L`intesa - Premio Letterario Santa Margherita

L'intesa
di Giorgia Amatiste
Lei, uno Chardonnay frizzante, vivace e piena nei suoi vestiti di cotone sul far di una sera d’agosto,
emanava una flebile fragranza di miele e limone, le labbra dipinte d’albicocca.
Io, un Cabernet scontroso, col gusto libertino e venatorio, la veste rubino con un profumo di ribes, un
che di esotico e lontano, la seguivo con gli occhi come un cane affamato.
Avrei potuto bere ogni sorso di lei, fremente, come ai tempi in cui vestivo di seta e credevo bastasse
parlare francese per amar le donne, fingendomi un estimatore di vini rinomati, inventando di volta in
volta suntuosi aggettivi per tutte le coppe di champagne trangugiate con ardore giovanile. Ora, invece,
ne avrei assaporato ogni goccia, inclinando il bicchiere per vivere quel suo colore chiaro e leggero.
Avrei cercato quell’aroma fruttato sul palato mentre le bollicine frizzavano nella gola. In ogni bicchiere
di vino ci vedo una donna diversa, un tipo d’amore ora focoso, ora letterario, delicato e pungente. Ma
nessuna era come lei.
La ragazza con le onde dorate fra i capelli e gli occhi verdi, amami Giulia, le dissi d’improvviso, amami
come ameresti un vino rosso in inverno davanti al fuoco.
Lei mi baciò, un sentore di miele e limone s’impadronì di me.
Ero in estasi, ubriaco della vita e dell’amore.
Avrei potuto lasciarmi sedurre. Abbandonarmi, in un abbraccio, all’odore di gelsi dalle sfumature color
rubino e tabacco. Mi cibavo del suo sguardo ebbro, udendo una docile brezza sussurrare lievi
filastrocche tra vigneti assonnati. Quel suo giglio all’occhiello sembrava rassicurarmi danzando
vermiglio sul doppiopetto dai bottoni in avorio. Ero smarrita nel fascino di quel calice che accennava
una danza,nostalgico, nelle mani di lui.
Fui succube dell’istinto più umano, vittima di uno slancio, della ricerca di un contatto insperato e così
tanto atteso, dell’intesa che trovai infine nelle sue labbra, del calore.
Ero in estasi, ubriaca della vita e dell’amore.
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