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Appunti di viaggio
Matteo Richiardi
skipper Avemaria
Mille Miglia senza glutine
Una sfida in barca a vela
Jacopo sull’Avemaria
Questo è il racconto della mia partecipazione “senza glutine” alla Mille Miglia Tre Mari, una sfida velica che prevede la circumnavigazione di 1000 miglia nautiche, senza scalo né assistenza, intorno all'Italia (www.millemigliatremari.it).
Su di me
Matteo Richiardi, nato a Torino nel 1972, di professione ricercatore universitario (Economia Politica) presso l'Università di Torino,
celiaco. Navigo da tanti anni, dal 2003 sono armatore
dell'Avemaria, su cui ho vissuto dal 2006 al 2009, quando ero ricercatore ad Ancona. Battendo la bandiera senza glutine della
Schär l'Avemaria ha partecipato ad alcune tra le più importanti regate d'altura italiane: la Giraglia (da St.Tropez a Genova) nel
2007, la Barcolana a Trieste nel 2009, e la Mille Miglia Tre Mari,
per l'appunto, nel 2010. Nel 2008 l'Avemaria-Schär ha portato un
carico di prodotti senza glutine attraverso l'Adriatico, da Ancona fino in Bosnia, consegnandolo all'associazione celiachia locale,
per sottolineare l'importanza di un problema che in quel paese passa spesso in secondo piano.
Sul Trofeo
Il Trofeo Mille Miglia Tre Mari è una sfida unica nel suo genere:
tutti possono partecipare, basta che abbiano una piccola barca
(sotto i 12 metri). Il percorso è a scelta - purché si parta e si arrivi
nelle acque antistanti un qualsiasi porto italiano; la data di partenza è libera, l'equipaggio pure (ma se si parte in troppi non c'è poi
abbastanza spazio per il cibo e per l'acqua). Bisogna però percorrere almeno 1000 miglia a vela, senza scalo né assistenza, tenendosi entro il limite delle acque territoriali italiane.
cumula. La convivenza forzata di tre persone che non sono mai andate in barca insieme.
Mercoledì 9 giugno
Ho mandato la lista dei prodotti senza glutine richiesti, gentilissimamente offerti dalla Schär, come sponsorizzazione dell'impresa. Già, perché non l'ho detto: sulla mia barca il glutine non entra. Infatti, c'è già abbastanza casino a bordo di una piccola barca
a vela per sconsigliare scompartimenti separati per il cibo con e
senza glutine: a parte il fatto che non ci sono gli scompartimenti,
sarebbe impossibile tenerli separati, con la cucina piccola, la barca sbandata, la notoria assenza di aspirapolveri in alto mare...
Dunque, cibo senza glutine per tutti, che è anche un bel modo di dire: il problema è piccolo, lo condividiamo, e sparisce.
Ma nel nostro caso la cosa si fa più interessante, perché durante una lunga navigazione è giocoforza contare molto sui cibi secchi: il nostro viaggio avrà allora una componente scientifica importante (!), permetterà di studiare l'effetto di tre settimane di dieta
massiccia senza glutine, sempre con gli stessi prodotti, su due persone non celiache. Vedremo se sogneranno panetterie galleggianti (per fortuna si dormirà poco!), oppure si abitueranno: addirittura, potrebbero diventare addicted, ed impazzire per i Salinis
come è successo ad una mia amica...
Dal canto mio, voglio fare di tutto per prevenire un ammutinamento: ho allora approfittato molto dell'assortimento dei prodotti:
dai salatini agli snack, dai cracker ai wafer ecc. ecc. Anche se, come sanno bene tutti i celiaci, molti prodotti hanno una quantità di
packaging enorme rispetto al loro peso: dovremo levarli tutti dalle
scatole, prima di stivarli.
Lunedì 7 giugno
Stasera ci siamo finalmente incontrati, l'equipaggio che parteciperà alla circumnavigazione. Jacopo,
16 anni, e Dario, settanta something. Ho
cercato di descrivere quello che ci
aspetta. Innanzitutto molta stanchezza. 15-20 giorni di
privazione del sonno, con l'associato rischio di commettere
errori, fisici e mentali. Quindi la possibilità di trovare vento
contrario e, forse anche peggio, magari
giorni e giorni di piatta totale. Il caldo, il
sole. Le difficoltà di
lavarsi. La necessità
di razionare l'acqua
dolce. Lo spazio ristretto a bordo, in cucina e in bagno. La
spazzatura che si ac-
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Lunedì 28 giugno
... per un pelo non saltava tutto. Cavolo, Jacopo, ma dovevi proprio farti rimandare?
Con i corsi di recupero che finiscono
un giorno prima della nostra partenza?
Beh, prendi un treno
e ci raggiungi. Stavolta l'abbiamo
scampata bella.
Venerdì 9 luglio
Aperitivo di commiato ad Ancona, ed
incontro con i rappresentanti di AIC.
Conosco Gabriella
Riganelli e una parte
del suo team, che
ascoltano a metà tra
l'entusiasti e il preoccupati (per la nostra sorte) la mia descrizione dell'avventura. Sulla barca viene issata la bandiera
dell'AIC, insieme a
quella della Schär e a quella della Mille Miglia Tre Mari. Ultimi brindisi alcolici: a bordo abbiamo portato solo due bottiglie, una per il
passaggio dello Stretto di Messina, e una per l'arrivo.
Sabato 10 luglio
Ore 20.16: Giuseppe Mascino, uno dei migliori velisti italiani e
membro del Comitato Organizzatore, risale sul gommone, dopo
aver sigillato l'asse: è la partenza! C'è appena un filo di vento, piano piano riusciamo ad allontanarci verso il largo, passando vicinissimi alla diga di frangiflutto del porto. Adesso sono le due di notte. Da tre ore siamo piantati senza vento, derivando piano piano forse a mezzo nodo, forse anche a meno - verso sud. Non ci poteva essere momento più sbagliato per partire. Se la nostra è una
prova di resistenza, una regata mentale innanzi tutto, cominciamo
bene: devo ricacciare indietro l'immagine di noi tra una settimana,
a poche miglia da qui, con l'acqua e il cibo che cominciano a scarseggiare, tutti bruciati dal sole, a guardarci in cagnesco uno con
l'altro... E invece cerchiamo di essere ottimisti: la possiamo chiamare semplicemente una "partenza soft"? Abbiamo cominciato i
turni: adesso Dario dorme come un ghiro in cuccetta, Jacopo ha il
compito fondamentale di tenere dritta la barra del timone, in modo
da far scarrocciare l'Ave nel verso giusto - un mestiere che anche
il pilota automatico, in queste condizioni, si rifiuta di fare. E io sono
qua. "Oh, Matteo", chiama Jacopo. "Arrivo, che c'è?". "C'è un po'
d'aria, alziamo 'sto fiocco". "Ehi, fantastico, subito". [Grind grind, il
genoa va su]. Bam, bolina larga, mare piatto, 5 nodi e mezzo. "Oh,
Matte, sono o non sono un grande?". "E perché, l'hai prodotta tu
tutta 'st'aria?". "No, però l'ho scoperta io!". "Magari è la stella cadente che ho visto prima...".
Comunque, sei un bravo marinaio Jacopo, sono felice di averti a
bordo, poi lo leggerai. Fussa ch'a fussa che dura.... già un po' sta
cedendo, ma almeno abbiamo la prova che siamo in mezzo al mare e non su di un lago di melassa...
Domenica 11 luglio
Da questa mattina abbiamo su lo spi. Ora 'cuoncio cuoncio' - come dicono i napoletani - ora più speedy, maciniamo miglia. Prima
strambata perfetta, quasi non ci volevo credere. Sulle nuove mura
però niente ombra, e sole che ci spacca in due.
Lunedì 12 luglio
Ragazzi, questa cosa della circumnavigazione è bellissima! Stamane sullo sfondo avevamo il Gran Sasso innevato, domani chissà dove saremo. Un paesaggio dopo l'altro, una regione dopo
l'altra, l'Italia così non l'avevo vista mai...
Martedì 13 luglio
Oggi ci siamo mossi pochissimo: appena 40 miglia in 24 ore.
Questo porta il totalone a 180 miglia, ovvero una media di 60 al
giorno. Sta a vedere che la partenza-lumaca da Ancona resterà la
nostra performance migliore. Nel frattempo le barbe crescono, le
pelli si abbronzano, le occhiaie si allargano. L'hai voluto il canotto,
adesso rema.
Giovedì 15 luglio
Al traverso di S. Maria di Leuca. Ragazzi, le giornate come oggi
sono fantastiche ma stancano parecchio! I turni saltano: con vento, onda e spi sono l'unico in grado di portare la barca. Oggi sono
stato ininterrottamente al timone dall'una del pomeriggio alle 10 di
sera, salvo una mezz'ora per preparare cena. All'una di notte siamo passati al traverso del faro di Santa Maria di Leuca: e un mare
è fatto!
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Sabato 17 luglio
... e il secondo mare... Pensavamo ad un lungo black-out di comunicazioni per l'attraversamento dello Ionio, e invece eccoci di
nuovo qua! Siamo già al largo delle coste della Calabria, con l'Ave
che non è MAI scesa sotto i 7 nodi! Fantastico! Arriviamo al faro di
S. Maria di Leuca e lo spi non sta più su, troppo stretto sulla nuova
rotta. Su genoa e... non cambia quasi nulla! Continuiamo ad andare come lippe. Io e Jacopo ci diamo i turni al timone perché tira parecchio - infatti il buon Jacopo alle 5.30 dà forfait e lo rivediamo poi
a mezzogiorno, la signorina! Nel frattempo il vento è un po' diminuito e anche girato leggermente di poppa, allora su spi e si continua ad andare come prima! Abbiamo anche due belle lenze a poppa, non si sa mai che tiriamo su qualche scarpone vecchio...
Lunedì 19 luglio
Hard days work. Stamattina, dopo due giorni di durissimo lavoro
per guadagnare la bellezza di 40 miglia, s'è impigliato un pesciolino all'amo. Abbiamo pensato: ma guarda quant'è piccolino, ingraziamoci dio Nettuno, ributtiamolo in mare. Mi avvicino per prenderlo in mano e... zac! Il bastardo mi taglia con la sua pinna caudale. Porca miseria che male: T R E M E N D O, e ve lo dice uno che si
fa 45 taglietti al giorno, su questa barca. Troppo male per un taglio:
questo pesciazzo deve essere velenoso! Lo dico a Dario, che da
medico competente qual è dice: ma va', mica pungono i pesci, vedrai che ti passa. Oh, ragazzi, sempre più male, in quest'ennesima giornata assolata e senza vento. Poi Jacopo guarda su internet e scopriamo che si tratta di una tracina, una zoccola di tracina,
per l'esattezza, e io che volevo solo ributtarla a mare (a mare c'è finita comunque, ma morta). Scopriamo anche che bisogna immergere la parte colpita in acqua calda, ma ormai sono passate due
ore e quindi non serve a nulla. Comunque, male porco, dopo due
giorni di bonaccia, e lo Stretto che incombe. Nel pomeriggio finalmente ci arriviamo, allo Stretto, e... bam! Arrivano 20-25 nodi
d'aria, esattamente in direzione contraria alla nostra. Riduciamo
la velatura, quand'ecco che... si scassa il bozzello della volante di
dritta, adesso se cambiamo bordo rischiamo di disalberare. Stacco la volante sottovento, libero la scotta dal bozzello grippato, sostituisco il bozzello con uno di scorta, poi riprendiamo a navigare
facendo lo slalom tra le navi, e alla fine ce la facciamo. Uuuf! Alle
23.30 ultimiamo il passaggio dello Stretto! Al taglio della linea tra i
fanali rosso e verde abbiamo stappato una delle due bottiglie che
ci siamo portati dietro: data la stanchezza accumulata, e
l'astinenza forzata da alcol dell'ultima settimana, in breve eravamo tutti un po' sbronzi. Come accompagnamento, l'ultimo pacchetto di salatini: adesso come faremo a stare svegli di notte, senza nulla di buono da sgranocchiare? Abbiamo messo un messaggio nella bottiglia e l'abbiamo buttata a mare: non farà forse una
grande strada, vicini come siamo alla costa, ma chissà. Abbiamo
un chilo di sale addosso, e una zanzara inferocita sta banchettando a mie spese mentre scrivo queste righe, ma siamo felici, e determinati a continuare. Con oggi abbiamo totalizzato 540 miglia di
navigazione in otto giorni, pari a 67.5 miglia giornaliere.
Martedì 20 luglio
Questa è la situazione meteo in cui siamo finiti: bonaccia totale,
zero vento. È dura, un caldo terribile, tra l'equipaggio si comincia a
parlare di abbandono. A questo proposito, potete immaginare la
mia posizione: si lascia solo se qualcuno sta male, abbandonare
dopo 650 miglia di navigazione, la tracina e tutto il resto sarebbe
troppo deludente. Comunque siamo in tre, e su questo si vota a
maggioranza. Io voto contro.
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sentiva l'odore dei ristorantini da riva, e noi
fermi, a rosicare, senza nemmeno poter comunicare. Poi, chiano chiano, s'è alzata un
po' d'aria, e siamo entrati nel golfo. La linea
di arrivo è tra la Torre Scuola, a est dell'isola
di Palmaria, davanti a Portovenere, e la torre
d'ingresso di Portovenere. Finalmente, alle
17.29, tagliamo la linea! Parte la bottiglia di
spumante, e non ne rimane nemmeno una
goccia da bere: tutta sulle nostre teste, in particolare su quella di Dario che non conosceva sapone da 15 giorni! Ci abbracciamo e
all'improvviso tutte le tribolazioni di questi
giorni, le manovre giuste e quelle sbagliate,
la fatica e la stanchezza, si sciolgono semplicemente nella sensazione di aver completato la nostra piccola impresa, uniti, noi
tre e la nostra barchetta, intorno alla lunga
lunga lunga penisola.
Matteo Richiardi
Venerdì 23 luglio
L'avventura stava per finire... ore 4.40 del mattino, golfo di Gaeta. Sono io al timone. All'improvviso un rumore, mi giro, e dalla notte sbuca un peschereccio, a pochi metri dalla poppa dell'Ave, che
lentamente - ma non troppo - avanza, chiaramente sotto pilota automatico e nessuno che controlla, tirando le sue reti. Non ho il tempo di fare niente. Solo constatare che se avessi allungato la mano
avrei potuto toccarlo. Sapete cosa significa un peschereccio da
20 tonnellate che viene addosso ad una barca a vela da 3 tonnellate, nel mezzo della notte? L'equivalente di un tir che travolge
un'auto parcheggiata…
Domenica 25 luglio
Tre marinai stanchi. Ieri botta di vento: un bel forza 6 proprio sulla faccia. Con due mani di terzaroli e la trinchetta viaggiavamo a 5
nodi, tra secchiate d'acqua e botte da orbi, ma con bordi completamente piatti. Dopo un paio d'ore così ho deciso di riparami dietro
l'Argentario. Ci siamo avvicinati a terra solo con la randa, e arrivati
davanti alla spiaggia, su otto metri di fondale, abbiamo filato ancora e ammainato tutto. Quindi non vi preoccupate: non siamo squalificati, il motore non l'abbiamo utilizzato! Abbiamo sistemato la barca, asciugato gli interni e i vestiti, ci siamo ripuliti e rifocillati, e poi
abbiamo fatto probabilmente il più grande sbaglio dall'inizio della
regata. Siamo andati a dormire. Erano le 10 di sera. Quando ci siamo svegliati, alle 3 di notte, il vento era abbonacciato completamente: dovevamo partire prima per uscire dal capo con il residuo
d'aria, adesso siamo intrappolati qua sotto, con le vele che sbattono, con il sole ormai alto. Ore perse...
Diciassette giorni gluten free
E infine qualche riflessione sulla nostra alimentazione senza glutine: ragazzi, funziona! Né Jacopo né Dario sono diventati verdi,
né hanno manifestato sofferenza acuta per
la mancanza di carboidrati “tradizionali”.
Complice anche la loro disponibilità, si sono
abituati da subito e quasi ci siamo dimenticati del problema. Questa è anche la stessa esperienza che ho
quando organizzo crociere estive, sempre senza glutine, con la differenza che lì si scende a terra e chi non è celiaco a terra mangia
quello che gli pare. Ebbene, mi sembra che si soffra di più, se così
si può dire, a stare un giorno senza glutine piuttosto che due settimane! Anche in questo caso, sta tutto nella testa! Come per i celiaci è l'idea di non poter mangiare una cosa che fa stare peggio, è così anche per i non-celiaci, quando condividono la nostra dieta. Ma
abituarsi un po' alle privazioni significa guadagnare spazi di libertà, questo è quello che la vela ci insegna…
Alcuni prodotti poi, tipo i crackers e i salatini, sono quasi indistinguibili dai prodotti con glutine, se non addirittura più buoni! E infatti, abbiamo sofferto tutti coralmente quando li abbiamo finiti!
Abbiamo poi abbondantemente sfatato il mito della pasta senza
glutine difficile da cuocere: in tutte le condizioni di navigazione, anche con la barca sbandata al punto che sotto coperta si camminava sulle pareti, con il solo camping gas venivano fuori dei piatti
sempre al dente. Il segreto: tenere alta la temperatura di cottura.
Io facevo così: portavo l'acqua (metà dolce, metà di mare: si risparmiano le dotazioni di bordo ed è già salata) ad ebollizione nella pentola a pressione, poi buttavo la pasta e continuavo la cottura
nella pentola a pressione, ma con il coperchio semi-aperto (i manuali delle pentole dicono MAI cuocere la pasta sotto pressione…).
Martedì 27 luglio
Cari tutti, nelle ultime ore è successo l'impensabile! Ci eravamo
lasciati domenica mattina all'Argentario: piatta totale, assurda.
Già pensavamo di arrivare tra martedì e mercoledì. Verso le 10-11
arriva un'arietta leggera, che ci permette però di bolinare bene verso l'Elba. Poi, come annunciato dalle previsioni meteo, il vento gira a nord, e ci troviamo a bolinare con aria sempre più forte per passare davanti a Piombino. Passata l'Elba entra una bella depressione da nord-est, per cui cominciamo a correre veramente veloci:
7 nodi, 8 nodi, 9 nodi, con punte di 10 e oltre. E maciniamo miglia
da paura, tanto che pensiamo veramente di arrivare nel golfo di La
Spezia lunedì mattina. Alle 10 del mattino siamo a 12 miglia da La
Spezia, praticamente al largo di Massa. E, d'improvviso, piatta totale! Siamo rimasti inchiodati lì fino alle 3 del pomeriggio, già si
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Glossario:
bolina, bolinare - andatura che permette di risalire il vento, ovvero
andare il più possibile contro la direzione del vento
bozzello - paranco
fiocco, genoa, trinchetta - vele di prua (davanti), di diverse dimensioni
miglio marino - corrisponde a 1.852 metri (un primo di latitudine)
mura - lato della barca da cui viene il vento (a dritta o a sinistra)
nodo - oltre al significato tradizionale, è una misura di velocità (1 nodo = 1 miglio marino all'ora)
randa - la vela principale della barca, posta dietro il fiocco o genoa
spi, spinnaker - grande vela colorata che si utilizza al posto del fiocco o del genoa alle andature portanti (con il vento da dietro)
strambata - manovra per cambiare mura alle andature portanti: la vela passa da un lato all'altro della barca
terzaroli, terzarolare (prendere una o più mani di) - manovra per
diminuire la superficie della randa, quando c'è troppo vento
volante - cavo d'acciaio che sostiene l'albero.