36
Previdenza
Pensioni: le regole e il calendario delle uscite 2010
Aziende
Intervista a Camillo Nola
Pasta
Cara pasta quanto mi costi
Vino
Palermo capitale del vino d’eccellenza
Mondo
Conferenza di Copenhagen, un (dis)accordo fra le polemiche
27 gennaio: Giornata della Memoria
Normativa
RUBRICHE
Niki de Saint Phalle
Jean nel mio cuore, 1992
Severo De Pignolis
44
Da Bruxelles
Gaetano Tutino
45
News
Daniela Lambertini
46
Dal Mondo
Marco Togna
47
P.A. risponde a cura della redazione
41
Giurisprudenza Antonio Positino
48
Medicina
42
Carta
43
Web
37
Parole
38
Fisco
39
Previdenza
40
Contratti
Stefania Sepulcri
Ran Garin
Vèronique Viriglio
Barbara Ottaviani
Giovanni Martirano
Fabio Forleo
INSERTO
Prestazioni e servizi agli iscritti all’Enpaia
ENPAIA
Carlo Siciliani
Gli enti bilaterali in agricoltura
G
li enti bilaterali hanno un’antica tradizione. Essi
affondano le origini nella storia del diritto del lavoro e del diritto sindacale. Per questo motivo
non è sempre agevole individuare la loro precisa collocazione temporale. Per comprendere l’importanza
di tali organismi è sufficiente pensare che la stessa Fondazione Enpaia, nel lontano 1936, nasce – sotto forma di
“Cassa nazionale di assistenza per gli impiegati agricoli e
forestali” (Cnaiaf) – da un accordo collettivo sindacale tra
le Confederazioni degli agricoltori e dei lavoratori agricoli,
ponendosi quindi, alle origini, come un vero e proprio ente bilaterale, gestito
dalle associazioni datoriali e sindacali del settore primario. Per lungo tempo,
infatti, le categorie sceglievano – mediante i contratti collettivi – gli “eventi”
meritevoli di tutela assicurativa e quantificavano i mezzi finanziari da destinare allo scopo. L’agricoltura vanta dunque una lontana e consolidata tradizione
in materia di enti bilaterali. Tradizione che, negli ultimi anni, si è sviluppata
e rafforzata grazie anche alle buone relazioni sindacali che caratterizzano il
settore agricolo e che hanno consentito, nel recente passato, di creare organismi (enti bilaterali), che assolvono a funzioni non certo secondarie sia rispetto
alle stesse parti costitutrici e sia rispetto ai datori di lavoro ed ai lavoratori
dell’agricoltura. Si pensi ad esempio a Foragri ed Agriform in materia di formazione, o al Fislaf ed al Fia in materia sanitaria, e soprattutto ad Agrifondo
in materia di previdenza complementare, rispetto al quale un ruolo importante, quello di service, è stato affidato all’Enpaia; questo per quanto riguarda il
livello nazionale, ma anche a livello provinciale si è sviluppata una rete articolata di enti bilaterali quali le Casse extra-legem (strumento ormai consolidato
di gestione mutualistica delle integrazioni in caso di malattia e infortunio), gli
Osservatori, i Comitati per la sicurezza, e così via. Recenti innovazioni legislative – a partire dalla legge 30 del 2003 – valorizzano in modo significativo la
bilateralità, assegnando alle parti sociali la gestione di funzioni sussidiarie,
ed in alcuni casi addirittura sostitutive, di quelle pubbliche, in materia di
collocamento, immigrazione, previdenza, sanità, formazione, integrazione
al reddito. È sicuramente auspicabile che le parti sociali del settore agricolo,
come hanno fatto in passato, siano pronte a cogliere le opportunità offerte
dal nuovo quadro normativo, realizzando un sistema bilaterale ancor più
solido e razionale. L’Enpaia, anche in considerazione delle proprie origini,
è sempre attenta al tema della bilateralità e pronta, nel rispetto dei ruoli e
delle competenze, a fornire il proprio contributo, in modo da poter assicurare ai lavoratori sempre maggiori e più efficaci forme di protezione sociale.
Non si può dimenticare, infatti, che la cosiddetta bilateralità svolge un ruolo
di fondamentale rilievo nel tessuto sociale e produttivo: avvicina il mondo
delle imprese e quello sindacale.
„
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Nuove norme
a favore della
bilateralità
1
ENPAIA
Pietro Massini
Le prestazioni della Fondazione Enpaia
L
Somme erogate
per prestazioni
2006-2007-2008
Niki de Saint Phalle
Autoportrait (Autoritratto)
1958-1959 circa
2
a Fondazione ha sempre assolto in pieno le sue funzioni istituzionali
garantendo puntualmente la liquidazione delle prestazioni dovute ai
propri iscritti per il Trattamento di Fine Rapporto, per il Fondo di
Previdenza e per gli Infortuni.
Il patrimonio mobiliare e immobiliare dell’Enpaia è ampiamente sufficiente
per garantire le prestazioni dovute agli iscritti, infatti alla fine di ogni anno
sono accantonate le prestazioni dovute all’assicurato, rivalutate ai sensi dei
regolamenti vigenti, così come certificato dai Ministeri vigilanti nel bilancio
consuntivo del 2008.
A questa garanzia patrimoniale si affianca quella gestionale che negli anni ha
visto consolidarsi la fiducia degli utenti nell’operato della Fondazione.
Le prestazioni sono liquidate entro un massimo di sessanta giorni dalla data
in cui la documentazione risulta regolare e completa, gli uffici sono sempre
a disposizione degli iscritti anche attraverso un call center sempre pronto ad
aiutare nello svolgimento delle legittime richieste l’assicurato.
L’attività della Fondazione nell’ambito dell’erogazione delle prestazioni è sintetizzata nella seguente tabella che riassume i dati degli ultimi tre anni.
bilancio
Trattamento Fine Rapporto
consuntivo
Fondo di Previdenza
Infortuni
N°
prestazioni
importo
totale €
N°
prestazioni
importo
totale €
N°
prestazioni
importo
totale €
2006
5.706
48.869.158
2.687
23.797.444
938
4.173.511
2007
5.362
47.218.569
2.089
23.305.420
862
4.330.388
2008
5.102
48.469.721
2.096
28.275.756
824
4.061.637
Oltre alle prestazioni istituzionali la Fondazione eroga, da anni, servizi per la
concessione di mutui e prestiti con Carta Enpaia attraverso una convenzione
con il proprio istituto tesoriere, la Banca Popolare di Sondrio.
Le funzioni dell’Ente si sono nel tempo ampliate con la gestione
della convenzione del Fondo di quiescenza per i dipendenti consorziali che assicura l’accantonamento di risorse per il Tfr e per le
pensioni consortili.
Inoltre l’Ente, forte del patrimonio di esperienze maturate, è diventato punto di riferimento per la gestione, in collaborazione e su mandato delle parti sociali, dei Fondi di previdenza complementare (Filcoop ed Agrifondo).
Un Ente dinamico che gestisce con efficacia le funzioni istituzionali
e che ha saputo cogliere le esigenze espresse dalle parti sociali per
mettere a disposizione dei lavoratori servizi efficienti, efficaci ed utili a garantire al meglio tutele derivanti dalla contrattazione collettiva.
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
EUROPA
Micaela Taroni
Il nuovo commissario Ciolos chiede
un budget sostanzioso per l’agricoltura
D
eciso a difendere il bilancio agricolo dell’Ue e fermamente motivato ad
avviare una stagione di riforme: il designato commissario Ue all’agricoltura, il romeno Dacian Ciolos, ha fatto in questi giorni il suo debutto ufficiale a Bruxelles rispondendo a domande degli eurodeputati
sul futuro del settore in Europa.
La battaglia non sarà facile, diversi stati membri dell’Ue vogliono limare il bilancio agricolo dell’Unione che assorbe circa il 40% dell’intero budget europeo,
ma Ciolos, già ministro indipendente all’agricoltura nel
suo paese durante il precedente gabinetto Tariceanu e
liberaldemocratico convinto, sui fondi destinati alla Politica agricola comune non intende mollare. ‘’Sono un riformatore, ma riformare non vuol dire ridurre il supporto
finanziario. Non possiamo fare una nuova Pac senza un
budget adeguato’’, ha chiarito subito davanti agli eurodeputati della commissione agricoltura, presieduta da Paolo De Castro. Già fin dall’inizio delle trattative intavolate
dal suo paese con Bruxelles, nel lontano 2000, al fine di
garantire alla Romania un futuro nell’Unione Ciolos ha conosciuto da vicino i palazzi del potere nella capitale belga
entrando a far parte prima del cosiddetto “Gruppo di Bruges” e poi, sino al 2003, del programma europeo Sapard, il
cui scopo era appunto quello di favorire lo sviluppo rurale delle nazioni dell’Europa centro-orientale candidate ad
entrare nella confederazione a ventisette membri.
Ciolos, di etnia ungherese e nato nella città transilvanica
di Zalau, è uno stimato professore universitario di agraria
prestato alla politica che di riforme se ne intende.
“Lo sforzo della riforma – ha affermato, parlando della Politica agricola comune
– deve servire a rendere più trasparente il modo in cui vengono distribuiti gli
aiuti, ma la Pac deve disporre di un bilancio importante non solo per il sostegno
al reddito degli agricoltori, ma perché è in gioco l’approvvigionamento agroalimentare dell’Ue’’.
“Le sovvenzioni dirette – ha osservato ancora Ciolos – hanno un ruolo essenziale
per la stabilità dei redditi e quindi questo meccanismo deve essere mantenuto.
L’obiettivo non è ridurre le sovvenzioni dirette, ma trovare un equilibrio tra
queste ultime e lo sviluppo rurale’’ perché il sistema sia più semplice e più equo.
Senza per questo mettere in discussione le regole della concorrenza, il commissario designato si è detto pronto anche a prendere in esame deroghe che tengano
conto della specificità e delle tante particolarità del sistema agro-alimentare e
sulla spinosa questione degli Ogm, ha sostenuto che i consumatori devono avere
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Niki de Saint Phalle
Mini Nana maison
(Mini Nana-casa)
1968 circa
Tutelare
le produzioni
e la stabilità
dei redditi
3
EUROPA
Niki de Saint Phalle
Tir de l’Ambassade
Americaine (Tiro
dell’ambasciata americana),
20 giugno 1961
Valorizzare
il ruolo
dell’agricoltura
4
la possibilità di scegliere, così come gli agricoltori. ‘’C’è bisogno di una politica
agricola forte e c’è la necessità di approvvigionare il mercato con derrate alimentari. Una riduzione della produzione è contro il nostro interesse, soprattutto in tempi di crisi’’, ha detto.
Quanto al sostegno a singole produzioni, come il caso del tabacco, il futuro commissario ha affermato che si atterrà alla riforma già decisa. ‘’Bisogna essere coerenti, ma c’è già un margine di manovra per accordare aiuti specifici a questo
settore’’, ha puntualizzato. A proposito della spinosa questione delle quote latte
che tanto sta a cuore all’Italia Ciolos sottolinea che non farà alcun passo indietro
rispetto alla decisione già presa per l’eliminazione delle quote latte, ma farà grande attenzione ai problemi specifici di singole regioni.
Le linee guida presentate da Ciolos hanno suscitato il plauso del presidente di
Confagricoltura, Federico Vecchioni ‘’Abbiamo bisogno di una Pac forte
per un’agricoltura europea ancora più forte – ha commentato Vecchioni –. La
politica comunitaria è essenziale per garantire redditi equi e stabili agli agricoltori, autoapprovvigionamento alimentare e occupazione. Chi vuole ridimensionarla spesso trascura tutto questo’’.
Per quanto riguarda i singoli settori, per Confagricoltura non vanno abbandonati
gli strumenti di regolazione dei mercati come, ad esempio, le quote, che semmai
vanno sostituiti solo con strumenti altrettanto efficaci. Per il tabacco, i sostegni
specifici cui ha fatto riferimento il Commissario in pectore vanno autorizzati e
poi salvaguardati perché sono essenziali per la sopravvivenza di un comparto
chiave in alcune specifiche aree vocate e con notevoli ricadute occupazionali.
Confagricoltura conferma la piena disponibilità per tutte le prossime occasioni di confronto con il nuovo Commissario ‘’per un mandato che, ne siamo
certi – ha concluso Vecchioni – sarà cruciale per il futuro della Pac e delle
imprese agricole europee’’.
Per Coldiretti è importante che Ciolos, abbia preso l’impegno di difendere il
bilancio agricolo. “Per noi – spiega il presidente della Coldiretti Sergio Marini
– è tuttavia altrettanto importante che, nello stabilire le priorità per il suo mandato, preveda l’adozione di politiche e strumenti di attuazione che consentano
di valorizzare il ruolo dell’agricoltura in quanto settore economico produttivo
nel rispetto del percorso intrapreso con le precedenti riforme in materia di disaccoppiamento. Questo al fine di rendere più competitive le imprese agricole
che devono potersi orientare liberamente sul mercato, ma occorre anche una
più equa ripartizione del valore della filiera alimentare che vede l’agricoltura
estremamente penalizzata, principalmente a vantaggio della grande distribuzione responsabile di un comportamento commerciale lesivo della concorrenza
lungo la catena di approvvigionamento alimentare”.
Sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole lungo la filiera e garantire
la trasparenza dei processi produttivi anche attraverso l’obbligo di indicare l’origine dei prodotti agricoli utilizzati negli alimenti sono le priorità per la Coldiretti
con l’obiettivo di meglio sostenere la lotta alla contraffazione e alle sofisticazioni
ed al moltiplicarsi degli scandali alimentari che mettono a rischio la salute dei
cittadini e si ripercuotono pesantemente sui mercati agricoli.
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
EUROPA
Flaminia Ventura*
La Pac e i beni pubblici forniti
dai produttori agricoli
I benefici che derivano dall’agricoltura si estendono alla società civile
A
pochi mesi dalla discussione sul suo “stato di salute” (meglio nota come
health check la Politica agricola comune è già nuovamente in discussione. Questa volta il dibattito è più ampio: interessa capi di stato, come
il presidente francese Nicolas Sarkozy, che l’ha difesa annunciando
agli agricoltori le misure anticrisi; è al centro del programma della
nuova presidenza spagnola e naturalmente è l’oggetto di discussione degli ambienti accademici e amministrativi che si occupano di
agricoltura in Europa.
D’altra parte la Pac è certo la grande protagonista del negoziato sul
bilancio della Ue che impegnerà nei prossimi mesi la Commissione
europea: al sostegno delle politiche per il settore agricolo e per le
aree rurali sono destinate oltre il 40% di tutte le risorse gestite direttamente dall’Unione a 27. Non si può quindi prescindere, nel dibattito sul futuro della Politica agricola comune dal documentare quelli
che sono i benefici che questa comporta non solo per gli agricoltori,
ma per la società civile ed i cittadini/consumatori nel complesso. Da
diversi mesi la Commissione europea è impegnata in queste valutazioni che sono centrate principalmente sul ruolo fondamentale che
la Pac ha avuto ed ha nell’incentivare la produzione da parte degli
agricoltori europei di beni e servizi ambientali. Infatti sebbene vi sia
un diffuso consenso sul fatto che la produzione di beni e servizi ambientali debba
essere considerata una conditio sine qua non sia per giustificare le politiche di sostegno al reddito degli agricoltori a cui è oggi finalizzato il primo pilastro sia quelle
più specifiche per le strutture agricole e le economie rurali del secondo pilastro e
cioè lo Sviluppo Rurale, questi sono ancora poco noti per il cittadino europeo.
Un notevole contributo al dibattito della Pac dopo il 2013 proviene quindi da un
recente studio realizzato dall’Istituto per la politica ambientale europea (Ieep) per
conto della Direzione generale Agricoltura e Sviluppo rurale della Commissione.
La relazione rappresenta il primo tentativo di individuare l’intera gamma di beni
pubblici forniti dai produttori agricoli a livello europeo e illustra i motivi che giustificano il contributo pubblico erogato a questo scopo. Lo studio individua un ampio
insieme di beni pubblici ambientali e sociali diversi forniti dai produttori agricoli europei, come la conservazione di paesaggi di rilevanza culturale1, dell’avifauna
dell’habitat agricolo, quali l’otarda comune e l’aquila imperiale, a rischio di estinzione in Europa, nonché dei prati a elevata diversità di specie, di cui è ricca l’Unione.
Inoltre emerge sempre dallo studio che i produttori agricoli gestiscono i terreni in
Niki de Saint Phalle
Tree of Liberty (Albero
della libertà)
2000-2001
La ricerca Ieep
1 Come per esempio, i panorami unici delle colline e delle brughiere inglesi, i paesaggi pastorali della
Transilvania meridionale, le caratteristiche terrazze della olivicoltura tradizionale e delle altre colture
permanenti in Italia e in Spagna, i pascoli d’alta quota austriaci, le praterie palustri del Meclemburgo in
Germania e le estese risaie sul delta dell’Ebro in Spagna.
*Docente di Agraria all’Università di Perugia
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
5
EUROPA
Punti critici
della Pac
Niki de Saint Phalle
nello studio di Soisy, 1980
6
modo da salvaguardare gli stock di carbonio e aiutano a preservare l’elevata qualità di acque e suoli. Gli apporti dell’agricoltura alla produzione di beni pubblici
ambientali e sociali sempre più scarsi giustificano ampiamente, secondo gli autori
il mantenimento della Politica agricola comune. Emergono tuttavia dalla relazione
alcuni punti critici che sono oggi al centro del dibattito sulla necessità di mantenere
e finanziare una politica di sostegno agli agricoltori, elementi che riguardano sia
aspetti strategici, sia questioni più operative legate alla gestione stessa degli aiuti
che possono essere riassunti nei seguenti:
• una maggior integrazione delle questioni ambientali all’interno delle diverse
misure di sostegno in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile introdotti nel
Consiglio di Goteborg che garantisca, tuttavia, un giusto equilibrio tra la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle attività agricole. Come dire che la
produzione di bei pubblici, sia ambientali sia sociali deve continuare ad essere un
prodotto congiunto e quindi complementare a quello di produzione di beni agricoli destinati sia al mercato alimentare sia a quelli emergenti del no-food (energia
tessile, farmaceutico ecc). Solo in questo modo si continua a mantenere il potere
di attivazione nelle aree di produzione del settore agricolo sugli altri settori economici di grande importanza per l’Europa e per l’Italia, come quello agroalimentare (che in Italia costituisce il secondo settore industriale per partecipazione al
pil dopo l’industria meccanica).
• La necessità di individuare obiettivi ben precisi e soprattutto quantificabili per le
misure di sostegno, anche quelle del Primo pilastro e ciò per evitare accuse di inefficacia della spesa rispetto ai risultati attesi, come è avvenuto nel recente passato a
seguito della relazione della Corte dei Conti europea sull’impatto delle misure agro
ambientali sullo stato delle risorse naturali e della condizionalità; di conseguenza si vede la necessità di una accurata selezione delle misure e degli incentivi adeguati a raggiungere gli obiettivi delineati. La trasparenza nella spesa assume una crescente importanza per la sua giustificazione. Questo comporta una sempre più attenta scelta delle misure di sostegno in relazione alla
loro efficacia, ma anche alla possibilità di accesso e di interesse da parte degli
agricoltori con una maggiore flessibilità legata alle differenze territoriali.
Lo studio sui rapporti agricoltura-beni pubblici, di recente pubblicato dalla
Commissione, costituisce quindi una importante documentazione del contributo che le nuove e sempre più diffuse pratiche agricole stanno portando
al miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita de cittadini nel suo
complesso. Un contributo che può portare ad un passo avanti nel percorso
per giustificare, non solo l’esistenza, ma il mantenimento di una Politica agricola comune a sostegno della presenza e della vitalità dei nostri agricoltori.
Certamente una valutazione dei costi che la società dovrebbe sostenere per
raggiungere gli stessi risultati in assenza delle imprese agricole in Europa porterebbe ampiamente a giustificare l’entità della spesa attuale. E questo alla luce
della crescente consapevolezza ed interesse dei cittadini/consumatori europei della
rilevanza dei beni e servizi di natura pubblica ambientali e sociali per il mantenimento e miglioramento della loro qualità di vita che la relazione pone in evidenza.
L’intera documentazione è disponibile al sito:
http://ec.europa.eu/agriculture/analysis/external/public-goods/index_en.htm
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
SINDACATO
Claudio Rangoni Machiavelli*
Quale futuro per la Pac?
Q
uale domani per l’agricoltura europea? Il dibattito sul futuro della politica agricola comune dopo il 2013 è aperto e nonostante si sia
da poco conclusa la riforma della Pac (health
check) si sta già ragionando sul prossimo settennio di programmazione.
Il 15 gennaio scorso il commissario designato all’Agricoltura, il rumeno Dacian Ciolos è intervenuto dinanzi ai
membri della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale
del Parlamento europeo. E può rappresentare questo suo
primo intervento pubblico un buon punto di partenza per
ragionare su come ci si intende muovere e su come ci si
dovrebbe muovere a Bruxelles. Confagricoltura, naturalmente, come ha sempre fatto, vigilerà attentamente e fornirà il suo contributo
propositivo.
Ad avviso di Ciolos il bilancio agricolo non si tocca ed il sistema dei pagamenti
diretti è fondamentale per mantenere stabile il reddito degli agricoltori; però
Utilizzare le
– e c’era da attenderselo – propone che le risorse vengano “riequilibrate” tra i risorse puntando
vari Stati membri, tra i produttori e tra le Regioni; in altri termini più soldi in
all’aumento
futuro per gli agricoltori dei nuovi Paesi comunitari.
della competitività
Secondo il commissario designato, le tre priorità per il suo mandato sono:
mantenimento e miglioramento di un’agricoltura sostenibile in tutta l’Ue;
una produzione agricola efficiente ed orientata al mercato, in combinazione
con alcuni meccanismi di intervento per garantire un sufficiente grado di sicurezza per gli agricoltori in situazioni di
crisi; una politica di sviluppo rurale rafforzata.
Per affrontare la volatilità dei prezzi e le
crisi, ad avviso del commissario Ciolos,
sono necessarie nuove misure di regolamentazione del mercato: un fondo di garanzia per le crisi, forme di contrattualizzazione per alcuni comparti ed altre forme di regolamentazione per il riequilibrio
dell’offerta e della domanda. Allo stesso
tempo, la Pac ha bisogno di una politica
di sviluppo rurale forte e volta alla ristrutturazione ed all’ammodernamento
delle aziende agricole, migliorando l’utilizzo degli strumenti esistenti, creandone
Niki de Saint Phalle - La Force (La Forza), 1987
*Componente della Giunta di Confagricoltura
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
7
SINDACATO
Niki de Saint Phalle
Tarot Garden (Il Giardino
dei Tarocchi), 1991
Obiettivo
prioritario
8
di nuovi (soprattutto nelle aree svantaggiate) e rendendo la gestione dei fondi
e delle risorse disponibili più efficace e trasparente.
In linea di principio si può anche essere d’accordo su molte di queste affermazioni, ma occorre essere coerenti nello sviluppo delle politiche da adottare.
Ad esempio, la competitività delle imprese non si può certamente sposare con
la richiesta di una ridistribuzione dei pagamenti diretti. Infatti i produttori
storici, tra cui quelli italiani, rischierebbero notevoli riduzioni delle entrate,
a fronte di una situazione economica già fortemente negativa per il comparto
agricolo nazionale.
Più in generale ritengo che vada evitata la dispersione “a pioggia” dei finanziamenti comunitari ed occorra semmai utilizzare le risorse, sia quelle del primo che del secondo pilastro, puntando
proprio sull’aumento della competitività delle nostre imprese.
Confagricoltura ritiene inoltre che sia
estremamente importante avere per il
prossimo futuro una Pac forte, con risorse finanziarie adeguate a sostenere
la molteplicità di funzioni che si chiede
all’agricoltura di svolgere.
Sulla base di tali presupposti credo
che, se dovesse prevalere il fronte dei
Paesi che vuole ridurre il massimale
della spesa agricola di bilancio, non
vada esclusa la possibilità di un cofinanziamento nazionale obbligatorio,
in maniera da confermare il flusso finanziario ante 2013.
Certo, ogni tentativo di rinazionalizzazione e di allontanamento dalle regole del mercato unico andrebbe rigettato in linea di principio. Tuttavia, nel
momento in cui ci si rendesse conto che i nuovi indirizzi della Pac dovessero
divergere (per non dire confliggere) con le necessità dei nostri agricoltori, ci
potrebbe essere da parte nostra un ripensamento sulla rinazionalizzazione
degli obiettivi, degli strumenti e, a questo punto, anche del finanziamento
della politica agricola.
Si tratterebbe in questo caso di una ipotesi di estrema ratio, rimanendo a mio
parere obiettivo prioritario la difesa e non la disgregazione della politica agricola comune che, per tutti questi anni, ha consentito alla nostra agricoltura di
sopravvivere e consolidarsi, pur fra mille difficoltà e pur avendo evidenziato
in più di un’occasione di non avere mai risolto del tutto un dilemma di fondo:
se evolversi definitivamente in una politica di sviluppo e sostegno di un importante settore economico qual è quello primario, o piuttosto rimanere relegata al ruolo di assistenza ad alcune fasce deboli della società moderna. „
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
SINDACATO
Fabrizio De Pascale
Grande successo di partecipazione,
visibilità e proposta politica
Il 4° congresso nazionale Uila
O
ltre 800 delegati, il 15% dei quali stranieri, in rappresentanza di 222 mila
iscritti, lo svolgimento, in contemporanea, dei congressi dei suoi sindacati di settore (Uimec, Filbi e Uilapesca), oltre 100 invitati, esponenti di
istituzioni e forze sociali, 30 giornalisti accreditati, 5 giorni di dibattito
sui principali aspetti della realtà agroalimentare del paese: il 4° congresso nazionale
della Uila, svoltosi al teatro Capranica a Roma dal 18 al 22 gennaio, è stato un grande
successo in termini di organizzazione, partecipazione, visibilità e qualità della proposta politica offerta dal sindacato guidato da Stefano Mantegazza. Il quale, ha
aperto la sua relazione introduttiva, richiamando la dichiarazione di indipendenza
degli Stati Uniti d’America e la prima Costituzione francese “che da oltre due secoli Stefano Mantegazza
proclamano l’inalienabile diritto dell’uomo alla ricerca della felicità, per sé e per
la collettività”. “Nessuna società può essere felice – ha detto Mantegazza – se non
ha il coraggio di garantire a tutti i cittadini eguali diritti civili, eguali opportunità di lavoro, quale che sia il loro sesso, la loro razza, la loro condizione sociale”.
La Uila è giunta a questo congresso dopo aver raggiunto, nei mesi scorsi, un obiettivo perseguito da tempo: l’unificazione con la Uimec, il sindacato dei produttori
agricoli della Uil. Una unificazione non “formale” ma basata sulla convinzione che
un sindacato che vuole guardare al futuro deve saper rappresentare non più solo
il lavoro dipendente ma anche quello autonomo o in conto terzi. E sulla convinzione, inoltre, che l’azione del sindacato debba poter raggiungere “chiunque” lavori, “ovunque” lavori, costruendo in ogni comune e in ogni quartiere una sede
sindacale, una “casa comune” offerta ai cittadini e ai lavoratori, italiani e stranieri. Da qui lo slogan scelto per il congresso: “il sindacato dei lavori e dei territori”
La Uila è giunta a questo congresso con un altro grande risultato acquisito: aver
saputo costruire e mantenere insieme a Fai e Flai, malgrado la “rottura” sindacale, a livello confederale, sugli accordi del 22 gennaio 2009, un solido rapporto
unitario che ha portato, nell’ottobre scorso, al positivo rinnovo del Ccnl dell’industria alimentare e di altri contratti del comparto e che mira a rinnovare, nelle prossime settimane, anche il Ccnl degli operai agricoli. Forte di questo “background”
la Uila ha proposto al congresso tre iniziative “forti” sui temi della Pac del dopo
2013, sulla bilateralità e sul problema del lavoro migrante.
Sul primo argomento, la Uila ha annunciato l’inizio di un lavoro comune con Fai e Flai per portare, all’attenzione del parlamento e della commissione europea, una proposta finalizzata
a far sì che i futuri finanziamenti della Pac dopo il 2013, siano
collegati e commisurati al lavoro effettivamente svolto e certificato; che vadano quindi solo alle imprese che producono
realmente, utilizzando vera manodopera. Su questo progetto
il congresso ha registrato il consenso di tutte le organizzazioni agricole. I presidenti di Federalimentare Giandomenico Auricchio, Confagricoltura Federico Vecchioni,
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
9
SINDACATO
È centrale
il tema
della bilateralità
10
Cia Giuseppe Politi, Copagri Franco Verrascina, Fedagri-Confcooperative
Maurizio Gardini si sono infatti dichiarati pronti a fare gioco di squadra affinché
il lavoro sia al centro della futura politica agricola comune e per costruire una strategia di sviluppo e consolidamento di tutta la filiera agroalimentare. Disco verde
anche dal presidente di Coldiretti Sergio Marini, che ha dichiarato “scordiamoci
il dissenso sul disaccoppiamento e lavoriamo per un modello post 2013”. Secondo
il presidente della commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo, Paolo De Castro, intervenuto al congresso, “i tempi sono maturi per presentare la proposta in sede Ue: grazie ai poteri non più solo consultivi che il trattato
di Lisbona attribuisce al Parlamento – ha spiegato De Castro – ci sono buone
possibilità che la proposta venga accolta e che si dia avvio all’iter legislativo”.
Altro tema centrale del congresso è stata la bilateralità, una scelta obbligata secondo la Uila per affrontare i grandi problemi dell’economia italiana e soprattutto la
piaga sociale del lavoro nero in agricoltura. Bilateralità che deve affermarsi con lo
sviluppo della contrattazione di secondo livello, aziendale e territoriale e con l’affidamento agli enti bilaterali di nuove funzioni e responsabilità ma anche di maggiori certezze, attraverso una legislazione di sostegno. Su questo argomento il ministro
del Welfare Maurizio Sacconi, dal podio del congresso ha fatto la sua “offerta”,
invitando il sindacato a “costruire insieme una rete bilaterale omogenea in tutto il
territorio per governare il mercato del lavoro e in cui si integrino controllo sociale
e controllo istituzionale” e aprendo alle parti sociali la possibilità di individuare
insieme i modi e gli strumenti per combattere il lavoro nero.
Terzo tema centrale del congresso è stata la questione del lavoro migrante al quale
la Uila ha dedicato una iniziativa specifica “il lavoro non ha colore”, alla quale hanno
partecipato 159 lavoratori stranieri, iscritti,
delegati e quadri della Uila, e che è servita a
presentare una vera e propria “piattaforma”
rivendicativa di diritti dei lavoratori migranti, finalizzata da un lato a favorire il loro coinvolgimento nella vita e negli organismi sindacali, dall’altro a definire rivendicazioni specifiche, da inserire nella contrattazione collettiva, e richieste di modifica delle leggi vigenti
da proporre in sede politica. Piattaforma
frutto del progetto “la parola agli immigrati”
avviato dalla Uila nel febbraio 2009. Particolarmente significativo l’intervento di Adolfo
Urso, viceministro allo sviluppo economico:
“L’Italia – ha detto Urso – deve saper accogliere senza paura gli stranieri che dimostrano di volersi integrare. Una delle strade da percorrere è la modifica della legge per la cittadinanza che deve essere resa
più semplice per chi parla italiano e conosce la nostra costituzione e deve essere automatica per chi è nato nel nostro paese o vi ha compiuto gli studi fin dall’infanzia”.
A conclusione dei suoi lavori, ai quali è intervenuto anche il presidente dell’Enpaia,
Carlo Siciliani, il congresso ha confermato la segreteria uscente (Stefano Mantegazza segretario generale, Tiziana Bocchi, Pietro Pellegrini e Giampiero
„
Sambucini segretari nazionali e il tesoriere Enrico Tonghini).
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
SINDACATO
Andrea Icardi
Crisi globale:
come ne esce l’agricoltura?
Convegno Coldiretti alla Fieragricola
L
e inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare nel 2009
insieme all’inganno del falso Made in Italy sono costate alle tasche degli
italiani e alle imprese agricole oltre 10 miliardi di euro. È quanto è emerso
da uno studio presentato dalla Coldiretti al convegno di apertura della
Fieragricola di Verona “Crisi globale: come ne esce l’agricoltura?” nel corso del
quale è stato presentata la fase di avanzamento del progetto “per una filiera agricola tutta italiana”. Secondo l’analisi della Coldiretti nel 2009 i prezzi riconosciuti
agli agricoltori in campagna si sono ridotti in media dell’11,1% nel 2009, ma al
consumo nello stesso arco di tempo si è verificato un aumento medio dell’1,8% per
i prodotti alimentari che sono cresciuti peraltro più del doppio dell’inflazione. Una
distorsione che ha sottratto alle imprese agricole e ai consumatori 5,8 miliardi di Sergio Marini
euro nel 2009, alla quale va aggiunto il costo dell’inganno del falso Made in Italy,
dovuto alla vendita di prodotti pagati come italiani senza esserlo per la mancanza
dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta, che vale ben 4,2 miliardi di euro, per
un totale di 10 miliardi. Pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei
prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano
oggi in media cinque volte e per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60
centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all’industria alimentare e solo
17 centesimi agli agricoltori.
Una situazione che secondo i relatori e gli economisti che hanno partecipato al
convegno non dipende dalla crisi globale ma dal ridotto potere contrattuale delle
imprese agricole nei confronti degli altri attori della filiera. “Siamo la principale
organizzazione agricola in Italia ed in Europa e per questo abbiamo il dovere di
accompagnare la protesta con una proposta concreta di lungo periodo per garantire in futuro un reddito adeguato agli agricoltori con una più equa ripartizione del valore aggiunto nella filiera” ha affermato il presidente della Coldiretti
Sergio Marini. “Questo stiamo facendo, rimboccandoci le maniche anziché abbaiare alla luna, con il nostro progetto operativo per una ‘Filiera agricola tutta
italiana’ che ha come obiettivo di recuperare valore alle imprese agricole eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete
di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole
di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto
prezzo”. “Ridurre la forbice dei prezzi che moltiplicano di cinque volte dal campo
alla tavola significa – ha concluso il presidente della Coldiretti – garantire un
reddito adeguato agli imprenditori agricoli e acquisti convenienti alle famiglie
italiane che avranno anche l’opportunità di poter comperare prodotti realmente
Made in Italy, in attesa che le Istituzioni si decidano finalmente a rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine degli alimenti che consenta una chiara
„
identificazione dei prodotti sugli scaffali dei supermercati”.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
11
LAVORO
Concetto Iannello
I fatti di Rosarno
A
Niki de Saint Phalle
Les trois Grâces
(Le tre Grazie), 1994
Occorre
lavorare per
l’integrazione
degli immigrati
12
gennaio la forza lavoro agricola nella piana di Rosarno passa da 1500
a 372. Sono 1128 gli operai agricoli trasferiti da Rosarno verso alcuni
centri di accoglienza di Bari e Crotone e verso il Nord Italia. Lavoratori
immigrati che lavoravano soprattutto in agricoltura e che vivevano in
due strutture abbandonate, una alla periferia di Rosarno ed una di Gioia Tauro.
Lo svuotamento delle due ex fabbriche utilizzate dagli immigrati come dormitori
(in località Spartivento presso l’ex fabbrica Sila e presso l’ex fabbrica Rognetta)
ha determinato quasi l’azzeramento della forza locale disponibile per il raccolto. I
fatti di Rosarno ci portano forzatamente a riflettere ancora
sull’immigrazione in Italia, non perché ci si scandalizzi
per quanto è successo ma perché ci si chieda cosa da
questa esperienza possa scaturire e il ruolo che hanno in
Italia. Sono circa 7 mila le imprese agricole condotte dagli
extracomunitari, in Italia, l’1,2% del totale. A gestirle sono
soprattutto tunisini, marocchini, albanesi, montenegrini,
macedoni e serbi. In Calabria a fronte di 35.216 residenti
stranieri regolari, pari al 7,5% della media nazionale, il
15% circa è occupato in agricoltura, anche se queste stime
risultino difficili a causa degli alti tassi di irregolarità
lavorativa (Fonte Inea: Gli immigrati nell’agricoltura
italiana, 2009). Quale fiducia meritano? Sono persone e
lavoratori, quindi “risorse” disponibili per la nostra ricchezza
e benessere nazionale di tutti: diritti e doveri in eguale forma
e intensità secondo il rispetto della legge e senza alcuna
prevaricazione economica, sociale e culturale. Riguardo i
fatti di Rosarno non possiamo chiudere gli occhi di fronte allo sfruttamento della
persona, ridotta dal bisogno economico di lavoro ad abbrutirsi per le condizioni
in cui è costretta a vivere. D’altro canto nessuno scandalo aperto per le condizioni
di lavoro imposte dagli attori economici locali, verso i quali soggetti istituzionali,
politiche e sociali non hanno garantito al territorio alcuna forma di legalità, né
hanno intercettato alcuna istanza specifica esprimendo una qualche proposta in
merito al governo del fenomeno. Per governare il fenomeno dell’immigrazione ed
evitare scoppi di violenza come quelli di Rosarno, occorrono “ordine e legalità”,
garantire i flussi di ingresso legale, lavorare per un’effettiva integrazione degli
immigrati, che è compito degli enti locali “ai quali lo Stato deve fornire risorse
sufficienti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
nel corso della sua visita del 21 gennaio a Reggio Calabria dove ha incontrato gli
studenti che partecipavano alla Giornata della Legalità. Il capo dello Stato si è
inoltre soffermato dicendo: “sono accadute cose brutte, pesanti. Uno scoppio di
insofferenza che ha mostrato il peggio di ciò che si era accumulato nell’animo dei
cittadini e degli immigrati. È nostra responsabilità collettiva di rappresentanti
dello Stato non aver saputo prevenire ciò che avremmo dovuto prevenire. Ora
dobbiamo evitare che si ripeta e respingere luoghi comuni e pregiudizi che indicano
„
la Calabria come luogo di intolleranza e di razzismo”.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
LAVORO
redazione
L’orrore di Rosarno…!
Intervista a Don Pino De Masi
G
li scontri avvenuti nel centro calabrese di Rosarno tra italiani e immigrati
ci pongono pressanti interrogativi. A Don Pino De Masi, vicario generale
della diocesi di Oppido-Palmi, parroco a Polistena e referente per la Piana
di Gioia Tauro dell’Associazione “Libera” abbiamo chiesto il perché della
violenta protesta degli immigrati africani a Rosarno.
Don Pino, che cosa è accaduto veramente a Rosarno e perché proprio lì?
Qui già vivono gli “uomini senza”: senza lavoro, senza sanità, senza
politiche sociali, senza tutela dei diritti, senza rappresentanti politici che possano dirsi tali, senza territorio, perché chi fa da padrone
non è lo Stato ma la delinquenza organizzata, senza legalità perché
è il mondo dell’illegalità diffusa. È in questa realtà che da oltre dieci
anni è nato e cresciuto sempre più il fenomeno dell’immigrazione
stagionale. Credo allora che la storia di Rosarno sia una storia di
diritti infranti e di assenza totale delle Istituzioni che avrebbero dovuto tutelare e riaffermare diritti di base e di cittadinanza, ma anche
di assenza della società civile che più degli immigrati continua ad avere paura e ad
essere succube della ‘ndrangheta.
Perché proprio l’agricoltura?
Rosarno, cinquemila famiglie, ha un’economia incentrata sulla produzione agricola,
in particolare agrumeti. La proprietà della terra, frantumata, è distribuita tra poco
meno di duemila famiglie, ciascuna delle quali possiede in media un ettaro o poco
più; insomma ad ognuna un “giardino”, come dicono a Rosarno. Dagli anni Novanta
e fino al 2008, i contributi finanziari europei per l’agricoltura meridionale venivano
concessi in proporzione alla quantità di agrumi prodotta; questo faceva sì che per
ogni ettaro il proprietario percepisse una sorta di rendita fondiaria annua, garantita dalla burocrazia europea, nella misura di circa ottomila euro per ettaro. Per i
tremila braccianti vi era la protezione previdenziale dell’Inps: bastava lavorare cinquantuno giorni, cinque in caso di calamità naturali, per avere diritto a un assegno
di disoccupazione per tutto l’anno. E negli agrumeti, a raccogliere le arance, basta la
fatica penosa dei migranti stranieri, totalmente flessibile e a costi irrisori. Così, gli
agrumi di Rosarno erano competitivi sul mercato delle derrate alimentari, data la
stabilità del prezzo di vendita. Questo assetto economico ha retto bene per quasi un
ventennio poi, nel 2008, l’Unione europea ha deciso di mutare il criterio d’erogazione dei contributi, legandolo agli ettari e non più alla produzione. Questo ha comportato che laddove il proprietario di un giardino riceveva ottomila euro a ettaro, ora
riesce a ottenerne poco più di millequattrocento. E così a Rosarno, quest’anno, molte
arance sono restate sugli alberi, il loro prezzo di vendita non copre neppure il costo
di produzione. Laddove qualche anno fa occorrevano, per il lavoro di raccolta, oltre
duemila migranti quest’anno ne bastavano meno di duecento. Nella totale incapacità
di mediazione politica da parte delle Istituzioni, è venuto così montando un disagio
e una decisione: per gli immigrati di colore non c’era più posto a Rosarno. La conti„
nuazione della storia la conosciamo tutti…!
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Niki de Saint Phalle
Coeur (Cuore), 1963
I prezzi di vendita
non coprono i costi
di produzione
13
LAVORO
Gino Rotella
A proposito di Rosarno
L
Niki de Saint Phalle
La Justice (La Giustizia),
1990
Forte l’esigenza
di giustizia
e legalità
14
e violente scene di Rosarno ci rimandano ad alcune riflessioni, sintetizzabili
in quattro punti. Il primo, riguarda il richiamo alla legalità, quando è noto
che in quella ed altre realtà il semplice richiamo oltre ad essere ovvio appare
un’invocazione generica e incompleta. Che cosa significa difatti legalità? E
qual è il nesso tra legalità e giustizia? Quando, nella mitologia greca, Antigone contravviene alle regole di Creonte, re di Tebe, e seppellisce suo fratello Polinice – traditore della patria – si limita a disconoscere la legge o risponde ad una legalità altra e
finanche suprema? Quale legalità (e da chi) è stata rispettata a Rosarno?
Secondo punto. In Calabria è assai difficile per un imprenditore agricolo rifiutare
l’offerta, o l’imposizione, di manodopera da parte delle ‘ndrine. In aggiunta, da sempre, tranne la fase della gestione pubblica del Collocamento, il lavoro agricolo è gestito
da campieri e caporali, i quali raramente si sottraggono alle regole della ‘ndrangheta.
Sicché un imprenditore che voglia assumere un lavoratore, locale o straniero, deve
rivolgersi ad uno di essi poiché né i Centri per l’impiego né le
aziende di somministrazione di manodopera sono in grado di
fornire alcunché. Ciò non solo a Rosarno, ma ovunque, in Italia.
È legale rivolgersi al caporale? Certo che non lo è, ma non esiste alternativa. La stessa cosa vale per un lavoratore, bianco o di
colore: per lavorare deve rivolgersi ineluttabilmente alla piazza,
ad amici o ad un caporale. E quando le piazze si riempiono di
disperati, in particolare in terra di mafie, solo gli irresponsabili e
gli allocchi possono illudersi che quel mercato del lavoro si possa
autoregolare; o meglio, può succedere, ma le regole le decidono
altri, non lo Stato.
Terzo. Migliaia di persone si addensano alle porte della città in
tuguri privi di tutto, pregni di sudore, sporcizia e sangue. Nessuno vede, tutti sanno e le autorità locali guardano altrove. Mentre tutto prosegue in una plumbea normalità fatta di pestaggi
e continue sfide tra miserabili divisi dal colore della pelle e dal
sistema di protezione individuale e collettiva in una terra dove un capobastone decide
vita e morte. Una normalità in cui la legge non esiste. Un esempio. Il Testo unico
sull’immigrazione pone a carico del datore di lavoro l’obbligo di stipulare un contratto
di soggiorno in cui sia previsto l’alloggio per il lavoratore. È ovvio. Trattandosi di lavoro nero, quelle aziende non rispettano nulla: né contratto sindacale, né salario, né
diritti; figuriamoci se garantiscono l’alloggio. La stessa legge prevede che “Lo straniero regolarmente soggiornante può accedere ad alloggi sociali, predisposti secondo
i criteri previsti dalle leggi regionali, dai comuni di maggiore insediamento degli
stranieri.” Ci sono quegli alloggi? Evidentemente no. La Regione si è dotata di una
legge di attuazione del Testo unico? Evidentemente no. Il Comune ha predisposto
strutture alloggiative per destinarle a chi ne avesse bisogno? Evidentemente no. Un
chiaro esempio di come il richiamo alla legalità, se non vuole essere ipocrita, passa
dal rispetto delle leggi da parte delle stesse autorità. Ora, passati gli echi di ribellione,
quelle stesse (sedicenti) aziende stanno cercando di convincere gli immigrati a tornare.
Alcuni, spinti dalla miseria, stanno già tornando per sottostare da schiavi alle regole
della piazza e dei caporali. Regole antiche che non sono retaggio del sottosviluppo e
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
LAVORO
dell’arretratezza ma elementi di un’economia distorta dalla presenza onnivora della
‘nrangheta che partecipa così alla complessità della globalizzazione.
Quarto ed ultimo punto. Come si palesa lo Stato, in quella parte del Paese? I recenti
colpi assestati alle mafie, non vanno sminuiti. Ma non possono neanche essere enfatizzati fino al punto di oscurare il retroterra, la cultura e l’insieme delle relazioni mafiose nelle quali il recente conflitto è esploso. Dall’Informativa del ministro Roberto
Maroni in Parlamento apprendiamo che a Rosarno l’azione delle Forze dell’ordine è
servita, tra l’altro, per costituire una task force allo scopo di disporre un esame della
situazione igienico-sanitaria delle strutture utilizzate come dormitorio dagli immigrati. Conseguentemente le stesse strutture sono state sgomberate, procedendo al
trasferimento di circa settecentocinquanta persone. È da anni che quella situazione
andava avanti in quel modo, perché la task force è stata costituita solo dopo i tumulti?
Ed a quale senso di giustizia risiede l’allontanamento dei più deboli? Ecco in sintesi
la questione Rosarno. Destinata a permanere tal quale, fino a quando non ci sarà una
rivolta – questa sì – storica in grado di rompere e sconfiggere la perversa ed estesa
filiera criminale che priva le aziende di profitti e redditi trasparenti, sottrae salario e
diritti ai lavoratori, toglie certezze ai consumatori. Mentre quel giorno, da Rosarno,
oltre ai migranti di colore, accompagnati dalla polizia, sono stati trasferiti altrove il
„
diritto, la dignità umana e la speranza.
Le intenzioni di semina degli agricoltori
per il 2009-2010, secondo i dati Istat
I
Le funzioni
dello Stato
Andrea Icardi
l consolidarsi della nuova Pac, l’instabilità dei mercati e la conseguente diminuzione dei prezzi di vendita
dei principali prodotti agricoli, in particolare, ha reso più difficile per gli agricoltori l’organizzazione delle
semine della campagna agraria corrente. Come è dimostrato anche dall’aumento dei terreni dichiarati a
riposo e di quelli sui quali viene effettuata una manutenzione minima, in attesa di valutare se procedere
alla semina e su quali coltivazioni puntare.
L’Istat, come ogni anno, ha pubblicato i risultati della rilevazione campionaria sulle intenzioni di semina
delle principali colture erbacee riferita all’annata agraria 2009-2010. Il campione è di circa 8 mila aziende.
Rispetto alla precedente annata, per quella del 2009-2010, è previsto un aumento delle superfici destinate alla
coltivazione di frumento duro +4,1%, e tenero +1,1%, di riso +2,1%. Mentre si prevedono diminuzioni???????
per le
superfici di mais da granella di -4,4% dei cereali minori, quali sorgo -33,2 %, orzo -14,0%, avena -6,2% e dei semi
oleosi, in particolare del girasole -15,1% e della colza -3,8%. Al contrario, la soia registra un aumento del 2,4%,
che riesce solo in parte a bilanciare la diminuzione degli altri prodotti del comparto.
Sul fronte delle ortive si evidenzia una complessiva diminuzione delle superfici investite a pomodoro -13,9% e
a legumi freschi -10,4%, a fronte di un aumento di quelle destinate alle altre ortive +18,5%. Per le leguminose
da granella risulta in diminuzione sia la superficie investita a piselli -9,4% sia quella a fagioli e fave -4,1%.
Sostanzialmente stabile la superficie investita a foraggere temporanee, mentre è in calo quella coltivata a patata
-7,8%. Dal punto di vista territoriale, le superfici a frumento tenero hanno un andamento divergente tra le
regioni settentrionali, con un calo più marcato a Nord-Est che a Nord-Ovest, e quelle centrali +23,1%, mentre
per quelle a frumento duro si prevede un aumento, in prevalenza al Centro +9,9%.
L’attesa diminuzione nazionale delle superfici destinate a mais da granella è da ricondurre, in primo luogo, ad
un consistente disinvestimento nelle regioni del Nord-Est -8,3%, mentre per la coltivazione di girasole il calo
dovrebbe interessare quasi interamente le regioni del Centro -16,7% e del Sud e Isole -17,7%.
Per il pomodoro si attende una riduzione delle superfici sia al Nord-Est sia al Sud e Isole: entrambe -17,6%. „
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
15
LAVORO
Giuseppe De Marco
Donne al sorpasso
Presto le lavoratrici supereranno i lavoratori
“W
Niki de Saint Phalle sulla
sua sedia Charly mentre
dipinge una versione
ridotta di Le monde
(Il mondo)
L’Italia a due
velocità
16
e did it!” Ce l’abbiamo fatta! Recita la copertina del primo numero
dell’Economist del 2010. Chi sia ad avercela fatta lo si intuisce (con
qualche fatica, almeno per il lettore italiano, che certo ha ben poco da
rallegrarsi) dall’immagine di una casalinga in tuta da lavoro e sguardo
fiero. Incredibile a dirsi ma sono proprio loro: le donne! Anzi, di più, le donne lavoratrici,
che nei prossimi mesi – secondo le stime del settimanale inglese – supereranno in numero i
colleghi maschi e diventeranno la maggioranza della forza lavoro. Il che, in un momento non
particolarmente prodigo di notizie di cui rallegrarsi, rappresenta senza dubbio un evento da
celebrare, risultato peraltro di un cammino graduale e costante iniziato 50 anni or sono e
destinato a durare almeno altrettanto. Ma i maschi italiani stiano pure tranquilli sulle loro
poltrone. Stiamo parlando, naturalmente, degli Stati Uniti. E di un buon numero di Paesi
dell’Ocse, soprattutto nel nord Europa. L’Italia invece, come emerge dall’inchiesta curata
dalla prestigiosa rivista britannica, rimane comodamente appollaiata nelle ultime posizioni,
lontana non solo dai vertici della classifica ma anche dalla media europea. Nonché, è bene
ricordarlo, dagli obiettivi della strategia europea di Lisbona, che vede proprio l’incremento del
tasso di inclusione delle donne nel mercato del lavoro tra i principali traguardi per l’Europa
di domani. I motivi fondamentali di questo ritardo secondo Carlo Dell’Aringa – professore
di economia politica all’Università cattolica di Milano e membro della task force costituita
nel 2003 dalla Commissione europea per fare il punto proprio sulla Strategia di Lisbona
– sono principalmente due: «La differente qualità dell’istruzione delle varie generazioni»
con un tasso di partecipazione proporzionale al livello di istruzione raggiunto. «Segno che il
processo di ricambio generazionale non si è concluso completamente». «L’altro elemento –
prosegue Dell’Aringa – è quello del territorio, infatti lo squilibrio territoriale resta davvero
penalizzante per l’Italia». Diciamo che, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, l’Italia
procede (come sempre) a due velocità. Con punte di eccellenza in regioni come la Toscana
o l’Emilia Romagna e un ritardo imbarazzante nel Mezzogiorno, legato alla complessiva
arretratezza socio-economica. Il risultato è che, mentre in Europa ben sei degli otto milioni
di nuovi posti di lavoro creati a partire dal 2000 sono andati alle donne, in Italia le donne
restano il 20% in meno degli uomini. Per non parlare del problema legato alla disparità
di trattamento economico. In ogni caso, quel che è certo è che la presenza delle donne nel
mondo del lavoro sia destinata ad aumentare ovunque. Così come non c’è dubbio che occorra
prendere in considerazione le conseguenze sociali del fenomeno. Anzi, l’ora di rivedere un
welfare pensato quando le donne stavano per lo più a casa è scoccata da un pezzo (basti
pensare solo agli orari scolastici, con lezioni solo la mattina e vacanze estive lunghe tre
mesi). Ed è anche per questo che è appena nato un osservatorio tutto al femminile chiamato,
significativamente, “PareoDispare”, che vigilerà sulle discriminazioni nei confronti delle
donne: per le pari opportunità di lavoro e di carriera, per il merito, per contrastare gli stereotipi
femminili diffusi dai media che influenzano l’accesso e il trattamento nel mercato del lavoro,
la segregazione orizzontale e verticale, le retribuzioni. Il comitato, guidato dall’economista
Fiorella Kostoris e dal vice presidente del Senato Emma Bonino in qualità di presidente
onorario, è stato presentato lo scorso 11 gennaio in una conferenza stampa che è stata aperta
„
dal presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Giuliano Amato.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
PREVIDENZA
Simone Parola
Pensioni: le regole e il calendario
delle uscite 2010
S
i è aperta lo scorso primo gennaio la prima finestra utile dell’anno per accedere alla pensione. La finestra consente il ritiro anticipato per i lavoratori dipendenti che hanno maturato i requisiti (58 anni di età e 35 di contributi) entro il
30 giugno 2009, ossia prima dell’entrata in vigore del meccanismo delle quote, in base al quale si consegue il diritto alla pensione al raggiungimento di una quota
data dalla somma tra età anagrafica e contribuzione. Ad essi vanno ad aggiungersi i
lavoratori dipendenti che hanno totalizzato almeno 40 anni di contributi entro il 30
settembre 2009, indipendentemente dall’età e i lavoratori autonomi che entro il 31
dicembre 2008 potevano far valere 35 anni di contributi e 59 anni di età. La finestra
di gennaio interessa anche coloro che richiedono la pensione di vecchiaia, ossia i
lavoratori che hanno compiuto 65 anni di
età (60 per le donne) entro il 30 settembre 2009, se dipendenti, oppure entro il
30 giugno dello scorso anno, se autonomi.
Le finestre di uscita sono state modificate
dalla legge 247/2007 di riforma del sistema pensionistico, che oltre a introdurre il
sistema delle quote, ha allungato i tempi
di attesa per ricevere la pensione e le ha
previste anche per la pensione di vecchiaia. Vediamo nel dettaglio requisiti e tempi
di uscita.
Pensione di anzianità con meno di
40 anni di contributi
A partire dal 1° luglio 2009 i lavoratori
dipendenti che raggiungono quota 95 (come somma di età e contributi), con una età
minima di 59 anni, hanno a disposizione 2 sole uscite: dal 1° gennaio dell’anno successivo se raggiungono i requisiti entro il primo semestre dell’anno, dal 1° luglio sempre
dell’anno successivo se raggiungono i requisiti entro il secondo semestre dell’anno.
Tempi più lunghi per gli autonomi che devono attendere il 1° luglio dell’anno successivo se maturano i requisiti (quota 96 con una età anagrafica minima di 60 anni) entro
il 30 giugno oppure il 1° gennaio del secondo anno successivo se maturano i requisiti
entro il 31 dicembre.
Niki de Saint Phalle
Californian Diary
(Diario californiano),
1994
Requisito contributivo minimo di almeno 35 anni
Lavoratori dipendenti
Periodo
Somma età e Età anagrafica
anzianità
minima
Lavoratori autonomi
Somma età
e anzianità
Età anagrafica
minima
Dal 01/07/2009 al 31/12/2010
95
59
96
60
Dal 01/01/2011 al 31/12/2012
96
60
97
61
Dal 01/01/2013
97
61
98
62
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
17
PREVIDENZA
Con meno di 40 anni di contributi
Decorrenza della pensione
Requisiti maturati entro il
Lavoratori dipendenti
Lavoratori autonomi
30 giugno
1° gennaio anno successivo
31 dicembre
1° luglio anno successivo
1° luglio anno successivo
1° gennaio secondo anno
successivo
Pensione di anzianità con almeno 40 anni di contributi
In questo caso le vie di uscita sono 4. Per i lavoratori dipendenti le finestre si aprono
il 1° luglio, il 1° ottobre, il 1° gennaio dell’anno seguente e il 1° aprile sempre dell’anno seguente se i requisiti sono stati maturati rispettivamente entro il 31 marzo, il 30
giugno, il 30 settembre e il 31 dicembre. Per le finestre di luglio e ottobre è richiesta
un’età anagrafica minima di 57 anni. Le finestre dei lavoratori autonomi sono ritardate di tre mesi rispetto ai lavoratori dipendenti, ma per loro non sono previsti requisiti
anagrafici.
Con almeno 40 anni di contributi
Decorrenza della pensione
Requisiti maturati entro il
Lavoratori dipendenti
Lavoratori autonomi
31 marzo
1° luglio stesso anno*
1° ottobre stesso anno
30 giugno
1° ottobre stesso anno**
1° gennaio anno successivo
30 settembre
1° gennaio anno successivo
1° aprile anno successivo
31 dicembre
1° aprile anno successivo
1° luglio anno successivo
* Con almeno 57 anni di età entro il 30 giugno
** Con almeno 57 anni di età entro il 30 settembre
Pensione di vecchiaia
Tempi più lunghi anche per le pensioni di vecchiaia che fino al 1° gennaio 2008 decorrevano dal primo giorno del mese successivo alla maturazione di tutti i requisiti
richiesti, ovvero dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Anche in questo caso sono previste uscite diverse per i lavoratori dipendenti
e autonomi. Per i primi il diritto al trattamento pensionistico scatta dal primo giorno
del secondo trimestre successivo a quello in cui sono stati raggiunti i requisiti anagrafico e contributivo, mentre per i lavoratori autonomi le distanze sono maggiori poiché
per loro la pensione decorre a partire dal secondo semestre successivo a quello in cui
hanno maturato il diritto.
Requisiti maturati
entro il
18
Decorrenza della pensione
Lavoratori dipendenti
Lavoratori autonomi
31 marzo
1° luglio stesso anno
1° ottobre stesso anno
30 giugno
1° ottobre stesso anno
1° gennaio anno successivo
30 settembre
1° gennaio anno successivo
1° aprile anno successivo
31 dicembre
1° aprile anno successivo
1° luglio anno successivo
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
AZIENDE
Giovanna Mellano
Intervista a Camillo Nola
C
amillo Nola, vice presidente dell’Unione
agricoltori della provincia di Cosenza. 41
anni, Imprenditore Agricolo, sin dal 1992
si occupa attivamente di aziende operanti
nel settore frutticolo e zootecnico; gestisce, insieme
ai familiari, un’impresa agricola che impegna risorse
umane per circa 80.000 giornate lavorative annue,
oltre ad una stalla che produce 60.000 quintali di latte “Alta qualità”.
Dal 2004 ricopre la carica di presidente dell’Agroalimentare Assolac, Cooperativa agricola di produttori
di latte calabresi.
Cosa rappresenta Assolac oggi?
È una filiera composta da 140 allevatori calabresi che produce, trasforma e
commercializza annualmente circa 40 milioni di litri di latte, 32 milioni di
“Alta qualità”. ertificata.
Raccogliamo circa il 70% del consegnato regionale e rappresentiamo l’85%
del mercato del latte fresco e il 40% del caseario in Calabria.
Nel panorama nazionale esistono tante filiere del latte, la vostra
come si posiziona?
Sicuramente ci sono altre filiere più significative per dimensione e fatturato,
la nostra cooperativa è considerata tra le tre più efficienti nel mezzogiorno.
Cosa intende per efficiente?
Oggi si dibatte se è meglio la filiera corta o lunga, per noi produttori calabresi è importante il risultato della liquidazione
del latte nelle stalle, le strutture di trasformazione e di distribuzione devono essere
efficienti e soprattutto strumentali a questo
scopo.
In produzione conseguire il titolo di stalla
“Alta qualità” non è tutto, è necessario mantenerlo con costanza, e in questo ambito non
ci sentiamo inferiori a nessuno a livello nazionale.
Questo peraltro è il risultato di 54 anni di
lavoro che ha visto tanti protagonisti prima
dell’attuale generazione di produttori e cooperatori.
Quali scelte strategiche hanno inciso, negli anni, per raggiungere
questi risultati?
Il concetto è semplice, ci siamo concentrati a produrre bene il latte nelle
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Niki de Saint Phalle
Last Night I Had a Dream
(La notte scorsa
ho fatto un sogno)
1968-1988
19
AZIENDE
stalle, abbiamo imparato a trasformarlo con le migliori tecnologie disponibili, e abbiamo sempre voluto delegare ai migliori specialisti il compito di
commercializzarlo.
Intende il gruppo Granarolo?
La partnership distributiva con il gruppo Granarolo ci ha consentito di esprimere al massimo la potenzialità dei
nostri marchi locali; con la più importante filiera nazionale del latte fresco
abbiamo costituito la Calabrialatte spa società di cui Assolac detiene il 50%.
Il latte fresco oltre ai valori del territorio, di qualità e sicurezza, porta con sé
un fortissimo contenuto di servizio che è fondamentale per competere.
Come si inserisce Assolac all’interno del contesto economico calabrese?
Abbiamo dimostrato come investendo seriamente, anche attraverso l’apporto di risorse pubbliche, si possa ottenere reddito sufficiente ai produttori e
occupazione regolare stabile.
Oggi occupiamo circa 100 persone direttamente e 800 unità indirettamente
nelle stalle dei soci.
Quali sono i nodi da affrontare nel contesto agricolo calabrese?
I problemi sono innumerevoli, complessi, e soprattutto sono sempre gli stessi
degli ultimi 30 anni, aggravati da un quadro di globalizzazione di mercato
che penalizza le aree e le imprese meno attrezzate e favorisce le economie
regionali più intraprendenti e competitive.
Con il Psr agricolo 2007-2013 le imprese avranno tante risorse a
disposizione…
La programmazione comunitaria è solo un pezzo di un complesso mosaico
che va ricomposto con grande serietà ed impegno quotidiano: l’attuale bilancio regionale prevede solo lo 0,003% come risorse libere destinate
al settore agricolo, quando l’incidenza del settore sul pil regionale è del
6,4% con addetti pari al 12,4% sul totale degli occupati; necessita fare
di più in questa direzione rispetto ad altre Regioni che hanno dotazioni
di spesa più significative.
Comunque, a mio parere, alla base di qualsiasi progetto di sviluppo deve compiersi la rifondazione delle funzioni pubbliche regionali; oggi è la vera, grande emergenza calabrese e del mezzogiorno; é
illusorio ed intriso di demagogia il clima di attesa che si è respirato
intorno al Psr 2007/2013; è vero che la Calabria ha sempre bisogno
di risorse, ma è ancora più necessario prima dei soldi lo sviluppo di
una cultura fatta di cooperazione tra imprese ed istituzioni pubbliche, di scelte serie in tema di politica agricola, poi soltanto lavoro
„
duro per recuperare le distanze con il resto del Paese.
20
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
PASTA
Assunta Soldi
Cara pasta quanto mi costi
Dinamica dei prezzi poco chiara? Scatta l’indagine di Mr Prezzi
A
dare retta ai maggiori produttori di pasta in Italia il prezzo di questo alimento,
tanto caro alla nostra tradizione e cultura, è “libero e non amministrato”; fatto
sta, tuttavia, che la pasta continua ad essere troppo cara, segnalando aumenti
per dieci volte più del grano. Ora il Garante dei prezzi, Mr Prezzi, rileva che se
ad ottobre 2006 per un chilo di frumento duro (materia prima) si pagavano 0.15 euro e
per un chilo di semola (semilavorato) 0,27 euro, mentre un chilo di pasta si vendeva a 1,18
euro al consumatore; se arriviamo a novembre 2009 il prezzo all’origine era 0.18 (+4,2 %),
all’ingrosso a 0,31 (+7,1 %), al consumo a 1,65 euro (+39,7 %).
L’elaborazione del Garante sui Prezzi su dati Istat e Ismea tra marzo e maggio 2008
risulta emblematica in tal senso: dopo un’impennata dei prezzi, quelli della materia
prima e quelli all’ingrosso incominciano a scendere mentre, e qui sta il nodo dell’analisi,
quelli al dettaglio continuano la fase crescente per poi assestarsi su un trend stabile.
Questa è un’anomalia, a quanto pare, tutta del mercato della pasta. In un mercato
concorrenziale il prodotto stesso subisce una diminuzione della sua quotazione per
effetto della diminuzione dei prezzi all’ingrosso per un periodo relativamente stabile.
Ne consegue, in genere, una differenziazione, l’eventuale uscita dal mercato di alcuni
produttori, una diminuzione infine dei prezzi al dettaglio. Quando questo non avviene
c’è qualche anomalia che altera il mercato.
Ritornando al mercato della pasta, dunque, nonostante il deciso calo dei prezzi della
materia prima e della semola, i prezzi del prodotto finito non sono diminuiti, anzi hanno
continuato a segnalare un aumento.
Questa strana dinamica dei prezzi era stata segnalata da una prima indagine del Garante
dei prezzi; ci sono stati poi una serie di incontri con i produttori, dopo che l’indagine
dell’Antitrust si era risolta con una multa per 12,5 milioni di euro a 24 pastifici e due
associazioni del settore, confermata ad ottobre dal Tar che ha di fatto in seguito respinto
il ricorso dei pastifici.
Il Garante dei prezzi dopo aver completato la nuova indagine sull’andamento dei prezzi negli
ultimi 12 mesi sta preparando un nuovo attacco ai produttori della pasta. Probabilmente
saranno convocati nuovamente i pastai e tutte le parti coinvolte nella filiera ad un tavolo
tecnico per discutere di un mercato la cui dinamica dei prezzi risulta, nella migliore delle
ipotesi, poco virtuosa sperando di non trovarsi dinanzi ad un comportamento poco corretto
nei confronti dei consumatori. Ricordiamo che grazie agli sms è stato possibile segnalare
anomalie sui prezzi dei prodotti, ed è stato chiesto agli operatori di intervenire prima che
intervenisse il Garante stesso, ma alla fine si sono adeguati.
Ora, nel caso in cui i pastai non dovessero cedere, il Garante prevede addirittura una
riforma del mercato da presentare al vaglio del Governo come già accaduto per il
mercato dei carburanti.
L’Italia con 3.228.000 in termini di tonnellate prodotte è il primo produttore mondiale
seguito dagli Stati Uniti con 2.000.000 e se guardiamo al consumo medio annuo di
pasta pro capite, l’Italia è nuovamente al primo posto con 28,2 kg. È dunque chiaro che
la dinamica dei prezzi in questo settore ha un impatto rilevante non solo sulla domanda
interna, ma anche sulle esportazioni considerando le potenti evocazioni culturali di questo
„
alimento per l’economia del nostro Paese.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Niki de Saint Phalle
The Devil XV (Il Diavolo XV),
1997
Attività del
Garante dei prezzi
21
VINO
Milica Ostojich
Palermo capitale del vino
d’eccellenza
N
Niki de Saint Phalle
Nana pomme de terre
(Nana patata), 1975
Italia al terzo
posto per
superficie vitata
nel mondo
22
ato nel 1994, il Concours Mondial de Bruxelles, ormai diventato un appuntamento di straordinaria importanza nel mondo del
vino di qualità, dopo aver visitato il Portogallo, l’Olanda, la Francia
e la Spagna, nel 2010 accenderà i riflettori sull’Italia. Questa 17a edizione del Concorso sarà ospitata a Palermo, dal 23 al 25 aprile, che diventerà
la capitale del vino dì eccellenza; la città è stata prescelta dall’organizzazione
per lo svolgimento dell’intera manifestazione e delle degustazioni dei vini provenienti da tutto il mondo.
Fino al 2006 questa competizione internazionale si è svolta
in Belgio e da quell’anno ne ha abbandonato i confini per
rendere omaggio ad altri Paesi. La grande kermesse dedicata
all’eccellenza dei vini così riconoscerà alla Sicilia un ruolo di
primissimo piano nel panorama enologico mondiale, dove
si coniuga la storia enologica con la cultura, la tradizione e
con tutta la storia della Sicilia. Proprio così come è stata già
riconosciuta in tutti questi anni con i più importanti premi:
basta solo ricordare che nel 2009, 146 i vini siciliani (hanno partecipato 604 vini italiani in totale al Concorso) sono
riusciti ad ottenere 22 “Medaglie Oro” (tra 68 in totale per
l’Italia) e 5 “Grande Oro” (tra 7 in totale per l’Italia). Questi
prestigiosi premi li possono ottenere soltanto quei vini che
hanno ricevuto i migliori giudizi in assoluto da 250 giurati internazionali professionisti e competenti provenienti da 40 paesi. Questa è una grande notizia
per la Sicilia nel contesto dell’Italia che come è noto è il primo Paese al mondo
per la produzione di vino, oltre che per le esportazioni. Sempre va bene ricordare che il Bel Paese si trova al terzo posto per superficie vitata nel pianeta.
Alla Conferenza stampa del 27 gennaio, presso la Stampa estera a Roma, hanno presentato questo evento Raffaele Lombardo, presidente della Regione
Sicilia, Baudouin Havaux, presidente del Concours Mondial de Bruxelles,
Leonardo Agueci, presidente dell’Irvv e Giorgio Calabrese, presidente
nazionale Onav. Il presidente Lombardo ha concesso esclusivamente per “Previdenza Agricola” un’intervista esprimendo la sua soddisfazione: “Sono convinto che la Sicilia è la regione più ricca di risorse in Europa, anche per la sua
posizione geografica, per il suo clima, per la sua terra. Il vino è una delle sue
espressioni e credo anche che sia un ambasciatore delle meraviglie della Sicilia; sono tanti i vini, uno più buono dell’altro, che esprimono il meglio della Sicilia e per Palermo, come prima città ad ospitare questo straordinario evento
in Italia, rappresenta anche uno stimolo a fare meglio. Il vino rappresenterà
una terra ricca di un patrimonio inestimabile e valorizzerà meglio quello che
abbiamo e su quello lavoreremo fino in fondo”.
„
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
MONDO
Federico Ghera
Conferenza di Copenhagen,
un (dis)accordo fra le polemiche
N
ella capitale danese Usa e Paesi in via di sviluppo hanno firmato intenti comuni, con l’Unione europea esclusa di fatto dal dibattito.
Lo scorso 19 dicembre si è concluso il vertice mondiale sul clima
e sulle emissioni di gas organizzato a Copenhagen dall’Onu, dove
hanno partecipato oltre 190 rappresentanti di Stati nazionali. Di quei 13 giorni
di colloqui e dichiarazioni, la cosa maggiore che si ricorderà sarà il clima di
tensione e di polemica che ha diviso più che unire le varie componenti, e soprattutto ha portato ad un esito che di fatto soddisfa i
pochi e delude i molti. L’accordo finale, firmato in realtà solamente dagli Stati Uniti, dalla Cina, dall’India,
dal Brasile e dal Sudafrica, con gli altri Paesi (tra cui
l’intera Comunità europea) rimasti a guardare in tacito
silenzio, prevede innanzitutto che tutti gli Stati si dovranno impegnare d’ora in poi a far si che l’aumento di
temperatura del Pianeta rimanga al di sotto dei 2°, ed
inoltre l’erogazione di un fondo economico di 100 miliardi da parte dei Paesi industrializzati da destinare ai
Paesi in via di sviluppo per incentivare la riconversione
energetica e la riduzione delle emissioni.
Negli altri punti, c’è l’invito alla pubblicazione ufficiale
da parte di ogni Paese riguardo il proprio obiettivo di
riduzione di diffusione dei gas e l’appuntamento ad un
nuovo incontro mondiale nel novembre 2010 in Messico per definire il nuovo trattato sul clima. Essenzialmente, ciò che è uscito fuori dalla conferenza di Copenhagen, costata fra l’altro
circa 215 milioni di dollari, altro non è che un sommario di intenti da vincolare
poi legalmente in seguito. Non è stato cioè deciso nulla di definitivo, ed inoltre
gli accordi hanno numerosi punti scoperti. In primis la cifra pattuita da stanziare dei Paesi più ricchi è assai fuori dalla portata della maggior parte delle
unità nazionali e sovranazionali.
La stessa Ue, di cui facciamo parte, si è impegnata a sostenere una spesa di
appena 2,4 miliardi ogni tre anni. Inoltre, non sono state inserite le percentuali
di riduzione dei gas serra cui i Paesi avrebbero dovuto attenersi, e quindi il
documento finale manca di riferimenti ben precisi. La conseguenza maggiore
sarà che un Paese come la Cina, già avverso ad imposizioni esterne, non approverà un monitoraggio internazionale sul livello di emissioni, e la cosa “divertente” è che per ora nessun organo potrà sanzionargli eventuali negligenze. Se
legalmente, come ha spiegato Robert Orr, senior official delle Nazioni unite,
“prendere atto” dell’accordo equivale ad un’adesione piena, sondando gli umori
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Niki de Saint Phalle
Le Grand Diable (The Devil)
(Il Grande Diavolo), 1989
Nuovo
incontro nel
novembre 2010
23
MONDO
dei partecipanti è apparso chiaro che molte nazioni, pur non opponendosi, non
si sentono in sintonia con le decisioni prese. Sugli scudi la nostra Unione europea, rappresentata nell’occasione da Andreas Carlgren, ministro dell’ambiente della Svezia, che ha affermato che è stato tutto un fallimento, (de)merito
degli Usa e della Cina, che si sono opposte alla strategia mossa dall’Europa che
avrebbe portato tagli netti delle emissione di gas a effetto serra, con conseguente minor produzione industriale.
Di contro, i Paesi in via di sviluppo considerano quelli industrializzati la causa
delle variazioni climatiche, e pertanto pretendono che siano le economie sviluppate a impegnarsi maggiormente nella diminuzione di emissioni. Barack
Obama ha concluso la conferenza affermando che “per la prima volta nella
storia le più grandi economie hanno accettato le loro responsabilità per agire
contro il pericolo dei cambiamenti climatici.” Una visione positiva in una si„
tuazione che in realtà offre ostacoli e divergenze.
27 gennaio: Giornata della Memoria
C
Gianluca Cicinelli
i ha pensato il regime iraniano a ricordare al mondo che la commemorazione delle
vittime della Shoa è una ricorrenza che ha un senso nel presente e non solo per il
passato. Dalla Polonia all’Italia, sono state tantissime le manifestazioni che hanno
celebrato il 65esimo anniversario dal giorno in cui i soldati dell’Armata Rossa
liberarono i prigionieri di Auschwitz-Birchena. Proprio ad Auschwitz si è svolta la cerimonia
principale, cui hanno preso parte tra gli altri il primo ministro israeliano Beniamyn
Netanyahu, e il presidente del Parlamento europeo, il polacco Jerzy Buzek. Insieme a loro
i sopravvissuti, sempre di meno con il passare degli anni, ma pronti a tutto pur di essere lì a
lasciare il loro messaggio ai giovani: “Non dimenticate”. E puntuale come non mai, è arrivato
anche l’ennesimo attacco verbale a Israele da parte del presidente iraniano Ahmadinejad,
che arriva a negare l’olocausto.
In Italia il presidente Giorgio Napolitano ha insistito sul diritto del popolo ebraico e dello
stato d’Israele a vivere in sicurezza, ma è stato il Nobel per la pace Elie Wiesel, numero A7713
tatuato sul braccio ad Auschwitz a lanciare al mondo una domanda provocatoria: “Volevano
ad ogni costo uccidere l’ultimo ebreo sul pianeta. Oggi ci si potrebbe chiedere: perché la
memoria, perché ricordare, perché infliggere un dolore tale?”.
La sua risposta è carica comunque di speranza: “In fondo per i morti è tardi ma per i vivi no.
Se non si può annullare il tormento, si può invece sperare, riflettere, prendere coscienza”.
Neppure Auschwitz ha guarito il mondo dall’antisemitismo, sostiene Wiesel, e la conferma
viene dalle scritte antiebraiche apparse a Roma la notte prima della Giornata della Memoria al
museo della Liberazione di via Tasso, dove i nazisti torturarono migliaia di ebrei e partigiani,
ma anche a Strasburgo dove sono state profanate con svastiche le tombe ebraiche. Dieci anni
dopo la sua istituzione la giornata della memoria trova conferma della sua triste attualità, non
di pietà ma di consapevolezza, per quel che milioni di persone hanno permesso che accadesse
nel passato recente della civile Europa.
„
24
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
INSERTO
a cura del Centro Studi Enpaia
Prestazioni e servizi agli iscritti all’Enpaia
FONDO PER IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO
L’aliquota contributiva è del 6%, a totale carico del datore di lavoro. Alla cessazione del rapporto
di impiego, l’Enpaia, in sostituzione del datore di lavoro, corrisponde direttamente all’assicurato il
Trattamento di fine rapporto accantonato a suo nome ai sensi della legge 297/82.
L’accantonamento del Tfr è pari a 1/13,5 della retribuzione utile per ogni anno lavorato (al netto
della contribuzione aggiuntiva dello 0,50% dovuta al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti)
ed è incrementato su base composta, al 31 dicembre di ciascun anno, con l’applicazione del
tasso costituito dall’1,50% in misura fissa annua e dal 75% dell’indice Istat maturato rispetto al
dicembre dell’anno precedente.
La cessazione del rapporto di lavoro deve essere comunicata tempestivamente per fax al
numero 065458383 oppure via e-mail all’indirizzo: [email protected]; dovranno essere
indicati i dati dell’azienda (ragione sociale e numero di posizione), nominativo e matricola del
dipendente, data di cessazione (ultimo giorno lavorato) e causale. Nei giorni successivi verrà
reso disponibile on line il modello PREV./01, in cui i dati anagrafici e retributivi del dipendente
cessato saranno già presenti. Accertata la correttezza di tali dati o effettuata l’eventuale rettifica
e comunque solo dopo aver denunciato la retribuzione del mese di cessazione, occorrerà dare
la conferma dei dati all’Enpaia nella sezione “Totali”; il modulo dovrà essere quindi stampato,
sottoscritto sia dal dipendente, che indicherà le coordinate di un conto corrente bancario a
lui intestato, che dal rappresentate legale dell’azienda e inviato sollecitamente all’Enpaia.
Solo dopo aver ricevuto tale documento la Fondazione potrà procedere alla liquidazione della
prestazione, che avverrà entro 60 giorni dalla data in cui la documentazione risulterà regolare
e completa.
Anticipazione sul Tfr
L’anticipazione, ai sensi della legge 297/82 e dell’articolo 5 del vigente Regolamento, può essere
chiesta dall’iscritto in presenza delle seguenti condizioni:
• prestare servizio in aziende, in regola con il versamento dei contributi, con almeno 25
dipendenti;
• aver maturato 8 anni di iscrizione al Fondo.
L’anticipazione può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e non può
essere superiore al 70% del Trattamento di fine rapporto maturato alla data della domanda.
Le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10% degli aventi titolo (di coloro che,
con un’anzianità di servizio almeno pari ad 8 anni, possono concorrere all’anticipazione) e del 4%
del numero totale dei dipendenti.
In caso di concorrenza tra anticipazione e prestito o finanziamento mediante Carta Enpaia,
l’importo complessivamente erogato non può comunque superare il 70% del maturato a titolo di
Trattamento di fine rapporto.
Le richieste devono essere giustificate dalla necessità di:
- spese sanitarie per terapie ed interventi straordinari riconosciuti necessari dalle competenti
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
I
INSERTO
strutture pubbliche. Sono ammesse anche le spese sanitarie occorrenti per i familiari
viventi a carico per i quali va documentata la parentela con lo stato di famiglia o documento
equipollente;
- acquisto, anche in itinere, della prima casa di abitazione per sé o per i figli;
- estinzione anche parziale, di mutui contratti al fine dell’acquisto o della costruzione della prima
casa di abitazione;
- ristrutturazione della prima casa di abitazione indispensabile per l’agibilità dell’alloggio;
- congedi parentali e per la formazione per il conseguimento di titoli di studio, di cui alla legge 8
marzo 2000, n. 53.
Ai sensi dell’articolo 5 bis del vigente Regolamento, possono fruire dell’anticipazione sul Tfr anche
i dipendenti delle ditte che non raggiungono i limiti di cui innanzi (meno di 25 dipendenti a tempo
indeterminato e meno di 10 dipendenti con almeno 8 anni di anzianità), ma che siano in regola
con il versamento dei contributi dovuti fino al momento della domanda.
Tali domande vengono soddisfatte secondo l’ordine cronologico di arrivo delle richieste e nei limiti
delle disponibilità fissate di anno in anno con apposita delibera del Consiglio di amministrazione
della Fondazione, entro il tetto massimo del 50% delle somme complessivamente corrisposte,
a titolo di anticipazione del Trattamento di fine rapporto, nell’anno precedente.
Per ottenere l’anticipazione, gli interessati devono inviare la richiesta con la precisazione della
causale, allegando una dichiarazione del datore di lavoro attestante il numero complessivo
dei dipendenti (compresi gli operai) in servizio, il numero di questi che possono richiedere
l’anticipazione, nonché il numero dei dipendenti che nell’anno solare hanno ottenuto
l’anzidetta anticipazione, e una dichiarazione attestante che non sussiste la condizione di
“crisi aziendale” di cui alla legge 675/77, come prescritto all’articolo 5, ultimo comma, del
Regolamento.
L’iscritto deve inoltre trasmettere, a seconda del tipo di richiesta, la documentazione indicata
nell’elenco riportato su “Gestione ordinaria/prestazioni e servizi”, nel sito www.enpaia.it, oltre alle
coordinate di un conto corrente bancario a lui intestato.
FONDO DI PREVIDENZA
L’aliquota contributiva è del 4% (di cui l’1,50% a carico del dipendente).
Dell’intero contributo per il fondo, l’aliquota 1% è destinata alla corresponsione di prestazioni
economiche per la copertura del rischio di morte e di invalidità totale ed assoluta e l’aliquota 3%
è destinata ad alimentare i conti individuali dei singoli assicurati.
Il Fondo di previdenza assicura la corresponsione di:
a) conto individuale
Il conto individuale è corrisposto all’iscritto al raggiungimento del 65° anno di età.
Il conto individuale è liquidato prima del compimento del 65° anno di età:
- all’iscritto che abbia cessato il rapporto di impiego ed abbia conseguito il trattamento pensionistico
di vecchiaia e sempreché non instauri un nuovo rapporto di lavoro; a tal fine l’interessato dovrà
II
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
INSERTO
presentare la domanda allegando la
documentazione relativa al conseguimento
della pensione di vecchiaia e dichiarare
le condizioni inerenti la situazione
lavorativa;
- in caso di decesso;
- in caso di riconoscimento della invalidità
permanente totale ed assoluta.
Negli altri casi l’assicurato potrà ottenere
la liquidazione del Fondo inoltrando
esplicita richiesta, trascorsi 6 mesi dalla
data di risoluzione dell’ultimo rapporto di
impiego in agricoltura, sempreché non ne
abbia instaurato un altro con conseguente
diritto alla reiscrizione alla Fondazione.
Il conto individuale è corrisposto sulla
Niki de Saint Phalle, Sphinx (Sfinge), 1990
base dei contributi versati dalla data di
iscrizione e degli interessi composti al tasso annuo del 4%.
Il nuovo Regolamento del Fondo di previdenza, approvato dal Ministero del Lavoro in data 1/10/2008,
dispone la progressiva eliminazione delle prestazioni calcolate con il criterio retributivo, per cui per i
periodi di iscrizione successivi al 1° gennaio 2009 è prevista la sola modalità di calcolo contributivo,
salvaguardando comunque con una norma transitoria i diritti degli iscritti presenti al 31/12/2008
(artt. 6 e 16 del Regolamento).
Le richieste devono contenere l’indicazione delle coordinate di un conto corrente bancario intestato
all’iscritto e copia di un documento di identità. La Fondazione erogherà la prestazione entro 60
giorni dalla data in cui la documentazione risulterà regolare e completa.
a.1) opzione per la pensione
L’assicurato, se in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento, può chiedere che la liquidazione
del proprio conto individuale avvenga, anziché in capitale, sotto forma di pensione.
Possono optare per la liquidazione della prestazione sotto forma di pensione:
- gli iscritti che abbiano raggiunto il 65° anno di età;
- gli iscritti che abbiano cessato il rapporto di impiego ed abbiano conseguito il trattamento
pensionistico di vecchiaia nell’assicurazione generale obbligatoria o in forme sostitutive e
sempreché non abbiano instaurato un nuovo rapporto di lavoro;
- gli iscritti colpiti da invalidità permanente totale ed assoluta di cui all’art. 4 del Regolamento del
Fondo, con almeno 5 anni di contribuzione al Fondo medesimo.
L’opzione di cui sopra deve essere esercitata entro 3 mesi dalla maturazione del diritto a percepire
il conto individuale ovvero 3 mesi dal riconoscimento dell’invalidità.
Gli iscritti, non in possesso dei requisiti sopra indicati, ma che abbiano cessato definitivamente
l’attività lavorativa nel settore agricolo e che abbiano maturato un’anzianità contributiva
complessivamente non inferiore a 5 anni, allo scopo di esercitare la facoltà di opzione, possono
chiedere, entro 9 mesi dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di impiego in agricoltura, di
rinviare la liquidazione del conto individuale al compimento del 65° anno di età ovvero alla data di
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
III
INSERTO
maturazione del trattamento di vecchiaia da conseguirsi nell’assicurazione generale obbligatoria
o in forme sostitutive.
L’ammontare annuo della pensione spettante è corrisposto in 6 rate bimestrali posticipate di pari
importo a partire dal primo giorno del mese successivo alla data di cessazione del rapporto di
impiego o al compimento del 65° anno di età.
L’importo annuo iniziale della pensione è determinato dal prodotto fra il montante del conto
individuale di pertinenza di ciascun iscritto, accantonato per effetto della capitalizzazione del
contributo, ed i coefficienti di cui alle tabelle “A” e “B” allegate al Regolamento.
b) assegno di morte
In caso di decesso, che non sia conseguenza diretta ed esclusiva di infortunio, i superstiti hanno
diritto ad un assegno pari a 20 mensilità di retribuzione. L’assegno è maggiorato di 5 mensilità
di retribuzione per ciascun figlio di età inferiore a 21 anni vivente a carico dell’assicurato al
momento del decesso. La stessa maggiorazione è concessa, senza limiti di età, per ciascun figlio
permanentemente inabile al lavoro.
La domanda deve essere inoltrata alla Fondazione a cura degli aventi causa entro 30 giorni dal
verificarsi dell’evento mortale e deve indicare: le generalità dell’impiegato deceduto; l’azienda
presso cui prestava servizio; giorno, ora e luogo in cui è avvenuto il decesso; circostanze in cui si
è verificata la morte; le cause del decesso, attestate da certificato medico.
c) assegno per invalidità permanente totale ed assoluta
In caso di perdita completa, per tutta la vita, di ogni attitudine al lavoro – che non sia conseguenza
diretta ed esclusiva di infortunio e tale da rendere indispensabile un’assistenza personale
continuativa – l’assicurato ha diritto ad un’indennità pari a 25 mensilità di retribuzione.
La domanda, a pena di decadenza da ogni diritto, deve essere presentata entro e non oltre il
30° giorno dalla data in cui l’iscritto è stato colpito da invalidità permanente ed assoluta e deve
essere corredata da un certificato medico in cui siano indicate le cause e le infermità che hanno
determinato l’invalidità stessa.
Il diritto alle prestazioni per i casi di morte e di invalidità permanente totale ed assoluta è riconosciuto
sempreché l’iscritto sia in attività di servizio e non abbia superato il 65° anno di età.
Tali prestazioni spettano anche se gli eventi tutelati si verifichino nei 30 giorni successivi alla
cessazione dell’iscrizione all’Ente (sempreché non sia svolta attività lavorativa alle dipendenze di
terzi o in proprio) e nel periodo di astensione dal servizio in conseguenza di malattia o di infortunio
contemplato dai contratti collettivi di lavoro.
ESTRATTI CONTO
La Fondazione provvede ad aggiornare i conti individuali del trattamento di fine rapporto e del
fondo di previdenza degli iscritti sulla base delle retribuzioni denunciate dalle aziende.
In conformità a quanto previsto dalla normativa vigente, provvede ad inviare i relativi estratti conto
a tutti gli iscritti, i quali sono tenuti a formulare eventuali osservazioni entro il termine di 30 giorni
dall’invio degli stessi.
IV
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
INSERTO
ASSICURAZIONE INFORTUNI
L’aliquota
contributiva,
pariteticamente
ripartita fra datore di lavoro e lavoratore, è pari
all’1% per gli impiegati e al 2% per i dirigenti.
L’assicurazione
contro
gli
infortuni
professionali ed extra-professionali e contro
le malattie professionali gestita dall’Enpaia
comprende tutti i casi di infortunio dell’iscritto
anche al di fuori dell’attività professionale e
le malattie contratte nello svolgimento ed a
causa dell’attività professionale svolta.
Le prestazioni erogate al verificarsi dell’evento
tutelato, in base alle norme del Regolamento
in vigore, sono le seguenti: indennità
giornaliera per invalidità assoluta temporanea;
indennità per invalidità permanente assoluta
o parziale; indennità per il caso di morte;
indennità di ricovero. In caso di infortunio
sul lavoro, l’Enpaia eroga un contributo per
l’applicazione di apparecchi protesici e per
cure fisioterapiche.
Denuncia dell’infortunio
Niki de Saint Phalle, L’Estrella carta XVII (The Star)
(La Stella carta XVII), 1997
In caso di un evento infortunistico,
l’assicurato o l’azienda deve comunicarlo alla
Fondazione entro 20 giorni, compreso il giorno dell’infortunio. Superato tale termine, l’indennizzo
dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta al lavoro e dell’indennità di ricovero
partirà dal giorno della denuncia dell’evento stesso.
Il termine di denuncia è lo stesso sia per gli infortuni professionali o in itinere sia per gli infortuni
extraprofessionali.
In caso di infortunio professionale o in itinere, il datore di lavoro ha l’obbligo di denunciare l’evento
stesso, entro 48 ore, all’autorità di pubblica sicurezza.
La denuncia deve essere redatta sul modello PREV/05. Alla Fondazione deve essere prodotta
una copia di tale modello e l’attestazione dell’avvenuta trasmissione all’autorità.
Nel caso di infortuni determinati da incidente stradale in itinere o extraprofessionale e da eventi
extralavorativi, l’assicurato deve compilare il modello PREV/37.
Si sottolinea la necessità che la denuncia contenga tutte le informazioni espressamente richieste e
che la descrizione della dinamica dell’infortunio sia esaustiva, tanto da permettere la correlazione
tra l’evento e il trauma prodottosi.
In caso di infortunio in itinere, deve essere compilato e sottoscritto dall’assicurato e dal datore di
lavoro il modello QUEST/IT.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
V
INSERTO
Richiesta di riconoscimento di malattia professionale
La richiesta di riconoscimento di malattia professionale deve essere prodotta dall’assicurato
mediante l’utilizzo del modello MAL/PROF.
Il modello è composto da due distinte sezioni che devono essere compilate e sottoscritte
dall’assicurato e dal medico che ha seguito l’evoluzione della patologia oggetto di richiesta
di riconoscimento.
Il datore di lavoro deve produrre una relazione dalla quale risultino le mansioni di fatto svolte
dall’assicurato nei 5 anni precedenti la richiesta di riconoscimento e fornire, a richiesta della
Fondazione, il documento di valutazione dei rischi nonché copia degli esiti delle valutazioni
mediche ai sensi del D.Lgs. n. 81/08.
Denuncia di decesso per infortunio
La denuncia deve essere prodotta entro 24 ore dall’infortunio dal datore di lavoro o dagli
eredi dell’assicurato. Se la morte, conseguenza dell’infortunio, si verifica in un momento
successivo, il termine di denuncia rimane il medesimo.
Documentazione medica
La denuncia di infortunio deve essere corredata da un certificato medico, possibilmente di
pronto soccorso, che contenga la diagnosi e la prognosi. Qualora in sede di visita di pronto
soccorso siano stati effettuati accertamenti diagnostici (radiografie, ecografie, risonanze), gli
esiti degli stessi devono essere prodotti alla Fondazione.
Si rammenta che la documentazione medica deve essere trasmessa in originale o in copia
conforme all’originale.
Un’eventuale certificazione della prosecuzione dell’infortunio deve attestare chiaramente
la totale inabilità al lavoro dell’assicurato, in quanto, l’art. 8 del vigente Regolamento delle
prestazioni prevede l’erogazione dell’indennità giornaliera esclusivamente per l’assenza dal
servizio determinata da inabilità assoluta.
Eventuali consulenze specialistiche ed ulteriori accertamenti diagnostici devono parimenti
essere inviati.
Tutta la documentazione medica agli atti è, comunque, oggetto di valutazione da parte della
consulenza medico-legale della Fondazione.
La determinazione medico-legale tiene conto dell’età e dell’attività lavorativa svolta
dall’assicurato, della natura e dell’evoluzione delle lesioni nonché di tutti gli elementi
documentali noti.
In relazione all’attività lavorativa, sarebbe opportuno che, in fase di denuncia dell’evento,
il datore di lavoro indicasse le effettive mansioni svolte dall’assicurato in azienda in modo
da fornire un importante elemento di valutazione alla consulenza medico-legale della
Fondazione.
Qualora la consulenza medico-legale della Fondazione lo ritenga necessario, sono disposti
accertamenti diretti nei confronti degli assicurati durante il periodo di assenza dal lavoro.
Il diniego o l’ingiustificato ritardo a sottoporsi agli accertamenti comporta la perdita al diritto
alle prestazioni.
VI
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
INSERTO
Esito dell’infortunio
In assenza di un certificato medico di esito dell’infortunio, espressamente previsto dall’art. 18
del Regolamento delle prestazioni, prodotto entro il trentesimo giorno dal conseguimento della
guarigione clinica o dal termine del periodo di cura, l’infortunio verrà considerato chiuso allo
scadere dell’ultima prognosi rilasciata.
Determinazione dell’invalidità permanente assoluta o parziale
In caso di postumi, l’assicurato deve trasmettere, entro i termini summenzionati, un certificato
medico che attesti chiaramente le limitazioni funzionali.
In caso di infortunio professionale o di incidente stradale in itinere, viene valutato anche il danno
biologico.
Richiesta di revisione per aggravamento dell’invalidità
permanente assoluta o parziale
In caso di aggravamento dell’invalidità permanente parziale precedentemente riconosciuta dalla
consulenza medico-legale della Fondazione, l’assicurato deve produrre una relazione medica
dalla quale risultino le cause dell’aggravamento ed il nuovo grado di invalidità.
Il vigente Regolamento delle prestazioni prevede la possibilità di richiedere tre revisioni entro
il periodo massimo di 6 anni dalla comunicazione delle prime determinazioni della consulenza
medico-legale della Fondazione.
La prima revisione non può essere richiesta prima di 1 anno dalla data dell’infortunio e almeno
6 mesi dopo la comunicazione summenzionata. Le successive revisioni non possono essere
richieste prima di 1 anno dalla precedente.
Per gli infortuni, non ancora prescritti, avvenuti prima dell’entrata in vigore del vigente Regolamento,
la richiesta di revisione può essere ammessa per 5 volte entro il periodo massimo di 10 anni dalla
comunicazione delle prime determinazioni della consulenza medico-legale della Fondazione. Le
revisioni non possono essere richieste prima di 1 anno dalla precedente.
Liquidazione delle prestazioni
La liquidazione delle prestazioni avviene, in osservanza a quanto previsto dal vigente Regolamento
delle prestazioni, al completamento dell’istruzione della pratica di infortunio.
La liquidazione dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta è subordinata alla
ricezione del modello PREV/50, compilato e sottoscritto dall’assicurato e dal datore di lavoro.
Si sottolinea l’opportunità di inserire le coordinate bancarie del beneficiario onde permettere una
più celere e sicura liquidazione della prestazione.
La liquidazione dell’indennità di ricovero è effettuata, a fronte della presentazione della cartella
clinica, direttamente all’assicurato.
La liquidazione del contributo per indispensabili cure fisioterapiche resesi necessarie in
conseguenza di un infortunio professionale o di un incidente stradale in itinere, è effettuata, a
fronte della presentazione della prescrizione medica e dell’originale o degli originali delle fatture,
direttamente all’assicurato.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
VII
INSERTO
La liquidazione dell’indennità per invalidità
permanente assoluta o parziale avviene
dopo la restituzione dell’atto di quietanza
trasmesso all’assicurato in conseguenza delle
determinazioni della consulenza medico-legale
della Fondazione.
La liquidazione dell’indennità per il caso di morte
da infortunio avviene nei confronti del beneficiario
dopo la restituzione dell’atto di quietanza e
dell’eventuale provvedimento del giudice tutelare
in caso di beneficiari minori.
Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely davanti alla fontana di
Château-Chinon, 1988
CARTA ENPAIA
In base alla convenzione stipulata con la Banca Popolare di Sondrio, gli iscritti che abbiano
compiuto 2 anni di servizio effettivo nel rapporto di impiego presso un’azienda agricola o un
Consorzio di bonifica possono fruire di una carta di credito denominata Carta Enpaia, rilasciata
dalla Banca medesima.
Il plafond della Carta, compreso da un minimo di 1.300 euro e un massimo di 15.000 euro, non
può essere superiore al 70% del maturato a titolo di Trattamento di fine rapporto accantonato a
nome dell’iscritto al momento della richiesta.
Per accedere a tale servizio, che consiste nella concessione di una carta di finanziamento, la
“Carta Enpaia”, il richiedente dovrà trasmettere alla Fondazione il modulo di adesione scaricabile
direttamente dal sito della Fondazione.
Le condizioni relative al rilascio e all’utilizzo della carta, con particolare riferimento agli articoli 6 e
7, sono dettagliatamente riportate nel testo completo della convenzione che può essere consultato
sul sito internet della Fondazione: www.enpaia.it.
Ogni eventuale richiesta di chiarimenti può essere inoltrata al call center o direttamente agli uffici
preposti.
MUTUI
Gli iscritti all’Enpaia possono accedere ai mutui fondiari ed edilizi tramite la Convenzione con la
Banca Popolare di Sondrio beneficiando delle condizioni contrattuali stabilite dall’Enpaia.
I mutui garantiti da ipoteca di primo grado, di durata di 5, 10, 15 o 20 anni per un importo non
superiore a euro 200.000,00 a tasso fisso, variabile o misto possono essere concessi per l’acquisto,
la ristrutturazione o la costruzione di unità immobiliari destinate ad abitazione o per l’estinzione di
mutui contratti con altri Istituti di credito.
Il rimborso avverrà in rate semestrali, posticipate, costanti, comprensive di capitale ed interessi.
Le informazioni aggiornate su tassi di interesse e procedure di richiesta coi relativi moduli, sono
pubblicate sul sito internet della Fondazione alla voce “Servizi agli iscritti”.
Fondazione Enpaia: www.enpaia.it
VIII
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
NORMATIVA
Antonio Positino
Dopo 31 anni va in pensione la “vecchia” Finanziaria
Da quest’anno sarà sostituita da una “legge di stabilità” che modificherà i conti
pubblici tenendo conto dei parametri europei e del federalismo fiscale
L
a Finanziaria per il 2010, pubblicata sul Supplemento ordinario n. 243 alla Gazzetta
Ufficiale del 30 dicembre 2009, n. 302, è entrata in vigore lo scorso 1° gennaio. Il
provvedimento, con i suoi 2 articoli e 245 commi, contiene, come di consueto, di tutto
di più. Per l’agricoltura sono stati previsti sussidi ad hoc mentre per imprese e lavoro
sono previste una serie di misure che vanno dall’estensione degli ammortizzatori in deroga, alle
nuove norme sull’apprendistato, agli incentivi per i datori che non licenziano, alla detassazione
dei contratti di produttività, alla riduzione contributiva per chi assume disoccupati over 50, oltre
a specifici interventi per re-inserire determinate categorie di lavoratori svantaggiati. Di seguito
si illustrano, nel dettaglio, le principali novità che interessano il settore agricolo e i principali
interventi per le imprese e il lavoro avendo cura di raggrupparle per tematiche omogenee e
riportando tra parentesi l’articolo e il comma che le introducono.
Agricoltura. Vengono estese al periodo 1° gennaio 2010 - 31 luglio 2010, nei limiti di spesa pari a
€ 120,2 milioni, le agevolazioni contributive per i datori di lavoro agricoli operanti nelle zone agricole
e montane svantaggiate (articolo 2, comma 49). Per il sostegno al Made in Italy nel settore agricolo
è autorizzata la spesa di € 10 milioni per il riconoscimento di contributi alla produzione di prodotti
a stagionatura prolungata a denominazione registrata a livello comunitario. Con apposito decreto
del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il ministro dell’Economia e
delle finanze saranno stabilite le modalità pratiche di ripartizione delle somme dianzi dette (articolo
2, comma 57). Per il pagamento delle polizze assicurative contro danni in agricoltura ovvero per
assicurare il raccolto, le piante, gli animali ecc., è disposto l’incremento di € 120 milioni di euro
per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 tramite una rimodulazione delle risorse finanziarie già
previste a legislazione vigente per i contributi ai premi pagati dagli agricoltori per le assicurazioni.
Alle stesse finalità di copertura delle polizze sono destinati altri € 20 milioni per ciascuno degli
anni 2010, 2011 e 2012, attivabili nel contesto dell’organizzazione comune dei mercati del settore
vino. Le disponibilità finanziarie destinate agli interventi assicurativi, possono essere utilizzate
anche a copertura di fabbisogni relativi agli anni precedenti a quello di competenza (articolo 2,
comma 54). Per le necessità del settore agricolo il Cipe deve individuare i programmi da sostenere
e destinare ad essi € 100 milioni attingendo al Fondo infrastrutture (articolo 2, comma 55). Ai
fini dell’attuazione degli obblighi inerenti al fondo europeo della pesca è stato prorogato, per l’anno
2010, il Programma nazionale triennale della pesca e dell’acqua-coltura 2007-2009 (articolo
2, comma 57). Si riducono di € 0,1 milioni per il 2010, di € 0,9 milioni per il 2011 e di ulteriori
€ 2 milioni per il 2012, i fondi per alcuni interventi urgenti nel settore avicolo, previsti, nel 2005, per
fronteggiare le conseguenze derivanti dall’influenza aviaria (articolo 2, comma 58). L’articolo 2,
comma 5, per dirimere i contrasti giurisprudenziali e dottrinali sorti a seguito di diverse pronunce
della Corte di Cassazione, reca una norma di interpretazione autentica sui criteri di calcolo della
retribuzione media convenzionale da assumere come base di calcolo ai fini della contribuzione e
del trattamento pensionistico statuendo espressamente che “Il terzo comma dell’articolo 3 della
legge 8 agosto 1972, n. 457, si interpreta nel senso che il temine ivi previsto del 30 ottobre per la
rilevazione della media tra le retribuzioni per le diverse qualifiche previste dai contratti collettivi
provinciali di lavoro ai fini della determinazione della retribuzione media convenzionale da porre
a base per le prestazioni pensionistiche e per il calcolo della contribuzione degli operai agricoli a
tempo determinato è il medesimo di quello previsto al secondo comma dell’articolo 3 della citata
legge n. 457 del 1972 per gli operai a tempo indeterminato”. Ne consegue che per la rilevazione
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
25
NORMATIVA
del salario medio convenzionale dei lavoratori agricoli a tempo determinato occorre far riferimento
all’apposito decreto ministeriale, che individua la media delle retribuzioni per le diverse qualifiche a
livello di contrattazione provinciale, vigente al 30 ottobre dell’anno precedente, equiparando in tal
modo i termini di rilevazione della retribuzione media convenzionale tra i lavoratori agricoli a tempo
determinato e quelli a tempo indeterminato anche ai fini del computo dei trattamenti pensionistici
e della contribuzione. Il medesimo articolo 2, al comma 153, statuisce altresì che “L’articolo 63
del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della
paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, si interpreta nel senso che il valore del
salario medio convenzionale, da definire secondo le modalità stabilite nello stesso articolo, ai fini
della contribuzione, è il medesimo di quello che deve essere utilizzato per la determinazione delle
retribuzione pensionabile ai fini del calcolo delle prestazioni previdenziali”. Tale ultima disposizione
precisa, quindi, che il valore del salario medio convenzionale dei lavoratori agricoli rilevato per il
1995 ai fini della contribuzione e delle prestazioni temporanee, di cui al comma 6° dell’articolo 63
del T.U. n. 151 del 2001, è il medesimo che deve essere utilizzato ai fini della determinazione della
retribuzione pensionabile per la liquidazione delle prestazioni pensionistiche.
Lavoro e imprese. Viene prevista la possibilità di concessione “in deroga” dei trattamenti di
integrazione salariale straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale subordinatamente
alla realizzazione di programmi finalizzati alla gestione di crisi occupazionali definiti con specifici
accordi in sede governativa per periodi non superiori a 12 mesi. La misura dei trattamenti è ridotta
del 10% in caso di prima proroga, del 30% in caso di seconda proroga e del 40% in caso di proroghe
successive. Per garantire criteri omogenei di accesso a tutte le forme di integrazione, si prevede il
rispetto dei livelli minimi di permanenza lavorativa richiesti ai lavoratori ai sensi del comma 3,
dell’articolo 8 del DL. n. 86/1988 e del comma 1, dell’articolo 16 della Legge n. 233/1991, ai fini
dell’ammissione ai trattamenti medesimi (articolo 2, comma 139). Due sono le novità previste per
l’apprendistato: la prima (articolo 2, comma 154) riguarda l’apprendistato inteso come dirittodovere all’istruzione e alla formazione ai sensi del disposto normativo di cui all’art. 48, del D.Lgs. n.
276/2003 che avrà a disposizione un finanziamento di 100 milioni per il 2010. La seconda (articolo
2, comma 155) prevede, relativamente alla retribuzione dell’apprendista, la percentualizzazione
della retribuzione in alternativa all’inquadramento fino a due livelli inferiori a quello di “arrivo”. I
contratti collettivi nazionali, territoriali od aziendali la possono stabilire, rapportandola alla qualifica
corrispondente: ciò che il legislatore chiede è la gradualità, rispetto all’anzianità di servizio. Ciò
significa che la retribuzione è destinata, come, in passato, a crescere progressivamente durante lo
svolgimento dell’apprendistato. L’indennità introdotta a titolo sperimentale per il triennio 20092011 a tutela del reddito a favore dei lavoratori a progetto, introdotta dall’art. 2, comma 19, della
Legge n. 2/2009, viene aumentata alle stesse condizioni previste nella normativa di riferimento.
L’indennità in favore dei collaboratori coordinati e continuativi iscritti, in via esclusiva, alla
gestione separata dell’Inps (con eccezione dei soggetti individuati dall’art. 1, comma 212, della
Legge n. 662/1996) e susseguente alla perdita del lavoro, viene ora liquidata in un’unica soluzione,
e diviene pari al 30% del reddito percepito nell’anno precedente e, in ogni caso, non può essere
superiore a 4.000 euro. Tutto questo è possibile nell’ipotesi in cui sussistano, contemporaneamente,
le seguenti condizioni: a) attività svolta in regime di mono committenza; b) reddito lordo percepito
nell’anno precedente, per tale attività, compreso tra i 20.000 ed i 5.000 euro; c) accredito presso
la gestione separata dell’Inps, relativo all’anno di riferimento, di almeno una mensilità; d) assenza
di qualsivoglia contratto di lavoro da almeno due mesi; e) accredito, riferito all’anno precedente, di
almeno tre mesi di contribuzione alla gestione separata (articolo 2, comma 130). I contratti di
somministrazione possono essere stipulati anche nel caso in cui siano stati effettuati licenziamenti
collettivi di lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di somministrazione,
anche nei casi in cui la somministrazione sia finalizzata alla sostituzione di lavoratori assenti, venga
26
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
NORMATIVA
conclusa prevedendo l’utilizzo di lavoratori in mobilità, assunti dal somministratore con contratto di
lavoro a termine di durata non superiore a 12 mesi, oppure abbia una durata iniziale non superiore
a tre mesi (articolo 2, comma 142).
Nell’intento di favorire ulteriormente la ricollocazione del personale espulso dai processi produttivi,
l’articolo 2, comma 151 introduce, in via sperimentale per l’anno 2010 e nei limiti di 12 milioni
di euro, un incentivo finalizzato a favorire le assunzioni. La disposizione si rivolge ai datori di lavoro
che nei dodici mesi precedenti non abbiano proceduto a riduzioni di personale con la stessa qualifica posseduta dai lavoratori che intendono assumere e, al contempo, non hanno in corso sospensioni
dal lavoro ex art. 1 della Legge n. 223/1991 (trattamento integrativo salariale straordinario). I rapporti di lavoro che vanno a costituirsi debbono essere a tempo pieno ed indeterminato e debbono
riguardare i lavoratori destinatari dell’indennità di disoccupazione ordinaria e dell’indennità di disoccupazione speciale edile prevista dall’art. 9 della legge n. 427/1975. L’erogazione dell’incentivo,
previa presentazione di apposita domanda, secondo le disposizioni che saranno oggetto di un decreto del ministero del Lavoro e dell’economia, viene concesso dall’Inps attraverso i conguagli contributivi e consiste nel numero delle mensilità di sostegno non ancora erogate al lavoratore, detratta la
contribuzione figurativa. In via sperimentale per il 2010, viene riconosciuto ai soggetti beneficiari di
qualsiasi trattamento di sostegno al reddito non connesso a sospensioni di lavoro (quindi, disoccupato e non cassaintegrato) che abbiano almeno
35 anni di anzianità contributiva e che accettino
un’offerta di lavoro che preveda l’inquadramento in un livello retributivo inferiore di almeno il
20% a quello delle mansioni esercitate, una contribuzione figurativa fino alla data di maturazione del diritto al pensionamento e comunque
non oltre il 31 dicembre 2010. La contribuzione
è pari alla differenza tra il contributo accreditato
nelle mansioni di provenienza e quello relativo
al nuovo lavoro svolto (articolo 2, commi 132
e 133). Viene estesa, in via sperimentale per il
Niki de Saint Phalle - Californian Diary (Queen Califia)
2010, la riduzione contributiva per i lavoratori
(Diario californiano – Regina Califia), 1994
in mobilità (pari a quella per gli apprendisti) ai
datori di lavoro che assumono i lavoratori beneficiari dell’indennità di disoccupazione con requisiti
normali che abbiano almeno 50 anni. L’incentivo si sostanzia in un abbattimento dei contributi
a proprio carico: tale beneficio è quello previsto dagli articoli 8, comma 2 (assunzione a tempo
determinato per un massimo di dodici mesi) e 25, comma 9 (assunzione a tempo indeterminato)
della legge n. 223/1991; in pratica, il datore di lavoro paga il 10% del contributo a proprio carico. La
durata della riduzione contributiva è prolungata, per chi assume lavoratori in mobilità o beneficiari
dell’indennità suddetta, con almeno 35 anni di età contributiva, fino alla data di maturazione del diritto al pensionamento e comunque non oltre il 31 dicembre 2010. Il beneficio è concesso a domanda e nei limiti di 120 milioni di euro per il 2010. Con decreto del ministro del Lavoro e delle politiche
sociali, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, saranno disciplinate le modalità
di attuazione del comma 134 e del presente comma (articolo 2, commi 134 e 135). Prorogata
a tutto il 2010 l’operatività della disposizione, contenuta negli articoli 4 e 5 della Legge n. 2/2009,
con la quale il salario di rendimento e di produttività, nel settore privato, per i redditi da lavoro
dipendente fino a 35.000 euro (anno 2009) e per un massimo corrisposto di 6.000 euro, è tassato
al 10%. Per completezza si segnala che nel calcolo non rientrano non solo i redditi di altro genere
(non lavorativo) ma anche quelli derivanti da forme di lavoro autonomo (collaborazioni coordinate
e continuative, associazioni in partecipazione ecc.) (articolo 2, commi 134 e 135).
„
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
27
NORMATIVA
Antonio Positino
L’incentivo per l’assunzione dei lavoratori
destinatari di ammortizzatori sociali in deroga
L
’Inps, con la circolare n. 5 del 13 gennaio 2010, in attuazione delle disposizioni
di cui all’articolo 7 ter, comma 7, del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5 così come convertito
dalla Legge 9 aprile 2009, n. 33, illustra le condizioni e le modalità pratiche che i datori
di lavoro devono rispettare per vedersi riconoscere il beneficio di cui alle disposizioni
normative succitate ovvero l’incentivo economico finalizzato a favorire la ricollocazione di
lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga, licenziati o sospesi per cessazione totale
o parziale dell’attività negli anni 2009 e 2010. Per ammortizzatori sociali in deroga incentivati dalla
norma di cui si argomenta si intendono i trattamenti di cassa integrazione in deroga, l’indennità
di mobilità in deroga e i trattamenti di disoccupazione speciale edile in deroga previsti dall’art.
2, comma 36, della Legge n. 203/2008. La fruizione dell’incentivo è soggetta al possesso
del Durc. L’incentivo non spetta se il lavoratore è interessato da una mera riduzione di orario; se
l’assunzione è effettuata in ottemperanza di un preesistente obbligo legale o contrattuale; se tra il
datore di lavoro che assume e l’impresa da cui proviene il lavoratore vi sia sostanziale coincidenza
degli assetti proprietari ovvero intercorrano rapporti di collegamento o controllo (in tali casi il
beneficio spetta comunque se l’assunzione avvenga dopo sei mesi dal licenziamento); se il datore
di lavoro che assume abbia in atto sospensioni dal lavoro per crisi aziendale, ristrutturazione,
riorganizzazione o riconversione aziendale per la quale è stato richiesto o ottenuto il trattamento
straordinario di integrazione salariale, ai sensi dell’art. 1 della Legge n. 223/1991; se il datore
di lavoro che assume abbia in atto sospensioni per crisi aziendali ai sensi dell’art. 19, co. 1, del
D.L. n. 185/2008; se il datore di lavoro che assume abbia effettuato riduzione di personale nei
sei mesi precedenti l’assunzione. In tutti questi casi l’incentivo spetta se l’assunzione avvenga al
fine di acquisire professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori interessati alle
predette riduzioni o sospensioni di personale. L’assunzione può essere sia a tempo determinato
che indeterminato, sia a tempo pieno che parziale purché effettuata a far data dal 12 aprile
2009. L’agevolazione spetta anche nel caso in cui il lavoratore viene assunto per un periodo
inferiore alla durata residua dell’ammortizzatore sociale infatti, al termine del rapporto di lavoro,
se sussistono le altre condizioni previste dalla normativa vigente, il lavoratore potrà riprendere
a godere dell’ammortizzatore sociale per il periodo rimanente. Quando ricorrono le condizioni
sopra descritte, il datore di lavoro che assume, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta
al lavoratore, gode di un incentivo mensile pari al trattamento mensile di sostegno al
reddito che sarebbe stato erogato al lavoratore, al netto della riduzione del 5,84% prevista
dall’art. 26 della Legge n. 41/1986 (contributo a carico del dipendente) e con esclusione di quanto
riconosciuto a titolo di contribuzione figurativa dall’Inps. Datori di lavoro agricolo. Poiché
l’attuale modello Unificato Lav non è predisposto per contenere le dichiarazioni di responsabilità
previste dalla legge per il riconoscimento dell’incentivo, il datore di lavoro agricolo dovrà
compilare l’apposito modello allegato alla circolare di cui si argomenta e presentarlo alla sede
Inps competente entro il mese successivo a quello di decorrenza dell’assunzione; per le assunzioni
effettuate prima della pubblicazione della suddetta circolare la dichiarazione di responsabilità può
essere presentata entro fine febbraio. L’incentivo è erogato attraverso il conguaglio con le somme
dovute dai datori di lavoro a titolo di contributi previdenziali e assistenziali ed è cumulabile con
le riduzioni contributive eventualmente spettanti in forza della normativa vigente; le aziende
agricole, pertanto, potranno quindi fruire dell’incentivo, ogni trimestre, attraverso il conguaglio
„
con la contribuzione dovuta e calcolata dall’Inps.
28
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
NORMATIVA
Maria Miligi
Nuove competenze sull’accentramento
contributivo
Soppresse le disposizioni che attribuivano alle Direzioni provinciali
del lavoro la competenza ad emanare il provvedimento di accentramento
degli adempimenti contributivi
C
on l’articolo 39, comma 10, del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2008, n. 133, sono state soppresse alcune disposizioni normative che regolavano gli adempimenti formali richiesti nella gestione
dei rapporti di lavoro in quanto incompatibili con l’introduzione del Libro Unico
del lavoro e con le altre finalità di semplificazione della norma stessa. Con particolare riferimento alla lettera k) della norma dianzi detta, è stata disposta l’abrogazione del D.M.
30 ottobre 2002, riguardante le “Modalità applicative per la tenuta dei libri paga e matricola”, che prevedeva, all’art. 3, la possibilità per il datore di lavoro, previa presentazione
di apposita istanza, di richiedere la concessione dell’autorizzazione all’accentramento degli
adempimenti contributivi alla Direzione provinciale del lavoro (Dpl) competente per territorio.
Tale facoltà ha trovato nel tempo un consistente
utilizzo soprattutto da parte di imprese caratterizzate da assetti territoriali molto articolati che,
attraverso le procedure di accentramento, hanno
potuto fruire di un sistema di rapporti con l’Inps molto più agevoli in quanto concentrati in un
unico punto di contatto.
La competenza è oggi attribuita diretta- Niki de Saint Phalle - Grande Tête (Grande testa), 1971
mente all’Inps che, tenuto conto di quanto
previsto dalla circolare del Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali del
3 dicembre 2008, a decorrere dal 1° gennaio 2009, provvede direttamente al rilascio
delle autorizzazioni all’accentramento degli adempimenti contributivi dei datori di lavoro secondo i principi fissati in tema di luogo dell’adempimento dell’obbligazione dall’art.
1182 del codice civile. L’abrogazione delle disposizioni in esame, vigenti fino alla data del 3
dicembre 2008 (data di pubblicazione della circolare ministeriale), non comporta il venir
meno della validità dei provvedimenti già concessi dalle Dpl. Le condizioni richieste dalla
legge per il riconoscimento dell’autorizzazione all’accertamento contributivo e le modalità
operative che le aziende interessate devono seguire per inoltrare l’istanza sono l’oggetto
della circolare Inps n. 124 dell’11 dicembre 2009.
La posizione contributiva accentratrice, cioè quella nella quale il datore di lavoro può
essere autorizzato all’assolvimento degli obblighi contributivi di tutti i lavoratori alle sue
dipendenze, di norma si identifica con: la sede legale dell’azienda, coincidente anche con la
sede amministrativa della stessa e nella quale sono occupati i lavoratori addetti alle previste
attività gestionali della struttura aziendale; la sede amministrativa, intesa come sede non
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
29
NORMATIVA
coincidente con quella legale, nella quale si svolgono le medesime attività dianzi dette; la
sede operativa che possa identificarsi come il centro di maggiore interesse (può farsi riferimento, ad esempio, ai risultati economici conseguiti o alla “mission” aziendale).
Requisiti per la presentazione delle domande di accentramento. La richiesta di
accentramento degli adempimenti contributivi ha come presupposto che le diverse posizioni contributive aziendali, contraddistinte da matricole già assegnate (corrispondenti
alle unità che occupano lavoratori dipendenti), o da assegnare (in relazione all’espansione
dell’attività aziendale ed in ossequio ai principi di competenza territoriale esistenti per ciascuna delle Direzioni dell’Istituto presenti sul territorio nazionale), soddisfino le seguenti
condizioni: siano identificate dal medesimo codice fiscale; presentino, ai sensi dell’art. 49
Legge n. 88/1989, identità di classificazione ai fini previdenziali ed assistenziali. L’efficacia
del provvedimento di autorizzazione decorre dal primo giorno del mese in cui viene richiesto. Datori di lavoro agricolo. Le aziende agricole, ai fini degli adempimenti contributivi, sono iscritte presso la sede competente per territorio di ubicazione dei fondi agricoli
ovvero, nell’ipotesi di aziende operanti senza fondi, per territorio di ubicazione delle lavorazioni. I datori di lavoro agricoli che intendono richiedere l’accentramento degli adempimenti contributivi dovranno attenersi alle seguenti indicazioni: le aziende operanti su più
fondi appartenenti a province diverse devono presentare un modello DA ad ogni sede Inps
competente e possono accentrare la posizione presso una delle sedi stesse individuata a loro
scelta; le aziende operanti su più fondi, appartenenti a comuni diversi della stessa provincia, organizzati autonomamente e per i quali sono state presentate più denunce aziendali
e la cui competenza territoriale appartiene a sedi diverse, possono accentrare la posizione
presso una delle sedi competenti individuata a loro scelta; le aziende senza terra possono
accentrare la posizione contributiva esclusivamente presso la sede competente per sede legale o amministrativa. L’invio delle richieste di accentramento contributivo potrà avvenire
esclusivamente con modalità telematica previa compilazione del modulo, reperibile sul sito
„
internet dell’Inps, contraddistinto dalla sigla “SC48”.
1° gennaio 2010: il tasso degli interessi legali scende all’1%
La misura del saggio degli interessi legali di cui
all’art. 1284 del codice civile è fissata all’1% in
ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio
2010. A stabilirlo è il Decreto del Ministro
dell’Economia e delle Finanze 4 dicembre
2009 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 291 del 15 dicembre
2009. Nella tabella a lato si riportano i tassi
precedentemente in vigore ed i relativi periodi
di validità. (Maria Miligi)
30
DAL
AL
MISURA DEL
TASSO
21.04.1942
15.12.1990
5%
16.12.1990
31.12.1996
10%
01.01.1997
31.12.1998
5%
01.01.1999
31.12.2000
2,5%
01.01.2001
31.12.2001
3,5%
01.01.2002
31.12.2003
3%
01.01.2004
31.12.2007
2,5%
01.01.2008
31.12.2009
3%
01.01.2010
…
1%
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
NORMATIVA
Alessandro Terradura
Nuove modalità di adesione ai fondi formazione
Modificato l’impianto normativo di adesione e revoca ai fondi
interprofessionali per la formazione continua in agricoltura
L
’Inps, con circolare n. 34 del 19 marzo 2008, ha provveduto alla concreta attuazione delle
novità apportate dalla Legge 24 dicembre 2007, n. 247 ovvero di quelle disposizioni normative
che hanno introdotto la mobilità tra fondi ed esteso agli operai del settore agricolo l’applicazione
delle norme riguardanti i Fondi Paritetici Interprofessionali. Con successiva circolare n. 107
del 1° ottobre 2009, lo stesso Istituto di previdenza ha disciplinato le ulteriori modifiche al quadro normativo di riferimento apportate dall’art. 19, comma 7-bis della Legge 28 gennaio 2009, n.2 e dal’art. 7-ter,
comma 10 della Legge 9 aprile 2009, n.33. La citata circolare n. 34/2009 prevede che la gestione delle
adesioni e delle revoche avviene all’interno del sistema DMAG mediante un’apposita funzione denominata
“Fondi Interprofessionali”. Le Leggi n. 2/2009 e n. 33/2009 impongono però il cambiamento della precedente impostazione che fissava al 31 ottobre di ogni anno il termine entro il quale dovevano essere espresse
le adesioni e le revoche e al 1° gennaio dell’anno successivo la decorrenza degli effetti delle scelte espresse.
Con la circolare 130 del 28 dicembre 2009, l’Inps prevede che, sempre mediante la funzione “Fondi
Interprofessionali”, a partire dal quarto trimestre 2009 le aziende potranno esercitare le scelte sopraindicate ogni trimestre e gli effetti di queste scelte decorreranno dal trimestre nel quale vengono espresse
anche in caso di modelli DMAG tardivi relativi a competenze pregresse. E questo anche se in quel trimestre non devono denunciare dati occupazionali o retributivi. Eventuali nuove adesioni espresse entro il 30
novembre 2009 e non revocate entro tale data avranno operatività dal 4° trimestre 2009. L’adesione non
deve essere riproposta nei trimestri successivi e negli anni successivi in quanto valida fino ad esplicita revoca. Può essere proposta, invece, ogni trimestre, la revoca e l’eventuale adesione contestuale ad un nuovo
Fondo. In quest’ultimo caso di mobilità fra Fondi, le risorse economiche saranno attribuite al nuovo Fondo
a partire dal trimestre nel quale la mobilità viene indicata. Se non risulta intervenuta esplicita revoca del
Fondo precedentemente scelto non sarà possibile l’adesione ad un nuovo fondo.
„
Elenco dei fondi interprofessionali autorizzati
ACRONIMO
FONDIMPRESA
FONDIRIGENTI
FORTE
FONDIR
FONARCOM
FONDO FORMAZIONE PMI
FONDO DIRIGENTI PMI
FONDO ARTIGIANATO
FORMAZIONE
FONCOOP
FONTER
FONDER
FONDOPROFESSIONI
FORAGRI
FAZI
FISP
FBCA
FORM
FEMI
SETTORI INTERESSATI
Fondo per i lavoratori delle imprese industriali
Fondo per i dirigenti industriali
Fondo per i lavoratori di commercio, turismo, servizi, credito, assicurazioni e trasporti
Fondo per i dirigenti del terziario
Fondo per i lavoratori dei settori del terziario, artigianato, delle piccole e medie imprese
Fondo per i lavoratori delle piccole e medie imprese industriali
Fondo per i dirigenti delle piccole e medie imprese industriali
Fondo per i lavoratori delle imprese artigiane
Fondo per i lavoratori delle imprese cooperative
Fondo per i lavoratori delle imprese del settore terziario: comparti turismo e distribuzione-servizi
Fondo per la formazione continua negli enti ecclesiastici, associazioni, fondazioni, cooperative,
imprese con o senza scopo di lucro, aziende di ispirazione religiosa
Fondo per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende ad essi collegati
Fondo per la formazione continua in agricoltura
Fondo per la formazione continua dei quadri e dei dipendenti dei comparti del commercioturismo-servizi, artigianato e piccola e media impresa
Fondo per la formazione continua dei lavoratori dei servizi pubblici
Fondo per la formazione continua nei settori del credito e delle assicurazioni
Fondo per la formazione continua nei comparti del commercio, del turismo, dei servizi, delle
professioni e delle piccole medie imprese
Fondo per la formazione continua nei settori economici dell’industria e piccole e medie imprese
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
31
NORMATIVA
Massimiliano Lannino
Gli indirizzi operativi per la vigilanza in agricoltura
L’Inps ha fornito le linee di indirizzo e le indicazioni operative per lo
svolgimento dell’attività di vigilanza in agricoltura finalizzata al contrasto
del fenomeno dei falsi rapporti di lavoro e del lavoro nero
C
on circolare n. 126 del 16 dicembre 2009, l’Inps ha dettato le linee guida dell’attività
di vigilanza in agricoltura ponendosi l’obiettivo di contrastare con forza i fenomeni del
lavoro nero e dei falsi rapporti di lavoro. In tale ottica, la circolare di cui si argomenta,
richiama taluni principi ai quali deve essere improntata l’attività di vigilanza delle proprie strutture territoriali ribadendo sin da subito la validità delle linee di indirizzo previste nella
circolare n. 27 del 25 febbraio 2009 e ponendo subito l’attenzione al sancito nella circolare n. 85
del 12 settembre 2008, in base al quale “Per quanto riguarda l’eventuale annullamento di rapporti di lavoro è premessa indispensabile la certezza dell’assenza di prestazioni lavorative”.
Muovendo da tali presupposti e dall’esperienza maturata nel pregresso contenzioso amministrativo e giudiziario, l’Inps fissa ulteriori nuovi principi cui dovrà uniformarsi l’attività di vigilanza
ispettiva con particolare riferimento alle materia relative alla sussistenza dei rapporti di lavoro,
all’inquadramento delle aziende in settori extra-agricoli ed all’impiego di lavoratori addetti a
particolari attività. In primo luogo viene affrontato il problema connesso al disconoscimento
di prestazioni di lavoro a seguito di accertata incongruità tra giornate denunciate e fabbisogno
stimato di manodopera. A tal proposito, viene ribadito che a seguito dell’abrogazione dell’art.
8, co. 4, d.lgs. 375/93, operata dall’art. 9-ter, co. 3, legge 608/96, tale disconoscimento deve
fondarsi esclusivamente su una stima tecnica (art.8, co. 2, d.lgs. 375/93) che tenga conto delle
peculiarità strutturali ed organizzative delle singole aziende, non potendo lo stesso legittimamente derivare da valutazioni di ordine presuntivo o dalla applicazione automatica di tabelle
ettaro-culturali. In secondo luogo, la circolare in esame affronta il tema della riclassificazione
delle aziende agricole con attribuzione di un inquadramento in settori diversi. Sul punto l’Inps
chiarisce che la variazione del settore di inquadramento non può riposare su motivazioni generiche ma deve trovare fondamento in una puntuale descrizione dell’attività svolta dall’azienda
che consenta, da un lato, di escluderne l’appartenenza al settore agricolo e, dall’altro, di considerarla appartenente ad un settore diverso con conseguente individuazione della data certa della decorrenza di tale diversa classificazione. Infine, la circolare de quo affronta l’annoso
problema dell’applicazione dell’art. 6 della legge 92/79, così come modificata dal d.lgs. 173/98,
disciplinante le ipotesi in cui, nell’ambito di un’azienda non agricola, taluni prestatori possono
essere considerati lavoratori agricoli da assoggettare al relativo regime previdenziale.
L’Inps, ai fini di una corretta ed uniforme applicazione della norma, individua nel core-business il criterio di riferimento. Pertanto, possono essere considerati lavoratori agricoli coloro
che, addetti alle attività previste dal citato art.6, dipendono da aziende che svolgono, in via
esclusiva o prevalente, un’attività non agricola (o di servizi all’agricoltura) i cui ricavi derivano
integralmente o in via maggioritaria da tale attività. Diversamente, non potranno essere considerati lavoratori agricoli i dipendenti di aziende solo formalmente operanti nel settore dei
servizi all’agricoltura ma dedite, di fatto, ad un’attività squisitamente volta all’assunzione di
personale da distaccare presso terzi (anche soci nel caso di cooperative). In tali casi, infatti, non
solo non è applicabile la legge 92/79 ma, a monte, vi è violazione della normativa in materia di
„
somministrazione di manodopera (d.lgs 276/2003).
32
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
NORMATIVA
Giuseppe De Marco
Carta acquisti: tutte le novità
Al via gli accrediti multipli anche per gli over 65 e in più agevolazioni per
i nuovi nati e per gli utilizzatori di gas naturale o Gpl
N
ovità in vista per tutti i possessori di Carta acquisti, la carta di credito introdotta nel 2008 per il sostegno della spesa alimentare, sanitaria e per il pagamento delle bollette
della luce e del gas.
Con il decreto del ministro dell’Economia dello scorso 30 novembre,
infatti, (recepito dall’Inps con messaggio n. 470 del 7 gennaio 2010)
viene esteso anche agli ultra-65enni la possibilità di accreditare su
un’unica carta i benefici di più titolari, prima riservata ai soli beneficiari minorenni. Inoltre, il periodo di tempo entro il quale è possibile
utilizzare le somme messe a disposizione è stato esteso da due a sei
bimestri. Per i beneficiari della Carta che siano anche utilizzatori di
gas naturale o Gpl (per il riscaldamento, la cucina o la produzione di
acqua calda nella propria casa) vengono messi a disposizione ulteriori venti euro a bimestre, grazie ad un contributo dell’Eni.
Il requisito è verificato sulla base di quanto riportato sulla documentazione di richiesta della Carta Acquisti. Chi avesse omesso la
Niki de Saint Phalle
compilazione del quadro relativo alle dichiarazioni facoltative può Big Lady (Black) (La grande Lady – nera),
1968/1992/1995
integrare la richiesta compilando il modello CA/Var_3 (beneficiario
minore) o il modello CA/Var_65 (beneficiario ultrasessantacinquenne), disponibili sul
sito internet dell’Inps www.inps.it, nella sezione “Modulistica”.
Con decreto del ministero del Lavoro e dell’economia, inoltre, è stato stabilito l’adeguamento dei limiti reddituali e dell’Isee (vd. tabella), i quali variano annualmente in
relazione all’indice di perequazione automatica dei trattamenti pensionistici a carico
dell’assicurazione generale obbligatoria. La peLIMITI DI REDDITO
requazione definitiva per l’anno 2009 è stata
fissata al 3,2%, mentre quella presuntiva per il
pensioni (e altri redditi)
anno
ISEE
2010 è pari allo 0,7%.
1-70 anni
>70 anni
Con messaggio n. 384 del 7 gennaio 2010, l’Inps
2008
6.000,00
6.000,00
8.000,00
ha inoltre precisato che per ciascun bimestre deve
essere presente una dichiarazione Isee in corso di
2009
6.192,00
6.192,00
8.256,00
validità almeno in un giorno del bimestre stesso.
2010
6.235,35
6.235,35
8.313,80
Per le domande e per le carte prepagate, invece,
non è prevista alcuna scadenza. In ogni caso, per
agevolare gli interessati, l’Inps ha previsto di inviare una lettera a tutti i beneficiari il bimestre antecedente quello di scadenza della dichiarazione. Infine, il decreto 2 settembre
2010 del ministero del Lavoro ha disposto – per i beneficiari della carta nati nel corso del
2009 – l’accredito di un importo aggiuntivo pari a € 25,00 a titolo di concorso alle spese
occorrenti per l’acquisto di latte artificiale e pannolini. In questo caso, la richiesta della
„
Carta deve essere presentata entro il 31 marzo 2010.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
33
NORMATIVA
Antonio Positino
10 mila aziende agricole nel mirino degli ispettori
Piano straordinario di controlli ispettivi per contrastare lo sfruttamento
della manodopera nel Mezzogiorno
I
l Consiglio dei Ministri, tenutosi il 28 gennaio scorso a Reggio Calabria, ha approvato un piano
straordinario di vigilanza e lotta al lavoro nero, messo a punto dal ministro del Lavoro e delle
Politiche sociali Maurizio Sacconi, che, anche in considerazione dei recenti eventi avvenuti
a Rosarno, prevede di sottoporre a controlli straordinari 20 mila aziende del Sud Italia;
più precisamente, è stato previsto che 10 mila aziende agricole ed altrettante aziende edili situate nelle quattro Regioni più sensibili alle problematiche del lavoro irregolare ovvero in Calabria,
Campania, Puglia e Sicilia saranno ispezionate da un’apposita task force composta
da 550 ispettori del ministero del Lavoro e dell’Inps (500 dei quali reperiti nelle Regioni
direttamente interessate ai controlli ed altri 50, per garantire una maggiore trasparenza dell’azione
ispettiva, reperiti in altre Regioni) nonché da militari dell’Arma dei Carabinieri il cui supporto
logistico sarà necessario soprattutto nelle ispezioni relative al settore agricolo per il confinamento
dei luoghi di raccolta dei prodotti al fine di evitare la fuga di eventuali lavoratori irregolari. Inoltre,
per non rallentare le attività ispettive, saranno coinvolti anche i locali commissariati di polizia
che si occuperanno della eventuale identificazione di cittadini extracomunitari clandestini e delle
relative operazioni necessarie per il loro rimpatrio.
L’azione ispettiva sarà particolarmente orientata sul fenomeno dell’utilizzo di manodopera agricola
anche stagionale, sul fenomeno del caporalato e delle truffe ai danni dell’Inps realizzate mediante
l’instaurazione di rapporti di lavoro fittizi.
Gli interventi saranno concentrati nei confronti di quelle attività di raccolta stagionale dei prodotti agricoli che richiedono maggiore impiego di manodopera secondo uno specifico calendario che
tiene conto delle principali colture effettuate nei diversi periodi dell’anno in ciascuno dei diversi
ambiti geografici interessati ai controlli. Gli interventi, pertanto, saranno mirati e differenziati per
tener conto delle specifiche realtà locali ed anche dei diversi fenomeni di illegalità che possono
caratterizzare le aree geografiche in questione. Per esempio, in Calabria saranno sottoposte a ispezione le aziende delle province di Cosenza, Crotone e Reggio Calabria che coltivano agrumi, olive,
patate, pesche, uva o finocchi, nei rispettivi periodi di produzione e raccolta; mentre le ispezioni
nelle zone di Caserta, Napoli e Salerno riguarderanno le aziende impegnate nella produzione e nella
raccolta di pomodori o di tabacco.
In Calabria saranno ispezionate 2 mila aziende agricole, in Campania 2.500, in Puglia 3.000 e in
Sicilia 2.500. Un ruolo di primo piano nell’attività di controllo viene riservato agli enti bilaterali
che saranno sempre più irrobustiti e sostenuti nell’ambito delle intese contrattuali di settore.
Le associazioni potranno fornire informazioni sui fenomeni di maggiore criticità del territorio,
svolgere opera di sensibilizzazione delle aziende in funzione anti-sommerso, monitorare le problematiche esistenti nei diversi ambiti locali e soprattutto svolgere una funzione di «controllo sociale», orientando operativamente l’attività di verifica. La presentazione del piano straordinario
di cui si argomenta è stata anche l’occasione per presentare i risultati dell’azione ispettiva
svolta nel 2009 secondo le linee guida di cui alla Direttiva ministeriale del 18 settembre 2008.
Tali risultati evidenziano che il numero delle violazioni sostanziali accertate è notevolmente incrementato rispetto all’anno precedente, infatti, a fronte di una diminuzione delle violazioni di
carattere formale (-28%, tenuta del Libro unico del lavoro) sono fortemente aumentate le violazioni accertate in materia di lavoro “nero” +44%, di appalti e somministrazione +193%, di orario
di lavoro +118%, di rispetto dello Statuto dei lavoratori +208%, di truffe nei confronti degli Istituti +483%, di sicurezza sul lavoro +53%.
„
34
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
NORMATIVA
Silvia Cina
Certificazione energetica
Direttiva comunitaria sul rendimento energetico degli edifici
È
un nuovo adempimento a carico dei cittadini introdotto, in Italia, col Decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192, ma meglio definito solo nella scorsa estate 2009 con
l’emanazione delle “linee guida nazionali”, a cui tutte le Regioni stanno adeguandosi con propria normativa. La certificazione energetica è stata introdotta a seguito
di una Direttiva comunitaria europea del 1991 sul rendimento energetico in edilizia quale
strumento di informazione dei cittadini sulle caratteristiche degli edifici. È ora divenuta un
obbligo in alcuni casi, ma anche un’opportunità, se viene intesa come uno strumento per
orientarsi meglio nel mercato immobiliare, conoscendo le prestazioni energetiche di appartamenti ed edifici ed i vantaggi economici connessi. Infatti la certificazione attesta il fabbisogno annuo di energia per riscaldamento invernale e raffrescamento estivo, illuminazione,
produzione di acqua calda e ventilazione secondo un utilizzo standard di un edificio.
La materia relativa al contenimento dei consumi di energia negli edifici non è nuova. Dalla
prima Legge nazionale risalente alla fine degli anni Settanta fino ai nostri giorni si sono susseguiti moltissimi decreti e regolamenti, ad esempio quelli che stabilivano la temperatura
massima da tenere in casa o le date di accensione e spegnimento del riscaldamento. Qualche
norma è ancora parzialmente in vigore, altre sono state sostituite dalle norme attuali. Semplificando al massimo tutta la complessa normativa si possono riassumere i principali aspetti
che riguardano più da vicino i cittadini.
Con la certificazione si va a stabilire quanta energia consuma un edificio. In base a questo dato gli viene assegnata una classe, un po’ come per i frigoriferi o le lavatrici, indicata
in lettere maiuscole che vanno dalla classe migliore, indicata con A, fino alla classe G, che
comprende tutti quegli edifici che hanno bisogno di molta energia per essere riscaldati
o raffrescati.
Edifici in classe A per ora non ce ne solo molti, e si possono ancora oggi costruire edifici in
classe B e C. La gran parte degli edifici esistenti ricade però in classi ancora più basse. La
certificazione energetica va richiesta a proprie spese dal proprietario o dal titolare del permesso di costruire ad un tecnico abilitato a rilasciare l’attestato e si applica a: edifici di nuova
costruzione; casi di ristrutturazione integrale dell’involucro degli edifici con superficie utile
superiore ai 1000 m2; casi di demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di
edifici esistenti di superficie utile superiore ai 1000 m2; contratti di compravendita e di locazione di edifici o di unità immobiliari.
Sono invece esclusi dall’obbligo del certificato box, cantine, parcheggi, depositi, strutture
temporanee ecc… privi di impianto termico ed edifici storici o artistici.
Sono inoltre esclusi fabbricati industriali, artigianale ed agricoli non residenziali quando gli
ambienti sono riscaldati per esigenze del ciclo produttivo o utilizzando reflui energetici del
processo produttivo ed i fabbricati isolati con superficie utile inferiore ai 50 m2.
Per semplificare le procedure e limitare i costi è possibile, per gli edifici di superficie utile
inferiore a 1000 m2, una autodichiarazione del proprietario, sostitutiva dell’attestato di certificazione energetica, in cui dichiara che l’edificio è in classe G e che i costi per la sua gestione
energetica sono molto alti.
Il certificato energetico vale 10 anni dalla sua emissione e va aggiornato ad ogni interPREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
35
NORMATIVA
vento di ristrutturazione edilizio ed impiantistico che modifichi la prestazione energetica dell’edificio.
È prevista una serie di sanzioni per chi non rispetta l’obbligo della certificazione energetica
nei casi previsti e riguardano sia il professionista che rilascia un certificato non veritiero, sia
il costruttore che non consegna al proprietario, unitamente all’immobile, l’originale della
certificazione energetica: quest’ultimo è punito con una sanzione da 5000 a 30000 euro.
All’inizio ho parlato di opportunità. Sapere quanto costa riscaldare, illuminare, raffrescare un
edificio è un parametro importante per decidere il prezzo in caso di compravendita e di locazione ed avrà sicuro influenza sul mercato immobiliare in futuro. È inoltre possibile avere una
diagnosi dei possibili interventi per migliorare l’efficienza, conoscere il costo di tali interventi
e il risparmio conseguito nel tempo, facendo un’analisi costi-benefici. È anche prevista una
serie di deroghe su volumetria, distanze da tenere ecc… e di semplificazioni burocratiche per
chi sceglie la via di eseguire interventi per contenere i consumi di energia. Infine si spera che
venga incentivato nei cittadini uno stile di vita quotidiano più attento nell’evitare gli sprechi e
risparmiare energia e più consapevole dei vantaggi economici ed ambientali che ne derivano
per sé e per tutta la collettività.
„
Il circolo virtuoso
L
Silvia Cina
’energia che non basta mai e l’incremento demografico che accelera.
Due aspetti indissolubili. Un nodo aggrovigliato.
Ogni due settimane è come se nel mondo ci fosse un nuovo Piemonte.
Le persone dei paesi in via di sviluppo giustamente aspirano a un migliore tenore di vita e chiedono
la loro fetta di consumi e di energia.
Noi dei paesi ricchi ci permettiamo di usare la maggior parte delle risorse del pianeta e chiediamo
continuamente di incrementarle.
È evidente che il meccanismo non può continuare a funzionare in questo modo e che dobbiamo imparare in
fretta a ridurre i consumi. Ricordando che la produzione più pulita di energia è il risparmio.
E c’è già chi riesce ad avere una casa che non consuma energia ma la produce. Ecco il circolo virtuoso:
iniziamo a immaginare una casa dove si evitano le dispersioni di calore con un cappotto di materiale isolante.
È importante isolare tutto: tetto, pareti, solette dei balconi. Nei paesi del Nord Europa vengono solitamente
impiegati isolamenti di spessore da 25 cm in su, ma si può già fare un buon lavoro con molto meno. Potendo
intervenire sull’involucro di una casa si riducono le perdite di calore dei due terzi già con 10 cm di isolante e
si arriva a eliminarle con spessori maggiori. Poi si passa agli infissi, evitando gli spifferi, sostituendo i vetri
normali con altri a bassa emissione e isolando bene anche i cassonetti delle avvolgibili. Si può ricorrere alla
pompa di calore per riscaldare o raffrescare: ha una tecnologia affidabile, funziona dai 50° d’estate ai -10°
d’inverno, è rinnovabile perché prende calore da acqua, aria, terra. E dove prendiamo l’energia elettrica
necessaria per farla funzionare? Da un’energia rinnovabile, quella del sole, tramite un impianto fotovoltaico
installato sul tetto, impianto che, quando non fa funzionare la pompa di calore o gli altri impianti della casa,
produce energia che può essere venduta.
Il circolo virtuoso si chiude con un ricavo.
Certo oggi sembra ancora un sogno che tutto il patrimonio edilizio esistente possa venire modificato in
questo modo e che tutto il nuovo sia costruito con questi criteri, ma sono sicura che avverrà in poco tempo,
anche se in modo non indolore, perché queste innovazioni richiedono grossi costi iniziali. Poi, però, non
si spenderebbe più nulla, anzi se ne otterrebbe addirittura un beneficio economico. E chissà che non sia
questo il futuro motore trainante della nostra economia.
„
36
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
PAROLE
Severo De Pignolis
“caporali, razze, permacoltura e altre parolacce”
O
ggi mi sento un «egli» dunque parlo
di me in terza persona. Poi, forse,
spiego.
L’agricoltura sempre in testa, Severo
entra in libreria e «Semi del suicidio» (Odradek)
di Vandana Shiva con accanto «Now Utopia»
(Shake) di Chris Carlsson, dove spiccano le parole
«orticoltura comunitaria» e «permacoltura». Poco
dopo Severo legge su un giornale che in Calabria
e Puglia ci sono «i caporali» e molti braccianti «di
razza» africana, poi che «i negri» si ribellano. Poi,
rientrando a casa, Severo legge che «in Africa…»
blabla.
Ci pensa su Severo e si fa qualche domanda sulle parole, quelle di agricoltura e magari – una ciliegia tira l’altra - qualche altra sulla lingua che
usiamo.
1. Davvero tutti sanno perché si usa «caporale»
parlando di agricoltura? I due vocabolari che Severo ha in casa lo danno solo come terzo e quarto
significato.
2. «Razza»? La stra-grande maggioranza degli
scienziati concorda che le razze non esistono;
a ironica conferma, i razzisti – loro (purtroppo)
esistono – non riescono a mettersi d’accordo su
quante razze vi siano: 4, 15 oppure 130? Allora
cosa si intende usando «razza» o «razziale»?
3. «Negro» è una parola carica di storia e dolore,
usata in senso spregiativo o come insulto. E’ meglio non dirla?
4. Quasi sempre si usa la parola «Africa»; invece
Severo scrive e dice «Afriche»: il suo è un errore,
una mania oppure cerca di comunicare qualcosa?
5. Le parole vengono rubate e fanno figli? Su questo Severo ama citare una poesia di Ignazio Buttitta, scritta in siciliano (sostiene Severo che non
occorra traduzione). Eccola.
Un populu mittitilu a catina
spugghiatilu
attuppatici a vucca
è ancora libiru.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Livatici u travagghiu, u passaportu
a tavola unni mancia
u lettu unni dormi,
è ancora riccu.
Un populu diventa poviru e servu
quannu ci arrobanu la lingua
addutata di patri:
è persa pi sempri.
Diventa poviru e servu
quannu i paroli nun figghianu paroli
e si manciano tra d’iddi.
Tutto chiaro?
6. Sostiene Severo che conviene non sprecare le
parole. E (si) chiede se abbia ragione Eduardo
Galeano: «la mia regola è usare soltanto parole
che migliorino il silenzio».
Perché il Severo che scrive parla di sé in terza
persona? Mumble-mumble. Forse perché nel libro di scuola di suo figlio ha letto:
«io sono
tu sei
egli è
noi siamo
voi siete
essi sono».
Cioè proprio come ai suoi tempi (Severo ha studiato prima del famoso ’68).
Ma – si chiede Severo – tutti i libri sono ancora così? Perché «lei» e «esse» non ci sono? È un
caso se la lingua è maschile? Perché a scuola, fin
dai verbi si ignora (si cancella) il femminile? Le
parole pesano, liberano, opprimono… o contano
solo i fatti? Così, fra dubbi linguistici ed esistenziali, Severio ha deciso che per un po’ parlerà di
sé in terza persona. È un tipo così.
Per finire… si domanderà qualche lettore o lettrice: ma di «orticoltura comunitaria» e «permacoltura» quando si parla? La prossima puntata,
sostiene Severo.
„
37
FISCO
Gaetano Tutino
Dai controlli a nessuna proroga delle
agevolazioni per gli imprenditori agricoli
L
’Agenzia delle Entrate ha elaborato ed avviato un piano di controllo per recuperare
le agevolazioni indebitamente fruite in materia di imposte di registro, ipotecarie e
catastali.
Le operazioni oggetto di interesse da parte del fisco sono: l’acquisto prima casa;
l’acquisto di terreni edificabili compresi in piani urbanistici; terreni agricoli acquistati per la
formazione della piccola proprietà contadina.
Per quanto riguarda la piccola proprietà contadina, il piano prevede la verifica di due differenti posizioni: l’alienazione volontaria di terreni agricoli, acquistati per la formazione o
l’arrotondamento della piccola proprietà contadina, da parte di coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli, prima del decorso di cinque anni dall’acquisto agevolato; la mancata presentazione del certificato definitivo attestante che i requisiti previsti per la spettanza dell’agevolazione sussistevano fin dal momento della stipula dell’atto.
L’elenco sotto la lente del fisco riguarda contribuenti che hanno registrato atti dall’01/01/2005
al 31/12/2006, per i quali non risulta avvenuta la presentazione del citato certificato, il quale
deve essere presentato entro tre anni dalla data in cui è avvenuto l’acquisto agevolato.
L’agevolazione suddetta riguarda l’acquisto di terreni da parte di imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti il cui assoggettamento all’imposta di registro ed ipotecaria è in
misura fissa.
Ebbene, detta agevolazione, trova origine nella Legge 6 agosto 1954, n.604, conosciuta come
“l’agevolazione alla piccola proprietà contadina”, in vigore fino al 31 dicembre 2009 per effetto della proroga contenuta nella Legge n. 203 del 22/12/2008, art.2, c. 8.
Nella Finanziaria 2010, approvata definitivamente dal parlamento, non prevede la solita proroga e, soprattutto, non è stata prevista nemmeno nel decreto legge “milleproroghe.
La soppressione dell’agevolazione comprometterà il trasferimento di fondi rustici a favore
di imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti, in quanto l’operazione diventerà
molto onerosa.
È opportuno precisare che con decorrenza 01/01/2010 verrà applicata l’imposta ordinaria di
registro per l’acquisto di terreni agricoli, pari al 15%, quella ipotecaria, pari al 2%, e quella
catastale, pari all’1%.
Se i benefici della piccola proprietà contadina non verranno reintrodotti, si dovrà rispolverare l’agevolazione prevista dalla nota 1 bis della tariffa allegata al DPR 131/86 secondo cui l’acquisto di terreni agricoli effettuato da imprenditori agricoli professionali usufruisce dell’aliquota ridotta dell’imposta di registro dell’8% a cui vanno aggiunte le imposte ipotecarie e
catastali del 3%.
In questo caso l’acquirente deve documentare la qualifica di imprenditore agricolo professionale entro tre anni dall’acquisto mediante una certificazione rilasciata dagli uffici provinciali dell’agricoltura. L’agevolazione decade se il terreno muta destinazione entro dieci anni
dall’acquisto però non viene penalizzata la rivendita nell’ambito di questo periodo.
In ultimo, è possibile beneficiare di un’altra agevolazione ovvero scatta l’esenzione da qualsiasi imposta sui trasferimenti, ai sensi della Dls 99/2004, art. 7, se colui che acquista il ter„
reno si impegna a non frazionarlo e a coltivarlo per un periodo di almeno dieci anni.
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
PREVIDENZA
Daniela Lambertini
Uniemens individuale
Nel mese di novembre 2009 è stata rilasciata la procedura “Uniemens
individuale” che consentirà dal 1° gennaio 2010, di raccogliere in un unico
documento, le informazioni attualmente inviate all’Inps con due diverse
procedure (DM10 per i flussi contributivi e Emens per i flussi retributivi dei
singoli lavoratori dipendenti). Il nuovo sistema di trasmissione unica dei dati
porterà una serie di vantaggi come ad esempio la riduzione e la semplificazione
delle procedure di trasmissione, gestione, elaborazione e controllo da parte
delle aziende.
L’invio dei dati per mezzo dell’Uniemens sarà obbligatorio, per la generalità
delle aziende, a partire dalle denunce di competenza gennaio 2010 da presentare entro il 28/02/2010.
Nell’area dei servizi on-line dell’istituto è stata attivata la funzione che consente l’invio dei nuovi file
Uniemens e la gestione dei flussi e della ricevuta.
(Msg Inps n. 27172 del 25/11/2009)
Comunicazione unica per la nascita dell’impresa
Da tempo l’Inps è in grado di ricevere dal Registro delle Imprese mediante il canale on-line di ComUnica
le nuove iscrizioni. Il messaggio n.28736 del 10/12/2009 presenta una nuova procedura che implementa
quella già esistente con nuovi servizi che permettono anche la variazione dei dati aziendali già forniti
al momento dell’iscrizione. In particolare le richieste di variazione si riferiscono alle seguenti tipologie
di informazioni: variazione dell’indirizzo della sede legale dell’impresa; variazione dell’indirizzo della
sede operativa dell’impresa, intesa come la sede dove viene svolto in concreto l’attività lavorativa con
dipendenti; richiesta di sospensione della posizione aziendale per assenza temporanea di personale
dipendente; richiesta di ripresa dei versamenti contributivi per effetto di nuove assunzioni (riattivazione);
richiesta di cessazione dell’attività con dipendenti; modifica della ragione sociale; modifica della
denominazione dell’impresa individuale; modifica dell’attività esercitata.
Sul sito web www.registroimprese.it sono reperibili il software gratuito “ComUnica Imprese” necessario
per la trasmissione delle pratiche di iscrizione e di variazione e la “Guida per la compilazione della
Comunicazione Unica d’Impresa”
(Msg Inps n. 028736 del 10/12/2009)
Calendario dell’emissione degli avvisi bonari ed iscrizioni a ruolo anno 2010
Per il 2010 è stato predisposto un nuovo calendario delle attività di emissione degli avvisi bonari e
della successiva fase di iscrizione a ruolo di crediti relativi alle singole gestioni previdenziali. Esso
presenta alcune modifiche rispetto al calendario 2009; in particolare i tempi di iscrizione a ruolo per
tutte le gestioni, sono stati prorogati di ulteriori 15 giorni. Per i lavoratori autonomi viene esteso alla
gestione commercianti ed artigiani il criterio, già previsto per le aziende agricole, della recidività.
Pertanto, anche per i lavoratori autonomi che non versano più di due rate consecutive, si procederà
all’immediata iscrizione a ruolo senza l’invio dell’avviso bonario. In relazione alle scadenze previste
per il pagamento delle diverse tipologie di contributi (mensili o trimestrali) il sistema provvederà,
nel range temporale indicato (“T1”), alla spedizione centralizzata e generalizzata degli avvisi bonari
secondo le modalità già note.
(Msg Inps n. 002332 del 25/01/2010)
Invalidità civile. Utilizzo procedura telematica
Per la gestione coordinata della fasi amministrative e sanitarie del nuovo processo di riconoscimento
dell’invalidità civile, l’Inps ha realizzato un’apposita applicazione, disponibile nella sezione “Servizi
on-line” del proprio sito internet. Nell’abito di tale procedura, la domanda per il riconoscimento dei
benefici può essere presentata, oltre che dai cittadini in possesso del pin rilasciato dall’Istituto, soltanto
dagli Enti di Patronato e dalle Associazioni di categoria dei disabili. Queste ultime, munite di pin, sono
abilitate ad utilizzare la procedura per la compilazione e trasmissione telematica delle domande. Gli Enti
di Patronato, invece, sono gli unici organismi abilitati all’utilizzo della procedura per seguire l’intero
procedimento fino all’eventuale erogazione della prestazione.
(www.inps.it)
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
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CONTRATTI
Marco Togna
Contratto adetti
della panificazione
Sottoscritto il rinnovo del contratto nazionale dei 100 mila addetti della panificazione artigianale e industriale. L’intesa, raggiunta il 1 dicembre scorso da sindacati e
rappresentanze delle aziende (Fippa Federpanificatori e Fiesa Confesercenti), stabilisce per i
lavoratori dei panifici artigianali un incremento retributivo triennale di 97 euro, pari al 7,5%,
che verranno corrisposti in due tranche (50 euro il 1 dicembre 2009, 47 euro il 1 dicembre
2010); prevista anche la somma una tantum di 180 euro (erogata in due parti uguali, a dicembre 2009 e luglio 2010), a copertura del periodo di vacanza contrattuale. Maggiore l’aumento
per gli addetti dei panifici industriali: 124 euro, pari all’8,5%, versati in due tranche (64 euro
il 1 dicembre 2009 e 60 euro il 1 dicembre 2010); l’una tantum è di 260 euro, devoluta in due
parti uguali a dicembre 2009 e luglio 2010. Numerose le altre novità: assistenza integrativa
sanitaria interamente a carico delle imprese, creazione di un Osservatorio nazionale, nuova
normativa per la bilateralità nazionale di categoria, adesione ai Fondi di previdenza complementare Alifond e di formazione continua Fonter.
Contratto addetti
agli involucri
naturali per salumi
Siglato a metà dicembre tra Aiipa e sindacati il rinnovo del contratto nazionale dei 1.000
addetti delle imprese che lavorano e trasformano gli involucri naturali per salumi. L’intesa, che sancisce la definitiva confluenza di questo contratto in quello dell’industria
alimentare, fissa un incremento di 154,71 euro al mese (parametro 120) e l’erogazione di una
somma una tantum di 294 euro a copertura del periodo di vacanza contrattuale. Stabiliti
anche i nuovi valori degli scatti di anzianità, che sono stati parificati a quelli del Ccnl dell’industria alimentare (con decorrenza dal 1 gennaio 2012). Entro il febbraio 2010 verrà anche
istituita una specifica commissione per verificare la completa armonizzazione di tutti gli istituti contrattuali.
Protocollo
d’intesa tra Fai,
Flai, Uilapesca e
Mipaaf
Fai, Flai e Uilapesca hanno firmato a metà novembre un protocollo d’intesa con il ministero per le Politiche agricole finalizzato a definire il ruolo e il contributo dei sindacati
nella realizzazione del Sistema integrato della pesca e dell’acquacoltura (Sipa). Obiettivo del
Sistema è di modernizzare la filiera ittica, usare al meglio le risorse del Fondo europeo per la
pesca 2007-2013, realizzare un sistema strutturato di ammortizzatori sociali per il settore e
includere la pesca tra le attività usuranti.
Dalle aziende
Buone notizie dal fronte delle imprese. La Gaudianello di Rionero in Vulture (Potenza)
ha ritirato l’intenzione di procedere alla terziarizzazione della logistica, affidando quindi il
servizio dei trasporti ad aziende esterne. A fine novembre il noto marchio di acque minerali
ha sottoscritto in merito un accordo con i sindacati che contempla anche il rafforzamento
dello stabilimento (120 dipendenti). Importante intesa raggiunta l’8 gennaio alla Callipo di
Vibo Valentia: azienda e sindacati hanno concordato, a fronte dell’incremento di fatturato
realizzato nel 2009, l’assegnazione di una somma una tantum di 500 euro a tutti i 200 lavoratori quale riconoscimento per le performance di efficienza e produttività del lavoro. Firmato
alla Colussi l’accordo sul trasferimento delle funzioni commerciali e marketing dalle sedi
di Perugia e Imperia a quella di Milano, che coinvolge oltre 50 dipendenti. Per
coloro che fossero impossibilitati a cambiare città è prevista l’attivazione della
mobilità con incentivi all’esodo; chi sarà in grado di accettare avrà contributi
spese per 24 mesi, un inquadramento professionale più elevato e verrà affiancato dall’azienda nella ricerca dell’abitazione. Sottoscritto alla San Benedetto
di Scorzè (Venezia) e Paese (Treviso) il piano industriale 2010-2011 teso al rinnovamento degli impianti e al rilancio dell’azienda: la riorganizzazione prevede
il ricorso alla cassa integrazione straordinaria (per gruppi non superiori a 160
addetti), incentivi per chi intende prepensionarsi, il pagamento di contributi
integrativi mensili a compensazione della temporanea perdita di reddito, un
percorso formativo per tutti i lavoratori coinvolti.
Lotte contadine di Rolando Mensi
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
GIURISPRUDENZA
Antonio Positino
Il giudice nel valutare la legittimità del licenziamento per grave inadempienza deve tener
conto dell’elemento soggettivo della condotta
Nelle controversie sulla legittimità di un licenziamento motivato con riferimento a una grave inadempienza, il giudice
di merito, in considerazione del fatto che il licenziamento costituisce di certo per il lavoratore la più grave delle sanzioni in ragione dei suoi effetti, deve tenere conto della gravità della condotta addebitata al dipendente, da valutare non
soltanto nella sua oggettività ma anche con riferimento all’elemento soggettivo che può assumere i connotati del dolo
e della colpa. A stabilirlo è la Suprema Corte con la sentenza i cui estremi sono riportati in calce e nella quale si legge
altresì che la valutazione della gravità dell’infrazione, della sua idoneità ad integrare giusta causa di licenziamento e
della proporzionalità della sanzione rispetto alla infrazione contestata, si risolve in un apprezzamento di fatto riservato
al giudice di merito ed incensurabile in sede di legittimità se congruamente motivato.
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 25306 del 1° dicembre 2009)
Il lavoratore può essere ritenuto dipendente di più imprese appartenenti ad un unico gruppo
quando sia ravvisabile un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro
Il collegamento economico-funzionale tra imprese gestite da società del medesimo gruppo non è di per sé solo sufficiente a far ritenere che gli obblighi inerenti ad un rapporto di lavoro subordinato, formalmente intercorso fra un lavoratore
ed una di esse, si debbano estendere anche all’altra, a meno che non sussista una situazione che consenta di ravvisare
un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro. Tale situazione ricorre, secondo i giudici della Cassazione, ogni
volta che vi sia una simulazione o una preordinazione in frode alla legge del frazionamento di un’unica attività fra i vari
soggetti del collegamento economico-funzionale e ciò venga accertato in modo adeguato, attraverso l’esame delle attività di ciascuna delle imprese gestite formalmente da quei soggetti, che deve rivelare l’esistenza dei seguenti requisiti: a)
unicità della struttura organizzativa e produttiva; b) integrazione tra le attività esercitate dalle varie imprese del gruppo
e il correlativo interesse comune; c) coordinamento tecnico e amministrativo-finanziario tale da individuare un unico
soggetto direttivo che faccia confluire le diverse attività delle singole imprese verso uno scopo comune; d) utilizzazione
contemporanea della prestazione lavorativa da parte delle varie società titolari delle distinte imprese, nel senso che la
stessa sia svolta in modo indifferenziato e contemporaneamente in favore dei vari imprenditori.
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 25763 del 9 dicembre 2009)
Il contratto di assunzione a termine per ragioni sostitutive deve riportare il nome del
lavoratore sostituito
L’art. 1 del D.Lgs. n. 368/2001, dopo aver stabilito, al comma 1, che l’apposizione del termine al contratto di lavoro è
consentita a fronte di ragioni di carattere oltre che tecnico, produttivo e organizzativo, anche sostitutivo, aggiunge, al
comma 2, che “L’apposizione del termine è priva di effetto se non risulta, direttamente o indirettamente, da atto scritto
nel quale sono specificate le ragioni di cui al comma 1”. L’onere di specificazione previsto da quest’ultima disposizione
impone, secondo l’ordinanza della Corte Costituzionale di cui si argomenta, che tutte le volte in cui l’assunzione a
tempo determinato avvenga per soddisfare ragioni di carattere sostitutivo, siano indicate le ragioni della sostituzione
di uno o più lavoratori, il che implica necessariamente anche l’indicazione del lavoratore o dei lavoratori da sostituire;
soltanto in questa maniera è assicurata la trasparenza e la veridicità della causa dell’apposizione del termine e l’immodificabilità della stessa nel corso del rapporto.
(Corte Costituzionale, Ordinanza n. 325 del 4 dicembre 2009)
La comunicazione di apertura della procedura di riduzione del personale contenente frasi
di stile sui motivi dell’eccedenza è inefficace
Non è conforme alle prescrizioni recate dall’art. 4 della Legge n. 223/91 in materia di riduzione del personale una
comunicazione aziendale di apertura delle procedura contenente frasi di stile in ordine alla individuazione dei motivi dell’eccedenza, delle ragioni della mancata attuazione di misure alternative al licenziamento, della collocazione
aziendale del personale eccedente. In proposito, va ribadito, con la giurisprudenza prevalente di legittimità, che nella
materia dei licenziamenti collettivi, la procedura di cui alla disposizione normativa succitata assume un ruolo centrale
nel controllo in ordine alla correttezza degli stessi, in tal modo affidato ex ante alle OO.SS., per cui l’omissione di essa
o il non corretto adempimento degli obblighi di trattativa trasparente imposti al riguardo al datore di lavoro determina
ex art. 4, comma 12 e 5, coma 3 della Legge n. 223/91 l’inefficacia dei licenziamenti.
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 25235 del 30 novembre 2009
PREVIDENZA
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AGRICOLA
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A gennaio-febbraio
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CARTA
Stefania Sepulcri
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Paolo Massobrio
Alan Bridgewater Gill Bridgewater
I Giorni del vino
Fuggire dal mondo e vivere in
totale autosufficienza
Paolo Massobrio, giornalista
di economia agricola ed enogastronomia, racconta il vino
giorno dopo giorno, assaggio
dopo assaggio intrecciando a
vizi e virtù di ogni singolo vino,
aneddoti, consigli, curiosità.
Perché certi sorsi, per lui, sono
e devono essere memorabili:
Barbera, Malvasia, Friulano,
Brunello, Vernaccia, Vermentino, un giorno, un vino, un Paese, una località,
un’idea, una tradizione, un ricordo di un amico che
non c’è più. Gusti, sensazioni, sapori, ma soprattutto
storie di uomini e di luoghi che attorno al vino hanno
portato avanti quella che è una vera e propria civiltà,
su cui sono fondate comunità, mestieri, paesaggi. Un
viaggio per conoscere un prodotto antico quasi come
l’uomo.
Quattrocentoquaranta pagine per scoprire come fuggire
dal mondo e vivere in sintonia con la natura, imparando
a provvedere a se stessi e alla
propria famiglia. Un vero e
proprio manuale per conoscere come realizzare una
casa ecologica (isolamento,
fonti alternative di energia
come quella solare, eolica,
idraulica e geotermica) ma anche un orto biologico
(con schede dedicate a ortaggi, alberi e arbusti da
frutto, nonché alle piante aromatiche), oppure come
mettere su un piccolo allevamento (galline, anatre,
oche, conigli, pecore). Insomma, un ricco repertorio
per chi ha a cuore l’emergenza ecologica, per chi – in
tempo di crisi – vuole sfruttare le insospettate potenzialità della propria casetta di campagna.
Einaudi
Gremese editore
€ 17,50
€ 27,00
Mauro Travaglione
Autori Vari
La disciplina tributaria delle
società cooperative
Sulla Costituzione
Il libro rappresenta un tentativo
di lettura, in chiave unitaria, della
disciplina tributaria delle società cooperative. Lo studio è stato
condotto da Mauro Travaglione,
docente di diritto processuale
tributario di Economia dell’Università di Benevento. La ricerca,
partendo da un inquadramento
generale della disciplina civilistica delle società cooperative, pone in evidenza le differenze tra le diverse
tipologie. Vengono infatti evidenziate le differenze
esistenti tra il trattamento fiscale delle società cooperative e quelle lucrative. Per ultimo non si è tralasciato di verificare la conformità della disciplina fiscale
agevolativa con i limiti che circoscrivono il riconoscimento degli aiuti di stato, così come stabiliti dal
Trattato Ce.
Il volume raccoglie i contributi
di un incontro, tenutosi nell’ottobre scorso a Roma presso la
Comunità di Sant’Egidio, sullo
stato della Costituzione. All’incontro hanno partecipato Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema
e numerosi docenti di diritto costituzionale per un confronto sui
principali problemi che affliggono il nostro ordinamento. Il testo, edito da Il Riformista, è arricchito da
contributi provenienti dai maggiori costituzionalisti
italiani tra i quali: Giuliano Amato, Gaetano Azzariti,
Gustavo Zagrebelsky. Postfazione di Luciano Violante. In appendice, il testo delle mozioni, sulle riforme
costituzionali, approvate al Senato il 2/12/2009 e
l’intervento del Ministro per la semplificazione normativa. Il volume è disponibile in tutte le edicole.
Edizioni Scientifiche Italiane € 31.00
Edizioni Riformiste
€ 3,50
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
WEB
Ran Garin
http://www.cometafondo.it
Cometa è il Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, della installazione di impianti e dei settori affini. È il più importante fondo pensionistico
operante in Italia ed è esteso anche ai lavoratori dipendenti del
settore orafo e argentiero per un accordo firmato il 1° febbraio
1999. È un fondo negoziale costituito come forma di associazione
il 21 ottobre 1997 per un accordo tra le organizzazioni di categoria
delle imprese (Federmeccanica, Assistal e Intersind) e dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm e Fismic). Cometa è un Fondo pensione
negoziale istituito con lo scopo di assicurare ai lavoratori dell’industria metalmeccanica e delle installazioni di impianti una più
elevata copertura pensionistica aggiuntiva a quella offerta dal sistema previdenziale obbligatorio. Esso provvede alla raccolta dei
contributi, alla gestione delle risorse nell’esclusivo interesse degli
aderenti, e all’erogazione di prestazioni secondo quanto previsto
dalla normativa in materia di previdenza complementare.
„
http://www.alifond.it
Alifond è il Fondo nazionale pensione complementare a capitalizzazione per i lavoratori dell’industria alimentare e dei settori
affini.
Alifond non ha fini di lucro e il suo unico obiettivo è quello di
realizzare per i lavoratori iscritti una pensione complementare
al trattamento pensionistico pubblico obbligatorio, usufruendo
di tutte le agevolazioni previste dalla legge, attraverso i versamenti contributivi e la loro rivalutazione nel tempo. L’adesione
ad Alifond è volontaria ed è rivolta ai lavoratori dell’industria
alimentare. Possono tuttavia aderire, a seguito di appositi accordi stipulati dalle relative associazioni sindacali e datoriali,
anche i lavoratori relativi alla produzione dei “settori affini”.
Alifond rappresenta quindi una opportunità previdenziale per
oltre 300.000 lavoratori. Possono infatti iscriversi ad Alifond i
lavoratori a tempo indeterminato, a part-time, con contratto di
formazione e lavoro, apprendisti, lavoratori a tempo determinato purché di durata pari o superiore a 6 mesi presso la stessa
azienda nell’arco dell’anno.
„
http://www.agrifondo.it
Agrifondo è il Fondo pensione complementare a capitalizzazione per gli operai agricoli florovivaisti e per i quadri e gli impiegati agricoli, voluto dalle organizzazioni sindacali dei datori di
lavoro, Coldiretti, Confagricoltura, Cia e dalle organizzazioni
sindacali dei lavoratori, Fai-Cisl, Uila-Uil, Flai-Cgil e Confederdia. Agrifondo non ha scopi di lucro ma, come obiettivo unico,
ha quello di realizzare, per i lavoratori che si iscriveranno, una
pensione complementare al trattamento pensionistico pubblico obbligatorio, attraverso i versamenti contributivi. Il Fondo
pensione Agrifondo assicura l’iscrizione anche a tutti quei lavoratori nei cui confronti si applicano contratti affini che prevedono l’adesione al Fondo pensione. Agrifondo nasce oggi per
assicurare, domani, un futuro migliore e certo in un sistema previdenziale nuovo per tutti i lavoratori del settore Agricolo. Aderire ad Agrifondo significa avere la consapevolezza, da parte del
lavoratore, che solo con un Fondo di previdenza complementare forte si potrà garantire un reddito di pensione dignitoso. „
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
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DA BRUXELLES
Vèronique Viriglio
Dall’agricoltura regionale… a Bruxelles
- ABRUZZO - Oltre 21 milioni di euro saranno messi a disposizione dall’Unione europea e dallo Stato a beneficio del mondo
rurale abruzzese destinati all’attuazione del ‘Piano di sviluppo rurale per l’imboschimento dei terreni agricoli, sia per gli agricoltori che per altri soggetti pubblici e privati. I contributi verranno concessi a copertura dei costi di impianto e manutenzione.
È previsto, per 15 anni, un premio finalizzato a compensare i mancati redditi derivanti dalla nuova destinazione dei terreni
interessati dall’imboschimento.
- SICILIA - Si terrà il 24 febbraio a Bruxelles un apposito incontro per affrontare la crisi dell’agricoltura siciliana e per delineare
misure di sostegno nel medio e lungo termine. Intanto da Palermo arriva la richiesta dei viticoltori affinché l’aiuto a ettaro venga
erogato già a partire dal 2011, invece del 2012, come previsto dall’Unione europea. L’aiuto a ettaro destinato direttamente agli
agricoltori è una misura già operativa per altri comparti, dal cerealicolo allo zootecnico, dall’agrumicolo all’olivicolo. Infine, il
pistacchio di Bronte è stato iscritto al registro europeo delle denominazioni di origine protetta (Dop). La Sicilia è al quinto posto
in Italia per numero di Dop e Igp.
- VENETO - La “Pesca di Verona” à stata iscritta nel registro delle denominazioni tutelate dalla Comunità europea, l’Igp si riferisce
alle pesche a polpa bianca o gialla e alle nettarine a polpa gialla coltivate in provincia di Verona nei territori limitrofi, commercializzata dal 10 giugno al 20 settembre. Il 30 novembre erano stati aggiunti al Registro anche l’aglio bianco polesano Dop e il
marrone di Combai Igp.
- VALLE D’AOSTA - Dallo scorso 14 dicembre e per tutto il 2010 gli agricoltori valdostani potranno richiedere l’accesso a contributi
per la realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia nelle proprie aziende. Lo prevede una delibera della Giunta
regionale conseguente all’approvazione da parte della Commissione europea, dell’assegnazione di nuove risorse al Programma di
sviluppo rurale della Valle d’Aosta 2007-2013 (nell’ambito dell’operazione health check conclusa il 23 novembre scorso). Potranno
beneficiare degli aiuti gli imprenditori agricoli, singoli o associati.
- TORINO - Dopo aver detto stop ai fitofarmaci (i cosiddetti pesticidi) inquinanti in agricoltura, l’Ue ha lanciato il programma
«Life+» e sbloccato un primo finanziamento di 3 milioni di euro, aggiudicato dalla Agroinnova, il centro di competenza agro-ambientale dell’Università di Torino, chiamata ad essere capofila di un programma di ricerca per l’elaborazione di pesticidi puliti.
- ITALIA - Sulla base del Rapporto ‘Qualivita 2009’, 19 nuove produzioni italiane sono state registrate lo scorso anno. Con il
21% dei prodotti certificati, l’Italia è il primo Paese europeo per numero di certificazioni; 1milione e 840 tonnellate è la quantità
prodotta nel 2008 a indicazione geografica; 5,3 miliardi di euro il fatturato complessivo nel 2008 alla produzione; 9,8 miliardi di
euro il fatturato complessivo nel 2008 al consumo; 98.200 le aziende agricole e gli allevamenti; 7600 le strutture di trasformazione artigianali e industriali. Questi numeri nel corso degli anni hanno evidenziato un trend di crescita costantemente positivo; in
crescita soprattutto ortofrutticoli e cereali.
Nel 2009, in Europa crollo dei prezzi e dei redditi agricoli
Nel 2009, il reddito agricolo per occupato si stima diminuito, in media nell’Ue a 27, del 12,2% in termini reali, rispetto all’anno precedente, annullando pertanto ogni progresso compiuto in questi ultimi anni, ritornando, con qualche scarto di punto, sui livelli del
2005. L’evento negativo ha interessato quasi tutti i paesi, con l’eccezione di pochi, ma ha colpito più duramente l’Italia per l’intensità
della flessione registrata, sia nel breve che nel più lungo periodo. Si sconta, infatti, una flessione del reddito per occupato del 25,3%
sul 2008, la più accentuata fra gli Stati membri, esclusa l’Ungheria (-35,6%). Inoltre, il 2009 ha segnato per i prezzi praticati sui
campi uno dei punti più bassi degli ultimi vent’anni, con un crollo di oltre l’11% rispetto al 2008. Le flessioni più accentate si registrano per i cereali con un meno 28,2% (con crolli anche del 35-40% per il grano duro), per i vini (-19,5%), per la frutta fresca e secca
(-13,4%), per l’olio d’oliva (-13,2%), per il latte (-11,4%) e per i suini (-6%).
Accordi agricoli tra Europa e paesi terzi
- L’11 dicembre 2009, i rappresentanti dell’Unione europea e della Svizzera hanno concluso i negoziati di un accordo bilaterale sulla
protezione delle rispettive indicazioni geografiche dei prodotti agricoli e alimentari. Una volta ultimato l’iter procedurale preliminare, tale progetto di accordo permetterà la protezione delle indicazioni geografiche di ciascuna parte sul territorio dell’altra. L’accordo
dovrebbe avere ricadute positive sugli scambi bilaterali e in particolare sulle esportazioni comunitarie di prodotti agricoli ad alto
valore aggiunto: la Svizzera occupa il terzo posto, dopo gli Stati Uniti e la Russia, in termini di valore delle esportazioni (4,8 miliardi
di euro) nell’ambito del commercio bilaterale di prodotti agricoli e di prodotti agricoli trasformati.
- Ha messo fine a 15 anni di ‘guerra sulle banane’ l’intesa firmata lo scorso 15 dicembre a Ginevra, nell’ambito dell’Organizzazione
mondiale del commercio (Omc), tra l’Unione europea e i paesi dell’America latina. L’accordo prevede da parte di Bruxelles una
prossima riduzione dei prezzi delle banane importate dai paesi produttori dell’America latina, che passeranno da 176 a 114 euro per
tonnellata. Circa 200 milioni di euro sbloccati dall’Europa saranno destinati a sostenere i Paesi Acp (Africa-Caraibi-Pacifico) nel
fronteggiare la concorrenza sempre più forte dell’America latina. Infine gli Stati-Uniti si sono impegnati a porre fine al litigio che gli
oppone all’Ue in questo settore nell’ambito dell’Omc.
- La Commissione europea ha approvato una serie di misure per l’informazione e la promozione dei prodotti agricoli dell’Ue (tra
cui alcuni italiani Dop e a Igp, vino, prodotti ortofrutticoli, carni, bevande spiritose, olio d’oliva e prodotti biologici) nei paesi
terzi. Il contributo complessivo dell’Unione europea ammonta a 11,1 milioni di euro (pari al 50% del bilancio complessivo dei
programmi). Entro il 30 giugno di ogni anno gli Stati membri devono trasmettere alla Commissione l’elenco dei programmi che
hanno selezionato per sottoporli al suo vaglio.
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
NEWS
Barbara Ottaviani
L’Aia festeggia S. Antonio abate
In occasione della festa di S. Antonio abate, gli allevatori italiani hanno festeggiato il loro patrono a Roma
con una manifestazione organizzata dall’Aia, Associazione italiana allevatori.
L’inizio, nella mattinata di sabato 16 gennaio con una
santa messa nella Basilica di San Pietro celebrata dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità
per la Città del Vaticano, che è poi sceso in mezzo agli
allevatori per la benedizione.
L’Aia, ha allestito in Piazza San Pietro una mini-stalla con
più di 50 animali provenienti dalle fattorie italiane: dalle
bovine Chianine alle Frisone, dalle Brune alle Limousine,
e poi bufali, pecore, capre, polli e conigli, cavalli, asini e
muli. Agli oltre 5mila allevatori convenuti con le loro famiglie si nono uniti centinaia di romani che hanno portato i propri animali da compagnia, per far festa insieme
agli allevatori e chiedere la protezione di S. Antonio. La
festa si è conclusa domenica mattina 17 gennaio con l’Angelus del Papa. Benedetto XVI ha pronunciato parole di
incoraggiamento per gli allevatori presenti in piazza San
Pietro: “Cari amici, esprimo apprezzamento per il vostro impegno in favore di uno sviluppo giusto, solidale
e rispettoso dell’ambiente, ed auspico ogni bene per la
vostra attività”. “Uno stimolo in più – ha commentato
il presidente di Aia Nino Andena – per continuare il
nostro lavoro a favore di tutta la società, nella piena
condivisione di quei valori che il Santo Padre ha ricordato e che da sempre abbiamo fatto nostri”.
„
Due anni di Itala per la valorizzazione del latte italiano
L’Unalat ha presentato a Roma i risultati del Programma di Promozione del latte bovino italiano con tracciabilità di filiera garantita.
Il progetto, realizzato da Unalat con il sostegno del Mipaaf e con la collaborazione di Buonitalia ed Inran, ha
preso il via nel 2007, e ha permesso l’istituzione del marchio collettivo di qualità Itala, e la realizzazione di numerose iniziative: il portale internet Italaweb.it, il progetto
didattico A Scuola con Itala, il circuito delle Fattorie del
Latte, l’istituzione del Premio Latte Qualità Itala, l’attuazione di una campagna di comunicazione su stampa e
televisione e la partecipazione ad eventi fieristici.
Il Programma, convolge numerose ed importanti aziende lattiero-caserie operanti sul territorio che, nel rispetto
del sistema di tracciabilità elaborato da Unalat, oggi marchiano i loro prodotti con Itala.
I risultati sono tangibili: su oltre 12 milioni di quintali di
latte tracciato, circa 1 milione e mezzo di quintali sono
già commercializzati a marchio Itala, una vera e propria
“denominazione” di garanzia dell’origine e della elevata
qualità del latte bovino italiano.
“Un marchio, – come ha dichiarato il presidente dell’Unalat Giovanni Rossi – collettivo di qualità, un grande
progetto di filiera, un impegno a tutto campo per la tutela e la valorizzazione del latte italiano”.
All’incontro dell’11 febbraio sono intervenuti rappresentanti dei ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali, dell’Istruzione e della Salute, di
Buonitalia e di Inran.
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
Bicentenario della nascita di Camillo Benso di Cavour
Il primo presidente del Consiglio dell’Italia unita, Camillo Benso di Cavour, è celebrato quest’anno nel bicentenario della nascita, 1810-2010, con una mostra itinerante
partita da Roma il 18 gennaio scorso. La scelta della capitale ha un significato simbolico: la sua prematura scomparsa il 6 giugno 1861 gli lasciò solo il tempo d’indicarla
come capitale ideale dell’Italia unita al Parlamento riunito a Torino, invitando a sacrificare l’orgoglio piemontese
in nome di un simbolo in cui tutti gli italiani si sarebbero
potuti facilmente riconoscere. All’inaugurazione ha presenziato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nell’intervento di saluto, la presidente della Regione, Mercedes Bresso, ha sottolineato “due aspetti altamente simbolici che sono il fondamento politico, etico e
culturale della mostra e del modo in cui riteniamo dover
ripensare l’Unità nazionale: per l’Italia è stata la premessa delle libertà civili, volute e confermate da Cavour
in coerenza con lo Statuto di Carlo Alberto e in anticipo
su quei valori che risulteranno ammodernati e allargati dalla nostra Carta Costituzionale; inoltre, accompagnò l’estensione a tutti i cittadini del Regno delle libertà
garantite dallo Statuto e dalle leggi statali. Per questo
l’Italia unità è sinonimo di libertà e siamo orgogliosi che
questo processo sia nato dal nostro Piemonte. Ma siamo
altrettanto orgogliosi del fatto che, attraverso l’unificazione voluta da Cavour, l’Italia sia rientrata come soggetto autonomo nella politica europea dopo tre secoli di
eclissi. Unità nazionale, libertà, Europa: concetti e valori che rivestono ancor oggi una validità intatta”.
La mostra, realizzata dall’Associazione “Amici della Fondazione Cavour” con il contributo di Regione Piemonte,
Fondazione Camillo Cavour e la supervisione di storici
del Risorgimento, rientra tra le attività già realizzate per
il 150° anniversario dell’Unità d’Italia del 2011. L’Associazione “Amici della Fondazione Cavour” ha sede a
Santena (To) dove lo statista è sepolto e dove è custodita
„
l’unica raccolta delle memorie cavouriane.
Nuovo piano di aiuto alimentare per gli indigenti
La Commissione europea ha approvato il piano di aiuti
alimentari a favore degli indigenti per il 2010: originariamente attuato per cedere alle persone bisognose le
eccedenze di prodotti agricoli “scorte di intervento”, il
sistema di aiuti alimentari per gli indigenti è stato modificato a metà degli anni Novanta per consentire, in alcune circostanze, di completare le scorte di intervento con
acquisti sul mercato. Nel 2009, le eccedenze (cereali,
zucchero, latte in polvere e burro) hanno ampiamente
coperto i bisogni individuati nel piano per il 2010, pertanto sarà sufficiente un ricorso ridotto agli acquisti
sul mercato. Il bilancio assegnato, 500 milioni di euro,
corrisponde a quello del piano per il 2009. Quest’anno
19 Stati membri hanno deciso di prendere parte al programma. L’Italia contribuirà con la fornitura di 283.206
tonnellate di cereali, 20.000 di burro, 18.166 di latte in
„
polvere e 4.006 di zucchero.
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DAL MONDO
Giovanni Martirano
L’agricoltura nell’area euromeridionale
I
Niki de Saint Phalle
Marilyn, 1964
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Paesi della zona euromediterranea registrano i questi mesi un vivace dibattito
sull’agricoltura e sulle relazioni con l’Unione europea. Vale perciò la pena
di segnalare alcune notizie rilevanti tenuto conto che secondo gli Accordi
di Barcellona l’Unione europea punta alla costruzione di una zona di libero
scambio con queste aree.
Uno dei temi centrali della politica euromediterranea per quanto riguarda
l’agricoltura è il sofferto accordo sugli scambi agricoli concluso tra il Marocco e
l’Ue. Lo ricorda il quotidiano marocchino “L’Economiste” sottolineando che
esso non sarà concluso durante il semestre di presidenza spagnola dell’Ue che
finisce in giugno, come ha confermato il ministro spagnolo dell’agricoltura, Elena
Espinoza, pur dicendo che il calendario può sempre cambiare. Sullo stesso
argomento il quotidiano spagnolo “Abc” sottolinea
che una volta dato il via libera all’accordo agricolo,
uno dei prodotti più avvantaggiati sarà proprio il
pomodoro, perché la riduzione dei dazi doganali
si applicherà a 254mila tonnellate dal primo
anno dell’entrata in vigore. Intanto gli esportatori
marocchini di frutta e verdura brindano all’ondata
di maltempo che ha colpito l’Europa. L’Associazione
nazionale dei produttori di frutta e verdura (Apfel),
conta sull’esportazione, tra gennaio e marzo 2010,
di un volume di merci superiore del 50% esportato
in un anno verso i mercati dell’Ue: circa 300.000
tonnellate tra pomodori, zucchini, cetrioli, peperoni
ecc…. Ne dà notizia il quotidiano marocchino “La Vie Eco”.
Sul fronte strettamente agricole è interessante la notizia di uno dei maggiori
quotidiani turchi “Hurriyet” che segnala come alla fine del 2009, in Turchia si
sono stipulate 307.000 polizze per un totale di 120 milioni di lire turche di raccolta
premi nel quadro delle assicurazioni agricole agevolate grazie all’intervento del
governo. Si prevede che la crescita delle assicurazioni agricole continui anche
quest’anno e l’obiettivo per la fine del 2010 è di 400.000 polizze. Anche in Algeria ci
sono azioni tese ad incentivare le polizze per i coltivatori. La rivista internazionale
“LesAfriques” dà notizia del fatto che il ramo assicurazioni della Cassa nazionale
della mutualità agricola ha lanciato due nuovi prodotti per i settori della viticoltura
e dell’olivicoltura. Lo ha annunciato Cherif Benhabiles, segretario generale
della Cnma-Assurance.
In Tunisia nel 2009, gli investimenti per l’agricoltura sono aumentati del 12,5%
ed è in forte espansione il settore dell’agricoltura biologica asse del Programma
presidenziale che si prefigge di raddoppiare le superfici delle culture biologiche per
raggiungere i 500.000 ha nel 2014. Lo scrive il portale “Infotunisie” ricordando
che nel 2009 il settore agricolo ha fatto registrare un attivo commerciale di 48
milioni di dinari, grazie a un tasso di copertura delle importazioni tramite le
„
esportazioni dell’ordine del 103%.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
P.A. RISPONDE
a cura della redazione
Sono titolare di un’azienda agricola che opera in zona svantaggiata. Ho diversi dipendenti, tra cui alcuni impiegati. Ho letto che a luglio scadranno
gli sgravi contributivi per i lavoratori delle aziende che operano in zone
svantaggiate. Sono molto preoccupato. È vero? Se si, di quanto aumenteranno i contributi?
(Salvatore E., Salerno)
Purtroppo è vero. Le riduzioni contributive in favore dei datori di lavoro agricolo che
operano nelle zone montane e svantaggiate sono state prorogate dalla legge finanziaria per il 2010 fino al luglio prossimo. Pertanto fino a tale data le aziende agricole
che ricadono nelle zone in questione potranno continuare a godere delle agevolazioni
contributive nelle misure già note ed in vigore dall’anno 2006 (riduzione del 68% del
contributo dovuto nelle zone svantaggiate e del 75% nelle zone montane).
A partire da agosto 2010, in assenza di altri interventi legislativi, le aziende interessate non potranno più beneficiare delle riduzioni nelle misure ora ricordate, ma
potranno beneficiare solo della riduzione “ordinaria”
al 40% nelle zone svantaggiate ed al 70% nelle zone
montane. Si tratta di un incremento della pressione
contributiva sicuramente rilevante, soprattutto nelle
aree svantaggiate, che comporterà quasi un raddoppio degli oneri sociali.
Il Ccnl per i quadri e gli impiegati agricoli riconosce ai dipendenti tre giorni di permesso retribuito “per motivi familiari o per altri casi”.
Questi permessi possono essere fruiti anche in
assenza di una motivazione idonea?
(Francesca G., Firenze)
In effetti l’art. 23, c. 2, del vigente Ccnl per i quadri e
gli impiegati agricoli riconosce ai lavoratori tre giorni
Niki de Saint Phalle
di permesso retribuito “per motivi familiari o per altri
Gwendolyn
casi”. L’ampia e generica dizione utilizzata dalla norma contrattuale al fine di indivi- 1966-1990
duare la casistica di riferimento, non deve far pensare che la fruizione del permesso
sia rimesso alla esclusiva discrezionalità del lavoratore, e che questi possa usufruirne
a prescindere dall’esistenza di adeguata motivazione.
Si tratta infatti pur sempre di “permessi straordinari” per eventi e cause particolari e
la fruizione di tale istituto – a differenza delle ferie – presuppone che sussistano motivi validi e verificabili che giustifichino l’assenza retribuita del dipendente, secondo
le previsioni della contrattazione collettiva. Deve cioè sussistere un interesse rilevante
del lavoratore ad assentarsi dal posto di lavoro che possa ritenersi – sulla base di
quanto previsto dal Ccnl – preminente rispetto all’interesse del datore di lavoro ad
ottenere la prestazione da parte del dipendente.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio
2010
marzo-maggio 2009
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MEDICINA
Fabio Forleo
H1N1: polemiche e bilanci
D
Una forma
fortemente
contagiosa
ell’influenza H1N1 l’unico strascico che ci è rimasto sono le polemiche di questi ultimi tempi.
A questo punto, potendo ragionare a posteriori e non più sull’onda di catastrofiche previsioni, tutti possiamo convenire che la virulenza e l’aggressività
del fenomeno sono state modeste e gli allarmismi erano, di fatto, ingiustificati.
Come detto, però, questo ragionamento viene fatto con il “senno di poi” e chi adesso cavalca la polemica e plaude alle interrogazioni parlamentari, dovrebbe non avere
memoria corta e, rivedendo giornali e servizi televisivi che ci hanno propinato morti e
pandemie bibliche da settembre in poi, ricordarsi delle accuse alla Sanità Pubblica che
non aveva provveduto, per tempo, a massicce forniture di vaccino.
Ci si è stupiti che tra i medici la vaccinazione non avesse avuto successo senza chiedersi
il perché e, soprattutto, senza ascoltarli.
Il sottoscritto, e moltissimi colleghi, hanno passato mesi (era ancora fine estate) a rassicurare le persone angosciate per se e per i propri figli.
Si aspettavano le forniture come la manna dal cielo. Nella Asl ho personalmente assistito e partecipato a scene da guerra batteriologica, con pazienti anziani che minacciavano
azioni legali se non fossero stati vaccinati immediatamente e mamme che si raccomandavano per poter avere, per i propri figli, le prime dosi che fossero arrivate.
La situazione, forse, non è stata gestita in modo corretto ma mi domando cosa sarebbe
successo se, a fronte di una situazione effettivamente grave, non ci fossero state dosi
sufficienti per tutti. Allora sì che le polemiche si sarebbero trasformate in qualcosa di
ben più pesante.
Quello che avevano detto i virologi si è, in effetti, avverato: una forma fortemente contagiosa e diffusiva fra giovani e giovanissimi ma assolutamente benigna e non meritevole
di grandi preoccupazioni. Qualche addetto ai lavori ha provato anche a fare i “numeri”
di confronto tra le classiche forme stagionali e la cosiddetta pandemica. Puntualmente
inascoltato. Evidentemente faceva più ascolto un decesso da “suina” che le migliaia di
morti che, tutti gli anni, le forme virali stagionali fanno in tutto il mondo.
La premessa è lunga ma la conclusione è sempre la medesima: perché non ci fidiamo di
coloro che si occupano, professionalmente, di Salute? Forse è più convincente un giornalista televisivo che non un professore universitario.
Anche nel mio lavoro quotidiano capita di dovermi confrontare con le più bizzarre
teorie provenienti da figure nobilissime ma che poco hanno a che fare con la Medicina: portinai, parrucchieri, amici, espertissimi colleghi d’ufficio e… chiunque purché
non sia medico.
Tornando all’aspetto più specifico sappiamo che, parlando di virus, il timore di una mutazione, in corso di epidemia, può spaventare ed era giusto che non si abbassasse la
guardia. Va detto, altresì, che altre paure un po’ gonfiate (e poi sgonfiate) ci hanno già
turbato negli ultimi anni: lo abbiamo visto con l’aviaria, la Sars ed altre pandemie che
neanche ricordo più.
Un unico dubbio mi tormenta: ma dove spariscono tutti questi flagelli dell’umanità da
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un giorno all’altro?
“Vivi come se dovessi morire domani.
Impara come se dovessi vivere per sempre”
(Mahatma Gandhi)
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010
EDITORE
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Iannello, Gino Rotella, Roperto Caponi, Giuseppe
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Gianluca Cicinelli, Antonio Positino, Maria
Miligi, Alessandro Terradura, Massimiliano
Lannino, Silvia Cina, Severo De Pignolis, Gaetano
Tutino, Daniela Lambertini, Marco Togna,
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Chiuso in tipografia: 11 febbraio 2010
Niki de Saint Phalle, Tarot Garden (Il Giardino dei Tarocchi), 1991 (particolare)
Pittrice, scultrice, scrittrice, Niki de Saint-Phalle, (Neuilly sur Seine, 1930 –
San Diego, 2002), ha legato il suo nome a un percorso artistico che va oltre le
classificazioni e le mode.
Esponente della pop-art, l’artista si ispira ai temi più diversi: femminismo, mitologia, inquietudini private o sociali, violenza, ribellione giovanile verso le
aggressioni mondiali: dall’Algeria, al Biafra, dal Vietnam alla Cecoslovacchia.
Percepisce che l’arte è un principio di vita, un’arma contro le convenzioni sociali.
Negli anni Sessanta scopre a Parigi un mondo di artisti che la conquistano con
la forza delle idee e della creatività. Inizia anche la lunga e proficua collaborazione con lo scultore svizzero Jean Tinguely, divenuto poi suo marito, con il
quale aderisce al gruppo dei Nouveaux Réalistes.
Sull’onda del movimento di liberazione della donna, Niki de Saint Phalle realizza le nanas, ragazze: figure policrome anche di notevoli dimensioni e fuori
da ogni concezione accademica. La donna diventa protagonista assoluta: le sue
forme si liberano, diventano esagerate e la distorsione cercata e voluta del soggetto mantiene una stretta corrispondenza tra forma e contenuto.
Numerose le opere monumentali create per luoghi pubblici in vari paesi del
mondo tra cui l’Italia dove, con l'aiuto del marito Jean Tinguely, a Garavicchio
in Toscana, realizza il Giardino dei Tarocchi ispirato al Parc Güell di Gaudì a
Barcellona.
Qui, tra il 1979 e il 1996, crea 22 sculture monumentali ispirate agli arcani
maggiori dei Tarocchi. Costruzioni, alcune abitabili, in cemento armato rivestite con mosaici, vetri e ceramiche variopinte.
Trascorre in California i suoi ultimi anni.
La prima grande mostra antologica in Italia l’ha realizzata il Museo
Fondazione Roma presieduta dal professor Emmanuele Emanuele in collaborazione con Arthemisia Group e curata da Stefano Cecchetto.
Giovanna Mellano
L’E.N.P.A.I.A. è al servizio
dell’utenza con il
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Attività svolta
Per i dirigenti e gli impiegati tecnici ed amministrativi del
comparto agricolo:
• assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali
• fondo per il trattamento di fine rapporto
• fondo di previdenza
• trattamento di quiescenza dei dipendenti consorziali
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Agrotecnici:
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di invalidità, indennità di maternità
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• riscossione contributi per Assistenza sanitaria integrativa
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supporto direzionale e attività amministrativa-contabile
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Mutui e Prestiti per gli iscritti
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