CRONACHE dai BANCHI
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CRONACHE dai BANCHI
CRONACHE dai BANCHI Scuola Primaria “Aldo Moro” - Casaglio Notizie e ap Numero 2 – marzo 2010 Numero 2- marzo/ 2010 LA CURIOSITA’ Curvo, quasi toccando con la fronte lo scalino che gli stava di sopra, egli veniva su, su, su, dal ventre della montagna, senza piacere, anzi pauroso della prossima liberazione. E non d/Sud vedeva ancora la buca, che lassù si apriva come un occhio chiaro, d'una deliziosa chiarità d'argento. Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini. Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiaria cresceva, cresceva sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato. Possibile? Restò - appena sbucato all'aperto - sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d'argento. Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna. Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna? Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva. Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C'era la Luna! la Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore. LUIGI PIRANDELLO In questo numero: pagina 1 : La curiosità pagina 2- 3 : La mostra di Biancaneve – Palazzo Nava pagina 4: Biancaneve e le paure pagina 5-6-7: Biancaneve: “Io vorrei essere” “Non sapevamo che…” pagina 8-9-10 : Festa del papà: interviste pagina 11-12: Gli alimenti canterini pagina 13 : Quel giorno provai pagina 14 : Il giorno della memoria UN SECOLO FA PIRANDELLO DESCRIVEVA LO STUPORE DI QUESTO RAGAZZINO, COSTRETTO A LAVORARE IN MINIERA, CHE PER LA PRIMA VOLTA VEDE LA LUNA. FACCIAMO CHE I NOSTRI BAMBINI MANTENGANO LO STUPORE PER IL MONDO CHE LI CIRCONDA. pagina 15 : giochi e… GRE GRETA B. 1 PALAZZO NAVA: BIANCANEVE IN MOSTRA Il giorno undici febbraio siamo andati a una mostra e sono venuti con noi i bambini di seconda e alcune maestre. La mostra era sulla fiaba “Biancaneve” ed era stata allestita a Palazzo Nava. Appena arrivati ci siamo sistemati e, con le maestre, siamo andati in una stanza grande e spaziosa, dove ci aspettava una signora che ci avrebbe fatto da guida per tutta la durata della nostra visita. Questa signora ci ha raccontato una storia intitolata “Chi ha visto Biancaneve?”, poi ci ha fatto rispondere ad alcune domande per vedere se avevamo compreso la storia e ci ha fatto riflettere sulle emozioni provate dai personaggi. Poi, mentre aspettavamo che arrivasse il nostro turno di visitare la mostra, abbiamo dovuto imparare a memoria strane rime, come “Mangia la mela, mangia la mela, mangia la mela qui”. Quindi siamo andati a visitare la mostra al piano terra del palazzo. La mostra era organizzata in sette stanze che rappresentavano i momenti principali della fiaba (ad esempio la prima stanza era la stanza della regina) e all’interno di ciascuna stanza i personaggi erano fatti di specchi. Mentre passavamo da una stanza all’altra la nostra guida ci raccontava la fiaba usando toni di voce appropriati al momento, ma anche oggetti per produrre suoni o rumori. In alcuni passaggi della storia siamo stati noi i lettori. Infatti, in alcune stanze, abbiamo dovuto ripetere, divisi in gruppo, le rime che avevamo imparato a memoria, recitandole prima una alla volta e poi tutte contemporaneamente. L’effetto che abbiamo creato è stato molto divertente. Finito di visitare la mostra abbiamo partecipato a un laboratorio di lingua inglese e poi siamo tornati a scuola. La mostra è piaciuta a tutti e ci hanno colpito soprattutto la casa dei sette nani, dove c’erano sette lettini a castello e tanti piccoli oggetti (calzine, ciabatte, piattini…), il bosco con i nani fatti con gli specchi e il laboratorio d’inglese perche la maestra era molto brava ad imitare le voci, soprattutto quella della strega, e, a volte, nel sentirla parlare ci spaventavamo. Classe 3 A 2 Il giorno 22 febbraio, noi bambini della 3°B siamo andati, insieme ai bambini di un’altra classe e ad alcune maestre, alla mostra di Biancaneve, realizzata da un’artista francese e allestita a Palazzo Nava, qui a Gussago. I personaggi della fiaba erano fatti di legno e di specchi ed erano state costruite delle stanze che rappresentavano le parti più importanti della fiaba; è stata narrata da un ragazzo bravissimo e molto espressivo che ci ha fatto partecipare attivamente al racconto. Abbiamo provato una sensazione di serenità quando, durante il racconto, abbiamo sentito: il fruscio delle foglie, il cinguettio degli uccelli e il sibilo del vento. Sembrava di essere dentro un bosco in movimento; ci siamo dispiaciuti quando la strega ha ordinato al cacciatore di uccidere Biancaneve ma per fortuna non lo ha fatto. Ci è piaciuta tanto la stanza dei sette nani, tutti gli accessori erano piccoli: sette lettini, uno sopra l’altro, sette paia di stivaletti, sette paia di pantofoline, sette seggioline intorno ad una tavola apparecchiata con sette ciotoline, sette posatine, sette tovagliolini e sette panini. Sembrava di essere davvero dentro la loro casetta e vedere quella stanza ci ha fatto provare felicità perché i nani erano felici che Biancaneve restasse a casa con loro. Ci ha colpito anche la stanza dove c’erano tante mele, che rappresentava la scena della mela avvelenata. Abbiamo provato tristezza perché in quell’occasione Biancaneve era morta. Fortunatamente, la fiaba ha un risvolto positivo per cui, alla fine, eravamo tutti “felici e contenti”. Classe 3°B BIANCANEVE: IL LABORATORIO E voi? Sareste in grado di indovinare? Eccoli: Grumpy, Sneezy, Sleepy, Doc, Bashful, Happy, Dopey. MIRROR, MIRROR ON THE WALL.. Specchio, specchio delle mie brame. Volete un aiutino? Eccolo: Lunedì 22 febbraio ci siamo recati presso il Palazzo Nava di Gussago per assistere ad una mostra sul tema di Biancaneve e siamo stati particolarmente colpiti dal laboratorio di inglese realizzato durante il percorso. • • • • • • • La signora Letizia, dopo averci fatto presentare per conoscerci un po’, ha introdotto il racconto in inglese (Snow White and the seven dwarfs), esordendo con un classico once upon a time (c’era una volta) e, tenendo in mano un copione, ha fatto una lettura animata di alcuni brani tratti dalla famosa storia. Per aiutarci a capire le parole e le espressioni che non conoscevamo, è ricorsa al mimo e ha utilizzato anche alcuni oggetti: la mela (apple), lo specchio (mirror), il pettine (comb) e il nastro (ribbon). Grump= persona scontrosa, irritabile Sneeze = starnutire Sleep= dormire Doc (doctor) = dottore Bash= arrossire Happy= felice Dopey= cucciolo (questo è facile!) Concludiamo dicendo che è stata un’esperienza interessante e positiva, ve la consigliamo e speriamo di poterla rifare in futuro, anche per altre storie! Classe 3^C Inoltre, durante la lettura, ha dato una certa intonazione a seconda del personaggio impersonato. Per esempio, ha utilizzato una voce dolce per la parte di Biancaneve (Snow White) ed una più paurosa, da brividi, per quella della matrigna (stepmother). Alcuni di noi, nonostante la bravura della signora, sono stati un po’ disturbati dal fatto che urlasse e facesse paura e hanno detto di essersi annoiati quando non capivano qualche parola in inglese. Altri compagni, però, hanno apprezzato molto questo laboratorio, lo hanno trovato divertente e sono stati contenti di aver imparato anche qualche parola nuova. RINUNCIO ALLA MERENDINA Tutti noi, comunque, ci siamo divertiti con il gioco finale: la signora ha alzato alcuni cartellini sopra i quali erano scritti i nomi dei sette nani in inglese e noi abbiamo indovinato quali fossero. Ovviamente ci ha aiutati. Per esempio, quando ha mimato Pisolo, ha assunto un’aria stanca e assopita. Per Haiti RACCOLTI €258 3 INVIATI ALLA SCUOLA DON BOSCO BIANCANEVE: LE SUE PAURE LE NOSTRE PAURE PROGETTO IN COLLABORAZIONE CON LA BIBLIOTECA COMUNALE 4 BIANCANEVE: NON SAPEVAMO CHE 5 BIANCANEVE: IO VORREI ESSERE 6 7 19 MARZO FESTA DEL PAPA’ Gli alunni delle classi seconde intervistano i loro papà Storia della Festa del Papà - La Festa del Papà si festeggia in tutto il mondo, anche se in date diverse: in Italia è il 19 marzo.Questa festa nasce nei primi anni del 1900 e le sue origini si trovano negli Stati Uniti dove una donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre, e da allora è stata creata questa festa complementare alla Festa della Mamma che viene celebrata da prima, dal 1870.In molti paesi, come negli USA, la Festa del Papà si tiene la terza domenica di giugno, in Italia e in altri paesi di tradizione cattolica si festeggia il giorno di san Giuseppe, il padre di Gesù, ritenuto esempio di padre e marito esemplare. Abbiamo deciso di intervistare i nostri papà, ponendo queste domande: • Come eri alla mia età, sia fisicamente che come carattere? • Cosa avresti voluto fare da grande? • Hai fatto quello che immaginavi o hai cambiato idea? Quando avevo sette anni ero piccolo e magro, sono rimasto così per tanti anni, perché mi sono sviluppato tardi. Di carattere ero buono ed ubbidiente. Da piccolo volevo fare tante cose, poi ho capito che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa con le parole, la scrittura e la letteratura, ad esempio volevo aprire un’agenzia pubblicitaria (cosa che poi ho fatto) oppure insegnare (cosa che non sono riuscito a fare). Sono riuscito a fare tante cose che immaginavo, ad esempio il giornalista, anche se è molto difficile fare tutto quello che si sognava da piccoli.(Eleonora A) Il suo carattere era gentile, da grande avrebbe voluto fare il poliziotto e ha fatto quello che aveva immaginato. (Devis) Ecco le loro risposte: CLASSE 2 A Il mio papà era piccolino, magro e timido. Avrebbe voluto fare il pompiere. Ha cambiato idea, perché prima ha fatto l’elettricista e poi il muratore. (Veronica M) Ero un bambino tranquillo, abbastanza alto e robusto. Avrei voluto fare il lavoro di mio papà e ho fatto quello che immaginavo. (Matteo L) Ero un bambino alto come la mia Alice e avevo i capelli tagliati a baschetto, avevo un carattere vivace e giocherellone. Da grande volevo fare il meccanico di automobili da corsa, non l’ho fatto perché ho frequentato scuole con indirizzo diverso, ho preferito studiare ragioneria per andare a lavorare in banca. (Alice G) Ero magro, vivace e timido. Avrei voluto fare il calciatore, non sono riuscito a fare quello che sognavo, ma sono contento ugualmente.(Chiara C) Il mio papà era alto e magro, bravo ma un po’ capriccioso. Voleva fare il calciatore, ma ha cambiato idea. (Greta C) Non ero molto alto, ma robusto, buono ed estroverso. Volevo fare il maestro di sci o il calciatore. Non ho cambiato idea, ma non sono riuscito a fare quei lavori. (Greta R) Il mio papà era un bambino sportivo e allenato, un po’ timido. Voleva fare la guardia forestale o il pompiere, ma ha cambiato idea.(Giorgia M) Ero paffutello, con il viso simpatico, di carattere mite ed estroverso. Avrei voluto fare il pilota di aerei, ma ho fatto molto di più di quello che immaginavo. (Maria M) Il mio papà alla mia età era magro, non molto alto, buono e timido. Avrebbe voluto diventare un vigile del fuoco, ha cambiato idea e fa l’idraulico. (Simone R) Ero magro e piccolo in confronto agli altri bambini della mia età. Ero un bambino socievole e allegro. Da grande avrei voluto fare lo sciatore professionista, la passione mi è rimasta, ma non ho avuto la possibilità economica. (Mirko P) Il mio papà era piccolo come Cristina. Ha fatto il macchinista. (Elena V) Il mio papà era un po’ cicciotello e di carattere vivace e buono. Da grande avrebbe voluto fare il lattaio, perché vendeva le caramelle. Ha cambiato idea. (Lorenzo P) Il mio papà era buono e piccolo. Voleva fare l’esploratore, ma non ha fatto quello che sognava.(Vittoria Z) Quando avevo otto anni ero un bambino magro e muscoloso perché andavo in bicicletta tutti i giorni. Ero un bambino generoso, ma un po’ dispettoso. Da grande avrei voluto fare il ciclista, ho corso in bicicletta, ma sono anche andato a lavorare nella ditta della mia famiglia. (Filippo C) CLASSE 2 B Il mio papà alla mia età era più piccolo di me ed il suo carattere era simile al mio. Voleva fare l’artista perché gli piace molto disegnare, non ha cambiato idea, ma la vita lo ha portato a fare un altro lavoro.(Simone S) Ero vivace e monello, non avevo gli occhiali e avevo una striscia nera di capelli. Volevo fare l’architetto o l’archeologo, ma ho cambiato idea, perché mi sono accorto che bisognava studiare (Laura P) Alla tua età ero quasi come te, sia fisicamente che come carattere. Da grande volevo essere musicista (suonare il pianoforte e le tastiere), l’ho fatto per sedici anni, poi ho smesso di suonare e ora faccio l’operaio. (Aisa O.) IO alla tua età ero alto e magro, ero un bambino vivace. Da grande avrei voluto fare il meccanico, ma ho cambiato idea. (Sara G) 8 Fisicamente ero robusto e come carattere timido, volevo fare il cuoco e ho fatto quello che immaginavo. (Manuel M) Alla mia età il papà era alto, robusto ed aveva un carattere timido. Da grande avrebbe voluto fare il pilota. Non ha fatto quello che immaginava, ma ha ancora una grande passione per le auto. (Pietro B.) Alla tua età ero cicciotello e buono. Da grande avrei voluto fare il pompiere, ma non l’ho fatto, lavoro sui tetti. (Benedetta C.) Ero magrolino e piccolo. Come carattere mi dicevano che ero espansivo, socievole, ordinato, preciso e frizzante. Avrei voluto fare l’astronauta, non era facile, è rimasto un sogno e quindi ho cambiato idea. (Alessandra G) Ero piccolo, esile come Cristina, come carattere ero buono e ubbidiente. Volevo fare il meccanico, non ho cambiato idea, ho fatto quello che mi è capitato.(Cristina V) Fisicamente era magro, con un carattere tranquillo. Il mio papà voleva fare il ruspista, non ha cambiato idea, ma ora vende fotocopiatrici e computer. (Martina A) Ero abbastanza basso e molto timido. Avrei voluto fare il contadino o il veterinario, ho cambiato idea, perché andando a scuola mi sono appassionato alle materie scientifiche. (Lorenzo P) Alla mia età il mio papà era alto e magro come me e aveva un carattere molto allegro, amava molto giocare sia da solo che in compagnia, ma era anche una piccola peste. Da grande avrebbe voluto fare il medico chirurgo. Non ha fatto quello che immaginava, ma ha svolto tanti lavori completamente diversi, perché in gioventù non si applicò come avrebbe dovuto fare, anche se in realtà aveva le capacità e le possibilità di riuscire nel proprio intento. Questo mi deve servire come insegnamento: nella vita bisogna sempre impegnarsi per arrivare dove si vuole. (Greta B) Avevo i capelli castani, non ero né alto né basso, ero abbastanza magro e assomigliavo un po’ a te. Come carattere ero buono, simpatico e ubbidivo quasi sempre ai miei genitori. siccome mi piacevano molto la scienza e lo spazio, avrei voluto inventare cose nuove, non ho fatto l’inventore, ma nel tempo lo potrei ancora essere. (Elisa F.) Io alla tua età ti assomigliavo molto. Avevo sempre voglia di correre e saltare, proprio come te, anche il carattere era come il tuo, a volte un po’ testardo. Averi voluto fare tante cose!! Una in particolare mi affascinava: entrare a far parte della Polizia Stradale. Mi sarebbe anche piaciuto guidare auto di grossa cilindrata. Per fare il mio lavoro mi sono impegnato, prima molto nello studio, e ho così preso il diploma di tecnico meccanico, ho raggiunto il mio obiettivo e la professione che ora svolgo mi piace e soddisfa. (Giada S) Il mio papà quando era un bambino come me era abbastanza alto e atletico, giocava a calcio. Era un bambino allegro, ma riservato. Da grande avrebbe voluto fare il medico per guarire le persone, da grande ha fatto delle esperienze che hanno cambiato la sua scelta e adesso fa l’artigiano e lavora i metalli. (Marta C) Fisicamente ti assomigliavo, ma avevo i capelli più chiari ed ero, forse, più basso. Di carattere ero abbastanza tranquillo, ma piuttosto testardo. Da grande avrei voluto diventare astronauta, oppure operatore che guida le macchine movimento terra (ruspe), non ho realizzato quello che immaginavo da piccolo, infatti ho fatto l’ingegnere. (Francesco P) Alla tua età ero molto simile a te, fisicamente avevo anch’io i capelli biondi, occhi verdi, fisico Robustino, mentre il mio carattere era tranquillo, ma allo stesso tempo determinato, era anche dovuto alla differenza enorme del periodo in cui io avevo sette anni rispetto a te. Quando ero piccolo mi ricordo che mi sarebbe piaciuto fare il contadino, molto probabilmente perché trascorrevo il pomeriggio dai miei nonni (Andrea e Margherita) che avevano la cascina e i campi coltivati, in primavera andavo a raccogliere le ciliegie con i miei amici, in autunno facevamo la vendemmia. Quando è giunto il momento di inserirmi nel mondo del lavoro ho fatto vari mestieri, ma nessuno che rispecchiava quelli che sognavo da piccolo. (Stefano P.) Ero magro e biondino, buono, molto dolce e un po’ timido. Volevo fare il giocatore di tennis, non ho fatto quello che volevo, ma l’impiegato. (Alice C) Ero alto, magro e biondo. Dispettoso e irrequieto. Avrei voluto fare l’allevatore di bestiame, ma non ho ancora realizzato tutti i miei sogni. (Chiara G) Fisicamente ero magro, come carattere molto timido e riservato. Da grande avrei voluto fare il calciatore, non ho fatto quello che immaginavo, infatti sono diventato un ragioniere. (Luca T) CLASSE 2 C Io a 8 anni ero magro, abbastanza alto e avevo i capelli ricci, ero un bambino vivace, buono, ma un po’ birichino, perché combinavo un sacco di guai. Da grande avrei voluto fare il pilota degli aerei, purtroppo non sono riuscito, non essendo un lavoro semplice.(Chiara C) Ero abbastanza simile a te, sia fisicamente che come carattere, avrei voluto scoprire come funzione l’elettronica e ho fatto quello che immaginavo. (Stefano V) Fisicamente ero piccolo e magro, di carattere generoso, bravo e timido. Avrei voluto diventare il contadino, ma ho cambiato idea, ho fatto prima il falegname e poi il distillatore. (Paola F) Alla tua età ero più basso di te e avevo un carattere molto buono. Avrei voluto diventare un calciatore professionista, ma non ho fatto ciò che immaginavo da piccolo. (Filippo C.) Il mio papà era come me, avrebbe voluto fare il disegnatore e l’ha fatto. (Dalila S.). Il mio papà era cicciotello e giocherellone, avrebbe voluto fare l’astronauta, ma ha cambiato idea. (Virginia B.). 9 Fisicamente era bello come me, era più alto dei suoi amici. Era un bambino ubbidiente, un po’ introverso e molto spiritoso. Da grande voleva fare il veterinario, ma ha cambiato idea.(Pietro G.) Fisicamente ero magro e di carattere sempre allegro e vivace. Avrei voluto fare il pompiere o l’astronauta, ma ho cambiato idea, faccio un altro lavoro.(Luca M.) Ero magro, con i capelli un po’ lunghi, timido. Avrei voluto fare il pilota di aerei militari, ma ho cambiato idea.(Luca O.) Il mio papà alla mia età era identico a me, voleva essere un medico, ma poi ha cambiato idea. (Marina G) Alla tua età ero alto e magro, di carattere ero timido e piangevo spesso. Da grande mi sarebbe piaciuto fare il carabiniere, non ho fatto quello che immaginavo, perché faccio l’elettricista, però ho provato anche l’esperienza del carabiniere durante il servizio militare.(Marta F) Ero piccolino, con i capelli neri ed ero molto vivace. Volevo fare il veterinario, perché mi sono sempre piaciuti gli animali, ma con il passare degli anni ho cambiato idea e adesso faccio il barista. (Alison. D) Fisicamente ero robusto e come carattere timido, avrei voluto fare il cuoco e ho fatto quello che immaginavo.(Giada M) Il mio papà era proprio identico a me: giocava, era magro e faceva i compiti da solo. Da grande avrebbe voluto fare l’archeologo, ma ha cambiato idea. (Luca P.) Alla mia età, fisicamente, il mio papà era un po’ più basso di me e con tanti capelli castani. Aveva un carattere molto tranquillo e curioso, sognava di fare il meccanico, ma diventato grande ha scoperto i computer ed ha cambiato idea.(Paolo Z.) Fisicamente era magro e alto, di carattere timido e sognatore. Voleva fare il camionista e per dieci anni è riuscito a farlo, poi ha cambiato lavoro. (Lorenzo Z) Il mio papà era alto come me, sguardo come me, fischiettava sempre, non era agitato, ma calmo. Aveva tanta voglia di imparare ed aveva tante paure. Avrebbe voluto fare il dottore, ma ha cambiato idea perché era più bravo in matematica.(Sebastiano M) Ero piccolo, magro un po’ timido. Avrei voluto fare il calciatore, ma ho cambiato idea (Beatrice T) Ero un bambino magro, avevo i capelli e gli occhi castani. Il mio carattere era tranquillo, molto affettuoso con i miei genitori e mi piaceva stare in compagnia con i miei amichetti. Da grande avrei desiderato fare il calciatore, purtroppo non ho fatto quello che desideravo, ma sono molto contento del mio lavoro. (Beatrice P) IN CUCINA PER FESTEGGIARE I PAPA’ La zeppola o zeppola di San Giuseppe è un tipico dolce dell'Italia meridionale. Vengono preparate generalmente nel periodo di San Giuseppe (19 marzo) tanto da essere un dolce tipico della festa del papà. Gli ingredienti principali sono la farina, lo zucchero, le uova, il burro e l'olio d'oliva. Nella tradizione napoletana esistono due varianti di zeppole di San Giuseppe: fritte e al forno. In entrambi i casi le zeppole hanno forma circolare con un foro centrale dal diametro di 2 cm circa e sono guarnite ricoprendole di crema pasticciera con sopra delle amarene sciroppate. Alcune pasticcerie provvedono anche alla farcitura interna della zeppola con tale crema, discostandosi dalla tradizione. Ultimamente si trovano zeppole ripiene di crema gianduia e panna. Infine questo dolce viene sottoposta ad una spolverata di zucchero a velo. Tempi: 3 ore circa (30 minuti di cottura, 20 minuti di preparazione, 1 ora di lievitazione della pasta, 1 ora di lievitazione delle zeppole). Ingredienti per 4 porzioni (abbondanti): 250 grammi di farina bianca, lievito di birra, 1 uovo, 80 grammi di zucchero, 1 limone, 60 g di burro, abbondante olio per friggere, 50 g di zucchero a velo. 10 GLI ALIMENTI CANTERINI: LA PASTA Preparazione Aprire l’avocado, eliminare i semi e scavare la polpa con un cucchiaino; poi schiacciare la polpa con una forchetta e aggiungere il succo di lime, il pomodoro Il tema del carnevale di quest’anno era: “Gli tagliato a dadini, la cipolla e il peperoncino tagliati alimenti canterini”, e a noi delle classi quarte era a pezzi, sale, pepe e aglio. stata assegnata la pasta. Nel frattempo mettere a bollire per qualche minuto Ecco dunque le nostre ricette per cucinare alcuni le mazzancolle e poi aggiungerle alla salsa. piatti di pasta davvero “originali”. Cuocere e scolare gli spaghetti e infine condirli con Ma prima qualche curiosità… la salsa guacamole e un cucchiaio di olio Che cosa è la pasta extravergine. DALL’ALBANIA La pasta è un prodotto alimentare ottenuto dalla lavorazione di sfarinati di frumento, con aggiunta di PASTIÇO - PASTA AL FORNO sale, acqua e altri ingredienti di vario tipo come sugo, verdure, carne, pesce. Ingredienti (per 6 persone) E’ consigliata nella dieta quotidiana per la sua semplicità e genuinità: infatti non contiene nessun - 400 gr. di spaghetti conservante, colorante o additivo chimico. - 1 lt. di latte - 3 o 4 uova Le origini - 200 gr. di formaggio (feta greca) Secondo molti la pasta non sarebbe stata inventata - 100 ml di olio in Italia, ma sarebbe stata portata da Marco Polo di - 50 gr. di burro ritorno dal suo viaggio in Cina. Tuttavia esistono - 2 cucchiai di farina molti documenti che testimoniano la presenza della - Sale pasta già prima di quel periodo, tra i quali un testo - Pepe nero nel quale un medico di Bergamo l’aveva prescritta ad un paziente per assicurarne pronta guarigione. In passato sicuramente gli Etruschi conoscevano già Preparazione qualcosa di simile, in quanto sono state trovate Si cuoce la pasta al dente, si scola e si mette in delle pitture raffiguranti alcuni strumenti tipici della una pirofila imburrata. Si aggiunge un po’ di preparazione della pasta, ma qualcosa di simile alla latte, formaggio, burro, pepe, sale, uova. Poi si pasta esisteva già nella dieta dei Romani. prepara una crema con il latte, la farina, e una delle uova per formare uno strato che ricopra tutto. Infine si cuoce nel forno preriscaldato per DALL’ HONDURAS circa mezz’oretta. PASTA CON SALSA GUACAMOLE E MAZZANCOLLE INGREDIENTI: ( per 4 persone) Per la salsa: - un avocado maturo - un pomodoro maturo - mezza cipolla - mezzo peperoncino - un pizzico di sale e pepe - uno spicchio d’aglio spremuto - succo di lime - 250 gr. di spaghetti - 300 gr. di mazzancolle - un cucchiaio di olio extravergine di oliva 11 DAL SENEGAL CUSCUS SENEGALESE Ingredienti (per 6 persone) -1 kg. di cuscus o pasta tipo vermicelli - 75 gr. di uvetta sultanina - un pollo grosso in parti - nokoss - 250 ml. di olio di arachide - 1 kg. di cipolle - 1 carota - olive verdi - 1 foglia di alloro - 2 cucchiai di senape - aceto Preparazione DALLA ROMANIA Fiammeggiare il pollo lavarlo con acqua, aceto, sale grosso e risciacquarlo. Macinare un peperoncino con mezza foglia d’alloro, pepe e un cucchiaio di nokoss; poi inserire il miscuglio ottenuto in ciascun pezzo di pollo praticando un piccolo foro e schiacciarlo bene. Far marinare il pollo con il nokoss per qualche minuto. Scaldare metà dell’olio, salarlo leggermente e fare friggere a lungo i pezzi di pollo. Sbucciare le cipolle, tagliarle farle marinare con nokoss, senape e aceto. Preparare e far cuocere la pasta o il cuscus. Soffriggere la cipolla e aggiungere i dadini di carota e un po’ d’acqua e cuocere per una decina di minuti. Aggiungere il pollo fritto e continuare la cottura per altri dieci minuti, poi incorporare le cipolle. Infine condire la pasta o il cuscus con una noce di burro, il sugo e il pollo. PENNE ALLA WODKA Ingredienti - 350 gr di penne 300 gr di pomodori 70 gr di pancetta a cubetti 1 bicchierino di vodka qualche fetta di cipolla 1 rametto di prezzemolo q. b. di pepe bianco e nero in grani 1 trito di erba cipollina q. b. di sale q. b. di olio extravergine d'oliva Preparazione Tagliare molto finemente i pomodori e tritare la cipolla. Lavare il prezzemolo e tritarlo. Far rosolare nell'olio la pancetta e la cipolla. Unire il prezzemolo pomodori e un pizzico di sale. tritato Farli cuocere per qualche bagnare il tutto con la vodka. Farla evaporare senza completamente il sughetto. ed infine minuto, far i poi asciugare Lessare le penne in abbondante acqua salata. Scolarle al dente e versarle in un'ampia casseruola unendo il sugo. Mescolare bene il tutto a fuoco basso e servire. 12 QUEL GIORNO...PROVAI Racconti di sentimenti ed emozioni scritti dagli alunni delle classi quinte Un giorno, durante il pedibus, io dissi ad un mio amico di cui mi fidavo, un segreto. Il giorno dopo lo ritrovai a spifferare tutto quello che gli avevo detto ai bambini del pedibus. In quel momento provai una rabbia così grande che mi venne voglia di mollargli un pugno. Non sapevo cosa mi stava succedendo, ero diventato tutto rosso e con uno sguardo minaccioso andai lì e gli dissi che mi aveva promesso di non dirlo a nessuno, ma lui fece finta di niente. Allora la mia rabbia aumentò di livello fino ad arrivare al massimo, dove da dentro il mio corpo usciva...una bella vendetta. Il giorno era arrivato, la vendetta era ai confini. Al pedibus mi feci dire da Nicola, il mio bersaglio, un suo segreto e lo dissi a tutti. Ero molto felice, la rabbia scese e la felicità salì, perchè Nicola aveva imparato la lezione! Matteo B . Quella volta provai rabbia, vedendo che, per quanto Sania fosse antipatica, tutte le correvano dietro. Io Sania non posso sopportarla! Secondo me si vanta troppo. Magari scrivesse male, ah no! E’ troppo antipatica. Spesso litigo con lei, mo poi lei ce l’ha quasi sempre vinta, dopo tutto non è neanche un gran che. Quella volta in palestra mi misi in fila per un esercizio, ma lei mi superò io le dissi di spostarsi perchè c’ero io prima, ma lei non mi ascoltò, oh che rabbia! Mi incominciarono a tremare le gambe dal nervoso, poi cominciai a digrignare i denti e alla fine non riuscii più a controllarmi, andai lì e la spinsi via, lei cadde e cominciò a piangere, le maestre mi sgridarono e mi misero in castigo dicendomi che non potevo più giocare, per quell’ora rimasi seduta in un angolino, con la rabbia dentro di me. Quella volta ci rimasi molto male. È stata una giornata bruttissima! Giorgia D. Ero a Gardaland con i miei genitori ed ero in fila per accedere al gioco intitolato “Alla barca dei pirati”. Salita sul trenino ero tranquilla, ma quando il trenino partì di colpo quella tranquillità svanì. All’inizio la situazione era ancora sotto controllo, ma quando cominciò ad andare più veloce e cominciarono a spuntare pirati da tutte le parti io mi sentii mancare. Per fortuna non svenni, ma avevo una paura tremenda. Ad un certo punto il trenino si fermò! Io andai nel panico, pensavo che ci fosse stato un blackout, ma poi mi accorsi che un secchio grandissimo, pieno di acqua si stava svuotando proprio sopra di noi. Mi ero preparata al peggio, ma di acqua ne scese pochissima. Quando il trenino si fermò io mi sentii sollevata e pensai . “Il peggio è passato”. Quanto mai lo pensai! I miei genitori erano pronti in fila per fare un altro giro. Li supplicai di non fare un altro giro, ma nulla da fare. Mi arresi, forse era destino che salissi un’altra volta anche se non ero d’accordo! Sabrina Ero arrabbiatissimo. Sono tornato da scuola arrabbiato per via del litigio con Daniela, un bambino cattivo e maleducato. Ero arrabbiato come una iena, salii in camera mia e iniziai a buttare in terra libri e fogli e la mia sedia e poi iniziai ad urlare come un matto. Ad un certo punto mia madre mi chiamò e mi chiese cosa avevo e io risposi con un urlo così forte da rompere i bicchieri che erano sulla credenza. Mia madre mi prese per l’orecchio e mi diede quattro schiaffi sulle guance. Il giorno dopo spiegai tutto ai miei genitori che non la presero molto bene, subito dopo aver saputo dell’accaduto mi misero in punizione in camera mia. Io mi misi ad urlare e loro mi aumentarono la punizione, io mi misi a piangere. Il giorno dopo ancora i miei genitori andarono dai genitori di Daniele che presero subito provvedimenti. Solo le punizioni mi fecero capire di non litigare con gli amici e con le persone che mi stanno attorno. Luca G 13 QUEL GIORNO PROVAI Che giornata! Ero a casa e dovevo scrivere un testo per compito, ma non avevo né voglia né pazienza. Quindi dissi a mia madre che non riuscivo a scrivere niente e che la mia testa era altrove. Le chiesi un inizio per la storia, come si sarebbe svolta e come sarebbe finita, insomma volevo che la inventasse lei. Giustamente mi rispose che io dovevo scriverla e poi lei mi avrebbe aiutato. Allora mi arrabbiai, cominciai a sbuffare e a dire che non era giusto, che non ce l’avrei mai fatta da sola. Ripetei la frase almeno una dozzina di volte e poi cominciai a piangere. Ero disperata, svogliata e arrabbiata. Le guance e i miei occhi erano rossi e la gola mi faceva male per quanto avevo pianto. Sentivo che la temperatura del mio corpo saliva e che stavo per scoppiare come un vulcano. Facevo fatica a respirare ed era come se, piano piano, il mio stomaco si attorcigliasse. Intanto mia madre prese il mio foglio, dove cercavo di scrivere e mi ordinò di alzarmi per andare in camera mia e di non tornare in cucina finché non avessi scritto qualcosa. Appena arrivata in camera, sempre piangendo, presi una matita, la ruppi in punta e poi la spezzai a metà. Avrei voluto strappare e rompere tutto, ma sapevo che ne avrei pagato le conseguenze; sapevo che anche mia madre aveva ragione e che io avevo tutti torti del mondo, ecco perché ero ancora più arrabbiata. Stanca morta mi buttai sul letto e mi addormentai…avevo il cuore a pezzi e mi sentivo in colpa. Sono stata molto sciocca, perché non volevo fare un compito che è il mio dovere. Greta G LA GIORNATA DELLA MEMORIA “Se comprendere è impossibile conoscere e’ necessario” Primo Levi Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo (nazismo) e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Gentile Signora Trudi Birger, Le scrivo per informarla che il suo libro “Ho sognato la cioccolata per anni”, mi ha commosso ed impressionato molto. Penso che sia stato terribile passare dal Bar Memel, dove bevevo la cioccolata e ballava, al campo di concentramento di Stutthog. Lei ha raccontato con maestria i suoi dispiaceri e le sue sofferenze, ma anche il suo incredibile coraggio e l’incrollabile speranza che La faceva resistere. Anche se l’intenzione di questa lettera ha il solo scopo di congratularmi, spero di vederLa in una presentazione dei suoi futuri libri che, di sicuro, leggerò con molto entusiasmo. Le porgo i miei più cordiali saluti. Greta G Ho sognato la cioccolata per anni di Birger Trudi - Green Jeffrey M. Autori: Birger Trudi Green Jeffrey M. Editore: Piemme Genere: storia d'europa Argomento: persecuzioni razziali campi di concentramento Collana: Bestseller Traduttore: Cesa Bianchi M. L. Pagine: 181 Prezzo: € 9,00 14 GIOCHI E…. INDOVINELLO 1 Senza piedi corro presto, corro, corro e mai mi arresto: non ho casa, non ho tetto, eppur sto sempre ne mio letto! INDOVINELLO 2 Una lumaca, che di giorno cerca di raggiungere la sommità di un palo di 12 metri, sale ogni giorno di 3 metri, ma ogni notte mentre dorme scivola di 2 metri. Quanto tempo impiegherà per raggiungere la cima del palo? INDOVINELLO 3 Come si può scrivere 100 usando cinque uno? SOLUZIONE : 1)Il fiume 2) 10 giorni e 9 notti 3) 111-11=100 UMORISMO A DENTI STRETTI <<Ascolta Luisa, ti faccio una domanda di geografia. É più lungo il Po o il Mississippi?>> <<il Mississippi!>> <<Brava, e di quanto?>> <<Nove lettere!>> 15