Rapporto bilanci 2013 - Starnet

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Rapporto bilanci 2013 - Starnet
RAPPORTO 2013
OSSERVATORIO SUI BILANCI DELLE SOCIETÀ DI
CAPITALI SENESI DAL 2007AL 2011
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RAPPORTO 2013
OSSERVATORIO SUI BILANCI DELLE SOCIETÀ
DI CAPITALI SENESI DAL 2007AL 2011
Ufficio Studi e Statistica - Camera di Commercio di Siena
Chiara Andrucci
Duccio Marconi
Tiziana Siveri
Istituto Guglielmo Tagliacarne
Paolo Cortese
Valerio Guerra
3
4
Rapporto 2013
Osservatorio sui bilanci delle società di capitali
senesi dal 2007al 2011
Sommario
1
La situazione economico-finanziaria delle imprese senesi... 6
2
Le imprese senesi per classi dimensionali ................................12
2.1
2.2
3
I macrosettori economici.................................................................17
3.1
3.2
3.3
4
Lo sviluppo.............................................................................................12
La redditività e la solvibilità............................................................13
L’agricoltura ..........................................................................................18
L’industria ..............................................................................................20
I servizi ....................................................................................................26
Conclusioni ...........................................................................................32
Note metodologiche..........................................................................................33
5
1
La situazione economico-finanziaria delle imprese senesi
L’analisi dei bilanci delle società di capitali della provincia di Siena è suddivisa in tre livelli:
1) dati aggregati generali;
2) dati aggregati per classi dimensionali;
3) dati aggregati per settori economici.
Gli indicatori oggetto di analisi forniscono indicazioni sullo sviluppo, sulla redditività operativa,
sulla redditività netta e sulla solvibilità delle imprese.
Per quanto concerne il primo livello di analisi, di seguito, si valutano i seguenti dati:
1. variazione del numero delle imprese;
2. rapporto tra forma abbreviata e ordinaria;
3. valutazione degli indici di sviluppo (fatturato, valore aggiunto e investimenti);
4. valutazione degli indici di redditività (redditività operativa e netta);
5. valutazione degli indici di solvibilità (solidità e liquidità).
A livello generale, negli anni 2007-2011, in base ai bilanci depositati1 dalle imprese senesi presso la
CCIAA di Siena, il numero delle società di capitali cresce nel complesso dello 0,7%. In termini
tendenziali, risultati particolarmente positivi si registrano nel 2009 (Tabella 1), anno in cui aumenta
in termini tendenziali la quantità delle imprese nano (17,1%), delle micro (7,9%) e delle medie
(9%), e nel 2010, con i più alti valori assoluti e con le piccole e medie imprese che registrano
ulteriori considerevoli incrementi (8,3% e 9,2%). Di contro, nel 2009 e 2010 diminuisce
significativamente il numero delle società di capitali con fatturato che supera i 10 milioni di euro
(-8,9% nel 2009 e -3,3% nel 2010). Nel 2011, in controtendenza con il precedente biennio,
aumentano invece le imprese di grandi dimensioni (+1,1%) e diminuisce il numero di imprese delle
altre classi dimensionali, che risultano tutte in calo (con valori del 4-6%).
TABELLA 1 - IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI E VARIAZIONE DEL NUMERO DI IMPRESE
2007
2008
2009
2010
num.
%
num.
%
num.
%
num.
%
1.137
44,1
1.067
44,4
1.249
47,4
1.251
46,8
Nano
885
34,4
831
34,6
897
34,0
899
33,7
Micro
306
11,9
302
12,6
289
11,0
313
11,7
Piccola
144
5,6
100
4,2
109
4,1
119
4,5
Media
104
4,0
101
4,2
92
3,5
89
3,3
Grande
2.576
100,0
2.401
100,0
2.636
100,0
2.671
100,0
Totale
Var.%2008/2007 Var.%2009/2008 Var.%2010/2009 Var.%2011/2010
-6,2
17,1
0,2
-3,9
Nano
-6,1
7,9
0,2
-0,6
Micro
-1,3
-4,3
8,3
-5,8
Piccola
-30,6
9,0
9,2
-4,2
Media
-2,9
-8,9
-3,3
1,1
Grande
-6,8
9,8
1,3
-2,8
Totale
2011
num.
%
1.202
46,3
894
34,5
295
11,4
114
4,4
90
3,5
2.595
100,0
Var.%2011/2007
5,7
1,0
-3,6
-20,8
-13,5
0,7
Da un focus sulla tipologia di bilanci depositati nel 2011 (Figura 1), emerge che la maggior parte
(89,2%) è in forma abbreviata e che il numero complessivo risulta in crescita negli ultimi quattro
anni (nel 2007 il dato era pari all’85,1%), mentre i bilanci ordinari vengono presentati soprattutto
dalle imprese grandi e medie, ovvero, quelle con un volume d’affari superiore a 10 milioni di euro
1Sono
stati considerati al fine dell’analisi i bilanci in forma sia ordinaria sia abbreviata.
(80,0%) o compreso tra 5 e 10 milioni di euro (48,2%). Le società di capitali appartenenti alle altre
classi dimensionali prediligono, invece, l’impiego del bilancio in forma abbreviata.
FIGURA 1 - INCIDENZA (%) DEI BILANCI DEPOSITATI IN FORMA ORDINARIA E ABBREVIATA NELL'ANNO 2011
Per quanto concerne gli indici di sviluppo, dopo il picco negativo registrato nel 2009 ed il
consistente miglioramento del 2010, il fatturato ed il valore aggiunto tornano a diminuire nel
2011 (fatturato -2,9%; valore aggiunto: -2,1%), attestandosi, tuttavia, a valori superiori rispetto a
quelli del 2008 (Figura 2). Queste due variabili presentano andamenti simili per tutto il periodo
esaminato ma il valore aggiunto si attesta sempre su livelli inferiori rispetto al fatturato,
determinando bassi margini e bassi guadagni per le imprese della provincia. Tuttavia, anche a
livello regionale l’andamento del fatturato e del valore aggiunto è analogo a quanto si verifica a
livello provinciale (Figura 3).
2
FIGURA 2 – LO SVILUPPO DEI RICAVI E DEL VALORE AGGIUNTO DELLA PROVINCIA DI SIENA
Numeri indici a base fissa (2007=100)
FIGURA 3 –
(2007=100)
LO SVILUPPO DEI RICAVI E DEL VALORE AGGIUNTO DI SIENA E DELLA TOSCANA. Numeri indici a base fissa
2Indicatori utilizzati: sviluppo dei ricavi NI Ricavi a pr. costanti = Ricavi (t) a pr. (t-1) / Ricavi (t-1) e sviluppo del
valore aggiunto NI VA a pr. costanti = VA (t) a pr. (t-1) / VA (t-1).
7
In diminuzione nell’ultimo anno, invece, gli investimenti sia a livello provinciale (da 0,944 del
2010 a 0,927 del 2011) sia regionale (da 0,955 del 2010 a 0,935 del 2011). Osservando la Figura 4
si evince una maggiore propensione agli investimenti per le società di capitali della provincia di
Siena, rispetto alla popolazione totale delle società di capitali toscane. Nel periodo 2008-2011
l’andamento dell’indice provinciale, pur partendo da valori più alti, dal 2009 si avvicina
all’andamento ed ai valori dell’indice regionale, ma rimanendone sempre al di sopra.
FIGURA 4 - SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI NELLA STRUTTURA OPERATIVA DI SIENA E DELLA TOSCANA
Numeri indici a base fissa (2007=100)
Passando all’analisi degli indici di redditività, il 2011 mostra valori discordanti (Figura 5): dopo un
2010 di ripresa, la redditività degli investimenti torna a diminuire sotto i livelli del 2009 (dal
3,63% al 3,54%); in leggero miglioramento, invece, la rotazione del capitale (dall’1,15 del 2010
all’1,16 del 2011), la redditività delle vendite (dal 3,74% al 3,75%) e la produttività del lavoro
(CLUP), misurata come il rapporto tra i costi del personale ed il valore aggiunto (dal 65,42% al
65,25%).
FIGURA 5 – COMPONENTI DELLA REDDITIVITÀ OPERATIVA DI SIENA
Rendimento degli investimenti (ROI Op.)3
2007
2008
2009
2010
2011
5,95%
4,87%
3,63%
3,71%
3,54%
2007
1,29
Rotazione del capitale4
2008
2009
2010
1,23
1,11
1,15
2011
1,16
Redditività delle vendite (ROS)5
2007
2008
2009
2010
5,32%
4,55%
3,71%
3,74%
2007
59,05%
2008
63,43%
CLUP6
2009
63,97%
2010
65,42%
2011
3,75%
2011
65,25%
3
ROI operativo = Margine oper. netto (MON) / COIN dove per COIN si ha (Attività circolanti – Passività circolanti +
Investimenti strutturali netti).
4
Capital Turnover = Ricavi delle vendite / COIN.
5
ROS = Margine oper. netto (MON) / Ricavi delle vendite dove per MON si ha (Valore della produzione – Costo delle
materie e servizi – Ammortamenti, Accantonamenti e Svalutazioni).
6
CLUP = Personale / Valore aggiunto.
8
Nel 2011 decresce la redditività del capitale investito in azienda sia a livello regionale sia
provinciale, pur attestandosi al di sopra dei livelli del 2009. L’indice toscano, in questo caso più
elevato rispetto a quello senese (Figura 6), si riduce di 0,21 punti percentuali, mentre l’indice
provinciale diminuisce di 0,28 punti percentuali.
FIGURA 6 - ROE DI SIENA E DELLA TOSCANA
Gli andamenti degli oneri finanziari, delle imposte e dell’utile netto (Figura 7) consentono di
approfondire la redditività netta delle imprese che, seppur lievemente, rispetto al 2010 peggiora,
anche in questo caso però rimanendo su valori più elevati del 2009. Nel 2011 si verifica un aumento
dell’incidenza degli oneri finanziari sul fatturato (da 1,34% a 1,39%) e del peso delle imposte
(dall’1,32% all’1,40%), che continuano a crescere per il secondo anno consecutivo, ed una
diminuzione dell’utile netto, che si attesta a 29 centesimi per ogni 100 euro di fatturato, rispetto ai
32 centesimi del 2010 ed ai 18 centesimi del 2009.
A livello regionale, considerando solo l’utile netto, emerge che l’incidenza di quest’ultimo sul
fatturato aziendale è più elevata di quanto registrato a livello provinciale senese, sebbene
l’andamento nel periodo 2007-2011 sia analogo.
FIGURA 7 - LA REDDITIVITÀ NETTA DELLE IMPRESE SENESI
FIGURA 8 - UTILE NETTO DI SIENA E DELLA TOSCANA
9
Infine, si considerino gli indicatori di solvibilità. Nel 2011 si riduce l’autonomia finanziaria delle
imprese della provincia di Siena, data la contrazione del patrimonio netto (-0,3 punti percentuali
rispetto al 2010).
FIGURA 9 - LA SOLIDITÀ DELLA STRUTTURA FINANZIARIA DI SIENA E DELLA TOSCANA
L’indice di autofinanziamento operativo7 oscilla nel periodo 2007-2011, attestandosi nel 2011 al
3,16%, sostanzialmente invariato rispetto agli 0,01 punti percentuali in più rispetto all’anno
precedente. Dalla Tabella 2 emerge anche, sempre per il 2011, la stabilità della capacità delle
aziende di coprire gli oneri finanziari (indice coverage oneri finanziari), confermando il valore del
2010 che aveva interrotto un trend negativo.
TABELLA 2 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI DELLA PROVINCIA DI SIENA
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
2007
3,56%
2,53
2008
3,22%
2,18
2009
2,96%
2,00
2010
3,15%
2,34
2011
3,16%
2,34
Sempre confrontando i dati provinciali con quelli regionali (periodo 2007-2011) risulta che la
capacità di copertura degli oneri finanziari registrata a livello regionale è migliore rispetto a quella
provinciale (Figura 10). Al complesso delle imprese toscane servono infatti 121 giorni per creare
margine in modo da coprire gli oneri finanziari dell’intero anno, a differenza delle imprese senesi a
cui servono 151 giorni per la stessa operazione. I dati del 2011 sono però stabili per le imprese
provinciali e peggiorativi (+ 6 giorni) per le imprese regionali.
FIGURA 10 - COPERTURA DEGLI ONERI FINANZIARI DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI DI SIENA E TOSCANA
7
Autofinanziamento operativo = Cash flow/Ricavi delle vendite.
10
L’analisi combinata della copertura degli oneri finanziari (indice Coverage8) e dell’autonomia
finanziaria9 permette di valutare la solvibilità delle società di capitali. Attraverso i due indicatori,
inseriti in una matrice di posizionamento determinata da due valori soglia10 degli indici stessi, si
individuano: imprese solvibili (I quadrante); imprese dipendenti dalle banche (II quadrante);
imprese non solvibili (III quadrante); imprese in crisi di liquidità (IV quadrante). La popolazione
delle società di capitali senesi è fortemente dipendente dalle banche, data la localizzazione dei suoi
indici nel II quadrante della matrice, lontani dai valori minimi della solvibilità (Figura 11).
FIGURA 11 - LA SOLVIBILITÀ DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI DELLA PROVINCIA DI SIENA
Il percorso di redditività/crescita, sia a livello toscano sia provinciale senese, evidenzia un passo
indietro nel 2011 rispetto al 2010 (ma con valori più alti rispetto al 2009), soprattutto in termini di
ricavi. Nel complesso i risultati regionali sono migliori di quelli provinciali, anche in
considerazione del fatto che la redditività operativa è lievemente migliorata mentre a livello
provinciale è lievemente diminuita.
FIGURA 12 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DI SIENA E TOSCANA
8
Coverage oneri finanziari = Margine operativo lordo/Oneri finanziari.
Autonomia finanziaria = Patrimonio Netto/Totale Attivo.
10
I valori soglia utilizzati sono i seguenti: 33% per l’Autonomia finanziaria (nell’analisi della struttura delle società di
capitali, il livello di “facilità patrimoniale” è stabilito convenzionalmente in una quota di capitalizzazione del 33%. Tale
porzione del totale delle fonti corrisponde alla quota di perdite di liquidazione prevista nell’ipotesi di realizzo degli
asset patrimoniali, pertanto è ritenuta una quota di patrimonio che, nell’ipotesi di liquidazione dell’azienda, non si
trasformerà in moneta. Fonte: Osservatorio sui bilanci delle società di capitali in Toscana – Rapporto 2013); 1 per
l’indice Coverage oneri finanziari.
9
11
2
Le imprese senesi per classi dimensionali
2.1 Lo sviluppo
L’andamento del fatturato di tutte le classi dimensionali in cui è suddivisa la popolazione delle
società di capitali senese, riflette la situazione generale provinciale: dopo il picco negativo
registrato nel 2009 ed il “rimbalzo” del 2010, nel 2011 il fatturato decresce nuovamente, ma si
attesta su valori decisamente superiori rispetto al 2009 (Figura 13). Per le medie e le piccole
imprese si registrano i maggiori aumenti dei ricavi (rispettivamente 20,2% e 16%), seguite dalle
micro imprese (13,8 %), dalle grandi imprese (10,5%) ed, infine, dalle nano imprese (9,4%).
FIGURA 13 - LO SVILUPPO DEL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI
Numeri indici a base fissa (2007=100)
L’analogia tra andamento del fatturato e del valore aggiunto, emersa a livello provinciale, si
ripropone anche per le singole classi dimensionali, fatta eccezione per le nano imprese (Figura 14).
Nel 2011, il valore aggiunto delle nano imprese cresce (+2,2%), al contrario di tutte le altre
dimensioni per cui si registrano dei decrementi con valori finali comunque superiori al 2009. Le
piccole imprese resistono più delle altre classi dimensionali (-3,0%), seguono le grandi imprese
(-4,1%),e le micro e medie imprese (-4,2%).
FIGURA 14 - ANDAMENTO DEL VALORE AGGIUNTO PER CLASSI DIMENSIONALI
Numeri indici a base fissa (2007=100)
Nel 2011 il livello degli investimenti è in flessione, anche se lieve, per quasi tutte le classi
dimensionali considerate. Tutti gli indici 2011 delle cinque classi dimensionali si mantengono sia al
di sotto del livello registrato nell’anno base (2007) sia rispetto al 2010.
12
FIGURA 15 - LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI PER CLASSI DIMENSIONALI
Numeri indici a base fissa (2007=100)
2.2 La redditività e la solvibilità
Nel 2011 il rendimento degli investimenti delle nano e delle grandi aziende, dopo il calo del 2010,
aumenta rispettivamente di 0,5 e 0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente, pur rimanendo
al di sotto dei valori del 2009. Per le altre classi dimensionali, invece, si registrano i seguenti
incrementi: piccole imprese sostanzialmente stabili con un aumento di 0,06 punti percentuali, micro
imprese in diminuzione di 0,7 punti percentuali, medie imprese in netta diminuzione di 1,7 punti
percentuali. Per quanto riguarda la rotazione del capitale sono le grandi imprese a presentare
l'indice con valore più alto, seguite dalle micro e dalle piccole imprese. Nel 2011 l’indice relativo
alle grandi imprese è cresciuto recuperando i valori del 2007, è invece in lieve decremento quello
delle medie imprese. L’esigua crescita della redditività delle vendite registrata a livello provinciale
è verificabile anche dall’approfondimento dei dati per classi dimensionali, i cui valori 2011 sono
tutti inferiori agli stessi del 2010, ad eccezione dell’indice delle nano imprese, in aumento
dell’1,27% sul 2010 e del valore stabile delle piccole imprese (solo un +0,05% sul 2010). La
produttività del lavoro (indice CLUP), decresce invece in maniera sostenuta per le grandi
(+6,23% rispetto all’anno precedente) e medie imprese (+4,90%), e più leggera per le micro
imprese (+1,73%), migliorando invece per le piccole (-1,75%) e nano imprese (-2,10%).
FIGURA 16 - REDDITIVITÀ OPERATIVA PER CLASSI DIMENSIONALI
nano
micro
piccole
medie
grandi
nano
micro
piccole
medie
grandi
Rotazione del capitale
2007
2008 2009
2010
1,05
1,03
0,94
0,90
1,35
1,31
1,23
1,28
1,54
1,37
1,18
1,25
1,46
1,27
1,17
1,18
1,56
1,42
1,26
1,31
Rendimento degli investimenti (ROI Op.)
2007
2008
2009
2010
2011
4,93%
4,22%
3,64%
3,07%
3,54%
6,58%
5,48%
3,84%
4,41%
3,68%
7,01%
5,34%
3,77%
3,88%
3,94%
5,23%
5,03%
3,50%
3,75%
2,08%
4,42%
2,52%
2,40%
1,59%
2,30%
2011
0,92
1,29
1,24
1,09
1,55
nano
micro
piccole
medie
grandi
nano
micro
piccole
medie
grandi
2007
47,84%
64,06%
61,76%
64,37%
61,10%
Redditività delle vendite (ROS)
2007
2008
2009
2010
6,27%
5,40% 4,74% 4,14%
5,36%
4,53% 3,48% 4,04%
5,02%
3,93% 3,34% 3,12%
3,71%
3,91% 3,07% 2,80%
3,60%
2,24% 2,45% 1,82%
CLUP
2008
2009
51,64%
50,02%
67,67%
72,46%
66,21%
69,30%
63,86%
63,32%
64,69%
62,90%
2010
52,49%
72,23%
69,93%
64,57%
62,06%
2011
5,41%
3,31%
3,17%
1,90%
1,39%
2011
50,39%
73,96%
68,17%
69,47%
68,29%
13
La redditività del capitale investito aumenta nel 2011 solo per le grandi (0,70 punti percentuali sul
2010) e nano (+0,17 punti percentuali sul 2010) imprese senesi, mentre diminuisce per micro (-0,76
punti percentuali sul 2010), piccole (-0,85 punti percentuali sul 2010) e medie (-2,02 punti
percentuali sul 2010) imprese.
FIGURA 17 - ROE PER CLASSI DIMENSIONALI
Se a livello provinciale, nel 2011, si presentano l’aumento dell’incidenza degli oneri finanziari e
del peso delle imposte sul fatturato, ed una diminuzione dell’utile netto, la situazione relativa alle
imprese divise in classi di fatturato mostra invece alcune differenze.
Per le nano imprese l’incidenza dell’utile netto FIGURA 18 - REDDITIVITÀ NETTA PER CLASSI
riesce a crescere, mentre il peso degli oneri DIMENSIONALI
finanziari è pressoché stabile e quello delle imposte a) nano imprese
aumenta. I dati delle micro imprese evidenziano un
decremento dell’incidenza dell’utile netto ed una
incidenza stabile delle imposte e degli oneri
finanziari. Per le piccole e grandi imprese, aumenta
l’incidenza degli oneri finanziari e delle imposte
mentre resta pressoché stabile quella dell’utile
netto. Le medie imprese registrano una
diminuzione dell’utile netto, un aumento
dell’incidenza degli oneri finanziari e praticamente
gli stessi valori per l’incidenza delle imposte.
b) micro imprese
b) piccole imprese
14
d) medie imprese
e) grandi imprese
Anche nel 2011 l’indebitamento per tutte le classi dimensionali è in aumento, infatti, l’indicatore
dell’autonomia finanziaria si riduce e resta lontano dal valore soglia del 33% (micro 13,8%;
piccole 18,7%; medie 22,4%; grandi 19,1%).
FIGURA 19 - SOLIDITÀ DELLE IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI
a) micro imprese
b) piccole imprese
c) medie imprese
d) grandi imprese
Diminuisce la capacità di copertura degli oneri finanziari per tutte le classi dimensionali (micro –
0,18 punti; piccole-0,27 punti; medie -0,80 punti; grandi -0,17 punti), proprio come
l’autofinanziamento operativo (micro -0,26 punti percentuali; medie -0,09 punti percentuali;
15
grandi -0,25 punti percentuali), ad eccezione delle piccole imprese per cui si verifica un aumento di
quest’ultimo indicatore (0,05 punti percentuali).
TABELLA 3 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ PER CLASSI DIMENSIONALI
Micro imprese
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
2007
3,38%
2,90
2008
2,98%
2,40
2009
2,65%
2,38
2010
2,88%
2,96
2011
2,63%
2,77
Piccole imprese
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
2007
3,61%
4,02
2008
2,94%
3,24
2009
2,85%
3,14
2010
2,97%
3,56
2011
3,02%
3,29
Medie imprese
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
2007
2,80%
2,75
2008
2,61%
2,11
2009
2,27%
2,62
2010
2,82%
2,97
2011
2,73%
2,17
Grandi imprese
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
2007
3,33%
2,56
2008
3,03%
1,97
2009
3,12%
1,77
2010
2,57%
2,46
2011
2,32%
2,30
Anche nel 2011, tutte le classi di imprese della provincia di Siena, determinate dal volume d’affari,
sono dipendenti dalle banche, trovandosi posizionate nel II quadrante della matrice in cui si
intersecano l’autonomia finanziaria e la capacità di copertura degli oneri finanziari.
FIGURA 20 - LA SOLVIBILITÀ DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI PER CLASSI DIMENSIONALI
I percorsi di redditività/crescita delle classi dimensionali delle imprese senesi, sono riassumibili
come segue: nel 2011 tutte le classi dimensionali registrano una contrazione del fatturato
(arretrando orizzontalmente) mentre i valori della redditività operativa appaiono più diversificati
(dimensione verticale). Le micro e medie imprese, con entrambi gli indicatori in diminuzione,
presentano andamenti in discesa; le piccole imprese riportano la maggiore diminuzione dei ricavi
ma mantengono stabile la redditività; le nano e le grandi imprese, pur registrando diminuzioni dei
ricavi aumentano il valore della reddittività e risalgono verso l’alto.
16
FIGURA 21 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA PER CLASSI DIMENSIONALI
3
I macrosettori economici
L’approfondimento dei dati di bilancio 2011 delle società di capitali senesi, divise per settori di
attività economica, evidenzia un trend negativo delle imprese del settore industriale (-4,2%:
estrazione, manifattura, utilities e costruzioni) e del settore dei servizi (-2,5%). Al contrario le
imprese che hanno per attività prevalente dell’agricoltura, silvicoltura e pesca presentano un
numero di bilanci superiore a quello del 2010 (+0,5%).
TABELLA 4 - IMPRESE PER MACROSETTORI ECONOMICI E VARIAZIONE DEL NUMERO DI IMPRESE
Agricoltura, silvicoltura, pesca
Estraz., manif., utilities, costruz.
Servizi
Non classificate
Totale
Agricoltura, silvicoltura, pesca
Estraz., manif., utilities, costruz.
Servizi
Non classificate
Totale
2007
num.
%
175
6,8
932
36,2
1.465
57,0
0
0,0
2.572
100,0
Var.%
2008/2007
-9,
-5,4
-7,3
0,0
-6,7
2008
num.
%
159
6,6
882
36,8
1.358
56,6
0
0,0
2.399
100,0
Var.%
2009/2008
13,2
7,4
10,5
0,0
9,9
2009
num.
%
180
6,8
947
35,9
1.500
56,9
9
0,3
2.636
100,0
Var.%
2010/2009
-2,2
-0,1
2,5
33,3
1,3
2010
num.
%
176
6,6
946
35,4
1.537
57,5
12
0,4
2.671
100,0
Var.%
2011/2010
1,7
-4,2
-2,5
-8,3
-2,8
2011
num.
%
179
6,9
906
34,9
1.499
57,8
11
0,4
2.595
100,0
Nessun settore predilige l’utilizzo del bilancio ordinario (Figura 22), infatti la percentuale delle
imprese che depositano il bilancio redatto in forma ordinaria oscilla dal 9,9% del settore dei servizi
al 15,1% del settore di agricoltura, silvicoltura e pesca. Il numero delle imprese che redigono il
bilancio in forma ordinaria è comunque in crescita, rispetto al 2010, in tutti i settori.
FIGURA 22 - INCIDENZA (%) DEI BILANCI DEPOSITATI IN FORMA ORDINARIA E ABBREVIATA NELL'ANNO 2010
17
3.1 L’agricoltura
Nel 2011, tra gli indicatori di sviluppo del comparto agricolo provinciale, il fatturato e gli
investimenti si attestano su livelli inferiori a quelli dell’anno precedente (rispettivamente dello
0,7% e del 2,3%), mentre l’indice relativo al valore aggiunto aumenta in termini tendenziali
(4,9%).
FIGURA 23 - RICAVI, VALORE AGGIUNTO E INVESTIMENTI DEL SETTORE AGRICOLO
Numeri indici a base fissa (2007=100)
Nel 2011 il settore agricolo presenta un decremento del fatturato, già espressivo di margini
insufficienti a garantire un buon rendimento degli investimenti ed una buona redditività delle
vendite. Entrambi gli indicatori registrano, infatti, valori negativi dal 2007 anche se, dopo il picco
negativo nel 2009 e la tenue ripresa del 2010, si rileva anche per l’ultimo anno un nuovo
miglioramento (ROI operativo -0,87%; ROS -4,65%). L’indice di rotazione del capitale migliora,
passando dallo 0,144 del 2010 allo 0,168 del 2011. In peggioramento la produttività del lavoro,
con valore dell’indice CLUP che dal 64,83% del 2010 sale al 69,93% del 2011.
TABELLA 5 - REDDITIVITÀ OPERATIVA DEL SETTORE AGRICOLO
Rendimento degli investimenti (ROI op.)
Redditività delle vendite (ROS)
Rotazione del capitale
CLUP
2007
-0,46%
-1,52%
0,221
61,91%
2008
-0,33%
-1,80%
0,179
61,38%
2009
-1,05%
-7,12%
0,147
66,93%
2010
-0,93%
-6,33%
0,144
64,83%
2011
-0,87%
-4,65%
0,168
69,93%
La redditività netta del settore agricolo, da anni su livelli negativi e sempre nettamente al di sotto
del dato provinciale, registra un indice ROE negativo pari a -2,32% nel 2011 ma in netto
miglioramento rispetto al biennio precedente (Figura 24).
FIGURA 24 - ROE DEL SETTORE AGRICOLO A CONFRONTO CON IL DATO PROVINCIALE
Gli andamenti degli oneri finanziari (-0,94 punti percentuali), delle imposte (-0,11 punti
percentuali) e dell’utile netto (+3,81 punti percentuali), indicando tutti un miglioramento rispetto al
2010, e sono in controtendenza rispetto a quanto emerso a livello provinciale.
18
FIGURA 25 - LA REDDITIVITÀ NETTA DEL SETTORE AGRICOLO
L’autonomia patrimoniale delle imprese agricole, in calo dal 2008, è in lieve recupero nel 2011,
attestandosi al 30,0% ma rimanendo comunque al di sotto del valore soglia del 33% (Figura 26).
FIGURA 26 - LA SOLIDITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE AGRICOLO
Nel 2011 aumenta la capacità di autofinanziamento della gestione operativa delle imprese agricole,
si abbassa, invece, la capacità delle imprese di fare fronte al pagamento degli oneri finanziari. I
valori assoluti rilevati sono comunque insufficienti.
TABELLA 6 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DEL SETTORE AGRICOLO
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
2007
6,10%
0,74
2008
4,07%
0,56
2009
2,76%
0,55
2010
2,65%
0,61
2011
4,47%
0,39
Con entrambi gli indici inferiori ai valori soglia fissati, il settore agricolo può definirsi non solvibile
nel 2011, proprio come nei due anni precedenti (Figura 27).
FIGURA 27 - LA SOLVIBILITÀ DEL SETTORE AGRICOLO
Il 2011 segna un leggero peggioramento della situazione del settore rispetto all’anno precedente
19
(Figura 28), anche se i valori del ROI operativo, pur rimanendo negativi, sono in lieve
miglioramento rispetto al 2010.
FIGURA 28 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DEL SETTORE AGRICOLO
3.2 L’industria
In base ai bilanci depositati, il settore industriale senese risulta composto prevalentemente da
imprese manifatturiere (54,4%) ed imprese di costruzioni (41,8%). Il restante 3,8% si suddivide tra
imprese di utilities (2,1%) e di estrazione di minerali (1,7%).
FIGURA 29 - I BILANCI DEL SETTORE INDUSTRIALE (VALORI %)
Nel 2011 il settore industriale presenta i tre indici di sviluppo in diminuzione (Figure 30, 31 e 32):
ricavi (-6,0%), valore aggiunto (-3,1%) e investimenti (-2,8%). Il comparto delle estrazioni di
minerali presenta i migliori risultati tendenziali: fatturato (+3,1%), valore aggiunto (-1,0%) e
investimenti (+0,4%). I ricavi delle vendite sono in diminuzione per tutti i comparti industriali, ad
eccezione del menzionato comparto estrattivo, in particolare per utilities (-14,7%) e costruzioni
(-11,3%). Anche il valore aggiunto scema, nel 2011, per tutti i comparti industriali, anche se a
livelli differenti: il peggior dato si registra per le utilities, per le quali l’indice 2011 è pari a 0,916 e
la variazione tendenziale a -26,6%. I programmi di investimento si ampliano solo per il comparto
estrattivo, ma i numeri indici di tutti i comparti considerati si collocano al di sotto dell’unità, ovvero
al di sotto dei risultati registrati nel 2007.
20
FIGURA 30 - LO SVILUPPO DEI RICAVI DEL SETTORE INDUSTRIALE
Numeri indici a base fissa (2007=100)
FIGURA 31 - LO SVILUPPO DEL VALORE AGGIUNTO DEL SETTORE INDUSTRIALE
Numeri indici a base fissa (2007=100)
FIGURA 32 - LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI DEL SETTORE INDUSTRIALE
Numeri indici a base fissa (2007=100)
Dall’approfondimento sulla redditività operativa dell’intero settore industriale (Tabella 7) emerge
che: il rendimento degli investimenti e la redditività delle vendite sono in lieve peggioramento, i
giorni di rotazione del capitale diminuiscono, mentre i costi di produzione subiscono un lieve
21
miglioramento. Dal dettaglio sui singoli comparti si individua: il rendimento degli investimenti è in
crescita per attività manifatturiere ed utilities; la redditività delle vendite aumenta per i comparti
delle estrazioni di minerali, delle attività manifatturiere e delle utilities; il miglioramento del capital
turnover per tutti i comparti ad eccezione delle costruzioni; il miglioramento della produttività del
lavoro per il manifatturiero e le utilities.
TABELLA 7 - LA REDDITIVITÀ OPERATIVA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
2007
Rendimento degli investimenti (ROI op.)
17,14%
estrazioni di minerali
6,68%
attività manifatturiere
5,71%
utilities
8,39%
costruzioni
7,33%
totale settore
Redditività delle vendite (ROS)
13,01%
estrazioni di minerali
5,41%
attività manifatturiere
4,99%
utilities
9,27%
costruzioni
6,29%
totale settore
Rotazione del capitale
1,275
estrazioni di minerali
1,313
attività manifatturiere
0,970
utilities
1,233
costruzioni
1,276
totale settore
CLUP
42,09%
estrazioni di minerali
67,35%
attività manifatturiere
57,49%
utilities
53,67%
costruzioni
62,34%
totale settore
2008
2009
2010
2011
11,02%
5,19%
3,27%
7,35%
6,17%
8,70%
2,85%
3,35%
5,62%
4,16%
9,74%
3,01%
6,67%
6,23%
4,48%
4,59%
3,70%
9,57%
5,18%
4,33%
9,32%
4,34%
5,06%
8,26%
5,40%
8,78%
2,93%
4,89%
6,91%
4,45%
7,36%
2,93%
4,58%
7,29%
4,68%
8,32%
3,42%
6,10%
6,22%
4,45%
1,001
1,272
0,948
1,095
1,196
0,927
1,062
0,910
1,012
1,029
0,805
1,081
1,014
1,082
1,076
0,923
1,143
1,298
1,049
1,109
53,60%
71,21%
50,41%
51,75%
65,85%
54,85%
75,48%
50,18%
55,62%
66,95%
55,90%
75,35%
58,04%
54,79%
68,42%
63,10%
74,32%
45,54%
56,37%
68,19%
Nel 2011 la redditività del capitale dell'industria senese diminuisce di 0,46 punti percentuali
rispetto al 2010. I comparti delle utilitie se del manifatturiero registrano però un incremento
tendenziale (3,05 punti percentuali e 0,29 punti percentuali), al contrario di quello delle costruzioni
(-2,37 punti percentuali) e delle estrazioni (-1,71 punti percentuali).
FIGURA 33 - ROE DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
L’incidenza percentuale degli oneri finanziari sul fatturato (Figura 34) aumenta per tutto il settore
industriale e per i comparti che lo compongono ad eccezione delle utilities (-0,49 punti percentuali).
Anche l’incidenza delle imposte sul fatturato prodotto aumenta (Figura 35) in analogia con il dato
provinciale; gli incrementi maggiori sono per il comparto estrattivo (0,47 punti percentuali) e delle
22
utilities (0,39 punti percentuali). Gli operatori del settore industriale riscontrano complessivamente
anche la diminuzione dell’incidenza dell’utile netto sul fatturato, in analogia a quanto verificatosi a
livello provinciale; per i comparti delle utilities e manifatturiero si registra però un aumento
(rispettivamente di 0,90 e 0,06punti percentuali).
FIGURA 34 - ONERI FINANZIARI DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
FIGURA 35 - IMPOSTE DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
FIGURA 36 - UTILE NETTO DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Dato che il settore industriale è costituito da più della metà delle imprese manifatturiere della
23
provincia, è importante approfondire il rapporto di crescita/redditività per queste ultime (Figura 37
e Tabella 8).
I comparti migliori, collocati sopra ai valori mediani del ROI operativo e della variazione dei ricavi
dell’intero manifatturiero, sono: il sistema moda, il trattamento dei metalli e la carta (anche se gli
ultimi due sono posizionati meglio della mediana del settore ma registrano comunque un
decremento dei ricavi). Viceversa i reparti con i peggiori risultati sono: legno e mobili, chimica e
farmaceutica; questi ultimi, oltre ad essere posizionati nel III quadrante hanno anche valori inferiori
alle mediane del manifatturiero.
FIGURA 37 E TABELLA 8 - IL POSIZIONAMENTO DEI COMPARTI MANIFATTURIERI NEL 2011
Alimentari e bevande
Sistema moda
Legno e mobili
Carta
Chimica, farmaceutica, gomma e plastica
Prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi
Vetro
Ceramiche, terrecotte
Trattamento metalli
Meccanica
Altri settori manifatturieri
Var.% ricavi 2011
-1,2
13,0
-3,3
-0,6
-2,6
5,1
5,1
7,5
-0,4
2,0
3,5
ROI operativo 2011
3,77%
6,78%
2,43%
4,41%
3,59%
3,05%
3,51%
2,68%
4,85%
4,03%
3,40%
Nel 2011 la capitalizzazione dell’intero settore industriale senese migliora rispetto all’anno
precedente: il valore del patrimonio netto aumenta infatti di un punto percentuale. Dalla Tabella 9
emerge, in particolare, l’espansione del patrimonio netto per le utilities, mentre per il comparto
estrattivo si registra l’unica contrazione (di 2,1 punti percentuali).
L'autofinanziamento operativo del settore industriale diminuisce, passando dal 3,5% del 2010 al
3,3% del 2011, così come la capacità di copertura degli oneri finanziari del settore che dal valore
di 2,87 del 2010 arriva al valore di 2,82 del 2011.
24
TABELLA 9 - LA SOLIDITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Estrazioni di minerali
Patrimonio netto
Debiti
Attività manifatturiere
Patrimonio netto
Debiti
Utilities
Patrimonio netto
Debiti
Costruzioni
Patrimonio netto
Debiti
Totale settore
Patrimonio netto
Debiti
2007
2008
2009
2010
2011
44,2%
55,8%
43,5%
56,5%
43,2%
56,8%
53,0%
47,0%
50,8%
49,2%
14,4%
85,6%
18,2%
81,8%
16,9%
83,1%
16,4%
83,6%
16,8%
83,2%
14,9%
85,1%
24,3%
75,7%
13,5%
86,5%
16,3%
83,7%
37,6%
62,4%
12,0%
88,0%
13,8%
86,2%
12,2%
87,8%
13,2%
86,8%
14,2%
85,8%
13,8%
86,2%
16,6%
83,4%
14,9%
85,1%
15,2%
84,8%
16,2%
83,8%
TABELLA 10 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Estrazioni di minerali
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
Attività manifatturiere
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
Utilities
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
Costruzioni
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
Totale settore
Autofinanziamento operativo
Coverage oneri finanziari
2007
2008
2009
2010
2011
12,0%
11,83
12,6%
19,29
10,2%
6,61
11,8%
4,40
9,9%
4,51
3,8%
3,14
3,4%
2,59
3,1%
2,01
3,3%
2,55
3,3%
2,91
7,4%
2,44
6,4%
2,46
4,4%
3,65
7,6%
3,98
8,4%
3,49
4,2%
3,13
3,9%
2,72
3,4%
2,76
3,6%
3,18
3,2%
2,47
4,1%
3,17
3,7%
2,67
3,3%
2,42
3,5%
2,87
3,3%
2,82
Le analisi della solidità finanziaria e della liquidità di un settore permettono di comprenderne la
solvibilità. Nel caso del settore industriale senese (Figura 38), solo il reparto estrattivo e, nel solo
2011, le utilities sono solvibili, gli altri, collocati nel II quadrante della matrice di posizionamento,
dipendono dalle banche, come l’intero settore industriale.
FIGURA 38 - LA SOLVIBILITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
25
Il decremento dei ricavi e del rendimento degli investimenti dell’industria provinciale sono
sintetizzati dalla direzione del percorso di redditività/crescita (Figura 39), direzione seguita anche
dai percorsi di redditività/crescita dei comparti costruzioni ed estrattivo. I comparti delle utilities e
manifatturiero, invece, sono gli unici per cui la redditività cresce.
FIGURA 39 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI
3.3 I servizi
Nel 2011 il 96,3% delle imprese appartenenti al settore dei servizi si divide in commercio, alberghi
e pubblici esercizi (50,4%) ed in altri servizi non finanziari (46,0%); il restante 3,7% è costituito da
imprese di trasporti e comunicazioni.
FIGURA 40 - I BILANCI DEL SETTORE DEI SERVIZI (VALORI %)
La Figura 41 evidenzia la diminuzione del livello del fatturato per il settore dei servizi (-1,6%) e
per tutti i comparti che lo compongono ad eccezione dei trasporti e comunicazioni (commercio,
alberghi e pubblici esercizi -3,3%; trasporti e comunicazioni +0,5%; altri servizi non finanziari
-0,3%). Anche il valore aggiunto dell’intero settore (Figura 42) diminuisce (-2,1%) come quello
dei singoli comparti (commercio, alberghi e pubblici esercizi -3,1%; trasporti e comunicazioni
-12,4%) ad eccezione degli altri servizi non finanziari il cui valore rimane stabile (0,0%). Sul fronte
degli investimenti il settore dei servizi non si differenzia da quello dell’agricoltura e dell’industria,
infatti, registrando un dato settoriale in lieve decremento tendenziale (-1,4%), si attesta sotto
all’unità, proprio come tutti gli indici dei singoli comparti (Figura 43).
26
FIGURA 41 - LO SVILUPPO DEI RICAVI DEL SETTORE DEI SERVIZI
Numeri indici a base fissa (2007=100)
FIGURA 42 - LO SVILUPPO DEL VALORE AGGIUNTO DEL SETTORE DEI SERVIZI
Numeri indici a base fissa (2007=100)
FIGURA 43 - LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI DEL SETTORE DEI SERVIZI
Numeri indici a base fissa (2007=100)
Dall’approfondimento degli indici di redditività operativa del settore dei servizi (Tabella 11)
emergono nel 2011: il calo della redditività degli investimenti realizzati, con la perdita di 0,17
punti percentuali; una leggera ripresa della redditività delle vendite rispetto al 2010, anche se
l’ultimo valore rilevato è distante dal quello di inizio periodo; l’aumento della rotazione del
capitale, precedentemente sempre in calo dal 2007; il perdurare dell’abbassamento dell’efficienza
del lavoro, con un nuovo incremento dell’indice di 0,79 punti percentuali nell’ultimo anno. Dal
dettaglio dei comparti costituenti il settore si evince che solo le imprese degli altri servizi non
finanziari presentano un miglioramento del rendimento delle vendite. Dal lato della rotazione del
capitale l’unico comparto che ottiene un peggioramento è quello altri servizi non finanziari. Infine,
27
sono ancora le imprese degli altri servizi non finanziari a lavorare con il costo del lavoro più basso
del settore, anche se nel 2011 le imprese del commercio, alberghi e pubblici esercizi sono le uniche
a far registrare un miglioramento dei valori dell’indice.
TABELLA 11 - LA REDDITIVITÀ OPERATIVA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Rendimento degli investimenti (ROI op.)
commercio, alberghi, pubblici esercizi
trasporti e comunicazioni
altri servizi non finanziari
totale settore
Redditività delle vendite (ROS)
commercio, alberghi, pubblici esercizi
trasporti e comunicazioni
altri servizi non finanziari
totale settore
Rotazione del capitale
commercio, alberghi, pubblici esercizi
trasporti e comunicazioni
altri servizi non finanziari
totale settore
CLUP
commercio, alberghi, pubblici esercizi
trasporti e comunicazioni
altri servizi non finanziari
totale settore
2007
2008
2009
2010
2011
4,67%
3,97%
7,20%
5,66%
4,01%
0,75%
6,18%
4,76%
3,06%
1,88%
5,39%
3,98%
3,21%
1,65%
4,55%
3,75%
3,12%
-0,14%
4,41%
3,59%
3,30%
2,23%
7,36%
4,60%
3,21%
1,24%
6,33%
4,14%
2,36%
1,73%
5,13%
3,40%
2,59%
1,72%
5,19%
3,41%
2,53%
-0,03%
5,97%
3,56%
1,598
1,660
1,247
1,489
1,458
1,436
1,241
1,379
1,453
1,463
1,199
1,351
1,469
1,329
1,153
1,316
1,528
1,487
1,126
1,356
58,75%
74,42%
43,46%
55,71%
62,07%
75,60%
54,81%
60,20%
64,97%
79,70%
48,89%
61,16%
68,20%
73,15%
49,64%
62,52%
67,04%
81,43%
51,47%
63,30%
Nel 2011 il rendimento del capitale delle imprese che forniscono servizi diminuisce di 0,44 punti
percentuali rispetto al 2010, pur rimanendo su livelli decisamente inferiori a quelli del 2007, i più
alti del quinquennio. L’analisi dei comparti costituenti il settore evidenzia che le imprese degli altri
servizi non finanziari e del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi, diminuiscono in
maniera più marcata rispetto alle imprese dei trasporti e delle comunicazioni (Figura 44).
FIGURA 44 - ROE DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Diversamente da quanto avviene a livello di aggregato provinciale, l'incidenza degli oneri
finanziari dei servizi resta stabile nel 2011, non invertendo la tendenza in diminuzione intrapresa
dal 2008 (Figura 45). Analizzando i singoli comparti si riscontra che la tendenza è in lieve
diminuzione per le imprese del commercio, alberghi, pubblici esercizi mentre è in aumento per i
restanti due.
28
FIGURA 45 - ONERI FINANZIARI DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Nel 2011 le imposte pesano maggiormente sul fatturato del settore (Figura 46). Per tutti i comparti,
ad eccezione degli altri servizi non finanziari, si rileva un incremento dal 2010.
FIGURA 46 - IMPOSTE DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Scende di poco l’incidenza dell’utile netto sul fatturato per l’intero settore, così come accade anche
per le imprese dei servizi non finanziarie per trasporti e comunicazioni; solo le imprese del
commercio, alberghi e pubblici esercizi registrano un rafforzamento dell’indice.
FIGURA 47 - UTILE NETTO DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
Dal punto di vista patrimoniale le imprese di servizi si rafforzano lievemente nel 2011 (Tabella 12).
Il ramo del commercio, alberghi, pubblici esercizi è l’unico in cui si diminuisce il patrimonio netto
rispetto al 2010 (di 0,7 punti percentuali).
29
TABELLA 12 - LA SOLIDITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
2007
Commercio, alberghi, pubblici esercizi
Patrimonio netto
12,1%
Debiti
87,9%
Trasporto e comunicazioni
Patrimonio netto
17,7%
Debiti
82,3%
Altri servizi non finanziari
Patrimonio netto
16,5%
Debiti
83,5%
Totale settore
Patrimonio netto
13,9%
Debiti
86,1%
2008
2009
2010
2011
15,9%
84,1%
15,3%
84,7%
14,6%
85,4%
13,9%
86,1%
19,8%
80,2%
15,1%
84,9%
11,8%
88,2%
13,5%
86,5%
19,1%
80,9%
18,9%
81,1%
17,4%
82,6%
18,0%
82,0%
17,2%
82,8%
16,6%
83,4%
15,6%
84,4%
16,0%
84,0%
Nel 2011 i flussi di cassa delle imprese di servizi si riducono (-0,2 punti percentuali) rispetto
all’anno precedente, mentre la copertura degli oneri finanziari è pressoché stabile (da 2,30 del
2010 a 2,29 del 2011).
TABELLA 13 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
2007
Commercio, alberghi, pubblici esercizi
Autofinanziamento operativo
1,9%
Coverage oneri finanziari
2,14
Trasporto e comunicazioni
Autofinanziamento operativo
2,3%
Coverage oneri finanziari
2,97
Altri servizi non finanziari
Autofinanziamento operativo
4,6%
Coverage oneri finanziari
2,47
Totale settore
Autofinanziamento operativo
3,0%
Coverage oneri finanziari
2,29
2008
2009
2010
2011
2,0%
1,79
2,0%
1,66
2,2%
2,07
2,1%
2,10
3,9%
2,01
2,6%
2,19
2,1%
2,00
2,2%
3,68
4,5%
2,46
4,4%
2,46
4,7%
2,72
4,4%
2,62
2,9%
2,00
2,7%
1,95
3,0%
2,30
2,8%
2,29
A livello di solvibilità finanziaria l’intero settore dei servizi e tutti i comparti che lo costituiscono,
risulta storicamente dipendente dalle banche.
FIGURA 48 - LA SOLVIBILITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
In base ai percorsi di redditività/crescita (Figura 49) lo sviluppo dell’intero settore dei servizi è
diminuzione. Tutti i comparti registrano una diminuzione sia del fatturato che della redditività, ad
30
eccezione del comparto dei trasporti e delle comunicazioni, che mostra il peggior valore dell’indice
ROI ma con ricavi in leggera crescita.
FIGURA 49 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI
31
4
Conclusioni
Dopo la ripresa del 2010, nel 2011 il riacutizzarsi della crisi economica internazionale in atto si
riflette anche sull’aggregato senese delle società di capitali, che mostra i principali indicatori di
sviluppo in peggioramento. Diminuiscono, infatti, gli indici dei ricavi e del valore aggiunto, anche
se si attestano su valori superiori a quelli del 2009; peggiora il livello degli investimenti, in questo
caso regredendo a valori inferiori al 2009 e comunque inferiori anche a quelli dell’anno base
(2007). Nel 2011 sono in flessione la redditività degli investimenti e la rotazione di capitale, mentre
migliorano, seppur lievemente, la redditività delle vendite e la produttività del lavoro. Aumenta il
peso degli oneri finanziari e delle imposte sul fatturato, mentre diminuisce l’incidenza dell’utile
netto sul fatturato. Nel 2011 migliora l’autonomia finanziaria ma le imprese restano in una
condizione di dipendenza dal credito, proprio come nei quattro anni precedenti.
Nel 2011 sono le imprese con volume d’affari tra 2 e 5 milioni di euro a lavorare con i margini più
elevati. Per tutte le altre classi di imprese, per cui si verificano decrementi sia di ricavi che di valore
aggiunto, ad eccezione delle nano imprese che registrano l’unico aumento tendenziale del valore
aggiunto, non esiste crescita dei margini di vendita. Dal lato degli investimenti non ci sono, invece,
differenze rilevanti tra le diverse classi dimensionali: i programmi di investimento sono in ribasso
per tutte le aziende della provincia. Per quanto concerne la redditività operativa emergono dati
contrastanti: il rendimento degli investimenti si riduce per le micro e medie mentre aumenta per le
imprese con volume d’affari maggiore (grandi) e per quelle con volume d’affari intermedio
(piccole) e minore (nano); la redditività delle vendite cresce per le nano e le piccole imprese e si
abbassa per tutte le restanti imprese della provincia; la rotazione del capitale migliora per grandi,
micro e nano imprese; i costi di produzione si riducono per le piccole e nano imprese, che mostrano
anche i valori più bassi in assoluto. Ad eccezione delle nano imprese, per tutte le classi
dimensionali aumenta l'incidenza degli oneri finanziari sul fatturato, a differenza del peso delle
imposte che si riduce per medie e micro imprese. Il rapporto tra utile netto e fatturato aumenta solo
per le grandi e micro imprese. A livello di solvibilità tutte le classi dimensionali si trovano in
condizione di dipendenza dalle banche.
Dall’analisi dei dati divisi per macrosettori economici si rileva che, nel 2011, sul fronte dello
sviluppo il comparto agricolo è quello che presenta i migliori valori tendenziali, riportando una
minore riduzione dei ricavi rispetto ai settori industriale e dei servizi, ed una crescita del valore
aggiunto, diversamente dalla diminuzione registrata negli altri settori. Dal lato degli investimenti, la
situazione per il settore agricolo è intermedia, la diminuzione registrata è superiore a quella del
settore dei servizi ma inferiore a quella del settore industriale. Il settore industriale, di contro,
presenta nel 2011 indici di sviluppo in diminuzione rispetto al 2010, proprio come il settore dei
servizi. Per entrambi, i programmi di investimento sono in diminuzione rispetto al 2010, e sempre
al di sotto del valore dell’anno base (2007). Per quanto concerne la redditività operativa, le imprese
agricole presentano una redditività degli investimenti e delle vendite addirittura negativa, anche se
in miglioramento rispetto all’anno precedente. Per il settore industriale diminuiscono, in termini
tendenziali, sia la redditività degli investimenti sia la redditività delle vendite. Il settore dei servizi,
invece, presenta una redditività degli investimenti in calo mentre è in crescita quella delle vendite.
Nel 2011 i giorni di capital turnover diminuiscono per tutti i settori. Infine, la produttività del
lavoro cresce solo per il settore manifatturiero ma i livelli migliori rimangono quelli del settore dei
servizi. A livello di solvibilità d’impresa, nel 2011 il settore industriale e quello dei servizi risultano
dipendenti dal credito mentre il settore agricolo appare non solvibile.
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Note metodologiche
Per il primo anno l’analisi è stata svolta su dati provenienti da un archivio, sviluppato direttamente
da Unioncamere Toscana, che sostituisce la banca dati AIDA11 utilizzata negli anni precedenti. La
nuova banca dati contiene i bilanci delle imprese con un fatturato superiore a 100.000 euro,
depositati presso le Camere di Commercio della Toscana tra il 2005 ed il 2011. Di tale archivio
sono stati impiegati i bilanci d’esercizio, depositati sia in forma ordinaria sia abbreviata, delle
società di capitali con sede nella provincia di Siena in attività tra il 2007 ed il 2011. Il campione di
imprese analizzato è aperto, data la natalità e mortalità delle imprese stesse, e mette in evidenza
l’evoluzione del tessuto imprenditoriale nel corso del tempo.
La prima analisi sviluppata nell’Osservatorio riguarda i dati aggregati a livello provinciale e
confrontati con gli stessi dati regionali. Di seguito l’indagine si sposta a livello di macrosettori
d’attività, considerando i tre principali: agricoltura, industria e servizi. Tali aggregati sono stati
definiti raggruppando le imprese in base al loro codice ATECO 2007, come evidenziato nella
Tabella A.
TABELLA A – I SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA SU CUI SI BASA L'OSSERVATORIO
Cod. Descrizione attività
AGRICOLTURA
M1
1a
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Agricoltura e alimentari e bevande
Codici ATECO 2007
A01, A02, A03, C10, C11 (Siena)
INDUSTRIA
M2
Estrazione di minerali da cave e miniere
M3
3
4
Attività manifatturiere
Alimentari e bevande
Sistema moda (aggregato)
5
6
7
8
8a
8b
9
Legno e mobili
Carta
Chimica, farmaceutica, gomma e plastica
Prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi
Vetro
Ceramiche, terrecotte
Trattamento metalli
10
Meccanica (aggregato)
10a
10b
10c
11
M4
12
M5
13
Elettronica
Meccanica
Mezzi di trasporto
Altri settori manifatturieri
Utilities
Energia, gas e acqua, reti fognarie, gest. rifiuti e risanamento
Costruzioni
Costruzioni
M6
14
Commercio, alberghi, pubblici esercizi
Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli
Commercio all’ingrosso e intermediari del commercio (escluso
autoveicoli)
Comm. dett. escl. autov.; rip. beni pers.
Alberghi, ristoranti, agenzie di viaggi
Trasporti e comunicazioni
C10, C11
C13, C14, C15
C16, C31
C17
C20, C21, C22
C23
C23.1
C23 al netto di C23.1
C24, C25, C33.11
C26, C27, C28, C29, C30, C33 al netto di C33.11,
C33.2 e C3319
C26, C27, C33.13, C33.14
C28, C33.12
C29, C30, C33.15, C33.16, C33.17
C12, C18, C19, C32, C33.19, C33.2
D35, E36, E37, E38, E39
F41, F42, F43
SERVIZI
15
16
17
M7
G45
G46
G47
I55, I56, N79
11AIDA
è una banca dati contenente informazioni finanziarie, anagrafiche e commerciali sulle società di capitale che
operano in Italia.
33
18
19
M8
20
21
22
23
24
Spedizioni, trasporti e magazzinaggio
Servizi di informazione e comunicazione
Altri servizi non finanziari
Informatica
Attività immobiliari
Attività professionali, scientifiche e tecniche
Noleggio e servizi di supporto alle imprese
Altri servizi pubblici, sociali e personali
H49, H50, H51, H52, H53
J58, J59, J60, J61
J62, J63, S95
L68
M69, M70, M71, M72, M73, M74, M75
N77, N78, N80, N81, N82
P85, Q86, Q87, Q88, R90, R91, R92, R93, S94, S96
Sia per l’aggregato provinciale che per ciascun macrosettore è stata inoltre condotta un’analisi per
classi dimensionali, individuate rispetto al volume d’affari. Allo scopo, sono state create cinque
classi denominate, Nano, Micro, Piccole, Medie e Grandi12. I parametri adottati per formare le
classi sono indicati nella Tabella B.
TABELLA B – LE CLASSI DIMENSIONALI DEFINITE SULLA BASE DEL FATTURATO
Classi di fatturato
da € 100.000 a € 500.000
Nano
da € 500.000 a € 2.000.000
Micro
da € 2.000.000 a € 5.000.000
Piccole
da € 5.000.000 a € 10.000.000
Medie
oltre € 10.000.000
Grandi
Laddove il gruppo di imprese identificato dall’incrocio <<macrosettore/classe dimensionale>>
presentava una numerosità inferiore a 5 bilanci, non si è proceduto all’analisi statistica, ritenuta non
significativa. In questo senso, anche i gruppi formati da poche imprese richiedono cautela
nell’interpretazione dei dati e nel confronto con altri risultati.
Il presente rapporto si basa su indicatori espressi a valori mediani. Questa scelta è motivata dal fatto
che tale statistica consente di ritrarre il “volto” dell’impresa-tipo senese senza essere influenzata dai
valori estremi delle singole distribuzioni.
12Ai
fini dell’analisi dell’equilibrio finanziario delle imprese, sono stati presi in considerazione solo i bilanci delle
società di capitali con un fatturato superiore ai 500.000 euro, metodologia utilizzata anche nell’Osservatorio toscano.
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