CRONACHE dai BANCHI

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CRONACHE dai BANCHI
CRONACHE dai BANCHI
Scuola Primaria “Aldo Moro” - Casaglio
Notizie e ap Numero 2 – marzo 2010
Numero 2- marzo/ 2010
LA CURIOSITA’
Curvo, quasi toccando con la fronte lo scalino che gli stava di
sopra, egli veniva su, su, su, dal ventre della montagna, senza
piacere, anzi pauroso della prossima liberazione. E non
d/Sud
vedeva
ancora la buca, che lassù si apriva come un occhio
chiaro,
d'una
deliziosa
chiarità
d'argento.
Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini.
Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero
gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiaria cresceva,
cresceva sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto
tramontare, fosse rispuntato.
Possibile?
Restò - appena sbucato all'aperto - sbalordito. Il
carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì
le
mani
nere
in
quella
chiarità
d'argento.
Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di
silenzio,
gli
stava
di
faccia
la
Luna.
Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose
si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva
importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna?
Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre
della
terra,
egli
la
scopriva.
Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla
buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C'era la Luna! la
Luna!
E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza
volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva,
nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna,
col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle
valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva
più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del
suo stupore.
LUIGI PIRANDELLO
In questo numero:
pagina 1 : La curiosità
pagina 2- 3 : La mostra di Biancaneve –
Palazzo Nava
pagina 4: Biancaneve e le paure
pagina 5-6-7: Biancaneve: “Io vorrei essere”
“Non sapevamo che…”
pagina 8-9-10 : Festa del papà: interviste
pagina 11-12: Gli alimenti canterini
pagina 13 : Quel giorno provai
pagina 14 : Il giorno della memoria
UN SECOLO FA PIRANDELLO DESCRIVEVA LO
STUPORE DI QUESTO RAGAZZINO, COSTRETTO
A LAVORARE IN MINIERA, CHE PER LA PRIMA
VOLTA VEDE LA LUNA. FACCIAMO CHE I
NOSTRI BAMBINI MANTENGANO LO STUPORE
PER IL MONDO CHE LI CIRCONDA.
pagina 15 : giochi e…
GRE
GRETA B.
1
PALAZZO NAVA: BIANCANEVE IN MOSTRA
Il giorno undici febbraio siamo andati a una
mostra e sono venuti con noi i bambini di
seconda e alcune maestre. La mostra era sulla
fiaba “Biancaneve” ed era stata allestita a
Palazzo Nava.
Appena arrivati ci siamo sistemati e, con le
maestre, siamo andati in una stanza grande e
spaziosa, dove ci aspettava una signora che ci
avrebbe fatto da guida per tutta la durata della
nostra visita. Questa signora ci ha raccontato una
storia intitolata “Chi ha visto Biancaneve?”, poi
ci ha fatto rispondere ad alcune domande per
vedere se avevamo compreso la storia e ci ha
fatto riflettere sulle emozioni provate dai
personaggi. Poi, mentre aspettavamo che
arrivasse il nostro turno di visitare la mostra,
abbiamo dovuto imparare a memoria strane rime,
come “Mangia la mela, mangia la mela, mangia
la mela qui”.
Quindi siamo andati a visitare la mostra al piano
terra del palazzo. La mostra era organizzata in
sette stanze che rappresentavano i momenti
principali della fiaba (ad esempio la prima stanza
era la stanza della regina) e all’interno di
ciascuna stanza i personaggi erano fatti di
specchi. Mentre passavamo da una stanza
all’altra la nostra guida ci raccontava la fiaba
usando toni di voce appropriati al momento, ma
anche oggetti per produrre suoni o rumori. In
alcuni passaggi della storia siamo stati noi i
lettori. Infatti, in alcune stanze, abbiamo dovuto
ripetere, divisi in gruppo, le rime che avevamo
imparato a memoria, recitandole prima una alla
volta e poi tutte contemporaneamente. L’effetto
che abbiamo creato è stato molto divertente.
Finito di visitare la mostra abbiamo partecipato a
un laboratorio di lingua inglese e poi siamo
tornati a scuola.
La mostra è piaciuta a tutti e ci hanno colpito
soprattutto la casa dei sette nani, dove c’erano
sette lettini a castello e tanti piccoli oggetti
(calzine, ciabatte, piattini…), il bosco con i nani
fatti con gli specchi e il laboratorio d’inglese
perche la maestra era molto brava ad imitare le
voci, soprattutto quella della strega, e, a volte,
nel sentirla parlare ci spaventavamo.
Classe 3 A
2
Il giorno 22 febbraio, noi bambini della
3°B siamo andati, insieme ai bambini di
un’altra classe e ad alcune maestre, alla
mostra di Biancaneve, realizzata da
un’artista francese e allestita a Palazzo
Nava, qui a Gussago.
I personaggi della fiaba erano fatti di
legno e di specchi ed erano state costruite
delle stanze che rappresentavano le parti
più importanti della fiaba; è stata narrata
da un ragazzo bravissimo e molto
espressivo che ci ha fatto partecipare
attivamente al racconto.
Abbiamo provato una sensazione di
serenità quando, durante il racconto,
abbiamo sentito: il fruscio delle foglie, il
cinguettio degli uccelli e il sibilo del
vento.
Sembrava di essere dentro un bosco in
movimento; ci siamo dispiaciuti quando
la strega ha ordinato al cacciatore di
uccidere Biancaneve ma per fortuna non
lo ha fatto.
Ci è piaciuta tanto la stanza dei sette nani,
tutti gli accessori erano piccoli: sette
lettini, uno sopra l’altro, sette paia di
stivaletti, sette paia di pantofoline, sette
seggioline
intorno ad una tavola
apparecchiata con sette ciotoline, sette
posatine, sette tovagliolini e sette panini.
Sembrava di essere davvero dentro la
loro casetta e vedere quella stanza ci ha
fatto provare felicità perché i nani erano
felici che Biancaneve restasse a casa con
loro.
Ci ha colpito anche la stanza dove
c’erano tante mele, che rappresentava la
scena della mela avvelenata. Abbiamo
provato
tristezza
perché
in
quell’occasione Biancaneve era morta.
Fortunatamente, la fiaba ha un risvolto
positivo per cui, alla fine, eravamo tutti
“felici e contenti”.
Classe 3°B
BIANCANEVE: IL
LABORATORIO
E voi? Sareste in grado di indovinare?
Eccoli: Grumpy, Sneezy, Sleepy, Doc,
Bashful, Happy, Dopey.
MIRROR, MIRROR ON THE WALL..
Specchio, specchio delle mie brame.
Volete un aiutino? Eccolo:
Lunedì 22 febbraio ci siamo recati presso il
Palazzo Nava di Gussago per assistere ad una
mostra sul tema di Biancaneve e siamo stati
particolarmente colpiti dal laboratorio di
inglese realizzato durante il percorso.
•
•
•
•
•
•
•
La signora Letizia, dopo averci fatto
presentare per conoscerci un po’, ha
introdotto il racconto in inglese (Snow White
and the seven dwarfs), esordendo con un
classico once upon a time (c’era una volta) e,
tenendo in mano un copione, ha fatto una
lettura animata di alcuni brani tratti dalla
famosa storia. Per aiutarci a capire le parole e
le espressioni che non conoscevamo, è
ricorsa al mimo e ha utilizzato anche alcuni
oggetti: la mela (apple), lo specchio (mirror),
il pettine (comb) e il nastro (ribbon).
Grump= persona scontrosa, irritabile
Sneeze = starnutire
Sleep= dormire
Doc (doctor) = dottore
Bash= arrossire
Happy= felice
Dopey= cucciolo (questo è facile!)
Concludiamo
dicendo
che
è
stata
un’esperienza interessante e positiva, ve la
consigliamo e speriamo di poterla rifare in
futuro, anche per altre storie!
Classe 3^C
Inoltre, durante la lettura, ha dato una certa
intonazione a seconda del personaggio
impersonato. Per esempio, ha utilizzato una
voce dolce per la parte di Biancaneve (Snow
White) ed una più paurosa, da brividi, per
quella della matrigna (stepmother). Alcuni di
noi, nonostante la bravura della signora, sono
stati un po’ disturbati dal fatto che urlasse e
facesse paura e hanno detto di essersi
annoiati quando non capivano qualche parola
in inglese.
Altri compagni, però, hanno apprezzato
molto questo laboratorio, lo hanno trovato
divertente e sono stati contenti di aver
imparato anche qualche parola nuova.
RINUNCIO ALLA
MERENDINA
Tutti noi, comunque, ci siamo divertiti con il
gioco finale: la signora ha alzato alcuni
cartellini sopra i quali erano scritti i nomi dei
sette nani in inglese e noi abbiamo
indovinato quali fossero. Ovviamente ci ha
aiutati. Per esempio, quando ha mimato
Pisolo, ha assunto un’aria stanca e assopita.
Per Haiti
RACCOLTI €258
3
INVIATI ALLA SCUOLA
DON BOSCO
BIANCANEVE: LE SUE PAURE LE NOSTRE PAURE
PROGETTO IN COLLABORAZIONE CON
LA BIBLIOTECA COMUNALE
4
BIANCANEVE: NON SAPEVAMO CHE
5
BIANCANEVE: IO VORREI ESSERE
6
7
19 MARZO FESTA DEL PAPA’
Gli alunni delle classi seconde intervistano i loro papà
Storia della Festa del Papà - La Festa del Papà si festeggia in tutto il mondo, anche se in date diverse: in
Italia è il 19 marzo.Questa festa nasce nei primi anni del 1900 e le sue origini si trovano negli Stati Uniti
dove una donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre, e da allora è stata creata questa festa
complementare alla Festa della Mamma che viene celebrata da prima, dal 1870.In molti paesi, come negli
USA, la Festa del Papà si tiene la terza domenica di giugno, in Italia e in altri paesi di tradizione cattolica
si festeggia il giorno di san Giuseppe, il padre di Gesù, ritenuto esempio di padre e marito esemplare.
Abbiamo deciso di intervistare i nostri papà, ponendo queste domande:
•
Come eri alla mia età, sia fisicamente che come carattere?
•
Cosa avresti voluto fare da grande?
•
Hai fatto quello che immaginavi o hai cambiato idea?
Quando avevo sette anni ero piccolo e magro, sono
rimasto così per tanti anni, perché mi sono sviluppato tardi.
Di carattere ero buono ed ubbidiente. Da piccolo volevo
fare tante cose, poi ho capito che mi sarebbe piaciuto fare
qualcosa con le parole, la scrittura e la letteratura, ad
esempio volevo aprire un’agenzia pubblicitaria (cosa che
poi ho fatto) oppure insegnare (cosa che non sono riuscito
a fare). Sono riuscito a fare tante cose che immaginavo, ad
esempio il giornalista, anche se è molto difficile fare tutto
quello che si sognava da piccoli.(Eleonora A)
Il suo carattere era gentile, da grande avrebbe voluto fare il
poliziotto e ha fatto quello che aveva immaginato. (Devis)
Ecco le loro risposte:
CLASSE 2 A
Il mio papà era piccolino, magro e timido. Avrebbe voluto
fare il pompiere. Ha cambiato idea, perché prima ha fatto
l’elettricista e poi il muratore. (Veronica M)
Ero un bambino tranquillo, abbastanza alto e robusto. Avrei
voluto fare il lavoro di mio papà e ho fatto quello che
immaginavo. (Matteo L)
Ero un bambino alto come la mia Alice e avevo i capelli
tagliati a baschetto, avevo un carattere vivace e
giocherellone. Da grande volevo fare il meccanico di
automobili da corsa, non l’ho fatto perché ho frequentato
scuole con indirizzo diverso, ho preferito studiare
ragioneria per andare a lavorare in banca. (Alice G)
Ero magro, vivace e timido. Avrei voluto fare il calciatore,
non sono riuscito a fare quello che sognavo, ma sono
contento ugualmente.(Chiara C)
Il mio papà era alto e magro, bravo ma un po’ capriccioso.
Voleva fare il calciatore, ma ha cambiato idea. (Greta C)
Non ero molto alto, ma robusto, buono ed estroverso.
Volevo fare il maestro di sci o il calciatore. Non ho
cambiato idea, ma non sono riuscito a fare quei lavori.
(Greta R)
Il mio papà era un bambino sportivo e allenato, un po’
timido. Voleva fare la guardia forestale o il pompiere, ma
ha cambiato idea.(Giorgia M)
Ero paffutello, con il viso simpatico, di carattere mite ed
estroverso. Avrei voluto fare il pilota di aerei, ma ho fatto
molto di più di quello che immaginavo. (Maria M)
Il mio papà alla mia età era magro, non molto alto, buono e
timido. Avrebbe voluto diventare un vigile del fuoco, ha
cambiato idea e fa l’idraulico. (Simone R)
Ero magro e piccolo in confronto agli altri bambini della mia
età. Ero un bambino socievole e allegro. Da grande avrei
voluto fare lo sciatore professionista, la passione mi è
rimasta, ma non ho avuto la possibilità economica. (Mirko
P)
Il mio papà era piccolo come Cristina. Ha fatto il
macchinista. (Elena V)
Il mio papà era un po’ cicciotello e di carattere vivace e
buono. Da grande avrebbe voluto fare il lattaio, perché
vendeva le caramelle. Ha cambiato idea. (Lorenzo P)
Il mio papà era buono e piccolo. Voleva fare l’esploratore,
ma non ha fatto quello che sognava.(Vittoria Z)
Quando avevo otto anni ero un bambino magro e
muscoloso perché andavo in bicicletta tutti i giorni. Ero un
bambino generoso, ma un po’ dispettoso. Da grande avrei
voluto fare il ciclista, ho corso in bicicletta, ma sono anche
andato a lavorare nella ditta della mia famiglia. (Filippo C)
CLASSE 2 B
Il mio papà alla mia età era più piccolo di me ed il suo
carattere era simile al mio. Voleva fare l’artista perché gli
piace molto disegnare, non ha cambiato idea, ma la vita lo
ha portato a fare un altro lavoro.(Simone S)
Ero vivace e monello, non avevo gli occhiali e avevo una
striscia nera di capelli. Volevo fare l’architetto o
l’archeologo, ma ho cambiato idea, perché mi sono accorto
che bisognava studiare
(Laura P)
Alla tua età ero quasi come te, sia fisicamente che come
carattere. Da grande volevo essere musicista (suonare il
pianoforte e le tastiere), l’ho fatto per sedici anni, poi ho
smesso di suonare e ora faccio l’operaio. (Aisa O.)
IO alla tua età ero alto e magro, ero un bambino vivace. Da
grande avrei voluto fare il meccanico, ma ho cambiato
idea. (Sara G)
8
Fisicamente ero robusto e come carattere timido, volevo
fare il cuoco e ho fatto quello che immaginavo. (Manuel M)
Alla mia età il papà era alto, robusto ed aveva un carattere
timido. Da grande avrebbe voluto fare il pilota. Non ha fatto
quello che immaginava, ma ha ancora una grande
passione per le auto. (Pietro B.)
Alla tua età ero cicciotello e buono. Da grande avrei voluto
fare il pompiere, ma non l’ho fatto, lavoro sui tetti.
(Benedetta C.)
Ero magrolino e piccolo. Come carattere mi dicevano che
ero espansivo, socievole, ordinato, preciso e frizzante.
Avrei voluto fare l’astronauta, non era facile, è rimasto un
sogno e quindi ho cambiato idea. (Alessandra G)
Ero piccolo, esile come Cristina, come carattere ero buono
e ubbidiente. Volevo fare il meccanico, non ho cambiato
idea, ho fatto quello che mi è capitato.(Cristina V)
Fisicamente era magro, con un carattere tranquillo. Il mio
papà voleva fare il ruspista, non ha cambiato idea, ma ora
vende fotocopiatrici e computer. (Martina A)
Ero abbastanza basso e molto timido. Avrei voluto fare il
contadino o il veterinario, ho cambiato idea, perché
andando a scuola mi sono appassionato alle materie
scientifiche. (Lorenzo P)
Alla mia età il mio papà era alto e magro come me e aveva
un carattere molto allegro, amava molto giocare sia da solo
che in compagnia, ma era anche una piccola peste. Da
grande avrebbe voluto fare il medico chirurgo. Non ha fatto
quello che immaginava, ma ha svolto tanti lavori
completamente diversi, perché in gioventù non si applicò
come avrebbe dovuto fare, anche se in realtà aveva le
capacità e le possibilità di riuscire nel proprio intento.
Questo mi deve servire come insegnamento: nella vita
bisogna sempre impegnarsi per arrivare dove si vuole.
(Greta B)
Avevo i capelli castani, non ero né alto né basso, ero
abbastanza magro e assomigliavo un po’ a te. Come
carattere ero buono, simpatico e ubbidivo quasi sempre ai
miei genitori. siccome mi piacevano molto la scienza e lo
spazio, avrei voluto inventare cose nuove, non ho fatto
l’inventore, ma nel tempo lo potrei ancora essere. (Elisa F.)
Io alla tua età ti assomigliavo molto. Avevo sempre voglia
di correre e saltare, proprio come te, anche il carattere era
come il tuo, a volte un po’ testardo. Averi voluto fare tante
cose!! Una in particolare mi affascinava: entrare a far parte
della Polizia Stradale. Mi sarebbe anche piaciuto guidare
auto di grossa cilindrata. Per fare il mio lavoro mi sono
impegnato, prima molto nello studio, e ho così preso il
diploma di tecnico meccanico, ho raggiunto il mio obiettivo
e la professione che ora svolgo mi piace e soddisfa.
(Giada S)
Il mio papà quando era un bambino come me era
abbastanza alto e atletico, giocava a calcio. Era un
bambino allegro, ma riservato. Da grande avrebbe voluto
fare il medico per guarire le persone, da grande ha fatto
delle esperienze che hanno cambiato la sua scelta e
adesso fa l’artigiano e lavora i metalli. (Marta C)
Fisicamente ti assomigliavo, ma avevo i capelli più chiari
ed ero, forse, più basso. Di carattere ero abbastanza
tranquillo, ma piuttosto testardo. Da grande avrei voluto
diventare astronauta, oppure operatore che guida le
macchine movimento terra (ruspe), non ho realizzato quello
che immaginavo da piccolo, infatti ho fatto l’ingegnere.
(Francesco P)
Alla tua età ero molto simile a te, fisicamente avevo anch’io
i capelli biondi, occhi verdi, fisico Robustino, mentre il mio
carattere era tranquillo, ma allo stesso tempo determinato,
era anche dovuto alla differenza enorme del periodo in cui
io avevo sette anni rispetto a te. Quando ero piccolo mi
ricordo che mi sarebbe piaciuto fare il contadino, molto
probabilmente perché trascorrevo il pomeriggio dai miei
nonni (Andrea e Margherita) che avevano la cascina e i
campi coltivati, in primavera andavo a raccogliere le ciliegie
con i miei amici, in autunno facevamo la vendemmia.
Quando è giunto il momento di inserirmi nel mondo del
lavoro ho fatto vari mestieri, ma nessuno che rispecchiava
quelli che sognavo da piccolo. (Stefano P.)
Ero magro e biondino, buono, molto dolce e un po’ timido.
Volevo fare il giocatore di tennis, non ho fatto quello che
volevo, ma l’impiegato. (Alice C)
Ero alto, magro e biondo. Dispettoso e irrequieto.
Avrei voluto fare l’allevatore di bestiame, ma non
ho ancora realizzato tutti i miei sogni. (Chiara G)
Fisicamente ero magro, come carattere molto timido e
riservato. Da grande avrei voluto fare il calciatore, non ho
fatto quello che immaginavo, infatti sono diventato un
ragioniere. (Luca T)
CLASSE 2 C
Io a 8 anni ero magro, abbastanza alto e avevo i capelli
ricci, ero un bambino vivace, buono, ma un po’ birichino,
perché combinavo un sacco di guai. Da grande avrei voluto
fare il pilota degli aerei, purtroppo non sono riuscito, non
essendo un lavoro semplice.(Chiara C)
Ero abbastanza simile a te, sia fisicamente che come
carattere, avrei voluto scoprire come funzione l’elettronica
e ho fatto quello che immaginavo. (Stefano V)
Fisicamente ero piccolo e magro, di carattere generoso,
bravo e timido. Avrei voluto diventare il contadino, ma ho
cambiato idea, ho fatto prima il falegname e poi il
distillatore. (Paola F)
Alla tua età ero più basso di te e avevo un carattere molto
buono. Avrei voluto diventare un calciatore professionista,
ma non ho fatto ciò che immaginavo da piccolo. (Filippo C.)
Il mio papà era come me, avrebbe voluto fare il disegnatore
e l’ha fatto. (Dalila S.).
Il mio papà era cicciotello e giocherellone, avrebbe voluto
fare l’astronauta, ma ha cambiato idea. (Virginia B.).
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Fisicamente era bello come me, era più alto dei suoi amici.
Era un bambino ubbidiente, un po’ introverso e molto
spiritoso. Da grande voleva fare il veterinario, ma ha
cambiato idea.(Pietro G.)
Fisicamente ero magro e di carattere sempre allegro e
vivace. Avrei voluto fare il pompiere o l’astronauta, ma ho
cambiato idea, faccio un altro lavoro.(Luca M.)
Ero magro, con i capelli un po’ lunghi, timido. Avrei voluto
fare il pilota di aerei militari, ma ho cambiato idea.(Luca O.)
Il mio papà alla mia età era identico a me, voleva essere un
medico, ma poi ha cambiato idea. (Marina G)
Alla tua età ero alto e magro, di carattere ero timido e
piangevo spesso. Da grande mi sarebbe piaciuto fare il
carabiniere, non ho fatto quello che immaginavo, perché
faccio l’elettricista, però ho provato anche l’esperienza del
carabiniere durante il servizio militare.(Marta F)
Ero piccolino, con i capelli neri ed ero molto vivace. Volevo
fare il veterinario, perché mi sono sempre piaciuti gli
animali, ma con il passare degli anni ho cambiato idea e
adesso faccio il barista.
(Alison. D)
Fisicamente ero robusto e come carattere timido, avrei
voluto fare il cuoco e ho fatto quello che
immaginavo.(Giada M)
Il mio papà era proprio identico a me: giocava, era magro e
faceva i compiti da solo. Da grande avrebbe voluto fare
l’archeologo, ma ha cambiato idea. (Luca P.)
Alla mia età, fisicamente, il mio papà era un po’ più basso
di me e con tanti capelli castani. Aveva un carattere molto
tranquillo e curioso, sognava di
fare il meccanico, ma diventato grande ha scoperto i
computer ed ha cambiato idea.(Paolo Z.)
Fisicamente era magro e alto, di carattere timido e
sognatore. Voleva fare il camionista e per dieci anni è
riuscito a farlo, poi ha cambiato lavoro.
(Lorenzo Z)
Il mio papà era alto come me, sguardo come me,
fischiettava sempre, non era agitato, ma calmo. Aveva
tanta voglia di imparare ed aveva tante paure. Avrebbe
voluto fare il dottore, ma ha cambiato idea perché era più
bravo in matematica.(Sebastiano M)
Ero piccolo, magro un po’ timido. Avrei voluto fare il
calciatore, ma ho cambiato idea (Beatrice T)
Ero un bambino magro, avevo i capelli e gli occhi castani. Il
mio carattere era tranquillo, molto affettuoso con i miei
genitori e mi piaceva stare in compagnia con i miei
amichetti. Da grande avrei desiderato fare il calciatore,
purtroppo non ho fatto quello che desideravo, ma sono
molto contento del mio lavoro. (Beatrice P)
IN CUCINA
PER FESTEGGIARE I PAPA’
La zeppola o zeppola di San Giuseppe
è un tipico dolce dell'Italia meridionale.
Vengono preparate generalmente nel
periodo di San Giuseppe (19 marzo) tanto
da essere un dolce tipico della festa del
papà. Gli ingredienti principali sono la
farina, lo zucchero, le uova, il burro e
l'olio d'oliva. Nella tradizione napoletana
esistono due varianti di zeppole di San
Giuseppe: fritte e al forno. In entrambi i
casi le zeppole hanno forma circolare con
un foro centrale dal diametro di 2 cm circa
e sono guarnite ricoprendole di crema
pasticciera con sopra delle amarene
sciroppate. Alcune pasticcerie provvedono
anche alla farcitura interna della zeppola
con tale crema, discostandosi dalla
tradizione.
Ultimamente
si
trovano
zeppole ripiene di crema gianduia e
panna.
Infine
questo
dolce
viene
sottoposta ad una spolverata di zucchero
a velo.
Tempi: 3 ore circa (30 minuti di cottura,
20 minuti di preparazione, 1 ora di
lievitazione della pasta, 1 ora di
lievitazione delle zeppole). Ingredienti per
4 porzioni (abbondanti): 250 grammi di
farina bianca, lievito di birra, 1 uovo, 80
grammi di zucchero, 1 limone, 60 g di
burro, abbondante olio per friggere, 50 g
di zucchero a velo.
10
GLI ALIMENTI
CANTERINI: LA PASTA
Preparazione
Aprire l’avocado, eliminare i semi e scavare la polpa
con un cucchiaino; poi schiacciare la polpa con una
forchetta e aggiungere il succo di lime, il pomodoro
Il tema del carnevale di quest’anno era: “Gli tagliato a dadini, la cipolla e il peperoncino tagliati
alimenti canterini”, e a noi delle classi quarte era a pezzi, sale, pepe e aglio.
stata assegnata la pasta.
Nel frattempo mettere a bollire per qualche minuto
Ecco dunque le nostre ricette per cucinare alcuni le mazzancolle e poi aggiungerle alla salsa.
piatti di pasta davvero “originali”.
Cuocere e scolare gli spaghetti e infine condirli con
Ma prima qualche curiosità…
la salsa guacamole e un cucchiaio di olio
Che cosa è la pasta
extravergine.
DALL’ALBANIA
La pasta è un prodotto alimentare ottenuto dalla
lavorazione di sfarinati di frumento, con aggiunta di
PASTIÇO - PASTA AL FORNO
sale, acqua e altri ingredienti di vario tipo come
sugo, verdure, carne, pesce.
Ingredienti (per 6 persone)
E’ consigliata nella dieta quotidiana per la sua
semplicità e genuinità: infatti non contiene nessun
- 400 gr. di spaghetti
conservante, colorante o additivo chimico.
- 1 lt. di latte
- 3 o 4 uova
Le origini
- 200 gr. di formaggio (feta greca)
Secondo molti la pasta non sarebbe stata inventata
- 100 ml di olio
in Italia, ma sarebbe stata portata da Marco Polo di
- 50 gr. di burro
ritorno dal suo viaggio in Cina. Tuttavia esistono
- 2 cucchiai di farina
molti documenti che testimoniano la presenza della
- Sale
pasta già prima di quel periodo, tra i quali un testo
- Pepe nero
nel quale un medico di Bergamo l’aveva prescritta
ad un paziente per assicurarne pronta guarigione.
In passato sicuramente gli Etruschi conoscevano già Preparazione
qualcosa di simile, in quanto sono state trovate
Si cuoce la pasta al dente, si scola e si mette in
delle pitture raffiguranti alcuni strumenti tipici della
una pirofila imburrata. Si aggiunge un po’ di
preparazione della pasta, ma qualcosa di simile alla
latte, formaggio, burro, pepe, sale, uova. Poi si
pasta esisteva già nella dieta dei Romani.
prepara una crema con il latte, la farina, e una
delle uova per formare uno strato che ricopra
tutto. Infine si cuoce nel forno preriscaldato per
DALL’ HONDURAS
circa mezz’oretta.
PASTA CON SALSA GUACAMOLE E
MAZZANCOLLE
INGREDIENTI: ( per 4 persone)
Per la salsa:
- un avocado maturo
- un pomodoro maturo
- mezza cipolla
- mezzo peperoncino
- un pizzico di sale e pepe
- uno spicchio d’aglio spremuto
- succo di lime
- 250 gr. di spaghetti
- 300 gr. di mazzancolle
- un cucchiaio di olio extravergine di oliva
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DAL SENEGAL
CUSCUS SENEGALESE
Ingredienti (per 6 persone)
-1 kg. di cuscus o pasta tipo vermicelli
- 75 gr. di uvetta sultanina
- un pollo grosso in parti
- nokoss
- 250 ml. di olio di arachide
- 1 kg. di cipolle
- 1 carota
- olive verdi
- 1 foglia di alloro
- 2 cucchiai di senape
- aceto
Preparazione
DALLA ROMANIA
Fiammeggiare il pollo lavarlo con acqua, aceto, sale
grosso e risciacquarlo.
Macinare un peperoncino con mezza foglia d’alloro,
pepe e un cucchiaio di nokoss; poi inserire il
miscuglio ottenuto in ciascun pezzo di pollo
praticando un piccolo foro e schiacciarlo bene. Far
marinare il pollo con il nokoss per qualche minuto.
Scaldare metà dell’olio, salarlo leggermente e fare
friggere a lungo i pezzi di pollo.
Sbucciare le cipolle, tagliarle farle marinare con
nokoss, senape e aceto. Preparare e far cuocere la
pasta o il cuscus.
Soffriggere la cipolla e aggiungere i dadini di carota
e un po’ d’acqua e cuocere per una decina di
minuti. Aggiungere il pollo fritto e continuare la
cottura per altri dieci minuti, poi incorporare le
cipolle. Infine condire la pasta o il cuscus con una
noce di burro, il sugo e il pollo.
PENNE ALLA WODKA
Ingredienti
-
350 gr di penne
300 gr di pomodori
70 gr di pancetta a cubetti
1 bicchierino di vodka
qualche fetta di cipolla
1 rametto di prezzemolo
q. b. di pepe bianco e nero in grani
1 trito di erba cipollina
q. b. di sale
q. b. di olio extravergine d'oliva
Preparazione
Tagliare molto finemente i pomodori e
tritare la cipolla.
Lavare il prezzemolo e tritarlo.
Far rosolare nell'olio la pancetta e la
cipolla.
Unire il prezzemolo
pomodori e un pizzico di sale.
tritato
Farli cuocere per qualche
bagnare il tutto con la vodka.
Farla evaporare senza
completamente il sughetto.
ed
infine
minuto,
far
i
poi
asciugare
Lessare le penne in abbondante acqua
salata.
Scolarle al dente e versarle in un'ampia
casseruola unendo il sugo.
Mescolare bene il tutto a fuoco basso e
servire.
12
QUEL GIORNO...PROVAI
Racconti di sentimenti ed emozioni scritti dagli alunni delle classi quinte
Un giorno, durante il pedibus, io dissi ad un mio amico
di cui mi fidavo, un segreto. Il giorno dopo lo ritrovai
a spifferare tutto quello che gli avevo detto ai bambini
del pedibus.
In quel momento provai una rabbia così grande che mi
venne voglia di mollargli un pugno. Non sapevo cosa
mi stava succedendo, ero diventato tutto rosso e con uno
sguardo minaccioso andai lì e gli dissi che mi aveva
promesso di non dirlo a nessuno, ma lui fece finta di
niente. Allora la mia rabbia aumentò di livello fino ad
arrivare al massimo, dove da dentro il mio corpo
usciva...una bella vendetta.
Il giorno era arrivato, la vendetta era ai confini. Al
pedibus mi feci dire da Nicola, il mio bersaglio, un suo
segreto e lo dissi a tutti. Ero molto felice, la rabbia scese
e la felicità salì, perchè Nicola aveva imparato la
lezione!
Matteo B
.
Quella volta provai rabbia, vedendo che, per quanto
Sania fosse antipatica, tutte le correvano dietro.
Io Sania non posso sopportarla! Secondo me si vanta
troppo. Magari scrivesse male, ah no! E’ troppo
antipatica.
Spesso litigo con lei, mo poi lei ce l’ha quasi sempre
vinta, dopo tutto non è neanche un gran che.
Quella volta in palestra mi misi in fila per un esercizio,
ma lei mi superò io le dissi di spostarsi perchè c’ero io
prima, ma lei non mi ascoltò, oh che rabbia!
Mi incominciarono a tremare le gambe dal nervoso, poi
cominciai a digrignare i denti e alla fine non riuscii più
a controllarmi, andai lì e la spinsi via, lei cadde e
cominciò a piangere, le maestre mi sgridarono e mi
misero in castigo dicendomi che non potevo più giocare,
per quell’ora rimasi seduta in un angolino, con la
rabbia dentro di me.
Quella volta ci rimasi molto male.
È stata una giornata bruttissima!
Giorgia D.
Ero a Gardaland con i miei genitori ed ero in fila per
accedere al gioco intitolato “Alla barca dei pirati”.
Salita sul trenino ero tranquilla, ma quando il trenino
partì di colpo quella tranquillità svanì. All’inizio la
situazione era ancora sotto controllo, ma quando
cominciò ad andare più veloce e cominciarono a
spuntare pirati da tutte le parti io mi sentii mancare. Per
fortuna non svenni, ma avevo una paura tremenda.
Ad un certo punto il trenino si fermò! Io andai nel
panico, pensavo che ci fosse stato un blackout, ma poi
mi accorsi che un secchio grandissimo, pieno di acqua si
stava svuotando proprio sopra di noi. Mi ero preparata
al peggio, ma di acqua ne scese pochissima.
Quando il trenino si fermò io mi sentii sollevata e pensai
. “Il peggio è passato”. Quanto mai lo pensai!
I miei genitori erano pronti in fila per fare un altro
giro. Li supplicai di non fare un altro giro, ma nulla da
fare. Mi arresi, forse era destino che salissi un’altra volta
anche se non ero d’accordo!
Sabrina
Ero arrabbiatissimo. Sono tornato da scuola arrabbiato
per via del litigio con Daniela, un bambino cattivo e
maleducato. Ero arrabbiato come una iena, salii in
camera mia e iniziai a buttare in terra libri e fogli e la
mia sedia e poi iniziai ad urlare come un matto.
Ad un certo punto mia madre mi chiamò e mi chiese
cosa avevo e io risposi con un urlo così forte da rompere
i bicchieri che erano sulla credenza. Mia madre mi prese
per l’orecchio e mi diede quattro schiaffi sulle guance.
Il giorno dopo spiegai tutto ai miei genitori che non la
presero molto bene, subito dopo aver saputo
dell’accaduto mi misero in punizione in camera mia. Io
mi misi ad urlare e loro mi aumentarono la punizione,
io mi misi a piangere. Il giorno dopo ancora i miei
genitori andarono dai genitori di Daniele che presero
subito provvedimenti. Solo le punizioni mi fecero
capire di non litigare con gli amici e con le persone che
mi stanno attorno.
Luca G
13
QUEL GIORNO PROVAI
Che giornata!
Ero a casa e dovevo scrivere un testo per compito, ma
non avevo né voglia né pazienza. Quindi dissi a mia
madre che non riuscivo a scrivere niente e che la mia
testa era altrove. Le chiesi un inizio per la storia,
come si sarebbe svolta e come sarebbe finita, insomma
volevo che la inventasse lei.
Giustamente mi rispose che io dovevo scriverla e poi
lei mi avrebbe aiutato. Allora mi arrabbiai,
cominciai a sbuffare e a dire che non era giusto, che
non ce l’avrei mai fatta da sola. Ripetei la frase
almeno una dozzina di volte e poi cominciai a
piangere. Ero disperata, svogliata e arrabbiata. Le
guance e i miei occhi erano rossi e la gola mi faceva
male per quanto avevo pianto. Sentivo che la
temperatura del mio corpo saliva e che stavo per
scoppiare come un vulcano. Facevo fatica a respirare
ed era come se, piano piano, il mio stomaco si
attorcigliasse. Intanto mia madre prese il mio foglio,
dove cercavo di scrivere e mi ordinò di alzarmi per
andare in camera mia e di non tornare in cucina
finché non avessi scritto qualcosa.
Appena arrivata in camera, sempre piangendo, presi
una matita, la ruppi in punta e poi la spezzai a metà.
Avrei voluto strappare e rompere tutto, ma sapevo
che ne avrei pagato le conseguenze; sapevo che anche
mia madre aveva ragione e che io avevo tutti torti del
mondo, ecco perché ero ancora più arrabbiata.
Stanca morta mi buttai sul letto e mi
addormentai…avevo il cuore a pezzi e mi sentivo in
colpa.
Sono stata molto sciocca, perché non volevo fare un
compito che è il mio dovere.
Greta G
LA GIORNATA DELLA
MEMORIA
“Se comprendere è impossibile conoscere e’
necessario”
Primo Levi
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con
la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento
italiano che ha in tal modo aderito alla proposta
internazionale di dichiarare il 27 gennaio come
giornata in commemorazione delle vittime del
nazionalsocialismo (nazismo) e del fascismo,
dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della
propria vita hanno protetto i perseguitati.
Gentile Signora Trudi Birger,
Le scrivo per informarla che il suo libro “Ho sognato la
cioccolata per anni”, mi ha commosso ed impressionato molto.
Penso che sia stato terribile passare dal Bar Memel, dove
bevevo la cioccolata e ballava, al campo di concentramento di
Stutthog.
Lei ha raccontato con maestria i suoi dispiaceri e le sue
sofferenze, ma anche il suo incredibile coraggio e
l’incrollabile speranza che La faceva resistere.
Anche se l’intenzione di questa lettera ha il solo scopo di
congratularmi, spero di vederLa in una presentazione dei suoi
futuri libri che, di sicuro, leggerò con molto entusiasmo.
Le porgo i miei più cordiali saluti.
Greta G
Ho sognato la cioccolata per anni
di Birger Trudi - Green Jeffrey M.
Autori: Birger Trudi Green Jeffrey M.
Editore: Piemme
Genere: storia d'europa
Argomento: persecuzioni razziali campi di
concentramento
Collana: Bestseller
Traduttore: Cesa Bianchi M. L.
Pagine: 181
Prezzo: € 9,00
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GIOCHI E….
INDOVINELLO 1
Senza piedi corro presto, corro, corro e mai
mi arresto: non ho casa, non ho tetto, eppur
sto sempre ne mio letto!
INDOVINELLO 2
Una lumaca, che di giorno cerca di
raggiungere la sommità di un palo di 12
metri, sale ogni giorno di 3 metri, ma ogni
notte mentre dorme scivola di 2 metri.
Quanto tempo impiegherà per raggiungere
la cima del palo?
INDOVINELLO 3
Come si può scrivere 100 usando cinque
uno?
SOLUZIONE : 1)Il fiume 2) 10 giorni e 9 notti 3) 111-11=100
UMORISMO A DENTI STRETTI
<<Ascolta Luisa, ti faccio una domanda di geografia. É più lungo il Po o il Mississippi?>>
<<il Mississippi!>>
<<Brava, e di quanto?>>
<<Nove lettere!>>
15