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«Eco-innovazioni»
ECODESIGNER DI PRODOTTI E
SERVIZI GREEN INNOVATIVI
GREEN JOBS – Formazione e Orientamento
ECODESIGNER DI PRODOTTI E
SERVIZI GREEN INNOVATIVI
INTRODUZIONE DI CONTESTO E LEGAME CON I
CONCETTI DI ECO-INNOVAZIONE
L’eco-design è l’attività di ideazione e progettazione di un prodotto o
servizio che ha come obiettivo finale la riduzione del suo impatto
ambientale, sia per quanto riguarda la produzione che per l’utilizzo e
lo smaltimento finale.
L’importanza dell’eco-design è evidente se si pensa che le scelte
progettuali sono responsabili di circa il 70-80% dell ’ impatto
ambientale successivo del prodotto, perché spesso scelte fatte a
monte non sono rimediabili a valle del processo produttivo.
Le tre principali strategie di eco-progettazione sono riassumibili così:
- design per la riduzione: riduzione del materiale e dell’energia
impiegate sia nella produzione che nell’utilizzo del prodotto;
- design per la durevolezza: per far sì che il prodotto sia più solido,
facilmente riparabile e in generale viva più a lungo;
- design per il disassemblaggio: perché, alla fine della vita del
prodotto, sia possibile disassemblare i componenti, per recuperare
quanta più materia possibile.
L’Unione Europea ha emanato nel 2009 una Direttiva Eco-design
dedicata in particolare sia ai prodotti che necessitano di energia per il
loro funzionamento (ad esempio computer, frigoriferi, lavatrici), sia ai
prodotti dai quali dipendano possibilità di risparmio energetico (ad
esempio le finestre, gli infissi, le soluzioni per l’edilizia sostenibile, e
così via). Si tratta quindi di uno sforzo notevole per l’innovazione al
servizio del miglioramento delle performance ambientali di tanti
prodotti, sebbene dal punto di vista privilegiato del tema energetico.
DESCRIZIONE ATTIVITÀ
L’attività di eco-design è chiaramente un perfezionamento in chiave
sostenibile della classica attività di ideazione e design di prodotti,
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processi e sistemi.
La disciplina del design è trasversale ai settori produttivi: fanno
parte di questa attività la progettazione di un edificio, della scocca di
un’automobile, l’ideazione di un evento, il design di un piano di
miglioramento di una piazza pubblica. In tutte queste sfumature di
contesto, il progettista si muove tra i vincoli imposti dal
committente, cioè le indicazioni di partenza, e tra le possibilità
offerte a livello di risorse, tempo e limiti oggettivi reali.
Fare eco-design significa tenere sempre a mente, mentre si
progetta, le sei R:
- Ripensare il prodotto e il suo utilizzo;
- Ridurre le componenti, il materiale, l ’ energia necessaria a
produrlo e farlo funzionare;
- Rimpiazzare componenti pericolosi con altri più innocui;
- Riciclare: ossia usare dove è possibile materiali riciclati e
assicurarsi che poi i materiali usati possano essere a loro volta
riciclati a fine vita del prodotto;
- Riutilizzare: ossia pensare ad un eventuale riutilizzo del prodotto;
- Riparare: ossia progettare oggetti che possano essere riparati
invece che sostituiti in caso di rottura.
L’obiettivo finale è quello di realizzare prodotti, processi o sistemi
in grado di “stare sul mercato” perché in linea con i bisogni del
cliente, ma allo stesso tempo in grado di migliorare le performance
ambientali rispetto ai prodotti concorrenti.
COMPETENZE
L’eco-designer deve avere, oltre a conoscenze in fatto di design e
progettazione, solide conoscenze in ambito ambientale, con
particolare attenzione alla chimica dei materiali, alla questione
energetica all ’ interno delle filiere e dei processi produttivi,
all’analisi LCA, alla gestione di scarti e rifiuti.
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Rispetto alle competenze e alle attitudini personali, ad un buon ecodesigner è richiesto di essere creativo, curioso, dallo spirito
innovatore, capace di guardare al proprio lavoro con ottica sistemica
e di collaborare con una serie di altri professionisti nel momento
della progettazione, sia per raccogliere informazioni che per
verificare la fattibilità delle proprie idee.
Esistono molti strumenti in grado di accompagnare l’eco-designer
lungo la fase di progettazione: il più importante è il programma
software CAD (Computer Aided Design), lo strumento classico
utilizzato da architetti e ingegneri nella realizzazione di disegni
tecnici. Da poco è uscita sul mercato una estensione dedicata
proprio all’eco-design (STAR di Graphisoft), utile in particolare, ma
non solo, nell’ambito della progettazione eco-sostenibile di edifici.
MERCATO E TRATTAMENTO ECONOMICO
I contesti lavorativi per l’eco-designer sono principalmente due: il
primo è quello dello studio di progettazione, dove architetti,
ingegneri e designer lavorano alla progettazione di prodotti e servizi
per conto di imprese committenti; il secondo è quello delle grandi
imprese che hanno al proprio interno un laboratorio di
progettazione. In entrambi i casi l’eco-designer si trova a lavorare in
stretto raccordo con una serie di altre professioni, green e non: dal
chimico esperto di materiali ai fornitori della materia prima, dal
tecnico incaricato della realizzazione del prototipo a chi valuta la
fattibilità economica fino a chi si occuperà della comunicazione
dell ’ innovazione. Nel primo caso queste figure sono esterne
rispetto al proprio luogo di lavoro, mentre nel secondo sono in
buona parte colleghi di altri reparti.
PERCORSO FORMATIVO
Se fino a pochi anni fa il percorso formativo obbligato per l’ecodesigner prevedeva la laurea magistrale in Architettura, con
successivo master o corso di specializzazione in eco-design, oggi
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sono sempre più diffusi e attuabili percorsi che prevedono la laurea
triennale in design industriale (sempre all’interno della Facoltà di
Architettura), alla quale far seguire un approfondimento
specialistico sull’eco-design.
RETI
Il primo master in Italia dedicato all’eco-design si tiene ogni anno
dal 2007 presso la Facoltà di Architettura dell ’ Università di
Camerino (www.cup.ap.it/). Altri centri universitari di pregio per
quanto riguarda la progettazione sono il Politecnico di Torino e lo
IUAV di Venezia. All’estero un buon punto di riferimento per avere
indicazioni e informazioni aggiornate è ENEC, European Network of
Eco-design Centres (www.ecodesign-centres.org), rete per lo
scambio e la collaborazione fondata da 5 centri di eccellenza
europei.
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Sintesi
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L’eco-design è l’attività di ideazione e progettazione di un prodotto o
servizio avendo come obiettivo finale la riduzione del suo impatto
ambientale, sia per quanto riguarda la produzione che per l’utilizzo e lo
smaltimento finale.
Le sei R dell’ecodesign: Ripensare il prodotto e il suo utilizzo; Ridurre le
componenti, il materiale, l ’ energia necessaria a produrlo e farlo
funzionare; Rimpiazzare componenti pericolosi con altri più innocui;
Riciclare: ossia usare dove è possibile materiali riciclati e assicurarsi che poi
i materiali usati possano essere a loro volta riciclati a fine vita del prodotto;
Riutilizzare: ossia pensare ad un eventuale riutilizzo del prodotto; Riparare:
ossia progettare oggetti che possano essere riparati invece che sostituiti in
caso di rottura.
L’eco-designer deve avere conoscenze in fatto di design, progettazione e
in ambito ambientale, con particolare attenzione alla chimica dei materiali,
alla questione energetica all’interno delle filiere e dei processi produttivi,
all’analisi LCA, alla gestione di scarti e rifiuti. Rispetto alle competenze e
alle attitudini personali, sono necessari spirito innovatore, curiosità e
capacità di guardare al proprio lavoro con ottica sistemica e di collaborare
con una serie di altri professionisti nel momento della progettazione.
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Per saperne di più
Master Ecodesign Università di Camerino: www.cup.ap.it/
ENEC: www.ecodesign-centres.org
Direttiva Ue Ecodesign: http://ec.europa.eu/
Paolo Tamborrini, Design Sostenibile. oggetti, sistemi e comportamenti,
Electa, 2009.
Daniel Williams, Sustainable Design: Ecology, Architecture and Planning, John
Wiley & Sons, 2007.
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Crediti
• Materiale a cura del progetto La.Fem.Me – Lavoro Femminile Mezzogiorno
– Italia Lavoro S.p.A.
• Rielaborazione in collaborazione con il progetto Increase
• Fonti:
- Focus Lab (www.focus-lab.it)
• Immagini:
- Foto copertina: 1. James Monkeyyatlarge; 2. Fil.al; 3. Simada 2009
• Aggiornamento Ottobre 2014
• Per informazioni – [email protected]
[email protected]