Il cancro corticale e la lavorazione del castagno

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Il cancro corticale e la lavorazione del castagno
Il cancro corticale e la lavorazione del castagno
Forestaviva - no. 44 - marzo 2009
Figura 1: interessante gioco di venature causate da un attacco superficiale di cancro
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L’uso del legno di castagno
Il legno di castagno è un elemento fondamentale delle tradizioni rurali del Sud delle Alpi della Svizzera. Grazie alla sua
resistenza naturale, lo troviamo spesso impiegato all’esterno
come palo nella viticoltura e nella costruzione di ripari contro
le valanghe. Grazie alle sue ottime caratteristiche tecnologiche
lo troviamo anche impiegato nelle travature o in pavimenti,
pareti e soffitti nell’edilizia tradizionale. In tempi più recenti
l’abbinamento di un’architettura moderna con il legno di castagno, prodotto indigeno derivante da una filiera corta, ha
dato dei risultati eccezionali dal punto di vista dell’estetica,
dell’esclusività e del rispetto della natura e dell’ambiente.
Il legno di castagno possiede un forte e inconfondibile carattere e caratteristiche meccaniche e fisiche incomparabili:
•ha il più piccolo coefficiente di rigonfiamento e di restringimento tra tutti i legni pregiati indigeni e mantiene la misura
perfetta sia nella lavorazione che in opera;
•contrariamente agli altri legni a porosità grande il castagno
ha una densità regolare indipendentemente dall’accrescimento annuale, ciò che rende il legno facile da lavorare,
liscio e compatto;
•contiene tannini che, in caso di utilizzo esterno, fungono
da protezione naturale contro gli agenti del marciume. Nel
legno esposto alle intemperie il tannino viene progressivamente dilavato durante il primo anno, dopo di che
il legno allo stato secco assume una delicata colorazione grigio-argentea;
Il castagno è quindi l’alternativa sostenibile al legno
tropicale, prodotto venduto in Europa a prezzi stracciati grazie a una produzione non rispettosa né degli
aspetti ambientali, né di quelli sociali. Il castagno è e
resterà tuttavia un prodotto di nicchia in una gamma
di prezzo medio-alta a causa della difficile reperibilità
e a causa dei suoi principali difetti (cipollatura e attacchi fungini) che rendono la lavorazione difficoltosa
e onerosa (alta percentuale di scarto).
Lavorazione del castagno
La lavorazione del legno di castagno è condizionata
da tre fattori principali:
1.la cipollatura presente soprattutto in tronchi di grossi diametri (>40cm) provenienti da cedui non curati selvicolturalmente rende il legno inutilizzabile per qualsiasi impiego;
bisogna dunque utilizzare tendenzialmente tronchi con un
diametro tra 20 e 40 cm. Questo riduce l’incidenza della
cipollatura, ma riduce nel contempo anche la resa in termini di segato.
2.il cancro corticale del castagno incide sulla qualità del legno in modo differenziato: un attacco superficiale con reazione ipertrofica dell’albero causa poco marciume ed evita
la morte di estese porzioni di cambio, ciò che permette non
solo di sfruttare il legno per la produzione di segato, ma
crea anche strutture di fibra vivaci e interessanti dal punto
di vista estetico (Fig. 1); un attacco normale e profondo
con la morte di porzioni importanti di cambio crea marciume, una colorazione rossa del legno circostante a cui si
aggiunge in certi casi anche un attacco di cerambicidi (Fig.
2). Questa seconda variante rende ovviamente il tronco
inutilizzabile per la lavorazione in segheria;
3.il mal dell’inchiostro tinge il legno di marrone senza però
avere ripercussioni sulle caratteristiche fisiche del prodotto;
resta dunque unicamente una questione estetica.
La sfida sta proprio nel trovare la formula magica tra la proposta di un prodotto genuino, autentico, sostenibile ed ecologico
da una parte e la rivalutazione delle caratteristiche del legno
che attualmente vengono scartate come difetti dall’altra. La
nostra strategia in questo mercato di nicchia è quindi quella di
creare prodotti di castagno indigeno dove i “difetti” diventano
pregi e di creare cosi un prodotto unico e irripetibile. Solo cosi
la lavorazione del nostro castagno diventa economicamente
interessante e crea un valore aggiunto alla filiera bosco-legno.
In questo contesto quindi anche attacchi superficiali di cancro
del castagno possono trovare una loro valorizzazione nella lavorazione del legno.
Marco Delucchi, Ing. forestale SPF, TICINORO SA
Figura 2: marciume e alterazione cromatica causate da una ferita profonda da cancro