Laboratorio di orientamento al restauro del mobile
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Laboratorio di orientamento al restauro del mobile
Laboratorio di orientamento al restauro del mobile antico E’ ormai accertato il ruolo della piccola e piccolissima impresa e dell’artigianato di fronte al calo della grande e media industria per la creazione di nuovi posti di lavoro, dati rilevati dall’ISTAT (-1,9%). Negli ultimi cinque anni sei posti di lavoro su dieci sono nati nelle piccole imprese, in gran parte artigiane, che fanno riferimento a ben seicento settori economici, con un’ampia gamma di specializzazioni. Tra il 2002 e il 2007 la percentuale degli artigiani con meno di trent'anni è passata dall’8 al 18%. La Confartigianato stima in 320.000 le potenzialità del settore, tra titolari, collaboratori, soci (215 mila) e lavoratori dipendenti. Nel centro-sud le potenzialità evidenziate riguardano l’artigianato artistico e tradizionale (ceramica, oreficeria, mobili d’arte, tappezzeria), alimentato dalla nuova domanda di beni di lusso. I dati più recenti a disposizione sulle figure professionali necessarie alle aziende sono contenuti nelle ricerche elaborate col Sistema Informativo Excelsior dal Ministero del lavoro-Unioncamere nel 2002/2006. Tali ricerche si sono incentrate sulle principali caratteristiche delle assunzioni previste in tutta Italia e sulla loro potenziale consistenza. Secondo l’ultima indagine Excelsior sui fabbisogni professionali delle imprese, realizzata su un campione di 100.000, il numero dei lavoratori dipendenti delle imprese italiane aumenterà nel prossimo biennio di oltre 254.000 unità (+2,8%), soprattutto grazie alle piccole imprese e a quelle artigianali. La crescita rispecchia quel travaso che dalla grande alla piccola impresa ha portato il numero dei dipendenti medi a 8,5% ( con punte del 7,8% per le imprese di dimensioni più piccole fino a nove dipendenti e del 6,4% per l'artigianato fino a prevedere 95.599 dipendenti in più). Dall’indagine è anche evidente lo scarto tra domanda delle imprese ed offerta di manodopera rappresentato dalla carenza di formazione specifica delle professioni più richieste. Relativamente alla figura professionale del “restauratore del mobile antico” la consistenza ammonta a 1000 unità. Le imprese laziali interessate ad assumere sono tutte imprese fino a 49 dipendenti. Si dividono perfettamente a metà in fatto di ricerca di persone con o senza esperienza ma tutte dichiarano un difficile reperimento di tale figura professionale. Il bacino territoriale di riferimento del corso è nell’area della provincia di Roma, dove esistono numerose attività di antiquariato, importazione e restauro di mobili antichi (dall’Europa occidentale e orientale fino all’estremo oriente). Numerose sono anche le manifestazioni che si svolgono nella capitale e nei Comuni della provincia e della Regione. A fronte di tale incremento di domanda di formazione qualificata proveniente dal mercato del lavoro e dall’utenza, da anni si osserva una progressiva contrazione del numero delle botteghe artigiane laddove, ai veterani del mestiere che abbandonano la professione non subentrano, attraverso la formazione e l’esperienza, forze nuove e motivate. Per andare incontro a questo “vuoto” è recente la lodevole iniziativa intrapresa dal CNA volta a facilitare l’incontro della domanda di artigianato proveniente dai giovani con l’offerta di botteghe da parte di artigiani che intendono smettere la professione per raggiunti limiti di età. Dai contatti intercorsi con numerosi artigiani locali (che per varie ragioni, in particolare per gli affitti dei locali e namaste.volontariato.lazio.it l’incidenza del fisco, rischiano di chiudere le più note botteghe del centro) e con la Confederazione di categoria è emersa, comunque, la carenza di tale figura professionale, valida a fronteggiare un aumento di richiesta di prestazioni qualificate nella manutenzione e restauro del mobile antico e del legno. Il corso si propone di far conseguire agli allievi le conoscenze teoriche e le capacità tecnico/pratiche che costituiscono le premesse indispensabili per iniziare a svolgere correttamente l’attività di restauratore. Le conoscenze acquisite nel corso si riveleranno utili anche nella conservazione di manufatti lignei, siano essi semplici portoni, statue, pale o fonti battesimali. Da ciò appare chiaro che il corso di restauro, oltre ad offrire delle interessanti opportunità occupazionali, si presenta come un' operazione di recupero di un patrimonio culturale locale, volto alla riscoperta del “mestiere di artigiano”e delle relative tecniche, e più concretamente al recupero di mobili e manufatti lignei, testimonianza, pur nella variabilità del pregio, di un passato da conservare e valorizzare. namaste.volontariato.lazio.it