Trasformazione digitale nelle Pmi La parola d`ordine

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Trasformazione digitale nelle Pmi La parola d`ordine
10/06/2016
Pag. 24 N.4 - maggio 2016
Sistemi e Impresa
diffusione:7500
tiratura:8000
Trasformazione digitale nelle Pmi
La parola d'ordine è pragmatismo
Le nuove tecnologie digitali devono poter migliorare i processi aziendali.
Una ricerca SDA Bocconi-TeamSystem svela che chi implementa
soluzioni innovative è un pioniere rispetto alla media italiana
di Paolo Pasini* e Angela Perego*
Negli ultimi anni il dibattito manageriale internazionale e italiano si è concentrato molto sul tema
della digitai tansformation, descrivendone dapprima i fenomeni emergenti (per esempio nuovi
modelli di business, nuove forme di engagement
digitale dei clienti, nuove modalità di analisi dei
dati interni ed esterni alle aziende), e poi le procedure e le precondizioni per l'avvio della digitalizzazione e per il conseguimento di reali risultati
in termini di performance aziendali.
Ciononostante, l'espressione "digitai transformation" non ha tuttora un significato univoco, come
pure "digitai enterprise": si tratta di termini che
contengono un'ampia varietà di tecnologie digitali rilevanti per il funzionamento delle imprese
e dei mercati e che comportano vasti campi di
applicazione, diverse competenze per poter essere realmente sfruttate (dalla conoscenza dei
sistemi normativi a quella delle nuove tecnologie
e dei nuovi sistemi di relazione con il cliente) e
profondi impatti organizzativi ed economici (dalla
revisione di molti processi operativi interni e di
relazione con il mercato dei clienti e dei fornitori
ai nuovi prodotti e servizi digitali producibili e vendibili su nuovi canali online e offline, dalla nuova
capacità di analisi dei dati digitali ai nuovi modelli
di business che si possono ideare potenzialmente
in ogni settore economico).
L'attenzione più di recente si è fortemente concentrata sulle aree digitali più rilevanti perché
più nuove - per esempio 3D printing, Big data
e social analytics, learning machine, smart device e robotica - e più cariche di impatto mediatico perché connesse all'utilizzo consumer
delle stesse (mobile device e mobile app, social
* SDA Bocconi School of Management
SISTEMI&IM PRESA
maggio 2016
network e social media in genere o eCommerce) e alla base di tutto ciò che sta avvenendo
sul fronte dei processi di relazione digitale con
il mercato e con i clienti (Web Marketing, social
CRM, gestione integrata del cliente omnicanale,
customer experience o customer journey).
Fenomeni altrettanto innovativi, ma forse meno
appariscenti, come la nuova Fabbrica digitale, la gestione integrata digitale della supply
chain, dei fornitori o del personale aziendale,
stanno riemergendo come ampi insiemi di processi aziendali oggetto di una nuova fase di digitalizzazione. Ancora meno attenzione è stata
dedicata (fatta eccezione per il filone dei 'Post
Modem ERP'), all'innovazione in corso e a quella, potenzialmente ancora rilevante, dei sistemi
amministrativo-gestionali integrati d'azienda,
fondamenta e condizione indispensabile per potere avviare e sfruttare appieno la digitai transformation di cui si parla oggi.
In questo contesto SDA Bocconi con il supporto di TeamSystem ha lanciato un progetto di
ricerca finalizzato ad analizzare l'orientamento all'innovazione digitale delle Pmi italiane.
La prima parte della ricerca si è focalizzata
sull'indagine dei livelli di copertura attuali
dei processi aziendali e delle strategie future, ponendo particolare attenzione ai modelli
di sourcing adottati dalle aziende partecipanti
alla ricerca (modelli make, buy e best of breed). La seconda parte della ricerca, invece, ha
cercato di individuare quali sono le principali
tendenze di innovazione dei processi aziendali, cercando di far emergere i benefici ottenutiottenibili e le criticità.
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
TRASFORMAZIONE DIGITALE
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Il campione della ricerca è stato costruito in modo
da coinvolgere Pmi italiane con caratteristiche tra
loro molto diverse e quindi per quanto possibile
rappresentative del comparto in esame. Alla ricerca hanno partecipato 303 imprese distribuite in
tutti i settori di attività.
Da un punto di vista dimensionale, le aziende del
campione appartengono principalmente (90%) al
segmento delle Pmi, coerentemente con gli obiettivi della ricerca: il 76% delle imprese ha meno di
50 dipendenti e il 14% tra 51 e 250.
I rispondenti al questionario sono principalmente
Business Manager (87%) quindi "non specialisti
ICT o digitali", e solo parzialmente figure specialistiche appartenenti alla funzione Sistemi Informativi (13%). In particolare il 28% dei rispondenti
sono imprenditori, Amministratori Delegati e Direttori Generali e il 59% sono invece CXO, con una
maggioranza di Chief Financial Officer (CFO).
In termini di grado di copertura dei processi
aziendali, da parte dei sistemi gestionali attualmente in uso, il campione analizzato appare molto variegato. I primi otto processi che presentano
i maggiori livelli di copertura sono nell'ordine:
• amministrazione (contabilità clienti, contabilità fornitori, contabilità generale, gestione
cespiti);
• vendite (preventivazione, order entry, fatturazione, spedizione prodotto, ecc.);
• acquisti (gestione ordini, selezione dei fornitori, ricevimento merci, gestione terzisti);
• logistica, magazzini e trasporti;
• consolidamento (gestionale, civilistico, fiscale);
• controllo di gestione (contabilità analitica,
budget & forecast, gestione investimenti);
• tesoreria;
• pianificazione della produzione.
La limitata copertura della ricerca e sviluppo o
della gestione delle risorse umane non è certo una
novità. Sicuramente meno prevedibile e scontato
è il livello riscontrato nei processi di marketing
che generalmente sono quelli cui si presta molta
attenzione sia per il ruolo disruptive che ha l'IT, sia
per il più naturale orientamento al cambiamento
dei marketing manager. Questo posizionamento
'anomalo', con buona probabilità, si spiega con
una concezione tradizionale del fare marketing
nelle Pmi italiane - spesso manifatturiere B2B
- che si concretizza in un marketing molto operativo, per la maggior parte svolto non in modo
automatico o digitale, e in cui molte attività sono
esternalizzate ad agenzie specializzate.
L'analisi delle soluzioni software impiegate mostra come ci sia una interessante correlazione
tra il grado di copertura raggiunto e lo strumento
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impiegato. Nei processi maggiormente coperti da
un punto di vista funzionale si riscontrano elevate
percentuali di utilizzo sia di package di mercato
specializzati sullo specifico processo (verticali),
sia di package modulare di tipo ERP più o meno
esteso.
Queste alternative a disposizione delle imprese
presentano caratteristiche molto diverse tra loro:
la prima pone nella sofisticazione funzionale il
suo punto di forza, la seconda vede nell'integrazione 'nativa' dei moduli applicativi (responsabili dell'automazione dei processi aziendali) e dei
dati l'elemento vincente.
Molto diffuse sono inoltre le soluzioni di Office
Automation general purpose che però trovano la
loro principale adozione nei processi con bassa
copertura e quindi in quei processi troppo complessi, poco strutturabili o ancora non considerati
prioritari nell'agenda di digitalizzazione delle imprese e che quindi sono lasciati in gestione autonoma alle persone in essi coinvolti.
In generale l'adozione di applicazioni custom
(sviluppate internamente o tramite una software
house esterna) per supportare i processi aziendali, presenta percentuali marginali.
L'intenzionalità a investire specificamente in IT
nella gestione dei processi aziendali nei prossimi
tre anni si manifesta per il 20% delle imprese in
investimenti di manutenzione evolutiva per migliorare le applicazioni esistenti (in prima battuta
nel controllo di gestione e a seguire nell'amministrazione), per il 6% in progetti di sostituzione dei
sistemi attualmente in uso con package software
di mercato e infine per il 10% in nuove applicazioni custom (per sostituire quelle esistenti o per
coprire nuovi processi oggi non coperti, sviluppo
commerciale e programmazione della produzioSISTEMI l&IMPRESA
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•
L'identikit delle aziende
partecipanti alla ricerca
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ne in primis). Il resto delle imprese del campione
dichiara di voler fare pura manutenzione ordinaria delle applicazioni software che automatizzano
i vari processi aziendali indagati.
•
Decisori e propensione alla
digitalizzazione
Nella maggioranza delle aziende del campione esiste un presidio manageriale dei Sistemi
Informativi interno all'azienda che permette di
cogliere appieno le opportunità offerte dalle
tecnologie, di porsi come interlocutore tra i fornitori esterni (software integrator e/o software
vendor) e i referenti di business a guidare la trasformazione digitale dell'azienda.
Solo nel 21% delle imprese oggetto di indagine non esiste una unità o una figura formalmente dedicata all'ICT o alla digitalizzazione.
Coerentemente con la dimensione aziendale del
campione, la maggioranza delle imprese (58%)
dispone della funzione Sistemi Informativi con
"non più di cinque addetti, mentre Ti 21% ha più
di cinque specialisti. Questi valori sono descrittivi
anche del forte modello di IT sourcing sul mercato delle Pmi italiane, ma la digitalizzazione
richiede un presidio manageriale interno, ancorché 'snello', che garantisca governance e risultati della digitalizzazione. Ciononostante, questa
evidenza contrasta un luogo comune abbastanza
diffuso che vede nelle piccole imprese una sensibilità verso le tecnologie e i sistemi informativi in
generale molto bassa, delegando di fatto i'ICT al
Responsabile Amministrazione e Controllo che le
gestisce più come commodity che come elemento strategico o di innovazione aziendale.
Le decisioni riguardanti i sistemi informativi
sono prese in prima battuta dall'imprenditore
e/o dall'Amministratore Delegato/Direttore Generale. Il Responsabile Sistemi Informativi ha
comunque un ruolo rilevante nel processo decisionale. Infatti, quando l'imprenditore e l'Amministratore Delegato delegano, oltre la gestione,
anche la responsabilità decisionale, nella maggioranza delle aziende indagate il CIO o l'IT Manager diventano il decisore principale. Il Direttore Finanziario mantiene un ruolo decisamente
rilevante, ma è principalmente un influenzatore.
L'intenzionalità espressa a digitalizzare l'azienda tramite investimenti IT nel prossimo triennio
è molto più elevata nelle grandi e medie imprese. Sicuramente i livelli di investimenti molto
bassi delle piccole imprese sono indicativi di
una scarsa propensione alla digitalizzazione dei
processi aziendali e di un approccio ai sistemi
informativi di breve periodo che si concentra
quindi sulle problematiche legate alla gestione
e dedica quasi la totalità delle risorse ad attività
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SISTEM l&l M PRESA
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di manutenzione ordinaria. Molto difficile, infatti, per non dire impossibile, in questi contesti
è fare innovazione IT continua, incrementale o
addirittura radicale. Le piccole imprese che dichiarano un'elevata intenzione a investire sono
prevalentemente aziende domestiche manifatturiere con un sensibile maggiore orientamento
a investire nei sistemi gestionali attuali tramite
manutenzioni evolutive straordinarie.
Tra i fattori che sono considerati essere miglior
garanzia di successo dei progetti di innovazione IT e quindi del buon ritorno dell'investimento
fatto, si nota i primi tre siano tre fattori esogeni
all'impresa quali:
• la qualità del prodotto software;
• l'affidabilità del fornitore;
• la qualità del team di consulenza/implementazione esterno.
Indubbiamente questi fattori sono importanti per
ogni realtà aziendale, sia essa piccola o grande,
ma sono prevalentemente utilizzati come criteri
di scelta sul mercato della soluzione software e
del fornitore più idoneo in termini di competenze e coerenza con l'azienda cliente. Forse la loro
elevata importanza è spiegabile quando ai fornitori esterni è richiesto di fare anche da 'pivot' del
processo di innovazione e digitalizzazione aziendale, tipico delle Pmi, che cercano di costruire un
rapporto di fiducia duraturo con i fornitori, cui
delegano esplicitamente o implicitamente il ruolo
di project manager con l'obiettivo di rispettare requisiti, tempi e costi definiti.
•
Seguire le tendenze con cautela
La seconda parte della ricerca ha cercato di valutare le principali tendenze di innovazione dei
sistemi gestionali aziendali, cercando di far emergere benefici ottenuti-ottenibili e criticità. In particolare sono stati indagati:
• le applicazioni su mobile (smartphone, tablet, ecc.) per favorire la mobilità di chi opera
nell'ambito dei processi aziendali;
• l'importanza dei processi di commercio elettronico;
• l'analisi dei dati con il supporto di strumenti di
business intelligence per meglio comprendere
le performance e i trend dell'azienda e favorire decisioni rapide e supportate da dati;
• la piena disponibilità dei sistemi gestionali
su web;
• il cloud computing come alternativa per la
fruizione delle applicazioni gestionali.
Mobile
La tecnologia mobile oggi è usata principalmente per accedere alle applicazioni aziendali di collaborazione e comunicazione - inclusa la posta
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TRASFORMAZIONE DIGITALE
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elettronico
Oggi mediamente il 16% delle aziende del campione ha un sito di commercio elettronico, usato
in particolare per:
• vendere verso il mercato consumer (B2C),
16%;
• lanciare nuove linee di prodotto sui mercati
attuali, 21%;
• aprire nuovi mercati sulle linee di prodotto
esistenti, 19%;
• aprirsi ai mercati internazionali, 14%;
• vendere ad altre aziende (B2B), 11%.
Il valore, se a una prima analisi può sembrare
piuttosto basso, in realtà mostra come il campione delle aziende coinvolte nella ricerca sia
fortemente innovativo nell'eCommerce rispetto
alla media delle Pmi italiane che, secondo i dati
p u b b l i c a t i nella Digital Agenda Scoreboard
2015,
si assesta intorno al 5%.
La ricerca mostra inoltre come un ulteriore 12%
di imprese abbia intenzione di investire nel com-
#1 MOBILE
intendono investire
in mobile app nei
prossimi tre anni Q
: INTRODURRE LOGICHE DI MOBILE:
C 3
le imprese che oggi
utilizzano il mobile per
accedere a app aziendali.
Fonte:
20%
Marketing
e comunicazione
m
•
18%
Gestione
Documentale
17%
16%
Supporto
Dashboard direzionali
alle force di vendita e di controllo di gestione
blog.teamsystem.com
mercio elettronico nei prossimi tre anni. Significativo è il fatto che le percentuali di utilizzo del
commercio elettronico nel mercato B2C e B2B
sono sempre più vicine, facendo trasparire che
le aziende ormai hanno compreso come i canali
digitali portino vantaggi non solo a chi si interfaccia direttamente con il consumatore finale,
ma anche a chi opera a monte nella filiera, superando le diffidenze della disintermediazione. Chi
invece non ha investito e non intende investire
in commercio elettronico, nel 63% dei casi non
sente particolari esigenze di vendere online.
Business
Intelligence
Il 25% delle aziende del campione oggi utilizza
strumenti di Business Intelligence. In particolare nei seguenti processi:
• controllo di gestione (analisi dei costi-ricavi,
marginalità di prodotto, di cliente, ecc.);
• amministrazione e finanza (analisi dei crediti, analisi storica dei bilanci, analisi finanziarie, ecc.);
• vendita (analisi delle vendite, marginalità dei
canali o delle aree, analisi delle prestazioni
dei venditori, ecc.).
L'utilizzo principale è nell'analisi dei dati correnti e nel controllo dei risultati e delle performance
di esercizio (19%); decisamente inferiore è l'impiego a supporto della pianificazione aziendale
e quindi in ottica di previsione (6%).
Il 13% delle imprese che attualmente non usa
queste tecnologie dichiara di volerle adottare in
un prossimo futuro. Tale percentuale sale fino al
17% nel caso dei processi di marketing. Molto
scarsa è invece la propensione a introdurre questo tipo di sistemi nell'area delle Risorse Umane.
SISTEMI&I IMPRESA
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
elettronica - (29%) e per supportare le attività
della forza vendite (16%).
Mediamente il 14% delle imprese del campione
intende investire in tecnologia mobile nei prossimi tre anni nelle seguenti aree prioritarie:
• marketing e comunicazione (20%);
• gestione documentale (18%);
• supporto alle forze di vendita (gestione dati
clienti, order entry, programmazione giro visite, ecc.) (17%);
• dashboard direzionali e di controllo di gestione (16%).
La resistenza delle imprese a investire maggiormente in mobile risiede principalmente in un
limitato 'mobile digitai mind-set', che si sostanzia in resistenza al cambiamento e diffidenza
del top management generata da alcuni fattori
di incertezza (per esempio costi di gestione, affidabilità e stabilità del software, sicurezza dati).
L'ostacolo culturale e l'abitudine potrebbero essere ancora i veri nemici da combattere anche in
questa area di innovazione digitale.
Le considerazioni prima fatte non valgono per il
58% di imprese che dichiara di non avere particolari esigenze di mobilità, facendo però percepire una scarsa percezione di come le tecnologie mobile possano essere impiegate in azienda
per abilitare in prima istanza il lavoro ubiquo e
supportare l'attività di quella parte di personale
aziendale che potrebbe beneficiare significativamente di una maggiore strumentazione applicativa e di dati digitali all'esterno delle sedi
fisiche dell'azienda (non solo i venditori, ma
anche le reti di field service di varia natura, i
business developer, gli uomini di marketing, i
buyer, i consulenti).
Commercio
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#2COMMERCIO
ELETTRONICO
La Digital Agenda Scoreboard 2015
della UE posiziona l'Italia coinè
ultima classficata per l'utilizzo
di piattaforme eCommerce
NEI PROSSIMI 3 ANNI LE AZIENDE INTENDONO INTRODURRE L'eCOMMERCE PER:
campione sono già in linea
con ia media eurofGa (15%)
le imprese che oggi
hanno un sito
di commercio elettronico.
Fonte:
15%
Vendite
B2C
13%
Vendite
82B
12%
Apertura ai mercati
intemazionali
10%
Landa/e nuove linee
di prodotto
blog.teamsystem.com
Disponibilità
via web
In media il 48% delle imprese del campione ritiene molto o mediamente importante disporre
della versione web delle applicazioni gestionali.
In particolare in riferimento a:
• intera soluzione ERP estesa (65%);
• sistema di gestione documentale (60%);
• dashboard direzionali e di controllo di gestione (54%);
• sistema di CRM (51%).
L'interesse verso la disponibilità via web si riduce sensibilmente, assestandosi intorno al 40%,
se si considera la piattaforma di commercio
elettronico, i sistemi di SCM e i sistemi di gestione delle risorse umane e dei cedolini.
I vantaggi ottenibili sono soprattutto in termi-
#3BUSINESS
INTELLIGENCE
c-l
dt^mw
m k le imprese che adotteranno soluzioni
di Bl nei prossimi tre anni
NEI PROSSIMI a ANNI LE AZIEND6 INTENDONO INTRODURRE STRUMENTI DI Bl IN QUESTE AREE:
le imprese che oggi
utilizzano strumenti
di Business Intelligence.
Fonte:
®
17%
Marketing
13%
Controllo
blog.teamsystem.com
SISTEMI&IM PRESA
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•
12%
Amministrazione
e tinanza
12%
Gestione delle
Risorse Umane
ni di possibilità di accedere alle applicazioni
aziendali anche da Pc 'occasionali' o da utenti che operano fuori sede. In realtà i primi due
vantaggi citati nella ricerca mettono in evidenza
due precondizioni tecnologiche alla possibilità
di svolgere il lavoro d'ufficio fuori sede, riguardante in primis i processi aziendali più strutturati (per esempio i processi amministrativi e
contabili), ma a seguire anche i processi più collaborativi e di lavoro di gruppo. Riguardo questi
ultimi le nuove tecnologie digitali di comunicazione, di collaborazione, di data-informationcontent sharing stanno creando il fenomeno
dello smart working come evoluzione del distance work, i cui possibili impatti anche di carattere sociale sono sotto osservazione da parte sia
delle imprese sia delle istituzioni di governo: la
sfida risiede nel riuscire a far leva sui possibili
benefici di flessibilità del lavoro e nel ridurre gli
ostacoli presenti nella cultura lavorativa, nella
fiducia nelle relazioni, nel controllo sociale (non
gerarchico) possibile anche nei casi di lavoro
da remoto.
Cloud
computing
Il 4% utilizza oggi soluzioni di cloud computing.
In particolare per:
• le soluzioni ERP estese;
• i sistemi di gestione documentale;
• i sistemi di CRM.
Questi dati non si discostano da quelli rilevati
da Eurostat nel 2014, secondo cui il 40% delle
imprese italiane utilizza il cloud computing, ma
prevalentemente per servizi di posta elettronica e
non per quelli relativi alle applicazioni aziendali.
Solo il 13% delle organizzazioni utilizza soluzioni
in cloud per l'area amministrazione e il 6% accede
a soluzioni CRM residenti nella nuvola.
Il 12% in media delle imprese che attualmente
non utilizza soluzioni in cloud dichiara di volerle
adottare nei prossimi tre anni, soprattutto nella gestione documentale e nella Business Intelligence (dashboard direzionali e di controllo di
gestione).
Le imprese che investono nel cloud computing lo
fanno principalmente per cercare di ridurre i costi di infrastruttura (hardware e Storage), per migliorare la continuità operativa, per ridurre i costi
per l'upgrade delle soluzioni e i tempi di risposta
agli utenti. Chi invece non ha investito finora, non
intende investire in cloud computing in futuro e
manifesta ancora diffidenza verso questo modello
di fruizione delle soluzioni applicative e in particolare relativamente alla sicurezza dei dati.
Risultano ancora molto evidenti 'alibi' e 'spettri
storici' tipici delle varie scelte negli anni scorsi di
esternalizzazione delle risorse IT (outsourcing,
hosting, housing, ASP) che testimoniano come
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•
#4DISPONIBILITA
VIA WEB
La sfida? Innovare, non per moda
L'ICT e le nuove tecnologie digitali rilevanti per la
digitai transformation sono ancora percepite come
un 'lusso' e non come un 'must' per il cambiamento e la crescita, vere sfide anche per aziende
oggi solide finanziariamente ed economicamente
e operanti in comparti di business forse ancora al
riparo dalle forti turbolenze di mercato o finanziarie. Chi investe in IT molto spesso fa una 'scommessa tecnologica', decide sull'onda dell'entusiasmo e dell'interesse dell'imprenditore (o del figlio)
in momenti particolari della vita dell'impresa (per
esempio acquisizioni, internazionalizzazione, diversificazione di prodotto-servizio) non sulla base
di seri 'business case'. E chi non ha investito finora non sembra intenzionato a farlo in modo significativo neppure nei prossimi tre anni. Eppure
molti studiosi sono d'accordo sul digitai imperative
che presto o tardi interesserà tutte le aziende: per
i ritardatari, il costo vero del ritardo sarà inesorabilmente nelle opportunità di revenue mancate o
nelle condizioni di business non create per restare
sul mercato.
È chiaro che le Pmi vivono di 'pragmatismo';
non sono terreni fertili dove sperimentare o fare
laboratorio. Ricercano risultati a breve, con progetti modulari e metodologie di implementazione 'rapide'.
Dalla ricerca emerge come si stiano lentamente
spostando dal Make custom delle applicazioni
aziendali al Buy di pacchetti applicativi standard di mercato, verticali o estesi, e come stiano lentamente abbandonando gli strumenti di
produttività individuale impiegati nella gestione
aziendale.
Inoltre è sicuramente da spingere una maggiore
consapevolezza di poter acquisire know how di
management d'azienda con i pacchetti gestionali di buona qualità (la cui qualità va valutata,
naturalmente), verticali o estesi, con le practice di esecuzione e di integrazione dei processi,
con i template, con i modelli di dati, che sono
parametrizzabili e configurabili nel software
attraverso il processo-progetto di implementazione che consente di 'adattare' il software alle
esigenze dell'azienda, discriminando tra ciò che
è opportuno mantenere all'interno dello standard per motivi di efficienza e ciò che conviene
'personalizzare' perché è oggettivamente e realmente un fattore di differenziazione rispetto alla
concorrenza.
Emergono ruoli nuovi del produttore-vendor del
software applicativo e dell'implementatore (Business partner del produttore-vendor): il vendor
le imprese che ritengono
importante
avere .una, versione web
~ , ,,
delle applicazioni gestionali
Fonte:
65%
60%
54%
51%
ERP esiosa
Gesso™
Documentate
Dashboard arazionali
e di controllo di gestione
crm
lntóra
biog.teamsystem.com
come 'innovatore visionario' dell'IT per le Pmi,
il Business Partner come 'facilitatore e pivot'
dello sviluppo dell'IT nelle Pmi. La qualità del
prodotto software (in termini di funzionalità applicative), del vendor e dei servizi di implementazione, sono percepiti come i veri fattori di generazione del ritorno degli investimenti digitali,
più della certezza del costo complessivo e del
change management interno che sono comunque indispensabili.
Sul fronte dell'innovazione tecnologica delle soluzioni gestionali, contaminate da alcune delle
recenti tecnologie digitali (cloud, mobile, analisi
dati digitali, eCommerce), le Pmi non dimostrano ancora forti convinzioni e certezze: la maggioranza è prudente, sta a osservare, forse è cu-
#5CLOUD
COMPUTING
le aziende che utilizzano
oggi soluzioni dì cloud
computing (SaaS).
Fonte:
17%
16%
Gestione
Dasnboard dirazionali
Documentale e di controllo di gesttone
26%
intera soluzione
ERP estesa
blog.teamsystem.com
SISTEMI l&IMPRESA
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CRM
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ci sia ancora da lavorare molto sulla cultura e
convinzione del cloud computing nelle Pmi.
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riosa, cerca di capire. A ben vedere il campione
indagato, come livelli di digitalizzazione attuale
e prospettica, si pone nettamente sopra la media
delle Pmi del sistema Paese, come per esempio
dimostrano i valori dell'eCommerce, ancor più
significativi considerando che la maggioranza
sono imprese domestiche, non esposte per il
momento a una vera internazionalizzazione, ancora con strategie molto impostate sul prodotto e non sul mercato o sui clienti; sono quindi
organizzazioni che fino a questo momento non
si sono esposte a queste due sfide considerate
tra i forti 'acceleratori' della trasformazione digitale. Infatti qualche segnale di cambiamento
generale si coglie.
I livelli di uso attuale e di intenzionalità a investire nelle varie aree di innovazione digitale (eCommerce) sono bassi se letti in termini assoluti,
ma in realtà sono valori già tre volte superiori a
quelli rilevati da ricerche dell'Ue. Ciò dimostra
che il campione di imprese indagato si posiziona
sì all'inizio della curva di esperienza digitale, ma
con livelli di innovazione molto superiori a quelli
del sistema Paese e che quindi potrebbe 'fare da
traino' per le altre Pmi italiane. Come già detto
poco sopra, le aziende indagate si stanno inoltre
lentamente spostando da applicazioni gestionali Make custom al Buy di pacchetti applicativi
standard di mercato, verticali o estesi, e stanno
abbandonando gli strumenti di produttività individuale impiegati nella gestione aziendale. E
altri fenomeni noti come componenti fondanti
dei processi di digitalizzazione delle imprese,
anche se esposti alle mode attuali, seguiranno
nell'immediato, come la dematerializzazione
dei documenti amministrativi o lo scambio elettronico dei dati-documenti con fornitori, clienti,
Pa, il co-design dei materiali o dei componenti
via web con i fornitori, la co-gestione di magazzino di prodotti finiti con distributori o reseller.
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SISTEMl&lM PRESA
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Le Pmi sicuramente devono considerare vari fattori nel fare i loro business case e le loro valutazioni di investimento IT. Il costo dei servizi eguaglia o supera il costo delle tecnologie hardware e
software, i modelli di pricing delle risorse IT, con
il Cloud, stanno cambiando verso forme di pay
peruse-resource-howyou use. Allo stesso tempo la
spesa IT si sta spostando sempre più velocemente da costi di investimento a costi di esercizio con
notevoli impatti sui rendiconti finanziari (esborsi
monetari più diluiti nel tempo), sul conto economico (ammortamenti e costi operativi) e sullo stato patrimoniale (riduzione degli asset e del patrimonio aziendale). Tutto ciò porta inevitabilmente
ad aprire una attenta riflessione tra la proprietà e
il management che hanno naturalmente prospettive di risultato e di tempo molto diverse.
Infine è indispensabile porre forte attenzione
alle 'distrazioni' delle mode. Il focus deve rimanere sui processi aziendali sia operativi sia decisionali: se il cloud, il mobile, la strumentazione
di analisi dei dati, i nuovi canali online sono in
grado, come molti casi dimostrano, di migliorare processi e performance aziendali, è necessario fare i propri business case, immaginare la
propria road map digitale e agire di conseguenza come pionieri o early adopter, se viceversa diventano fonte di distrazione dal business e dalla
qualità dei processi attuali e quindi dalla qualità
funzionale delle soluzioni applicative, allora forse è meglio aspettare.
Le nuove tecnologie digitali devono portare un
beneficio chiaro allo svolgimento dei processi
aziendali: efficienza, velocità, qualità, nuove capacità di servire mercati conosciuti, di raggiungere mercati nuovi o di creare prodotti-servizi
innovativi.
La decisione di quando è il 'momento giusto'
per innovare i sistemi gestionali, per fare un passo avanti nel percorso di digitai transformation
della Pmi, per costruirsi una propria digitai road
map, è naturalmente una decisione soggettiva
di ogni impresa: si può essere 'innovatori pionieri', con il beneficio potenziale di essere dei first
corner, magari disruptive nel proprio business,
ma con i rischi che comporta la bassa diffusione (e a volte la stabilità) delle tecnologie, delle competenze tecniche e della conoscenza dei
reali impatti economici e organizzativi, oppure
si può essere follower, con rischi inferiori sulla
tecnologia, ma con la certezza di investire in innovazioni IT che possono avere impatti prevalentemente 'incrementali' (più difficilmente disruptive) nel proprio modo di fare business. Per
certi aspetti, come già evidenziato, il campione
indagato sembra più posizionato tra gli early
adopter-innovatori pionieri rispetto alla media del
sistema economico italiano.
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