previdenza agricola

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previdenza agricola
marzo-maggio 2012 - mensile - Poste Italiane SPA - sped. in abb. post. - Dl. 353/203 (convertito in Legge 27/02 2004, n. 46) art. 1 - comma1/DCB - Roma
PREVIDENZA AGRICOLA
mensile ENPAIA n. 3-4-5 anno 2012
Bilancio Enpaia
Previdenza complementare
SOMMARIO
Enpaia
Bilancio consuntivo 2011
Carlo Siciliani
1
Gabriele Mori
Giovanna Mellano
Pietro Massini
Carla Collicelli
Stefano Mantegazza
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Guelfo Fiore
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Letizia Martirano
Letizia Martirano
Giovanna Mellano
Luigi Mastrobuono
Nino Andena
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Marco Togna
Giancarmine Vicinanza
g.v.
Claudia Merlino
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Giuseppe De Marco
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Enpaia: gli obblighi contributivi e previdenziali delle aziende agricole per l’anno 2012
Maria Miligi
Convertito in legge il decreto milleproroghe
Alessandro Terradura
1° aprile 2012: via alla mediazione tributaria
Alessandro Terradura
Approvato il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro
Antonio Positino
Prorogati gli incentivi per l’assunzione di disoccupati
Lucia Russillo
Le novità sul lavoro interinale
Gerardo Damiano
Protocollo sulle ispezioni
Maria Miligi
Vigilanza: il rapporto sull’attività svolta nel 2011 e le direttive per il 2012
Antonio Positino
Contribuzione 2012: il punto dell’Inps
Simone Parola
Elenchi dei lavoratori agricoli: le novità
Lucia Russillo
La prescrizione dei contributi previdenziali
Simone Parola
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Welfare
Previdenza complementare
L’Enpaia alla Giornata nazionale della previdenza
La nuova questione sociale
Il modello sociale italiano
Uila: disco rosso al decreto forma del lavoro
Dal Parlamento
L’Imu e il mercato del lavoro nel mondo agricolo
Agricoltura
Critiche dalla Corte dei Conti europea alla nuova Pac
Il Comitato vini Dop e Igp
Un’agricoltura necessaria
Confagricoltura Academy
Regionalizzazione del sistema allevatori
Sindacato
Le lavoratrici ancora discriminate
Rapporto su credito e cooperazione
9 e 10 maggio l’Assemblea di Confcooperative
Decreto flussi 2012
Clima
L’Italia a secco
Normativa
Periti Agrari
Battuta l’inflazione
Staffetta fra Enore Venir e Giancarlo Moretti
Elette le cariche in seno alla Commissione lavoro
a cura del Comitato amministratore
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36
37
a cura del Comitato amministratore
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Agrotecnici
Cassa Agrotecnici: quando piccolo è bello
RUBRICHE
Kazimir Severinovich Malevich,
Falciatore, 1912, Ni nij Novgorod,
Museo Statale di Belle Arti
Severo De Pignolis
45
Web
Maria Miligi
46
Dal Mondo
Marco Togna
47
P.A. risponde a cura della redazione
43
Giurisprudenza Antonio Positino
48
Medicina
44
Carta
40
Giallo
41
Previdenza
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Contratti
Stefania Sepulcri
Ran Garin
Giovanni Martirano
Fabio Forleo
ENPAIA
Carlo Siciliani
Bilancio consuntivo 2011
Relazione del presidente Carlo Siciliani
Signori Consiglieri, Signor Presidente del Collegio Sindacale, Signori
Sindaci, Signori componenti dei Comitati Amministratori delle Casse
degli Agrotecnici e dei Periti Agrari
(…) Nonostante il problematico contesto generale la
Fondazione ha chiuso in utile l’esercizio e presenta una situazione finanziaria tranquilla e con risorse accumulate,
tali da garantire appieno i diritti previdenziali degli iscritti.
L’Enpaia garantisce ai propri iscritti la liquidazione del Tfr
con la rivalutazione, previsto dalla legge, pari all’1,50% annuo più il 75% dell’inflazione intervenuta di anno in anno
ed implementando dello 0,91%, con risorse proprie, le quote versate dalle aziende; accumula sulla posizione previdenziale di ogni iscritto l’equivalente del 3% della propria retribuzione, il cui
montante è annualmente rivalutato del 4% ed è corrisposto all’iscritto in forma di capitale o di rendita pensionistica integrativa; garantisce altresì all’iscritto e/o ai propri familiari un’assicurazione per rischio morte o invalidità
permanente, con il versamento dell’1% delle retribuzioni.
Il fondo assicurazione infortuni, infine, alimentato dall’1% delle retribuzioni
degli impiegati e dal 2% di quelle dei dirigenti, anche per l’anno 2011 ha conseguito positivi risultati in linea con i precedenti esercizi.
Da evidenziare il fatto che sia la rivalutazione del Tfr sia quella del Fondo di previdenza
sono garantite dall’Ente in misura predeterminata, indipendentemente dall’andamento
dei mercati finanziari ed immobiliari.
Le difficoltà legate alle vicende macroeconomiche non devono poi far dimenticare i
notevoli passi in avanti conseguiti nel corso
degli ultimi anni dalla struttura operativa.
L’accresciuta efficienza raggiunta dall’azienda Enpaia attraverso l’impiego delle tecnologie informatiche e telematiche per denunce,
pagamenti e procedure amministrative ha
portato benefici nei rapporti con le aziende
contribuenti e con gli iscritti potenziando l’efficienza e l’efficacia dell’Ente.
Nell’esercizio in esame i ricavi comprensivi
dei proventi finanziari e patrimoniali ammontano a oltre 212 milioni di euro con un
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Aristarkh Vasilievich Lentulov,
Paesaggio. Chiese.
(Nuova Gerusalemme), 1916,
Saratov, Museo Statale di Belle Arti
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ENPAIA
1,2 milioni di euro
l’utile netto
Gestione
Speciale
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incremento del 5,4% rispetto al 2010, i costi della produzione ammontano
a 205 milioni di euro, con un incremento del 5,2% dovuto all’aumento degli
accantonamenti ai fondi previdenziali e delle prestazioni previdenziali dei
consorzi di bonifica, in quanto gli altri costi di produzione sono rimasti sostanzialmente in linea con quelli del precedente esercizio.
L’anno si è quindi chiuso, dopo le imposte e dopo gli accantonamenti ai Fondi di riserva, con un utile netto di 1,2 milioni di euro.
In particolare l’accertato 2011 per contributi e sanzioni della gestione
ordinaria (Tfr, Fondo di previdenza, Infortuni) passa da 123,7 milioni
di euro dell’anno precedente, a 125,5 milioni di euro con un incremento
dell’1,4%. L’incremento è dovuto in gran parte ai rinnovi contrattuali
che hanno inciso sulle retribuzioni imponibili e, in parte, all’incremento
degli iscritti movimentati. Sotto questo profilo, va sottolineata ancora
una volta l’efficacia del sistema di accertamento dei contributi e del monitoraggio capillare volto all’emersione delle morosità contributive da
parte delle aziende che ha portato ad un incasso di 125,7 milioni di euro
con un aumento del 3,49% rispetto al 2010.
Sul fronte delle prestazioni erogate, le uscite del 2011 ammontano a 84,1 milioni di euro, di cui 56,4 milioni relativi al Fondo Tfr, 24,6 milioni relativi al
Fondo di previdenza, 3,1 milioni relativi al Fondo assicurazione infortuni.
La Gestione Speciale del Fondo di accantonamento del trattamento di
quiescenza dei dipendenti consorziali presenta entrate per contributi,
interessi di mora e redditi da capitale di 25,1 milioni di euro, con un incremento dello 0,8% rispetto all’esercizio precedente. Le uscite per prestazioni previdenziali e spese sono pari a 19,6 milioni di euro in aumento
del 6,50% rispetto al 2010 causati dalla dinamica dei pensionamenti.
La riserva tecnica del Fondo è incrementata dalla differenza attiva tra
entrate ed uscite pari a € 5.502.150.
Sul fronte della gestione del patrimonio risultano positivi i risultati della gestione del patrimonio immobiliare. L’esercizio ha fatto registrare un incremento del 4,79% dei proventi rispetto all’anno precedente. Il rendimento del
comparto immobiliare, al netto dell’Ici e degli oneri per la gestione e delle imposte, è stato pari a 12,3 milioni di euro, in aumento del 4,8% rispetto al 2010.
I proventi e oneri finanziari sono stati pari nel 2011 a 31,8 milioni di euro con
un incremento di 3,9 milioni di euro, pari al +13,8%, rispetto al 2010. La politica degli investimenti è sempre stata caratterizzata da prudenza e finalizzata al conseguimento degli obiettivi propri della Fondazione. In particolare, ogni operazione di investimento ha rispettato il dettato della Delibera del
Consiglio di Amministrazione n. 20 dell’8.11.2006 che determina i segmenti
di investimento, le garanzie degli emittenti e la natura dei titoli.
Le turbolenze dei mercati hanno consigliato per l’esercizio 2011 di ricorrere
prevalentemente ad investimenti estremamente prudenziali come i titoli di
Stato del debito pubblico italiano.
Sono stati regolarmente effettuati gli accantonamenti ai Fondi previdenPREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
ENPAIA
ziali, così come previsto dalle norme e dai regolamenti, per 157,5 milioni di
euro, oltre agli accantonamenti prudenziali di 5 milioni di euro al Fondo
rischi investimenti e di 0,5 milioni di euro al Fondo svalutazione crediti della Gestione ordinaria. Tale esito è una garanzia per gli iscritti, che hanno
la certezza di una gestione efficace dei loro risparmi previdenziali pur in
momenti di oggettiva difficoltà dei mercati finanziari. Sono stati approvati i
bilanci tecnici dei Fondi che garantiscono la sostenibilità delle gestioni nella
prospettiva dei prossimi 50 anni.
L’esercizio 2011 ha confermato il buon andamento delle due Casse degli
Agrotecnici e dei Periti Agrari. Entrambe hanno conseguito soddisfacenti
risultati economici.
Le entrate contributive della Cassa degli Agrotecnici sono state pari ad
€ 1.744.301 in flessione dell’1,49% rispetto all’esercizio precedente. I proventi
finanziari sono stati pari ad € 627.340 con un incremento significativo del
55% rispetto all’esercizio 2010. Il rendimento netto degli investimenti effettuati è stato pari al 3,85%.
L’utile della gestione, dopo la rivalutazione dei fondi individuali e al netto
dei costi è stato di € 215.669.
Le entrate contributive della Cassa dei Periti Agrari sono state pari
ad € 7.468.511 con un incremento del 9,46% rispetto al 2010. Le uscite
previdenziali, tra cui n. 361 pensioni e n. 7 indennità di maternità,
sono state pari ad € 552.976, con un incremento 8,76% rispetto al
2010. I proventi finanziari sono stati pari ad € 3.118.193, importo in aumento (+3,38%) rispetto al dato del precedente esercizio ed in grado di garantire un significativo accantonamento alla riserva prevista dall’articolo 28 dello Statuto. Il rendimento
netto degli investimenti effettuati è
stato pari al 3,69%.
L’utile della gestione, dopo la rivalutazione dei fondi individuali e al
netto dei costi è stato di € 1.361.586.
Entrambe le Casse hanno potuto
far fronte alle rivalutazioni di legge dei montanti degli iscritti e dei
pensionati senza far ricorso al contributo integrativo. I bilanci tecnici delle due Casse al 31 dicembre
2009 sono stati approvati in data
14 dicembre 2010 ed inviati all’autorità di vigilanza competente che
li ha approvati in data 20 dicembre
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2011. (…)
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Gestione Cassa
Agrotecnici
Gestione Cassa
Periti Agrari
Kazimir Malevich,
Suprematismo. Composizione
non-oggettiva, 1915,
Museo di Belle Arti di Ekaterinburg
3
WELFARE
Gabriele Mori
Previdenza complementare
Difficoltà e prospettive
I
Lubov Sergeevna Popova,
Architettura pittorica,
1918, Slobodskoi, Museo
e Centro Espositivo Sloboda
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l 4 maggio 2011 la Covip dichiarava “Per quanto riguarda la previdenza di primo pilastro il cantiere può dichiararsi chiuso, per il
secondo (previdenza integrativa) c’è ancora da fare”.
Ad un anno esatto di distanza il quadro è capovolto. La riforma Fornero ha rivoluzionato la normativa preesistente per quanto concerne la
previdenza obbligatoria; lasciando in un limbo dimenticato tutta la problematica relativa a quella integrativa.
Le misure adottate negli ultimi due anni con riferimento alle pensioni di
primo pilastro consentiranno di risparmiare tra il 2012 ed il 2050, a pil
costante, 190 miliardi di euro. Una misura che sovrasterebbe i primi effetti
espansivi indotti dalla transizione demografica, mentre il miglioramento
del rapporto finale tra spesa pensionistica e pil sembrerebbe dovuto essenzialmente al passaggio dal sistema di calcolo misto a quello contributivo nonché alla progressiva eliminazione per morte della generazione del baby boom.
Nessuno si chiede se viene salvaguardata l’adeguatezza della rendita pensionistica,
seppure è un dettato costituzionale oltre che una grande conquista sociale.
In molti, poi, – diffidenti nei confronti dei mercati finanziari che negli ultimi anni
sono stati, forse non sempre a torto, demonizzati –, hanno scelto di non promuovere alcuna forma di previdenza integrativa. Il disimpegno, tuttavia, non può essere
l’alibi di una responsabile classe dirigente perché non si deve limitare a far quadrare i conti oggi, ma creare le condizioni affinché il nostro domani sia dignitoso.
Allora vi è necessità ed urgenza di ripensare l’impianto complessivo di questo istituto che in un welfare sempre meno pubblico diviene essenziale. Non è credibile
una stessa normativa che disciplina fondi di 400.000 aderenti e quelli che ne hanno 5.000. I parametri di efficienza, efficacia e produttività debbono essere la base
della struttura produttiva che gestisce il denaro dei lavoratori.
L’alto grado di qualificazione degli amministratori deve essere un
titolo assoluto per offrire fiducia ed aspettative a chi versa i contributi. Probabilmente sarebbe opportuno ridurre drasticamente
i Fondi consentendone uno per comparto produttivo, rendendoli
così idonei a giocare un ruolo nel mercato finanziario e, conseguentemente, acquistare un appeal maggiore.
La normativa e le caratteristiche del mercato del lavoro che determinarono l’attuale disciplina della Previdenza integrativa sono
oggi profondamente mutate.
L’esplosione dei contratti a tempo determinato, l’intermittenza
del rapporto, la conseguente mancata fidelizzazione al comparto produttivo, la insufficiente retribuzione sono connotati che
debbono indurre ad un ripensamento complessivo dell’impianto del secondo pilastro. A tutto ciò si aggiunge la stagnazione
della produzione che determina disoccupazione arrivata a superare il 9% della forza lavoro con più di 3 milioni che non cercano
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
WELFARE
neppure più lavoro. Senza contare l’alto tasso di disoccupazione giovanile che si
aggira sul 30% e che raggiunge al sud la percentuale del 35%. Tutto questo penalizza il sistema del welfare previdenziale particolarmente significativo in Italia
determinando estesi scoperti contributivi con conseguenze pesanti sul tasso di
sostituzione penalizzato anche dalla contrazione del pil che si riflette sul calcolo
delle pensioni obbligatorie riducendone l’importo.
Una fonte Covip rivela che solo il 5% della popolazione italiana è a conoscenza della pensione complementare e che dei lavoratori iscritti alla previdenza di secondo
pilastro nel 2012 oltre un milione non hanno versato alcun contributo o ne hanno
versate aliquote minori. Sempre Covip evidenzia che solo i Pip sono in gran spolvero avendo avuto una crescita del 20%. Una riflessione: è proprio questa la formula
migliore? Al contrario dai Fondi negoziali vi è stata una deflazione che sfiora il 2%.
La partecipazione dei giovani è estremamente limitata.
Solo il 17% dei lavoratori con meno di 35 anni di età ha aderito ad una forma di
previdenza complementare. Eppure, non vi è dubbio che i giovani sono proprio
quelli maggiormente interessati ad un progressivo piano di accumulo finalizzato ad integrare la posizioni di primo pilastro.
Tutto questo ci induce a ritenere che non sia più procrastinabile l’impegno
delle forze sociali, del governo, degli studiosi e dei mass media ad una riscoperta di questa forma fondamentale di garanzia per la vecchiaia degli italiani
tutti. Occorre ripensare la normativa: agganciando ogni lavoratore al suo Fondo, garantendo una certa continuità di contribuzione, offrendo serie garanzie
di gestione oculata, efficiente ed efficace che possa fornire solide speranze di
rivalutazione del capitale versato.
Un’informazione più penetrante sui vantaggi fiscali che pur ci sono, sulla partecipazione delle aziende al cumulo di capitale, sul principio solidaristico che un Fondo
comunque garantisce, è urgente.
Non sempre la scelta del silenzio e della rimozione delle difficoltà nella speranza di
eventi favorevoli è positivo viatico al sorgere di nuove positive stagioni.
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Scarsa adesione
alla previdenza
complementare
???????
L’Enpaia alla Giornata nazionale della previdenza
Giovanna Mellano
T
re giorni di convegni, conferenze, workshop e seminari, oltre a numerosi stand dedicati a Enti gestori, Casse
pensionistiche, Fondi pensione e operatori finanziari, per la seconda edizione della Giornata nazionale
della previdenza, evento annuale organizzato da Itinerari Previdenziali dedicato alla previdenza sociale:
pensioni, salute, assistenza, welfare pubblico e privato.
Anche la Fondazione Enpaia, quale Fondo pensione per l’agricoltura, ha un proprio stand, U25, dove personale
qualificato sarà a disposizione dei visitatori i quali potranno così accedere al proprio estratto conto previdenziale,
fare proiezioni sulla futura pensione, trovare informazioni e risposte.
Nello stand verrà distribuito materiale informativo su: Enpaia, Cassa Periti Agrari, Cassa Agrotecnici, Agrifondo.
Giornata Nazionale della Previdenza
Milano - Piazza Affari - Palazzo Mezzanotte
10-11-12 maggio 2012 - stand U25
Tutte le informazioni si trovano sui siti: www.enpaia.it e www.gnp2012.it.
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WELFARE
Pietro Massini
Cosa ne pensa l’esperto
La nuova questione sociale
Dal welfare state alla sicurezza sociale per la persona
V
Vasilij vasilevich Kandinskij,
Composizione, Ovale Grigio,
1917, Museo di Belle Arti
di Ekaterinburg
Stato sociale
ed eguaglianza
6
orrei tentare una riflessione su di un tema di scottante attualità non solo per
il nostro Paese ma, come è ormai sempre più evidente, per il futuro stesso
delle nostre società contemporanee: l’assetto dello Stato sociale (o welfare
state) e il ruolo che in esso potrebbe e dovrebbe giocare una rinnovata e
moderna azione “privato-collettiva” dei soggetti (economici e sociali) in esse presenti,
non ultime (ma non solo) le organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori. Azione da sempre esistita ma da sempre egualmente
considerata, al di là dei suoi risultati positivi, marginale e
di cui è un frutto, sia nella storia (fin dalle lontane origini
negli anni Trenta) sia nel presente, anche il nostro Enpaia.
E questo per mostrare che non tutto è da buttare, del nostro welfare e che anzi, andando a fondo in un’analisi seria
e senza pregiudizi ideologici, tanta parte di esso andrebbe
riscoperta e attualizzata facendo appello alle migliori soluzioni e alle migliori esperienze ed indirizzando in tale
prospettiva future azioni di riforma; e questo proprio nel
comune obiettivo di razionalizzare le spese, eliminare gli
sprechi e rendere migliori e più giuste le prestazioni.
Cominciamo con ordine. Siamo oggi, e molti lo ripetono,
ad una svolta storica della Previdenza, almeno come l’abbiamo conosciuta dalla metà del secolo scorso. È in corso
un dibattito a dir poco incalzante sui mass media cui partecipano non solo economisti
ma anche sociologi, filosofi, scienziati sociali e politici… che ne mette in discussione
non solo singoli aspetti o costose prestazioni ma la sua stessa ragion d’essere; si parla del ruolo che Stato e mercato debbano rispettivamente avere nel regolare la vita
economico-sociale e molti convengono sul fatto che il ruolo dello Stato vada ridotto
e quello del mercato ampliato. In particolare si parla di un ridimensionamento dello
Stato sociale per la sua non sostenibilità sul piano finanziario e per la sua attitudine,
presunta, nel comprimere la libertà di scelta individuale e la concorrenza, ad esempio
nel campo della sanità, delle pensioni, della scuola. E c’è chi riscopre anche un principio antico della concezione cattolico-sociale, il principio di sussidiarietà (il livello
superiore interviene solo quando l’inferiore non è in grado di provvedere da se) interpretandolo però, spesso, ciascuno a suo modo in una pericolosa ambiguità.
La posta in gioco è del resto alta: si tratta infatti di una battaglia fondamentale per la
convivenza civile delle moderne nazioni, per la difesa di quel diritto irrinunciabile e
non mediabile della persona, in particolare del lavoratore, ad una quota, sufficiente e
dignitosa, di sicurezza sociale per sé e i propri cari.
Quali sono le ragioni per cui è nato lo Stato sociale moderno così come lo conosciamo?
Esso in sintesi nasceva dal desiderio, avvertito da ampli strati della società e poi dai
politici, di garantire a tutti una serie di servizi considerati essenziali per una vita dignitosa: appunto prestazioni sanitarie, istruzione, pensioni per gli anziani e gli invalidi,
ecc. e se all’inizio lo si faceva soprattutto per i ceti più poveri si è poi passati all’idea che
proprio tali servizi, servissero per realizzare almeno in questi campi una situazione di
sostanziale eguaglianza fra i cittadini. Eppure basta guardare a tante nazioni di quello
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
WELFARE
che una volta era il Terzo mondo, ma anche ai civilissimi Usa, per scoprire che
di scontato non c’è niente. Il punto vero è che da noi, almeno finora, l’idea che i
cittadini debbano essere tutti uguali in tanti campi della vita economica e civile,
è più radicata di quanto ce ne rendiamo conto. Tutti sentiamo in sostanza, che
l’economia di mercato, di per sé, non genera eguaglianza e benessere per tutti,
neppure in senso tendenziale, ed è per questo che tanti, fin dalle spaventose crisi
del primo Novecento, hanno auspicato un temperato, efficace, puntuale e continuo intervento dello Stato nella vita economica delle Nazioni per ridistribuire
redditi, correggere squilibri, orientare e guidare la crescita a favore di tutti. È
quella che tutti chiamavamo l’economia mista.
Cosa è successo poi lo sappiamo perché è oggetto di dibattito da anni: gli eccessi
di spesa, spesso irrazionali, ingiustificati, incontrollati, hanno fatto crescere le
critiche alle politiche pubbliche dei servizi fino a metterne in discussione i fondamenti stessi. Il rallentamento generale della crescita o almeno l’accresciuta
concorrenza internazionale tra i sistemi economici e le nazioni, hanno fatto il resto. E
dagli anni Novanta si è presa, spesso con furore ideologico, la strada opposta.
Il punto oggi, è capire se si vuole solo correggere sprechi e disfunzioni o si vuole mettere in discussione tutto il welfare, applicando astrattamente principi belli in teoria
ma poco realistici. Anzitutto c’è l’ovvia considerazione che la riduzione di spesa e del
disavanzo pubblico possono essere attuate disciplinando meglio la gestione e l’erogazione della spesa, ad esempio sanitaria (perché non ammettere infatti che la regionalizzazione è stata un fallimento? E che la stessa riforma sanitaria, universalistica e
massificante del 1978, è stata un errore “dei tempi”?), oppure aumentando l’età del
pensionamento o conservando una tassazione progressiva sui redditi? Insomma tanti
sono gli interventi per avere una buona e sana gestione in tutto il Paese; basta volerlo
politicamente, senza evocare il mercato internazionale, la globalizzazione, il ritorno
al mercato, e magari svendere ancora pezzi di patrimonio pubblico affidando a nuovi
monopolisti privati pezzi di welfare e di servizi pubblici.
Un’altra strada potrebbe essere poi quella di cessare la contrapposizione tra chi vuole
dare al privato e al mercato la gestione della sicurezza sociale… confidando in una
sorta di autoregolazione e chi vuole affidare tutto al pubblico unico garante di equità e
giustizia. Esiste anche la via privato-collettiva, la via associativa alla sicurezza sociale
e l’Enpaia ne può essere l’esempio.
Il ruolo pubblico è indispensabile, sia chiaro: occorre dare razionalità ed efficacia al sistema previdenziale nel suo complesso, secondo un disegno “organico e unitario”, assicurando ai cittadini italiani una base comune di prestazioni e tutele: che sollevi dalla
povertà e dall’indigenza e dia sicurezza alle persone e alle famiglie sul piano sociale.
Occorre orientare a questo adeguate e mirate politiche pubbliche, costruendo insomma un efficace e attento intervento dello Stato che, con forme ad hoc, non dimentichi
nessuno. A questo va aggiunta una graduale estensione della materia contrattuale alle
materie previdenziali, alle varie forme di assicurazione sociale. È, in sostanza, la strada della bilateralità, in cui lo Stato dovrebbe a mio avviso prevedere un sistema di aiuti
(sostanzialmente de-tassazioni) ma anche di controlli e verifiche sia sul piano delle
prestazioni sia della gestione contabile, nei limiti ovviamente del rispetto dell’autonomia associativa e delle regole del diritto privato.
È la via della “sicurezza sociale per la persona”. Inutile dire che, l’Enpaia, nato da
un contratto collettivo, sostenuto e alimentato in totale autonomia dalle parti sociali
agricole, è in questo solco, esempio di successo discreto e concreto.
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PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Marc Chagall,
Lo spazzino e gli uccelli,
1914, Galleria Statale d’Arte
dell’Astrakhan “P.M. Dogadin”
Bilateralità
e politiche
pubbliche
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WELFARE
Carla collicelli*
Cosa ne pensa il ricercatore
Il modello sociale italiano
Forti squilibri del welfare sul territorio
S
Sergeevna Goncharova,
Donne col rastrello,
1907-1909, Serpuchov,
Museo d’Arte e Storia
pesso sono stati effettuati tentativi volti a delineare i tratti portanti del
modello italiano di stato sociale, definito di volta in volta come “mediterraneo”, “particolaristico-clientelare”, “assicurativo universalistico”, o
“familistico”, basato sui valori della famiglia, della persona e della comunità, e secondo principi di solidarietà e universalismo selettivo.
Nel suo insieme, la situazione italiana è in realtà molto più complessa ed articolata, rispetto a ciò che può emergere da un unico modello, vista anche la
quantità di soggetti e strutture che operano al suo interno. L’occasione dei 150
anni dell’unità del paese ha dato vita a molti e variegati tentativi di ricostruzione della storia sociale italiana e del nostro modello di welfare.
Ad una prima analisi, l’area del welfare appare composta in Italia da una quota cospicua di prestazioni monetarie (pensioni ed
altri emolumenti), per le quali vigono logiche contributive e redistributive di natura finanziaria e
previdenziale, e da una ulteriore quota di prestazioni, quelle dei cosiddetti servizi alla persona e,
più in generale, della salvaguardia ed implementazione del benessere individuale e di comunità,
per le quali si impongono altri criteri, di rapporto domanda-offerta e costi-benefici. Un’area di
grande complessità e dinamismo, questa seconda,
appesantita da un’architettura di governo e di gestione molto articolata, che andrebbe vista come
risorsa collettiva potente, sia per le dinamiche di
sviluppo, fiducia e crescita che può promuovere in
termini sociali ed economici, sia per le prospettive
di ricerca, innovazione, occupazione e ricchezza
legate al suo indotto (dalla ricerca biomedica al
wellness, alla residenzialità).
Subito dopo appare peculiare il tormentato rapporto del sistema di welfare italiano con le esigenze ed
i diritti di tutti i territori e di tutte le categorie. La
situazione italiana è caratterizzata infatti da squilibri molto forti, per territorio e
per area di intervento, con ritardi ed inadempienze particolarmente accentuati in
alcuni settori del comparto (prevenzione, continuità, domiciliarità, integrazione
degli svantaggiati, solitudine, prima infanzia, anziani, ecc.). La crescita progressiva e rapida delle esigenze e della domanda, unitamente a risposte non sempre
appropriate rispetto ai reali bisogni, ha reso particolarmente eclatante nell’ultimo periodo la presenza di sprechi e duplicazioni, che condizionano pesantemente l’operatività e la sostenibilità del sistema. Il corrispettivo speculare degli
sprechi sono le iniquità e le inadempienze, che derivano dal ritardato o mancato
*Vice direttore generale Censis
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PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
WELFARE
accesso alle prestazioni necessarie di particolari soggetti, aree geografiche ed ambiti di intervento, e dalla carente qualità dei servizi.
è evidente che le necessità di un comparto così importante per il benessere
di un paese sono tali, da non far prevedere all’orizzonte possibili riduzioni
di spesa. Anzi il settore è destinato a risucchiare risorse quanto meno stabili, forse ancora crescenti, anche in un periodo di crisi come quello attuale,
e si può solo sperare da questo punto di vista in un riequilibrio interno alle
diverse voci di costo e in un risanamento. Questa considerazione, assieme
alla necessità di distinguere tra prestazioni e costi essenziali, da coprire con
il bilancio pubblico, e prestazioni elettive e costi non essenziali (a carattere
soggettivo, integrativo, palliativo o superfluo), da finanziare attraverso altri
canali, pone l’urgenza di un rapido e consistente sviluppo delle forme integrative di copertura finanziaria delle prestazioni.
Il modello italiano di welfare, oltre a subire il peso dei problemi fin qui accennati,
è caratterizzato da una architettura a responsabilità fortemente distribuite, con
molti livelli decentrati di competenza (tra sanità e sociale, regioni e comuni, pubblico, privato e terzo settore, ecc.), e da forme diffuse di campanilismo e particolarismo. Il ruolo del governo centrale, dovrebbe quindi operare soprattutto nella
direzione di una attenzione particolare per le funzioni alte e trasversali, con l’obiettivo di costruire una piattaforma comune di garanzie e valutazioni, sulla quale vadano ad inserirsi le diverse competenze. Ciò significa innanzitutto valorizzazione delle funzioni orizzontali di integrazione, coordinamento, monitoraggio,
snellimento e accompagnamento, rispetto allo sviluppo del settore, al riequilibrio
del rapporto tra domanda e offerta ed alla attivazione di risorse aggiuntive. Ciò
significa, ad esempio che bisognerebbe affrontare con maggiore impegno alcuni
terreni specifici di azione centrale, come: la collaborazione università-industria;
lo sviluppo del capitale umano impegnato; il recupero di finanziamenti aggiuntivi da parte del settore privato in termini di project financing, sponsorizzazioni,
reti di eccellenza; l’avvio e la messa a regime di un monitoraggio continuo e coordinato dei servizi attraverso flussi informativi semplici e rapidi; i primi passi di
un possibile progetto di “integrazione del welfare dal basso”, con interventi per
lo sviluppo di un welfare locale (comunitario) da diffondere attraverso processi
orizzontali di coinvolgimento ed attivazione di diverse soggettualità, dagli enti
locali, alle autorità sanitarie, al terzo settore, agli sponsor privati, alle famiglie e
associazioni di cittadini, alle associazioni degli operatori, ecc.
Infine occorrerebbe mettere in cantiere alcuni interventi propulsivi di tipo nuovo in settori particolarmente critici, sia dal punto di vista della qualità che da
quello della spesa, come ad esempio l’assistenza agli anziani non autosufficienti
e disabili, per la quale sussiste un preoccupante trend di delega sommersa alle
famiglie ed alle badanti, o l’area della prevenzione e degli stili di vita, o quello
del terzo settore. Va a questo proposito ricordato che versioni passate di Quadro
strategico nazionale nel Mezzogiorno contemplavano Fondi strutturali per lo
sviluppo anche in ambito sociale, sia nella direzione di obiettivi trasversali del
tipo di quelli sopra indicati, sia nell’ambito dei servizi veri e propri (infanzia,
assistenza domiciliare integrata, gestione dei rifiuti).
¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Previsioni
di spesa
in aumento
Proposte per un
welfare migliore
9
WELFARE
Stefano Mantegazza*
Cosa ne pensa il sindacalista
Uila: disco rosso al decreto
di riforma del lavoro
aumenta il costo del lavoro e riduce le prestazioni
È
Mikhail Ivanovich Menkov,
Tram N. 6, 1914, Museo d’Arte
di Samara Oblast
difficile comprendere molte delle ultime decisioni prese dal governo, forse
abbiamo modi diversi di intendere crescita e sviluppo ma non è con questi
provvedimenti che l’Italia potrà superare la crisi. Il peso del risanamento
grava soprattutto sulle spalle dei più deboli, che vedono aumentare le
tasse, mentre riduzione della spesa pubblica e tagli ai costi della politica passano
in secondo piano. Gli errori commessi aumentano sempre di più e, tra essi, va
annoverato anche il Ddl sulla riforma del mercato del lavoro. La proposta del
governo aumenta il costo del lavoro e riduce le prestazioni: due scelte sbagliate
che, in questo momento, l’Italia non può permettersi.
Qualche misura è convincente: sarà più difficile, per
esempio, ricorrere a finte collaborazioni a progetto. Ma
quelle sbagliate superano di gran lunga quelle positive:
gli apprendisti, al termine del periodo di prova, potranno
essere licenziati; donne e lavoratori più anziani avranno
sempre poche speranze di trovare lavoro. Sulla flessibilità
in uscita siamo in alto mare: il licenziamento economico
non è più rimesso al solo arbitrio dell’imprenditore e il
giudice potrà (ma non dovrà) ordinare il reintegro del
lavoratore, ma la soluzione trovata resta insufficiente
perché il deterrente del reintegro è troppo debole.
Il governo ci ha dato anche un saggio di incoerenza: i
voucher, prima strumento da ridimensionare e poi, invece,
estesi a dismisura. Una decisione a dir poco “funesta” per
il comparto agricolo: non si può compensare il lavoro
stagionale in agricoltura con qualche voucher che esclude il
pagamento del salario e ogni utile copertura previdenziale
e assistenziale. Se l’art. 11 del Ddl non verrà modificato,
oltre un milione di persone diventerebbero precari senza
ritorno, senza diritti, con compensi miseri e sempre più
in nero. Dobbiamo impedirlo! Per questo il 27 aprile Uila,
Flai e Fai hanno proclamato 8 ore di sciopero su tutto il
territorio nazionale. Ma non vogliamo fare solo i censori:
la Uila sta raccogliendo tra i lavoratori 100.000 firme per
indicare al governo e alle istituzioni la via da seguire. Con
questa iniziativa chiediamo di risolvere il problema degli esodati e di detassare i
salari di produttività. Inoltre chiediamo di non abolire l’indennità di mobilità e
di consentire il reintegro ai lavoratori licenziati per infondati motivi disciplinari
o economici. Siamo a un bivio per il mercato del lavoro: barbarie o legalità. Noi
abbiamo scelto, ci batteremo per la legalità.
¢
*Segretario generale Uila-Uil
10
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
DAL PARLAMENTO
Guelfo Fiore
L’Imu e il mercato del lavoro
nel mondo agricolo
P
er un provvedimento che, in Senato, conclude il suo percorso parlamentare
un altro, sempre a palazzo Madama, comincia l’iter legislativo. Entrambi
hanno rilevanza per il mondo agricolo. È stata necessaria la terza lettura
per la conversione in legge del decreto 2 marzo 2012 n. 16 dedicato alla
semplificazione fiscale contenente norme relative all’Imu. L’imposta è giunta al
termine del viaggio tra commissioni ed aule delle Camere sensibilmente modificata,
e non è da escludere che successivamente riceva ulteriori limature sia per quella
generale che riguarda le case degli italiani sia per il mondo agricolo. Del resto ha
già trovato ospitalità in due distinti provvedimenti (il decreto legge 201 del 2011, il
cosiddetto salvaItalia oltre a quello di marzo) e, rispettando l’antico adagio popolare
che recita «non c’è due senza tre», potrebbe comparire prima o poi agganciata a
qualche altro decreto o ddl. Le modifiche introdotte durante l’iter parlamentare, sia
per iniziativa diretta del governo sia per l’azione dei gruppi parlamentari, sono state
abbondantemente illustrate nei giorni successivi all’approvazione parlamentare sia
attraverso la stampa che gli organi delle associazioni e delle categorie. Decisamente
l’Imu applicata all’agricoltura peserà di meno sui bilanci degli imprenditori e della
aziende rispetto al quadro iniziale che, giova ricordarlo, era stata giudicata ‘un
salasso’ dall’intero comparto. Ma resta, comunque, un sensibile aggravio. Tant’è
che il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha
voluto precisare, il 17 aprile, che “le misure in questione comportano indubbiamente
un sacrificio per gli agricoltori, in particolare in relazione all’Imu. Questo onere
deve essere messo in relazione alla fase economica che stiamo attraversando e che
ha costretto a forti sacrifici l’intera società italiana”. Lo stesso giorno il ministro,
dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge di delega fiscale,
osservava che nessun appesantimento della pressione fiscale derivava dalle nuove
norme inserite del ddl, come riconosciuto anche dalle organizzazioni del settore.
Sempre nell’austera cornice di palazzo Madama ha preso il via l’iter legislativo di un
altro importante atto dell’esecutivo guidato da Monti, il ddl n. 3249 di riforma del
mercato del lavoro che, come è noto, ha avuto una complessa gestazione tant’è che dopo
essere stato approvato ‘salvo intese’ nel Cdm del 23 marzo è giunto alla firma del capo
dello Stato solo il 5 aprile. L’11 aprile è stato assegnato alla XI Commissione, Lavoro
e Previdenza sociale, del Senato. L’articolo 11 del ddl che porta la firma del ministro
Fornero prevede l’estensione dello strumento del voucher ai lavoratori agricoli,
una misura fermamente contrastata dai sindacati di categoria in quanto elemento di
ulteriore precarizzazione del lavoro nel settore e, per questo, hanno immediatamente
proclamato otto ore di sciopero per il 27 aprile. Il mondo agricolo però ha reagito in
maniera diversa. Se, infatti, la reazione delle organizzazioni sindacali è stata di decisa
opposizione la novità è stata giudicata con favore da chi, come la Coldiretti, la ritiene
una forma di contrasto al lavoro nero ed un’opportunità “per studenti, casalinghe
e anziani di integrare il proprio reddito in piena trasparenza”. Per sapere però se
l’articolo 11 rimarrà immutato o recepirà – ed in che modo – le contestazioni del
mondo sindacale occorrerà attendere l’inizio dell’estate, quando è previsto il disco
verde del parlamento per il ddl Fornero.
¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Semplificazione
fiscale
Voucher
11
AGRICOLTURA
Letizia Martirano
Critiche dalla Corte dei conti europea
alla nuova Pac
L
Creare una Pac
per gli agricoltori
Revoca
riduzione
esclusione
12
a Corte dei Conti europea ha messo a punto il proprio parere sulle quattro
proposte legislative della Commissione europea per la riforma della politica
agricola comune per il periodo 2014-2020 presentate nell’ottobre 2011 al
Parlamento europeo e al Consiglio.
Per la magistratura contabile europea la Pac appare, anche nella sua versione post
2014, più orientata alla conformità normativa piuttosto che alla performance.
Una critica molto dura appena attenuata dal fatto che la Corte riconosce gli sforzi
compiuti dalla Commissione per semplificare le disposizioni legislative, che
comunque rimangono troppo complesse, a causa dei sei diversi livelli di norme che
disciplinano la spesa nel settore dello sviluppo rurale mentre per quanto riguarda
la condizionalità, la complessità di questa politica, fa sì che essa resti difficile da
amministrare per organismi pagatori e beneficiari.
La Corte prende atto dell’intento della Commissione di destinare i pagamenti
agli “agricoltori in attività”, nonché di attuare una ripartizione più equilibrata dei
pagamenti diretti fra i beneficiari. Ritiene tuttavia che permanga il rischio che, in
futuro, i pagamenti possano ancora essere eseguiti anche a favore di beneficiari
che non esercitano alcuna attività agricola ed anche per questa ragione suggerisce
di approvare una definizione generale e al contempo semplice di ciò che si intende
per “agricoltore in attività”
La Corte rileva che, in base alle stime della Commissione, la riforma proposta
potrebbe comportare un incremento globale del 15% dei costi di gestione dei regimi
di pagamento diretto che verranno sostenuti dagli Stati membri.
Per quanto riguarda gli aiuti per i giovani agricoltori, previsti per il 2014, La Corte
teme che tale disponibilità non venga più garantita negli anni successivi così come
dovrebbero essere approvate misure per evitare barriere all’ingresso per i nuovi
agricoltori.
La Corte è del parere che le disposizioni dei progetti di regolamento in materia di
“revoca”, “riduzione” ed “esclusione” relativamente ai pagamenti negli Stati membri
siano confuse sia nella formulazione che nella portata.
Infine, la Corte sottolinea che l’efficacia della riforma dipenderà anche dalla chiarezza
delle “modalità di esecuzione” che la Commissione dovrà elaborare. Dipenderà
inoltre dalla rapidità con cui gli organismi pagatori adegueranno le procedure e i
sistemi, un processo che potrebbe richiedere dai 12 ai 24 mesi dall’adozione delle
disposizioni di attuazione da parte della Commissione.
“Le critiche sulle proposte di riforma della Pac della commissione agricoltura del
Parlamento europeo trovano conferma e legittimazione nel parere espresso dalla
Corte dei Conti Ue sulla riforma della Pac”, ha commentato Paolo De Castro
(S&D), presidente della commissione. Questo parere – conclude De Castro – “che
ci dà forza e fiducia per presentare, già a giugno, le nostre proposte di riforma
che punteranno dritte alla costruzione di una Pac del futuro semplice, flessibile,
in grado di gestire le emergenze e le incertezze dei mercati e indirizzata agli
¢
agricoltori professionali”.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
AGRICOLTURA
Letizia Martirano
Il Comitato vini Dop e Igp
Rinnovato il Comitato nazionale vini del Mipaaf
I
l 29 febbraio 2012 il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
Mario Catania ha firmato il decreto di nomina del presidente e dei diciotto
componenti del Comitato vini Dop e Igp, più noto come Comitato nazionale
vini. Si tratta del massimo organismo consultivo e propositivo che il Ministero
ha in materia vitivinicola, istituito nel 1963 e da sempre guidato da illustri esponenti
del mondo vitivinicolo italiano. Il nuovo Comitato rimarrà in carica fino al 2014.
Alla presidenza è stato confermato, su indicazione del ministro, l’enologo Giuseppe Martelli, direttore dell’Associazione enologi e enotecnici italiani. Martelli è nel
Comitato dal 1984. Alla vicepresidenza è stato riconfermato Michele Zanardo,
indicato dalle Regioni mentre alla guida delle Commissioni centrali “Affari generali”
e “Tecnico-normativa”, ci sono Gabriella Ammassari, in rappresentanza delle
cooperative e Paolo Castelletti, in rappresentanza del commercio.
Il Comitato, su richiesta del Ministero esprime pareri su ogni questione relativa
al settore vitivinicolo e collabora con i competenti organi statali e regionali all’osservanza della normativa di settore con particolare riferimento ai disciplinari di
produzione di prodotti a denominazione di origine e indicazione geografica. Essenzialmente il Comitato ha una funzione tecnica, che tuttavia talvolta diviene di
mediazione politica, vista la presenza, al suo interno, di rappresentanti di tutta la
filiera produttiva. Da quest’anno il Comitato ha un nuovo regolamento interno, che
sostituisce quello rimasto in vigore per oltre 45 anni.
Il Comitato, le cui funzioni sono attualmente stabilite dal decreto legislativo
61/2010, il complesso di norme legislative che regola il settore vitivinicolo italiano,
è, da questa nuova consiliatura, più snello. I suoi componenti sono passati da 39 a
18. D’altra parte con la nuova organizzazione comune di mercato (ocm) del settore
molte competenze che in passato erano nazionali, e quindi direttamente afferenti
al Comitato, oggi sono trasferite a Bruxelles. Ciò riguarda soprattutto le procedure
per il riconoscimento delle denominazioni d’origine la cui istruttoria viene condotta
dallo stato membro, previo parere del Comitato, mentre l’ok definitivo e di competenza comunitaria.
“Dopo l’ottimo lavoro svolto nel mandato precedente, abbiamo rinnovato e rafforzato il ruolo del Comitato nazionale vini quale organo tecnico, scientifico e
propositivo nelle materie attinenti al settore della viticoltura ed enologia di qualità. Il ruolo del Comitato è oggi ancor più strategico, considerato che il nuovo
sistema di registrazione e protezione delle Dop e delle Igp avviene a livello comunitario”, ha precisato Catania al momento della conferma di Martelli. Intanto a
Bruxelles si è insediato in aprile il Gruppo di alto livello sul vino, che ha il compito
di mettere a punto, tra la fine di quest’anno, una serie di raccomandazioni per il
commissario europeo Dacian Ciolos, in vista di modifiche all’organizzazione di
mercato del settore. Al centro della riflessione del Gruppo i diritti d’impianto, la
cui abolizione è stata decisa dal Consiglio dei ministri Ue nel 2007 e quindi inserita nella riforma della Pac per il 2014, è attualmente oggetto di contestazione da
¢
parte di molti Stati membri.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Le funzioni del
Comitato
I diritti
d’impianto
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AGRICOLTURA
Giovanna Mellano
Un’agricoltura necessaria
aperto il 259° Anno accademico dei Georgofili
N
Franco Scaramuzzi
Greening
14
el suggestivo salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze il
presidente Franco Scaramuzzi ha ufficialmente aperto il 259° Anno
accademico dei Georgofili, lo scorso 24 aprile, alla presenza di numerosi accademici e ospiti.
Lo “Sviluppo razionale per l’agricoltura europea” il tema del suo intervento nel
quale ha messo in evidenza le potenzialità della Politica agricola comune ma anche espresso i dubbi sulla tendenza della Pac a sostenere il ruolo ambientalista
dell’agricoltura più di quello produttivo e la creazione di inutile e dannosa burocrazia. E ai problemi climatico-ambientali, ha dedicato la prolusione il vice presidente Giampiero Maracchi, ponendo in evidenza che l’agricoltura gioca un
ruolo rilevante perché pur contribuendo all’effetto serra, attraverso le piante assorbe l’anidride carbonica dell’atmosfera
in misura quattro volte superiore a quanta
ne produce. Ha inoltre ribadito che l’agricoltura è sempre più necessaria per garantire la sicurezza alimentare.
Tornando al discorso del presidente, per
Scaramuzzi “Quando le scelte politiche
indicano linee programmatiche per lo
sviluppo e decidono di incentivarle concedendo sostegni finanziari, comunque
configurati, le libere prerogative imprenditoriali vanno sempre rispettate e coinvolte. Concedendo, invece, finanziamenti
solo a chi accetti condizioni vincolanti, si
va oltre i limiti di una programmazione e in realtà si attua una forma concreta
di pianificazione, sia pure indiretta. Questo è appunto il carattere che assume
la “condizionalità”, già applicata con la Pac e confermata per il prossimo futuro. Nelle loro attuali condizioni economiche, molti agricoltori sono costretti ad
accettare qualsiasi direttiva vincolante, assumendo in proprio i rischi di ogni
possibile danno, anche nel tempo.
Pensiamo, ad esempio, al nuovo provvedimento denominato greening, che prevede di sottrarre alle aziende agricole un preciso 7% della loro superficie coltivata, non per lasciarla incolta temporaneamente (come nel set-aside), bensì con
il presumibile intento di mantenerla come area verde permanente. Ciò potrà
forse favorire la fauna selvatica ed i cacciatori, ma è difficile pensare che un tale
provvedimento possa essere adottato per ridurre l’“effetto serra”, in base alle
differenze, nella variabile capacità di assorbimento della CO2, tra il verde di
una flora locale spontanea e quello delle piante coltivate. L’eventuale, presunto
vantaggio sarebbe comunque pagato a caro prezzo, soltanto dagli agricoltori,
decurtando l’intera produzione agricola europea. (…)
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
AGRICOLTURA
Analoghe perplessità suscita l’imposizione ad ogni azienda di coltivare contemporaneamente almeno tre seminativi diversi. Difficili da comprendere le possibili motivazioni. Una medesima pluralità di colture, anche se ugualmente ripetuta
in tante aziende, non porta certo all’arricchimento della biodiversità genetica,
ma potrebbe solo offrire un presunto e soggettivo apprezzamento del paesaggio agricolo da parte di chi lo preferisce più tradizionalmente frastagliato. Non
sembra comunque preoccupare la certezza che questi criteri comporteranno un
aumento dei costi di produzione”.
Il professore ha poi sottolineato che “Sarebbe comunque opportuno calcolare il
rapporto costi/benefici, soprattutto per la somme ripartite a pioggia. Sommando anche il valore di tutti gli oneri che le amministrazioni di Bruxelles, di Roma,
degli enti locali e delle aziende beneficiarie devono assumere per la gestione della Pac, sorge il dubbio che il castello costruito sia troppo grande e costoso”. (…)
Soprattutto per stimolare e incentivare l’innovazione, potrebbero essere investite somme maggiori se si risparmiasse nella gestione burocratica e si adottassero
metodi più semplici. (…)
Le direttive di Bruxelles sono state finora accettate dopo aver discusso guardando prevalentemente ai particolari dei singoli provvedimenti, alle ricadute dei
contributi finanziari sui vari settori di attività, sulle varie Regioni e sul proprio
Paese rispetto agli altri. Sono tutti aspetti certamente importanti. Bisogna però
avere il coraggio di alzare la testa e lo sguardo per verificare dove porti la rotta e riconsiderare anche l’efficienza
della Pac, come forte politica agraria
europea, dinamica e attenta al cangiante contesto globale. Vorremmo
richiamare l’attenzione di coloro che
sono oggi alla ribalta della politica
europea sulle responsabilità che si
assumerebbero di fronte alla storia
se non dimostrassero di essere all’altezza di chi li ha preceduti e ha fin qui
realizzato una tanto difficile, quanto
sacrosanta Unione del nostro vecchio
continente, che ha già tanto pagato
per i disastri delle sue improvvide discordie fratricide.
Le idee e le azioni dei Georgofili – ha
concluso Scaramuzzi – sono sempre
state improntate ad un coerente spirito unitario. Siamo passati attraverso quello
risorgimentale e stiamo vivendo quello della unificazione europea. Con lo stesso
spirito costruttivo, abbiamo però ritenuto giusto e doveroso mettere oggi realisticamente in evidenza la necessità di riconsiderare alcune scelte di fondo della
Pac, anche perché dalle esperienze finora acquisite possano trarsi elementi utili
per realizzare l’attesa e indispensabile politica unitaria negli altri settori vitali
della nostra Unione europea, nel cui ideale continuiamo fermamente a credere,
¢
così come in un futuro sempre più solidale dell’umanità”.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Costi/benefici
15
AGRICOLTURA
Luigi Mastrobuono*
Confagricoltura Academy
L’annuale appuntamento sullo stato dell’agricoltura
U
Il contesto
economico
e sociale
na scelta precisa ha orientato l’incontro di Taormina
che Confagricoltura ha organizzato alla fine del marzo
scorso: la scelta di affrontare con i propri dirigenti, in
modo serio e sistematico, la fase che il settore agricolo
insieme a tutta la realtà economica italiana stanno attraversando.
E di affrontarla in chiave dinamica e progettuale, per offrire una
riflessione a tutto campo sugli scenari in cui le proprie imprese si
dovranno muovere.
Il momento economico che attraversa l’Italia si sta rivelando
più complesso ed articolato rispetto alle crisi che già conoscevamo, ed alle quali avevamo saputo rispondere nel corso degli
anni. Questa volta sono venuti al pettine i molti nodi irrisolti del nostro sistema produttivo e di servizi, a partire dal crescente dualismo tra aree del paese – problema di
sempre – per arrivare ad un interrogativo di fondo su quale sia il modello possibile di
sviluppo per il futuro. Anzi, qualcuno dubita che per il nostro futuro si possa parlare
ancora di modello di sviluppo come lo abbiamo sempre inteso: crescita del pil, quindi
delle esportazioni e dei consumi, capacità di risparmio privato e suo reinvestimento principalmente immobiliare, welfare diffuso e principalmente a carico del settore
pubblico, meccanismi di forte salvaguardia dei posti di lavoro e di integrazione dei
redditi, compensazione tra aree più o meno produttive.
Questo modello di sviluppo presupponeva un bilancio statale capace di risolvere contestualmente molti di questi problemi attraverso una tassazione elevata, ma anche una
distribuzione delle risorse ampia e diffusa sul territorio; capacità via via resasi meno
efficiente per l’alta mediazione burocratica (fonte a sua volta dei fenomeni distorsivi
dell’illegalità), ma pur sempre attiva nel compensare intere fasce sociali, intere Regioni, settori della produzione.
La crisi finanziaria prima, e reale subito dopo, ha reso quel percorso praticamente non più
agibile, perché ha richiesto di concentrare tutte le energie e le risorse sulla soluzione dei
problemi che avevamo potuto tenere in stand-by, pur sapendo bene che non risolvendoli
ce li saremmo trovati sulla strada. Ed ora che li abbiamo drammaticamente misurati, ci
rendiamo conto che quel welfare, quel modello produttivo, quella redistribuzione di risorse non sono e non saranno più possibili. Non lo saranno finché il peso del debito, e del
suo costo, cioè degli interessi, sfiancheranno il bilancio statale; non lo saranno perché il
modello produttivo dei beni e dei servizi che abbiamo deve ora competere in un mondo
trasformatosi rapidamente che chiede prodotti diversi e nuovi, che sa ormai fare molte
delle cose in cui eravamo unici; non saranno possibili perché quando tutte le risorse servono ad evitare che l’economia ed il paese alzino bandiera bianca, dichiarino il default non
sono più possibili generosità e posizioni di rendita.
Ecco perché le pensioni arriveranno più tardi e meno ricche, ecco perché il patrimonio
viene nuovamente tassato, ecco perché tante regole della nostra vita sociale cambiano:
accendere un mutuo, usare il denaro contante entro certi limiti, stipulare l’assicurazione per l’auto, eccetera.
Dovevamo tamponare, evitare la caduta, frenare la corsa dello spread che misura in buona
sostanza quanto sia rischioso comperare i nostri titoli di debito a confronto con quelli del-
*Direttore generale di Confagricoltura
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PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
AGRICOLTURA
la Germania (e più è alto e più indica grave il rischio Italia, e più ci costa pagare il debito
pubblico). Siamo riusciti a dare una prima risposta. Ma intanto le cose sono cambiate.
Anche per l’agricoltura sono cambiate: l’indirizzo preso la riguarda perché riguarda le imprese, le famiglie, i cittadini, il mercato. L’agricoltura non può essa stessa pensare che
torni il modello di sviluppo di prima.
Anche per l’agricoltura la ristrettezza delle risorse disponibili (in Europa e in Italia) inciderà, ed anche l’agricoltura è chiamata allo sforzo di risanamento appena avviato, e che ci
impegnerà, economicamente, per lunghi anni. Anche l’agricoltura deve chiedersi quale sia
il modello di sviluppo dell’Italia: non solo il modello agricolo, ma il modello complessivo.
È un problema, perché cambiano anche le sue regole, anche quelle particolari e specifiche
costruite nel tempo per il settore primario: la vicenda dell’assoggettamento a censimento
catastale degli immobili rurali e il successivo assoggettamento al pagamento della imposta
lo dimostrano.
È una opportunità, perché uno scenario nuovo e non ancora scritto, in cui tutte le forze
sane del Paese si trovano a concorrere per creare un nuovo modo di crescere, di fare impresa, di creare occupazione e reddito, è uno scenario che apre spazi.
Nell’Italia che immagino, cadranno ancora molte barriere. Sono quelle che hanno costretto spesso i settori economici a guardarsi soprattutto dentro, ed a creare poche alleanze fuori del proprio perimetro.
Sono quelle che hanno creato regole per rendere conveniente la piccola dimensione di
impresa, senza mai arricchirla davvero. Sono le barriere che non hanno fatto crescere
insieme produttori e trasformatori o produttori e distributori, perché conveniva tenerli
separati. Sono le barriere che non hanno reso i servizi necessari alle imprese disponibili
come servivano, dal credito alle reti delle infrastrutture.
Le liberalizzazioni e le semplificazioni hanno solo avviato questo processo. Per l’impresa
agricola c’è ora da immaginare un futuro prossimo in cui la dimensione della rete diventa
percorso di sviluppo del proprio valore aggiunto, e quindi più impresa e più strutturata,
meno fragilità gestionale; più imprenditori e lavoratori, meno “welfare agricolo”; maggiori dimensioni e meno polverizzazione; maggiori strumenti per la gestione dell’impresa e
meno burocrazia. Questo è il dibattito che ci deve interessare di più.
Il passato non assicura il futuro, e il presente è il momento di scelte e decisioni rilevanti:
quale fisco aiuta le imprese agricole a capirsi, strutturarsi e crescere? Quali regole del lavoro danno solidità alla dimensione di impresa? Come diventare produttivi, più produttivi
attraverso le tecnologie? Come collegarsi con gli altri settori per una comune creazione di
valore? Su cosa investire?
Oggi queste domande sono sul tavolo delle imprese agricole e dei loro sistemi di rappresentanza, strattonati tra un passato che ha avuto i suoi meriti, un futuro diverso ma incerto, un presente che richiede visione e coraggio: se le strutture di rappresentanza non
diventano motori del cambiamento rischiano di perdere la loro funzione vera, quella di
indicare dopo averne ragionato con chi opera nel settore, i percorsi per avere nuovo ruolo
economico nell’assetto che si produrrà; assetto che interessa nel suo complesso, perché un
settore, da solo, non può resistere e salvarsi. L’agricoltura ha necessità di sviluppo complessivo, e con questa ottica deve guardare alle sue scelte imminenti.
Questa è la lettura di un evento che si è tenuto pochi giorni orsono a Taormina, dove Confagricoltura si è riunita, a porte chiuse, per concentrarsi su questa riflessione, per adeguare la strategia al momento, per essere interprete delle imprese e per anticiparne le dinamiche vincenti.
I prossimi mesi ci diranno se questa impostazione coglie nel segno di una ripresa di ruolo del
¢
settore, della sua redditività, del suo apporto ad una ripartenza dell’economia italiana.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Creare
un nuovo modo
di fare impresa
Necessità
di sviluppo
complessivo
17
AGRICOLTURA
Nino Andena*
Regionalizzazione del sistema allevatori
I
l processo di regionalizzazione del sistema allevatori è in fase di conclusione e su queste nuove
fondamenta è tempo di costruire il futuro. Un progetto impegnativo quanto inderogabile, perché
la progressiva riduzione dei finanziamenti erogati dall’Amministrazione pubblica a favore di Aia
e delle sue associate impone una riformulazione delle attività che ci vedono protagonisti. Ecco
perché l’assemblea generale di Aia ha deciso questa profonda e impegnativa ristrutturazione del sistema,
concentrando le strutture periferiche nelle Associazioni regionali, con il duplice obiettivo di ottimizzare
le risorse disponibili e mantenere l’elevato livello dei servizi da sempre assicurato sul territorio. Infatti
le nuove Ara, che diventano l’interlocutore unico dei confronti del Governo regionale e degli altri attori
della scena pubblica, potranno essere più efficienti nella loro azione, mantenendo il presidio territoriale
e aziendale e garantendo i servizi alle aziende socie, ma con nuove sinergie nelle attività amministrative
e burocratiche, concentrate a livello regionale. Una svolta epocale, effettuata nella consapevolezza
di non poter più contare sulle risorse storicamente messe a disposizione del sistema allevatori e di
dover impostare nuove modalità di azione. È stato un periodo di intenso confronto con il territorio,
talvolta aspro, ma sempre all’insegna della massima trasparenza, che ha portato alla quasi totale
regionalizzazione dell’Italia zootecnica e alla ridefinizione di ruoli e competenze indispensabili per far
crescere ancora i nostri allevamenti e renderli sempre più efficienti e competitivi.
Parallelamente sono in corso di avviamento una serie di nuovi servizi informatici e tecnici che saranno
messi a disposizione delle Ara nell’intento di offrire sempre maggiore competitività nelle attività svolte
a favore degli allevatori, realizzando inoltre concreti miglioramenti nell’operatività del personale di
campagna che si rifletteranno in una generale e costante crescita del livello dei servizi resi.
La nostra attività a favore di questo settore strategico dell’economia italiana ha più di 60 anni di storia alle
spalle, ma non possiamo fermarci a guardare indietro perché il mondo, a prescindere dai finanziamenti
disponibili, va avanti. Nella consapevolezza che i nostri allevatori non possono essere lasciati soli in
questo momento delicato, ma che occorra offrire loro nuove gamme di servizi che renderanno più forte
il comparto, unitamente a nuove iniziative. È il caso della selezione genomica, una vera rivoluzione
che rafforzerà il miglioramento genetico delle mandrie italiane ed aprirà le porte ad una selezione in
linea femminile e maschile, capace di rendere sempre più vicina alle esigenze del consumatore la nostra
zootecnia. Sono processi delicati, che impongono un’attenzione ai particolari senza precedenti e la
conoscenza profonda di una materia innovativa. Oggi il sistema allevatori possiede le conoscenze e le
attrezzature necessarie per giocare un ruolo da protagonista nel mondo della genomica e questo darà
forza alle associazioni nazionali di razze e di specie, ma soprattutto metterà a disposizione di tutte le
aziende socie il know how per essere gestori della selezione molecolare e non semplici acquirenti sul
mercato internazionale. Ma c’è stato e prosegue tuttora anche un grande sforzo per offrire agli allevatori
servizi aggiuntivi, capaci di portare maggiore competitività sia in campo tecnico che economico. Il caso
di Italialleva, la filiera italiana al 100% garantita da Aia, ne è un esempio concreto e le migliaia di aziende
che hanno aderito alla nostra piattaforma di origine sono la migliore testimonianza dei risultati che è
possibile ottenere se si lavora insieme e compatti. Certo, siamo consapevoli delle difficoltà, ma siamo
altrettanto convinti che oggi abbiamo dimostrato alla Pubblica amministrazione la volontà e la decisione
di Aia e delle sue associate di proseguire in questo percorso virtuoso, trovando soluzioni condivise agli
ostacoli che si sono incontrati sul cammino. Il risultato è confortante, ma nessuno può permettersi di
rallentare perché siamo solo all’inizio di un nuovo corso in cui capitalizzare a favore della collettività
le risorse che lo Stato italiano ci ha messo a disposizione in questi anni. Un impegno che si declina
in sicurezza alimentare, tracciabilità dei prodotti di origine animale, protezione del territorio, con
particolare riferimento alle zone marginali, dove la presenza degli allevatori è essenziale e va preservata.
Perché tutti gli allevatori sono uguali, dal nord al sud, dalle fertili aree della Pianura padana alle plaghe
¢
più desolate della montagna e Aia sarà sempre presente al loro fianco.
*Presidente Associazione italiana allevatori
18
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
SINDACATO
Marco Togna
Le lavoratrici ancora discriminate
Dalla terza edizione dell’assemblea donne Flai-Cgil
I
l mondo delle imprese agricole e dell’industria alimentare è ancora molto maschilista. Disattento allo specifico femminile: le donne sono impiegate nelle lavorazioni
più ripetitive e meno qualificate, soggette a ritmi elevati e orari allungati (tra le stagionali, soprattutto nel Mezzogiorno, facilmente si superano le 40 ore a settimana).
Questo l’allarme lanciato dalle donne della Flai-Cgil, riunite venerdì 20 aprile a Roma
nell’Assemblea nazionale, giunta quest’anno alla terza edizione, che ha visto la partecipazione di circa mille lavoratrici. Un settore con una significativa presenza di donne: 400
mila nel comparto agricolo (28% del totale) e 250 mila nell’agroindustria (40,5%), con
forte addensamento nel Sud Italia.
Ed è soprattutto nelle regioni meridionali che si concentrano le maggiori ingiustizie. Come
le retribuzioni diverse tra uomini e donne: quest’ultime, ha sottolineato la segretaria generale della Flai Stefania Crogi, sono impiegate “con una busta paga diversa rispetto agli
uomini, pratica non prevista dal contratto nazionale né da quelli provinciali per i livelli di
inquadramento del personale femminile”. Uno sfruttamento invisibile, cui si aggiungono il
ricatto della firma delle “dimissioni in bianco”, rivolto in larga parte alle lavoratrici in gravidanza, e lo sbarramento cui sono sottoposte le donne quando si avvicinano ai livelli professionali più alti: “oltre alcune qualifiche è molto difficile andare” ha commentato Crogi.
Uno dei temi centrali dell’assemblea è stato l’incolumità lavorativa. È stata infatti presentata la ricerca “Salute e sicurezza per le donne del settore agroalimentare”, realizzata dalla
Fondazione Metes in collaborazione con il Dipartimento di Salute pubblica e malattie infettive dell’Università “La Sapienza” di Roma, elaborata mediante la somministrazione di
questionari a 271 dipendenti di quattro grandi aziende italiane (ortofrutta, florovivaistica
e carni). L’indagine ha rivelato che al personale femminile sono generalmente affidate le
mansioni più ripetitive, sono quindi più sottoposte a danni del sistema osteoarticolare e,
in generale, allo stress. Elemento, quest’ultimo, aggravato dalla loro “doppia occupazione”: vanno a lavorare, e quando tornano a casa inizia il secondo lavoro. I maggiori pericoli
denunciati derivano dai fattori microclimatici (caldo o freddo eccessivo) ed ergonomici
(stare molte ore in piedi), dalla movimentazione di carichi e dall’utilizzo di strumenti taglienti. Da cui derivano artrosi, patologie a carico degli arti superiori, ma anche ipertensione, disturbi nervosi e ulcere.
Ultimo argomento è stata la liberalizzazione dell’uso del voucher, cioè il buono-lavoro
del valore lordo di 10 euro che può essere dato a fronte di una prestazione lavorativa. La
misura, contenuta nel disegno di legge (art. 11) sulla riforma del mercato del lavoro, ne
estende l’utilizzo, finora limitato solo ad alcune
categorie (come pensionati e studenti) e a determinate attività lavorative “occasionali”, fino
a un ammontare di 5 mila euro, che corrispondono a cento giornate di lavoro. “Con queste
modalità – ha concluso Crogi – il lavoratore
perde il diritto a contribuzione previdenziale,
disoccupazione agricola, integrazione salariale, oltre all’ulteriore diritto alla contribuzione
figurativa che l’indennità di disoccupazione
eroga. I due terzi dei lavoratori del settore neanche sfiora le cento giornate annue, in questo
modo li si condanna alla precarietà e all'impossibilità di ottenere la pensione”.
¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Ricerca Metes
su sicurezza
sul lavoro
Mario Guidi, Susanna
Camusso, Stefania Crogi,
Colomba Mongiello,
Morena Piccinini
19
SINDACATO
Giancarmine Vicinanza
Rapporto su credito e cooperazione
Focus Fedagri-Confcooperative in collaborazione con Nomisma e Ismea
U
Attivare nuove
forme di
collaborazione
con l’Abi
n rapporto ancora in costruzione ma con buone possibilità di rafforzarsi nel tempo quello tra le banche e le cooperative agroalimentari. Così il Focus su credito e
cooperazione realizzato dall’Osservatorio della cooperazione agricola in collaborazione con Nomisma ed Ismea, e presentato a Roma lo scorso 17 aprile, descrive il
rapporto tra gli istituti bancari e le cooperative agroalimentari che necessitano da parte delle
banche di strumenti di accesso al credito più adeguati e rispettosi delle peculiarità del modello
di impresa cooperativo.
Secondo quanto emerge dallo studio, se da un lato più di un quarto dei finanziamenti
che le banche erogano all’industria alimentare (7,5 miliardi di euro su un totale di 30) è
assorbito dalle cooperative, dall’altro gli istituti bancari, nell’erogazione del credito, dimostrano di non conoscere abbastanza a fondo le specificità della governance gestionale
delle imprese cooperative.
“Nella valutazione del merito creditizio – ha dichiarato il presidente di Fedagri-Confcooperative, Maurizio Gardini – il più delle volte le reali performance finanziarie e di reddito
delle nostre imprese sono sottostimate perché le banche applicano alle cooperative i sistemi
di rating standard per le società di capitali”.
E se la sotto-patrimonializzazione di molte delle cooperative rappresenta, nei confronti
delle banche, un elemento negativo sul piano dell’affidabilità, cresce sempre più l’esigenza da parte della cooperazione di attivare nuove forme di collaborazione con l’Abi e
l’intero sistema bancario. Di qui la proposta di studiare un modello di rating compatibile
con la struttura economico-finanziaria dell’impresa cooperativa, oltre che di collaborare
per predisporre una specifica offerta integrata (prodotti finanziari più servizi) destinata
sia alle cooperative e sia ai propri soci.
Le distintività dell’impresa cooperativa rispetto a quella di capitali sono state ben evidenziate
dal rapporto del Focus. Dai dati è evidente l’importante peso che nella gestione cooperativa
riveste il prestito dei soci, che rappresenta il 15% del complessivo indebitamento finanziario
delle cooperative e che contribuisce a mitigare la minore sotto-patrimonializzazione delle cooperative, in parte riferibile al loro modello di governance centrato sull’obiettivo di liquidare
il più possibile i soci anziché ricavare utili, così come avviene nel modello capitalistico.
“Il sistema bancario – ha concluso Gardini – va sensibilizzato sull’importanza delle cooperative agroalimentari ed agricole (un sistema di 5.834 imprese, oltre 863mila produttori
associati, più di 93mila addetti, per un giro d’affari di 34,3 miliardi di euro) che anche in
periodi di crisi, non cessano di produrre e di investire, in virtù del loro stretto legame con i
soci, a differenza di altre tipologie d’impresa che possono rifornirsi liberamente sui mercati
globali o delocalizzare le attività. Noi siamo l’espressione più autentica del made in Italy
¢
alimentare. È questa la più importante ‘garanzia’ che le banche devono considerare”.
9 e 10 maggio l’Assemblea di Confcooperative
È
tutto pronto per la XXXVIII Assemblea nazionale di Confcooperative che eleggerà i nuovi organi
dell’organizzazione leader del movimento cooperativo per numero di imprese aderenti, di persone
occupate e di fatturato realizzato. Saranno circa tremila i cooperatori, tra amministratori, dirigenti e
soci di cooperative che interverranno alla due giorni prevista per i prossimi 9 e 10 maggio all’Auditorium della
Conciliazione di Roma. Ai lavori interverranno personalità del mondo politico, economico, imprenditoriale,
associativo e non mancherà un significativa rappresentanza del Governo. (gv)
20
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
SINDACATO
Claudia Merlino
Decreto flussi 2012
Le quote di ingresso autorizzate scendono a 35.000
C
ome ogni anno, anche quest’anno è in puntuale ritardo l’arrivo del
decreto che autorizza i flussi di lavoratori stagionali extracomunitari
nel settore agricolo.
Il decreto, firmato lo scorso 13 marzo dal presidente del Consiglio
dei ministri e attualmente in corso di registrazione presso la Corte dei Conti,
stabilisce la possibilità di ingresso nel territorio italiano di trentacinquemila cittadini stranieri provenienti da: Albania, Algeria, Bangladesh, BosniaHerzegovina, Croazia, Egitto, Repubblica delle Filippine, Gambia, Ghana,
India, Kosovo, Repubblica ex Jugoslavia
di Macedonia, Marocco, Moldavia, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Ucraina, Tunisia.
Il provvedimento contiene alcune novità da
sottolineare rispetto agli anni precedenti.
In primo luogo, si registra una significativa riduzione delle quote di ingresso autorizzate che passano dalle 60.000 del 2011
alle 35.000 per il 2012. Tale riduzione è
dovuta allo scostamento che ogni anno
viene rilevato dal ministero dell’Interno
tra le quote richieste (67.000) e i nulla
osta effettivamente rilasciati (20.000 circa) e che può essere attribuito ad un insieme di cause.
Mettendo da parte le ipotesi di un utilizzo improprio del decreto flussi,
finalizzato non al lavoro ma al solo ingresso in Italia, è, inoltre, possibile che tale scostamento sia dovuto soprattutto ai notevoli ritardi che si
registrano nell’iter autorizzatorio, con attese che vanno dai quattro agli
otto mesi tra la richiesta dell’azienda e l’effettiva presenza del lavoratore.
Trattandosi di lavoro stagionale, il protrarsi dell’attesa determina necessariamente il decadere dell’interesse alla domanda originariamente fatta
e il mancato avviamento al lavoro.
Per questa ragione le parti sociali agricole, nell’ambito dell’avviso comune
sul lavoro e sulla previdenza, sottoscritto a gennaio del 2012, avevano riconfermato le loro proposte in materia di semplificazione delle assunzioni dei
lavoratori stranieri stagionali.
Successivamente è stato emanato il decreto per le semplificazioni (n. 5/2012)
che è venuto incontro a tale esigenza di semplificazione, modificando l’art. 24
del Testo unico immigrazione ed introducendo, all’articolo 17, interessanti
novità in materia di assunzione dei lavoratori extracomunitari.
La prima novità riguarda l’introduzione della procedura del silenzio-assenso,
in base alla quale la domanda di nulla osta dovrà essere ritenuta accolta qua-
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Petr Petrovich Konchalovskij,
Piazza della Signoria a Siena,
1912, Kazan, Museo Statale di Belle
Arti della Repubblica del Tatarstan
Le novità del
provvedimento
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SINDACATO
Le indicazioni
delle parti
sociali agricole
Vladimir Evgrafovich Tatlin,
Modello del Monumento alla
Terza Internazionale, anni venti
del Novecento (ricostruzione di D.N.
Dimakov, 1986-1987), Mosca, Museo
Statale e Centro espositivo Rosizo
Un decreto per
dare certezze
22
lora siano passati i venti giorni previsti per la trattazione senza che lo Sportello unico si sia pronunciato. La nuova procedura, già attiva sulle domande
in corso, riguarderà i lavoratori stagionali che rispettano due requisiti: siano
stati già autorizzati nell’anno precedente a svolgere la propria attività presso
il medesimo datore di lavoro richiedente; siano stati regolarmente assunti e
abbiano rispettato le condizioni indicate nel permesso di soggiorno (ingresso
ed uscita dal paese nei tempi e nei modi previsti dalla legge).
Otre a questa importante novità, il decreto semplificazioni accoglie le indicazioni delle parti sociali agricole in ordine alla necessità di rendere i tempi
delle istruttorie compatibili con le esigenze produttive.
In particolare, viene recepita l’introduzione delle cosiddette “autorizzazioni collegate” in base alla quale “Fermo restando il limite di nove mesi
di cui al comma 3 (permesso di lavoro stagionale), l’autorizzazione al
lavoro stagionale si intende prorogato e il permesso
di soggiorno può essere rinnovato in caso di nuova
opportunità di lavoro stagionale offerta dallo stesso
o da altro datore di lavoro”.
Il decreto semplificazioni interviene, poi, sull’articolo
38 e 38-bis del decreto del presidente della Repubblica
n. 394/1999, stabilendo che l’autorizzazione al lavoro
stagionale può essere concessa, nel rispetto dei limiti
temporali minimi e massimi di cui all’articolo 24, comma 3, del testo unico, anche a più datori di lavoro, oltre
al primo, che impiegano lo stesso lavoratore straniero
per periodi di lavoro successivi ed è rilasciata a ciascuno di essi, ancorché il lavoratore, a partire dal secondo
rapporto di lavoro, si trovi legittimamente presente nel
territorio nazionale in ragione dell’avvenuta instaurazione del primo rapporto di lavoro stagionale. In tale
ipotesi, il lavoratore è esonerato dall’obbligo di rientro
nello Stato di provenienza per il rilascio di ulteriore visto da parte dell’autorità consolare e il permesso di soggiorno per lavoro stagionale deve essere rinnovato, nel
rispetto dei limiti temporali minimi e massimi di cui all’articolo 24, comma
3, del testo unico, fino alla scadenza del nuovo rapporto di lavoro stagionale.
Infine, è introdotto un periodo al comma 3 dell’articolo 38-bis del Dpr
n. 394/1999, secondo cui, “La richiesta di assunzione, per le annualità
successive alla prima, può essere effettuata da un datore di lavoro anche
diverso dal datore di lavoro che ha ottenuto il nullaosta triennale al lavoro stagionale.”
L’insieme di tali semplificazioni dovrebbe contribuire a ridurre i tempi, ancora troppo lunghi, dell’iter amministrativo e ad attenuare quelle rigidità normativa del Testo unico immigrazione, dovuta principalmente al nesso strettissimo tra soggiorno e lavoro e che, nel tempo, ha dimostrato evidenti limiti.
Si tratta ora di pubblicare al più presto il decreto per dare certezza, almeno
in questo ambito, alle aziende e ai lavoratori.
¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
CLIMA
Giuseppe De Marco
L’italia a secco
Il clima sempre più imprevedibile è una drammatica realtà
che colpisce soprattutto l’agricoltura
I
l tormentone è noto. “Allarme caldo” d’estate. “Emergenza gelo” d’inverno.
Con il consueto svolazzo di opinioni e diatribe sui cambiamenti climatici,
l’effetto serra (che non passa mai di moda) e la tropicalizzazione del clima. Il
risultato è che l’argomento clima è stato declassificato al rango di pettegolezzo, con buona pace dei tanti scienziati che si ostinano a prevedere sciagure. Quello
che invece di solito passa sotto silenzio è che a soffrire di più del clima impazzito
non sono tanto le persone (almeno non direttamente) ma la natura stessa. Cioè la
terra, i raccolti. Insomma tutto quanto un tempo faceva da logico corollario alla
vita dell’uomo e oggi è invece confinato in una dimensione secondaria. Come se
davvero tutto potesse essere sostituito dai servizi o dall’informatica. E invece no.
Lo conferma, casomai ce ne fosse bisogno, una recente indagine di Coldiretti, che
ha studiato gli effetti sui raccolti in tutta Italia di questo marzo quasi estivo.
I dati parlano chiaro. Temperature fino a 10 gradi più alte della norma. Un crollo delle precipitazioni da settembre ad oggi di quasi il 70% rispetto ai valori
normali del periodo. Laghi, fiumi e corsi d’acqua sotto i livelli di guardia, al nord
come al sud. Incendi triplicati nel primo trimestre del 2012 rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. La pioggia, per gli addetti del settore, a questo
punto non è più una speranza ma una questione di sopravvivenza, almeno sul
piano economico. A cui si aggiunge l’auspicio che quando si deciderà a scendere dal cielo, l’acqua non venga giù tutta insieme. Perché se le precipitazioni
dovessero essere troppo intense, i terreni ormai inariditi rischierebbero di non
riuscire a drenare a sufficienza l’eccesso di acqua e questo porterebbe ad aggiungere ai danni della siccità quelli delle inondazioni. Senza contare il rischio frane
e smottamenti che, come la cronaca degli ultimi anni ha reso con drammatica
evidenza, rappresentano un pericolo costante nella quasi totalità del territorio
italiano. La mappa della siccità nel paese messa a punto dalla Coldiretti si legge
come un cahiers de doléances per i produttori locali della penisola che vedono a
rischio numerose coltivazioni.
Dal radicchio veneto alle mele trentine, dalle risaie piemontesi ai floricoltori liguri, dai cereali toscani alla pastorizia sarda, i settori in difficoltà aumentano di
giorno in giorno, al pari con le richieste di interventi e sussidi straordinari per un
settore che sta già attraversando una fase difficile.
Si parla di danni per 350 milioni di euro solo in Lombardia, dove le sole superfici
totalmente irrigue investite a mais sono pari a 350mila ettari e di 60 milioni in
Toscana, dove è a rischio quasi il 50% del raccolto di mais e cereali.
Con questi numeri e con l’estate ormai alle porte è dunque indispensabile predisporre un piano di emergenza che consenta di fronteggiare la crisi e prevenirne di
peggiori. Le conseguenze potrebbero infatti riversarsi sull’intero ciclo economico
e produttivo del paese. E sappiamo tutti quanto poco l’Italia in questo momen¢
to abbia bisogno di ulteriori problemi economici.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Gli effetti
sul raccolto
La mappa
della siccità
23
NORMATIVA
Maria Miligi
Enpaia: gli obblighi contributivi e previdenziali
delle aziende agricole per l’anno 2012
L
a Fondazione, con le circolari numeri 1 e 2 del febbraio 2012, ha riepilogato gli obblighi previdenziali a carico delle aziende agricole o
dei loro intermediari abilitati (consulenti e
associazioni di categoria). Questi, in sintesi, i principali adempimenti.
Aliquote contributive aziende agricole. Le aliquote contributive previste per il
2012 sono pari all’11% per gli impiegati e i
quadri e al 12% per i dirigenti, sono valide
per tutti i tipi di rapporto e sono così suddivise: fondo per il trattamento di fine
rapporto: pari al 6% della retribuzione lorda mensile ed è a totale carico del datore di
lavoro; fondo di previdenza: pari al 4%
Obblighi
contributivi
Scadenza
Apertura posizione
nuove aziende
Entro 15 giorni dalla data
di assunzione o iscrizione
di personale con qualifica
impiegatizia o dirigenziale
Denuncia variazione dati
aziendali
Entro 30 giorni dall’avvenuta
variazione
Denuncia iscrizione del
Rdl
Entro 15 giorni dalla data di
assunzione o di insorgenza
dell’obbligo
Denuncia trasferimento
del Rdl
Entro 15 giorni dalla data
del passaggio da un datore
di lavoro ad un altro senza
risoluzione del rapporto
di lavoro che dia luogo al
pagamento di prestazioni
Denuncia mensile e
pagamento contributi
Entro il 25 del mese successivo
a quello di competenza
Denuncia variazioni del
Rdl o dati individuali
Entro 30 giorni dal verificarsi
della variazione
Denuncia sospensione
del Rdl
Entro 30 giorni dal verificarsi
dell’evento sospensivo
Delega a consulenti o
associazioni di categoria
24
della retribuzione lorda mensile, calcolato
sino al 65° anno di età, di cui 1,50% a carico
del dipendente; assicurazione infortuni
professionali ed extra-professionali:
pari all’1% della retribuzione lorda mensile
per impiegati/quadri (2% per i dirigenti) ripartita a metà tra datore di lavoro e lavoratore. Sul totale dei contributi è dovuta dal
datore di lavoro l’addizionale del 4%. Fondo per il trattamento di fine rapporto.
L’Enpaia corrisponde direttamente all’assicurato il trattamento e l’azienda deve comunicare l’avvenuta cessazione ed inviare in
originale per posta il modulo Mod. Prev./01
compilato e sottoscritto anche dal lavoratore. Fondo di previdenza. L’Enpaia corrisponde direttamente all’iscritto
previa compilazione del modello
Modalità
LIQ.CONTOIND/02. AssicuraModello AP/01 a mezzo posta
zione infortuni professionali
ed extra-professionali. Denuncia di infortunio.
A mezzo posta, fax, pec o
In caso di infortunio l’assicurato
telematica (solo indirizzi e
compilerà il modello PREV/37.
recapiti telefonici)
Qualora l’infortunio sia profesDenuncia telematica con obbligo
di invio del modello ISCR/01 a
sionale o in itinere, il datore di
mezzo posta, fax o pec
lavoro compilerà il PREV/05 traNon inviare modello ISCR/01.
smettendone copia anche all’auDenuncia a mezzo posta, fax o
pec
torità di pubblica sicurezza. In
caso di infortunio in itinere l’assicurato compilerà il modello
Pagamento tramite MAV,
QUEST/IT che sarà sottoscritto
denuncia telematica
anche dal datore di lavoro. Alla
Denuncia telematica
ripresa dell’attività lavorativa dovrà essere compilato e sottoscritDenuncia telematica con obbligo
di invio certificazione solo per
to da assicurato e datore di lavoro
cassa integrazione e malattia
il PREV/50. In caso di richiesta di
Invio per posta del Modello
riconoscimento di malattia prodelega, previa registrazione
telematica del consulente o
fessionale l’assicurato compilerà
dell’associazione
il modello MAL/PROF.
¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
NORMATIVA
Alessandro Terradura
Convertito in legge il decreto
milleproroghe
È
stata pubblicata nel S.O. n.36 della G.U. n.14 del 27 febbraio 2012,
la Legge n.14 del 24 febbraio u.s. di
conversione del Decreto Legge 29
dicembre 2011, n. 216, c.d. decreto Milleproroghe. Oltre alle proroghe relative all’inizio
della sperimentazione (prevista per gennaio
2013) e dell’entrata in vigore (dal 2014) della mensilizzazione della denuncia fiscale (c.d.
770 mensile, meglio noto come UnIEmens Fiscale) e quella al 31 dicembre 2011 del termine
per la deliberazione di aumento o riduzione
dell’aliquota regionale Irpef per l’anno di imposta 2011 (l’aliquota base su cui calcolare le
variazioni è l’1,23%), la norma interviene nuovamente in materia pensionistica, ampliando
i soggetti che possono beneficiare della disciplina previgente alla riforma Fornero. Queste, in sintesi, le principali novità. Proroga
ammortizzatori sociali. Per il 2012, nel
limite di spesa pari a euro 12 milioni, e subordinatamente a un intervento integrativo pari
almeno al 20% dell’indennità stessa a carico
degli enti bilaterali previsti dalla contrattazione collettiva, è previsto un trattamento
pari all’indennità ordinaria di disoccupazione
con requisiti normali, in caso di sospensione
per crisi aziendali o occupazionali ovvero in
caso di licenziamento, per i lavoratori assunti con la qualifica di apprendista con almeno
tre mesi di servizio presso l’azienda interessata dal trattamento, per la durata massima
di novanta giornate nell’intero periodo di vigenza del contratto di apprendista. Per tutto il
2012, nel limite di spesa pari a euro 13 milioni,
nei soli casi di fine lavoro è riconosciuta una
somma liquidata in un’unica soluzione, pari al
30% del reddito percepito l’anno precedente
e comunque non superiore a € 4.000,00, ai
collaboratori coordinati e continuativi anche a
progetto iscritti in via esclusiva alla Gestione
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
separata presso l’Inps, in presenza di precise
condizioni. Prorogati a tutto il 2012 i termini
per l’emanazione da parte del Ministero del
Lavoro dei decreti con norme in deroga per
i settori sprovvisti di ammortizzatori sociali.
Lavoro occasionale accessorio. Prorogato fino al 31 dicembre 2012 la possibilità
di utilizzare il lavoro accessorio, nei limiti di
€ 5.000,00 per committente, con i lavoratori titolari di un contratto part time, purché i
buoni lavoro non siano utilizzati presso il datore di lavoro titolare del contratto a tempo
parziale. Sempre fino al 31 dicembre 2012 le
prestazioni di lavoro accessorio possono essere rese, nel limite massimo di € 3.000,00
per anno solare, in tutti i settori produttivi,
da percettori di prestazioni integrative del
salario o di sostegno al reddito. Esclusioni
dalle riduzioni pensionistiche. La riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici per ogni anno di anticipo nell’accesso al
pensionamento rispetto all’età prevista, non
si applica ai soggetti che maturano il requisito
di anzianità contributiva entro il 31 dicembre
2017, qualora l’anzianità contributiva prevista
derivi esclusivamente da prestazione effettiva
di lavoro, includendo i periodi di astensione
obbligatoria per maternità, per l’assolvimento
obblighi di leva, per infortunio, per malattia
e di integrazione guadagni ordinaria. In altri
termini, i lavoratori che lasceranno il lavoro
con 42 anni di anzianità (41 e un mese per
le donne), prima di avere compiuto i 62 anni
d’età, non saranno penalizzazioni se lasciano
il lavoro con un’anzianità contributiva maturata entro il 31 dicembre 2017 inclusi i periodi
di astensione obbligatoria per maternità, per
l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e per cassa integrazione
ordinaria. I soggetti licenziati con incentivo
all’esodo dall’azienda in crisi potranno andare
25
NORMATIVA
in pensione entro i successivi due anni senza
applicazione della la riforma Fornero, solo
per le risoluzioni entro il 31 dicembre 2011.
Per i genitori con figli disabili, lavoratori che
alla data del 31 ottobre 2011 risultino essere in
congedo per assistere figli con disabilità grave,
non si applica la riforma previdenziale a condizione che maturino, entro 24 mesi dalla data
di inizio del predetto congedo, il requisito di
anzianità contributiva non inferiore a 40 anni.
Prorogato al 30 giugno 2012 il termine per l’emanazione, da parte del ministero del Lavoro,
del decreto che regolamenti e dia attuazione
alle disposizioni relative a tutti i soggetti esclusi dall’ultima riforma delle pensioni. Partite
iva cessate. Prorogato al 31 marzo 2012 il
termine per i titolari di partita Iva che, sebbene obbligati, non abbiano tempestivamente
presentato la dichiarazione di cessazione di
attività, per sanare la violazione versando un
importo pari alla sanzione minima ridotta ad
un quarto. La disposizione si applica sempre
che la violazione non sia stata già constatata
con atto portato a conoscenza del contribuente. Proroga detrazioni non residenti. I
soggetti non residenti hanno diritto anche per
il 2012 alle detrazioni per carichi di famiglia;
tale detrazione, relativa all’anno 2012, non rileva ai fini della determinazione dell’acconto
Irpef per l’anno 2013. Frontalieri. È stata
prorogata per il 2012 la franchigia per i lavoratori dipendente che svolgono la prestazione,
in via continuativa e come oggetto esclusivo
del rapporto, all’estero in zona di frontiera
(c.d. frontalieri). Per il 2011 (così come il periodo 2008 – 2010), la franchigia è pari a €
8.000,00, per il 2012 è ridotta a € 6.700,00.
È stato inoltre previsto che non si dovrà tener
conto della franchigia per la determinazione
dell’acconto Irpef per il 2013. Proroghe sospensioni calamità. Prevista la proroga al
16 luglio 2012 degli adempimenti e dei versamenti tributari, previdenziali e assistenziali,
per i soggetti colpiti dagli eccezionali eventi
atmosferici nelle province di La Spezia, Massa Carrara (in scadenza dal 1° ottobre 2011 al
30 giugno 2012), Genova e Livorno, nonché
nel territorio del comune di Ginosa e in quello della provincia di Matera (in scadenza dal 4
novembre 2011 al 30 giugno 2012).
¢
1° aprile 2012: via alla mediazione tributaria
Alessandro Terradura
’Agenzia delle Entrate, con circolare n.9/E del 19 marzo 2012 fornisce dei chiarimenti e le istruzioni necessarie per l’applicazione dal 1° aprile 2012, della mediazione tributaria. Tale istituto,
a differenza degli altri istituti deflattivi del contenzioso, ha un carattere generale e obbligatorio
(infatti opera in relazione a tutti gli atti impugnabili emessi dall’Agenzia delle Entrate, compreso il rifiuto tacito alla restituzione di tributi); e il contribuente che intende proporre ricorso è tenuto
a presentare preventivamente l’istanza di mediazione, pena l’inammissibilità del ricorso stesso, mentre
l’ufficio è tenuto a esaminare l’istanza e a esprimersi al riguardo. La nuova disciplina prevede che il ricorso davanti alle Commissioni tributarie sia obbligatoriamente preceduto dalla proposizione, da parte
del contribuente, di un reclamo circostanziato all’Agenzia delle Entrate. Tale reclamo può contenere
oltre all’eventuale proposta di mediazione anche una richiesta di sospensione dell’atto impugnato e
deve essere presentata entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso d’accertamento o altro atto impugnabile alla Direzione Provinciale o Regionale che lo ha emesso, l’Ufficio, entro 90 giorni, prenderà in esame
l’istanza e deciderà se accoglierla, nella sua totalità o anche parzialmente, oppure formulare d’ufficio
una proposta di mediazione. Spirato il termine dei 90 giorni senza risposta il contribuente ha 30 giorni
di tempo per depositare il ricorso in Commissione tributaria, aprendo così la via al contenzioso. Dal
punto di vista sanzionatorio, nel caso in cui la mediazione si concluda positivamente, viene sottoscritto
un accordo in base al quale le sanzioni vengono ridotte al 40%.
¢
L
26
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
NORMATIVA
Antonio Positino
Approvato il disegno di legge di
riforma del mercato del lavoro
I
l 23 marzo scorso il Consiglio dei ministri
ha approvato le linee guida della riforma
del mercato del lavoro in base alle quali,
il successivo 4 aprile, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha presentato e trasmesso al Parlamento, per l’inizio dell’iter legislativo, il Disegno di legge contenente le
disposizioni “in materia di riforma del mercato
del lavoro in una prospettiva di crescita”. Il Ddl
provvede a riordinare i seguenti aspetti della
legislazione del lavoro: revisione delle tipologie contrattuali; flessibilità in uscita e tutele
del lavoratore; ammortizzatori sociali; estensione delle tutele anche in costanza del rapporto di lavoro; protezione dei lavoratori anziani;
protezione dei diritti paritari delle lavoratrici;
revisione delle regole per l’assunzione dei disabili e contrasto del lavoro irregolare degli immigrati. Nel corso dell’iter parlamentare saranno probabilmente apportate delle modifiche
al testo della riforma (già preannunciate da
diversi gruppi parlamentari quelle relative alla
disposizione che modifica l’art. 18 dello Statuto
dei lavoratori), tuttavia, di seguito, si segnalano le più importanti innovazioni. Contratto a
tempo determinato. Fermo restando che il
contratto a tempo indeterminato “costituisce
la forma comune di rapporto di lavoro”, come
dice l’articolo 3 del disegno di legge, arriva una
novità per i rapporti a termine. Il primo contratto a tempo determinato o anche di somministrazione tra un datore e il lavoratore “di durata non superiore a sei mesi” potrà essere
sciolto anche senza bisogno di indicare il motivo preciso del licenziamento. Pertanto, al fine
di ridurre l’acceso contenzioso determinatosi
sulle condizioni per la legittimità del contratto
a termine – le ragioni tecniche, organizzative,
produttive e sostitutive – il primo contratto a
termine tra le stesse parti non sarà più soggetto all’obbligo delle causali. Il periodo di tempo
tra un contratto a termine e l’altro viene alzato
a 60 e 90 giorni (dai 10 e 20 attuali), a seconda
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
se il primo è durato meno o più di 6 mesi. Dopo
36 mesi di contratti a tempo determinato, scatta l’assunzione definitiva. Il limite dei 36 mesi,
in caso di successione, comprenderà anche la
somministrazione di lavoro. Previsto un incremento contributivo (1,4%), da restituirsi nel
caso di trasformazione del contratto a tempo
indeterminato. Contratto di inserimento.
Previste agevolazioni contributive solo per gli
ultra cinquantenni. Tali agevolazioni consistono nella riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un
periodo di 12 mesi nel caso di contratto di lavoro a tempo determinato (e ulteriori 6 mesi nel
caso di successiva stabilizzazione, da fruirsi al
termine del periodo di prova ove previsto) e di
18 mesi se il lavoratore è assunto a tempo indeterminato. Apprendistato. L’apprendistato
diventa il canale privilegiato di accesso dei giovani (fino ai 29 anni) al mondo del lavoro. Viene fissata una durata minima del contratto (sei
mesi) e viene previsto che l’assunzione di nuovi apprendisti è collegata alla percentuale di
stabilizzazioni effettuate nell’ultimo triennio
(50%) con l’esclusione dei rapporti cessati durante il periodo di prova, per dimissioni o per
licenziamento per giusta causa (per i primi 3
anni di applicazione della nuova riforma del lavoro questa percentuale scende al 30%). Si dispone altresì che il rapporto tra numero complessivo di apprendisti che un datore può
assumere, direttamente o tramite agenzie, e
“maestranze specializzate in servizio” sale a 3
ogni 2 (da 1 ad 1). Il periodo di apprendistato
dura 3 anni, dopo il contratto si trasforma a
tempo indeterminato, se il datore vuole tenersi
il giovane che ha formato. Part-time. Viene
inoltre reintrodotto il diritto al ripensamento,
in caso di part time verticale o misto abrogato
dalla Riforma Biagi: in caso di rilevanti motivi
personali, che saranno dettagliati nella Legge di
Riforma o dalla contrattazione collettiva, il lavoratore ha la facoltà del lavoratore di esprime-
27
NORMATIVA
re un “ripensamento”. Lavoro intermittente.
Il contratto intermittente subirà una notevole
restrizione, sia come causali di utilizzo sia come
adempimenti amministrativi. Saranno abrogate
sia le causali soggettive (prestazioni rese da soggetti aventi età inferiore ai 25 anni o con più di
45 anni) sia l’utilizzo per periodi predeterminati
(fine settimana e periodi festivi). Lavoro a
progetto. Per evitare un utilizzo elusivo delle
collaborazioni, verranno apportate le seguenti
novità: eliminata la possibilità delle collaborazioni a programma; sarà meglio specificata la
definizione del progetto, tenuto conto dell’evoluzione giurisprudenziale e delle relative criticità emerse; saranno introdotti meccanismi presuntivi per riqualificare in lavoro subordinato le
false collaborazioni; sarà riaffermata la natura
di presunzione assoluta, contrariamente a
quanto affermato dal Ministero del lavoro con la
circolare 1/2004, in caso di mancanza del progetto: il contratto si trasforma in lavoro subordinato senza la possibilità, per il datore di lavoro, di provare che comunque si trattava di un
rapporto di natura autonoma. Partite iva. Previsto un giro di vite sull’utilizzo delle partite iva
che sempre più speso vengono utilizzate, anziché per forme di collaborazione, per mascherare veri e propri rapporti di lavoro dipendente.
Tale attività prenderà il via decorsi dodici mesi
dall’entrata in vigore della legge; gli imprenditori avranno così un anno in più, prima che le
nuove norme impongano loro l’assunzione delle
finte partite Iva. I requisiti per la regolarizzazione sono tre: una collaborazione che dura più di
sei mesi nell’arco dell’anno e che determina più
del 75% dei ricavi del lavoratore e la postazione
del lavoro presso una delle sedi del committente. Se ricorrono almeno due di questi presupposti, si presume un rapporto di collaborazione
coordinato e continuativo e non autonomo e occasionale, come dovrebbe essere. Licenziamento illegittimo. Per i licenziamenti discriminatori non viene prevista alcuna novità,
pertanto, continuerà ad applicarsi l’art.18 dello
Statuto dei Lavoratori a prescindere dalle dimensioni dell’azienda. Se il giudice non riconosce la discriminazione, il licenziamento resta
valido. Il lavoratore può impugnare il licenzia-
28
mento e deve dimostrare davanti al giudice che
è stato discriminatorio. Se il giudice ritiene fondato il ricorso, annulla il licenziamento e reintegra il lavoratore. Il lavoratore può decidere di
optare per un indennizzo di 15 mensilità. Per i
licenziamenti per motivi disciplinari, per
fatti risultati inesistenti ovvero riconducibili a
condotte punibili con sanzioni minori, il giudice
avrà di fronte due alternative: 1) se il fatto imputato al lavoratore non sussiste, o non è stato
commesso dal lavoratore o se è un motivo punibile con una sanzione conservativa (secondo i
contratti di settore), allora deciderà per il reintegro, in aggiunta al pagamento della retribuzione per tutto il periodo tra il licenziamento e il
reintegro stesso; 2) in tutti gli altri casi di motivo ingiustificato ci sarà l’indennizzo, che lo stesso giudice stabilirà tra le 12 e le 24 mensilità in
base alle dimensioni dell’azienda, dell’anzianità
del lavoratore e del comportamento delle parti.
Per i licenziamenti per motivi economici,
in caso di inesistenza del giustificato motivo, ovvero se il giudice ritiene non valido il motivo
economico addotto dall’azienda, dovrà decidere
per l’indennizzo economico, che sarà tra le 12 e
le 24 mensilità in base alle dimensioni dell’azienda, dell’anzianità del lavoratore e del comportamento delle parti nella fase di conciliazione. L’unico caso in cui il lavoratore avrebbe
diritto al reintegro è se il giudice trovasse che i
motivi addotti dall’azienda sono “manifestamente insussistenti”. Prevista l’introduzione di
un rito speciale dedicato alle cause di licenziamento. Ammortizzatori sociali. La riforma
introduce una nuova forma di tutela a sostegno
del reddito, estesa anche agli apprendisti, definita Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi),
che andrà a sostituire: indennità di mobilità; indennità di disoccupazione non agricola ordinaria; indennità di disoccupazione con requisiti
ridotti e indennità di disoccupazione speciale
edile. Per poterne beneficiare, il soggetto deve
essere in possesso dei requisiti previsti per la disoccupazione ordinaria non agricola: 2 anni di
anzianità contributiva ed almeno 52 settimane
nell’ultimo biennio. La durata è stabilita in 12
mesi, per lavoratori con meno di 55 anni di età,
18 mesi per quelli di età superiore. Dimissioni
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
NORMATIVA
in bianco. Ai fini dell’efficacia delle dimissioni
e della risoluzione consensuale, la volontà risolutoria deve essere espressa attraverso modalità
comunque volte ad accertare l’autentica genuinità e contestualità della manifestazione di volontà, rivolgendosi al servizio ispettivo del Ministero del lavoro per la convalida ovvero
mediante la sottoscrizione di un’apposita dichiarazione in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto. Si estende da uno a tre anni di vita del
bambino (con corrispondenti adeguamenti per
l’ipotesi di adozione o affidamento, anche internazionale) il periodo entro il quale le dimissioni
della lavoratrice o del lavoratore devono essere
convalidate dal servizio ispettivo del Ministero
del lavoro per poter acquisire efficacia. Il datore
che abusa del foglio in bianco fatto siglare dal
lavoratore o dalla lavoratrice per simularne le
dimissioni o la risoluzione consensuale del contratto commetterà un reato e sarà punito anche
con una sanzione amministrativa da 5 mila a 30
mila euro, accertata e irrogata dalle Direzioni
territoriali del lavoro.
¢
Prorogati gli incentivi per l’assunzione di disoccupati
S
Lucia Russillo
ulla G.U. n.52 del 2 marzo scorso è stato pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro n.62509 del 31
ottobre 2011 con il quale si è provveduto a prorogare per l’anno 2011, nei limiti di spesa già sostenuti nel
2010, una serie di misure a sostegno dei lavoratori disoccupati, che versano in situazioni particolari, e di
incentivi e sgravi contributivi a favore delle aziende che provvedono alla loro assunzione, previsti dalla
Legge n.191/09. Misure in favore dei lavoratori. Ai fini del diritto all’indennità ordinaria di disoccupazione
non agricola con requisiti normali sono computabili anche i periodi svolti nel biennio precedente in via esclusiva
sotto forma di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, nella misura massima di 13 settimane. Previsto l’accredito della contribuzione figurativa integrativa fino alla data di maturazione del diritto
al pensionamento per i lavoratori beneficiari di qualsiasi trattamento di sostegno al reddito (non connesso a
sospensioni dal lavoro) che abbiano almeno 35 anni di anzianità contributiva e che accettino un’offerta di lavoro che preveda l’inquadramento in un livello retributivo inferiore di almeno il 20% a quello corrispondente
alle mansioni di provenienza. Incentivi per le aziende. Riduzione della quota di contribuzione a carico del
datore di lavoro per l’assunzione di lavoratori beneficiari dell’indennità di disoccupazione non agricola con
requisiti normali, che abbiano almeno 50 anni di età. Prolungamento della riduzione contributiva a carico del
datore di lavoro per l’assunzione di lavoratori in mobilità o che beneficiano dell’indennità di disoccupazione
non agricola con requisiti normali, che abbiano maturato almeno 35 anni di anzianità contributiva. Concessione a favore dei datori di lavoro che assumono a tempo pieno ed indeterminato i lavoratori destinatari
dell’indennità di disoccupazione non agricola con requisiti normali o dell’indennità di disoccupazione edile,
di un incentivo pari all’indennità riconosciuta al lavoratore e non erogata. Istruzioni Inps. L’Istituto di
previdenza ha comunicato che le istanze di ammissione agli incentivi all’assunzione per l’anno 2011, potranno
essere presentate solo dopo la pubblicazione dei decreti ministeriali di attuazione, secondo le indicazioni che
saranno successivamente fornite. Per quanto concerne l’ammissione ai benefici in parola per l’anno 2010, la
fase istruttoria si è appena conclusa e le aziende escluse sono già state avvisate dalle sedi con apposita comunicazione; quelle ammesse possono consultare la comunicazione di accoglimento accedendo al sito www.inps.
it, mediante l’applicazione già utilizzata per inviare la richiesta (DiResCo – Dichiarazioni di responsabilità
del contribuente). Alle aziende beneficiarie per il 2010 saranno attribuiti dall’Inps i codici di autorizzazione
previsti, in relazione a ciascuna delle tre diverse tipologie, dalla circolare dell’Istituto n.22/11, nella quale sono
illustrate anche le modalità per effettuare, entro il prossimo 16 maggio tramite gli appositi codici dell’UniEmens, le operazioni di conguaglio. I datori di lavoro agricolo, invece, non operando con il sistema UniEmens,
dovranno attenersi alle apposite istruzioni contenute nella circolare n.22/11, che prevedono una richiesta di
¢
ricalcolo della contribuzione e l’eventuale compensazione con i contributi in scadenza successiva.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
29
NORMATIVA
Gerardo Damiano
Le novità sul lavoro interinale
I
l Consiglio dei Ministri svoltosi il 24
febbraio u.s., ha approvato, in attuazione della direttiva Ue n.2008/104/
Ce del 19 novembre 2008, il Decreto
Legislativo n. 24/12 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 22 marzo 2012) che
provvede a riformare il contratto di somministrazione di lavoro modificando le disposizioni di cui al D.Lgs. n. 276/03. La ratio della
norma, entrata in vigore il 6 aprile scorso,
è quella di rendere più esteso l’utilizzo della somministrazione. Il decreto ribadisce il
principio di uguaglianza di trattamento dei
lavoratori dipendenti dell’agenzia a quello
dei dipendenti di pari livello dell’impresa
in cui si presta lavoro. Vengono introdotte
nuove sanzioni penali per chiunque esiga o
comunque percepisca compensi da parte del
lavoratore in cambio di un’assunzione presso un’impresa utilizzatrice. Inoltre l’azienda
avrà l’obbligo di informare i lavoratori somministrati di eventuali posti vacanti, affinché possano aspirare, al pari dei dipendenti
della medesima impresa, a ricoprire posti di
lavoro a tempo indeterminato. Tuttavia, la
principale novità è rappresentata da quanto
previsto dall’art.4 del D.Lgs. in commento;
tale disposizione rende noto che non sarà
più necessario apporre una causale al contratto di somministrazione nel caso in cui il
contratto sia stipulato nelle seguenti condizioni: riguardi soggetti disoccupati percettori dell’indennità ordinaria di disoccupazione non agricola con requisiti normali o
ridotti, da almeno sei mesi; riguardi soggetti
comunque percettori di ammortizzatori sociali, anche in deroga, da almeno sei mesi;
riguardi lavoratori definiti “svantaggiati”
o “molto svantaggiati” ai sensi dei nn.18) e
19) dell’art.2 del regolamento (Ce) 6 agosto
2008, n.800, che saranno individuati con
regolamento del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali, da emanare entro 90 gior-
30
ni dalla data di entrata in vigore della norma. In particolare dovranno essere definiti
i requisiti specifici per i seguenti soggetti,
individuati dal regolamento comunitario
come svantaggiati o molto svantaggiati: chi
non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; chi non possiede un
diploma di scuola media superiore o professionale; lavoratori occupati in professioni o
settori caratterizzati da un tasso di disparità
uomo-donna che supera almeno del 25% la
disparità media uomo-donna in tutti i settori economici dello Stato membro interessato, se il lavoratore interessato appartiene
al genere sottorappresentato. Oltre a queste
condizioni soggettive, le causali non dovranno essere applicate ogni qual volta sia escluso dalla contrattazione collettiva nazionale,
territoriale e aziendale in vigore presso l’utilizzatore. Tra le altre novità “minori”, si
segnala l’introduzione del nuovo concetto di
missione, da intendersi come il periodo durante il quale, nell’ambito di un contratto di
somministrazione, il lavoratore dipendente
da un’agenzia di somministrazione è messo a disposizione di un utilizzatore e opera
sotto il controllo e la direzione dello stesso.
Ulteriore modifica riguarda la definizione di
condizioni di base di lavoro e d’occupazione,
da riconoscersi al lavoratore in missione,
cioè il trattamento economico, normativo e
occupazionale previsto da disposizioni legislative, regolamentari e amministrative,
da contratti collettivi o da altre disposizioni
vincolanti di portata generale in vigore presso un utilizzatore ivi comprese quelle relative: all’orario di lavoro, alle ore di lavoro
straordinario, alle pause, ai periodi di riposo, al lavoro notturno, alle ferie, ai giorni festivi, alla retribuzione, alla protezione delle
donne in stato di gravidanza e in periodo di
allattamento e più in generale alla parità di
trattamento fra uomo e donna.
¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
NORMATIVA
Maria Miligi
Protocollo sulle ispezioni.
stop alla richiesta dei documenti già
in possesso del Ministero
C
ol precipuo intento di velocizzare i tempi di
verifica e di riscontro della documentazione
nelle ispezioni sul lavoro, il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali e il Consiglio
nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, in
data 15 febbraio, hanno firmato un protocollo d’intesa in materia di documentazione nelle ispezioni
sul lavoro. Detto Protocollo, vale la pena sottolinearlo, non rappresenta un cambio di direzione rispetto
alla normale tecnica ispettiva e non modifica assolutamente il Codice di comportamento degli ispettori
del lavoro. Secondo tale intesa gli ispettori, nel corso
dell’accesso in azienda, non dovranno più richiedere
i documenti presenti nelle banche dati a disposizione del Ministero del lavoro e che, quindi, risultano
già disponibili, a eccezione del caso in cui i suddetti
documenti non siano materialmente accessibili. In
altri termini, il personale ispettivo potrà richiedere
al professionista la documentazione dianzi detta solo
nei casi in cui sia materialmente impossibile l’accesso
a tali documenti tramite banche dati. Sono, naturalmente, escluse dal Protocollo le attività ispettive eseguite nell’esercizio delle specifiche funzioni di polizia
giudiziaria, ove si renda indispensabile la materiale
acquisizione della documentazione trasmessa dal
professionista. La documentazione da non dover richiedere alle aziende in caso di verifica
ispettiva, è la seguente: comunicazioni obbligatorie telematiche di instaurazione del rapporto di
lavoro di cui al D.M. 30/10/2007 (Unilav, Uniurg),
fatta eccezione per i lavoratori domestici; prospetti
informativi inerenti al collocamento obbligatorio,
di cui alla L. n.68/99; posizioni assicurative e previdenziali; denunce Inail ex art.12 del Dpr n.1124/65;
attribuzione matricola Inps; denunce aziendali e dichiarazioni trimestrali della mano d’opera occupata
in agricoltura; Documento Unico di regolarità contributiva (Durc); documentazione societaria; certificato iscrizione Cciaa; denunce Fiscali; Modd. Unico;
750; 760; 770/SA-SC; denunce assicurativo/previ-
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
denziali; informazioni relative ai modelli UniEmens
dal 2010 in poi, in quanto consultabili da Net-Inps;
importi versati tramite mod. F24; informazioni relative ai modelli DM10 concernenti il personale dipendente, fatta eccezione per i dati relativi alle ultime tre
mensilità. Pertanto, dal 15 febbraio u.s., data di entrata in vigore del Protocollo di cui trattasi, il soggetto
ispezionato che si rifiuti di consegnare ai funzionari
ispettivi della Direzione Territoriale del Lavoro i documenti succitati, fatte salve comprovate impossibilità di acquisizione autonoma da parte degli ispettori,
non incorrere nelle violazioni di cui all’art.4, co.7,
della L. n.628/61 che punisce con l’arresto fino a due
mesi o con l’ammenda fino a € 516,00 coloro che, legalmente richiesti dall’Ispettorato di fornire notizie
a norma dello stesso articolo, non le forniscano o le
diano scientemente errate o incomplete e quelle di
cui all’art.3, co.3, del D.L. n.463/83, convertito, con
modificazioni, in L. n.638/83 che punisce i datori di
lavoro, e i loro rappresentanti, che impediscano ai
funzionari dell’ispettorato del lavoro l’esercizio dei
poteri di vigilanza. La violazione comporta il pagamento di una sanzione amministrativa da € 582,00
a € 2.582,00, ancorché il fatto costituisca reato; qualora forniscano scientemente dati errati o incompleti, che comportino evasione contributiva, i datori di
lavoro e i loro rappresentanti sono tenuti a versare
alle amministrazioni stesse, a titolo di sanzione amministrativa, una somma pari a € 25,82 per ogni dipendente cui si riferisce l’inadempienza, ancorché il
fatto costituisca reato. L’eventuale inadempimento
dei principi indicati nel Protocollo in parola, da parte
dei funzionari ispettivi, costituisce violazione del codice di comportamento dei dipendenti della Pubblica
amministrazione e di quello specifico dei funzionari
ispettivi del ministero del Lavoro e può indurre la Direzione territoriale del lavoro (Dtl), di appartenenza
del funzionario interessato, alla proposizione di un
procedimento disciplinare a carico del soggetto re¢
sponsabile della violazione.
31
NORMATIVA
Antonio Positino
Vigilanza: il rapporto sull’attività svolta
nel 2011 e le direttive per il 2012
I
l Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha
pubblicato il consueto rapporto annuale sull’attività di vigilanza svolta dal personale ispettivo
del Ministero del lavoro e delle politiche sociali,
dell’Inps, dell’Inail e dell’Enpals in materia di lavoro
e previdenziale relativamente all’anno 2011. Lo stesso
dicastero ha fornito altresì le direttive che le Direzioni regionali e territoriali del lavoro dovranno seguire
nell’espletamento dell’attività di vigilanza nel 2012. I
risultati del 2011. Gli ispettori del Ministero del lavoro, dell’Inps, dell’Inail e dell’(ex) Enpals hanno
svolto attività di vigilanza su circa il 10% delle aziende censite dagli Istituti previdenziali. Si tratta di
244.237 aziende ispezionate a fronte di oltre 2 milioni di aziende esistenti, di cui il 61% (149.641) ha presentato delle irregolarità. Nel corso degli accessi sono
stati individuati 278.268 lavoratori irregolari e, di
questi, 105.279 sono lavoratori “in nero”, cui vanno
aggiunti circa 13.000 lavoratori individuati dalla
Guardia di Finanza, per un totale di 117.955 lavoratori “in nero”. L’anno precedente i lavoratori “in nero”
erano invece 151.000; lo scostamento – secondo il
Ministero – è dovuto alla restrizione del campo di applicazione della normativa sanzionatoria al solo lavoro subordinato (l’art.4 della L. n.183/10 ha riformulato la c.d. maxisanzione contro il sommerso, colpendo
esclusivamente l’impiego di lavoratori “subordinati”
senza preventiva comunicazione di instaurazione del
rapporto di lavoro) alla contrazione occupazionale
che inevitabilmente incide anche sul sommerso e al
notevolissimo incremento che hanno avuto le forme
contrattuali di lavoro flessibile (si pensi al contratto
di lavoro intermittente e lavoro accessorio). Complessivamente, il lavoro intermittente è passato dai
211.352 contratti attivati nel 2009 ai 522.445 del
2010 (+247%), mentre il monitoraggio sull’utilizzo
del lavoro accessorio ha evidenziato un trend dai
2.568.294 voucher del 2009 agli 11.767.165 voucher
venduti nel corso dell’anno 2011 (+458%). Pertanto,
nel corso del 2011 sono state irrogate 52.426 maxisanzioni per l’impiego di lavoratori “in nero”, con una
flessione del -8% rispetto al 2010. Nel 2011 anche il
recupero contributivo ha subito una leggera flessione
32
(-13%) assestandosi a 1.225.165.438 euro, anche se
tale dato è riferito alle somme “accertate” e non a
quelle “riscosse”. I dati del 2011 hanno invece registrato un forte incremento della “presenza sul territorio”; in altri termini, rispetto a quanto programmato a
inizio anno, è stato controllato un numero di aziende
quantitativamente superiore. Nel corso delle verifiche
sono stati adottati 8.564 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, la quasi totalità legata
all’impiego di manodopera sommersa in misura superiore al 20% di quella presente sul luogo di lavoro e
con solo 36 casi di sospensione per gravi e reiterate
violazioni della disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza. Relativamente alla materia della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, il 2011 ha evidenziato un calo del numero delle violazioni pari a -16%,
sostanzialmente riconducibile a due fattori: crisi economica nel settore edile e diminuzione delle risorse
ispettive con profilo tecnico. L’attività di vigilanza
per il 2012. Prendendo le mosse dall’analisi dei risultati conseguiti nello scorso anno, comunque considerati positivi, anche se il dato delle aziende risultate
irregolari evidenzia che circa la metà degli accessi
sono andati “a vuoto”, il Documento di programmazione dell’attività di vigilanza per il 2012 ribadisce l’esigenza di porre in essere un’attività di intelligence
volta a selezionare al meglio gli obiettivi da ispezionare, puntando sempre più a contrastare gli illeciti sostanziali. Tale attività non può tuttavia prescindere
da una valutazione delle specificità di ciascun territorio, pertanto, nel documento di cui si argomenta viene subito chiarito che la pianificazione è “strettamente correlata alle caratteristiche specifiche dei fenomeni di irregolarità che emergono nei diversi ambiti
locali. La realizzazione di controlli realmente incisivi sul territorio nazionale non può infatti certamente prescindere dall’individuazione di fenomeni “sensibili” nei confronti dei quali indirizzare le verifiche
ispettive, risultanti da una specifica “mappatura”
delle diverse problematiche esistenti a livello regionale e provinciale, sulla base delle proposte – sia in
termini quantitativi che, principalmente, in termini
qualitativi – provenienti dalle diverse Strutture terPREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
NORMATIVA
ritoriali”. Dopo tale precisazione, le prime indicazio- cazioni relative allo svolgimento di un’attività di vigini contenute nel Documento di programmazione ri- lanza legata a: occupazione irregolare dei miguardano lo svolgimento dell’attività di vigilanza nori nei settori maggiormente a rischio, con specifiordinaria e, in primo luogo, l’attività di contrasto al co riferimento al rispetto del divieto delle lavorazioni
lavoro “nero”. Al riguardo il Ministero ricorda come pericolose, faticose e insalubri e alla sorveglianza sacontrastare il lavoro “nero” voglia dire anche contra- nitaria; false prestazioni di lavoro in agricoltustare il fenomeno degli infortuni sul lavoro, eviden- ra, con riferimento al contrasto al fenomeno dell’inziando che particolare attenzione dovrà essere posta staurazione fittizia di rapporti di lavoro agricolo al
al fenomeno dell’impiego di lavoratori clandestini fine di ottenere indebite prestazioni previdenziali, in
extracomunitari, soprattutto nell’ambito di partico- particolare nelle regioni del sud; pari opportunità,
lari settori merceologici (in primo luogo, agricoltura verificando l’esistenza di eventuali fenomeni discried edilizia) e in specifiche zone del territorio nazio- minatori fondati sul sesso, nonché l’effettività della
nale (prevalentemente le aree geografiche del Meri- tutela delle lavoratrici madri; tutela dei disabili,
dione). Il documento ministeriale chiede altresì verificando la regolarità degli adempimenti richiesti
un’attenta verifica degli istituti dell’appalto, del su- dalla L. n. 68/1999, con particolare riguardo alla cobappalto e del distacco. In tali ambiti si chiede, in pertura dell’aliquota obbligatoria di unità apparteparticolare, un approfondimento dei rapporti tra nenti alle categorie protette; cooperazione avvacommittenti, appaltatori e subappaltatori e degli lendosi, anche per il 2012, degli Osservatori provinaspetti relativi alla responsabilità solidale, nonché la ciali delle cooperative, verificando, fra l’altro, la gericerca di eventuali fenomeni di somministrazione nuinità della formula cooperativistica, la corretta inirregolare, abusiva o fraudolenta, con particolare ri- staurazione e gestione dei rapporti di lavoro, le conferimento al settore della logistica, al facchinaggio e dizioni di lavoro di soci lavoratori e di lavoratori diai servizi alla persona. Altro campo di verifica indica- pendenti e contrastando fenomeni elusivi degli obto dal Documento di programmazione è quello relati- blighi retributivi e contributivi; autotrasporto, con
vo alla corretta qualificazione dei rapporti di lavoro. particolare attenzione agli adempimenti previsti
In tal caso le verifiche saranno mirate, in particolare, dalla vigente normativa comunitaria in merito al nua valutare la corretta applicazione delle forme con- mero dei giorni (200) di lavoro effettivo dei condutrattuali atipiche o flessibili (contratti di lavoro inter- centi da controllare presso i locali delle imprese. Il
mittente, lavoro accessorio, contratti part-time, col- Documento di programmazione richiede la verifica,
laborazioni coordinate e continuative anche a pro- per l’anno 2012, di 138.967 aziende (-3,66% degetto, associazioni in partecipazione ecc). Qui si evi- gli accessi previsti per il 2011).
¢
denzia che l’uso improprio
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
delle forme flessibili, comportando minori costi del laATTIVITA’ ISPETTIVA SVOLTA NEL 2011
voro, determinano fenomeni
(I dati del ministero non includono i risultati della Sicilia)
di dumping sociale che danNumero di
neggiano inevitabilmente le
Numero di
Aziende
lavoratori Recupero contributi
Aziende
Ente
lavoratori
imprese che operano sul
ispezionate irregolari
totalmente
e premi evasi
irregolari
mercato rispettando le regoin nero
le. Più specificatamente l’atMinistero del lavoro
148.553
73.722
164.473
52.426
€ 165.479.636,00
tenzione andrà posta sul fenomeno delle false partite Inps
73.789
57.224
56.660
45.036
€ 981.438.778,00
Iva e sulle collaborazioni occasionali ex art.2222 c.c., che Inail
21.201
18.145
48.716
7.509
€ 56.548.902,00
dissimulano veri e propri
694
550
8.419
308
€ 21.698.122,62
rapporti di lavoro di natura Enpals
subordinata. Nel Documento
Riepilogo
244.237
149.641
278.268
105.279 € 1.225.165.438,62
trovano inoltre spazio indiPREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
33
NORMATIVA
Simone Parola
contribuzione 2012: il punto dell’inps
C
on la circolare n. 49 dello scorso 29 marzo, l’Inps ha effettuato una ricognizione
delle principali disposizioni in materia di
contribuzione dovuta dai datori di lavoro
in genere e dalle aziende agricole per gli operai a
tempo determinato e indeterminato.
Per la generalità dei datori di lavoro non è prevista
per l’anno 2012 alcuna variazione del contributo
Ivs (invalidità, vecchiaia e superstiti).
Per i datori di lavoro agricolo che impiegano
operai a tempo indeterminato e a tempo determinato ed assimilati, invece, è previsto un incremento annuale dello 0,20% sino al raggiungimento dell’aliquota complessiva del 32% (più
lo 0,30% previsto dalla finanziaria 2007). L’adeguamento non si applica all’aliquota a carico del
lavoratore che ha già raggiunto l’aliquota piena.
Pertanto, per l’anno 2012, l’aliquota contributiva
risulta fissata al 27,70% di cui 8,84% a carico del
lavoratore.
Per le aziende singole o associate di trasformazione o manipolazione di prodotti agricoli zootecnici e di lavorazione di prodotti
alimentari con processi produttivi di tipo
industriale l’aliquota contributiva dovuta al Fpld
(Fondo pensioni lavoratori dipendenti) è stata aumentata, nell’anno 2011, nella misura 0,51 punti
percentuali in modo da raggiungere il limite dell’a-
liquota complessiva del 32% (più lo 0,30% previsto
dalla finanziaria 2007). Pertanto, per l’anno 2012,
l’aliquota contributiva risulta fissata al 32,30% di
cui 8,84% a carico del lavoratore.
Nessuna variazione per il 2012 sui contributi
Inail per gli operai agricoli dipendenti. Di conseguenza i contributi per l’assistenza infortuni sul
lavoro restano fissati nelle seguenti misure: Assistenza Infortuni sul Lavoro 10,1250; Addizionale
Infortuni sul Lavoro 3,1185.
Nessuna variazione per il 2012 in materia di agevolazioni per zone tariffarie nel settore
agricolo poiché dal periodo di paga “agosto 2010”
sono a regime le misure in essere fino a luglio 2010.
Territori
Misura
agevolazione
D.L.
Dovuto
Non svantaggiati
(ex fiscalizzato Nord)
-
100%
75%
68%
25%
32%
Montani
Svantaggiati
L’agevolazione non trova applicazione sul contributo previsto dall’articolo 25, c. 4 della legge 21
dicembre 1978, n 845, versato dai datori di lavoro
unitamente alla contribuzione a copertura della disoccupazione involontaria.
¢
Elenchi dei lavoratori agricoli: le novità
L
Lucia Russillo
’Inps, con circolare n.43 del 21 marzo, fornisce chiarimenti relativamente alla pubblicazione degli elenchi nominativi dei lavoratori dell’agricoltura, secondo quanto disposto dal D.L. 6 luglio 2011, n.98, convertito nella Legge 15 luglio 2011, n.111. Relativamente alla modalità di pubblicazione degli elenchi e di
accesso da parte dei soggetti interessati, l’Istituto chiarisce che, dal 30 marzo 2012, gli elenchi nominativi
annuali valevoli per l’anno 2011 saranno pubblicati, con valore di notifica agli interessati, da valere ad ogni effetto
di legge, sul sito dell’Istituto, nella sezione “Avvisi e Concorsi”, e saranno liberamente accessibili per 15 giorni dalla data di pubblicazione. Gli elenchi saranno consultabili per singola provincia e singolo comune e ognuno di essi
sarà accompagnato da un frontespizio riportante l’anno di validità, il numero dei lavoratori contenuto, i riferimenti
normativi e procedurali a base delle iscrizioni, l’organo e i termini per gli eventuali ricorsi amministrativi. Decorsi
i quindici giorni consecutivi della pubblicazione, i medesimi elenchi non saranno più visualizzabili sul sito dell’Istituto. Con le stesse modalità saranno pubblicati gli elenchi trimestrali di variazione per i riconoscimenti e/o disconoscimenti di giornate lavorative intervenuti successivamente alla pubblicazione degli elenchi nominativi principali
valevoli per l’anno 2011. Nei suddetti elenchi confluiranno anche le variazioni valevoli per l’anno 2010 e precedenti. Anche in questo caso la pubblicazione degli elenchi di variazione avrà, ad ogni effetto di legge, valore di notifica al soggetto interessato. Permane l’obbligo, per l’Istituto, di trasmettere gli elenchi ai competenti Centri per l’impiego entro i venti giorni successivi alla pubblicazione.
¢
34
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
NORMATIVA
Simone Parola
La prescrizione dei contributi previdenziali
A
nche per le obbligazioni contributive
trova applicazione il principio generale
della prescrizione, istituto che ricollega
all’inerzia del titolare, protrattasi per
un determinato periodo di tempo previsto dalla legge, l’estinzione di un diritto. La normativa
regolante la prescrizione della contribuzione di
pertinenza delle gestioni pensionistiche Inps,
nonché di tutte le altre contribuzioni di previdenza e di assistenza obbligatoria è dettata dalla
Legge 8 agosto 1995, n. 335. L’interpretazione
della legge ha dato luogo a contrasti giurisprudenziali che solo in epoca recente hanno assunto
un indirizzo univoco. Sulla scia dei mutati orientamenti della giurisprudenza, l’Inps ha spiegato,
con la circolare n. 31 del 2 marzo scorso, che il
termine prescrizionale di dieci anni, antecedente al 1° gennaio 1996, resta in vigore soltanto in
presenza di una denuncia del lavoratore intervenuta entro i cinque anni dalla scadenza dell’obbligo contributivo. Cosa prevede la legge. Le
contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria si prescrivono e non possono
essere versate (nel caso in cui il datore di lavoro effettui spontaneamente il versamento della
contribuzione prescritta, l’Inps procede d’ufficio
al rimborso) con il decorso dei seguenti termini:
a) dieci anni per le contribuzioni di pertinenza del Fondo pensioni lavoratori dipendenti e
delle altre gestioni pensionistiche obbligatorie,
compreso il contributo di solidarietà previsto
dall’articolo 9-bis, comma 2, del Decreto Legge
29 marzo 1991, n. 103, convertito, con modificazioni, dalla Legge 1 giugno 1991, n. 166, ed
esclusa ogni aliquota di contribuzione aggiuntiva non devoluta alle gestioni pensionistiche.
A decorrere dal 1° gennaio 1996 tale termine è
ridotto a cinque anni salvi i casi di denuncia del
lavoratore o dei suoi superstiti; b) cinque anni
per tutte le altre contribuzioni di previdenza e di
assistenza sociale obbligatoria. I soggetti che
possono effettuare la denuncia. La denuncia del mancato pagamento dei contributi costituisce lo strumento a disposizione del lavoratore
o dei suoi superstiti per ottenere il riconoscimento della contribuzione. In particolare, sono
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
legittimati ad effettuare la denuncia i seguenti
soggetti: i lavoratori subordinati o a progetto, i
lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, gli associati in partecipazione, i coadiuvanti dell’imprenditore artigiano
e commerciante e i componenti del nucleo familiare dei lavoratori autonomi agricoli. La giurisprudenza. Relativamente alla prescrizione
decennale la Corte di Cassazione, secondo un
costante orientamento, ha statuito quanto segue. Qualora, alla data del 17 agosto 1995, siano
trascorsi cinque anni dalla scadenza dell’obbligo contributivo, la denuncia del lavoratore o dei
suoi superstiti, se intervenuta entro il 31 dicembre 1995, realizza il medesimo effetto conservativo della prescrizione decennale analogamente
agli effetti degli atti interruttivi posti in essere
dall’Istituto nel medesimo periodo. Qualora, al
17 agosto 1995, non sia trascorso il termine di
cinque anni dalla scadenza dell’obbligo contributivo, il termine di prescrizione decennale permane a condizione che, prima della scadenza
del quinquennio, intervenga una denuncia del
lavoratore o dei suoi superstiti. A partire dal 1°
gennaio 1996 la contribuzione dovuta alle gestioni pensionistiche obbligatorie si prescrive in
cinque anni, salvo il caso di denuncia da parte
del lavoratore o dei suoi superstiti. In questo
caso viene mantenuto il termine decennale. Gli
atti interruttivi della prescrizione. L’atto
che consente di conservare il termine decennale
di prescrizione è soltanto la denuncia di omissione contributiva presentata all’Istituto dall’interessato (o dai superstiti) ai fini del recupero
dei contributi non denunciati. L’allungamento
del termine prescrizionale opera indipendentemente dal fatto che l’Istituto si attivi o meno,
nei confronti del datore di lavoro inadempiente, con le opportune azioni di recupero. Sono
inoltre considerati interruttivi gli atti dell’Inps
di indagine o attività ispettiva in qualità di titolare della contribuzione omessa. Non potranno
ritenersi idonei, invece, gli atti d’iniziativa assunti da soggetti diversi (tra i quali si annoverano i verbali di altri Enti contenenti la contestazione dell’omissione contributiva).
¢
35
Periti agrari
a cura del Comitato amministratore
Battuta l’inflazione
Dal Consuntivo 2011 una conferma della buona gestione della Cassa
S
ono quasi le 16 di lunedì 26 marzo.
Sotto la vigile presidenza di Mimmo Giannotta, la Commissione
è al gran completo, ci ha raggiunto
anche Enore Venir, il nuovo componente del Comitato amministratore della Cassa
dei Periti Agrari, per una presentazione informale e amichevole. Il giorno dopo con il
benvenuto del presidente Carlo Siciliani
verrà formalizzata la sua “entrata”. Subentra
a Giancarlo (Moretti)…
Sono quasi le sedici, il dottor Robbiano, coadiuvato dal dottor Bassani e dal dottor Boatto, inizia la lettura del Bilancio consuntivo
2011. Il lavoro preparatorio della Commissione da tempo agevola il compito del Comitato amministratore.
I numeri del Bilancio scorrono proiettando
una condizione che “ancora una volta” conferma la buona gestione della Cassa.
Sono confermati gli iscritti… la crisi non ha
allontanato colleghi dalla Cassa, anzi si pensa che nel prossimo biennio tornino a crescere..., vedremo.
Sono confermate le proiezioni delle entrate a
rafforzamento e conferma che anche le “prestazioni professionali” dei Periti Agrari e Periti Agrari laureati tengono. Le difficoltà anche del comparto agricolo e ambientale sono
conosciute.
Cominciano ad affiorare gli embrioni del
recupero di ritardati od omessi versamenti.
L’azione si sta concretizzando soprattutto
nell’anno in corso. Ne parleremo in altra occasione.
Si rileva che la nostra categoria è longeva.
Un numero elevato di pensionati continua
l’attività. Sono circa il 45 %. Un inciso. Dal
primo gennaio è obbligatorio che questi nostri colleghi versino i contributi soggettivi,
almeno il 10 %. Non dimentichiamo l’operazione “Poseidone” che ha coinvolto alcuni
nostri colleghi.
Un segnale certamente positivo della fiducia
dei nostri colleghi nella Cassa emerge guardando agli 82 iscritti che hanno optato per il
versamento di una aliquota maggiore rispetto
a quella prevista per legge del 10 %. È un bel
segnale…
Solido, se pur rapportato al numero degli
iscritti, è il montante previdenziale complessivo superiore ai 75 milioni di euro.
Molto buono il risultato del rendimento complessivo degli investimenti finanziari che è
stato pari al 3,69 % al netto delle imposte.
Una somma pari a € 3.118.193,00.
Ed arriviamo a quei capitoli che al solo ascoltarli ci rasserenano, anche di fronte ai nuovi
impegni richiesti dal ministro Fornero. La
nostra Cassa può garantire una sostenibilità
Staffetta fra enore venir e giancarlo moretti
E
nore Venir è il nuovo membro del Comitati amministratore della Cassa dei Periti Agrari.
Succede a Giancarlo Moretti. Un bel traguardo che riconosce il qualificato e costante impegno
donato alla categoria della sua Udine e alla regione Friuli.
Sono bastate le significative parole del presidente Carlo Siciliani a porgergli quel benvenuto, intriso di
aspettative per continuare l’opera di rafforzamento della nostra Cassa di previdenza.
Certamente la non breve esperienza a guida del Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari laureati di Udine favorirà il rafforzamento del legame fra la Cassa e il Collegio per promuovere e valorizzare la nostra categoria.
E la sua cordiale disponibilità s’innesterà certamente sul clima di amicizia e collaborazione che caratterizza i colleghi eletti nel Comitato amministratore della Cassa.
¢
36
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Periti agrari
per i prossimi cinquant’anni, grazie anche al tivo da parte del Comitato amministratore e
fondo di riserva previsto dall’art. 28, del no- il successivo parere del ministero del Lavostro Regolamento. Il fondo di riserva si avvi- ro, ma siamo certi che nulla verrà obiettato
cina agli otto milioad una scelta che è
ni di euro.
orientata a manteEd è guardando a
nere il rendimento
questi numeri, nella
del montante vicino
loro positività, cero superiore all’inflatamente significativi
zione reale del Paeche il giorno dopo
se. Lasciateci esclain sede di Comitamare: “è così che
to amministratore
si salvaguardano le
il direttore generaattese previdenziali
le Mori ha potuto
dei nostri iscritti”.
presentare la proE la maggiore rivaposta, predisposta
lutazione dei nostri
dalla Commissione,
conti
individuali
di destinare una
non ha impedito al
parte
consistente
Comitato di destinaAleksandr Ivanovič Kuprin, Nudo con tappeto asiatico sullo sfondo,
dell’utile di gestione 1918, Saransk, Museo di Belle Arti della Repubblica di Mordovia S.D. Erzy
re, comunque, quasi
finanziaria alla rivaun milione di euro
lutazione dei conti individuali di ogni iscritto. al fondo di riserva.
Da una rivalutazione prevista dalla legge Ed infine… anche quest’anno si conferdell’1,61%, siamo decisamente ben oltre il 3%. mano le entrate dei contributi integrativi
Un bel risultato che per la prima volta viene che ci permettono di affermare che all’oottenuto anche grazie a quella feconda colla- rizzonte possiamo pensare a migliorare i
borazione fra la nostra Cassa e la Fondazione. servizi che la Cassa può offrire ai propri
Certo, prima di gioire dobbiamo attendere la iscritti. Uno sforzo che dovrà certamendelibera di approvazione del Bilancio consun- te coinvolgere anche il nuovo Cnpa.
¢
Elette le cariche in seno alla commissione lavoro
I
l 18 gennaio il Comitato amministratore aveva approvato il Regolamento della Commissione lavoro.
Uno strumento che in questi anni ha favorito il raggiungimento di obiettivi significativi. Primo fra tutti
l’attuarsi di relazioni collaborative e costruttive fra la nostra Cassa, la Fondazione Enpaia e la struttura. I risultati positivi possono essere raggiunti solo se, nel rispetto dei reciproci ruoli, tutti concorrono a
raggiungere la medesima meta. La nostra missione è di garantire ai nostri iscritti quel futuro che per molte
categorie sembra essere offuscato. Con l’approvazione dello strumento operativo della cassa era stato eletto
presidente il collega Cosimo Damiano Giannotta, per tutti Mimmo, demandando ad una seduta successiva l’elezione del vicepresidente e del segretario.
Il 12 aprile la Commissione lavoro ha chiamato a svolgere le funzioni di segretario Carmelo Toscano e
quale vicepresidente ha eletto Giuseppe Zingarelli.
Nel pieno delle proprie funzioni e completato il quadro degli organi regolamentari, adesso la Commissione lavoro può continuare e rafforzare il proprio impegno in un contesto di dialogo e confronto anche
con il nuovo Consiglio nazionale.
¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
37
Agrotecnici
a cura del Comitato amministratore
Cassa Agrotecnici: quando piccolo è bello
L
a Gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, inclusa
nella Fondazione Enpaia, è numericamente la più piccola fra le gestioni
previdenziali professionali, ma ciò nonostante
capace di realizzare risultati significativi. Va ricordato inolte che essa è a “contributivo puro”.
In tempi critici come quelli attuali, costellati da
crak finanziari, in un contesto nazionale di recessione e internazionale di generalizzata crisi, il
primo aspetto che emerge analizzando i dati della previdenza degli Agrotecnici è l’avere sempre
centrato, con matematica quanto sorprendente
precisione, gli obiettivi previsti nello studio attuariale posto alla base dell’esistenza stessa della Gestione (peraltro determinati con preveggenza, perché la Gestione venne autorizzata 14
anni fa, nel marzo 1998). Si previde allora che
gli iscritti sarebbero cresciuti del 2% l’anno, una
percentuale annualmente sempre rispettata,
quando non superata.
Il secondo elemento che balza agli occhi è riferito al recentissimo dibattito sulla sostenibilità
delle Casse di previdenza private (quelle riunite nell’Adepp), alle quali il Governo ha imposto,
nel breve volgere di qualche mese, di passare da
una sostenibilità garantita a 30 anni ad una sostenibilità garantita a 50 anni, creando logiche
difficoltà nel raggiungimento di un obiettivo così
ambizioso. Eppure, in un contesto oggettivamente problematico, brilla la Cassa degli Agrotecnici sulla quale una simile questione scivola
via come acqua sui sassi, posto che essa già ora
garantisce una sostenibilità “all’infinito”, come
certificato dal Nucleo di valutazione della spesa
previdenziale del ministero del Welfar che, nella sua relazione datata 28 ottobre 2009, nell’esaminare lo sviluppo futuro delle Casse private
italiane ed in particolare l’anno in cui esse (ove
non adottino interventi correttivi) avranno un
saldo previdenziale negativo, alla riga riservata
alla Cassa Agrotecnici non indica una data ma
(caso unico) la parola “mai”. Siamo dunque in
presenza, ad avviso del ministero vigilante, di
una gestione dall’orizzonte infinito, per somma
38
tranquillità dei suoi iscritti.
Il terzo elemento è riferito all’incidenza dei
pensionati rispetto agli iscritti attivi, esso è indubbiamente il più basso in assoluto fra tutte le
Casse di previdenza, pari allo 0,65%. Non è un
errore, la cifra è esatta: ogni 1.000 Agrotecnici
attivi, i pensionati sono solo 6,5. Un risultato per
altre gestioni non riproducibile e frutto del fatto
che gli Agrotecnici sono una categoria previdenzialmente giovane.
Il quarto elemento riguarda la capacità degli
amministratori di garantire la rivalutazione
dei contributi previdenziali versati dagli iscritti
utilizzando solo i proventi finanziari degli investimenti mobiliari ed immobiliari, cosa non
sempre facile posto che la percentuale di rivalutazione dei montanti è determinata aprioristicamente dalla legge n. 335/1995, secondo un tasso
“pari alla variazione media quinquennale del
prodotto interno lordo (pil) nominale, appositamente calcolata dall’Istat con riferimento al
quinquennio precedente l’anno da rivalutare”;
per raggiungere un simile risultato non devono
essere perciò compiuti errori nelle politiche di
investimento della Gestione. La serie storica dei
tassi di rivalutazione dei montanti previdenziali
dimostra questa affermazione: nel 1998 la rivalutazione dovette essere del 5,359%, del 5,65%
nel 1999 e del 5,17% l’anno seguente. Dieci anni
dopo, nel 2008, quando il rendimento dei titoli
di Stato era prossimo allo zero, la rivalutazione
era ancora pari al 3,465% e nel 2009, in piena
tempesta finanziaria, fu del 3,32%. Ebbene gli
amministratori, con una politica assolutamente
oculata, sono sempre riusciti (escluso un anno)
a realizzare ottimi rendimenti, destinando il
surplus ad un apposito fondo di riserva, con
l’ulteriore effetto di disporre di un patrimonio
sempre superiore agli impegni del Fondo previdenziale nei confronti degli assicurati. Dunque
gli Agrotecnici hanno messo via “fieno in cascina” per qualunque futura evenienza (ed altro si
presume ne accantoneranno in futuro).
Il quinto ed ultimo aspetto è legato al modo in
cui gli amministratori hanno affrontato il proPREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
Agrotecnici
blema del “tasso di sostituzione” (problema to dall’Istat, più alto è questo tasso e maggiori
centrale della futura previdenza). Si è ritenuto saranno le future pensioni ma, come abbiamo
di dover procedere incentivando l’aumento del detto all’inizio, il tasso Istat è fisso per tutti. Ma
versato, che ora sconta un’aliquota minima pari qualcuno può impedire di aumentarlo (avendo
al 10%, ma escludendo di aumentare questa per- i soldi, ovviamente), si sono chiesti gli amminicentuale (sarà invece presto aumentata, e si- stratori? No, hanno risposto e perciò, nell’aprile
gnificativamente, la somma minima da versare 2012, deliberato di procedere ad una rivalutazioannualmente,
ne dei contributi
per scoraggiare
in misura del
le iscrizioni dei
50% superiore a
“senza
reddiquella “imposta”
to”, veri o predall’Istat, con
sunti che siano)
grande beneficio
bensì puntando
dei “previdenti”,
sull’attrattività
i quali vedono
della gestione e
così passare il
sulla volontarietasso di rivalutà dell’aumento
tazione del 2011
delle aliquote.
dall’1,6165%
Con l’ultima re(tasso Istat) al
visione del Re2,42475%.
golamento preUn aumento rividenziale sono
levantissimo, il
state
istituite
50% in più che,
aliquote contrisviluppato nel
butive superiori
tempo futuro
(dal 12% al 26%)
(e se mantenuche gli iscritti
to anche negli
possono libera- Vasilij Kandinskij, Mosca. La Piazza Rossa, 1916, Galleria Statale Tretyakov
anni a venire)
mente scegliere
farà la diffedi utilizzare e, pur se in presenza di una oppor- renza. E probabilmente introduce anche eletunità nuova e nel mezzo di una crisi economica menti di concorrenza fra le diverse gestioni
senza precedenti, nel 2011 il 4% degli iscritti ha previdenziali degli Albi professionali: infatti
imboccato questa strada. Sono stati poi previsti chi sceglierà quello degli Agrotecnici e degli
meccanismi vari di ricostruzione della carriera Agrotecnici laureati potrà contare su pensioni
previdenziale per gli anni di esercizio profes- più alte (rispetto alle gestioni che si limitano
sionale non coperti da previdenza (l’Albo degli a dare il minimo di legge).
Agrotecnici è stato istituito nel 1986, la previ- La decisione dell’aumento deve però scontare
denza 10 anni dopo), per il riscatto della laurea ancora un passaggio “tecnico”, l’autorizzazioe del tirocinio professionale.
ne dei ministeri vigilanti: si tratta infatti della
Infine, da ultimo, l’azione più importante, re- prima volta in assoluto che una Cassa di previcentemente deliberata dal Comitato ammini- denza chiede di incrementare la pensioni più
stratore: l’aumento della rivalutazione annuale di quanto dovuto e serve perciò l’autorizzaziodei contributi versati. Che consentirà ai “previ- ne governativa. Ma non riusciamo ad immadenti” Agrotecnici di avere pensioni più elevate. ginare come il Governo possa eventualmente
Partendo dal presupposto che il montante previ- negarla, negare cioè la possibilità di miglioradenziale si determina moltiplicando i contributi re (senza costi per lo Stato) le prestazioni ai
¢
versati per il tasso di rivalutazione determina- cittadini “Agrotecnici”.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
39
GIALLO
Severo De Pignolis
Ma che giallo è questo qua?
È
un periodo che si vendono soprattutto noir (è più di moda che dire gialli).
Pur di farsi ripubblicare anche l’Odissea sarà presto edita come «I delitti di
Troia» e il sottotitolo «Sangue, sesso e inganni in una vecchia crisi greca».
Ma se avete la pazienza di ordinare in libreria «Giallo smalvito» (120
pagine per 10 euri) scoprirete un noir – senza sangue – dei nostri giorni, pieno
di passione verso gli esseri umani; quasi fiabesco eppure radicato nella realtà...
anche se pochi la vedono.
Sui vocabolari «smalvito» non si trova: è espressione romagnola per indicare
scolorito. Proprio come il cerchio “stinto” nella copertina gialla dove una signora
che non pare giovanissima e neppure super-sexy viene sollevata in aria da 11 palloncini. Un piacevolissimo romanzo breve, scritto (anzi cesellato) da Paolo Martini e Stefano Damiani, pubblicato da Carta Bianca editore di Faenza su progetto
della cooperativa sociale Zerocento. Le ultime 12 pagine del volume raccontano,
fuori da ogni tono celebrativo, proprio i 25 anni di questa coop che gioca un ruolo anche nel giallo “smalvito”.
In una guida «sociale» scrive John Roche che per gli anglosassoni è difficile
comprendere la sanguigna Romagna anche perché, da queste parti, «la realtà
– non di rado – è molto meno importante del gusto di raccontarla». Consiglia
poi di andare a Bagnacavallo per conoscere «una piccola rivoluzione» di arzilli
vecchietti, in corso dal 2003. Ed è proprio in mezzo al “Giardino dei semplici” di
Bagnacavallo che ci conducono dolcemente (e con ironia che ogni tanto oscilla
verso il surreale) Martini e Damiani.
Subito incontriamo un «diversamente abile»: in realtà un minotauro, «metà uomo
e metà carrozzina» e, siccome a volte vede cose che non ci sono, difficilmente verrà
creduto quando si accorge di quel che tutti gli altri non sanno vedere. Dalle prime
pagine capiremo che due carabinieri piuttosto simpatici (ma poco abituati a indagini e riflettori) dovranno fare i conti con un giornalista che definire razzista è poco
ma anche con i «portatori sani dei si dice».
Tutto ruota intorno alla misteriosissima scomparsa di Cesira, 83 anni. Un poliambulatorio viene requisito per ascoltare i testimoni e subito ribattezzato Polinterrogatorio. Compare un immigrato minorenne, dai più designato capro espiatorio. C’è
l’assistente sociale Paola, in segreto poetessa («di mestiere rammendo l’esistenza»).
Incontriamo il Malavolti che in paese «hanno visto in lacrime solo quando è morto
Pantani» ma che stavolta piange per le sue «paturnie» di proteggere un innocente.
Con un botto imprevisto arriva Andrea Mingozzi, figlio della Cesira sparita... o, dice
lui, sequestrata. Piombano a Bagnacavallo le telecamere di «Chi l’ha visto?» e una
voce misteriosa si fa viva per telefono. Intanto il maresciallo capo Fabio Fargnoli si
arrovella su una strana idea, che «non risolvere questo caso fosse un modo come un
altro di fare giustizia». L’epilogo gli darà ragione? Giallo «smalvito» per scelta, non
per scarsità di personaggi o di sorprese. Sono certo dell’esistenza di assistenti sociali come Paola che sussurrano versi di Giorgio Caproni nell’orecchio di marescialli
come il malinconico Fargnoli. Ne servirebbero di più ma intanto ascoltiamo quelle
che ci sono... a Bagnacavallo e in molti altrove.
¢
40
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
PREVIDENZA
Maria Miligi
Rivalutati gli importi degli assegni familiari
Con la circolare n.25 del 22 febbraio scorso l’Inps ha definito la rivalutazione, per l’anno 2012, dei limiti di
reddito sia per la cessazione o riduzione della corresponsione degli assegni familiari che per l’accertamento
del carico ai fini dei diritto agli assegni stessi. Queste disposizioni trovano applicazione nei confronti dei
coltivatori diretti, coloni, mezzadri e dei piccoli coltivatori diretti e dei pensionati delle gestioni speciali per
i lavoratori autonomi. Per questi soggetti, la cessazione del diritto alla corresponsione dei trattamenti di
famiglia non comporta la cessazione di altri diritti e benefici dipendenti dalla vivenza a carico e/o ad essa
connessi. Gli importi delle prestazioni, per i coltivatori diretti, coloni, mezzadri e piccoli coltivatori diretti,
sono pari a € 8,18 mensili per i figlio.
Niente sgravi per i pagamenti effettuati dopo l’emissione dell’avviso di addebito
L’Inps, con il messaggio n.2766 del 16 febbraio 2012, ha chiarito che, nel caso di recupero delle somme a
qualunque titolo dovute all’Istituto, effettuato mediante la notifica di un avviso di addebito con validità di
titolo esecutivo, il pagamento, da parte dell’azienda, dopo la formazione dell’avviso di addebito e della sua
consegna all’agente di riscossione verrà gravato anche dell’aggio e delle sanzioni, vista l’impossibilità di
applicare a tale casistica qualsiasi provvedimento di sgravio di partite debitorie.
Voucher acquistabili anche in posta
È possibile acquistare i “voucher” per il pagamento del lavoro occasionale e accessorio presso tutti i 14mila
uffici postali d’Italia, infatti, Poste Italiane e Inps hanno siglato un accordo per la distribuzione dei buoni
tramite gli uffici stessi. Il datore di lavoro potrà acquistare i voucher, entro un limite giornaliero di acquisto di 5.000 euro lordi, in contanti o tramite Postamat, presentando la tessera sanitaria per la verifica del
codice fiscale o comunicando la partita IVA.
I requisiti contributivi per i lavori usuranti
L’Inps, con messaggio n.3844 del 2 marzo scorso, ha fornito ulteriori fornisce chiarimenti relativamente
ai requisiti di accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori occupati in attività usuranti che maturino i requisiti agevolati in più gestioni pensionistiche. In primo luogo l’Istituto chiarisce che la titolarità
di assegno ordinario o pensione di invalidità non osta ai fini della certificazione attestante lo svolgimento
dell’attività da lavoro faticoso e pesante; in secondo luogo precisa che, per i lavoratori che perfezionino nel
medesimo anno o in anni diversi il requisito agevolato sia nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti sia in
una delle Gestioni del lavoratori autonomi, la certificazione deve essere rilasciata nel Fondo o nella Gestione in cui viene perfezionato per primo il requisito agevolato. Pertanto, il diritto a pensione con il requisito
agevolato può essere conseguito solo nella gestione per la quale è stato rilasciato il certificato in questione,
ferma restando la possibilità di conseguire il diritto a pensione in altra gestione, al raggiungimento dei
requisiti ordinari.
Certificati medici e visite di controllo
L’Inps, con messaggio n.4344 del 12 marzo 2012, fornisce dei chiarimenti sulle richieste di visite mediche
di controllo dei lavoratori malati e sulle indicazioni dell’indirizzo di reperibilità. In materia di richiesta di
visita medica l’istituto chiarisce che il datore di lavoro dovrà effettuare la richiesta solo tramite servizio
telematico mentre le richieste via fax verranno evase solo nel caso in cui ci siano interruzioni del servizio
telematico dovute a problematiche tecniche. Inoltre, viene chiarito che le richieste di visita da effettuarsi
nella fascia mattutina dovranno pervenire prima delle nove del mattino e quelle per la fascia oraria pomeridiana dovranno essere inoltrate prima delle 12.
La riforma delle pensioni
L’Inps, con circolare n.35 del 14 marzo, illustra la riforma delle pensioni di cui al D.L. n.201/11, conv. in L.
n.214/11, spiegando, in particolare, come sono disciplinate la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata, le casistiche escluse dalla riforma, la disciplina per i lavoratori stranieri, la totalizzazione, e tutte le altre
prestazioni erogate dallo stesso Istituto di previdenza.
Iscrizione d’ufficio all’Inps per gli artigiani
Nel caso in cui la Commissione Provinciale per l’Artigianato non si pronunci entro il termine di 60 giorni
sulla richiesta di iscrizione presentata dall’Istituto (a seguito di un accertamento ispettivo) nei confronti di
un soggetto, la Sede Inps territorialmente competente provvederà d’ufficio all’iscrizione del soggetto alla
Gestione Lavoratori autonomi – settore artigiano secondo le istruzioni di cui al messaggio n.3427 del 28
febbraio scorso.
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
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CONTRATTI
Marco Togna
Contratti
dell’industria e
della cooperazione
alimentare
Approvata dai lavoratori la piattaforma sindacale per il rinnovo dei contratti
nazionali dell’industria e della cooperazione alimentare. Favorevole il 97
per cento dei dipendenti dei due settori. La consultazione, che ha coinvolto più di
100 mila addetti, ha visto l’organizzazione di 1.365 assemblee nei luoghi di lavoro. La
richiesta economica di Fai, Flai e Uila è di 174 euro (al parametro 137). Tra le altre
richieste, si segnalano il rilancio della contrattazione di secondo livello, territoriale e di
settore; la definizione contrattuale dei lavoratori notturni e del lavoro a linea-catena; il
rafforzamento della capacità dei contratti nazionali di regolare la flessibilità del lavoro.
ex zuccherificio
di Casei Gerola
Sottoscritto l’accordo per la trasformazione dell’ex zuccherificio di Casei Gerola
(Pavia) in una centrale a biomasse per la produzione di energia, con una
potenza di 49,95 megawatt. L’alimentazione dell’impianto, secondo quanto stabilito
nell’intesa siglata da enti locali, sindacati e organizzazioni datoriali, sarà esclusivamente
con biomasse di origine vegetale. L’accordo prevede anche il mantenimento sia dei
livelli occupazionali sia degli attuali rapporti con i produttori agricoli locali.
Dialogo sociale
europeo nel settore
alimentare e delle
bevande
La federazione Effat (che raccoglie i sindacati europei dell’industria alimentare,
agricoltura e turismo) e l’organizzazione Food Drink Europe (ossia la controparte
imprenditoriale) hanno sottoscritto a Bruxelles l’accordo per l’avvio del
“dialogo sociale europeo nel settore alimentare e delle bevande”, patrocinato
dalla Commissione europea. Il settore, con 4,2 milioni di occupati e un fatturato di 1.000
miliardi di euro, è il più grande nel campo manifatturiero e industriale dell’Unione.
Questi i primi temi in agenda: l’incremento dell’accesso dei giovani e la gestione del
ricambio generazionale della forza lavoro (oggi molto anziana), la definizione di una
posizione comune sulla Politica agricola europea (Pac), l’armonizzazione delle norme
tra i diversi paesi.
Rinnovi contratti
integrativi
Continua la stagione dei rinnovi degli integrativi 2011-2013 di multinazionali e grandi
aziende italiane. Alla Heinz Plasmon (870 addetti) è stato stabilito un premio di
6.900 euro, pari a un incremento del 20 per cento, che verrà erogato in tre rate (2.200
euro nel 2011, 2.300 nel 2012 e 2.400 nel 2013). L’accordo prevede anche il diritto
di precedenza per i lavoratori somministrati, l’aumento dei giorni di permesso non
retribuiti per le malattie dei figli, percorsi formativi specifici per chi rientra in azienda
dopo un congedo parentale. Alla Mitica Food di Potenza (80 lavoratori), azienda di
snack salati del gruppo Preziosi, il premio concordato ammonta a 1.600 euro nel 2012
e 1.650 nel 2013; il contratto integrativo contempla anche interventi su formazione,
flessibilità del lavoro e rafforzamento del rapporto con i produttori agricoli locali.
Infine, la Heineken (1.050 lavoratori, distribuiti in cinque siti produttivi): il premio
viene incrementato del 26 per cento (per un valore annuale di 2.150 euro), previsti
anche l’aumento degli incontri annuali su vari temi (obiettivi, andamento del
gruppo, rete vendita), nuove garanzie contrattuali per i lavoratori delle aziende
appaltanti e il rafforzamento del ruolo degli Rls.
Si allontana di un anno lo spettro della mobilità per i 53 dipendenti del
salumificio Marsilli 1914 di Rovereto (Trento), azienda ammessa dal
tribunale alla procedura di concordato preventivo. È stato infatti firmato
il verbale di consultazione sindacale per la richiesta di una nuova cassa
integrazione straordinaria: la decorrenza è a partire dal 2 dicembre 2011, la
durata è di 12 mesi.
Lotte contadine di Rolando Mensi
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PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
GIURISPRUDENZA
Antonio Positino
L’applicazione dei criteri di scelta in caso di licenziamento collettivo
Secondo la pronuncia di cui si argomenta, e i cui estremi sono riportati in calce, in caso di licenziamento collettivo per riduzione del personale l’applicazione dei criteri di scelta dei lavoratori da collocare in mobilità può essere ristretta in ambito più limitato rispetto al “complesso
aziendale” cui fa riferimento l’art. 5 della Legge n. 223/1991, ma ciò può avvenire non in base
ad una determinazione unilaterale del datore di lavoro, bensì esclusivamente nel caso in cui la
predeterminazione del campo di selezione ovvero del reparto, dello stabilimento ecc., e/o di
singole lavorazioni o settori produttivi sia giustificata dalle esigenze produttive e organizzative
che hanno dato luogo alla riduzione del personale.
(Cassazione, Sezione Lavoro, Sentenza n. 2255 del 16 febbraio 2012)
Le ferie sospendono il decorso del periodo di prova
Il decorso di un periodo di prova determinato nella misura di un complessivo arco temporale (a mesi,
a settimane, ecc.), mentre non è sospeso da ipotesi di mancata prestazione lavorativa inerenti al normale svolgimento del rapporto, quali i riposi settimanali e le festività, deve ritenersi escluso - considerata la “funzione del periodo di prova concordato tra le parti, che è quello di consentire alle parti
stesse di verificare la convenienza della collaborazione reciproca” - in relazione ai giorni in cui la
prestazione non si è verificata per eventi non prevedibili al momento della stipulazione del patto stesso, quali la malattia, l’infortunio, la gravidanza e il puerperio, i permessi, lo sciopero, la sospensione
dell’attività del datore di lavoro, e il godimento delle ferie annuali.
(Cassazione, Sezione Lavoro, Sentenza n. 4573 del 22 marzo 2012)
Collocamento in cigs illegittimo se i criteri di scelta sono generici
Il collocamento in cigs di un lavoratore deve ritenersi illegittimo ove la comunicazione di apertura
della procedura di trattamento di integrazione salariale sia assolutamente generica in ordine ai criteri
in base ai quali pervenire all’individuazione dei dipendenti interessati alla sospensione tale da rendere impossibile qualunque valutazione coerente tra il criterio indicato e la selezione dei lavoratori da
sospendere. Secondo gli Ermellini tale vaghezza viola l’obbligo di comunicazione previsto dall’art. 1,
comma 7, della Legge n. 223/1991 e la violazione non può ritenersi sanata dall’effettività del confronto
con le organizzazioni sindacali, trovandosi queste ultime a dover interloquire sul tema senza essere a
conoscenza del contenuto specifico dei dati da trattare.
(Cassazione, Sezione Lavoro, Sentenza n. 4807 del 26 marzo 2012)
Valida la causale ampia nel contratto di somministrazione
La Corte di Cassazione, con la Sentenza argomentata, ha ritenuto legittimo un contratto di somministrazione avente come causale l’esigenza di far fronte a “punte di intensa attività”, poiché ha ritenuto che tale causale, benché generica, sia ben nota e sperimentata nella pratica contrattuale e sia
presente anche in risalenti norme legali relative al contratto al termine e, pertanto, valido requisito
formale del relativo contratto poiché rientrerebbe nell’ambito delle “ragioni di carattere tecnico,
produttivo, organizzativo o sostitutivo, anche se riferibili all’ordinaria attività dell’utilizzatore”. La
Corte richiede però che il datore dimostri l’esigenza, nei periodi di più intensa attività, di ricorrere
a questo strumento contrattuale. I giudici di P.zza Cavour sottolineano l’esigenza di accertare l’effettiva esistenza delle necessità alle quali si ricollega l’assunzione del singolo dipendente, al fine di
evitare che il ricorso alla somministrazione avvenga per causali non corrispondenti a quelle poste
a giustificazione del contratto di assunzione e per il perseguimento di finalità elusive delle norme
inderogabili di legge o del contratto collettivo.
(Cassazione, Sezione Lavoro, Sentenza n. 2521 del 24 gennaio 2012)
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
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CARTA
Stefania Sepulcri
Marzia Fiordaliso
AA. VV.
Eco in città - Milano
Sulla pelle viva
Pensata come uno strumento utile sia per i residenti sia per chi è
di passaggio, la guida Eco in città
(Milano) vuole essere un vademecum di consigli, idee e suggerimenti per vivere nella propria
città adottando uno stile di vita
sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Come una sorta di “Pagine
utili della sostenibilità”, la guida
offre una serie di preziose indicazioni per scoprire tutto ciò
che il territorio offre da un punto di vista ecologico: dalle
aree verdi urbane ai negozi e i mercatini dove acquistare
alimenti biologici, dalle ciclofficine ai centri del riuso e del
riciclo, dagli spazi di cultura indipendente ai luoghi della
finanza etica e del turismo responsabile, senza dimenticare
le opportunità offerte ai bambini, i piccoli ambientalisti,
cui è dedicato un intero capitolo. Prossima uscita aggiornata: Roma. Info: http://www.ecoincitta.it
Nardò è una cittadina del Salento
che ogni estate accoglie numerosi
turisti, ma è anche uno dei tanti
luoghi del sud Italia in cui l’agricoltura necessita di braccia disposte a
lavorare duramente. Terra di mare,
ma anche di angurie e di pomodori,
qui ogni estate arrivano centinaia
di migranti disposti a lavorare nei
campi per qualche euro. Nell’estate del 2011 Nardò è stata teatro del
primo sciopero autorganizzato di
lavoratori stranieri della terra, contro un sistema di sfruttamento basato sul caporalato, per il rispetto del contratto
provinciale (previsto per legge) e per essere assunti direttamente dalle aziende. Il libro ricostruisce le dinamiche che
hanno portato prima, alla presa di coscienza da parte dei circa 400 braccianti – tutti africani – della propria condizione
di lavoratori sfruttati, e poi allo sciopero.
Edizioni L’Aurora DeriveApprodi Nardò: la lotta autorganizzata dei braccianti immigranti
€ 9,90
Enrico Capo
AA.VV.
L’altra faccia della luna: operatori
sociali e ricerca
Fratelli d’Italia: 150 anni di cultura,
lavoro, emigrazione
Già docente di Metodologia della ricerca
sociale presso la Lumsa e presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Roma,
Enrico Capo è attualmente consigliere
e consulente della fondazione Labos
(Laboratorio per le Politiche Sociali).
Autore di numerose pubblicazioni riguardanti la sociologia, la formazione
professionale, il servizio sociale, la politica sociale. Ne L’altra faccia della
luna: operatori sociali e ricerca l’autore affronta il tema
della ricerca sociale professionalizzata, cioè la ricerca realizzata dagli operatori sociali quali ad esempio gli assistenti
sociali, gli educatori professionali, i dirigenti dell’assistenza
infermieristica, in funzione del “conoscere per meglio operare”. Non si tratta di un vero e proprio manuale di ricerca,
quanto piuttosto di un tentativo di evidenziare le differenze
tra la ricerca attuata dagli scienziati sociali e quella – spesso
misconosciuta – realizzata dagli operatori sociali.
Presentato in occasione della chiusura ufficiale delle celebrazioni
per i 150 anni dell’Unità d’Italia,
il volume è un’opera collettiva di
autorevoli docenti e studiosi sul
tema del lavoro e dell’emigrazione.
Curato da Luigi Troiani docente
incaricato di Relazioni internazionali, presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, il libro
comprende tra gli altri i contributi
di Cinthia Pinotti, vice procuratore
generale della Corte dei conti e Albino Gorini, consigliere
del Cnel nella VII Consiliatura, vice presidente della Commissione internazionale e per le politiche comunitarie e
coordinatore del Gruppo mediterraneo del Cnel. Per avere ulteriori informazioni sulla distribuzione del volume
si può contattare la State University di New York a Stony
Brook Stony Brook, NY 11794-3358 USA.
e-mail: [email protected]
Editore Aracne
Forum italicum publishing
Per una “professionalizzazione” della ricerca sociale
44
€ 12,00
18,00
a cura di Luigi Troiani
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
WEB
Ran Garin
http://www.foncer.it
Foncer è il Fondo pensione complementare, a contribuzione
definita, istituito per i lavoratori dipendenti dell’industria
della ceramica e di materiali refrattari, dotato di personalità giuridica. Il fondo nasce grazie agli accordi stipulati tra
le associazioni delle imprese e le organizzazioni sindacali
di categoria. Foncer non ha fini di lucro e opera con il solo
obiettivo di garantire delle prestazioni pensionistiche complementari ai lavoratori che aderiscono al Fondo. L’adesione
a Foncer è volontaria. è un fondo a capitalizzazione individuale e pertanto ogni lavoratore-socio è titolare di un conto
pensionistico individuale sul quale confluiscono i suoi contributi, quelli dell’Azienda e la relativa quota di Tfr. In conformità alle norme di legge, le risorse finanziarie di Foncer
sono affidate in gestione, mediante convenzione, a società
specializzate ed appositamente autorizzate.
¢
http://www.previmoda.it
Il Fondo pensione Previmoda è un fondo pensione complementare a capitalizzazione per i lavoratori dell’industria tessile-abbigliamento, delle calzature e degli altri settori industriali del
sistema moda. Nasce in attuazione degli accordi tra le parti stipulanti i Ccnl dei comparti tessili-abbigliamento, del comparto
calzaturiero e degli altri comparti industriali del sistema moda,
avvenuti in data 13 luglio 1998 e successive integrazioni, con il
fine di erogare trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio. Previmoda è un Fondo pensione negoziale,
costituito in forma di associazione riconosciuta e operante in
regime di contribuzione definita; l’entità della prestazione pensionistica è determinata in funzione della contribuzione effettuata e dei relativi rendimenti. L’adesione è volontaria.
¢
http://www.fondopegaso.it
Pegaso è il Fondo pensione complementare per i dipendenti
delle imprese di servizi di pubblica utilità e per i dipendenti
di FederUtility. Pegaso è stato costituito il 17 giugno 1998 ed
è un’associazione senza scopo di lucro, istituito con lo scopo
esclusivo di garantire ai lavoratori associati una pensione complementare a quella erogata dal sistema pubblico. Associarsi a
Pegaso significa potersi garantire nel medio-lungo periodo una
rendita da affiancare alla pensione pubblica. Pegaso, quindi,
non sostituisce ma si aggiunge al trattamento pensionistico obbligatorio. Pegaso è gestito secondo il sistema finanziario a capitalizzazione individuale, viene quindi istituita per ogni socio
lavoratore una propria posizione previdenziale. L’iscrizione al
fondo è volontaria e il patrimonio accumulato viene gestito da
società specializzate scelte dal Consiglio di amministrazione. ¢
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
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45
Dal MONDO
Giovanni Martirano
Agricoltura e politica
Q
uanto ha contato il voto agricolo nel primo turno delle elezioni presidenziali francesi? Difficile dirlo, perché la grande stampa ha disdegnato quest’anno analisi ad hoc. Soltanto il portale “Terre-Net” si
è occupato di approfondire le intenzioni di voto degli agricoltori sui
quali – si sottolinea – non peserà la responsabilità di una vittoria di Francois Holland. Tradizionalmente schierati a destra gli agricoltori francesi sono
però apparsi titubanti nei confronti di Nicolas Sarkozy sempre in testa nelle
loro preferenze ma con sette punti in meno rispetto al 2007.
Anche le elezioni americane dipendono in parte dagli orientamenti degli
agricoltori. Lo ricorda il quotidiano “Omaha World-Herald” riferendo
che il ministro dell’agricoltura statunitense, Tom Vilsack, ha affermato che
la forte economia agricola del Midwest potrebbe avvantaggiare Barack Obama nella corsa alla rielezione. L’ex governatore dell’Iowa ha detto che i guadagni degli agricoltori e i prezzi delle commodity sono forti, e con ogni probabilità resteranno tali per tutto l’anno. Il democratico afferma che Obama
potrebbe trarre vantaggio da questa tendenza, e afferma che il presidente
ha puntato molto sulle esportazioni delle commodity agricole, e ha fatto
dell’aumento degli scambi una priorità.
Sul fronte delle produzioni agricole mondiali va sottolineato quanto scrive
il portale bulgaro “novinite.com” sul fatto che nel 2012, il raccolto di frumento della Bulgaria diminuirà di circa il 20%, in conseguenza delle avverse
condizioni meteorologiche, secondo la UkrAgrConsult, azienda ucraina con
sede a Kiev. Perciò, se le previsioni dell’UkrAgroConsult si riveleranno corrette, la produzione di frumento della Bulgaria scenderà, nel 2012, a circa
3,4 milioni di tonnellate, in calo rispetto al record di 4,25 milioni di tonnellate, registrato nel 2011. “economictimes.indiatimes.com” sottolinea
dal canto suo che al 15 aprile dell’anno commerciale 2011-12, la produzione
indiana di zucchero ha registrato una crescita del 13%, arrivando a 24,63 milioni di tonnellate, secondo i dati diffusi dall’Indian Sugar Mills Association.
La produzione di zucchero di quest’anno (ottobre-settembre) ha già superato
la produzione totale dello scorso anno, pari a 24,3 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda il latte il quotidiano francese “Ouest France” informa
che il gruppo Lactalis ha siglato una convenzione riconoscendo alle organizzazioni di produttori il ruolo di negoziazione dei prezzi e di gestori dei volumi. “Il
gruppo lattiero ha accettato di riconoscere il principio di negoziazione collettiva”, ha sottolineato la Federazione nazionale dei produttori di latte (Fnpl).
Novità infine sul fronte delle assicurazioni agricole statunitensi.
Il New York Times riferisce che il governo federale potrebbe risparmiare
circa 1 miliardo di dollari riducendo i sussidi per le assicurazioni sul raccolto, introducendo un tetto.
¢
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PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
P.A. RISPONDE
a cura della redazione
Sono impiegata presso una grande azienda agricola toscana e negli anni scorsi ho usufruito della detassazione del premio aziendale. Per l’anno in corso
il datore di lavoro mi dice che tale possibilità è preclusa, nonostante la firma
dell’accordo sindacale che consente la detassazione. Posso avere qualche delucidazione in proposito?
(Carla G., Grosseto)
La legge di stabilità per il 2012 (art. 33, c.12, legge 183/2011) ha prorogato per il periodo dal
1°/1 – 31/12 2012, le misure di detassazione delle erogazioni legate ad incrementi di produttività previste per la prima volta nel 2008 e confermate successivamente di anno in anno.
L’effettiva operatività delle misure di tassazione agevolata per l’anno 2012 è comunque subordinata all’emanazione di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (di concerto con il ministero dell’Economia) che dovrà determinare l’importo massimo assoggettabile
all’imposta sostitutiva ed il limite massimo di reddito annuo ammesso all’agevolazione. In
attesa dell’emanazione di tale d.p.c.m., nel mese di gennaio 2012 le organizzazioni datoriali
e sindacali agricole hanno ritenuto comunque opportuno procedere, come per il 2011, all’adozione di due schemi di accordo territoriale – uno per gli operai ed uno per gli impiegati
– utilizzabili dalle articolazioni delle medesime Parti firmatarie come modello per favorire
l’applicazione del regime fiscale agevolato. Bisogna tener presente tuttavia che l’effettiva
applicazione della detassazione potrà avvenire solo quando sarà stato emanato il sopra citato d.p.c.m. che individui i parametri di riferimento (reddito di accesso all’agevolazione,
importo massimo detassabile) e che essa potrà riguardare anche erogazioni effettuate nel
2012 anteriormente all’emanazione del decreto, purché sulla base di un accordo collettivo
preesistente.
Ho sentito parlare in TV di una di semplificazione nelle assunzioni degli stagionali introdotta dal decreto legge per la semplificazione della burocrazia del Governo Monti. Di che si tratta esattamente e da quando sarà in vigore?
(Domenico M., Bari)
La legge di conversione del d.l. n.5/2012 (cd. decreto semplificazioni Monti) ha effettivamente introdotto una semplificazione per le aziende agricole che impiegano numerosi operai stagionali in operazioni colturali concentrate in brevi periodi (ad es.: raccolta). Si tratta
della cosiddetta “comunicazione d’assunzione plurima” con la quale, in luogo di distinte
comunicazioni di assunzione per ciascun lavoratore, il datore di lavoro che assume contestualmente due o più operai agricoli a tempo determinato può effettuare un’unica comunicazione di assunzione, indicando solo le proprie generalità e quelle dei lavoratori, la data
di inizio e di cessazione della prestazione, le giornate di lavoro presunte, l’inquadramento
contrattuale.
Occorre precisare che, come per altre semplificazioni introdotte dal decreto legge n.5/2012,
sebbene tale norma sia contenuta in una norma di legge e quindi immediatamente efficace
dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, deve ritenersi che la concreta semplificazione delle relative procedure richieda un adattamento dei sistemi amministrativi dei
soggetti pubblici coinvolti (software, modulistica, etc.). Bisognerà pertanto attendere, per
l’utilizzo di tale modalità semplificata, le istruzioni del Ministero del lavoro e degli altri enti
preposti alla materia delle assunzioni (Inps, centri per l’impiego, etc.).
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
2009
47
MEDICINA
Fabio Forleo
Le palpitazioni
U
Presto ci sarà un
nuovo farmaco
na malattia cardiaca, relativamente frequente, è la fibrillazione atriale (F.A.).
Per comprendere di cosa si tratti effettivamente si impone una breve e semplicissima premessa anatomica e funzionale. Come sappiamo, il cuore è formato da
quattro camere, due superiori e due inferiori, rispettivamente atri e ventricoli.
Il funzionamento è semplice ed intuitivo: gli atri si contraggono, si svuotano e riempiono
i sottostanti ventricoli che, a loro volta, si contraggono e mandano il sangue in circolo,
il destro ai polmoni, il sinistro nella circolazione periferica generale. A questo punto si
comprende facilmente che il “segreto” del perfetto funzionamento è proprio la puntuale e
coordinata sequenza di questi momenti.
Immaginate di avere una mano formata da tantissime dita, come fareste per svuotare
rapidamente e completamente un palloncino, pieno d’acqua? Chiudereste tutte le dita,
velocemente e contemporaneamente, per “strizzarlo” in un sol colpo.
L’esempio è un po’ buffo ma, credo, renda bene l’idea di quel che può avvenire in caso di
fibrillazione atriale: le “dita” ci chiudono disordinatamente, ognuna in tempi diversi e… il
palloncino si svuota male e non completamente.
È proprio così: le fibre muscolari che formano gli atri perdono l’impulso sincrono, che
normalmente comanda il cuore, e vanno “ognuna per conto proprio”.
Il risultato è un cattivo svuotamento e la perdita della mirabile efficienza del sistema.
Proseguendo con gli esempi singolari: se un fiume scorre con una corrente regolare e
fluida, tutto bene. Se tende a ristagnare in qualche punto… lì si depositeranno scorie e detriti. Per evitare il rischio delle complicanze anche gravi, quando possibile, si impone un
ripristino della condizione normale (farmaci o cardioversione elettrica) e, quando questo
non è possibile, una terapia anticoagulante che prevenga la formazione e la deposizione
di quelle piccole scorie e aggregati (trombi) che, qualora dovessero andare in circolo provocherebbero danni importanti.
Questa terapia è spesso mal accettata dal paziente, in quanto necessita di continuo monitoraggio e di continui e snervanti aggiustamenti: un quarto di compressa in più, un quarto
in meno, mezza, tre quarti ecc. In più, il tutto si aggiunge ad altri farmaci di complemento
per la stessa F.A. e/o per altre patologie.
Per fortuna sembra ormai alle porte la commercializzazione (anche con questa indicazione) di un farmaco decisamente più comodo e che non necessita di tutti questi controlli.
Essendo la sintomatologia varia e spesso sfumata (palpitazioni, affaticamento sotto sforzo, tachicardia) o addirittura assente, si tende, spesso, a non dare la giusta attenzione
al problema, trascurandolo e ritardando la diagnosi. Sarebbe, invece, molto importante
arrivare il prima possibile ad un chiarimento dei sintomi per poter iniziare precocemente
il trattamento più appropriato. Precisiamo, a questo punto, che la F.A. non ha nulla a che
vedere con la fibrillazione ventricolare (F.V.) gravissima e mortale complicanza di tante
situazioni estreme e terminali. In questo caso, l’uso immediato del defibrillatore (visto in
tanti telefilm) può fare la differenza tra la vita e la morte.
“Mi batte il cuore” ha molti significati, anche piacevoli, ma se il battito è un po’ disordi¢
nato, togliamoci i dubbi e chiamiamo il medico.
«Il buon pastore deve tosare le pecore, non scorticarle»
48
Svetonio
PREVIDENZA AGRICOLA marzo-maggio 2012
EDITORE
FONDAZIONE ENPAIA
Direzione, redazione e amministrazione:
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www.enpaia.it [email protected]
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Direttore Responsabile
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Hanno collaborato
Carlo Siciliani, Gabriele Mori, Pietro Massini,
Carla Collicelli, Stefano Mantegazza, Guelfo
Fiore, Letizia Martirano, Luigi Mastrobuono,
Nino Andena, Marco Togna, Giancarmine
Vicinanza, Roberto Caponi, Giampiero Bianchi,
Giovanna Mellano, Giuseppe De Marco, Maria
Miligi, Alessandro Terradura, Antonio Positino,
Lucia Russillo, Gerardo Damiano, Simone Parola,
Comitato amministratore Periti Agrari, Comitato
amministratore Agrotecnici, Severo De Pignolis,
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Periodica Italiana
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Chiuso in tipografia: 2 maggio 2012
Da Palermo all’Ara Pacis di Roma è giunta, arricchita di sette quadri, la mostra
“Avanguardie russe”. Fino al 2 settembre 2012, sono esposte in otto sezioni tematiche 70 opere di pittori russi tra i più rappresentativi del primo Novecento quali:
Malevich, Kandinskij, Chagall, Goncharova, Lentulov, Rodchenko, Tatlin. Curatrice
Victoria Zubravskaya, coordinamento tecnico-scientifico Federica Pirani.
L’arte popolare russa si lega ai diversi movimenti occidentali, dal post-impressionismo, al fauvismo, al cubismo. Importante l’influenza di Cézanne sulla cromia e sulla
semplificazione della pittura, come per Piazza della Signoria a Siena di
Konchalovskij. Contaminazioni dal cubismo e dal futurismo europei danno vita in
Russia al cubofuturismo: la scomposizione dei punti di vista del cubismo si fonde con
il movimento e la simultaneità del futurismo. È fondamentale anche l’influenza del
neo-primitivismo per l’uso di colori vivaci e linee di contorno, ma anche per l’attenzione alla dimensione popolare della cultura tradizionale: è il caso di Natalia
Sergeevna Goncharova e del marito Mikhail Larionov, (Donne col rastrello della
Goncharova). A portare l’arte russa verso l’astrazione assoluta sarà Kazimir Malevich
che dopo un’iniziale influenza post-impressionista passa, da soggetti di ambiente contadino – come il Falciatore del 1912, riportato su questa copertina di Previdenza
Agricola – al cubofuturismo che supera con la teorizzazione, in un manifesto del 1915
scritto con il poeta Majakovskij, del suprematismo: “Per Suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nelle arti figurative. (…) L’oggetto in se stesso è senza significato per il suprematista…”. Vasilij Kandinskij si impone con le sue rivoluzionarie teorie sull’uso del colore e sul nesso inscindibile tra opera d’arte e dimensione spirituale, mentre in Marc Chagall si aggiunge quale elemento costante, il mondo contadino dei villaggi russi; in questa mostra è esposto per la prima volta in Italia
Lo spazzino e gli uccelli (1914).
Dagli influssi di questi movimenti nasce il costruttivismo, espresso in architettura e
nelle arti plastiche, Tatlin arriva a sostenere l’abolizione dell’arte considerata un estetismo borghese, concependo come possibili solo le attività strettamente utili alla società come l’architettura, la grafica, l’arredamento e il design. Forme astratte vengono così usate per creare strutture ispirate a macchinari tecnologici, sospese nello spazio quasi come composizioni architettoniche.
Dopo la morte di Lenin (1924), con Stalin avviene una brusca inversione di tendenza. L'astrattismo viene cancellato per un’arte concepita come strumento di propaganda politica e nasce il realismo socialista.
Giovanna Mellano