Leggi, vivi e scopri la tua valle.
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Mensile d’Informazione Settembre 2010 - n.0 IN QUESTO NUMERO Perchè in Valmarecchia 50 anni fa... 50 anni che il trenino non fà più servizio Tana Libera Tutti Una grande famiglia di Volontari Banda Musicale Minatori di Perticara Una strada lunga 150 anni Il Premio Pascoli a Luca Cesari Riconoscimento alla poesia della vallata Chi lascia la strada vecchia ... Aspettative dei giovani sul passaggio in Romagna Sanità in Valmarecchia Situazione ad un anno dall’integrazione “Leggi, vivi e scopri la tua valle.” NOVITÀ 2010 Sommario 2 Perchè in Valmarecchia 22 Madame ha gradito?.. 4 50 anni fa... 24 L’Arca di Noé 6 Musei aperti a Casteldelci 26 Prelude/Interlude 50annicheiltreninononfàpiùservizio 7 Tana Libera Tutti LaFieradiRiminipresenta LagrandefotografiaaSanLeo 29 Augusto Deluigi UnagrandefamigliadiVolontari Conferimentomedagliad’Onore 8 La Fiera delle Castagne 30 Fiera di San Michele 11 Verucchio 10-10-10 31 Le Fiere di Santarcangelo Messo a “dormire” LagiornataTouring Leorigini 32 Museo Sapignoli 15 Il Premio Pascoli a Luca Cesari 33 Una perla del Montefeltro 16 Chi lascia la strada vecchia ... 34 Gli antichi frutti d’Italia ... 18 Sanità in Valmarecchia 35 Magica atmosfera 21 Torriana al naturale 36 Viaggiare in ... sicurezza Unastradalunga150anni AspettativedeigiovanisulpassaggioinRomagna Culturaenaturasifondono Potrai sfogliare il giornale sul portale lavalmarecchia.it Riconoscimentoallapoesiadellavallata Situazioneadunannodall’integrazione www.lavalmarecchia.it [email protected] EDITO E STAMPATO DA GRAPH snc - San Leo (RN) Tel. e Fax 0541 923738 [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Ottavio Celli REDAZIONE CENTRALE Ottavio Celli, Natalino Cappelli IMPAGINAZIONE E GRAFICA 12 Banda Musicale Minatori di Perticara “inValmarecchia” anno 0 - n° 0 Settembre 2010 PoggioBerniinaugurailnuovoprogetto TeatroAngelaMarianidiSant’Agata ...siincontranoaPennabilli ViaggioinRepubblicaCeca Per la tua PUBBLICITÀ su Chiama i numeri: 393 9758183 - 0541 923738 Matteo Donnini FOTOGRAFIE Ottavio Celli COLLABORATORI Natalino Cappelli, Rita Celli, Rita Giannini, Lucia Ugolini, Paola Fesani, Manlio Flenghi, Adriano Menghi, Stefano Zanchini, Domenico Celli, Anna Teresa Celli, Giuseppe Zanetti, Pierluigi Germani, Amministrazioni Comunali. Gli inserzionisti sono responsabili dei marchi, dei loghi, delle immagini, ecc. pubblicati nei loro spazi. InValmarecchia non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc. L’editore non è responsabile per eventuali errori di stampa. Tutti i diritti sono riservati. Ogni riproduzione anche parziale sarà perseguita a norma di legge. oppure scrivi a [email protected] Portate le vostre idee... lavalmarecchia.it è un progetto di ID-LAB s.n.c. primo vero studio di comunicazione e web agency di Novafeltria. lavalmarecchia.it è il portale internet più innovativo, ordinato e aggiornato per la promozione turistica e non solo del territorio della Valle del fiume Marecchia: un faro che guidi il visitatore in un percorso unico e appassionante alla scoperta di una varietà eterogenea di monumenti, sapori e paesaggi. Per info tel. 0541922095 fax 05411792008 email [email protected] ...noi pensiamo al resto. Strada Marecchiese, 44 Tel. e Fax 0541 923738 61018 Pietracuta di San Leo (RN) Perchè... Carilettori Il passaggio dei sette Comuni dell’AltaValmarecchia nella provincia di Rimini se da una parte porta a compimento una rivendicazione storica avviata già all’indomani dell’Unità d’Italia, dall’altra innesca un processo di integrazione che non può essere solo istituzionale e amministrativo. Per questo abbiamo pensato ad un giornale interamente rivolto a chi vive e lavora in valmarecchia e a tutto ciò, dall’attualità agli eventi, che avviene nel territorio della vallata o con essa si relaziona. È il nuovo mensile “InValmarecchia”, del quale questo rappresenta il numero zero, stampato in 22.000copie, edito da Graphsnc e distribuito gratuitamente a tutte le famiglie degli undici Comuni: Casteldelci Pennabilli, Santagata, Maiolo, Novafeltria, Talamello, San Leo, Verucchio, Poggio Berni, Torriana, Santarcangelo e nelle frazioni Riminesi di Corpolò e Vergiano coprendo in tal modo l’intera valle. Dunque questo primo editoriale è chiamato ad una responsabilità e ad un compito molto grande in quanto, oltre a costituire l’inaugurazione di una nuova testata, per tutti noi è il concretizzarsi di un sogno quello di dare vita ad un giornale che si prefigge di essere innovativo. Innovativo, non solo perché vuole contribuire a rafforzare il senso comune di appartenenza ad un territorio, ma perché aperto a tutti coloro che desiderano pubblicare i loro scritti sulle tematiche, le più svariate che riflettono la vita di tutti i giorni e quindi diretto ad un pubblico eterogeneo ed interessato ad approfondire argomenti ed eventi tratti dall’esperienza diretta e quotidiana. Oggi è estremamente difficile individuare canali di informazione nei quali la “normalità” abbia accesso e dai quali possano scaturire per i lettori informazioni e anche opinioni capaci di suscitare dialoghi costruttivi con interscambi di idee e di valori. Alla forza della carta stampata si unirà la pubblicazione online del giornale sull’ormai affermato portale di promozione del territorio locale lavalmarecchia.it che con le sue oltre 6000 visite mensili vi darà la possibilità di una ancora maggiore e differente visibilità. Vorremmo creare punti di riferimento per iniziative positive e rispondere a tutti coloro che spesso si sono chiesti “come arrivare ad un giornale, come farsi conoscere, come posso far sapere chi sono, che pure io esisto”. A questi diciamo: “InValmarecchia” è il tuo giornale. Il direttore La carta usata per questo giornale è certificata per un corretto e massimo rispetto della natura. Ricicla al meglio questa rivista e potrai rileggerla sulla stessa carta. • Soluzioni pensionistiche personalizzate • Risparmio con prodotti a rendimento minimo garantito del 2% Dr. Agostino Macini • Fondi pensione deducibili Agente • Capitali investiti e garantiti a partire da e 5000 Assicurazioni Generali S.p.A. Generali Vita S.p.A. Agenzia Principale di Novafeltria Via Cesare Battisti, 21 - 615 Novafeltria (RN) • Protezione per persona, casa, famiglia, azienda 2 • Preventivi e consulenze garantite • Trattazione e gestione dei danni in agenzia Tagliolini allo scoglio Ingredienti: pasta all’uovo cozze, vongole, calamari, gamberi, canocchie, scampi Locanda dei Venti Novafeltria 61015 Località Ca del Vento 211/D Tel. 0541.926257 [email protected] In una padella soffriggere misto pesce con olio extra vergine e uno spicchio d’aglio. Aggiungere brodo di pesce e lasciare andare per qualche minuto. Cuocere la pasta in acqua salata, scolare e saltare in padella con il pesce. Impiattare aggiungendo una presa di prezzemolo tritato fine. Buon appetito Prossima apertura Pizzeria 20003 50 anni fa... Il prossimo Ottobre sono 50 anni che il trenino non fa più servizio La costruzione della ferrovia Rimini-Novafeltria, chiesta da più parti come complemento del più ampio progetto Pedemontana Subapenninica, ebbe inizio nel 1912 con la concessione rilasciata il 25 novembre alla Società Anonima delle Ferrovia e Tramvie Padane. Il tracciato previsto, con scartamento ridotto (95 cm), partiva dalla stazione di Rimini Centrale, posta nei pressi della stazione ferroviaria della Ferrovia Bologna-Ancona, e proseguendo lungo la valle del fiume Marecchia, raggiungeva il centro abitato di Novafeltria, che allora si chiamava Mercatino Marecchia (comune allora con circa 5.000 abitanti). La ferrovia fu aperta al traffico con trazione a vapore il 21 giugno 1916 tra Rimini e Verucchio (sezione di 18 km), nel 1921 fu raggiunta San Marino-Torello e fu completata l’anno dopo, con l’apertura in data 18 giugno 1922 della rimanente sezione fino al capolinea di Mercatino Marecchia. La lunghezza totale della ferrovia risultessere di 35,6 km circa (di cui 12,5 km in sede stradale e 9,5 km con sede protetta). La pendenza massima del 30 per mille con un raggio minimo delle curve di soli 70 m; le rotaie di 22,5 kg/m non permettevono la velocità oltre i 40 km/h. La ferrovia era allacciata anche al porto di Rimini da un raccordo lungo 1,8 km. La gestione venne inizialmente assunta dalla SocietFerrovie e Tramvie Padane (FTP), che la mantenne fino al 1932, anno in cui decadde per insormontabili difficoltà economiche della stessa società concessionaria. La gestione della rete delle Padane venne 44 I pesanti carri armati “Sherman” percorrono la Via Marecchiese, in basso si possono notare le rotaie del trenino. Per gentile concessione dell’Imperial War Museum, London. quindi assunta direttamente dallo Stato nel maggio del 1933 mediante l’istituzione della Gestione Commissariale Governativa Ferrovie Padane. La seconda guerra mondiale distrusse buona parte della ferrovia che venne poi ricostruita nel 1948 adattandola alla ferrovia subappenninica nel tratto Verucchio-Pietracuta. Dagli anni cinquanta il traffico venne trasformato a trazione diesel, con 3 Littorine prodotte dalle Officine Raffaele Ranieri di Roma ed equipaggiate con motori General Motors recuperati dai mezzi bellici. Si trattava di 3 automotrici unidirezionali del tipo “autobus a rotaia” (Schienenbus) a due assi, con una potenza di 165 CV, ed erano dotate di 35 posti a sedere (da questo il nome ALn 35) chiamate anche Emmine poi affiancate da una quarta automotrice Ranieri-GM bidirezionale a carrelli con 52 posti a sedere e 300 CV di potenza (classificata Aln 52.10 FP). Tutte queste automotrici fecero servizio fino alla chiusura della linea avvenuta nel 1960. In seguito alla cessazione del servizio su questa linea, le automotrici vennero vendute alla Ferrovia Circumetnea e qui fecero servizio per diversi anni fino al loro smantellamento per raggiunti limiti di età. Il 15 ottobre 1960, chiusa la ferrovia presero servizio le corriere della stessa Gestione Commissa- riale delle Ferrovie Padane. È bene ricordare che questa ferrovia non ha mai perso una corsa, anzi le ha raddoppiate dal momento in cui tutti i mezzi dell’epoca erano fermi per le forti nevicate che si susseguirono in quei nevosi inverni, ed i viaggiatori potevano aspettare nelle calde stazioni il transito del convoglio. Un esempio su tutti quello dell’alluvione del novembre 1956 che si fermo pure il treno BolognaAncona... ma il trenino o la littorina portò casa i suoi pendolari. In quell’anno la ferrovia trasporta circa 300.000 viaggiatori e più di 190 t di merci. Dopo la dismissione, la sede ferroviaria quasi interamente in sede promiscua, è stata riutilizzata per allargare la sede (o costruire variante di tracciato) della strada statale 258. Sopravvivono solo alcuni edifici (come stazioni e caselli), riutilizzati per gli scopi più diversi, alcuni dei resti del ponte ad arco nel tratto Torello - Pietracuta lungo il tracciato storico sono ancora visibili. Celli.O Giocattoli delle migliori marche e Cartoleria per la scuola cartoleria - 10 quaderni a scelta E 6,00 LUCA SARTI Preparatore atletico +39 328 0448274 Volontà - metodo - risultati • Test di valutazione (SRM, V02 MAX) • Studio assetto biomeccanico • Consigli nutrizionali • Integratori • Fornitura di materiale al dettaglio e all’ingrosso giocattoli - con questo tagliando avrai 10% di sconto sull’acquisto di 1 giocattolo fino al 30/10/2010 5 Villa Verucchio - P.zza I maggio58 (piazza vecchia/ vecchio mercato)* Musei aperti a Casteldelci Casteldelci aderisce all’iniziativa “Musei Aperti 2010”. Tutte le domeniche di novembre la Casa Museo “Sandro Colarieti” situata nel centro storico, sarà aperta con due sezioni archeologiche: Sezione Archeologica Preistorica, che contiene testimonianze del territorio dall’epoca preistorica fino all’Età del Ferro; Nuova Sezione Archeologica Medioevale, in cui verranno esposti reperti raccolti presso le rovine del Castello di Uguccione della Faggiola, a cura del professor Daniele Sacco dell’Università di Urbino. Nei giorni 7, 14, 21 e 28 Novembre 2010 il salone centrale della Casa Museo ospiterà la mostra fotografica di Luciano Liuzzi “Immagini dal Vietnam”. Per informazioni Tel. 0541 915423 Sulle splendide colline di Torriana, Villa Chandon è il luogo ideale per trascorrere piacevoli momenti ricchi di gusto. I prodotti tipici delle terre di Romagna e le più appetitose ricette della tradizione sono la base dei nostri piatti, sapientemente realizzati dallo chef Nicola e serviti in una ambiente accogliente ed elegante. 6 Tre sale ed una veranda accolgono gli ospiti del Ristorante Villa Chandon ed una divertente area gioco all’interno del parco consente anche ai più piccoli di divertirsi in piena sicurezza, sempre seguiti dai nostri animatori. Le nostre sale ospitano anche un’eccellente pizzeria con forno a legna; pizze classiche e speciali realizzate con impasto a lievitazione naturale. Oltre a ristorante e pizzeria Villa Chandon è Lounge Bar e location ideale per matrimoni e ricevimenti con musica, fuochi d’artificio e animazione per bambini. Ristorante Villa Chandon Via Colombarina, 15 - 47825 Torriana (Rn) Tel. 0541/675423 Fax 0541317385 www.villachandon.it - E-mail: [email protected] Tana Libera Tutti una grande famiglia di volontari L’Associazione Tana libera tutti nasce nel 2000 dal bisogno e dall’incontro di genitori con figli diversamente abili, per aiutarsi nell’affrontare le tante problematiche legate al mondo della disabilità. In questi anni, nella casetta dataci dalla Comunità Montana, si è lavorato molto, con tanti volontari e personale specializzato, si sono organizzati laboratori a carattere riabilitativo, ludico, ricreativo rivolti a tutti i bambini e ragazzi per una vera integrazione. In estate, da anni, gestiamo con successo il Centro Estivo proponendo laboratori di ricamo, cucito, uncinetto, falegnameria, e nel nuovo forno a legna si cuoce il pane. I bimbi hanno conosciuto e giocato con galline, anatroccoli, coniglietti e naturalmente con i cavalli.Quest’anno il Centro Estivo si è concluso con una emozionante serata di campeggio con tante tende attorno al fuoco. Nella circostanza i nostri ragazzi hanno fatto parte dello staff collaborando per la realizzazione delle attività. Nel maneggio MON-TANA, che abbiamo in gestione, continua l’esperienza di ippoterapia rivolta a disabili psicofisici con personale qualificato ANIRE e per tutti (a partire dai tre anni) lezioni di equitazione. Continua il progetto “si parte” rivolto a ragazzi che da tempo hanno terminato l’obbligo scolastico e che sono, purtroppo, a totale carico delle famiglie: si incontrano nella sede al pomeriggio e con educatori specializzati lavorano sul potenziamento delle abilità acquisite per una maggiore autonomia e responsabilità. Per questo si organizzano cene con amici e insieme decidono il menu, fanno la spesa, cucinano in un clima di vero benessere. Ci sono poi le serate in pizzeria, ai concerti, al cinema, in biblioteca ed anche escursioni nei paesi vicini. L’impegno è raggiungere obiettivi specifici per una sempre maggior autonomia. Quest’anno prevediamo anche l’avviamento al lavoro proponendo giardinaggio, orto, una piccola fattoria didattica, e lavori di manutenzione del centro. Ora tra i progetti più importanti e impegnativi si pensa al “DOPO DI NOI” con il sogno di poter ampliare la struttura che nel frattempo è diventata stretta, e impegnare i ragazzi in una piccola attività di ristorazione, dotando la stessa struttura di monolocali dove abitare, in un luogo semi-protetto e tranquillo immerso nella natura. L’associazione Tana libera tutti vuole continuare ad investire le sue energie disponibili perchè tutti i ragazzi, indipendentemente dalla loro condizione, possanio sviluppare le loro potenzialità in situazione di benessere: ambienti accoglienti, adeguatamente attrezzati con l’aiuto di personale qualificato pronto all’accoglienza. Per tutto questo si ringraziano, gli Enti Locali, le Istituzioni che da sempre ci sostengono, la Provincia di Rimini che ha subito finanziato diversi nostri importanti progetti. Ringraziamo gli amici-soci che ci aiutano da sempre, anche con il cinque per mille. Invitiamo sempre tutti, venite a conoscerci e magari ad aiutarci: ne abbiamo bisogno. Per informazioni 0541 922308 - 339 8399277 Presidente Paola Fesani 7 Talamello a 12 Fiera delle Castagne 10 ottobre 2010 La fiera delle castagne tende essenzialmente alla valorizzazione del pregiato prodotto del sottobosco già inserito nell’elenco nazionale dei prodotti tradizionali. Si tratta di un vero e proprio prodotto di nicchia, caratterizzato da una produzione piuttosto limitata e la presenza di questi castagneti secolariattesta la coltivazione delle castagne fin da epoca remota, infatti sembra che l’introduzione di tale cultura si faccia risalire alla presenza di ordini monastici in epoca medievale. Durante la manifestazione, vendita di castagnedirettamente dai produttori tuteche fanno parte del consorzio di tute gastronomila e valorizzazione, stand gastronomi ci, possibilità per gruppi e scolarensche di escursione nei castagneti per la raccolta del frutto, attività a carattere ludico e musicale per grandi e piccini. I bambini della scuola materna e della primaria di Talamello svolgono le attività di miniguide turistiche per i tanti visitatori che partecipano all’evento. La fiera è pensata per far passare una giornata di festa e relax alle famiglie. Il Comune di Talamello si propone però di far conoscere anche alle nuove generazioni questo antico frutto che in passato rappresentava una fondamentale risorsa alimentare per le nostre zone collinari e montane. La gamma degli usi del cosidetto marrone nella cucina del nostro territorio è molto vasta, si va infatti dalle classiche caldarroste, alle ballotte lessate in acqua, ai dolci con farina di castagne ed a squisite confetture. Menghi Adriano Messo a “dormire” Anche quest’anno i primi di Agosto, dopo attenta selezione, è stato infossato il famoso formaggio “Ambra” di Talamello. Ora per tre mesi dormirà nelle fosse secolari di arenaria per risvegliarsi a Novembre ed allietare il palato dei buongustai. A noi tutti in trepida attesa non rimane che aspettare il suo risveglio e darci appuntamento alla sua Sagra nello storico borgo di Talamello. Locali dove poter gustare il prelibato formaggio P.zza Garibaldi, 28 - Talamello - Tel. 0541 920902 www.lalocandadellambra.com 8 LAKE BAR RISTORANTE Via Marecchiese - Loc. Borniano - Talamello Tel. e Fax 0541 921231 - cell. 338 8492040 Pizzeria - Trattoria Via Cava, 2 - Talamello - [email protected] Tel. 0541 922783 - cell. 338 3557074 Trattoria Piadineria - Bar P.zza Garibaldi, 30 - Talamello Tel. 0541 920430 Pizzeria - Crostineria Via Campiano, 7/D - Talamello Tel. 0541 921839 di Cappella Gianfranco Tagli di prima scelta e prodotti tipici delle Marche e Romagna Prime choice cuts and typical products of the Marche and Romagna regions Vendita formaggio di fossa Via Dionisio Monti, 33 61015 Talamello (RN) Tel. e Fax +39 0541 921686 [email protected] www.macelleriacappella.it 9 Riapertura 30 settembre Dalle ore 17,00 alle 19,00 verrà offerto l’aperitivo della casa. Per la cena sarà gradita la prenotazione. Novità: Sala Lounge per i vostri aperitivi con musica e serate a tema. Disponibile anche per cerimonie, compleanni, banchetti e cene sociali. Oltre ai tradizionali Vini della Tenuta Amalia, potrete accompagnare i vostri pasti o i vostri aperitivi con una selezione di Vini dell’Enoteca Amatori. Ristorante Al Pesce Azzurro 47826 Villa Verucchio (RN) Via Tenuta, 47 - tel. 0541 678237 Chiuso il mercoledì 10 Verucchio 10-10-10 la Giornata Touring Il 10-10-10 il Touring Club Italiano invita a scoprire piccole località dell’entroterra dove la tipicità si può vivere e assaporare, dove la storia, i monumenti e l’ambiente fanno parte della quotidianità. Un’Italia a colori, unita però nella qualità, in un’eccellenza certificata in base ad oltre 250 rigorosi parametri turistici e ambientali, periodicamente verificati secondo le esigenze e il punto di vista del viaggiatore, un’Italia da 10 e lode. Cos’è il marchio Bandiera arancione? È il marchio di qualità che seleziona e certifica le piccole località dell’entroterra, in base a rigorosi parametri turistici e ambientali. È stata pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita: viene assegnata alle località che non solo godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, ma sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. La Giornata Touring si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio del Ministero del Turismo e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; è un momento di festa e incontro tra i Soci, di conoscenza e aggregazione con amici e simpatizzanti, che si svolge contemporaneamente in 85 località di tutta Italia, selezionate e certificate con la il marchio di qualità Bandiera Arancione del Touring assegnato ai piccoli borghi dell’entroterra con meno di 15.000 abitanti. Verucchio è stato fra l’altro preferito dal T.C.I. fra tutti i comuni partecipanti all’iniziativa, come luogo dove essere presente con i propri volontari (consoli, fiduciari aziendali, soci volontari e dipendenti) per farsi conoscere ai visitatori. Questa importante iniziativa turistica e culturale permetterà a soci e simpatizzanti del Touring Club di conoscere, attraverso i relativi canali promozionali, la nostra cittadina, che accoglierà i soci TCI riservando loro visite guidate gratuite al museo civico e alla Rocca malatestiana, mentre per tutti sarà possibile visitare gratuitamente ed eccezionalmente due siti culturali verucchiesi poco conosciuti, ossia la Pieve Romanica, grazie anche alla collaborazione della Parrocchia S. Martino di Verucchio, e del sito archeologico etrusco di Pian del Monte, entrambi visitabili domenica 10 ottobre con accompagnamento di una guida turistica, a cura della Pro Loco di Verucchio. Durante tutta la giornata, Verucchio tornerà indietro nel passato che la vide splendere sotto la dominazione malatestiana, e sarà animata da mercatino medievale, spettacoli itineranti e esibizione di arti e mestieri. Ai ristoratori locali sarà chiesto di proporre menù a tema mentre in piazza un gazebo sarà allestito a cura dei consoli provinciali del Touring Club per dare la possibilità di conoscere l’attività del TCI, le convenzioni dei soci tesserati, e si potranno effettuare per tutti i nuovi tesseramenti a prezzo eccezionalmente ridotto. Per maggiorni informazioni, consultare il sito internet del Comune di Verucchio all’indirizzo web: www.comune.verucchio.rn.it 11 Banda Musicale Minatori di Perticara Una strada lunga 150 anni L’8 settembre 2010 corre il 150° anniversario della fondazione della gloriosa Banda Musicale Minatori di Perticara. Per la storica circostanza, con il patrocinio del Comune di Novafeltria e per i caratteri della Graph snc di San Leo, è stato pubblicato il volume “Banda Musicale Minatori Perticara – Una strada lunga 150 anni”, che illustra le vicende di questo corpo bandistico con documenti storici e con una corposa iconografia. Mentre tutte le altre del circondario si sono sciolte come neve al sole, la Banda Musicale di Perticara, ancora oggi, nonostante la “veneranda età”, mantiene spirito ed entusiasmo giovanile, tanta vitalità e vigoria musicale. Essa è la più longeva ed amata istituzione di Perticara e con la sua gente ha condiviso tutte le gioie e i dolori che il destino ineluttabilmente ha loro riservato durante questo lungo percorso. Il progresso tecnologico, che sempre più velocemente rende le cose umane obsolete, ed altrettanto velocemente trasforma le società, nulla ha potuto contro la Banda Musicale di Perticara che ha continuato a navigare anche quando l’oceano era burrascoso: le due guerre mondiali, la chiusura della miniera di zolfo e della Camiceria Alea, l’attuale crisi mondiale. La Banda non è solamente un punto di incontro musicale, ma costituisce, soprattutto, un polo di sana aggregazione sociale che si fonde in un tutt’uno con la Cittadinanza Perticarese. Sfogliando le pagine dedicate ai maestri che si sono susseguiti alla direzione di questo corpo bandistico, due meritano una particolare citazione: Il M°. Giovanni Evangelisti che, in tutta umiltà e con grande energia, ha preservato la Banda Musicale dalla “disgregazione”, dopo la chiusura della miniera di zolfo, gettando solide basi per il futuro; Il M°. Ermes Santolini che ha insegnato ai musicisti non solo le regole dell’armonia musicale, ma anche quelle dell’armonia di vita. Sotto la direzione di questo titolato accademico, la Banda Musicale Minatori di Perticara sta vivendo una nuova giovinezza e sta raggiungendo traguardi importanti, ottenendo sempre più alti e qualificati riconoscimenti. Da oltre sei generazioni Perticara custodisce gelosamente il proprio tesoro musicale: è proprio il caso di dire che Euterpe abbia voluto premiare la stirpe perticarese. Ripercorriamo le tappe storiche fondamentali. Il complesso musicale di Perticara fu costituito l’8 settembre 1860 in concomitanza con il movimento insurrezionale del Montefreltro. Sul finire del Secolo XIX, Camillo Masini istituì la “Società Filarmonica di Perticara”, formata da circa venti musicisti. L’originario nucleo bandistico, proprio perché formato da minatori, ebbe la sede in località Miniera. Un secondo corpo bandistico fu costituito a Perticara e, ben presto, raggiunse il numero ed il prestigio del precedente. Il primo direttore fu soprannominato “Brustlon” perché, avendo contratto il vaiolo da bambino, aveva il volto butterato; proveniva da Cesena e suonava la tromba. La presenza contemporanea dei due concerti musicali, quello di Miniera e quello di Perticara, è stata tramandata dallo scrittore Francesco Sapori, con il romanzo intitolato “Casa dei nonni”. E’ passata alla storia la sfida lanciata il 1° luglio 1926 dal Maestro Carlo Marini, direttore della Banda di Perticara, al Maestro Angelo Preti, direttore della Banda di Miniera. La sfida degenerò in una lunga polemica, per terminare con un nulla di fatto. Dopo oltre mezzo secolo di rivalità, le bande musicali di Miniera e di Perticara si unirono dando vita ad un corpo bandistico di ottanta elementi. Fu il direttore della Miniera Montecatini, ing. Valsecchi, a riuscire in questo in- tento. L’avvenimento fu festeggiato nel Teatro Sociale di Perticara proprio nella ricorrenza del Patrono San Martino, dell’11 novembre 1929. L’incarico di dirigere il nuovo corpo bandistico fu affidato al Maestro Filidauro Tessitori, mentre la gestione venne assegnata al CRAL Montecatini. Dal 1930 si susseguirono, nella direzione, i maestri Luigi Giacomini, Giacomo Ducci, Attilio Preti, Carlo Marini, Mottolesi e Filidauro Tessitori. Furono presidenti i signori: Ettore Magnani, Leopoldo Bertozzi ed Eliseo Evangelisti. I Maestri Elia Racchini, Luigi Minghetti e Rodolfo Trinchera Il maestro Elia Racchini, di origine pesarese, venne ad abitare a Perticara non per ragioni di lavoro o per scopi commerciali, ma perché confinato dal partito fascista per motivi politici. Diresse la Banda Musicale Minatori di Perticara dal 1938 circa al 1940. Era sposato con una contessa che a Perticara non fu mai vista e risiedeva a Ca’ de Masi, in un appartamento della Società Montecatini. Durante il secondo conflitto mondiale, la Banda Musicale Minatori di Perticara continuò la propria attività sotto la direzione del Maestro Luigi Minghetti che, nell’anno 1940, era succeduto al maestro Elia Racchini. Sotto la sua severa e capace direzione musicale, il corpo bandistico di Perticara acquistò prestigio e riconoscimenti: era allora presidente il Cav. Agostino Poggioli. Nel 1950 fu sostituito dal maestro Rodolfo Trinchera. La Banda Musicale di Perticara conquistò il premio, allora più ambito, vincendo il concorso “1° Convegno Regionale per Bande Musicali Marchigiane”, tenutosi a Civitanova Marche nell’anno 1957. Anno 1964 - Chiusura Della Miniera, “Disgregazione” E Rinnascita Della Banda Era il 14 aprile dell’anno 1964. In quel triste giorno, sul cantiere “Certino”, cessava ogni attività. La miniera, che aveva elargito benessere ai minatori, chiudeva definitivamente i suoi ingressi. Iniziarono i trasferimenti negli stabilimenti della Società Montecatini, ubicati in varie città d’Italia, mentre una parte consistente di operai veniva pensionata. In questa crisi fu coinvolta anche la gloriosa Banda Musicale di Perticara il cui organico era formato, in gran parte, da quei minatori che erano stati trasferiti con le rispettive famiglie: il numero dei componenti si era più che dimezzato e non si poteva più fare affidamento sui cospicui finanziamenti che la Società Montecatini elargiva. Tutto appariva irrimediabilmente perduto… In quel periodo era nata l’Associazione Pro Loco, fortemente voluta dal parroco Don Pietro Cappella, che si attivò per non perdere questa tradizione tanto cara al Paese. Il presidente, rag. Carlo Bertozzi, riunì i pochi musicisti rimasti che, all’unanimità, decisero di continuare nominando maestro della Banda il signor Giovanni Evangelisti. Iniziava così il nuovo cammino: nei cuori tanta speranza! Per rimpiazzare i musicisti che erano stati trasferiti, era necessario preparare musicalmente nuovi giovani. Su interessamento del maestro Gino Ghilardi, futuro Sindaco del Comune di Novafeltria, fu concesso a Perticara il primo Corso di Orientamento Musicale: la cattedra venne assegnata al M°. Giovanni Evangelisti. Perticara ha un grande debito di riconoscenza verso questa persona che, con la sua buona volontà, seppe attirare numerosissimi giovani, trasmettendo ad essi la passione per la nobile arte della musica. I corsi continuarono: la Banda Musicale crebbe in tutti i sensi e gli allievi più dotati continuarono gli studi presso i vari conservatori di Pesaro e Rimini. Questo fu il periodo aureo per gli studi musicali che, nel corso degli anni, diede i suoi frutti. Conseguirono il diploma, divenendo professori di musica i signori: Ermes Santolini, Roberto De Carli, Enrico Brunelli, Lorenzo Brunelli, Fulvio Bevitori, Maura Angelini, Monica Simoncini, Roberta Rinaldi , Gianluca Carigi, Augusto Nanni e Simona Agostini. Il primo grande sussulto di orgoglio, la Banda Musicale Pro Loco di Perticara lo diede nell’anno 1967 quando si aggiudicò il prestigioso concorso “La tromba d’oro”. Gli anni settanta: si cambia Maestro, si cambia divisa. Nel mese di ottobre del 1970 morì il maestro Giovanni Evangelisti e, alla direzione della Banda Musicale Minatori di Perticara, subentrò il maestro Dante Barbieri . Il 29 giugno 1975, amorevolmente diretti dal loro maestro e sostenuti dal presidente Livio Belloni (Baffo), in occasione del Raduno dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Pesaro, debuttò una schiera di giovanissimi, con un’età compresa fra i 12 e i 14 anni. Nell’occasione, fu indossata la nuova e fiammante divisa. Durante i festeggiamenti del “Ferragosto” 1976, in mezzo ai musicisti, sfilò impettita, nella sua sgargiante divisa, una ragazzina armata di clarino. Levò in alto la voce del suo strumento, unendola agli altri, in un festoso e pirotecnico gioco di voci. Si chiama Annalisa Bettini ed è nata a Limbiate nel 1962 da genitori perticaresi . I Maestri Matteo Amadei e Roberto Rinaldi Nel 1983 ci lasciava il maestro Dante Barbieri. Gli subentrava Matteo Amadei, per gli amici “Pitin”, figlio di una famiglia di musicisti, reduce dalle miniere del Belgio, sindacalista. Matteo ristrutturò la banda non solo da un punto di vista musicale, ma anche istituzionale ed amministrativo. La Banda Musicale Minatori di Perticara divenne un’associazione legalmente riconosciuta, con un proprio statuto. Questo merito deve essere parimenti riconosciuto all’amico Giancarlo Greppi che ha saputo supportare il maestro nell’attività amministrativa ed eco- nomica con modestia ed onestà. La scomparsa improvvisa di Matteo Amadei, uno dei maestri più amati, gettò nello sconforto tutti i musicisti. Lasciò un vuoto che sembrava incolmabile. Si decise di continuare ed il timone fu preso da Roberto Rinaldi che, fra tutti, era ritenuto il più capace. Roberto Rinaldi, classe 1968, con i suoi venticinque anni è stato il più giovane maestro a dirigere il corpo bandistico di Perticara. Consegnò il testimone ad Ermes Santolini, agli inizi del 1994. Anno 1997, Città Del Vaticano, udienza dal Papa Giovanni Paolo II. Uno dei momenti più importanti e prestigiosi della storia della Banda Musicale Minatori di Perticara è stato il concerto effettuato nella Città del Vaticano, durante l’udienza dal Papa Giovanni Paolo II, in occasione del pellegrinaggio della Diocesi San Marino – Montefeltro, organizzato nel mese di aprile del 1997. Un aneddoto. Al termine dell’udienza, mentre la sala Nervi si andava vuotando, il vescovo Rabitti rimase gelato dal cenno “imperioso” che il Santo Padre fece perché gli si accostasse. Mentre saliva i gradini che lo portavano al cospetto della massima Autorità della Chiesa Cattolica, meditava: “Certamente mi segnalerà una qualche manchevolezza, speriamo involontaria, nel rispetto del cerimoniale….”. Quando fu a tu per tu, il Papa si alzò e gli chiese: “Eminenza, quella bellissima canzone, che ha intonato la Banda Musicale Minatori di Perticara, com’è intitolata ? ” Rispose il Vescovo: “Ma… Santità… è Romagna Mia !”. Mentre il Vescovo Rabitti baciava l’anello per accomiatarsi, il Papa, ancora: “Riferisca al maestro che mi piace tantissimo !”. La storia recente: il Maestro Ermes Santolini Dal 1994 il maestro Ermes Santolini guida le sorti musicali del suo Paese. Perticarese doc, porta nelle vene il sangue del papà minatore. Ebbe una prima impostazione musicale a 10 anni dall’allora direttore della Banda Musicale di Perticara, maestro Giovanni Evangelisti, per poi iscriversi al liceo musicale “G. Lettimi” di Rimini, sotto la guida del maestro Orio Lucchi. Si diplomò brillantemente in tromba nel 1975 presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, come allievo del maestro Giancarlo Schiaffini con il quale seguì anche un corso di jazz e di perfezionamento. Già, giovane allievo, si distingueva per avere conseguito una borsa di studio dalla “Morthon School” dell’Illinois (USA) e per essere stato scelto tra i tre allievi inviati al Conservatorio di Saint Maur de Fossè (Parigi) a rappresentare l’Istituto “Lettimi” in uno scambio culturale. Oltre ad essere fedele custode delle tradizioni musicali della Banda Minatori di Perticara, ha saputo innestare una ventata di novità sia nel repertorio, che nella strumentazione, potenziando l’organico con musicisti giovanissimi coinvolgendoli in questa nobile arte e aiutandoli nel difficile percorso della maturità che si acquisisce attraverso la consapevolezza delle proprie capacità e nel socializzare non solo con i coetanei, ma con persone di diverse generazioni. Auguri a tutto il Corpo Bandistico ed al Direttivo. Manlio Flenghi 14 VINCELAGENUINITA’ La Dolcevita, il gelato di qualità, vi aspetta nella nuova location in via Casale 336 a Villa Verucchio, innagurata il 9 maggio scorso. Alberto Vitaro e il suo staff vi aspettano, dove poter degustare il gelato prodotto seguendo “la tradizione della gelateria italiana”. Latte e panna di alta qualità, uova pastorizzate delle migliori aziende, che si uniscono alle migliori materie prime: yogurt intero fresco, ricotta di pecora fresca, gianduja piemontese, nocciole I.G.P. (varietà tonda gentile delle Langhe), Pistacchio di Bronte Puro 100%, Cacao Selecao e cioccolata Varlona, Pinolo pisano, mandorla della Val di Noto in Sicilia, Vaniglia Bourbon del Madagascar, liquirizia che arriva da Rossano Calabro purissima Amarelli ed infine trova spazio anche l’amore per l’espresso italiano che viene trasformato in gelato al Caffè. Inoltre nel periodo estivo patete degustare granite tipiche “Siciliane” con il 70% di frutta. Possono trovare attimi di golosità anche le persone diabetiche, ciliache, persone super sportive alla ricerca di fibre. Per quanto riguarda il gelato alla frutta, la frutta viene reperita nelle primissime vicinanze, cioè a Km zero., quasi stagionalmente. Il nostro gelato viene prodotto giornalemtne senza grassi vegetali, ma soprattutto grassi idrogenati, senza coloranti e addititvi. PERCHÈPOCHISANNOCHEICOLORANTI POSSONOINFLUIRENEGATIVAMENTE SULL’ATTIVITÀEL’ATTENZIONEDEI BAMBINI. TENIAMO ALLA VOSTRA SALUTE IL GELATO MADE IN ITALY Potete degustare oltre al gelato, torte gelato, semifreddi per ogni ricorrenza o festività. Dal 1°ottobre ...siamo lieti di deliziare il vostro palato con la produzione di CREPES PREPARATI CON INGREDIENTI RIGOROSAMENTE DA PRODUZIONE BIOLOGICA (farina, uova, latte, marmellate, cioccolata). Arriva anche il Premio Pascoli per la poesia della nostra valle Il poeta Luca Cesari vince il Pascoli subito dopo il Luzi. Qualche mese fa il riconoscimento del suo libro al Premio internazionale Mario Luzi, consegnato a Roma, ora il conferimento del Premio Pascoli, che ha vinto nella sezione poesia edita in lingua. Luca Cesari, attento studioso e preparatissimo professore di estetica a Urbino, è tornato alla poesia dopo un ventennio di silenzio e la sua raccolta, Quando posa in terra il piede di Rachele (2009), ha subito conquistato il favore della critica nazionale, vincendo il Premio Giovanni Pascoli e finendo nella rosa dei quattro finalisti al Premio internazionale di poesia Mario Luzi. Un traguardo eccezionale, dovuto ai suoi grandi meriti, considerato che non ha nessun editore alle spalle. All’autore, originario della Vallata del Marecchia, a cui è profondamente legato, abbiamo chiesto di parlarci del nuovo, inatteso, prestigioso evento e del suo lavoro apprezzato compositivo. Pochi mesi fa l’inclusione nella Rosa dei Finalisti del Premio internazionale Luzi, ora il conferimento del Premio Pascoli 2010 per la raccolta edita in lingua: come ci si sente a ricevere riconoscimenti così prestigiosi? Come non esserne intimamente, profondamente, appagati? Nel contempo li accolgo con molta timidezza. Non so se la timidezza è un’alleata per me, di sicuro una compagna di vita. Se questa raccolta pubblicata clandestinamente (e per ora mai entrata in libreria) ha avuto un successo, vuol dire che la ricerca silenziosa che conduco ha incontrato lettori secondo i quali essa presenta certe qualità. E tra i primissimi, al di là dei giurati dei due premi e di Gillo Dorfles che ne ha parlato in modo molto lusinghiero su un prestigioso quotidiano, desidero ricordare Tiziana Mattioli e Giorgio Cerboni Baiardi. Lei ha pubblicato i suoi componimenti in un Quaderno di Università aperta, dunque senza un editore che goda di una distribuzione nazionale. Merito ancora maggiore … Come sente di commentare questo fatto? La collana entro cui è apparso il libro, a cura di Vilma Baldinini, è un piccolo organo nato a corona delle attività dell’Università aperta che ha sede a Novafeltria. Ho scritto le poesie raccolte in Quando posa in terra il piede di Rachele, nei quattro-cinque mesi successivi alla morte di mia madre, Rachele Mazzoni, appunto, che è stata scrittrice (è uscito in questi giorni un suo diario interiore e religioso dal titolo Ho incontrato Lourdes) e alla quale avevamo deciso di dedicare un quaderno (Sul sentiero battuto, 2009) con suoi componimenti in prosa e poesia. Una volta, mia madre, molti anni addietro, ai tempi delle mie prime soddisfazioni pubbliche, mi disse: sarebbe bello, una volta, io e te, pubblicare fianco a fianco, una cosa tua e una mia. Ho desiderato tornare alla poesia dopo un lungo silenzio (che è stato solo pubblico, non privato) ripartendo da zero, insieme a lei. E mi ha portato fortuna. Il suo essere poeta è un aspetto della sua personalità d’intellettuale che è rimasto in ombra rispetto alla sua attività di saggista e studioso di estetica. Perché? Confesso che, dopo il 1992, dopo aver fatto alcuni passi buoni come poeta (dal “verri” all’“Anno di Poesia” di Jaca Book) mi sono fermato e con grande sorpresa di chi mi conosceva, per alcune circostanze esteriori. Mi sono buttato negli studi, ho fatto, credo, in questo campo, qualcosa di buono o che mi è stato riconosciuto come tale. E dentro di me pensavo ormai che non avrei più pubblicato poesie; o forse che avrei finito col pubblicare, avanti negli anni, un libro a margine delle pubblicazioni di carattere studioso. Ma non mi sono mai fermato. Il fiume sulle cui sponde vivo, ha continuato a parlarmi in ogni stagione in tutti questi anni. Ad un certo punto, accenno nel libro al ‘fastello delle carte’. Si tratta di un fastello molto reale che, appena possibile, vedrà la luce. Vuol dire che si sta preparando a dare un carattere più sistematico alla sua attività compositiva di poeta? Sta scrivendo? Ho appena dato una poesia all’amico Piero Sanavio per un quaderno americano dedicato a Ezra Pound, e un’altra ancora per un quaderno dedicato a San Giovanni Battista che si pubblicherà a margine della mostra cesenate La croce, la testa il piatto. Certo, questo nuovo, improvviso, corso torrentizio dato dai fatti recenti alla mia attività, mi ha fatto risentire la gioia e la libertà assoluta della parola poetica. Ed insieme della sua necessità – come diceva Rilke. Non la sentivo da tanto. Ho molta carne sul fuoco come studioso, due libri da consegnare … Liberatomi da questi impegni, credo che tornerò con una nuova raccolta in cui presente e passato, ancora una volta, si incontreranno. Dalle sue prime poesie apparse sul “verri” nel 1982, sono trascorsi molti anni, si sente cambiato da allora? I miei inizi sono stati troppo precoci e precipitosi. A venti anni, avanguardeggiavo sotto l’ala di Anceschi all’Università di Bologna. Ho avuto bisogno di molti ritorni in me stesso. L’ultimo e il più proficuo è stato dopo la morte di mia madre. Lo stimolo a pubblicare ancora è venuto, appunto, da questa grande perdita umana, non solo per lei ma per molti a giudicare dalla vicenda, anche pubblica, di sua madre … Ho avuto nella vita due grandi maestri: il primo è mia madre, a lei debbo il nutrimento ricevuto, infine lo sprone a parlare, ad aver fiducia nelle mie capacità. Il secondo è Anceschi, teorico maieuta di tutta la poesia italiana dagli anni trenta sino a quella di fine secolo che, per quanto mi riguarda, ha una data d’inizio: L’ultimo aprile bianco di Conte. Rita Giannini 15 Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa che cosa lascia, ma sa che cosa trova? Le aspettative dei giovani della Valmarecchia sul passaggio dei Sette Comuni in Provincia di Rimini. Un noto proverbio dice che “Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa che cosa lascia ma non sa che cosa trova.” Questa indubbia verità costituisce il punto di partenza per riflettere sul recente passaggio dei Sette Comuni della Valmarecchia in Emilia Romagna. Come tutti i cambiamenti, è necessario infatti aspettarsi sia vantaggi che svantaggi spesso difficili da identificare a priori. Essendo il passaggio un evento piuttosto recente, effettuare una valutazione complessiva e’ ancora difficile e forse prematuro: pare che le somme possano essere tratte solo in un arco di tempo maggiore e quindi per il momento ci si limita ad analizzare sensazioni ed aspettative. La campagna di informazione che ha preceduto il voto ha sviscerato solo parte dei dubbi su possibili benefici e non, ma è stata sicuramente cruciale nel portare, quest’anno, alla democratica decisione di abbandonare definitivamente la sigla PU ed entrare ufficialmente a far parte della Romagna. Tuttavia, sondando il terreno si registra ancora una certa incertezza fra la popolazione e il desiderio di rimandare la valutazione definitiva a data da destinarsi, quando sarà possibile soppesare, dati alla mano, pro e contro del cambiamento. Esclusi i più aggiornati, che seguono con fervore ed attenzione ogni passo di questa avventura, la maggior parte dei giovani sembra ancora un po’ confusa ma decisamente carica di grandi aspettative verso la nuova appartenenza. Ciò che traspare è un diffuso ottimismo e una certa fiducia che il passaggio alla Provincia di Rimini possa essere stata una decisione vantaggiosa per ambo le parti. La ragione principale che forse ha giustificato una così grande maggioranza della popolazione a sostegno del passaggio in Emilia Romagna sembra infatti da ricer- 16 care nel fortissimo legame che anche i più giovani sentono con la città di Rimini piuttosto che con Pesaro o le Marche stesse. Ora, infatti, non saranno più solo il prefisso telefonico o il dialetto, la piadina cucinata in casa dalla nonna o l’orchestra Romagnola che suona alla festa del paese a rendere i Sette Comuni un’appendice collinare del Riminese, ma a pieno titolo si dovrà e potrà fare riferimento alla città di Fellini per ogni evenienza. E in questa ottica, il passaggio alla nuova provincia sembra un atto dovuto e naturale. Come è stato giustamente sottolineato, infatti, “non per niente il fiume Marecchia sfocia a Rimini” e di fatto siamo sempre stati portati a rivolgere a valle la nostra attenzione. Inoltre, molti riconoscono anche a livello territoriale un forte legame con la nuova regione ed il ricongiungimento assume quindi un connotato di ovvia necessità per il ritorno a quelle origini che giustificano le tradizioni ed il folklore della Valmarecchia. Oltre al sentimento di appartenenza che sembra quindi essere la ragione primaria a sostegno delle tante inclinazioni positive verso il passaggio in Romagna, molte sono anche le motivazioni prettamente pratiche che sembrano preannunciare numerosi vantaggi. In primis, sicuramente, il beneficio legato a tutti quei servizi che d’ora in poi verranno erogati direttamente dalla provincia di Rimini, permettendoci di evitare macchina ed autostrada prima necessari per raggiungere Pesaro. Un’altra interessante considerazione deve essere fatta per tutti coloro, in gran parte giovani e giovanissimi, che sono stati costretti a spostarsi a Rimini per ragioni di studio, sport o lavoro e che sono stati fino ad oggi penalizzati per usufruire di un servizio in Emilia Romagna essendo invece residenti nelle Marche. Qua- lunque eventuale riconoscimento o beneficio avente come requisito fondamentale la residenza e l’utilizzo del servizio nella stessa regione, veniva infatti spesso precluso. Da ora in poi, invece, saremo papabili candidati Romagnoli al 100%. Sembra probabile che sempre più ragazzi continueranno a studiare, lavorare o praticare sport a Rimini o dintorni, quindi massimo dovrebbe essere il beneficio per i cittadini della vallata. La stessa riflessione vale per quei lavoratori, liberi professionisti e non, che non saranno più costretti a scegliere se iscriversi ad un albo o una graduatoria in una regione piuttosto che l’atra, rischiando quindi di essere rimbalzati a chilometri e chilometri di distanza, ma potranno contare su una situazione più favorevole e coerente con le loro necessità. Rimanendo sempre sul tema del lavoro, di questi tempi importante e centralissimo, pare che il passaggio in Provincia di Rimini renda i giovani della vallata particolarmente speranzosi. Essi identificano infatti nella Riviera Romagnola una grande opportunità, avendo molte aspettative soprattutto in termini di offerte lavorative o nuove prospettive. Sicuramente la provincia di Rimini e l’Emilia Romagna insieme sembrano avere un potenziale maggiore rispetto al Pesarese, o se non ce l’hanno in termini di numeri, hanno una visibilità e un’attrattiva che fa ben sperare. Non che le porte di Rimini ci fossero precluse in passato, ma sicuramente si può ora confidare in una maggiore collaborazione fra enti della riviera e dell’entroterra. Molto diffusa è anche la speranza che la nuova provincia valorizzi l’inestimabile patrimonio che ha appena ereditato annettendo i Sette Comuni della Valmarecchia al suo territorio. Questi comuni, infatti, sono ricchi di importantissime risorse a livello paesaggistico e territoriale, storico ed architettonico, culturale e, perché no, culinario: basti nominare il nostro rinomato formaggio di fossa o il tartufo, principe di una delle più famose sagre locali. Numerosi sono i borghi medievali ed i castelli, le chiese ed i giardini, i percorsi alla scoperta della natura e della tradizione. Ci si augura non solo che la nuova provincia non abbandoni i nuovi annessi o ne sfrutti in maniera inappropriata il territorio, ma che lo valorizzi e investa per la sua tutela. Rimini può ora completare l’offerta di un turismo principalmente rivolto agli amanti del mare e della vita nottur- Specialità della casa Pasta fatta in casa Spaghetti alla chitarra con sugo d’agnello Rosticini - Castrato Salsiccia (tutto abruzzese) alla griglia Pizza con impasto al farro senza lievito na, con un turismo legato alla scoperta del territorio nel suo entroterra, ora di gran moda. Questa occasione significherebbe più visibilità per i nostri Comuni, attenzione da parte delle istituzioni e sempre maggiori possibilità in termini lavorativi. Come qualcuno fa notare, però, sarebbe riduttivo ed anche un po’ utopistico illuderci che vi siano soltanto vantaggi nell’abbracciare una nuova regione. Il passaggio amministrativo da Pesaro a Rimini prevede tempi lunghi e altrettanto tempo sarà necessario per acquisire competenza e efficienza una volta terminato questo processo. Inoltre, a livello burocratico, politico ed amministrativo sono ancora tante le questioni spinose rimaste in sospeso, come per esempio l’apparente abbandono o depotenziamento dell’ospedale di Novafeltria, peraltro già avviato dalle Marche, o la possibilità che Rimini dislochi nel nostro territorio tutte quelle strutture scomode che non possono essere sopportate in città. Il consiglio per i cittadini della Valle è quello di mantenere gli occhi ben aperti per garantire che su questo piano si possano ottenere i massimi benefici dalla nuova Provincia e limitare le penalizzazioni. Ci troviamo ancora in una fase di assestamento piuttosto delicata che è però quella in cui le sorti dei Sette Comuni verranno definite. È quindi questo il momento buono per sollecitare la nuova amministrazione e sottolineare quali siano i bisogni primari o i desideri della popolazione. In conclusione, per fare in modo che Rimini riconosca alla Valmarecchia il valore che merita ed evitare che le grandi aspettative ora nutrite vengano deluse, è fondamentale un atteggiamento pro-attivo da parte della popolazione e dei giovani in primo luogo. L’azione compatta dei cittadini ha reso possibile il passaggio in Emilia Romagna, ora un’azione altrettanto importante deve fare in modo che le speranze dei giovani non rimangano tali ma possano trasformarsi in realtà, portando massimi benedici ai Sette Comuni nell’interesse di questo bellissimo territorio e della provincia tutta. Ugolini Lucia • PIZZERIA • PRIMI PIATTI • CROSTINI Villa Verucchio Via Banfi, 3 Tel. 0541 671169 17 Chiuso il lunedì Sanità in Valmarecchia ad un anno dall’integrazione Il processo di integrazione della SANITÀ del nostro territorio in Emilia - Romagna è risultato più complesso di quello che si pensava per tre motivi che sostanzialmente si possono riassumere: •la mancata collaborazione tra Istituzioni con la regione Marche e la provincia di Pesaro arroccate su posizioni critiche,inmolticasidiostruzioneeinaltridiapertaostilità,comenellavicendadeibeniindisponibilidelDistretto Sanitario (ospedale, centro anziani e uffici) ancora oggi “sottosequestro”enonconsegnati; • un divario importante tra il tipo di organizzazione dell’ AziendaSanitariadiRiminieleabitudiniconsolidatedel sistema sanitario delle Marche che da noi - per i motivi chetutticonoscono-avevaanchelibereinterpretazionie soluzioniadpersonam; •moltedifficoltàpergliaddettiailavoriacomprendere,e inalcunicasiadaccettare,regoleanchepiùrigide,tipiche dellestrutturechesonoparticolarmenteefficientieavanzate,comeilsistemasanitariodellaregioneEmilia–Romagna,unanimamentericonosciutotraimiglioriinEuropa. Ciò nonostante sono stati fatti passi importantissimi per mettere il nostro territorio e l’ ospedale “Sacra Famiglia” di Novafeltria al passo con la sanità del resto della provincia e anche in questo caso, per far meglio comprendere il grande lavoro svolto, enunciamo una specie di decalogo delle cose fatte riconoscendo all’Azienda Sanitaria di Rimini grande professionalità e impegno. Questo anche in prospettiva futura. •Oggi dal Punto di Primo Intervento di Novafeltria si va diretti a Rimini o negli altri Ospedali dell’Emilia-Romagna sia per visite specialistiche che per ricoveri in reparti di alta specializzazione (tipo rianimazione) senza più dover elemosinare la presa in carico dei nostri pazienti. • Le ambulanze sono informatizzate,collegate in rete e con la possibilità di inviare l’ECG (elettrocardiogramma) direttamente per via telematica alla cardiologia di Rimini e di conferire così direttamente al reparto di emodinamica. • Dal 01 settembre 2010 il sistema dell’Emergenza Urgenza è passato all’Area Vasta Romagna lasciando definitivamente le Marche e il nostro territorio sarà anche coperto dal servizio di soccorso elicotteri di Ravenna che in circa 15 minuti possono arrivare nei nostri comuni. •Quando si verificano mancanze improvvise di personale, sia nel servizio di emergenza che negli ambulatori specialistici, mentre prima si restava scoperti, ora il personale viene subito rimpiazzato dalle altre unità operative e dagli altri servizi. •Sono già stati attivati ambulatori specialistici che mai erano stati presenti sul nostro territorio : reumatologia, ematologia, dermatologia chirurgica, nefrologia. •Dal 15 settembre 2010 inizierà l’attività specialistica di chirurgia della mano e auspichiamo anche l’attivazione della chirurgia vascolare venosa. 18 •Nelle Case di Riposo di Novafeltria e di Sant’Agata Feltria c’è oggi un infermiere professionale per 38 ore settimanali, mentre prima, specie per terapie iniettive in orario serale si doveva spesso ricorrere al solo volontariato. •Per i presidi legati alla non autosufficienza il medico di medicina generale formula la richiesta e un terapista della riabilitazione appositamente formato va al domicilio a fare il sopralluogo e vengono portati a casa i presidi di cui si ha necessità. •Si è provveduto alla informatizzazione di tutti gli studi dei Medici di Famiglia sul territorio e degli Ospedali con un unico sistema regionale (Sole) e ora tutti i referti di visite specialistiche e indagini diagnostiche sono in rete e quindi arrivano nel computer del medico on - line e in tempo reale, un fatto di straordinaria importanza. •Attraverso il CUP (centro unico di prenotazione) si accede a tutte le prestazioni: poi uno decide se andare a Rimini, Riccione, Cattolica, Santarcangelo o Novafeltria e quindi si è ampliata per l’assistito la scelta sia dei luoghi che dei tempi del servizio. •La Farmacia dell’Ospedale è aperta tutti i giorni della settimana con la presenza del farmacista (prima il farmacista era presente non più di un giorno a settimana) e in questo modo i pazienti possono decidere se andare a prendere le medicine in questa struttura (contribuendo a ridurre la nostra spesa farmaceutica) o continuare a usufruire delle farmacie territoriali, come legittimo loro diritto. • Il Fondo Sanitario Regionale dell’Emilia-Romagna legato alla non autosufficienza è del 30-40% superiore a quello delle Marche che erogava nel nostro distretto un assegno di cura fisso di 200 euro per 15 - 20 assistiti in tutto. Con i nuovi fondi si riuscirà ad erogare un assegno di cura (peraltro modulato e qualcuno arriverà a percepire fino a 600 euro) a circa 80-90 anziani e alle loro famiglie; poi c’è il fondo per i disabili e quello per i gracer, cioè per coloro che sono affetti da gravi patologie acquisite. Certo ancora molto lavoro c’è da fare ma se ci sarà la volontà degli addetti al settore ad operare al meglio delle loro possibilità e la collaborazione dei cittadini ad usare al meglio i servizi e le strutture che hanno a disposizione oltre che segnalare le disfunzioni e le carenze,in tempi ravvicinati avremo i grandi vantaggi di un servizio sanitario all’avanguardia e un ospedale efficiente, obiettivo primario del movimento referendario. Stefano Zanchini Coordinatore Gruppo Sanità Comitato “UnaValmarecchia” Ferramenta Montefeltro Specializzati nella vendita di stufe vi invitiamo a visitare la più grande mostra della Valmarecchia con più di 90 esemplari delle migliori marche. Possiamo vantare un ampia gamma di termostufe a legna o pellet, camini e barbeque. Si accende l’autunno vieni a scoprire le offerte 2010-2011 Chiedi il tuo preventivo e sopraluogo gratuito, Il nostro personale specializzato vi accompagnerà nella scelta e nell’istallazione della vostra stufa. - POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTO Via Xxiv Maggio, 6 - 61015, Novafeltria RN - 0541 920126 www.ferramentamontefeltro.it - [email protected] 19 19 Poliambulatorio Specialistico Diagnostico Fisio Kinetica Poliambulatorio DOMuS MEDICA è nato al fine di recepire tutti i requisiti strutturali e organizzativi della normativa vigente della Regione Emilia Romagna avvalendosi della collaborazione della FISIOKINETICA, marchio altamente specializzato nella fisioterapia e riabilitazione a cui ha affidato questo specifico settore. TECARTERAPIA Via il dolore in tempi da record Oggi la Tecarterapia è riconosciuta come uno dei trattamenti di maggiore rapidità ed efficacia nella cura di molte patologie articolari, osteoarticolari e muscolari, sia acute che croniche. Si tratta di una tecnologia avanzata, scientificamente sperimentata che agisce sui tessuti biologici profondi in modo naturale e non invasivo, attivando dall’interno i processi riparativi e antinfiammatori.Messa a punto nel mondo dello sport al fine di accelerarei tempi di ripresa si è rapidamente estesa a varie branchedella medicina e utilizzata da moltissime persone che,senza essere degli atleti presentano traumi e patologie soprattutto muscolo-osteo-articolari sia acute che croniche. Grazie alla potenza e alla velocità della Tecarterapia ilsollievo dal dolore sarà immediato e i tempi di guarigione decisamente ridotti. 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Stefano Zanchini, Spec. in Medicina delloSport che si occupa delle visite di idoneità sportiva e quindi controlla e certifica l’idoneità dell’atleta a cimentarsi nella disciplina che desidera; • Dott. Roberto Barbagli, fitoterapeuta, master in nutrizione e dietetica e Dr. Filippo Barbagli laureato in tecniche erboristiche e in scienza della nutrizione cui spetta il compito di curare l’aspetto nutrizionale aiutando l’atleta ad ottimizzare il corretto rapporto alimentare e a raggiungere e mantenere il peso ideale. Attraverso la valutazione della composizione corporea mediante esame impedenziometrico tricompartimentale si determineranno massa grassa, massa tissutale attiva, massa extra-cellulare parametri fondamentali per una corretta programmazione dell’allenamento e per verificare eventuali stati di super allenamento. Si valuteranno inoltre i progressi del lavoro svolto, lo stato fisico, il metabolismo basale e il dispendio energetico. • Dr. Tomaso Mazzoli laureato in Scienze Motorie, Preparatore Atletico, che si occupa delle Valutazioni Funzionali dello sportivo mediante test ergonomici al fine di “fotografare” la condizione atletica e programmare-monitorare periodicamente l’allenamento. A tal fine si eseguono tutta una serie di test che variano aseconda della disciplina sportiva, al fine di personalizzarel’a llenamento mirato a migliorare le performance atletiche o anche solo per il raggiungimento di una soddisfacente condizione fisica o per il recupero post infortunio. • Completano lo staff una serie di Specialisti Ortopedici, Fisiatri e una equipe di Terapisti della Riabilitazione che con estrema professionalità e competenza, sfruttando anche strumenti e trattamenti innovativi, si prendono in carico l’atleta infortunato o operato e lo seguono fino al completo recupero. Diagnostica specialistica Ecografie internistiche e muscoloscheletriche Ecografie ginecologiche, morfologiche, colposcopie Egg, Egg-Holter 24 ore, Holter pressorio 24 ore, ecocardiogramma, Egg test da sforzo Ecocolor-doppler arterioso e venoso Ecografie prostatiche Esame audiometrico e vestibolare Dermatoscopia Visita oculistica completa Es. baropodometrico Polisonnografia per apnee del sonno Test allergologici Programmi dietetici Test intolleranze alimentari Esame impedenziometrico tricompartimentale Terapia del dolore Masoterapia Infiltrazioni Agopuntura Ozonoterapia Fisioterapia e riabilitazione Massaggio terapeutico e sportivo Riabilitazione ortopedica e dello sport Rieducazione posturale Osteopatia Fisioterapia strumentale Ionoforesi ultrasuoni Tecarterapia Magnetoterapia Laserterapia - CO2 Paraffinoterapia Infrarossi Tens ed elettroanalgesia Elettrostimolazioni Medicina estetica Sclerosanti Trattamenti anticellulite Impianto di collagene Rivitalizzazione piling e filter del viso Aumento volumetrico delle labbra Linfodrenaggio Torriana al naturale Talamello - Giardino Roccioso Località Borniano Tel. 0541 921231 - Email: [email protected] Torriana e Montebello sono circondati dal verde e per questo è stata realizzata dalla locale Comunità Montana una vera e propria rete sentieristica ben strutturata e segnalata adatta al trekking, alla mountain bike e al cavallo. Si percorre tutto il territorio collegandosi alla vicina Verucchio e alla parte medio alta della Valmarecchia. I sentieri si presentano interessanti non solo per gli aspetti naturalistici ma anche per quelli storici, toccando edifici di notevole valore; una passeggiata classica è quella che conduce al Santuario della Madonna di Saiano. É disponibile in loco una dettagliata cartina dei sentieri da richiedere alla Comunità Montana. Un discorso a parte merita l’Osservatorio Naturalistico e l’Oasi Faunistica di Torriana e Montebello. Nata nel 1993 per la tutela e l’osservazione di una parte del territorio “ad alto grado di naturalità”, dove vivono un gran numero di specie selvatiche di mammiferi, rettili, uccelli e vegetali quali querceti, orchidee, vegetazione di stagno etc..., l’Osservatorio Naturalistico è un centro che nasce con finalità didattiche e scientifiche, all’interno del quale si svolgono attività di ricerca ambientale e sono esposti diversi materiali d’approfondimento di alcune tematiche naturalistiche. Al suo interno si può ammirare la ricostruzione del fiume Marecchia, dalle sorgenti alla sua foce, con la riproduzione della flora e della fauna corrispondente. L’Osservatorio è situato ai piedi di Montebello, in Via Scanzano. Il ristorante e aperitive bar Tanha è da sempre un punto di ritrovo per i giovani della Valmarecchia e provincia di Rimini. Orario estivo: 15 giugno - 15 settembre sabato, domenica e festivi 10,30 - 13,00 / 14,00 - 19,00 Orario invernale: 15 settembre - 15 giugno martedì e giovedì 9,00 - 13,00 / 14,00 -17,00 sabato 9,00 - 13,00 domenica e festivi 14,30 - 18,30 Ingresso a pagamento Per informazioni Tel. e Fax 0541 675629, Cell. 340 0576207 e-mail: [email protected] www.atlantide.net/osservatoriovalmarecchia Per questo al Tanha vengono spesso organizzate nel dopocena serate di intrattenimento con giochi, animazione, karaoke, spettacoli e musica dal vivo. Il ristorantino, aperto anche a mezzogiorno, offre per il pranzo soluzioni veloci a chi vuole gustare uno spuntino che non sia il solito panino. La cucina offre primi piatti con pasta e sughi freschi fatti in casa, una ricca gamma di antipasti e carni delle migliori qualità (marchigiana): tagliate di manzo, fiorentine e carne alla brace. Non mancano i sapori tipici della Valmarecchia: formaggio di fossa, funghi porcini e tartufo. Spettacolare d’estate quando è possibile cenare o pranzare all’aperto con la splendida vista sul lago artificiale adiacente e sull’intera vallata. Nella stagione estiva è possibile praticare sessioni di pesca sportiva. Giorno di chiusura: lunedì 21 “Madame ha gradito?” “E lei monsieur?” Tutto era cominciato tre ore prima: autostrada Serenissima, ore 12:45; 36 gradi la temperatura dell’aria, 75 quella dell’asfalto. La moto é un forno. Veniamo dal fresco dell’alta Val Brembana e decidiamo di abbandonare quell’inferno di asfalto colante e di chiedere a Katiusha (il nostro ormai famoso navigatore satellitare) di indicarci la via per Modena evitando l’autostrada. L’idea é poi quella di fermarci in una trattoria tipica, magari sotto il fresco di un pergolato, strada facendo. Katiusha smette il muso che sempre la caratterizza quando la Viscontessa viaggia con me; c’é antipatia fra le due, forse anche un pizzico di gelosia, fatto è che quando la Viscontessa ci accompagna Katiusha fa i dispetti: consiglia di fare inversione ad “U” in piena autostrada, indica di girare a destra per un improbabile sentiero sterrato quando la via giusta é chiaramente quella asfaltata sulla sinistra, e quando si accorge che non le diamo ascolto (sfido) mette un muso lungo così, comunica stizzita che la ricezione del satellite é interrotta e si chiude in un fragoroso mutismo. Katiusha, dopo averci chiesto di tacere e non seccarla perché sta calcolando, ci indica la strada. Rinfrancati dal suo apparente buon umore ci azzardiamo a chiederle di indicarci anche un ristorante in zona e la maligna ci consiglia qualcosa di veramente adatto a quarantacinque minuti di distanza: località Canneto sull’Olio. “Ottimo” cinguetta la Viscontessa, “arriveremo proprio all’ora giusta”: i signori, si sa, amano pranzare tardi. “Tu pensi sempre male di lei, ma é veramente efficiente” osservo io, sollevato. E partiamo. Katiusha ci guida sicura fra filari di olmi e campi di mais, non fa dispetti, sembra tranquilla, e dopo 45 minuti spaccati ci indica di entrare in un cancello alla nostra sinistra. Il luogo é splendido, la scritta “Dal Pescatore” ha per me qualcosa di familiare, ma sul momento non realizzo. Ma é un attimo. Realizzo invece appena il proprietario si fà sorridente sulla porta seguito da due camerieri in smoking; realizzo - eccome - appena entriamo nella sala da appena trenta coperti dove grandi tavoli rotondi che alla trattoria della Sora Rosa ospiterebbero comodamente otto persone qui ne accolgono solo due; realizzo osservando l’arredamento raffinato, il tappeto cinese 9 x 9 e le poltrone imbottite (tessuto rigorosamente in tinta con l’incausto delle pareti e con le decorazioni dei piatti) e, soprattutto, realizzo quando, dopo che tre camerieri ci hanno accompagnati al tavolo, arriva il maitre con il menù. E relativi prezzi. Insomma realizzo che la delinquente ci ha portati “Dal Pescatore”, il ristorante che ormai da vari anni in ogni guida enogastronomica occupa indiscutibilmente il primo posto assoluto fra i ristoranti italiani: il meglio del meglio. Naturalmente, come in ogni ristorante di questo tipo, la copia del menù consegnato alle signore non porta indica- 22 zione dei prezzi. La Viscontessa, che come tutte le vere signore ha un’acquisita predisposizione per queste cose, una naturale inclinazione, direi (loro, vere signore ci nascono: non c’é nulla da fare) inizia a ordinare e, disinvoltamente, sceglie in ogni categoria di portate quella che ha il costo maggiore. E Dal Pescatore, quando si dice “costo maggiore”, si intende proprio quel costo prima di affrontare il quale uno telefona al direttore della banca per farsi aggiornare sulla situazione del fido del suo conto corrente. E va avanti imperterrita, senza sbagliare un colpo che é uno. Inizia con un antipastino da oltre 50 euro e continua di quel passo, con le dovute proporzioni, fino al dessert. Il maitre sottolinea ogni scelta con discreti gridolini e con compiaciuti sorrisi, inclinando leggermente il capo sulla spalla con manifesti segni di approvazione e, visto che madame se ne intende, di sua iniziativa intervalla vini adatti alle diverse portate: “con questo fois grasse ero certo che madame avrebbe gradito l’abbinamento di questo vino francese nel quale é stato appunto rosolato a fuoco lentissimo e così mi sono permesso.....” annuncia giulivo portando la bottiglia come il Corpus Domini e reggendola come una reliquia. Trattengo l’istinto di inginocchiarmi. Anche perché con il procedere dell’ordinazione io mi son fatto sempre più paonazzo: “il signore mi sembra visibilmente accaldato” garrisce il maligno officiante, scambiando per colpo di sole il mio incipiente colpo al cuore. Fra una portata e l’altra il proprietario viene al tavolo a conversare amabilmente della sua passione per la moto e di quando quel tal barone tedesco venne su una Zundapp fin dalla Germania per pranzare al suo ristorante. Alla fine, dopo averci fatto gentile omaggio di libri di cucina e di guide enogastronomiche assortite, ci presenta il conto. Come una formalità di secondaria importanza. La Viscontessa distoglie lo sguardo quasi seccata: lor signori non si curano di certe volgari quisquiglie. “A la prochene fois” ci saluta sull’uscio con un accenno di amabile inchino. “Ci conti”, rispondo. “Col c***o”, penso. Risaliamo in moto. Madame é visibilmente soddisfatta. Io ho voglia di piangere. Katiusha sembra sorridere beffarda. Giuseppe Zanetti La razza bovina marchigiana Nel VI sec. d.C. arrivarono in Italia nuove popolazioni barbariche e con loro scesero i “bovini dalle grandi corna”. Tutte le attuali razze sparse nelle diverse regioni d’Italia derivano in vario modo da quel ceppo. La razza marchigiana, tra le più famose in Italia, in realtà è nata attorno alla metà del 1800, quando gli allevatori marchigiani fecero incrociare le loro vacche podoliche con tori di razza chianina per avere vacche da carne e insieme da lavoro. Da questo primo incrocio si ottenne una bestia con sviluppo muscolare accentuato, mantello chiaro, corna corte e testa piccola. Era ottima per la carne ma poco adatta per la sua mole al lavoro sui terreni collinari e subappenninici. Così nei primi anni del 1900 si procedette a un ulteriore incrocio con la razza romagnola al fine di ridurre la statura e migliorare la conformazione generale. Gli incroci realizzati per decenni furono interrotti nel 1932 quando si decise di procedere non più a incroci bensì alla selezione interna alla popolazione bovina secondo precise norme definite per la costituzione di un libro genealogico. Il bovino di razza marchigiana, così come è oggi, si caratterizza per buono sviluppo somatico, soprattutto nella parte posteriore, tronco allungato, mantello liscio, testa possente ma non troppo grossa. Nei maschi il collo è massiccio, la coscia è spessa e muscolosa, le zampe corte e muscolose. La massa corporea ha in sè poco grasso, notevole sviluppo muscolare, eccellente qualità della carne e bassa percentuale di osso. Un maschio di due anni, per figurare nell’albero genealogico, deve pesare almeno 850 chilogrammi. Negli ultimi decenni, con il processo di meccanizzazione dei lavori agricoli, la razza marchigiana è ricercata soprattutto per le sue carni e la carnosità della razza marchigiana ha una considerazione altissima per la sua elevata consistenza, la grana fine e il colore rosato carico. La razza marchigiana oggi si trova anche negli USA, in Canada o in Sud America, anche perchè resiste a climi difficili e a condizioni generali avverse. Domenico Celli 23 L’Arca di Noè RIMINI FIERA si trasforma in una piccola ‘arca’ di Noè per un giorno. Tre grossi eventi sono infatti in programma il 13 e 14 Novembre nei padiglioni fieristici della città: la XXVII edizione della Mostra Ornitologica, l’Esposizione regionale canina e il Raduno razza Corso, organizzati dal Gruppo cinofilo riminese e dalla Delegazione Provinciale E.N.C.I. «Saranno esposti circa tremila tipi diversi di uccelli (principalmente canarini e pappagalli) provenienti da tutto il mondo - afferma il responsabile della manifestazione Gino Zamagna -. Accanto ai volatili, al padiglione D1 oltre 250 cani si contenderanno vari premi durante sfide di bellezza e abilità». Gli amici a 4 zampe in gara appartengono alle razze più svariate. Tra i requisiti fondamentali per partecipare alle gare: essere iscritti ad un libro geneaologico italiano (o straniero) affiliato alla Federazione Cinologica Internazionale e risiedere in Emilia Romagna. Una giuria formata da esperti del settore (Dondi Gabriele, Pierluigi Sergio, Naldi Fabio, Stacchini Franco) stabilirà i vincitori per ogni cartegoria. I gruppi sfidanti saranno ben dieci. Da una parte ci saranno le gare di bellezza per pastori e bovari, pinscher e schnauzer, terrier, levrieri, bassotti e segugi. 24 Dall’altra, i premi andranno anche ai cani più abili da ferma, riporto, cerca e da acqua. In palio ci saranno (per i padroni) dei buoni per l’acquisto di salumi di Lombardi di Santarcangelo di Romagna, agli ‘amici fido’ andranno invece alimenti e giocattoli. La medaglia d’oro più ambita sarà quello del ‘Best in Show’: in palio per il miglior cane, un soggiorno di 7 giorni per due persone in Sardegna. L’ingresso è di 7,00 euro, parcheggio gratuito. Rita Celli Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano Comitato di Rimini Città di San Leo Archivi Comunali Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano Comitato di PESARO E URBINO Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano Comitato di Rimini 150° Anniversario Città di San Leo Archivi Comunali Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano Comitato di PESARO E URBINO La presa di San Leo Il Battaglione dei Cacciatori del Montefeltro La presa di San Leo 24 Settembre 1860 Il Battaglione dei Cacciatori del Montefeltro 150° Anniversario 24 Settembre 1860 Carlo Bossoli— La Presa di San Leo da parte del Battaglione Cacciatori di San Leo (24 settembre 1860) ‐ Torino ‐ Museo del Risorgimento Carlo Bossoli— La Presa di San Leo da parte del Battaglione Cacciatori di San Leo (24 settembre 1860) ‐ Torino ‐ Museo del Risorgimento Domenica26 26 settembre settembre 2010 Domenica 2010 Forte Rinascimentale di San Leo Forte Rinascimentale di San Leo PROGRAMMA PROGRAMMA Ore 15,30 Torrione di Francesco di Giorgio Martini Ore 15,30 Conferenza: Torrione di Francesco di Giorgio Martini “Il moto insurrezionale del 1860 fra Romagna, Marche ed Umbria. La liberazione di San Leo” Conferenza: “Il motoRelatori: insurrezionale del 1860 fra Romagna, Marche ed Umbria. Piccioni Prof. Riccardo La liberazione di San Leo”e la Romagna nel 1860” Università di Macerata: ”Cavour Orazi Prof. Stefano Piccioni Relatori: Prof. Riccardo “Per non la presa Università di Urbino: e ladimenticare: Romagna nel 1860” di Università di Macerata: ”Cavour San Leo, 150 anni fa” Prof. Stefano Orazi Prof.ssa Eleonora Bairati Università di Urbino: “Per non dimenticare: la presa di Università di Macerata: “Dalla rievocazione pittorica San Leo, 150realtà anni fa” alla della storia: il contributo di una famiglia di Patrioti di San Leo” Ore 16,30 Concerto di musiche e canti Risorgimentali tenuto III piazzale del Forte dalla Banda dei Minatori di Perticara Concerto di musiche e canti Risorgimentali tenuto Ore 17,30 dalla Banda dei Minatori di Perticara Sale della Residenza Ducale Inaugurazione della mostra: Ore 17,30 “L’assedio e la presa di San Leo - I suoi protagonisti / 24 Settembre 1860” Ducale Sale10della Residenza A cura degli Archivi Comunali Inaugurazione della mostra: “L’assedio e la presa di San Leo - I suoi protagonisti 10 / 24 Settembre 1860” A cura degli Archivi Comunali Al termine verrà servito un aperitivo a base di “vermouth” come da tradizione storica Prof.ssa Eleonora Bairati Università di Macerata: “Dalla rievocazione pittorica Con la collaborazione di: alla realtà della storia: il contributo di una famiglia di Patrioti di San Leo” Ore 16,30 III piazzale del Forte ICOR DORICA s.r.l. Con la collaborazione di: ICOR DORICA s.r.l. Al termine verrà servito un aperitivo a base di “vermouth” come da tradizione storica 25 PRELUDE/INTERLUDE La grande fotografia a San Leo dal 25 settembre mostra di Frank Dituri e Lorenzo Di Loreto Nella fortezza le fotografie dei due artisti internazionali che promuovono anche un importante progetto editoriale a favore della Fondazione Fibrosi Cistica Onlus Un maestro newyorchese della fotografia e un cosmopolita artista italiano espongono per la prima volta a San Leo (RN): l’incantevole perla della Valmarecchia diventa nuovamente la più suggestiva delle cornici per un evento di respiro internazionale che attende tutti gli appassionati della fotografia d’arte con Prelude/Interlude, la mostra fotografica di Frank Dituri e Lorenzo Di Loreto che verrà inaugurata sabato 25 settembre alle 17.00 e che sarà allestita negli spazi espositivi della Fortezza fino al 20 novembre 2010. Prelude/Interlude è un progetto che i due autori, ispirandosi a Joseph Campbell e Carl Gustav Jung, hanno incentrato su un percorso intimistico, metafora della ricerca di significati e di quella spiritualità che possa elevare il ruolo dell’uomo nel mondo. Attraverso le circa cinquanta fotografie del maestro newyorkese Frank Dituri e una decina di gigantografie di Lorenzo Di Loreto, viene data vita a un’armoniosa combinazione: le opere in mostra sono caratterizzate da un ricco gioco di tonalità in bianco e nero che creano un effetto estetico unico e uno stile di singolare raffinatezza. Nelle immagini di Frank Dituri il quotidiano viene trasformato in surreali atmosfere di confine, sospese fra l’immaginario onirico e il reale, elaborate in camera oscura come se fossero dipinti. Le sue opere sono state esposte negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Di notevole rilievo in Italia, una personale alla Biennale di Venezia e al Palazzo delle Esposizioni di Roma. È stato Insegnante-Artista nel programma LTA del Guggenheim Museum di New York e Docente presso la C.W. Post Long Island University (NY). Attualmente collabora nel dipartimento d’arte della Libera Accademia di Belle Arti di Firenze (LABA). L’arte di Lorenzo Di Loreto è invece sublimazione dei moti dell’anima, il coinvolgimento di psicologia e mitologia nell’esplorazione delle profondità dell’Essere in un’alchimia che lo stesso autore ama definire come rituale e spirituale. I lavori di Lorenzo Di Loreto sono stati presentati da eminenti curatori, critici e storici, come Arturo Schwarz, Naomi Rosenblum, Lanfranco Colombo e Andrey Martynov. Ha esposto in Italia e all’estero e il programma per le mostre già in calendario prevede New York, San Pietroburgo, Mosca, Tokyo e Firenze. Le fotografie di Lorenzo Di Loreto sono presenti in collezioni pubbliche e private. Nel mondo dell’immagine d’autore il nome di Naomi Rosenblum sta già suscitando fibrillante attesa per colei che 26 è insindacabilmente considerata la più eminente storica di fotografia al mondo. Preceduta dal Sindaco Mauro Guerra e dalle Autorità di San Leo, sarà l’ospite d’onore americana ad introdurre la mostra insieme ad altre personalità di spicco del mondo dell’arte come il Professor Mauro Manetti (Direttore della Libera Accademia di Belle Arti di Firenze, LABA), Andrey Martynov (Direttore della Biennale d’Arte Contemporanea di Mosca) e al Professor Gianni Mastella, Direttore Scientifico della Fondazione Fibrosi Cistica Onlus di Verona. In occasione della mostra i due autori presenteranno in anteprima anche due opere editoriali: “In Presenza”, volume di Frank Dituri con introduzione di Naomi Rosenblum e Amelio D’Onofrio, e “Far Out IN OUT” di Lorenzo Di Loreto, introdotto dalla Rosenblum e dallo stesso Frank Dituri. Entrambi i volumi, editi da Moretti&Vitali Editori e il cui prezzo è rispettivamente 18 e 15 Euro, resteranno in vendita fino al termine della mostra e il ricavato della vendita della serata inaugurale sarà completamente devoluto alla Fondazione Fibrosi Cistica Onlus di Verona. Gli autori e tutti gli ospiti presenzieranno alla cena per la raccolta fondi a favore della Fondazione Fibrosi Cistica Onlus, organizzata da Lorenzo Di Loreto in collaborazione con l’Amministrazione Comunale la Christopher Ricardo Cystic Fibrosis Foundation. La cena, che avrà luogo sabato 25 settembre alle ore 21.00 presso il ristorante Belvedere, nel centro storico di San Leo prevede una quota minima di 26 Euro a copertura del ristorante e una donazione libera che sarà raccolta durante la serata dagli stessi artisti. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione sia presso Ufficio Turistico di San Leo che direttamente al recapito dell’organizzatore: prelude_interlude@ me.com, 346 0873030. Non si sono ancora spenti gli echi del successo dei grandi eventi estivi che San Leo, l’antica “Montefeltro”, si rende protagonista di un ulteriore contributo di valore e qualità all’offerta culturale della Provincia di Rimini: Prelude/Interlude sarà visitabile fino al 20 novembre 2010 all’interno della Fortezza, tutti i giorni dalle 9 alle 19. Il biglietto di 8 Euro è comprensivo della visita al Forte. Informazioni e prenotazioni per le visite e la cena: Ufficio Turistico di San Leo Tel. 0541-926967 Numero Verde 800 553800 - e-mail: [email protected] programma completo sul sito www.san-leo.it. 27 Le Stanze di Manu Un salone di bellezza pensato per il tuo benessere. Uno staff altamente qualificato mette a disposizione la propria professionalità per creare un equilibrio e un armonia psico-fisica, in completo relax; in un ambiente elegante e raffinato. Il progetto nasce dopo anni di esperienza acquisita da Manuela Semprini attraverso numerevoli corsi di formazione che la qualificano professionista “tecnico e consulente di immagine”. Le stanze di Manu lavorano con apparecchiature innovative e di altissima qualità utilizzando esclusivamente prodotti realizzati senza sostanze conservanti che garantiscono una sicurezza cosmetic per poter prevenire le varie anomalie, rispettando al contempo la persona e l’ambiente naturale. Tutti i prodotti che vengono usati dallo staff, potete trovarli esposti ed è possibile aquistarli. Un personale altamente qualificato è a disposizione per rendere il vostro corpo armonioso e seducente, individuando soluzioni ottimali alle vostre esigenze con programmi di trattamenti personalizzati viso e corpo, accogliendoVi nella raffinata atmosfera delle stanze del benessere con: • Q High Light : dispositivo a luce pulsata ad alta intensità, tecnologia innovativa, rapida, efficace e sicura per trattamenti non invasivi di epilazione e fotoringiovanimento e tonificazione. • Q Ultrawaves: generatore di cavitazione selettiva controllata di onde ultrasoniche modulate, garantendo risultati immediati e visibili, in sicurezza e confort; raccomandato per combattere la cellulite nella donna, l’adiposità localizzata per entrambi i sessi, trattando braccia, addome,fianchi, cosce, glutei e gambe. Entrambi i dispositivi fanno parte dell’avanguardia tecnologica tutta Italiana Q ITALY I nostri supporti cosmeceutici sono affidati a FAR- 28 MOGAL cosmetic sciences, azienda di ricerca con certificati di qualità UNI EN ISO 9001/14001; i loro prodotti sono dermatologicamente testati privi di sostanze conservanti, paraffine, coloranti, nichel e profumi. Il make up è garantito dai prodotti PASCAL, da decenni azienda leader nel settore trucco. “I capelli, da sempre protagonisti della bellezza femminile, sono i veri interpreti di stile, di stati d’animo, di desideri ed è per questa ragione che un alleato così prezioso va necessariamente amato e protetto” Lo staff di parrucchieri de Le Stanze di Manu ha rigorosamente scelto due aziende leader mondiali: PAUL MITCHELL e DAVINES che garantiscono prodotti con principi selezionati e attivi che offrono effetti immediati e mirati per esigenze specifiche di capelli e che sono arricchiti di proprietà naturali antiossidanti e protettive. E’ importante dedicare attenzione ai capelli, affinchè i cambiamenti subiti con il trascorrere del tempo possano essere ridotti e contrastati. Per questo Le Stanze di Manu, oltre ai tradizionali servizi, propongono soluzioni innovative come: - un’accurata diagnosi con telecamera del cuoio capelluto e del capello; - extension 100% natural human hair della affermata azienda GREAT LENGHTS - colore anti age - trattamento di ricostruzione del capello - servizio sposa completo di consulenza trucco, acconciatura con prova abito e foto - trucco e parrucco dell’ultima ora,(vieni a prepararti prima di una serata speciale !) - abbronzatura spray con estratti della canna da zucchero - servizio a Domicilio Augusto Deluigi Uno dei sopravissuti ai campi di concentramento e di lavoro forzato del Terzo Reich. Medaglia d’onore per deportati e internati della Seconda Guerra Mondiale. Il 2 giugno 2010, in occasione della festa della Repubblica Italiana, sono stati insigniti della Medaglia d’Onore concessa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i sopravissuti e i familiari dei deceduti, deportati o internati nei campi di concentramento nazisti. L’8 settembre 1943 è uno dei giorni simbolo della Seconda Guerra Mondiale, è il giorno dell’Armistizio che sigla la fine delle ostilità fra l’Italia e gli alleati e sigla anche la fine dell’alleanza dell’Italia con la Germania. E’ il Maresciallo Pietro Badoglio, a cui il Re il 25 luglio 1943 aveva conferito l’incarico di Capo del Governo, dopo la destituzione di Mussolini, a darne notizia. La notizia dell’Armistizio accolta con gioia dal popolo italiano con l’illusione che segnasse la fine della guerra, scatenò la reazione della Germania nazista, gettando l’Italia nel caos. In pochi giorni le truppe italiane divennero preda dell’ agguerrita milizia nazifascista e migliaia di militari italiani vennero disarmati e deportati nei campi di concentramento in Germania. Per ordine del fürer i soldati italiani, considerati traditori (i soldati di Badoglio) vennero deportati non come prigionieri di guerra, ma come IMI (Internati Militari Italiani) e successivamente spronati a mettersi agli ordini della nascente Repubblica di Salò di Mussolini; la risposta dei deportati fu negativa: pochissimi di loro, seppur con la promessa di rientro in patria immediato, firmarono. Gli internati non godevano delle protezione della Convenzione di Ginevra e non avevano diritto all’assistenza della Croce Rossa; in sostanza erano in mano al fürer e alle SS, sulle loro giacche private delle mostrine, tre grandi lettere fosforescenti, il marchio IMI. L’8 Settembre 1943 è l’inizio della prigionia di Augusto Deluigi, classe 1924, ultimo di 8 figli e quarto figlio partito per la guerra. È di stanza a Rovereto nel 132° Reggimento Artiglieria Corazzata - 4° batteria, quando giunge la notizia dell’Armistizio; correva voce tra le truppe di un probabile ritorno a casa ma, alle due di notte dello stesso giorno gli uomini di Hitler fecero saltare i militari dalle brande e Augusto venne rinchiuso, assieme agli altri commilitoni nel primo concentramento: il campo sportivo di Rovereto, 4 giorni alla mercè dei nazisti senza cibo né acqua. Vengono caricati nei vagoni merce, una tradotta su rotaie di 60 vagoni, 40 persone ammassate ogni vagone, è l’inizio della deportazione dei militari italiani nel territorio del Reich. Viene dato ad ognuno una fetta di pane e un pezzo di lardo, non più grande di una saponetta, ricorda Augusto, senza acqua, quel cibo doveva bastare per il viaggio, un viaggio durato 8 giorni e 8 interminabili notti. La prima fermata al confine, Innsbruck, ma le porte dei vagoni, chiuse da fuori a doppio catenaccio, non vengono aperte. Dopo la fame arriva la grande sete e Augusto è vicino alla parete del vagone, c’è una fessura e al di la di quella un italiano che riempie d’acqua una cisterna, lo supplica di dargli un po’ d’acqua e l’uomo rischiando la propria vita riesce attraverso quella fessura a riempirgli la gavetta. L’unica gavetta di acqua, un sorso per tutti gli occupanti del vagone, quaranta uomini poco più che ragazzi, affamati, impauriti e disperati come lui. Non toccherà più cibo fino ad una brodaglia di erba e patate (poche) che gli viene data dopo essere stato schedato, numerato e disinfestato nel campo di concentramento di Fallingbostel, dove è arrivato dopo 9 giorni in piena notte, con i cani delle SS che abbaiavano e prendevano a morsi i capifila, con i comandi incomprensibili urlati da quelle guardie dal grilletto facile, molti sono caduti quella notte, ha inizio l’incubo del lager. La Germania ha migliaia di uomini al fronte e la manodopera scarseggia sempre più, l’industria della guerra e le fattorie hanno bisogno di uomini e donne da impiegare nelle fabbriche di armi e nelle grandi tenute agricole; fortuna ha voluto che Augusto, in quella notte di gelo e neve, in migliaia in piedi nel piazzale del lager, infreddoliti e terrorizzati per l’improvvisa adunata, venga selezionato e destinato ai lavori dei campi come bracciante. Le aziende, le fabbriche, le fattorie che richiedevano la mano d’opera costruivano alloggi, baracche come piccoli lager, vicino ai posti di lavoro. Augusto è destinato a Delmenhorst, nei pressi di Brema assieme ad altri e ad alcuni suoi compaesani, compagni di prigionia, cominciò il lavoro coatto presso la famiglia Kieselhorst. L’immediata acquisizione della lingua tedesca fa si che il suo internamento sia meno cruento, capire subito gli ordini impartiti risparmiava urla e pedate nel sedere. Dall’estate del 1944, a seguito dell’accordo fra Hitler e Mussolini in base al quale i militari deportati venivano in teoria trasformati in “ lavoratori civili”, Augusto e gli altri internati vengono alloggiati presso le famiglie dove lavorano, le baracche sono abbandonate. Qui rimane fino al mese di luglio dell’anno 1945, dopo la proclamazione della liberazione. Dall’Armistizio alla fine della deportazione sono passati 22 mesi. E’ il 14 settembre 1945 quando Augusto abbraccia i suoi genitori e i fratelli anch’essi tornati dal fronte o dalla prigionia. Oggi Augusto ha 86 anni; nel 1982, dopo 37 anni ha riallacciato i contatti con la famiglia presso la quale ha lavorato come internato, non dimentica che la famiglia Kieselhorst seppure in piena guerra gli ha dato quel rispetto umano che nel lager non avrebbe mai avuto. Testimonianza raccolta e scritta da Anna Teresa Celli. 29 Fiera di San Michele 25 - 26 settembre 2010 - Santarcangelo di Romagna L’ultimo fine settimana di settembre, la cittadina clementina dà vita allaFieradiSanMichele, popolarmente conosciuta come “Fiera degli uccelli” poiché in passato era frequentata dai cacciatori. Ancora oggi vi si svolge una singolare competizione, la Gara Canora per Uccelli alla quale partecipano allevatori di richiami vivi. I legami con il mondo venatorio sono testimoniati anche da un editto di epoca malatestiana in cui si parla della caccia con il falcone e del relativo commercio in tempo di fiera. L’editto è del 1272, per cui questa sarebbe la 738aedizione della Fiera. La Fiera di San Michele predilige i temi dedicati agli animali, al mondo agricolo ed all’ambiente, con mostre ed iniziative ad essi dedicate, che avranno come scenario il Parco della Fiera: - La ChèsadiGazott, mostra di volatili da compagnia; - laCortedegliAnimali, mostra-mercato di animali da cortile ed attrezzature; - laGaradiCantoperUccellidaRichiamo, caratteristico appuntamento che si svolge all’alba inserito nel calendario nazionale delle Sagre e Fiere Venatorie; - l’Aia-Pollaiod’unavolta, con il Pollo, il Tacchino e l’Oca di razza autoctona Romagnola; - le CoseVecchiedelMondoAnimale, attrezzi, immagini e ricordi legati alle tradizioni venatorie ed ai primi allevamenti avicoli. Si tratta di una parte della Collezione TuttoZoo, l’azienda che ha allestito un vero e proprio Museo degli Uccelli di San Michele; - la Vecchia Fattoria con la presenza degli animali più rappresentativi, capaci di evocare il ricordo e la conoscenza degli animali della stalla: vacche, asini, cavalli, pecore, capre, etc. Diverse e curiose anche le Mostre a tema, allestite nel Parco: - iNididegliUccelliNostrani con le foto ed i suoni riprodotti; - illaboratoriodi“stampi”, com’erano chiamati i richiami in vimini, paglia e materiali vari; - gliUccelliRiciclati, straordinarie imitazioni degli esemplari reali in metallo riciclato, realizzati dai bambini Africani. Domenica 26, l’EsposizioneCinofila, giunta alla 5a edizione, prevede, oltre alla gara, con selezione e sfilata degli esemplari di razza, premi anche per i cosiddetti “bastardini” e riconoscimenti per i conduttori più giovani. Prima del Best in Show finale si può assistere ad una dimostrazione di cani da Utilità Civile. Il sabato 25, al pomeriggio, sempre allo Sferisterio dimostra- 30 zioni di Pet Terapy e di cani addestrati per non vedenti. Confermati anche gli eventi dedicati al mondo agricolo. Sabato 18 al Museo ritorna la Festasull’Aia, con i mestieri di una volta, le visite guidate anche in dialetto, racconti, musiche e cena rustica. Durante la Fiera, invece, si svolge in Piazza la FestAgricola un’occasione di incontro fra il mondo dell’agricoltura ed il pubblico, in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Rimini. In programma un mercatino di produttori, le fattorie didattiche, mostre di modellismo agricolo e la Casa del Contadino. Numerose anche le iniziative per i bambini, raccolte sotto al titolo BambininFiera, alla 14a edizione: il Mercatinodei Bambini, al sabato sotto ai Portici di Piazza Ganganelli, Animazioni al Parco e lezioni-laboratori nelle scuole sul tema degli animali. Completano il programma una curiosa MostradegliHobby al Lavatoio, la presentazione di libri ed altre iniziative in via di definizione. Tra le cose da comprare: articoli per il giardinaggio in piazza Ganganelli per l’occasione ribattezzata La Piazza Verde e letteralmente ricoperta di piante e fiori; i prodotti naturali e biologici, in vendita nel Mercato della Salute che si snoda nel centro del paese e tanti articoli per la casa e la persona proposti dal colorato MercatoAmbulante.Insomma, per lo shopping, c’è da sbizzarrirsi tra più di 200 espositori. 29 settembre “Festa di San Michele” La Fiera 2010 si conclude con una grande novità: la Veglia diSanMichele, la sera del 29 settembre: al suono di tamburi ed alla luce di fiaccole, si snoderà per le contrade un corteo in costume, ambientato nel Medioevo, con bandi, duelli e falconieri per celebrare degnamente la Festa del Patrono. Natalino Cappelli Le origini delle FIERE DI SANTARCANGELO La lunga storia delle Fiere di Santarcangelo sembra avere inizio in epoca romana. È un frammento di terracotta, rinvenuto vicino alla Pieve, la prima testimonianza sulle attività mercantili nell’antico Pagus Acerbolanus: si tratta di un arcaico Calendario delle Fiere. Il primo documento certo, invece, risale al 1255. Racconta che le Fiere di Santarcangelo, già allora si svolgevano da “antichissimo tempo” ed avevano una certa importanza. Al punto da divenire oggetto di un contenzioso con Rimini che qualche anno prima era riuscita a scipparle. La controversia finì a favore di Santarcangelo; da allora la giurisdizione ecclesiastica prima e più tardi lo Stato Pontificio riconobbero alla città una certa autonomia amministrativa con lo scopo di arginare e controllare il potere di Rimini. Le prime concessioni. Un atto di Galeotto Malatesta, del 1373, documenta le prime importanti concessioni alle Fiere, ribadite poi da Sigismondo nel 1430: riguardavano la libertà di circolazione e l’esenzione dai dazi per chi partecipava con le sue merci alla Fiera di San Michele. Da una concessione del 1501, di Cesare Borgia detto il Valentino, si ha la conferma che la Fiera di Santarcangelo fosse intitolata a San Michele ed iniziasse il 29 settembre per un periodo non definito. La Fiera era del tutto “franca”, in altre parole esentasse, ed aveva propri statuti, che sarebbero gli odierni Regolamenti Comunali. Potere politico e potere religioso sembrano fare a gara nel riconoscere e confermare le concessioni speciali alle Fiere di Santarcangelo: segno che questi eventi, già allora, procuravano notevoli vantaggi alla cittadinanza ed a chi governava. L’atto di fondazione. L’atto che si può considerare fondante per la tradizione ed il prestigio delle Fiere di Santarcangelo è senza dubbio il Breve di Paolo III emanato nel 1538. Tale documento, emanato in un periodo di crisi dell’economia con l’intento di risollevarla, rinforza i privilegi del passato e riconferma l’autonomia amministrativa della città in tema di Fiere. Con il Breve, si sanciva che la Fiera di San Michele avesse inizio il 29 settembre, che durasse due mesi e che per due mesi godesse dell’esenzione dai dazi. (*) Per chi volesse saperne di più sulle Fiere di Santarcangelo sul piano storico, culturale ed economico può richiedere al Comune o alla Pro Loco il Vademecum sulle fiere. Un testo che raccoglie appunti di lavoro per conoscere e ripensare alle fiere realizzato dall’Assessorato alle Attività Economiche del Comune di Santarcangelo in collaborazione con la Soc. Blu Nautilus. 31 Poggioberni inaugura il Museo Sapignoli È fissato per domenica 26 settembre 2010 l’evento di inaugurazione del Museo Mulino Sapignoli, dopo anni di ristrutturazioni e riqualificazioni dell’antico mulino, emergenza storica del Comune bernese. Il primo piano dell’edificio ospita già la biblioteca comunale, ora al piano terra l’allestimento e l’inaugurazione del museo dedicato alle arti molitorie ed agricole connoteranno ulteriormente il luogo, dando a questo gioiello recuperato la prerogative di polo culturale. La giornata sarà un pomeriggio di festa e vedrà accanto a momenti istituzionali e di approfondimento/studio sulla molinologia, anche interventi dedicati ai più piccoli, contributi di musica popolare ed un’occasione conviviale con buffet con prodotti tipici del territorio. Di seguito il programma dettagliato della giornata: • h. 15,30 inaugurazione saranno presenti il Sindaco del Comune di Poggio Berni, Daniele Amati, l’Assessore alla Cultura, Claudia Bigiotti ed il direttore del Museo, Mario Turci. • Seguiranno visite guidate al Museo in italiano ed in dialetto, lo spettacolo musicale “Una canto per il mulino” a cura di Liana Mussoni, per i più piccoli lettura animata “Ad ogni mulino il suo folletto” e spettacolo di burattini “Rosa e Gaetano al Mulino”, a cura del gruppo Le Pupazze. • Apertura dell’esposizione/mostra fotografica “L’ultimo mugnaio, Michele Sapignoli” (a cura di Mario Turci e Serena Amati). In occasione dell’inaugurazione e per tutto il pomeriggio dimostrazione di macinatura, “Dalla macina alla piada”, buffet per la festa d’inaugurazione. Nelle settimane successive all’inaugurazione saranno organizzati laboratori gratuiti per le scuole di Poggio Berni ed una giornata di studi sulla didattica dell’arte dedicata alle insegnanti del territorio. Il museo sarà aperto nei seguenti giorni e con i seguenti orari: lunedì, 15-18 martedì, 10-13 mercoledì, 15-18 giovedì, 15-18 sabato 10-13 e 15-18 apertura domenicale su richiesta al N. 342 0310420 Museo Mulino Sapignoli Via Santarcangiolese, 4631 Tel. 0541 629701 begin_of_the_skype_highlighting Per info: URP Comune di Poggio Berni, 0541/629701 [email protected] Biblioteca Comune Poggio Berni, Tel. 0541/629701 int.5, int. 2 [email protected] [email protected] 32 Una perla del Montefeltro Teatro Angela Mariani di Sant’Agata Feltria Il Teatro Angelo Mariani, costruito interamente in legno di castagno, è uno dei più antichi d’Italia. Meraviglia e stupore si leggono negli occhi di coloro che, per la prima volta, accedono a questo luogo, consacrato alla cultura, testimonianza di un tempo passato, ormai irripetibile. Si può ancora assaporare l’atmosfera fascinosa dei grandi avvenimenti che hanno scandito la vita del teatro: dalle balconate il miraggio di applausi scroscianti. Ed è questa atmosfera incantata che ha folgorato il principe degli attori, Vittorio Gassman, quando, nel 1992, completava la lettura della Divina Commedia, commissionata dalla RAI. Il Teatro Angelo Mariani è stato ricavato all’interno di un edificio, già denominato “Palazzone” o “Palazzo della Ragione”, costruito nell’anno 1605 per volere di Orazio Fregoso, quinto conte dell’antico Rettorato di Sant’Agata Feltria, per ospitare i pubblici uffici e la gioventù santagatese, “sfrattati” dalla Rocca, divenuta esclusiva residenza del feudatario. La càvea è a forma di “U” allungata, con tre ordini di 15 palchetti ciascuno, cui si accede attraverso stretti corridoi. Le balconate del primo ordine sono decorate con dipinti a tempera che raffigurano finti marmi, mentre quelle del secondo e terzo ordine rappresentano drappi di trine e pizzo, sormontati da festoni floreali multicolori, su fondo azzurro. Il soffitto ha la stessa forma oblunga della platea ed è decorato a grande ovale con fondo celeste. Al centro, rosone filettato da sottile listello ligneo sulla cui circonferenza sono stati disegnati due quadrati sovrapposti in diagonale, che definiscono una stella ad otto punte. All’esterno dell’ovale, quattro pennacchi contrapposti racchiudono, fra movimenti di tralci, altrettanti medaglioni che raffigurano i personaggi che hanno determinato la storia di Sant’Agata Feltria: Uguccione della Faggiola, Ranieri De’ Maschi, Agatone de’ Maschi, Ottaviano Fregoso. Dal centro del rosone scende l’elegante lampadario, arricchito da fili tempestati di cristalli che creano la caratteristica forma a cratere con uno scenografico gioco di luci riverberate. Il proscenio ed il palcoscenico, così enormi rispetto alla minuta platea, ci testimoniano la grandiosità delle rappresentazioni alle quali partecipava un pubblico ristretto, scelto, nobile, facoltoso. L’entrata aveva un costo proibitivo: cinquanta lire, nel 1872, che equivalgono a circa 900 euro odierni. Ai lati del proscenio sono collocati altri quattro medaglioni che ritraggono: Pietro Metastasio, Carlo Goldoni, Vittorio Alfieri e Vincenzo Monti; in alto, al centro, è stato posto il ritratto del maestro Angelo Mariani che, nel 1840, iniziò a Sant’Agata Feltria, la sua sfolgorante carriera di musicista, compositore: come direttore d’orchestra interpretò quasi tutte le opere dell’amico Giuseppe Verdi. Notevole è l’apparato scenico, ora restaurato, composto da diversi fondali del famoso scenografo/pittore faentino Romolo Liverani. Nel 1723 la nobiltà santagatese finanziò la costruzione di un vero e proprio teatro costituito dal palcoscenico e dalla platea, nella quale venivano allineate, in forte pendio, file di panche di legno. Agli inizi del 1743 vennero finanziati i lavori per la costruzione dei primi due ordini di palchi. L’assegnazione di questi veniva effettuata con il sistema dell’estrazione a sorte, onde garantire un utilizzo a rotazione. Questa sistema è stato utilizzato dal 1753 al 1969. L’8 settembre 1922, il Teatro Mariani toccò il culmine della fama, rappresentando l’opera “Il Rigoletto” di Giuseppe Verdi. Nell’occasione, le musiche furono eseguite da una sezione ridotta dell’Orchestra del Teatro “La Scala” di Milano. Dopo la seconda guerra mondiale iniziò il declino. Già adibito a sala cinematografica, venne definitivamente chiuso nell’anno 1969. Nel 1986, la Società Condomini, con propria deliberazione, donò la proprietà dei palchi al Comune di Sant’Agata Feltria.che riuscì ad ottenere i finanziamenti per il completo restauro. Il Teatro Angelo Mariani è stato riaperto al pubblico nel 2002. Manlio Flenghi 33 Gli antichi frutti d’Italia si incontrano a Pennabilli Mostre, convegni nazionali, degustazioni, mercatino. Pennabilli (RN) dal 9 al 10 Ottobre 2010 Gli antichi frutti d’Italia s’incontrano a Pennabilli. Avrà infatti luogo nelle giornate del 9 e del 10 ottobre p.v. la manifestazione che, giunta ormai alla sua terza edizione, difende e celebra le colture tradizionali con l’obiettivo di sottolineare la devozione per la Madre Terra e i suoi prodotti che l’uomo sta perdendo, spegnendo questa magnifica favola dagli occhi dei ragazzi. Nell’antico borgo del Montefeltro avranno luogo mostre e convegni, eventi culturali e - per le strade e i vicoli del paese - sarà organizzato un mercatino dei frutti dimenticati e dell’artigianato di qualità. Banchi colmi d’infiniti generi e ricchezze, cesti di pomodori, uve, patate e granoturco, fagioli e peperoncino, varietà d’oggi e soprattutto di un tempo lontano. Sarà così possibile toccare con mano i frutti della terra così com’erano e come sono stati trasformati nei decenni, selezionati dall’uomo, qui salvati nella propria antica forma e riportati alla luce. Grande attenzione avranno i prodotti tipici del Montefeltro, terra di tradizioni e antichi sapori: quali il formaggio di fossa e la castagna di Talamello, il pane di Maiolo, la pannocchia del Principe di Scavolino, la patata di Montecopiolo, solo per citarne alcuni. Ma la dimensione dell’evento non è limitata alla terra che lo ospita. Ampio spazio sarà dedicato infatti alle antiche produzioni di altre zone d’Italia nelle quali ancora esiste chi lotta per preservarne integrità ed esistenza. Lo spirito profondo della manifestazione trae fondamentale ispirazione dall’opera e dall’insegnamento del maestro Tonino Guerra che risiede a Pennabilli ormai da lungo tempo. La poetica del Maestro è infatti in stretta sintonia con la natura, in cui trova ispirazione e stimolo; i suoi versi, così come le sue creazioni di carattere architettonico e la sua arte pittorica esprimono questa profonda simbiosi con il mondo contadino e con i suoi frutti, in particolare quelli della storia e della memoria. Grande la sua attenzione per tutto ciò che è riconducibile a profumi, sapori, colori che lo hanno affascinato e che, come sostiene, possono rappresentare una consolazione, una compagnia per coloro che hanno il desiderio, la voglia e la sensibilità per raccogliere tali suggestioni. Ad essi il Maestro ha dedicato un parco - il primo in Italia nel suo genere - L’Orto dei Frutti Dimenticati, che a Pennabilli ha visto la luce venti anni fa e che si è progressivamente arricchito di arbusti, piante e installazioni dedicate ai frutti antichi e alla memoria di piante e personaggi che di qui sono passati e hanno lasciato il loro segno. Particolare attenzione sarà dedicata, nel corso della manifestazione, alla difesa della biodiversità come presupposto imprescindibile di un progresso sostenibile. Il 2010 è stato proclamato dalle Nazioni Unite anno mondiale della biodiversità, termine che abbraccia tutte le forme di vita del pianeta. Il 34 patrimonio naturale odierno è frutto di un’evoluzione durata miliardi di anni sotto l’egida dei processi naturali e, sempre più, sotto l’influenza degli esseri umani. A tale argomento saranno dedicate nel corso della manifestazione la “Mostra degli antichi frutti d’Italia e della biodiversità” coordinata da Andrea Fazi (esperto naturalista, educatore ambientale dell’Ente Parco Sasso Simone e Simoncello), ed un convegno dal titolo “L’agricoltura del Montefeltro oggi”, presieduto dal Prof. Guglielmo Costa, Direttore del Dipartimento di colture arboree dell’Università di Bologna e con testimonianze di agricoltori feretrani, interverrà anche l’Assessore Provinciale alle Attività produttive e Agricoltura Dott. Jamil Sadegholvaad. Il Prof. Antonio Saltini dell’Università di Milano, autorevole storico delle scienze agrarie in Europa, terrà una conferenza domenica alle ore 16 sulla biodiversità nel Museo Naturalistico.Due realtà pioniere “ Orto dei frutti dimenticati e il Campo catalogo della Città della Pieve” saranno l’oggetto della relazione del Prof. Ivano Sensi docente presso l’Istituto Agrario Camaiti di Pieve Santostefano.Il giornalista Graziano Pozzetto parlerà della cucina tradizionale degli antichi frutti, e due autori Antonio Santini e Claudio Urbinati presenteranno il loro lavoro sulle antiche piante da frutto dell’Appennino centrale. L’evento non vuole essere soltanto spettacolo e mercato ma anche un invito alla riflessione sull’importanza di osservare e ricordare, riscoprire la capacità assopita di apprezzare il sapore di frutti ormai da molti dimenticati e pertanto difficili da masticare. Frutti veri, in buccia e polpa, ma anche vecchi frutti metaforici che rischiano l’estinzione. Come il dialetto, lingua nobile dei sentimenti, che verrà portato in scena nella serata di sabato 9 ottobre presso il Teatro Vittoria con una commedia della “Compagnia De Bosch” di Gambettola (ingresso libero), nonché rievocato attraverso musiche e danze tradizionali del Duo Trabadel di Faenza alle ore 18.00 di domenica 10 presso l’Orto dei frutti dimenticati. In collaborazione con: Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello, la Facoltà di Agraria Università di Bologna, l’Associazione Il lavoro dei Contadini, l’Istituto Statale Forestale Camaiti di Pieve S. Stefano. Con il Patrocinio e il sostegno delle Regioni Emilia Romagna, Marche, delle Province di Pesaro e Urbino e di Rimini, della Comunità Montana Alta Valmarecchia e del Comune di Pennabilli. Vi aspettiamo per regalarvi i colori e i sapori dell’infanzia. IPROMOTORI Per informazioni: Cristiano Varotti e Francesca Mattei Gentili Associazione Culturale Tonino Guerra Via dei Fossi 4, - 61016 Pennabilli (RN) Tel. e Fax +39 0541 928846 - Cel. +39 335 70 51 098 +39 329 36 23 672 [email protected] - www.toninoguerra.org Magica ATMOSFERA Un giretto in moto con amici nelle ferie d’Agosto ci ha portato fino in repubblica Ceca che credete non finisce mai di stupire per le sue bellezze, la cittadina che abbiamo visitato è Telc situata in una ansa del fiume Moldava, nome semplice per quei luoghi, dove le consonanti si intrecciano in modo inverosimile ma fortunatamente quasi tutti parlano inglese e tanti l’italiano. Telc situata in Moravia sud-occidentale a circa 30 km dall’uscita dell’autostrada Praga-Brno. Ha una popolazione di circa 6.000 abitanti, ed ogni anno viene visitata da innumerevoli turisti. Ha un Castello del Rinascimento monumentale con tanto di Parco Inglese la mole del castello sovrasta la cittadina ed accanto ad esso un mulino a vapore. La grande piazza della città (bellissima) composta da edifici anch’essi del Rinascimento, tutti su arcate ma con facciate e colori diverse tra loro. Questa piazza non a caso dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco da circa 20 anni. È possibile entrare in città solo attraverso le due porte una piccola chiamata Košer, e la porta Superiore chiamata Porta Grande, nell’antichità aveva un ponte levatoio che regolava l’ingresso nella città. Il monumento architettonico più vecchio nella città è la Torre Bianca che ha subito vari incendi negli anni, ma la sua costruzione in pietra rimasta è intatta ed la stessa tuttora, solo la sua cupola è stata rifatta, dalla sue finestre la vista sulla piazza è mozzafiato, uno spettacolo di colori qualunque lato guardiate, la splendida fontana orna questa grande piazza pavimentata con pietre. Il fiume Moldava forma dietro la città degli stagni che non ci sono parole per descriverli: i loro riflessi i loro colori i fiori che li circondano le piccole abitazioni tutte colorate e i giganteschi salici piangenti danno all’ambiente e sopratutto alle persone che vi passeggiano una serenità tranquillità non facile da trovare in altri luoghi. L’ospitalità e la gentilezza con cui sei accolto e servito non è certamente inferiore a luoghi più blasonati, i cibi di ottima qualità come pure i loro vini sono degni di stare in tavola anche se i loro costi sono di gran lunga inferiori ai nostri. Lasciamo questa cittadina a malincuore ringraziandola di averci donato in questi due giorni una magica atmosfera e in cuor nostro la promessa di tornare a respirarla. Celli.O TAI CHI STEP Vi aspettiamo in piscina ed in palestra con i corsi di sempre e QUESTE NOVITÀ Palestra 35 Polisportiva Valmar Via Dello Sport 2 - 61015, NOVAFELTRIA (RN) Info costi e orari Tel. 0541 920600 dalle 14.00 alle 22.00 GAG glutei addominali gambe PILATES35 Viaggiare in... sicurezza La scrittura delle normative dedicate alla circolazione stradale non è un vero adeguamento amministrativo, bensì il frutto di scelte intese a far nascere e consolidare una cultura della sicurezza atte a regolare la vita delle persone perché ormai la “mobilita” è considerata, e non a torto come uno de beni primari per lo svolgimento della vita sociale. Uno dei massimi esperti del settore, il Dirigente Generale Balduino Simone, già Direttore del Centro Addestramento Polizia Stradale di Cesena membro della consulta che si occupa della scrittura delle norme della circolazione stradale, ha definito “città lineari” lo svolgimento della vita sociale dell’uomo del terzo millennio. Una nuova cultura della sicurezza che riduca sensibilmente la forte incidentalità, incidentalità che significa perdite di vite umane, danni rilevanti all’immagine di uno Stato che si definisce “democratico”. Tra le cause che generano questa situazione va annoverata, accanto alle obiettive difficoltà di traffico, allo stato della nostra rete viaria e alle condizioni climatiche variegate nel nostro Paese anche una cultura che porta, troppo spesso, a stili di guida e comportamenti poco orientati alla sobrietà e alla prudenza di prevedere eventi negativi, condizioni di pericolo ed errori propri ed altrui. Alla luce di tali realtà, le normative, di volta in volta modificate, inasprite o reiterate, oltre a “cavalcare” l’onda emotiva e mediatica di eventi luttuosi, nel solco delle normative europee e nazionali dedicate alla sicurezza della circolazione portano necessariamente a “regolare” e rapportare la “mobilità” a modelli sempre più tese alla riduzione degli eventi di pericolo. L’incidentalità stradale sta assumendo costi umani, sociali ed economici di assoluto rilievo, le ultime stime (fonte ASAPS) indicano in 30 milioni di euro (60.000 miliardi delle vecchie lire) paral 2% del PIL il costo economico in termini di risarcimenti e danni materiali. Ogni giorno sulle nostre strade perdono la vita decine di persone e centinaia riportano danni per la maggior parte dei quali permanenti. L’esperienza “maturata” su strada mi ha fatto rendere conto che l’applicazione delle norme è assai complicata e complessa e a volte di non facile interpretazione ed è evidente che non penso di sostituirmi a noti ed sicuramente più autorevoli autori di manuali prontuari e libri riguardanti gli illeciti legati alla circolazione dei veicoli e delle persone, ma solo aver la pretesa di poter portare un piccolo spiraglio nel buio di norme leggi e leggine che a volte (il più delle volte) appaiono al normale automobilista o comunque utente della strada un vero rompicapo. Di volta in volta cercherò di portare il lettore ad una “infarinatura” sulla conoscenza delle più importanti norme della circolazione stradale avvalendomi delle mie modeste capacità di insegnante, dalla patente a “punti”, all’uso delle cinture di sicurezza, al trasporto di persone e cose sui veicoli, al metodo “D” per stimare il proprio tasso alcol emico alle norme che regolano la guida dei veicoli a due ruote. Ringrazio fin d’ora quanti vorranno far pervenire osservazioni o suggerimenti. Pierluigi Germani Ispettore Capo della Polizia di Stato Comandante Polizia Stradale Novafeltria 36 d