n. 56, luglio 2012 - Camera di Commercio di Lodi

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n. 56, luglio 2012 - Camera di Commercio di Lodi
n. 56, luglio 2012
IMPRESE: IN CALO LE CESSAZIONI.
LO STOCK DELLE ATTIVE IN RIPRESA
Meno cessazioni e più iscrizioni: così nel secondo trimestre del 2012 si segnala un
recupero della vitalità imprenditoriale sul territorio, tra chi sceglie di entrare sul mercato
creando una nuova attività (318 denunce tra marzo e fine giugno) e chi, al contrario, ne è
uscito (247 unità).
Lo stock delle imprese attive si è attestato a fine giugno su 15.917 unità, una linea
nettamente migliore rispetto le 15.869 unità del primo trimestre, anche se ancora
distante dalle 16.043 unità con cui il 2011 aveva chiuso.
Si può dire che la crisi di sfiducia ha rallentato e non ha fermato la voglia di fare impresa
degli alaudensi? Forse è troppo presto per poterlo sostenere.
La forbice tra dati di entrata e quelli d’uscita, che alla fine del primo trimestre dell’anno
si era ampliata sino a -169 unità, a metà dell’anno in corso si è attenuata del 42%
portando il saldo negativo a -98 unità. Dall’inizio dell’anno, infatti, le cessazioni sul
territorio sono state complessivamente 786 mentre le iscrizioni hanno riguardato 688
unità.
In tema di cancellazioni tuttavia è sempre opportuno, oltre che corretto, tenere presente
la “tipologia” che delle motivazioni (se di ordine “procedurale” ai fini della tenuta del
Registro Imprese o risolutive ).
Delle 776 unità “uscite” dal Registro delle imprese attive nel semestre, 37 sono quelle
dovute a trasformazioni societarie, 52 sono effetto di trasferimenti di sede sociale fuori
provincia, 51 hanno riguardato unità procedure fallimentari e lo status di liquidazione
(come tali, pertanto, già escluse dallo stock delle imprese attive), 12 sono intervenute per
decisione d’ufficio a causa del mancato pagamento dei diritti. Sostanzialmente le imprese
che hanno denunciato la cessazione di attività (per ritiro dagli affari, raggiunti limiti di
età, compravendita, difficoltà economiche, decesso del titolare, raggiungimento dello
scopo sociale, scioglimento anticipato senza dar luogo a liquidazione, eccetera) sono in
totale 567. Le cessioni di impresa - operazioni che hanno dato atto a cessazioni d’attività
e a nuove iscrizioni - sono state nel semestre in esame complessivamente 192.
In chiave congiunturale fanno supporto a una valutazione più accettabile alcuni
indicatori. Nel trimestre aprile-giugno è migliorato il tasso di natività delle imprese
(dall’1,7 % all’1,8% rispetto al 2011) mentre si è ridotto parecchio il tasso di mortalità
(dal 2,2% all’1,4%); sono invariate le procedure concorsuali (0,06% rispetto al 0.08%
dello stesso trimestre dell’anno prima), mentre il numero delle delibere di messa in
liquidazione è sceso da 93 a 55; infine è migliorato, sia pure di centesimi di punto, il
rapporto tra imprese attive e imprese registrate è salito a 89,7 rispetto all’ 89,5% di un
anno fa.
Sono indicazioni che permettono, in una fase di recessione e di accresciute difficoltà ad
entrare nel mercato, di considerare con proporzione la regressione subita in questi mesi
dalle unità operative. Non è tornato certamente il sereno, ma neppure si sono aggravate
le turbolenze temute.
Ciò ha trovato conferma in alcuni importanti settori. Nel primo trimestre le attività
manifatturiere attive erano in totale 1.690, 2 in più del numero delle operative rilevate
alla fine del semestre, nel corso del quale sono state raggiunte da procedure concorsuali
3 imprese e 6 unità dell’aggregato statistico sono state poste in liquidazione.
Meno tranquillizzante il quadro offerto dal comparto “Costruzioni”. Anche nel secondo
trimestre dell’anno il settore ha presentato difficoltà. Il numero delle imprese operative è
sceso da 3.692 a 3.669. L’ intera divisione statistica, che oltre a lavori di costruzione
comprende lavori speciali per edifici, opere di ingegneria e lavori di completamento edile e
installazione servizi, oltre lavori di riparazione, rinnovi, restauri, ecc. ha perso nella
prima parte dell’anno 106 attività.. Inoltre 9 imprese sono state sottoposte a procedure
fallimentari e 22 messe in liquidazione.
Gli effetti si sono riflessi in parte sul settore immobiliare, attualmente rappresentato da
1.027 unità (-14 dall’avvio dell’anno) con 20 società messe in liquidazione.
Se non in termini di giro d’affari e fatturato, ma in quello demografico va sicuramente
meglio l’’aggregato “Commercio” (ingrosso, gdo, gds, minuto, ambulante, autoveicoli e
motocicli, riparazioni). Il settore aveva chiuso il 2011 con 3.619 imprese attive e avviato il
nuovo anno con una discesa a 3.596 unità a conclusione del primo trimestre. Un po’
sorprendentemente alla fine di giugno ha presentato 3.633 imprese operative, pur
lamentando 3 fallimenti e 33 messe in liquidazione nel periodo.
In costante ampliamento risulta la “Ristorazione” (ristoranti, bar, trattorie, pizzerie,
alloggi) che da 928 di fine 2011 è passata a 939 a marzo e a 951 a giugno, senza
segnalare particolari situazioni di disagio economico (1 sola procedura concorsuale e 9
liquidazioni) nel semestre.
Sul territorio la città a più alto turnover risulta Lodi-capoluoogo dove nel semestre in
esame si sono avute 160 iscrizioni e 180 cessazioni e dove si sono avute 4 procedure
concorsuali e 40 messe in liquidazioni. Lo stock delle imprese operative risulta pertanto a
fine semestre di 3.810 unità totali. Lodi è numericamente seguita da Codogno nella cui
realtà sono operative 1.292 imprese. La città della Bassa ha però un saldo negativo
procurato dai flussi: 49 iscrizioni contro 59 cessazioni.
La tendenza alla riduzione delle unità operative è presente anche a Casale che ha chiuso
il semestre con 57 iscrizioni e 64 cancellazioni e attualmente presenta uno stock di 1.141
imprese, superata da Sant’Angelo Lodigiani con 1.176 attive con un saldo semestrale in
rosso: 55 iscrizioni e 59 cessazioni.