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Grande successo della manifestazione
di Napoli del 31 gennaio 2005
1.000 medici chiedono il reintegro di Carpino e le dimissioni del Direttore Generale dell’Ospedale Santobono
G
I lavori sono stati aperti e moderati da Elio Recchia, Presidente della Sezione AAROI Campania,
nonché Coordinatore regionale della UMSPED.
“Questa è una giornata memorabile – egli ha
sottolineato – perché ha visto unite tutte le sigle
della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, le
cui bandiere oggi sventolavano davanti all’Ospedale Santobono in segno di solidarietà nei confronti del Presidente Carpino e per la rimozione
del Dott. Clini dall’incarico di Direttore Generale,
alla luce anche dei quattro anni di gestione fallimentare dell’azienda.
Questa mattina, ha proseguito Recchia, siamo
qui per difendere un principio, ma anche e soprattutto per manifestare stima, amicizia e fiducia ad un collega che conosciamo da 25 anni e
che ha la sola colpa di aver promosso, organizzato e gestito per otto anni l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) di venti piccoli pazienti critici
che dal centro di Rianimazione sono tornati a ca-
rande è stato il successo della manifestazione organizzata il 31 gennaio
2005 dalla UMSPED Campania a sostegno del Pesidente Carpino. 1000
medici provenienti da tutte le Regioni d’Italia
con bandiere, cartelli e striscioni, nonostante
l’inclemenza del tempo, hanno protestato contro il Dott. Claudio Clini, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Santobono di Napoli, e ne
hanno chiesto la revoca dall’incarico. Erano presenti le delegazioni nazionali di tutte le Organizzazioni Sindacali dell’area della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria.
La protesta è iniziata alle ore 10,00 con un sit-in
silenzioso davanti all’Ospedale Santobono, cui
ha fatto seguito un corteo che poi è confluito in
un cinema, dove si è svolto il dibattito sul tema
“nuove e più forti tutele nell’applicazione dell’istituto del recesso” a cui hanno partecipato il
Presidente Nazionale dell’Ordine dei Medici e
tutti i responsabili nazionali dei Sindacati più
rappresentativi della dirigenza sanitaria.
Continua alle pagine 4 e 5
AL VIA SABATO 19 MARZO
RINNOVO DEL CONTRATTO DI LAVORO 2002-2005
Già assegnati i crediti ECM
al Corso Itinerante
AAROI-SIARED anno 2005
Rotte le trattative e
proclamato lo sciopero
unitario del 4 marzo
L
I
l tradizionale appuntamento
con il Corso Itinerante ECM si
rinnova anche per l’anno
2005. Per il sesto anno consecutivo il Corso si svolge con lusinghieri
successi conservando la formula vincente di 72 eventi. Ciascuno dei sei
moduli sarà replicato nelle dodici sedi
regionali distribuite su tutto il territorio nazionale.
Il contributo scientifico della SIARED
risulta sempre più determinante per
la riuscita del Corso e per l’adeguamento allo sviluppo del sistema ECM,
in funzione delle direttive emanate
dalla Commissione Nazionale per la
Formazione Continua del Ministero
della Salute. Il conseguimento della
certificazione ISO 9001:2000 da parte
del centro ECM SIARED è la conferma
della qualità del lavoro svolto in questi
anni e della determinazione a proseguire verso l’obiettivo di confermarsi
protagonisti del Sistema di Aggiornamento ECM per la nostra disciplina.
L’offerta formativa dell’AAROI ha come
obiettivo quello di garantire ai suoi
iscritti un aggiornamento continuo in
grado di sviluppare conoscenze, com-
petenze e capacità indispensabili per
supportare la loro crescita professionale e di conseguenza le necessità
quotidiane delle Unità Operative di
Anestesia e Rianimazione.
Il Corso Itinerante ECM 2005 propone
argomenti selezionati di specifico interesse formativo che, grazie a docenti
di elevato profilo, potranno soddisfare
le necessità di aggiornamento della
maggior parte degli Anestesisti Rianimatori Italiani.
Quest’anno, ancor prima del suo inizio, siamo riusciti a far assegnare i
crediti a ciascuno dei sei moduli del
Corso per un totale complessivo di 28
crediti. Se a questi si sommeranno
quelli che, con ogni probabilità, riusciremo ad ottenere per le quattro sessioni del 3° Congresso Nazionale della
SIARED che si terrà a Napoli dal 9
all’11 dicembre, gli iscritti AAROI saranno messi nelle condizioni di acquisire i 40 crediti richiesti dal Ministero
della Salute per l’anno 2005.
Il Corso avrà carattere interattivo e si
svolgerà esclusivamente di sabato.
Ciascun modulo avrà inizio alle ore
9.00 e terminerà alle ore 16.00 con
una pausa di un’ora, dalle ore 13.00
alle ore 14.00.
I Corsi saranno gratuiti per tutti i soci
AAROI e l’accesso in aula sarà consentito solo se si è in possesso della Smart
Card AAROI che semplificherà notevolmente le pratiche di registrazione e
di acquisizione dei crediti. I non soci
AAROI potranno partecipare ugualmente agli eventi previo versamento di
50,00 euro. Le adesioni per la partecipazione ai vari eventi verranno accolte
nei limiti dei posti disponibili per ciascuna sede.
Nella speranza che anche quest’anno
il Corso Itinerante incontri il favore dei
colleghi, cogliamo l’occasione per ringraziare i Presidenti Regionali, i Referenti, i Docenti e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della
sesta edizione di questa importante
iniziativa.
Quando hai fatto un buon lavoro è il
momento di farlo ancora meglio.
Vincenzo Carpino
Giuseppe Marraro
Il programma alle pagine 12 e 13
a lunga e difficile trattativa
per il rinnovo del Contratto
della dirigenza medica è
iniziata nel mese di dicembre 2003 a Roma, con una manifestazione che ha inaugurato la “Vertenza
per la Salute”.
Dopo cinque giornate di sciopero ed
una grande manifestazione dei camici
bianchi, sempre nella capitale, finalmente l’8 settembre 2004 iniziavano
gli incontri con l’ARAN, ben 963 giorni
dopo la scadenza de CCNL 08/06/2000.
Bisognava rinnovare il 1º biennio economico, peraltro già scaduto il 31 dicembre 2003, ed il quadriennio normativo che scadrà il prossimo 31 dicembre 2005.
La trattativa è proseguita fino al 25
gennaio 2005 e cioè per cinque mesi,
senza pause, finché l’ARAN ha imposto uno stop necessario per rivedere
ed eventualmente correggere il testo
contrattuale.
Nel frattempo i sindacati chiedevano
di sapere l’ammontare delle risorse
per il 2º biennio economico.
Il 9 febbraio 2005 si ritorna in ARAN
per la prosecuzione delle trattative e ci
si trova di fronte ad un nuovo testo
normativo ampiamente riveduto e
corretto con norme che di fatto impediscono ai medici di partecipare al governo della Sanità. Anziché presentare
un testo con lo scopo di eliminare tutti
i contenziosi emersi in questi ultimi
anni, si è preferito scrivere norme finalizzate ad impiegatizzare il lavoro
del medico ospedaliero attraverso:
1) l’assunzione di colleghi neospecialisti con contratti atipici;
2) il ridimensionamento della contrattazione aziendale su materie
riguardanti l’organizzazione del
lavoro ed il riordino aziendale,
con le conseguenti ricadute che
rendono precari gli incarichi assegnati a ciascun dirigente;
3) l’inserimento di un livello di contrattazione regionale, per poter
blindare la contrattazione aziendale attraverso la emanazione di linee
guida che non sono nemmeno
concertate con le OO.SS. Regionali;
4) la conferma dell’obbligatorietà
dell’ECM ma a spese del medico;
5) il ridimensionamento del ruolo del
Comitato dei Garanti, in modo da
consentire al Direttore Generale di
procedere più facilmente al recesso
nei confronti del dirigente medico;
6) l’affidamento della copertura assicurativa al buon cuore aziendale, con le conseguenze da tutti facilmente immaginabili;
7) la scrittura di nuove regole per
l’affidamento e la revoca degli incarichi dirigenziali, senza sottrarContinua a pagina 3
2
A TUTTI GLI ISCRITTI A.A.R.O.I.
Cosa fare per richiedere
la Smart Card A.A.R.O.I
Gli iscritti AAROI in regola con il pagamento della
quota associativa dovranno collegarsi all’indirizzo web:
http://www.aaroi.it/smart_card.html
e compilare il Modulo elettronico per l’inserimento dei dati
allegando anche una fotografia a colori di dimensioni
max di 4 cm larghezza x 5 cm altezza. Il file dell’immagine
deve essere nominato con “cognome_nome” del soggetto
raffigurato. I formati digitali ammessi sono: JPG-GIF-TIF.
In caso di impossibilità a trasmettere on-line
i dati richiesti (moduli e fotografia digitale)
bisognerà rivolgersi ai Presidenti Regionali AAROI
che forniranno il necessario supporto.
La Smart Card sarà rilasciata
gratuitamente a tutti gli iscritti AAROI.
Per poter partecipare gratuitamente agli eventi ECM organizzati dall’AAROI per l’anno 2004, gli iscritti devono
possedere la Smart card che si richiede seguendo le
istruzioni sopra riportate.
Le tessere già pronte saranno consegnate agli interessati dai Presidenti Regionali della nostra Associazione.
SEDE NAZIONALE • Via XX Settembre, 98/E • 00187 Roma • Tel. 06.47825272 • Fax 06.47882016
PRESIDENTE NAZIONALE • Dott. VINCENZO CARPINO • Via E. Suarez, 12 • 80129 Napoli • Tel. 081.5585160 • Fax 081.5585161
Organo Ufficiale dell’A.A.R.O.I.
VICE PRESIDENTE NORD • Dott. BRUNO BARBERIS • Corso Re Umberto, 138 • 10128 Torino • Tel. 011.3299689 - 95511 • Fax 011.3186439
VICE PRESIDENTE CENTRO • Dott. MARCO CHIARELLO • Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 34 • 62027 S. Severino Marche (Mc) • Tel. 0733.633601 • Fax 0733.646140
VICE PRESIDENTE SUD • Dott. MARIO RE • Via Michelangelo, 450 • 90135 Palermo • Tel. 091.229678 - 6519428 • Fax 091.6662920
Autorizzazione
Tribunale di Napoli
4808 del 18/10/1996
COORDINATORE UFFICIO ESTERI • Dott.ssa RAFFAELLA PAGNI • Via Zuccari, 6/A • 60129 Ancona • Tel. 071.33271 - 5962313 • Fax 071.5962310
SEGRETARIO • Dott. UMBERTO VINCENTI • Via E. Suarez, 12 • 80129 Napoli • Tel. 081.5585160 - 8234797 • Fax 081.5585161
TESORIERE • Dott. LEONARDO A. C. MASULLO • Via E. Suarez, 12 • 80129 Napoli • Tel. 081.5585160 - 7415420 • Fax 081.5585161
ABRUZZO • Dott. Stefano MINORA • Via Galilei, 13 • 64015 Nereto (Te) • Tel. 0861.855371 • Tel. e fax 0861.810476
BASILICATA • Dott. Oronzo MARTINO • Via Potenza, 1 75100 Matera • Tel. e fax 0835.382390 • E-mail: [email protected]
CALABRIA • Dott. Guido MINUTO • Via S. Lucia al Parco, 6 • 89124 Reggio Calabria • Tel. 0965.28039/0982.977356 • Fax 0982.977270
CAMPANIA • Dott. Elio RECCHIA • Via E. Suarez, 12 • 80129 Napoli • Tel. 081.5585160 • Fax 081.5585161
EMILIA ROMAGNA • Dott.ssa Teresa MATARAZZO • Via De’ Romiti, 16 • 44100 Ferrara • Tel. 0532.769596 • Fax 0532.711453
FRIULI-VENEZIA GIULIA • Dott. Sergio CERCELLETTA • Via Scipio Slataper, 2/A • 33100 Udine • Tel. 0432.530144 - 552428 • Fax 0432.552421
LAZIO • Dott. Quirino PIACEVOLI • Via Andrea Barbazza, 154 • 00168 Roma • Tel. e Fax 06.6149007
Direttore Responsabile
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MOLISE • Dott. Roberto GRAMEGNA • Via delle Orchidee, 23 • 86039 Termoli (Cb) • Tel. 0875.83660 • Fax 0875.702484
PIEMONTE - VALLE D’AOSTA • Dott. Bruno BARBERIS • Corso Re Umberto, 138 • 10128 Torino • Tel. 011.3299689 - 95511 • Fax 011.3186439
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SARDEGNA • Dott. Paolo CASTALDI • Via Einaudi, 40 • 09127 Cagliari • Tel. 070.664440 - 6094345 • Fax 070.42393
SICILIA • Dott. Mario RE • Via Michelangelo, 450 • 90135 Palermo • Tel. 091.229678 - 6519428 • Fax 091.6662920
TOSCANA • Dott. Fabio CRICELLI • Via S. Donato, 24-4 • 50127 Firenze • Tel. 0573 352423/360415 • E-mail: [email protected]
UMBRIA • Dott. Luigi RINALDI • Strada Piedimonte, 8-D • 05100 Terni • Tel. 0744.205262/306131 • E-mail: [email protected]
VENETO • Dott. Attilio TERREVOLI• Via Berlendis, 9 • 36100 Vicenza • Tel. 0444.993438 - 514988 • Fax 0444.302583
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Il giornale è inviato gratuitamente
a tutti gli iscritti all’AAROI
Chiuso inRedazione il 22marzo 2005
Tiratura: 9.000copie
Spedito il 30marzo 2005
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Rotte le trattative e proclamato lo sciopero unitario ...
li all’arbitrio della politica.
Ma non è finita. C’è la ciliegina sulla torta rappresentata dall’orario di lavoro.
Ebbene secondo il testo presentato dall’ARAN i
medici dovrebbero lavorare due ore settimanali
in più riservando all’aggiornamento professionale non quattro, ma due ore. In sostanza, al fine
di ridurre le liste di attesa si dovrebbe svolgere
attività assistenziale non più per 34 ore settimanali ma per 36 ore vincolandola al risultato e,
qualora questo non fosse raggiunto, si andrebbe
incontro a pesanti perdite economiche. Inoltre
qualora per raggiungere l’obiettivo si dovesse far
ricorso ad un debito orario superiore alle 38 ore
settimanali, questo sarebbe finanziato solo con il
fondo per la Retribuzione di Risultato (fondo di
per se già molto esiguo).
E che dire della parte economica?
Cosa rispondiamo ai colleghi che ci dicono che
dal 1990 la pronta disponibilità per 12 ore viene
pagata 21 euro lordi; che il nostro potere d’acquisto è diminuito del 18% nel triennio 2002 –
2004; che l’indennità di lavoro per turno notturno è di 2,32 euro/ora e quella per turno festivo è
di 15,49 euro/ora, che le aziende non assicurano i dirigenti medici e questi sono costretti ad attivare polizze sempre più costose; che l’aggiornamento professionale (ECM) è obbligatorio,
ma è a carico del singolo medico.
Questi sono i motivi per cui i sindacati della dirigenza medica, con l’AAROI in prima fila, lo scorso 9 febbraio hanno abbandonato il tavolo di
contrattazione ed hanno proclamato prima lo
stato di agitazione e poi lo sciopero nazionale del
4 marzo nella speranza che Governo e Regioni si
convincano della necessità di accelerare la trattativa e chiudere il più presto possibile questa
partita, magari prima delle elezioni regionali. In
caso contrario sarà difficile che si torni a trattare.
Vogliamo insomma porre la nostra professionalità al servizio dei cittadini solo se questa sarà veramente riconosciuta e valorizzata. Non vogliamo un contratto a tutti i costi! L’AAROI certo non
firmerà un accordo qualsiasi. Con un nuovo contratto le Regioni e le Aziende dovrebbero trovare
lo strumento per coinvolgere di più e meglio i loro dirigenti nelle attività degli Ospedali, valorizzandone le capacità professionali senza le quali è
impossibile qualsiasi obiettivo di tutela della salute. Da loro ci aspettiamo un salto di qualità.
Vincenzo Carpino
Marco Chiarello
ANAAO ASSOMED – ANPO – AUPI – CIDA-SIDIRSS – CIMO-ASMD – CGIL FP – CGIL MEDICI
CISL FPS CIVEMP (SIVEMP-SIMET) – CONFEDIR SANITÀ (SICUS-SIDAS) – FEDERAZIONE CISL MEDICI-COSIME (DIRSAN
MEDICI-CISAS MEDICI-SAPMI-USPI) – FEDERAZIONE MEDICI aderente UIL (UIL-FPL MEDICI-AMCO-COAS-CUMI-AISS
FAPAS-FIALS-FNAM - Nuova ASCOTI-SAPMI-UMI-UMUS) – FESMED (ACOI-ANMCO-AOGOI-SUMI-SEDI-FEMEPA-ANMDO)
SINAFO – SNABI SDS – UMSPED (AAROI-AIPAC-SNR)
I SINDACATI DELLA DIRIGENZA
PROCLAMANO LO STATO DI AGITAZIONE
9 febbraio 2005
Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria tecnica e amministrativa del Servizio sanitario
nazionale, dopo cinque mesi di trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto il 31 dicembre 2001, preso atto
dell’ultimo testo prodotto dall’Aran sulla normativa quadriennale:
+ rilevano la sostanziale inutilità del confronto fino ad ora effettuato che ha portato la controparte ad accettare quasi nessuna delle richieste presentate unitariamente dalle organizzazioni sindacali per modificare il testo proposto dall’Aran;
+ ribadiscono l’impossibilità di accettare un quadro normativo che peggiora le attuali condizioni di lavoro, mortificando il ruolo della dirigenza del Servizio sanitario nazionale;
+ giudicano del tutto inadeguati i finanziamenti per il II biennio economico, stabiliti dalla legge finanziaria per il 2005 e
concordano sull’obiettivo di raggiungere un aumento pari all’8%;
+ ribadiscono la comune volontà di giungere nel più breve tempo possibile, anche procedendo a tappe forzate, alla
conclusione della trattativa contrattuale del quadriennio normativo e dei due bienni economici, ma ritengono per
questo indispensabile un salto di qualità nei rapporti con la controparte;
+ proclamano, quindi, insoddisfatti dei risultati sinora raggiunti, lo stato di agitazione delle categorie rappresentate
che si concretizzerà, nel caso la situazione non si modificasse entro breve, in azioni di sciopero secondo un calendario che verrà reso noto nei prossimi giorni.
Pieno successo dello sciopero del 4 marzo
HA ADERITO L’85% DEI MEDICI
L
o sciopero del 4 marzo proclamato da
tutte le organizzazioni sindacali mediche è perfettamente riuscito. Medici,
veterinari, tecnici e amministrativi del
Servizio Sanitario Nazionale hanno incrociato le
braccia per protestare per il mancato rinnovo del
contratto scaduto da ben 39 mesi e per il quale sono fallite tutte le trattative promosse fino ad ora.
Le adesioni alla protesta avrebbero raggiunto
quota 80-85% con punte a Milano, nel Veneto, in
Toscana, in Sicilia, in Puglia ed in Friuli Venezia
Giulia. Unica eccezione alla mobilitazione nazionale, le province di Genova, Imperia e Savona,
dove lo sciopero è stato revocato a causa del maltempo. E mentre nel resto d’Italia i medici protestavano in maniera compatta, i maggiori leader
delle organizzazioni sindacali mediche, armati
di cartelloni di protesta, organizzavano a Roma
un sit-in davanti la sede delle Regioni. “Durante
lo sciopero abbiamo assicurato solo le emergenze – ha precisato il Presidente Nazionale degli
Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani
(A.A.R.O.I). Sono stati rinviati circa 90.000 interventi chirurgici”. I disagi per i cittadini sono stati,
perciò, inevitabili ma la protesta è conseguenza
di una trattativa con l’Aran che da ben 5 mesi è
ferma e non produce alcun segnale positivo. Nelle ore precedenti lo sciopero – continua Carpino
– “c’è stata una timida disponibilità del Comitato di Settore a rivedere, in senso migliorativo, i
punti normativi del Contratto, ma sull’entità degli aumenti per il secondo biennio economico
sono rimasti irremovibili su di una percentuale
per noi inaccettabile, ovvero il 4,32%. Ci viene
impedito di rivalutare alcuni istituti sottopagati,
come la pronta disponibilità che da ben 14 anni
è retribuita con 21 euro lorde a fronte di una sosta forzata di 12 ore presso il proprio domicilio,
in attesa di chiamate urgenti”.
E ancora, – continua Carpino – “si vuole inserire un livello regionale di contrattazione che appesantisce e rallenta l’applicazione aziendale degli istituti del C.C.N.L, si vuole lasciare in mano al
Direttore Generale la possibilità di applicare liberamente l’istituto del recesso del dirigente medico senza specificare che il parere del Comitato
dei Garanti deve essere obbligatorio e vincolante;
si glissa sul problema della copertura assicurativa, rinviandolo sine die; infine non si vogliono
regolamentare i contratti atipici”.
Gli fa eco Armando Masucci segretario generale
di Federazione Medici-UIL F.P.L secondo il quale
“la partecipazione allo sciopero è stata compatta
e sentita, ma la categoria è esasperata e nonostante i disagi creati la gente dimostra di capire e
condividere le problematiche dei medici in
quanto sa che la buona sanità è anche frutto di
un lavoro protetto e garantito”. La CGIL ha rivolto
invece un messaggio di scuse ai cittadini “ma –
ha spiegato il segretario nazionale Massimo Cozza – un Paese che vuole essere competitivo non
lascia i medici per 39 mesi senza contratto”.
“L’incontro con il Comitato di Settore – non ha
scongiurato lo sciopero, anzi tutte le organizzazioni sindacali hanno deciso di inasprire le azioni di protesta nel caso in cui Regioni e Governo,
ognuno per le proprie competenze, non diano risposte alle richieste economiche e normative
della categoria” è il commento di Serafino Zucchelli segretario nazionale dell’ANAAO. Si dice invece “scandalizzato, dal fatto che Regioni e Governo non abbiano evitato che si arrivasse allo
sciopero”, il presidente della CIMO Stefano Biasioli che sottolinea “ non c’è Paese al mondo in
cui i medici siano stati trattati in modo così indegno, peggio di quanto non sia avvenuto per i
braccianti agricoli siciliani nell’immediato dopoguerra”. Sul fronte politico, solidarietà alla pro-
testa dei camici bianchi è arrivata dall’opposizione in Parlamento: “i medici ospedalieri – ha affermato la responsabile del Welfare dei Ds Livia
Turco – hanno diritto ad un rinnovo del loro
contratto che riconosca, anche sul piano della
retribuzione, la preziosità del lavoro e la disponibilità dimostrata in questi anni a cooperare per
migliorare la qualità del sistema sanitario pubblico. Sappiamo infatti – continua – che la sanità
pubblica si basa sempre più su un rapporto di fiducia tra medici e pazienti. Il medico, quindi,
deve essere coinvolto nel Governo dell’azienda
sanitaria e deve poter agire secondo scienza e coscienza avendo gli strumenti e le risorse che gli
competono per l’ esercizio di una così delicata
professione”.
Secondo l’ex ministro Rosy Bindi “ è una vergogna la latitanza del Governo sul fronte delle risorse ma è anche inspiegabile la resistenza delle Regioni ad accogliere la proposta dei medici per un
nuovo modello di governo delle aziende sanitarie, che coinvolga in modo più stringente le professionalità e le competenze dei camici bianchi”.
Ma una risposta allo sciopero da parte della com-
pagine governativa non si è fatta attendere: il sottosegretario alla Salute con delega alla professione
medica, Elisabetta Casellati ha dichiarato infatti
che “il Governo sta verificando la possibilità di venire incontro alle richieste anche economiche dei
medici, confrontandosi sia con la conferenza Stato – Regioni e sia con il Ministro dell’Economia.
Capisco le ragioni che hanno spinto i medici a
protestare – ha aggiunto – il Governo però non è
fermo; comprendiamo le ragioni della categoria ,
ma stiamo cercando di fare le necessarie verifiche
di carattere economico , non semplicissime, con
l’obbiettivo di ricomporre il tavolo contrattuale. Il
silenzio del Governo – conclude la Casellati – non
è segno di indifferenza o apatia, bensì il segno che
si sta lavorando appunto per verificare le condizioni economiche che permettano di venire incontro
alle aspettative della categoria”.
Le organizzazioni sindacali attendono ora che
nei prossimi giorni si riprenda la trattativa con
l’Aran per chiudere una tornata contrattuale la
cui gestione sta diventando sempre più difficile.
Guido Masucci
Quali sono i passaggi principali per rinnovare
il contratto della dirigenza medica
1) Il Governo con le leggi finanziarie determina gli aumenti contrattuali per tutto il pubblico impiego da calcolarsi sull’ultimo anno precedente il rinnovo;
2) Il Comitato di Settore, che per la Sanità è costituito in prevalenza dai rappresentanti
delle Regioni, indica, attraverso un “atto di indirizzo”, le linee strategiche di parte pubblica sulla normativa e sulla distribuzione dei benefici contrattuali;
3) L’ARAN, una volta che l’atto di indirizzo ha superato le verifiche previste, apre le trattative con i sindacati più rappresentativi dell’area della dirigenza medica ma, ogni
volta che ritiene di non essere autorizzata ad accogliere le richieste sindacali, sospende la trattativa e richiede l’eventuale “via libera” al Comitato di Settore.
4
Continua dalla prima pagina
Grande successo della manifestazione di Napoli ...
sa, tutti ventilati e nutriti artificialmente e tutti,
ancora oggi, in vita! Un gioiello di modello assistenziale, unico nel nostro Paese, che è stato
usato contro di lui per colpirlo soprattutto come
Presidente Nazionale dell’AAROI.
Chi ha costruito questo castello accusatorio
nei suoi confronti ha sbagliato i calcoli. Carpino sta affrontando con serenità questa brutta
storia e la presenza a questa manifestazione di
colleghi provenienti da tutta Italia, nonostante
l’inclemenza del tempo, dimostra che il Presidente gode della stima e della fiducia di tutti i
suoi iscritti.
Ma è bene, dice Recchia, che si chiarisca una volta per tutte la posizione del Comitato dei Garanti
che ha “espresso parere decisamente negativo
alla proposta di recesso” del dott. Carpino. Dell’operato del Comitato dei Garanti è disposto a
testimoniare il Presidente stesso, se i giudici del
lavoro lo riterranno opportuno.
Il Dott. Clini, conclude Recchia, invece di licen-
ziare uno dei suoi migliori dirigenti, si sarebbe
dovuto preoccupare di governare meglio l’Azienda Santobono.
L’AAROI chiederà a tutte le istituzioni regionali
competenti di verificare la correttezza amministrativa degli atti assunti nei suoi quattro anni di
gestione e si riserva di presentare un esposto alla
Procura della Repubblica per chiedere se nei
comportamenti di Clini si possono ravvisare
estremi di rilevanza penale.
Recchia, dopo aver ringraziato tutti i colleghi per
essere intervenuti così numerosi, ha passato poi
la parola agli ospiti incominciando da Giuseppe
del Barone, presidente Nazionale della FNOMCeO
che esordisce esprimendo piena solidarietà e
adesione morale all’iniziativa organizzata in favore dell’amico Vincenzo Carpino. Di questa vicenda si è già occupato l’Ordine dei Medici di Napoli che ha archiviato il caso. Ci troviamo di fronte ad un episodio stucchevole, ha proseguito Del
Barone, in cui il medico viene colpito non in base alle negatività compiute, ma in base al desiderio di chi lo vuol colpire.
La possibilità che il destino di un medico dipenda da un Direttore generale non mi troverà mai
d’accordo! Bisogna operare dei cambiamenti
con lo scopo di ridimensionarne il potere.
professionisti della Sanità in balia di regole assurde e di comportamenti mobilizzanti. L’aziendalizzazione fasulla è stata in grado di minare alle radici la professione medica, la sua
autonomia ed il suo ruolo fondamentale nella
Sanità pubblica”. Siamo qui a testimoniare,
sioni per ben due volte.
In questi giorni, ha proseguito Chiarello, ho
provveduto ad effettuare un censimento, a livello
nazionale, per verificare il numero delle procedure di recesso attivate in Italia dal 1º luglio 2000
al 31 dicembre 2004 nei confronti dei dirigenti
ha proseguito Biasioli, il disagio di chi lavora
in corsia e chiede di essere lasciato in pace dai
Direttori generali scelti dalla politica e senza
alcuna preparazione manageriale. Qualcuno
qui dentro ha perso il posto di lavoro perché
dava fastidio, con un danno professionale e di
immagine non facilmente valutabile e difficilmente recuperabile. Ed allora, ha concluso
Biasioli, alziamo la testa e diciamo ai Direttori
generali che nessuno di noi regalerà un minuto di attività in più fin quando non cambieranno le regole. Siamo stanchi di subire. La pazienza è finita!
È stato poi il turno di Marco Chiarello. VicePresidente Nazionale dell’AAROI che ha salutato e
ringraziato i tantissimi colleghi presenti, in
rappresentanza di tutti i “camici bianchi” del
nostro Paese e che in questo momento sono
vicini a Vincenzo Carpino che il camice non lo
ha mai tolto e proprio per questo sta subendo
l’ingiustizia di questo assurdo provvedimento.
Chi ha pensato di colpire il Presidente per danneggiare l’AAROI ha sbagliato i suoi calcoli.
L’AAROI è più forte di prima ed è schierata a
difesa di Carpino, di cui ha respinto le dimis-
medici. Ebbene sono stati attivati complessivamente 97 recessi, di cui ben 58 (pari al 63% dei
casi) hanno avuto parere negativo da parte del
Comitato dei Garanti. Ciò dimostra che nel 63%
dei casi i Direttori generali hanno avviato una
procedura di licenziamento illegittima e che non
hanno potuto portare a termine.
Ma quel che è gravissimo e che in 4 casi, nonostante il parere negativo del Comitato dei Garanti, il recesso è stato comunque adottato dai Direttori generali ed il destino di questi 4 colleghi è
ora nelle mani del Giudice del Lavoro.
Per evitare che questi abusi si ripetano, abbiamo
preteso di blindare il testo contrattuale in discussione all’ARAN inserendo nell’articolato sul recesso che il parere del Comitato dei Garanti sia
espresso una sola volta nell’arco temporale di
sessanta giorni e sia obbligatorio e vincolante.
In altre parole quando il parere è negativo la delibera di recesso del Direttore generale diventa automaticamente nulla.
Nei prossimi giorni, ha concluso Chiarello, leggeremo il nuovo testo propostoci dall’ARAN e ci
comporteremo di conseguenza.
Ha preso poi la parola Alessandra Di Tullio, Se-
Dopo Del Barone ha preso la parola Stefano
Biasioli. Il Presidente della CIMO ha affermato
“alla presenza di tanti colleghi, la dirigenza
medica oggi vuole dare un segnale chiaro e
forte e vuole esprimere oltre che la solidarietà
al collega Carpino anche il disagio di tutti i
5
gretario Nazionale dell’AIPaC, l’Associazione dei
Patologi Clinici, nostri alleati nella UMSPED, che
ha ricordato gli stretti rapporti di collaborazione
con l’AAROI ed in particolare con il suo Presidente con il quale abbiamo sempre lavorato in sintonia e nel reciproco rispetto. Abbiamo tutti creduto, agli inizi degli anni 90, nel processo di aziendalizzazione della Sanità pubblica, ha dichiarato
la Di Tullio, e quindi abbiamo anche accettato
quegli elementi di privatizzazione del rapporto di
lavoro, inclusa la possibilità di essere licenziati.
Ma in cambio è stato realizzato solo un finto processo di aziendalizzazione. È stata poi la volta di
Giuseppe Garraffo, Segretario Nazionale della
CISL medici che ha esordito dichiarandosi solidale con l’amico Carpino, vittima di errori legi-
slativi e contrattuali che gli stessi sindacati medici, in buona fede, hanno commesso nel decennio compreso tra la fine degli anni ottanta e la fine degli anni novanta. Un decennio molto critico
per i medici ospedalieri e per il loro lavoro. Con il
contratto 8 giugno 2000 e con quello attualmente in discussione abbiamo incominciato a riparare qualche danno, specie sul piano delle tutele
del dirigente medico. La gran parte dei nostri
guai è iniziata con la Legge 29/93 di riforma del
pubblico impiego e poi proseguita con la 502 e la
517. L’Aziendalizzazione è fallita e la privatizzazione del rapporto di lavoro è stata solo una finzione. Nella Sanità, ha proseguito Garraffo, è diventato preponderante il carrozzone burocratico
bassare la guardia, facendo molta attenzione agli
aspetti normativi della trattativa in corso per il
rinnovo del Contratto di lavoro.
Ha preso poi la parola Carmine Gigli, Segretario
Nazionale della FESMED, che ha ricordato come
con l’aziendalizzazione e con il contratto di natura privatistica è stato necessario introdurre anche l’istituto del recesso, che non tutti conoscono. Il dirigente sindacale pure essendo esposto
in prima linea, non ha le tutele sufficienti. Per
trovare una norma che lo tuteli bisogna risalire,
ha proseguito Gigli, alla Legge 300 del 1970, che
garantisce oltre che il dirigente che si occupa del
Sindacato, anche coloro che sono discriminati
per ragioni politiche, religiose, raziali e di sesso.
certo tipo di aziendalizzazione delle ASL che di
fatto ha fortemente ridimensionato la figura del
dirigente medico. Le Regioni vogliono aumentare a dismisura il loro potere attraverso la istituzione di un forte livello regionale di contratazione. Noi ci dobbiamo battere perché questo non si
realizzi. Questa manifestazione di Napoli, ha
concluso Masucci, è pienamente riuscita. Deve
essere un segnale di forza per attaccare il monocratismo dei Direttori generali riportandolo su
un terreno di maggiore collaborazione e soprattutto di maggiore controllo, anche attraverso il
pieno coinvolgimento dei Comuni e dei Comitati
di indirizzo e vigilanza, proprio per evitare che si
ripetano casi come quello che ha coinvolto il
Io credo, ha concluso Gigli, che noi dobbiamo
cercare di ottenere innanzitutto delle norme più
garantiste per tutti i medici che lavorano nel Servizio Sanitario Nazionale, ma anche delle norme
che assicurano la libertà di espressione dei dirigenti sindacali, perché è evidente che se questi
ultimi non sono messi nelle condizioni di agire
senza condizionamenti è chiaro che ci saranno
anche delle gravi ripercussioni sulle trattative
sindacali.
È stata poi la volta di Armando Masucci, Segretario Generale della Federazione Medici-UIL Fpl il
quale ha esordito esprimendo la piena solidarietà ad un uomo che tutti hanno sempre stimato
ed apprezzato. Da oggi Carpino deve diventare la
bandiera di tutti i Sindacati medici contro un
Presidente Nazionale dell’AAROI, stimatissimo
professionista ed apprezzato sindacalista.
Ultimo ad intervenire il collega Rosato, dell’esecutivo Nazionale dell’ANAAO in sostituzione del
Segretario Nazionale Serafino Zucchelli, impossibilitato a partecipare per motivi di salute. Durante il suo intervento Rosato è stato contestato
da alcuni colleghi presenti in platea, che hanno
voluto evidenziare oltre che l’assenza del Segretario Nazionale, anche quella dei componenti
del Direttivo ANAAO della Campania, oltre naturalmente quella degli iscritti ANAAO che erano in
servizio.
Pazienza! L’ANAAO ha perso una buona occasione per fare sindacato.
amministrativo, che alla fine produce solo sprechi e deficit. I medici sono fiduciosi perché le
aziende sanitarie sono diventate la sede dell’arbitrio e della mortificazione della professionalità. Prima di andare a sbattere sugli scogli, bisogna cambiare rotta. Siamo convinti che la Sanità
italiana si potrà salvare solo se il medico ridiventa protagonista. La manifestazione di oggi, ha
concluso Garraffo sul recesso, che brutto termine questo, deve far capire all’opinione pubblica
che i medici sono stanchi di questo andazzo ed ai
nostri colleghi che la solidarietà e l’unità sono
vere ed uniche tutele delle nostra categoria. È intervenuto quindi Francesco Lucà, Segreterio Nazionale del SNR, il Sindacato dei colleghi radiologi, anche essi alleati dell’AAROI nella UMSPED.
Anche egli ha ricordato i proficui rapporti di collaborazione con l’AAROI e con il suo Presidente
Nazionale, con il quale c’è stata sempre la massima collaborazione nell’interesse dei Soci rappresentati. La parte pubblica vuole impiegatizzare i dirigenti medici e costringerli a produrre solo
sotto la minaccia della forza (leggi recesso), ha
dichiarato Lucà, ma non ci riuscirà. La nostra
forza sono i cittadini, i nostri pazienti, testimoni
della nostra disponibilità di fronte ai loro bisogni
di salute.
Egli ha concluso dichiarandosi sicuro che Carpino uscirà presto a testa alta da questa situazione
e ritornerà al suo posto. Nel frattempo le OO.SS.
dell’area della dirigenza medica non devono ab-
6
Aggiornato per l’anno 2005
il tariffario di minima delle prestazioni
libero professionali in Anestesia e Rianimazione
Il tariffario di minima delle prestazioni libero professionali in Anestesia e Rianimazione è uno strumento agile a disposizione di tutti gli iscritti AAROI, con lo scopo di individuare il costo della singola prestazione, intesa esclusivamente come costo professionale, senza tenere conto cioè dei costi legati alla gestione della prestazione stessa (personale infermieristico, farmaci, materiali di consumo, ammortamento delle attrezzature, ecc.).
È importante precisare che le tariffe, di seguito riportate, devono essere incrementate fino al 100% nei casi di pazienti appartenenti alle classi di età pediatrica e geriatrica e per i pazienti con classe di rischio ASA III o IV.
ANESTESIA
MAGNETOTERAPIA .........................................................per seduta ...................................40,00
VISITA ANESTESIOLOGICA.................................................................................................80,00
ELETTROANALGESIA TRANSCUTANEA (TENS) ........per seduta ...................................40,00
ANESTESIA GENERALE...................................................per interventi di breve durata...260,00
LASERTERAPIA ................................................................per seduta ...................................40,00
per interventi di media durata ..310,00
per interventi di lunga durata ...465,00
IONOFORESI.....................................................................per seduta ...................................40,00
ANESTESIA LOCOREGIONALE.......................................blocchi per infiltrazione ............130,00
RADARTERAPIA ...............................................................per seduta ...................................40,00
blocchi tronculari .....................210,00
blocchi centrali .........................310,00
blocchi continui ........................465,00
MESOTERAPIA .................................................................per seduta ...................................40,00
SEDUTA OPERATORIA
Convenzione interna alla propria Azienda
(ART. 55 COMMA 2 CCNL 8 GIUGNO 2000) .................................durata sei ore ...........................375,00
Convenzione esterna al P. O. di appartenenza.......durata sei ore..........................465,00
Per ogni ulteriore ora di anestesia generale in aggiunta alle 6 ore concordate l’incremento è di € 130,00 per ora. In ogni caso la tariffa relativa all’atto anestesiologico non deve essere inferiore al 30% delle competenze spettanti all’intera equipe
chirurgica.
Nel caso in cui all’atto anestesiologico segue un’assistenza postoperatoria del paziente in Rianimazione e Terapia Intensiva, la percentuale minima delle competenze anestesiologiche passa dal 30 al 50% delle competenze spettanti all’intera
equipe chirurgica.
SERVIZIO DI GUARDIA IN ANESTESIA..........................per ora ........................................55,00
ULTRASUONI ...................................................................per seduta ...................................40,00
IONTOFORESI...................................................................per seduta ...................................55,00
AGOPUNTURA (riflessoterapia, tradizionale, elettroagopuntura, moxa)
prima seduta ...............................55,00
sedute successive ......................40,00
ANALGESIA PER IPNOSI .................................................per seduta ...................................80,00
INFILTRAZIONI PUNTI TRIGGER .........................................................................................40,00
INFILTRAZIONE PERIARTICOLARE .....................................................................................55,00
INFILTRAZIONE INTRARTICOLARE (senza rx-scopia)......................................................80,00
INFILTRAZIONE INTRARTICOLARE (con rx-scopia) .......................................................155,00
INFILTRAZIONE “FACCETTE” ARTICOLARI LOMBARI O CERVICALI (con rx-scopia) .....310,00
DENERVAZIONE “FACCETTE” ARTICOLARI LOMBARI (con rx-scopia) .......................415,00
IMPIANTO SPINALE PERMANENTE CON PORT SOTTOCUTANEO ...............................775,00
RIANIMAZIONE
SERVIZIO DI GUARDIA IN RIANIMAZIONE E T. I. .........per ora ........................................65,00
SERVIZIO DI GUARDIA SPECIALISTICA
IMPIANTO POMPA DI INFUSIONE PERMANENTE...........................................................500,00
CORDOTOMIA CERVICALE PERCUTANEA ..................................................................2.000,00
TEST FARMACOLOGICI E.V. (xilocaina, ketamina, fentolamina, morfina, ecc.).............260,00
RIANIMATORIA PER IL SUEM 118 ...................................per ora ........................................65,00
SERVIZIO DI GUARDIA SPECIALISTICA
RIANIMATORIA PER L’ELISOCCORSO............................per ora ........................................75,00
CONSULENZA RIANIMATORIA.........................................................................................130,00
TERAPIA IPERBARICA
VISITA AMBULATORIALE ....................................................................................................80,00
MEDICAZIONE ED ANALGESIA ........................................................................................110,00
ASSISTENZA ALL’INTERNO
TERAPIA DEL DOLORE
VISITA AMBULATORIALE ....................................................................................................80,00
DELLA CAMERA IPERBARIA ............................................per ora ......................................80,00
ASSISTENZA DALL’ESTERNO
DELLA CAMERA IPERBARICA .........................................per ora ........................................55,00
VISITA DOMICILIARE.........................................................................................................155,00
ANALGESIA PER IL PARTO ................................................................................................600,00
BLOCCO ANESTETICO NERVO PERIFERICO...................................................................130,00
BLOCCO ANESTETICO TRONCULARE.............................................................................210,00
PRESTAZIONI PROFESSIONALI DI SPECIALITÀ
SOMMINISTRAZIONE PERIDURALE SINGOLA...............................................................310,00
VISITA AMBULATORIALE PER FOLLOW UP.......................................................................80,00
SOMMINISTRAZIONE PERIDURALE CONTINUA ............................................................465,00
CONSULTO SPECIALISTICO IN ANESTESIA,
RIANIMAZIONE E TERAPIA DEL DOLORE ........................................................................200,00
CONTROLLO CATETERE PERIDURALE + RIFORNIMENTO ..............................................80,00
POSIZIONAMENTO ELETTROCATETERE STIMOLATORE MIDOLLARE (SCS) ...........775,00
POSIZIONAMENTO/SOSTITUZIONE GENERATORE DI IMPULSI PER SCS ................415,00
BLOCCO ANESTETICO DEL SIMPATICO LOMBARE .......................................................310,00
NEUROLISI DEL SIMPATICO LOMBARE (CHIMICA O A RADIOFREQUENZE)...............775,00
BLOCCO ANESTETICO DEL GANGLIO STELLATO..........................................................415,00
BLOCCO REGIONALE ENDOVENOSO DEL SIMPATICO CON GUANETIDINA..............260,00
BLOCCO ANESTETICO DEL GANGLIO CELIACO ............................................................775,00
NEUROLISI DEL GANGLIO CELIACO O DEI NERVI SPLANCNICI...............................1.000,00
BLOCCO ANESTETICO DEL GANGLIO DI GASSER ........................................................775,00
NEUROLISI DEL GANGLIO DI GASSER (CHIMICA O A RADIOFREQUENZE) ............1.000,00
TRASPORTO PAZIENTE CRITICO....................................ogni ora ....................................130,00
ASSISTENZA ALLE CONTRASTOGRAFIE ......................singolo esame ............................80,00
ACCESSI VENOSI CENTRALI ............................................................................................155,00
ACCESSI VENOSI CENTRALI PERMANENTI ...................................................................500,00
PROGRAMMAZIONE NUTRIZIONE ENTERALE O PARENTERALE .................................210,00
ASSISTENZA DOMICILIARE............................................prima ora ..................................310,00
ore successive .........................155,00
SPESE DI ACCESSO .........................................................indennità di trasferta ..................80,00
rimborso chilometrico € 0,30 al km più spese di pedaggio
Per le prestazioni di urgenza il costo va incrementato del 100% rispetto al valore della singola prestazione.
10
Si intuba in piedi o da seduti?
P
erché l’Anestesista intuba stando in
piedi? E perché, appena visualizza la
glottide, infila il tubo a razzo? E perché tiene sempre una fiala di atropi-
na pronta?
Non vi siete mai poste queste domande?
Io sì, nel corso di un’anestesia in cui spiegavo le
varie procedure ad una apprendista nurse.
A proposito di “apprendisti”, tutti sappiamo che
l’apprendista stregone impara dal suo maestro
formule magiche, filtri, misture, uso di bacchette e via dicendo.
Ebbene, anche gli apprendisti anestesisti e nurses d’anestesia imparano le formule (chimiche), i filtri (umidificatori e antibatterici), le misture (gassosa-endovenosa, blended, epidurale-spinale), l’uso di bacchette (mandrini, minitrack, seldinger) e via dicendo.
Ma torniamo a noi. Mentre, dunque, parlo dell’intubazione appena fatta, Caterina, la neo-nurse, mi chiede perché sto seduto e perché introduco il tubo così lentamente.
Devo premettere che da molti anni pratico l’induzione della narcosi stando seduto. Mi posiziono bene su uno sgabello regolabile da sala, ventilo col pallone nella destra e sto col gomito sinistro appoggiato sul cuscinetto, di fianco alla testa
del malato; la mano sinistra prima tiene la maschera, poi il laringoscopio. Infine, con collo e
schiena diritti, ho l’immagine della glottide all’altezza degli occhi e faccio transitare il tubo
piano piano, quasi accarezzando le corde vocali.
Perché gli altri – mi chiede Caterina – si comportano in modo diverso?
Già, perché?
Tanti anni fa, mi è stato insegnato a intubare in
piedi, curvandomi per vedere le corde vocali, forzando col braccio sinistro per tenere sollevati laringoscopio, lingua e mandibola.
Perché si insegna così agli Anestesisti? – mi sono
chiesto. E, dopo averci pensato su, mi sono dato
questa risposta.
È un arcano dettame che risale alla notte dei
tempi, quando i primi pionieri dell’Anestesia dovevano lottare con soggetti semisvegli, contratti
e, a volte, molto reattivi (con rischio di lesioni nei
confronti del “narcotizzante”). In quelle epoche
lontane, l’ardito esploratore dell’etere doveva
procedere con estrema cautela ed essere pronto
a rapidi spostamenti, doveva mantenere i muscoli esercitati e molto tonici e doveva infine possedere riflessi vivacissimi. Ecco perché si metteva ben saldo sulle gambe, alle spalle dell’operando, bilanciandosi e piegandosi come un agile lottatore per bloccare in una morsa d’acciaio la
mandibola e per piantare la lama del laringoscopio alla base dell’epiglottide.
E qual’era, allora, la cosa più temuta? Erano tantissime le cose temute: la mancata intubazione,
l’inalazione di materiale rigurgitato, lo spasmo
delle vie aeree, eccetera eccetera.
Anche oggi sono eventi temutissimi, ma allora
erano disavventure (perché la narcosi era una
vera avventura) molto frequenti, che si concludevano spesso con la morte “in tabula” (traduzione: sul tavolo operatorio).
I maestri anestesisti, da sempre, introducono il
tubo attraverso le corde vocali (più o meno aperte) con grande destrezza e, soprattutto, con grande rapidità, dopo di che estraggono fulmineamente il laringoscopio.
In realtà, tutto ciò non è altro che un ancestrale
bisogno di sicurezza. Un bisogno al quale si risponde con manovre che, se pure sono ben studiate e modulate, risultano tuttavia forzate e
traumatizzanti per le mucose.
L’anestesista del 2000 ha davanti a sè un soggetto immobile. Eppure i suoi gesti sono gli stessi
dei suoi antenati. Gli è stato inculcato, quasi dipendesse da un corredo genetico, il timore della
non-intubazione, che è ben diverso dalla “intubazione difficile”, argomento dotto per raggiun-
gere un “dotto” invisibile.
Non-intubazione = morte. Intubazione = vita,
vitalità, slancio, forza, rapidità.
Ecco perché è considerato innaturale per un
Anestesista mettersi in una condizione in cui
non fa alcuno sforzo, comodo, diritto, bene appoggiato, ad altezza di occhi.
E l’atropina? Stesso ragionamento. Stesso bisogno ancestrale.
Nella preistoria dell’Anestesia i vapori sovradosati nel gocciolamento sulle garze o con la maschera di Ombredanne, ma soprattutto il terrificante
riflesso vagale rallentavano o bloccavano per
sempre il battito cardiaco. Non c’era il monitor e
allora le dita sul polso o l’orecchio sul cuore davano l’allarme e si aspettava l’esito fatale.
L’atropina a volte faceva il miracolo.
Da allora la siringa con 5 decimillesimi di grammo – quasi una dose omeopatica – è il talismano appoggiato dietro agli anestetici e ai curari. E,
appena la frequenza cardiaca scende sotto i 60,
si scarica il farmaco (“farmacon” in greco vuol
dire medicamento e veleno – proprio come le risposte a due significati opposti degli antichi oracoli) in vena per tornare su livelli “sicuri”. Una
bella ginnastica per quel povero cuore che se la
dormiva beatamente.
Cuore e respiro. Funzioni vitali. Vitali per il malato. Vitali per l’Anestesista Rianimatore.
Forse ho un po’ esagerato parlando a ruota libera su posizionamenti, tubi e fiale di atropina.
Ma, come tutti ben sappiamo, le parole sono una
cosa, mentre le azioni sono ben altro, specie nelle
fasi più critiche del nostro lavoro. La fredda teoria,
infatti, non serve a molto nei momenti più caldi.
Shakespeare fa dire a Macbeth (atto II, scena I):
“Words to the heat of deeds too cold breath gives”. Traducibile in: “Le parole, per il calore dell’azione, fanno respiri troppo freddi”.
Gian Maria Bianchi
Una certificazione elimina le incertezze pensionistiche
U
na vera e propria certificazione è
stata prevista dalla legge di riforma
previdenziale di fine luglio al fine di
garantire i lavoratori, più anziani,
da eventuali interventi legislativi futuri che possano modificare le regole dell’accesso al pensionamento. Infatti per chi raggiungerà (o abbia
raggiunto) il diritto a pensione d’anzianità (almeno 35 di contribuzione e 57 anni d’età ovvero
38 anni di contribuzione per il 2004/05, 39 per il
2006/07, indipendentemente dall’età) entro il
31 dicembre 2007, e non desideri, a quel tempo,
andare in pensione, potrà ottenere dall’ente previdenziale in cui risulta iscritto la certificazione
della propria posizione previdenziale con l’attestazione del conseguimento del diritto alla pensione di anzianità. Questo diritto potrà essere
esercitato successivamente, quando lo riterrà
opportuno, indipendentemente da ogni diversa
previsione di modifica legislativa.
È infatti per eliminare le condizioni di incertezza
legislativa che potrebbero rendersi evidenti in futuro che la legge delega ha previsto questa garanzia. Inoltre, per questi lavoratori, in possesso
della certificazione, non si applicheranno le norme introdotte dalla nuova riforma.
La certificazione potrà essere richiesta anche da
coloro che raggiungano i requisiti, sempre entro
il 31 dicembre 2007, utili per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia, nonché della
pensione nel sistema contributivo.
Il limite del 2007 è particolarmente importante
perché dal 1º gennaio 2008 il sistema previdenziale realizza una accelerazione improvvisa.
Infatti da quella data non basteranno più i 57 anni d’età, ma accanto ai 35 anni di contribuzione
saranno necessari almeno 60 anni anagrafici,
che diverranno 61 dal 2010 e 62 dal 2014. Ma la
certificazione dovrà servire, oltre che a congelare
il diritto al pensionamento con le condizioni precedenti, a mantenere inalterati le specificità relative agli importi pensionistici. Infatti la legge sot-
tolinea che per i lavoratori che siano nelle condizioni di aver raggiunto il diritto al pensionamento, sempre entro il 31 dicembre 2007, i periodi di anzianità contributiva maturati fino alla
data di conseguimento del diritto a pensione, sono computati, ai fini del calcolo dell’ammontare
della prestazione, secondo i criteri previsti prima della data di entrata in vigore della riforma.
Questa sottolineatura appare particolarmente
importante se collegata ad un altro aspetto previsto dalla legge: cioè quello della armonizzazione
dei regimi pensionistici. Infatti, uno dei fini che
la riforma si propone è una revisione delle eventuali norme presenti attualmente nelle gestioni
pensionistiche, diverse da quelle vigenti nell’assicurazione obbligatoria dell’INPS (Ago).
La certificazione dovrebbe garantire i pensionandi anche da queste eventuali modifiche, che, in
particolare per i dipendenti pubblici, potrebbero
apportare metodi di calcolo dei trattamenti pensionistici meno favorevoli. Ci riferiamo, in particolare, alla questione relativa alla quota a) del tratta-
mento pensionistico che, per le anzianità contributive maturate sino al 1992, prevede per i dipendenti pubblici (INPDAP) il riferimento all’ultimo
stipendio in godimento, mentre per i dipendenti
privati (INPS) prende a base del suo calcolo la
media degli stipendi degli ultimi cinque anni.
Ma non mancano anche altre possibilità che, dai
decreti legislativi previsti a completamento della
riforma, potranno nascere condizioni peggiorative dei trattamenti o che, in futuro, siano introdotte nuove condizioni restrittive. Per cui la
“certificazione“ diviene una vera e propria salvaguardia da ogni modifica normativa, anche successiva alla maturazione dei requisiti.
L’INPS ha già predisposto il modello per la richiesta della certificazione del diritto a pensione,
anche se è stato ribadito che la certificazione cartacea non ha valore costitutivo, cioè non è un obbligo assoluto, ma soltanto dichiarativo, per cui
anche coloro che non la avessero potranno esercitare, comunque, il diritto riconosciuto dalla
nuova legge previdenziale.
In verità l’INPS ha provveduto alle certificazioni
cartacee, in quanto essa è necessaria per quei dipendenti – e sono per adesso solamente i privati
– che possono presentare la domanda per usufruire dell’incentivo, il cosiddetto “bonus“ introdotto dalla legge n. 243/2004 e legato al posticipo
del pensionamento d’anzianità. Poiché per i dipendenti pubblici questa condizione non è ancora, e forse non lo sarà mai, possibile, l’ente previdenziale ad essi preposto, l’INPDAP, non ha la
necessità di avere fretta a predisporre modelli
specifici e gli interessati potranno attendere con
tranquillità il pensionamento.
Claudio Testuzza
L’e-mail ha valore legale
Il recente via libera del Governo a un apposito Dpr (Decreto del Presidente della Repubblica), rende di fatto legale l’e-mail equiparandola alla raccomandata con ricevuta di ritorno. Il mittente riceverà due “ricevute di ritorno”, una al momento dell’invio e una al
momento del recapito della mail (indipendentemente dall’effettiva apertura del messaggio a opera del destinatario). Tuttavia non tutti i messaggi via Rete avranno le caratteristiche della raccomandata. Solo quelli certificati da appositi enti (che probabilmente
saranno i provider) iscritti al Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (Cnipa) potranno avvalersi di tale qualità.
11
Pensione a 70 anni per tutti
Un colpo alle speranze occupazionali dei più giovani
N
el pubblico impiego, e quindi anche
in sanità, si può chiedere di continuare a lavorare fino a 70 anni. La
legge n. 136 del 28 maggio 2004 ha
introdotto una nuova e più favorevole condizione
per i dipendenti pubblici che volessero rimanere
in servizio oltre ai termini temporali previsti per
il pensionamento di vecchia. Infatti, oltre alla
possibilità di ottenere il mantenimento sino al
67° anno di età già previsto dal dlgs n. 503/92, la
nuova norma concede di poter far richiesta, alla
propria amministrazione, al fine di mantenere il
rapporto d’impiego per un ulteriore triennio e sino al compimento di 70 anni. Con questa norma
tale possibilità viene estesa a tutti i dirigenti medici e non solo ai Direttori di Struttura Complessa. Sull’argomento sono state prodotte due importanti circolari dal Dipartimento della funzione pubblica e dall’INPDAP.
La funzione pubblica ha sottolineato, prioritariamente, che l’applicazione della disposizione
comporta, per le amministrazioni, l’assunzione
di determinazioni organizzative, in quanto finalizzata a garantire la possibilità di soddisfare i
fabbisogni accertati con il trattenimento in servizio di quei dipendenti che essendo in possesso di
una “particolare esperienza professionale” ne
abbiano fatto richiesta. Infatti i pubblici dipendenti possono richiedere il trattenimento in servizio, ma tale facoltà non si traduce nel diritto a
permanervi essendo, comunque, richiesta una
valutazione discrezionale da parte dell’amministrazione in ordine al trattenimento stesso. Tale
caratteristica differenzia la nuova disposizione
da quanto invece stabilito, a suo tempo, dall’articolo 26 del dlgs n. 503/92, poiché in quel caso si
trattava, e si tratta, invece, di un diritto del dipendente a rimanere in servizio per un ulteriore
biennio (fino al compimento dei 67 anni).
Primo presupposto per attivare la nuova procedura è che il dipendente, ancora in servizio, ne
faccia espressa richiesta alla propria amministrazione.
Le amministrazioni hanno la facoltà di accogliere le richieste e godono di un potere discrezionale in quanto il trattenimento in servizio avviene
nell’interesse dell’amministrazione stessa. Deve
essere, quindi , valutata l’esigenza eventualmente, anche, destinando il dipendente, trattenuto in
servizio, a compiti diversi da quelli precedentemente svolti. Sarà fondamentale l’analisi del
curriculum professionale e l’eventuale comparazione dello stesso rispetto ad altre domande
pervenute ed alle professionalità fungibili esistenti nell’ amministrazione. La circolare sottoli-
nea che l’aver presentato la domanda non consente un trattenimento in servizio in attesa di
una decisione dell’amministrazione, così come,
pure, non dovrà ritenersi possibile procedere,
successivamente al pensionamento, ad una
riammissione in servizio sul presupposto che
l’amministrazione possa pronunciarsi oltre tale
momento. L’amministrazione potrà disporre il
trattenimento in servizio anche per un periodo
inferiore al triennio, qualora ricorrano esigenze
temporalmente limitative venendo, così, incontro alle proprie necessità organizzative anche di
natura temporanea. Anche per il dipendente, rimane salva la facoltà di dimettersi prima dello
scadere del periodo di trattenimento, applicandosi, nella fattispecie, le disposizioni contrattuali
in materia di preavviso. Per quanto poi, in particolare, attiene il trattenimento in servizio dei dirigenti, la circolare segnala che qualora l’amministrazione non abbia ritenuto di accogliere la
domanda di trattenimento in servizio di un
proprio dirigente rimane, successivamente,
preclusa la possibilità di conferire, al medesimo
dipendente, un incarico dirigenziale a tempo
determinato (ex dlgs n. 165/2001).
Ricordiamo, poi, che il trattenimento non comporta novazione del rapporto, in quanto costituisce prolungamento del rapporto di servizio con
la conseguente conservazione di tutte le tutele
contrattuali connesse al rapporto stesso e la cristallizzazione dell’importo pensionistico maturato alla data del raggiungimento del limite d’età
per il collocamento in quiescenza.
A questo riguardo, in particolare, è intervenuto
l’istituto previdenziale dei pubblici dipendenti,
Inpdap. La circolare dell’istituto illustra i riflessi
contributivi e pensionistici derivanti dalle norme
della legge n. 136. L’INPDAP sottolinea che i periodi di lavoro svolti, a seguito della facoltà di
trattenimento in servizio, non danno luogo alla
corresponsione di alcuna ulteriore tipologia di
incentivi al posticipo del pensionamento (bo-
In risposta ad un quesito posto dalla Regione Campania, l’ARAN ha precisato i principi
che le Aziende Sanitarie pubbliche devono seguire per i rinnovi degli incarichi di Direttore
di Struttura Complessa.
L’ARAN fa espresso richiamo al CCNL 08/06/2000 che, in linea generale, “annette all’esito positivo della valutazione al termine dell’incarico, il valore di condizione necessaria e
sufficiente per la conferma o il conferimento di nuovi incarichi di maggior rilievo professionale o gestionale nel caso di Strutture semplici o complesse”.
Inoltre l’Agenzia ha evidenziato: “il valore premiante del sistema degli incarichi che non
sarebbe garantito ove, pur in presenza di una valutazione positiva, il Direttore di Struttura
Complessa non fosse confermato nel suo incarico , ma assegnato ad altro incarico anche
di elevata specializzazione pur con pari valore economico”. Unica eccezione, ha precisato l’ARAN, può essere costituita solo dai casi di ristrutturazione aziendale.
L’ARAN quindi, con questo parere, ha definitivamente chiarito la problematica bloccando
così le iniziative arbitrarie promosse da alcuni Direttori Generali della Regione Campania
che avevano costretto le OO.SS. della dirigenza medica a rivolgere espliciti inviti a soprassedere, al fine di garantire la conferma a tutti quei colleghi che avevano ottenuto una
valutazione positiva al termine dell’incarico.
Claudio Testuzza
NEGATIVO IL GIUDIZIO
DELL’AAROI SULLA NUOVA LEGGE
L’AAROI esprime il suo netto dissenso nei confronti della normativa che prevede la possibilità, per tutti i dipendenti pubblici, di rimanere in servizio fino a 70 anni. Da un lato, infatti, il Ministro della Salute, con il disegno di legge sul Governo clinico all’esame del Parlamento, fissa a 65 anni il limite massimo d’età per il collocamento a riposo dei dirigenti
medici del Servizio Sanitario Nazionale, limite che può essere prorogato a 70 anni, ma solo per i dirigenti di struttura complessa; dall’altro il Parlamento, con questa nuova norma,
ha esteso a tutti indistintamente la possibilità di raggiungere i 70 anni di servizio.
L’AAROI ritiene che la legge rappresenta da una parte un’ulteriore limitazione alle speranze occupazionali dei più giovani e, dall’altra, una controproducente cristallizzazione del sistema, non garantendo il giusto equilibrio tra il mantenimento delle professionalità acquisite e lo sviluppo di quelle emergenti.
Non ci sembra questo il modo migliore di incrementare l’efficacia e l’efficienza della Pubblica amministrazione se si considera, fra l’altro, che eventuali grandi professionalità poste in quiescenza possono essere ricollocate nell’ambito del Ssn, attraverso norme già
esistenti ed ampiamente utilizzate.
Elezioni Regionali
Per i Direttori di Struttura Complessa
La riconferma al termine dell’incarico
in caso di valutazione positiva
nus) né al pagamento dei contributi pensionistici e non rilevano ai fini della misura del trattamento di pensione. Da ciò scaturisce che tali periodi sono ininfluenti sia nella misura del trattamento sia ai fini di alcuni diritti. In particolare, la
mancata copertura assicurativa comporta che
durante la prosecuzione del rapporto di lavoro
sino al 70º anno d’età, il dipendente non ha diritto e non ottiene, da parte dell’istituto, alcun trattamento pensionistico di privilegio o di inabilità
nel caso di infermità sorta durante questo periodo. Viene fatto salvo il caso nel quale il verbale di
visita medico collegiale attesti che l’insorgenza
della patologia risalga a data anteriore al trattenimento in servizio fino all’età di 70 anni. Inoltre,
durante il periodo di prosecuzione dell’attività
lavorativa, poiché non è possibile modificare il
trattamento pensionistico spettante, l’Inpdap
non accoglierà le eventuali domande presentate
per la valorizzazione di periodi pregressi, come i
riscatti, ricongiunzioni, accrediti figurativi, ecc. Il
dipendente dovrà continuare a versare il contributo obbligatorio alla gestione autonoma delle
prestazioni creditizie nella misura dello 0,35%
della retribuzione. Restano, poi, inalterate le
norme relative ai contributi finalizzati ai trattamenti di fine servizio /tfs o ips), in quanto la
cosiddetta “liquidazione” continuerà ad essere
contabilizzata anche per gli anni di prosecuzione
concessi e lavorati.
Qualche suggerimento
prima del voto
L
a campagna elettorale è già iniziata e
ci stiamo avvicinando a grandi passi
al 3 aprile, giorno del voto per il rinnovo di ben 14 governi regionali.
La Sanità sarà al centro del dibattito e della polemica politica, anche perché per essa si spende
gran parte dei bilanci regionali.
Poiché rischiamo di essere soffocati da valanghe
di promesse, buoni propositi, da rappresentazioni della realtà che oscillano fra la catastrofe ed il
paradiso terrestre, la redazione del giornale ha
pensato di fornire ai nostri lettori un vademecum per leggere la realtà da operatori della Sanità e da cittadini e decidere se riconfermare o
cambiare governanti.
Ecco pochi parametri:
Ê Sono migliorati i tempi di attesa (prestazioni,
pagamenti, adempimenti burocratici, ecc.)?
Ë L’ambiente di lavoro è migliorato o si è degradato ulteriormente?
Ì È stata promossa l’innovazione?
Í Ha prevalso nell’attribuzione di incarichi di
responsabilità la competenza professionale
o l’appartenenza politica?
Î Si vive uno spirito di progettualità, si lavora
per obiettivi condivisi o continua il tran tran e
si aspetta con ansia la pensione?
Ï Compreresti una macchina usata dall’Assessore alla Sanità o dal Direttore Generale dell’Azienda?
Si potrebbe continuare con altri esempi, ma la
sostanza è quella di valutare chi ha governato,
tenuto conto naturalmente degli strumenti di
cui disponeva, stando attendi a non omologare
chi ha cercato di fare, rispetto a chi si è accaparrato facili consensi pur di continuare a gestire
la sanità.
Nel nostro paese in molti sono stanchi di promesse generiche non seguite da provvedimenti
reali. Chi vuole il voto deve avere idee chiare e
comprensibili e deve convincere gli elettori della
validità delle sue proposte.
Non si regala la fiducia a chi non la merita.
12
I MODULI
Modulo 1
Modulo 6
4 Crediti ECM
4 Crediti ECM
Il controllo delle vie aeree nella pratica
clinica anestesiologica e rianimatoria
Update sui curari
Antonio FANTONI
Alessandra FAVERO
Andrea LESMO
Gianmario MONZA
Massimo RAFFAELI
Donata RIPAMONTI
La neuroprotezione in neuroanestesia
e neurorianimazione
Ettore ZEI
Alfredo DEL GAUDIO
Marco GEMMA
Enrico LAUTA
Pietro Paolo MARTORANO
Cesare VITTORI
Modulo 3
5 Crediti ECM
Le emergenze intra- extra-ospedaliere
e il trasporto del paziente critico
Davide CORDERO
Gaetano DI PIETRO
Roberto MANNELLA
Antonio MORRA
Salvatore NICOSIA
Alberto RATTO
ANNO
Yigal LEYKIN
Paola FIORESE
Claudio MELLONI
Gabriella NADALIN
Maria SANFILIPPO
Ezio VINCENTI
SEDI E REFERENTI REGIONALI
Modulo 2
5 Crediti ECM
CORSO ITI
A.A.R.O.I. –
PUGLIA – BASILICATA
BARI (tutti i moduli)
SHERATON NICOLAUS – Via Cardinale Agostino Ciasca, 9
TOSCANA
FIRENZE (tutti i moduli)
AUDITORIUM BANCA TOSCANA – Via Panciatichi
LOMBARDIA
MILANO (tutti i moduli)
Aula Magna A.O. NIGUARDA CA’GRANDA – Piazza Maggiore, 3
CAMPANIA
NAPOLI (tutti i moduli)
NEW EUROPE HOTEL – Via Galileo Ferraris, 40
SARDEGNA
ORISTANO (tutti i moduli)
HOTEL MISTRAL – Via XX Settembre
VENETO
FRIULI VENEZIA GIULIA
TRENTO – BOLZANO
PADOVA (tutti i moduli)
Aula Morgagni POLICLINICO DI PADOVA – Via Giustiniani, 2
PIEMONTE
VALLE D’AOSTA – LIGURIA
ALESSANDRIA (moduli 1-2-3-5-6)
Aula Magna LICEO SCIENTIFICO “G. GALILEI” – Spalto Borgoglio,
GENOVA (modulo 4)
Aula Magna OSPEDALE SAN MARTINO – Largo Rosanna Benzi, 10
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA (tutti i moduli)
Aula Anfiteatro ISTITUTI ORTOPEDICI RIZZOLI – Via di Barbiano, 1
CALABRIA
LAMETIA TERME (tutti i moduli)
GRAND HOTEL LAMETIA – Piazza Lametia
SICILIA
PALERMO (tutti i moduli)
ALBERGO ATHEUM – Viale Delle Scienze
ROMA (moduli 5-6-1)
PONTIFICIA UNIVERSITÀ URBANIANA – Via Urbano VIII, 16
TERNI (moduli 2-3-4)
Sala Conferenze A.O. S. MARIA – Via Tristano di Joannuccio, 1
S. BENEDETTO DEL T. (tutti i moduli)
HOTEL CALABRESI – Lungomare C. Colombo (Isola Pedonale Roto
LAZIO – UMBRIA
MARCHE – ABRUZZO – MOLISE
Modulo 4
IL CALENDARIO
5 Crediti ECM
La gestione delle emergenze ostetriche
e neonatali dal punto di vista
anestesiologico e rianimatorio
Giuseppe MARRARO
Silvia CODELEONCINI
Giannemilio FURICCHIA
Elena GALASSINI
Brunella PAGNONI
Enzo VALTANCOLI
Modulo 5
5 Crediti ECM
La gestione del paziente
gravemente intossicato
Roberto ZOPPELLARI
Guido BERNAREGGI
Raffaella BUTERA
Carlo LOCATELLI
Davide LONATI
Valeria Margherita PETROLINI
19 MARZO
11 GIUGNO
2 APRILE
BARI
modulo 1
BARI
modulo 4
ALESSANDRIA
modulo 1
FIRENZE
modulo 2
FIRENZE
modulo 5
BOLOGNA
modulo 2
MILANO
modulo 3
MILANO
modulo 6
LAMETIA TERME
modulo3
NAPOLI
modulo 4
NAPOLI
modulo 1
PALERMO
modulo4
ORISTANO
modulo 5
ORISTANO
modulo 2
ROMA
modulo5
PADOVA
modulo 6
PADOVA
modulo 3
S. BENEDETTO DEL T.
modulo6
16 APRILE
10 SETTEMBRE
30 APRILE
BARI
modulo 2
BARI
modulo 5
ALESSANDRIA
modulo 2
FIRENZE
modulo 3
FIRENZE
modulo 6
BOLOGNA
modulo 3
MILANO
modulo 4
MILANO
modulo 1
LAMETIA TERME
modulo 4
NAPOLI
modulo 5
NAPOLI
modulo 2
PALERMO
modulo 5
ORISTANO
modulo 6
ORISTANO
modulo 3
ROMA
modulo 6
PADOVA
modulo 1
PADOVA
modulo 4
S. BENEDETTO DEL T.
modulo 1
14 MAGGIO
22 OTTOBRE
28 MAGGIO
BARI
modulo 3
BARI
modulo 6
ALESSANDRIA
modulo 3
FIRENZE
modulo 4
FIRENZE
modulo 1
BOLOGNA
modulo 4
MILANO
modulo 5
MILANO
modulo 2
LAMETIA TERME
modulo 5
NAPOLI
modulo 6
NAPOLI
modulo 3
PALERMO
modulo 6
ORISTANO
modulo 1
ORISTANO
modulo 4
ROMA
modulo 1
PADOVA
modulo 2
PADOVA
modulo 5
S. BENEDETTO DEL T.
modulo 2
13
Modalità di rilascio dei certificati con i crediti ECM
In base alle direttive della Commissione Nazionale per la Formazione Continua del Ministero della Salute, i certificati con i
crediti ECM possono essere rilasciati solo a coloro che abbiano
dimostrato di avere partecipato con profitto agli Eventi ECM.
A questo scopo sono previste diverse modalità di verifica dell’apprendimento (questionario, prova orale, prova pratica,
prova scritta). In tutti i casi, i crediti possono essere assegnati solo dopo che si è conclusa la procedura di verifica
dell’apprendimento.
La verifica dell’apprendimento con questionari (schede test
pre e post) si può considerare conclusa solo dopo la correzione delle schede stesse.
Pertanto ciascun partecipante deve compilare sia la scheda
di verifica apprendimento (pre e post) sia la scheda di valutazione evento.
Non potranno essere rilasciati certificati ECM ai partecipanti
che non consegnino entrambe le schede. Sulle schede devono essere riportati chiaramente nome, cognome, numero della smart card e firma del partecipante.
Al termine della giornata, sarà consegnato un attestato di partecipazione firmato dal Presidente della Sezione Regionale
AAROI che ospita l’evento.
Il certificato con i Crediti ECM assegnati a ciascun modulo del
Corso Itinerante anno 2005 sarà rilasciato successivamente,
solo ai partecipanti che abbiano risposto in modo corretto almeno alla metà più una delle domande.
Scheda di iscrizione al Corso Itinerante ECM SIARED-AAROI anno 2005
La/Il sottoscritta/o
NOME
COGNOME
LUOGO E DATA DI NASCITA
CODICE FISCALE
INDIRIZZO
TELEFONO
FAX
E-MAIL
AZIENDA OSPEDALIERA/USL
OSPEDALE/ENTE
ISCRITTO AAROI: q iscrizione gratuita
NON ISCRITTO AAROI: q iscrizione € 50,00
Chiede l’iscrizione ai Moduli di seguito prescelti
BARI
Fax 080.5302224
q 19 marzo
q 16 aprile
q 14 maggio
q 11 giugno
q 10 settembre
q 22 ottobre
FIRENZE
Fax 055.39069595
q 19 marzo
q 16 aprile
q 14 maggio
q 11 giugno
q 10 settembre
q 22 ottobre
MILANO
Fax 02.7491855
q 19 marzo
q 16 aprile
q 14 maggio
q 11 giugno
q 10 settembre
q 22 ottobre
NAPOLI
Fax 081 7801501
q 19 marzo
q 16 aprile
q 14 maggio
q 11 giugno
q 10 settembre
q 22 ottobre
ORISTANO
Fax 070 42939
q 19 marzo
q 16 aprile
q 14 maggio
q 11 giugno
q 10 settembre
q 22 ottobre
PADOVA
Fax 049 8211119
q 19 marzo
q 16 aprile
q 14 maggio
q 11 giugno
q 10 settembre
q 22 ottobre
ALESSANDRIA
*Genova
Non richiede prenotazione
q 2 aprile
q 30 aprile
q 28 maggio
q 25 giugno*
q 24 settembre
q 5 novembre
BOLOGNA
Fax 0532 213560
q 2 aprile
q 30 aprile
q 28 maggio
q 25 giugno
q 24 settembre
q 5 novembre
LAMEZIA TERME
Fax 0982 977270
q 2 aprile
q 30 aprile
q 28 maggio
q 25 giugno
q 24 settembre
q 5 novembre
PALERMO
Fax 091 7033641
q 2 aprile
q 30 aprile
q 28 maggio
q 25 giugno
q 24 settembre
q 5 novembre
ROMA
*Terni
Fax 06 61007841
q 2 aprile
q 30 aprile
q 28 maggio
q 25 giugno*
q 24 settembre*
q 5 novembre*
S. BENEDETTO del T.
Fax 0735 793385
q 2 aprile
q 30 aprile
q 28 maggio
q 25 giugno
q 24 settembre
q 5 novembre
Modulo 1
Modulo 2
Modulo 3
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Modulo 3
Modulo 4
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Modulo 3
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Modulo 5
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Modulo 2
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Modulo 5
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Modulo 1
Modulo 2
Modulo 3
Modulo 4
Modulo 5
Modulo 6
Modulo 1
Modulo 2
Modulo 3
Modulo 5
Modulo 6
Modulo 1
Modulo 2
Modulo 3
Modulo 4
Modulo 5
Modulo 6
Modulo 1
Modulo 2
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Modulo 4
Modulo 6
Modulo 1
Modulo 2
Modulo 3
Modulo 4
Modulo 5
Modulo 6
Modulo 1
Modulo 2
Modulo 3
Modulo 4
Modulo 5
Compilare, ritagliare e inviare la presente scheda al numero di fax della città sede dei Corsi.
Per eventuali ulteriori chiarimenti contattare i Referenti regionali o la Segreteria AAROI di Roma, tel. 06.47825272.
Città
Data
Firma
14
Volvo V70 D5 automatica
La classe non è un optional
U
no dei punti di forza della Volvo V70
è rappresentato dalla continua evoluzione di un modello che è rimasto
al passo con i tempi sino dalla generazione precedente. Questo sia sotto il profilo
estetico sia, ancora a maggior ragione, sotto
quello meccanico. L’arrivo in tempi recenti del
turbodiesel di 2,4 litri aveva già ridato slancio alla station wagon svedese che ora è stata ulteriormente aggiornata secondo le specifiche del “model year” 2005. I cambiamenti riguardano la linea, ma anche parte degli interni.
È interessante notare, nello specifico, l’introduzione (seppure solo come optional, per 1.975
euro, insieme al controllo di stabilità) del sistema di controllo dinamico degli ammortizzatori
(inaugurato sulle versioni “R”). Quest’ultima è
una D5 con cambio automatico, dotata del più
ricco allestimento Summum. In listino a 43.025
euro, si propone come seria alternativa (magari
anche un po’ snob) alle più tradizionali station
wagon di produzione tedesca (Audi A6, BMW Serie 5 Touring e Mercedes Classe E SW).
TANTI RITOCCHI DENTRO E FUORI
Sono numerose, ma non sempre percepibili a
prima vista, le modifiche di carattere estetico. Il
frontale è più arrotondato e si notano finiture
cromate nella zona superiore dei paraurti sia anteriori sia posteriori. Sono diversi anche i fari,
ora con la superficie esterna in plastica e del tipo
bi-xeno di serie con l’equipaggiamento Summum. Leggere novità riguardano anche la zona
posteriore con un affinamento della linea dei
gruppi ottici e uno scarico cromato di diametro
più grande. Dietro si nota inoltre la protezione in
plastica della parte superiore del paraurti per
evitare graffi durante le operazioni di carico e
scarico degli oggetti dal bagagliaio. A bordo, la
vettura è stata aggiornata ridisegnando la consolle centrate e il tunnel tra i sedili anteriori. Quest’ultimo comprende due portalattine (con annesso posacenere estraibile) e un vano portaoggetti in cui, come optional, ci può essere la cornetta del telefono GSM. Forma e rivestimento dei
sedili sono nuovi, nel nostro caso una selleria in
pelle chiara molto accattivante. I sedili garantiscono un ottimo livello di comfort sia davanti sia
dietro, con una buona accessibilità alI’abitacolo
da tutte le porte. Tra gli Optional (a soli 50 euro)
ci sono le prese di corrente a 12 Volt, una davanti
ai passeggeri posteriori e l’altra sulla destra dell’ampio e pratico bagagliaio. Il piano di carico ha
una forma regolare e una notevole accessibiIità
dall’esterno. Come al solito, il volume del vano
può essere ampliato con l’abbattimento degli
schienali posteriori.
TENUTA DA APPLAUSI
Il motore turbodiesel di 2.401 cm3 rimane uno
degli assi nella manica della vettura. Seppure un
po’ ruvido come molti altri cinque cilindri, è bene
utilizzabile già sotto la linea dei 2000 giri e spinge
senza incertezze sino quasi al massimo regime
ammesso di 4500 giri. Le sue caratteristiche permettono di arrivare senza fatica ai 211 km/h di tachimetro, cui corrisponde la velocità massima effettiva di 203,5. Ottimi i riscontri in accelerazione,
che sono migliori del previsto. In fase di allungo,
si copre il chilometro con partenza da fermo in
31“18, un tempo perlomeno interessante nonostante il peso della vettura. Le doti di elasticità del
motore si ripercuotono favorevolmente sulle riprese, come testimoniano i 12”14 sufficienti per
passare da 80 a 140 km/h con il cambio automatico (che, come sempre, aiuta nell’operazione) in
“D”. Buono anche il tempo di 7”31 per rilanciarsi
da 40 a 100 km/h, sempre in “D”. Non del tutto
contenuti i consumi, come dimostrano anche gli
11km/litro scarsi nella marcia in autostrada. lI
cambio automatico a controllo elettronico Geartronic ha una gestione abbastanza soddisfacente.
Dispone anche di un comando manuale per l’inserimento sequenziale delle cinque marce. Se-
condo uno schema non ergonomico, si inseriscono le marce tirando la leva all’indietro e si scala
spingendo la stessa leva in avanti. Nella modalità
manuale il sistema non inserisce, giustamente, il
rapporto superiore nemmeno una volta raggiunto
il limite massimo dei giri. Sempre usando il cambio manualmente è invece impossibile far scendere il motore sotto un regime minimo di utilizzazione (circa 1500 giri) in virtù di un passaggio automatico al rapporto inferiore. Anche se non molto veloci, le cambiate sono comunque efficaci, soprattutto in scalata quando si tratta di aiutare l’impianto frenante.
Buone le doti di precisione dello sterzo, nel nostro caso dotato di servoassistenza variabile in
funzione della velocità. L’azione di quest’ultima
sembra costituire una specie di filtro, al quale bisogna fare un minimo di abitudine. Più difficile
la vita in fase di manovra, a causa di un raggio di
sterzata piuttosto ampio. Aiuta, in questi frangenti, il sensore di parcheggio, anch’esso però
tra gli optional (a 425 euro).
Soprattutto in funzione delle caratteristiche dell’auto, la tenuta di strada è davvero notevole. La situazione migliora ulteriormente con il sistema di
controllo dinamico degli ammortizzatori Four-C,
che ha una taratura sportiva e una confortevole e
che ottimizza le reazioni dell’auto in base alla
scelta effettuata. La vettura è bene appoggiata al
suolo nelle curve veloci, con un comportamento
affidabile anche nei tratti misti.
Il controllo di stabilità e trazione DSTC interviene
senza essere ossessivo quando è necessario. Una
volta disinserito il dispositivo, l’auto ha comunque reazioni prevedibili e ben controllabili. Il
passaggio dal sottosterzo all’eventuale sovrasterzo in fase di rilascio è progressivo e non troppo
impegnativo da gestire. Con la regolazione meno
rigida del Four-C, il già buon livello di comfort è
ancora più elevato. Ottima l’azione dei freni.
FUNZIONALITÀ SVEDESE
Una volta a bordo della vettura, ci si rende conto
di cosa significhi funzionalità scandinava. La
plancia è disegnata in maniera razionale, con
strumenti e comandi disposti in maniera corretta attorno al guidatore. Le regolazioni elettriche
del sedile sono ampie e, insieme a quelle del volante, permettono di trovare una posizione di
guida quasi ideale. Forse a causa della conformazione del sedile, il piano di seduta tende tuttavia a rimanere un po’ rialzato, soprattutto per i
guidatori di taglia superiore. La strumentazione,
con contagiri a destra e tachimetro a sinistra, è
molto chiara e leggibile grazie a una grafica ispirata a quella dei cronografi.
Un piccolo display sulla sinistra aggiunge ulteriori informazioni, fungendo da computer di bordo.
Il navigatore satellitare, disponibile come optional, sfrutta un monitor a scomparsa nella zona
superiore della plancia. La consolle ridisegnata
ingloba i comandi di impianto audio, climatizzatore ed eventuale telefono. Nella zona bassa possono essere inoltre presenti i pulsanti di comando dei sedili riscaldabili, del controllo di stabilità
e di taratura dell’assetto.
Ottima l’abitabilità per due persone, come ci si
può attendere anche dalle dimensioni esterne
del mezzo. I passeggeri posteriori, se sono due, si
siedono leggermente in alto e hanno spazio sufficiente per stare comodi su qualunque distanza.
Chi sta in mezzo ha invece un’abitabilità ridotta
anche dal tunnel centrale. Di ottimo livello le finiture, non solo per gli inserti in legno di noce
che si notano nella plancia e nelle porte.
15
L’olio extravergine
Il grande protagonista della cultura mediterranea
T
aggiasca, Coratina, Nocellara, Moraiolo ... sono solo alcune delle varietà
di olive che ogni anno, in questa stagione, originano quello che già Omero definiva “oro liquido”. L’olio d’oliva, infatti,
nasce sull’albero ed è dalla perfezione dei frutti,
colti al giusto grado di maturazione, che dipende
la sua qualità. Tutte le operazioni che seguono la
raccolta hanno il solo scopo di arrivare a estrarre, senza rovinarlo, ciò che la natura ha creato,
preservandone l’integrità ed esaltandone l’aroma. Senza dubbio, nella coltivazione dell’olivo e
nell’estrazione dell’olio, l’Italia occupa un posto
al vertice della qualità. Merito sicuramente dell’insieme favorevole di condizioni climatiche e
pedologiche che caratterizza molte nostre zone,
ma anche della passione e della competenza di
chi, con il proprio lavoro, mantiene viva e migliora una tradizione produttiva tra le più antiche.
È IL MOMENTO!
L’autunno è inoltrato, cambia il paesaggio e cambia anche il colore delle olive: da verdegiallognola
la superficie comincia a macchiarsi di chiazze
rossastre. È la fase dell’invaiatura, a cui corrispondono l’inizio della vera maturazione e la formazione dell’olio nella polpa. Bisogna staccare i
frutti (drupe) prima che inizino a cadere spontaneamente, ed ecco allora che, da novembre a gennaio, sino a marzo in alcune zone, gli oliveti si animano per la raccolta. La differenza nei tempi di
maturazione dipende da diversi fattori, come la
varietà delle olive, la latitudine delle coltivazioni, e
anche l’andamento delle piogge e delle temperature. Sta di fatto che, una volta staccate dal ramo,
le olive non possono aspettare. Sono delicate e delicato è l’olio che contengono: bisogna estrarlo rapidamente, per non rovinare la qualità di un prodotto che, come pochi altri, esprime l’essenza della nostra cultura del territorio.
UNA LUNGA STORIA
Quella dell’olivo, infatti, è una storia lunga, che ha
accompagnato lo sviluppo della civiltà mediterranea e in particolare del nostro Paese, riflettendone
singolarmente gli alti e i bassi. Se all’epoca romana si attribuiva grande importanza all’olivo, utilizzando l’olio anche come medicamento, i secoli
che seguirono, caratterizzati da guerre e invasioni,
rischiarono di decretare la scomparsa della preziosa pianta, considerata troppo impegnativa da
coltivare e poco redditizia.
Fu grazie ai monasteri e alle loro grandi proprietà
terriere che la coltura dell’olivo riuscì a sopravvivere, sino a prendere nuovo impulso nel Medioevo, anche a seguito di diverse forme di contratto e
di gestione del terreno, che restituirono entusiasmo ai contadini nei confronti di questa coltivazione. Da quel momento, l’olio d’oliva ha guadagnato sempre più spazio nelle abitudini di consumo ed è durante il ‘300 che iniziano a delinearsi, a
proposito di condimenti, due scuole di pensiero,
le cui tracce sono evidenti anche oggi: un Nord più
orientato al consumo dei grassi animali (ai tempi
soprattutto lardo e strutto, ma anche burro) e un
Sud, in particolare nei territori dell’attuale Puglia,
che si indirizza decisamente sull’olio d’oliva per
condire ogni tipo di preparazione.
La coltivazione dell’olivo si consolida e si sviluppa ulteriormente nei tempi successivi: nel ‘700,
Toscana e Liguria la ampliano al massimo, mentre nel secolo seguente si estende in modo
significativo anche all’Umbria.
Oggi, dopo un periodo di scarsa attenzione negli
anni del dopoguerra e del boom economico, l’olio d’oliva è al massimo del suo splendore: apprezzato dai buongustai di tutto il mondo, gode
anche del favore dei nutrizionisti, che, nel quadro della dieta mediterranea sottolineano le sue
doti di equilibrio e salubrità.
Purtroppo, soprattutto in campo alimentare, il
successo di un prodotto apre sempre le porte a
una serie di speculazioni commerciali, che molto spesso non è facile riconoscere e gestire. Nel
caso dell’olio d’oliva non si contano gli episodi di
contraffazione venuti alla luce negli anni, ma anche lo stesso impianto normativo che regola la
produzione e il commercio dell’olio presenta
non pochi elementi di ambiguità.
Il primo si riscontra già nelle diciture ufficiali di
base: com’è possibile che la definizione generica
di un prodotto, “olio di oliva”, corrisponda anche
alla denominazione di una sua tipologia specifica
(per legge, “olio d’oliva” è il prodotto che si ottiene
tagliando olio raffinato con olio vergine)?
E ancora: la suddivisione in tre tipologie fondamentali “olio extravergine di oliva”, “olio di oliva”,
“olio di sansa di oliva” (le tipologie previste dalla
normativa in realtà sarebbero nove, ma queste sono quelle che si trovano più facilmente in commercio al minuto) non aiuta certo a chiarire i contorni del mercato e, d’altra parte, risulta insufficiente a delineare la ricchezza di varietà che caratterizza la produzione italiana. Il mondo dell’extravergine, infatti, è decisamente più variegato di
quanto possa percepire il consumatore medio, il
quale, disorientato, finisce spesso per ricorrere a
semplificazioni eccessive, identificando soltanto
tre tipologie di riferimento: il ligure come olio delicato, il toscano medio, il pugliese forte.
UNA RICCHEZZA DA SCOPRIRE
In realtà per l’olio le scelte delle cultivar da impiantare dipende strettamente dalla composizione del terreno, dalla sua conformazione, dalle
condizioni bioclimatiche, ed è proprio grazie a
questa fortissima dipendenza che, con il passare
dei secoli, nelle diverse zone di ogni Regione, si è
attuata una selezione naturale che ha portato alcune cultivar ad assumere caratteristiche di tipicità, riconosciute con il marchio Dop. E proprio
le Dop possono essere un punto di riferimento
per chi voglia conoscere il panorama oleario italiano, pur con la consapevolezza che la Denominazione protetta garantisce il rispetto di vincoli
precisi in ordine alle varietà coltivate, alla zona di
produzione e alla tecnica di lavorazione, ma che
la miglior qualità dipende, poi, da altri fattori,
che solo la serietà, la competenza e l’impegno
del produttore possono garantire.
AL MOMENTO DELL’ACQUISTO
È forse superfluo ribadirlo, ma la prima cosa da
fare è scegliere un extravergine possibilmente in
bottiglia scura o avvolta in carta di alluminio. Poi
si tratta di capire se l’olio sia di buona qualità o
solo “corretto”, ai limiti dei parametri normativi.
Alcune indicazioni in etichetta possono aiutare:
oggi, grazie a un recentissimo provvedimento di
legge, per l’extravergine è obbligatoria l’indicazione della provenienza delle olive, informazione certamente utile e una garanzia per il consumatore. La dicitura “spremuto a freddo” indica
che durante tutte le fasi del processo produttivo
si è avuta cura di mantenere le temperature più
basse possibili, evitando l’aggiunta di acqua calda per l’estrazione. La scritta “di prima spremitura”, invece, non è particolarmente significativa
perché non è effettivo indice di qualità e perché,
nella maggior parte dei casi, oggi non si ricorre
più a spremiture successive per l’estrazione. Il
vero responso sulla qualità dell’olio viene dall’assaggio. Non sul pane, però. Per dare una valutazione corretta, bisogna versare un pochino di
olio in un bicchiere a forma di coppa, in modo
che la mano, avvolgendo il vetro mantenga la
giusta temperatura (circa 28º C).
All’osservazione, l’olio può apparire velato (se
non è filtrato) oppure limpido, mentre un aspetto torbido indica impurità o flocculazioni legate a
mancanza di cura nella lavorazione o a una conservazione sbagliata. Il colore può assumere un’infinita gamma di sfumature, dal dorato al verde brillante, mentre tonalità tendenti all’arancio
indicano ossidazione. Importante: un olio extravergine non può mai essere incolore.
All’esame olfattivo si apprezzano intensità, composizione e qualità dei profumi. Il “fruttato” è un
carattere da valutare con attenzione, come indicatore della cura nella lavorazione delle drupe e del
loro grado di maturazione Il fruttato verde di oliva
corrisponde all’odore del frutto sano, fresco, colto
al momento giusto, mentre il fruttato maturo risulta più attenuato e dolciastro. Queste sensazioni
possono esprimersi con note di mela, erbacee, di
fieno di frutta secca e altre ancora. L’insieme delle
sensazioni olfattive può risultare fine, fresco, elegante, mentre è da valutare negativamente se appare pungente, pesante, grossolano.
Trattenendo in bocca un cucchiaio di olio e aerandolo con una serie di inspirazioni (tre i denti) prima di espirare (dal naso), si apprezzano le sensazioni di dolce, amaro e piccante. A livello tattile, a
contatto con la lingua e palato l’olio può essere
scorrevole o untuoso, secondo la composizione in
acidi grassi, mentre il corpo, cioè la combinazione
dì tutte le sensazioni apprezzate in bocca, si può
rivelare pieno, piuttosto che esile, vuoto o scarno.
È importante valutare l’insieme, di tutte le stimolazioni, che si fondono tra loro in modo più o
meno armonico ed equilibrato. Un insieme che
dipende dalla categoria dell’olio esaminato(dolce, medio-fruttato, fruttato), dalla sua provenienza e dalla sua eventuale tipicità. È a questo
punto, quindi, che alla valutazione oggettiva si
accompagna il gusto soggettivo dell’assaggiatore:
un olio molto aromatico e dal sapore deciso non
è necessariamente migliore di uno delicato e
poco profumato; entrambi possono rispondere
bene ai requisiti di qualità richiesti.
PER GUSTARLO AL MEGLIO
Chi sa gustare l’olio non incentra la scelta su un’unica tipologia, ma la diversifica secondo l’uso gastronomico che ne vuol fare. Come il vino, anche
l’olio, incontrandosi con il cibo, ne esalta le qualità e cede, in cambio, valorizzate le proprie caratteristiche specifiche. E ancora, come per il vino, non esistono neppure per l’olio regole rigide
negli abbinamenti, anche se qualche criterio di
base si può individuare: spesso i piatti tipici di un
territorio si armonizzano bene con l’olio della
stessa zona; in linea di massima, poi, a pietanze
dal gusto delicato (per esempio un buon pesce
lessato o cotto a vapore) si accompagna un olio
affine per delicatezza, mentre piatti della struttura più forte, come una gustosa zuppa di legumi,
si possono ben abbinare a oli più corposi. Questo, naturalmente, non esclude che, altre volte,
lo sperimentare un abbinamento per contrasto
possa riservare piacevoli sorprese al palato.
Oltre che come condimento, l’olio d’oliva entra da
protagonista anche come ingrediente di molte
preparazioni di cucina. La sua capacità di estrarre
gli aromi ne fa un compagno prezioso di verdure
ed erbe aromatiche nella preparazione di molti
sughi tipici (si pensi soltanto al pesto genovese),
così come la caratteristica untuosità rende particolarmente gradevole al palato la consistenza di
intingoli e salse, tra le quali meritano una citazione particolare quelle “emulsionate”, maionese in
prima fila. Contrariamente a quanti molti pensano, l’olio d’oliva rivela anche una buona resistenza al calore e si presta egregiamente per la preparazione di fritti leggeri e delicati, anche se l’azione
del calore non migliora mai le caratteristiche del
grasso e il modo migliore per apprezzare la qualità dell’olio rimane quello di gustarlo a crudo.
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