THE WORLD`S SOUL 2 italian

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THE WORLD`S SOUL 2 italian
MYTHOS & LOGOS
Associazione per la diffusione della cultura
e delle discipline olistiche
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ANIMA DEL MONDO
Psicologia, Yoga, Profondità dell'Essere: I tre punti di connessione
Ci sono almeno tre diversi aspetti che rendono possibile parlare nello stesso
ambito di yoga, della nostra psicoanalisi e psicologia.
Il primo punto è il riconoscimento che tutti i pantheon del mondo, le divinità, i cieli e gli inferni,
sono proiezioni di immagini psicologiche - vale a dire di quello che noi pensiamo normalmente
come metafisica e teologia. 1! Il secondo punto è che le energie e i significati che vengono espressi in queste immagini,
diventano poi le energie che determinano la direzione e il corso di una vita. Esse ci affascinano
perché ci collegano con i nostri processi dinamici e divengono, in un certo senso, le nostre
immagini del destino- esse pertanto sono anche le immagini che determinano la nostra
esistenza. Questo è ciò che in India è chiamato Maya. L'immagine di quel mondo di illusioni che ci
spingono spesso contro le nostre stesse intenzioni.
Il terzo e ultimo punto che ho citato, è che, con il sorgere alla coscienza delle implicazioni di
queste immagini, si può riuscire a illuminare la nostra vita e dargli un senso di spontaneità, un
adito nel suo divenire, che può essere definito "rilascio". Liberarsi, insomma dalla forza
compulsiva del destino, e giungere a uno stato di libera determinazione.
La Scala del Loto
Rassegna dei Sette Chakra
La cosiddetta "scala del loto" è la rappresentazione della disposizione, secondo il sistema
tantrico, delle presunte energie spirituali e delle energie della psiche. Esse sono visualizzate o
concepite, per così dire, come un sistema organizzato secondo uno schema predefinito, di nervi
e canali fatti di materia sottile. Ovviamente da non confondere e non sovrapporre ai nostri
nervi grossolani che si riscontrano sul tavolo anatomico, ma bensì di alcuni sottili canali, anche
essi fatti di una sostanza sottile che si pensa lascino fluire al loro interno quelle energie
stimolate e sviluppate secondo i dettami e le tecniche del tantra, che possono essere pensati
come se fossero raccolti e concentrati alla base della spina dorsale e che solitamente si trovano
in un stato di non illuminazione.
Il primo di questi centri si chiama La base della radice, Muladara, dove le energie della vita sono
rappresentate dalla semplice esistenza, concepita senza ardore, senza gloria, senza splendore,
ma invece attaccate e chiave della loro esistenza medesima. E’ lo yogin stesso, che, attraverso il
suo respiro, la concentrazione ed equilibrio del corpo, cerca di attivare questa spirale che viene
pensata e rappresentata come un serpente avvolto su sé stesso, e di destarlo per poi farlo
ascendere lungo la spina dorsale attraverso i sei centri superiori
Il cosiddetto secondo centro, Svadisthana, La sua meta preferita, è a livello degli organi sessuali.
E qui lo zelo e lo scopo di tutta la vita, e tutto il suo senso è quello dell'ordine e del contesto
erotico. Si potrebbe dire che a questo livello la psicologia è esattamente freudiana, la cui
l'interpretazione e’ basata principalmente sull'energia della sfera sessuale.
Al terzo centro poi, a livello dell'ombelico ecco il loto detto Manipura , La città del gioiello
splendente. E qui l'energia e’ aggressiva. a questo livello e a questo stadio solitamente si e’
preoccupati di consumare e di conquistare a se’ il mondo.
2! In questi due centri, il secondo e il terzo, i nostri sforzi e i nostri intenti, sono diretti verso
l'esterno - le soddisfazioni, lo zelo, le finalità e scopi della vita sono qui orientati al fuori di noi
stessi.
Quindi si arriva a quel quarto centro splendente detto Anahata, Non colpito, che e’ situato al
livello del cuore, dove si avverte il suono, il suono originario che non e’ dato da due cose
battute assieme. Il suono, prodotto dal movimento cosmico, il suono del mondo, il Brahman,
l’Atman, la forza originaria di cui il mondo e’ una precipitazione. E questo e’ il suono di quella
energia che e’ antecedente alle cose, e che qui si avverte. E quindi, la mente e tutti i nostri intenti, sono rivolti verso l'interno. Abbiamo qui una
interiorizzazione dell'immaginario, che non e’ più diretto verso l'esterno, ad eccezione del
riflesso del mondo esterno su di esso. E questo suono che si sente nel cuore e’ lo stesso suono
che si avverte ed e’ sentito in tutto il mondo, ed e’ il suono AUM. Dal momento in cui questo suono viene avvertito, da quell’esatto istante, la nostra finalita’, il
nostro scopo, diviene quella di purificare la coscienza dalle interferenze del mondo fenomenicoe
giungere a un confronto diretto con quel suono, e con l'immagine che e’ in accordo con esso.
Il quinto chakra situato, a livello della laringe, è chiamato Vishuddha, Il purgatorio, il luogo di
purificazione di se stessi, esso assolve il suo compito e la sua funzione nello stesso modo in cui
potrebbe farla, per così dire, un monaco con vera dedizione e zelo religioso,. E' qui che si crea
una svolta, un cambiamento di direzione delle finalità’ operative della nostra potenza, che nel
terzo chakra era rivolta verso l'esterno. Qui invece, a livello del quinto chakra, la potenza, il
potere e la conoscenza acquisita con la comprensione e sperimentazione su se stessi delle
finalita’ e funzioni dei chackra precedenti, e’ diretta verso se stessi, indirizzandosi verso il il
proprio sé, conquistando e trasformando la nostra interiorita’, concentrandosi verso l'interno
di noi. Infine, e solo dopo la comprensione ed esperienza su di sé dei chakra precedenti, si giunge al
sesto chakra detto Ajina, situato tra i nostri occhi, dove finalmente si acquisisce la visione
finale del Signore del Mondo, che è la figura di cui spero di poter parlare nel saggio sottostante,
ossia, quella forma umana del divino che trascende l'umano.
Ma in questo caso, per l'essere umano, questa visione, si manifesta, per così dire, in una sua
propria personale immagine. E a questo punto, il Jiva: l’anima, la nostra anima, vede
finalmente il suo Signore: Ishwara, e questo è ciò che nella nostra terminologia occidentale è
visto come paradiso. L'anima quindi ha trovato la propria forma di amore da poter adorare, e
così la finalita’, per così dire, del secondo chakra, l'erotismo, qui, nel sesto, ha trovato il suo
vero scopo, la contemplazione della divinita’ di riferimento dell’adepto..
Ma l'anima e il suo amato, il Signore, sono qui ancora due, ancora divisi. E l'obiettivo finale del
tantra è quello di trascendere la dualità - e questo è il grande scopo - e questo si ottiene solo
nella parte superiore della testa detta corona dai mille petali o Sahasrara, il settimo e ultimo
chakra, dove per così dire, viene retratto il vetro che funge da divisorio fra l'anima e il suo
amato, ed entrambi sono qui trascesi e superati. Perché ci sia un oggetto, ci deve essere un soggetto di conoscenza e una realizzazione tra di
loro. A questo sesto livello, tutto è in relazione – la relazione che esiste fra il mio io e la forma
del suo amore, dell'anima per la persona amata. Che sta anche oltre a ció che noi chiamiamo
nella nostra lingua: identità. E tuttavia qui non può essere chiamato identità, perché è al di
fuori e oltre tutte le categorie.f 3! Maya
La Madre del Mondo
Questa strana cosa del passaggio dal chakra 6 al 7, diviene come se in questo punto ci fosse
una linea misteriosa tra il sesto e il settimo chakra, ed e’ come se avvenisse qualcosa di
impossibile da pensare - vale a dire e’ come se tutta la fenomenologia e anche tutte le
soggettivita’ fossero trascese, Schopenhauer ne parla come Il mondo come volontà e Idea. Egli
dice: "Se solo potessimo capire come è possibile che ciò che è uno diventa i molti, e come ciò
che non è una cosa, diventa le cose." Ciò che egli chiama il "nodo del mondo." Se riuscissimo a
capire cio’, avremmo capito il tutto, ma questo non può essere capito. Questa linea che sto immaginando fra il sesto e settimo chakra, è Maya, e essa scompare
quando la luce interiore, la luce finale, che non è semplicemente una fonte luminosa , si
manifesta ecco che in questo atto che questo velo di Maya è oltrepassato. E finalmente l'uomo,
lo yogin che è divenuto simile al suo Dio, riesce ad avere una visione del mondo, esattamente
come esso è, oltre la dualitá, perfettamente reale. Ed egli raggiunge così la suprema libertá, che
consiste nel vedere e sperimentare il mondo come esso è in realtá, oltre le nostre concezioni,
proiezioni, illusioni, oltre il velo di Maya.
Una volta ho visto un gattino che si vide riflesso in uno specchio. Era uno specchio senza
cornice ed era appoggiato contro un muro. Quando questa piccola creatura si è vista riflessa,
ha credito di vedere un’altro gatto, e ha drizzato i peli sulla schiena, cercando di attaccare e di
inseguire il riflesso di questo animale. E ovviamente l’aggressività’ che egli dimostrava veniva
riflessa dall’altro e da lui riconosciuta. Ed è andata avanti cosi’ per un po’, sino a che il nostro
gattino è passato dietro lo specchio, dove ovviamente non ha trovato nessun altro gatto.
Quindi e’ tornato sul davanti dove ha visto di nuovo il gatto che l’aspettava. Questa cosa è
andata avanti cosí per un bel pezzo. Il secondo potere è chiamato il potere di proiezione. Qui le forme del mondo sono proiettate,
proprio come attraverso il prisma, i sette colori dell'arcobaleno sono proiezioni. Ora, nessuno
che osservi distintamente i sette colori dell’iride potrebbe mai pensare che la loro risultanza
generi la luce bianca, tuttavia, se questi sette colori sono disposti su un disco e il disco è fatto
ruotare, si vedrà la luce bianca di nuovo.
4! E così diciamo che Maya ha una terza potenza, cioè il potere rivelatore.
Maya nel linguaggio mitologico, è la madre del mondo. Questo è il suo aspetto femminile. Che
si rivela da questa parte del mondo ma dall'altro lato della nostra illusione essa è concepita
come la bianca luce che non è né maschile o femminile perché essa trascende le polarità, e
trascende le dualità. Considerando invece che da questo lato del prisma, questa nostra parte visibile di Maya, è dove
si trova il maschio, la femmina, e le coppie di opposti.
Questa è la base delle religioni matriarcali. Tutte le forme, anche sotto forma di Dio Padre,
sono all'interno del grembo di Maya. Siamo nel suo seno. E 'il grembo dello spazio del tempo e
delle relazioni causali, quello che Kant chiama le "forme aprioristiche di sensibilità." Questo è esattamente Maya, e questo è esattamente quanto affermano da Kant. E fu solo con
Schopenhauer che fu il primo in grado di interpretare, punto per punto la terminologia indiana
in termini kantiani e che ci suggerisce e rivela che il Brahman sarebbe il kantiano ding an sich,
che non è ding e che non è una cosa.
Essa(Maya)trascende tutte le categorie; Entrambi le forme dei sensi e le categorie di pensiero
sono racchiusi all'interno del grembo di Maya, e quindi anche Dio, come noi ne parliamo o
pensiamo di Lui e anche il suo nome, egli e’ parte di essa. Per cui Dio, il Signore del Mondo,
viene collocato e visualizzato, esattamente in questo punto: al sesto chakra, che e’ sotto il
dominio di Maya. Una Madonna del 15 ° secolo nel Museo di Cluny a Parigi e’ rappresentata seduta con il Cristo
bambino nel braccio destro, e il globo dell'universo nella mano sinistra. Il suo torace si apre
proprio come come un armadio e al suo interno si vede Dio Padre, Dio Figlio, e Dio lo Spirito
Santo, e tutto il coro delle creature celesti. L’intera immagine del cielo, degli inferni, di tutta
l'archeosofia è racchiusa dentro di lei, e questa immagine è esattamente l'immagine di Maya. Il Continuum Creativo
l’abbraccio del Dio e della Dea
All'interno di Maya del suo essere e del suo dominio, si puo’ giungere al conseguimento delle
immagini del Signore. E queste immagini possono essere in forma sia maschile che femminile.
Una delle curiosità della nostra religione occidentale e’ che noi insistiamo sul fatto che il divino
viene esposto in forma maschile. Dato che l’origine è al di là delle coppie di opposti, perché questa scelta?
Gli indiani parlano della propria scelta della divinità preferita. Una peculiarità della nostra
psicologia è quella che determina poi la scelta dell'immagine per noi più eloquente. Che potrá
5! poi parlarci e che potremo portare dentro di noi.
E l'immagine primaria, la rappresentazione divina principale e l'anima del mondo è proprio la
Dea stessa. Per quanto riguarda gli esseri viventi, Lei è sia la loro madre che la loro sterminatrice. E’ Lei
che ci porta fuori e ci riporta indietro, ed e’ vista, dagli occhi del singolo adoratore, anche
come la paura della morte, è spesso visualizzata quindi, di aspetto orrendo.
Ma nella misura in cui la nostra adorazione per Lei ci può alleviare dall'impegno dal nostro
corpo, e liberarci della paura della morte – essa ci dona anche il senso di un ritorno alla nostra
fonte - si può dire Lei e li’, per liberarci da questo anello creato dal nostro piccolo ego che ci
lega al mondo, E Lei è descritta come assolutamente nera - il suo nome e’ Kali che significa sia
nero che tempo, ossia il tempo che fuoriesce dall’oscurità (proprio come il nostro universo
fisico che sorge dal buio dello spazio). Lei che e’ al di là delle immagini, che e’ il buio, l’oscurità,
quel mistero da cui tutto proviene, e in cui alla fine tutto precipita nuovamente.
E Lei e’ raffigurata in piedi sulla forma prostrata bianca del suo sposo, cioè Shiva, di cui
parleró a breve. Egli e’rappresentato in questa forma di cadavere, per così dire inerte, nel senso
di rappresentare il simbolo di quella forza trascendente, che ci genera attraverso la Dea.
Questa e’ la coppia che e’ replicata nella maggior parte dei consueti oggetti di culto in tutta
l'India, e cioè il simbolo del Lingam/Yoni, gli organi maschili e femminili congiunti. E questo
simbolo è sempre rappresentato come se il lingam stesse per penetrare da sotto la yoni, come se
il mistero abissale stesse iniettando l'energia della vita in questo grembo del mondo in cui noi
esistiamo. E davanti a tale immagine, dobbiamo pensare a noi stessi come a una contemplazione del
mistero del riversamento dell’energia, l'energia di esistere nella sfera dell'essere, che è il grembo
della Dea.
Nelle religioni orientali, non esiste l'idea di un creatore personale che decida di creare il mondo,
questa nostra concezione occidentale ci porta ad un momento iniziale della storia cosmica, e
anche a un momento in cui il mondo avrá una fine. Nella Visione orientale non c'e’ un inizio del
tempo, come non c' e’ fine per il tempo. Il pensiero del tempo e’ il pensiero del coinvolgimento
in questo ventre della Dea e del mondo, e non tocca il problema dell'eternità. L'eternità non e’
un tempo lungo - e’ un'altra dimensione - e’ quella dimensione che il nostro tempo-pensiero ci
porta ad escluderci al di fuori di esso. E così non c' e’ mai stata una creazione unica avvenuta tanto tempo fa un un luogo remoto, ma
c' e’ una creazione continua in corso. Questa energia si riversa in ogni cellula del nostro essere, in questo momento, e in tutti i luoghi:
qui, e in tutto ciò che ci circonda e che noi concepiamo. Questo e’ il senso di tutto l'universo
visto come un essere vivo, l'intero universo come un momento, si potrebbe dire, della
procreazione, e che e’ il senso di questo stupendo mistero dell'immagine della Dea. Ma può essere rappresentato anche sotto forma di un Dio e della Dea in un abbraccio. Questa
e’ la Shiva / Shakti immagine, il Dio e la sua Shakti, o la sua consorte.
6! Shakti o il Potere Femminile
l'Energia l’Attivazione
Questa parola meravigliosa "Shakti", che si applica al femminile in relazione al sesso maschile e’ esattamente ciò che significa: La moglie di un uomo. La consorte di un uomo e’ la sua Shakti.
La parola Shakti significa energia. Il maschio, si potrebbe dire, e’ basilarmente un essere
tranquillo, e quello che normalmente piu’ desidera e’solo di essere lasciato in pace. Ma poi
arriva questo mistero che sprigiona un aroma, una vibrazione dei sensi al passare del quale
mistero egli, l’uomo, si scuote. Come dice James Joyce in Finnegans Wake, "Lei gli sussurra di
cose che dovrebbero e potrebbero essere, in mille svariati modi." E allora ecco che in Lui sorge
il desiderio ed egli pensa:"Beh, sarebbe bello farlo di nuovo." E così abbiamo un mondo nuovo,
un altro mondo. Egli allora si scuote dalla stasi si agita e diventa attivo.
In questo caso qui l’idea della donna e’ abbastanza contraria alla nostra normale concezione sia
occidentale che cinese, dove la femmina e’ riconosciuta come il principio, la maschera
originaria. In questa visione Indiana, vedica o hindu, l'inerte divienta il maschio mentre la
parte femminille e’ quella attiva. Qui il maschio e’ l’ immoto, e la donna è l'attivatrice.
Ramakrishna parla dei principi maschili e femminili, come l'acqua tranquilla, e l'acqua
increspata. E abbiamo questa realtà nel primo versetto della Bibbia in cui lo spirito, o vento di
Dio, medita sulle acque vi aleggia sopra generando il movimento. E' proprio l'attivazione delle
acque, l'acqua che diviene attiva che genera la creazione del mondo. E in questo movimento
delle acque , ciò che noi percepiamo sono i riflessi di luce, delle increspature che vanno e
vengono, vanno e vengono. Quelle luci siamo noi stessi che compariamo in questo mondo
come degli esili e temporanei bagliori di consapevolezza che appaiono nell’oceano dell’eternitá,
per poi scomparire ed essere riassorbiti da essa. E come ci dicono i sacri testi: noi non
dobbiamo identificarci con quel po 'di luce scintillante, ma cercare invece di identificare noi
stessi con la fonte di quella luce che genera i riflessi.
Questa Dea viene immaginata, ed è spesso, rappresentata dalla iconografia indiana, di orrendo
aspetto o come un orribile fenomeno. Spesso la vediamo rappresentata in atteggiamento eroico
con la lingua lunga e pendente che arriva sino alla vita, rossa e minacciosa, a leccare di nuovo il
sangue delle sue creature. È lei che le dà alla luce, ed è lei poi che lecca di nuovo il mondo.
Ma la sua mano destra ci rassicura e ci dice: "Non abbiate paura, non sta accadendo niente, e’
solo il mondo che procede”,Un altra sua mano è nella postura di concedere benedizioni oppure
mentre sorregge una piccola ciotola di riso e latte. Lei è la Annapurna, colei che e’ ricolma di cibo, desiderosa di dispensare ad ognuno anche il
7! superfluo. E poi nella sua mano sinistra appare la spada della morte, mentre nell’altra sorregge
una testa grondante sangue appena mozzata. E in effetti, è a lei che la maggior parte dei grandi
sacrifici e’ stata immolata - decapitazioni di animali ed esseri umani. Ma cosa ci suggerisce questa testa mozzata? Ci suggerisce di trascendere anche il Dio che ci è
stato imposto e al quale dobbiamo mozzare la testa e recidere i legami che abbiamo con Lui
quale prova del piu’ grande sacrificio al quale l’uomo rinuncia: il suo amore per Dio! Per
adorare la vera divinità, colei che si trova oltre gli opposti : la vera Dea, la nostra cara madre
generatrice. Che si adorna della collana delle teste mozzate per ricordarci che dobbiamo
recidere i nostri legami con il mondo e le sue illusioni. Ed ecco il vero volto della" nostra cara
madre. " il volto del ciclo continuo delle nascite e morti e del superamento di queste attraverso
la visione della ineluttabilità della esistenza e del suo termine.
Ora, in Occidente, si tende a rendere le nostre divinità benevoli e benefiche, e i nostri demoni
maligni. Il punto principale in queste immagini orientali è che entrambi i termini sono presenti
nella stessa immagine, così come sono nella vita. Godfried von Strassbourg nella sua
meravigliosa Tristano dice: "Mi dicono che ci sono quelli che cercano solo la felicità e la pace.
Lasciate che Dio gli dia la pace. Io cerco la vita che ha sia amarezza e dolcezza allo stesso
tempo. "E questo è quello che si percepisce in particolare in queste splendide immagini indiane.
E la potenza con cui è reso questo duplice aspetto della vita, e che ci viene chiesto di accettare
in essa, è qualcosa che è molto eloquente quando si comprende e si sperimenta la vita stessa.
Shiva e Shava
I due atteggiamenti dello Yoga
Il consorte di questa dea è Shiva, probabilmente la divinità più antica venerata ancora oggi
esistente. Egli è il Signore del Lingam, vale a dire che è il simbolo del Dio procreare. Ed è
mostrato in alcune immagini in due forme contemporaneamente. La Dea che è la nostra Madre
è seduta su di lui e Lei viene rappresentata con due faccie - una faccia rivolta verso il Dio su cui
è seduta in un amplesso eterno, e l’altro volto rivolto( dove normalmente si trova la nuca) verso
se stessa. La forma girata verso di lui, il Dio Shiva, ha gli occhi aperti, mentre la faccia che
guarda indietro, cioè all'esterno ha gli occhi chiusi, ed è la forma che è chiamata Shava, il
cadavere. Shava in questa rappresentazione ha assorbito in sè sia Shiva che Shakti per tornare
in se stessa. E i due dei che vediamo seduti nell'amplesso eterno sono proiezioni di Shakti (la
potenza femminea).
Ora, queste due divinita’ fuse in un abbraccio/amplesso cosmico, rappresentano le due
principali tipologie dello yoga. Si può intraprendere lo yoga della rinuncia, quello che ci porta
ad abbandonare il mondo. Come si dice nelle Upanishad, ossia quello della via del fuoco, della
fiamma, che ci porta verso la porta del Sole, e attraverso la porta del Sole al di fuori all'esterno,
all'estinzione. O in contrasto a questa si può intraprendere la via del ritorno, del tornare
all'inizio di nuovo e di nuovo, di ritorno in ritorno e questa è - la via del fumo, che ci porta alla
luna, che muore e risorge, muore e risorge.
Queste due divinità, Shiva e la sua Shakti, che sono certamente le divinità principali dell'India
e la loro storia si perde in tempi molto lontani.
Vishnu, Padma, e Brahma
La Creazione del Mondo
Un'altra forma divina ma di una specie molto più geniale è Vishnu. La rappresentazione del
principio di Vishnu è una forma umana sdraiata su un serpente - il nome di questo serpente è
Anantaá, che significa senza fine. Si tratta di un serpente con sette teste, ed è immerso
nell'oceano cosmico, simbolo del mondo di energia da cui tutto si origina. L'oceano (le acque) è
citato piu’ volte anche nel primo versetto della Bibbia. L'acqua, il serpente e la forma umana
8! reclinata su di essa sono figure omologhe in diverse concezioni universali. Ma tutte stanno a
simboleggiare che che il vuoto e l'oscuritá dell'universo è la fonte oscura da cui proviene tutto.
Secondo la concezione e iconografia Hindu questo oceano che e’ la fonte del divenire e’ visto
anche come il fondo di uno stagno. E in questa concezione universale viene pensato che
Vishnu, adagiato sulle sue acque dorma in un sonno eterno in cui egli sogna il mondo e in
questo suo sogno un loto nasca dal suo ombelico e su questo loto sieda Brahma. Questa è
l'immagine primaria di Vishnu. Vishnu è il sognatore colui che sogna. Egli sta sognando il sogno del mondo. Egli sta sognando
Maya che diviene il nostro mondo, Ora, questo loto è il simbolo dell'universo stesso come se
esso fosse un dono divino.
La parola loto “” è anche il nome di una dea Padma, e Lei è la consorte di Vishnu. In origine
senza dubbio, Padma /loto era solo e unicamente se stessa. Lei è il mondo. Suo seno è il loto del
mondo in cui tutti gli esseri sono. Ma con l'enfasi patriarcale della tradizione ariana che si e’
imposta in india, è stata rimossa dal loto, e adesso viene vista nelle immagini sacre, come la
buona moglie indiana che massaggia i piedi del marito (Vishnu)addormentato. Ma questa
immagine cela un piccolo segreto ed è che è il suo massaggio che stimola il sogno. Lei è ancora
Shakti. E Lei che sta sognando se’ stessa.
Ma invece di essere Lei posta sul loto, vi è ora stato messo questo Dio maschile, Brahma che è
in realtà una invenzione mitologica piuttosto tarda. Egli si siede con i le sue quattro facce poste
nelle quattro direzioni, convinto di stare creando il mondo. Queste sono dunque le tre divinità Brahma, che è il creatore del mondo della luce che e’ tutto luce e splendore, Vishnu, il
sognatore del sogno cosmico. E come tutte le figure nel vostro sogno questi sono gli aspetti e le
parti di voi stessi, quindi noi siamo come figure nel sogno di Vishnu, aspetti e porzioni di
Vishnu. Per cui siamo tutti uguali a Vishnu. E lo scopo del nostro yoga diviene quello di
realizzare noi stessi in quella identità.
E quindi c'è Shiva nella sua forma di lingam che e’ relazione alla dea Shiva/Shakti, e l’altra sua
forma quella di Shiva Nataraja il dio che danza la danza dell’eternita’, la danza che crea e
distrugge.
Le origini dell’immaginario indiano
E a questo punto sorge la domanda dell'antichità di queste immagini. Oltre alla domanda seesse
originarie dell'India? E questo è un problema molto profondo e molto interessante e anche una
domanda molto profonda.
9! Le prime date che abbiamo a nostra disposizione provengono da reperti archeologici databili
intorno al periodo che va dal 2500 al 1500 a.C. Questo è il periodo della cosiddetta civiltà della
valle dell'Indo, sviluppatasi nel nord-ovest dell'India. E questo questo è il periodo in cui nel
Vicino Oriente si origina la cultura Accadica e Mesopotamica. Il periodo di Sargon, di
Hammurabi, mentre In Egitto è il periodo dei regni medio e l'inizio del tardo. Ed è esattamente
il momento in cui vengono eretti i grandi tempi, e il palazzi minoici di Cnossos e di Phaistos a
Creta.
Ora è interessante notare che i simboli di Shiva come il tridente, il toro, e il Lingam -sono
esattamente i simboli di Poseidone, divinità che sta anche alla base della mitologia antica a
Creta e di quella successiva Ellenica e poi Romana. E su questo non ci sono piu’ dubbi.
Entrambi questi mondi, sia Creta che l’India, hanno ricevuto queste divinita’ dalle loro piu’
antiche civiltà originarie del Vicino Oriente. L’inizio di queste civilta,’ in particolare in Iran,
Siria e Turchia, stando a ritrovamenti archeologici, e’ collocabile migliaia di anni prima di
questa fase sviluppatasi poi in India e databile intorno al 2500 a.C. Essa infatti risale al 7500
a.C. - cioè 5.000 anni prima di questo inizio della civilta’ dell’Indo e si riferisce ai primi
stanziamenti Tutte le grandi civiltà derivano da questo inizio. E queste divinità che vivono oggi in India, e le
implicazioni che si sono sviluppate in queste gloriose filosofie, hanno li’ le loro radici. L'India
ha continuato e sviluppato un'ispirazione proveniente da questa eta’ del bronzo sino a tutt’oggi,
lasciando inalterata l’immagine poetica che detiene nei confronti della origine mondo. Mentre
in Occidente si assiste solo piu’ tardi alla nascita di un’altro livello di pensiero.
Le quattro ere
Una immagine impersonale del mondo
Ma che cosa e’ questa immagine del mondo e come si legge e si colloca rispetto alla nostra? In
India si ha l'immagine di un potere del tutto impersonale - questo è il potere di Brahma - che
muove il mondo attraverso i grandi cicli come quello del loto che sorge da Vishnu e in lui
ritorna volta, dopo volta, che va e viene in un grande ciclo, come il ciclo di un fiore. Quindi
l'universo va e viene.
E l'immagine è il principio delle ere, come noi le conosciamo, dell’ oro, argento, bronzo e ferro.
In India, queste sono le immagini dell'Età del 4, del 3, del 2 dell’ 1.
Durante l’eta’ degli dei, la 4, la Dea della Virtù (vista come una vacca, da cui la sacralita’ dei
bovini in India) era in piedi sulle quattro zampe ed era l'Età dell’Oro. A quel tempo gli esseri
umani nascevano in coppie. Non c'era bisogno di cercare il compagno della vostra anima.
Inoltre, i fiumi scorrevano ricolmi divino e latte, e gli alberi diffondevano soavi melodie. E il
mondo intero, il suolo stesso era dolce e come zucchero da mangiare. La gente era molto, molto
felice in questo periodo, e non dovevano pensare "Cosa e’ giusto fare fare", agivano in virtuoso
spontaneamente
Poi venne l'Età dell’Argento, o la 3, quando la mucca della virtù stava in piedi solo su tre
gambe. In questo periodo la gente non era piu’ virtuosa in modo spontaneo e dovevano
soffermarsi a riflettere come o cosa dovevano fare. Ma nonostante cio’ continuavano ad agire
virtuosamente. Non erano così alti o belli come quelli che li precedettero nell’eta’ dell’oro, ma
dal nostro punto di vista ora sembrerebbero esseri divini.
E poi si arriva l'età del 2, quando la mucca della virtù sta in piedi su due sole gambe. E si sa
cheuna mucca non può stare su due gambe. Quindi, in questo momento un e’ necessario un
sostegno e il sostegno venne fornito sotto forma di scritture, scritture che ci dicono come
comportarsi. Questo è il periodo della venuta della religione nel mondo. La religione non era
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necessaria prima perché la gente agiva spontaneamente, giustamente e correttamente.
E infine, naturalmente, arriva l'età in cui la mucca è s su una gamba sola. Questo è il nostro
momento sfortunato, l'Età della fusione delle caste, in cui nessuno conosce la sua vera natura. E
la cosa peggiore in questo periodo è che la gente non legge le Scritture, e quando lo fanno non
le capiscono. Questa è un'epoca di degrado e deterioramento molto rapido. E se volete avere
alcuna prova del deterioramento, basta guardare tutto quello che noi chiamiamo progresso - si
tratta di una esteriorizzazione della vita. Le macchine ci hanno preso in consegna. E tutto ciò
che noi in Occidente possiamo parlare e’ di come il nostro progresso è visto , nei termini di
questa tradizione arcaica, la prova del nostro declino e si giunge alla inevitabile constatazione
che il mondo in termini morali e religiosi, sta peggiorando.
Inoltre, una volta che ha ottenuto questo mondo arriva a un livello di mescolamento non piu’
identificabile – e questa secondo la visione arcaica hindu e’ rappresentata dal mescolamento
delle caste, la cosa peggiore che può succedere a questo mondo e che - allora il Dio si
riprenderà il sogno indietro, il sogno svanira’ e scomparira’ e noi con esso. E dopo un periodo
di incubazione e di un nuovo sonno di Vishnu’, il mondo sorgera’ di nuovo nella gloria del suo
sognare. Quindi non c'è niente che tu possa fare al riguardo, e questo è il modo in cui stanno le
cose. Non esiste in questa visione una cosa come l'iniziativa. Non si può fare tutto ciò che non è
stato fatto un milione di volte prima, perché c'è questa ricorrenza eterna, che ripete se stessa
all’infinito. Non ha senso per l'individuo fare uno sforzo specifico. La sua vera funzione è
quella di obbedire alle leggi dell'universo come comunicato dalla suo società. Le caste sono
paragonate alle membra di un corpo - la casta Brahman, la testa, la casta Shatriya o di governo,
le spalle e le braccia, il Vishiya o terzo stato, la casta dei ricchi, il torso e la casta dei servitori lo
Shùdra con le gambe.
Ora, cosa accadrebbe a un corpo se i piedi dicessero "Io voglio essere il capo", o se la testa
dicesse: "Voglio essere il cuore", o chi sa che cosa... la cosa che accadrebbe a questo corpo
sarebbe una mutazione che noi chiamiamo cancro. Ed così ciò che noi chiamiamo attualmente
democrazia, da questo punto di vista hindu , un cancro.
Vi è comunque modo molto particolare di trascendere le differenziazioni di casta ed e’
l’occasione che si presenta all’uomo che decide di seguire un certo tipo di culto e quando
questo culto porta al superamento delle caste superando al contempo il regno di Maya unire il
potere trascendente con noi stessi ( lo Yoga) Immagini storiche della civiltà
della Valle dell'Indo
Nella civiltà della Valle dell'Indo
spiccano fra gli antichi siti
Harappa e Mohejno Daro, dove
sono state scavati i resti di due
città di dimensione considerevole,
molto simili alla città di Creta, e
che sono geometricamente
disposte, appaiono in India circa
2500 aCe chenon sono originarie
del luogo ma ovviamente degli
insediamenti provenienti
dall'altopiano iraniano, e che
hanno
valorizzato questa terra
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ricca di risorse naturali. All'interno di queste città sono che disposti in modo meccanico con
una esatta geometria
e i cui abitanti molto probabilmente potenzialmente dediti al
materialismo –L’arte era pressappoco inesistente. Si sono rinvenute un poche piccole esili
immagini, niente in confronto con la magnifica arte contemporanea di Egitto, Mesopotamia, e
Creta. Immagini poste su dei sigilli quadrati di creta che erano a certificare una contabilita’ di
beni materiali. Ed è su questi sigilli, che si riscontrano delle immagini di questo periodo.
L’ immagine piu’ ricorrente e’ quella del il toro, lo stesso tipo di toro che si vede camminando
per le strade di Calcutta oggi. E 'quel toro sacro che è il consorte della Dea mucca. Questa è la
dea, e questo è il toro che conosciamo sia in Egitto, che in Mesopotamia che in Creta. Questo è
il toro che in Egitto è identificato con Osiride, il dio che muore e risorge, il Toro Apus, che
rappresenta l'energia della vita, di cui le divinita se ne appropriano tramite i sacrifici a loro
offerti , la vita che attraverso il sacrificio del toro agli dei viene da essi restituita all’uomo
attraverso le forme del mondo. Si puo’ arrivare alla comprensione di questo importante
concetto attraverso lo studio comparato di queste culture allora contemporanee - le corna del
toro sono identificate con le corna della luna. E la luna è quel segno nel cielo, di morte e
risurrezione di là della morte, l'eterno ritorno. La luna rimane il simbolo dei morti e della
resurrezione del dio. Anche nella concezione cristiana, Cristo rimane tre giorni nella tomba,
esattamente come la fase oscura della luna che e è di tre giorni, e la datazione della Pasqua è
sempre in relazione alla luna piena. La luna può anche essere pensata come una coppa che si
riempie di ambrosia. Nel mondo tropicale, il sole è feroce che secca e inaridisce la vegetazione.
La luna di notte fa scendere la rugiada, l'ambrosia, l'amrita, la bevanda dell'immortalità che
rinfresca la vita. E questa è identificata con l'energia vitale del toro di cui la falce della luna e’
simbolo delle sue corna, e nasce cosi’ la simbiosi fra il toro e la luna. E la luna vista forse come
una specie coppa – che si riempie ogni mese, e poi svuota la sua ambrosia sulla terra per poi
riempirsi di nuovo.
Inoltre, la luna perde la sua ombra, proprio come un serpente che cambia e perde la sua pelle.
E così il serpente che muta la sua pelle, e la luna che muta la sua ombra, sono equivalenti.
Abbiamo la luna, abbiamo il toro, abbiamo il serpente - questi sono simboli equivalenti. E il
serpente è esattamente il serpente della kundalini che conteniamo attorcigliato alla spina
dorsale. All’opposto dellla Luna abbiamo il Sole, che rappresenta la feroce potenza che brucia,
il fuoco. E l'animale associato al sole, è il leone il cui meraviglioso volto è un volto solare. E si
butta sulla bolla come il sole fa sulla luna. E l'uccello associato con il sole è l'aquila, o il falco
che si avventa sul serpente mentre il sole si avventa sulle acque. Queste sono le immagini
principali che vengono avanti e indietro. Shiva ha la luna nei capelli, e Vishnu viene
visualizzato con il il serpente. Vishnu, ma è anche mostrato in volo come Garuda l’uccello solare. Si tratta qui di simboli che
ci sono già stati indicati nella antica cultura dell'Indo. Ove si trovano anche i simboli del
lingam-yoni. Inoltre vi è il simbolo di un albero, con un certo tipo specifico di foglia, una sorta
di forma di cuore, o vanga a forma di foglia, che è la foglia dell’ albero della Bodhi, l'albero
sotto il quale il Buddha ottenne il risveglio da Maya. che nel Buddismo è chiamato il "punto di
immoto", cioè il punto centrale, che e’ il fulcro attorno al quale l'intero universo ruota e sempre
procede nel vortice dell’eternita’. Infine, abbiamo la prova di un simbolo, nel mondo della valle dell'Indo, che non appare in
Occidente, e che è un numero sigilli di argilla che mostrano uno yogi, uno yogi seduto. E
questa e’ anche la prima immagine del dio Shiva assiso su un trono con due serpenti adoranti ai
suoi lati. Questi sigilli sono databili circa 2.000 a.C. e sono, per quanto riguarda le nostre prove
archeologiche, il primo segno di una rappresentazione di una forma yoga. E nessuno ancora
conosce la sua origine.
Gli Ari
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La nuova concezione universale di un popolo guerriero
Nel mondo della cultura dell'Indo ci sono due grandi gruppi razziali – il primo è il gruppo che
arrivò dalla zona occidentale dell’India, una specie di tipo mediterraneo, e l'altro è la razza
Australoide, tipologia che può essere arrivata nel sud dell’ India, da un grande movimento
migratorio proveniente dalle isole del sud Pacifico e poi diffusa verso il nordovest del
continente indiano. Può darsi che questo movimento migratorio di origine Australoide abbia
portato con se’ i principi di una cultura sciamanica che poi si e’ evoluta in quello che viene oggi
definito Yoga. In ogni caso, questa prova svanisce nel buio del tempo e al di fuori della storia. Tutti questi elementi poi si sono fusi nella cultura originaria del continente indiano fino a
sopravvivere nell’induismo popolare odierno. Ed e’ qui in India che sorge il concetto mitologico
di continua evoluzione del mondo, il mondo nel quale non esiste uso della violenza ma di
acquiescenza e sottomissione alle leggi dell'universo, che ci sono date da una fonte che non può
essere toccata, e dalle sue immagini di un punto fermo su cui ruota il mondo, dello yoga, della
partecipazione al disegno divino per nascita e non per appartenenza a un gruppo identificato.
Tutto questo e tanto altro e’ il seme mitologico indiano che ha originato i pantheon mitologici
originari delle popolazioni definite Dravidiche e della loro e poi di altrui culture.
Ed e’ in questo contesto che circa nel 1.500 a.C. arriva una popolazione completamente nuova
– e questi sono gli Ari. Gli stessi esatti appartenenti alla stessa ondata migratoria che avvenne
nei tempi di Omero in cui vede gli Ariani entrare anche a Creta e nel Medio Orente e penisola
Greca. C'è un parallelismo preciso qui: Essi condividono molte delle stesse divinità e lo stesso
atteggiamento eroico, queste sono le popolazioni che hanno inventato il carro da guerra
trainato da due forze potenti. E 'in questo momento che il cavallo appare nella storia, e dà a
questi uomini un potere formidabile in combattimento, e li rende indipendenti e non
acquiescenti dalla volonta’ dell’universo – e che hanno trovato una volontà in se stessi e la
stanno dimostrando. Tutto ciò che essi desiderano, lo possono ottenere. E hanno i loro
sciamani, i loro maghi, i loro Bramini. Ed essi sono consapevoli del fatto che i loro riti possono
forzare gli dei a fare ciò che essi desiderano.
Ora, quando si hanno piu’popolazioni nello stesso luogo, come era avvenuto nella cultura
precedente e cioe’ sia le popolazioni di scambio che le popolazioni stanziali, in questo caso ci si
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accorge che esse hanno delle divinità che possono essere adorate in modo molto specifico:
proprio come se esse fossero presenti in questa roccia, in questo albero, in questo lago o
stagno. Invece con le grandi popolazioni nomadiche, che si spostano continuamente in grandi
spazi aperti, si hanno delle divinità che sono presenti ovunque - la immensita’ delle terre che si
estendono all’infinito, l’ onnipresente e onnicomprensivo cielo, i venti, il sole e così via. E questi
sono e divengono poi i loro dèi, le divinita di questi Ari vedici, molto simili agli dèi dei greci
omerici. Questo è il periodo anchedelle invasioni subite dai Cananei da parte di un'altra razza
guerriera: i Semiti, provenienti dal deserto siro-arabo. E proprio come descritto nella Bibbia,
queste popolazioni Semite, appartenenti anche loro al gruppo Ariano, essi vedono nei poteri del
suolo, nei poteri di concimazione, e nelle persone che li adorano, una forma di debolezza e
vengono da essi disprezzati e successivamente soggiogati. Mentre le loro divinita che vengono e
sono i Signori della Folgore, della forza delle braccia, della guerra. Le parole del Vecchio Testamento, "città che non avete costruito voi abiterete. I campi che non
avete piantato, li dovete raccogliere, "sono parole che si addicono a queste persone dall’istinto
guerriero, che non coltivano la terra, e che chiedono alla Madre Terra il nutrimento, ma
evocano e invocano il Dio del Tuono e degli Eserciti. E le cui leggi vengono imposte alle
popolazioni da loro conquistate
Gli Altari Braminici
I Bramini costruivano i loro altari ovunque si recassero in forme simboliche, e da li’ invocavano
con inni le divinita’ del loro pantheon. La divinita’ principale dei riti era il dio del fuoco degli altari Agni, un nome collegato con il
nostro temine igneo. Agni era chiamato la bocca degli dei, bocca che veniva saziata con i
sacrifici e le divinita’ a sua volta erano nutrite da Agni, per questo gli dei cooperavano con i
loro e fedeli cugini umani e gli concedevano le vittorie richieste.
Questo era il mondo dei Veda. Il periodo di compilazione di questi inni, atti ad invocare ed
ottenere potere agli uomini, e’ intorno al 1000 ac. Appena seguente a cio’, inizia il mito
omerico, e subito dopo avviene qualcosa che non e’ mai stato sviluppato dai greci e che si puo’
ritenere completamente indiano: il cosi’ detto brahamanath o le scritture teologiche dei
brahaman.
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Il potere che scaturisce da cio e’ il seguente: sembra che dalle nostre scritture possiamo
controllare gli dei, di conseguenza le nostre scritture sono piu’ forti degli dei medesimi. Da qui
il fatto che noi siamo piu’ forti degli dei.
Il potere adesso e’ stato tolto dal pantheon e messo nei cuori di coloro dai quali il pantheon e’
germogliato.
Esiste una meravigliosa serie di scritti , alcuni dei quali molto aridi ma estremamente eccitanti
nella loro stesura, dove si scorge una comparazione fra gli elementi delle scritture e la loro
relazione con gli elementi dell’universo e da questi al collegamento con gli elementi della psiche.
Universo, scritture, psiche, sono tutti in accordo e ci si accorge che attraverso la manipolazione
delle scritture si puo’ manipolare queste forze, ed e’ qui che sorge la domanda finale: Quale e’
la natura delle scritture? Queste scritture ci diranno quale e’ la natura dell’universo? Questa e’ la natura delle scritture: C’e un fuoco, e in questo fuoco e’ versato un sacrificio,
questo sacrificio e’ il Soma che e’ un liquido inebriante, e come il vino dei greci, e’estratto da
una pianta, la quale e’ rinfrescata dalla rugiada della luna, la luna e’ il toro celestiale, e cosi’ qui
viene catturata l’energia divina generativa del toro che viene versata nel fuoco.
Ne segue che: quando porti del cibo alla bocca e lo mangi, il fuoco dentro di te lo consuma ,
proprio come Agni consuma il Soma. Di conseguenza cibarsi e’ un sacrificio esattamente come
l’altro ( Quello del fuoco. n.d.t.), e dopo muori e sei gettato nella pira funebre, o nel fuoco
dentro allo stomaco dei vermi, o degli avvoltoi o delle iene. E tu che eri Agni adesso diventi
Soma, e qui arriviamo al seguente assioma dionisiaco:
Tutto il mondo e’ un sacrificio, un enorme fuoco sacrificale nel quale un inesauribile divino
sacrificio viene versato per l’eternita’. Questa nozione, che dalla morte e dal fuoco si origina la vita, e’ una nozione di base che
sottolinea i grandi riti sacrificali nella tradizione indiana. Un passo ulteriore e’ il seguente: Dato che quel fuoco e’ in te, perche’ perdersi dietro ai
Brahaman; puoi andare nella foresta, sederti e cercarlo in te stesso. Da questa constatazione nasce il grande periodo delle Upanishad, che a mio avviso, credo
possano essere sicuramente riconosciute come le scritture religiose piu’ sublimi di questo
mondo e che si possono datare dall’ottavo secolo a.C. in poi.
In questo periodo sorse l’idea dello yogin, idea gia’ preesistente fra gli hindu’, gli abitanti
originari dell’India, ma che si e’ sviluppata e combinata con la calata degli Ari. Dalla interazione delle due popolazioni emerse un profondo problema: Come coordinare due
ideali diversi? L’ideale della virtu’, l’ideale della societa’, l’ideale del lavoro per il mondo, e
questa idea dello Yoga?
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Le date della vita del Buddha 563/483 a.c. possono essere prese come il climax e il conflitto di
questo problema.
Il Buddha non era un Brahaman, egli era della casta degli kshatrya, la seconda casta, e nelle
Upanishad medesime abbiamo dei testi, nelle upanishad piu’antiche come, la Bṛhadāraṇyaka o
nella Chāndogya che attestano che i Brahaman originari non conoscevano niente di tutto
questo. Essi ebbero la dottrina da dei grandi re. In questi testi molto interessanti, si legge che
un Brahaman va da un re ed il re inizia ad impartirgli degli insegnamenti ai quali il brahaman
invariabilmente rispode che li conosce gia’, al che il re inizia a dare gli insegnamenti ad un
uomo addormentato per poi svegliarlo e chiedendo al Brahaman: “Dove sono andati I miei
insegnamenti?”( Questo ci fa intuire la differenza che gia’ esisteva fra le due classi a quel
tempo, quella gia’ letteralmente sviluppata della popolazione originaria dell’India, e quella
ancora shamanica degli invasori ariani.)n.d.t.
Ed e’ dai nativi, che gia’ popolavano quell’area prima degli Ariani, da cui proviene questa
dottrina che adesso riconosciamo come la piu’ grande del continente indiano.
La dottrina yoga piu’ aspra, dura e primitiva e’ quella della tradizione dei grandi Jaina, dei
grandi insegnanti come Mahavira, che era un contemporaneo di Buddha, e che a sua volta era
stato preceduto da altri 23 maestri. Quello prima di lui Pashvanatta, era vissuto probabilmente
nel nono od ottavo secolo a.c. e prima di lui un altro ed un’altro, le date dei maestri Jaina, sono
come tutte le datazioni indiane approssimate, arrivano indietro sino a prima della creazione del
sole. Ma ad ogni modo e’ chiaro che la tradizione yoga e’ estremamente antica, e la finalita’ di
questo yoga, e questo e’ molto importante, e’ la morte, intesa proprio nel senso letterale, ma una
morte non prima che tu abbia estinto te stesso o il desiderio per la vita.
Se ti uccidi per rabbia o per sconforto, sei destinato a tornare, devi aver estinto qualunque
cosa in te stesso e la meravigliosa progressione dei tuoi voti e’ realizzata in modo che tu limiti le
tue azioni, stadio dopo stadio, sino a che finalmente limiti persino il numero di passi che fai ogni
giorno, il numero dei bocconi che mangi, sino a che , finalmente esci da questo mondo sotto
forma di una luce, e questo e’ straordinario!
Questa e’ la religione primaria dell haimsha, la non violenza, non fare del male a nessuna cosa
vivente perche tutto il mondo e’ una cosa vivente.
Se vai nella zona Bombay puoi ancora vedere gli ultimi Jainisti rimasti, che se ne vanno in
giro con una mascherina sul volto, proprio come i nostri chirurghi durante un operazione, e
questo per non ingerire inavvertitamente piccoli insetti, o per non danneggiare l’atmosfera
respirandola troppo forte. Se cadono nell’acqua non nuotano per non danneggiare l’acqua ma
seguono la corrente e si fanno trasportare sino a che giungono a riva, (se sono fortunati.) Non
bevono la notte perche’ potrebbe esserci qualcosa di vivo dentro la bevanda che essi non
vedono, non raccolgono frutti dall’albero per non danneggiarlo, ma aspettano che cadano da
soli, e anche mangiare un frutto e’ considerato abbastanza crudele. Alla fine arrivi al punto che
smetti di nutrirti e vivi solo d’aria e te ne vai.
La loro nozione e’ che ci sono 2 principi : l’anima e la materia e che essi sono collegati, il loro fine e’ dissociare se stessi interamente da entrambi i principi, purificarti dalla materia
karmica, divenire una sfera perfetta e galleggiare sorgendo sino alla sommita’ dell’universo e
rimanere, come una bolla cristallina e dissociata dall’universo per l’eternita’.
In contrasto a questa dottrina c’e’ la dottrina buddhista che e’ invece piu’ psicologica che
fisiologica. Cio’ che deve morire e’ lo zelo di vivere, e’ la missione di maya.
L’ignoranza e’ cio’ che porta al desiderio. Il desiderio porta all’azione, l’azione conduce ad una
ignoranza piu’ profonda, l’ignoranza porta al desiderio, il desiderio all’azione, e allora, come se
ne esce?
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Ebbene, puoi attaccare e avversare il desiderio o l’azione o l’ignoranza. Il principio buddista
preferibilmente e’ quello di attaccare l’ignoranza ma puoi anche scegliere di diventare inattivo
o controllare le tue azioni o puoi scegliere di regolare il desiderio.
Vi parlero’ ancora per un po’ di questo soggetto: ci sono modi diversi di come infrangere questo
anello e vi dovro’ parlare di yoga. Esistono tipi diversi di yoga:
Il primo e’ il Raja Yoga, che e’ essenzialmente un esercizio psicologico per estinguere in te
stesso gli impulsi e illuminare il corpo, non andro’ ulteriormente oltre a questa informazione
perche’ ho gia’ trattato il Raja yoga nella mia conferenza della settimana scorsa.
Il secondo ordine di yoga e’ il jiana yoga o yoga della conoscenza, “Viveka”, fare delle
distinzioni. Questo e’ yoga filosofico, non tanto fare gli esercizi, ma preferibilmente fare il
lavoro mentale e riconoscere le differenze. Le sue basi sono queste: cercare la distinzione fra il
soggetto e l’oggetto della conoscenza e identificare se stessi con il soggetto: “Io non sono il mio
corpo” ma bensi’ “ Io conosco il mio corpo”. “Io conosco le mie emozioni”, “io non sono le mie
emozioni”, “io conosco i miei pensieri”, “io non sono i miei pensieri”. In questo modo puoi
uscire fuori da cio che e’ naturalmente congiunto e identificare te stesso come il soggetto.
Questo e’ quello che si ottiene nel Sankya: “Il puro soggetto della conoscenza”.
Ma il Buddha va ancora un passo oltre, Buddha ci dice che non c’e neppure nessun soggetto
di conoscenza . E con questo si va oltre a qualunque cosa tu possa pensare.
Quindi viene il grande yoga devozionale, questo e’ il solo yoga che implica un immagine divina,
e questa puo’ essere qualunque divinita’ maggiore del pantheon induista con la quale divinita’
sviluppi una relazione che e’ principalmente di amore.
Nel pantheon induista esistono 5 ordini di amore: Il primo , il piu’ semplice e il piu’ crudo, e
quello di aspetto piu’ religioso, e’ quello fra l’adepto e il maestro: Dio e’ il mio maestro, io sono
il suo servo, dimmi cosa devo fare e lo faro’, questo e’ il normale l’ordine sviluppato perseguito
e realizzato dal religioso devoto.
Il secondo e’ l’ordine che si sviluppa da amico ad amico. Nella tradizione cristiana questa e’ la
relazione che si crea fra gli apostoli e Gesu’. Nella tradizione indiana e’ l’immagine dei fratelli
Pandava con Khrisna che erano anche i suoi amici. Per coltivare questa tiplogia di amore si
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rende necessaria una persona spiritualmente piu’ evoluta e che sia capace di assumersi questo
tipo di relazione con la divinita’.
Il terzo, e’ l’amore che esiste fra genitori/figli, nel caso in cui il Dio e’ il figlio. E questa e’
proprio la attitudine che hanno i cristiani verso la culla della nativita’, dove il divino e’ coltivato
in se stessi , dove il Dio e’ nato nel tuo cuore e dove viene nutrito per svilupparsi nella maturita’
spirituale. Nella cultura indiana e’ rappresentato dalla figura di Khrisna fanciullo, il ladruncolo di burro, il
monello tanto amato da tutti. Sua madre un giorno fu avvertita da un amico che il piccolo Khrisna aveva mangiato della terra
e nel tentativo di toglierli il fango dalla bocca , fu ammaliata da Khrisna che le gioco’ uno
scherzo: Mentre sua madre gli guardava in bocca Egli le concesse di videre dentro di lui tutto
l’universo, e vide anche allo stesso tempo chi lei era stata sino a quel momento e anche tutte le
sue vite passate. Khrishna fu misericordioso, e gli fece un’altro regalo, facendole dimenticare
questa esperienza karmica di ricordo delle vite precedenti.
Il quarto livello dell’amore e’ quello fra marito e moglie e fra moglie e marito, questa e’ cio chesi
sviluppa nella tradizione Cristiana fra le suore con Gesu’, le monache che portano un anello
nuziale e sono spose di Cristo. Nella tradizione indiana e’ l’attitudine propria fra moglie e
marito. Egli e’ visto come il suo signore e servendo lui, si serve Dio. A questo proposito devo
dire che secondo la tradizione indiana il potere divino e’ immanente in tutte le cose, non e’
indispensabile adorare Dio in un imagine; ognuno puo’ essere Dio .
Una volta una donna venne da Ramakhrisna e gli disse della sua impossibilita’ ad amare Dio,
al che Ramakhrisna gli chiese quale era la cosa a lei piu’ cara , e lei rispose: “Il mio nipotino.”
“Ecco “, disse Ramakhrisna ,“Amando tuo nipote, ami anche Dio’. E questo si accomuna anche
alla istigazione di Khrisna ai guardiani di mucche ai quail disse: “Non adorate Indra, il Dio dei
tuoni, amate e servite le vostre mucche, cosi’ allo stesso tempo amerete e servirete Dio.
L’ultimo e piu’ grande modo di amare e’ l’amore illegittimo. Nell’amore matrimoniale si ha il
rispetto della comunita’, di un lavoro, di una vita . Ma quando ti innamori pazzamente e
furiosamente , cosi’ tanto che perdi tutto, incluso la tua reputazione la reputazione e tutto il
resto, allora tutto e’ perduto. Ramakhrisnaci dice:” Quando ami Dio in quel modo e tutto
viene perduto, puoi dire:”Mostrati adesso! Io ho dato tutto per te, rivelati a me!
E adesso viene spontaneo chiedersi: Che cosa ci porta questa visione Vishnuita dei diversi tipi
di amore? Essa ci apre ad una sorta di discussione con implicazioni morali. Il piu’grande
esempio di amore illecito e’ quello che ci e’ offerto proprio dal nostro Khrisna , dopo che
raggiunse la sua puberta’e da ragazzo cresciuto, inizio’ a suonare il flauto nei boschi di
Vrindavan. E accadde allora che tutte le giovani mogli nella notte udivano il suono di quel
flauto nei loro cuori e si destavano e guardavano se i loro rispettivi consorti si fossero
addormentati, dopodiche’ si alzavano di soppiatto e si inoltravano nella foresta e iniziavano
quella meravigliosa danza che e’ poi divenuta il centro topico della letteratura Indiana, proprio
nello stesso periodo che per noi e’ l’alto medio evo. La cosa molto interessante e’che questa letteratura si e’ realizzata nell’opera di un giovane
poeta di nome Jayadeva 1175 d.c. che e’ la stessa data esatta del fiorire della storia di Tristano e
Isotta nell’Europa. E queste due tradizioni hanno lo stesso identico senso centrale, eccetto che
per il contrasto piu’ evidente , che la versione indiana e’ estremamente lasciva con Khrisna che
danza talvolta con 6.000 gopi alla volta, trasformandosi in 6.000 forme diverse. Ebbene e
questo e’ un po’ piu’ misterioso del fatto che Tristano vaga per la foresta mugugnando alla
ricerca di Isotta. In piu’, nella versione indiana , e’ sempre presente una vena religiosa nella
quale si scorge che la donna diventa anche una figura simbolica nella quale si avverte la
presenza divina, mentre nella tradizione occidentale, lei e’ solamente se stessa. Nella nostra
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letteratura non c’e’ simbolismo, ma una secolarita’ ed un approccio da persona a persona che la
rende molto, molto diversa.
Per concludere, lasciatemi raccontare una storiella Indiana. Le storie, di solito, sono molto
incisive e riescono ad illuminarci in un baleno.
Questa e’ la storia di una tigre, per la quale dobbiamo ringraziare Ramakhrisna. Una tigre che
incinta ed affamata giunge nelle vicinanze di un gregge di capre, spicca un balzo, ma
nell’impeto del suo agguato, cade ferendosi malamente. Le capre fuggono e lei muore dopo
aver dato vita ad un tigrotto.
Le capre quidi ritornano sul posto, e grazie al loro istinto materno molto sviluppato, vedono
questo piccolo tigrotto vicino alla madre morta e cosi’ lo adottano. La tigre cresce pensando di essere una capra, impara a mangiare l’erba, impara a belare, e non
potendo riflettersi in uno specchio non si accorse che non era una capra.
Ovviamente l’erba non e’ adatta alle tigri , e il suo aspetto divenne miserevole per una tigre
della sua eta’, giunta oramai all’adolescenza.
E fu in questo periodo che un maschio di tigre adulta piomba nel gregge fa fuggire le capre ma
non il nostro tigrotto, che rimane li’ fermo perche’, in fin dei conti era pur sempre una tigre.
La tigre adulta lo guarda e dice: “Cosa? Tu vivi qui con le capre?” “Behhh,”
risponde il tigrotto brucando un po’ d’erba.
La tigre adulta e’ mortificata e scioccata nel trovare uno della sua specie in queste condizioni e
gli da un paio di zampate per ridestarlo alla sua natura, ma invano. Alla fine lo afferra per la
collottola e lo porta sulla riva di un tranquillo laghetto.
(Come ho detto prima la finalita’ dello yoga e’ che si devono spianare le increspature della
mente e diventare come un lago immobile in cui si riflette l’immagine perfetta.)
Il tigrotto guarda nell’acqua immobile e anche la tigre adulta (il Guru ) ci guarda dentro, e il
guru gli dice: “Guarda quella faccia, tu hai la faccia di una tigre, non sei una capra, tu sei come
me, diventa come me !”
Dopodiche’ lo riprende per la collottola e lo porta dentro la sua tana dove giacciono in terra i
pezzi sanguinolenti e succulenti di una gazzella recentemente uccisa, la tigre adulta porge uno
di questi pezzi al tigrotto e dice:
” Mangia un po di vero cibo per tigri!” Ma il tigrotto si tira indietro dicendo: “Ma io sono vegetariano!” “Forza su’! Dice la tigre adulta e gli infila un pezzo di carne giu’ per la gola e il tigrotto quasi si
strozza, (e come dicono i testi : Cosi’ come succede a tutti quando assaggiano per la prima
volta la vera dottrina!).
Il tigrotto ingoia il boccone tutto intero, vene e muscoli compresi, ed inizia a sentire qualcosa
che si smuove dentro di se’, qualcosa che non aveva mai sentito prima: Il sapore del cibo adatto
alla sua vera natura, il cibo giusto. Al che dopo un po’ spontaneamente la sua natura di tigre affiora e inizia a stirarsi, proprio
come fanno le tigri, ed emette un piccolo ma significante ruggito che gli fa accorgere che esiste
in lui una possibilita’ di iniziare a vivere la sua vera natura di tigre ed inizia a vivere nella
foresta ed a saziarsi con il vero cibo adatto a delle tigri. ( la vera dottrina)
La morale di questa storia e’ che siamo tutti potenzialmente delle tigri ma che stiamo vivendo in
mezzo a delle capre e come esse ci comportiamo.
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