Fausta Cialente. Nella nebbia della memoria
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Fausta Cialente. Nella nebbia della memoria
VANDA.INTROVABILI ©2015VandA.ePublishingS.r.l. Sedelegaleeredazione:ViaCenisio,16-20154 Milano Siringrazianoperladisponibilità,lapassioneela qualitàdellavoro: Ricercatestiedigitalizzazione:RenataSantamaria Redazione:DonatellaScaparra Grafichedicopertina:IreneCarminati Produzioneebook:MaurizioLupiMeyereBookFarm www.vandaepublishing.com Followuson twitter.com/VandAePublishin facebook.com/Vanda.epublishing Quest’operaèprotettadallaLeggesuldirittod’autore. Èvietataogniduplicazione,ancheparziale,nonautorizzata. Nonostanteaccuratericerche,l’editorenonèriuscitoarintracciaregli aventidirittisuilibridiFaustaCialente,masidichiaraprontoa adempiereaisuoiobblighineiloroconfronti. FaustaCialente Nellanebbiadellamemoria Ci sono libri che non si trovano più. Ma ci sono anche autori caduti nell’oblio, di cui l’intera opera è introvabile, sparita dal mercato. Piccoli ma anche grandi autori, spesso, moltospesso,autrici.Dimenticati/e,nonsisaperché. FaustaCialenteèunadiquesti/e.Anzièunodeicasipiù gravi, in cui «colpisce la quantità, chiamiamola così, dell’oblio»(FrancoCordelli). Eppure saltuariamente e forse casualmente tutti i più grandicriticisisonooccupatidilei,nehannoscrittopagine entusiasteelehannoconferitoprestigiosiriconoscimenti. Nel1931MassimoBontempellilapremiaperNatalia,lo stessoromanzodicuiCarloBo,moltiannipiùtardi,scriverà: «uno spettacolo così autentico di invenzione libera e soprattutto nuova. Diciamolo, un esempio d’oggi». Nel 1932, ancora giovanissima, si aggiudica un altro premio, il Galante. Emilio Cecchi nel 1953 saluta la riedizione di Cortile a Cleopatra definendola «una delle più belle opere letterarie dell’ultimo trentennio» e aggiungendo, quasi dal fondo del cuore, «noi invidiamo coloro che lo leggeranno ora per la prima volta». «Nato sotto il segno della felicità» dirà dello stesso romanzo Giacinto Spagnoletti, «indiscutibilmente il più bel romanzo italiano degli anni Trenta», ribatte oggi MelaniaMazzucco. E se Alfredo Giuliani definì la sua prosa «fatta all’uncinetto», Franco Cordelli non esita a rintracciare nelle sue pagine «il punto più alto della moralità novecentesca italiana». Fino al più alto grado di riconoscimento letterario, il Premio Strega. Già sfiorato nel 1961, arriva nel 1976, a chiudere una rimarchevole e tremendamente seria carriera letteraria. MaalloraPERCHÉ?Comepuòsuccederecheun’autricedi questocalibrospariscadallascenaletterariaeeditoriale,quasi inpuntadipiedi? A causa di certi stritolanti e ciechi meccanismi che governanoilmercatoeditoriale? Perunsuo«naturaleeinnatoistintoallafuga»? Per essere vissuta come un «non scrittore», circondata dagliaffettidellafamigliaeancoradipiùdiuna«comunità» socialeepolitica? Perché è una donna? E «una donna scrittrice non è una donnadicasachescrive,maqualcunolacuiinteraesistenzaè condizionatadalloscrivere»(SimonedeBeauvoir). Perchéavrebbepotutoesserediversa? Perché all’appuntamento con la letteratura, il suo pubblico, i suoi critici, è sempre arrivata troppo presto o troppotardi? Peresserseneinfondosempreinfischiatadellacomunità letteraria e editoriale, per non essere mai appartenuta a nessuna cricca ed essere stata invece «sempre e dovunque straniera», trasferendo il suo nomadismo biografico nella letteratura? O perché, come lei stessa scrive, «conta soprattutto la risposta che mi viene dal lettore anonimo, tanto più importante quanto più lo indovino semplice. Sento allora d’avertoccatocolmionarrarequelchec’èdipiùprezioso,un cuore umano e giusto, e mi sento allora pienamente ricompensata»? NoidiVandA.cisiamopostetuttequestedomandeela nostrarispostaèstataRIPUBBLICARLA. E questa volta per sempre. Digitalizzando tutta la sua opera,cheoranonpotràpiùessereperduta!Enonoccorrerà girare tutte le biblioteche della provincia per trovare esemplarisparsi,emaciatiedeturpati,spogliatidellalorobella copertina. Era tutto quello che potevamo fare per una grande scrittrice e per la nostra editoria. Non abbiamo esitato un istanteadeciderlo.Ciabbiamomessounannodilavoroper farlo! Eoggi,chefiereguardiamol’interasuaoperarecuperata, noichesiamodonneecheviviamodi«relazioni»,vorremmo averlaqui,perpoterlaapplaudireancora. VandA.ePublishing Milano,ottobre2015 FaustaCialente Fausta Cialente (Cagliari, 1898 Pangbourne, 1994), figlia di madre triestina alto borghese e padre abruzzesee militare, comincia il suo nomadismo sin dalla nascita. Nel 1921 sposa il compositore e agente diBorsaEnricoTerni,dalqualeavrà una figlia. Con il marito si trasferisce in Egitto, dove vive ventiseianni.Scrittriceeterodossa,dallosguardodissacratorio e sempre un po’ straniera, ha creato alcuni dei più bei romanzidelnostroNovecento,affreschipienidivitadialtri mondiealtritempi.Esel’Egittoèilfiloconduttoredigran parte della sua produzione letteraria, sono le donne il tema centraledellasuariflessioneedellasuascrittura. Esordisce con il romanzo Natalia (scritto nel 1927 e pubblicato nel 1930), con cui vince il Premio dei Dieci, presiedutodaMassimoBontempelli,mentreconilracconto Marianna (1931) vince il Premio Galante, così chiamato in quanto conferito esclusivamente alle donne. Creatrice di alcuni tra i personaggi femminili più originali del nostro Novecento,Cialenteproponetemiperiltemponontroppo consueti, anticipando di decenni le problematiche del femminismomoderno.Costantiirichiamiautobiograficinei suoi libri, dalle ambientazioni levantine al desiderio di fuga dei personaggi, alla critica della borghesia fino a un palese antifascismo. L’Egitto, terra piena di fascino, ma anche di dolore e povertà, è il teatro del racconto Pamela o la bella estate (1935) e del romanzo Cortile a Cleopatra (1936), definitodaEmilioCecchi,checuralaprefazioneall’edizione del 1953, «una delle più belle opere narrative italiane dell’ultimotrentennio». Al Cairo dirige un programma radiofonico e poi un settimanale per i prigionieri italiani nei campi di concentramento del Medio Oriente, schierandosi apertamente contro il fascismo. Torna in Italia nel 1947, collaborando a Rinascita, Italia nuova, Noi donne, Il Contemporaneo e l’Unità. Dopo un lungo silenzio, pubblica nel 1961 Ballata Levantina, con il quale sfiora il Premio Strega, e nel 1966 dà alle stampe Un inverno freddissimo, romanzoambientatoinunadevastataMilanopostbellica.Nel 1968,conIlventosullasabbiatornaagliincantevolipaesaggi fluviali e marini del Nilo in una delicata quanto spietata analisidell’oziosaborghesiaeuropeainEgitto.Finalmentenel 1976 si aggiudica il Premio Strega, con Le quattro ragazze Wieselberger; romanzo fortemente autobiografico, prende l’avvio in una Trieste asburgica della metà dell’Ottocento, e segue le vicende delle quattro sorelle fino all’età adulta, abbracciando circa settant’anni di storia familiare della scrittrice. Dopo essersi separata dal marito e dopo la morte della madre, Cialente vive fra la villa di famiglia a Trevisago, sul LagoMaggiore,el’Inghilterra,conpuntatenelKuwaitdove vive la figlia, ma sentendosi, come lei stessa dice di sé, «stranieradappertutto». Dialtovaloreartisticoanchelasuaattivitàditraduttrice, fracuiLawrenceDurrell(Clea)eHenryJames(Girodivite). Celebre la sua traduzione del ciclo di Louisa May Alcott, Piccoledonne,PiccoledonnecresconoePiccoliuomini. Ilremotodisordinedellavita: unritrattodiFaustaCialente diMelaniaG.Mazzucco I greci chiamavano καιρός il tempo giusto, adatto, conveniente,l’occasionefavorevoleeopportuna.Gliscrittori chediventanopilastridelcanoneletterariohannoildonodi cogliereilκαιρός.FaustaCialenteèunodiquegliscrittori che hanno invece avuto il destino di mancarlo sempre. All’appuntamento con la letteratura, il suo pubblico, i suoi critici,èarrivatatroppopresto,otroppotardi.Nonsièmai saputo in quale epoca e in quale compagnia collocarla esattamente. Non apparteneva a nessun circolo, a nessuna scuola,anessunamoda.Ancheilsuonomadismoeditoriale– in quasi cinquant’anni ha pubblicato per i più disparati editori, da Sansoni a Garzanti e Feltrinelli, dall’ecumenico Mondadori ai comunisti Editori Riuniti – non ha aiutato a inquadrarlainungruppo,néleèvalsoalleatiesostenitori. Così nelle storie della nostra letteratura occupa uno spazionobile,malaterale:nonrilevante.Isuoiromanziela sua fama hanno subito, e tuttora subiscono, un andamento sussultorio, ciclico come il passaggio delle comete: a lunghi periodidieclissiseguonoimprovvise,acclamateriapparizioni. Tuttavia,propriolasualatenzaeilsuoostinatoanacronismo laliberano dalla prigionia deltempo – e liberano noilettori postumi da categorie di interpretazione obsolete, asfittiche, sempre inadeguate, dandoci la possibilità di cercarla nell’unicoluogochesentìsuo,enelqualesolovolevaessere trovata:isuoilibri. Singolarmente pochi, per una vita singolarmente lunga. Quando nel 1994 è morta, a quasi novantasei anni, in un paesinodellacampagnainglesedelBerkshire,FaustaCialente ha lasciato dietro di sé un esiguo tesoro formato da cinque romanzi(Natalia,Cortile a Cleopatra, Ballata levantina, Un inverno freddissimo, Il vento sulla sabbia), un memoir (Le quattroragazzeWieselberger),dueraccontilunghi(Marianna e Pamela o la bella estate), una manciata di racconti brevi, articoli,qualchetraduzionedall’ingleseeunineditoDiariodi guerra.Lasuastoriaeditorialeecreativaèscanditadaritardi, rinvii, pentimenti, silenzi, indecisioni, plausi tardivi e incomprensioni.Avrebbepotutoedovutoesserediversa. Rileggendooggilasuaproduzioneelareticentebiografia che emerge dai suoi scritti, dagli studi che le sono stati dedicatiedallerareintervistechehaconcesso,colpiscesubito undato.Lascrittriceeisuoipersonaggicondividonol’istinto dellafuga.Un’identicatendenzaallamobilitàeinsofferenzaa ogni costrizione li spingono fuori dai confini – reali o simbolici:viadallageografianazionale,dailegamisoffocanti, dall’acquiescenza ai riti, ai ruoli e ai doveri della propria classe.Sognanolafugatutteleprotagonistedeisuoiromanzi: Natalia, Pamela, Daniela, Alba, Lisa. Se la azzardano, vengono sempre punite. La fuga non riesce mai. Sono destinatealloscaccoanchequelleche–comeNatalia,Lallae Frida – la cercano nella scrittura, inventandosi una vita alternativadifantasia,menzogna,immaginazione,ocercando di comprenderla attraverso la parola. I loro manoscritti non vengonomailettidaldestinatariogiusto,e–fraintesioderisi – suscitano irritazione e noia. Anche i personaggi maschili, che tentano la fuga nell’arte o nella musica, falliscono. L’allegropittoreMarcelloèinrealtàsolounimbianchino,il violinista Arrigo è incompreso dal direttore d’orchestra, il compositore modernista Filippo raccoglie un successo effimero,probabilmenteperfinoinsincero. Ma la fuga, nella scrittura e nella vita, che negò alle sue creature letterarie, Fausta Cialente la praticò invece con successoesenzarimorsi.Ilsuotalentoperlafugalocoltivò strenuamente. Scriveva romanzi fin da ragazzina, proprio come l’adolescente Lalla di Un inverno freddissimo, anche se poi li abbandonò ed essi andarono smarriti. Nel 1921, a ventitré anni, lasciò la famiglia e l’Italia. Si staccò da entrambesenza«grannostalgiaorimpianto»(QRW210).Il fratelloRenato,diunannomaggiore,cuieraassailegata,se ne era già allontanato, avendo intrapreso l’itinerante professionediattoreteatrale,edaglialtrisuoiparentinonsi aspettavapiùnulla.Madreepadrefral’altro,maleassortitie disamorati da tempo, rappresentavano un modello fallimentare di coppia, che soltanto le convenzioni sociali costringevano a vivere ancora insieme. E in Italia, essendo cresciuta randagia di città in città al seguito di un padre ufficialedifanteriaassegnatooraquioralà,nonavevaradici. Lo strumento della sua liberazione fu, come per molte giovanidonnedellasuagenerazione,ilmatrimonio.Cialente sposòunuomopiùgrandedilei,EnricoTerni,giàsposatoe padrediduefigli,eduevoltestraniero:ebreo,ealessandrino. Musicista colto e raffinato, compositore misconosciuto che ancora sperava di imporsi all’attenzione dei contemporanei, «assomigliavaaD’Annunzio,macamminavacomeGroucho Marx,piccolo,ossuto,calvoconcraniolucidissimo»,secondo ilricordodelnipotePaolo(Terni1999).Ildisastrosoménage deigenitoriavevaprecocementevaccinatoFaustacontroogni illusionesulmatrimonio.Ebenchéparadossalmente–leiche avrebbepotutodire,comeilsuofuturopersonaggioLisa,che gli uomini, «nella mia famiglia di donne soltanto, (…) non avevano avuto importanza alcuna, erano stati soltanto dei fantasmi queruli e ingombranti» (VS 150) – avesse scelto proprio le nozze per evadere, e avesse affidato al maturo maritoilruolodelmaestro,nonsinascondeva,comeammise piùdi mezzo secolo dopo, che«il mio matrimonio era stato un’autenticafuga»(QRW210). (...)Segue AbbreviazionidelleoperediFaustaCialenteusateneltesto: BL Ballatalevantina,Feltrinelli1961(citazionidall’edizioneBaldini& Castoldi2003). CC CortileaCleopatra,Corticelli1936(citazionidell’Avvertenza dall’edizioneSansoni1953edelromanzodall’edizioneGarzanti 1966). IF Internoconfigure,EditoriRiuniti1976. QRW LequattroragazzeWieselberger,ArnoldoMondadori1976. UIF Uninvernofreddissimo,ArnoldoMondadori1966. VS Ilventosullasabbia,ArnoldoMondadori1972. Autoricitati: ConsoliV.,IlromanzodiFaustaCialente,Miano1984. PeaE.,Ilservitoredeldiavolo,FratelliTreves1931(pp.4,32,111,112). —,VitainEgitto,Mondadori1949(p.17). PetrignaniS.,Lesignoredellascrittura,LaTartaruga1984. Rubini F., “Diario di guerra (1841-47) di Fausta Cialente. La memoria e il racconto”e“MiddleEastdiFaustaCialente”,BollettinodiItalianistica,IX,1, 2014(pp.61-84,139-52). SavigneauJ.,LeMonde,29luglio1984. StarkF.,Effendi,Longanesi1988(p.172). TerniP.,Intemporubato,Sellerio1999(p.26). Dall’Introduzionea Internoconfigure (…) L’aver radunato insieme tutte queste vecchie novelle vuolforsesignificareunaresadiconti?Nehatuttal’aria–e nonèun’ariavivace,un“presto”oun“allegro”,èpiuttosto un“andante”,tantoperrestareinquelladivisionemusicalein cui mi sembra si debba cercare il vero ritmo della mia narrativa – forse perché sono nata e vissuta “dentro” la musica.Nonsoseèvero,comecertacriticasostieneparlando moltodall’alto,chel’immaginazioneèmortaechel’artistaè destinatoadessereclassificatocomeunaspeciedifossile.Mi sembrano funerali che lascio a chi ha il gusto del mortorio. Credoinvecechenonsidebbaaverel’aria–el’insolenza–di proporre qualcosa che sembri essere un modello unico, buono per tutti; perlomeno non mi sento all’altezza di proporre qualcosa d’altro se non la testimonianza del mio tempo (per nostra sventura, l’ho già detto, ci è toccato un tempovelenosoeferoce)edèuncompitoalqualeilnarratore non dovrebbe sottrarsi, ciascuno a suo modo, naturalmente. Diconochelastorialascriviamopiùnoichenonglistorici, forseèvero,forseno,elafrasenonvalepertutti.Perme,che sono sempre e dovunque straniera (d’italiano credo d’avere soltantolalinguanellaqualemiesprimo,eanchequestaper “puro caso”), conta soprattutto la risposta che mi viene dal lettore anonimo, tanto più importante quanto più lo indovinosemplice.Sentoallorad’avertoccatocolmionarrare quelchec’èdipiùprezioso,uncuoreumanoegiusto,emi sentoallorapienamentericompensata. FaustaCialente Trevisago(Varese),giugno1975 Natalia Tra sogno e realtà. Un mondo onirico,fattodivisioniediaperture versoilmondo.Inmezzolavita,con le sue gioie e i suoi dolori (tra cui quelli inflitti dalla guerra). Una vita che impone delle scelte, spesso obbligate, come lo sono sempre quelle di una donna, specie negli anni Venti. Matrimonio, figli. Un matrimonioacuiNataliasivotaper unfraintendimento,traditadaunamoreproibitoperlapiù adulta e affascinante Silvia. Un figlio nato morto – una punizione, forse, per quel sentimento così scandaloso per il mondo piccolo borghese? Natalia si muove con leggerezza nellavita,grazieaisuoisogni.Manonsisottraeallavita,anzi reagisceinmodoanticonvenzionaleeaudace. Eaudaceèquestoromanzo,anticoeppureancoraattuale. Una scrittura intensa, quella di Fausta Cialente, che conquistalacriticamanonilpubblico:ilregimele“chiede” di apportare alcuni cambiamenti – quell’amore saffico, per esempio, sebbene trattato con delicatezza, senza accenti scabrosi, più una “tenera” amicizia; e poi quel “disfatta” riferito alla battaglia di Caporetto! Lei si rifiuta, e il libro si inabissanell’oblioperdecenni. Natalianonèfigliadelsuotempo,nonèunadonnadegli anni Venti. È tutte le donne quando mostra i segni del conflitto tra un ruolo in cui la tradizione la vuole a tutti i costi, come una naturale disposizione, e quando tenta di sottrarsiatuttoquesto,mettendosiinascoltodisestessa. CortileaCleopatra Cleopatra è un sobborgo di Alessandria d’Egitto. Qui, in un cortile circondato da casupole e abitato da una sradicata e dolorosa umanità, sotto lo splendore di un impietoso sole tropicale, si svolge una vicenda intensamente drammatica, vissuta da personaggi indimenticabili,Marcoilribelle,ele donne intorno a lui, Dinah, Kikí, Haiganúsh ed Eva. Una vicenda violenta, di amore e di morte, risolta tuttavia con un linguaggio libero e sciolto, essenzialmentemoderno. Il romanzo esce in sordina nel 1936, per i tipi di Corticelli Editore (Roma), accolto con scarso entusiasmo anche da quei critici che avevano mostrato interesse per MariannaeNatalia,lesueprimepubblicazioni.Maquando nel 1953 Sansoni (Firenze) decide di ripubblicarlo, Emilio Cecchinellasplendidaprefazionelodefinisce«unadellepiù belle opere narrative italiane dell’ultimo trentennio», accostandolo a Conrad e chiudendo il testo con l’appassionata dichiarazione: «Noi invidiamo quelli che lo leggerannooraperlaprimavolta». Pamelaolabellaestate Scrittifrail1935eil1939,cioèfra ledueguerre,enonostanteilpesante ricordo della prima, di questi racconti, oggi che li riconsegno alla stampa,nonvorreinépotreimutare il tono, né allargarne i limiti che rinchiudono un mondo fatto quasi esclusivamente di piccola gente modesta e di bambini. Soltanto in Pamelaola bella estate e in Viaggio l’azione si svolge nel primo dopoguerra e fuori dai nostri confini;neglialtriraccontièinvecefiltratalamemoriadiuna provincia italiana assai più vecchia. La voce sommessa di questa realtà potrà sembrare al nostro tempo intossicato e ferocebenpiùlontanadiquantoloindicanoledate;maforse proprio per questo è meglio non averne alterato la tenue risonanza. FaustaCialente(1962) InPamelanonapparel’impressionantemiseriadelpopolo,il raccontoètuttogiocatosualtritermini,l’adulteriodellabella venezianaèpiùsognatochevero,lasuaresistenzaalgiovane seduttore è più che altro velleitaria, e vince chi sembra destinatoasoccombere,ilmitemaastutoAverkessian–forse perché disperatamente, cocciutamente innamorato della moglie. FaustaCialente(1975) Ballatalevantina Uscito nel 1961, a distanza di un quarto di secolo dalla sua ultima pubblicazione, Cortile a Cleopatra, questo romanzo riporta la Cialente ai suoi luoghi esotici tanto amati e alla ribalta letteraria, sfiorando il PremioStrega. Ballata levantina è un affascinante romanzo sul “levantinismo coloniale” e la sua crisi,tralabelleépoqueeilsecondoconflittomondiale.Come inuna“ballata”,unmagicoritmomusicalescandisceitempi narrativi del racconto dell’educazione sentimentale di Daniela, la giovane protagonista del libro. La quale, rimasta orfana in tenera età, vive con la nonna materna, una ex “mantenuta” ricca ma tenuta ai margini della società rispettabilelevantina.Altrefiguresisusseguonocomeinuna danza nella vita di Daniela e contribuiscono alla sua formazione. Matteo, antifascista e fortemente critico nei riguardidellasocietàpiccoloborghese,lastessaacuilanonna aspira altrettanto fortemente ad entrare. Livia, moglie di Matteo, figura speculare alla nonna, che la induce a non dipendere mai dagli uomini. E poi gli amori, il seducente quanto ambiguo Gilbert, ed Enzo, giovane idealista comunista,anch’essispecularitraloro,emblemidiunmondo chestaperscomparireediunaltrochealsovvertimentodella guerrarispondescegliendounfrontediverso. Uninvernofreddissimo L’inverno del ’46, a Milano, fu freddissimo; i mucchi di neve rimaserofinoadaprile,perlestrade eneicortilipienidimacerie.Inquei lunghi mesi di gelo e di grigio, Camilla pone mano alla ricostruzione della casa e della famiglia nel grande stanzone sottotetto, diviso dalle sottili pareti distuoia.Malesperanzesonoesilie lamorsadelgeloèimplacabilmenteserratasuquestafamiglia così fragile: il marito è scomparso chissà dove, le figlie sono impetuosamente cresciute alla femminilità; ci sono poi una bambinaesuamadre,piovutedalcielo,unagiovanecoppia insicura, un ragazzo incerto. Intorno gravitano due oscure figure: il misterioso Enzo, che pare sapere già tutto, anche l’amarodestinodiAlba;eilRosso,sottilmenteinquietantee possessivo. Ma domina il personaggio di Camilla, singolarmente delineato come una fitta e ricca tela, tessuta contuttiifilidituttelealtrestorie. All’apparenzafeuilleton, questo splendido romanzo – da cuifutrattonel1976unosceneggiatodisuccessodaltitolo Camilla, diretto da Sandro Bolchi e interpretato da una vibranteGiuliettaMasina–mostraunafortevalenzapolitica estoricaconlasuacapacitàdiparlarediun’epocadifficilee controversa del nostro paese, dove i bisogni primari per alcune fasce di popolazione non sono solo cibo, acqua e fuoco,maanchesolidarietàeaffetto. Ilventosullasabbia Lisa, dopo aver perso i genitori e la vecchia zia che l’aveva accudita quandoerarimastasola,sitrasferisce in Africa per vivere e lavorare nella casa di Filippo e Malvina, suoi lontani cugini, ebrei antifascisti e imprudenti “teste calde”. Accanto a loro, due anziani coniugi tedeschi, Frida e Stefan, che abitano in una bella villa sulla costa e ospitano Lottie,un’eccentricaepateticascrittrice. Pubblicato nel 1972, il romanzo è ambientato qualche annoprimadelloscoppiodellasecondaguerramondiale,edè un affascinante affresco dei rapporti umani in un sistemamondo coloniale e colonialista ormai in declino e senza più ragione d’essere, dove gli europei borghesi rifiutano il contattoconlapopolazioneindigena.Inquestasuddivisione sociale tra i personaggi, la tragedia appianerà divergenze e differenze. Il chiaro sentore dell’immane minaccia del nazismotrionfanteedelfascismodilagantesconvolgeràlevite ditutti.LottiedecidediripartireperlaGermaniaesottrarre Stefan a Frida, scatenando una serie di reazioni che porteranno a un efferato delitto. Scriverà, molto finemente, Franco Cordelli: «il punto più alto della moralità novecentescaitalianaènelfinalediIlventosullasabbia,(…) Nel mondo della Cialente non succede solo che tutti si muore, succede molto di più: succede che ciò che davvero importaècomesimuore,ovverocomesivive». LequattroragazzeWieselberger In un’incantevole Trieste fine Ottocento, vivificata dall’aria mitteleuropea e dalla bora dell’irredentismo, si muovono aggraziate, au ralenti, e come consapevoli di un loro tragico destino le quattro sorelle Wieselberger. Appartengono a una «giudiziosa, benestante famiglia» della buona società: la madre è una tranquillasignorachesidividetralacasadicittà,odorosadi ceraedipulito,elagrandecasadicampagna,congiardino, ortoevigna;ilpadreèunostimatomusicistachedirigecon autoritàaffettuosasialafamiglia,sial’orchestradei«dilettanti filarmonici». A una delle quattro ragazze può capitare di danzare,unasera,conilsignorEttoreSchmitz,industrialedi vernici sottomarine non ancora diventato il grande Italo Svevo. Narrando la loro storia, che è poi quella della sua famiglia, Fausta Cialente racconta mezzo secolo di storia italiana,inunaprospettivarivelatrice.Gettaunalucenuovae inquietante su certi fautori «liberalmassoni di destra» dell’irredentismo triestino, che non solo liquidavano in termini razzisti la questione slovena, ma intendevano applicare analoghe discriminazioni nei confronti dei lavoratori,escludendolidalgovernodellacittà,quandofosse «divenuta italiana»: è la stessa borghesia, pavida e conservatrice, che cercherà nell’interventismo un’evasione dalledrammatichesceltecheilsocialismoproponeva. Integrandolamemoriaconlafantasiaecogliendoinessi esplicitiesotterraneitravitaprivataepubblica,traindividuo estoria,LequattroragazzeWieselberger,vincitoredelPremio Strega nel 1976, porta a compiuta maturità umana ed espressival’attivitàdiscrittricesvoltadallaCialentenell’arco diquarant’annierealizzailsenso,piùsegretoevero,dellasua vocazioneartistica. Internoconfigure La provincia italiana degli anni Venti e Trenta, un mondo all’apparenza modesto, tranquillo eppur scosso nel suo profondo da drammiinteriori,oltrechedatragici eventi esterni; ambienti familiari, che sembra di conoscere da sempre, accanto ad atmosfere esotiche, proprie di quell’Egitto dove la scrittricevisse per ben ventiseianni, dal 1921 al 1947. Questo è lo sfondo su cui si stagliano le figuretratteggiateconsapientescritturaericchezzadieffetti da Fausta Cialente: figure di donne soprattutto – sognatrici comePamela,sensualieaffascinanticomeMarianna,sicuree determinatecomeMarcellina–efiguredibambini,vivacie immaginifici,checontrappongonoalmondotalvoltaipocrita degliadultiquelloinnocenteefantasiosodell’infanzia. Indice FaustaCialente–Nellanebbiadellamemoria Dall’IntroduzioneaInternoconfigure FaustaCialente Ilremotodisordinedellavita: unritrattodiFaustaCialente diMelaniaG.Mazzucco Natalia CortileaCleopatra Pamelaolabellaestate Ballatalevantina Uninvernofreddissimo Ilventosullasabbia LequattroragazzeWieselberger Internoconfigure