leggere un` ETICHETTA

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leggere un` ETICHETTA
La Cooperazione al cuore del Mediterraneo
La Coopération au cæur de la Méditerranée
COME
leggere
un’
ETICHE
TTA
REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
Cos’è l’etichetta di un prodotto
L’
etichetta può considerarsi come la carta d’identità di un prodotto alimentare, essa fornisce tutte le indicazioni utili per un consumo consapevole, responsabile e sicuro.
Attraverso una sua attenta lettura il consumatore ha gli strumenti per scegliere
il prodotto che maggiormente corrisponde alle proprie esigenze e per valutare
il rapporto qualità/prezzo.
La legge definisce l’etichettatura come l’insieme di voci, marchi, simboli, indicazioni ed immagini che compaiono sull’etichetta, sull’imballaggio e sui dispositivi di chiusura (tappi ecc) dei prodotti alimentari. Tutte queste informazioni non
devono essere tali da poter trarre in inganno il consumatore.
Perché ciò avvenga le etichette si devono distinguere per:
yy chiarezza: le indicazioni devono risultare facilmente comprensibili per un
consumatore medio e non devono ingenerare dubbi sulle caratteristiche del
prodotto acquistato;
yy leggibilità: le informazioni devono essere riportate in caratteri di dimensioni tali da poter essere letti senza troppa difficoltà;
yy facilità di lettura: devono essere facilmente leggibili e non devono riportare informazioni in punti nascosti, di difficile lettura o rimovibili (es. sigillo di
confezionamento);
yy indelebilità: gli operatori devono garantire l’indelebilità delle informazioni
riportate in etichetta, affinché esse siano leggibili per tutta la vita commerciale del prodotto.
Vediamo uno schema sintetico delle indicazioni obbligatorie previste dalla
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normativa per i prodotti alimentari preconfezionati (D.lgs. 109/1992 e regolamento UE 1169/2011):
yy denominazione di vendita: nome del prodotto;
yy elenco degli ingredienti;
yy elenco degli additivi: coloranti, conservanti, antiossidanti;
yy sostanze aromatizzanti: aromi naturali; aromi (se di origine sintetica);
yy quantitativo netto;
yy lotto di produzione e data di scadenza;
yy modalità di conservazione e utilizzo;
yy luogo di origine per i prodotti non trasformati;
yy luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazione per i prodotti trasformati;
yy nome, sede del produttore e del confezionatore.
Oltre alle indicazioni obbligatorie le etichette possono contenere altre informazioni che qualificano meglio il prodotto. Più indicazioni troviamo sull’etichetta tanto migliore sarà il giudizio alimentare sul quel prodotto.
Vediamo qualche esempio:
yy marca commerciale o private label;
yy indicazioni nutrizionali e sulla salute;
yy etichettatura ambientale;
yy codice a barre;
yy simbolo metrologico ℮;
yy marchio biologico.
yy i marchi d’origine: Denominazione d’Origine Protetta (DOP), Indicazione
Geografica Protetta (IGP), Specialita Tradizionale Garantita (STG).
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Denominazione
del Prodotto
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Elenco degli ingredienti
degli additivi e delle
sostanze aromatizzanti
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Data di scadenza e
lotto di produzione
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Nome e indirizzo
del produttore o del
confezionatore
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Quantitativo netto
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Modalità di conservazione
e di utilizzo
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INDICAZIONI FACOLTATIVE
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Marca commerciale
o private label
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Indicazioni nutrizionali
e sulla salute
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Etichettatura ambientale
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Codice a barre
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Simbolo metrologico ℮
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Marchio biologico
L’illustrazione e i suoi contenuti sono puramente rappresentativi. Il prodotto raffigurato è frutto della fantasia degli autori del presente opuscolo.
INDICAZIONI OBBLIGATORIE
INDICAZIONI OBBLIGATORIE
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Denominazione del prodotto
La prima cosa che salta all’occhio è sicuramente la denominazione
di vendita, in questo caso i biscotti. In altri casi, ad esempio “latte parzialmente scremato in polvere”, la descrizione permette di individuare la natura del prodotto (latte) fornendo anche indicazioni sullo stato fisico dell’alimento (in polvere)
e sul tipo di trattamento tecnologico subito (parzialmente scremato).
Alcune denominazione di vendita sono legali, ovvero disciplinate a livello comunitario (es. olio extravergine di oliva, vino) o nazionale (es. pasta di semola di
grano duro, panettone, formaggio): ciò vuol dire che la normativa definisce le
caratteristiche merceologiche che deve possedere l’alimento per poter utilizzare quella determinata denominazione di vendita.
Altre denominazioni di vendita sono, invece, merceologiche ovvero fanno riferimento ad alimenti diffusi negli usi e nelle consuetudini alimentari (es. pizza,
gelato, torrone) e quindi, pur non essendoci una codifica normativa, sono comunemente conosciuti come tali sul mercato nazionale. Infine, una terza ed ultima tipologia, è la denominazione di vendita di fantasia (es. Grancereale,
Tartufone, ecc.) ed è associata ad un prodotto alimentare nuovo, innovativo,
frutto della ricerca dell’azienda; essa, pertanto, deve essere sempre seguita da
una breve descrizione sulle caratteristiche del prodotto, ad esempio nel caso
del Grancereale, la descrizione sarà “biscotto a base di cereali”.
La denominazione di vendita è differente dalla denominazione commerciale: infatti mentre la prima corrisponde al nome del prodotto, la seconda è facoltativa e
serve unicamente a qualificarlo meglio. Nel comparto delle paste alimentari, ad
esempio, la denominazione di vendita è “pasta di semola di grano duro”, mentre
la denominazione commerciale è rappresentata dall’indicazione “spaghetti”, “fusilli”, “farfalle” e via dicendo. Un altro caso può essere osservato nel comparto dei
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latticini: la denominazione di vendita è “formaggio fresco a pasta filata”, mentre la
denominazione commerciale è “fior di latte”, “mozzarella” e via dicendo.
Quest’ultimo è anche un caso in cui la denominazione commerciale è diventata
più famosa della denominazione di vendita, tanto da evocare essa stessa le caratteristiche del prodotto finito.
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Elenco degli ingredienti, degli
additivi e delle sostanze aromatizzanti
GLI INGREDIENTI - L‘ordine con cui appaiono gli ingredienti nell’etichetta non è casuale ma è regolato per legge. In particolare gli ingredienti devono
comparire in ordine decrescente di quantità, in altre parole il primo ingrediente
è più abbondante del secondo che a sua volta è più abbondante del terzo e così
via. Controllando l’ordine degli ingredienti tra due prodotti simili possiamo
quindi farci un’idea di quale dei due è qualitativamente migliore.
GLI ADDITTIVI - Compaiono di solito alla fine dell’elenco. Evitarli è quasi impossibile, essi sono presenti nella maggior parte degli alimenti e sono utilizzati per
conservare i prodotti nonchè per renderli più invitanti. La legge stabilisce quali,
come e quando possono essere usati. Sono sostanze utilizzate dall’industria alimentare per migliorare alcune caratteristiche del prodotto come:
yy il tempo di conservazione (conservanti);
yy l’aspetto e il colore (coloranti, emulsionanti, ecc.);
yy il sapore (esaltatori di sapidità, correttori di acidità, ecc.).
Non hanno alcun valore nutrizionale e non sempre sono innocui. Il loro impiego è regolamentato a livello nazionale e comunitario e sulle etichette sono
spesso indicati con la lettera E seguita da un numero.
Questa indica che l’additivo in questione è permesso in tutti i paesi dell’Unione
Europea, mentre il numero che segue ne definisce la categoria d’appartenenza.
I coloranti sono classificati da E100 a E199 mentre i conservanti da E200 a E299.
La funzione dei conservanti è quella di rallentare il processo di deterioramento
del cibo causato da vari agenti quali muffe, batteri e lieviti. Gli antiossidanti (contrassegnati da E300 a E322) evitano invece il processo d’ossidazione mentre i
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correttori di acidità (da E325 a E385) conferiscono all’alimento un gusto acidulo. Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti sono classificati da E400 a E495.
GLI AROMATIZZANTI - Conferiscono agli alimenti specifici odori e sapori. La
legge italiana prevede la loro indicazione in etichetta in modo generico come
“aromi”. Possono essere naturali o artificiali. Alla prima categoria appartengono aceto, limone, zucchero e derivati, alcool, olio e sale.
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Data di scadenza e lotto di produzione
Per sapere entro quando occorre consumare un alimento bisogna guardare la
data apposta sulla confezione o sull’etichetta.
Oltre a questa devono esserci obbligatoriamente una di queste due voci:
DA CONSUMARSI ENTRO IL - Indica che oltre quella data il prodotto può costituire un rischio igienico-sanitario. Viene utilizzata per cibi molto deperibili
(latte, formaggi freschi, yogurt, pasta fresca ecc).
DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO IL - Indica il termine minimo di
conservazione (TMC). Viene usata per prodotti poco deperibili. Fino alla data
stampata il prodotto, in adeguate condizioni di conservazione, conserva le proprie caratteristiche chimico-fisico-sensoriali. Oltre tale data l’alimento non presenta pericolo di rischio igienico-sanitario ma potrebbe avere alterate le caratteristiche sensoriali (ad esempio i biscotti possono perdere di croccantezza).
LA DATA - Può essere indicata nei prodotti con questa tipologia:
yy giorno/mese: alimenti che si conservano per meno di tre mesi (latte, formaggi freschi, yogurt);
yy mese/anno: alimenti che si conservano per più di tre mesi ma meno di 18
(pasta all’uovo, biscotti, merendine, salse);
yy anno: alimenti che si conservano per almeno 18 mesi (scatolame).
Spesso il consumatore è portato a scegliere un determinato prodotto anziché
un altro per il periodo di conservazione più lungo.
In realtà (ma non sempre) un periodo di conservazione minore indica un minor
utilizzo di conservanti o la presenza d’ingredienti più pregiati.
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LOTTO DI PRODUZIONE - Indica che l’alimento è stato prodotto e confezionato in un determinato giorno impiegando le stesse materie prime e seguendo lo
stesso processo produttivo dell’intera partita che riporta lo stesso numero.
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Nome e indirizzo del
produttore o del confezionatore
Sapere dove, come, quando e da chi è stato prodotto l’alimento è importantissimo, perché in caso di rischio igienico-sanitario è possibile risalire alla fonte della contaminazione.
Le informazioni relative alla produzione sono rappresentate, per esempio,
dalla data (prodotto il 12/07/2008), dal nome del produttore (Centrale del latte
di…), dalla sede (nello stabilimento di via Roma 6) e dal lotto (L 9609522) che indica le partite di alimento prodotte nelle stesse condizioni tecnologiche (stessa
temperatura, stesse materie prime ecc).
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Quantitativo netto
Indica la quantità netta di prodotto misurata in massa (grammi, chilogrammi
ecc.) o in volumi (litri, centilitri ecc.).
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Modalità di conservazione e di utilizzo
Come e dove conservare un prodotto a casa? Come scongelarlo? Come cuocerlo? L’etichettatura ci fornisce anche queste informazioni, tramite le istruzioni per
l’uso, che comprendono le modalità di cottura e preparazione, nonché le indicazioni per la corretta conservazione, come ad esempio “conservare in frigorifero da 0°C a +4°C”. Rispettare queste indicazioni è importante sia per preservare le caratteristiche sensoriali del cibo, ma anche per evitare l’alterazione dei
prodotti molto deperibili.
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INDICAZIONI FACOLTATIVE
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Marca commerciale o private label
Può indicare il marchio della società che vende/offre/distribuisce il prodotto
(es. nome di una catena commerciale) o un nome di fantasia, in questo caso
BAMPÈ, ideato per una linea di prodotti (biologici, primo prezzo etc) di un prodotto solitamente realizzato o fornito da una società terza.
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Indicazioni nutrizionali e di salute
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Un sottoinsieme dell’etichettatura è la nutrizionale, rappresentata da una
tabella in cui vengono riportati il valore energetico e la composizione in nutrienti (proteine, carboidrati, lipidi, vitamine, minerali, fibra e sodio) per 100 g di alimento e/o per porzione.
Non è obbligatoria, ma lo diventa quando il prodotto è accompagnato da una dicitura nutrizionale a scopo pubblicitario che
affermi, suggerisca o sottintenda che un alimento ha determinate proprietà benefiche derivanti dalla sua composizione (ad esempio a ridotto contenuto di grassi). Sarà obbligatoria
per tutti fra 3 anni secondo quanto previsto dal Reg UE 1169/201.
Il Regolamento 1924/2006 che disciplina le indicazioni nutrizionali e sulla salute (CLAIMS) impone che il contenuto deve essere:
1. veritiero;
2. basato su dati scientifici;
3. non deve attribuire all’alimento proprietà idonee a prevenire, curare e/o
guarire malattie.
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Etichettatura ambientale
Sulle confezioni troviamo dei pittogrammi, generalmente accompagnati da
diciture, che riguardano il materiale utilizzato per la loro produzione.
Questi sono utili per la corretta raccolta differenziata degli imballaggi. Prima
fra tutte quella relativa a “non disperdere nell’ambiente dopo l’uso”, con
o senza il simbolo di un omino stilizzato che getta l’imballaggio nel bidone
della spazzatura.
CA
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CARTONE
AL
ALLUMINIO
MATERIALE
RICICLABILE
PP
POLIPROPILENE
ACC
BANDA
STAGNATA
IDONEO
PER SOSTANZE
ALIMENTARI
PVC
POLIVINIL
CLORURO
NON DISPERDERE
NELL’AMBIENTE
DOPO L’USO
Codice a barre
Si tratta di un codice numerico, le cui cifre rappresentano alcune
informazioni riferite al prodotto, espresse in un formato che può essere compreso dai lettori ottici (come quello del supermercato).
A livello europeo esiste un sistema comune, chiamato EAN (European Article
Number), che permette di identificare i prodotti (non solo alimentari) tramite
il codice a barre.
Le sue cifre hanno un preciso significato: le prime due indicano il paese
d’origine del possessore del marchio (ma non il paese in cui l’alimento è stato prodotto o il paese d’origine delle materie prime), dalla terza alla settima
indicano il produttore, dall’ottava alla dodicesima il prodotto mentre l’ultima è il codice di controllo dell’intero codice.
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Al consumatore tuttavia, basta leggere le prime due, per sapere di quale
paese è il possessore del marchio (per esempio: 80 Italia, 30 Francia, 400
Germania).
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Il simbolo metrologico ℮
Gli imballaggi ad uso alimentare possono essere di tipo CE o di differente classificazione. Quelli con il contrassegno CE sono conformi alla normativa comunitaria in materia di metrologia avendo superato appositi controlli relativi alla
capacità effettiva pertanto possono circolare liberamente sul mercato comunitario. Hanno in evidenza anche il simbolo “℮” riportato vicino all’indicazione della quantità (es: 100 ml ℮).
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Marchi
Fra le indicazioni facoltative un discorso a parte meritano i marchi di cui vediamo qualche esempio.
MARCHIO BIOLOGICO
Gli alimenti biologici derivano dall’agricoltura biologica, ossia un metodo di coltivazione che non prevede l’utilizzo di
prodotti chimici di sintesi nelle varie fasi di coltivazione, trasformazione e stoccaggio. Tutti i prodotti non naturali sintetizzati in laboratorio quali diserbanti, insetticidi, fungicidi, fertilizzanti, coloranti e conservanti sono vietati. Dal luglio del 2010 tutti gli alimenti biologici preconfezionati
all’interno dell’Unione Europea devono recare obbligatoriamente il marchio
che garantisce il rispetto del regolamento sulla produzione biologica.
È inoltre possibile utilizzarlo, su base volontaria, per alimenti biologici (non
preconfezionati) prodotti nell’UE o su qualunque altro prodotto biologico
importato da paesi terzi.
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DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA (DOP)
È uno dei marchi di qualità più prestigiosi dell’Unione Europea,
è di tutela giuridica della denominazione attribuito a quegli
alimenti le cui caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti. Affinché un prodotto sia DOP le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire entro una specifica zona geografica e nel rispetto
del relativo disciplinare di produzione.
Di seguito i marchi dei prodotti DOP della Sardegna: Pecorino Romano, Fiore
Sardo, Pecorino Sardo, Carciofo Spinoso di Sardegna, Olio Extravergine d’Oliva di Sardegna, Zafferano di Sardegna.
INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA (IGP)
É un marchio di origine attribuito dall’Unione Europea a quei
prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica dipende dall’origine geografica e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avvenga in una specifica area geografica.
L’ottenimento di una IGP prevede quindi che almeno una fase del processo
produttivo debba avvenire in una specifica zona e nel rispetto del relativo
disciplinare di produzione.
Di seguito il marchio IGP dell’Agnello di Sardegna.
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Per saperne di più
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Le informazioni promozionali
Oltre a racchiudere tutto ciò che la legge impone venga comunicato al consumatore, l’etichettatura riporta anche una serie di informazioni “non essenziali”, legate alla natura commerciale ed al marketing del prodotto.
Si tratta di messaggi promozionali o pubblicitari di vario genere, riferiti alla
qualità del prodotto o al processo di produzione (azienda certificata per la
qualità), ai suoi possibili impieghi gastronomici (ad esempio si trovano molte ricette sulle confezioni della pasta), alle sue caratteristiche nutrizionali,
alle tradizioni dell’azienda (produciamo formaggio dal 1928), ma anche raccolte punti, buoni sconto, numero verde, informazioni su altri prodotti
dell’azienda ecc.
Tutte queste componenti dell’etichettatura hanno la finalità di attirare il
cliente e persuaderlo a comperare quel prodotto. La legge non vieta questa
forma di pubblicità, ma impone che i messaggi promozionali comunicati
tramite l’etichettatura risultino veritieri e non siano formulati in modo da
trarre in inganno il consumatore.
Casi particolari
Non tutti gli alimenti devono essere etichettati nello stesso modo, vediamo
qualche caso di etichettatura particolare.
yy PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI FRESCHI
Va riportata la varietà, il prezzo al chilo, il luogo o lo stato di provenienza
e la categoria. Quest’ultima può essere:
•• extra (prodotto di qualità superiore e privo di difetti);
•• prima (prodotto di buona qualità, ma con leggeri difetti di forma, colore,
buccia);
•• seconda (prodotto con difetti di forma, colore, buccia e alterazioni in
superficie).
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yy CARNE
Deve essere accompagnata dal bollo UE, dal numero che identifica l’animale o il lotto di animali, dal paese di nascita e di ingrasso dell’animale e
dal paese e numero di approvazione dell’impianto di macellazione e del
laboratorio di sezionamento.
yy PRODOTTI ITTICI
Per questi alimenti è obbligatorio dare indicazioni delle modalità di pesca, tramite tre diciture:
•• pescato (indica che è stato pescato in mare ed è seguita dall’indicazione della zona di pesca);
•• pescato in acque dolci (indica che è stato pescato in acque dolci interne);
•• allevato.
yy UOVA
L’etichettatura deve riportare la loro classificazione in categorie di peso e
qualità.
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La Cooperazione al cuore del Mediterraneo
La Coopération au cæur de la Méditerranée
www.bampe.eu
Questo opuscolo prende spunto da quanto realizzato dalla Direzione Generale Salute e Tutela
dei Consumatori della Commissione Europea e ha il solo scopo di fornire informazioni di
carattere generale sulle regole riguardanti l’etichettatura dei prodotti. Non è esaustivo e non
rappresenta una guida completa della complessa normativa sulle etichette per alimenti.
Realizzazione a cura di
Agenzia Laore Sardegna
Grafica e impaginazione
Altopiano - Cagliari
Stampa
Arti Grafiche Pisano - Cagliari