energia - Fondazione Edison

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energia - Fondazione Edison
E NE R G IA
- RAPPORTI FROST & SULLIVAN
Annual Global Power Generation Forecast
2011
luglio 2011 ........................................... pag. 3
A livello globale, la domanda di energia subirà una crescita esponenziale tra il 2010 ed il 2030, particolarmente nei Paesi in via di sviluppo. Ad influenzare tale incremento sarà principalmente l'espansione del ceto medio
ed la rapida urbanizzazione. L' atteso aumento del potere di acquisto in tali regioni, avrà come conseguenza
principale un incremento nell'utilizzo di apparecchi
elettrici. Queste le principali conclusioni contenute nella
nuova analisi annuale operata da Frost & Sullivan, dal
titolo “Annual Global Power Generation Forecasts
2011”.
RÈSEAU DE TRANSPORT D’ÈLECTRICITÈ (Rte)
Bilan Prèvisionnel de l’èquilibre offredemande d’èlectricitè en France
luglio 2011 ......................................... pag. 4
L’ipotesi di chiusura del 50% dei reattori atomici francesi entro una ventina di anni è tecnicamente possibile ma
praticamente non realizzabile. Queste in breve sintesi le
conclusioni a cui perviene il nuovo rapporto realizzato
dall’operatore di rete d’Oltralpe Rte.
Periodico
di informazione
sulle pubblicazioni del
settore energetico
Luglio - Settembre 2011
RICERCA SUL SISTEMA ENERGETICO (Rse)
Valutazione del potenziale dei sistemi di accumulo di energia mediante centrali di pompaggio idroelettrico per il sistema elettrico italiano
luglio 2011 ........................................ pag. 5
Uno dei principali problemi relativi alla produzione di
energia elettrica è quello legato alla necessità di immagazzinare grandi quantità di energia, in particolare quella fornita dalle fonti rinnovabili, da poter poi impiegare
nei momenti di maggiore bisogno. Gli impianti di pompaggio sono in grado di soddisfare tale necessità in
quanto il loro esercizio può essere attuato in maniera
reversibile con la possibilità quindi di stoccare energia
potenziale da riconvertire a richiesta in energia elettrica
da rimettere in rete. L’argomento è stato affrontato da
una recente ricerca operata da Rse (Ricerca sul sistema
Energetico, società del gruppo Gse).
ISTITUTO BRUNO LEONI (IBL)
Indice delle Liberalizzazioni 2011
settembre 2011 ................................. pag. 6
Nel 2011, l’Italia è liberalizzata al 49%, rispetto ai Paesi
europei dove i mercati sono più concorrenziali. Questo
è il risultato sintetico che emerge dall’indagine annuale
svolta dall’IBL su sedici settori dell’economia italiana
(elettricità, gas, servizi idrici, telecomunicazioni, traspor-
Redazione: Fondazione Edison
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Registrazione
Tribunale di Milano
n° 306 del 24 giugno 2009
(segue) NELLA NEWSLETTER
to ferroviario, trasporto pubblico locale, infrastrutture
autostradali, televisione, servizi postali, trasporto aereo,
mercato finanziario, ordini professionali, mercato
dell’arte, mercato del lavoro, fisco, pubblica amministrazione), ciascuno dei quali viene valutato per il suo grado
di apertura e concorrenzialità.
UNIONE PETROLIFERA (UP)
Previsioni di domanda energetica e petrolifera italiana 2011-2025
luglio 2011 ......................................... pag. 9
Come ogni anno l’Unione Petrolifera ha aggiornato le
proprie previsioni relative a domanda e offerta di energia in Italia nel medio e lungo termine. Secondo i dati
contenuti nel rapporto la domanda complessiva di energia primaria nel nostro Paese che per il 2011 viene quantificata in 177,5 milioni di tep, sarà oggetto di una lenta
ma costante ripresa (sulla quale pesa l’attuale crisi economica mondiale) raggiungendo i 186,6 milioni di tep
nel 2015, i 191,6 milioni di tep nel 2020 (dato pari a
quello raggiunto nel 2003) e i 195,5 milioni di tep nel
2025.
ABB
Trends in global energy efficiency 2011. An
analysis of industry and utilities
luglio 2011 ......................................... pag. 10
Tendenze e prospettive delle aziende in termini di efficienza energetica; è questo il punto cardine di un nuovo
studio condotto da ABB su un campione di 350 aziende
e presentato in occasione del Workshop di European
House Ambrosetti dal titolo “Efficienza energetica e opportunità per le imprese”.
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
EUROPEAN PHOTOVOLTAIC INDUSTRY (EPIA)
Solar Photovoltaics Competing in the Energy
Sector
luglio 2011 ......................................... pag. 12
L’Italia potrebbe essere il primo Paese europeo in cui il
costo dell’energia fotovoltaica raggiungerà la parità con
quello relativo alle fonti tradizionali. A sostenerlo è un
nuovo rapporto sulla concorrenza del settore fotovoltaico in cinque mercati selezionati (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) redatto dall’associazione europea di settore Epia in collaborazione con la società di
consulenza A.T. Kearney.
LIBRI Daniel Yergin
The Quest: Energy Security and the Remaking
of the Modern World
Allen Lane/Penguin
2011 .................................................. pag. 14
A vent’anni circa da The Prize, con cui nel 1992 vinse il
premio Pulitzer, Daniel Yergin, fondatore e presidente
della Cambridge Energy Research Associates (CERA),
torna ad occuparsi di petrolio e di energia con un libro di
816 pagine in cui oltre ad aggiornare con lo stile che lo
caratterizza la storia del petrolio dalla prima guerra del
Golfo ad oggi, si sofferma ad analizzare le grandi sfide
che caratterizzano l’attuale mondo dell’energia.
RAPPORTI
Annual Global Power Generation Forecasts 2011
Growth Opportunities in the Energy & Power Industry to 2030
FROST & SULLIVAN
Annual Global Power Generation Forecast 2011
Luglio 2011
A livello globale, la domanda
di energia subirà una crescita esponenziale tra il 2010 ed
il 2030, particolarmente nei Paesi in via di sviluppo. Ad
influenzare tale incremento sarà principalmente l'espansione del ceto medio ed la rapida urbanizzazione. L' atteso aumento del potere di acquisto in tali regioni, avrà
come conseguenza principale un incremento nell'utilizzo di apparecchi elettrici.
Queste le principali conclusioni contenute nella nuova
analisi annuale operata da Frost & Sullivan, dal titolo
“Annual Global Power Generation Forecasts 2011”. Secondo i dati contenuti nel report, la produzione di elettricità crescerà ad un tasso annuo composto del 2.7%
fino al 2020, tasso che scenderà all'1.8% durante i successivi 10 anni. Tale flessione sarà principalmente imputabile al rallentamento nello sviluppo dei mercati emergenti ed al crescente impatto che le misure di efficientamento energetico imposte dai Governi avranno a livello
globale.
Più in generale, nei prossimi 20 anni la fetta di mercato
congiunta della domanda di elettricità da parte di Unione Europea, Nord America ed Asia Pacifico scenderà dal
49.6% al 37.5%. La domanda più elevata si registrerà in
India e Cina con una quota di mercato combinato dei
due Paesi che passerà dal 23.6% nel 2010 al 34.5% nel
2030.
Sempre secondo il rapporto "Il ruolo e l'impatto futuri di
Cina ed India si manifestano soprattutto nell'area della
produzione di energia da carbone, in cui hanno contato
per il 43.8% del totale globale nel 2010, valore che si
prospetta salirà al 57% entro il 2030. Entrambi i Paesi
sono inoltre molto forti nella produzione di energia
idroelettrica ed eolica, con la Cina in espansione nel settore idroelettrico e l'India nell'eolico."
Si prevede, dunque, una forte crescita nell'utilizzo dell'e-
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
nergia rinnovabile, sia in ottemperanza agli accordi internazionali in tema di cambiamenti climatici e riduzione
delle emissioni di CO2, sia per supportare lo sviluppo di
nuove opportunità.
Sul lato delle materie prime impiegate, il rapporto evidenzia come tutte le fonti di combustibile ad esclusione
del solo petrolio, vedranno una forte espansione; il carbone rimarrà in ogni caso la risorsa prevalente, contando ancora per quasi il 28% della capacità installata e per
oltre il 34% della produzione energetica nel 2030.
Cina ed India assisteranno ad una forte crescita in ambito rinnovabile e nucleare, puntando ad un progressivo
allontanamento dalla produzione di energia dal carbone . Anche in Africa e in Medio Oriente si guarderà con
interesse alle energie verdi e grande attenzione verrà
riposta sull'energia solare.
(segue) RAPPORTI
RÈSEAU DE TRANSPORT D’ÈLECTRICITÈ (Rte)
Bilan Prèvisionnel de l’èquilibre
offre-demande d’èlectricitè en
France
Luglio 2011
L’ipotesi di chiusura del 50% dei
reattori atomici francesi entro una
ventina di anni è tecnicamente possibile ma praticamente non realizzabile. Queste in breve sintesi le conclusioni
a cui perviene il nuovo rapporto realizzato dall’operatore di rete d’Oltralpe Rte. Una riduzione cosi ampia nella
quota del nucleare francese (oggi intorno al 74% del mix
elettrico) richiederebbe infatti uno straordinario sforzo
nella gestione della domanda, lo sviluppo delle rinnovabili e l’entità delle interconnessioni con l’estero (che
dovrebbero raddoppiare). Da qui al 2030 l’energia prodotta con l’atomo non potrà quindi scendere al di sotto
del 68%.
Nello scenario di riferimento elaborato da Rte i consumi
francesi cresceranno in media dell’1,1% l’anno fino al
2015 per poi diminuire attestandosi attorno allo 0,6%
annuo per i prossimi 15 anni per effetto delle nuove
misure di intervento per l’efficienza energetica.
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
La domanda si attesterà a 494 TWh nel 2013, 523 TWh
nel 2020 e 554 TWh nel 2030. In aumento anche la potenza alla punta che raggiungerà i 101GW nel 2013 i
107GW nel 2020 e i 113GW nel 2030.
In questa situazione, l’equilibrio tra domanda e offerta
potrà essere garantito fino al 2015 tenendo presente
anche la particolare evoluzione del sistema di produzione elettrico francese che prevede nei prossimi cinque
anni la chiusura di 3.600 MW di centrali a carbone e
4.600 MW di centrali a olio combustibile nonché il ritardo di due anni nell’avvio della nuova centrale atomica di
Flamville e la contemporanea decisione del Governo
tedesco di uscire dal nucleare.
Secondo Rte a partire dal 2016 si manifesterà quindi un
forte bisogno di capacità produttiva che tuttavia non
potrà essere colmato dal solo sviluppo dell’eolico (la cui
potenza installata dovrebbe passare dagli 8GW nel 2013
agli 11GW nel 2016 soprattutto per effetto degli impianti offshore) e del fotovoltaico (passagio dai 3GW nel
2013 ai 4GW nel 2015). Un ruolo importante in tal senso
potrà essere giocato dalle nuove centrali a turbo-gas già
inserite nel piano di sviluppo e che entrerebbero in servizio da qui al 2016.
(segue) RAPPORTI
RICERCA SUL SISTEMA ENERGETICO
(Rse)
Valutazione del potenziale dei sistemi di accumulo di energia mediante centrali di pompaggio idroelettrico per il sistema elettrico italiano
Luglio 2011
Uno dei principali problemi relativi alla produzione di
energia elettrica è quello legato alla necessità di immagazzinare grandi quantità di energia, in particolare quella fornita dalle fonti rinnovabili, da poter poi impiegare
nei momenti di maggiore bisogno. Gli impianti di pompaggio sono in grado di soddisfare tale necessità in
quanto il loro esercizio può essere attuato in maniera
reversibile con la possibilità quindi di stoccare energia
potenziale da riconvertire a richiesta in energia elettrica
da rimettere in rete. L’argomento è stato affrontato da
una recente ricerca operata da Rse (Ricerca sul sistema
Energetico, società del gruppo Gse) nella quale viene
effettuato un censimento delle infrastrutture idriche e
idroelettriche finalizzato alla valutazione del potenziale
di accumulo idroelettrico italiano ottenibile mediante
l’eventuale realizzazione di nuovi serbatoi di accumulo e
la riqualificazione e il pieno utilizzo delle infrastrutture
esistenti, comprese quelle che attualmente non sono
impiegate a fini idroelettrici ma sono adibite ad uso irriguo, potabile, industriale o di laminazione.
A supporto di questa analisi Rse ha validato e sviluppato
un database dei serbatoi italiani, naturali ed artificiali, e
sono stati individuati, con l’ausilio di mezzi GIS, quelli
idonei ad essere integrati e collegati mediante un sistema di pompaggio idroelettrico ad un serbatoio “tipo” da
realizzarsi a monte e a valle. Sempre facendo riferimento ai medesimi sistemi di analisi sono state infine identificate lungo le coste le aree idonee alla costruzione di
serbatoi e impianti di pompaggio del medesimo tipo,
sfruttando quindi il mare come serbatoio inferiore ed
utilizzando in questo caso acqua marina.
Secondo una prima valutazione del tutto cautelativa
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
operata da Rse ipotizzando che solo il 50% dei serbatoi
esistenti individuati si presti alla realizzazione di un nuovo impianto di pompaggi “tipo” con funzionamento limitato alle solo 5 ore notturne, il nuovo sistema sarebbe in
grado di assicurare una capacità di accumulo complessiva pari a 4,8 TWh. Considerando che l’energia eolica e
solare nel 2009 immessa in rete è risultata pari a 7,2
TWh, queste nuove realizzazioni sarebbero quindi in
grado di accumulare circa il 66% di tale produzione rinnovabile. Se a questa stima si sommasse quella derivante dagli impianti di pompaggio marini localizzati lungo le
coste si giungerebbe con molta probabilità alla completa
copertura dell’intera quota annuale di produzione di
energia rinnovabile da fonte eolica e solare.
Sempre secondo Rse, quote ben più consistenti di capacità di accumulo sono comunque prevedili se si considerassero anche gli eventuali collegamenti tra serbatoi
esistenti, che permetterebbero la realizzazione di impianti con potenze decisamente superiori.
Per quanto concerne l’aspetto economico, le previsioni
di Rse parlano di costi di realizzazione per il pompaggio
“tradizionale” comparabili con quelli tipici di un impianto idroelettrico. Per quanto concerne il pompaggio in
impianti alimentati con acqua marina, la percentuale di
aggravio dovuta alla salinità dell’acqua risulterebbe
compensata dal fatto che uno dei due serbatoi è di fatto
una risorsa illimitata il cui uso non risulterebbe in antitesi con altri utilizzi con conseguente maggiore flessibilità
nel suo impiego. La remunerazione dell’investimento
risulterebbe invece influenzato dalla differenze di prezzo
tra l’energia nelle ore “piene” e in quelle “vuote” con
aspetti che risultano variabili da zona a zona geografica
(più favorevole nelle isole meno nel continente) e
dall’andamento della Borsa elettrica.
(segue) RAPPORTI
ISTITUTO BRUNO LEONI (IBL)
Indice delle Liberalizzazioni 2011
Settembre 2011
Nel 2011, l’Italia è liberalizzata al 49%,
rispetto ai Paesi europei dove i mercati sono più concorrenziali. Questo è il
risultato sintetico che emerge dall’indagine annuale svolta dall’IBL su sedici settori dell’economia italiana (elettricità, gas, servizi idrici, telecomunicazioni, trasporto ferroviario, trasporto pubblico locale,
infrastrutture autostradali, televisione, servizi postali,
trasporto aereo, mercato finanziario, ordini professionali, mercato dell’arte, mercato del lavoro, fisco, pubblica
amministrazione), ciascuno dei quali viene valutato per
il suo grado di apertura e concorrenzialità.
Rispetto al 2010, dunque, l’Indice delle liberalizzazioni
cresce di un punto, tornando al livello del 2009.
Tra i settori censiti, quello più aperto è risultato il mercato elettrico (72% + 1 punto percentuale rispetto al
2009), in costante crescita (+9 punti percentuali) da
quando l’indice viene pubblicato (anno 2007). La ragione
di questo miglioramento è legata soprattutto all’efficacia della regolamentazione (compresa la separazione
proprietaria di Terna dall’Enel), che ha permesso agli
operatori di mercato di acquisire fiducia nel nuovo contesto concorrenziale. Il settore meno liberalizzato sono
invece i servizi idrici (19%), che rilevano un crollo verticale rispetto al 32% del 2009 con una situazione destinata ad aggravarsi per effetto del risultato referendario del
2011. Critica anche la situazione nel settore delle infrastrutture autostradali che registrano un grado di liberalizzazione pari al 28% e sul quale pesano in modo consistente i continui mutamenti apportati al quadro di riferimento con particolare riguardo alla norma contenuta
nella manovra finanziaria 2011 che limita all’1% annuale
la deducibilità fiscale degli investimenti riconducendo
così la durata del periodo di ammortamento ai fini fiscali, all’incredibile valore di un secolo (superiore non solo
alla durata della concessione, ma anche alla vita tecnica
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
dell’infrastruttura e alla vita attesa dell’impresa che la
gestisce) Sempre secondo i dati contenuti nell’Indice
anche il mercato del gas naturale avrebbe registrato un
consistente miglioramento di 7 punti percentuali rispetto al dato 2009, raggiungendo quota 62%. Tale miglioramento risulterebbe ascrivibile “alla maggiore concorrenza nell’approvvigionamento resa possibile dall’ingresso
in operatività del terminale di rigassificazione di Rovigo,
unico entry point in Italia non posseduto dall’incumbent
e attraverso il quale transita gas maggiormente slegato
dai contratti dell’incumbent”stesso.
In termini di graduatoria fra i settori, l’elettricità risulta
come già detto al primo posto (72%), i servizi finanziari
al secondo (69%), televisione, trasporto aereo e mercato
del gas (62%) al terzo . Seguono mercato del lavoro
(60%), fisco (56%), ordini professionali e servizi postali
(47%), mercato dell’arte (45%), trasporto pubblico
locale (44%), telecomunicazioni (42%), pubblica amministrazione (39%), trasporto ferroviario (36%), infr strutture autostradali (28%) e servizi idrici (19%).Concludendo,
secondo il direttore e curatore dell’Indice
Nel complesso, la maggior parte dei settori (56%) risulta
poco o per nulla liberalizzato. Pertanto, secondo IBL, “il
giudizio derivante dall’Indice delle liberalizzazioni 2011 è
ambivalente. Per un verso, si osserva il persistere di
trend già rilevati: una sorta di migrazione naturale dei
settori censiti verso una maggiore concorrenzialità
(specie per quelli che avevano già superato un punto
critico) controbilanciata però da un secco peggioramento in alcuni casi, dal deterioramento del benchmark che
offusca la contrazione italiana in altri (come il fisco).
D’altro canto, i progressi sono modesti e “spontanei”, e
non derivano da un consapevole intervento di liberalizzazione dell’economia”.
Due quindi a detta di IBL gli interventi indispensabili ad
una risoluzione della situazione attuale: “1) nella misura
in cui la regolazione dei mercati è utile o necessaria,
essa deve essere affidata a regolatori indipendenti anziché a uffici ministeriali guidati da politici; 2) gli incumbent pubblici vanno privatizzati, laddove necessario procedendo preventivamente a una riorganizzazione socie-
(segue) RAPPORTI
taria (e all’eventuale introduzione di norme ad hoc), per
esempio, per rompere i monopoli verticalmente integrati”.
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
(segue) RAPPORTI
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
(segue) RAPPORTI
UNIONE PETROLIFERA (UP)
Previsioni di domanda energetica e
petrolifera italiana 2011-2025
Luglio 2011
Come ogni anno l’Unione Petrolifera
ha aggiornato le proprie previsioni
relative a domanda e offerta di energia in Italia nel medio e lungo termine. Secondo i dati contenuti nel rapporto la domanda complessiva di energia primaria nel
nostro Paese che per il 2011 viene quantificata in 177,5
milioni di tep, sarà oggetto di una lenta ma costante
ripresa (sulla quale pesa l’attuale crisi economica mondiale) raggiungendo i 186,6 milioni di tep nel 2015, i
191,6 milioni di tep nel 2020 (dato pari a quello raggiunto nel 2003) e i 195,5 milioni di tep nel 2025.
Anche l’incidenza delle singoli fonti energetiche sul consumo totale subirà delle modificazioni a vantaggio soprattutto di gas e energie rinnovabili. Infatti, secondo le
previsioni di UP nel 2014 il petrolio cederà al gas il ruolo
di fonte energetica primaria nel nostro Paese; in particolare il consumo dei prodotti oil dovrebbe proseguire la
propria graduale contrazione iniziata nel 1999 con un
contributo sulla domanda totale che dall’attuale 40%
(dato 2011) scenderà al 37,8% nel 2015 e al 34,3% nel
2025. Di contro il peso del gas salirà portandosi dall’attuale 37,4% al 41,3% nel 2015 e 40,5% nel 2025.
Il contributo dei combustibili solidi si manterrà stabile
intorno all’8% mentre risulterà in aumento quello delle
fonti rinnovabili che passerà dal 10,2% del 2011 al 14,4%
nel 2025.
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
Per quanto concerne invece le previsioni relative al prezzo del petrolio nel rapporto UP si ipotizzano valori stabili
e comunque compresi tra i 100-110 $/barile per il periodo 2011-20015 e 110-120$/b nel periodo 2015-2025. Le
dinamiche di sviluppo del Pil ipotizzate parlano invece di
un incremento medio annuo dell’1,7% per il periodo
2010-2015 e del +1,8% per il periodo 2015-2025.
Tra gli altri dati da segnalare vi sono quelli inerenti la
domanda finale di energia elettrica la quale rimbalzerà
dagli attuali 305 TWh ai 388,5 TWh nel 2025 mentre la
crescita della richiesta su rete dovrebbe avvenire ad un
tasso medio annuo dell’1,7% nel periodo 2010-2015 e
dell’1,8% nel periodo 2015-2025. La richiesta elettrica
già dal prossimo anno è prevista avvicinarsi ai 340TWh,
tornando ai livelli ante-crisi per poi raggiungere i 357
TWh nel 2015, i 389TWh nel 2020 e i circa 423 TWh nel
2025. L’intensità energetica è prevista ridursi del 7% nel
prossimo biennio e del 14% circa al 2025. La richiesta
di carburanti resterà pressoché invariata, con la benzina
in calo da 9,5 milioni di ton a 7,99 milioni di ton, il diesel
in salita da 25,6 a 25,7 milioni di ton (dopo un picco
di 26,6), il Gpl da 1,25 a 1,8 milioni di ton e il metano da
830.00 a 1,14 milioni di mc. L’UP stima, infine, una riduzione delle emissioni di CO2 nel medio-lungo termine
che, tuttavia, al 2020 risulteranno ancora superiori del
3% rispetto ai livelli del 1990.
(segue) RAPPORTI
ABB
Trends in global energy efficiency
2011. An analysis of industry and
utilities
Luglio 2011
Tendenze e prospettive delle aziende in termini di efficienza energetica; è questo il punto cardine di un
nuovo studio condotto da ABB su un
campione di 350 aziende e presentato in occasione del
Workshop di European House Ambrosetti dal titolo
“Efficienza energetica e opportunità per le imprese”. Lo
studio “Trend globali nell’efficienza energetica 2011”
rappresenta il documento di riferimento sull’efficienza
energetica per ABB, ed è incentrato sulle tendenze nel
settore industriale e delle utility il cui obiettivo è accrescere la consapevolezza sulla centralità di questo tema
nella strategia di crescita sostenibile del sistema mondiale.
Il report è articolato in due sezioni. La prima è stata realizzata dall’Economist Intelligence Unit, che si è occupata
di realizzare un sondaggio condotto a livello mondiale
tra 350 senior executive dell’industria e delle utility, con
l’obiettivo di misurare e analizzare le tendenze e le prospettive delle aziende in tutto il mondo in relazione
all’utilizzo più efficiente dell’energia.
La seconda parte è stata commissionata a Enerdata, una
società di consulenza specializzata nel settore globale
dell’energia. Oltre agli scenari globali, la ricerca si è focalizzata anche sui paesi del G20 che rappresentano circa
tre quarti del consumo energetico mondiale, tra cui l’Italia.
I dati contenuti nel rapporto indicano come nell’arco
degli ultimi 20 anni siano stati fatti notevoli passi avanti
sul fronte dell’efficienza energetica nei settori che fanno
un uso intensivo dell’energia e come sia evidente l’esistenza di un potenziale, soprattutto in virtù di una spinta
più decisa, consapevole e informata dei benefici che
l’efficienza energetica può apportare sul fronte ambientale, ma soprattutto su quello economico, essendo l’effi-
10
APPROFONDIMENTI ENERGIA
cienza stessa una scelta che supporta il mondo delle
industrie e delle utility a rafforzare la propria competitività di lungo termine.
A livello mondiale, sempre secondo ABB, l’energia necessaria alla produzione di un’unità di PIL (definita
“Energy intensity”) è diminuita dell’1,4% all’anno dal
1990. In Italia tale consumo è inferiore del 15% alla media europea pur presentando delle percentuali di riduzione inferiori alle media registrata nei principali Paesi
della Comunità Europea (-0,6% annuo rispetto al - 1,7%
registrato in ambito UE).
Sempre secondo ABB, le emissioni di CO2 per unità di
PIL, sono diminuite a livello globale seguendo lo stesso
trend dell’energy intensity (circa 1,5% all’anno); in Italia
tale valore è diminuito con una rapidità doppia rispetto
all’energy intensity nel periodo 1990-2009. Tale trend
sarebbe da mettere in relazione con il considerevole
aumento della quota di gas nel mix energetico del Paese, arrivato oggi a rappresentare il 38%, contro il 41%
derivante dal petrolio e che solo 10 anni fa costituiva
oltre la metà del mix energetico italiano. Il consumo di
elettricità pro capite è molto al di sotto della media europea (4.900 KWh rispetto ai 5.700 KWh nel 2009. Il
consumo elettrico è cresciuto notevolmente dal 2006,
con un rallentamento tra il 2007 e il 2008 e un drastico
calo del 7% nel 2009, dovuto alla crisi economica.
Il rapporto analizza inoltre il settore della generazione e
della trasmissione dell’energia: le perdite che si possono
registrare in questa fase possono variare dal 9% dei volumi nei Paesi ad economia matura, fino al 15-20% in
America Latina e India. Per l’Italia la rete di distribuzione
mostra un tasso di perdite nella trasmissione e distribuzione del 6%, appena al di sotto della media europea.
Dal 1990 queste perdite sono state ridotte del 9%, ottenendo una riduzione nel fattore di emissioni di CO2 per
la sola generazione di energia del 25%.
Sul fronte dell’industria, vengono analizzati in particolare l’industria siderurgica, che assorbe il 20% dei consumi
industriali e che ha fatto significativi passi avanti nell’arco degli ultimi 20 anni. Secondo ABB il consumo energetico globale di questo settore potrebbe essere ridotto
(segue) RAPPORTI
del 40% se i principali paesi produttori avessero lo stesso livello di efficienza della nazione che domina la classifica mondiale. Il 60% di questi risparmi avverrebbe in
Cina. A seguire i settori del cemento e dell’alluminio, che
potrebbero diminuire i consumi rispettivamente del 20%
e del 15%; anche il settore chimico e cartario presentano grandi potenzialità.
Per quanto riguarda l’Italia, i consumi energetici nell’industria sono cresciuti stabilmente a un tasso dell’1,2%
all’anno tra il 1990 e il 2007, ma nel 2008/2009 la crisi
economica globale ha portato ad una riduzione drastica
nei consumi energetici. Il peso del consumo elettrico
nell’industria è cresciuto sensibilmente, sino ad arrivare
a rappresentare il 35% rispetto al totale.
L’uso dell’energia nell’industria, in Italia come in molte
parti del mondo, è lontano dall’essere efficiente e ci
sono ampi spazi per miglioramenti, Per questo l’efficienza energetica – così come espresso dai 350 senior executive intervistati - anche alla luce di un accesso ristretto
all’energia e alle preoccupazioni legati ai cambiamenti
climatici, non è più considerata una scelta opzionale,
bensì un irrinunciabile pre-requisito per la crescita finanziaria a lungo termine e per il miglioramento della competitività, soprattutto in settori energy-intensive.
L’efficienza energetica è vista anche come uno stimolo
all’innovazione tecnologica, pur nella consapevolezza
che i principali miglioramenti arriveranno dall’ottimizzazione dei processi produttivi e soprattutto dall’introduzione di tecnologie già accessibili e testate (citando tra
queste in particolare i motori ad alta efficienza e gli inverter). Un’analisi dell’impatto di queste tecnologie ha
11
APPROFONDIMENTI ENERGIA
dimostrato ampiamente che l’efficienza energetica è un
investimento che si ripaga da sé.
Sul fronte del ritorno finanziario degli investimenti in
efficienza energetica, l’88% del campione intervistato
riconosce l’efficienza energetica come fattore business
critical, ma solo il 40% ha investito in questo ambito
negli ultimi 3 anni, quota che scende al 34% nell’industrie a uso intensivo dell’energia.
Solo la metà del campione ha messo a punto sistemi di
gestione dell’energia e solo un terzo ha eseguito audit
energetici sull’intera struttura produttiva e operativa.
Meno della metà ha attivato un sistema per un monitoraggio continuo dei progressi in efficienza energetica.
Questo divario tra consapevolezza e azione è causato
principalmente da una mancanza di informazione. Il 42%
del campione denuncia una mancanza di chiarezza nel
metodo per individuare il ritorno finanziario degli investimenti, soprattutto legata all’assenza di benchmark di
riferimento per il settore industriale in cui operano. Solo
il 27% cita la mancanza di fondi come una delle barriere
all’investimento.
Nuovi incentivi e nuove regolamentazioni possono ovviamente intensificare la pressione sull’industria. Tra
queste, l’introduzione della normativa ISO50001 che
regola l’introduzione di sistemi per la gestione dell’energia e che rappresenterà un punto di riferimento per l’industria influenzando potenzialmente il 60% dell’uso
mondiale dell’energia.
(segue) RAPPORTI
EUROPEAN PHOTOVOLTAIC INDUSTRY (EPIA)
Solar Photovoltaics Competing in
the Energy Sector
Luglio 2011
L’Italia potrebbe essere il primo Paese europeo in cui il costo dell’energia fotovoltaica raggiungerà la parità con quello relativo
alle fonti tradizionali. A sostenerlo è un nuovo rapporto
sulla concorrenza del settore fotovoltaico in cinque mercati selezionati (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) redatto dall’associazione europea di settore
Epia in collaborazione con la società di consulenza A.T.
Kearney.
Il rapporto tende a dimostrare come già “oggi l’elettricità fotovoltaica risulti più economica di quanto molti
pensino” e che “nei prossimi anni tale convenienza tenderà ad aumentare grazie al continuo miglioramento
delle tecnologie e alle economie di scala”. In particolare,
e inconsiderazione degli aumenti del prezzo dell’elettricità prodotta da altre fonti, il fotovoltaico potrebbe raggiungere la grid parity nel 2013 nel settore commerciale
italiano e nel 2014 in quello degli impianti a terra sempre nel nostro Paese, per poi estendersi entro il 2020
alle altre tipologie di impianto e agli altri Paesi europei.
Le analisi contenute nello studio prendono in considerzione l’intero costo della produzione di elettricità fotovoltaica, utilizzando il concetto di Levelised Cost of Electricity (LCOE). Questo concetto tiene conto di tutti gli
investimenti e costi operativi relativi alla vita utile
dell’impianto, tra cui il consumo di carburante e la sostituzione di parti.
Esso permette quindi un confronto tra il costo di produzione di un kWh di energia elettrica tra le varie tecnologie di generazione, quali ad esempio PV e centrali turbo
gas a condizione che tutti i componenti dei costi esterni
siano inclusi nell’analisi. Il calcolo dei LCOE tiene pertanto conto dei diversi costi di investimento, tempi di vita
degli impianti, profili di rischio dei sistemi, sedi dei siste-
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
mi fotovoltaici e la loro esposizione alla radiazione solare annuale. Per valutare con precisione l'andamento dei
prezzi degli impianti fotovoltaici, lo studio assume prezzi
competitivi transeuropei relativi all’hardware (moduli,
inverter, componenti strutturali), nonché prezzi competitivi di sviluppo (compresi i margini per gli installatori).
Tali prezzi uniformi applicati nell’analisi di tutti i paesi
considerati sono tarati sull'esempio della Germania, che
ha in Europa il mercato del fotovoltaico più maturo.
Questa assunzione di "mercato maturo" intende riflettere la convergenza dei prezzi futuri e dei margini. Ma tale
convergenza sarà possibile solo se il giusto quadro normativo sarà attuato in modo da favorire una maggiore
crescita del mercato europeo e internazionale. Lo studio
non tiene quindi conto delle differenze nazionali di prezzo dei sistema installati e causati da diversi climi finanziari, quali IVA e oneri e diritti amministrativi, che non
dipendono dal livello di maturità di un dato mercato.
Sulla base di queste considerazioni il rapporto Epia prevede da qui al 2020 un ulteriore potenziale di riduzione
dei costi associati al fotovoltaico di circa il 50%; In particolare si passerebbe dai 0,16-0,35 €/kWh del 2010 ai
0,08-0,18 €/kWh nel 2020 a seconda degli impianti e
dell’irradiazione solare.
Sempre secondo Epia il raggiungimento di tale obiettivo
risulta condizionato dall’attività legislativa svolta dai
singoli Governi i quali dovranno introdurre quadri regolatori in grado di rimuovere le distorsioni dei mercati.
I sistemi di incentivazione in conto energia hanno contribuito fortemente alla riduzione del gap con le fonti convenzionali e in futuro, anche in previsione di una riduzione dei costi del fotovoltaico, dovranno essere gradualmente eliminati. Di pari passo è però importante giungere ad una revisione dei sussidi di cui godono le energie
tradizionali internalizzando nel computo anche gli effetti
esterni. Solo in questo modo si potrà dare adito ad una
reale ed equa concorrenza tra le varie fonti.
(segue) RAPPORTI
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
LIBRI
Daniel Yergin
The Quest: Energy Security and the
Remaking of the Modern World
Allen Lane/Penguin
2011
A vent’anni circa da The Prize, con cui
nel 1992 vinse il premio Pulitzer, Daniel Yergin, fondatore e presidente
della Cambridge Energy Research
Associates (CERA), torna ad occuparsi di petrolio e di
energia con un libro di 816 pagine in cui oltre ad aggiornare con lo stile che lo caratterizza la storia del petrolio
dalla prima guerra del Golfo ad oggi, si sofferma ad analizzare le grandi sfide che caratterizzano l’attuale mondo
dell’energia.
The Quest non è quindi un libro sul petrolio come molti
potrebbero pensare vista la fama dell’autore, ma sull’energia in generale; solo la prima e la seconda parte sono
dedicate a questa “antica” fonte energetica.
Un flusso incessante di energia è infatti la base della
civiltà moderna, e quindi un approvvigionamento energetico sicuro, in particolare legato alla disponibilità di
petrolio, finisce inevitabilmente al centro di una discussione pubblica e suscita l’interesse dei media.
In The Quest, Yergin, passa in rassegna la storia più recente della produzione di petrolio, gas e energia elettrica, la sicurezza delle forniture di petrolio e l'evoluzione
delle preoccupazioni legate al riscaldamento globale. Si
occupa di episodi chiave legati alla produzione di petrolio, come l'aumento della produzione russa, l'aumento
della domanda cinese, l’interruzione delle forniture, la
controversia sul picco di produzione del petrolio e la
quantificazione delle risorse non convenzionali come gli
scisti. Yergin quindi analizza il problema del riscaldamento globale e delle energie alternative, con particolare
attenzione al fotovoltaico e all’eolico.
Il libro, suddiviso in più di 400 brevi sezioni, analizza più
che altro l’aspetto politico ed economico del problema
senza soffermarsi abbastanza sulle caratteristiche scientifiche e tecnologiche. Anche l'analisi delle fonti di ener-
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APPROFONDIMENTI ENERGIA
getiche non è uniforme. Al carbone, per esempio, viene
dedicata una sola pagina
La sicurezza degli approvvigionamenti secondo l’autore,
diventerà sempre più importante e la percezione del
rischio si rifletterà sul prezzo del petrolio la cui entità
costituirà lo specchio delle nuove geopolitiche attuate
dalle regioni produttrici. Tecnologie e aumento dei prezzo hanno ad esempio ridotto le importazioni di petrolio
da parte degli Stati Uniti da due terzi a metà della domanda. A tale tendenza si associa inoltre lo sviluppo
delle nuove energie “decarbonizzate” in grado di assicurare energia pulita, rinnovabile e con un maggiore grado di efficienza. Tale cambiamento richiederà però del
tempo. “Nel 2030 il consumo globale di energia nel
mondo sarà del 35-40% superiore a quello attuale. Anche il mix energetico muterà. Gli idrocarburi costituiranno ancora il 75-80% dell’offerta totale”. Le cose possono
accadere anche più in fretta; “ma la legge dei tempi lunghi rimane valida. Solo a partire dal 2030 il sistema energetico comincerà a mostrare un aspetto diverso. Mano a
mano che l’effetto cumulativo dell’innovazione e delle
nuove tecnologie si farà sentire completamente”.
Yergin non è catastrofista. Nel libro egli presenta ampie
prove per contrastare l'idea di un possibile esaurendo
del petrolio: nuove scoperte, lo sfruttamento di riserve
aggiuntive negli ambiti esistenti e le risorse petrolifere
non convenzionali manterranno secondo l’autore il flusso per il prossimo futuro. A livello globale, il mercato è
rimasto ben fornito, nonostante il via vai di dittatori e
ayatollah, nonché interruzioni importanti nelle forniture.
L’abbondanza di informazioni fornite fa di questo libro
una lettura necessaria per chiunque voglia comprendere
il sistema energetico mondiale e non solo per leggere la
storia passata, ma anche per avere uno scenario completo della situazione futura dell’energia nel mondo.
APPROFONDIMENTI ENERGIA
Coordinamento scientifico: Marco Fortis
Direttore Responsabile: Beatrice Biagetti
Redazione: Stefano Corradini
Realizzazione grafica: Stefano Corradini
Registrazione Tribunale di Milano n° 306 del 24 giugno 2009
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