Fausta Cialente. Nella nebbia della memoria

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Fausta Cialente. Nella nebbia della memoria
VANDA.INTROVABILI
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Quest’operaèprotettadallaLeggesuldirittod’autore.
Èvietataogniduplicazione,ancheparziale,nonautorizzata.
Nonostanteaccuratericerche,l’editorenonèriuscitoarintracciaregli
aventidirittisuilibridiFaustaCialente,masidichiaraprontoa
adempiereaisuoiobblighineiloroconfronti.
FaustaCialente
Nellanebbiadellamemoria
Ci sono libri che non si trovano più. Ma ci sono anche
autori caduti nell’oblio, di cui l’intera opera è introvabile,
sparita dal mercato. Piccoli ma anche grandi autori, spesso,
moltospesso,autrici.Dimenticati/e,nonsisaperché.
FaustaCialenteèunadiquesti/e.Anzièunodeicasipiù
gravi, in cui «colpisce la quantità, chiamiamola così,
dell’oblio»(FrancoCordelli).
Eppure saltuariamente e forse casualmente tutti i più
grandicriticisisonooccupatidilei,nehannoscrittopagine
entusiasteelehannoconferitoprestigiosiriconoscimenti.
Nel1931MassimoBontempellilapremiaperNatalia,lo
stessoromanzodicuiCarloBo,moltiannipiùtardi,scriverà:
«uno spettacolo così autentico di invenzione libera e
soprattutto nuova. Diciamolo, un esempio d’oggi». Nel
1932, ancora giovanissima, si aggiudica un altro premio, il
Galante.
Emilio Cecchi nel 1953 saluta la riedizione di Cortile a
Cleopatra definendola «una delle più belle opere letterarie
dell’ultimo trentennio» e aggiungendo, quasi dal fondo del
cuore, «noi invidiamo coloro che lo leggeranno ora per la
prima volta». «Nato sotto il segno della felicità» dirà dello
stesso romanzo Giacinto Spagnoletti, «indiscutibilmente il
più bel romanzo italiano degli anni Trenta», ribatte oggi
MelaniaMazzucco.
E se Alfredo Giuliani definì la sua prosa «fatta
all’uncinetto», Franco Cordelli non esita a rintracciare nelle
sue pagine «il punto più alto della moralità novecentesca
italiana».
Fino al più alto grado di riconoscimento letterario, il
Premio Strega. Già sfiorato nel 1961, arriva nel 1976, a
chiudere una rimarchevole e tremendamente seria carriera
letteraria.
MaalloraPERCHÉ?Comepuòsuccederecheun’autricedi
questocalibrospariscadallascenaletterariaeeditoriale,quasi
inpuntadipiedi?
A causa di certi stritolanti e ciechi meccanismi che
governanoilmercatoeditoriale?
Perunsuo«naturaleeinnatoistintoallafuga»?
Per essere vissuta come un «non scrittore», circondata
dagliaffettidellafamigliaeancoradipiùdiuna«comunità»
socialeepolitica?
Perché è una donna? E «una donna scrittrice non è una
donnadicasachescrive,maqualcunolacuiinteraesistenzaè
condizionatadalloscrivere»(SimonedeBeauvoir).
Perchéavrebbepotutoesserediversa?
Perché all’appuntamento con la letteratura, il suo
pubblico, i suoi critici, è sempre arrivata troppo presto o
troppotardi?
Peresserseneinfondosempreinfischiatadellacomunità
letteraria e editoriale, per non essere mai appartenuta a
nessuna cricca ed essere stata invece «sempre e dovunque
straniera», trasferendo il suo nomadismo biografico nella
letteratura?
O perché, come lei stessa scrive, «conta soprattutto la
risposta che mi viene dal lettore anonimo, tanto più
importante quanto più lo indovino semplice. Sento allora
d’avertoccatocolmionarrarequelchec’èdipiùprezioso,un
cuore umano e giusto, e mi sento allora pienamente
ricompensata»?
NoidiVandA.cisiamopostetuttequestedomandeela
nostrarispostaèstataRIPUBBLICARLA.
E questa volta per sempre. Digitalizzando tutta la sua
opera,cheoranonpotràpiùessereperduta!Enonoccorrerà
girare tutte le biblioteche della provincia per trovare
esemplarisparsi,emaciatiedeturpati,spogliatidellalorobella
copertina.
Era tutto quello che potevamo fare per una grande
scrittrice e per la nostra editoria. Non abbiamo esitato un
istanteadeciderlo.Ciabbiamomessounannodilavoroper
farlo!
Eoggi,chefiereguardiamol’interasuaoperarecuperata,
noichesiamodonneecheviviamodi«relazioni»,vorremmo
averlaqui,perpoterlaapplaudireancora.
VandA.ePublishing
Milano,ottobre2015
FaustaCialente
Fausta Cialente (Cagliari, 1898 Pangbourne, 1994), figlia di madre
triestina alto borghese e padre
abruzzesee militare, comincia il suo
nomadismo sin dalla nascita. Nel
1921 sposa il compositore e agente
diBorsaEnricoTerni,dalqualeavrà
una figlia. Con il marito si trasferisce in Egitto, dove vive
ventiseianni.Scrittriceeterodossa,dallosguardodissacratorio
e sempre un po’ straniera, ha creato alcuni dei più bei
romanzidelnostroNovecento,affreschipienidivitadialtri
mondiealtritempi.Esel’Egittoèilfiloconduttoredigran
parte della sua produzione letteraria, sono le donne il tema
centraledellasuariflessioneedellasuascrittura.
Esordisce con il romanzo Natalia (scritto nel 1927 e
pubblicato nel 1930), con cui vince il Premio dei Dieci,
presiedutodaMassimoBontempelli,mentreconilracconto
Marianna (1931) vince il Premio Galante, così chiamato in
quanto conferito esclusivamente alle donne. Creatrice di
alcuni tra i personaggi femminili più originali del nostro
Novecento,Cialenteproponetemiperiltemponontroppo
consueti, anticipando di decenni le problematiche del
femminismomoderno.Costantiirichiamiautobiograficinei
suoi libri, dalle ambientazioni levantine al desiderio di fuga
dei personaggi, alla critica della borghesia fino a un palese
antifascismo. L’Egitto, terra piena di fascino, ma anche di
dolore e povertà, è il teatro del racconto Pamela o la bella
estate (1935) e del romanzo Cortile a Cleopatra (1936),
definitodaEmilioCecchi,checuralaprefazioneall’edizione
del 1953, «una delle più belle opere narrative italiane
dell’ultimotrentennio».
Al Cairo dirige un programma radiofonico e poi un
settimanale per i prigionieri italiani nei campi di
concentramento del Medio Oriente, schierandosi
apertamente contro il fascismo. Torna in Italia nel 1947,
collaborando a Rinascita, Italia nuova, Noi donne, Il
Contemporaneo e l’Unità. Dopo un lungo silenzio, pubblica
nel 1961 Ballata Levantina, con il quale sfiora il Premio
Strega, e nel 1966 dà alle stampe Un inverno freddissimo,
romanzoambientatoinunadevastataMilanopostbellica.Nel
1968,conIlventosullasabbiatornaagliincantevolipaesaggi
fluviali e marini del Nilo in una delicata quanto spietata
analisidell’oziosaborghesiaeuropeainEgitto.Finalmentenel
1976 si aggiudica il Premio Strega, con Le quattro ragazze
Wieselberger; romanzo fortemente autobiografico, prende
l’avvio in una Trieste asburgica della metà dell’Ottocento, e
segue le vicende delle quattro sorelle fino all’età adulta,
abbracciando circa settant’anni di storia familiare della
scrittrice.
Dopo essersi separata dal marito e dopo la morte della
madre, Cialente vive fra la villa di famiglia a Trevisago, sul
LagoMaggiore,el’Inghilterra,conpuntatenelKuwaitdove
vive la figlia, ma sentendosi, come lei stessa dice di sé,
«stranieradappertutto».
Dialtovaloreartisticoanchelasuaattivitàditraduttrice,
fracuiLawrenceDurrell(Clea)eHenryJames(Girodivite).
Celebre la sua traduzione del ciclo di Louisa May Alcott,
Piccoledonne,PiccoledonnecresconoePiccoliuomini.
Ilremotodisordinedellavita:
unritrattodiFaustaCialente
diMelaniaG.Mazzucco
I greci chiamavano καιρός il tempo giusto, adatto,
conveniente,l’occasionefavorevoleeopportuna.Gliscrittori
chediventanopilastridelcanoneletterariohannoildonodi
cogliereilκαιρός.FaustaCialenteèunodiquegliscrittori
che hanno invece avuto il destino di mancarlo sempre.
All’appuntamento con la letteratura, il suo pubblico, i suoi
critici,èarrivatatroppopresto,otroppotardi.Nonsièmai
saputo in quale epoca e in quale compagnia collocarla
esattamente. Non apparteneva a nessun circolo, a nessuna
scuola,anessunamoda.Ancheilsuonomadismoeditoriale–
in quasi cinquant’anni ha pubblicato per i più disparati
editori, da Sansoni a Garzanti e Feltrinelli, dall’ecumenico
Mondadori ai comunisti Editori Riuniti – non ha aiutato a
inquadrarlainungruppo,néleèvalsoalleatiesostenitori.
Così nelle storie della nostra letteratura occupa uno
spazionobile,malaterale:nonrilevante.Isuoiromanziela
sua fama hanno subito, e tuttora subiscono, un andamento
sussultorio, ciclico come il passaggio delle comete: a lunghi
periodidieclissiseguonoimprovvise,acclamateriapparizioni.
Tuttavia,propriolasualatenzaeilsuoostinatoanacronismo
laliberano dalla prigionia deltempo – e liberano noilettori
postumi da categorie di interpretazione obsolete, asfittiche,
sempre inadeguate, dandoci la possibilità di cercarla
nell’unicoluogochesentìsuo,enelqualesolovolevaessere
trovata:isuoilibri.
Singolarmente pochi, per una vita singolarmente lunga.
Quando nel 1994 è morta, a quasi novantasei anni, in un
paesinodellacampagnainglesedelBerkshire,FaustaCialente
ha lasciato dietro di sé un esiguo tesoro formato da cinque
romanzi(Natalia,Cortile a Cleopatra, Ballata levantina, Un
inverno freddissimo, Il vento sulla sabbia), un memoir (Le
quattroragazzeWieselberger),dueraccontilunghi(Marianna
e Pamela o la bella estate), una manciata di racconti brevi,
articoli,qualchetraduzionedall’ingleseeunineditoDiariodi
guerra.Lasuastoriaeditorialeecreativaèscanditadaritardi,
rinvii, pentimenti, silenzi, indecisioni, plausi tardivi e
incomprensioni.Avrebbepotutoedovutoesserediversa.
Rileggendooggilasuaproduzioneelareticentebiografia
che emerge dai suoi scritti, dagli studi che le sono stati
dedicatiedallerareintervistechehaconcesso,colpiscesubito
undato.Lascrittriceeisuoipersonaggicondividonol’istinto
dellafuga.Un’identicatendenzaallamobilitàeinsofferenzaa
ogni costrizione li spingono fuori dai confini – reali o
simbolici:viadallageografianazionale,dailegamisoffocanti,
dall’acquiescenza ai riti, ai ruoli e ai doveri della propria
classe.Sognanolafugatutteleprotagonistedeisuoiromanzi:
Natalia, Pamela, Daniela, Alba, Lisa. Se la azzardano,
vengono sempre punite. La fuga non riesce mai. Sono
destinatealloscaccoanchequelleche–comeNatalia,Lallae
Frida – la cercano nella scrittura, inventandosi una vita
alternativadifantasia,menzogna,immaginazione,ocercando
di comprenderla attraverso la parola. I loro manoscritti non
vengonomailettidaldestinatariogiusto,e–fraintesioderisi
– suscitano irritazione e noia. Anche i personaggi maschili,
che tentano la fuga nell’arte o nella musica, falliscono.
L’allegropittoreMarcelloèinrealtàsolounimbianchino,il
violinista Arrigo è incompreso dal direttore d’orchestra, il
compositore modernista Filippo raccoglie un successo
effimero,probabilmenteperfinoinsincero.
Ma la fuga, nella scrittura e nella vita, che negò alle sue
creature letterarie, Fausta Cialente la praticò invece con
successoesenzarimorsi.Ilsuotalentoperlafugalocoltivò
strenuamente. Scriveva romanzi fin da ragazzina, proprio
come l’adolescente Lalla di Un inverno freddissimo, anche se
poi li abbandonò ed essi andarono smarriti. Nel 1921, a
ventitré anni, lasciò la famiglia e l’Italia. Si staccò da
entrambesenza«grannostalgiaorimpianto»(QRW210).Il
fratelloRenato,diunannomaggiore,cuieraassailegata,se
ne era già allontanato, avendo intrapreso l’itinerante
professionediattoreteatrale,edaglialtrisuoiparentinonsi
aspettavapiùnulla.Madreepadrefral’altro,maleassortitie
disamorati da tempo, rappresentavano un modello
fallimentare di coppia, che soltanto le convenzioni sociali
costringevano a vivere ancora insieme. E in Italia, essendo
cresciuta randagia di città in città al seguito di un padre
ufficialedifanteriaassegnatooraquioralà,nonavevaradici.
Lo strumento della sua liberazione fu, come per molte
giovanidonnedellasuagenerazione,ilmatrimonio.Cialente
sposòunuomopiùgrandedilei,EnricoTerni,giàsposatoe
padrediduefigli,eduevoltestraniero:ebreo,ealessandrino.
Musicista colto e raffinato, compositore misconosciuto che
ancora sperava di imporsi all’attenzione dei contemporanei,
«assomigliavaaD’Annunzio,macamminavacomeGroucho
Marx,piccolo,ossuto,calvoconcraniolucidissimo»,secondo
ilricordodelnipotePaolo(Terni1999).Ildisastrosoménage
deigenitoriavevaprecocementevaccinatoFaustacontroogni
illusionesulmatrimonio.Ebenchéparadossalmente–leiche
avrebbepotutodire,comeilsuofuturopersonaggioLisa,che
gli uomini, «nella mia famiglia di donne soltanto, (…) non
avevano avuto importanza alcuna, erano stati soltanto dei
fantasmi queruli e ingombranti» (VS 150) – avesse scelto
proprio le nozze per evadere, e avesse affidato al maturo
maritoilruolodelmaestro,nonsinascondeva,comeammise
piùdi mezzo secolo dopo, che«il mio matrimonio era stato
un’autenticafuga»(QRW210).
(...)Segue
AbbreviazionidelleoperediFaustaCialenteusateneltesto:
BL
Ballatalevantina,Feltrinelli1961(citazionidall’edizioneBaldini&
Castoldi2003).
CC
CortileaCleopatra,Corticelli1936(citazionidell’Avvertenza
dall’edizioneSansoni1953edelromanzodall’edizioneGarzanti
1966).
IF
Internoconfigure,EditoriRiuniti1976.
QRW
LequattroragazzeWieselberger,ArnoldoMondadori1976.
UIF
Uninvernofreddissimo,ArnoldoMondadori1966.
VS
Ilventosullasabbia,ArnoldoMondadori1972.
Autoricitati:
ConsoliV.,IlromanzodiFaustaCialente,Miano1984.
PeaE.,Ilservitoredeldiavolo,FratelliTreves1931(pp.4,32,111,112).
—,VitainEgitto,Mondadori1949(p.17).
PetrignaniS.,Lesignoredellascrittura,LaTartaruga1984.
Rubini F., “Diario di guerra (1841-47) di Fausta Cialente. La memoria e il
racconto”e“MiddleEastdiFaustaCialente”,BollettinodiItalianistica,IX,1,
2014(pp.61-84,139-52).
SavigneauJ.,LeMonde,29luglio1984.
StarkF.,Effendi,Longanesi1988(p.172).
TerniP.,Intemporubato,Sellerio1999(p.26).
Dall’Introduzionea
Internoconfigure
(…) L’aver radunato insieme tutte queste vecchie novelle
vuolforsesignificareunaresadiconti?Nehatuttal’aria–e
nonèun’ariavivace,un“presto”oun“allegro”,èpiuttosto
un“andante”,tantoperrestareinquelladivisionemusicalein
cui mi sembra si debba cercare il vero ritmo della mia
narrativa – forse perché sono nata e vissuta “dentro” la
musica.Nonsoseèvero,comecertacriticasostieneparlando
moltodall’alto,chel’immaginazioneèmortaechel’artistaè
destinatoadessereclassificatocomeunaspeciedifossile.Mi
sembrano funerali che lascio a chi ha il gusto del mortorio.
Credoinvecechenonsidebbaaverel’aria–el’insolenza–di
proporre qualcosa che sembri essere un modello unico,
buono per tutti; perlomeno non mi sento all’altezza di
proporre qualcosa d’altro se non la testimonianza del mio
tempo (per nostra sventura, l’ho già detto, ci è toccato un
tempovelenosoeferoce)edèuncompitoalqualeilnarratore
non dovrebbe sottrarsi, ciascuno a suo modo, naturalmente.
Diconochelastorialascriviamopiùnoichenonglistorici,
forseèvero,forseno,elafrasenonvalepertutti.Perme,che
sono sempre e dovunque straniera (d’italiano credo d’avere
soltantolalinguanellaqualemiesprimo,eanchequestaper
“puro caso”), conta soprattutto la risposta che mi viene dal
lettore anonimo, tanto più importante quanto più lo
indovinosemplice.Sentoallorad’avertoccatocolmionarrare
quelchec’èdipiùprezioso,uncuoreumanoegiusto,emi
sentoallorapienamentericompensata.
FaustaCialente
Trevisago(Varese),giugno1975
Natalia
Tra sogno e realtà. Un mondo
onirico,fattodivisioniediaperture
versoilmondo.Inmezzolavita,con
le sue gioie e i suoi dolori (tra cui
quelli inflitti dalla guerra). Una vita
che impone delle scelte, spesso
obbligate, come lo sono sempre
quelle di una donna, specie negli
anni Venti. Matrimonio, figli. Un
matrimonioacuiNataliasivotaper
unfraintendimento,traditadaunamoreproibitoperlapiù
adulta e affascinante Silvia. Un figlio nato morto – una
punizione, forse, per quel sentimento così scandaloso per il
mondo piccolo borghese? Natalia si muove con leggerezza
nellavita,grazieaisuoisogni.Manonsisottraeallavita,anzi
reagisceinmodoanticonvenzionaleeaudace.
Eaudaceèquestoromanzo,anticoeppureancoraattuale.
Una scrittura intensa, quella di Fausta Cialente, che
conquistalacriticamanonilpubblico:ilregimele“chiede”
di apportare alcuni cambiamenti – quell’amore saffico, per
esempio, sebbene trattato con delicatezza, senza accenti
scabrosi, più una “tenera” amicizia; e poi quel “disfatta”
riferito alla battaglia di Caporetto! Lei si rifiuta, e il libro si
inabissanell’oblioperdecenni.
Natalianonèfigliadelsuotempo,nonèunadonnadegli
anni Venti. È tutte le donne quando mostra i segni del
conflitto tra un ruolo in cui la tradizione la vuole a tutti i
costi, come una naturale disposizione, e quando tenta di
sottrarsiatuttoquesto,mettendosiinascoltodisestessa.
CortileaCleopatra
Cleopatra è un sobborgo di
Alessandria d’Egitto. Qui, in un
cortile circondato da casupole e
abitato da una sradicata e dolorosa
umanità, sotto lo splendore di un
impietoso sole tropicale, si svolge
una
vicenda
intensamente
drammatica, vissuta da personaggi
indimenticabili,Marcoilribelle,ele
donne intorno a lui, Dinah, Kikí,
Haiganúsh ed Eva. Una vicenda violenta, di amore e di
morte, risolta tuttavia con un linguaggio libero e sciolto,
essenzialmentemoderno.
Il romanzo esce in sordina nel 1936, per i tipi di
Corticelli Editore (Roma), accolto con scarso entusiasmo
anche da quei critici che avevano mostrato interesse per
MariannaeNatalia,lesueprimepubblicazioni.Maquando
nel 1953 Sansoni (Firenze) decide di ripubblicarlo, Emilio
Cecchinellasplendidaprefazionelodefinisce«unadellepiù
belle opere narrative italiane dell’ultimo trentennio»,
accostandolo a Conrad e chiudendo il testo con
l’appassionata dichiarazione: «Noi invidiamo quelli che lo
leggerannooraperlaprimavolta».
Pamelaolabellaestate
Scrittifrail1935eil1939,cioèfra
ledueguerre,enonostanteilpesante
ricordo della prima, di questi
racconti, oggi che li riconsegno alla
stampa,nonvorreinépotreimutare
il tono, né allargarne i limiti che
rinchiudono un mondo fatto quasi
esclusivamente di piccola gente
modesta e di bambini. Soltanto in
Pamelaola bella estate e in Viaggio
l’azione si svolge nel primo dopoguerra e fuori dai nostri
confini;neglialtriraccontièinvecefiltratalamemoriadiuna
provincia italiana assai più vecchia. La voce sommessa di
questa realtà potrà sembrare al nostro tempo intossicato e
ferocebenpiùlontanadiquantoloindicanoledate;maforse
proprio per questo è meglio non averne alterato la tenue
risonanza.
FaustaCialente(1962)
InPamelanonapparel’impressionantemiseriadelpopolo,il
raccontoètuttogiocatosualtritermini,l’adulteriodellabella
venezianaèpiùsognatochevero,lasuaresistenzaalgiovane
seduttore è più che altro velleitaria, e vince chi sembra
destinatoasoccombere,ilmitemaastutoAverkessian–forse
perché disperatamente, cocciutamente innamorato della
moglie.
FaustaCialente(1975)
Ballatalevantina
Uscito nel 1961, a distanza di un
quarto di secolo dalla sua ultima
pubblicazione, Cortile a Cleopatra,
questo romanzo riporta la Cialente
ai suoi luoghi esotici tanto amati e
alla ribalta letteraria, sfiorando il
PremioStrega.
Ballata levantina è un
affascinante
romanzo
sul
“levantinismo coloniale” e la sua
crisi,tralabelleépoqueeilsecondoconflittomondiale.Come
inuna“ballata”,unmagicoritmomusicalescandisceitempi
narrativi del racconto dell’educazione sentimentale di
Daniela, la giovane protagonista del libro. La quale, rimasta
orfana in tenera età, vive con la nonna materna, una ex
“mantenuta” ricca ma tenuta ai margini della società
rispettabilelevantina.Altrefiguresisusseguonocomeinuna
danza nella vita di Daniela e contribuiscono alla sua
formazione. Matteo, antifascista e fortemente critico nei
riguardidellasocietàpiccoloborghese,lastessaacuilanonna
aspira altrettanto fortemente ad entrare. Livia, moglie di
Matteo, figura speculare alla nonna, che la induce a non
dipendere mai dagli uomini. E poi gli amori, il seducente
quanto ambiguo Gilbert, ed Enzo, giovane idealista
comunista,anch’essispecularitraloro,emblemidiunmondo
chestaperscomparireediunaltrochealsovvertimentodella
guerrarispondescegliendounfrontediverso.
Uninvernofreddissimo
L’inverno del ’46, a Milano, fu
freddissimo; i mucchi di neve
rimaserofinoadaprile,perlestrade
eneicortilipienidimacerie.Inquei
lunghi mesi di gelo e di grigio,
Camilla
pone
mano
alla
ricostruzione della casa e della
famiglia nel grande stanzone
sottotetto, diviso dalle sottili pareti
distuoia.Malesperanzesonoesilie
lamorsadelgeloèimplacabilmenteserratasuquestafamiglia
così fragile: il marito è scomparso chissà dove, le figlie sono
impetuosamente cresciute alla femminilità; ci sono poi una
bambinaesuamadre,piovutedalcielo,unagiovanecoppia
insicura, un ragazzo incerto. Intorno gravitano due oscure
figure: il misterioso Enzo, che pare sapere già tutto, anche
l’amarodestinodiAlba;eilRosso,sottilmenteinquietantee
possessivo. Ma domina il personaggio di Camilla,
singolarmente delineato come una fitta e ricca tela, tessuta
contuttiifilidituttelealtrestorie.
All’apparenzafeuilleton, questo splendido romanzo – da
cuifutrattonel1976unosceneggiatodisuccessodaltitolo
Camilla, diretto da Sandro Bolchi e interpretato da una
vibranteGiuliettaMasina–mostraunafortevalenzapolitica
estoricaconlasuacapacitàdiparlarediun’epocadifficilee
controversa del nostro paese, dove i bisogni primari per
alcune fasce di popolazione non sono solo cibo, acqua e
fuoco,maanchesolidarietàeaffetto.
Ilventosullasabbia
Lisa, dopo aver perso i genitori e la
vecchia zia che l’aveva accudita
quandoerarimastasola,sitrasferisce
in Africa per vivere e lavorare nella
casa di Filippo e Malvina, suoi
lontani cugini, ebrei antifascisti e
imprudenti “teste calde”. Accanto a
loro, due anziani coniugi tedeschi,
Frida e Stefan, che abitano in una
bella villa sulla costa e ospitano
Lottie,un’eccentricaepateticascrittrice.
Pubblicato nel 1972, il romanzo è ambientato qualche
annoprimadelloscoppiodellasecondaguerramondiale,edè
un affascinante affresco dei rapporti umani in un sistemamondo coloniale e colonialista ormai in declino e senza più
ragione d’essere, dove gli europei borghesi rifiutano il
contattoconlapopolazioneindigena.Inquestasuddivisione
sociale tra i personaggi, la tragedia appianerà divergenze e
differenze. Il chiaro sentore dell’immane minaccia del
nazismotrionfanteedelfascismodilagantesconvolgeràlevite
ditutti.LottiedecidediripartireperlaGermaniaesottrarre
Stefan a Frida, scatenando una serie di reazioni che
porteranno a un efferato delitto. Scriverà, molto finemente,
Franco Cordelli: «il punto più alto della moralità
novecentescaitalianaènelfinalediIlventosullasabbia,(…)
Nel mondo della Cialente non succede solo che tutti si
muore, succede molto di più: succede che ciò che davvero
importaècomesimuore,ovverocomesivive».
LequattroragazzeWieselberger
In un’incantevole Trieste fine
Ottocento,
vivificata
dall’aria
mitteleuropea e dalla bora
dell’irredentismo, si muovono
aggraziate, au ralenti, e come
consapevoli di un loro tragico
destino
le
quattro
sorelle
Wieselberger. Appartengono a una
«giudiziosa, benestante famiglia»
della buona società: la madre è una
tranquillasignorachesidividetralacasadicittà,odorosadi
ceraedipulito,elagrandecasadicampagna,congiardino,
ortoevigna;ilpadreèunostimatomusicistachedirigecon
autoritàaffettuosasialafamiglia,sial’orchestradei«dilettanti
filarmonici». A una delle quattro ragazze può capitare di
danzare,unasera,conilsignorEttoreSchmitz,industrialedi
vernici sottomarine non ancora diventato il grande Italo
Svevo. Narrando la loro storia, che è poi quella della sua
famiglia, Fausta Cialente racconta mezzo secolo di storia
italiana,inunaprospettivarivelatrice.Gettaunalucenuovae
inquietante su certi fautori «liberalmassoni di destra»
dell’irredentismo triestino, che non solo liquidavano in
termini razzisti la questione slovena, ma intendevano
applicare analoghe discriminazioni nei confronti dei
lavoratori,escludendolidalgovernodellacittà,quandofosse
«divenuta italiana»: è la stessa borghesia, pavida e
conservatrice, che cercherà nell’interventismo un’evasione
dalledrammatichesceltecheilsocialismoproponeva.
Integrandolamemoriaconlafantasiaecogliendoinessi
esplicitiesotterraneitravitaprivataepubblica,traindividuo
estoria,LequattroragazzeWieselberger,vincitoredelPremio
Strega nel 1976, porta a compiuta maturità umana ed
espressival’attivitàdiscrittricesvoltadallaCialentenell’arco
diquarant’annierealizzailsenso,piùsegretoevero,dellasua
vocazioneartistica.
Internoconfigure
La provincia italiana degli anni
Venti e Trenta, un mondo
all’apparenza modesto, tranquillo
eppur scosso nel suo profondo da
drammiinteriori,oltrechedatragici
eventi esterni; ambienti familiari,
che sembra di conoscere da sempre,
accanto ad atmosfere esotiche,
proprie di quell’Egitto dove la
scrittricevisse per ben ventiseianni,
dal 1921 al 1947. Questo è lo sfondo su cui si stagliano le
figuretratteggiateconsapientescritturaericchezzadieffetti
da Fausta Cialente: figure di donne soprattutto – sognatrici
comePamela,sensualieaffascinanticomeMarianna,sicuree
determinatecomeMarcellina–efiguredibambini,vivacie
immaginifici,checontrappongonoalmondotalvoltaipocrita
degliadultiquelloinnocenteefantasiosodell’infanzia.
Indice
FaustaCialente–Nellanebbiadellamemoria
Dall’IntroduzioneaInternoconfigure
FaustaCialente
Ilremotodisordinedellavita:
unritrattodiFaustaCialente
diMelaniaG.Mazzucco
Natalia
CortileaCleopatra
Pamelaolabellaestate
Ballatalevantina
Uninvernofreddissimo
Ilventosullasabbia
LequattroragazzeWieselberger
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