CONSIGLIO COMUNALE DI MONTALE SEDUTA DEL 26 MAGGIO

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CONSIGLIO COMUNALE DI MONTALE SEDUTA DEL 26 MAGGIO
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CONSIGLIO COMUNALE DI MONTALE
SEDUTA DEL 26 MAGGIO 2011
PRESIDENTE: Alle ore 21,15 inizia il Consiglio comunale del 26 maggio. Prego, signor Segretario, per
l'appello.
Il Segretario Generale procede all'appello per la verifica del numero legale.
PRESIDENTE: È presente l'Assessore Avvanzo. Presenti 16. Il numero legale è raggiunto. Nomino scrutatori
i Consiglieri Pessuti, Meoni e Giandonati. Comunicazioni del Presidente; ci sono due cose che volevo portare
all'attenzione del Consiglio comunale. Come tutti sapete c'è stato il gruppo dei detenuti della casa
circondariale di Prato che ha lavorato alla sistemazione del parco di Fognano e dell'Aringhese; in quest'ultimo
i lavori non sono finiti e penso riprenderanno dopo le ferie. Onestamente è stata anche per me un'esperienza
umana importante. Sono stato a contatto alcune ore con queste persone ed è stato bello vedere mangiare allo
stesso tavolo detenuti, guardie carcerarie ed amministratori. Come Presidente del Consiglio comunale voglio
ringraziare il direttore della casa circondariale dottor Tedeschi, il comandante della Polizia penitenziaria
commissario Pilomeni, il direttore dell'area pedagogica dottor Scala, il magistrato di sorveglianza di Firenze
dottor Niro, tutti i detenuti e la Polizia penitenziaria, la Proloco di Fognano che ha cucinato i pasti ed il
supermercato di Votino che ha fornito gratuitamente i prodotti alimentari. Voglio soprattutto ringraziare il
Consigliere Pantaleo Salvatore che ha avuto l'idea 4 - 5 mesi fa per questa iniziativa e si è battuto per
realizzarla superando gli ostacoli burocratici riuscendo a coinvolgere tutto il gruppo e tutta la Giunta in questo
esperimento che reputo ben riuscito. Grazie, Pantaleo. Sono entrati i Consiglieri Logli e Cipriani; siamo 18
Consiglieri presenti. La mia seconda comunicazione riguarda la convocazione del Consiglio comunale per il
31 visto che ci sono state non dico contestazioni ma delle osservazioni fatte circa i tempi. Nell'ultima
conferenza Capigruppo avevo preannunciato che il Consiglio comunale con all'ordine del giorno la prima
revisione del regolamento urbanistico ci sarebbe stata o il 7 giugno o più probabilmente il 31 maggio e che in
questo caso, visti i tempi stretti, non ci sarebbe stata la conferenza dei Capigruppo anche perché andando
sull'ordine del giorno ci sarebbe stato solo questo argomento. Su richiesta ho detto che la Commissione
Quattro si sarebbe riunita il 25 maggio e che gli atti sarebbero stati a disposizione dei commissari il 21
maggio. Non ho ricevuto osservazioni da alcuno per cui ho ritenuto di convocare per il 31 per evitare che i
tempi per la presentazione delle osservazioni cadessero per un periodo lungo nel mese di agosto per rispetto di
tutti i cittadini montalesi in modo tale da dare dei tempi giusti nei mesi lavorativi e non nei mesi feriali.
Ricordo che la Legge 1/2005 che regola il piano territoriale per la Toscana all'articolo 17 comma 2, che
descrive l'iter di approvazione dei vari piani strutturali e dei regolamenti urbanistici, dice che il
provvedimento adottato è depositato presso l'Amministrazione competente per 45 giorni dalla data di
pubblicazione del relativo avviso nel bollettino ufficiale della Regione. Entro tale termine chiunque può
prendere visione presentando le osservazioni che ritenga opportuno. L'Amministrazione competente
all'approvazione in relazione - al comma 3 - alla complessità dei provvedimenti ha facoltà di raddoppiare i
termini di cui al termine 1 e 2 nel rispetto delle previsioni minime in esse contenute. Ho riflettuto molto su
questa data sia per il rispetto per i tempi necessari a studiare il problema, per prendere visione del CD e di
tutto il resto, sono andato a fare una ricerca sugli altri Comuni e ho visto che i tempi necessari dall'adozione
del provvedimento alla pubblicazione sul BURT, sul bollettino della Regione Toscana, mediamente è di 15-20
giorni. Perciò ho ritenuto che facendo il Consiglio il 31 maggio questo mediamente venisse pubblicato 15 - 20
giugno per chiudere i 45 giorni per la presentazione delle osservazioni a fine luglio - primissimi giorni di
agosto. Andando oltre si andava ad occupare sicuramente metà mese di agosto. Che la chiusura delle
osservazioni fosse ai primi giorni di agosto o il 15 non cambia niente nei termini dell'iter burocratico della
approvazione perché la discussione delle osservazioni sicuramente non comincerà il 13 o il 14 agosto ma a
fine agosto - primi di settembre. Questa mia scelta è stata dettata soltanto dalla volontà di non fare scadere i
termini della presentazione delle osservazioni verso metà agosto. È entrata la Consigliera Baldi; siamo 19
presenti. Ho concluso. Cinque minuti per gruppo sulle mie dichiarazioni. Capogruppo Valentina Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: Grazie, Presidente. Si tratta di due comunicazioni molto importanti per motivi
diversi sulle quali credo si debba necessariamente intervenire. La prima perché in qualche modo credo che
l'iniziativa portata avanti da questa Amministrazione e per le modalità e lo svolgimento stesso sia in qualche
modo da ritenere meritevole perché si riesce in tal modo a contemperare due contrapposte esigenze che
ritengo entrambe prioritarie e cioè attribuire fondamentalmente un servizio per l'intera comunità e poi di farlo
espletare da detenuti, in questo caso del vicino carcere di Prato, consentendo con il lavoro manuale anche una
rieducazione sociale degli stessi. Mi viene da pensare magari ci fossero interventi di questo genere perché
permetterebbero ovviamente di far sì che il sistema penitenziario funzionasse in un modo differente e
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soprattutto che quella finalità rieducativa della pena potesse veramente di avere un effetto. Per altro si
eviterebbe in parte quella difficoltà ben presente a tutti del fatto che in qualche modo le carceri italiane
continuano ad essere oberate anche nella loro consistenza e forse questa è una iniziativa sicuramente da
riprendere. L'altra comunicazione attiene invece più strettamente ai lavori del Consiglio comunale. Su questo
abbiamo avuto già modo di confrontarsi mediante uno scambio di e-mail perché è vero che, così come lei
diceva, Presidente, nella scorsa conferenza capigruppo ci venne preannunciata la presenza di qui a breve di un
Consiglio comunale su queste tematiche, sulla variazione al regolamento urbanistico e vennero indicate
presumibilmente due date. Francamente quello che ha stupito è essenzialmente, almeno a mio avviso, un
aspetto e cioè il fatto che ieri sera nella Commissione che abbiamo tenuto sia l'Assessore competente ma
anche gli altri membri espressamente interrogati su quando ci sarebbe stato il Consiglio comunale nessuno
aveva modo di dare delle indicazioni più dettagliate. Non so se è stata una modalità per eludere in qualche
modo il confronto e la discussione perché espressamente a fine serata abbiamo chiesto un termine più lungo
per poter visionare gli atti, per potersi anche riunire, per studiarli nel modo opportuno e per potere sfruttare
questo tempo per presentare delle osservazioni che potessero essere utili. È vero che l'iter gestionale ha
consentito anche una presa visione dei lavori soprattutto per chi ha partecipato alle Commissioni ma la mole è
molto consistente, si tratta di cospicue pagine. Tra l'altro ne è data la riproduzione attraverso un dischetto che
comporta la necessità anche di stampare il materiale e poi eventualmente confrontarsi e questo francamente
non è facile nemmeno nell'arco di una settimana o dieci giorni che può essere il tempo da sabato 21 al 31
maggio, data del Consiglio comunale. Francamente ho sollecitato nella e-mail un'attenzione sulla modalità di
effettuare e di dare attuazione alla partecipazione anche dei Consiglieri di Minoranza e non a caso perché si
tratta di due tematiche importanti, ho citato quella dello statuto e la prima variazione al regolamento
urbanistico, portate in tempi affrettati all'interno del Consiglio comunale senza una dovuta riflessione, a mio
avviso, senza permettere un'effettiva partecipazione ed anche una possibilità di inglobare questi concetti e di
elaborarli. È inutile fare i regolamenti del Consiglio comunale dando dieci minuti in più quando si deve
parlare e trattare di questi argomenti se poi non si dà la possibilità di poterli elaborare e studiare
adeguatamente a tutti nel modo giusto. Francamente l'ho sentita come una lesione del diritto alla
partecipazione ed avrei gradito una maggiore chiarezza ieri sera in Commissione e magari anche una chiamata
per sapere se anche noi eravamo d'accordo su questa data anche perché è vero quello che lei dice, i tempi
procedurali sono stretti, ma 7 giorni non cambiano granché perché comunque o che si termini il periodo delle
osservazioni il 5 agosto o il 15 credo cambi veramente poco per tutti.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo. Volevo rispondere su due cose. Capogruppo e Assessore eravamo
rimasti lunedì che probabilmente lo avrei fatto il 31 e mi riservavo di andare a vedere di fare una ricerca
proprio sui tempi necessari alla pubblicazione sul BURT per questo. È una cosa che ho fatto martedì mattina e
poi sono andato in Segretaria e ho detto "si fa il 31" perché ho visto c'erano queste oscillazioni addirittura di
12 giorni in un Comune e 25 - 26 in un altro, una media di 15 - 20 giorni sull'approvazione. Non ho capito una
cosa; dalla e-mail mi sembra comprendere che richiedeva il tempo per elaborare progetti e proposte ma in
questo caso non c'è da emettere progetti o proposte, la variazione del regolamento urbanistico viene adottata
così come è e non è possibile in tal fase fare delle variazioni al regolamento depositato. Non è che ci sia
questa necessità. Non lo dico io; questo è l'iter della cosa. Successivamente una volta adottato verranno fatte.
Grazie. Capogruppo Sandro Nincheri.
CONSIGLIERE NINCHERI: Anch'io due osservazioni alla comunicazione fatta. La prima: ci chiediamo
quale fine ha fatto la delibera che è stata approvata da questo Consiglio comunale in merito ai festeggiamenti
per il riconoscimento dei fratelli Masini altrimenti non capiamo che senso abbia discutere e votare, si
prendevano degli impegni precisi, sono passati dei mesi, impegni anche di incontri che non ci sono stati e
quindi vorremmo sapere a che punto è e se vorrà dare seguito a tal cosa. La seconda riguarda questa questione
del Consiglio comunale prossimo. Volevo puntualizzare anch'io alcune questioni visto che ho sollecitato la
questione sia ieri sera che stamattina. Il problema, è vero, non è nel merito delle osservazioni, non è questa la
fase delle osservazioni, ma nel merito del tempo per argomentare un documento che per sua natura è molto
tecnico, specifico ed anche molto corposo. È già stato fatto riferimento alla modulistica, io ho stampato tutto,
ho tutto a colori perché ovviamente si parla di campiture colorate, altrimenti è difficile capire di che si parla,
ci vuole quasi una risma e una cartuccia di colore ovviamente, la stampante quasi si fonde, c'è bisogno dopo
averli stampati di leggerli, studiarli e confrontarli anche con quanto è stato discusso, osservato e dibattuto nel
regolamento urbanistico votato due anni fa per capire anche come costruire un ragionamento. Altrimenti se si
tratta solo di venire ed alzare la mano, forse qualcuno interpreta così il ruolo del Consigliere, noi no, vogliamo
argomentare a torto o a ragione, verranno considerati e ci sarà un giudizio, questo è altro paio di maniche, ma
vogliamo arrivare a discutere quanto meno di questo argomento che giustamente, come diceva il capogruppo
Valentina Meoni, insieme al bilancio è fra i più importanti dell'Amministrazione. Per cui vogliamo arrivare ad
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argomentare questa variante conoscendola, più o meno nelle Commissioni i lavori sono stati fatti, l'ho detto
anche ieri sera quando sono state chieste delle domande e non c'erano, sono stato io l'unico a farne, ma non è
quello il problema. Il problema è cercare di relazionarsi sulle varianti in base anche a quello che era stato
detto, fatto e precedentemente discusso perché quello che l'Amministrazione vorrà fare è evidente e chiaro, lo
abbiamo già visto, c'è chi lo sa fare meglio e chi peggio, non è tanto quello, è cercare di argomentare. Non
pensiamo che si tratti di dire "sono d'accordo" o "non sono d'accordo" a prescindere, è una manovra, è
un'operazione sbagliata perché è fatta dalla Maggioranza o viceversa. Non lo abbiamo mai fatto, abbiamo
sempre cercato di scendere nel dettaglio sia quando si parla di bilancio che di altre cose. Abbiamo detto molte
volte che alcuni atti erano positivi della Maggioranza, li abbiamo sostenuti, non è questo; è proprio per
arrivare ad argomentare in maniera seria che ci vuole il suo tempo e secondo noi il tempo in questo caso non
c'è o quanto meno ci impegnerà a fare non voglio dire notte ma a perdere magari dal lavoro piuttosto che da
altre cose, o il sabato e la domenica. Lo faremo, non è un problema. Chiudo, signor Presidente, dicendo che
proprio nella e-mail credevo di essere stato chiaro ed anche per telefono quando ci siamo sentiti, sono
convinto che lo ha fatto in buona fede, ci mancherebbe altro. Lo ha detto lei, l'altra alternativa era il 7 e se non
era il 7 poteva essere il 4 che è venerdì, 4 o 7 giorni in più non credo vogliano significare chissà quali
problemi. Se le osservazioni si chiudono invece che il primo luglio il 7 luglio non è un grosso problema per
come la penso io anche perché chi è interessato a farle credo che in maniera diretta o indiretta tramite i propri
tecnici potrà occuparsene anche fino il 7 agosto e non credo sia un grosso problema. In questa ottica le
chiedevo, io almeno le chiedevo, di rivedere la sua indicazione anche perché non c'è stata una preconsiliare. È
vero che lo aveva accennato ma era stato un discorso. Altrimenti faremo diversamente ma mi premeva dirlo
ufficialmente, non lo avevo mai fatto, per e-mail e stasera a verbale. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri. Capogruppo Marinaccio.
CONSIGLIERE MARINACCIO: Buonasera a tutti. Innanzitutto un ringraziamento al Consigliere di
Maggioranza Salvatore Pantaleo per l'idea che ha avuto di utilizzare dei detenuti in modo da ridare in parte
dignità a queste persone e collegandomi un po’ al discorso fatto dal capogruppo Valentina Meoni ed
ovviamente l'Amministrazione che l'ha seguita. Anch'io volevo sottolineare l'aspetto emerso dagli altri due
gruppi di Minoranza. Sicuramente non ho esperienza quanto loro in quanto ho meno permanenza in questo
Consiglio comunale, non ho sicuramente competenza tecnica in materia ma anch'io necessito di tempi più
lunghi per elaborare un mio discorso. Non sempre avrò portato domande all'interno della Commissione anche
proprio per questo motivo, perché mi servono dei tempi più lunghi e non per questo la materia non mi
interessa. Pertanto ribadisco che c'è stato un inizio di discussione come emerso prima fra i Capigruppo che
presumibile a fine del mese ma era rimasto un punto interrogativo. Sta di fatto che oggi ci siamo visti
recapitare questa convocazione. Anch'io, ripeto, ritengo come altri che una settimana in più non comporti uno
sforzo così grave per il seguito dell'iter di questa variante ma darà in questo caso maggior tempo e porterà una
maggiore informazione da parte dei Consiglieri di Minoranza che dovranno in questo caso, parlo per me
stesso e per il mio gruppo, snocciolare quella documentazione perché giustamente, veniva sottolineato, è tanta
e andrà raffrontata con quella preesistente prima ed ognuno trarrà le proprie considerazioni. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Marinaccio. L'unico motivo per la scelta del 31 maggio era limitare i
giorni delle osservazioni nel mese di agosto perché se si fa il 7 si rischia di andare verso il 12 o il 13 di agosto.
Quindici o venti giorni dopo se lo pubblicano il 22 o il 27 e ad aggiungerci 45 giorni si andrà verso il 10
agosto. La mia preoccupazione era questa. Ai fini dell'approvazione dell'iter del provvedimento non cambia
niente perché tanto le osservazioni verranno esaminate ad iniziare da fine agosto. Vediamoci domani sera, se
siete d'accordo, verso le 7 e se ne parla approfonditamente. Prego, capogruppo Meoni.
CONSIGLIERE MEONI F.: Due paroline riguardo alle comunicazioni del Presidente. Innanzitutto volevo
anch'io associarmi alla prima comunicazione che riguarda l'utilizzo dei carcerati per la pulizia dei parchi.
Quando tutti insieme ne abbiamo parlato a livello di Maggioranza sono stato non favorevole ma contentissimo
perché penso che questo tipo di iniziative abbiano più che altro un valore sociale più che in sé stesso di
utilizzo del personale, che siano un modo per reinserire queste persone nel mondo sociale. Per quanto riguarda
il discorso della variante prima di tutto non è una variante totale del regolamento urbanistico ma è solo in
alcune parti e quando alla riunione dei capigruppo Alberto ventilò queste due date, come ho detto ieri sera, mi
ricordavo un 31 ed un 6 ma avevo dato disponibilità per entrambe le date e non avevo nessun tipo di
problematica anche parlando con gli altri membri e quindi non vedevo niente di strano a farlo il 31 o a farlo il
6 essendo una variante al regolamento urbanistico quindi non un totale regolamento ma una variante, e nella
relazione tecnica già le parti salienti, ho avuto modo facendo parte della Commissione di poterle leggere,
molte di quelle che sono le parti sostanziali sono riportate. Va approfondito, è una cosa corposa che mi ha
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impegnato da sabato mattina al momento che mi hanno dato i documenti, ho cercato di leggerla ed
approfondirla al massimo. Mi sono reso conto che leggendo la relazione tecnica vi si trova il sunto di tutto.
Nelle tre Commissioni che abbiamo fatto hanno avuto modo i tecnici di spiegarci tantissimo e nella relazione
si può riagganciarci tranquillamente a ciò che ci hanno spiegato, quindi la fase dell'adozione e poi dopo quelli
che saranno i 45 giorni avremo modo tutti di portare il nostro contributo a quelle che saranno le variazioni.
Quando ho visto la data del Consiglio il 31 oggi non mi sono neanche preoccupato di tutto questo. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Meoni. Su questo punto eventualmente ci si riaggiorna domattina via email o via telefono. Passiamo al primo punto dell'ordine del giorno "approvazione verbali delle sedute del 20
aprile e del 27 aprile". Si fanno due votazioni distinte essendoci stati degli assenti. Per il verbale del 20 aprile
ci sono correzioni da fare? Nessuna. Si mette in votazione il verbale del 20 aprile 2011. Chi è a favore? 18
favorevoli. Un astenuto, Gianna Risaliti, perché era assente. Si mette in votazione il verbale della seduta del
27 aprile 2011. Ci sono eccezioni da fare? Chi è favorevole? Chi è contrario? Nessuno. Astenuti? Cipriani
Andrea, Martina Bruni, Marinaccio Luca e Valentina Meoni. 15 favorevoli e 4 astenuti. Si passa al secondo
punto dell'ordine del giorno "interpellanza presentata dal gruppo consiliare centro sinistra per Montale ad
oggetto obiettivi, modalità e tempi di attivazione del servizio di raccolta differenziata". Presenta
l'interpellanza il capogruppo Valentina Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: Evito di leggere l'interpellanza salvo nella parte finale che attiene alle richieste.
Questa è un'interpellanza che, così come quella che segue, sia pur dettata da delle prese di posizione diverse
anche dagli atti amministrativi diversi, nasce essenzialmente da un'esigenza che credo sia impellente per noi
Consiglieri ed anche per i cittadini montalesi e cioè che si chiarisca una volta per tutte che cosa questa
Amministrazione vuole fare in materia di politiche ambientali ed in particolare riguardo ad una delle
tematiche che più interessa questo territorio e cioè quella dello smaltimento dei rifiuti e del sistema che è
connesso allo smaltimento stesso e quindi alla raccolta differenziata. Questa interpellanza nasce
essenzialmente dal fatto che a differenza di ciò che gli scorsi anni è sempre capitato questo anno non è stato
presentato in Consiglio comunale il piano finanziario del CIS e la motivazione che ci è stata data è stata
essenzialmente quella che comunque questo piano non comportava delle innovazioni rispetto al passato per
cui si riteneva di dover superare l'aspetto di doverlo presentare in Consiglio comunale. Posto che comunque
eliminare questa fase a nostro avviso e a mio avviso significa comunque non consentire una partecipazione ed
una possibilità di espletare qualche valutazione in merito a questo argomento da parte di tutti i Consiglieri e
nello stesso tempo di esercitare quella funzione di controllo e di stimolo anche rispetto ad una società di cui il
Comune fa parte insieme ai Comuni di Agliana e di Quarrata, l'interpellanza nasce dai contenuti di questo
piano interprovinciale dove Montale fa una scelta, francamente molto discutibile, che lo porta in una
posizione estremamente diversa rispetto al Comune di Agliana e di Quarrata, cioè quella di lasciare inalterato
il sistema di raccolta differenziata quanto meno per l'anno corrente, lasciandolo quindi limitato alla sola carta,
e non iniziando il sistema di raccolta di multi materiale. Tutto questo differenziandosi enormemente sia dal
Comune di Agliana dove il sistema di raccolta differenziato è partito in modo "spinto" ed in qualche modo
anche dal Comune di Quarrata dove la raccolta differenziata parte sia pure con una modulazione diversa
rispetto al Comune di Agliana. Posto che questo, a mio avviso, avrà anche delle ripercussioni in termini
gestionali rispetto alle modalità di erogazione del servizio stesso e quindi in considerazione del fatto che per
la prima volta i tre Comuni compiono delle scelte diverse e distinte in un settore come quello della raccolta
differenziata quello che preme sapere è perché questa Amministrazione dopo essersi presentata in campagna
elettorale proponendo la raccolta differenziata come alternativa al termovalorizzatore e considerandola come
necessaria per attivare tutte quelle forme di raccolta differenziata spinta quando gli viene data l'opportunità
non cavalca questa onda. Francamente ci è sembrato estremamente limitativo perché non lo si può giustificare
in termini di costi perché qualora così fosse a nostro avviso questa valutazione sarebbe da censurare del tutto
errata perché ovviamente se si investe in un servizio come quello della raccolta differenziata non si deve avere
paura ma mostrare invece ai cittadini il coraggio di scelte come questa che ovviamente comportano il mettere
la propria faccia in prima linea in un sistema in cui si crede e poi perché non si capisce come mai questo salto
che si fa, per esempio, in materia di tariffe con l'incremento avuto in materia di servizi non si riesce a fare
nella raccolta differenziata che, a nostro avviso, avrebbe comportato un salto di qualità per il nostro comune.
L'ultima domanda che rivolgiamo all'Assessore competente attiene allo spiegarci come mai ora si ritiene che
attivare il sistema di raccolta differenziata sia un costo mentre quando si versava nelle file dell'Opposizione
più volte si diceva che la raccolta differenziata, anche se spinta nella fase iniziale, sarebbe avvenuta o a costo
zero o quanto meno con costi molto limitati e francamente molto probabilmente con quella scelta si convalida
forse qualcosa che dicevamo già all'epoca. Chiedo all'Assessore di volere rispondere in modo dettagliato agli
interrogativi posti all'interno dell'interpellanza offrendoci anche una sua visione personale, degli obiettivi e di
come intende raggiungere l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata al 2012 e quindi fra 6 mesi che la
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Regione Toscana impone e che anche il documento preliminare al piano interprovinciale dei rifiuti mi sembra
convalidi.
PRESIDENTE: Grazie. Rispettare i tempi, per cortesia. Assessore Lisa Taiti.
ASSESSORE TAITI: Buonasera a tutti. Prima di tutto do un quadro. Gli obiettivi di raccolta differenziata
sono stati introdotti nel '99 col decreto Ronchi, si andava a scalare il 15% nel '99, il 25% nel 2001 ed il 35%
nel 2003, sono stati rivisti nel 2006 con il Testo Unico sull'ambiente, 35 2006, 45 2008, 65 2012 e non sono
quindi un traguardo nuovo ma sono un traguardo che tutte le Amministrazioni conoscono molto bene. Quanto
a quello che nelle passate Amministrazioni forse veramente avevate il dubbio, non ci avete creduto, questa
scelta non è mai stata fatta, del resto si voleva tendere ad una sempre maggiore raccolta differenziata e non a
caso l'Amministrazione comunale nel 2006 raggiungeva il traguardo del 32% che era ancora sotto quello del
2003. La scelta che abbiamo fatto questo anno è quella prima di tutto di confrontarci con l'azienda, questo lo
abbiamo fatto anche lo scorso anno, abbiamo introdotto in campo finanziario il porta a porta della carta,
quello che ci era stato proposto con un iniziale aumento superiore a quello che poi si è verificato. Questo anno
abbiamo valutato le proposte, per altro c'è stato anche lo stop dovuto all'insediamento del neo consiglio di
Amministrazione, abbiamo fatto delle considerazioni anche sulla gestione dell'azienda e dei costi del servizio
in generale ed abbiamo chiesto una rivalutazione del tutto con una richiesta precisa fatta al consiglio di
amministrazione ormai 8 mesi fa per quanto riguarda la razionalizzazione dei costi del servizio e dei vari
servizi e le varie voci che ci sono nell'attività del CIS ed abbiamo deciso con questo di chiedere il maggiore
contenimento possibile cominciando il servizio al massimo entro il 2011 e quindi al massimo ritardando di 5
mesi perché ricordo che la raccolta porta a porta ad Agliana e a Quarrata non è ancora iniziata ma inizia,
penso, nel secondo semestre e cioè da luglio in poi. Per quanto riguarda le ragioni della mancata
presentazione e discussione ci siamo confrontati anche in tal caso con il Segretario e la motivazione è tecnica,
cioè il piano finanziario è un atto di Giunta. In questo caso non c'era una variazione particolare se non quella
vista e quindi il piano allo stato è lo stesso dello scorso anno finché non avremo un progetto per quanto
riguarda il porta a porta più preciso. Questo è. Del resto la scelta che vogliamo fare è quella di vagliare bene
ed analizzare bene e chiedere all'azienda uno sforzo particolare anche nella situazione in cui si trova debitoria
e mi sembra strano che mi venga chiesto "ma perché Montale non fa la raccolta porta a porta quando gliene
viene data l'opportunità". È proprio indice di un modo di pensare perché noi la chiediamo già dal nostro
insediamento la raccolta porta a porta e per motivi finanziari e per motivi diversi di vario tipo non è stata
attuata principalmente perché non tutti e tre i Comuni se la sentivano di partire. In questo caso abbiamo voluto
e la vogliamo tuttora con maggiore convinzione confortati anche dal fatto che i dati sulla raccolta porta a porta
in diversi Comuni hanno dato notevoli benefici anche in breve termine e quindi confidiamo anche nel fatto
che un breve riferimento o un'attenzione particolare nei confronti della tariffa non sia così negativo. Per
quanto riguarda i tempi di attivazione sono al massimo 5 mesi, quindi non si tratta di un anno ed anche qui mi
preme far presente che negli anni passati gli obiettivi di Legge c'erano ma urgenze non se ne sono sentite.
Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, Assessore. Capogruppo Valentina Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: Ringrazio l'Assessore per questa risposta che francamente mi lascia un po’ in
difficoltà perché è una risposta di fatto contraddittoria. Sappiamo bene che gli obiettivi della raccolta
differenziata non nascono da ora, c'è una legislazione che parte dall'Unione EUropea che grazie al
recepimento delle direttive comunitarie è arrivata in Italia. Credo il CIS non sia stato nei tempi ma
sicuramente uno sforzo in questo senso lo ha fatto. Mi chiedo: voi questa azienda la gestite, la gestite voi da
due anni a questa parte, lo scorso anno il piano finanziario del CIS è stato presentato da questa Giunta e
approvato da voi, questo anno lo avete riapprovato e non dipende da noi certamente il fatto che non si voglia
dare un'accelerazione nel senso della discussione del sistema di raccolta differenziata perché questa è una
responsabilità e scelta che vi dovete assumere. Per altro credo che la questione di non dover presentare il
piano finanziario all'interno del Consiglio comunale sia oltre modo, come dicevo, da contestare perché pur
essendo un atto di Giunta l'attenzione di questo Comune è rivolta, basta leggere il giornale, a questo settore e
quindi forse sarebbe stato opportuno che nei tempi seri fossero adite e soprattutto che si fosse iniziato un
confronto anche di questo tipo. Mi sembra che si vogliano unire due aspetti che in qualche modo non sono
facilmente condivisibili e cioè si dice "non si attiva la raccolta differenziata spinta perché l'azienda ha
problemi gestionali e finanziari" e non si permette di farlo. Francamente mi sembra che se questa è la
motivazione forse questi problemi finanziari e gestionali non hanno permesso in passato di attivarla in modo
maggiore. Questo anno forse per i Comuni c'era davvero la possibilità, altrimenti Agliana mi spiegate perché
ha fatto una scelta diversa? Quarrata perché ha fatto una scelta diversa? I medesimi problemi finanziari e
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gestionali li hanno anche gli altri Comuni. La verità, a mio avviso, è che si è voluto attendere che altri
facessero questa scelta, che altri si facessero portavoce in qualche modo anche delle conseguenze che questa
scelta avrebbe avuto e molto probabilmente avrà di incidenza sulla popolazione in una situazione in cui
francamente, lo si vede tutti i giorni, sia l'azienda che l'impianto ha dato delle difficoltà. Questa è, a mio
avviso, la risposta a questa mancata scelta anche perché non si comprende perché fra 6 mesi una scelta del
genere si potrà fare e sostenere anche in termini economici.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Meoni. Si passa al punto 3) dell'ordine del giorno "interpellanza
presentata dal gruppo consiliare centro sinistra per Montale in merito alla costituzione di un centro
smaltimento per la raccolta differenziata". Capogruppo Valentina Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: Leggerò questa interpellanza perché nasce da una presa di posizione del Sindaco
Davide Scatragli sul quotidiano "La Nazione" proprio in quel giorno in cui ho scritto l'interpellanza e nasce
dalla stessa esigenza di chiarire che cosa si voglia fare in tema di politiche dei rifiuti. Chiedo questo al
Sindaco: viste le recenti prese di posizione del Sindaco Davide Scatragli sul quotidiano "La Nazione" rispetto
alla costruzione sul nostro territorio di un centro di smaltimento per la raccolta differenziata, visto che un
centro di tale natura e caratteristiche non vi è allo stato alcuna indicazione né nel documento preliminare al
piano interprovinciale dei rifiuti, né nei documenti licenziati da questa Amministrazione di osservazione al
piano stesse né negli strumenti urbanistici e di governo del territorio. Considerato che per la prima volta in
modo del tutto inedito il Sindaco ha annunciato sulla stampa la prossima realizzazione sul nostro territorio di
un centro smistamento di raccolta differenziata, ritenendo che allo stato non sussistono le condizioni per la
costituzione di un centro di riciclo sul modello Vedelago e visto che tale affermazione contrasta di per sé con
il programma elettorale con cui il Sindaco e la Giunta si sono presentati ai cittadini e con tutti gli atti strategici
quali, per esempio, le osservazioni presentate al piano interprovinciale dei rifiuti ma anche gli atti di indirizzo
che il Sindaco e la Giunta hanno presentato. Considerato che tale centro di smistamento dei rifiuti viene posto
da parte dell'Amministrazione in correlazione con la realizzazione assieme ad ENEA di un impianto solare
termodinamico e che nessun sistema di potenziamento della raccolta differenziata è stato previsto nel nostro
Comune, ritenuto che l'atteggiamento del Sindaco e della Giunta e le continue diverse quasi giornaliere prese
di posizione dell'Amministrazione in materia di gestione dei rifiuti e più in generale in materia ambientale
siano tali da creare di per sé un clima di incertezza e di titubanza proprio in un settore dove è necessario dare
risposte chiare e trasparenti, tanto premesso ed esposto chiediamo al Sindaco di illustrare in qualche modo
con quali strategie e mezzi intende realizzare sul nostro territorio un centro smistamento per la raccolta
differenziata sopra al punto indicato e se tale centro si pone come alternativa al centro di riciclo sul modello
Vedelago considerato e decantato finora come alternativa all'impianto di termovalorizzazione e poi se tale
centro possa ritenersi sostitutivo all'impianto di termovalorizzazione e poi soprattutto di chiarire quali
condizioni siano mutate rispetto al passato perché si ritenga ad oggi impossibile realizzare sul nostro territorio
il centro di riciclo presente invece nel programma elettorale di questa Amministrazione e poi di chiarire come
tale centro si ponga in correlazione con l'impianto termodinamico che l'Amministrazione intende realizzare
insieme a ENEA. In sostanza l'interpellanza nasce da una considerazione. La Giunta nel suo programma
elettorale e poi anche in tutti gli atti successivi, in particolare nelle osservazioni al documento preliminare al
piano interprovinciale dei rifiuti, ha sempre parlato di un centro riciclo su un modello Vedelago come
alternativa alla chiusura del termovalorizzaztore. Si dice che questo centro non è più possibile realizzarlo, che
attualmente non ci sono le condizioni e si propugna un centro di smistamento della raccolta differenziata di
cui sarebbe bene ed interessante capire anche le caratteristiche e lo si propugna senza averlo inserito nelle
osservazioni al documento preliminare al piano interprovinciale, senza che ci sia neanche una previsione
urbanistica adeguata e ponendolo in correlazione con un altro intervento di carattere ambientale che si ritiene
intendere realizzare a breve sul nostro territorio e cioè questo impianto solare termodinamico che
l'Amministrazione intende realizzare insieme ad ENEA. Si chiede di capire perché non ci sono più le
condizioni per la creazione del centro di riciclo, che cosa e con quali mezzi si vuole creare il centro di
smistamento della raccolta differenziata e qual è la correlazione con ENEA e soprattutto se questo centro si
ponga come alternativa sia al centro di riciclo che al termovalorizzatore. Se ce lo spiegate... perché non si è
capito.
PRESIDENTE: Assessore Taiti.
ASSESSORE TAITI: Cerco di essere abbastanza chiara perché l'argomento è tecnico ed evidentemente non
mi è facile rendere le cose omnicomprensive. Mi stupisce la domanda fatta da chi è al governo da 60 anni
perché almeno il ciclo dei rifiuti locale lo dovrebbe conoscere. Un impianto di selezione e recupero della
materia prima seconda, prima anche della lavorazione e poi del rifiuto stesso, normalmente parte da una base
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che è una piattaforma. La normativa che si è aggiornata negli ultimi due anni del Testo Unico dell'ambiente ed
anche le delibere della Giunta regionale toscana impongono la separazione a monte del vetro dalla plastica e
quindi la scomparsa del multimateriale. La lavorazione e la selezione del multimateriale è un modello da cui
parte in effetti il tutto in generale e quindi c'è da rimodulare il progetto soprattutto in relazione ai flussi e ai
quantitativi di plastica da imballaggio e lo scarto secco prodotto a livello locale che poi è quanto adottato per
quanto riguarda lo scarto secco insieme all'organico che va a finire nel tal quale che va a finire
nell'inceneritore ed è li che bisogna lavorare. Stiamo cercando di costruire un piano industriale che
corrisponda a questi requisiti e sia il più possibile una soluzione economicamente sostenibile perché il fatto
che si selezioni vetro e plastica ed invece si parta dalla divisione comporta altre conseguenze come il
trasporto, quindi maggiori quantitativi. C'è da costruire un piano industriale che sia compatibile
economicamente ed anche soprattutto a livello ambientale e quindi partendo non più dal multimateriale come
Vedelago. Per quanto riguarda le premesse che mi sono state fatte voglio fare solo alcune osservazioni. Non
capisco bene le considerazioni giornaliere sul giornale del Sindaco perché ne ho vista una sola; casomai molto
spesso ultimamente il PD aglianese si è pronunciato su quelle che sono le soluzioni possibili e noi abbiamo
disposto, anzi abbiamo detto "benvenuta" alla ricerca perché non è semplice un adattamento anche perché il
modello Vedelago nasce a Treviso con altra raccolta differenziata in un altro contesto e quindi c'è da adattare
comunque un progetto. Per quanto riguarda il discorso ENEA come si inserisce? Prima di tutto è una delle
ipotesi attualmente allo studio dell'ENEA. C'è la possibilità di lavorare, siccome è un impianto modulare
ibrido e quindi c'è la possibilità dell'affiancamento di un digestore, al compostaggio. Non è un caso che
abbiamo accolto con entusiasmo la, secondo noi giustissima, iniziativa provinciale della costituzione del
distretto forestale pistoiese il cui protocollo d'intesa, fra l'altro, dovrà essere firmato a breve. Non crediamo di
fare confusione; anzi, crediamo che questa sia per noi la trasparenza, cioè non avere paura anche di ammettere
che c'è un cambio in corso, che i progetti non sono facili da realizzare o che ci sono delle modifiche da fare,
dire come stanno le cose senza avere problemi è quello che intendiamo fare senza nascondere nulla. Per
quanto riguarda la coerenza o trasparenza in Toscana ce ne è sempre stata abbastanza poca; leggevo che
comunque anche chiarezza con la raccolta dei rifiuti, parlo del 2008, c'era Martini che diceva che la raccolta
differenziata porta a porta era una cosa buona, Roggiolani gli dava ragione ma il CISPEL non era tanto
d'accordo sui costi. C'è sempre stato abbastanza fermento su questa tipologia di discussioni, quindi noi ci
stiamo battendo su problemi concreti e non certo su teorie ed analisi che ci siamo inventati. Volevo far notare
che, secondo me, questo è l'atteggiamento giusto, dire semplicemente con una dichiarazione come stanno le
cose. Il fatto anche che, per esempio, mi si chieda la previsione urbanistica adeguata probabilmente non si sa
quello che è un centro di riciclo di selezione che non richiede particolari interventi, come avevo già detto,
urbanistici o particolari permessi. Con questo chiudo dicendo che diciamo ciò che facciamo. Qui in passato
abbiamo visto proclamare interventi sperimentali sulla raccolta differenziata che non si sa che fine abbiano
fatto, proclamare certificazioni ambientali il cui inizio di procedura abbiamo deliberato noi invece che cinque
anni fa un mese fa. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, Assessore Taiti. Capogruppo Meoni Valentina.
CONSIGLIERE MEONI V.: Noto con piacere che l'Assessore è stata trasparente, quanto meno in una
considerazione, cioè quando ha detto che di fatto c'è stato un cambio di rotta e che quindi siamo partiti
dall'inceneritore a poi propugnare un centro di riciclo su modello Vedelago ed ora un centro di smaltimento
della raccolta differenziata che sostituirà anche la prima ed infatti non sono proprio la stessa cosa... Fra
chiudere l'inceneritore, fare un centro di riciclo e poi un centro di smaltimento c'è un po’ di differenza e forse
è questa difficoltà che genera confusione sia in noi che anche in altri. Di fatto non so se si voglia o meno
notare questa discrepanza o questa incongruità. Credo che chi apre il giornale tutti i giorni vede esternata una
diversa concezione delle politiche dei rifiuti e delle modalità di attuazione. Certo, il campo e nuovo, è
necessario anche sperimentare, di questo siamo tutti consapevoli, ma è anche vero che non possiamo partire
da una premessa quale quella di chiudere l'inceneritore e arrivare ad una conseguenza qual è quella che viene
detta stasera, la creazione di un centro di smaltimento di raccolta differenziata per poi dire "non è necessario
adeguare gli strumenti urbanistici e forse non è neanche necessario inserire queste considerazione nelle
osservazioni al documento preliminare al piano interprovinciale dei rifiuti". Mi chiedo se dal momento che
questa Amministrazione si è fatta portavoce, ritenendo addirittura che non aver presentato alcuni documenti
fosse una omissione grave da parte dei Consiglieri di Minoranza, abbia ancora un valore dal momento che
questa possibilità non mi sembra inserita almeno in quelle osservazioni. Dopodiché mi chiedo, è vero, ci sarà
sicuramente una differenza, molto probabilmente si tratta di due tipologie di intervento completamente
diverse, la creazione di un centro di riciclo e la realizzazione di un centro di smistamento di raccolta
differenziata. Forse si è visto che in un breve periodo non si riusciva a fare semplicemente, si può dire anche
questo; il cambio di rotta consiste in questa presa di consapevolezza ed il fatto che in cinque anni non si
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realizza questo centro. Dopodiché per quanto riguarda la questione del collegamento con ENEA non ho capito
molto bene quale sia la correlazione tra l'una e l'altra tipologia di intervento. Non mi esprimo sulla variazione
di questo impianto e mi preme soltanto sottolineare un aspetto. Qui si parla di ipotesi e queste ipotesi sono
utilizzate nell'apertura di un bando. Anche in questo chiederei chiarezza perché un'ipotesi non è aprire un
bando, è considerare se c'è la disponibilità perché ci vogliono degli atti amministrativi per farlo, il che credo
sia chiaro. Se si parla di trasparenza vorrei chiedere a questa Amministrazione se si va per tentoni per cui un
giorno si sperimenta una cosa e quando non va bene se ne sperimenta un'altra oppure se c'è un'idea chiara di
cosa si voglia fare e di come attuarla e in che tempi, con quali soldi. Perché francamente altrimenti si fa una
serie di dichiarazioni che vogliono anche far vedere un'Amministrazione in qualche modo attenta a queste
problematiche ma che poi di fatto non porta a casa nessun tipo di risultato.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Valentina Meoni. Passiamo al quarto punto dell'ordine del giorno
"Commissione di indagine in merito alla vicenda emersa dalla mozione del gruppo consiliare Montale
progetto comune relativamente all'applicazione della tariffa di igiene ambientale, presa d'atto di dimissioni
componente e sua sostituzione e modifica del termine". Introduco brevemente il fatto anche perché è cosa già
dibattuta ampiamente in questo Consiglio perché nella prima seduta della Commissione sono stati fatti notare
dei possibili conflitti di interesse o impedimenti del commissario Gianna Risaliti in quanto Assessore al
bilancio. Per trasparenza l'Assessore ha preferito dimettersi. Il suo gruppo consiliare ha indicato il sostituto
nel Consigliere Mazzoni. Si può passare alla discussione ma penso non ci sia tanta discussione. La modifica
del termine è stata spostata al 30 di luglio e prima di votare leggerò la delibera. Capogruppo Sandro Nincheri.
CONSIGLIERE NINCHERI: Dicevo molto velocemente perché non c'è da fare una discussione ulteriore
rispetto a questo punto già dibattuto, eccetera, ma solo per, al di là delle parole del Presidente, manifestare
apprezzamento per anche le valutazioni conseguenti fatte dall'Assessore Risaliti in merito a delle valutazioni
che in principal modo nella discussione erano state sollevate in merito non tanto ad un conflitto di interessi,
paventato o meno, ma più che altro rispetto alla carica che riveste e quindi alla possibilità che ci potesse
essere una situazione di test rispetto alla Commissione ed anche commissario, quindi una doppia funzione che
ritenevo, poi abbiamo ritenuto tutti dalla discussione, che in qualche modo potesse creare degli impedimenti.
Si poteva creare l'imbarazzo che il commissario si dovesse poi alzare ed andare, tra virgolette, a testimoniare.
Uso le virgolette ma d'altra parte i compiti di questa Commissione sono anche questi, quindi sotto verbale
diciamo ed era un po’ imbarazzante o comunque con una certa diffidenza ed anche rispetto al ruolo di
Assessore alle finanze e ai tributi per le attività che andremo a verificare ed indagare svolta dall'ufficio tributi
e quindi anche in questo caso ci potevano essere delle complicazioni. Detto questo chiudo brevemente per
manifestare la soddisfazione per la valutazione che in maniera autonoma il vice Sindaco ha assunto proprio
per escludere qualsiasi tipo di dubbio o di alone e quindi dare la possibilità a questa Commissione di poter
lavorare liberamente. Volevo ringraziare per questo. Il nostro voto sarà conseguente.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri. Ci sono altri interventi? Capogruppo Valentina Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: Il nostro voto è favorevole a questa modifica. Volevo ricalcare l'atteggiamento
trasparente che c'è stato all'interno della Commissione perché prima ancora della sua istituzione, resosi conto
di questa possibilità di un contributo diverso che l'Assessore avrebbe potuto portare ai lavori della
Commissione, anche nell'ottica di dare valore a questa Commissione d'indagine e all'espletamento dei lavori
che potranno essere svolti nel suo seno non rendendola e non limitandola ad una mera lettura degli atti ha
fatto piacere la piena consapevolezza da parte dell'Assessore stesso di questa possibilità e la sua disponibilità
a rinunciare ad essere membro della Commissione. Credo sia stato fatto bene a sollevare tale questione ed
anche averla affrontata in termini di totale pacatezza.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Valentina Meoni. Ci sono altri interventi? Capogruppo Federico Meoni.
CONSIGLIERE MEONI F.: Come avuto modo di dire anche in Commissione la nomina che avevo fatto
dell'Assessore Risaliti da parte mia era stata una nomina vista prevalentemente per quello che era il suo ruolo
non di Assessore ma di commercialista cercando di mettere all'interno più figure che potevano ricoprire tutto
quello di cui si doveva discutere. Non vedevo questo conflitto ma al momento che è stato sollevato ed anche
analizzato da parte dell'Assessore, ritenuto anche opportuno non avere quella doppia veste, da parte mia c'è
stato il pieno appoggio a questo tipo di sostituzione. Presidente, avevo già comunicato il nome che sarà
Stefano Mazzoni che ricoprirà il ruolo e chiaramente nella sua istituzione non era stata messa la possibilità di
surrogare una possibile uscita di uno dei membri e quindi siamo dovuti per forza tornare in Consiglio
comunale. Il nostro voto è favorevole.
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PRESIDENTE: Grazie, capogruppo. Ci sono altri interventi? Assessore Risaliti.
ASSESSORE RISALITI: In merito a questo solo per precisare quello che già i capigruppo, che quindi
ringrazio, hanno precisato. Le mie dimissioni nascono dopo il problema sollevato dai capogruppo Nincheri e
Meoni in merito a quelle che potevano essere potenziali conflittualità nel dato di specie proprio per il ruolo di
Assessore alle finanze e al bilancio e come membro della stessa Commissione. Ho ritenuto di accogliere
quelle che potevano essere le eccezioni sollevate e di rendere le dimissioni ancor prima che la Commissione
avesse iniziato i propri lavori. Questo proprio per conferire, se mai ve ne fosse stato bisogno, di ulteriore
ratifica di validità di trasparenza ai lavori della Commissione stessa. Auguro alla Commissione così formata
di svolgere nel miglior modo possibile i propri lavori e chiaramente mi rimetto a disposizione della
Commissione stessa per tutto quanto sarà a me richiesto. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, vice Sindaco Risaliti. Ci sono altri interventi o dichiarazione di voto? Nessuno. Leggo
la delibera. "Il Consiglio comunale di Montale delibera di prendere atto delle dimissioni dell'Assessore
Gianna Risaliti da componente della Commissione speciale d'indagine su attività di un Assessore e del
Sindaco in merito ai ricorsi presentati da un'azienda montalese avverso il pagamento di cartelle TIA, di
nominare in sostituzione dell'Assessore Gianna Risaliti il Consigliere Stefano Mazzoni quale componente
della suddetta Commissione d'indagine, di dare atto pertanto che la Commissione di cui trattasi viene ad
essere così composta: Valentina Meoni, Luca Marinaccio, Sandro Nincheri, Federico Meoni, Stefano
Mazzoni, Pantaleo Salvatore, Martina Bruni, di stabilire che il termine entro il quale la Commissione dovrà
riferire al Consiglio viene prorogato al 30 luglio 2011, di confermare per quanto non specificatamente
modificato con il presente atto le modalità per il funzionamento della predetta Commissione già stabilite con
propria deliberazione numero 37 del 20 aprile 2011". Chi è favorevole? Unanimità, 19 voti. Si vota per
rendere immediatamente eseguibile; unanimità. Si passa al punto 5) dell'ordine del giorno "costituzione di un
comitato di controllo sull'impianto di incenerimento di Montale con funzioni consultive di proposta verso
l'Amministrazione e di informazione verso i cittadini, approvazione regolamento e convenzione". Assessore
Taiti.
ASSESSORE TAITI: Si approva il regolamento ed anche il tempo della convenzione per la costituzione di un
comitato di controllo sull'impianto di termovalorizzazione di Montale. L'impianto è stato oggetto di dubbi, di
paure e lo è tutt'oggi. Abbiamo sempre ritenuto fosse importante instaurare un rapporto diretto con le persone
perché queste persone potessero in un certo qual modo, i cittadini, potere avere un accesso libero lì dentro di
modo anche da rendersi conto di tante cose, di poter domandare, di poter chiedere informazioni, di poter
rapportarsi anche con l'azienda che comunque è un'azienda che lavora e funziona in qualche modo, la cui
funzione ed il cui funzionamento i cittadini possono venire in contatto. Quindi riteniamo che questa sia
un'operazione importante di trasparenza nella gestione dell'impianto. Passo rapidamente a presentarVi come
sarà composto questo comitato. Sarà composto di nove membri, uno eletto in Consiglio comunale, uno come
tecnico che venga dall'ufficio ambiente, comunque che ci sia il rapporto di collaborazione se c'è possibilmente
ancora più specializzazione con il Comune, tre cittadini provenienti dalla frazione di Stazione, due provenienti
dalla frazione di Montale capoluogo e due provenienti da Fognano. La modalità di elezione si farà su
assemblea pubblica e quindi verranno presentate le candidature, dopodiché verrà organizzata una due giorni di
elezioni, un sabato ed una domenica, in cui si potranno venire ad eleggere dei rappresentanti che possono
sedere all'interno del comitato. Il comitato ha delle prerogative che abbiamo voluto molto semplici perché
avrà la possibilità di riunirsi, di decidere quello che intende esaminare e vedere e quindi potrà anche chiedere
la partecipazione alle riunioni con tutti gli amministratori e dirigenti, ovviamente per spiegazioni, di chiedere
delle specifiche informazioni su gestione e funzionamento dell'impianto, prendere visione di documenti, piani
consiliari, finanziari ed anche di altri, chiedere informazioni, chiedere la presenza di esperti e comunque
anche farsi promotori di determinate iniziative che abbiano a che fare non solo con la gestione dell'impianto
ma anche della raccolta, formulare quindi proposte e quesiti anche riguardanti la raccolta dei rifiuti ed anche
momenti di riflessione pubblici, anche dare un proprio contributo. Perché la cittadinanza spesso dà contributi
attivi importanti in termini di informazioni su quelli che possono essere momenti di riflessione, convegni e
tutto quanto riguardo l'attività della società CIS. Quindi ci sarà una cadenza di cui abbiamo già parlato,
sottoposto questo regolamento a CIS e dovremo regolamentare ovviamente per consentire all'azienda di
mettersi d'accordo anche con i componenti, pare una convenzione verrà approvata entro 20 giorni
dall'approvazione del presente regolamento e poi si darà il via nel giro mi sembra del termine di 60 giorni
all'elezione dei cittadini. Dopodiché i cittadini eletti, che hanno un ruolo fondamentale, potranno mettersi in
contatto con il CIS ed organizzare le riunioni e le sedute, quindi prendere visione ed analizzare quello che
crederanno opportuno domandare. È un'iniziativa a cui teniamo, è un'operazione di trasparenza a cui teniamo,
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per un qualsiasi cittadino ma io stessa che sono Consigliera il CIS è sempre stato una sorta di macchina
misteriosa, cioè non è mai stato semplice e non lo è capire i problemi che può avere, capire la complessità
delle situazioni che si possono creare all'interno sotto ogni punto di vista, gestionale e tecnico di ogni tipo.
Quindi è importante che una parte della cittadinanza abbia questa opportunità di rapportarsi, è importante che
si cominci un momento di collaborazione attiva tra la cittadinanza e l'azienda. Speriamo che questa iniziativa
abbia successo e che porti un arricchimento anche dal punto di vista delle iniziative che si potranno prendere
in materia. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, Assessore Taiti. Ci sono interventi? Capogruppo Luca Marinaccio.
CONSIGLIERE MARINACCIO: Questo atto è già passato più volte in Consiglio comunale e ha subito nuove
modifiche sia dal punto di vista più formale che altro. Ci siamo già espressi in maniera non positiva sulla
realizzazione di questa Commissione proprio in quanto, a nostro avviso, chiamandolo proprio "comitato di
controllo" non controlla assolutamente niente nel senso che la parola non rende giustizia a quello che
dovrebbe effettuare. Lo ha detto prima l'Assessore spiegando quali sono i propri compiti, non vorrei
aggiungere altro visto che ha specificato lei che non sarà di controllo perché la materia è talmente complicata
e necessitano di competenze e pertanto più che un comitato di controllo, come avevamo già riferito in una
precedente Commissione, preferivamo che questa Amministrazione lo avesse chiamato, se questo era
l'intento, "di partecipazione" che avrebbe avuto più senso per quello che andrà ad effettuare. Vediamo sul
funzionamento i compiti e le prerogative, come diceva poc'anzi l'Assessore, la partecipazione alle riunioni,
l’esibizione dei bilanci, quello che può fare qualsiasi Consigliere, e mi auguro questo sia accessibile da
qualsiasi cittadino e quello che ci auguriamo è che questi documenti possano anche essere inseriti all'interno
del sito web del CIS perché tutti i cittadini proprietari, come più volte i Sindaci ci hanno detto, di
quell'impianto come tale, perché è giusto che sia, sappiano effettivamente a che punto siano i conti. Non
pretendiamo venga messo il bilancio nella sua interezza ma uno sintetico per dare un'idea di come stanno
effettivamente le questioni. Vediamo anche le richieste specifiche di informazione sulla gestione e sul
funzionamento dell'impianto; anche qui, se non ricordo male, sia il Sindaco, che mi spiace non sia qui
presente, sono frasi spese che rimangono a verbale, e lo stesso Assessore molto spesso fanno fatica loro a
rapportarsi con il CIS e mi chiedo come questi cittadini possano avanzare richieste specifiche quando le
istituzioni non riescano in questo. Un altro aspetto che ritengo debba essere portato avanti
dall'Amministrazione per far capire come funziona realmente l'impianto è promuovere momenti informativi
con la popolazione e non lasciare a un comitato di controllo, come ho detto poc'anzi non controlla, di
promuovere non so che cosa di informativo. Formulare proposte e quesiti sulla gestione della raccolta rifiuti e
circa le sue modalità; anche qui sarebbe opportuno che sempre l'azienda CIS si dotasse di un sistema a
faccette, credo questo vada riconosciuto a qualche ministro, sulla qualità del servizio in modo che uno
accedendo sul sito internet possa mettere la faccina con il sorriso o con la faccina triste per potere determinare
qual è la sensazione del servizio che viene reso al cittadino. Cosa aggiungere altro? Ripeto, non so cosa uscirà
da questo ma se l'intento è e sarà quello che stasera verrà approvato, ripeto, quello che è sbagliato alla base è
proprio il nome. Questo si doveva chiamare "comitato di partecipazione" e non certamente "comitato di
controllo". Per comitato di controllo si intende un organo che ha poteri ispettivi ed anche sanzionatori. Questo
non ha competenze tecniche e non è neanche normato per potere adempiere a queste funzioni. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Marinaccio. Ci sono altri interventi? Capogruppo Sandro Nincheri.
CONSIGLIERE NINCHERI: Brevemente perché effettivamente come diceva il capogruppo Marinaccio su
questo argomento abbiamo già discusso altre volte anche nelle Commissioni specifiche preparatorie e le
posizioni dei vari gruppi sono già venute fuori. Quindi non ci sono molte novità o forse ci potrebbero essere
ma per quanto ci riguarda no. Rimaniamo come gruppo contrario con valutazione negativa. Se ricordate
proponemmo all'epoca, quando fu portata nel giugno 2010, un comitato che chiamammo "etico". Al di là delle
parole, anche se le parole hanno un senso se si usano e quindi in qualche modo, come diceva Marinaccio
precedentemente la parola controllo ha un valore e la parola etico ne ha un altro, quello che non ci convinceva
era proprio la costruzione di questo comitato. Dal punto di vista nostro, purtroppo, voglio anche fare sforzo di
comprensione, nel senso che sono sicuro della volontà della Maggioranza della buona fede di procedere verso
un percorso che li soddisfa pienamente. Infatti non è che critico questo che sicuramente dal loro punto di vista
è una ricerca, ho sentito parole sulle quali contano e spendono molto, questo penso sia comprensibile. Rimane
il fatto di una visione diversa ed anche questo credo sia abbastanza comprensibile. Dal nostro punto di vista
anche se ci fosse stata la necessità di un comitato di controllo non lo si realizza in tal modo. Ritenevamo che
fosse più pertinente un comitato etico, un comitato al cui interno potessero essere valorizzate professionalità,
competenze, culture e visioni differenti sulle tematiche ambientali, un comitato che potesse avere veramente
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un livello intermedio perché già gli organismi competenti ci sono ed esistono. C'è il Sindaco, la Giunta, il
Consiglio comunale ed il consiglio di amministrazione del CIS, c'è la Provincia, la ASL e quanto altro, quindi
esistono enti, autorità ed istituzioni demandate dalla Legge a compiere certi atti tra cui anche quello del
controllo. Secondo noi mancava un livello intermedio sulla falsa riga di quello che fu costituito a livello
provinciale sul tavolo provinciale dopo i famosi episodi dello sforamento della diossina. Personalmente
all'epoca ero presente con altri in questo Consiglio comunale e se vi ricordate fu già all'epoca presentata una
mozione, che fu approvata a maggioranza, un punto che richiamava tra i vari, si erano chieste le dimissioni
come poi avvenne del consiglio di amministrazione, la costituzione di questo comitato che purtroppo è
rimasta sulla carta. Poi fu costituito a livello provinciale, eccetera. Secondo noi la costituzione di un simil
comitato adeguandolo e comunque riportandolo più vicino al nostro territorio con la possibilità di una
presenza diretta doveva e poteva essere una soluzione accettabile, un comitato che si riferiva con
l'Amministrazione, quindi con il Consiglio comunale, col Sindaco, ecc., ecc., per eventualmente dare
indicazioni di proposte, di sollecitazioni, di critiche e quant'altro, oppure si rapportava col consiglio di
amministrazione del CIS per chiedere, prendere visione e tra virgolette controllare nel senso di essere più
vicino e comunque più al di dentro del palazzo da una parte e dell'impianto dall'altra. Questo non vorrei dire
che è fumo negli occhi ma secondo il nostro giudizio ci si avvicina molto anche se sicuramente è un'altra
cosa. Ci si avvicina molto perché intanto la parola "controllo" se si va a vedere non viene declinata, già lo
diceva Marinaccio, nelle competenze da nessuna parte, cioè non c'è nessun tipo di possibilità di controllo
vero, cioè il controllo, tra le possibili attività e compiti di questa Commissione. Sono tutti compiti, o quasi
tutti, già oggi possibili addirittura da qualsiasi cittadino liberamente perché esiste una Legge per la trasparenza
che dà la possibilità di accedere agli atti addirittura di qualsiasi tipo. La questione della composizione di
questo comitato; avevamo proposto, secondo noi è più corretto, un comitato che fosse libero dalla presenza di
politici ma non politici tout court. Politica, non voglio fare un discorso filosofico, è qualunque cosa
soprattutto anche l'impegno ambientale, ma amministratori. Secondo noi non ha molto senso inserire in un
comitato che nell'ipotesi dell'Amministrazione dovrebbe essere quello che va a vedere, controllare e
"spulciare" inserirci un amministratore, Maggioranza o Minoranza, non è questa la questione, perché
riteniamo che in questo livello in qualche modo l'amministratore può condizionare l'attività di questo comitato
o non renderlo libero di potersi muovere in maniera più autonoma. Altro aspetto che ci risulta abbastanza
poco chiaro, o che comunque secondo noi depotenzia questo strumento, è il metodo dell'elezione delle
candidature. Anche qui si rischia sostanzialmente, anche se sono migliorate perché nella prima bozza il
modello delle elezioni addirittura era veramente un "gioco dell'oca", ci voleva una competenza per sapere
dove, come, quando e perché, che rimane un meccanismo che alla fine può, anche se non è detto,
condizionare l'elezione stessa perché ci sono solo 9 componenti divisi su tutto il territorio divisi tra le frazioni,
auto candidature e candidature e c'è un meccanismo per cui alla fine il rischio è vedere in qualche modo non
solo più candidati che votanti ma un rischio di condizionamento delle elezioni sostanzialmente. Ultima
questione è quella che, tra virgolette, ha costretto l'Amministrazione a rimandare rispetto alla presentazione
ufficiale dell'atto, la costituzione era già stata prevista nel precedente Consiglio comunale, era stata rimandata
per intervenute modifiche richieste dall'ufficio. Al di là del fatto del metodo di lavoro, perché si poteva avere
coinvolto l'ufficio prima per sapere come la pensava su queste cose o era stato coinvolto l'ufficio ma
sicuramente non c'è stato un coordinamento molto preciso, al di là di questo, non è tanto questo il problema
che secondo noi è che anche queste modifiche che l'ufficio ha proposto evidenziano una valutazione di
sottopeso rispetto invece all'intenzione che l'Amministrazione e l'Assessore in prima persona vuole dare a
questo comitato. Perché? Perché se nella prima versione era presente il componente dell'ufficio ambiente
sostanzialmente del Comune ora si prevede che possa anche essere una figura in rapporto di collaborazione,
come infatti l'Amministrazione ha in carico, e probabilmente sarà quello. Quindi lascio supporre che forse
l'ufficio ambiente non ha questa grande intenzione. Altra questione che ci rimane perplessa è anche
sull'attività di questo comitato perché? Perché l'ufficio propone che le riunioni di questa Commissione si
svolgano sempre in orario di ufficio e cioè praticamente la mattina. Non so chi parteciperà a questo comitato
ma si rischia che non si riuniscano; non so, o sono tutti liberi professionisti con personale ed uffici che
possono andare avanti per conto proprio o pensionati o studenti ma se c'è un dipendente probabilmente non
potrà mai partecipare. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri. Ci sono altri interventi? Capogruppo Valentina Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: Alcune considerazioni rispetto al regolamento che ci viene presentato questa
sera relativo all'istituzione del comitato di controllo. Poche considerazioni perché in realtà la discussione
relativamente all'istituzione di tale comitato era già stata a suo tempo affrontata e questo è solo, come posso
dire, un lavoro consequenziale ad una presa di posizione del Consiglio comunale del giugno dello scorso anno
che, tra l'altro, il nostro gruppo consiliare con un'interpellanza presentata all'Assessore nel settembre 2010
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sollecitava di chiudere e questo in considerazione del fatto che all'epoca, se ricordo bene, si era preso
l'impegno tassativo di giungere in pochi mesi alla costituzione di questo comitato e poi questi pochi mesi si
sono tradotti in circa un anno. Al di là di questo aspetto di tempistica all'epoca il mio gruppo fece notare
essenzialmente due aspetti. Se non mi sbaglio l'istituzione del comitato di controllo perveniva da questa
Amministrazione come risposta ad un ordine del giorno presentato da "Montale progetto comune" in cui si
proponeva la costituzione del comitato etico e subito rilevammo le difficoltà nell'aderire ad una tesi come
quella della costituzione del comitato di controllo per due aspetti, uno per le funzioni che esso avrebbe avuto e
non per rinnegare la trasparenza o la volontà di partecipazione e favorire forme di incontro e dialogo con i
cittadini, ma perché quando si attribuisce una funzione di controllo si deve dotare anche un organo dei poteri
che gli permettono di controllare e quindi di effettuare un'attività di ispezione e di vigilanza. Altrimenti si fa,
così come hanno detto anche gli altri capigruppo, un comitato di partecipazione dove si esternano gli atti
compiuti dal CIS, quelle che sono le informazioni che provengono da altri rispetto alla situazione
dell'impianto e rispetto ai controlli in esso effettuati ed eventualmente si attribuisce a questo organo una
funzione di carattere propositivo. Ritenevamo allora e riteniamo oggi che queste funzioni sono già delineate
da altri organismi e portate avanti forse anche con più competenza e più cognizione di causa. Vi è stata
l'istituzione a seguito dello sforamento delle diossine di un comitato di carattere provinciale dove sono riuniti
tutti gli organismi, tutti gli enti che hanno un qualche interesse, nonché la ASL, la ARPAT, la Provincia, i
Comuni, le rappresentanze dei comitati contro l'inceneritore che dovrebbe avere una funzione di controllo, di
valutazione, di comparazione dei dati, di proposta. Il Sindaco ed i Consiglieri comunali hanno una funzione
che è quella di controllare la veridicità delle informazioni che ci vengono proposte ed anche di indirizzare
l'azione politica sulla base di questi dati, i cittadini hanno la funzione di monitorare i risultati di queste attività
ed anche di partecipare attivamente e quindi ci si chiede questa forma intermedia, questo ibrido, che tipo di
funzione svolga e che tipo di obiettivi e di poteri gli si dà per svolgere tale funzione. Per altro è da notare un
aspetto. Noi ci riservammo all'epoca di effettuare una valutazione rispetto alla composizione di tale comitato
vedendo di rimandare in qualche modo, di essere contrari all'istituzione del comitato stesso anche perché
veniva presentato senza uno specifico regolamento. Questo regolamento ora vi è stato e francamente non è
che chiarisca molto meglio quelle che saranno le prerogative o le funzioni del comitato o gli obiettivi che esso
si va a porre. Vi è un ibrido dove in parte si ricalcano i poteri dei singoli Consiglieri, un potere di controllo e
verifica e di acquisizione di informazioni e nello stesso tempo si allarga per quanto mi riguarda, per come l'ho
letto io, questa funzione anche ai singoli cittadini e mi chiedo inseriti all'interno di un comitato di tal tipo con
la necessità di comprendere, acquisire informazioni ed elaborarle, quanto e come potranno incidere sulla
gestione dell'impianto stesso e sulle scelte consequenziali che potranno essere effettuate non solo in termini di
gestione ma anche di tipologia, di impatto e di consequenziali scelte politiche. È curioso per altro come da una
parte si propugni la necessità di istituire per ragioni di trasparenza ed anche perché, come dice l'Assessore, il
CIS è un'azienda pubblica che funziona in qualche modo e di conseguenza è bene che i cittadini vi entrino
dentro, siano in grado di acquisirne i bilanci, di comprender meglio come l'azienda funziona e le strategie
aziendali anche quelle politiche. Questo è quello che viene detto. Pochi minuti fa, forse nemmeno un'ora fa,
ho presentato un'interpellanza in cui chiedevo all'Assessore le motivazioni del perché il piano finanziario del
CIS non sia portato all'attenzione dei Consiglieri comunali. Francamente mi sembra un grosso diniego di
partecipazione e non si può certamente arrivare a pararsi sotto l’egida del fatto che sia un atto di Giunta che
non è necessario riportare in Consiglio perché la partecipazione o si fa sempre o mai e soprattutto o si è in
grado di farla con gli strumenti che abbiamo e qualora non lo siamo nemmeno con quelli mi chiedo come si
possa fare con l'istituzione di un comitato nuovo che in qualche modo dovrebbe avere questa funzione. Ho
sempre creduto che al di là della necessaria attivazione di tutti quegli organismi che possono andare incontro
alle esigenze dei cittadini, a favorire la partecipazione ed il controllo, in questo caso è indispensabile la
trasparenza e soprattutto si deve iniziare dal far funzionare quegli strumenti anche di carattere istituzionale di
cui un'Amministrazione è dotata ed in primo luogo il Consiglio comunale. Di conseguenza il nostro voto non
può che essere contrario all'istituzione di questo comitato che, come ho già detto, vanifica le due funzioni per
le quali era stato istituito, cioè quelle di favorire un controllo perché ovviamente si parla di controllo senza
adottare i poteri ed anche l'altra, quella della partecipazione, perché parte da un concetto di partecipazione che
a nostro avviso può essere superato qualora si attivino in modo corretto gli strumenti che questa
Amministrazione già ha a disposizione e poi perché forse le modalità ed i sistemi di elezione anche dei
membri che dovrebbero fare parte del Comitato stesso sicuramente non ricalcano quegli aspetti di democrazia
che già le rappresentanze popolari qui presenti nei singoli Consiglieri comunali cercano di garantire. Ripeto, a
mio avviso bene si farebbe invece forse a sollecitare una partecipazione diversa e poi forse ad avere
l'accortezza di istituire nuovi organismi altrimenti si cade nel paravento di istituire qualcosa di nuovo senza
che si dia a questi organismi una sostanza che invece dovrebbero avere. In definitiva il nostro voto è contrario
non tanto nel tentativo e nell'intento quanto nella modalità di realizzazione e di attuazione. Grazie.
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PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Valentina Meoni. Ci sono altri interventi? Capogruppo Federico Meoni.
CONSIGLIERE MEONI F.: Sinceramente credo che ogni forma di partecipazione debba essere sempre bene
accetta. Parto da questo presupposto perché penso che la partecipazione della cittadinanza, dei cittadini di
Montale, a tutta quella che è la vita dovrebbe essere la cosa principale, uno tra gli obiettivi da perseguire. La
partecipazione è ampia, chiaramente spazia in tutto, sia nella politica, nella gestione di una società, nella
gestione dei rifiuti e fare entrare i cittadini all'interno del CIS con una forma di elezione di auto candidatura la
trovo una forma interessante, perlomeno valutabile perché penso che ogni cosa proposta debba essere sempre
e comunque valutata da chiunque la proponga, giusta o sbagliata che sia. Non parto da preconcetti, non sono
mai partito da preconcetti e neanche dalla valutazione di una parola. Il gruppo di cittadini che con propria auto
candidatura andrà all'interno di questo comitato di controllo potrà entrare dentro, proporre, valutare,
rapportarsi. È vero che ogni cittadino lo può fare, la Legge glielo ha sempre permesso, non è un qualcosa che
gli è stato impedito fino oggi che all'improvviso gli è calato addosso, ha sempre avuto questa opportunità che
non ha mai sfruttato perché? Perché non informato, forse perché disinteressato, forse perché non coinvolto. È
un metodo per coinvolgere le persone. Coinvolgere la cittadinanza alla valutazione, ed è qui dove secondo me
è importante, quale miglior controllo del cittadino? Il cittadino esprime una sua valutazione e la sua
valutazione è già una forma di controllo. Ci sono gli organi preposti che devono fare analisi e controlli che a
loro volta hanno la possibilità di bloccare, sanzionare, valutare quello che stanno facendo all'interno di quella
società. I cittadini non devono avere tutto questo, i cittadini nella propria espressione hanno già una
valutazione ed un controllo in quello, hanno l'opportunità di potere entrare dentro, rapportarsi, analizzare,
valutare ed esprimere la propria opinione, rapportarsi con gli stessi membri del Consiglio comunale che è
nelle loro piene facoltà perché noi siamo eletti dal popolo e nell'elezione dal popolo ci si deve rapportare con
quei cittadini. Tanto più che all'interno di questo organo c'è un Consigliere comunale con cui possono
interagire direttamente, con cui si possono rapportare direttamente, portare le loro idee ed istanze che
arriveranno dirette al Consiglio comunale, al Sindaco e all'intero Consiglio comunale che potrà valutare se e
come agire. Un organo intermedio che abbia la possibilità di entrare dentro; già si diceva che è difficile
rapportarsi con una società, con tutte le società. Le società hanno un loro sistema e delle loro regole a cui
chiedi informazioni e ti vengono date come vengono date ad ogni Consigliere comunale se richieste nella
maniera giusta chiaramente. Il CIS è una società in cui siamo rappresentati in cui le nostre istanze come
Consiglieri, come rappresentanti, portiamo all'interno tramite il Consiglio comunale tramite il Sindaco che ci
rappresenta. In questo modo saranno rappresentati ulteriormente dei cittadini che probabilmente a noi non
arrivano perché molti cittadini non fanno riferimento direttamente a noi come Consiglieri comunali, è una
nostra lacuna probabilmente, non riusciamo a raggiungere tutti ma in questo modo ci sarà qualcun altro con
cui possono andare a rapportarsi e che potrà andare a fare quelle domande, qualcun altro che potrà chiedere
quei chiarimenti e che potrà guardare e valutare se tutto questo è fatto in maniera corretta o no. È questo
l'intento vero di tutto questo. La forma di elezione è una forma semplice; ognuno si potrà rapportare,
candidare ed essere votato. La trovo una cosa buona ed interessante e come avevo detto anche
precedentemente quando fu proposta è un organo intermedio che ben venga ci sia. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Federico Meoni. Ci sono altri interventi per il primo giro? Assessore Taiti
chiude il primo giro; prego.
ASSESSORE TAITI: Solo due precisazioni riguardo al commento fatto. Il nostro intento è stato questo sin
dall'inizio. Posso anche comprendere le osservazioni che sono state fatte e mi preme dire questo: è vero
quanto è stato sostenuto qui, nel senso che gli enti di controllo sugli impianti ci sono naturalmente perché c'è
la Provincia, la ASL, l'ARPAT e quindi ci sono tutta una serie di procedure qui indicate soprattutto per Legge
che consentono il controllo di impianti di tal tipo, sia pubblici che privati, eccetera. Certamente il fatto che sia
pubblico ci ha fatto sentire in dovere in qualche modo di aprire le porte verso l'esterno perché secondo noi un
conto è esserne fuori ed un conto è avere un accesso libero all'interno. Per quanto riguarda eventuali poteri di
controllo non sarebbe stato possibile introdurre poteri sanzionatori di controllo che soltanto la Legge può
introdurre come ulteriori poteri, non è certo un Consiglio comunale o un Sindaco che può deliberare in
materia sanzionatoria o ispettiva. Quanto a costituire un tavolo dei rifiuti è stato costituito questo ulteriore
organo dopo i fatti del 2007 in sede provinciale e quindi replicare in sede comunale l'esperienza
ricoinvolgendo in sostanza gli stessi enti avrebbe avuto, secondo noi, poco senso. Era preferibile aprire
direttamente ai cittadini. Il fatto che si possa chiedere anche l'intervento di esperti ed il fatto che si possano
portare delle istanze esterne di informazione consente di creare quel livello supplementare che probabilmente
in questo momento non c'è secondo me. Per quanto riguarda le note fatte dal servizio funzionale ambiente
merita dire che il discorso che fa il servizio ambiente è che in questo momento abbiamo una persona
abbastanza esperta la cui collaborazione con il Comune di Montale potrebbe anche continuare è che
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probabilmente ha maggiori qualifiche. Non so quello che ha pensato nel fare le proprie osservazioni il servizio
funzionale, perché non sono nella testa degli operatori, quindi se non avesse entusiasmo quella iniziativa o
meno oggi non lo posso dire. Certo è che il fatto che suggerisca una persona un po’ più esperta, che in questo
momento c'è ma che potrebbe venire anche a mancare, fa pensare che una figura del genere al Comune di
Montale è sempre un po’ mancata in un certo senso e forse sarebbe opportuno che ci fosse un atteggiamento
più professionalizzante in tal senso anche all'interno del Comune. Capisco il fatto che per noi possibilità di
vedere significa possibilità di controllare, che non sia un controllo prettamente tecnico da parte dei cittadini va
da sé, fatto sta che il controllo prettamente tecnico c'è già a meno che non si voglia mettere in discussione. Sui
poteri e le sanzioni ho già detto. Sul fatto delle riunioni possibilmente in orario di ufficio è per non gravare
soprattutto nelle riunioni in Comune di spese ulteriori e ci sono il sabato mattina. L'azienda è aperta e molti il
sabato mattina lo hanno libero e confidiamo in quello altrimenti se ci sarà necessità si potrà vedere anche...
Visto che ciascuno di noi lavora e che spesso le Commissioni si fanno il sabato mattina non vedo perché ci
debba essere una limitazione in questo senso. Queste poche osservazioni volevo fare. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, Assessore Taiti. Nel secondo giro ci sono interventi? Consigliere Marinaccio.
CONSIGLIERE MARINACCIO: Solo in risposta a quanto detto dall'Assessore. Mi ripeto. Se l'intento era
questo di far partecipare i cittadini si chiama "comitato di partecipazione". Le parole hanno un senso, è stato
espresso anche da altri Consiglieri, anche perché qui vicino nella Provincia di Pistoia abbiamo avuto un caso,
la discarica del Cassero saltata alla ribalta tramite gli organi di stampa, la televisione e quant'altro, dove si
scopre che un componente del comitato di controllo della discarica del Cassero rilascia dichiarazioni. Vi
tralascio la lettera nella sua interezza, parto con la parte finale. "È pertanto necessario ripensare alla reale
utilità di un comitato che evidentemente non ha alcun mezzo di controllare le attività della "Pistoia ambiente"
ed anzi rischia di essere solo un paravento di fronte ai cittadini che non hanno alcuna garanzia reale che tutto
si svolga regolarmente e con le massime tutele per la salute propria e dei propri figli". Ho portato un esempio
che fa riferimento a un comitato di controllo. Volevo sottolineare è che si rischia col gioco di parole di far
passare un messaggio che alla fine questo non è. Lo ha ridetto il capogruppo Federico Meoni e sono con lei
nelle sue dichiarazioni; va bene la partecipazione dei cittadini, per carità, è bene, anzi mi auguro che
l'Amministrazione proponga incontri perché come cittadino innanzitutto mi auguro che il primo controllo
derivi dal Sindaco e dall'Assessore all'ambiente che sono gli organi istituzionali del Comune di Montale che
pertanto hanno obbligo verso i propri cittadini che li hanno eletti di controllare la propria azienda. Detto
questo, ripeto, avevamo dei dubbi, ci siamo espressi in maniera contraria precedentemente, lo faremo anche in
questo caso per le premesse espresse nei due interventi. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Marinaccio. Ci sono altri interventi su questo argomento? Assessore e
vice Sindaco Gianna Risaliti.
ASSESSORE RISALITI: Vorrei partire dal considerare che probabilmente il controllo credo si possa fare, o
comunque abbia un'accezione molto ampia, cioè che non sia semplicemente un controllo di tipo tecnico di
analisi che sono chiaramente fatte da organi che sicuramente hanno la competenza e le strutture per poterle
fare e per potere ottenere dei risultati di questi controlli. Credo che laddove si dice che questo comitato ha il
compito di creare un rapporto tra la gestione ed i propri organi e la popolazione in uno spirito di trasparenza e
condivisione delle informazioni relative a che cosa? Al suo funzionamento ed alla sua gestione credo che
raggiunga quanto meno un obiettivo di controllo. Perché laddove si vanno a richiedere informazioni relative al
funzionamento e alla gestione credo si vadano a richiedere e ad ottenere informazioni sugli aspetti generali e
più importanti della società perché si vanno ad ottenere e richiedere informazioni relative al funzionamento e
alla gestione. Nella convenzione richiamata nel rigo sotto, come meglio specificato nella convenzione, nella
convenzione all'articolo 1 dice "il comitato di controllo avente il compito di verificare la gestione
dell'impianto di incenerimento di Montale e la facoltà di ricevere informazioni o chiarimenti dall'azienda". La
stessa si impegna a prenderne atto, ad agevolarne l'attività. Questa collaborazione a che cosa deve portare?
All'ottica di favorire con maggiore efficacia le esigenze di informazione e le valutazioni della popolazione
tramite una pronta risposta alla richiesta del comitato che riguardi una trasmissione d'informazione o proposte
che abbiano ad oggetto il sistema di raccolta o comunque la gestione dell'impianto. Credo che aver dato la
possibilità ai cittadini che riterranno di auto candidarsi per poter far parte di questo Comitato con la
costituzione di questo organo, aver dato la possibilità a quei cittadini che fino oggi comunque l'hanno sentita
come esigenza ma che magari singolarmente o individualmente non avevano né la formazione, né
l'opportunità di recarsi presso il CIS o l'Amministrazione comunale a richiedere questo tipo di informazione,
probabilmente in questo modo troveranno forse il mezzo necessario per raggiungere questo obiettivo. Per
quanto riguarda i commenti fatti sul modo e i tempi in cui si potranno tenere le riunioni intanto si dice che le
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riunioni si potranno tenere, per cui eventualmente si potranno tenere anche in altre dati e luoghi dove il
comitato riterrà opportuno, quindi non credo questo sia un fattore determinante in merito al funzionamento del
comitato. Credo che questo comitato possa raggiungere tutti gli obiettivi che sono nello spirito dell'organo
ottenendo tutta una serie di informazioni relative alla gestione che credo sia la parte fondamentale del
funzionamento della società.
PRESIDENTE: Grazie, vice Sindaco Risaliti. Ci sono altri interventi? Capogruppo Nincheri.
CONSIGLIERE NINCHERI: La dichiarazione di voto del nostro gruppo è contraria per quanto ho detto
nell'intervento precedente per le motivazioni sopra esposte. Sostanzialmente il comitato non sarà un comitato
di controllo al di là delle volontà proprio perché le competenze, i compiti, i mezzi ed anche i momenti di
incontro, di riunioni, le sedi e quant'altro non lo aiutano e non gli permetteranno di poter sviluppare quel tipo
di funzione. La partecipazione richiamata lo è, credo, da tutti, anche da noi, tant'è che avevamo proposto
un'altra tipologia di partecipazione, non è questo in discussione ma è in discussione, come faceva riferimento
anche un altro capogruppo, la possibilità che questo comitato possa realmente svolgere con efficacia i propri
compiti. Secondo noi questo non è possibile, quindi votiamo contrariamente.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri. Capogruppo Luca Marinaccio.
CONSIGLIERE MARINACCIO: Aggiungo due parole dopo quello che ha detto il vice Sindaco. Mi sono
espresso dicendo che se questa era la vostra intenzione dovevate chiamarlo "comitato di partecipazione".
Finisco solo con due brevissime parole sempre da quella lettera che vi dicevo. Il comitato di controllo della
discarica del Cassero è venuto a conoscenza di questa vicenda solo il 4 maggio 2010 dopo oltre un anno
grazie alla notizia diffusa dalla stampa locale poiché né l'azienda che gestisce l'impianto, né la Giunta
comunale lo aveva mai avvertito. Pertanto siamo contro la costituzione di questo comitato di controllo per le
premesse che ho espresso nell'intervento. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Marinaccio. È entrato l'Assessore Giada Lunghi. Siamo 20 presenti.
Capogruppo Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: La dichiarazione del nostro voto è contraria all'istituzione del comitato di
controllo. Le ragioni credo siano già state motivate nel mio intervento; il rischio è evidentemente creare un
organismo che ha una forma ed un nome di un certo tipo ma che non ha una sostanza altrettanto
corrispondente, il che determinerebbe ovviamente un male ancor più grave mi verrebbe da dire. Onde evitarlo
quindi il nostro è sicuramente un voto contrario.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Valentina Meoni. Capogruppo Federico Meoni.
CONSIGLIERE MEONI F.: Il voto del nostro gruppo per quanto riguarda l'atto per tutte le motivazioni che
ho precedentemente detto è favorevole. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Meoni. Si mette in votazione la costituzione di un comitato di controllo
sull'impianto di incenerimento di Montale con funzioni consultive e di proposta verso l'amministrazione e
d'informazione verso i cittadini, approvazione regolamento e convenzione". Chi è favorevole? 13. Contrari? 7.
Astenuti? Nessuno. L'argomento è approvato. Si vota per l'immediata eseguibilità dell'atto. Chi è favorevole?
15. Chi è contrario? Chi si astiene...? Ripetiamo la votazione per la eseguibilità dell'atto. Chi è favorevole? 18.
Astenuti? 2. Contrari? Nessuno. Si passa all'ultimo punto dell'ordine del giorno; "ordine del giorno presentato
dal gruppo consiliare "Montale progetto comune" ad oggetto sostegno al quesito referendario contro il
nucleare". Presenta la mozione il capogruppo Sandro Nincheri. Esce il Consigliere Monteforte Francesco.
Siamo 19 presenti.
CONSIGLIERE NINCHERI: Farò una presentazione leggendo molto semplicemente la proposta di delibera e
poi qualche commento. "Dato atto che sono stati proposti al corpo elettorale nazionale alcuni quesiti
referendari e che le relative consultazioni sono state fissate dal Governo per i giorni 12 e 13 giugno 2011, dato
atto che il secondo di tali quesiti attiene la politica energetica sostenuta attraverso il ricorso al nucleare, che
formalmente il quesito assume le seguente formulazione "volete voi che sia abrogato il decreto legge
convertito con modificazioni ed integrazioni successive recante disposizioni urgenti per lo sviluppo
economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione
tributaria limitatamente alle seguenti parti... ecc., ecc.. sulla realizzazione nel territorio nazionali di impianti
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per la realizzazione di energia nucleare. Considerato che il ricorso alle consultazioni referendarie sul tema del
nucleare venne proposto nell'87 all'indomani delle vicende disastrose della fusione del cratere della centrale di
Chernobyl in URS e che a tale referendum la popolazione italiana partecipò in modo massiccio con il
respingimento della politica per la produzione energetica nucleare con una percentuale schiacciante, che
nonostante tale pronunciamento il Governo nel 2008 ha riproposto una politica energetica indirizzata alla
costruzione di centrali nucleari che dovrebbero essere collocate in diverse regioni del paese nonostante già
alcuni governatori abbiano assunto posizione chiara e netta per un rifiuto alla localizzazione sui territori di
competenza, atteso che il sostegno alla politica del nucleare si fonda sulla convinzione che l'energia ricavata
dall'atomo sia più pulita, più conveniente e praticamente inesauribile, rilevato in contrario che l'energia
nucleare non è rinnovabile, che per la produzione serve l'uranio che è sostanza che come il petrolio, il carbone
e gli altri combustibili fossili è in via di esaurimento al punto che gli esperti valutano la sua rarefazione entro i
prossimi 40 anni, che la Commissione Europea si è espressa nel senso che il nucleare non è considerato come
rinnovabile, che l'energia nucleare non è pulita, le scorie di risulta devono essere conservate per migliaia di
anni e nessun paese ad oggi ha risolto il problema del loro accantonamento per uno stoccaggio di rischio
elevato essendo in teoria necessaria la collocazione in aree di nessun pericolo sismico, che il contributo del
nucleare sul totale della produzione si aggirerebbe intorno al 6% del fabbisogno energetico, che i tempi di
realizzazione dell'impianto di più recente generazioni si aggira intorno ai dieci anni, che il costo di
realizzazione è valutato intorno ai 20 miliardi di euro, che le risorse cospicue necessarie possono più
utilmente essere polarizzate verso le energie veramente rinnovabili come il solare e l'eolico, che non esiste
impianto veramente sicuro, considerato che i recenti avvenimenti in Giappone nella centrale atomica di
Fukushima hanno dimostrato, semmai fosse necessario, che il rapporto rischio - beneficio nel processo di
produzione di energia atomica pende sul lato della negatività, che la popolazione residente nell'area è stata
evacuata in un raggio progressivamente più ampio per il timore di contagio radioattivo, che la prospettiva di
una fusione del nocciolo di alcune centrali nucleari va concretizzandosi drammaticamente al punto che il
commissario europeo dell'energia ha dichiarato che il termine apocalisse non appare esagerato, che va
configurandosi una catastrofe ambientale di dimensioni terribili quindi sia per la salute che per il benessere
della popolazione, sia per la perpetuazione dei meccanismi di normale riproduzione della vita sul pianeta, che
in conclusione ancora una volta, semmai fosse stato necessario, è stato dimostrato che non esiste impianto
nucleare al sicuro al riparo dal rischio e danni irreversibili causati da errori umani o da eventi calamitosi come
il sisma di gravi dimensioni che ha colpito il paese nipponico, che nelle condizioni come sopra determinatesi
le conseguenze del disastro ambientale si rivivrebbero non solo e soprattutto sull'ambiente fisico ed umano ma
anche sull'economia mondiale con un aggravamento della congiuntura già di per sé estremamente grave e con
le difficoltà ulteriori di rilancio della crescita, visto che l'articolo 9 del vigente statuto comunale al comma 4
recita fra l'altro testualmente concorre - il soggetto è il Comune - a garantire per quanto di sua competenza il
diritto dei cittadini alla salute, alla salubrità e alla sicurezza dei luoghi di vita e di lavoro attuando una politica
che abbia un particolare riguardo alla conservazione e alla difesa dell'ambiente e promuovendo uno sviluppo
sempre compatibile con il proprio territorio e con i particolari valori culturali e naturali ad esso collegati, vista
la deliberazione consiliare n.24 in data 2 marzo 1984 con la quale il territorio del comune di Montale è stato
dichiarato denuclearizzato delibera di riconoscere la validità delle motivazioni sottese alla valutazione di
questo referendum sottoposto alla consultazione popolare il 12 e 13 giugno corrente anno, la negazione del
ricorso a una politica energetica nazionale fondata sul nucleare". L'ho letta forse un po’ troppo velocemente
perché sostanzialmente le motivazioni dietro la presentazione di questa mozione sono molto chiare ed anche
semplici al di là della complessità dell'argomento in generale, del tecnicismo. Nessuno è un fisico, né un
ingegnere nucleare, non vogliamo scendere nelle valutazioni di carattere tecnico piuttosto che di prospettiva
di terza, quarta, quinta generazione e quant'altro. La nostra è solo una valutazione legata all'evidenza del fatto
che non si parla di energia rinnovabile pulita, che si parla di tempi lunghissimi che vanno oltre dieci anni, che
si parla di ingenti risorse che viceversa potrebbero essere destinate ad altre forme di sviluppo di politica
veramente ambientale sulle rinnovabili. Tra l'altro, nell’altro Consiglio comunale abbiamo votato
all'unanimità un documento che andava proprio in quella direzione, con una richiesta di impegno più
massiccia ed importante sulle energie rinnovabili. Non ultima la questione legata anche al beneficio perché
alla fine tutto questo impianto e tutta questa costruzione di politica energetica porterebbe un contributo al
fabbisogno energetico solo del 6%. Non ultime evidentemente anche le valutazioni scaturite dalla vicenda
giapponese che attengono anche ad un ripensamento rispetto alla impiantistica nucleare in quegli stati che già
anni addietro hanno fatto una scelta in questa direzione che oggi hanno notevoli impianti sul proprio territorio,
un ripensamento che ha portato nazioni importanti come la Germania in primis ed anche la Francia a fermare
il rinnovamento e il ricambio dell'impiantistica e a definire un termine temporale entro il quale arrivare alla
dismissione completa. Per cui uno Stop vero e proprio ed anche da questo punto di vista risulta
incomprensibile la scelta del Governo italiano di andare anche da questo punto di vista più politico in
controtendenza rispetto a ciò che avviene intorno a noi. Un'altra considerazione. Aggiungo in questa prima
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fase ovviamente una questione che non possiamo affrontare che è quella degli ultimi avvenimenti in merito
del Governo della maggioranza del Parlamento in merito a questa vicenda. La mozione ha una storia lunga, è
nata quando queste argomentazioni non erano sul tavolo. Nel frattempo, è bene dirlo, va riconosciuto esserci
stato un passo indietro, uno stop, che il Governo e quindi il Parlamento ha recepito con la votazione della
fiducia sul "decreto omnibus" al cui interno c'erano anche norme di questo tipo. Praticamente con questo atto
si cercava di depotenziare il quesito referendario e quindi la possibilità di esprimersi su queste tematiche da
parte dei cittadini. Deciderà la Cassazione se queste manovre di palazzo sono necessarie e sufficienti per
superare il quesito referendario. Ciò che secondo noi comunque va detto sono le parole stesse portate a
spiegazione di questo atteggiamento della Maggioranza, in primis del Presidente del Consiglio quando
candidamente in una conferenza stampa con Sarkozy ha dichiarato che bisognava far così perché in questo
momento la popolazione italiana è troppo impressionata, si rischiava di perdere un'altra volta il treno del
nucleare e quindi magari ora non facciamo il referendum e rivedremo se e come riprendere la tematica più
avanti. Questo ci sembra, al di là dei retro discorsi, una esemplificazione di come si vogliano considerare
questi argomenti e anche della considerazione che si ha del popolo italiano, quasi suddito, che magari è troppo
suggestionabile e non è in grado liberamente di decidere. Chiediamo ugualmente che questo Consiglio
comunale si esprima. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri. Farei io il primo intervento come consigliere per riprendere le
funzioni di Presidente. Prima di entrare nel merito della mozione che ci apprestiamo a discutere occorre fare
una breve riflessione sull'istituzione referendaria oggi nel 2011. È dal 1995 che non si svolge validamente
neppure un referendum per il mancato raggiungimento del quorum necessario, il trend dell'afflusso alle urne è
pericolosamente basso. Siamo arrivati ad una media di un 23 - 25% ed i veraci 77% degli anni Ottanta e
Novanta oggi sono un ricordo. La fuga dalle urne è il sintomo dell'apatia degli italiani o è piuttosto una chiara
presa di posizione nel senso di rifiuto dei referendum come mezzi di politica oppositiva e partigiana? Non è
che forse dietro tale irrispettosa assenza dal voto si celi la volontà che il referendum ritorni ad essere l'istituto
di carattere eccezionale ed episodico così come era stato configurato dai padri costituenti? Entrando nel
merito della mozione debbo dire che nonostante Fukushima continuo ad essere favorevole all'energia
nucleare. La mia posizione è pragmatica. Considerati i limiti produttivi delle energie rinnovabili ed il
progressivo esaurimento del petrolio gli elevati standard di sicurezza delle nuove centrali e la necessità di
sottrarsi, o comunque di limitare la dipendenza dall'estero, ritengo che un Paese moderno debba coprire con
l'energia nucleare una parte del proprio fabbisogno. Per sempre? No; fino a quando non verranno sviluppati
metodi alternativi che consentano di produrre grandi quantità di energia con minori inquinamenti e rischi
rispetto al nucleare e al petrolio e gas. Le statistiche dicono che l'energia nucleare è fra le più sicure.
Fukushima riguarda una tecnologia vecchia che per altro ha tenuto al terremoto e che è venuta meno solo a
causa dello tzunami e delle scelte sbagliate di tenere pompe e generatori al suolo al ridosso del muro di
contenimento delle acque. Nello stesso distretto di Fukushima il terremoto ha provocato l'11 marzo il
cedimento di una diga e l'ondata d'acqua che ne è seguita ha cancellato un paese intero portandosi via
centinaia di abitazioni e provocando un numero imprecisato di vittime. Del resto anche in Italia abbiamo
vissuto nel 1963 la tragedia del Vajont con oltre duemila vittime e nessuno si è mai sognato di chiudere tutte
le centrali idroelettriche. Mai visto che la caduta di un ponte o la rottura di una diga possa determinare la fine
della costruzione di ponti e di dighe. Il loro collasso deve, come normalmente avviene, far riflettere su cosa
non ha funzionato, cosa c'è da correggere, quali misure prendere per evitare il ripetersi di tali catastrofi ed
anche per il nucleare oggi la strada che sta davanti alle nazioni occidentali è quella di considerare
un'evenienza prima non considerata, lo tzunami. Per fortuna nel Mediterraneo almeno questo pericolo non c'è.
Chiudendo definitivamente la filiera nucleare non liberiamo il paese da eventuali rischi perché siamo
circondati dalle centrali francesi, svizzere e slovene ed ogni eventuale radiazione non si arresta alle frontiere.
Margherita Hack, una scienziata certamente non schierata a destra in una recente intervista a Prato ha detto
che non ci si può fermare tutte le volte che una novità tecnologica provoca anche delle vittime. Se ci si fosse
arresi subito tutto sarebbe rimasto ancora all'età della pietra; se quando hanno scoperto il fuoco, per esempio,
al primo incendio si fosse detto "ora basta" si vivrebbe ancora nelle caverne. 24 anni fa dopo l'esplosione della
centrale di Chernobyl fu la paura scatenata da una campagna ideologica a indurre l'Italia alla decisione di dire
"no" all'energia nucleare. Oggi come allora è ancora la paura a dominare le scelte e fa propendere il Governo
alla decisione di soprassedere sul programma nucleare inserendo nel decreto legge omnibus l'abrogazione di
tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel paese. Si può discutere sulla opportunità o
la tempistica delle dichiarazioni del premier, sul fatto che la decisione dello stop sia nata sulla scorta del
timore dell'opinione pubblica dopo il disastro in Giappone e che in fondo serve anche ad evitare lo scoglio
referendario anche a qualche referendum magari scomodo che evidentemente, se passasse, bloccherebbe
qualsiasi possibilità di riaprire il dossier nucleare per i prossimi anni. Ma la sostanza del ragionamento è
un'altra e va oltre le strumentalizzazioni delle Opposizioni. Il Governo ha deciso di fermare una legge
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scegliendo in questo momento di tenere conto dei timori dell'opinione pubblica e preferendo concentrarsi sul
dibattito relativo alla sicurezza delle centrali. Del resto non c'è stato un solo paese, incluso il Giappone, che di
fronte alla vicenda di Fukushima abbia deciso di abbandonare il nucleare. Le dichiarazioni sono state orientate
sulla necessità di avviare i controlli, aumentare i sistemi di sicurezza e di terminare il rinnovo delle centrali
con quelle di terza generazione ed oltre a partire dalla stessa Germania che ha bloccato 7 centrali, le più
vecchie, e deciso il controllo di sicurezza in tutte le altre o anche della Cina che pur coprendo il proprio
fabbisogno di energia solo con il 2% di produzione nucleare intende verificare i sistemi di sicurezza ed
ampliarli. L'allora ministro ed attuale Segretario del Partito Democratico Bersani in un'intervista a Repubblica
del 15 settembre 2007 inerente il nucleare alla domanda "allora a che serve parlare di un nucleare di quarta
generazione?" rispondeva "è importante non perdere un altro treno tecnologico che avrà ricadute in un paio di
decenni. Nel futuro nasceranno impianti più piccoli e senza problemi di scorie. Perché rinunciarci ora?"
Appunto, perché rinunciarci ora dico io. Oggi lo stesso Bersani dice "il decreto omnibus sul nucleare è uno
scippo alla democrazia, è uno scippo al popolo italiano che viene privato della possibilità di decidere
democraticamente sul nucleare". Dove stia la truffa o lo scippo è difficile comprenderlo se non nell'ottica del
solito anti berlusconismo viscerale. In pratica è come se il referendum avesse raggiunto il suo scopo prima di
svolgersi. Non solo; quindi non vi è nulla di scandaloso ma vi è, anzi, il fatto positivo che il Governo risponde
pienamente alla richiesta abrogativa oggetto del referendum. C'è una ragione vera, è accaduto un incidente
gravissimo come quello del Giappone che colpisce non soltanto le intelligenze ma i sentimenti profondi di
tutte le persone e genera paure. È quindi corretto che un Governo prenda atto di una situazione che riguarda la
sicurezza del nucleare e cambi il suo programma prevedendo nel decreto di adottare una nuova strategia
energetica nazionale acquisendo nel frattempo ulteriori conoscenze scientifiche sui profili relativi alla
sicurezza nucleare mediante il supporto della relativa agenzia tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle
decisioni che saranno assunte a livello europeo avendo a pochi metri dai nostri confini numerose centrali
nucleari. I promotori dei referendum dovrebbero essere soddisfatti per avere ottenuto un indubbio successo ed
invece mettono in atto una sorta di processo alle intenzioni, in particolare facendo riferimento, come diceva
ora il capogruppo Nincheri, alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio circa il carattere non definitivo per
il futuro dell'abbandono dell'opzione nucleare. Questo è un concetto ovvio in quanto non si può chiudere per
sempre la porta a questo tipo di tecnologia; sarebbe del tutto irrazionale dato che tutti i paesi industrializzati,
compreso il Giappone, continuano ad utilizzare questa tecnologia. Non si può quindi escludere che quando e
se la tecnologia consentirà di sviluppare reattori nucleari effettivamente sicuri si possa ridiscutere l'opzione
nucleare come per la produzione di energia elettrica. Va ribadito che in termini giuridici l'articolo 5 del
decreto omnibus prelude del tutto l'opzione nucleare e nel nostro ordinamento il referendum, articolo 75 della
Costituzione - è solo abrogativo di vigenti norme di legge, non esiste il referendum sulle intenzioni future del
Governo. Ma chi oggi grida alla truffa e allo scippo per un referendum che probabilmente non si farà ma che
di fatto ha già raggiunto il suo scopo sarebbe più credibile se facesse altrettanto per i tanti referendum votati a
larga maggioranza dagli italiani e poi traditi e resi inutili dal legislatore come quello a favore della
responsabilità civile dei magistrati, 80,20% di favorevoli, o come quello che abrogava le trattenute sindacali
automatiche da stipendio e pensioni. Su questi è stata consumata una truffa ma non ho mai sentito un'anima
bella della sinistra gridare allo scippo, come non ho sentito una sola parola o poche parole su altri quesiti resi
inutili come il finanziamento ai partiti, privatizzazione della RAI, leggi elettorali maggioritarie ed altre che
per motivi di tempo non menziono. Chiudo qui perché ho già passato il limite e me ne scuso. Grazie.
Riprendo le funzioni di Presidente. Chi vuole intervenire? Consigliere Emanuele Logli.
CONSIGLIERE LOGLI: Buonasera a tutti. Mi preme innanzitutto iniziare dalla situazione attuale per poi
andare a delle conclusioni politiche perché penso che su questo tipo di argomento soprattutto ad oggi non c'è
da fare molta filosofia ma c'è da guardare molto come stanno le cose e cioè in dei termini abbastanza semplici.
Perché il Governo attualmente non sta lavorando per quella che è l'agenzia della sicurezza nucleare come
dimostrano gli atti che provvedono al finanziamento di questo tipo di ente ed anche alle strutture entro le quali
questo ente dovrebbe essere sistemato, un ente fantasma ad oggi con degli organi ma senza una struttura e
delle funzioni definite nella sua sostanzialità. Tra l'altro, benché l'agenzia per la sicurezza, lo ripeto, non sia
stata definita nei termini in cui dovrebbe essere fatto, invece il decreto per la localizzazione dei siti all'interno
delle Commissioni addette procede al di là della moratoria che è stata approvata con il decreto Legge omnibus
di recente approvazione. Nel medesimo contesto il problema delle scorie già esistenti che provengono dalle
vecchie centrali ancora in fase di decantazione, potremmo dire con un termine tecnico non appropriato ma che
rende l'idea, non hanno ricevuto a proposito di quel piano strategico nazionale che proprio il governo
Berlusconi si macchia di non aver portato avanti al di là delle fumose promesse elettorali che aveva fatto in
merito ed anche in questo piano strategico e in funzione della scelta del nucleare, al di là della moratoria
attuale, non era stata definita alcuna modalità precipua e specifica per la gestione e lo smaltimento di queste
scorie che già esistono. Prendo spunto da quest'ultimo aspetto e già il quadro che ho dato non mi pare molto
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rassicurante al di là di esemplificazioni con comparazioni come sono state fatte rispetto ad altre opere
ingegneristiche che ben altro, vorrei dire, hanno a che fare soprattutto da un punto di vista non di probabilità
di rischio ma per quanto riguarda la valenza del rischio in sé. Voglio dire che proprio dal punto di vista della
gestione e dello smaltimento delle scorie qui secondo me, al di là di tutti i discorsi fatti, voglio aggiungere
qualcosa in merito, c'è il fatto che questo Governo non ha saputo sviluppare questa scelta anche in altra
maniera. Questa scelta del nucleare poteva essere sfruttata per dare un nuovo ambito, un nuovo spazio a
quella che è la ricerca universitaria, alla ricerca presente nei centri di sviluppo di fisica e di ingegneria
presenti in questo paese. Questa scelta non è stata minimamente adottata. Infatti in quello che era stato
spacciato come la firma storica per portare il nucleare in Italia, che era semplicemente un protocollo di intesa
volto a definire dei probabili possibili sviluppi futuri, quelle che erano le centrali che attualmente sono in
costruzione, una in Francia e in una in Finlandia, nello stesso tempo da parte della ditta, è abbastanza riduttivo
definirla ditta, dall'azienda statale francese che si occupa dell'elettricità è di quella specifica che si preoccupa
del nucleare. Questa azione avrebbe visto l'opera non solo di progettazione ma anche di manodopera
completamente francese. Di conseguenza qui si sta parlando per quanto riguarda quello che è da un punto di
vista perlomeno occupazionale del boom di richieste anche per quanto riguarda l'indotto derivato da questo
tipo di aumento di domanda derivato dalla costruzione perlomeno, faceva bene progetto comune nella
mozione a ricordare i costi, si parla di 20 miliardi all'interno di questo quadro, questi sono soldi, visto che voi
ne date tanti perché non mettete le mani in tasca a nessuno prendevate 20 miliardi per un anno, dite di non
farlo più, nelle tasche dei cittadini per regalarli ai francesi e questa è la realtà. Nell'ottica naturalmente di uno
sviluppo di 20 anni in questo tipo di centrale quindi con un ritorno atteso nell'ottica di 20 anni. Questo è il
quadro al di là dell'ottica della contrarietà dell'ideologia o non ideologica. Quindi le critiche portate ad un
determinato piano di sviluppo industriale sono motivate altrimenti un'ottica di tal tipo avrebbe trovato un'altra
accoglienza anche all'interno del mondo industriale e sono le diverse le reazioni che si sono avute all'interno
di CONFINDUSTRIA alla prima proposta di presentare un progetto di questo tipo e quelle che sono state le
reazioni negli ultimi tempi, niente di paragonabile mi viene da dire. Altro fatto che mi viene da rammentare è
quello per cui si sia fatto anche questo decreto omnibus, due situazioni secondo me al di là di quella ricordata
nel referendum e tendo a sottolinearne un'altra. Mi vengono in mente per esempio dichiarazioni tipo "a me
vanno benissimo le centrali nucleari, basta che non siano nel mio territorio", Formigoni dice "bene le centrali
nucleari ma alla Lombardia non servono". Le uniche regioni in cui l'installazione di queste centrali sono
altamente possibili ed anche consigliabili non accettano di avere sul proprio territorio questo tipo di impianto,
regioni governate dal centro - destra e soprattutto in cui secondo ulteriori problematiche tecniche perché il
bacino idrico necessario per questo tipo di centrali non pare adeguato rispetto alla richiesta. Parlando con
tecnici e con persone che studiano in merito a questo tipo di impianti mi è stato detto che i bacini idrici
presenti in Italia difficilmente riescono a sostenere la richiesta di raffreddamento per questo tipo di centrali
che si vogliono installare. Di conseguenza anche questi rallentamenti forse hanno delle motivazioni ben
precise e tecniche a di là dei protocolli d'intesa che si vanno a vedere negli scritti non contengono niente di
più determinato. Quello che voglio ribadire, per l'appunto, è che per quanto riguarda la gestione delle scorie
già poteva essere un primo allenamento ed una prima palestra per chi in Italia, a mio avviso, semmai dovrebbe
sviluppare una tecnologia del genere per valutare innanzitutto gli spazi e sistemare questo tipo di scorie già
presenti, fatto che non è stato minimamente definito. Quindi da parte mia vengono dei dubbi su come, se già
non si riesce a prevenire la situazione a predisporre un adeguato piano per la situazione attuale come si riesca
a garantire un piano strategico di sviluppo energetico per quanto riguarda il futuro. Voglio anche ricordare che
il PD a livello parlamentare aveva proposto una mozione per la quale questo tipo di finanziamento predisposto
fosse stato invece trasferito per garantire gli incentivi previsti nel conto energia per quanto riguarda le energie
rinnovabili questo tipo di proposta, al di là anche dei vostri voti in Consiglio comunale, non è stata
minimamente accolta ed è stata rispedita al mittente. Questo anche come visione di quella che può essere la
garanzia degli investimenti e la sicurezza dei rendimenti sul capitale investito. Gli ultimi due aspetti voglio
sottolineare. Per primo voglio sottolineare il fatto che il Governo a cui piace andar contro i referendum è
proprio questo perché già un referendum è stato votato, come ricordato, nei confronti del maggioritario e a
ragione di coloro che sostengono tale aspetto chi ha invece rotto la consultazione popolare che a schiacciante
maggioranza riteneva migliore un sistema elettorale maggioritario si è provveduto invece da parte del
precedente governo Berlusconi all'approvazione di questo sistema proporzionale definito. Non vedo come il
ragionamento precedente possa avvalere le posizioni nei confronti del referendum; anzi, è proprio questo
Governo che si ripete nell'andare contro le prese di posizioni popolari, neanche non le avvertono e non le
recepiscono ma addirittura si va contro. Non sto qui a ricordare come queste mosse siano state fatte, quella
della moratoria, per impedire un afflusso elevato per evitare un voto favorevole per quanto riguarda il
legittimo impedimento e qui non sto a fare polemica. L'ultimo aspetto che accenno di bassa portata è la realtà
che in questo paese il Governo Berlusconi, l'attuale Governo, non è un problema di Berlusconi, ha il problema
che non è riuscito a garantire, e non ci riuscirà negli ultimi due anni, grazie all'apporto di Scilipoti, a garantire
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un piano energetico nazionale e soprattutto una strategia energetica adeguata. La politica energetica da parte
dell'attuale governo è stata assolutamente assente. Il tentativo era, detto in estrema sintesi e prendendo pochi
secondi, di rafforzare il legame con Gheddafi aumentando la fornitura di gas e procedere con le centrali
tentando di avvicinarsi ad un determinato mondo imprenditoriale e l'accordo francese. Tutto questo piano è
andato in frantumi e l'unica scelta che rimane è quella di dirigersi verso un aumento...
PRESIDENTE: Sono dodici minuti che parla; la tolleranza va bene ma troppa no.
CONSIGLIERE LOGLI: ... è il trasferimento tramite i gasdotti e questo non c'è altrimenti andrebbe
totalmente contro le scelte fatte che non hanno assolutamente risposta.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri intervento? Consigliere Marinaccio.
CONSIGLIERE MARINACCIO: Solo per ricollegarmi all'ultima frase espressa dal Consigliere Logli. Vorrei
ricordarle che anche in Libia c'è un giacimento di uranio, non a caso forse i francesi si erano spediti coi loro
aerei sopra i propri cieli. Detto questo partirei da una considerazione più politica, non partitica. Si dice che il
popolo è sovrano, che ha espresso col proprio voto ciò che vuole che i propri eletti esercitino il proprio ruolo,
si prende atto del voto e qui rivediamo che c'è già stato un referendum che risale agli anni addietro e si è
voluto rimetterlo di nuovo in gioco. Partendo da una considerazione di base si può anche tornare sopra tali
questioni ma si deve rimettere la palla, a mio avviso, ai cittadini che si devono esprimere in quel senso e non
calpestare una votazione già espressa. Detto questo in questo momento avranno già parlato al G8 della
sicurezza, come diceva il Presidente del Consiglio, ovviamente associata anche a dei cambiamenti climatici.
In Italia manca un piano energetico, avevamo tempo per prepararlo dal momento che si era usciti dalla fase
nucleare, avevamo tantissimo tempo per progettare altro, lo abbiamo fatto, lo abbiamo regalato a chissà chi e
sta di fatto che ci troviamo senza quelle strutture e quelle tecnologie che dovevano essere realizzate in questi
anni anche in virtù del fatto che gli italiani hanno pagato fondi per la ricerca e lo sviluppo partendo anche
dalle energie rinnovabili ma non bisogna fermarsi qui. Ricollegandomi al discorso fatto dal Presidente del
Consiglio mi verrebbe da dire che qualora risultasse che queste centrali siano dannose non so cosa ci rimane
da fare; dovremo aspettare la fine del mondo? Non lo so. Ritengo che sia talmente chiaro ed evidente che
questi impianti abbiano degli effetti devastanti non solo derivati da uno tzunami, il problema è che persistono
nell'ambiente, si diffondono nei mari, negli animali, nei pesci e noi mangiamo tutto questo. C'è una questione
che ribatto sempre fra i cittadini che mi fermano e mi fanno presente qualsiasi tipo di problematiche
ambientali, ormai sono diventato quello della problematica ambientale ed anche di quella purtroppo sanitaria
che ne segue, dico sempre che chi ci governa ha perso di vista gli obiettivi che ci permettono di stare in piedi
su questa terra, l'aria, l'acqua ed il cibo. Se non si parte da questa considerazione tutto il resto diventa nullo. Si
parla di fondo monetario, si parla di bilanci di aziende e società per azioni, li ha citati poc'anzi Logli, si parla
solo di affari perdendo di vista quella che ritengo debba essere la funzione della moneta, un mezzo per la
propria sussistenza e non un fine. Sembrano discorsi banali, a volte ovvi, anche con mio figlio di 10 anni parlo
di questo, vedo che mi risponde ed è molto attento ma questo non lo rivedo nelle persone o capi di Governo
che si ritrovano in questo G8, che potranno parlare anche di internet, non so cosa si diranno, ma sta di fatto
che poi davanti all'evidenza rimangono tutti senza parole perché siamo in un sistema saturo gestito da una
struttura basata sul consumismo che come tale necessita di aumentare sempre più il consumo da parte delle
famiglie, siamo noi che paghiamo il tutto, di qualsiasi genere di bene, compresa l'energia elettrica. Anche se
poi le stime dettate da chi gestisce tale materia ci dicono che il consumo è venuto meno, non è aumentato.
Verrebbe da dirsi perché se non è aumentato, anzi è in diminuzione, siamo in questa fase di regressione a
livello mondiale? Non di tutti perché ci sono alcuni che invece mangiano completamente l'energia e saranno
quelli che in futuro creeranno maggiori problematiche all'ambiente perché seguono il modello che abbiamo
dettato, un modello che abbiamo capito. Lo abbiamo capito; se si ricorda, Presidente, abbiamo avuto anche
Luca Mercalli alla Smilea che ha spiegato in modo molto lineare quali sono i passaggi. Abbiamo capito che
questo sistema è sbagliato, è difficile fermarsi e riprogettarlo; per carità, nessuno ha una soluzione in tasca, sta
di fatto che anche qui stasera continuiamo sempre nell'errore. Ritengo che questo atto non sia un atto politico
partitico, almeno così lo prendo, si dovrebbe chiedere al Governo di ripensare ad una soluzione quale quella
sul nucleare perché può portare a delle conseguenze disastrose, qualora ci siano delle situazioni che sfuggano
all'uomo, l'errore umano ci sta. Un'altra considerazione in rilievo a questo; mi chiedo come una nazione qual è
il Giappone, che è sempre stata presa ad esempio sia come popolazione che non pensa al singolo individuo, a
differenza di tutte le altre comunità tranne la Cina, ma fa unione e lavora per la collettività ed è una nazione
che si trova su una fascia della costa terrestre tra le più instabili della Terra che ha costruito gli impianti
proprio in relazione di questo. Se loro hanno avuto questo genere di problema al di là dell'evento eclatante, al
di là che non si erano mai registrati terremoti di questa intensità, mi chiedo cosa potrebbe succedere in
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Europa, e a maggior ragione in Italia, quando non siamo ancora in grado di gestire la spazzatura, quando ci
ritroveremmo davanti problematiche del genere. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Marinaccio. Ci sono altri interventi? È uscita la Consigliera Butelli,
siamo 18 presenti. prego, Consigliera Lenzi.
CONSIGLIERE LENZI: Non per aggiungere un punto di vista diverso perché alla fine anche gli interventi
che mi hanno preceduto da parte della Minoranza li condivido si può dire in toto. Mi collego alle ultime
parole del Marinaccio perché sono sulla stessa linea, la penso anch'io allo stesso modo; ha parlato dei rifiuti,
qui si sta parlando in questo momento del nucleare in Italia senza avere pretesa di poter capire, almeno io per
mia ideologia, cultura e conoscenza sono assolutamente contraria al nucleare come il Presidente Fedi è
assolutamente favorevole ma non ho una verità in tasca e sono disposta ad ascoltare anche le argomentazioni
di chi probabilmente ha qualcosa da dire di diverso da me, per amor di Dio. Rimango per mia convinzione
fedele a questa mia opinione, a questo mio percorso che ho avuto, ma in effetti non posso avere le conoscenze
approfondite che mi possono permettere di poter fare una storia a 360 gradi di una materia che non posso
conoscere perché faccio l'ottico e non l'ingegnere. È questione di competenza specifica. Detto questo vedo
quello che fanno in Europa laddove certi procedimenti hanno sperimentati prima di noi e noto che c'è una
battuta di arresto ma non dopo l'episodio del Giappone, viene da prima, mi sembra ci sia un trend che va in
direzione opposta a quella che noi in Italia si vuole portare avanti in questo momento. Ha fatto bene
Marinaccio a dire che non siamo in grado di gestire i rifiuti ma non solo; cioè, si parla di nucleare come
un'opportunità di ammodernamento e in Italia non c'è la linea veloce e l'ADSL e mi pare questo potrebbe
essere uno dei motivi che dovrebbero impegnare i governi di centro destra e di centro sinistra ad investire
risorse per qualcosa che ci fa essere il fanalino di coda del Mondo perché manca la linea veloce in Italia, ci
sono tantissime zone che soffrono di digitale e si è parlato di questo tante volte in questo Consiglio comunale.
Riuscire a coprire l'intero territorio nazionale sarebbe una forma di ammodernamento, un qualcosa per
arrivare al passo con l'Europa ed il resto del mondo. Mi pare in Italia non ci siano né competenze né soldi per
poter fare questo investimento di cui tutti ci riempiamo la bocca vedendo il nucleare come una possibilità di
ammodernamento. La vedo un po’ diversa perché mi pare che in merito alle energie rinnovabili ed anche in
generale il Governo le idee tanto chiare non le abbia, mi pare si contraddica continuamente e che non abbia un
piano di governo preciso e credo che sullo specifico ci sia molto sbando. Credo la realtà sia un'altra. Capisco
che non a tutti il referendum piace, posso capire sia considerato uno strumento obsoleto o ciò che si vuole, ma
è uno strumento chiaro per l'esercizio della democrazia. Forse non ci piace questo in tal momento, forse non si
vuole questo confronto perché, parliamoci chiaro, non è che il governo abbia cambiato idea sul nucleare, che
ora c'è l'ondata della paura ed allora il buon senso è ritirare indietro. Si ha la paura che questo referendum
diventi un plebiscito contro Berlusconi. È chiaro, bisogna parlar chiaro, lo sappiamo tutti e lo sapete anche voi
ed infatti state zitti sulla materia perché non conviene neanche entrare su tale argomento. Tutte le volte si
vendica un'investitura popolare e con quella siamo a posto ma quando siamo chiamati di fronte alla
democrazia a mettersi in gioco ci si blinda trovando questo escamotage da tre soldi perché si è provato
qualcosa mi pare anche sull'acqua, strada non perseguibile. Qui si ha paura di altre cose, che questo
referendum, non è materia di questo ordine del giorno dove si parla di nucleare, ma ci sono altri quesiti come
quello sull'acqua che ha mobilitato un paese intero al di là dei partiti perché le raccolte per potere arrivare a
fare questo referendum sui quesiti sull'acqua ha mobilitato un paese al di là delle istituzioni partitiche e invece
c'è il famoso legittimo impedimento che è quello di cui Berlusconi ha paura. "Nucleare - nucleare" ma questo
è un espediente che conferma la paralisi di questo paese, della cricca che sostiene molti meccanismi, per
arrivare a non utilizzare uno strumento della democrazia. Il nucleare è il contenuto che ci interessa in questo
contesto, avendo parlato molte volte in questi ultimi Consigli comunali di energie ed è bene che si parli di
cose che da certi punti di vista sono interessanti ed anche stasera questa discussione arricchisce le nostre
conoscenze e sono momenti di confronto importanti. È ovvio che il tema è centrato su questo argomento però
il problema è un altro, lo sappiamo e non importa dirlo qui. Ci si dice anche fuori o dove si vuole e sappiamo
quali sono i motivi. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, Consigliera Elena Lenzi. Consigliera Baldi Eleonora.
CONSIGLIERE BALDI: Abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e poter fare scelte libere da qualsiasi
condizionamento. Le caratteristiche di eccezionalità degli eventi giapponesi dove al terremoto si è associato lo
tzunami e poi l'incidente atomico ha risvegliato in tutti noi paure ataviche e visione apocalittiche, oltre che
dolore e solidarietà sincera per i tecnici e gli scienziati che tentavano in ogni modo di salvarla. Resto convinta
che il mondo non possa fare a meno del nucleare per sopravvivere tenendo conto che petrolio, carbone e gas
hanno i decenni contati e che sono nelle mani di pochissimi paesi, che ci stiamo avvicinando ai 7 miliardi sul
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pianeta con bisogni sempre maggiori di energia e che le altre fonti di energia non sono sfruttabili in modo tale
da assicurare la copertura del fabbisogno. Dopo l'incidente delle centrali nipponiche non si può evitare di
porsi degli interrogativi a cominciare dai sistemi di sicurezza delle centrali di Fukushima. Perché non sono
stati in grado di essere attivati con efficacia? Forse erano insufficienti? C'è da domandansi se i modernissimi
reattori di terza generazione avanzata avrebbero resistito ad uno tzunami di tale portata e se siamo sicuri che
sia più opportuno e più sicuro avere pochi reattori di grande taglia piuttosto che dotarsi di una rete di mini
reattori. Sarebbe necessario approfondire e riesaminare i piani di sviluppo nucleare del nostro paese, anzi
dell'Europa. Abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte liberi da vincoli e siamo quindi
nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza e senza fretta. Voglio fare delle
ulteriori considerazioni che sono già state fatte. Il nostro paese non ha centrali nucleari ma c'è, per esempio, la
Francia dove ce ne sono molte e quindi un eventuale implosione di una centrale nucleare provocherebbe danni
anche in Italia. È necessario agire di concerto con l'Europa ed è assolutamente fondamentale una politica
nucleare di tipo europeo. L'emendamento che ha abrogato i piani di sviluppo del referendum, così come la
votazione di ieri sul decreto omnibus sono state derivate dagli eventi giapponesi. È necessario riflettere con
prudenza e prendere tutte le contromisure adatte perché non avvenga un evento di questo genere. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, Capogruppo Valentina Meoni.
CONSIGLIERE MEONI V.: Alcune considerazioni per esprimere e per portare un contributo alla discussione
le ha fatte chi mi ha preceduto che ha sicuramente detto già tanto e molte cose sono da me condivise. Vorrei
partire essenzialmente da una domanda che mi sono posta nell'approcciarmi a questa problematica e cioè
chiedermi se relegando il confine al nostro territorio, perché qui a breve si discuterà e si dovrà votare forse un
quesito referendario a scadenza di pochi giorni, se in Italia, e si potrebbe dire in Europa, sia necessario
spendere sul nucleare e lo è in termini energetici e lo possa essere in termini di costi e di ricavi. Credo che sia
una domanda abbastanza basilare sulla quale poter iniziare un percorso di riflessione più adeguato su quello
che è il concetto di politica ambientale ed anche di sviluppo sostenibile. Mi viene da pensare, per rispondere a
questa domanda, ad alcuni dati sicuramente parziali che mi fanno riflettere che sicuramente troverete poco
elaborati ma che sono quelli che ho a disposizione. L'energia nucleare rappresenta il 14% dell'energia
mondiale, ha bisogno per la sua produzione di una componente che è quella dell'uranio che è, come già detto,
non inesauribile e vi è una difficoltà evidente, il Giappone ne è testimonianza nello smaltire le scorie, che
ancora non vi è un'idea di nucleare puro che nonostante gli studi condotti nei vari stati che hanno adottato
queste tipologie e questi interventi energetici stanno tentando di potenziarlo ed in qualche modo di elaborare
delle tesi di carattere innovativo. Allo stato dei fatti i paesi che hanno adottato il nucleare stanno retrocedendo
e questo in Europa è il caso della Svizzera, alcune centrali nucleari sono state chiuse in Germania, la Francia
ha espresso un'idea di nucleare ancora salda con l'idea di superare lo stato attuale delle centrali nucleari e lo
stesso in Giappone forse sull'onda di quel filone che in qualche modo si è inaugurato a seguito del disastro che
si è verificato. Mi viene da chiedermi se queste circostanze non si debbano tenere in debita considerazione. In
America ormai da anni non si investe più nelle centrali nucleari, si parla di un nucleare di quarta generazione,
ci sono dei centri di elite dove studiosi stanno cercando di potenziare un'energia caratterizzata da un processo
di fusione inversa che possa portare alla creazione di un nucleare puro, o quanto meno a un rapporto tra la
fonte energetica, quindi il beneficio che si possa avere, che possa essere in vantaggio rispetto ai possibili
rischi ed anche alla possibilità di abbattimento delle scorie. Credo che di questi aspetti non se ne possa tener
conto qualora in Italia si pensi all'instaurazione di centrali nucleari di terza generazione e soltanto questo ci
dovrebbe far capire quanto il divario sia grosso, quanto ancora siamo lontani dall'idea di individuare una
energia di carattere nucleare che possa essere effettivamente applicabile sul nostro territorio. Credo che una
visione obiettiva non possa che tener conto di questi aspetti, cioè non si tratta di dire un "no" a priori o un "no
che non ha condizioni altrimenti avrebbe ragione il Fedi dicendo che se avessimo avuto paura del fuoco a
quest'ora non ci si sarebbe riscaldati. Questo non è possibile perché ovviamente la scienza ha fatto progressi
enormi. Mi chiedo se allo stato di queste conoscenze in Italia si debba introdurre un sistema di tal tipo
considerando anche, come diceva bene Logli, l'impatto ambientale che avrà sul nostro territorio, le possibilità
anche di carattere idrico che abbiamo e l'impatto che potrebbe avere un possibile disastro, una possibile
esplosione. Qui secondo me bisogna fare una comparazione, non possiamo guardare alle energie a
compartimenti standard come se il nucleare fosse una cosa e le energie rinnovabili un'altra. Certo, sono
un'altra cosa, ma il concetto è lo stesso, l'uomo ha avuto sempre bisogno ed avrà sempre bisogno dell'energia,
occorre individuare quella che riesce a soddisfare queste esigenze con il minor costo in termini ambientali in
primo luogo, in termini di salute, il minor costo nell'ottica della salvaguardia del patrimonio ambientale e
paesaggistico che ci è stato concesso, il minor costo in termini economici. Mi riallaccio a Fedi; non si tratta
qui di scegliere tra l’uovo e la gallina, le alternative ci sono; non ci tratta di dire se non c'è il fuoco non mi
riscaldo ma si tratta di dire il fuoco non è ancora in grado di riscaldarmi in un modo sicuro, scelgo altre
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energie, scelgo di potenziare altri interventi ed allora qui si torna al deficit che abbiamo in Italia palesemente,
al fatto che non c'è un piano energetico che abbia permesso uno sviluppo sostenibile ed uno sviluppo
ambientale di questo tipo che abbia permesso di investire in un modo serio sulle energie rinnovabili. Abbiamo
assistito pochi mesi fa ad un decreto che tornava indietro e che ha messo in crisi anche aziende che avevano
investito nel settore con grossi deficit anche dal punto di vista economico e questo sull'ottica di fermare una
sperimentazione ma non è il modo giusto per affrontare le politiche ambientali per avere davvero uno
sviluppo del nostro territorio. Chiudo con una considerazione che attiene al referendum perché si possono
avere le opinioni più disparate, è un istituto previsto nella nostra Costituzione, in alto sono state fatte scelte
diverse, io credo sia un istituto valido perché consente agli elettori di esprimersi. Non sono per niente
d'accordo, poi lo dirà la Cassazione, sul fatto che con un decreto si possa sorpassare un quesito referendario,
perché di fatto credo sia bloccato, forse quello che si riuscirà ad eludere è che a fronte di un decreto come
quello emanato si possa ritenere in questo momento non necessario arrivare ad un referendum ma è solo ed
esclusivamente una captatio legis, mi verrebbe da dire, cioè una volontà di aggirare un ostacolo, punto e basta.
Questo è inevitabile. Credo lo vediate anche voi perché non si può invocare il buon senso di volere ritirare
indietro un quesito perché in qualche modo si ritiene, come ha detto lei, Fedi, che il clima politico ed anche
ideologico sia tale da non consentire di esprimersi sul nucleare. Credo ci sia ben altro. Il centro destra e questo
Governo non ha mai avuto l'intenzione di retrocedere dal nucleare, non si può dire "ora no ma domani forse
sì"; si potrebbe dire "ora no" perché non ci sono le condizioni, come ho già detto prima, ma domani forse sì
perché ci saranno, è un altro discorso, è qualcosa di diverso io credo. Ora dite "no" non perché credete che
questo no sia giusto ma per evitare qualcosa di diverso, che siano altri a dire no. Questo credo sia molto lesivo
della democrazia.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Meoni. Una spiegazione sul mio intervento dove ho sfiorato l'argomento
ma forse non è stato recepito. Sono convinto benissimo che la non effettuazione del referendum sul nucleare
faccia molto piacere a Berlusconi, che gli comoda perché sicuramente depotenzia l'effetto referendario sul
legittimo impedimento, anche se ora rispetto al legittimo impedimento originale è stato molto declassato,
sicuramente sì ma resta il fatto che con il decreto omnibus le centrali nucleari ora in Italia non si fanno. Si
faranno in seguito? Può darsi quando insieme all'Unione Europea si saranno stabiliti dei requisiti standard di
sicurezza. Ora il referendum ha già vinto, non c'è più. La Legge di cui il referendum chiede l'abrogazione è
già stata abolita, questo è un dato di fatto. Se è stata abolita perché comoda a Berlusconi per depotenziare il
referendum può darsi che sia vero, lo è anche questo, ma tutti e due sono dati di fatto. Qui concludo il mio
intervento. Prego, Assessore Giada Lunghi.
ASSESSORE LUNGHI: Volevo soltanto fare alcune puntualizzazioni su ciò che è stato detto prima. È stato
detto che la Francia ha ripensato al nucleare, può darsi, quello che ho letto io non è molto chiaro su quello che
ha intenzione di fare la Francia e comunque le centrali le ha sul territorio e non ha nessuna intenzione di
fermarle finché vanno. È stato detto che con la costruzione di centrali regaliamo dei soldi alla Francia;
guardate che noi, ne siete consapevoli tutti, ne regaliamo tantissimi di soldi alla Francia perché l'energia
nucleare che compriamo dalla Francia la paghiamo carissima e, come già stato detto da altri, se la centrale
scoppia non è che ci sia un muro che la fa rimanere in Francia, viene tranquillamente di qua dal confine.
Capisco che possa essere divertente ma la realtà è questa e quindi non vedo che ci sia tanto da ridere
sinceramente. A me verrebbe voglia di piangere a vedere codesti versi sinceramente. Dice "ci sono degli
scienziati che manifestano contro il nucleare"; è vero, ce ne sono tantissimi ma per ogni scienziato che
manifesta contro il nucleare ce ne sono tanti altri che invece ne parlano bene. Siccome non ho la verità in
mano e sinceramente non mi sento di dire una cosa o un'altra prendo semplicemente atto che in questo
momento c'è stato un ripensamento sulla decisione di fare il nucleare che, tra l'altro, condivido anche se
personalmente onestamente non so se sono contro o se sono a favore perché non ne ho le competenze e non
sono in grado di dire una cosa o un'altra. Prendo atto del fatto che in questo momento c'è stato un
ripensamento e quindi il fatto che in Italia un singolo paese dell'Unione Europea faccia un referendum contro
il nucleare mentre invece nel resto di Europa si continua ad avere le centrali funzionanti a tutto regime mi
sembra davvero assurdo, scusate.
PRESIDENTE: Grazie, Assessore Lunghi. Ci sono altri interventi? Assessore Taiti.
ASSESSORE TAITI: Sarò breve. Personalmente sono sempre stata molto perplessa sul tema del nucleare, mi
ha sempre fatto paura, c'è sempre stato il problema delle scorie e sono sempre stata tra gli scettici nelle scelte
sul nucleare. Ho avuto però la possibilità di andare con l'esperienza che si sta facendo con l'ENEA ed
onestamente lì mi è stato raccontato che 20 anni fa il referendum c'è già stato, una decisione fu presa trenta
anni fa quando avevamo più o meno il 70% delle tecnologie a livello mondiale in tema di nucleare. Vi riporto
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il punto di vista che mi è stato dato dagli scienziati che studiavano queste cose; loro l'hanno considerata una
grossa perdita dal punto di vista della ricerca, quindi dello studio. Perché quando si persegue un obiettivo e si
ha una tecnologia la si sviluppa. È vero che l'Italia, come tanti altri paesi, ha il progetto in Francia per la
fusione a cui partecipano tutti a livello mondiale, c'è il Giappone, gli Stati Uniti, ci sono tutti i paesi, ed è vero
anche che mentre noi decidevamo con nostro referendum, essendo i primi della classe su queste tecnologie,
Enrico Fermi era italiano, gli alti paesi sono andati avanti e hanno fatto scelte ad altissimo rischio. Perché noi
oggi ci impressioniamo, Fukushima è stato un dramma che abbiamo vissuto tutti, all'epoca Chernobyl non
fermò scelte di tale tipo che troviamo alle porte di casa nostra, in Germania ed in paesi molto vicini. Mi viene
in mente, lo spunto me lo offre la Consigliera Meoni, che ha un senso dire "sì" in assoluto, dire "no" in
assoluto dentro i nostri confini quando il problema ormai riguarda tutti. Quindi, ben venga l'esercizio della
democrazia ma dire "sì" o "no" in assoluto noi da soli... Fu molto ragionevole ciò che disse il ministro Romani
all'indomani della tragedia di Fukushima, bisogna in ambito europeo capire cosa si intende fare e dove si
intende andare. Per quanto riguarda lo studio in Italia siamo ricchi, di nuovo l'esperienza della ENEA, anche
di studi sulle energie alternative, non siamo affatto indietro ed i nostri istituti funzionano per la mia modesta
opinione. Per quanto riguarda il discorso di decidere in Europa per caso nel corso di un incontro di lavoro
sono venuta a conoscenza che l'Europa questi problemi grazie a Dio li sta discutendo. È uscito un decreto
legislativo proprio in queste ultime settimane frutto di una direttiva europea, quindi la recepisce, che è il DL
in attuazione della direttiva 2008/114 recante l'individuazione, la designazione delle infrastrutture europee, la
necessità di migliorarne le condizioni. Cioè in ambito europeo ci si sta preoccupando di fare una mappatura di
aree e questa non è cosa di poco conto ma è molto importante. Vi leggo l'oggetto solo perché si capisca la
portata europea di questa decisione ancorché mondiale. "Il presente decreto stabilisce le procedure per
l'individuazione e designazione di infrastrutture critiche europee nel settore dell'energia e dei trasporti, nonché
la modalità di esecuzione della sicurezza. Quindi è un decreto molto tecnico e tutto quanto ma ci dà la portata
di quanto un argomento simile non si possa decidere qui ora denuclearizzandoci in quattro o il singolo Stato
ma va aperta la discussione. Ben venga quindi la moratoria e un serio confronto europeo sull'argomento ed
una seria condivisione anche delle tecnologiche. Un'ultima puntualizzazione (parola inc.) è stato approvato in
tempo. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, Assessore Taiti. Consigliere Pessuti.
CONSIGLIERE PESSUTI: Non volevo intervenire ma mi ha un po’ invogliato l'Assessore Taiti.
Rammentando i 30 anni dell'uscita della Italia dal nucleare bisognerebbe fare una riflessione. Noi in trenta
anni non siamo riusciti a smaltire le scorie riadioattive di Caorso; anzi, addirittura sembra che l'attuale
governo in qualche maniera, da un'inchiesta fatta da un giornalista free lance sembra che per eliminare
qualcosa il Governo Berlusconi stia facendo degli accordi con delle aziende in odore di mafia. Quindi
capiamo in che nazione si sta vivendo dove non si riesce, come ha detto Marinaccio, a smaltire i rifiuti perché
si mettono sotto il tappeto per farli riuscire da altra parte e questo è argomento molto serio, è altra cosa. Un
altro argomento molto importante è relativo al disconoscimento della sovranità popolare. Un Presidente del
Consiglio che ogni momento dice che la sua autorità dipende dalla sovranità popolare perché è stato eletto dal
30% degli italiani, è stato eletto e quindi lui è autorizzato a far tutto ma questo è il primo Governo che non
riconosce e non si assoggetta alla volontà popolare perché chiaramente il decreto omnibus e la moratoria di un
anno sul tema nucleare è un scandalo, è una truffa vera e propria per impedire di svolgere questo referendum
che sappiamo bene essere un referendum trainante che si porterebbe dietro anche l'approvazione del
referendum sul legittimo impedimento e quindi si torna sulle problematiche personali del nostro caro
Presidente del Consiglio e tutto è assoggettato a questo. Grazie.
PRESIDENTE: Capogruppo Federico Meoni.
CONSIGLIERE MEONI F.: Penserei e rifletterei tante volte soprattutto quando si va a dire che un Governo fa
accordi con la mafia o vuole fare accordi con la mafia per le scorie radioattive. Forse non mi intendo di
nucleare ma forse non si ha ben chiaro cosa sono le scorie radioattive neanche da chi vuol fare un referendum.
Attenzione... Torniamo a cose che ci riguardano forse e che si possono analizzare un attimino. Il referendum
sul nucleare. Come ho detto prima non sono una persona in grado di poter fare una valutazione sugli effetti
del nucleare se non poterlo analizzare a livello personale e quindi come tutti i cittadini da quello che si è letto.
Quando al precedente referendum l'Italia ha votato "no" per me ha perso un treno tecnologico importantissimo
che si portava dietro la scelta del nucleare. Gli italiani hanno scelto sulla base della emotività del momento e
hanno scelto di non usufruire di questa tecnologia, in pratica si è fatto a meno di quello che poteva essere non
dico il fuoco ma qualcosa di molto vicino. La scelta di ribloccare nuovamente il nucleare con un ulteriore
referendum in questo momento è ancora più preoccupante perché non si valuta assolutamente quello che c'è
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intorno a noi in Europa e si è visto poteva essere giusto nell'82 se tutti gli altri Stati membri ci fossero venuti
dietro. Oggi potevamo dire che si era fatta una scelta giusta essendo il primo stato a trainare quel treno; in
realtà siamo stati uno tra i pochi dell'Unione Europea a non fare quella scelta, anzi chi l'ha fatta le ha messe
vicine così ci poteva vendere in maniera più veloce l'energia, la poteva fare arrivare diretta perché molte,
tante, di quelle centrali forniscono a noi l'energia oggi. Non voglio parlare dell'energia assolutamente, voglio
rimanere su questo tema. Fare un referendum in Italia oggi a che cosa serve? A riprendere nuovamente una
posizione su ciò che abbiamo detto nell'82 e quindi a non mettersi a quel tavolo in Europa per discutere di
questa energia, chiudersi a quella alternativa, la possibilità di mettersi ad un tavolo in Europa e discuterne.
Secondo me un referendum valido sarebbe a livello europeo se si potesse fare, tutti gli stati membri scelgano
se avere il nucleare o no, allora sì, ma richiudersi in noi stessi e quindi non parlare di nucleare in Italia è
chiuderci la trattativa completamente. Quando si è parlato delle energie alternative nel documento avevo
scritto che per ogni zona, cerco di rimettere insieme, non ricordo esattamente le parole, c'è la possibilità di
sfruttare delle energie naturali. In Europa ci sono più posizioni che possono sfruttare diversi tipi di energia,
non è detto che ci sia un'area in Europa, perché no anche in Italia, chiaramente valutata da persone
competenti, non da me, che sia in grado di determinare dove poter posizionare queste centrali nucleari e di
quante di queste possiamo avere bisogno. Non sono, l'ho detto prima, né favorevole né contrario al nucleare,
secondo me però si è perso un treno nell'82 quando lo che si poteva sfruttare, ci potevamo essere sul nucleare,
vendere agli altri Stati le nostre tecnologie che avevamo. Al momento che si è bloccato il nucleare e non si è
sviluppato non si sono sviluppate neanche le tecnologie per cui oggi si devono andare a comprare da altre
parti. Ad Agliana fu trattato il tema del nucleare in maniera interessante con due parti, una parte che era
Legambiente, tecnica che si intendeva di quello, ed un'altra parte che sosteneva il nucleare. Fu molto
interessante ascoltare i favorevoli ed i contrari per lasciare a tutte le persone la libertà di scegliere da soli. Ho
visto che oggi ci sono già possibilità di poter stoccare in maniera sicura le scorie, almeno detto da esperti non
da me, che non è un sito definitivo, anche questo va detto, che successivamente sicuramente troveranno un
sito sicuro e ce ne sono già allo studio in diversi paesi dell'Europa dove mettere le scorie perché non è detto
che le scorie di un paese debbano per forza andare in quel paese. Perché stiamo parlando di scorie radioattive
che devono essere depositate in dei siti sicuri e solo gli esperti ci possono dire quali sono. Se questo sito
sicuro fosse in Italia? Cosa si fa, ci si distacca completamente dall'Europa perché non possiamo prendere le
scorie radioattive degli altri paesi. Allora non ci si mette a quel tavolo per esser sicuri che non ci tocchino
quelle scorie e quindi ci si chiude. In Sardegna hanno votato, hanno fatto la loro scelta, liberi ognuno di fare la
propria. Non vedo perché non debbo essere libero di scegliere la mia. Il Governo ha fatto una scelta di
bloccarlo secondo me giustissima. C'è la Cassazione che se dice che si va a votare non vedo perché non si
debba andare. Il Governo ha fatto una scelta; nell'82 si è bloccato su un'emozione del momento, dopo quella
emozione tanti di quelli che hanno votato contro pensavano il contrario. Oggi siamo nella stessa identica
situazione e Fukushima ha insegnato tanto perché innanzitutto ci ha detto quello che succede e l'intervento. Ci
sono molti che sostenevano il contrario ed era la seconda volta... Molti sostenevano che il disastro sarebbe
stato di proporzioni drammatiche, non si può dire il contrario, ma si può dire che si riesce a contenere e che si
può intervenire; non l'ho affermato io, lo affermano documenti di esperti che come ho trovato io li avete
trovati tutti e tutti si sono letti. Sicuramente si è scelto quelli che ci facevano più comodo. Sono favorevole al
nucleare, lo sono stato sempre e continuo ad esserlo. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Federico Meoni. Ci sono altri interventi? Finisce il primo giro.
Capogruppo Nincheri.
CONSIGLIERE NINCHERI: Non ho capito molto alcuni interventi di stasera da parte della Maggioranza,
alcuni semplicisticamente perché non si sono espressi né a favore né contro e quindi magari si asterranno o si
faranno un'idea successivamente, magari sarebbe stato meglio farsela prima, altri erano contrari ma forse
magari qualche motivo per essere a favore c'è. Non ho capito l'intervento del Presidente perché innanzitutto in
qualche modo ha attaccato l'istituzione del referendum, posso essere d'accordo sul fatto che dei referendum è
stato abusato in maniera eccessiva, ecc., ecc., ma comunque è l'unica vera fonte di democrazia diretta. Magari
prima si vota una commissione di partecipazione di controllo e poi invece il referendum dove il cittadino va e
dice "sì" o "no" non va bene. Ci si appella al popolo, al giudizio ed al mandato del popolo come un giudizio
divino quando fa comodo e quando invece se ne ha paura oppure si preferisce scantonare allora il popolo non
è più il popolo ma è il suddito che non è in grado, secondo me è anche molto offensivo, di giudicare perché è
sotto un effetto di paura per quanto è successo a Fukushima piuttosto che da altre parti. Non è in grado di
capire e di giudicare e quindi meglio soprassedere, vediamo più avanti. Avevo detto, pensavo di essere stato
chiaro, che la nostra non era una mozione partitica, né tanto meno contro Berlusconi; certo, era contro il
Governo perché ha fatto quel che ha fatto. Non era una valutazione contro Berlusconi, né a favore di Bersani,
né della Hack; non mi interessa quello che ha detto quello o l'altro. Le nostre erano valutazioni neanche
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tecniche, non siamo ingegneri, non siamo fisici, non siamo costituzionalisti, invece ho sentito da più parti che
il muro non andava bene, che bisognava farlo più alto, la fossa di contenimento, quello e l'altro, la distanza dal
mare, forse pioveva, oppure costituzionalisti per dire quello che dovrà decidere la Corte Costituzionale. Se
deciderà di non mandare a referendum e quindi di farlo decadere ne prenderemo atto. Non è un problema
questo e tra parentesi è curioso il fatto che si vota il 12 e la Corte Costituzionale sembra che lo farà sapere il 9.
Anche qui come al solito, tanto siamo un paese talmente ricco che non ci interessa nulla, con le schede
stampate, con tutto quanto predisposto, e questo è un dettaglio, chiudiamo parentesi, tanto non ci interessa.
Volevamo portare all'attenzione una questione né di destra, né di sinistra, è una questione di passato e di
futuro, forse generazionale. Ragioniamo ancora, mi ci metto anch'io, non è questione di quarantenni, ventenni
o sessantenni, è questione di Novecento; ragioniamo ancora con la testa del carbone, del petrolio e dell'energia
nucleare senza guardare a quello che è davanti a noi. Credo che da questo punto di vista si debba approfondire
ed andare oltre certe situazioni. Questo non perché c'è l'esperto, il tavolo o l'Europa ma è un segno di
razionalità. Le conoscenze già ci sono, si sa che l'uranio terminerà, che i costi sono quelli che sono, che
l'apporto sarà limitato e per questo bisogna guardare oltre e cercare di utilizzare queste risorse per andare
attraverso la ricerca a trovare soluzioni alternative, già oggi il solare o l'eolico, piuttosto che altro. Anche la
questione che siccome ci sono dietro la frontiera allora se succede un incidente... Cosa vuol dire? Perché ci
sono là bisogna aumentare il rischio? Siccome ce ne sono dieci facciamone cento? Questo può valere per
tutto; siccome c'è in impianto a Montale facciamone uno anche a Agliana e a Quarrata, invece che uno grosso
all'Osmannoro facciamone tanti piccini. È un ragionamento del Novecento, vecchio. Se c'è un rischio, se c'è
un pericolo, lo stanno valutando tutti perché non è vero che in Europa non si stanno muovendo. La Germania
ha deciso di posticipare l'inizio dei lavori per prolungare la vita di 17 reattori nucleari del paese, la Svizzera ha
sospeso la procedura in corso relativa alla domanda di autorizzazione per 9 centrali, in Belgio il ministro
dell'interno, che era uno dei favorevoli all'energia atomica, ha invitato ad incoraggiare le energie rinnovabili,
l'Australia che ha il 30% delle miniere di uranio ha ribadito attraverso il premier qualche tempo fa il suo "no"
alla costruzione di centrali nucleari, in Canada hanno deciso di terminare il percorso delle nuove centrali e
così via. Il Mondo si sta muovendo, siamo noi che nel “paesiello” siamo ancora ancorati nei nostri confini e
non ci guardiamo intorno e non ci rendiamo conto di cosa sta succedendo. Non è un problema di destra o di
sinistra ma di futuro per le nuove generazioni. Ormai, tra virgolette, abbiamo già percorso un tratto di questa
vita ed utilizzato le risorse, i famosi beni comuni a cui faceva riferimento Marinaccio prima, bisogna pensare
a chi verrà dopo e a chi li lasceremo e come li lasceremo. Per questo è importante il referendum, è importante
perché in qualche modo dà la possibilità di indicare un segnale in questa direzione. Se riteniamo che quando
ha votato uno schieramento gli ha dato una maggioranza schiacciante e ha fatto vincere le elezioni ad uno
schieramento piuttosto che ad un altro lo ha fatto convintamente, perché non sono stupidi, perché credevano
che quella fosse la scelta giusta, altrettanto dobbiamo avere riconoscenza verso questi cittadini che votano o
voteranno in un senso o in un altro. Se in Sardegna hanno votato al 97% contro probabilmente non hanno
votato solo quelli del centro sinistra o gli ambientalisti o estremisti o quant'altro ma hanno votato anche
elettori del centro destra perché questa non è questione di destra o di sinistra. Credo che quando si dice che le
sentenze non si giudicano ma si accettano, non si commentano ma si accettano, anche i voti popolari non si
commettano e si accettano e questo vale per sempre, per le politiche, per le amministrative e per i referendum.
Si deve avere il coraggio di portare, spiegando meglio, questo è giusto, anch'io non ho tutte le conoscenze per
arrivare a prendere una decisione compiuta, quindi far conoscere, informare e attraverso questo arrivare a
scegliere e votare ed il voto deve essere accettato ed invece cosa vediamo? Che la RAI, servizio pubblico, non
sta facendo informazione, vediamo che non ci sono trasmissioni di nessun tipo, vediamo che c'è un livello
politico, che è quello che è, di discussione su queste tematiche e non ultima, famosa questione su cui non
rientro già affrontata da tanti, di questo decreto. Concludo dicendo che l'intendimento di questa mozione fosse
arrivare a dire che su tematiche così importanti si deve dare la possibilità ai cittadini di esprimere la propria
opinione.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri. Ci sono altri interventi? Per il secondo giro un intervento
ciascuno di 5 minuti. Capogruppo Marinaccio.
CONSIGLIERE MARINACCIO: Vedo che l'intervento che mi ha preceduto era in linea con quanto detto
anche da me prima, il fatto che non c'è un'appartenenza di partito su tale decisione ma si chiede di rimettere la
palla ai cittadini che si esprimano. Ritengo che ci sia stata informazione, non vorrei smentire il capogruppo
Nincheri, c'era il forum sul nucleare istituito dal Governo a seguito delle scelte che voleva compiere. C'è stato
questo forum dove sono stati chiamati in causa anche persone che erano favorevoli ed altre no. Non entro in
questa polemica non avendo competenze tecniche, mi posso esprimere con il buon senso. Ho qui una tabella
dove viene riassunto quante centrali abbiamo al mondo, sono 438 e sulla base di quanto è stato espresso anche
prima dai vari gruppi, sia di Maggioranza che di Minoranza, arriveremo, qualora qualcuno sia per l'ipotesi di
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costruire questo impianto, quando il carburante che dovrà essere immesso in queste centrali sarà in
esaurimento ed avrà dei costi esorbitanti o forse non ne avremo in sufficienza per tutti questi impianti. Una
seconda considerazione sempre dettata dal buon senso, come anche diceva la Consigliera Baldi, è che sono
preoccupato di quello che ho intorno. Proprio perché quando non voglio una cosa in casa mia, cerco di far
quadrato in casa mia e poi pretendere che il confinante che ho intorno si adegui non perché voglio imporre ma
perché forse un atteggiamento che ha un mio confinante, seppure può sembrare di prevaricare una libertà, è
proprio il confinante stesso che prevale questa libertà perché qualora succede un evento come in Giappone la
sua libertà non farà altro che devastare la mia vita. Chiedo solo rispetto ed è questo che l'Italia poteva fare. Ha
perso un treno, come diceva il Consigliere Meoni, non ha colto quella occasione per migliorarsi, è stato al
balcone solo perché il gestore dell'energia elettrica ha preso accordi, come emerso dai banchi della
Maggioranza, con la Francia che ha messo le proprie centrali a ridosso dei confini. Questo non è che mi
tranquillizza; anzi, a maggior ragione avrei chiesto l'inverso ma non c'è stato. Purtroppo vanno avanti gli
interessi e non prevale il buon senso; gli interessi economici sono di pochi ma l'interesse della salute è di tanti.
Detto questo cosa altro aggiungere? Un'ultima considerazione sempre del capogruppo Federico Meoni, al di là
dei dati certi che lei asserisce di avere, non sono qui a voler né smentire, né tanto per concordare il dato, ma
dall'inizio di tutta questa vicenda non sono mai stati chiari i dati che ci sono stati rilasciati in Europa dal
Giappone, non si è mai avuto chiarezza dalla azienda che gestisce l'impianto perché si è parlato di vari livelli
di criticità dalla mattina alla sera. Con tutta onestà devo dire massimo rispetto per il Presidente del Giappone
che in un'intervista ha detto che molto probabilmente il Giappone uscirà dal nucleare perché con un errore
forse di progettazione, come qualcuno ha detto, al di là del numero delle pompe, o perché forse era datato
l'impianto, sta di fatto che un evento naturale eccezionale ha portato a questo evento. Ho il massimo rispetto
di questo signore che con molta umiltà ha rilasciato queste dichiarazioni visto che aveva una nazione in
ginocchio.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Marinaccio. Ci sono altri interventi? Nincheri.
CONSIGLIERE NINCHERI: Come replica finale volevo molto velocemente fare un riferimento. Siccome è
stato detto "valutiamolo, bisognerebbe farlo a livello europeo, bisognerebbe che queste tematiche fossero
affrontate" anche qui magari bisognerebbe invece conoscere le cose. Il commissario europeo per l'energia ha
detto qualche giorno fa che l'Europa non è competente in materia energetica ma i singoli stati sono
pienamente autonomi di operare e scegliere. Questo è curioso perché quando fa comodo e non si vuol
decidere o prendere campo o posizione si demanda tutto all'Europa, tra parentesi succede anche qui
sull'impianto, una volta è la Provincia, una volta è la ASL, una volta è la Regione, un'altra il Comune di
vattela a pesca, quando non ci si vuole muovere o si ha paura di prendere una posizione. Quando invece si
vuol fare una cosa noi contro le normative europee allora l'Europa è cattiva, bisognerebbe studiare tale
questione. La motivazione vera che c'è dietro l'ha detta Berlusconi stesso e non Nincheri, Bersani, la Hack, o
il pericoloso ladro di macchine di Milano, la questione l'ha detta Berlusconi candidamente perché si può dir
tutto ma non che non sia una persona specchiata. "L'accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i
nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni,
per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria". Siccome ci sono sondaggi di qualche giorno fa che
dicono che due terzi dei cittadini, cioè il 70%, sono contrari, è successo il 97 in Sardegna, siccome si sa che si
perde e siccome si ha questa considerazione degli italiani e si vuol fare come ci pare, la loro convinzione è
che il futuro è il nucleare per cui bisogna baipassare questo passaggio referendario ed allora che si fa? La
moratoria senza fare nessun approfondimento, quelli che richiamava il capogruppo Federico Meoni perché
sarebbe stato più giusto farli ed invece no, si evita il confronto, non si permette al di là del forum che ha
coinvolto una piccola parte ma a livello di opinione pubblica non c'è stato nessun dibattito, confronto e
possibilità di capire. Chiediamo quindi che questo, tra l'altro come scritto nella mozione si fa riferimento
anche a un articolo dello statuto comunale che in qualche modo richiama il diritto alla salubrità, alla
sicurezza, ecc., ecc., e si fa riferimento a un'altra delibera consiliare che nell'84 indicava il Comune di
Montale come Comune denuclearizzato. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri. Si può passare direttamente alle dichiarazioni di voto senza
microfono.
CONSIGLIERE NINCHERI: La dichiarazione di voto del nostro gruppo consiliare è favorevole per le
motivazioni espresse precedentemente e chiediamo al Consiglio comunale che approvi all'unanimità questa
mozione.
PRESIDENTE: Grazie, capogruppo Nincheri.
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CONSIGLIERE MEONI V.: La dichiarazione espressa dal nostro gruppo è favorevole a questa deliberazione.
Le motivazioni sono state registrate in sede di discussione.
PRESIDENTE: Capogruppo Marinaccio.
CONSIGLIERE MARINACCIO: Il nostro gruppo consiliare è favorevole per le motivazioni espresse prima.
PRESIDENTE: Capogruppo Federico Meoni.
CONSIGLIERE MEONI F.: Il nostro voto alla mozione presentata è contrario. Non siamo favorevoli a questo
tipo di documento. Ritengo che il quesito referendario posto in essere debba essere discusso in più ampia
parte, come ho detto prima, e penso che l'Europa si debba assumere le proprie responsabilità davanti a
determinate questioni. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie. Si mette in votazione il punto 6 dell'O.d.G. "ordine del giorno presentato dal gruppo
consiliare progetto comune ad oggetto sostegno al quesito referendario contro il nucleare". Chi è favorevole?
6 voti favorevoli. Chi è contrario? 12 voti contrari. Astenuti? Nessuno. Il Consiglio respinge la mozione. Si
chiude il Consiglio comunale alle ore 1,20. Buonanotte a tutti.