- SHERWOOD - Foreste ed Alberi Oggi

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- SHERWOOD - Foreste ed Alberi Oggi
Progetto
VALoRIzzAzIoNE
LEgNAME
dI CASTAgNo
PIEMoNTESE
Finanziato da
una specie, mille usi!
Il castagno
in Piemonte
Dove si trova,
perché é importante,
come fare a riconoscerlo
e a valorizzarlo
www.rivistasherwood.it/castagnopiemonte
Foto di: Tim Bekaert - Wikimedia commons
Foto di: Willow - Wikimedia commons
Il castagno (Castanea sativa) è un albero a foglie caduche
tipico dell’Europa meridionale e presente anche in Nord
Africa e Asia minore. In Italia i castagneti coprono circa
788.000 ha, il 9% della superficie forestale nazionale.
Il Piemonte è la regione italiana con più boschi di castagno: quasi 170.000 ha, il 21% di tutti i castagneti
d’Italia. Il castagno, originariamente diffuso in molte
meno aree del territorio, è stato da sempre coltivato
e portato massicciamente, già dagli antichi romani,
nelle valli alpine. Quest’albero ha rappresentato un
elemento cardine per le popolazioni di montagna, che
fino a poche decine di anni fa lo hanno utilizzato sia
per la qualità dei frutti, da cui si ricava farina, sia per
quella del legno.
Foto di: Dieter Simon - Wikimedia commons
Cos’è il castagno?
Distribuzione del castagno
in Piemonte
areale di distribuzione
popolamenti significativi
In Piemonte, ma dove?
In Piemonte la specie è diffusa prevalentemente nelle
province di Cuneo e Torino, che insieme raggruppano
il 60% dei castagneti.
Questi boschi vengono gestiti soprattutto attraverso il
governo a ceduo (taglio degli alberi ogni 20-30 anni
e ricrescita delle piante dalle ceppaie). In Piemonte
esistono anche numerosi castagneti da frutto, coltivati
cioè con particolari tecniche di innesto e potature finalizzate alla produzione massiccia di castagne.
Quest’ultima categoria è molto diffusa nel cuneese,
che non a caso è famoso per la produzione di marroni.
Mappa tratta da: “Indirizzi per la gestione e la valorizzazione dei cedui di castagno”
Regione Piemonte - I.P.L.A. S.p.A. - BLU Edizioni
Riconoscere il castagno è molto semplice.
Innanzitutto attraverso i frutti, le castagne, che tutti conosciamo e che sono avvolte da evidenti ricci sia sulla
pianta che quando cadono a terra. Poi attraverso
le grandi foglie, di forma lanceolata, acuminata
all’apice e seghettata nel margine, con denti acuti
e dislocati regolarmente.
Anche i fiori maschili, piccoli, gialli ed evidenti
in primavera, sono caratteristici perché disposti
lungo “spighe” erette chiamate “amenti” che partono dall’ascella fogliare. La corteccia dei castagni
giovani è liscia e grigiastra e diventa successivamente bruna e profondamente solcata da crepe.
Foto di: H. Zell - Wikimedia common
Foto di: Benjamin Gimmel - Wikimedia common
Foto di: Frank Vincentz - Wikimedia commons
Come si riconosce?
Il legno di castagno è molto apprezzato perchè caratterizzato da una forte resistenza alla degradazione naturale e all’umidità. Per questo è utilizzato sia per uso
strutturale (per le travi dei tetti per esempio) che
per la realizzazione di manufatti come mobili,
doghe per botti, paleria e infissi, dato che inoltre
è abbastanza facile da lavorare, essendo un legno
“semiduro”. Il legno di castagno contiene anche
tannini, utilizzati per la concia delle pelli. Il legno
lavorato presenta tonalità variabili dal giallo al rossastro, con venature sottili. Dalla sezione radiale di
un tronco di castagno si può notare che l’alburno
(la parte “viva” del legno) è sottile e nettamente
differenziata dal durame (la parte inerte che ha
funzione di stabilità per l’albero) che è invece predominante, perché di precoce formazione.
Foto da: Atlante del Legno - HOEPLI
Quali sono le
caratteristiche del legno?
Il progetto
Il progetto “Valorizzazione legname di castagno piemontese” si è svolto da Luglio 2010 a Luglio 2011. Finanziato dalla Regione Piemonte, questo progetto ha
avuto l’obiettivo di conoscere e far conoscere meglio
il mercato del legno di castagno, puntando a una sua
valorizzazione. Il progetto ha indagato le caratteristiche della filiera legno locale e quelle degli assortimenti
ricavabili dai boschi piemontesi, realizzando nel frattempo, con l’aiuto di segherie del territorio, alcuni
manufatti per valutare tempi e costi di realizzazione.
Il progetto, attraverso l’analisi delle procedure di certificazione dell’origine del legno e della gestione sostenibile dei boschi da cui deriva, ha promosso inoltre una
politica di “Acquisti verdi” presso le Pubbliche Amministrazioni, al fine di favorire l’economia e la gestione
del territorio attraverso l’acquisto di manufatti in legno locale. Questa brochure fa parte della fase finale di
comunicazione. Maggiori info e risultati del progetto:
www.rivistasherwood.it/castagnopiemonte
I partner del progetto
Staff tecnico:
Andrea Ighina, Dottore Forestale, coordinatore del gruppo.
Paolo Terzolo, Dottore Forestale esperto in pianificazione e gestione selvicolturale, gestione associata di proprietà forestali, commercializzazione di lotti boschivi, progettazione
di ingegneria naturalistica.
Igor Cicconetti, Dottore Forestale esperto in pianificazione e gestione selvicolturale.
Silvio Farinetti, Dottore Forestale esperto in sistemi GIS, progettazione di lotti boschivi,
ingegneria naturalistica.
Staff comunicazione:
Antonio Brunori, Dottore Forestale, segretario generale dell’associazione PEFC Italia ed
esperto in comunicazione forestale.
Compagnia delle Foreste S.r.l., Azienda specializzata in comunicazione, innovazione
e ricerca nel settore forestale; è la casa editrice della Rivista tecnico-scientifica Sherwood Foreste ed Alberi Oggi.
Crediti brochure
Testi:
Andrea Ighina - Coordinatore progetto
Luigi Torreggiani - Compagnia delle Foreste
Progetto grafico e impaginazione:
Maria Cristina Viara - Compagnia delle Foreste
Fotografie: Tutte le fotografie non altrimenti segnalate sono dell’Archivio del Progetto
Finito di stampare nel mese di Luglio 2011.
Stampato da Achab Piemonte S.r.l.
Legno di castagno: perchè valorizzarlo
Il castagno, che come abbiamo visto è molto diffuso sul territorio piemontese, viene oggi utilizzato principalmente
all’interno delle filiere del legno-energia (legna da ardere e cippato per alimentare caminetti, stufe e caldaie a biomasse) e del tannino (per la concia delle pelli). Questi sbocchi di mercato, comunque interessanti, potrebbero essere affiancati da altre produzioni con un valore aggiunto più ampio, aumentando così il valore dei boschi e le possibilità di
reddito per chi, a monte della filiera, gestisce e utilizza il
bosco e per chi, a valle, produce manufatti.
Il castagno è infatti molto adatto a produzioni di pregio,
come pavimenti, mobili, manufatti per parchi e giardini
pubblici, paleria per vigne e travature, solo per citarne alcuni. garantire sbocchi di mercato per il legname
locale è fondamentale per il presidio e la cura del territorio, che viene meno con lo spopolamento delle aree
rurali portando gravi problemi di dissesto idrogeologico con pesanti conseguenze anche a valle. Inoltre, utilizzando legno locale, si contribuirebbe ad aumentare
la fissazione nel proprio territorio dei gas serra come la
Co2 e a diminuire i costi energetici e quindi ambientali
del trasporto di legname da altre aree.
Prodotti in castagno realizzati nell’ambito del progetto
Tavolo con panche
Tavolo costruito interamente in legno di castagno proveniente dai boschi della Val Pellice. Per la costruzione sono
stati utilizzati 0,5 m3 di legname corrispondenti a circa 3
piante da 30 cm di diametro (a 1,3 m) e altezza di 15 m. La
resa di lavorazione è di circa il 50%. oltre al legno è stato
utilizzato ferramenta per le giunzioni e impregnante all’acqua. Il tavolo, grazie alla particolare durabilità del castagno,
è adatto ad essere utilizzato all’aperto in giardini ed aree
attrezzate. L’impregnante utilizzato è incolore, ciò permette di mettere in risalto le naturali caratteristiche del legno.
La manodopera necessaria alla costruzione risulta essere:
3 ore/uomo per la segagione dei tronchi, 2,5 ore/uomo per
la sezionatura, 1 ora/uomo per la piallatura, 5 ore/uomo
per il montaggio e per la verniciatura. Per tutte le fasi di
realizzazione sono stati impiegati 2 operai.
Panca da arredo urbano
La panca è realizzata completamente in legno di castagno
proveniente dai boschi della Val Pellice. Per la costruzione sono stati utilizzati 0,35 m3 di legname corrispondenti
a circa 2 piante da 30 cm (a 1,3 m) di diametro e altezza 15 m. La resa di lavorazione è di circa il 50%. oltre
al legno è stato utilizzato ferramenta per le giunzioni e
impregnante all’acqua. A differenza del tavolo con panche, l’impregnante utilizzato è scuro, questo perché si è
cercato di minimizzare gli effetti visivi delle colature di
tannino in corrispondenza delle viti. La panca consiste
in una struttura di base formata da due robusti travetti
su cui vengono avvitati una serie di listelli a costituire la
seduta. La panca è studiata per essere collocata in contesti urbani, in aree verdi ma anche in spazi chiusi. La
manodopera necessaria alla costruzione risulta essere:
1,3 ore/uomo per la segagione dei tronchi, 1,5 ore/uomo
per la sezionatura, 1 ora/uomo per la piallatura, 4 ore/uomo
per il montaggio e per la verniciatura. Per tutte le fasi di
realizzazione sono stati impiegati 2 operai.
Bat-box
La bat box (rifugio artificiale per pipistrelli utilizzato per
ricreare habitat adatti a queste specie minacciate dall’inquinamento) è stata ideata pensando ad un modo per
utilizzare gli scarti delle lavorazioni principali, in considerazione delle ridotte dimensioni. oltre al legno di
castagno è stata utilizzata ferramenta per le giunzioni e
per la porticina di ispezione. Non viene utilizzato impregnante per minimizzare le possibili interferenze a danno
dei pipistrelli.
La manodopera necessaria alla costruzione risulta essere
di 3 ore/uomo per preparazione e montaggio.
Con il legno di castagno? Di tutto, di più!
oltre ai prodotti realizzati nell’ambito del progetto, con il
castagno si può fare molto altro: pavimenti, porte e finestre,
mobili di ogni genere, pali per vigneti, recinzioni, giochi
per bambini, travature per tetti
di edifici, oggettistica minuta,
doghe per botti, supporti per
l’ingegneria naturalistica e per
la bioedilizia... un impegno comune per valorizzare questa
straordinaria specie legnosa
può portare a grandi risultati
per il territorio!
Foto di: Itomi - flickr.com CClicense
Valorizzazione: come fare
Il castagno è un albero che, come abbiamo visto, ha molte potenzialità grazie al
suo legno e ai suoi frutti. Tuttavia i castagneti piemontesi, sia da legno che da
frutto, sono poco gestiti, talvolta abbandonati e spesso soggetti a forti attacchi
di patogeni come funghi e insetti. Per quanto riguarda il legno, valorizzare i
boschi di castagno attraverso una selvicoltura che miri a creare boschi stabili
da cui ricavare assortimenti legnosi diversificati è il primo passo per una filiera
corta e locale che può dare forti benefici sia ai cittadini delle aree collinari e
montane che a quelli delle città. oggi infatti molto legno di castagno arriva
dall’estero con evidenti costi di trasporto e ricadute negative dal punto di vista
ambientale.
ognuno di noi può fare la sua parte: i proprietari e i gestori dei boschi attraverso una buona selvicoltura, le segherie acquistando legname locale e i singoli
cittadini, così come gli enti pubblici, ricercando prodotti che abbiano garanzia di tracciabilità.
Per contattare produttori di legname e manufatti in castagno locale è possibile
visualizzare una prima lista individuata nell’ambito del progetto su:
www.rivistasherwood.it/castagnopiemonte