Le fratellanze sotterranee nell`800 La vita del re del porno

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Le fratellanze sotterranee nell`800 La vita del re del porno
52 Libri e letture
Lunedì 22 marzo 2010
I PIU’ LETTI
“Angeli a pezzi” di Dan Fante, erede del più noto John
In Italia
FRANCESCO GUCCINI
Non so che viso avesse
Mondadori
2) GIANRICO CAROFIGLIO
Le perferzioni provvisorie
Sellerio
3) BENEDETTA PARODI
Cotto e mangiato
Vallardi
4) ANDREA VITALI
La mamma del sole
Garzanti
5) ERRI DE LUCA
Il peso della farfalla
Guccini
Feltrinelli
6) FABIO VOLO
Il tempo che vorrei
Mondadori
7) GEORGES SIMENON
Maigret e il caso Nahour
Adelphi
8) GRATTERI - NICASO
La malapianta
Mondadori
9) ALESSANDRO D’AVENIA
Bianca come il latte, rossa...
Mondadori
10) MARCO TRAVAGLIO
Ad personam
Chiarelettere
Travaglio
1)
In Calabria
GRATTERI - NICASO
La malapianta
Mondadori
2) GIANRICO CAROFIGLIO
Le perfezioni provvisorie
Sellerio
3) BENEDETTA PARODI
Cotto e mangiato
Vallardi
4) LARS KEPLER
L’ipnotista
Longanesi
5) ANDREA VITALI
La mamma del sole
Garzanti
6) FRANCESCO GUCCINI
Non so che viso avesse
Mondadori
7) FABIO VOLO
Il tempo che vorrei
Mondadoris
8) MARCO TRAVAGLIO
Ad personam
Chiarelettere
9) ANDREA GALLO
Così in cielo, come in terra
Mondadori
10) DON WINSLOW
La pattuglia dell’alba
Einaudi
1)
Vitali
Winslow
DATI FORNITI DALLE LIBRERIE
La classifica dei libri più venduti in Calabria è stata stilata sulla base dei dati
forniti dalle librerie Ubik di Cosenza, dalle librerie Mondadori di Crotone, Cosenza e Catanzaro, dalla Tavelli di Lamezia, dalle librerie Isola del Tesoro e
Mauro di Catanzaro e dalla Nuova Ave di Reggio Calabria
Il suo volo
salvifico
Un figlio pieno di talento che si perde
nell’alcol, nel sesso, nella depravazione
di ISABELLA MARCHIOLO
DAN Fante non è suo padre
John. Evidenza che, tuttavia,
non gli impedisce di essere
uno straordinario scrittore e
poeta, vessato da persecutori
paragoni con l’opera paterna.
Ma inevitabilmente, per Dan
l’empireo di “Chiedi alla polvere” fu un’atavica frustrazione che, insieme alla dipendenza dall’alcol, ha rischiato
di uccidere, oltre alla sua vita,
un talento letterario oppresso
pure da quella sregolatezza
ereditata come maledizione
spirituale di famiglia.
La carriera di Dan Fante,
oggi rivalutata dalla critica
americana (ma anche straniera: un’estasiata Fernanda Pivano definiva i suoi libri “ballate di amore e morte”), è una non metaforica - riemersione
dagli inferi, dove lo scrittore,
nel suo volo salvifico, è sorretto da una schiera di divini derelitti. A guidarli c’era - e c’è - il
padre perduto all’estremo
lembo diuna ricongiunzione,
dentro una parabola affettiva
mozza.
Non è inopportuno il titolo
italiano “Angeli a pezzi”, traduzione di “Chump Change”,
primo romanzo della trilogia
di Bruno Dante, alter ego
dell’autore, pubblicato da
Marcosy Marcos.Si nasceangeli, ma la città spezza le ali, fa
macello di sogni e poesia.
Qualcuno ha osservato
che, seBukoswski fufolgorato da John, Dan chiude il cerchio con una letteratura di palese impronta bukowskiana.
In realtà la voce di Dan Fante è
tutto tranne che un lascito
d’emulazione. Non discende
dal padre, né dal suo mentore.
Non è esercizio di stile perché
scaturisce da un’autentica
angoscia del vivere e dalla sua
inopinata espiazione, che resta sempre sul ciglio di un’incombente rovina. Il terrore
chela poesiascavi nuovilutti,
e che la prossima volta non
esistano risurrezioni.
In “Angeli a pezzi”, Bruno Dan è anche lui figlio di un
grande scrittore che sta morendo in un letto d’ospedale.
Ha un fratello borghese e perfetto che finisce per sclerare,
una moglie che lo odia perché
è un fallito, una passione smodata per il vino e le perversioni
sessuali. È attratto da altri angeli caduti a rovistare nell’im-
mondizia, relegati nel ghetto
di una corte dei miracoli suburbana. Sulla sua strada capitano una prostituta bambina sgraziata quanto basta per
suscitare tenerezza anziché
sesso, e l’aggressivo cane del
patriarca morente, talmente
disgustoso da essere condannato all’abbandono o alla soppressione. Rubate l’auto e la
carta di credito della ex, Bruno si dà alla fuga dall’agonia
del padre, incapace di sopportare i rituali di famiglia e un
dolore imploso, che non riesce ad sgomberare l’anima.
Come è accaduto nella realtà al narratore, finiti i soldi,
Bruno-Dan sopravvive acca-
La silloge dialettale di Moisè Asta
Poesia in vernacolo
HA visto la luce, in questi
giorni, la silloge poetica
dialettale di Moisè Asta
«Cìentu sonìetti e lle restatine» (Aracne Editrice,
Roma, pagg. 242, Euro
16,00), a cura e con nota
introduttiva di Luciano
Romito, docente di Linguistica Generale e Fonetica
Sperimentale
dell’Università della Calabria.
L’elegante volume, nel
vernacolo di Soveria Mannelli, consta pure del commento dei professori Belluscio e Caligiuri (Unical)
e del professor Domenico
Napolitani che, origina-
rio della Calabria, insegna Matematica alla Mason University di Washington , oltre che di
un’accurata Analisi linguistica, di un Glossario e
di una post-fazione del
prof. Giuseppe Falcone,
docente emerito di Dialettologia dell’Università di
Messina.
Asta, vecchio giornalista militante calabrese,
così, aggiunge un nuovo
apprezzabile «pezzo» alla
sua già copiosa produzione editoriale articolata in
saggi, romanzi e raccolte
di poesia in lingua e in
dialetto.
La copertina del libro
tastandolavori astrusi,chelo
spingono al largo dall’ambizione letteraria. S’illude di
trovarvi una corrispondenza
elettiva con il declino del padre, che per lucro aveva svenduto la propriaarte alla tirannide dei registi di Hollywood.
L’opaca preziosità della letteratura barattata con il bagliore pacchiano di una villa con
piscina. La seduzione commerciale degli scrittori tirati
su dalla miseria, peggio se
hanno un cognome rotondo
che odora degli umori corporei di Ellis Island, americano
solo d’importazione.
Il romanzo è un crescendo
di lirismo e ironia, in un incastro fluido, senza forzature.
L’impastonaturale dellarealtà: bellezza, creature disfatte
e lerciume. Il diario osceno del
protagonista corre verso
un’autodistruzione annunciata, racconta l’abisso con sadismo psicanalitico. L’alcol è
un veleno infiammabile, esige mortale devozione. L’astinenza perfora le membra,
fiaccale forze.Dall’inferno ad
una catarsi vicinissima, tangibile. Per uscirne basterebbe
un passo, ma il corpo si è già
arreso.
Dall’86 Dan Fante non è più
alcolizzato. Bruno Dante resiste ventiquattr’ore con il sangue astemio. A riempire quel
crepuscolo di grazia ci sono
un romanzo che somiglia a
“Chiedi alla polvere”, e una
poesia scritta durante l’agonia di un cane ringhioso e maleodorante. Ma la poesia, si sa,
non si scandalizza degli angeli imbrattati nel fango. Li redime come orfani ritrovati, e
proprio perloro hauna predilezione neanche troppo segreta.
Dan Fante
Angeli a pezzi
Marcos y Marcos
pp. 271 - euro 10,00
SOCIETÀ SEGRETE
AUTOBIOGRAFIE
Le fratellanze sotterranee nell’800
La vita del re del porno
Un compendio di facile lettura, ironico e arguto, sulla Carboneria ma non solo
La storia vera di Lasse Braun
di MIRKO TASSONE
PIÙ che un libro si tratta
di un compendio. “La
Carboneria e le altre società occulte”, un saggio
breve di Gian Carlo Fusco
pubblicato, da Mursia, a
distanza di cinque lustri
dalla scomparsa dell’autore.
Un volume agile, nel
quale il caustico giornalista spezzino, con un linguaggio a tratti dissacrante, traccia le fasi salienti della nascita, all'indomani del Congresso di
Vienna, delle prime società segrete, sorte come
reazione dei ceti borghesi
alle “resuscitate” dinastie di “restauratori”. La
filiazione massonica, il
mondo pulviscolare e segreto delle prime associazioni clandestine, la
nascita della Carboneria,
il suo linguaggio, i codici
comunicativi, l’ascesa ed
il lento declino dettato
dalla propensione ad ave-
La copertina del libro
re “più martiri che idee”.
Una narrazione che coniuga
lo
sguardo
dell’aquila a quello della
formica.
La descrizione del fenomeno nella sua globalità,
si accompagna, infatti,
alla vivisezione dei pas-
saggi più significativi
dai quali scaturisce
un’interessante galleria
di ritratti. Buonarroti,
Menotti, Mazzini, i protagonisti del risorgimento,
ma anche figure di reazionari come il giudice
trentino Antonio Salotti
detto il “Lupo”, per la caccia spietata ai carbonari e
ad ogni altra genia di cospiratore. Senza rinunciare al caratteristico piglio del polemista, con
uno stile talvolta sopra le
righe, l’autore non trascura di affrontare il rapporto tra Carboneria e
Giovane Italia che, al di là
di quel che si potrebbe
pensare, non è stata «un
ramo nuovo spuntato sul
vecchio ceppo».
Non a caso Mazzini viene riconosciuto “la suprema guida ideale dei
patrioti - mentre - la Carboneria, è diventata un
guscio
vuoto”.
Uno
sguardo che spazia ben
oltre l’unità d’Italia
quando, le varie confraternite si riuniscono
nuovamente attorno alla
Massoneria di cui Mazzini diviene Gran Maestro.
Infine, i rapporti a volte
imperscrutabili tra le diverse logge interessate a
condizionare i rapporti
diplomatici del nuovo Regno.
Una ricostruzione che
non rinuncia a svelare alcuni episodi sulfurei, come il “caso Frapolli” sviluppatosi attorno alla
chiacchierata ed influente loggia “Palladio”, la
misteriosa società attorno alla quale si riunivano
capi di governo, ministri
ed uomini di Stato. Una
P2 ante - litteram che ricorda a tutti come, in fondo, la storia del nostro
Paese tenda sempre a ripetersi.
Gian Carlo Fusco
La Carboneria e le altre
società occulte
Mursia editore
pp. 100 - euro 10,00
IL RE del porno si racconta. censura e smascherare gli
Per la prima volta arriva in imbrogli del sistema». Nalibreria l’autobiografia di to ad Algeri nel 1936 e fiLasse Braun, l’italiano fi- glio di un diplomatico itaglio di un diplomatico che liano, Lasse Braun (che
prese il suo nome
dagli anni Sessand’arte da un faleta agli Novanta ha
gname svedese
contribuito in manel 1969) racconniera
determita di aver scoperto
nante alla legalizil sesso fin dalla
zazione della porprimissima infannografia nel monzia e diessere semdo. Un uomo che
pre stato attratto
ebbe rapporticon i
dalle parti intime
maggiori interdelle donne.
preti della cultura
In una sorta di
e del cinema europiacevole autoapei e che, come La copertina
giografia, il “re
racconta lo stesso
autore, entusiasmò il gio- del porno” racconta la sua
vane Marco Bellocchio che vita dividendola in capitoandò a visitare un suo set letti cronologici. Aldi là degli eccessi e delle comprennel 1972.
Il titolo del libro è “Senza sibili indulgenze che l’autregua” ed è pubblicato da tore si riserva, “Senza treConiglio Editore (399 pagi- gua” riesce a calare il lettone, 24,50 euro), mentre il re in un’atmosfera particosottotitolo vuole essere una lare, in un mondo in cui ciò
sorta di sintesi del volume: che oggi è fin troppo visibi«Lastoria dell’uomo che ha le e accessibile a tutti (cominventato la pornografia presi i minori) grazie a inmoderna per scardinare la ternet era tabù assoluto.