Inserimento di un accesso venoso periferico

Transcript

Inserimento di un accesso venoso periferico
UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE
FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIA "A. GEMELLI" - ROMA
CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA
Protocollo n°...........
Inserimento di un accesso venoso periferico
OBIETTIVI
• Garantire un accesso adeguato per l’apporto di nutrienti per via parenterale.
• Garantire la somministrazione di medicamenti per via endovenosa.
• Garantire un accesso idoneo per l’infusione di emoderivati.
MATERIALE
OCCORRENTE
• Rasoio elettrico, creme depilatorie, forbici
• Guanti in lattice
• Laccio emostatico
• Soluzione disinfettante
• Cotone e/o garzine
• Set aghi per incannulazione
• Soluzione fisiologica corredata del set infusionale con eventuale raccordo
• Cerotto
• Contenitore per rifiuti
• Contenitore per oggetti taglienti
• Cuscinetto
PROCEDURA
MOTIVAZIONE SCIENTIFICA
• Informare il paziente sull'
attività che si sta per
compiere.
• Rendere noto al paziente le finalità e modalità
dell'
intervento al fine di renderlo meno sgradevole
ed ottenerne la collaborazione.
• Lavarsi accuratamente le mani ed indossare i
guanti.
• Per evitare
procedura.
• Posizionare il laccio emostatico sul braccio del
paziente a 15 cm circa dal punto che si deve
incannulare.
• Per visualizzare meglio la zona di puntura senza
ostacolarla dalla presenza del laccio.
• Chiudere i due capi del laccio uno sopra l’altro;
tenendo un capo, tirare l’altro e poi inserirlo sotto
al primo.
• Per esercitare una corretta compressione e reperire
la vena adatta
• Valutare la condizione delle vene del paziente per
rilevare la presenza di traumi recenti o esiti di
interventi chirurgici e scegliere la vena più adatta
per introdurre l'
ago partendo dalla zona più
distale.
la
contaminazione
durante
la
Le vene normalmente usate sono quelle del braccio.
Traumi recenti o l'
asportazione di linfonodi ascellari
possono alterare la vascolarizzazione dell'
arto. Le
vene sottoposte a ripetute punture di ago, diventano
nodose e tortuose pertanto si preferisce pungere la
vena a partire dalla zona distale verso la prossimale,
in modo da utilizzarla, nelle successive incannulazioni, in tutta la sua lunghezza escludendo le aree
in prossimità delle articolazioni.
• Le zone ipertricotiche vanno eventualmente
rasate con forbici, creme depilatorie o rasoi
elettrici, una volta individuata la sede idonea
rimuovendo il laccio emostatico.
• Al fine di visualizzare meglio la vena, per
rimuovere i cerotti senza causare dolore e ridurre
la possibilità di colonizzazioni batteriche.
PROCEDURA
MOTIVAZIONE SCIENTIFICA
• Disinfettare la zona con soluzione disinfettante
( in uso nell’U.O. rispettando i tempi di efficacia
del prodotto secondo le indicazioni dell’azienda
produttrice), procedendo, con movimenti circolari
dal centro verso l’esterno.
• Garantire l’asepsi di tutta la procedura.
• Stabilizzare la vena tirando la cute e tenendola
tesa, quindi premere col dito a circa 4 cm dal sito
di iniezione (ma senza toccare la zona
disinfettata).
• Aiuta nelle procedure di puntura venosa ed evita la
formazione di ematomi.
• Se si procede al posizionamento di un ago
cannula, afferrare il cono con la mano dominante,
rimuovere il cappuccio ed esaminare la punta.
• Al fine di verificare la punta nel caso si
presentasse smussata.
• Inserire l’ago cannula nella vena con la
scanalatura rivolta verso l’alto, procedendo
parallelamente alla cute fino a metà della sua
lunghezza.
• Per rendere meno traumatico l’attraversamento dei
tessuti da parte dell’ago e per seguire meglio il
decorso della vena.
• Nel momento in cui refluisce il sangue si fa
avanzare ancora la cannula facendo retrocedere
lentamente l’ago.
• Per evitare di ledere la parete del vaso.
• Una volta inserita completamente la cannula,
rimuovere il laccio emostatico e la guida
metallica comprimendo la vena con le dita della
mano non dominante.
• Per evitare la fuoriuscita di sangue.
• Connettere il deflussore alla cannula inserita
assicurandone la buona tenuta.
• Per evitare una accidentale deconessione.
• Fissare l’ago cannula con un cerotto o con
medicazioni trasparenti semipermeabili.
• Per rendere stabile l’accesso venoso.
• Se si procede al posizionamento di un ago a
farfalla tenere le alette con le dita e rimuovere il
cappuccio di rivestimento dell’ago.
• Per una buona manualità della procedura.
• Inserire l’ago nella vena con la scanalatura rivolta
verso l’alto, procedendo con una angolazione di
30-40° per pungere direttamente la vena oppure
far penetrare l’ago nella cute lateralmente alla
vena e pungere poi la parete vasale.
• Per introdurre l’ago a seconda delle caratteristiche
del decorso venoso evitando di trapassare la parete
della vena.
PROCEDURA
MOTIVAZIONE SCIENTIFICA
• Nel momento in cui refluisce il sangue, sciogliere
il laccio emostatico e far defluire il sangue lungo
il tubicino allentando il tappino di chiusura posto
in fondo al cono dell’ago.
• Per eliminare l’aria presente nel sistema.
• Raccordare il deflussore all’ago e verificarne la
buona tenuta.
• Per evitare una accidentale deconessione.
• Fissare l’ago con un cerotto o con medicazioni
trasparenti semipermeabili.
• Per rendere stabile l’accesso venoso.
Rimozione dell’accesso venoso periferico
• Chiudere il morsetto.
• Per arrestare il flusso dell’infusione.
• Rimuovere delicatamente il cerotto (o medicazione) inumidendolo con una garza o batuffolo di
cotone imbevuto di soluzione disinfettante.
• Per favorirne lo scollamento dalla superficie
cutanea.
• Appoggiare un nuovo batuffolo di cotone o di
garza sul punto di inserzione dell’ago e con la
mano dominante estrarre lentamente l’ago o la
cannula e gettarlo nell’apposito contenitore.
• Per averlo subito disponibile nel momento in cui si
deve limitare la fuoriuscita di sangue.
• Comprimere con il tampone di garza o di cotone
la zona fino all’arresto del sanguinamento oppure
applicare una medicazione compressiva.
• Per arrestare la fuoriuscita di sangue.
• Riordinare il materiale usato.
• Rendere disponibile il materiale per una successiva
procedura.
Tempo richiesto
10 - 15 minuti
Operatori
1 o 2 Infermieri (secondo la collaborazione del paziente)
Indicatori di Verifica
• Assenza di lesioni cutanee e della parete vasale
• Assenza di complicanze relative alla venipuntura (flebite, stravaso, infezioni, embolie, ecc.)
Bibliografia
1. Registered Nurses Association Ontario. Assessment and device selection for vascular access. Registered
Nurses Association Ontario 2004. www.rnao.org/bestpractices.
2. Mazzufero F. Gestione infermieristica degli accessi venosi periferici e centrali.
www.gavecelt.info/uploads/ centrali.
3. Stranz M. A review of pH and osmolarity. International Journal of Pharmaceutical Compounding
2002;6:216-20.
4. Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Linee guida per la prevenzione delle infezioni associate
a catetere intravascolare. Giornale Italiano delle infezioni ospedaliere 2002;9:110-37.
5. Registered Nurses Association Ontario. Care and manteinance to reduce vascular access complications.
Registered Nurses Association Ontario 2005. www.rnao.org/bestpractices
6. Royal College of Nursing. Standards for infusion therapy. Royal College of Nursing 2005.
7. Intravenous Nurses Society. Infusion nursing standards of practice. Journal of intravenous nursing
2000;23:1-72. www.gavecelt.org/docs/linee%20guida%20ins.pdf.
8. Sito Web: www.gavevelt.org